::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JoyCut TITLE: GHOST TREES WHERE TO DISAPPEAR LABEL: PILLOWCASE PAG. 20
::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: JoyCut TITLE: GHOST TREES WHERE TO DISAPPEAR DAGHEISHA http://www.dagheisha.com/music_section/cd.asp?idus=5387 LABEL: PILLOWCASE PAG. 21 Trovare un posto dove nascondersi è ancora più difficile di sopravvivere. Il mondo malato che ci circonda non lascia spazio a luoghi di riflessione, zolle di terreno su cui vivere attimi di desolazione ambientale estrema e infine disintegrarci in nome del rock sincretico suburbano degli anni passati. 'Ghost Trees Where To Disappear' è stato registrato in modalità ecosostenibile da Jason Howes, che ricordiamo al fianco di Bloc Party e Arctic Monkeys, e l'esperienza vissuta nel sobborgo londinese ha sicuramente regalato una pregevole veste sonora alle presenti tredici canzoni. Lo strumentale '10 Pence' introduce l'ascoltatore tra stratificazioni elettroniche e retaggi new wave, i tempi di 'A Fish Counter' e 'The Strange Tale Of Mr. Man' sembrano lontani ma esiste un filo conduttore nella musica dei JoyCut e le successive 'CleanPlanet' e 'GardenGrey' sono il manifesto una straordinaria urgenza compositiva. La voce di Pasquale Pezzillo e le percussioni sincopate di Simon Laurenzana viaggiano parallele, si evitano per chissà quale scherzo del destino e poi si scontrano in un drammatico crescendo emotivo. Il richiamo alla generazione post punk degli anni ottanta è forte esattamente come il legame con il movimento inglese ma 'Deus' e 'The Fall' sono solenni prove di maturità e l'immediatezza del cantato offre possibilità di primato che raramente nel nostro paese ci siamo anche soltanto sognati di possedere. PANOPTICON http://www.panopticonmag.com/recensioni/madeinitaly/1177-joycut-2011-ghost-trees-where-todisappear.html Italian dark wave. Dopo una lunga gavetta, culminata con il tour europeo dello scorso anno e la possibilità di esibirsi all'Indipendent day nella stessa giornata di Arcade Fire e Modest Mouse, la carriera di Pasquale Pezzillo e dei suoi JoyCut sembra essere finalmente giunta ad uno snodo cruciale. Ghost Trees Where to Disappear, album uscito lo scorso 18 febbraio per la PillowCase, possiede infatti tutte le carte in regola per divenire un piccolo caso discografico e far parlare molto di sé, chissà magari non solo nel nostro Paese. D'altra parte, che questa formazione lucano-emiliana avesse ben chiaro quali erano gli obiettivi da raggiungere lo si era capito quando aveva deciso di rivolgersi ad uno dei produttori del momento, quel Jason Howes al quale negli ultimi anni si sono affidate senza remore band del calibro di Arctic Monkeys, Bloc Party e Art Brut. Il risultato finale è un disco nero come la pece, con un suono estremamente moderno, in perenne bilico tra le atmosfere opprimenti dei primi Cure e certo dream pop più oscuro e malinconico. Una dichiarazione d'amore di questi ragazzi verso la scena wave d'oltremanica dei primi anni '80 che non si ferma al mero revival, ma, al contrario, dimostra di possedere elementi di originalità e una propria identità ben definita. Brani come l'iniziale “Clean Planet”, l'orecchiabile “Garden Grey”, primo singolo estratto, “L@M_H”, con le sue chitarre incisive e stratificate, o la suggestiva “Deus” colpiscono fin dal primo ascolto e rappresentano i vertici assoluti di un lavoro molto compatto, impreziosito dalle ispirate liriche, rigorosamente in lingua inglese, di Pezzullo, che in più di una circostanza si dimostra autore raffinato, con notevoli capacità descrittive e una vena poetica decadente fuori dal comune. Date quindi una chance a questi ragazzi e se avete la possibilità andate anche a vederli dal vivo. Se lo meritano.(7.5/10)