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Maggio 2010 - Centro Studi Sanguis Christi

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Via Narni, 29 - 00181 Roma - Mensile di informazione - Anno LIX - N° 5 - <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong> -<br />

Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale<br />

D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB - Roma - Una copia € 1,00


NEL SEGNO<br />

DEL SANGUE<br />

Mensile della Unione <strong>Sanguis</strong> <strong>Christi</strong><br />

dei Missionari<br />

del Preziosissimo Sangue<br />

Anno LIX - N°5<br />

<strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong><br />

Direttore Responsabile<br />

Michele Colagiovanni, cpps<br />

Stampa e fotocomposizione<br />

Stab. Tipolit. Ugo Quintily S.p.A.<br />

Viale Enrico Ortolani, 149/151<br />

00125 Zona Industriale di Acilia - Roma<br />

Tel. 06/52169299 (multilinea con r.a.)<br />

Redazione e Amministrazione<br />

00181 Roma - Via Narni, 29<br />

Tel. e Fax: 06/78.87.037<br />

e-mail: piaunione@gmail.com<br />

http://www.csscro.it<br />

http://www.sangasparedelbufalo.it<br />

Abbonamento annuo<br />

ordinario: € 9,50<br />

sostenitore: € 15,00<br />

estero: $ 22,00<br />

C.C.P. n. 391003<br />

Autorizzazione Trib. Roma<br />

n. 229/84 in data 8-6-1984.<br />

Iscriz. Registro Naz. della Stampa<br />

(Legge 8-8-1981, n. 416, Art. 11)<br />

al n. 2704, vol. 28, foglio 25,<br />

in data 27-11-1989<br />

Finito di stampare<br />

nel mese di Aprile <strong>2010</strong><br />

Questa rivista è iscritta<br />

all’Associazione<br />

Stampa Periodica Italiana<br />

SOMMARIO<br />

EDITORIALE<br />

Quello che vi dicono fatelo... di Michele Colagiovanni 131<br />

SPIRITUALITÀ<br />

Il giglio del campo di Giulia M. 133<br />

ATTUALITÀ<br />

Creazione e arte di Italia Accordino 135<br />

Conoscere per credere di Angela e Claudio Rencricca 140<br />

... Sempre meno gaia di Anna Calabrese 149<br />

MISSIONI<br />

Soccorso di emergenza di Giuseppe Montenegro 138<br />

INCONTRO DI PREGHIERA<br />

L’elevazione dell’uomo nella condiscendenza di Dio di Maria Damiano 143<br />

CATECHESI GRUPPI DI PREGHIERA - GRUPPI DI FAMIGLIE<br />

Maria: la Mamma di Luigi Lafavia, cpps 147<br />

NOTIZIE<br />

Michele Colagiovanni - Una casa per partire - La casa di<br />

Santa Maria De Mattias a Vallecorsa di Lauretta Frecentese 151<br />

SEDE USC<br />

- Restauro di una statua di San Francesco Saverio di m. c. 156<br />

ALBANO<br />

- Morte di don Nicola Misto di m. c. 156<br />

RIPA TEATINA<br />

- Festa della Madonna del Sudore di m. c. 157<br />

UMORISMO<br />

Il lato comico di Comik 159<br />

UNIONE SANGUIS CHRISTI<br />

Direttore<br />

Michele Colagiovanni, cpps<br />

Redattori<br />

Claudio Amici, Anna Calabrese,<br />

Maria Damiano, Gabriella Dumo,<br />

Aldo Gnignera, Stefania Iovine,<br />

Giovanni Lucii, Anna Maria Mascitelli,<br />

Vincenzo Mauro, Noemi Proietti,<br />

Angela Rencricca, Emanuela Sabellico,<br />

Mauro Silvestri, Carla Taddei.<br />

Grafica: Elena Castiglione<br />

Foto: Archivio USC<br />

CENTRO STUDI SANGUIS CHRISTI<br />

Direttore<br />

Tullio Veglianti, cpps


Nel Segno del Sangue Editoriale<br />

Quello che vi dicono fatelo...<br />

di Michele Colagiovanni<br />

Per anni la Chiesa ha<br />

goduto di un trattamento<br />

di favore da parte delle<br />

istituzioni e lo scudo protettivo<br />

ha ingenerato la convinzione di<br />

dovuta immunità che, oltre a<br />

essere ingiusto privilegio, in -<br />

duce a un’altra stortura chi vi si<br />

è abituato: interpretare con fa -<br />

cilità l’applicazione della normale<br />

prassi come l’opposto<br />

del la protezione: un trattamento<br />

persecutorio. La persecuzione<br />

fu preannunciata da Gesù ai<br />

suoi, ma egli la prospettava<br />

fondata su menzogne, in quanto<br />

li voleva testimoni della<br />

verità; cioè suoi testimoni.<br />

“Beati voi quando vi insulteranno,<br />

vi perseguiteranno e,<br />

mentendo, diranno ogni sorta<br />

di male contro di voi per causa<br />

mia”. (Mt 5,3). Quella sì è persecuzione,<br />

perché si oppone<br />

alla verità, colpisce ancora una<br />

volta un innocente testimone<br />

131<br />

dell’Innocente. Al di là delle<br />

intenzioni di chi infierisce su<br />

una persona, non è persecuzione<br />

se appoggia le accuse su fatti<br />

gravissimi, certificati, che coinvolgono<br />

ogni livello ecclesiale.<br />

Non serve dire che le statistiche<br />

smascherano le generalizzazioni<br />

strumentali di chi maneggia<br />

da padrone la comunicazione<br />

di massa. Se anche fosse<br />

vero che un rilevamento ad hoc<br />

vedrebbe il clero uscirne meglio<br />

di tutte le altre categorie (politici,<br />

forze dell’ordine, giornalisti,<br />

zii, cugini e perfino genitori…)<br />

non sarebbe un dato tranquillizzante:<br />

per l’amarezza oggettiva<br />

dei risultati e perché nel clero,<br />

in senso soggettivo, un solo<br />

caso è già troppo.<br />

Io sono convinto che le statistiche<br />

darebbero un risultato<br />

favorevole al clero. Pare, anzi,<br />

che il rilevamento sia stato eseguito<br />

e i risultati siano stati quel-<br />

li e provengono da fonte insospettabile:<br />

il John Jay College of<br />

Criminal Justice della City University<br />

of New York. In una categoria<br />

che è tenuta a fare certe<br />

prediche e a continuare la missione<br />

di Cristo, l’irreprensibilità è la<br />

norma. Invece, purtroppo, non si<br />

tratta né di uno, né di pochi casi e<br />

non di piccole sfasature, ma di<br />

azioni gravissime e reiterate. La<br />

Chiesa non può identificarsi con<br />

tali magagne, come vorrebbero<br />

alcuni, nel tentativo di oscurare la<br />

sua verità, che confligge con i<br />

comportamenti denunciati.<br />

L’intrattenitrice Luciana Littizzetto<br />

sosteneva, in un suo<br />

recente intervento satirico televisivo,<br />

che se una famiglia invia<br />

i propri figli nell’oratorio parrocchiale<br />

dovrebbe vivere tranquilla,<br />

consapevole di averli<br />

affidati alle persone giuste e nel<br />

luogo più sicuro del mondo. La<br />

Littizzetto, che a volte è impor-


Editoriale Nel Segno del Sangue<br />

tuna e molesta come un litl<br />

inzetto in questo caso (senza<br />

escluderne altri) ha perfettamente<br />

ragione e credo che la sua<br />

affermazione dovrebbe estendersi<br />

alle scuole tenute da religiosi,<br />

alle associazioni cattoliche,<br />

alle cliniche e ospedali cattolici,<br />

come alla familiarità con<br />

il singolo operatore ufficialmente<br />

riconoscibile come membro<br />

della Chiesa. Se si vuole leggere<br />

al buio (e nel mondo di oggi<br />

così lustro, moralmente si brancola<br />

nel buio) non ci si può affidare<br />

che alla luce proveniente<br />

dalle lampade. La Chiesa, nel<br />

pensiero di Gesù, è la lampada<br />

che non solo non deve avere<br />

zone recondite, oscure, ma deve<br />

essere posta nel luogo più esposto<br />

alla vista di tutti, perché solo<br />

da quella posizione può spandere<br />

luce nello spazio sottostante.<br />

Sono anche io convinto che<br />

vi sia un pregiudizio verso la<br />

Chiesa, un interesse a screditarla<br />

e quindi un accanimento diagnostico<br />

su di lei, proprio per<br />

mettere in discussione quella<br />

luce in quanto tale; ma un tale<br />

ingiusto disegno dovrebbe<br />

essere un van taggio e infrangersi<br />

contro una correttezza a tutta<br />

prova, che finirebbe con l’esaltare<br />

la missione divina della<br />

Chiesa e anche la sua funzione<br />

sociale di madre e maestra. Gli<br />

strali alla fine la lascerebbero<br />

illesa e non trafitta. Trafitti, dalla<br />

verità, resterebbero semmai<br />

coloro che la combattevano.<br />

Non è la persecuzione (pur<br />

essendo colpevole, come ogni<br />

atto deliberatamente ostile contro<br />

qualcuno) a mettere in pericolo<br />

la fede ma la mancata testimonianza<br />

di chi se ne proclama<br />

testimone e non supera neppure<br />

il livello della normalità. È<br />

quanto afferma Benedetto XVI,<br />

quando dice, a proposito dei<br />

132<br />

casi di pedofilia nel clero: “Certamente,<br />

tra i fattori che vi contribuirono<br />

possiamo enumerare:<br />

procedure inadeguate per determinare<br />

l’idoneità dei candidati<br />

al sacerdozio e alla vita religiosa;<br />

insufficiente formazione<br />

umana, morale, intellettuale e<br />

spirituale nei seminari e nei<br />

noviziati; una tendenza nella<br />

società a favorire il clero e altre<br />

figure in autorità e una preoccupazione<br />

fuori luogo per il buon<br />

nome della Chiesa e per evitare<br />

gli scandali, che hanno portato<br />

come risultato alla mancata<br />

applicazione delle pene canoniche<br />

in vigore e alla mancata<br />

tutela della dignità di ogni persona.<br />

Bisogna agire con urgenza<br />

per affrontare questi fattori, che<br />

hanno avuto conseguenze tanto<br />

tragiche per le vite delle vittime<br />

e delle loro famiglie e hanno<br />

oscurato la luce del Vangelo a<br />

un punto tale cui non erano<br />

giun ti neppure secoli di persecuzione”.<br />

La verità è indipendente dal<br />

comportamento di chi la asserisce<br />

e non può essere scalfita<br />

dall’incoerenza di molti, o perfino<br />

di tutti.<br />

La più autorevole conferma<br />

di questo assioma viene da Ge -<br />

sù. Disse quel giorno: “Sulla<br />

cattedra di Mosè si sono seduti<br />

gli scribi e i farisei. Quanto vi<br />

dicono, fatelo e osservatelo, ma<br />

non fate secondo le loro opere,<br />

perché dicono e non fanno”. Il<br />

popolo cristiano recepì la frase<br />

di Gesù e la tradusse nel sarcastico<br />

detto: “Fare ciò che il prete<br />

dice e non fare ciò che il prete<br />

fa”. Una sentenza di per sé<br />

terribile, ma che il popolo soleva<br />

pronunciare bonariamente,<br />

perché la vedeva attuata nelle<br />

piccole cose, nelle miserie che<br />

sono parte ineliminabile della<br />

condizione umana; non certo in<br />

delitti gravissimi come la pedofilia.<br />

Alla fine i piccoli difetti<br />

avevano perfino un risvolto<br />

positivo; rendevano più facile<br />

l’approccio con il sacerdote,<br />

vedendolo “uno di loro”.<br />

Anche Galileo Galilei, per<br />

dirla con una metafora, la sera<br />

soleva dire che il sole stava tramontando,<br />

anziché, più scientificamente<br />

e in linea con la sua<br />

dottrina, che è poi la verità: “La<br />

rotazione della Terra fa sì che il<br />

Sole stia per diventare non più<br />

visibile da me”. Dopo aver patito<br />

persecuzione per asserire con<br />

verità che è la Terra a girare<br />

attorno al Sole, poi si esprimeva<br />

con il linguaggio dei suoi persecutori,<br />

senza che nessuno potesse<br />

dire che rinnegava ciò in cui<br />

credeva! Ecco: non sono le piccole<br />

e inevitabili sbavature, che<br />

rivelano l’umanità della Chiesa<br />

senza inficiare il carattere e la<br />

missione divina, ma azioni più o<br />

meno criminose, o addirittura<br />

re pellenti. Delle quali, è bene<br />

ripeterlo. Una sola è troppo.<br />

Detto questo io direi che la<br />

Chiesa, che pure deve essere<br />

ma dre di misericordia per mandato<br />

divino, non solo non<br />

dovrebbe ce lare le colpe dei<br />

propri membri, ma dovrebbe<br />

costituirsi parte lesa nei loro<br />

confronti. Un patto dovrebbe<br />

essere stipulato con i sacerdoti,<br />

nel mo mento in cui la Chiesa<br />

conferisce loro il potere immenso<br />

di legare e sciogliere in cielo<br />

e in terra e li presenta al popolo<br />

con il diritto di entrare nel -<br />

l’intimo delle coscienze dei fe -<br />

deli. In caso di comportamento<br />

fedifrago do vrebbe il colpevole<br />

essere tenuto al risarcimento dei<br />

danni alle vittime e tra queste la<br />

Chiesa stessa, che perde di credibilità.<br />

Fermo restando la<br />

misericordia per chi si ravvede,<br />

a penitenza soddisfatta.


Nel Segno del Sangue Spiritualità<br />

“Guardate come crescono i<br />

gigli, non faticano e non filano.<br />

Eppure io vi dico: neanche<br />

Salomone, con tutta la sua gloria,<br />

vestiva come uno di loro”<br />

(Luca 12, 27).<br />

C’è un ufficio all’Onu, che<br />

non so dire se sia più utile o più<br />

inutile di tutti gli altri. È l’ufficio<br />

che dichiara quale monumento,<br />

quale luogo della terra<br />

sia particolarmente bello o maestoso,<br />

o quale altra diavoleria<br />

sia, da diventare Patrimonio<br />

dell’Umanità. Cosa vuol dire<br />

che diventa “Patrimonio dell’Umanità”?<br />

Non è già tutto “Patrimonio<br />

dell’Umanità”? La terra<br />

non è stata data forse all’Umanità<br />

perché la coltivi e la protegga<br />

e la sappia far fruttificare con<br />

sapienza e intelligenza come un<br />

proprio patrimonio? Purtroppo<br />

siamo da molto tempo abituati<br />

a ragionare per grandezze e non<br />

per importanza.<br />

Diciamo comunemente: È<br />

un grand’uomo! È una gran<br />

bella invenzione! È stata una<br />

grande occasione! Ho avuto<br />

una grande idea! E così via. Ciò<br />

che non è grande non viene<br />

considerato importante. Sembra<br />

che la storia sia fatta solo di<br />

poche persone – i Grandi – e da<br />

pochi avvenimenti – i Grandi<br />

Eventi -. Ma proviamo a ragionare<br />

in modo un poco più<br />

approfondito. E vedremo che…<br />

Una gran bella spiaggia è<br />

133<br />

Il giglio del campo<br />

fatta di minuscoli granellini di<br />

sabbia. “Ma cosa vuoi che sia<br />

un granellino di sabbia”! Va<br />

bene: prendine uno e buttalo in<br />

mare; e poi un altro, e un altro,<br />

e un altro… alla fine non ti resta<br />

più la bella spiaggia. Perché?<br />

Perché non hai dato importanza<br />

a quel granellino di sabbia e lo<br />

hai buttato. Ma quale granellino?<br />

Il primo? Il secondo? Il terzo?<br />

Povero sciocco, sono tutti<br />

ugualmente importanti per fare<br />

la spiaggia. Quindi quel famoso<br />

ufficio dovrebbe dire: quel granellino:<br />

il primo, il secondo, il<br />

terzo… è “Patrimonio dell’Umanità”<br />

perché forma quella<br />

gran bella spiaggia che diventa<br />

a sua volta “Patrimonio dell’Umanità”.<br />

di Giulia M.<br />

Così quel gran bel lago, in<br />

mezzo al verde, è formato da<br />

miliardi di goccioline di acqua:<br />

quale goccia è più importante?<br />

Beh, se incominci ad inquinare<br />

la prima, e poi la seconda e poi<br />

la terza e poi… alla fine ti ritrovi<br />

con tutto il lago inquinato.<br />

Quindi quel famoso ufficio<br />

dovrebbe dire: quella goccia: la<br />

prima, la seconda, la terza, la…<br />

è “Patrimonio dell’Umanità”!<br />

Detto questo, bisogna ag -<br />

giungere che c’è anche qualche<br />

cosa che va al di là della materializzazione<br />

cui siamo abituati.<br />

Un tramonto: hai mai visto un<br />

tramonto? Hai mai guardato un<br />

tramonto? Hai mai osservato un<br />

tramonto? Di cosa è fatto un tramonto?<br />

Puoi toccare un tramonto?<br />

Quel tramonto che<br />

hai osservato con qualcuno<br />

vicino, mano nella<br />

mano, o con gli occhi<br />

rigati da lacrime di<br />

gioia o di dolore, con<br />

nostalgia o con speranza,<br />

quel tramonto che<br />

non ti scorderai mai più<br />

perché ormai fa parte<br />

della tua vita: quel tramonto<br />

così importante<br />

per te, non è forse<br />

degno di diventare<br />

“Patrimonio dell’Umanità”?<br />

L’atmosfera della ne -<br />

ve che cade piano piano,<br />

lieve lieve, che ti fa


Spiritualità Nel Segno del Sangue<br />

ricordare l’infanzia, quando ci<br />

giocavi ore e ore e ti sentivi le<br />

mani gelate ed eri contenta e<br />

felice; o altre piccole gioie vissute:<br />

quell’atmosfera, che non è<br />

fatta di qualcosa di materiale ma<br />

che per te è così piena di sentimento,<br />

non è degna di diventare<br />

“Patrimonio dell’Umanità”?<br />

“Guardate come crescono i<br />

gigli e come sono vestiti”! Gesù<br />

con quelle poche parole, ci rivela<br />

la grandezza delle piccole<br />

cose, delle cose che noi riteniamo<br />

inutili. Cosa è un giglio?<br />

Erba. Oggi c’è, domani lo si<br />

butta. Oggi lo metti in un vaso<br />

con un poco di acqua, lo vedi<br />

appassire e lo butti. E tutti lo<br />

calpestano. “Eh no, dice Gesù,<br />

non è così che stanno le cose.<br />

Non potete passare sopra alle<br />

situazioni con tanta semplicità!<br />

Sono le cose più piccole che<br />

insegnano le verità più grandi”!<br />

Salomone, il grande re, il più<br />

elegante che vestiva di porpora<br />

e di lino e di bisso, che aveva gli<br />

armadi ripieni delle stoffe più<br />

rare e più belle: anche quando<br />

era vestito nel modo più elegante,<br />

non era vestito come un gi -<br />

glio del campo! Sapete cosa sta<br />

facendo Gesù? Sta ridimensionando<br />

la grandezza di un personaggio<br />

che per la gente era il<br />

migliore che potesse esistere al<br />

mondo riguardo alla raffinatezza<br />

del vestire e la ricchezza del<br />

regno. Che l’erba del campo è<br />

vestita meglio di un re, anche il<br />

più elegantone!<br />

Gesù dice: Con tutta la sua<br />

gloria! Cosa vuol dire? Immagi-<br />

134<br />

nate Salomone, il grande re, che<br />

si deve preparare per andare al<br />

Tempio ad incontrare Dio. È<br />

chiaro che si veste nel migliore<br />

modo possibile, con abiti raffinatissimi,<br />

e gioielli d’oro a profusione,<br />

e profumi: insomma<br />

deve incontrare Dio! Ecco, tutto<br />

il suo splendore è la sua gloria,<br />

cioè la grande meraviglia che<br />

gli altri provano nel vedere il<br />

loro re così abbigliato. Nessuno<br />

è pari a lui! E invece Gesù afferma<br />

che tutta questa gloria non è<br />

uguale alla bellezza del giglio<br />

del campo!<br />

Povero re! Poveri ricchi, che<br />

credono di valere qualcosa perché<br />

si possono permettere gli<br />

abiti più costosi! Perché non<br />

hanno più spazio negli armadi e<br />

pensano che sono vestiti meglio<br />

di tutti! Forse meglio di tutti sì,<br />

ma non meglio del giglio del<br />

campo! Il giglio del campo<br />

diventa il paragone della stupidaggine<br />

umana con la generosità<br />

del Creatore. E allora il giglio<br />

del campo non è degno di<br />

diventare “Patrimonio dell’Umanità”<br />

perché mi rivela cose<br />

nascoste dentro di me, nel profondo<br />

del mio cuore pieno di<br />

egoismo e di cialtroneria? Gli<br />

occhi di Gesù, figlio di Dio per<br />

mezzo del quale tutto è stato fatto<br />

nei cieli, sulla terra e sotto<br />

terra, si sono soffermati su quel<br />

giglio del campo e lo hanno<br />

scrutato nel profondo ed è stato<br />

scelto per diventare esempio di<br />

bellezza suprema: “Nemmeno<br />

Salomone in tutta la sua gloria<br />

vestiva come lui”! Gesù mette<br />

al giusto posto il giglio del campo<br />

perché anch’esso ha uno scopo<br />

nella creazione: essere pietra<br />

di paragone tra l’uomo e i suoi<br />

desideri e i suoi pensieri.<br />

Un ultimo pensiero sul giglio<br />

del campo: anche per lui Gesù<br />

ha versato il suo sangue. Dopo<br />

il peccato di Adamo, tutta la<br />

creazione geme e soffre nell’attesa<br />

di qualcosa di nuovo. E il<br />

sangue di Gesù ha rappacificato<br />

le cose del cielo e quelle della<br />

terra. Il sangue di Gesù ha ripristinato<br />

nella propria dignità tutto<br />

ciò che aveva perso splendore.<br />

È la pace tra il Creatore e il<br />

creato che Gesù viene a ripristinare.<br />

E quindi anche il giglio<br />

del campo riceve la sua parte di<br />

salvezza attraverso il sangue di<br />

Gesù. Ecco perché diventa un<br />

segno per gli uomini: perché<br />

non è più semplice erba, ma<br />

riceve la sua nuova-antica di -<br />

gnità: essere segno della grandezza<br />

del Creatore che veste il<br />

giglio del campo in maniera più<br />

splendida della gloria di Salomone.<br />

Sono convinta che se il giglio<br />

del campo reclamasse dall’ufficio<br />

dell’Onu la patente che attesti<br />

che è degno di essere considerato<br />

“Patrimonio dell’Umanità”<br />

non chiederebbe nulla di<br />

strano o un titolo che non gli<br />

spetta. Ma nessuno degli uffici<br />

preposti darà la patente di<br />

“Patrimonio dell’Umanità” al<br />

giglio del campo. Lui non se ne<br />

rattrista: “Patrimonio dell’Umanità”<br />

lo ha dichiarato Gesù, il<br />

suo creatore e salvatore.


Nel Segno del Sangue Attualità<br />

Non sono un’artista e<br />

nep pure un critico<br />

d’ar te, ma sono portata<br />

alla contemplazione e all’interesse<br />

del bello. Tutti sappiamo<br />

che le tre arti figurative (pittura,<br />

scultura e architettura) sono<br />

state e sono ancora espressioni e<br />

testimonianze dell’evoluzione<br />

delle civiltà in ogni periodo storico<br />

e quindi rispecchiano gli<br />

usi, i costumi e il modo di sentire<br />

e di vivere degli uomini nelle<br />

varie epoche.<br />

Ma non è proprio di questo<br />

che vorrei parlare, ma piuttosto<br />

degli artisti e delle loro opere.<br />

Certo per poter parlare di artisti<br />

veri bisogna rifarsi a quelli che<br />

135<br />

Creazione e arte<br />

di Italia Accordino<br />

ci permettono, contemplando le<br />

loro opere, l’accesso al “giardino<br />

della conoscenza” che accoglie<br />

e guida chi insegue la vita<br />

oltre la morte e vuole la forma<br />

di Dio nell’animo umano.<br />

Un approccio alla contemplazione<br />

dell’arte ce lo suggerisce,<br />

in un certo senso, il filosofo<br />

Spinoza, secondo il quale<br />

l’autentico Bene si identifica<br />

con tutto ciò che fa crescere la<br />

conoscenza, e il Male si incarna<br />

nelle cose che la ostacolano o la<br />

negano come le inimicizie, le<br />

guerre, le dispute personali,<br />

mentre nella realtà infinita dell’arte<br />

l’uomo può trovare quell’ordine<br />

delle idee che lo rende<br />

libero di guardare e di vedere se<br />

stesso oltre se stesso.<br />

Riandando con la mente al<br />

passato si possono cogliere elementi<br />

di perfezione nel mondo<br />

medioevale, con i conventi che<br />

risuonano delle voci dei monaci,<br />

studiosi depositari della<br />

sapienza e delle tradizioni, e in<br />

cui Dio era la causa infinita del<br />

mondo.<br />

Non è un caso che in questo<br />

periodo di spiritualità e contemplazione<br />

sono venuti alla luce<br />

grandi artisti, che si sono ispirati<br />

ai testi sacri.<br />

È molto difficile parlare dei<br />

vari periodi storici dell’evoluzione<br />

dell’arte e dei grandi arti-


Attualità Nel Segno del Sangue<br />

136<br />

sti che hanno realizzato opere,<br />

testimonianze ancora oggi della<br />

genialità di chi le ha attuate.<br />

L’Italia tutta, ma in particolare<br />

Roma, racchiude tesori di<br />

inestimabile valore. Vale la<br />

pena citare alcuni autori di opere<br />

mirabili: Michelangelo nella<br />

pittura, con la sua Cappella<br />

Sistina dove il visitatore può<br />

ammirare estasiato “Il giudizio<br />

universale” nel suo complesso e<br />

nelle varie parti che compongono<br />

l’opera: una delle tante la<br />

cacciata di Adamo ed Eva dal<br />

paradiso terrestre. Ma il grande<br />

è anche l’autore della Pietà che<br />

si trova nella basilica di S. Pietro<br />

e che come architetto si<br />

espresse nella costruzione della<br />

cupola della basilica, chiamata<br />

affettuosamente “Cupolone” dai<br />

romani.. Foscolo nei suoi<br />

“Sepolcri”, citando Michelangelo,<br />

si esprime con questi versi:<br />

“L’arca di colui che nuovo<br />

Olimpo alzò in Roma ai celesti”,<br />

anche se con espressione<br />

paganeggiante rende omaggio<br />

al grande artista.<br />

Soffermandoci su Roma,<br />

come si può ignorare Caravaggio<br />

che con la sua visione naturalistica<br />

produce capolavori<br />

conservati a S. Luigi dei Francesi<br />

e a S. Maria del Popolo?<br />

Proprio in quest’ultima chiesa,<br />

quando sono entrata per la prima<br />

volta e mi sono avvicinata<br />

per ammirare la “Conversione<br />

di S. Paolo”, mi sono commossa<br />

fino alle lacrime, poiché gioivo<br />

di poter vedere da vicino ciò<br />

che avevo visto sui libri di storia<br />

dell’arte al liceo. Cosa dire


Nel Segno del Sangue Attualità<br />

delle altre città d’arte come<br />

Firenze, dove il Brunelleschi<br />

con mirabile tecnica innalzò la<br />

cupola di S. Maria in Fiore?<br />

Anche Milano conserva<br />

un’opera eccellente: “L’ultima<br />

cena” di Leonardo, affrescata<br />

nel refettorio di Santa Maria<br />

delle Grazie.<br />

Tutte queste opere ci fanno<br />

riflettere non solo sulla perizia,<br />

ma anche sulla profonda conoscenza<br />

dei testi sacri di questi<br />

grandi.<br />

Sarebbe molto lungo l’elenco<br />

degli artisti che hanno trasferito<br />

il loro genio nelle opere sia di<br />

ispirazione cristiana che pagana.<br />

Qualche filosofo ha detto che<br />

l’arte è l’imitazione della natura e<br />

cioè del creato; io direi invece che<br />

in tutte le opere d’arte c’è una<br />

proiezione del divino, poiché in<br />

ogni persona c’è un dono di Dio<br />

che può permettere una manifestazione<br />

non solo nelle arti figurative,<br />

ma anche nella musica, nella<br />

poesia e nella scienza rivolta al<br />

bene dell’uomo.<br />

Tutti i doni o carismi, come li<br />

vogliamo chiamare, provengono<br />

da una volontà divina. Basta<br />

guardarci intorno e riflettere sul<br />

creato per capire la perfezione<br />

delle cose che noi vediamo: il<br />

cielo con i suoi astri, come il<br />

sole che permette la vita sulla<br />

terra, la luna che illumina le<br />

notti buie, le stelle che splendono<br />

con il loro ordine nel firmamento<br />

come luci che trasmettono<br />

la grandezza divina; la terra<br />

con tutte le ricchezze che essa<br />

contiene: l’acqua, le piante, i<br />

137<br />

fiori, gli animali che il Signore<br />

ordinò a Noè di salvare in coppia,<br />

durante il diluvio universale,<br />

perché utili e indispensabili<br />

all’uomo e alla sua sopravvivenza.<br />

Quello che più stupisce nella<br />

creazione è l’ordine delle cose,<br />

il legame che unisce con perfezione<br />

il regno animale, il regno<br />

vegetale, il regno minerale,<br />

cosicché se c’è un problema in<br />

uno di essi (causato dall’uomo)<br />

si crea un danno grave per gli<br />

altri due.<br />

La mia riflessione va oltre;<br />

senza nulla togliere alla grandezza<br />

degli artisti, dei poeti, dei<br />

musicisti o degli scienziati,<br />

bisogna riconoscere che la creazione<br />

è solo opera di Dio e l’uomo<br />

è solo l’esecutore di una<br />

ispirazione divina. Il creato è<br />

perfetto, le opere dell’uomo,<br />

anche se ammirevoli, belle e<br />

utili alla conoscenza,<br />

contengono in se sempre<br />

qualche imperfezione.<br />

Il figlio di Dio, “ge -<br />

nerato e non creato”,<br />

della stessa sostanza del<br />

Padre, è perfetto perché<br />

dal momento della sua<br />

incarnazione e in tutta la<br />

sua esistenza terrena ha<br />

eseguito la volontà del<br />

Padre.<br />

Ha predicato il Regno<br />

di Dio agli uomini per la<br />

loro conversione, con<br />

umiltà e amore ha guarito<br />

gli infermi, ha cacciato<br />

i demoni, ha risuscitato<br />

i morti, e poi si è arreso<br />

ai nemici e ha accettato<br />

la sua passione e la sua<br />

morte con apparente sconfitta<br />

come un uomo qualunque perché<br />

si compisse ciò che era stato<br />

profetizzato e voluto da Dio<br />

stesso.<br />

L’epilogo della sua vita, cioè<br />

la crocifissione e morte, non è<br />

una sconfitta ma un’oblazione<br />

al Padre e un sacrificio per la<br />

salvezza dell’umanità.<br />

L’immagine del Crocifisso, a<br />

cui tanti artisti si sono ispirati,<br />

che versa sangue ed acqua dal<br />

costato, purificando l’umanità<br />

dai suoi peccati, in una visione<br />

escatologica, ci comunica anche<br />

una vittoria più che una sconfitta,<br />

poiché nell’attimo della morte<br />

unisce a sé tutti gli uomini<br />

con il suo atto di amore immenso<br />

e compie un perfetto progetto<br />

divino secondo la volontà del<br />

Padre, portando l’umanità a<br />

Dio.


Missioni Nel Segno del Sangue<br />

138<br />

Dalla terra di Missione<br />

Soccorso<br />

di emergenza<br />

di Giuseppe Montenegro


Nel Segno del Sangue Missioni<br />

In missione, curando i malati,<br />

spesso capitano casi di<br />

emergenza in cui devi fare<br />

qualcosa per risolvere il problema.<br />

Un giorno mi trovavo in un<br />

villaggio della Tanzania, in un<br />

dispensario a curare i malati. Il<br />

lavoro cominciato al mattino<br />

presto si protraeva fino a sera.<br />

Non c’era elettricità e quando si<br />

fece notte usammo un lume a<br />

petrolio.<br />

C’era ancora una lunga fila<br />

di pazienti in attesa di essere<br />

visitati. Insieme a una suora,<br />

cercavamo di non perdere tempo<br />

in chiacchiere.<br />

All’improvviso sentimmo<br />

gran di urla che si avvicinavano<br />

al dispensario: un bambino di 5<br />

anni si divincolava, fermamente<br />

tenuto da tre uomini che<br />

riuscivano a domarlo con molta<br />

difficoltà.<br />

Entrarono nel dispensario e<br />

ci comunicarono che il bambino<br />

avvertiva un forte dolore in un<br />

orecchio e non sapevano di che<br />

si trattava. All’ospedale non l’avevano<br />

accolto, quindi l’avevano<br />

portato da noi.<br />

Mi preoccupai e domandai se<br />

era caduto, se perdeva del sangue,<br />

se aveva urtato contro<br />

qualcosa, se aveva ricevuto<br />

qualche bastonata. Niente di tutto<br />

questo! Visitai il bambino e<br />

mi accorsi che aveva introdotto<br />

nell’orecchio un oggetto che<br />

urtava contro il timpano.<br />

Le sue urla erano così alte<br />

che era anche difficile sentirci<br />

tra noi. Il bambino si divincolava.<br />

Chiesi di tenerlo fermo. Non<br />

avevo nessuna torcia per ispezionarlo.<br />

Avevamo soltanto un<br />

lume a petrolio che chiesi alla<br />

139<br />

suora di avvicinare il più possibile<br />

all’orecchio. Ispezionandolo<br />

con molta difficoltà, mi ac -<br />

corsi che il corpo estraneo era di<br />

forma rotonteggiante. Alla mia<br />

do man da mi risposero che forse<br />

era un insetto.<br />

Cercai di rimuoverlo con le<br />

pinzette. Ma che fare? Ogni tentativo<br />

sembrava inutile. Non era<br />

un insetto ma un oggetto che mi<br />

sfuggiva in continuazione. Gli<br />

urli del bambino diventarono<br />

assordanti perché con il movimento<br />

che facevo urtavo contro<br />

il suo timpano.<br />

Il sudore mi colava dalla<br />

fronte come una fontana. Non<br />

avevo con me nulla per aspirare<br />

l’oggetto… Nella mia impossibilità,<br />

chiesi al Signore lume per<br />

capire il da fare.<br />

Ebbi un’idea. Dovevo trovare<br />

qualcosa per agganciare questo<br />

materiale rotondeggiante<br />

che non era un insetto… Dovevo<br />

cercare qualcosa simile a un<br />

amo!<br />

Pensai cosa potesse sostituire<br />

un amo per afferrare l’oggetto.<br />

Pensando... mi si illuminò la<br />

mente. Forse potevo riuscire<br />

nell’operazione!<br />

Diedi l’ordine di tenere ben<br />

fermo il bambino, di immobiliz-<br />

zarlo perché stavo per compiere<br />

un’operazione delicatissima.<br />

Pre si un ago da una siringa.<br />

Dopo aver battuto la punta su<br />

una pietra per uncinarlo un<br />

poco, avvicinai il lume per<br />

vedere meglio. Andai vicino<br />

all’oggetto tondeggiante. Gli<br />

urli del bambino raggiunsero<br />

l’apice del suono. Finalmente<br />

riuscii ad agganciare l’oggetto<br />

tondeggiante. Lo smossi… Vidi<br />

che veniva fuori. Con molta<br />

attenzione lo trasportai lungo il<br />

canale dell’orecchio per estrarlo.<br />

L’osservai... Era un pisello<br />

che il bambino aveva introdotto<br />

per gioco nell’orecchio.<br />

Il bambino diede un sospiro<br />

di sollievo e all’improvviso tacque.<br />

I tre uomini lo lasciarono.<br />

Il piccolo mi guardò con i suoi<br />

due grandi occhi. Si sedette sul<br />

tavolo e mi abbracciò con<br />

immenso amore ed io con tenerezza<br />

gli asciugai le lacrime ed<br />

il sudore e lo baciai. Era guarito!<br />

Finimmo di curare gli ultimi<br />

malati e con gioia e soddisfazione<br />

tornammo al <strong>Centro</strong> Missionario.<br />

Dopo questa triste esperienza<br />

porteremo sempre con noi una<br />

piccola torcia per ispezionare le<br />

orecchie!<br />

Abbiamo costruito in Tanzania, Africa, il “St.<br />

Gaspar Hospital” e il “Villaggio della Speranza”<br />

per lʼaccoglienza dei bambini. Inoltre, in India,<br />

lʼOrfanotrofio “San Gaspare” e il lebbrosario.<br />

Ringraziamo di cuore tutti coloro che vogliono<br />

venirci in aiuto con la loro offerta (ccp 391003<br />

intestato a Pia Unione del Preziosissimo Sangue.<br />

Nella causale specificare “Pro Missioni”).


Attualità Nel Segno del Sangue<br />

Il produttore Bill<br />

McKay ha reso nota la<br />

sua intenzione di lavorare<br />

alla realizzazione di un<br />

nuovo film che dovrebbe<br />

essere il proseguimento di<br />

quello dal titolo: “La passione<br />

di Cristo”, realizzato<br />

da Mel Gibson; il titolo del<br />

nuovo film dovrebbe essere:<br />

“La risurrezione di Cristo”.<br />

Spiegando il progetto,<br />

il produttore dice di voler<br />

porre un’attenzione particolare<br />

al potere e alla grande<br />

ambizione di coloro che<br />

furono coinvolti nella crocifissione,<br />

da Pilato a Erode,<br />

da Caifa a Giuda, dando<br />

vita a una riflessione politica<br />

immersa in un’atmosfera<br />

simile a quella di “Il gladiatore”,<br />

cercando di restare<br />

il più possibile fedele ai<br />

racconti biblici.<br />

Senza fare ovviamente<br />

un processo all’intenzione<br />

riguardo al nuovo film<br />

sopracitato, la frase “Pensiamo<br />

che sia un’idea ad<br />

alto potenziale commerciale;<br />

il film è destinato ad un<br />

pubblico potenzialmente<br />

molto variegato che ultimamente<br />

è stato ser vito<br />

ben poco”, fa pensare che<br />

la speranza della produzio-<br />

140<br />

Conoscere per credere<br />

di Angela e Claudio Rencricca


Nel Segno del Sangue Attualità<br />

ne sia più che altro quella di<br />

rag giungere il vertice dei record<br />

di incassi.<br />

Negli ultimi anni abbiamo<br />

assistito a vari tentativi di far<br />

passare come realistiche vicende<br />

che ben poco hanno a che<br />

fare con le sacre Scritture,<br />

facendo aumentare così la confusione<br />

tra i più in materia di<br />

conoscenza sul tema della religione.<br />

Forse non sarà questo il caso,<br />

ma purtroppo viviamo in un’epoca<br />

dove il falso sembra essere<br />

sempre più presente sotto i<br />

diversi aspetti della quotidianità<br />

e noi sembriamo accettarlo con<br />

rassegnazione.<br />

Credere per l’uomo non è<br />

mai stato semplice fin dall’inizio,<br />

la fede è un cammino che<br />

gradualmente arricchisce, fatto<br />

non solo di intuizioni o percezioni,<br />

ma anche di fatti concreti<br />

che aiutano ad accrescere il<br />

nostro credere, ma se non c’è un<br />

punto di riferimento sicuro, si<br />

rischia di interpretare i fatti<br />

secondo la volontà di taluni.<br />

È importante perciò saper<br />

valutare ciò che è divulgato e<br />

proposto in tema di religione, e<br />

questo può avvenire soltanto<br />

conoscendo i fatti così come<br />

sono accaduti realmente e che<br />

solo le Scritture possono, per<br />

quanto permette la nostra capacità<br />

intuitiva, aiutarci a capire.<br />

Non è facile comprendere<br />

immediatamente, così come non<br />

lo è stato per coloro che hanno<br />

avuto parte allora alle vicende<br />

narrate nei Vangeli.<br />

Certamente oggi, con gli stu-<br />

141<br />

di di eminenti biblisti e storici,<br />

abbiamo una visione più ampia<br />

dei fatti rispetto a coloro che li<br />

hanno vissuti al tempo di Gesù.<br />

La risurrezione, l’argomento<br />

da cui prenderà il titolo il film, è<br />

il punto focale della fede cristiana.<br />

Essa è un fatto storico che<br />

pur nel mistero del fatto stesso,<br />

(infatti non ci sono testimoni<br />

che riferiscano ciò che accadde<br />

all’interno del sepolcro), ha<br />

avuto testimonianze storicamente<br />

attestate: il sepolcro trovato<br />

vuoto, le numerose apparizioni<br />

verificatesi dopo la risurrezione<br />

(cfr 1 Cor 15, 3-8), non<br />

potevano essere frutto di allucinazioni.<br />

I discepoli all’epoca, per<br />

quanto potessero aver intuito,<br />

non avevano certamente recepito<br />

completamente il messaggio<br />

e gli insegnamenti del Maestro.<br />

Pur avendo assistito agli eventi<br />

miracolosi operati da Gesù, non<br />

avevano una fede piena. Pietro,<br />

cedendo alla paura umana, arriva<br />

perfino a negare di averlo<br />

conosciuto.<br />

In un articolo pubblicato sulla<br />

rivista “30 giorni” di<br />

luglio/agosto 2000 in occasione<br />

della pubblicazione di un suo<br />

saggio “Vedere e credere”,<br />

padre Jean Galot professore<br />

emerito di Cristologia alla Pontificia<br />

Università Gregoriana,<br />

spiega come il credere di Pietro<br />

e Giovanni, che furono i primi<br />

ad accorrere al sepolcro dopo<br />

che le donne ebbero riferito dell’evento,<br />

non fu immediato, ma<br />

aveva bisogno di un suo tempo.<br />

“Correvano insieme tutti e<br />

due, ma l’altro discepolo corse<br />

più veloce di Pietro e giunse per<br />

primo al sepolcro. Chinandosi<br />

vide le bende per terra, ma non<br />

entrò. Giunse in ritardo anche<br />

Simon Pietro che lo seguiva, ed<br />

entrò nel sepolcro… Allora<br />

entrò anche l’altro discepolo<br />

che era giunto per primo al<br />

sepolcro e vide e credette. Non<br />

avevano infatti ancora compreso<br />

la Scrittura, che cioè egli<br />

doveva risuscitare dai morti”<br />

(Gv 20, 4-9).<br />

Alcuni recenti studi esegetici<br />

hanno segnalato alcune imprecisioni<br />

della traduzione del testo<br />

citato, basate su una attenta analisi<br />

grammaticale del testo originale<br />

in greco. Diversamente<br />

da come riportato nel testo, tutto<br />

era rimasto al suo posto.<br />

Anche il sudario non era stato<br />

spostato, ma era rimasto in mezzo<br />

ai teli. Si distingueva in rilievo,<br />

sotto la sindone oramai<br />

afflosciata.<br />

Dice padre Galot: “Giovanni<br />

arrivato per primo al sepolcro<br />

non entra, si ferma sulla soglia e<br />

attende che Pietro entri per primo,<br />

nonostante fosse curioso di<br />

vedere cosa c’era dentro. Pietro<br />

è colpito, quasi turbato da ciò<br />

che vede, ma rimane in una condizione<br />

di perplessità. In Giovanni,<br />

lo stupore è ancora più<br />

grande perché in lui c’è una prima,<br />

embrionale intuizione del<br />

mistero della risurrezione. Non<br />

vuol dire che la fede di Pietro<br />

sia minore di quella di Giovanni,<br />

ma indica certo una diversità<br />

di temperamento tra i due. La<br />

fede di Pietro ha, per così dire,


Attualità Nel Segno del Sangue<br />

bisogno di più tempo. A Pietro<br />

serve tempo per cogliere la realtà<br />

di ciò che vede”.<br />

La risurrezione era un avvenimento<br />

che appariva agli apostoli<br />

come cosa al di fuori della<br />

immaginazione. Furono increduli,<br />

del resto, anche alle prime<br />

apparizioni, dove Gesù dovette<br />

vincere la loro incredulità.<br />

“Perché siete sconvolti? Guardate<br />

le mie mani e i miei piedi,<br />

che sono proprio io. Toccatemi<br />

e guardate perché uno spirito<br />

non ha carne e ossa, come vedete<br />

che ho io” (Lc 24, 38).<br />

Eppure prima avevano visto<br />

risuscitare Lazzaro, la figlia di<br />

Giairo, il giovane Naim, ma si<br />

trattava di ritorno alla normale<br />

vita corporale. “… Questi fatti<br />

erano avvenimenti miracolosi,<br />

ma le persone miracolate si trovavano,<br />

per il potere di Gesù,<br />

una vita terrena ordinaria. Ad<br />

un certo momento esse sarebbero<br />

morte di nuovo. La resurrezione<br />

di Cristo è essenzialmente<br />

diversa. Nel suo corpo risuscitato<br />

Egli passa dallo stato di<br />

morte ad un’altra vita al di là<br />

del tempo e dello spazio. Il corpo<br />

di Gesù è, nella resurrezione,<br />

142<br />

colmato della potenza dello Spirito<br />

Santo; partecipa alla vita<br />

divina nello stato della sua gloria,<br />

sì che San Paolo può dire di<br />

Cristo che Egli è l’uomo celeste”<br />

(CCC, 646). Non potevano<br />

immaginare quale potesse essere<br />

il passaggio dalla vita del corpo<br />

a quella dello spirito al di<br />

fuori dello spazio e del tempo,<br />

cosa non semplice anche per<br />

noi.<br />

Solo dopo l’evento, il modo<br />

di pensare degli apostoli e la<br />

loro vita è dunque cambiata<br />

concretamente, tanto da affrontare<br />

con coraggio perfino il martirio,<br />

ulteriore motivo che attesta<br />

la storicità della risurrezione<br />

perché nessuno muore per una<br />

menzogna.<br />

La risurrezione non riguarda<br />

soltanto la persona di Gesù, essa<br />

riguarda l’intera storia umana e<br />

il destino di ogni uomo e cambia<br />

intimamente l’esistenza<br />

umana.<br />

Per quanto riguarda coloro<br />

che contribuirono alla crocifissione,<br />

possiamo dire che essi<br />

furono succubi delle passioni e<br />

delle tendenze umane. L’ambizione<br />

e la superbia fecero la loro<br />

Abbonamento annuo alla nostra Rivista<br />

Nel Segno del Sangue<br />

parte nella storia. Allora come<br />

oggi, del resto, questi sono i mali<br />

più comuni che condizionano la<br />

vita umana. Al tempo, come detto,<br />

non potevano capire, e la frase<br />

pronunciata da Gesù: “Padre<br />

perdona loro perché non sanno<br />

quello che fanno”, può essere<br />

interpretata anche sotto questo<br />

punto di vista.<br />

La nostra fede oggi ha bisogno<br />

di essere alimentata da una<br />

continua esperienza delle Scritture,<br />

avvalendoci di documenti<br />

e persone di attendibilità comprovata.<br />

La conoscenza degli<br />

argomenti che ci verranno proposti<br />

eviterà di cadere nel tranello<br />

della persuasione forzata<br />

di avvenimenti e principi contorti<br />

che nulla hanno a che vedere<br />

con la realtà dei fatti.<br />

Ci auguriamo che il film in<br />

lavorazione possa essere un’opera<br />

di grande rispetto per la<br />

verità e che contribuisca a<br />

divulgare e a far conoscere i fatti<br />

in modo reale, e magari far<br />

nascere la voglia, a chi da questo<br />

argomento è più lontano, di<br />

approfondire e capire quei fatti<br />

che hanno dato un senso all’esistenza<br />

umana.<br />

Ordinario: € 9,50<br />

Sostenitore € 15,00<br />

Estero $ 22,00<br />

c.c.p. 391003 intestato a:<br />

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Via Narni 29 - 00181 Roma<br />

Ringraziamo tutti coloro che rispondono con tanta generosità.


Nel Segno del Sangue Incontro di preghiera<br />

143<br />

INCONTRO DI PREGHIERA <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong><br />

L’elevazione dell’uomo<br />

nella condiscendenza di Dio<br />

Canto<br />

Esposizione eucaristica<br />

di Maria Damiano<br />

ANDREA SANSOVINO, INNOCENZO SPINAZZI, Battesimo di Cristo, gruppo scultoreo,<br />

Firenze Museo dell'Opera del Duomo.<br />

Introduzione<br />

In Cristo, Dio si è umiliato per attirare a sé la creatura, elevandola alla sua condizione<br />

divina, “cosicché anche noi possiamo camminare nella novità di vita” (Rm<br />

6, 4c).


Incontro di preghiera Nel Segno del Sangue<br />

144<br />

Dunque, è proprio l’opera redentiva di Cristo a operare la trasformazione della<br />

vita dell’uomo.<br />

“Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme con lui nella morte<br />

affinché, come Cristo risuscitò dai morti per la gloria del Padre, così anche noi<br />

camminiamo in novità di vita” (Rm 6, 4).<br />

E è proprio in Cristo, nella sua croce, che si adempie in modo definitivo l’evento<br />

della riconciliazione.<br />

La novità dell’uomo riconciliato consiste nel rivestirsi di Cristo: “Dovete rinnovarvi<br />

nello spirito della vostra mente, e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo la<br />

misura di Dio nella giustizia e santità della verità” (Ef 4, 23-24).<br />

RIFLESSIONE<br />

“C’è dunque un problema di trascendenza e insieme di condiscendenza: da una<br />

parte il Dio trascendente, dall’altra il Dio che condiscende attraverso la partecipazione.<br />

Si tratta però di un’antinomia solo apparente perché al fondo c’è uno stesso<br />

piano che consiste nella volontà da parte di Dio di partecipare la propria realtà<br />

di amore alla creatura umana non abbassandosi lui, ma elevando la creatura<br />

stessa” (G. Giaquinta, La santità, ed. Pro Sanctitate, Roma 1996).<br />

Partecipare della natura divina significa entrare a far parte del circolo trinitario,<br />

tramite l’opera dello Spirito Santo, come specifica Cirillo Alessandrino: “Non<br />

c’era altro modo per ottenere tale condizione che essere partecipi e prossimi dello<br />

Spirito Santo (…). Occorreva che egli abitasse nei nostri cuori per mezzo della<br />

fede” (In Joannis Evangelium, X, 2: PG 74, 433 B).<br />

Dio cerca la disponibilità dell’uomo per donarsi e immergersi totalmente nella<br />

sua esistenza riconciliata: “Se uno mi ama custodirà la mia parola, e il Padre mio<br />

lo amerà e verremo da lui e faremo una dimora presso di lui” (Gv 14, 23).<br />

Così la “vita nuova” è esperienza di mutuo amore.<br />

Il servo di Dio Guglielmo Giaquinta, nella meditazione sulla ricerca di Dio,<br />

spiega: “È qualcosa di profondo, di istintivo, questo bisogno di Dio, che poi nel<br />

cristianesimo diventa bisogno dell’esperienza di Dio (…) Possiamo quindi dire che<br />

al fondo della natura umana c’è una istintiva sete di Dio”.<br />

Dio dal canto suo ha sete di noi perché bisognoso di noi quanto noi di lui.<br />

Lo psicologo-psichiatra Alessandro Meluzzi scrive: “Credo che se oggi c’è una<br />

mistica possibile, questa è la mistica della relazione, del dialogo e dell’incontro<br />

nella libertà caotica del reale”.<br />

L’incontro con l’altro è molto importante perché il volto dell’altro apre al mistero<br />

e conduce a scoprire se stessi e a scoprire Dio.<br />

Nel capitolo 32 del libro della Genesi si narra dell’esperienza oscura di un<br />

uomo dall’identità confusa, alla ricerca di sé; egli si trova, suo malgrado, a lottare


Nel Segno del Sangue Incontro di preghiera<br />

145<br />

per tutta la notte con un essere misterioso. Da quella notte il personaggio uscirà<br />

trasformato con un nome nuovo (Israele): “Sorse il sole per lui (Giacobbe)”.<br />

Alla luce si può accedere, ma passando inevitabilmente attraverso la tenebra e<br />

il dolore, attraverso la croce.<br />

Incontro e mistero nella notte di Giacobbe: il mistero resta, ma l’incontro ha prodotto<br />

un cambiamento.<br />

VALORE PEDAGOGICO DELLA SOFFERENZA<br />

La sofferenza ha un grande valore formativo per l’uomo.<br />

Don Filippo Urso, nel suo libro: “Imparò l’obbedienza dalle cose che patì (Eb 5,<br />

8)”, così si esprime: “La sofferenza è la grande educatrice dell’umanità alla cui<br />

scuola l’uomo da sempre si è formato. Proverbiale e carica di senso e di secoli è<br />

infatti l’affermazione che “soffrendo si impara”.<br />

Gesù, incarnandosi, nella sua profonda comunione e condivisione della natura<br />

umana, ha scelto di imparare alla scuola della sofferenza: “Pur essendo Figlio,<br />

imparò dalle cose che patì l’obbedienza” (Eb 5, 8).<br />

Come Gesù anche il cristiano è chiamato a formarsi secondo questa austera<br />

pedagogia: “È per la vostra formazione che soffrite” (Eb 12, 7), perché purificato e<br />

trasformato da Dio con la sofferenza, partecipi poi della sua santità”.<br />

PREGHIERA LITANICA<br />

Celebrante: Rivolgiamo tutti insieme e con fede la nostra preghiera al Signore e<br />

diciamo:<br />

Facci comprendere, Signore, il senso della sofferenza<br />

alla luce della tua testimonianza.<br />

1 – Quando l’incontro con il fratello sofferente ci crea disagio e malessere, preghiamo:<br />

Facci comprendere, Signore, il senso della sofferenza<br />

alla luce della tua testimonianza.<br />

2 – Quando dimentichiamo l’amore universale del Padre rivolto soprattutto ai<br />

poveri, agli abbandonati, ai malati, ai prigionieri, agli esclusi, preghiamo:


Incontro di preghiera Nel Segno del Sangue<br />

146<br />

Facci comprendere, Signore, il senso della sofferenza<br />

alla luce della tua testimonianza.<br />

3 – Quando oppressi noi stessi dalla sofferenza, non riusciamo a trovare risposte<br />

adeguate ai nostri vissuti, preghiamo:<br />

Facci comprendere, Signore, il senso della sofferenza<br />

alla luce della tua testimonianza.<br />

4 – Quando non esercitiamo la compassione attraverso le opere di misericordia,<br />

preghiamo:<br />

Facci comprendere, Signore, il senso della sofferenza<br />

alla luce della tua testimonianza.<br />

Ci uniamo ora a tutta la Chiesa per offrire al Padre il dono preziosissimo del<br />

sangue di Cristo, nostra gloria, salvezza e risurrezione.<br />

Eterno Padre, noi ti offriamo con Maria, Madre del Redentore del genere<br />

umano, il sangue che Gesù sparse con amore nella passione e ogni giorno<br />

offre in sacrificio nella celebrazione dell’Eucaristia.<br />

In unione alla vittima immolata per la salvezza del mondo, ti offriamo le<br />

azioni della giornata in espiazione dei nostri peccati, per la conversione dei<br />

peccatori, per le anime sante del purgatorio e per i bisogni della santa<br />

Chiesa. E in modo particolare:<br />

Generale: Perché si ponga fine al triste e iniquo commercio di esseri umani<br />

che purtroppo coinvolge milioni di donne e bambini.<br />

Missionaria: Perché i ministri ordinati, le religiose, i religiosi e i laici impegnati<br />

nell’apostolato, sappiano infondere entusiasmo missionario alle comunità<br />

affidate alle loro cure.<br />

Celebrante:<br />

Padre, l’esperienza di Giobbe attraverso la via oscura del dolore accomuna tutti<br />

gli uomini.<br />

Aiutaci a comprendere che l’unica risposta alla realtà dolorosa della nostra condizione<br />

umana è l’amore, quello stesso che tu ci hai donato nell’incarnazione e<br />

nella croce di Cristo, tuo Figlio. Egli, che fu sensibile a ogni tipo di sofferenza, ci<br />

ottenga nelle tribolazioni il tuo sostegno e la consolazione dello Spirito Santo.<br />

Amen.


Nel Segno del Sangue Catechesi<br />

Catechesi<br />

Gruppi di preghiera – Gruppi di famiglie<br />

Èforse perché siamo di<br />

questa bella terra mediterranea<br />

e abbiamo nel<br />

sangue i tempi del nostro miglior<br />

Medioevo, quando per le strade e<br />

nei crocicchi apparivano le semplici<br />

immagini di lei, e l’umile<br />

gente si ritrovava lì davanti, a<br />

sera, sotto le stelle palpitanti, a<br />

147<br />

MARIA: LA MAMMA<br />

di don Luigi Lafavia, cpps<br />

cantar lodi alla Stella più bella,<br />

alla più bella “madonna”.<br />

È con intuito delicatamente<br />

squisito che la tradizione cristiana<br />

ha consacrato a Maria<br />

questo bel mese pieno di promesse.<br />

<strong>Maggio</strong> è il risveglio di<br />

tanti cristiani, è la primavera<br />

dell’anima che dal rapporto<br />

Particolare del quadro di Maria SS.<br />

Consolatrice<br />

Casa Madre SMC, Milano<br />

A parlar di lei vien voglia<br />

di cantare. È forse questo<br />

bel maggio con i suoi dolci<br />

colori diffusi nei tramonti<br />

del cielo e sui petali dei<br />

fiori della terra; con la sua<br />

natura nuova che canta alla<br />

gioia del creato dalle prode<br />

dei campi ai verdi germogli<br />

dell’albero.<br />

fiducioso con la Mamma - che<br />

rivela particolarmente al mondo<br />

la sua Maternità e la sua privilegiata<br />

posizione di Mediatrice tra<br />

Dio e gli uomini - rafforza i<br />

principi della sua vita cristiana.<br />

Noi sentiamo la devozione<br />

alla Madonna per un istinto della<br />

Grazia.


Catechesi Nel Segno del Sangue<br />

Chi non ha rapporti filiali<br />

con Lei non è cristiano.<br />

Peraltro pochi inseriscono la<br />

propria vita spirituale nella realtà<br />

operante della meditazione di<br />

Maria, per cui ignota o quasi<br />

rimane per molti la teologia<br />

mariana e l’influenza che la<br />

Madonna esercita sulla vita del<br />

cristiano.<br />

Racchiusa in sintesi teologica,<br />

tutta la grandezza di Maria<br />

sta nella sua particolare posizione<br />

nel piano divino della Redenzione:<br />

Maria madre di Gesù e<br />

collaboratrice personale all’opera<br />

redentiva del Figlio, quindi<br />

madre nostra.<br />

È da questa sua realtà che<br />

derivano i doni di grazia che ne<br />

han fatta la creatura più alta<br />

uscita dal cuore di Dio.<br />

Quel Gesù, che nella natura<br />

divina ha per Padre Dio onnipotente,<br />

deve la sua carne immacolata<br />

e il suo sangue prezioso<br />

di Redentore all’umile giovinetta<br />

figlia di Gioacchino e di<br />

Anna.<br />

Il Fiat di Maria crea la luce<br />

del mondo nuovo.<br />

Nella fredda notte di Natale,<br />

ella dona al mondo il piccolo<br />

Gesù intessuto nell’arcano mi -<br />

stero che sta al di fuori di ogni<br />

legge biologica.<br />

Gesù è un frutto divino fiorito<br />

in un connubio celeste.<br />

È un bimbo come gli altri,<br />

conoscerà il dolore e la povertà,<br />

la gioia e la fatica, ma è ben<br />

diverso da tutti perché egli è il<br />

Verbo fatto carne.<br />

148<br />

La funzione materna di Ma -<br />

ria non si è esaurita alla vita terrena<br />

di Gesù. Come ha donato<br />

al mondo il Capo del Corpo<br />

mistico, ora forma e dona al<br />

mondo le sue membra che siamo<br />

noi. Ella è Madre in senso<br />

integrale, che comporta la generazione<br />

del capo e delle membra<br />

dell’unico corpo, e che esige la<br />

rigenerazione soprannaturale<br />

dell’umanità e quindi la partecipazione<br />

della Madre all’opera<br />

redentrice di Cristo che ridona<br />

all’uomo la vita divina.<br />

Cosicché Colei che nell’estasi<br />

di Nazareth era divenuta la<br />

Madre di Dio, accettava di essere<br />

Madre nostra nello spasimo<br />

del Golgota.<br />

Ai piedi della Croce, come a<br />

raccogliere il sangue e accostare<br />

tutte le anime a Gesù morente,<br />

c’era Maria, la Mamma del Crocifisso,<br />

e la Mamma di tutti noi.<br />

Fummo presenti sul Calvario<br />

come accolti sotto l’ala della<br />

maternità dolcissima e affettuosa<br />

di lei.<br />

È bello pensarla così: Maria,<br />

proprio in tutto, Mamma nostra.<br />

La soavità e la dolcezza di<br />

questa immagine accosta tanto<br />

il nostro cuore al Cuore tenerissimo<br />

di lei.<br />

Siamo forse troppo abituati a<br />

vederla nelle altezze delle speculazioni<br />

teologiche o sulla lirica<br />

alata dei poeti, nella veste<br />

immaginosa dei predicatori o<br />

sotto i veli dorati degli artisti,<br />

cosicché abbiamo smarrito quasi<br />

la visione reale di lei nella sua<br />

vita quotidiana di mamma, che<br />

ce la fa sentire tanto più vicina.<br />

Maria, la mamma, non era<br />

questa. È quella che fu nella<br />

cruda realtà della faticosa vita<br />

d’ogni giorno, nel ritmo nascosto<br />

di ansie e preoccupazioni di<br />

una famiglia povera.<br />

Dobbiamo rifarci l’anima<br />

bambina e rivederla così come<br />

quotidianamente abbiamo vissuto,<br />

ora per ora la nostra mamma:<br />

una donna semplice e buona,<br />

senza pretese, una donna di<br />

casa, che ammassa farina nella<br />

madia, attizza fuoco sul mattino<br />

a buon’ora, attinge acqua alla<br />

fontana del borgo e accudisce<br />

alle semplici cose del marito e<br />

del figlio.<br />

La dolce Massaia di Nazareth.<br />

È bello rivederla così!<br />

Rivederla così sempre, anche<br />

più in là della dolce intimità della<br />

casa di Nazareth, per la via<br />

del dolore del Figlio, e sentircela<br />

sempre accanto anche al<br />

nostro dolore, in tutto e per tutto<br />

simile al nostro dolore.<br />

E con lei accanto la pena si fa<br />

ala, perché c’è la Mamma.<br />

Perché noi non abbiamo ciò<br />

che lei ha. E abbiamo bisogno<br />

di ciò che lei possiede: Gesù, la<br />

grazia, il perdono.<br />

Che possiamo realizzare nel<br />

Cristo suo Figlio tutta la nostra<br />

esistenza, e incarnare nella vita<br />

Gesù come lei l’ha incarnato nel<br />

suo stesso sangue, per darlo al<br />

mondo come il supremo dono<br />

del Cielo aperto dall’amore di<br />

Dio.


Nel Segno del Sangue Attualità<br />

Sin dalle origini l’uomo ha<br />

avuto con la terra un<br />

legame di interdipendenza.<br />

Essa ha provveduto a garantire<br />

la sua sopravvivenza, e<br />

l’uomo a volte si è adattato alle<br />

sue condizioni, altre volte ha<br />

agito adattando la natura alle<br />

proprie esigenze. Anticamente<br />

gli uomini nutrivano verso la<br />

terra un ossequioso rispetto. Le<br />

società primitive la veneravano<br />

come Dea Madre e, considerandola<br />

fonte di vita per tutti gli<br />

esseri viventi, celebravano riti<br />

in suo onore per assicurarsene i<br />

frutti e la benevolenza.<br />

Dio ha posto l’uomo al vertice<br />

della creazione nel paradiso<br />

terrestre, destinato a dominare<br />

su tutte le altre creature in una<br />

perfetta armonia fino a quando<br />

il peccato non ha rotto questo<br />

equilibrio.<br />

L’uomo di oggi, accecato<br />

149<br />

dall’avidità, ha posto al centro<br />

della sua vita il denaro e il potere,<br />

abbandonando quel rapporto<br />

di rispetto e amore verso la terra,<br />

si è impossessato della natura<br />

usandola secondo i propri criteri,<br />

senza pensare che essa è un<br />

dono avuto in prestito da restituire<br />

alle future generazioni, che<br />

rappresentano l’estensione della<br />

sua stessa vita.<br />

Con questo atteggiamento<br />

irresponsabile, in questi ultimi<br />

decenni ha provocato l’estinzione<br />

di molte specie animali e ne<br />

ha messo a rischio tante altre,<br />

appropriandosi del loro habitat.<br />

La biosfera è seriamente<br />

minacciata, l’agricoltura industriale<br />

ha sviluppato forme<br />

intensive che tendono a sfruttare<br />

la terra fino all’ultima risorsa,<br />

intossicandola con l’uso degli<br />

anticrittogamici per mettere in<br />

commercio frutti senza imperfe-<br />

... Sempre<br />

meno gaia!<br />

di Anna Calabrese<br />

zioni, ma anche senza il profumo<br />

e il sapore di un tempo in<br />

cui tutto cresceva seguendo il<br />

ritmo naturale delle stagioni.<br />

L’incremento della popolazione,<br />

l’uso crescente di una<br />

maggiore quantità di energie,<br />

l’aumento dei rifiuti di ogni<br />

genere, intossicano giorno dopo<br />

giorno la vita della terra e sulla<br />

terra.<br />

L’effetto serra, le alluvioni e<br />

tutti i disastri geologici accaduti<br />

negli ultimi decenni, sono il grido<br />

di dolore che la terra emana<br />

per farci capire che non ce la fa<br />

più a tollerare i nostri comportamenti<br />

irresponsabili.<br />

Il futuro del pianeta è nelle<br />

mani dell’uomo di oggi, ciò che<br />

accadrà in futuro è la conseguenza<br />

delle decisioni che egli<br />

sarà in grado di prendere nell’immediato.<br />

Fino ad oggi è<br />

riuscito a distruggere tanto di


Attualità Nel Segno del Sangue<br />

ciò che la natura ha costruito in<br />

miliardi di anni.<br />

Con la sua attività è intervenuto<br />

in modo diretto e indiretto<br />

sui cicli della natura, provocando<br />

eventi negativi le cui conseguenze,<br />

spesso, ricadono sulle<br />

popolazioni povere e lontane da<br />

quelle che ne sono la causa.<br />

L’uomo ha distrutto ambienti<br />

naturali fondamentali per l’equilibrio<br />

della terra; basti pensare<br />

alla deforestazione e alla<br />

continua sottrazione di suolo<br />

agricolo per costruire nuove<br />

strade o centri commerciali, che<br />

ormai rappresentano i nuovi<br />

punti di incontro per giovani e<br />

famiglie, circostanza non sempre<br />

positiva in quanto fa si che<br />

aumenti ancor più la distanza<br />

che lo separa dalla natura.<br />

150<br />

L’edilizia favorisce la costruzione<br />

di nuove abitazioni attorno<br />

a tali centri commerciali; i<br />

centri storici, specialmente nei<br />

paesi, vengono abbandonati e<br />

lasciati alla loro lenta distruzione.<br />

Si perdono così, oltre alle<br />

preziose risorse naturali, anche<br />

identità di popoli, secoli di storia<br />

e di cultura.<br />

Abbiamo ricevuto un bene<br />

naturale e culturale dal valore<br />

inestimabile che continuiamo a<br />

saccheggiare avanzando false<br />

questioni economiche, politiche<br />

e sociali; nonostante le reazioni<br />

violente della natura, immersi<br />

come siamo negli ingranaggi di<br />

questa società che ci vuole tutti<br />

alienati, non riusciamo più ad<br />

apprezzarne il valore.<br />

Per ritrovare l’armonia iniziale,<br />

è necessario riscoprire la<br />

semplicità in tutte le sue forme,<br />

al fine di poter guardare la realtà<br />

senza pregiudizi e inutili<br />

complicazioni, recuperare quell’atteggiamento<br />

reverenziale col<br />

quale S. Francesco d’Assisi si<br />

rivolgeva a tutte le creature,<br />

riflesso della grandezza di Dio.<br />

Il suo “Cantico delle creature”,<br />

è un inno di lode e di ringraziamento<br />

a Dio, il cui contenuto,<br />

attualissimo sebbene siano trascorsi<br />

otto secoli dalla sua composizione,<br />

mette in evidenza<br />

quel rapporto di rispetto e fratellanza<br />

verso tutte le creature dell’universo,<br />

legate tra loro da un<br />

imprescindibile amore universale.<br />

Oggi tutte le associazioni che<br />

si occupano di ecologia non possono<br />

fare a meno di farne riferimento.<br />

Tutto l’universo scaturisce<br />

da un gesto d’amore di Dio.<br />

L’evoluzione non è solo una conseguenza,<br />

un fatto accidentale,<br />

ma è anche la realizzazione della<br />

perfezione voluta da Dio attraverso<br />

la quale egli cerca di<br />

richiamare la nostra attenzione<br />

per stupirci continuamente e<br />

manifestarci il suo amore. Se<br />

Dio si stancasse di amarci interromperebbe<br />

questo flusso di<br />

amore creativo e tutto tornerebbe<br />

nel caos. Non si stancherà mai di<br />

meravigliarci, ma l’uomo, che<br />

perde il contatto con se stesso e<br />

con la Madre Terra, rischia di<br />

distruggere in pochi decenni ciò<br />

che lui va costruendo da miliardi<br />

di anni. Di quanto sia importante<br />

il legame con la nostra Madre<br />

Terra anche l’Eucarestia ne è<br />

simbolo: il Signore, per restare<br />

in mezzo a noi, ha scelto di<br />

nascondersi nel pane e nel vino:<br />

i frutti che per eccellenza rappresentano<br />

la sacralità della terra.<br />

L’uomo è chiamato a collaborare<br />

con Dio nella conservazione<br />

di questo bene inestimabile.<br />

Egli stesso infatti viene dalla<br />

terra e le sue origini sono esplicitamente<br />

espresse nella Bibbia<br />

in Gen 2, 7, dove è scritto che:<br />

“Il Signore Dio plasmò l’uomo<br />

con la polvere del suolo e soffiò<br />

nelle sue narici un alito di vita e<br />

l’uomo divenne un essere<br />

vivente”.


Nel Segno del Sangue Notizie<br />

MICHELE COLAGIOVANNI –<br />

Una Casa per Partire –<br />

La Casa di Santa Maria De<br />

Mattias a Vallecorsa,<br />

Editrice Stilgraf, Cesena<br />

2009. ISBN 88-96240-33-5<br />

Il volume, nonostante la<br />

piccola mole, è molto articolato.<br />

Se non si fa bene attenzione<br />

si rischia di perdere la<br />

logica con la quale è strutturato.<br />

Il lettore si smarrirebbe<br />

tra le sue 112 pagine riccamente<br />

illustrate, racchiuse da<br />

una copertina molto fascinosa,<br />

suddivise in sette capitoli.<br />

Una densa presentazione,<br />

dovuta a Irene Mirabella,<br />

principale collaboratrice dell’autore<br />

nel raccogliere e<br />

inventariare il Mu seo-Archivio<br />

di cui dirò, evidenzia<br />

bene già nel titolo del suo<br />

brano, Il Pensatoio, l’essenza<br />

della nuova pubblicazione<br />

di don Michele Colagiovanni<br />

e questi, a sua volta, lo esprime<br />

nel titolo del volume:<br />

intende fare in modo che la<br />

Casa di Maria De Mattias a<br />

Vallecorsa continui a svolgere<br />

il ruolo che ebbe nei confronti<br />

della Santa. Le mura di<br />

questa Casa furono il grembo<br />

dal quale Maria partì trasformata<br />

e adeguata all’impresa<br />

che an dava a compiere. La<br />

maturazione di Maria De<br />

Mattias avvenne tutta dentro<br />

151<br />

Notizie<br />

le stanze di questa Casa, specialmente<br />

dentro la sua stanzetta,<br />

conservata integra:<br />

dun que questa fu per lei la<br />

Casa per partire!<br />

Efficace la sintesi con la<br />

quale il Colagiovanni, nel I<br />

capitolo, riassume la mentalità<br />

di oggi e di sempre, con<br />

il rovesciamento del Primo<br />

Comandamento: “Io sono il<br />

Signore Dio Mio, non avrò<br />

altro Dio all’infuori di Me”.<br />

Fu la mentalità di Adamo e<br />

Eva: essere Dio di se stessi.<br />

Nel II capitolo, iniziale in<br />

un certo senso, l’autore spiega<br />

la funzione della Casa e<br />

del libro che vuole indicarne<br />

la funzione: una guida per<br />

chi guida. Vuol dire, penso,<br />

che chi legge deve essere in<br />

grado di diventare un interprete<br />

saggio della storia<br />

umana, della dimora su questa<br />

terra, a beneficio di chi si<br />

smarrisce nel semplice episodio<br />

e non vede la concatenazione<br />

dei fatti, o addirittura<br />

si appassiona al gossip. Il<br />

bene è una catena che incrementa<br />

il bene e il male, parimenti,<br />

una catena che incrementa<br />

il male. Maria De<br />

Mattias, che fu una grande<br />

guida morale, nella propria<br />

Casa continua ad attestare<br />

tale realtà a favore del bene.<br />

Da prima ancora della Sala<br />

delle Stampe, di cui dirò,<br />

ospita un <strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> a lei<br />

dedicato, che pubblica una<br />

rivista; accoglie un archivio/museo<br />

dedicato a Licinio<br />

Refice, ampiamente illustrato<br />

nel volume Una Stanza<br />

per Refice, di 160 pagine,<br />

edizioni Stilgraf, 2006, già<br />

esaurito ma disponibile nel<br />

sito www.liciniorefice.it<br />

Licinio Refice (1883-<br />

1954) è il noto autore di<br />

musica sacra e di opere liriche<br />

a soggetto sacro, che<br />

scrisse tra l’altro una messa<br />

per la beatificazione di Maria<br />

De Mattias. In realtà coabitano<br />

con lui numerose personalità<br />

di spicco della vita culturale<br />

e sociale, specialmente<br />

del Basso Lazio, ma non


Notizie Nel Segno del Sangue<br />

solo. Sono: Eraldo Simoni di<br />

Patrica, che fu speciale collaboratore<br />

di Refice; due suoi<br />

fratelli, don Federico e don<br />

Icilio (eressero la monumentale<br />

Croce su Monte Cacume);<br />

un loro cugino, il generale<br />

Simone Simoni, bel personaggio,<br />

eroe e martire alle<br />

Fosse Ardeatine; il poeta<br />

Libero de Libero; la delicata<br />

poetessa Maria Antonietta<br />

De Carolis, Mattonetta, morta<br />

per la rappresaglia tedesca<br />

a Capua durante l’ultima<br />

Guerra Mondiale, una esemplare<br />

madre di famiglia,<br />

Anna Maria Dettori…<br />

Della Casa il Colagiovanni,<br />

nel III capitolo, distingue<br />

l’area sacra, cioè la parte che<br />

è direttamente legata alla vita<br />

della Santa, da quella che è<br />

stata adibita a svariati usi e<br />

iniziative ed ora in minima<br />

parte ad impieghi stabili di<br />

promozione culturale, come<br />

quelli di cui si occupa questo<br />

volume. Don Michele recupera<br />

perfino l’atto di acquisto<br />

(mediante permuta) dei<br />

De Mattias in tempo di Impero<br />

Napoleonico e la minuziosa<br />

descrizione da parte dell’ingegnere<br />

del tempo, con il<br />

corrispondente valore delle<br />

parti e del tutto. Lo fa in conclusione,<br />

nel capitolo VII,<br />

quasi come una appendice.<br />

Anche così dimostra che è la<br />

Casa la protagonista del li -<br />

bro, ma grazie al suo essere<br />

la Casa della Santa. La Casa<br />

152<br />

nella quale si può acquistare<br />

il senso della Storia della<br />

Salvezza (capitolo IV).<br />

I significati del titolo sono<br />

evidenti e imperniati sulla<br />

doppia interpretazione del<br />

verbo “partire”.<br />

In senso storico: è la Casa<br />

da cui, 175 anni fa, la Santa<br />

partì per la missione di fondare<br />

le Adoratrici del Preziosissimo<br />

Sangue (oggi Adoratrici<br />

del Sangue di Cristo) in<br />

Acuto. Presa così, l’edizione<br />

assume una puntualità esemplare,<br />

quasi un libro d’occasione,<br />

commemorativo. [Si<br />

sono svolte, infatti, le celebrazioni<br />

per ricordare l’evento<br />

che avvenne il 4 febbraio<br />

1834 e sono consistite in un<br />

pellegrinaggio di reliquie<br />

insigni da Vallecorsa ad Acu-<br />

to. A tale pellegrinaggio si<br />

riferisce la fotocronaca che<br />

accompagna questo articolo].<br />

In senso morale: è la Casa<br />

del cammino interiore, che<br />

rende possibile e degno quello<br />

esteriore. Si deve infatti<br />

sapere che questa non è la<br />

casa natale della Santa, ma<br />

può fregiarsi di tale titolo<br />

per ché tra le sue pareti ella<br />

nac que alla santità e concepì<br />

l’idea della fondazione di un<br />

istituto. Questo fu il Pensatoio<br />

che consentì a Maria di<br />

ma turare il progetto, proteggerlo<br />

per lunghi anni e metterlo<br />

alla luce quando fu idoneo<br />

a affrontare il mondo.<br />

In che modo don Michele,<br />

con il suo libro, cerca di ottenere<br />

questo stesso risultato a<br />

beneficio del visitatore della<br />

Qui sopra: lʼurna con le reliquie della Santa.<br />

Nelle due pagine seguenti, il particolare dellʼurna,<br />

il suo arrivo a Vallecorsa e lʼesuberanza dei giovani.


Nel Segno del Sangue Notizie<br />

Casa? Ha allestito all’interno<br />

di essa una Sala delle Stampe<br />

(che è materia dell’intero<br />

capitolo V), nella quale l’ospite<br />

è invitato a percorrere<br />

un cammino di riflessione<br />

con l’ausilio di documenti<br />

dell’epoca, i quali mostrano<br />

come la Storia dell’Uomo<br />

non è altro che una ripetizione<br />

di errori sempre uguali.<br />

La constatazione avrebbe<br />

avvezzato qualunque altro<br />

animale privo di intelligenza<br />

a non ripeterli più, grazie al<br />

famoso riflesso condizionato<br />

di Ivan Pavlov. Gli esseri<br />

umani, invece, non fanno che<br />

incaponirsi a replicarli da<br />

migliaia di anni, sempre nella<br />

presunzione che sia la volta<br />

buona. Ma è il solito fallimento<br />

che non ammaestra<br />

nessuno.<br />

Prima di entrare nella Sala<br />

delle Stampe siamo invitati,<br />

me diante una<br />

153<br />

grande stampa di Gustav<br />

Doré, a prendere coscienza<br />

che il personale cammino<br />

che ci attende si inserisce<br />

nella fondamentale lotta tra<br />

bene e male, richiamata dalla<br />

lotta tra gli Angeli fedeli e<br />

quelli ribelli, tra l’Arcangelo<br />

Michele (il cui nome indica il<br />

primato di Dio, che dà senso<br />

all’uomo) e Lucifero (il cui<br />

nome indica il principio del<br />

male perché illude sulla possibilità<br />

che l’uo mo possa dar<br />

significato a se stesso).<br />

Ora può iniziare il<br />

percorso. Nella<br />

cornice è effigiato il visitatore<br />

stesso. Si chiederà qualcuno;<br />

“Come è possibile che<br />

nel quadro si trovi effigiato<br />

ogni visitatore?”. È possibile<br />

perché, trattandosi di uno<br />

specchio, mostra chi vi si po -<br />

ne davanti. La riflessione<br />

proposta è: «Il primo quadro<br />

ti presenta a te stesso. Ti<br />

accade più volte al giorno,<br />

magari mentre guardi una<br />

vetrina cercando qualcosa;<br />

op pure di proposito per<br />

migliorare il tuo aspetto.<br />

Questa volta è speciale, perché<br />

lo fai per migliorare dentro.<br />

Incorniciato alla parete,<br />

come un protagonista, perché<br />

lo sei, eccoti! […]. Protagonista<br />

vuol dire attore principale.<br />

Hai davanti a te l’interprete<br />

e la posta in gioco. La<br />

trama è da scrivere di giorno<br />

in giorno».<br />

L’avvio è davvero intrigante.<br />

L’interrogativo si in -<br />

serisce nel soliloquio del pel-<br />

LA RIPARTENZA DI MARIA DE MATTIAS<br />

Domenica 20 febbraio Maria De Mattias è tornata<br />

a casa, a Vallecorsa, grazie a una preregrinatio di<br />

sue reliquie insigni. È tornata per ripartire. Accolta<br />

dalla cittadinanza, lei Donna di Chiesa, ha compiuto<br />

soste nelle chiese locali. Durante i giorni 21 e<br />

22 il missionario don Bartolo Calderone e la Comunità<br />

dell’Accoglienza di Albano, che egli dirige, composta<br />

di giovani orientati al sacerdozio, hanno incontrato le<br />

realtà locali, con risultati molto incoraggianti. La peregrinatio<br />

è proseguita poi per Frosinone e Ferentino, dove erano a attendere<br />

le spoglie della Santa i suoi parenti per via materna. Da Ferentino, dal cui<br />

vescovo ebbe il mandato per Acuto, si è portata a Anagni e quindi a Acuto il 1° marzo, dove è rimasta fino al giorno<br />

8, accolta dalle massime autorità e dal vescovo, lei che era stata da un suo predecessore, in sesno ironico:<br />

“La Vescovessa di Acuto”.


Notizie Nel Segno del Sangue<br />

154<br />

NEL Il grande tuffo nell’immenso<br />

Gesù asserisce che il Patto, che genera la<br />

Chiesa, è definitivo. Perché lo si deve rinnovare<br />

così spesso?<br />

Perché lo ha detto lui. “Ogni volta che fate<br />

questo fatelo in memoria di me…”. Non ha<br />

posto nessun limite alla frequenza. L’importante<br />

è che sia ciò che fece quella volta per sempre.<br />

E quella volta fu NEL suo Sangue. Dunque<br />

ogni volta deve essere così.<br />

Che cosa significa NEL Sangue di Cristo?<br />

È giusto enfatizzare la preposizione, come<br />

si è fatto in questa domanda. La storia del lemma<br />

spiega che il senso proprio è “dentro il”,<br />

esattamente come NELLA significa “dentro la”.<br />

Esprime la congiunzione tra un concetto e l’esserci<br />

dentro.<br />

Dentro il Sangue di Cristo dunque?<br />

Si. Ma per capire bene può giovare un’altra espressione della vita cristiana<br />

molto praticata: la formula del segno della Croce. Diciamo, compiendo<br />

il gesto: “NEL nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. La<br />

frase è in apparenza sgrammaticata, un anacoluto, perché verrebbe da<br />

chiedersi: “Che cosa?”. Se io dico a un uditorio,: “Nel giardino”. E poi non<br />

dico altro. Coloro che ascoltano restano perplessi, in attesa di poter completare<br />

il senso delle mie parole.<br />

Perché si tollerano questi errori, cioè questi anacoluti?<br />

Perché a volte essi potenziano il messaggio più che se questo fosse<br />

espresso da un predicato. Se io dicessi: “Nel giardino passeggio” – il<br />

senso sarebbe compiuto e tutti i miei ascoltatori saprebbero che nel giardino,<br />

dove si possono fare tante cose, io passeggio. Se invece non dico<br />

che cosa faccio in giardino e lascio in sospeso la frase, la mente è autorizzata<br />

a espandersi senza limiti nelle possibilità svariate di concludere<br />

quel messaggio. Nel giardino le possibilità non sono inesauribili: leggere,<br />

coltivare le piante, potare gli alberi, ascoltare il canto degli uccelli... E più<br />

l’elenco si allunga più diventa difficile aggiungere un’altra possibilità. Alla<br />

fine ci si arrende. Il giardino, entità attraente, dimostra i suoi limiti.<br />

Che cosa dicono dunque le parole del segno della croce?<br />

Il cristiano, che con il gesto segna i quattro punti cardinali su se stesso,<br />

dice che tutta quella realtà, immanente e trascendente, egli la percepisce<br />

immersa NEL Misero Trinitario evocato dai tre nomi, manifestazione<br />

dell’unico Dio. Egli già era immerso in quel mistero, perché tutti lo siamo.<br />

Proclamarlo rende consapevoli di ciò che è in atto. Come quando<br />

tiriamo un respiro profondo, perché avvertiamo che l’aria è particolarmente<br />

frizzante e gustosa e vorremmo appropriarcene o essere da essa<br />

posseduti. Impossibile, ma intanto per un attimo, grazie a quel respiro<br />

straordinario, abbiamo riscoperto la bellezza del respiro normale che ci<br />

tiene in vita senza che ce ne accorgiamo.<br />

legrino che visita la Casa di<br />

una santa, la casa da cui partì<br />

per grandi imprese interiori<br />

e esteriori, private e pubbliche.<br />

Diventa un assillo<br />

particolarmente efficace e<br />

stimolante. Si direbbe che il<br />

pellegrinaggio che ha condotto<br />

l’ospite fin qui, cominci<br />

invece proprio qui, dentro<br />

questa Sala e grazie a questa<br />

Casa, che è dunque una Casa<br />

per partire o ripartire. Per ri -<br />

flessioni successive, lungo<br />

altre sessantatre tappe, si ar -<br />

riva alla conclusione. Che<br />

fare? Da che parte stare? Partire<br />

da questa stanza non può<br />

essere un atto spensierato. Il<br />

mondo è stato redento a caro<br />

prezzo da Cristo: con il proprio<br />

Sangue. C’è un quadro<br />

conclusivo che mostra due<br />

santi: la padrona di Casa,<br />

Maria De Mattias, e Gaspare<br />

del Bufalo, che raccolgono il<br />

Sangue di Gesù. Fu la loro


Nel Segno del Sangue Notizie<br />

spiritualità, fondamento di<br />

un mondo redento. Fare in<br />

modo che quel Sangue non<br />

risultasse sparso invano, ma<br />

che ciascuno ne traesse profitto<br />

per sé e per gli altri.<br />

L’invito a collaborare alla<br />

Redenzione, al termine del<br />

percorso, diventa perciò una<br />

scelta obbligante, una occasione<br />

da non perdere, per<br />

rendere la storia umana ciò<br />

che dovrebbe essere, maestra<br />

della vita, quindi capace di<br />

farci partire con il piede giusto<br />

nell’affrontarla e nel<br />

cambiare la Storia.<br />

Efficace la sintesi con la<br />

quale il Colagiovanni, nel I<br />

capitolo, riassumeva la mentalità<br />

di oggi e di sempre, con<br />

il rovesciamento del Primo<br />

Comandamento: “Io sono il<br />

Signore Dio Mio, non avrò<br />

altro Dio all’infuori di Me”.<br />

Altrettanto efficace la sintesi<br />

opposta che è nel capitolo VI,<br />

come a conclusione del percorso<br />

che il visitatore ha compiuto<br />

nella Sala delle Stampe,<br />

o semplicemente leggendo il<br />

libro: “Io ho bisogno di Dio”.<br />

Fu la morale testuale a cui<br />

giunse Maria De Mattias tra<br />

queste pareti, meditando sul<br />

modo di dare valore alla vita.<br />

L’epilogo avviene nel nome<br />

del Sangue di Cristo: il prezzo<br />

che è stato versato per fondare<br />

questa storia nuova e che è<br />

l’unica che consente di evitare<br />

che si continui a spargere<br />

sangue umano, in senso reale<br />

155<br />

Torniamo all’eucaristia, adesso. Che cosa significa Alleanza NEL Sangue<br />

di Cristo?<br />

Ti propongo una risposta mediante immagine. Tu sei una goccia di<br />

acqua. In essa c’è tutta la tua realtà: la tua corporeità e la tua anima, i<br />

tuoi progetti, i sogni e le delusioni. Sei la tua finitezza e al tempo stesso<br />

la tua appartenenza all’immensità dell’oceano, su cui stai sospesa, pienamente<br />

libera delle tue scelte. Decidi di tuffarti nell’Oceano, che ti invita<br />

all’Alleanza, proposta estesa a tutte le goccioline che, come te, stanno<br />

sospese in piena libertà e ugualmente ricevono lo stesso invito. Tu<br />

decidi, in piena libertà, ma consapevole della tua finitezza, di entrare nell’immensità<br />

e cadi, goccia, nell’oceano, dove incontri tutte le altre gocce<br />

e, al tempo stesso, l’Oceano in quanto tale.<br />

Ebbene?<br />

Ebbene: tu non puoi esprimere meglio la tua decisione, non puoi<br />

meglio percepire le conseguenze che derivano dall’atto che hai compiuto,<br />

se non dicendo a te stesso, come un grido che comprende e quindi<br />

esprime l’esistenza: “NELL’Oceano!”.<br />

Non c’ è un rischio di panteismo?<br />

Sì, se restiamo alla goccia d’acqua, che ho evocato solo come esempio<br />

e all’oceano, che è a sua volta una goccia d’acqua nell’universo.<br />

Immaginati, invece, una goccia di sangue. Essa è tutto il tuo sangue. Ha<br />

nutrito i tuoi progetti nel cervello, le tue energie fisiche nei muscoli, il tuo<br />

splendore nelle membra… Stai sospesa sul mistero di Dio, che è Amore,<br />

ma nessuno l’ha visto mai. Stai sospesa sul Sangue di Cristo, che è Dio<br />

e che NEL suo Sangue dà la misura dell’amore di Dio. Ti viene fatta la<br />

proposta di Alleanza. Per aderire si richiede la tua libera decisione di<br />

aderire con il tuo al Sangue di Cristo.<br />

Ebbene?<br />

Ebbene: tu, piccola goccia di sangue, non puoi esprimere meglio la<br />

tua decisione, non puoi meglio percepire le conseguenze che derivano,<br />

non puoi meglio attuare ciò a cui miri, se non dicendo a te stessa, come<br />

un grido che comprende e quindi esprime l’esistenza: “NEL SANGUE DI<br />

CRISTO”. Perdersi per ritrovarsi in una Nuova Interpretazione dell’Esistenza,<br />

dove tu resti autonoma e al tempo stesso immersa in Cristo.<br />

o metaforico, con le violenze.<br />

L’autore, da me interrogato,<br />

tiene a precisare che la<br />

sua iniziativa valorizza la<br />

Casa senza stravolgerne la<br />

sacralità, perché utilizza am -<br />

bienti non strettamente legati<br />

alla vita della Santa. Nel dirmi<br />

queste cose ha espresso la<br />

gratitudine alle Suore Adoratrici<br />

del Sangue di Cristo, per<br />

la larghezza di vedute dimostrata<br />

nel favorire una tale<br />

iniziativa.<br />

Non sono ancora mai stata<br />

nella Casa di Santa Maria De<br />

Mattias a Vallecorsa, ma<br />

que sto volume, oltre a farmi<br />

maturare il proposito di an -<br />

darvi, mi ha fatto vivere in<br />

anticipo l’emozione.<br />

Lauretta Frecentese


Notizie Nel Segno del Sangue<br />

SEDE USC -<br />

Restauro di una statua di<br />

San Francesco Saverio.<br />

Scrive di lei su in Pratica un<br />

giornalino patricano dell’agosto<br />

1987 Marisa Simoni: “Maria<br />

Giuliani nasce a Patrica [...] ma<br />

come scultrice nasce a Roma,<br />

per caso, quando già è sposata e<br />

ha figli grandi. Nella Capitale.<br />

infatti, frequentando la casa di<br />

una vicina, di nazionalità americana<br />

(la signora Geneviev<br />

Haugh, allieva della Zareschi)<br />

156<br />

scopre la passione per la scultura”.<br />

Da allora ha partecipato a<br />

molte mostre e conseguito riconoscimenti.<br />

Amica dei Missionari, è stata<br />

invitata a restaurare una statua<br />

di San Francesco Sa verio, proveniente<br />

dalla Casa di Patrica e<br />

oggi nella sede della USC di<br />

Roma. Eccola all’opera, nella<br />

foto. Come è noto il santo, di<br />

cui Gaspare del Bufalo era<br />

devotissimo, è protettore della<br />

Congregazione dei Missionari<br />

del Preziosissimo Sangue.<br />

m. c.<br />

ALBANO -<br />

Morte di don Nicola Misto<br />

Il 4 febbraio <strong>2010</strong> è morto a<br />

Albano all’età di novantaquattro<br />

anni, uno dei più prestigiosi<br />

missionari del Preziosissimo<br />

Sangue, don Nicola Misto. è<br />

morto nell’anno sacerdotale,<br />

dedicato al ricordo del Curato<br />

d’Ars con il quale non si faticherebbe<br />

a trovarte aspetti in<br />

comune.<br />

Era nato a Putignano il 7<br />

febbraio 1916 e in quella cittadina<br />

aveva conosciuto i Missionari,<br />

che dal 2 febbraio 1908 vi<br />

si erano impiantati, nella monumentale<br />

chiesa di Santa Maria la<br />

Greca, rendendola immediatamente<br />

un forte centro di vita<br />

spirituale. Molti e celebri predi-<br />

catori della stessa congregazione<br />

percorrevano la Puglia in<br />

quegli anni, da Santeramo, Bari,<br />

Modugno.<br />

Don Nicola, schivo per natura,<br />

silenzioso, sempre malaticcio,<br />

durante la lunga vita non ha<br />

ricoperto incarichi di alcun<br />

genere, non ha predicato missioni<br />

straordinarie, ma nella<br />

preghiera e nella riflessione rag<br />

giunse una straordinaria maturità,<br />

in svariati campi, soprattutto<br />

nelle cose dello spirito, da essere<br />

considerato una guida indiscussa.<br />

La direzione spirituale,<br />

perciò, e le confessioni divennero<br />

il suo costante campo di lavoro.<br />

Persone di ogni categoria<br />

hanno beneficiato dei suoi con-


Nel Segno del Sangue Notizie<br />

sigli e soprattutto della sua<br />

imperturbabile serenità e disarmante<br />

semplicità.<br />

Come direttore spirituale dei<br />

seminari di Roma e Albano ha<br />

formato schiere di Missionari<br />

del Preziosissimo Sangue.<br />

Si legge nel suo testamento:<br />

“Non ringrazierò mai abbastanza<br />

il Signore di avermi dato la<br />

vocazione sacerdotale e di avermi<br />

chiamato a realizzare la missione<br />

nell’ Istituto del Preziosissimo<br />

Sangue. Con la mia morte,<br />

intendo compiere l’ultimo atto<br />

del mio ufficio sacerdotale e<br />

concludere, con essa, il sacrificio<br />

della mia vita per amore di<br />

Gesù a gloria del Padre”.<br />

m. c.<br />

RIPA TEATINA -<br />

Feste della Madonna del<br />

Sudore<br />

Nella parrocchia dedicata a<br />

San Pietro Apostolo due volte<br />

l’anno si celebra la festa della<br />

Madonna del Sudore: il 22 marzo<br />

e il 19 settembre. Questo<br />

insolito titolo venne dato alla<br />

Vergine in un secondo tempo.<br />

Infatti nei pressi del fiume Alento<br />

vi era un tempietto dedicato a<br />

lei sotto il titolo di Santa Maria<br />

d’Alento. La tela viene attribuita<br />

al pittore Antonio Solario,<br />

detto lo Zingaro. La Madonna è<br />

rappresentata seduta in trono,<br />

con il Bambino nudo deduto<br />

157<br />

sulle sue ginocchia, mentre si<br />

protende verso san Giustino che<br />

a sua volta allarga le braccia per<br />

accoglierlo. Altri due santi nel<br />

lato opposto guardano la scena<br />

ammirati.<br />

A causa delle forti piogge nel<br />

corso del 1685 la corrente erose<br />

il suolo su cui sorgeva la chiesetta<br />

e rese pericolante l’intera<br />

struttura, che minacciava di<br />

crollare. Due coniugi devoti,<br />

Vincenzo Valente e Lucrezia<br />

Ambrosini, notato il pericolo,<br />

decisero di mettere in salvo la<br />

tela, portandola in paese e affidandola<br />

alla custodia della<br />

nobile famiglia, il cui rappresentante<br />

era don Antonio Bri-<br />

ganti. Ciò avvenne il 19 settembre<br />

di quell’anno.<br />

Questa fu la prima traslazione<br />

della venerata immagine.<br />

Circa mezzo secolo dopo, la<br />

sera del Lunedì Santo del 22<br />

marzo 1728, mentre nella chiesa<br />

parrocchiale venivano celebrate<br />

le Quarantore, una donna entrò<br />

in chiesa gridando ai presenti<br />

che nel Palazzo Briganti l’immagine<br />

di Santa Maria d’Alento<br />

emanava sudore di sangue dalla<br />

fronte. I sacerdoti e il popolo<br />

accorsero sul luogo e constatarono<br />

la veridicità del miracolo e<br />

si prostrarono davanti all’immagine<br />

miracolosa.<br />

A seguito del prodigio la tela<br />

prese il titolo di Santa Maria del<br />

Sudore e venne collocata nella<br />

chiesa parrocchiale ove la popolazione<br />

prese a festeggiarla nelle<br />

ricorrenze della traslazione in<br />

paese e della sudorazione.<br />

I Missionari del Preziosissimo<br />

Sangue predicarono una<br />

missione popolare dal 13 al 27<br />

marzo 1999 in preparazione al<br />

Grande Giubileo. Quest’anno<br />

don Alberto Rinaldi, allora<br />

direttore di quella missione,<br />

recatosi a Ripa Teatina per<br />

impartire il battesimo al piccolo<br />

Andrea Rotolone, su richiesta<br />

dei genitori, è stato invitato dal<br />

parroco don Gennaro Di Battista<br />

a presiedere la celebrazione<br />

eucaristica del 22 marzo cui ha<br />

fatto seguito la processione.


Notizie Nel Segno del Sangue<br />

Erano presenti ben sei confessori per soddisfare<br />

la richiesta dei fedeli.<br />

La festa era stata preceduta da una novena di<br />

preghiere presso la chiesa parrocchiale e in quattro<br />

contrade del Comune per favorire la partecipazione<br />

dei molti devoti. Al termine della novena,<br />

i quattro gruppi organizzati, si si recavano<br />

processionalmente al paese per intervenire alla<br />

celebrazione comunitaria.<br />

Quest’anno la festa è stata singolarmente fervorosa<br />

per la concomitanza di due eventi. Il primo<br />

ha riguardato la gratitudine per una sorta di<br />

prodigio. Una frana, abbattendo il muro di contenimento,<br />

aveva sepolto il proprietario del terreno,<br />

Ulisse Verna. Estratto vivo dal cumulo di terra e<br />

pietre, contro ogni speranza, ha voluto esprimere<br />

la sua gratitudine alla Vergine a cui ha attribuito<br />

il miracolo e pertanto ha organizzato personal-<br />

158<br />

mente una delle compagnie pellegrine. L’altro<br />

evento riguarda il sogno di un anziano signore. È<br />

parso a lui che la Madonna gli dicesse di aver<br />

cura del fratello, anche lui anziano, a letto e molto<br />

malato. Avendo riconosciuto nella visione la<br />

Madonna del Sudore, ha ritenuto di dover organizzare<br />

una “compagnia” per aderire all’invito<br />

della Vergine.<br />

Nell’omelia don Alberto, richiamati i temi della<br />

missione popolare e del Giubileo del millennio,<br />

ha collegato il titolo mariano di Ripa Teatina<br />

con il sudore di sangue di Gesù nell’Orto degli<br />

Ulivi e anche con il sudore umano che si richiedeva<br />

nelle campagne abruzzesi, al tempo dei fatti,<br />

per la sopravvivenza e con la difficoltà, nei<br />

nostri tempi di secolarizzazione, per essere<br />

coerenti con i valori della fede.<br />

m. c.<br />

Inno alla Madonna del Sudore<br />

Fu già visto in duro legno<br />

Sparger Sangue il divin Figlio,<br />

Fu quel Sangue il più bel segno<br />

Che restasse a noi quaggiù.<br />

Or la Madre del Signore,<br />

Nel mirar novo periglio,<br />

Col sanguigno suo Sudore<br />

Placa l’ira di Gesù.<br />

Benedetta sia Maria<br />

Pel sanguigno suo Sudor<br />

Benedetta sempre sia<br />

Nella gioia e nel dolor<br />

Dalla fronte di una tela<br />

Ella esprime il gran portengo,<br />

E col Sangue ci tutela<br />

Dagli abissi dell’error<br />

Essa accoglie dall’empiro<br />

Ogni prece, ogni lamento;<br />

Fin all’ultimo respiro,<br />

Ci dirige al Creator.<br />

Benedetta sia Maria<br />

Pel sanguigno suo Sudor,<br />

Bendetta sempre sia<br />

Nella gioia e nel dolor.


Nel Segno del Sangue Umorismo<br />

159<br />

Il lato comico di Comik<br />

GIANNELLI<br />

Giannelli è l’inesauribile vignettista del Corriere della Sera. La necessità di trovare la battuta<br />

quotidiana qualche volta lo induce a non guardare troppo per il sottile. Un esempio: egli vuole<br />

punzecchiare i toni da salvatore del mondo che Silvio Berlusconi assume così spesso e fin qui<br />

non solo è nel lecito, ma probabilmente nel vero. Vuole punzecchiare, in particolare, il recente<br />

comizio in Piazza San Giovanni, a Roma? Ancora una volta è nel suo diritto. Lo fa però incorrendo<br />

in uno scivolone clamoroso. Come tutti sanno, la parte superiore della facciata della basilica,<br />

cattedrale del mondo cattolico, è orlata da una serie<br />

di statue, che possono ben dirsi convitati di pietra,<br />

immancabili a tutti i ludi verbali e canori di ogni orientamento<br />

politico e morale. Guardano, ascoltano e rimangono<br />

indifferenti. Rappresentano valori immutabili, non<br />

sono interessati alle mode. Forse però la vignetta di Giannelli<br />

ha prodotto in loro un piccolo sobbalzo. Non tanto<br />

perché il disegnatore ha introdotto un estraneo tra loro,<br />

ma perché ha identificato come san Giovanni il personaggio<br />

centrale. Come si può vedere nella riproduzione,<br />

un gendarme o una guida turistica, apostrofa la statua al<br />

vertice chiamandolo: “San Giovanni!”. Eppure quel personaggio<br />

ha tanto di croce e san Giovanni morì decapitato.<br />

La statua al vertice della Cattedrale del Mondo non<br />

può che essere dedicata a Cristo Salvatore. Ogni tanto i<br />

disegnatori satirici fanno sorridere di se stessi.<br />

VESCOVI<br />

Quasi tutti i giornali sono convinti che l’intervento dei<br />

vescovi sull’aborto sia controproducente per i candidati antiabortisti, essendo la società italiana<br />

ormai secolarizzata. Dovrebbero essere contenti, visto che quei giornali sono strumento e portavoce<br />

della secolarizzazione. I vescovi darebbero loro una mano. E invece emettono alti<br />

lamenti per l’intervento. Due le ipotesi: o sono cattolici in incognito, segretamente antiabortisti,<br />

o hanno ormai acquisito un tic, come le galline: prima di guardare se vi sia un vermicello da<br />

beccare ruspano con le zampe perfino su una spianata di cemento armato, dove non c’è nulla<br />

da scavare e se non c’e beccano lo stesso.<br />

DA QUALE PULPITO…<br />

Così Liberazione intitola a tutta pagina, volendo dire che la Chiesa non ha titolo per predicare<br />

contro il malcostume e i crimini… È vero, l’immagine della Chiesa è offuscata da troppi casi di<br />

comportamenti orribili, dei quali ci sarebbe da vergognarsi anche per uno solo; ma davvero viene<br />

spontaneo replicare con lo stesso titolo al giornale che ha alle spalle storie di crimini orrendi,<br />

non solo perpetrati nel silenzio assoluto dei molti che sapevano, ma tra inni e cantici a colui<br />

che era il massimo responsabile di turno. E verrebbe voglia di replicare allo stesso modo a quasi<br />

tutti gli altri giornali e canali televisivi, che in modo meno rozzo lanciano lo stesso messaggio.<br />

Da quale pulpito viene la predica! Quotidianamente fanno violenza a minorenni e maggiorenni,<br />

come fossero il delta di una cloaca massima di redditizio lerciume. E senza ombra di<br />

rammarico, senza un segno di ravvedimento, senza sentire il bisogno di chiedere scusa, tanto<br />

meno quello di risarcire il danno in qualche modo.


4000 MESSE PERPETUE<br />

I Missionari del Preziosissimo Sangue, per facilitare la<br />

comunione di preghiera tra vivi e defunti, hanno istituito<br />

da oltre un secolo l’Opera delle 4000 Messe Perpetue.<br />

Ogni anno vengono celebrate 4000 Messe<br />

per tutti gli iscritti, vivi o defunti.<br />

Per associarsi, o per iscrivere i propri cari,<br />

basta versare l’offerta di una Messa, una volta per sempre.<br />

Si rimane iscritti in perpetuo.Viene rilasciata una pagellina<br />

con il nome della persona iscritta.<br />

PIA UNIONE DEL PREZIOSISSIMO SANGUE - VIA NARNI, 29 - 00181 ROMA<br />

Tel. e fax: 06/78.87.037 - c.c.p 391003 - e-mail: piaunione@gmail.com

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