Maggio 2010 - Centro Studi Sanguis Christi
Maggio 2010 - Centro Studi Sanguis Christi
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Via Narni, 29 - 00181 Roma - Mensile di informazione - Anno LIX - N° 5 - <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong> -<br />
Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale<br />
D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB - Roma - Una copia € 1,00
NEL SEGNO<br />
DEL SANGUE<br />
Mensile della Unione <strong>Sanguis</strong> <strong>Christi</strong><br />
dei Missionari<br />
del Preziosissimo Sangue<br />
Anno LIX - N°5<br />
<strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong><br />
Direttore Responsabile<br />
Michele Colagiovanni, cpps<br />
Stampa e fotocomposizione<br />
Stab. Tipolit. Ugo Quintily S.p.A.<br />
Viale Enrico Ortolani, 149/151<br />
00125 Zona Industriale di Acilia - Roma<br />
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Iscriz. Registro Naz. della Stampa<br />
(Legge 8-8-1981, n. 416, Art. 11)<br />
al n. 2704, vol. 28, foglio 25,<br />
in data 27-11-1989<br />
Finito di stampare<br />
nel mese di Aprile <strong>2010</strong><br />
Questa rivista è iscritta<br />
all’Associazione<br />
Stampa Periodica Italiana<br />
SOMMARIO<br />
EDITORIALE<br />
Quello che vi dicono fatelo... di Michele Colagiovanni 131<br />
SPIRITUALITÀ<br />
Il giglio del campo di Giulia M. 133<br />
ATTUALITÀ<br />
Creazione e arte di Italia Accordino 135<br />
Conoscere per credere di Angela e Claudio Rencricca 140<br />
... Sempre meno gaia di Anna Calabrese 149<br />
MISSIONI<br />
Soccorso di emergenza di Giuseppe Montenegro 138<br />
INCONTRO DI PREGHIERA<br />
L’elevazione dell’uomo nella condiscendenza di Dio di Maria Damiano 143<br />
CATECHESI GRUPPI DI PREGHIERA - GRUPPI DI FAMIGLIE<br />
Maria: la Mamma di Luigi Lafavia, cpps 147<br />
NOTIZIE<br />
Michele Colagiovanni - Una casa per partire - La casa di<br />
Santa Maria De Mattias a Vallecorsa di Lauretta Frecentese 151<br />
SEDE USC<br />
- Restauro di una statua di San Francesco Saverio di m. c. 156<br />
ALBANO<br />
- Morte di don Nicola Misto di m. c. 156<br />
RIPA TEATINA<br />
- Festa della Madonna del Sudore di m. c. 157<br />
UMORISMO<br />
Il lato comico di Comik 159<br />
UNIONE SANGUIS CHRISTI<br />
Direttore<br />
Michele Colagiovanni, cpps<br />
Redattori<br />
Claudio Amici, Anna Calabrese,<br />
Maria Damiano, Gabriella Dumo,<br />
Aldo Gnignera, Stefania Iovine,<br />
Giovanni Lucii, Anna Maria Mascitelli,<br />
Vincenzo Mauro, Noemi Proietti,<br />
Angela Rencricca, Emanuela Sabellico,<br />
Mauro Silvestri, Carla Taddei.<br />
Grafica: Elena Castiglione<br />
Foto: Archivio USC<br />
CENTRO STUDI SANGUIS CHRISTI<br />
Direttore<br />
Tullio Veglianti, cpps
Nel Segno del Sangue Editoriale<br />
Quello che vi dicono fatelo...<br />
di Michele Colagiovanni<br />
Per anni la Chiesa ha<br />
goduto di un trattamento<br />
di favore da parte delle<br />
istituzioni e lo scudo protettivo<br />
ha ingenerato la convinzione di<br />
dovuta immunità che, oltre a<br />
essere ingiusto privilegio, in -<br />
duce a un’altra stortura chi vi si<br />
è abituato: interpretare con fa -<br />
cilità l’applicazione della normale<br />
prassi come l’opposto<br />
del la protezione: un trattamento<br />
persecutorio. La persecuzione<br />
fu preannunciata da Gesù ai<br />
suoi, ma egli la prospettava<br />
fondata su menzogne, in quanto<br />
li voleva testimoni della<br />
verità; cioè suoi testimoni.<br />
“Beati voi quando vi insulteranno,<br />
vi perseguiteranno e,<br />
mentendo, diranno ogni sorta<br />
di male contro di voi per causa<br />
mia”. (Mt 5,3). Quella sì è persecuzione,<br />
perché si oppone<br />
alla verità, colpisce ancora una<br />
volta un innocente testimone<br />
131<br />
dell’Innocente. Al di là delle<br />
intenzioni di chi infierisce su<br />
una persona, non è persecuzione<br />
se appoggia le accuse su fatti<br />
gravissimi, certificati, che coinvolgono<br />
ogni livello ecclesiale.<br />
Non serve dire che le statistiche<br />
smascherano le generalizzazioni<br />
strumentali di chi maneggia<br />
da padrone la comunicazione<br />
di massa. Se anche fosse<br />
vero che un rilevamento ad hoc<br />
vedrebbe il clero uscirne meglio<br />
di tutte le altre categorie (politici,<br />
forze dell’ordine, giornalisti,<br />
zii, cugini e perfino genitori…)<br />
non sarebbe un dato tranquillizzante:<br />
per l’amarezza oggettiva<br />
dei risultati e perché nel clero,<br />
in senso soggettivo, un solo<br />
caso è già troppo.<br />
Io sono convinto che le statistiche<br />
darebbero un risultato<br />
favorevole al clero. Pare, anzi,<br />
che il rilevamento sia stato eseguito<br />
e i risultati siano stati quel-<br />
li e provengono da fonte insospettabile:<br />
il John Jay College of<br />
Criminal Justice della City University<br />
of New York. In una categoria<br />
che è tenuta a fare certe<br />
prediche e a continuare la missione<br />
di Cristo, l’irreprensibilità è la<br />
norma. Invece, purtroppo, non si<br />
tratta né di uno, né di pochi casi e<br />
non di piccole sfasature, ma di<br />
azioni gravissime e reiterate. La<br />
Chiesa non può identificarsi con<br />
tali magagne, come vorrebbero<br />
alcuni, nel tentativo di oscurare la<br />
sua verità, che confligge con i<br />
comportamenti denunciati.<br />
L’intrattenitrice Luciana Littizzetto<br />
sosteneva, in un suo<br />
recente intervento satirico televisivo,<br />
che se una famiglia invia<br />
i propri figli nell’oratorio parrocchiale<br />
dovrebbe vivere tranquilla,<br />
consapevole di averli<br />
affidati alle persone giuste e nel<br />
luogo più sicuro del mondo. La<br />
Littizzetto, che a volte è impor-
Editoriale Nel Segno del Sangue<br />
tuna e molesta come un litl<br />
inzetto in questo caso (senza<br />
escluderne altri) ha perfettamente<br />
ragione e credo che la sua<br />
affermazione dovrebbe estendersi<br />
alle scuole tenute da religiosi,<br />
alle associazioni cattoliche,<br />
alle cliniche e ospedali cattolici,<br />
come alla familiarità con<br />
il singolo operatore ufficialmente<br />
riconoscibile come membro<br />
della Chiesa. Se si vuole leggere<br />
al buio (e nel mondo di oggi<br />
così lustro, moralmente si brancola<br />
nel buio) non ci si può affidare<br />
che alla luce proveniente<br />
dalle lampade. La Chiesa, nel<br />
pensiero di Gesù, è la lampada<br />
che non solo non deve avere<br />
zone recondite, oscure, ma deve<br />
essere posta nel luogo più esposto<br />
alla vista di tutti, perché solo<br />
da quella posizione può spandere<br />
luce nello spazio sottostante.<br />
Sono anche io convinto che<br />
vi sia un pregiudizio verso la<br />
Chiesa, un interesse a screditarla<br />
e quindi un accanimento diagnostico<br />
su di lei, proprio per<br />
mettere in discussione quella<br />
luce in quanto tale; ma un tale<br />
ingiusto disegno dovrebbe<br />
essere un van taggio e infrangersi<br />
contro una correttezza a tutta<br />
prova, che finirebbe con l’esaltare<br />
la missione divina della<br />
Chiesa e anche la sua funzione<br />
sociale di madre e maestra. Gli<br />
strali alla fine la lascerebbero<br />
illesa e non trafitta. Trafitti, dalla<br />
verità, resterebbero semmai<br />
coloro che la combattevano.<br />
Non è la persecuzione (pur<br />
essendo colpevole, come ogni<br />
atto deliberatamente ostile contro<br />
qualcuno) a mettere in pericolo<br />
la fede ma la mancata testimonianza<br />
di chi se ne proclama<br />
testimone e non supera neppure<br />
il livello della normalità. È<br />
quanto afferma Benedetto XVI,<br />
quando dice, a proposito dei<br />
132<br />
casi di pedofilia nel clero: “Certamente,<br />
tra i fattori che vi contribuirono<br />
possiamo enumerare:<br />
procedure inadeguate per determinare<br />
l’idoneità dei candidati<br />
al sacerdozio e alla vita religiosa;<br />
insufficiente formazione<br />
umana, morale, intellettuale e<br />
spirituale nei seminari e nei<br />
noviziati; una tendenza nella<br />
società a favorire il clero e altre<br />
figure in autorità e una preoccupazione<br />
fuori luogo per il buon<br />
nome della Chiesa e per evitare<br />
gli scandali, che hanno portato<br />
come risultato alla mancata<br />
applicazione delle pene canoniche<br />
in vigore e alla mancata<br />
tutela della dignità di ogni persona.<br />
Bisogna agire con urgenza<br />
per affrontare questi fattori, che<br />
hanno avuto conseguenze tanto<br />
tragiche per le vite delle vittime<br />
e delle loro famiglie e hanno<br />
oscurato la luce del Vangelo a<br />
un punto tale cui non erano<br />
giun ti neppure secoli di persecuzione”.<br />
La verità è indipendente dal<br />
comportamento di chi la asserisce<br />
e non può essere scalfita<br />
dall’incoerenza di molti, o perfino<br />
di tutti.<br />
La più autorevole conferma<br />
di questo assioma viene da Ge -<br />
sù. Disse quel giorno: “Sulla<br />
cattedra di Mosè si sono seduti<br />
gli scribi e i farisei. Quanto vi<br />
dicono, fatelo e osservatelo, ma<br />
non fate secondo le loro opere,<br />
perché dicono e non fanno”. Il<br />
popolo cristiano recepì la frase<br />
di Gesù e la tradusse nel sarcastico<br />
detto: “Fare ciò che il prete<br />
dice e non fare ciò che il prete<br />
fa”. Una sentenza di per sé<br />
terribile, ma che il popolo soleva<br />
pronunciare bonariamente,<br />
perché la vedeva attuata nelle<br />
piccole cose, nelle miserie che<br />
sono parte ineliminabile della<br />
condizione umana; non certo in<br />
delitti gravissimi come la pedofilia.<br />
Alla fine i piccoli difetti<br />
avevano perfino un risvolto<br />
positivo; rendevano più facile<br />
l’approccio con il sacerdote,<br />
vedendolo “uno di loro”.<br />
Anche Galileo Galilei, per<br />
dirla con una metafora, la sera<br />
soleva dire che il sole stava tramontando,<br />
anziché, più scientificamente<br />
e in linea con la sua<br />
dottrina, che è poi la verità: “La<br />
rotazione della Terra fa sì che il<br />
Sole stia per diventare non più<br />
visibile da me”. Dopo aver patito<br />
persecuzione per asserire con<br />
verità che è la Terra a girare<br />
attorno al Sole, poi si esprimeva<br />
con il linguaggio dei suoi persecutori,<br />
senza che nessuno potesse<br />
dire che rinnegava ciò in cui<br />
credeva! Ecco: non sono le piccole<br />
e inevitabili sbavature, che<br />
rivelano l’umanità della Chiesa<br />
senza inficiare il carattere e la<br />
missione divina, ma azioni più o<br />
meno criminose, o addirittura<br />
re pellenti. Delle quali, è bene<br />
ripeterlo. Una sola è troppo.<br />
Detto questo io direi che la<br />
Chiesa, che pure deve essere<br />
ma dre di misericordia per mandato<br />
divino, non solo non<br />
dovrebbe ce lare le colpe dei<br />
propri membri, ma dovrebbe<br />
costituirsi parte lesa nei loro<br />
confronti. Un patto dovrebbe<br />
essere stipulato con i sacerdoti,<br />
nel mo mento in cui la Chiesa<br />
conferisce loro il potere immenso<br />
di legare e sciogliere in cielo<br />
e in terra e li presenta al popolo<br />
con il diritto di entrare nel -<br />
l’intimo delle coscienze dei fe -<br />
deli. In caso di comportamento<br />
fedifrago do vrebbe il colpevole<br />
essere tenuto al risarcimento dei<br />
danni alle vittime e tra queste la<br />
Chiesa stessa, che perde di credibilità.<br />
Fermo restando la<br />
misericordia per chi si ravvede,<br />
a penitenza soddisfatta.
Nel Segno del Sangue Spiritualità<br />
“Guardate come crescono i<br />
gigli, non faticano e non filano.<br />
Eppure io vi dico: neanche<br />
Salomone, con tutta la sua gloria,<br />
vestiva come uno di loro”<br />
(Luca 12, 27).<br />
C’è un ufficio all’Onu, che<br />
non so dire se sia più utile o più<br />
inutile di tutti gli altri. È l’ufficio<br />
che dichiara quale monumento,<br />
quale luogo della terra<br />
sia particolarmente bello o maestoso,<br />
o quale altra diavoleria<br />
sia, da diventare Patrimonio<br />
dell’Umanità. Cosa vuol dire<br />
che diventa “Patrimonio dell’Umanità”?<br />
Non è già tutto “Patrimonio<br />
dell’Umanità”? La terra<br />
non è stata data forse all’Umanità<br />
perché la coltivi e la protegga<br />
e la sappia far fruttificare con<br />
sapienza e intelligenza come un<br />
proprio patrimonio? Purtroppo<br />
siamo da molto tempo abituati<br />
a ragionare per grandezze e non<br />
per importanza.<br />
Diciamo comunemente: È<br />
un grand’uomo! È una gran<br />
bella invenzione! È stata una<br />
grande occasione! Ho avuto<br />
una grande idea! E così via. Ciò<br />
che non è grande non viene<br />
considerato importante. Sembra<br />
che la storia sia fatta solo di<br />
poche persone – i Grandi – e da<br />
pochi avvenimenti – i Grandi<br />
Eventi -. Ma proviamo a ragionare<br />
in modo un poco più<br />
approfondito. E vedremo che…<br />
Una gran bella spiaggia è<br />
133<br />
Il giglio del campo<br />
fatta di minuscoli granellini di<br />
sabbia. “Ma cosa vuoi che sia<br />
un granellino di sabbia”! Va<br />
bene: prendine uno e buttalo in<br />
mare; e poi un altro, e un altro,<br />
e un altro… alla fine non ti resta<br />
più la bella spiaggia. Perché?<br />
Perché non hai dato importanza<br />
a quel granellino di sabbia e lo<br />
hai buttato. Ma quale granellino?<br />
Il primo? Il secondo? Il terzo?<br />
Povero sciocco, sono tutti<br />
ugualmente importanti per fare<br />
la spiaggia. Quindi quel famoso<br />
ufficio dovrebbe dire: quel granellino:<br />
il primo, il secondo, il<br />
terzo… è “Patrimonio dell’Umanità”<br />
perché forma quella<br />
gran bella spiaggia che diventa<br />
a sua volta “Patrimonio dell’Umanità”.<br />
di Giulia M.<br />
Così quel gran bel lago, in<br />
mezzo al verde, è formato da<br />
miliardi di goccioline di acqua:<br />
quale goccia è più importante?<br />
Beh, se incominci ad inquinare<br />
la prima, e poi la seconda e poi<br />
la terza e poi… alla fine ti ritrovi<br />
con tutto il lago inquinato.<br />
Quindi quel famoso ufficio<br />
dovrebbe dire: quella goccia: la<br />
prima, la seconda, la terza, la…<br />
è “Patrimonio dell’Umanità”!<br />
Detto questo, bisogna ag -<br />
giungere che c’è anche qualche<br />
cosa che va al di là della materializzazione<br />
cui siamo abituati.<br />
Un tramonto: hai mai visto un<br />
tramonto? Hai mai guardato un<br />
tramonto? Hai mai osservato un<br />
tramonto? Di cosa è fatto un tramonto?<br />
Puoi toccare un tramonto?<br />
Quel tramonto che<br />
hai osservato con qualcuno<br />
vicino, mano nella<br />
mano, o con gli occhi<br />
rigati da lacrime di<br />
gioia o di dolore, con<br />
nostalgia o con speranza,<br />
quel tramonto che<br />
non ti scorderai mai più<br />
perché ormai fa parte<br />
della tua vita: quel tramonto<br />
così importante<br />
per te, non è forse<br />
degno di diventare<br />
“Patrimonio dell’Umanità”?<br />
L’atmosfera della ne -<br />
ve che cade piano piano,<br />
lieve lieve, che ti fa
Spiritualità Nel Segno del Sangue<br />
ricordare l’infanzia, quando ci<br />
giocavi ore e ore e ti sentivi le<br />
mani gelate ed eri contenta e<br />
felice; o altre piccole gioie vissute:<br />
quell’atmosfera, che non è<br />
fatta di qualcosa di materiale ma<br />
che per te è così piena di sentimento,<br />
non è degna di diventare<br />
“Patrimonio dell’Umanità”?<br />
“Guardate come crescono i<br />
gigli e come sono vestiti”! Gesù<br />
con quelle poche parole, ci rivela<br />
la grandezza delle piccole<br />
cose, delle cose che noi riteniamo<br />
inutili. Cosa è un giglio?<br />
Erba. Oggi c’è, domani lo si<br />
butta. Oggi lo metti in un vaso<br />
con un poco di acqua, lo vedi<br />
appassire e lo butti. E tutti lo<br />
calpestano. “Eh no, dice Gesù,<br />
non è così che stanno le cose.<br />
Non potete passare sopra alle<br />
situazioni con tanta semplicità!<br />
Sono le cose più piccole che<br />
insegnano le verità più grandi”!<br />
Salomone, il grande re, il più<br />
elegante che vestiva di porpora<br />
e di lino e di bisso, che aveva gli<br />
armadi ripieni delle stoffe più<br />
rare e più belle: anche quando<br />
era vestito nel modo più elegante,<br />
non era vestito come un gi -<br />
glio del campo! Sapete cosa sta<br />
facendo Gesù? Sta ridimensionando<br />
la grandezza di un personaggio<br />
che per la gente era il<br />
migliore che potesse esistere al<br />
mondo riguardo alla raffinatezza<br />
del vestire e la ricchezza del<br />
regno. Che l’erba del campo è<br />
vestita meglio di un re, anche il<br />
più elegantone!<br />
Gesù dice: Con tutta la sua<br />
gloria! Cosa vuol dire? Immagi-<br />
134<br />
nate Salomone, il grande re, che<br />
si deve preparare per andare al<br />
Tempio ad incontrare Dio. È<br />
chiaro che si veste nel migliore<br />
modo possibile, con abiti raffinatissimi,<br />
e gioielli d’oro a profusione,<br />
e profumi: insomma<br />
deve incontrare Dio! Ecco, tutto<br />
il suo splendore è la sua gloria,<br />
cioè la grande meraviglia che<br />
gli altri provano nel vedere il<br />
loro re così abbigliato. Nessuno<br />
è pari a lui! E invece Gesù afferma<br />
che tutta questa gloria non è<br />
uguale alla bellezza del giglio<br />
del campo!<br />
Povero re! Poveri ricchi, che<br />
credono di valere qualcosa perché<br />
si possono permettere gli<br />
abiti più costosi! Perché non<br />
hanno più spazio negli armadi e<br />
pensano che sono vestiti meglio<br />
di tutti! Forse meglio di tutti sì,<br />
ma non meglio del giglio del<br />
campo! Il giglio del campo<br />
diventa il paragone della stupidaggine<br />
umana con la generosità<br />
del Creatore. E allora il giglio<br />
del campo non è degno di<br />
diventare “Patrimonio dell’Umanità”<br />
perché mi rivela cose<br />
nascoste dentro di me, nel profondo<br />
del mio cuore pieno di<br />
egoismo e di cialtroneria? Gli<br />
occhi di Gesù, figlio di Dio per<br />
mezzo del quale tutto è stato fatto<br />
nei cieli, sulla terra e sotto<br />
terra, si sono soffermati su quel<br />
giglio del campo e lo hanno<br />
scrutato nel profondo ed è stato<br />
scelto per diventare esempio di<br />
bellezza suprema: “Nemmeno<br />
Salomone in tutta la sua gloria<br />
vestiva come lui”! Gesù mette<br />
al giusto posto il giglio del campo<br />
perché anch’esso ha uno scopo<br />
nella creazione: essere pietra<br />
di paragone tra l’uomo e i suoi<br />
desideri e i suoi pensieri.<br />
Un ultimo pensiero sul giglio<br />
del campo: anche per lui Gesù<br />
ha versato il suo sangue. Dopo<br />
il peccato di Adamo, tutta la<br />
creazione geme e soffre nell’attesa<br />
di qualcosa di nuovo. E il<br />
sangue di Gesù ha rappacificato<br />
le cose del cielo e quelle della<br />
terra. Il sangue di Gesù ha ripristinato<br />
nella propria dignità tutto<br />
ciò che aveva perso splendore.<br />
È la pace tra il Creatore e il<br />
creato che Gesù viene a ripristinare.<br />
E quindi anche il giglio<br />
del campo riceve la sua parte di<br />
salvezza attraverso il sangue di<br />
Gesù. Ecco perché diventa un<br />
segno per gli uomini: perché<br />
non è più semplice erba, ma<br />
riceve la sua nuova-antica di -<br />
gnità: essere segno della grandezza<br />
del Creatore che veste il<br />
giglio del campo in maniera più<br />
splendida della gloria di Salomone.<br />
Sono convinta che se il giglio<br />
del campo reclamasse dall’ufficio<br />
dell’Onu la patente che attesti<br />
che è degno di essere considerato<br />
“Patrimonio dell’Umanità”<br />
non chiederebbe nulla di<br />
strano o un titolo che non gli<br />
spetta. Ma nessuno degli uffici<br />
preposti darà la patente di<br />
“Patrimonio dell’Umanità” al<br />
giglio del campo. Lui non se ne<br />
rattrista: “Patrimonio dell’Umanità”<br />
lo ha dichiarato Gesù, il<br />
suo creatore e salvatore.
Nel Segno del Sangue Attualità<br />
Non sono un’artista e<br />
nep pure un critico<br />
d’ar te, ma sono portata<br />
alla contemplazione e all’interesse<br />
del bello. Tutti sappiamo<br />
che le tre arti figurative (pittura,<br />
scultura e architettura) sono<br />
state e sono ancora espressioni e<br />
testimonianze dell’evoluzione<br />
delle civiltà in ogni periodo storico<br />
e quindi rispecchiano gli<br />
usi, i costumi e il modo di sentire<br />
e di vivere degli uomini nelle<br />
varie epoche.<br />
Ma non è proprio di questo<br />
che vorrei parlare, ma piuttosto<br />
degli artisti e delle loro opere.<br />
Certo per poter parlare di artisti<br />
veri bisogna rifarsi a quelli che<br />
135<br />
Creazione e arte<br />
di Italia Accordino<br />
ci permettono, contemplando le<br />
loro opere, l’accesso al “giardino<br />
della conoscenza” che accoglie<br />
e guida chi insegue la vita<br />
oltre la morte e vuole la forma<br />
di Dio nell’animo umano.<br />
Un approccio alla contemplazione<br />
dell’arte ce lo suggerisce,<br />
in un certo senso, il filosofo<br />
Spinoza, secondo il quale<br />
l’autentico Bene si identifica<br />
con tutto ciò che fa crescere la<br />
conoscenza, e il Male si incarna<br />
nelle cose che la ostacolano o la<br />
negano come le inimicizie, le<br />
guerre, le dispute personali,<br />
mentre nella realtà infinita dell’arte<br />
l’uomo può trovare quell’ordine<br />
delle idee che lo rende<br />
libero di guardare e di vedere se<br />
stesso oltre se stesso.<br />
Riandando con la mente al<br />
passato si possono cogliere elementi<br />
di perfezione nel mondo<br />
medioevale, con i conventi che<br />
risuonano delle voci dei monaci,<br />
studiosi depositari della<br />
sapienza e delle tradizioni, e in<br />
cui Dio era la causa infinita del<br />
mondo.<br />
Non è un caso che in questo<br />
periodo di spiritualità e contemplazione<br />
sono venuti alla luce<br />
grandi artisti, che si sono ispirati<br />
ai testi sacri.<br />
È molto difficile parlare dei<br />
vari periodi storici dell’evoluzione<br />
dell’arte e dei grandi arti-
Attualità Nel Segno del Sangue<br />
136<br />
sti che hanno realizzato opere,<br />
testimonianze ancora oggi della<br />
genialità di chi le ha attuate.<br />
L’Italia tutta, ma in particolare<br />
Roma, racchiude tesori di<br />
inestimabile valore. Vale la<br />
pena citare alcuni autori di opere<br />
mirabili: Michelangelo nella<br />
pittura, con la sua Cappella<br />
Sistina dove il visitatore può<br />
ammirare estasiato “Il giudizio<br />
universale” nel suo complesso e<br />
nelle varie parti che compongono<br />
l’opera: una delle tante la<br />
cacciata di Adamo ed Eva dal<br />
paradiso terrestre. Ma il grande<br />
è anche l’autore della Pietà che<br />
si trova nella basilica di S. Pietro<br />
e che come architetto si<br />
espresse nella costruzione della<br />
cupola della basilica, chiamata<br />
affettuosamente “Cupolone” dai<br />
romani.. Foscolo nei suoi<br />
“Sepolcri”, citando Michelangelo,<br />
si esprime con questi versi:<br />
“L’arca di colui che nuovo<br />
Olimpo alzò in Roma ai celesti”,<br />
anche se con espressione<br />
paganeggiante rende omaggio<br />
al grande artista.<br />
Soffermandoci su Roma,<br />
come si può ignorare Caravaggio<br />
che con la sua visione naturalistica<br />
produce capolavori<br />
conservati a S. Luigi dei Francesi<br />
e a S. Maria del Popolo?<br />
Proprio in quest’ultima chiesa,<br />
quando sono entrata per la prima<br />
volta e mi sono avvicinata<br />
per ammirare la “Conversione<br />
di S. Paolo”, mi sono commossa<br />
fino alle lacrime, poiché gioivo<br />
di poter vedere da vicino ciò<br />
che avevo visto sui libri di storia<br />
dell’arte al liceo. Cosa dire
Nel Segno del Sangue Attualità<br />
delle altre città d’arte come<br />
Firenze, dove il Brunelleschi<br />
con mirabile tecnica innalzò la<br />
cupola di S. Maria in Fiore?<br />
Anche Milano conserva<br />
un’opera eccellente: “L’ultima<br />
cena” di Leonardo, affrescata<br />
nel refettorio di Santa Maria<br />
delle Grazie.<br />
Tutte queste opere ci fanno<br />
riflettere non solo sulla perizia,<br />
ma anche sulla profonda conoscenza<br />
dei testi sacri di questi<br />
grandi.<br />
Sarebbe molto lungo l’elenco<br />
degli artisti che hanno trasferito<br />
il loro genio nelle opere sia di<br />
ispirazione cristiana che pagana.<br />
Qualche filosofo ha detto che<br />
l’arte è l’imitazione della natura e<br />
cioè del creato; io direi invece che<br />
in tutte le opere d’arte c’è una<br />
proiezione del divino, poiché in<br />
ogni persona c’è un dono di Dio<br />
che può permettere una manifestazione<br />
non solo nelle arti figurative,<br />
ma anche nella musica, nella<br />
poesia e nella scienza rivolta al<br />
bene dell’uomo.<br />
Tutti i doni o carismi, come li<br />
vogliamo chiamare, provengono<br />
da una volontà divina. Basta<br />
guardarci intorno e riflettere sul<br />
creato per capire la perfezione<br />
delle cose che noi vediamo: il<br />
cielo con i suoi astri, come il<br />
sole che permette la vita sulla<br />
terra, la luna che illumina le<br />
notti buie, le stelle che splendono<br />
con il loro ordine nel firmamento<br />
come luci che trasmettono<br />
la grandezza divina; la terra<br />
con tutte le ricchezze che essa<br />
contiene: l’acqua, le piante, i<br />
137<br />
fiori, gli animali che il Signore<br />
ordinò a Noè di salvare in coppia,<br />
durante il diluvio universale,<br />
perché utili e indispensabili<br />
all’uomo e alla sua sopravvivenza.<br />
Quello che più stupisce nella<br />
creazione è l’ordine delle cose,<br />
il legame che unisce con perfezione<br />
il regno animale, il regno<br />
vegetale, il regno minerale,<br />
cosicché se c’è un problema in<br />
uno di essi (causato dall’uomo)<br />
si crea un danno grave per gli<br />
altri due.<br />
La mia riflessione va oltre;<br />
senza nulla togliere alla grandezza<br />
degli artisti, dei poeti, dei<br />
musicisti o degli scienziati,<br />
bisogna riconoscere che la creazione<br />
è solo opera di Dio e l’uomo<br />
è solo l’esecutore di una<br />
ispirazione divina. Il creato è<br />
perfetto, le opere dell’uomo,<br />
anche se ammirevoli, belle e<br />
utili alla conoscenza,<br />
contengono in se sempre<br />
qualche imperfezione.<br />
Il figlio di Dio, “ge -<br />
nerato e non creato”,<br />
della stessa sostanza del<br />
Padre, è perfetto perché<br />
dal momento della sua<br />
incarnazione e in tutta la<br />
sua esistenza terrena ha<br />
eseguito la volontà del<br />
Padre.<br />
Ha predicato il Regno<br />
di Dio agli uomini per la<br />
loro conversione, con<br />
umiltà e amore ha guarito<br />
gli infermi, ha cacciato<br />
i demoni, ha risuscitato<br />
i morti, e poi si è arreso<br />
ai nemici e ha accettato<br />
la sua passione e la sua<br />
morte con apparente sconfitta<br />
come un uomo qualunque perché<br />
si compisse ciò che era stato<br />
profetizzato e voluto da Dio<br />
stesso.<br />
L’epilogo della sua vita, cioè<br />
la crocifissione e morte, non è<br />
una sconfitta ma un’oblazione<br />
al Padre e un sacrificio per la<br />
salvezza dell’umanità.<br />
L’immagine del Crocifisso, a<br />
cui tanti artisti si sono ispirati,<br />
che versa sangue ed acqua dal<br />
costato, purificando l’umanità<br />
dai suoi peccati, in una visione<br />
escatologica, ci comunica anche<br />
una vittoria più che una sconfitta,<br />
poiché nell’attimo della morte<br />
unisce a sé tutti gli uomini<br />
con il suo atto di amore immenso<br />
e compie un perfetto progetto<br />
divino secondo la volontà del<br />
Padre, portando l’umanità a<br />
Dio.
Missioni Nel Segno del Sangue<br />
138<br />
Dalla terra di Missione<br />
Soccorso<br />
di emergenza<br />
di Giuseppe Montenegro
Nel Segno del Sangue Missioni<br />
In missione, curando i malati,<br />
spesso capitano casi di<br />
emergenza in cui devi fare<br />
qualcosa per risolvere il problema.<br />
Un giorno mi trovavo in un<br />
villaggio della Tanzania, in un<br />
dispensario a curare i malati. Il<br />
lavoro cominciato al mattino<br />
presto si protraeva fino a sera.<br />
Non c’era elettricità e quando si<br />
fece notte usammo un lume a<br />
petrolio.<br />
C’era ancora una lunga fila<br />
di pazienti in attesa di essere<br />
visitati. Insieme a una suora,<br />
cercavamo di non perdere tempo<br />
in chiacchiere.<br />
All’improvviso sentimmo<br />
gran di urla che si avvicinavano<br />
al dispensario: un bambino di 5<br />
anni si divincolava, fermamente<br />
tenuto da tre uomini che<br />
riuscivano a domarlo con molta<br />
difficoltà.<br />
Entrarono nel dispensario e<br />
ci comunicarono che il bambino<br />
avvertiva un forte dolore in un<br />
orecchio e non sapevano di che<br />
si trattava. All’ospedale non l’avevano<br />
accolto, quindi l’avevano<br />
portato da noi.<br />
Mi preoccupai e domandai se<br />
era caduto, se perdeva del sangue,<br />
se aveva urtato contro<br />
qualcosa, se aveva ricevuto<br />
qualche bastonata. Niente di tutto<br />
questo! Visitai il bambino e<br />
mi accorsi che aveva introdotto<br />
nell’orecchio un oggetto che<br />
urtava contro il timpano.<br />
Le sue urla erano così alte<br />
che era anche difficile sentirci<br />
tra noi. Il bambino si divincolava.<br />
Chiesi di tenerlo fermo. Non<br />
avevo nessuna torcia per ispezionarlo.<br />
Avevamo soltanto un<br />
lume a petrolio che chiesi alla<br />
139<br />
suora di avvicinare il più possibile<br />
all’orecchio. Ispezionandolo<br />
con molta difficoltà, mi ac -<br />
corsi che il corpo estraneo era di<br />
forma rotonteggiante. Alla mia<br />
do man da mi risposero che forse<br />
era un insetto.<br />
Cercai di rimuoverlo con le<br />
pinzette. Ma che fare? Ogni tentativo<br />
sembrava inutile. Non era<br />
un insetto ma un oggetto che mi<br />
sfuggiva in continuazione. Gli<br />
urli del bambino diventarono<br />
assordanti perché con il movimento<br />
che facevo urtavo contro<br />
il suo timpano.<br />
Il sudore mi colava dalla<br />
fronte come una fontana. Non<br />
avevo con me nulla per aspirare<br />
l’oggetto… Nella mia impossibilità,<br />
chiesi al Signore lume per<br />
capire il da fare.<br />
Ebbi un’idea. Dovevo trovare<br />
qualcosa per agganciare questo<br />
materiale rotondeggiante<br />
che non era un insetto… Dovevo<br />
cercare qualcosa simile a un<br />
amo!<br />
Pensai cosa potesse sostituire<br />
un amo per afferrare l’oggetto.<br />
Pensando... mi si illuminò la<br />
mente. Forse potevo riuscire<br />
nell’operazione!<br />
Diedi l’ordine di tenere ben<br />
fermo il bambino, di immobiliz-<br />
zarlo perché stavo per compiere<br />
un’operazione delicatissima.<br />
Pre si un ago da una siringa.<br />
Dopo aver battuto la punta su<br />
una pietra per uncinarlo un<br />
poco, avvicinai il lume per<br />
vedere meglio. Andai vicino<br />
all’oggetto tondeggiante. Gli<br />
urli del bambino raggiunsero<br />
l’apice del suono. Finalmente<br />
riuscii ad agganciare l’oggetto<br />
tondeggiante. Lo smossi… Vidi<br />
che veniva fuori. Con molta<br />
attenzione lo trasportai lungo il<br />
canale dell’orecchio per estrarlo.<br />
L’osservai... Era un pisello<br />
che il bambino aveva introdotto<br />
per gioco nell’orecchio.<br />
Il bambino diede un sospiro<br />
di sollievo e all’improvviso tacque.<br />
I tre uomini lo lasciarono.<br />
Il piccolo mi guardò con i suoi<br />
due grandi occhi. Si sedette sul<br />
tavolo e mi abbracciò con<br />
immenso amore ed io con tenerezza<br />
gli asciugai le lacrime ed<br />
il sudore e lo baciai. Era guarito!<br />
Finimmo di curare gli ultimi<br />
malati e con gioia e soddisfazione<br />
tornammo al <strong>Centro</strong> Missionario.<br />
Dopo questa triste esperienza<br />
porteremo sempre con noi una<br />
piccola torcia per ispezionare le<br />
orecchie!<br />
Abbiamo costruito in Tanzania, Africa, il “St.<br />
Gaspar Hospital” e il “Villaggio della Speranza”<br />
per lʼaccoglienza dei bambini. Inoltre, in India,<br />
lʼOrfanotrofio “San Gaspare” e il lebbrosario.<br />
Ringraziamo di cuore tutti coloro che vogliono<br />
venirci in aiuto con la loro offerta (ccp 391003<br />
intestato a Pia Unione del Preziosissimo Sangue.<br />
Nella causale specificare “Pro Missioni”).
Attualità Nel Segno del Sangue<br />
Il produttore Bill<br />
McKay ha reso nota la<br />
sua intenzione di lavorare<br />
alla realizzazione di un<br />
nuovo film che dovrebbe<br />
essere il proseguimento di<br />
quello dal titolo: “La passione<br />
di Cristo”, realizzato<br />
da Mel Gibson; il titolo del<br />
nuovo film dovrebbe essere:<br />
“La risurrezione di Cristo”.<br />
Spiegando il progetto,<br />
il produttore dice di voler<br />
porre un’attenzione particolare<br />
al potere e alla grande<br />
ambizione di coloro che<br />
furono coinvolti nella crocifissione,<br />
da Pilato a Erode,<br />
da Caifa a Giuda, dando<br />
vita a una riflessione politica<br />
immersa in un’atmosfera<br />
simile a quella di “Il gladiatore”,<br />
cercando di restare<br />
il più possibile fedele ai<br />
racconti biblici.<br />
Senza fare ovviamente<br />
un processo all’intenzione<br />
riguardo al nuovo film<br />
sopracitato, la frase “Pensiamo<br />
che sia un’idea ad<br />
alto potenziale commerciale;<br />
il film è destinato ad un<br />
pubblico potenzialmente<br />
molto variegato che ultimamente<br />
è stato ser vito<br />
ben poco”, fa pensare che<br />
la speranza della produzio-<br />
140<br />
Conoscere per credere<br />
di Angela e Claudio Rencricca
Nel Segno del Sangue Attualità<br />
ne sia più che altro quella di<br />
rag giungere il vertice dei record<br />
di incassi.<br />
Negli ultimi anni abbiamo<br />
assistito a vari tentativi di far<br />
passare come realistiche vicende<br />
che ben poco hanno a che<br />
fare con le sacre Scritture,<br />
facendo aumentare così la confusione<br />
tra i più in materia di<br />
conoscenza sul tema della religione.<br />
Forse non sarà questo il caso,<br />
ma purtroppo viviamo in un’epoca<br />
dove il falso sembra essere<br />
sempre più presente sotto i<br />
diversi aspetti della quotidianità<br />
e noi sembriamo accettarlo con<br />
rassegnazione.<br />
Credere per l’uomo non è<br />
mai stato semplice fin dall’inizio,<br />
la fede è un cammino che<br />
gradualmente arricchisce, fatto<br />
non solo di intuizioni o percezioni,<br />
ma anche di fatti concreti<br />
che aiutano ad accrescere il<br />
nostro credere, ma se non c’è un<br />
punto di riferimento sicuro, si<br />
rischia di interpretare i fatti<br />
secondo la volontà di taluni.<br />
È importante perciò saper<br />
valutare ciò che è divulgato e<br />
proposto in tema di religione, e<br />
questo può avvenire soltanto<br />
conoscendo i fatti così come<br />
sono accaduti realmente e che<br />
solo le Scritture possono, per<br />
quanto permette la nostra capacità<br />
intuitiva, aiutarci a capire.<br />
Non è facile comprendere<br />
immediatamente, così come non<br />
lo è stato per coloro che hanno<br />
avuto parte allora alle vicende<br />
narrate nei Vangeli.<br />
Certamente oggi, con gli stu-<br />
141<br />
di di eminenti biblisti e storici,<br />
abbiamo una visione più ampia<br />
dei fatti rispetto a coloro che li<br />
hanno vissuti al tempo di Gesù.<br />
La risurrezione, l’argomento<br />
da cui prenderà il titolo il film, è<br />
il punto focale della fede cristiana.<br />
Essa è un fatto storico che<br />
pur nel mistero del fatto stesso,<br />
(infatti non ci sono testimoni<br />
che riferiscano ciò che accadde<br />
all’interno del sepolcro), ha<br />
avuto testimonianze storicamente<br />
attestate: il sepolcro trovato<br />
vuoto, le numerose apparizioni<br />
verificatesi dopo la risurrezione<br />
(cfr 1 Cor 15, 3-8), non<br />
potevano essere frutto di allucinazioni.<br />
I discepoli all’epoca, per<br />
quanto potessero aver intuito,<br />
non avevano certamente recepito<br />
completamente il messaggio<br />
e gli insegnamenti del Maestro.<br />
Pur avendo assistito agli eventi<br />
miracolosi operati da Gesù, non<br />
avevano una fede piena. Pietro,<br />
cedendo alla paura umana, arriva<br />
perfino a negare di averlo<br />
conosciuto.<br />
In un articolo pubblicato sulla<br />
rivista “30 giorni” di<br />
luglio/agosto 2000 in occasione<br />
della pubblicazione di un suo<br />
saggio “Vedere e credere”,<br />
padre Jean Galot professore<br />
emerito di Cristologia alla Pontificia<br />
Università Gregoriana,<br />
spiega come il credere di Pietro<br />
e Giovanni, che furono i primi<br />
ad accorrere al sepolcro dopo<br />
che le donne ebbero riferito dell’evento,<br />
non fu immediato, ma<br />
aveva bisogno di un suo tempo.<br />
“Correvano insieme tutti e<br />
due, ma l’altro discepolo corse<br />
più veloce di Pietro e giunse per<br />
primo al sepolcro. Chinandosi<br />
vide le bende per terra, ma non<br />
entrò. Giunse in ritardo anche<br />
Simon Pietro che lo seguiva, ed<br />
entrò nel sepolcro… Allora<br />
entrò anche l’altro discepolo<br />
che era giunto per primo al<br />
sepolcro e vide e credette. Non<br />
avevano infatti ancora compreso<br />
la Scrittura, che cioè egli<br />
doveva risuscitare dai morti”<br />
(Gv 20, 4-9).<br />
Alcuni recenti studi esegetici<br />
hanno segnalato alcune imprecisioni<br />
della traduzione del testo<br />
citato, basate su una attenta analisi<br />
grammaticale del testo originale<br />
in greco. Diversamente<br />
da come riportato nel testo, tutto<br />
era rimasto al suo posto.<br />
Anche il sudario non era stato<br />
spostato, ma era rimasto in mezzo<br />
ai teli. Si distingueva in rilievo,<br />
sotto la sindone oramai<br />
afflosciata.<br />
Dice padre Galot: “Giovanni<br />
arrivato per primo al sepolcro<br />
non entra, si ferma sulla soglia e<br />
attende che Pietro entri per primo,<br />
nonostante fosse curioso di<br />
vedere cosa c’era dentro. Pietro<br />
è colpito, quasi turbato da ciò<br />
che vede, ma rimane in una condizione<br />
di perplessità. In Giovanni,<br />
lo stupore è ancora più<br />
grande perché in lui c’è una prima,<br />
embrionale intuizione del<br />
mistero della risurrezione. Non<br />
vuol dire che la fede di Pietro<br />
sia minore di quella di Giovanni,<br />
ma indica certo una diversità<br />
di temperamento tra i due. La<br />
fede di Pietro ha, per così dire,
Attualità Nel Segno del Sangue<br />
bisogno di più tempo. A Pietro<br />
serve tempo per cogliere la realtà<br />
di ciò che vede”.<br />
La risurrezione era un avvenimento<br />
che appariva agli apostoli<br />
come cosa al di fuori della<br />
immaginazione. Furono increduli,<br />
del resto, anche alle prime<br />
apparizioni, dove Gesù dovette<br />
vincere la loro incredulità.<br />
“Perché siete sconvolti? Guardate<br />
le mie mani e i miei piedi,<br />
che sono proprio io. Toccatemi<br />
e guardate perché uno spirito<br />
non ha carne e ossa, come vedete<br />
che ho io” (Lc 24, 38).<br />
Eppure prima avevano visto<br />
risuscitare Lazzaro, la figlia di<br />
Giairo, il giovane Naim, ma si<br />
trattava di ritorno alla normale<br />
vita corporale. “… Questi fatti<br />
erano avvenimenti miracolosi,<br />
ma le persone miracolate si trovavano,<br />
per il potere di Gesù,<br />
una vita terrena ordinaria. Ad<br />
un certo momento esse sarebbero<br />
morte di nuovo. La resurrezione<br />
di Cristo è essenzialmente<br />
diversa. Nel suo corpo risuscitato<br />
Egli passa dallo stato di<br />
morte ad un’altra vita al di là<br />
del tempo e dello spazio. Il corpo<br />
di Gesù è, nella resurrezione,<br />
142<br />
colmato della potenza dello Spirito<br />
Santo; partecipa alla vita<br />
divina nello stato della sua gloria,<br />
sì che San Paolo può dire di<br />
Cristo che Egli è l’uomo celeste”<br />
(CCC, 646). Non potevano<br />
immaginare quale potesse essere<br />
il passaggio dalla vita del corpo<br />
a quella dello spirito al di<br />
fuori dello spazio e del tempo,<br />
cosa non semplice anche per<br />
noi.<br />
Solo dopo l’evento, il modo<br />
di pensare degli apostoli e la<br />
loro vita è dunque cambiata<br />
concretamente, tanto da affrontare<br />
con coraggio perfino il martirio,<br />
ulteriore motivo che attesta<br />
la storicità della risurrezione<br />
perché nessuno muore per una<br />
menzogna.<br />
La risurrezione non riguarda<br />
soltanto la persona di Gesù, essa<br />
riguarda l’intera storia umana e<br />
il destino di ogni uomo e cambia<br />
intimamente l’esistenza<br />
umana.<br />
Per quanto riguarda coloro<br />
che contribuirono alla crocifissione,<br />
possiamo dire che essi<br />
furono succubi delle passioni e<br />
delle tendenze umane. L’ambizione<br />
e la superbia fecero la loro<br />
Abbonamento annuo alla nostra Rivista<br />
Nel Segno del Sangue<br />
parte nella storia. Allora come<br />
oggi, del resto, questi sono i mali<br />
più comuni che condizionano la<br />
vita umana. Al tempo, come detto,<br />
non potevano capire, e la frase<br />
pronunciata da Gesù: “Padre<br />
perdona loro perché non sanno<br />
quello che fanno”, può essere<br />
interpretata anche sotto questo<br />
punto di vista.<br />
La nostra fede oggi ha bisogno<br />
di essere alimentata da una<br />
continua esperienza delle Scritture,<br />
avvalendoci di documenti<br />
e persone di attendibilità comprovata.<br />
La conoscenza degli<br />
argomenti che ci verranno proposti<br />
eviterà di cadere nel tranello<br />
della persuasione forzata<br />
di avvenimenti e principi contorti<br />
che nulla hanno a che vedere<br />
con la realtà dei fatti.<br />
Ci auguriamo che il film in<br />
lavorazione possa essere un’opera<br />
di grande rispetto per la<br />
verità e che contribuisca a<br />
divulgare e a far conoscere i fatti<br />
in modo reale, e magari far<br />
nascere la voglia, a chi da questo<br />
argomento è più lontano, di<br />
approfondire e capire quei fatti<br />
che hanno dato un senso all’esistenza<br />
umana.<br />
Ordinario: € 9,50<br />
Sostenitore € 15,00<br />
Estero $ 22,00<br />
c.c.p. 391003 intestato a:<br />
Pia Unione del Preziosissimo Sangue<br />
Via Narni 29 - 00181 Roma<br />
Ringraziamo tutti coloro che rispondono con tanta generosità.
Nel Segno del Sangue Incontro di preghiera<br />
143<br />
INCONTRO DI PREGHIERA <strong>Maggio</strong> <strong>2010</strong><br />
L’elevazione dell’uomo<br />
nella condiscendenza di Dio<br />
Canto<br />
Esposizione eucaristica<br />
di Maria Damiano<br />
ANDREA SANSOVINO, INNOCENZO SPINAZZI, Battesimo di Cristo, gruppo scultoreo,<br />
Firenze Museo dell'Opera del Duomo.<br />
Introduzione<br />
In Cristo, Dio si è umiliato per attirare a sé la creatura, elevandola alla sua condizione<br />
divina, “cosicché anche noi possiamo camminare nella novità di vita” (Rm<br />
6, 4c).
Incontro di preghiera Nel Segno del Sangue<br />
144<br />
Dunque, è proprio l’opera redentiva di Cristo a operare la trasformazione della<br />
vita dell’uomo.<br />
“Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme con lui nella morte<br />
affinché, come Cristo risuscitò dai morti per la gloria del Padre, così anche noi<br />
camminiamo in novità di vita” (Rm 6, 4).<br />
E è proprio in Cristo, nella sua croce, che si adempie in modo definitivo l’evento<br />
della riconciliazione.<br />
La novità dell’uomo riconciliato consiste nel rivestirsi di Cristo: “Dovete rinnovarvi<br />
nello spirito della vostra mente, e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo la<br />
misura di Dio nella giustizia e santità della verità” (Ef 4, 23-24).<br />
RIFLESSIONE<br />
“C’è dunque un problema di trascendenza e insieme di condiscendenza: da una<br />
parte il Dio trascendente, dall’altra il Dio che condiscende attraverso la partecipazione.<br />
Si tratta però di un’antinomia solo apparente perché al fondo c’è uno stesso<br />
piano che consiste nella volontà da parte di Dio di partecipare la propria realtà<br />
di amore alla creatura umana non abbassandosi lui, ma elevando la creatura<br />
stessa” (G. Giaquinta, La santità, ed. Pro Sanctitate, Roma 1996).<br />
Partecipare della natura divina significa entrare a far parte del circolo trinitario,<br />
tramite l’opera dello Spirito Santo, come specifica Cirillo Alessandrino: “Non<br />
c’era altro modo per ottenere tale condizione che essere partecipi e prossimi dello<br />
Spirito Santo (…). Occorreva che egli abitasse nei nostri cuori per mezzo della<br />
fede” (In Joannis Evangelium, X, 2: PG 74, 433 B).<br />
Dio cerca la disponibilità dell’uomo per donarsi e immergersi totalmente nella<br />
sua esistenza riconciliata: “Se uno mi ama custodirà la mia parola, e il Padre mio<br />
lo amerà e verremo da lui e faremo una dimora presso di lui” (Gv 14, 23).<br />
Così la “vita nuova” è esperienza di mutuo amore.<br />
Il servo di Dio Guglielmo Giaquinta, nella meditazione sulla ricerca di Dio,<br />
spiega: “È qualcosa di profondo, di istintivo, questo bisogno di Dio, che poi nel<br />
cristianesimo diventa bisogno dell’esperienza di Dio (…) Possiamo quindi dire che<br />
al fondo della natura umana c’è una istintiva sete di Dio”.<br />
Dio dal canto suo ha sete di noi perché bisognoso di noi quanto noi di lui.<br />
Lo psicologo-psichiatra Alessandro Meluzzi scrive: “Credo che se oggi c’è una<br />
mistica possibile, questa è la mistica della relazione, del dialogo e dell’incontro<br />
nella libertà caotica del reale”.<br />
L’incontro con l’altro è molto importante perché il volto dell’altro apre al mistero<br />
e conduce a scoprire se stessi e a scoprire Dio.<br />
Nel capitolo 32 del libro della Genesi si narra dell’esperienza oscura di un<br />
uomo dall’identità confusa, alla ricerca di sé; egli si trova, suo malgrado, a lottare
Nel Segno del Sangue Incontro di preghiera<br />
145<br />
per tutta la notte con un essere misterioso. Da quella notte il personaggio uscirà<br />
trasformato con un nome nuovo (Israele): “Sorse il sole per lui (Giacobbe)”.<br />
Alla luce si può accedere, ma passando inevitabilmente attraverso la tenebra e<br />
il dolore, attraverso la croce.<br />
Incontro e mistero nella notte di Giacobbe: il mistero resta, ma l’incontro ha prodotto<br />
un cambiamento.<br />
VALORE PEDAGOGICO DELLA SOFFERENZA<br />
La sofferenza ha un grande valore formativo per l’uomo.<br />
Don Filippo Urso, nel suo libro: “Imparò l’obbedienza dalle cose che patì (Eb 5,<br />
8)”, così si esprime: “La sofferenza è la grande educatrice dell’umanità alla cui<br />
scuola l’uomo da sempre si è formato. Proverbiale e carica di senso e di secoli è<br />
infatti l’affermazione che “soffrendo si impara”.<br />
Gesù, incarnandosi, nella sua profonda comunione e condivisione della natura<br />
umana, ha scelto di imparare alla scuola della sofferenza: “Pur essendo Figlio,<br />
imparò dalle cose che patì l’obbedienza” (Eb 5, 8).<br />
Come Gesù anche il cristiano è chiamato a formarsi secondo questa austera<br />
pedagogia: “È per la vostra formazione che soffrite” (Eb 12, 7), perché purificato e<br />
trasformato da Dio con la sofferenza, partecipi poi della sua santità”.<br />
PREGHIERA LITANICA<br />
Celebrante: Rivolgiamo tutti insieme e con fede la nostra preghiera al Signore e<br />
diciamo:<br />
Facci comprendere, Signore, il senso della sofferenza<br />
alla luce della tua testimonianza.<br />
1 – Quando l’incontro con il fratello sofferente ci crea disagio e malessere, preghiamo:<br />
Facci comprendere, Signore, il senso della sofferenza<br />
alla luce della tua testimonianza.<br />
2 – Quando dimentichiamo l’amore universale del Padre rivolto soprattutto ai<br />
poveri, agli abbandonati, ai malati, ai prigionieri, agli esclusi, preghiamo:
Incontro di preghiera Nel Segno del Sangue<br />
146<br />
Facci comprendere, Signore, il senso della sofferenza<br />
alla luce della tua testimonianza.<br />
3 – Quando oppressi noi stessi dalla sofferenza, non riusciamo a trovare risposte<br />
adeguate ai nostri vissuti, preghiamo:<br />
Facci comprendere, Signore, il senso della sofferenza<br />
alla luce della tua testimonianza.<br />
4 – Quando non esercitiamo la compassione attraverso le opere di misericordia,<br />
preghiamo:<br />
Facci comprendere, Signore, il senso della sofferenza<br />
alla luce della tua testimonianza.<br />
Ci uniamo ora a tutta la Chiesa per offrire al Padre il dono preziosissimo del<br />
sangue di Cristo, nostra gloria, salvezza e risurrezione.<br />
Eterno Padre, noi ti offriamo con Maria, Madre del Redentore del genere<br />
umano, il sangue che Gesù sparse con amore nella passione e ogni giorno<br />
offre in sacrificio nella celebrazione dell’Eucaristia.<br />
In unione alla vittima immolata per la salvezza del mondo, ti offriamo le<br />
azioni della giornata in espiazione dei nostri peccati, per la conversione dei<br />
peccatori, per le anime sante del purgatorio e per i bisogni della santa<br />
Chiesa. E in modo particolare:<br />
Generale: Perché si ponga fine al triste e iniquo commercio di esseri umani<br />
che purtroppo coinvolge milioni di donne e bambini.<br />
Missionaria: Perché i ministri ordinati, le religiose, i religiosi e i laici impegnati<br />
nell’apostolato, sappiano infondere entusiasmo missionario alle comunità<br />
affidate alle loro cure.<br />
Celebrante:<br />
Padre, l’esperienza di Giobbe attraverso la via oscura del dolore accomuna tutti<br />
gli uomini.<br />
Aiutaci a comprendere che l’unica risposta alla realtà dolorosa della nostra condizione<br />
umana è l’amore, quello stesso che tu ci hai donato nell’incarnazione e<br />
nella croce di Cristo, tuo Figlio. Egli, che fu sensibile a ogni tipo di sofferenza, ci<br />
ottenga nelle tribolazioni il tuo sostegno e la consolazione dello Spirito Santo.<br />
Amen.
Nel Segno del Sangue Catechesi<br />
Catechesi<br />
Gruppi di preghiera – Gruppi di famiglie<br />
Èforse perché siamo di<br />
questa bella terra mediterranea<br />
e abbiamo nel<br />
sangue i tempi del nostro miglior<br />
Medioevo, quando per le strade e<br />
nei crocicchi apparivano le semplici<br />
immagini di lei, e l’umile<br />
gente si ritrovava lì davanti, a<br />
sera, sotto le stelle palpitanti, a<br />
147<br />
MARIA: LA MAMMA<br />
di don Luigi Lafavia, cpps<br />
cantar lodi alla Stella più bella,<br />
alla più bella “madonna”.<br />
È con intuito delicatamente<br />
squisito che la tradizione cristiana<br />
ha consacrato a Maria<br />
questo bel mese pieno di promesse.<br />
<strong>Maggio</strong> è il risveglio di<br />
tanti cristiani, è la primavera<br />
dell’anima che dal rapporto<br />
Particolare del quadro di Maria SS.<br />
Consolatrice<br />
Casa Madre SMC, Milano<br />
A parlar di lei vien voglia<br />
di cantare. È forse questo<br />
bel maggio con i suoi dolci<br />
colori diffusi nei tramonti<br />
del cielo e sui petali dei<br />
fiori della terra; con la sua<br />
natura nuova che canta alla<br />
gioia del creato dalle prode<br />
dei campi ai verdi germogli<br />
dell’albero.<br />
fiducioso con la Mamma - che<br />
rivela particolarmente al mondo<br />
la sua Maternità e la sua privilegiata<br />
posizione di Mediatrice tra<br />
Dio e gli uomini - rafforza i<br />
principi della sua vita cristiana.<br />
Noi sentiamo la devozione<br />
alla Madonna per un istinto della<br />
Grazia.
Catechesi Nel Segno del Sangue<br />
Chi non ha rapporti filiali<br />
con Lei non è cristiano.<br />
Peraltro pochi inseriscono la<br />
propria vita spirituale nella realtà<br />
operante della meditazione di<br />
Maria, per cui ignota o quasi<br />
rimane per molti la teologia<br />
mariana e l’influenza che la<br />
Madonna esercita sulla vita del<br />
cristiano.<br />
Racchiusa in sintesi teologica,<br />
tutta la grandezza di Maria<br />
sta nella sua particolare posizione<br />
nel piano divino della Redenzione:<br />
Maria madre di Gesù e<br />
collaboratrice personale all’opera<br />
redentiva del Figlio, quindi<br />
madre nostra.<br />
È da questa sua realtà che<br />
derivano i doni di grazia che ne<br />
han fatta la creatura più alta<br />
uscita dal cuore di Dio.<br />
Quel Gesù, che nella natura<br />
divina ha per Padre Dio onnipotente,<br />
deve la sua carne immacolata<br />
e il suo sangue prezioso<br />
di Redentore all’umile giovinetta<br />
figlia di Gioacchino e di<br />
Anna.<br />
Il Fiat di Maria crea la luce<br />
del mondo nuovo.<br />
Nella fredda notte di Natale,<br />
ella dona al mondo il piccolo<br />
Gesù intessuto nell’arcano mi -<br />
stero che sta al di fuori di ogni<br />
legge biologica.<br />
Gesù è un frutto divino fiorito<br />
in un connubio celeste.<br />
È un bimbo come gli altri,<br />
conoscerà il dolore e la povertà,<br />
la gioia e la fatica, ma è ben<br />
diverso da tutti perché egli è il<br />
Verbo fatto carne.<br />
148<br />
La funzione materna di Ma -<br />
ria non si è esaurita alla vita terrena<br />
di Gesù. Come ha donato<br />
al mondo il Capo del Corpo<br />
mistico, ora forma e dona al<br />
mondo le sue membra che siamo<br />
noi. Ella è Madre in senso<br />
integrale, che comporta la generazione<br />
del capo e delle membra<br />
dell’unico corpo, e che esige la<br />
rigenerazione soprannaturale<br />
dell’umanità e quindi la partecipazione<br />
della Madre all’opera<br />
redentrice di Cristo che ridona<br />
all’uomo la vita divina.<br />
Cosicché Colei che nell’estasi<br />
di Nazareth era divenuta la<br />
Madre di Dio, accettava di essere<br />
Madre nostra nello spasimo<br />
del Golgota.<br />
Ai piedi della Croce, come a<br />
raccogliere il sangue e accostare<br />
tutte le anime a Gesù morente,<br />
c’era Maria, la Mamma del Crocifisso,<br />
e la Mamma di tutti noi.<br />
Fummo presenti sul Calvario<br />
come accolti sotto l’ala della<br />
maternità dolcissima e affettuosa<br />
di lei.<br />
È bello pensarla così: Maria,<br />
proprio in tutto, Mamma nostra.<br />
La soavità e la dolcezza di<br />
questa immagine accosta tanto<br />
il nostro cuore al Cuore tenerissimo<br />
di lei.<br />
Siamo forse troppo abituati a<br />
vederla nelle altezze delle speculazioni<br />
teologiche o sulla lirica<br />
alata dei poeti, nella veste<br />
immaginosa dei predicatori o<br />
sotto i veli dorati degli artisti,<br />
cosicché abbiamo smarrito quasi<br />
la visione reale di lei nella sua<br />
vita quotidiana di mamma, che<br />
ce la fa sentire tanto più vicina.<br />
Maria, la mamma, non era<br />
questa. È quella che fu nella<br />
cruda realtà della faticosa vita<br />
d’ogni giorno, nel ritmo nascosto<br />
di ansie e preoccupazioni di<br />
una famiglia povera.<br />
Dobbiamo rifarci l’anima<br />
bambina e rivederla così come<br />
quotidianamente abbiamo vissuto,<br />
ora per ora la nostra mamma:<br />
una donna semplice e buona,<br />
senza pretese, una donna di<br />
casa, che ammassa farina nella<br />
madia, attizza fuoco sul mattino<br />
a buon’ora, attinge acqua alla<br />
fontana del borgo e accudisce<br />
alle semplici cose del marito e<br />
del figlio.<br />
La dolce Massaia di Nazareth.<br />
È bello rivederla così!<br />
Rivederla così sempre, anche<br />
più in là della dolce intimità della<br />
casa di Nazareth, per la via<br />
del dolore del Figlio, e sentircela<br />
sempre accanto anche al<br />
nostro dolore, in tutto e per tutto<br />
simile al nostro dolore.<br />
E con lei accanto la pena si fa<br />
ala, perché c’è la Mamma.<br />
Perché noi non abbiamo ciò<br />
che lei ha. E abbiamo bisogno<br />
di ciò che lei possiede: Gesù, la<br />
grazia, il perdono.<br />
Che possiamo realizzare nel<br />
Cristo suo Figlio tutta la nostra<br />
esistenza, e incarnare nella vita<br />
Gesù come lei l’ha incarnato nel<br />
suo stesso sangue, per darlo al<br />
mondo come il supremo dono<br />
del Cielo aperto dall’amore di<br />
Dio.
Nel Segno del Sangue Attualità<br />
Sin dalle origini l’uomo ha<br />
avuto con la terra un<br />
legame di interdipendenza.<br />
Essa ha provveduto a garantire<br />
la sua sopravvivenza, e<br />
l’uomo a volte si è adattato alle<br />
sue condizioni, altre volte ha<br />
agito adattando la natura alle<br />
proprie esigenze. Anticamente<br />
gli uomini nutrivano verso la<br />
terra un ossequioso rispetto. Le<br />
società primitive la veneravano<br />
come Dea Madre e, considerandola<br />
fonte di vita per tutti gli<br />
esseri viventi, celebravano riti<br />
in suo onore per assicurarsene i<br />
frutti e la benevolenza.<br />
Dio ha posto l’uomo al vertice<br />
della creazione nel paradiso<br />
terrestre, destinato a dominare<br />
su tutte le altre creature in una<br />
perfetta armonia fino a quando<br />
il peccato non ha rotto questo<br />
equilibrio.<br />
L’uomo di oggi, accecato<br />
149<br />
dall’avidità, ha posto al centro<br />
della sua vita il denaro e il potere,<br />
abbandonando quel rapporto<br />
di rispetto e amore verso la terra,<br />
si è impossessato della natura<br />
usandola secondo i propri criteri,<br />
senza pensare che essa è un<br />
dono avuto in prestito da restituire<br />
alle future generazioni, che<br />
rappresentano l’estensione della<br />
sua stessa vita.<br />
Con questo atteggiamento<br />
irresponsabile, in questi ultimi<br />
decenni ha provocato l’estinzione<br />
di molte specie animali e ne<br />
ha messo a rischio tante altre,<br />
appropriandosi del loro habitat.<br />
La biosfera è seriamente<br />
minacciata, l’agricoltura industriale<br />
ha sviluppato forme<br />
intensive che tendono a sfruttare<br />
la terra fino all’ultima risorsa,<br />
intossicandola con l’uso degli<br />
anticrittogamici per mettere in<br />
commercio frutti senza imperfe-<br />
... Sempre<br />
meno gaia!<br />
di Anna Calabrese<br />
zioni, ma anche senza il profumo<br />
e il sapore di un tempo in<br />
cui tutto cresceva seguendo il<br />
ritmo naturale delle stagioni.<br />
L’incremento della popolazione,<br />
l’uso crescente di una<br />
maggiore quantità di energie,<br />
l’aumento dei rifiuti di ogni<br />
genere, intossicano giorno dopo<br />
giorno la vita della terra e sulla<br />
terra.<br />
L’effetto serra, le alluvioni e<br />
tutti i disastri geologici accaduti<br />
negli ultimi decenni, sono il grido<br />
di dolore che la terra emana<br />
per farci capire che non ce la fa<br />
più a tollerare i nostri comportamenti<br />
irresponsabili.<br />
Il futuro del pianeta è nelle<br />
mani dell’uomo di oggi, ciò che<br />
accadrà in futuro è la conseguenza<br />
delle decisioni che egli<br />
sarà in grado di prendere nell’immediato.<br />
Fino ad oggi è<br />
riuscito a distruggere tanto di
Attualità Nel Segno del Sangue<br />
ciò che la natura ha costruito in<br />
miliardi di anni.<br />
Con la sua attività è intervenuto<br />
in modo diretto e indiretto<br />
sui cicli della natura, provocando<br />
eventi negativi le cui conseguenze,<br />
spesso, ricadono sulle<br />
popolazioni povere e lontane da<br />
quelle che ne sono la causa.<br />
L’uomo ha distrutto ambienti<br />
naturali fondamentali per l’equilibrio<br />
della terra; basti pensare<br />
alla deforestazione e alla<br />
continua sottrazione di suolo<br />
agricolo per costruire nuove<br />
strade o centri commerciali, che<br />
ormai rappresentano i nuovi<br />
punti di incontro per giovani e<br />
famiglie, circostanza non sempre<br />
positiva in quanto fa si che<br />
aumenti ancor più la distanza<br />
che lo separa dalla natura.<br />
150<br />
L’edilizia favorisce la costruzione<br />
di nuove abitazioni attorno<br />
a tali centri commerciali; i<br />
centri storici, specialmente nei<br />
paesi, vengono abbandonati e<br />
lasciati alla loro lenta distruzione.<br />
Si perdono così, oltre alle<br />
preziose risorse naturali, anche<br />
identità di popoli, secoli di storia<br />
e di cultura.<br />
Abbiamo ricevuto un bene<br />
naturale e culturale dal valore<br />
inestimabile che continuiamo a<br />
saccheggiare avanzando false<br />
questioni economiche, politiche<br />
e sociali; nonostante le reazioni<br />
violente della natura, immersi<br />
come siamo negli ingranaggi di<br />
questa società che ci vuole tutti<br />
alienati, non riusciamo più ad<br />
apprezzarne il valore.<br />
Per ritrovare l’armonia iniziale,<br />
è necessario riscoprire la<br />
semplicità in tutte le sue forme,<br />
al fine di poter guardare la realtà<br />
senza pregiudizi e inutili<br />
complicazioni, recuperare quell’atteggiamento<br />
reverenziale col<br />
quale S. Francesco d’Assisi si<br />
rivolgeva a tutte le creature,<br />
riflesso della grandezza di Dio.<br />
Il suo “Cantico delle creature”,<br />
è un inno di lode e di ringraziamento<br />
a Dio, il cui contenuto,<br />
attualissimo sebbene siano trascorsi<br />
otto secoli dalla sua composizione,<br />
mette in evidenza<br />
quel rapporto di rispetto e fratellanza<br />
verso tutte le creature dell’universo,<br />
legate tra loro da un<br />
imprescindibile amore universale.<br />
Oggi tutte le associazioni che<br />
si occupano di ecologia non possono<br />
fare a meno di farne riferimento.<br />
Tutto l’universo scaturisce<br />
da un gesto d’amore di Dio.<br />
L’evoluzione non è solo una conseguenza,<br />
un fatto accidentale,<br />
ma è anche la realizzazione della<br />
perfezione voluta da Dio attraverso<br />
la quale egli cerca di<br />
richiamare la nostra attenzione<br />
per stupirci continuamente e<br />
manifestarci il suo amore. Se<br />
Dio si stancasse di amarci interromperebbe<br />
questo flusso di<br />
amore creativo e tutto tornerebbe<br />
nel caos. Non si stancherà mai di<br />
meravigliarci, ma l’uomo, che<br />
perde il contatto con se stesso e<br />
con la Madre Terra, rischia di<br />
distruggere in pochi decenni ciò<br />
che lui va costruendo da miliardi<br />
di anni. Di quanto sia importante<br />
il legame con la nostra Madre<br />
Terra anche l’Eucarestia ne è<br />
simbolo: il Signore, per restare<br />
in mezzo a noi, ha scelto di<br />
nascondersi nel pane e nel vino:<br />
i frutti che per eccellenza rappresentano<br />
la sacralità della terra.<br />
L’uomo è chiamato a collaborare<br />
con Dio nella conservazione<br />
di questo bene inestimabile.<br />
Egli stesso infatti viene dalla<br />
terra e le sue origini sono esplicitamente<br />
espresse nella Bibbia<br />
in Gen 2, 7, dove è scritto che:<br />
“Il Signore Dio plasmò l’uomo<br />
con la polvere del suolo e soffiò<br />
nelle sue narici un alito di vita e<br />
l’uomo divenne un essere<br />
vivente”.
Nel Segno del Sangue Notizie<br />
MICHELE COLAGIOVANNI –<br />
Una Casa per Partire –<br />
La Casa di Santa Maria De<br />
Mattias a Vallecorsa,<br />
Editrice Stilgraf, Cesena<br />
2009. ISBN 88-96240-33-5<br />
Il volume, nonostante la<br />
piccola mole, è molto articolato.<br />
Se non si fa bene attenzione<br />
si rischia di perdere la<br />
logica con la quale è strutturato.<br />
Il lettore si smarrirebbe<br />
tra le sue 112 pagine riccamente<br />
illustrate, racchiuse da<br />
una copertina molto fascinosa,<br />
suddivise in sette capitoli.<br />
Una densa presentazione,<br />
dovuta a Irene Mirabella,<br />
principale collaboratrice dell’autore<br />
nel raccogliere e<br />
inventariare il Mu seo-Archivio<br />
di cui dirò, evidenzia<br />
bene già nel titolo del suo<br />
brano, Il Pensatoio, l’essenza<br />
della nuova pubblicazione<br />
di don Michele Colagiovanni<br />
e questi, a sua volta, lo esprime<br />
nel titolo del volume:<br />
intende fare in modo che la<br />
Casa di Maria De Mattias a<br />
Vallecorsa continui a svolgere<br />
il ruolo che ebbe nei confronti<br />
della Santa. Le mura di<br />
questa Casa furono il grembo<br />
dal quale Maria partì trasformata<br />
e adeguata all’impresa<br />
che an dava a compiere. La<br />
maturazione di Maria De<br />
Mattias avvenne tutta dentro<br />
151<br />
Notizie<br />
le stanze di questa Casa, specialmente<br />
dentro la sua stanzetta,<br />
conservata integra:<br />
dun que questa fu per lei la<br />
Casa per partire!<br />
Efficace la sintesi con la<br />
quale il Colagiovanni, nel I<br />
capitolo, riassume la mentalità<br />
di oggi e di sempre, con<br />
il rovesciamento del Primo<br />
Comandamento: “Io sono il<br />
Signore Dio Mio, non avrò<br />
altro Dio all’infuori di Me”.<br />
Fu la mentalità di Adamo e<br />
Eva: essere Dio di se stessi.<br />
Nel II capitolo, iniziale in<br />
un certo senso, l’autore spiega<br />
la funzione della Casa e<br />
del libro che vuole indicarne<br />
la funzione: una guida per<br />
chi guida. Vuol dire, penso,<br />
che chi legge deve essere in<br />
grado di diventare un interprete<br />
saggio della storia<br />
umana, della dimora su questa<br />
terra, a beneficio di chi si<br />
smarrisce nel semplice episodio<br />
e non vede la concatenazione<br />
dei fatti, o addirittura<br />
si appassiona al gossip. Il<br />
bene è una catena che incrementa<br />
il bene e il male, parimenti,<br />
una catena che incrementa<br />
il male. Maria De<br />
Mattias, che fu una grande<br />
guida morale, nella propria<br />
Casa continua ad attestare<br />
tale realtà a favore del bene.<br />
Da prima ancora della Sala<br />
delle Stampe, di cui dirò,<br />
ospita un <strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> a lei<br />
dedicato, che pubblica una<br />
rivista; accoglie un archivio/museo<br />
dedicato a Licinio<br />
Refice, ampiamente illustrato<br />
nel volume Una Stanza<br />
per Refice, di 160 pagine,<br />
edizioni Stilgraf, 2006, già<br />
esaurito ma disponibile nel<br />
sito www.liciniorefice.it<br />
Licinio Refice (1883-<br />
1954) è il noto autore di<br />
musica sacra e di opere liriche<br />
a soggetto sacro, che<br />
scrisse tra l’altro una messa<br />
per la beatificazione di Maria<br />
De Mattias. In realtà coabitano<br />
con lui numerose personalità<br />
di spicco della vita culturale<br />
e sociale, specialmente<br />
del Basso Lazio, ma non
Notizie Nel Segno del Sangue<br />
solo. Sono: Eraldo Simoni di<br />
Patrica, che fu speciale collaboratore<br />
di Refice; due suoi<br />
fratelli, don Federico e don<br />
Icilio (eressero la monumentale<br />
Croce su Monte Cacume);<br />
un loro cugino, il generale<br />
Simone Simoni, bel personaggio,<br />
eroe e martire alle<br />
Fosse Ardeatine; il poeta<br />
Libero de Libero; la delicata<br />
poetessa Maria Antonietta<br />
De Carolis, Mattonetta, morta<br />
per la rappresaglia tedesca<br />
a Capua durante l’ultima<br />
Guerra Mondiale, una esemplare<br />
madre di famiglia,<br />
Anna Maria Dettori…<br />
Della Casa il Colagiovanni,<br />
nel III capitolo, distingue<br />
l’area sacra, cioè la parte che<br />
è direttamente legata alla vita<br />
della Santa, da quella che è<br />
stata adibita a svariati usi e<br />
iniziative ed ora in minima<br />
parte ad impieghi stabili di<br />
promozione culturale, come<br />
quelli di cui si occupa questo<br />
volume. Don Michele recupera<br />
perfino l’atto di acquisto<br />
(mediante permuta) dei<br />
De Mattias in tempo di Impero<br />
Napoleonico e la minuziosa<br />
descrizione da parte dell’ingegnere<br />
del tempo, con il<br />
corrispondente valore delle<br />
parti e del tutto. Lo fa in conclusione,<br />
nel capitolo VII,<br />
quasi come una appendice.<br />
Anche così dimostra che è la<br />
Casa la protagonista del li -<br />
bro, ma grazie al suo essere<br />
la Casa della Santa. La Casa<br />
152<br />
nella quale si può acquistare<br />
il senso della Storia della<br />
Salvezza (capitolo IV).<br />
I significati del titolo sono<br />
evidenti e imperniati sulla<br />
doppia interpretazione del<br />
verbo “partire”.<br />
In senso storico: è la Casa<br />
da cui, 175 anni fa, la Santa<br />
partì per la missione di fondare<br />
le Adoratrici del Preziosissimo<br />
Sangue (oggi Adoratrici<br />
del Sangue di Cristo) in<br />
Acuto. Presa così, l’edizione<br />
assume una puntualità esemplare,<br />
quasi un libro d’occasione,<br />
commemorativo. [Si<br />
sono svolte, infatti, le celebrazioni<br />
per ricordare l’evento<br />
che avvenne il 4 febbraio<br />
1834 e sono consistite in un<br />
pellegrinaggio di reliquie<br />
insigni da Vallecorsa ad Acu-<br />
to. A tale pellegrinaggio si<br />
riferisce la fotocronaca che<br />
accompagna questo articolo].<br />
In senso morale: è la Casa<br />
del cammino interiore, che<br />
rende possibile e degno quello<br />
esteriore. Si deve infatti<br />
sapere che questa non è la<br />
casa natale della Santa, ma<br />
può fregiarsi di tale titolo<br />
per ché tra le sue pareti ella<br />
nac que alla santità e concepì<br />
l’idea della fondazione di un<br />
istituto. Questo fu il Pensatoio<br />
che consentì a Maria di<br />
ma turare il progetto, proteggerlo<br />
per lunghi anni e metterlo<br />
alla luce quando fu idoneo<br />
a affrontare il mondo.<br />
In che modo don Michele,<br />
con il suo libro, cerca di ottenere<br />
questo stesso risultato a<br />
beneficio del visitatore della<br />
Qui sopra: lʼurna con le reliquie della Santa.<br />
Nelle due pagine seguenti, il particolare dellʼurna,<br />
il suo arrivo a Vallecorsa e lʼesuberanza dei giovani.
Nel Segno del Sangue Notizie<br />
Casa? Ha allestito all’interno<br />
di essa una Sala delle Stampe<br />
(che è materia dell’intero<br />
capitolo V), nella quale l’ospite<br />
è invitato a percorrere<br />
un cammino di riflessione<br />
con l’ausilio di documenti<br />
dell’epoca, i quali mostrano<br />
come la Storia dell’Uomo<br />
non è altro che una ripetizione<br />
di errori sempre uguali.<br />
La constatazione avrebbe<br />
avvezzato qualunque altro<br />
animale privo di intelligenza<br />
a non ripeterli più, grazie al<br />
famoso riflesso condizionato<br />
di Ivan Pavlov. Gli esseri<br />
umani, invece, non fanno che<br />
incaponirsi a replicarli da<br />
migliaia di anni, sempre nella<br />
presunzione che sia la volta<br />
buona. Ma è il solito fallimento<br />
che non ammaestra<br />
nessuno.<br />
Prima di entrare nella Sala<br />
delle Stampe siamo invitati,<br />
me diante una<br />
153<br />
grande stampa di Gustav<br />
Doré, a prendere coscienza<br />
che il personale cammino<br />
che ci attende si inserisce<br />
nella fondamentale lotta tra<br />
bene e male, richiamata dalla<br />
lotta tra gli Angeli fedeli e<br />
quelli ribelli, tra l’Arcangelo<br />
Michele (il cui nome indica il<br />
primato di Dio, che dà senso<br />
all’uomo) e Lucifero (il cui<br />
nome indica il principio del<br />
male perché illude sulla possibilità<br />
che l’uo mo possa dar<br />
significato a se stesso).<br />
Ora può iniziare il<br />
percorso. Nella<br />
cornice è effigiato il visitatore<br />
stesso. Si chiederà qualcuno;<br />
“Come è possibile che<br />
nel quadro si trovi effigiato<br />
ogni visitatore?”. È possibile<br />
perché, trattandosi di uno<br />
specchio, mostra chi vi si po -<br />
ne davanti. La riflessione<br />
proposta è: «Il primo quadro<br />
ti presenta a te stesso. Ti<br />
accade più volte al giorno,<br />
magari mentre guardi una<br />
vetrina cercando qualcosa;<br />
op pure di proposito per<br />
migliorare il tuo aspetto.<br />
Questa volta è speciale, perché<br />
lo fai per migliorare dentro.<br />
Incorniciato alla parete,<br />
come un protagonista, perché<br />
lo sei, eccoti! […]. Protagonista<br />
vuol dire attore principale.<br />
Hai davanti a te l’interprete<br />
e la posta in gioco. La<br />
trama è da scrivere di giorno<br />
in giorno».<br />
L’avvio è davvero intrigante.<br />
L’interrogativo si in -<br />
serisce nel soliloquio del pel-<br />
LA RIPARTENZA DI MARIA DE MATTIAS<br />
Domenica 20 febbraio Maria De Mattias è tornata<br />
a casa, a Vallecorsa, grazie a una preregrinatio di<br />
sue reliquie insigni. È tornata per ripartire. Accolta<br />
dalla cittadinanza, lei Donna di Chiesa, ha compiuto<br />
soste nelle chiese locali. Durante i giorni 21 e<br />
22 il missionario don Bartolo Calderone e la Comunità<br />
dell’Accoglienza di Albano, che egli dirige, composta<br />
di giovani orientati al sacerdozio, hanno incontrato le<br />
realtà locali, con risultati molto incoraggianti. La peregrinatio<br />
è proseguita poi per Frosinone e Ferentino, dove erano a attendere<br />
le spoglie della Santa i suoi parenti per via materna. Da Ferentino, dal cui<br />
vescovo ebbe il mandato per Acuto, si è portata a Anagni e quindi a Acuto il 1° marzo, dove è rimasta fino al giorno<br />
8, accolta dalle massime autorità e dal vescovo, lei che era stata da un suo predecessore, in sesno ironico:<br />
“La Vescovessa di Acuto”.
Notizie Nel Segno del Sangue<br />
154<br />
NEL Il grande tuffo nell’immenso<br />
Gesù asserisce che il Patto, che genera la<br />
Chiesa, è definitivo. Perché lo si deve rinnovare<br />
così spesso?<br />
Perché lo ha detto lui. “Ogni volta che fate<br />
questo fatelo in memoria di me…”. Non ha<br />
posto nessun limite alla frequenza. L’importante<br />
è che sia ciò che fece quella volta per sempre.<br />
E quella volta fu NEL suo Sangue. Dunque<br />
ogni volta deve essere così.<br />
Che cosa significa NEL Sangue di Cristo?<br />
È giusto enfatizzare la preposizione, come<br />
si è fatto in questa domanda. La storia del lemma<br />
spiega che il senso proprio è “dentro il”,<br />
esattamente come NELLA significa “dentro la”.<br />
Esprime la congiunzione tra un concetto e l’esserci<br />
dentro.<br />
Dentro il Sangue di Cristo dunque?<br />
Si. Ma per capire bene può giovare un’altra espressione della vita cristiana<br />
molto praticata: la formula del segno della Croce. Diciamo, compiendo<br />
il gesto: “NEL nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. La<br />
frase è in apparenza sgrammaticata, un anacoluto, perché verrebbe da<br />
chiedersi: “Che cosa?”. Se io dico a un uditorio,: “Nel giardino”. E poi non<br />
dico altro. Coloro che ascoltano restano perplessi, in attesa di poter completare<br />
il senso delle mie parole.<br />
Perché si tollerano questi errori, cioè questi anacoluti?<br />
Perché a volte essi potenziano il messaggio più che se questo fosse<br />
espresso da un predicato. Se io dicessi: “Nel giardino passeggio” – il<br />
senso sarebbe compiuto e tutti i miei ascoltatori saprebbero che nel giardino,<br />
dove si possono fare tante cose, io passeggio. Se invece non dico<br />
che cosa faccio in giardino e lascio in sospeso la frase, la mente è autorizzata<br />
a espandersi senza limiti nelle possibilità svariate di concludere<br />
quel messaggio. Nel giardino le possibilità non sono inesauribili: leggere,<br />
coltivare le piante, potare gli alberi, ascoltare il canto degli uccelli... E più<br />
l’elenco si allunga più diventa difficile aggiungere un’altra possibilità. Alla<br />
fine ci si arrende. Il giardino, entità attraente, dimostra i suoi limiti.<br />
Che cosa dicono dunque le parole del segno della croce?<br />
Il cristiano, che con il gesto segna i quattro punti cardinali su se stesso,<br />
dice che tutta quella realtà, immanente e trascendente, egli la percepisce<br />
immersa NEL Misero Trinitario evocato dai tre nomi, manifestazione<br />
dell’unico Dio. Egli già era immerso in quel mistero, perché tutti lo siamo.<br />
Proclamarlo rende consapevoli di ciò che è in atto. Come quando<br />
tiriamo un respiro profondo, perché avvertiamo che l’aria è particolarmente<br />
frizzante e gustosa e vorremmo appropriarcene o essere da essa<br />
posseduti. Impossibile, ma intanto per un attimo, grazie a quel respiro<br />
straordinario, abbiamo riscoperto la bellezza del respiro normale che ci<br />
tiene in vita senza che ce ne accorgiamo.<br />
legrino che visita la Casa di<br />
una santa, la casa da cui partì<br />
per grandi imprese interiori<br />
e esteriori, private e pubbliche.<br />
Diventa un assillo<br />
particolarmente efficace e<br />
stimolante. Si direbbe che il<br />
pellegrinaggio che ha condotto<br />
l’ospite fin qui, cominci<br />
invece proprio qui, dentro<br />
questa Sala e grazie a questa<br />
Casa, che è dunque una Casa<br />
per partire o ripartire. Per ri -<br />
flessioni successive, lungo<br />
altre sessantatre tappe, si ar -<br />
riva alla conclusione. Che<br />
fare? Da che parte stare? Partire<br />
da questa stanza non può<br />
essere un atto spensierato. Il<br />
mondo è stato redento a caro<br />
prezzo da Cristo: con il proprio<br />
Sangue. C’è un quadro<br />
conclusivo che mostra due<br />
santi: la padrona di Casa,<br />
Maria De Mattias, e Gaspare<br />
del Bufalo, che raccolgono il<br />
Sangue di Gesù. Fu la loro
Nel Segno del Sangue Notizie<br />
spiritualità, fondamento di<br />
un mondo redento. Fare in<br />
modo che quel Sangue non<br />
risultasse sparso invano, ma<br />
che ciascuno ne traesse profitto<br />
per sé e per gli altri.<br />
L’invito a collaborare alla<br />
Redenzione, al termine del<br />
percorso, diventa perciò una<br />
scelta obbligante, una occasione<br />
da non perdere, per<br />
rendere la storia umana ciò<br />
che dovrebbe essere, maestra<br />
della vita, quindi capace di<br />
farci partire con il piede giusto<br />
nell’affrontarla e nel<br />
cambiare la Storia.<br />
Efficace la sintesi con la<br />
quale il Colagiovanni, nel I<br />
capitolo, riassumeva la mentalità<br />
di oggi e di sempre, con<br />
il rovesciamento del Primo<br />
Comandamento: “Io sono il<br />
Signore Dio Mio, non avrò<br />
altro Dio all’infuori di Me”.<br />
Altrettanto efficace la sintesi<br />
opposta che è nel capitolo VI,<br />
come a conclusione del percorso<br />
che il visitatore ha compiuto<br />
nella Sala delle Stampe,<br />
o semplicemente leggendo il<br />
libro: “Io ho bisogno di Dio”.<br />
Fu la morale testuale a cui<br />
giunse Maria De Mattias tra<br />
queste pareti, meditando sul<br />
modo di dare valore alla vita.<br />
L’epilogo avviene nel nome<br />
del Sangue di Cristo: il prezzo<br />
che è stato versato per fondare<br />
questa storia nuova e che è<br />
l’unica che consente di evitare<br />
che si continui a spargere<br />
sangue umano, in senso reale<br />
155<br />
Torniamo all’eucaristia, adesso. Che cosa significa Alleanza NEL Sangue<br />
di Cristo?<br />
Ti propongo una risposta mediante immagine. Tu sei una goccia di<br />
acqua. In essa c’è tutta la tua realtà: la tua corporeità e la tua anima, i<br />
tuoi progetti, i sogni e le delusioni. Sei la tua finitezza e al tempo stesso<br />
la tua appartenenza all’immensità dell’oceano, su cui stai sospesa, pienamente<br />
libera delle tue scelte. Decidi di tuffarti nell’Oceano, che ti invita<br />
all’Alleanza, proposta estesa a tutte le goccioline che, come te, stanno<br />
sospese in piena libertà e ugualmente ricevono lo stesso invito. Tu<br />
decidi, in piena libertà, ma consapevole della tua finitezza, di entrare nell’immensità<br />
e cadi, goccia, nell’oceano, dove incontri tutte le altre gocce<br />
e, al tempo stesso, l’Oceano in quanto tale.<br />
Ebbene?<br />
Ebbene: tu non puoi esprimere meglio la tua decisione, non puoi<br />
meglio percepire le conseguenze che derivano dall’atto che hai compiuto,<br />
se non dicendo a te stesso, come un grido che comprende e quindi<br />
esprime l’esistenza: “NELL’Oceano!”.<br />
Non c’ è un rischio di panteismo?<br />
Sì, se restiamo alla goccia d’acqua, che ho evocato solo come esempio<br />
e all’oceano, che è a sua volta una goccia d’acqua nell’universo.<br />
Immaginati, invece, una goccia di sangue. Essa è tutto il tuo sangue. Ha<br />
nutrito i tuoi progetti nel cervello, le tue energie fisiche nei muscoli, il tuo<br />
splendore nelle membra… Stai sospesa sul mistero di Dio, che è Amore,<br />
ma nessuno l’ha visto mai. Stai sospesa sul Sangue di Cristo, che è Dio<br />
e che NEL suo Sangue dà la misura dell’amore di Dio. Ti viene fatta la<br />
proposta di Alleanza. Per aderire si richiede la tua libera decisione di<br />
aderire con il tuo al Sangue di Cristo.<br />
Ebbene?<br />
Ebbene: tu, piccola goccia di sangue, non puoi esprimere meglio la<br />
tua decisione, non puoi meglio percepire le conseguenze che derivano,<br />
non puoi meglio attuare ciò a cui miri, se non dicendo a te stessa, come<br />
un grido che comprende e quindi esprime l’esistenza: “NEL SANGUE DI<br />
CRISTO”. Perdersi per ritrovarsi in una Nuova Interpretazione dell’Esistenza,<br />
dove tu resti autonoma e al tempo stesso immersa in Cristo.<br />
o metaforico, con le violenze.<br />
L’autore, da me interrogato,<br />
tiene a precisare che la<br />
sua iniziativa valorizza la<br />
Casa senza stravolgerne la<br />
sacralità, perché utilizza am -<br />
bienti non strettamente legati<br />
alla vita della Santa. Nel dirmi<br />
queste cose ha espresso la<br />
gratitudine alle Suore Adoratrici<br />
del Sangue di Cristo, per<br />
la larghezza di vedute dimostrata<br />
nel favorire una tale<br />
iniziativa.<br />
Non sono ancora mai stata<br />
nella Casa di Santa Maria De<br />
Mattias a Vallecorsa, ma<br />
que sto volume, oltre a farmi<br />
maturare il proposito di an -<br />
darvi, mi ha fatto vivere in<br />
anticipo l’emozione.<br />
Lauretta Frecentese
Notizie Nel Segno del Sangue<br />
SEDE USC -<br />
Restauro di una statua di<br />
San Francesco Saverio.<br />
Scrive di lei su in Pratica un<br />
giornalino patricano dell’agosto<br />
1987 Marisa Simoni: “Maria<br />
Giuliani nasce a Patrica [...] ma<br />
come scultrice nasce a Roma,<br />
per caso, quando già è sposata e<br />
ha figli grandi. Nella Capitale.<br />
infatti, frequentando la casa di<br />
una vicina, di nazionalità americana<br />
(la signora Geneviev<br />
Haugh, allieva della Zareschi)<br />
156<br />
scopre la passione per la scultura”.<br />
Da allora ha partecipato a<br />
molte mostre e conseguito riconoscimenti.<br />
Amica dei Missionari, è stata<br />
invitata a restaurare una statua<br />
di San Francesco Sa verio, proveniente<br />
dalla Casa di Patrica e<br />
oggi nella sede della USC di<br />
Roma. Eccola all’opera, nella<br />
foto. Come è noto il santo, di<br />
cui Gaspare del Bufalo era<br />
devotissimo, è protettore della<br />
Congregazione dei Missionari<br />
del Preziosissimo Sangue.<br />
m. c.<br />
ALBANO -<br />
Morte di don Nicola Misto<br />
Il 4 febbraio <strong>2010</strong> è morto a<br />
Albano all’età di novantaquattro<br />
anni, uno dei più prestigiosi<br />
missionari del Preziosissimo<br />
Sangue, don Nicola Misto. è<br />
morto nell’anno sacerdotale,<br />
dedicato al ricordo del Curato<br />
d’Ars con il quale non si faticherebbe<br />
a trovarte aspetti in<br />
comune.<br />
Era nato a Putignano il 7<br />
febbraio 1916 e in quella cittadina<br />
aveva conosciuto i Missionari,<br />
che dal 2 febbraio 1908 vi<br />
si erano impiantati, nella monumentale<br />
chiesa di Santa Maria la<br />
Greca, rendendola immediatamente<br />
un forte centro di vita<br />
spirituale. Molti e celebri predi-<br />
catori della stessa congregazione<br />
percorrevano la Puglia in<br />
quegli anni, da Santeramo, Bari,<br />
Modugno.<br />
Don Nicola, schivo per natura,<br />
silenzioso, sempre malaticcio,<br />
durante la lunga vita non ha<br />
ricoperto incarichi di alcun<br />
genere, non ha predicato missioni<br />
straordinarie, ma nella<br />
preghiera e nella riflessione rag<br />
giunse una straordinaria maturità,<br />
in svariati campi, soprattutto<br />
nelle cose dello spirito, da essere<br />
considerato una guida indiscussa.<br />
La direzione spirituale,<br />
perciò, e le confessioni divennero<br />
il suo costante campo di lavoro.<br />
Persone di ogni categoria<br />
hanno beneficiato dei suoi con-
Nel Segno del Sangue Notizie<br />
sigli e soprattutto della sua<br />
imperturbabile serenità e disarmante<br />
semplicità.<br />
Come direttore spirituale dei<br />
seminari di Roma e Albano ha<br />
formato schiere di Missionari<br />
del Preziosissimo Sangue.<br />
Si legge nel suo testamento:<br />
“Non ringrazierò mai abbastanza<br />
il Signore di avermi dato la<br />
vocazione sacerdotale e di avermi<br />
chiamato a realizzare la missione<br />
nell’ Istituto del Preziosissimo<br />
Sangue. Con la mia morte,<br />
intendo compiere l’ultimo atto<br />
del mio ufficio sacerdotale e<br />
concludere, con essa, il sacrificio<br />
della mia vita per amore di<br />
Gesù a gloria del Padre”.<br />
m. c.<br />
RIPA TEATINA -<br />
Feste della Madonna del<br />
Sudore<br />
Nella parrocchia dedicata a<br />
San Pietro Apostolo due volte<br />
l’anno si celebra la festa della<br />
Madonna del Sudore: il 22 marzo<br />
e il 19 settembre. Questo<br />
insolito titolo venne dato alla<br />
Vergine in un secondo tempo.<br />
Infatti nei pressi del fiume Alento<br />
vi era un tempietto dedicato a<br />
lei sotto il titolo di Santa Maria<br />
d’Alento. La tela viene attribuita<br />
al pittore Antonio Solario,<br />
detto lo Zingaro. La Madonna è<br />
rappresentata seduta in trono,<br />
con il Bambino nudo deduto<br />
157<br />
sulle sue ginocchia, mentre si<br />
protende verso san Giustino che<br />
a sua volta allarga le braccia per<br />
accoglierlo. Altri due santi nel<br />
lato opposto guardano la scena<br />
ammirati.<br />
A causa delle forti piogge nel<br />
corso del 1685 la corrente erose<br />
il suolo su cui sorgeva la chiesetta<br />
e rese pericolante l’intera<br />
struttura, che minacciava di<br />
crollare. Due coniugi devoti,<br />
Vincenzo Valente e Lucrezia<br />
Ambrosini, notato il pericolo,<br />
decisero di mettere in salvo la<br />
tela, portandola in paese e affidandola<br />
alla custodia della<br />
nobile famiglia, il cui rappresentante<br />
era don Antonio Bri-<br />
ganti. Ciò avvenne il 19 settembre<br />
di quell’anno.<br />
Questa fu la prima traslazione<br />
della venerata immagine.<br />
Circa mezzo secolo dopo, la<br />
sera del Lunedì Santo del 22<br />
marzo 1728, mentre nella chiesa<br />
parrocchiale venivano celebrate<br />
le Quarantore, una donna entrò<br />
in chiesa gridando ai presenti<br />
che nel Palazzo Briganti l’immagine<br />
di Santa Maria d’Alento<br />
emanava sudore di sangue dalla<br />
fronte. I sacerdoti e il popolo<br />
accorsero sul luogo e constatarono<br />
la veridicità del miracolo e<br />
si prostrarono davanti all’immagine<br />
miracolosa.<br />
A seguito del prodigio la tela<br />
prese il titolo di Santa Maria del<br />
Sudore e venne collocata nella<br />
chiesa parrocchiale ove la popolazione<br />
prese a festeggiarla nelle<br />
ricorrenze della traslazione in<br />
paese e della sudorazione.<br />
I Missionari del Preziosissimo<br />
Sangue predicarono una<br />
missione popolare dal 13 al 27<br />
marzo 1999 in preparazione al<br />
Grande Giubileo. Quest’anno<br />
don Alberto Rinaldi, allora<br />
direttore di quella missione,<br />
recatosi a Ripa Teatina per<br />
impartire il battesimo al piccolo<br />
Andrea Rotolone, su richiesta<br />
dei genitori, è stato invitato dal<br />
parroco don Gennaro Di Battista<br />
a presiedere la celebrazione<br />
eucaristica del 22 marzo cui ha<br />
fatto seguito la processione.
Notizie Nel Segno del Sangue<br />
Erano presenti ben sei confessori per soddisfare<br />
la richiesta dei fedeli.<br />
La festa era stata preceduta da una novena di<br />
preghiere presso la chiesa parrocchiale e in quattro<br />
contrade del Comune per favorire la partecipazione<br />
dei molti devoti. Al termine della novena,<br />
i quattro gruppi organizzati, si si recavano<br />
processionalmente al paese per intervenire alla<br />
celebrazione comunitaria.<br />
Quest’anno la festa è stata singolarmente fervorosa<br />
per la concomitanza di due eventi. Il primo<br />
ha riguardato la gratitudine per una sorta di<br />
prodigio. Una frana, abbattendo il muro di contenimento,<br />
aveva sepolto il proprietario del terreno,<br />
Ulisse Verna. Estratto vivo dal cumulo di terra e<br />
pietre, contro ogni speranza, ha voluto esprimere<br />
la sua gratitudine alla Vergine a cui ha attribuito<br />
il miracolo e pertanto ha organizzato personal-<br />
158<br />
mente una delle compagnie pellegrine. L’altro<br />
evento riguarda il sogno di un anziano signore. È<br />
parso a lui che la Madonna gli dicesse di aver<br />
cura del fratello, anche lui anziano, a letto e molto<br />
malato. Avendo riconosciuto nella visione la<br />
Madonna del Sudore, ha ritenuto di dover organizzare<br />
una “compagnia” per aderire all’invito<br />
della Vergine.<br />
Nell’omelia don Alberto, richiamati i temi della<br />
missione popolare e del Giubileo del millennio,<br />
ha collegato il titolo mariano di Ripa Teatina<br />
con il sudore di sangue di Gesù nell’Orto degli<br />
Ulivi e anche con il sudore umano che si richiedeva<br />
nelle campagne abruzzesi, al tempo dei fatti,<br />
per la sopravvivenza e con la difficoltà, nei<br />
nostri tempi di secolarizzazione, per essere<br />
coerenti con i valori della fede.<br />
m. c.<br />
Inno alla Madonna del Sudore<br />
Fu già visto in duro legno<br />
Sparger Sangue il divin Figlio,<br />
Fu quel Sangue il più bel segno<br />
Che restasse a noi quaggiù.<br />
Or la Madre del Signore,<br />
Nel mirar novo periglio,<br />
Col sanguigno suo Sudore<br />
Placa l’ira di Gesù.<br />
Benedetta sia Maria<br />
Pel sanguigno suo Sudor<br />
Benedetta sempre sia<br />
Nella gioia e nel dolor<br />
Dalla fronte di una tela<br />
Ella esprime il gran portengo,<br />
E col Sangue ci tutela<br />
Dagli abissi dell’error<br />
Essa accoglie dall’empiro<br />
Ogni prece, ogni lamento;<br />
Fin all’ultimo respiro,<br />
Ci dirige al Creator.<br />
Benedetta sia Maria<br />
Pel sanguigno suo Sudor,<br />
Bendetta sempre sia<br />
Nella gioia e nel dolor.
Nel Segno del Sangue Umorismo<br />
159<br />
Il lato comico di Comik<br />
GIANNELLI<br />
Giannelli è l’inesauribile vignettista del Corriere della Sera. La necessità di trovare la battuta<br />
quotidiana qualche volta lo induce a non guardare troppo per il sottile. Un esempio: egli vuole<br />
punzecchiare i toni da salvatore del mondo che Silvio Berlusconi assume così spesso e fin qui<br />
non solo è nel lecito, ma probabilmente nel vero. Vuole punzecchiare, in particolare, il recente<br />
comizio in Piazza San Giovanni, a Roma? Ancora una volta è nel suo diritto. Lo fa però incorrendo<br />
in uno scivolone clamoroso. Come tutti sanno, la parte superiore della facciata della basilica,<br />
cattedrale del mondo cattolico, è orlata da una serie<br />
di statue, che possono ben dirsi convitati di pietra,<br />
immancabili a tutti i ludi verbali e canori di ogni orientamento<br />
politico e morale. Guardano, ascoltano e rimangono<br />
indifferenti. Rappresentano valori immutabili, non<br />
sono interessati alle mode. Forse però la vignetta di Giannelli<br />
ha prodotto in loro un piccolo sobbalzo. Non tanto<br />
perché il disegnatore ha introdotto un estraneo tra loro,<br />
ma perché ha identificato come san Giovanni il personaggio<br />
centrale. Come si può vedere nella riproduzione,<br />
un gendarme o una guida turistica, apostrofa la statua al<br />
vertice chiamandolo: “San Giovanni!”. Eppure quel personaggio<br />
ha tanto di croce e san Giovanni morì decapitato.<br />
La statua al vertice della Cattedrale del Mondo non<br />
può che essere dedicata a Cristo Salvatore. Ogni tanto i<br />
disegnatori satirici fanno sorridere di se stessi.<br />
VESCOVI<br />
Quasi tutti i giornali sono convinti che l’intervento dei<br />
vescovi sull’aborto sia controproducente per i candidati antiabortisti, essendo la società italiana<br />
ormai secolarizzata. Dovrebbero essere contenti, visto che quei giornali sono strumento e portavoce<br />
della secolarizzazione. I vescovi darebbero loro una mano. E invece emettono alti<br />
lamenti per l’intervento. Due le ipotesi: o sono cattolici in incognito, segretamente antiabortisti,<br />
o hanno ormai acquisito un tic, come le galline: prima di guardare se vi sia un vermicello da<br />
beccare ruspano con le zampe perfino su una spianata di cemento armato, dove non c’è nulla<br />
da scavare e se non c’e beccano lo stesso.<br />
DA QUALE PULPITO…<br />
Così Liberazione intitola a tutta pagina, volendo dire che la Chiesa non ha titolo per predicare<br />
contro il malcostume e i crimini… È vero, l’immagine della Chiesa è offuscata da troppi casi di<br />
comportamenti orribili, dei quali ci sarebbe da vergognarsi anche per uno solo; ma davvero viene<br />
spontaneo replicare con lo stesso titolo al giornale che ha alle spalle storie di crimini orrendi,<br />
non solo perpetrati nel silenzio assoluto dei molti che sapevano, ma tra inni e cantici a colui<br />
che era il massimo responsabile di turno. E verrebbe voglia di replicare allo stesso modo a quasi<br />
tutti gli altri giornali e canali televisivi, che in modo meno rozzo lanciano lo stesso messaggio.<br />
Da quale pulpito viene la predica! Quotidianamente fanno violenza a minorenni e maggiorenni,<br />
come fossero il delta di una cloaca massima di redditizio lerciume. E senza ombra di<br />
rammarico, senza un segno di ravvedimento, senza sentire il bisogno di chiedere scusa, tanto<br />
meno quello di risarcire il danno in qualche modo.
4000 MESSE PERPETUE<br />
I Missionari del Preziosissimo Sangue, per facilitare la<br />
comunione di preghiera tra vivi e defunti, hanno istituito<br />
da oltre un secolo l’Opera delle 4000 Messe Perpetue.<br />
Ogni anno vengono celebrate 4000 Messe<br />
per tutti gli iscritti, vivi o defunti.<br />
Per associarsi, o per iscrivere i propri cari,<br />
basta versare l’offerta di una Messa, una volta per sempre.<br />
Si rimane iscritti in perpetuo.Viene rilasciata una pagellina<br />
con il nome della persona iscritta.<br />
PIA UNIONE DEL PREZIOSISSIMO SANGUE - VIA NARNI, 29 - 00181 ROMA<br />
Tel. e fax: 06/78.87.037 - c.c.p 391003 - e-mail: piaunione@gmail.com