Aprile 2010 - Centro Studi Sanguis Christi
Aprile 2010 - Centro Studi Sanguis Christi
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Via Narni, 29 - 00181 Roma - Mensile di informazione - Anno LIX - N° 4 - <strong>Aprile</strong> <strong>2010</strong> - Tariffa<br />
Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale<br />
D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB - Roma - Una copia € 1,00
SOMMARIO<br />
NEL SEGNO<br />
DEL SANGUE<br />
Mensile della Unione <strong>Sanguis</strong> <strong>Christi</strong><br />
dei Missionari<br />
del Preziosissimo Sangue<br />
Anno LIX - N°4<br />
<strong>Aprile</strong> <strong>2010</strong><br />
Direttore Responsabile<br />
Michele Colagiovanni, cpps<br />
Stampa e fotocomposizione<br />
Stab. Tipolit. Ugo Quintily S.p.A.<br />
Viale Enrico Ortolani, 149/151<br />
00125 Zona Industriale di Acilia - Roma<br />
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Redazione e Amministrazione<br />
00181 Roma - Via Narni, 29<br />
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C.C.P. n. 391003<br />
Autorizzazione Trib. Roma<br />
n. 229/84 in data 8-6-1984.<br />
Iscriz. Registro Naz. della Stampa<br />
(Legge 8-8-1981, n. 416, Art. 11)<br />
al n. 2704, vol. 28, foglio 25,<br />
in data 27-11-1989<br />
Finito di stampare<br />
nel mese di Marzo <strong>2010</strong><br />
EDITORIALE<br />
La persona al centro di Michele Colagiovanni 99<br />
SPIRITUALITÀ<br />
La santa Pasqua di Emanuela Sabellico 101<br />
Il perdono di Dio nel perdono dell’uomo di Enisio Di Tullio 103<br />
“Il perdono: la Misericordia” di Angelo e Carla Taddei 117<br />
L’angolo della poesia<br />
Sabato santo di Ferdinando Battaglia 105<br />
O armonia di Maria Caterina Scandàle 105<br />
MISSIONI<br />
La capretta d’oro di Giuseppe Montenegro 106<br />
“Anno sacerdotale”<br />
Liturgia mozarabica di Tullio Veglianti 109<br />
INCONTRO DI PREGHIERA<br />
Crescere nell’amore di Maria Damiano 111<br />
CATECHESI GRUPPI DI PREGHIERA - GRUPPI DI FAMIGLIE<br />
Crocifissione - Sangue dal costato di Luigi Lafavia, cpps 115<br />
NOTIZIE<br />
ROMA<br />
- Un libricino in dono con sorpresa di Michele Colagiovanni 119<br />
PIEDIMONTE SAN GERMANO<br />
- Unio <strong>Sanguis</strong> <strong>Christi</strong> di Michele Colagiovanni 120<br />
ABBAZIA DI SAN FELICE<br />
Calendario degli Esercizi spirituali <strong>2010</strong> 124<br />
LIBRI 126<br />
UMORISMO<br />
Il lato comico di Comik 127<br />
UNIONE SANGUIS CHRISTI<br />
Direttore<br />
Michele Colagiovanni, cpps<br />
Redattori<br />
Claudio Amici, Anna Calabrese,<br />
Maria Damiano, Gabriella Dumo,<br />
Aldo Gnignera, Stefania Iovine,<br />
Giovanni Lucii, Anna Maria Mascitelli,<br />
Vincenzo Mauro, Noemi Proietti,<br />
Angela Rencricca, Emanuela Sabellico,<br />
Mauro Silvestri, Carla Taddei.<br />
Grafica: Elena Castiglione<br />
Foto: Archivio USC<br />
Questa rivista è iscritta<br />
all’Associazione<br />
Stampa Periodica Italiana<br />
La redazione di<br />
Nel Segno del Sangue<br />
augura Buona Pasqua<br />
a tutti i suoi lettori<br />
CENTRO STUDI SANGUIS CHRISTI<br />
Direttore<br />
Tullio Veglianti, cpps
Nel Segno del Sangue<br />
99<br />
La persona al centro<br />
Editoriale<br />
di Michele Colagiovanni<br />
Augustin Barruel, il celebre<br />
autore delle Me -<br />
morie per servire alla<br />
Storia del Giacobinismo, co sì<br />
esordisce nel Discorso preliminare:<br />
«Sotto il disgraziato nome<br />
di Giacobinismo, una setta comparve<br />
nei primi giorni della rivoluzione<br />
francese, la quale insegnava<br />
che gli uomini sono tutti<br />
eguali e liberi; che a nome di<br />
questa eguaglianza e di questa<br />
libertà disorganizzatrice rovesciava<br />
gli altari ed i troni, e invitava<br />
a questo medesimo titolo<br />
tutti i popoli ai disastri della<br />
ribellione ed agli orrori dell’anarchia»*.<br />
La prima proposizione è<br />
sconcertante. Come si fa a mettere<br />
sotto accusa l’affermazione<br />
secondo la quale «gli uomini so -<br />
no tutti eguali e liberi»? Ma l’autore<br />
è un valido testimone dei<br />
fatti e sa che da quelli si giudicano<br />
i principi enunciati dagli<br />
uomini! Per dirla con il Vangelo,<br />
dai frutti si riconosce l’albero e<br />
indubbiamente dal Giacobinismo<br />
discesero le tristi conseguenze<br />
che egli elenca e delle<br />
quali va poi a ricercare le origini.<br />
Se il principio è vero, chi lo<br />
sbandiera lo deve applicare, lo<br />
deve rispettare. Chi lo contraddice<br />
con i fatti lo strumentalizza<br />
per affermare la propria superiorità.<br />
Continua infatti: «Dai primi<br />
istanti della comparsa del Giacobinismo,<br />
si trovò questa setta<br />
forte di trecentomila seguaci, e<br />
sostenuta da due milioni di braccia<br />
che faceva muovere in tutta<br />
l’estensione della Francia, armati<br />
di fiaccole, di picche, di mannaie<br />
e di tutti i fulmini della ri -<br />
voluzione. Sotto gli auspici e per<br />
im pulso, influenza e attività di<br />
questa setta, si sono commesse<br />
le grandi atrocità che hanno i -<br />
nondato un vasto impero del<br />
san gue dei suoi vescovi, dei suoi<br />
sacerdoti, dei suoi nobili, dei<br />
suoi ricchi signori, dei suoi cittadini<br />
di ogni ordine, di ogni età,<br />
di ogni sesso. Per opera di questi<br />
uomini medesimi il re Luigi<br />
XVI, la regina sua sposa, la principessa<br />
Elisabetta sua sorella,<br />
abbeverati di oltraggi e d’ignominia<br />
in una lunga prigionia, so -<br />
lennemente sono stati assassinati<br />
sopra di un palco, e vennero<br />
tutti i sovrani del mondo fieramente<br />
minacciati della medesima<br />
sorte. Col mezzo loro la ri -<br />
voluzione francese è divenuta il<br />
flagello dell’Europa, e il terrore<br />
delle Potenze combinatesi indarno<br />
per mettere un termine ai progressi<br />
di queste armate rivoluzionarie<br />
più numerose e devastatrici<br />
che non fu l’inondazione<br />
dei Vandali».<br />
Barruel si commuove giustamente<br />
alla visione dell’Europa<br />
“inondata di sangue” e altrettanto<br />
giustamente si indigna per lo<br />
scempio fatto del re Luigi XVI,<br />
non il peggiore dei regnanti, dell’odiata<br />
regina Maria Antonietta<br />
e di tanti altri esseri umani tenuti<br />
nelle orride prigioni prima dell’estremo<br />
supplizio; ma non<br />
sembra degnare di uguale commiserazione<br />
i trecentomila che<br />
prima di commettere quelle efferatezze<br />
avevano vissuto dalla<br />
na scita in case simili alle orride<br />
prigioni nelle quali, quando ne<br />
ebbero il potere, scaraventarono<br />
le classi fin allora privilegiate;<br />
quasi sempre senza nessun vantaggio,<br />
perché per lo più continuarono<br />
a abitare nei tuguri, con
Editoriale<br />
l’unica magra consolazione di<br />
essersi vendicati, di avergliela<br />
fat ta pagare. Appagati, si direbbe,<br />
fino a non accorgersi di aver<br />
creato una nuova classe di privilegiati<br />
per nulla migliori dei precedenti.<br />
È l’errore che si continua a<br />
commettere e si commetterà<br />
sem pre fino a quando non si parte<br />
dalla conversione dell’uomo,<br />
dal rispetto per l’uomo in quanto<br />
tale, a cominciare da se stessi:<br />
un valore assoluto e non negoziabile.<br />
Non accadrà e non potrà<br />
accadere fino a quando la società<br />
non accoglierà il principio che<br />
occorre educare le nuove generazioni<br />
piuttosto che abituarle a<br />
vivere nella giungla perché sappiano<br />
sbrigarsela da sé. La giungla<br />
(chi non lo sa?) è un territorio<br />
libero, perché senza leggi,<br />
tranne l’unica legge che si impone<br />
da sé: vince il più forte del<br />
momento.<br />
Non fu considerazione per<br />
l’uomo, da parte dei rivoluzionari<br />
che si ribellavano alla ingiustizia,<br />
fare scempio di esseri<br />
umani, spesso innocenti, colpevoli<br />
solo di appartenere a una<br />
fascia sociale detentrice dei privilegi;<br />
ma non fu rispetto per<br />
l’uomo l’indifferenza, da parte<br />
delle classi privilegiate, verso<br />
quelle subalterne mentre le<br />
lasciavano nel loro degrado.<br />
Con i suoi principi giusti e il<br />
metodo sbagliato la Rivoluzione<br />
francese aprì la strada al peggio,<br />
perché fece del potere bruto lo<br />
strumento di salvezza. Senza<br />
valori etici anche la ragione è un<br />
potere bruto, perché non esiste<br />
una ragione, ma le ragioni, pronte<br />
a giustificare ciò che conviene.<br />
Ma con i soli princìpi etici,<br />
senza testimonianza, può acca-<br />
100<br />
dere il peggio, perfino nella<br />
Chiesa. Accadde in certe epoche<br />
di forti princìpi e oggi la Chiesa<br />
chiede perdono.<br />
Occorre cambiare le logiche,<br />
cioè i meccanismi precostituiti<br />
che producono le ragioni. La<br />
corruzione, di cui si scoprono<br />
quotidianamente i santuari, il<br />
cinismo, la profusione di denaro,<br />
convive nel mondo con situazioni<br />
di fame, di malattia, di<br />
emarginazione.<br />
In questo momento ci sono in<br />
varie parti della Terra aerei che<br />
stanno gettando bombe come<br />
confetti. Li hanno spediti là i<br />
missionari della democrazia,<br />
quasi fosse un toccasana per<br />
ottenere il migliore dei mondi<br />
possibili. Noi che viviamo in<br />
democrazia sappiamo bene che<br />
cosa significhi: non è un toccasana<br />
e a volte verrebbe da dire<br />
che è un toccainfetta. Se il vero<br />
scopo fosse quello di realizzare<br />
il migliore dei mondi possibili<br />
non sarebbe un mezzo migliore<br />
distribuire le risorse che sono<br />
state spese per aerei e bombe?<br />
Nelle nazioni dove piovono<br />
confetti esplosivi del peso di<br />
tonnellate vi sono uomini in<br />
armi contro la democrazia, che<br />
vorrebbero tenere la popolazione<br />
in schiavitù, come se quella<br />
schiavitù fosse il migliore dei<br />
mondi possibili, sol perché si è<br />
obbligati a prostrarsi a un Dio<br />
che legittima la guerra pregandolo<br />
rivolti verso il luogo dove<br />
visse il profeta che condusse<br />
eserciti per fondare tale religione.<br />
Non sarebbe meglio se<br />
lasciassero libere quelle popolazioni<br />
di aderire alla religione più<br />
consona a un mondo rispettoso<br />
della sacralità della vita umana?<br />
Sono tutte lotte di potere e il<br />
Nel Segno del Sangue<br />
potere è neutro. Se ne può fare<br />
l’uso che si vuole, indipendentemente<br />
dalla quantità della porzione<br />
che si ha. Come insegna la<br />
storia degli uomini, nessuno<br />
possiede tutto il potere, anche se<br />
vi aspira.<br />
Potere significa possibilità di<br />
fare. Che cosa? Qui è il problema<br />
e si fa secondo ciò che si è. Si<br />
può anche lottare per conquistarlo<br />
inalberando la giustizia e poi<br />
praticare l’ingiustizia più spietata<br />
di quella che si è combattuta.<br />
Noi crediamo a una Parola onnipotente<br />
che «mentre eravamo<br />
peccatori» nei suoi confronti, si è<br />
sacrificato per noi morendo sulla<br />
croce. Noi diciamo qualche volta<br />
che Egli “rinunciò” alla sua<br />
Onnipotenza. Lo dice anche<br />
Pao lo, se mal interpretato. Egli<br />
dice «spogliò se stesso». Si tolse<br />
l’abito dell'Onnipotenza, cioè<br />
l’apparenza, ma la conservò tutta,<br />
insegnandoci però che uso<br />
farne. Si è svelato Onnipotente<br />
solo nell’amore, perché era A -<br />
more; accettò sul proprio corpo<br />
tutti i graffi dei nemici, perché<br />
neppure un graffio scalfisse chi<br />
si proclamava suo nemico, tanto<br />
lo amava! Così ha aperto l’unica<br />
via che salva l’uomo, rivelandogli<br />
quanto vale.<br />
Quanto vale? Noi diciamo,<br />
“tutto il sangue preziosissimo di<br />
Cristo”. Ciascun uomo è stato<br />
ricomprato a quel prezzo. Quello<br />
è il valore di ciascun uomo: di<br />
qualsiasi popolo, religione, classe<br />
sociale. Così dovrebbe essere<br />
trattato chiunque da chiunque,<br />
secondo la misura di quanto<br />
può.<br />
* Mi servo della edizione napoletana,<br />
“A spese della Società Editrice”, Napoli<br />
1850
Nel Segno del Sangue<br />
101<br />
Spiritualità<br />
La santa Pasqua<br />
di Emanuela Sabellico<br />
Tra le varie ricorrenze,<br />
quella della Pasqua as -<br />
sume valenza particolare<br />
nella storia dell’uomo.<br />
Il termine Pasqua (Pesach)<br />
sta a indicare per i cristiani un<br />
“passaggio” dalla vita terrena a<br />
quella divina, il passaggio dalle<br />
tenebre alla luce.<br />
La Pasqua, per gli ebrei, è un<br />
evento che commemora il “passaggio”<br />
dalla schiavitù d’Egitto<br />
alla libertà, in visione della terra<br />
promessa.<br />
I cristiani , con la celebrazione<br />
della Pasqua, fanno memoria<br />
del sacrificio gratuito compiuto<br />
dal Figlio di Dio, che in tre giorni<br />
passò dalle tenebre alla luce,<br />
per la salvezza di tutti gli uomini<br />
(il numero tre vuole essere un<br />
richiamo alla economia salvifica<br />
trinitaria).<br />
In funzione di questa ricorrenza,<br />
nella liturgia cattolica,<br />
vengono indicate diverse forme<br />
di feste pasquali, come la Pasqua<br />
di Risurrezione, la Pasqua<br />
epifania, la Pasqua fiorita, la<br />
Pasqua delle rose, ma bisogna<br />
anche dire che per i cristiani<br />
ogni domenica è Pasqua di<br />
Risurrezione. Il simbolo pasquale<br />
si eleva a simbolo di<br />
mistero cristiano, e non come<br />
qualcosa di segreto, incomprensibile<br />
e inaccessibile, ma come<br />
piano di salvezza.<br />
Le prime comunità cristiane<br />
celebravano la risurrezione di<br />
Cristo nello stesso giorno della<br />
Pasqua ebraica, ma nel 325 d.
Spiritualità<br />
C., con il concilio di Nicea, alla<br />
presenza di 320 tra Vescovi e<br />
Monaci, furono fissati i criteri<br />
per stabilire in maniera continua<br />
la data della Pasqua cristiana.<br />
Fu stabilito in quella sede che la<br />
Pasqua si doveva celebrare ogni<br />
anno nella domenica successiva<br />
alla prima luna piena che segue<br />
l’equinozio di primavera. La<br />
Pasqua cristiana assume importanza<br />
fondamentale per la<br />
comunità ecclesiale perché fissa<br />
anche altre ricorrenze religiose<br />
come:<br />
Le Ceneri.<br />
La prima Domenica di Quaresima.<br />
L’Ascensione.<br />
La Pentecoste.<br />
Dal IV sec. i vari aspetti dell’unico<br />
mistero vengono commemorati<br />
in giorni differenti,<br />
nella Settimana Santa. La<br />
solennità maggiore è riservata<br />
alla domenica, preceduta da una<br />
102<br />
Nel Segno del Sangue<br />
veglia detta appunto “Veglia<br />
Pasquale”, nella notte santa in<br />
cui il Signore è risorto, considerata<br />
come “la madre di tutte le<br />
Sante Veglie” (S. Agostino). In<br />
essa la Chiesa aspetta, vegliando,<br />
la risurrezione di Gesù, e la<br />
celebra con i suoi sacramenti: il<br />
Battesimo e l’Eucaristia, e con<br />
segni indicativi di Cristo come<br />
essenziali all’uomo: Cristofuoco<br />
e luce, il cero che indica<br />
l’oggi della salvezza; Cristoparola<br />
creatrice e salvatrice;<br />
Cristo-acqua che purifica e da<br />
vita; Cristo-pane di vita eterna.<br />
Il parroco benedirà il fuoco nuovo<br />
sul sagrato della Chiesa,<br />
dopo l’ingresso processionale in<br />
Chiesa con il cero pasquale e il<br />
canto dell’Exsultet, presiederà<br />
la Liturgia della Parola, la Liturgia<br />
Battesimale e la Liturgia<br />
Eucaristica.<br />
La risurrezione del crocifisso<br />
Gesù è l’atto decisivo che non<br />
solo ha rivelato in modo definitivo<br />
e insuperabile il Dio tripersonale,<br />
ma ha anche inaugurato<br />
la conclusione della storia e la<br />
pienezza della nostra salvezza.<br />
Se si interpreta esattamente,<br />
la risurrezione di Gesù crocifisso<br />
è la verità su Dio dalla<br />
quale segue tutto il resto. Paolo<br />
intende la risurrezione di Gesù<br />
(insieme alla nostra) come la<br />
specifica via cristiana di presentare<br />
Dio. Sbagliare sulla risurrezione<br />
è “travisare” Dio in modo<br />
essenziale; Paolo infatti definisce<br />
Dio come il Dio della risurrezione<br />
(cfr 1 Cor 15, 15).<br />
Dalla rivelazione di questo<br />
mistero pasquale segue ogni<br />
altra realtà della fede. La croce<br />
ovviamente è il grande segno e<br />
la caratteristica del cristianesimo.<br />
Paolo riassume il suo vangelo<br />
nel Cristo crocifisso (cfr 1<br />
Cor 1, 18-24). Dice che la crocifissione<br />
senza la sua continuazione<br />
nella risurrezione non<br />
rivelerebbe Dio, non realizzerebbe<br />
la nostra salvezza e non<br />
porterebbe all’esistenza la Chiesa.<br />
Rivelando la risurrezione,<br />
cioè rivelando se stesso come<br />
risorto dai morti, Cristo, si può<br />
dire, ha rivelato ogni cosa. L’autorivelazione<br />
di Dio ha toccato<br />
il suo culmine nella domenica di<br />
Pasqua e nella venuta dello Spirito<br />
Santo.<br />
La risurrezione ha rivelato<br />
e illuminato la relazione di Cristo<br />
con il Dio da lui chiamato:<br />
“Abbà, Padre amato”. Essa ha<br />
reso evidente che la vita di Gesù<br />
è stata la vita umana del Figlio<br />
di Dio. Con la sua risurrezione<br />
dai morti Cristo venne riconosciuto<br />
come “Figlio di Dio” (cfr<br />
Rm 1, 3-4). Di qui per Paolo<br />
incontrare Gesù, il risorto, fu<br />
ricevere una rivelazione speciale,<br />
personale del Figlio che fece<br />
di Paolo il grande missionario<br />
delle genti (cfr Gal 1, 16).<br />
Quindi l’essenza della fede<br />
cristiana comporta l’accettazione<br />
della buona notizia che il<br />
Figlio di Dio, incarnato e crocifisso,<br />
è risuscitato dai morti per<br />
la potenza dello Spirito. È così<br />
che la dottrina della Trinità<br />
manifesta e assomma l’autorivelazione<br />
di Dio comunicata<br />
attraverso la risurrezione di<br />
Cristo.<br />
Gesù risorto ci offre vita,<br />
senso e amore di fronte alla<br />
morte, come dice il credo , noi<br />
siamo il popolo pasquale che<br />
celebra e sperimenta insieme la<br />
presenza del Signore risorto<br />
fino a quando verrà di nuovo.
Nel Segno del Sangue<br />
103<br />
Spiritualità<br />
Il perdono di Dio<br />
nel perdono dell’uomo<br />
di Enisio Di Tullio<br />
Il cristiano che voglia essere<br />
veramente tale, si mette<br />
giorno dopo giorno alla<br />
sequela di Gesù Cristo, per fare<br />
come lui: amare Dio e i fratelli<br />
in umiltà e nell’esercizio continuo<br />
della carità. E per meglio<br />
corrispondere all’invito di Ge -<br />
sù, il cristiano anela ad essere<br />
pienamente in lui, a vivere nella<br />
sua grazia, sospinto dalla forza<br />
dello Spirito Santo che guida e<br />
opera perché l’anima viva<br />
costantemente in comunione<br />
con Cristo. Ecco, allora, il suo<br />
vivo desiderio di unirsi intimamente<br />
e profondamente a Gesù<br />
Cristo attraverso il sacramento<br />
dell’Eucaristia, cioè mangiando<br />
il suo Corpo e bevendo il suo<br />
San gue, per essere partecipe del<br />
suo sacrificio di redenzione e ri -<br />
cevere la grazia di essere già<br />
unito alla sua vita divina: In ve -<br />
rità, in verità vi dico: se non<br />
man giate la carne del Figlio<br />
dell’uomo e non bevete il suo<br />
sangue, non avrete in voi la vita<br />
(Gv 6, 53).<br />
Questo desiderio di partecipare<br />
alla vita divina è la risposta<br />
più bella che il cuore del cristiano<br />
possa dare all’invito del<br />
Signore di essere sempre con<br />
lui, specialmente nella celebrazione<br />
eucaristica. Poiché però<br />
questa comunione è santa,<br />
implica che il cristiano sia<br />
cosciente che Dio ci dà questo<br />
dono per essere in perfetta sintonia<br />
con lui, che è tre volte santo.<br />
Occorre seriamente verificare<br />
se abbiamo conservato la grazia<br />
battesimale o se, invece, il<br />
peccato ci ha allontanato dall’amicizia<br />
di Dio. Occorre, insomma,<br />
effettuare la conversione<br />
del cuore: ripudiare ogni nostra<br />
cattiva condotta per reimmetterci<br />
nel cammino di ritorno all’amore<br />
di Dio, fiduciosi che lui
Spiritualità<br />
104<br />
Nel Segno del Sangue<br />
con la sua infinita misericordia<br />
è sempre pronto ad accoglierci e<br />
darci il suo paterno perdono.<br />
Questo è il cammino del sacramento<br />
della penitenza o riconciliazione,<br />
comunemente detto<br />
“confessione”, che ci porta ad<br />
accusare le nostre colpe con sincero<br />
pentimento e a fare forte<br />
proposito di non peccare più in<br />
avvenire, per ristabilire, con<br />
Dio e i fratelli, quel circuito d’amore<br />
interrotto dal peccato.<br />
E è proprio a questo riguardo<br />
che vogliamo fare qui una<br />
riflessione: nel rimedio che la<br />
Chiesa ci offre contro il peccato,<br />
appunto il sacramento della<br />
riconciliazione, noi verifichiamo<br />
attentamente se con esso<br />
riusciamo sempre a ristabilire<br />
con i fratelli quel rapporto d’amore<br />
interrotto.<br />
Ciò perché dalla nostra personale<br />
esperienza, e non solo,<br />
emerge che alcune persone, le<br />
quali per vari motivi si sono<br />
contrastate con un loro simile<br />
fino a rompere definitivamente<br />
il loro rapporto di amicizia, di<br />
fratellanza, pur animate da buona<br />
volontà, si accostano al<br />
sacramento della riconciliazione<br />
confessando la loro colpa<br />
anche col cuore contrito, ma poi<br />
rimangono ugualmente lontani<br />
da quella persona, e neppure si<br />
sentono minimamente in dovere<br />
di adoperarsi in qualche modo<br />
per ripristinare quel rapporto<br />
spezzato. Per queste persone, il<br />
fatto di aver provveduto a confessare<br />
il proprio peccato, significa<br />
aver adempiuto la ”prescrizione”,<br />
aver fatto il proprio<br />
“compito”, e perciò sentirsi<br />
liberate da tutto. Ma non è così.<br />
Non basta essere pentiti, poiché<br />
il senso vero del sacramento<br />
della penitenza è mettere fine<br />
ai nostri atteggiamenti peccaminosi,<br />
con forte volontà e impegno.<br />
Ecco allora la necessità di<br />
riparare le nostre colpe, e farlo<br />
riportando la nostra condotta ad<br />
essere nell’amore, nella comunione,<br />
nella carità. Solo così il<br />
peccato che aveva ferito il cuore<br />
di Dio può trovare rimedio, e<br />
il peccatore sentirsi rinato e<br />
ricondotto alla grazia. In tal<br />
modo ci si riconcilia con Dio e<br />
allo stesso tempo con la Chiesa,<br />
giacché, come sappiamo, il peccato<br />
rompe l’armonia esistente<br />
nel Corpo Mistico di Cristo. E è<br />
la stessa Chiesa che poi aiuta il<br />
peccatore a ritornare alla comunione<br />
interiore con essa e a<br />
restituirlo alla grazia di Dio. La<br />
riconciliazione, però, va fatta<br />
con sincerità, con umiltà, senza<br />
recriminazione, senza rancore,<br />
col cuore libero e aperto all’altro,<br />
poiché essa implica un ritrovarsi<br />
nella propria interiorità,<br />
per portare all’altro l’amore di<br />
Cristo con la propria persona, in<br />
un vincolo di carità e di collaborazione,<br />
compreso il desiderio<br />
di correggersi e educarsi vicendevolmente,<br />
al fine di compiere<br />
il bene.<br />
Tuttavia bisogna convenire<br />
che non è sempre facile ricomporre<br />
situazioni difficili, soprattutto<br />
quando siamo stati noi ad<br />
essere offesi, maltrattati o fortemente<br />
danneggiati. Per “ricucire”,<br />
riaprirsi cioè all’effettiva<br />
comunione con l’altro, occorre,<br />
a volte, procedere con molta<br />
cautela e discrezione, essere<br />
soprattutto umili e pazienti nel<br />
fare quei passi necessari e utili<br />
allo scopo.<br />
Non possiamo, quindi, ottenere<br />
il perdono di Dio se a<br />
nostra volta non perdoniamo e<br />
non ci apriamo alla riconciliazione<br />
fraterna. Gesù stesso ci ha<br />
insegnato nella preghiera del<br />
Padre nostro, a dire: Rimetti a<br />
noi i nostri debiti, come noi li<br />
rimettiamo ai nostri debitori,<br />
volendoci con ciò significare<br />
che siamo nell’amore del Si -<br />
gnore se siamo in amicizia con i<br />
fratelli.<br />
E san Giovanni ci dice che<br />
chi non ama il prossimo non<br />
ama Dio (cfr 1 Gv 4, 20). Quindi,<br />
solo se perdoniamo totalmente<br />
e con amore possiamo<br />
sentirci riammessi alla grazia di<br />
Dio.<br />
È così che possiamo partecipare<br />
e condividere la Pasqua del<br />
Signore. Gesù ha detto: Se dunque<br />
presenti la tua offerta sull’altare<br />
e lì ti ricordi che tuo<br />
fratello ha qualcosa contro di<br />
te, lascia lì il tuo dono davanti<br />
all’altare e va’ prima a riconciliarti<br />
con il tuo fratello e poi<br />
torna ad offrire il tuo dono (Mt<br />
5, 23-24). Pertanto occorre ve -<br />
dere se siamo degni di unirci a<br />
Gesù Cristo mangiando il suo<br />
Corpo e bevendo il suo Sangue,<br />
perché se non lo siamo, mangiamo<br />
e beviamo la nostra condanna<br />
(1 Cor 11, 27-29).<br />
Vinto così il nostro male con<br />
la vittoria di Cristo sul peccato,<br />
e, quindi, irrobustiti nella fede e<br />
informati al vero spirito di carità,<br />
possiamo incamminarci per<br />
il mondo sempre più pronti a<br />
tenere una condotta ispirata a<br />
quell’amore, fiduciosi che la<br />
presenza di Cristo in noi sarà<br />
continuo stimolo per feconde<br />
azioni di bene.
Nel Segno del Sangue<br />
105<br />
L’angolo della poesia<br />
Lʼangolo della poesia<br />
Sabato Santo<br />
Senza più il Verbo dov'è la Tua Parola?<br />
Nel grido di dolore del tuo Figlio la creazione<br />
trova il suo riscatto, ma il Tuo silenzio...<br />
Sabato Santo!<br />
Si strugge nell'attesa la carezza di Maria,<br />
e nel Tuo mutismo<br />
anche l'ateo incontra il suo Dio.<br />
Ferdinando Battaglia<br />
O armonia<br />
O armonia del cuore<br />
non mi lasci mai:<br />
è un canto la tua voce<br />
su ali d’usignolo.<br />
Vibri come una stella<br />
più della sua luce<br />
e con un sol respiro<br />
l’Universo sei.<br />
O armonia del cuore<br />
non mi lasci mai.<br />
Maria Caterina Scandàle
Missioni<br />
106<br />
Dalla terra di Missione<br />
Nel Segno del Sangue<br />
La capretta d’oro<br />
di Giuseppe Montenegro<br />
Mi permetto di dire<br />
che, nella vita di una<br />
persona, spesso le<br />
piccole cose, se ben usate e considerate,<br />
possono portare un<br />
grande vantaggio. Un fiammifero,<br />
per esempio, per piccolo che<br />
sia, è utile per accendere il fuoco<br />
ed è anche disastroso perché<br />
può determinare un incendio…<br />
Anche un bacio può essere causa<br />
di un tradimento, come quello<br />
di Giuda, ma può essere<br />
anche l’inizio di un amore duraturo<br />
per tutta la vita.<br />
Mi trovavo in Africa, all’inizio<br />
della Missione, dove non<br />
c’era nulla. Dovevamo cominciare<br />
da zero. Uno dei primi<br />
impegni fu di istruire alcuni gio-<br />
vani ad essere muratori, manovali,<br />
fabbri, falegnami… L’istruzione<br />
consisteva nell’insegnare<br />
come usare le misure, il<br />
filo per allineare, la livella per<br />
uguagliare le altezze, il filo di<br />
piombo… Ai manovali insegnavo<br />
come scavare le fondazioni,<br />
come impastare il cemento con<br />
la sabbia e la brecciolina, come<br />
porgere la malta e i mattoni o i<br />
blocchi di cemento ai muratori…<br />
Come assicurare l’impalcatura…<br />
Come scavare la fossa<br />
settica ecc. Ecco il fatto che<br />
intendo narrarvi oggi.<br />
Mi accorsi che uno dei<br />
manovali, mentre scavava la<br />
fossa settica, improvvisamente<br />
perse i sensi e cadde a terra. Mi<br />
preoccupai molto e lo feci visitare.<br />
Era affetto da epilessia. Il<br />
lavoro di manovale costituiva<br />
un pericolo per lui. Poteva cadere<br />
da una impalcatura e morire.<br />
Che fare?... Licenziarlo?... Era<br />
padre di tre figli e l’unico a<br />
lavorare in famiglia. Rimandarlo<br />
a casa significava condannare<br />
lui e la famiglia alla miseria.<br />
Tenerlo poteva essere anche<br />
peggio.<br />
Per molti giorni pensai cosa<br />
fare. Arrivò il fine settimana,<br />
giorno della paga. Gli esposi il<br />
caso di pericolo in cui si trovava<br />
e lo consigliai di cambiare<br />
lavoro. Era meglio per lui fare il
Nel Segno del Sangue<br />
107<br />
commerciante al mercato della<br />
carne. Oltre la paga gli regalai<br />
un capretto dicendogli: ”Questo<br />
lo ucciderai e venderai la sua<br />
carne al mercato. Ricaverai il<br />
doppio del prezzo e ne comprerai<br />
due. Uno lo ammazzerai per<br />
venderlo e l’altro lo terrai in<br />
custodia a casa tua. Da questo<br />
mercato dipenderà la conduzione<br />
della tua famiglia, perché se<br />
ne ammazzerai due ne potrai<br />
comprare quattro”. Quando mi<br />
assicurai che aveva capito bene<br />
il tutto, gli consegnai i soldi e ci<br />
accomiatammo con gioia.<br />
Trascorsero due anni ed ebbe<br />
il quarto figlio. Durante la preparazione<br />
al Battesimo mi ringraziò<br />
perché il mercato gli<br />
andava molto bene. Mi disse<br />
che aveva tutto il necessario per<br />
portare avanti la sua famiglia.<br />
Aggiunse che viveva una vita<br />
agiata e mi invitò a casa sua perché<br />
aveva una sorpresa da farmi<br />
vedere.<br />
Andai. Vicino l’abitazione<br />
aveva costruito un recinto per le<br />
bestie, era una stalla piena di<br />
animali! Vidi capre da non<br />
poterle contare, mucche e vitelli<br />
in grande quantità. Incuriosito<br />
domandai come aveva fatto ad<br />
accumulare tanta ricchezza. Mi<br />
rispose: “Sei stato tu ad insegnarmi<br />
come vivere”. Mi spiegò<br />
che per avere le mucche e i<br />
vitellini volevano tre capre! Fui<br />
impressionato da come aveva<br />
imparato bene la lezione e ringraziai<br />
il Signore che dona in<br />
abbondanza l’intelligenza per<br />
vivere.<br />
Espressi la mia meraviglia e<br />
gli feci le congratulazioni. Ma<br />
lui mi disse “Voglio ringraziarti<br />
per il capretto che mi regalasti e<br />
la lezione che mi desti”. Io continuavo<br />
a congratularmi con lui<br />
per ciò che aveva realizzato. Il<br />
brav’uomo aggiunse: “Voglio<br />
disobbligarmi con te, padre. Per<br />
favore scegli la capretta più bella<br />
che ho ed io te la custodirò”.<br />
Risposi che non ne avevo bisogno<br />
e lo invitai a lodare Dio<br />
conservando la sua azienda per<br />
il bene per i figli. Lui risoluto<br />
insistette: “Io sceglierò per te<br />
una capretta e te la custodirò!”<br />
Passarono altri anni. Io fui<br />
chiamato in Italia per occuparmi<br />
di un altro lavoro. Il mio<br />
caro amico lavoratore, saputa la<br />
notizia, venne da me preoccupato<br />
perché tornavo in Italia. Mi<br />
invitò a casa sua con urgenza.<br />
Andai, pensando che fosse successo<br />
qualcosa di triste. Quando<br />
fui a casa sua mi mostrò in un<br />
recinto a parte una quindicina di<br />
capre. Pensai che fossero state<br />
poste la perché malate. Mi disse:<br />
“Padre, queste sono tue”.<br />
Aggiunse: “Sei veramente fortunato,<br />
perché la capretta che<br />
scelsi ha sempre generato dei<br />
gemelli e così pure le sue fi -<br />
glie”. Risposi che doveva dare<br />
l’intera mandria ai suoi figli.<br />
Ma lui insistette che me li dovevo<br />
portare in Italia in ricordo.<br />
Gli spiegai che ritornavo in Italia<br />
in aereo e non con nave. Per<br />
Missioni<br />
lui era difficile capire la differenza<br />
e semplicemente rispose:<br />
“Le farai viaggiare con te, sono<br />
tue”.<br />
Restai sorpreso da tanta semplicità.<br />
Per un momento con la<br />
fantasia mi vidi arrivare in Italia<br />
con queste caprette che scendevano<br />
le scale dell’aereo e<br />
cominciavano a correre per tutto<br />
l’aeroporto! Ma ciò che mi<br />
riscaldava la fantasia era vedermi<br />
seduto sull’aereo circondato<br />
da caprette!!! Ci volle molta<br />
fatica per convincere il benefattore<br />
che la mia famiglia erano i<br />
Missionari che restavano in<br />
Tanzania. Acconsentì con molta<br />
difficoltà a portarle dai Padri<br />
che avrebbero fatto l’uso che<br />
pensavano più conveniente.<br />
Quella era stata veramente una<br />
capretta d’oro.<br />
I miei Confratelli ringraziarono<br />
la Provvidenza di Dio per<br />
questo dono. Seppi con gioia<br />
che per molto tempo fecero<br />
festa. Ho riflettuto molto come<br />
un piccolo gesto di carità può<br />
generare un’abbondanza straordinaria.<br />
Questo lavoratore epilettico<br />
è diventato uno dei più<br />
ricchi della zona. Spero che i<br />
suoi figli continueranno ad agire<br />
bene sull’esempio del loro<br />
papà.<br />
Abbiamo costruito in Tanzania, Africa, il “St.<br />
Gaspar Hospital” e il “Villaggio della Speranza”<br />
per l’accoglienza dei bambini. Inoltre, in India,<br />
l’Orfanotrofio “San Gaspare” e il lebbrosario.<br />
Ringraziamo di cuore tutti coloro che vogliono<br />
venirci in aiuto con la loro offerta (ccp 391003<br />
intestato a Pia Unione del Preziosissimo Sangue.<br />
Nella causale specificare “Pro Missioni”).
Anno sacerdotale<br />
108<br />
Nel Segno del Sangue<br />
“Anno sacerdotale”<br />
Liturgia mozarabica<br />
di Tullio Veglianti<br />
(Continuiamo gli articoli sulle Liturgie antiche, una tematica già iniziata nel n. 6 di<br />
questa rivista, p. 183. Aiuteranno a vivere più profondamente l’Anno sacerdotale<br />
proposto da Benedetto XVI alla riflessione di tutta la Chiesa).<br />
Questo antico rito ispanico fa parte del<br />
gruppo di liturgia in lingua latina costituitosi in<br />
occidente tra il sec. V e VII. La sua formazione<br />
originaria, legata a vari personaggi di rilievo,<br />
va dal VI al VII sec. Parte di quest’opera<br />
viene riportata criticamente nel Liber Mozarabicus<br />
Sacramentorum, databile intorno al 400-<br />
500. L’opera rientrerà in seguito nelle edizioni<br />
dei Messali misti, legati all’attività liturgica di<br />
sant’Isidoro, seconda metà del IX sec.<br />
Da notare che i libri liturgici sono stati composti<br />
non in base a un modello originario di<br />
Roma, ma si è partiti da creazioni quasi spontanee<br />
e locali.<br />
I testi che ora riportiamo sono stati presi dal Missale Mozarabicum (VI-VII secolo). In alcuni di essi<br />
si notano molte convergenze con la liturgia latina che ora viviamo, altre parti sono abbastanza distanti dalle<br />
nostre tematiche liturgiche, anche se non dissonanti.<br />
Seguiremo l’anno liturgico, per dare una maggiore comprensione del tutto. Naturalmente possiamo<br />
riportare solo pochissimi testi, per accentuare alcune “grandi” tematiche liturgiche.<br />
1) PRIMA DOMENICA DELLA VENUTA DEL SIGNORE<br />
Dopo il Santo, il sacerdote così si esprime nella preghiera per la consacrazione:<br />
Sii presente, sii presente, Gesù pontefice buono, in mezzo a noi, come fosti in mezzo ai tuoi discepoli:<br />
+ santifica questa offerta, + affinché prendiamo le realtà santificate + per le mani del tuo santo angelo,<br />
Signore santo e redentore eterno.<br />
Il Signore nostro Gesù Cristo, nella notte in cui veniva tradito, prese il pane e, rendendo grazie lo +<br />
benedisse e lo spezzò, e lo diede ai suoi discepoli dicendo: Prendete e mangiate; questo è il mio corpo che<br />
viene dato per voi. (Alza il corpo del Signore) Ogni volta che ne mangerete, fate questo in mia + memoria.<br />
Allo stesso modo anche il calice dopo aver cenato, dicendo: Questo + è il calice della nuova alleanza
Nel Segno del Sangue<br />
nel mio sangue, che verrà effuso<br />
per voi e per molti in remissione<br />
dei peccati. (Alza il calice<br />
coperto con un piccolo tessuto)<br />
Ogni volta che ne berrete, fatelo<br />
in mia + commemorazione.<br />
Nella luminosità dai cieli. (E il<br />
coro risponde): Amen.<br />
Ogni volta che mangerete<br />
questo pane e berrete a questo<br />
calice, annuncerete la morte del<br />
Signore finché egli venga. Nella<br />
luminosità + dai cieli. (Coro):<br />
Amen.<br />
… Signore Dio mio, concedimi<br />
di prendere il corpo e il sangue<br />
del tuo Figlio Signore<br />
nostro Gesù Cristo così da<br />
meritare di ricevere per mezzo<br />
di esso la remissione di tutti i<br />
peccati, e di essere riempito del<br />
tuo santo Spirito, Dio nostro,<br />
che vivi e regni nei secoli dei<br />
secoli. Amen.<br />
Preghiera: Ti saluto nel tempo<br />
non eterno, santissima carne<br />
di Cristo, somma dolcezza;<br />
prenderò il pane celeste e invocherò<br />
il nome del Signore. … Ti<br />
saluto nel tempo celeste bevanda,<br />
che sei dolce per me prima<br />
di ogni cosa e sopra ogni cosa.<br />
Il corpo e il sangue del<br />
Signore nostro Gesù Cristo<br />
custodisca il mio corpo e anima<br />
per la vita eterna. Amen.<br />
Si nota che il sacerdote,<br />
come oggi, anche se con parole<br />
leggermente diversificate, invoca<br />
il Cielo e fa i segni di croce<br />
sulle offerte. Così anche circa le<br />
parole della Consacrazione.<br />
Simile è anche il sollevare il<br />
pane e il vino consacrati all’adorazione<br />
dei fedeli. Stupenda è<br />
l’espressione sulla luminosità +<br />
dai cieli, alla quale l’assemblea<br />
si unisce con l’Amen. Molto<br />
109<br />
sensibile è l’accentuazione della<br />
dolcezza.<br />
Anno sacerdotale<br />
2) SECONDA DOMENICA<br />
NELLA QUARESIMA -<br />
Venerdì<br />
Quello che segue rientra nella<br />
categoria dei nostri Prefazi<br />
che precedono il Santo:<br />
… Egli infatti è il pane vivo e<br />
vero che è anche sostanza dell’eternità<br />
e cibo di virtù. Poiché<br />
il tuo Verbo è colui per mezzo<br />
del quale sono state fatte tutte le<br />
cose, poiché è pane non solo<br />
delle menti umane, ma anche<br />
degli stessi angeli. Con il nutrimento<br />
di questo pane Mosè, tuo<br />
servo, digiunò per quaranta<br />
giorni e notti nel ricevere la legge,<br />
e si astenne dai cibi carnali<br />
per essere più capace della tua<br />
dolcezza. Vivendo ed essendo<br />
forte della tua parola, di cui e<br />
beveva in spirito e riceveva nel<br />
volto la luce. Donde neppure<br />
sentì la fame e si dimenticò dei<br />
cibi terreni, poiché la parola e<br />
lo glorificava con la visione della<br />
tua gloria e lo nutriva interiormente<br />
influente lo Spirito<br />
Santo. Non cessi di servire<br />
anche a noi quel pane, ma esorti<br />
affinché ne abbiamo incessantemente<br />
fame. Mentre ci<br />
nutriamo della sua carne ci rinforziamo,<br />
e mentre beviamo il<br />
suo sangue ci purifichiamo. A<br />
lui giustamente tutti gli angeli e<br />
gli arcangeli non cessano di<br />
acclamare ogni giorno dicendo<br />
così: R. Santo, santo, santo!<br />
Viene fatta una breve, ma<br />
sostanziosa catechesi sul pane<br />
che diventerà il corpo di Cristo,<br />
accentuandone l’importanza a<br />
livello di nutrimento, e sul vino<br />
che diventerà il sangue di Cristo,<br />
con la sottolineatura della<br />
purificazione interiore che ci<br />
comunica.<br />
3) GIOVEDÌ NELLA CENA<br />
DEL SIGNORE<br />
Anche qui siamo nella categoria<br />
dei Prefazi. Se ne può<br />
notare la differenza di impostazione<br />
riguardo al testo precedente.<br />
È degno e giusto che noi ti<br />
rendiamo sempre grazie, Signore<br />
santo padre onnipotente, e a<br />
Gesù Cristo figlio tuo. La sua<br />
umanità ci raccoglie, l’umiltà ci<br />
innalza, la tradizione ci libera,<br />
la pena ci redime, la croce ci<br />
salva. Il sangue ci purifica, la<br />
carne ci nutre. Egli che oggi ha<br />
consegnato se stesso per noi e<br />
ha sciolto i vincoli della nostra<br />
colpa. … Quale meraviglia se<br />
cinse se stesso di un asciugatoio<br />
colui che, prendendo la forma<br />
di schiavo, è stato trovato nell’aspetto<br />
come uomo? Quale<br />
meraviglia se mise l’acqua nel<br />
catino per lavare i piedi dei<br />
discepoli, colui che sparse il<br />
suo sangue in terra per lavare<br />
le immondizie dei peccati? …<br />
Poiché l’uomo superbo sarebbe<br />
perito in eterno se Dio umile<br />
non lo avesse trovato, affinché<br />
colui che sarebbe perito con la<br />
superbia dell’ingannatore, ve -<br />
nis se salvato con l’umiltà del<br />
piissimo Redentore. Al quale<br />
giustamente tutti gli angeli e<br />
arcangeli non cessano di acclamare<br />
ogni giorno, dicendo a<br />
una voce: R. Santo, santo, santo!<br />
All’inizio viene indicato brevemente<br />
il cammino terreno di<br />
Gesù, e se ne ringrazia il Padre.<br />
Più esteso è il memoriale della
Anno sacerdotale<br />
110<br />
Nel Segno del Sangue<br />
morte e risurrezione che si vive<br />
nell’Eucaristia, con l’accentuazione<br />
del gesto della lavanda dei<br />
piedi.<br />
La seguente preghiera alla<br />
Comunione è stata riportata<br />
quasi pedissequamente nell’attuale<br />
liturgia:<br />
Il corpo del Signore nostro<br />
Gesù Cristo che abbiamo ricevuto<br />
e il suo santo sangue che<br />
abbiamo bevuto, aderiscano<br />
nelle nostre viscere, eterno<br />
onnipotente Dio, perché non<br />
vengano a noi a giudizio né a<br />
condanna, ma giovino alla salvezza<br />
e al rimedio delle nostre<br />
anime per la vita eterna. V.<br />
Amen.<br />
4) NEL GIORNO DELLA<br />
RISURREZIONE DEL<br />
SIGNORE<br />
La liturgia viene preceduta<br />
da questa Lauda:<br />
Alleluia! V. Il Signore ha<br />
mandato la redenzione al suo<br />
popolo, ha comandato in eterno<br />
la sua alleanza: santo e terribile<br />
il suo nome. P. Alleluia!<br />
Ne viene accentuato il Sacrificio:<br />
Ecco l’Agnello di Dio che<br />
toglie i peccati del mondo, alleluia!<br />
V. Dicano coloro che sono<br />
stati redenti dal Signore, che ha<br />
redento dalla mano del nemico.<br />
V. Li ha riuniti dalle regioni dal<br />
sorgere del sole al tramonto,<br />
dall’aquilone e dal mare.<br />
Si sottolinea poi il carattere<br />
gioioso della Messa, con l’enunciazione<br />
delle ricchissime<br />
qualità del sangue di Cristo:<br />
Si allieti il cielo ed esulti la<br />
terra; splenda il mare, rifulga il<br />
sole; torni la serenità, fugga la<br />
peste. Manchi la tempesta. Cessi<br />
l’oscurità: la croce ha purificato<br />
l’aere, il sangue ha terso la<br />
terra, ha corretto il legno. Dio<br />
crocifisso: così ha redento l’uomo.<br />
5) NELLA FESTA DEL<br />
CORPO DEL SIGNORE<br />
NOSTRO GESÙ CRISTO<br />
Anche in questa liturgia precede<br />
l’Ufficio, dove una delle<br />
Preghiere ricorda il sacramento<br />
e la necessità di venerarne i<br />
misteri del corpo e del sangue.<br />
È la preghiera che recitiamo<br />
spesso anche oggi, soprattutto<br />
nell’adorazione eucaristica:<br />
Dio, che ci hai lasciato la<br />
memoria della tua passione sotto<br />
un mirabile sacramento, concedici,<br />
ti chiediamo, di venerare<br />
così i sacri misteri del tuo corpo<br />
e sangue, da sentire sempre in<br />
noi il frutto della tua redenzione.<br />
R. Amen. Per mezzo della<br />
tua misericordia, Dio nostro.<br />
Nella Messa si trova una Preghiera<br />
che accentua la nostra<br />
necessità della dolcezza di Dio<br />
che giunge a noi attraverso il<br />
corpo e il sangue di Cristo,<br />
come preludio alla vita del cielo:<br />
Dio di cui abbiamo fame e<br />
sete, ti chiediamo di essere<br />
saziati con la tua dolcezza,<br />
affinché questo sacrificio che ti<br />
abbiamo offerto con le solennità<br />
del Corpo di Cristo, e ci renda<br />
mondi dai delitti nella vita<br />
presente e ci innalzi dopo alla<br />
felicità eterna con tutti i Santi.<br />
R. Amen.<br />
Prima della consacrazione<br />
s’invoca con forza la potenza<br />
dello Spirito Santo, inserito nella<br />
vita trinitaria:<br />
Completando dunque e os -<br />
ser vando il precetto del tuo Un -<br />
i genito, ti preghiamo, Padre<br />
onnipotente, di infondere lo Spirito<br />
di santificazione a queste<br />
creature poste sopra il tuo altare,<br />
affinché per mezzo della trasfusione<br />
del pane nel celeste e<br />
invisibile sacramento, questo<br />
trasformato in carne e il calice<br />
trasformato in sangue, siano<br />
grazia per gli offerenti, medicina<br />
per i sumenti. R. Amen.<br />
Per cui la necessità della<br />
lode:<br />
Rinnovati con il corpo e sangue<br />
di Cristo ti lodiamo, Signore:<br />
alleluia, alleluia, alleluia!<br />
Questi brevi riporti liturgici<br />
possono orientarci a comprendere,<br />
anche se limitatamente,<br />
come l’atmosfera liturgica nella<br />
quale ci si muoveva in quei<br />
secoli, rispecchia molto anche<br />
la nostra attuale. Così la vita di<br />
Dio attraversa tutta la storia<br />
umana, anche se necessariamente<br />
alcune manifestazioni<br />
devono presentarne le differenze<br />
legate a culture e ambienti<br />
diversi.
Nel Segno del Sangue<br />
Incontro di preghiera<br />
111<br />
INCONTRO DI PREGHIERA <strong>Aprile</strong> <strong>2010</strong><br />
Crescere nell’amore<br />
di Maria Damiano<br />
Esposizione eucaristica<br />
Canto<br />
Siamo un punto piccolissimo<br />
nell’universo e prenderne<br />
coscienza in modo serio, determinato,<br />
forte, può aiutarci ad<br />
aprirci alla vita al di là degli<br />
schemi che la cultura e l’abitudine<br />
ha precostituito, e ad<br />
aprirci in modo nuovo, originale<br />
ogni volta, per essere più<br />
liberi e molto creativi, fino a<br />
saper dire “va bene così” ai<br />
vari momenti che la vita ci fa<br />
attraversare, siano essi di gioia,<br />
di dolore o di sofferenza diffusa.<br />
Per ottenere questo obiettivo<br />
è necessario un percorso di<br />
consapevolezza che coinvolga<br />
tutto il nostro essere e privilegi,<br />
come condizione fondamentale<br />
il silenzio, non inteso come imposizione, ma come momento straordinario, da<br />
gustare in profondità.<br />
Per provare il gusto del silenzio è necessario naturalmente smorzare i rumori,<br />
camminare con passo leggero, chiudere le porte senza sbattere, posare gli oggetti<br />
in modo discreto, abbassare il tono della voce.<br />
Man mano ci accorgiamo che in noi scende la calma, ci sentiamo migliori e più<br />
aperti al divino perché Dio non è nel chiasso (cfr 1 Re 19, 11).<br />
L’atteggiamento del corpo simbolizza quello dello spirito, così che con S. Paolo<br />
possiamo ripetere: “Il Dio della pace santifichi voi tutt’interi, e intero il vostro spi-
Incontro di preghiera<br />
112<br />
Nel Segno del Sangue<br />
rito e l’anima, e il corpo sia conservato irreprensibilmente per la venuta del Signore<br />
nostro Gesù Cristo” (1 Ts 5, 23).<br />
ALL’INTERNO DEL SILENZIO IMPARIAMO:<br />
AD ACCOGLIERE L’AMORE DI DIO PER COMUNICARLO<br />
L’iniziativa dell’amore viene sempre da Dio perché, lui stesso Amore, è la sorgente<br />
dell’amore.<br />
“In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato<br />
noi” (Gv 15, 9).<br />
Poi Gesù precisa: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15, 16).<br />
Proprio per questo, come cristiani, dobbiamo accogliere in noi l’amore del Padre<br />
con riconoscenza filiale, alla maniera di Gesù, e dobbiamo donarlo, trasmetterlo<br />
agli altri nei fatti.<br />
È proprio questo scambio necessario di amore che permette a Dio di dimorare in<br />
noi e così “… l’amore di lui è perfetto in noi” (Gv 4, 12).<br />
Gli altri diventano la misura della presenza di Dio in noi e perciò sono molto<br />
importanti nel nostro cammino comunionale di crescita.<br />
Se vogliamo ricevere l’amore misericordioso del Padre, dobbiamo rendere caldo,<br />
accogliente, misericordioso il nostro cuore verso i fratelli.<br />
Giovanni ci ricorda che il nuovo comandamento è quello di amarci e che non<br />
c’è niente di più importante.<br />
Dobbiamo dunque far progredire l’amore in tutte le situazioni della nostra vita.<br />
Non lasciamoci sfuggire le occasioni preziose di bene e di amore perché “niente<br />
ci potrà separare dall’amore di Cristo” (Rm 8, 35).<br />
AD APPREZZARE E A COLTIVARE IL SILENZIO<br />
Il silenzio non è mutismo.<br />
Il mutismo non solo non è il silenzio, ma è esattamente il suo opposto.<br />
Quando in un ambiente chiassoso si grida “silenzio”, il suo tono risuona violento<br />
e autoritario perché fa tacere le altre voci e procura esso stesso un clima pesante<br />
di mutismo.<br />
Il mutismo imposto è violento perché opprime nel tempo i più deboli, esprime<br />
misura disciplinare negativa, intimidazione, minaccia.<br />
Il mutismo produce indifferenza e disprezzo.<br />
Il silenzio, escludendo il chiasso, raccoglie le energie positive, costruttive, si<br />
accorda con la parola che, utilizzata con dolcezza e rispetto, non gli si oppone,<br />
anzi lo anima, lo valorizza perché il silenzio è fatto di benevolenza, di amicizia,<br />
di bontà<br />
In Isaia Dio dice che il suo servo non griderà, né alzerà la voce (cfr 42, 2).
Nel Segno del Sangue<br />
113<br />
Incontro di preghiera<br />
Il silenzio non è mutismo, e per trasmettere la Parola di Dio la voce deve essere<br />
silenziosa.<br />
I redenti dal Salvatore nel libro di Isaia cantano, ma non gridano (cfr 42, 1-12),<br />
e quando Dio avrà fatto cieli nuovi e terra nuova, “non vi sarà più morte, né lutto,<br />
né strida, né vi sarà più dolore” (Ap 21, 4).<br />
Il passaggio dal rumore al silenzio è sempre una pacificazione e è indispensabile<br />
all’uomo per scoprire lo spazio interiore dove Dio vuole incontrarlo.<br />
A CRESCERE NELLA FEDE<br />
La crescita spirituale è crescita di fede.<br />
L’uomo cerca di comprendere il silenzio che è al di là delle cose, dei riti, delle<br />
formulazioni dottrinali, attraverso la preghiera.<br />
Quando la dimensione del silenzio viene smarrita, tutto diventa insensato salvo<br />
a ritrovarvi significato nel momento della sua riscoperta.<br />
Dobbiamo liberare la preghiera da ogni unilateralismo sentimentale o razionale<br />
che sia, dobbiamo fecondare la ragione con il cuore e scoprire che tutto ci è dato<br />
per compiere con noi il cammino verso l’infinito, quell’infinito che, al di là di tutte<br />
le descrizioni teologiche, avvolge nel silenzio il vero essere di Dio.<br />
“La preghiera , dice padre Vannucci, è esercizio di silenzio davanti alla Divinità<br />
non più invocata, ma presente”.<br />
Non con le labbra, non con il sentimento, non con la mente, ma l’uomo stesso<br />
deve diventare creatura orante, passare cioè dal disordine a uno stato di armonia,<br />
di pace, attraverso quello slancio verso l’indicibile che è la fede, questa “passione<br />
per l’infinito”, come la definisce il teologo Tillich.<br />
Fede è parola potente e ci aiuta davvero a comprendere meglio il cammino e la<br />
meta.<br />
Nella fede intuiamo che il male è forte, ma non è il più forte, e che la sofferenza<br />
è universale, ma non è l’ultimo orizzonte.<br />
Questa intuizione genera fiducia, una fiducia vasta che fa da sfondo alle piccole<br />
fiducie e sfiducie che scandiscono le nostre giornate.<br />
Questa fede è fonte della forza più grande che ci è dato immaginare: la forza di<br />
saper vivere, la forza di saper morire.<br />
PREGHIERA LITANICA<br />
Raccolti in unità eleviamo a te, Signore, le nostre invocazioni e ripetiamo:<br />
Donaci una fede forte, Signore!<br />
- Quando la stanchezza, il dolore, la depressione ci sovrastano, preghiamo:<br />
Donaci una fede forte, Signore!<br />
- Quando le notizie poco edificanti che i media ci trasmettono, sembrano abbas-
Incontro di preghiera<br />
114<br />
Nel Segno del Sangue<br />
sare l’entusiasmo per la vita, preghiamo: Donaci una fede forte, Signore!<br />
- Perché tutti noi impariamo a scoprire nel silenzio caldo del cuore la tua presenza,<br />
Signore, preghiamo: Donaci una fede forte, Signore!<br />
- Perché attraverso la pratica spirituale, riusciamo a scoprire la Parola come forza<br />
del cambiamento del cuore e luce della mente, preghiamo: Donaci una fede<br />
forte, Signore!<br />
- Per tutti i nostri fratelli vicini e lontani, perché nell’ascolto della Parola sviluppino<br />
una fede sempre più forte e scoprano nel silenzio segreto del cuore la grandezza<br />
incommensurabile del tuo amore, preghiamo: Donaci una fede forte,<br />
Signore!<br />
Ci uniamo ora a tutta la Chiesa per offrire al Padre il dono preziosissimo del<br />
sangue di Cristo, nostra gloria, salvezza e risurrezione.<br />
Eterno Padre, noi ti offriamo con Maria, Madre del Redentore del genere<br />
umano, il sangue che Gesù sparse con amore nella passione e ogni giorno<br />
offre in sacrificio nella celebrazione dell’Eucaristia.<br />
In unione alla vittima immolata per la salvezza del mondo, ti offriamo le<br />
azioni della giornata in espiazione dei nostri peccati, per la conversione dei<br />
peccatori, per le anime sante del purgatorio e per i bisogni della santa<br />
Chiesa. E in modo particolare:<br />
Generale: Perché ogni spinta al fondamentalismo e all’estremismo sia contrastata<br />
dal costante rispetto, dalla tolleranza e dal dialogo tra tutti i credenti.<br />
Missionaria: Perché i cristiani perseguitati a causa del Vangelo, sostenuti<br />
dallo Spirito Santo, perseverino nella fedele testimonianza dell’amore di Dio<br />
per l’intera umanità.<br />
Celebrante: Padre, tu non offri soluzioni ai nostri problemi, alle nostre sofferenze,<br />
ma scommetti su di noi, affidi alla nostra fragilità la tua Parola e per essa ci ricordi<br />
il dovere della conversione permanente.<br />
Liberaci dal desiderio illusorio di una fede costruita che procura emozione, ma<br />
non cambia la vita.<br />
Rendici forte nella fede che ogni giorno ti genera nel nostro cuore e ci feconda.<br />
Per Cristo nostro Signore.<br />
Amen.
Nel Segno del Sangue<br />
115<br />
Catechesi<br />
Catechesi<br />
Gruppi di preghiera – Gruppi di famiglie<br />
CROCIFISSIONE - SANGUE DAL COSTATO<br />
di don Luigi Lafavia, cpps<br />
Nellʼimmagine: Longino trafigge il costato di Cristo, Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana.<br />
Allora Pilato lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce,<br />
si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due,<br />
uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. … Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: ‘È compiuto!’.<br />
E chinato il capo, consegnò lo spirito. … Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non<br />
gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue<br />
e acqua (Gv 19, 16-18. 30. 33-34)
Catechesi<br />
116<br />
Nel Segno del Sangue<br />
Raccogliamo dal sacro<br />
Costato del Redentore<br />
il rivolo di sangue che<br />
sgorga fluente d’amore.<br />
Fu aperto più che col ferro<br />
del soldato romano, dalla veemenza<br />
d’amore che dentro palpitava<br />
e urgeva.<br />
Non è l’espressione esagerata<br />
di un mistico, è la realtà dell’amore<br />
incontenibile di Dio per<br />
gli uomini.<br />
Se riuscissimo a guardare<br />
con l’introspezione dei Santi,<br />
non ci sarebbe difficile accogliere<br />
questa realtà dell’amore<br />
divino ancor più di quanto ordinariamente<br />
non accogliamo la<br />
semplice verità del suo fatto storico.<br />
C’è da scalfire, in noi uomini<br />
d’oggi, un’incrostazione troppo<br />
umana che ci fa superbamente<br />
misurare le profondità abissali<br />
del cuore di Dio con la nostra<br />
miope ragione.<br />
Le cose di Dio vanno misurate<br />
con misure di Dio.<br />
Il cuore squarciato è l’espressione<br />
più umana dell’amore<br />
divino fatto carne.<br />
Nell’ardente e genuina fede<br />
del Medioevo, Santi e Sante<br />
accostarono, nelle loro visioni<br />
passionarie, la bocca alla piaga<br />
sacra del costato succhiandone<br />
il sangue preziosissimo: gioia<br />
inestimabile nel dolore, forza<br />
irresistibile per la virtù.<br />
Ci viene da loro la devozione<br />
al Sacro Cuore.<br />
Santa Matilde, Santa Geltrude<br />
e le sue compagne hanno<br />
dilatato il varco del divino<br />
costato già esplorato dai santi<br />
teologi come Sant’Agostino,<br />
Sant’Anselmo, San Bo na ven tu -<br />
ra e altri.<br />
“Il cuore di Cristo è stato<br />
ferito - diceva San Bernardo –<br />
affinché mediante la ferita visibile<br />
vediamo la ferita dell’amore<br />
invisibile”.<br />
“O sacrosanta ferita del<br />
Costato - salutava con fervore<br />
Guglielmo di Saint-Thierrj -<br />
porta laterale dell’arca”. E continuava<br />
con l’aspirazione di<br />
penetrarvi dentro non solo con<br />
le dita o la mano come San<br />
Tommaso, ma con tutto se stesso<br />
fino al cuore di Gesù.<br />
Nella ferita sanguinante del<br />
cuore di Cristo scorgiamo in<br />
sintesi tutto ciò che il Cristianesimo<br />
di più sublime ha rivelato<br />
ASPIRAZIONI<br />
all’umanità: la funzione del<br />
dolore e dell’amore nel piano<br />
divino della redenzione.<br />
È attraverso di essa che si raggiunge<br />
il contatto con l’amore di<br />
Dio, e il dolore e la prova dell’esistenza<br />
presente ci portano al<br />
piano dal quale Cristo va redimendo<br />
il mondo.<br />
Questa ferita aperta per ubbidire<br />
ad una legge burocratica da<br />
funzionari della morte, è divenuta<br />
per noi la porta della vita.<br />
Come già nelle visioni di tan ti<br />
mistici del Medioevo, ac co stia -<br />
moci alla piaga sacra del costato di<br />
Cristo e lasciamoci i nondare dal<br />
rivolo di sangue che vi sgorga.<br />
Accostiamoci, an che se non ne siamo<br />
degni.<br />
A quel contatto anche il<br />
nostro tiepido cuore si accenderà<br />
e diverrà migliore.<br />
O Gesù, noi prendiamo questo nostro cuore e lo<br />
accostiamo al fuoco del tuo amore.<br />
Quelle gocce che colano dalla ferita aperta sostituiscano<br />
le lacrime del nostro pianto.<br />
Quelle spine che affondano nella tua carne viva<br />
leniscano la pena del nostro cuore.<br />
Quelle fiamme che traboccano, come da un calice,<br />
dal tuo cuore ripieno, rammolliscano il duro del<br />
nostro egoismo. E nell’accettazione e nell’unione<br />
della nostra sofferenza con la tua sofferenza, rendici<br />
leggero il peso e soave il giogo del nostro cammino,<br />
come un’anticipazione di gioia nel tuo celeste soggiorno.
Nel Segno del Sangue<br />
117<br />
Spiritualità<br />
“Il perdono:<br />
la Misericordia”<br />
di Angelo e Carla Taddei<br />
Oggi, quanto siamo ca -<br />
paci di perdonare il<br />
nostro prossimo? Co -<br />
s’è il perdono, e che conseguenze<br />
ha perdonare per chi ha subito<br />
e per chi ha commesso una<br />
colpa? Quanto dobbiamo essere<br />
misericordiosi?<br />
La misericordia per il cristiano<br />
dovrebbe essere parte integrante<br />
del suo essere, perché<br />
egli crede in Gesù, Figlio di<br />
Dio, venuto tra noi, perché mandato<br />
dal Padre che, nel suo amore<br />
sempre fedele e nelle sua<br />
misericordia senza limiti, ha<br />
dato al mondo il suo Figlio unigenito,<br />
consegnandolo agli<br />
uomini peccatori affinché tutti<br />
credessero in lui per non morire<br />
e per avere la vita eterna. Quindi,<br />
l’iniziativa è stata del Padre<br />
(“È stato Dio infatti a riconciliare<br />
a se il mondo in Cristo”: 2<br />
Cor 5, 19).<br />
Così Gesù viene tra noi come<br />
l’amico degli ultimi, dei peccatori;<br />
prende le loro difese e questo<br />
suo atteggiamento fa scandalo.<br />
La sua risposta a chi si<br />
scandalizza di fronte a tutto ciò,<br />
è la frase sconvolgente del Vangelo<br />
di Matteo: “Non sono i sani<br />
che hanno bisogno del medico,
Spiritualità<br />
118<br />
Nel Segno del Sangue<br />
ma i malati. Andate dunque e<br />
imparate che cosa significhi:<br />
misericordia io voglio e non<br />
sacrifici. Infatti non sono venuto<br />
a chiamare i giusti, mai i peccatori”(<br />
Mt 9, 12-13).<br />
Gesù ci ha lasciato il comandamento<br />
dell’amore: “Avete in -<br />
teso che fu detto: amerai il tuo<br />
prossimo e odierai il tuo nemico.<br />
Ma io vi dico: amate i vostri<br />
nemici e pregate per i vostri persecutori,<br />
perché siate figli del<br />
padre vostro celeste, che fa sorgere<br />
il suo sole sopra i malvagi e<br />
sopra i buoni, e fa piovere sopra<br />
i giusti e sopra gli ingiusti. Siate<br />
perfetti come perfetto è il Padre<br />
vostro celeste” (Mt 5, 43-48)<br />
“Voi dunque pregate così:<br />
Padre nostro... rimetti a noi i<br />
nostri debiti come noi li rimettiamo<br />
ai nostri debitori. Se voi<br />
infatti perdonerete agli uomini le<br />
loro colpe, il Padre vostro celeste<br />
perdonerà anche voi; ma se<br />
voi non perdonerete agli uomini,<br />
neppure il Padre vostro perdonerà<br />
le vostre colpe” (Mt 6, 12-15).<br />
Allora Pietro gli si avvicinò e<br />
gli disse: “Signore, quante volte<br />
dovrò perdonare mio fratello se<br />
pecca contro di me? Fino a sette<br />
volte? E Gesù gli rispose: non ti<br />
dico fino a sette, ma fino a settanta<br />
volte sette”(Mt 18, 21-22).<br />
Dobbiamo essere misericordiosi<br />
anche noi sempre, tanto<br />
quanto abbiamo bisogno spesso<br />
della misericordia di Dio e degli<br />
uomini. La misura deve essere<br />
quella dell’amore, e l’amore non<br />
consce misura: “Non giudica,<br />
non si vanta, non si gonfia, non<br />
manca di rispetto, non cerca il<br />
suo interesse, non si adira, non<br />
tiene conto del male ricevuto” (1<br />
Cor 13, 4-7).<br />
Infatti, la più grande testimonianza<br />
di amore perpetuo è quella<br />
che solo Gesù ci ha dato con il<br />
suo immenso sacrificio: ha versato<br />
il suo sangue prezioso,<br />
Agnello senza difetti e senza<br />
macchia. “Siete stati comprati a<br />
caro prezzo” (1 Cor 6, 20), giustificati,<br />
quindi, non per i nostri<br />
meriti ma per la sua grande<br />
misericordia.<br />
Non è facile per nessuno<br />
essere misericordioso, non è<br />
facile perdonare chi ci ha offeso,<br />
chi ci ha fatto dei torti, chi ci ha<br />
ucciso persone care; abbiamo<br />
bisogno di chiedere nella preghiera<br />
al Padre misericordioso,<br />
la forza per usare misericordia.<br />
Dio ci viene incontro, ci aiuta<br />
ad amare e a perdonare, e ogni<br />
nostro gesto di benevolenza più<br />
che agli altri è fatto a noi, perché<br />
fa ricadere su di noi la benevolenza<br />
del Padre: è avendo misericordia<br />
per gli altri che ci meritiamo<br />
la misericordia.<br />
Ogni pagina del Vangelo è<br />
testimonianza del grande amore<br />
di Gesù verso gli uomini, e chi<br />
apprende bene il messaggio, e<br />
soprattutto lo vive, capisce che<br />
amando adempie tutti i comandamenti,<br />
trasfigurandosi in quell’amore<br />
infinito che è Dio trasferito<br />
tra gli uomini. “Il Verbo si è<br />
fatto carne e abitò fra noi” (Gv<br />
1, 14).<br />
Questa stupenda vicenda,<br />
l’Incarnazione, possiamo leggerla<br />
in questi termini: l’Amore,<br />
la Carità, la Misericordia, si è<br />
fatta carne e è venuta ad abitare<br />
in mezzo agli uomini.<br />
Abbonamento annuo alla nostra Rivista<br />
Nel Segno del Sangue<br />
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Ringraziamo tutti coloro che rispondono con tanta generosità.
Nel Segno del Sangue<br />
119<br />
Notizie<br />
Notizie<br />
z<br />
ROMA - Un libricino in dono<br />
con sorpresa<br />
Quando le consegnai il testo<br />
della presentazione del sesto<br />
volume delle Lettere di Maria<br />
De Mattias suor Angela Di Spirito<br />
mi diede un libricino di -<br />
cendomi: “So che ami le antichità”<br />
- o qualcosa del genere.<br />
(Non sapevo sul momento di<br />
dover citare la frase). Lo guardai<br />
e per la verità l’anno di pubblicazione<br />
non era propriamente<br />
remoto. Napoli 1847. Ciò che<br />
invece mi procurò una positiva<br />
sorpresa fu il titolo, ma più<br />
ancora l’autore. Cominciamo da<br />
quest’ultimo: Don Bartolommeo<br />
[sic] Del Monte.<br />
È nome di un certo rilievo nel -<br />
la storia dei Missionari del Preziosissimo<br />
Sangue perché, nativo<br />
di Bologna, vi aveva la sciato<br />
un’orma profonda. Quando in<br />
quella città giunsero don Francesco<br />
Albertini e don Ga spa re del<br />
Bufalo, sicuramente ne sentirono<br />
parlare (ma io credo che lo conoscessero<br />
già di fa ma) e conobbero<br />
l’Opera della Mis sione da lui<br />
fondata, a quel tempo diretta da<br />
don Francesco Luigi Arrighi.<br />
Quando, caduto Na poleone, si<br />
voleva meglio pre cisare la regola<br />
scritta da don Gaetano Bonanni<br />
per gli Operai E vangelici, don<br />
Gaspare, interessato con l’Albertini<br />
a promuovere i Missionari<br />
del Preziosissimo Sangue, mandò<br />
a ri chiedere una copia dei<br />
regolamenti di don Bartolomeo<br />
del Mon te.<br />
Bartolomeo aveva studiato<br />
tra i Gesuiti del Collegio di Santa<br />
Lucia e si sarebbe fatto volentieri<br />
seguace di sant’Ignazio se<br />
il padre non si fosse opposto<br />
con tutte le forze: lo voleva<br />
almeno sacerdote secolare, o<br />
prete in casa come si diceva. Ma<br />
il figlio era attratto fortemente<br />
dal ministero della parola. L’incontro<br />
con Leonardo da Porto<br />
Maurizio aveva prodotto in lui<br />
un impeto capace di rompere<br />
ogni barricata. Sarebbe stato<br />
prete in casa, per contentare il<br />
padre, ma sarebbe stato poco<br />
tempo in casa! Si sentiva portato<br />
alla predicazione delle Missioni<br />
al Popolo, al contatto fisico<br />
e condiviso con la gente, con<br />
la Passione di Cristo mediante<br />
la Via Crucis e altre forme di<br />
pietà popolare.<br />
Ordinato sacerdote il 20<br />
dicembre 1749 dall’arcivescovo<br />
Prospero Lorenzo Lambertini,<br />
futuro Benedetto XIV, aveva<br />
proseguito i suoi studi e conseguito<br />
la laurea in teologia due<br />
anni più tardi. Predicare era, a<br />
quei tempi, un’arte con le sue<br />
regole. Bartolomeo si sentiva<br />
portato al ministero della parola,<br />
ma avvertiva di non possedere<br />
la tecnica necessaria. Si preparò<br />
scrupolosamente, sia frequentando<br />
corsi, sia studiando i<br />
monumenti letterari dei grandi<br />
oratori, dopo di che si gettò a<br />
capofitto in un’avventura singolare,<br />
dapprima nella sua ampia<br />
diocesi, poi senza più confini<br />
teorici.<br />
Nei primi anni dedicò alla<br />
predicazione il tempo che gli<br />
lasciava il suo delicato ufficio di<br />
rettore del seminario diocesano;<br />
poi l’arcivescovo lo rese libero,<br />
alla luce dei risultati che otteneva<br />
con la predicazione. Don<br />
Bartolomeo si portò dove lo<br />
conducevano le richieste di<br />
vescovi e istituzioni ecclesiastiche,<br />
come conseguenza di un<br />
tam tam che raccontava mirabilia.<br />
Il suo apostolato interessò,<br />
in ventisei anni, sessantadue<br />
diocesi, con missioni popolari,<br />
quaresimali, esercizi spirituali<br />
al clero e ai laici. La fama tramanda<br />
risultati insperati nel<br />
campo delle rappacificazioni tra<br />
persone e intere famiglie.<br />
Molto significativa era stata<br />
la sua azione in Roma. Perciò<br />
l’Albertini e del Bufalo non<br />
potevano ignorarlo già prima<br />
che giungessero a Bologna.<br />
Chiamato nel 1774, in tempo di
Notizie<br />
quaresima, a preparare l’anno<br />
santo del 1775, predicò in Piazza<br />
Navona e tenne gli esercizi al<br />
clero nella chiesa del Gesù. Proprio<br />
a Roma, nel corso dell’anno<br />
santo, pubblicò in prima edizione<br />
il volume Gesù al cuore<br />
del sacerdote secolare e regolare,<br />
ovvero considerazioni ecclesiastiche<br />
per ogni giorno del<br />
mese, che voleva essere uno<br />
strumento utile alla riqualificazione<br />
del clero.<br />
Insaziabile nell’annunciare il<br />
vangelo sarebbe partito per le<br />
Indie se non glielo avessero<br />
impedito a causa delle condizioni<br />
di salute. A conclusione di<br />
quella che sarebbe stata la sua<br />
ultima missione, disse: «Vado a<br />
morire a Bologna». Morì infatti<br />
nella sua città a cinquantadue<br />
anni, la vigilia di Natale del<br />
1778. Aveva svolto oltre trecento<br />
missioni al popolo. Secondo<br />
alcuni l’immenso strapazzo che<br />
una siffatta attività gli era costata<br />
aveva determinato la sua fine<br />
prematura. Per testamento la -<br />
sciò la cospicua fortuna familiare<br />
come patrimonio di una<br />
«Fondazione per la continuazione<br />
delle Sacre Missioni, che per<br />
esperienza aveva conosciute<br />
sommamente utili alla Religione,<br />
ed alla Chiesa di Dio».<br />
Il curatore della riedizione<br />
del suo volumetto Gesù al cuore<br />
del sacerdote secolare e regolare<br />
esordisce così nella presentazione<br />
Al divoto Lettore: «Se l’Istruzione<br />
de’ Laici ne’ cristiani<br />
doveri deve essere uno degli<br />
oggetti delle sollecitudini del<br />
Clero; molto più, anzi di maggior<br />
conseguenza sarà l’Istruzione<br />
degli stessi Ecclesiastici,<br />
giacché da questi per il pubblico<br />
Magistero da cui sono rinvestiti<br />
120<br />
passa nel popolo la dottrina de’<br />
Sagri Dogmi, e della Cristiana<br />
Morale. Il perché quell’Ecclesiastico,<br />
che nell’ammaestrare i<br />
Laici rivolge ancora le sue pietose<br />
mire a pro di esso Clero,<br />
merita una più ricca corona di<br />
gloria». E concludeva. «Sì fatto<br />
Elogio è ben dovuto all’insigne<br />
merito del signor Don Bartolommeo<br />
[sic] del Monte Sacerdote<br />
Secolare Bolognese, dottore<br />
in Sacra Teologia e celebratissimo<br />
Missionario della nostra<br />
Italia in questi ultimi anni».<br />
Della fondazione da lui<br />
lasciata furono dapprima direttori<br />
il celebre don Giuseppe dottor<br />
Dal Pino, attivo anche a<br />
Roma nell’Oratorio del Caravita,<br />
e poi monsignor Francesco<br />
Luigi Arrighi, che all'epoca dell’esilio<br />
dei sacerdoti romani<br />
dirigeva un drappello di cinque<br />
missionari. Con quest’ultimo<br />
l’Albertini e del Bufalo strinsero<br />
una certa amicizia. Specialmente<br />
don Gaspare, che più a<br />
lungo rimase a Bologna.<br />
L’Opera delle Missioni continuava<br />
a funzionare con grande<br />
Nel Segno del Sangue<br />
meraviglia delle autorità napoleoniche.<br />
Ma era tutto in regola,<br />
perché - come spiegava un funzionario<br />
a un altro meno informato,<br />
«gli ecclesiastici suddetti<br />
non costituiscono fra di loro una<br />
società che possa cadere sotto il<br />
divieto del Sovrano Decreto 25<br />
<strong>Aprile</strong> 1810, giacché non sono<br />
legati da alcuna regola e disciplina.<br />
Il solo Arrighi per testamento<br />
di Bartolomeo Dal Monte<br />
di cui gode alcuni terreni, si<br />
ritiene obbligato alla condizione<br />
di esercitare le missioni suddette<br />
in compagnia d’altri Preti a di<br />
lui scelta che compartecipano<br />
dei redditi dei terreni suddetti».<br />
Michele Colagiovanni<br />
PIEDIMONTE<br />
SAN GERMANO -<br />
Unio <strong>Sanguis</strong> <strong>Christi</strong> (Unio<br />
<strong>Sanguis</strong> <strong>Christi</strong>)<br />
Piedimonte San Germano è<br />
un paese di cinquemila abitanti<br />
che, dal suo centro storico, in<br />
alto, guarda una vasta pianura, un<br />
tempo detta Terra di Lavoro per
Nel Segno del Sangue<br />
l’agricoltura che vi fioriva. Oggi<br />
è ancora “terra di lavoro”, ma<br />
principalmente per le industrie<br />
che vi sono impiantate, a cominciare<br />
dalla FIAT, le quali vivono<br />
le alterne vicende dell’economia<br />
nazionale e globale. Ricordo un<br />
anno che vi andai, come sempre<br />
da una decina di anni, a Natale e<br />
Pasqua, per il ministero delle<br />
confessioni: l’immenso stabilimento<br />
della fabbrica torinese<br />
assomigliava a un cetaceo boccheggiante,<br />
arenato sull’ultima<br />
spiaggia. Oggi vi sono segni di<br />
ripresa, ma la popolazione sta<br />
con il fiato sospeso tra ricerca di<br />
impiego, licenziamenti e cassa<br />
integrazione.<br />
L’ultimo conflitto mondiale<br />
rase al suolo ogni segno della<br />
millenaria storia di Piedimonte,<br />
che allora era tutto sulla parte<br />
alta. Non restò pietra su pietra.<br />
Pagò così la sua vicinanza a<br />
Cassino. Il Comune è stato insignito<br />
di medaglia d’argento al<br />
valor civile con la seguente<br />
motivazione. «Situato in posizione<br />
nevralgica, du rante l’ultimo<br />
conflitto mondiale, subì violenti<br />
bombardamenti che provocarono<br />
numerose vittime e la<br />
distruzione della totalità dell’abitato.<br />
La popolazione tutta che,<br />
con indomito coraggio, aveva<br />
contribuito anche alle formazioni<br />
partigiane, intraprendeva poi<br />
la difficile opera di ricostruzione,<br />
offrendo nobile esempio<br />
d’elette virtù civiche e generoso<br />
spirito di solidarietà».<br />
Il paese antico, ora rinato, si<br />
presenta posto come su una<br />
grande piramide mozza. Una<br />
scalinata rettilinea formata da<br />
una serie di rampe, collega il<br />
sito antico, l’unico un tempo<br />
esistente, con il nuovo, sorto ai<br />
121<br />
suoi piedi, dal dopoguerra. Qui,<br />
in previsione dello sviluppo<br />
maggiore, furono posti gli edifici<br />
di pubblica utilità, comprese<br />
le scuole dell’obbligo. Molti<br />
abitanti della zona alta ricordano<br />
la loro vita da scolari, caratterizzata<br />
dalle quotidiana fatiche:<br />
al mattino scendere a precipizio<br />
lo scalone e, cosa ancor<br />
più raccapricciante, terminate le<br />
lezioni, risalirlo contando uno<br />
per uno i 479 gradini.<br />
I Missionari del Preziosissimo<br />
Sangue sono stati presenti<br />
su questo territorio in vari modi.<br />
Don Domenico Barbati ha risieduto<br />
per molti anni a Piumarola,<br />
frazione del Comune confinante;<br />
per due volte consecutive vi<br />
hanno predicato le missioni po -<br />
polari con i sacerdoti Gio vanni<br />
Notizie<br />
Francilia e Mario Gia cometti;<br />
Giuseppe Montenegro, Oliviero<br />
Magnone, Eliseo Pace e un<br />
gruppo di suore ASC.; io stesso,<br />
infine, da un decennio circa,<br />
almeno due volte l’anno sono<br />
venuto a confessare, chiamato<br />
in aiuto dal parroco, lo zelante<br />
don Giovanni Costantini.<br />
È venuto perciò spontaneo<br />
proporre al clero locale il tentativo<br />
di istituire un gruppo di<br />
preghiera della Unio <strong>Sanguis</strong><br />
<strong>Christi</strong>, anche in omaggio al<br />
titolo di «città martire» di cui<br />
Piedimonte si fregia. La devozione<br />
al Preziosissimo Sangue,<br />
infatti, e la relativa spiritualità, è<br />
fortemente legata al concetto di<br />
radicalità nell’impegno. Quelle<br />
stesse caratteristiche che hanno<br />
permesso ai pedemontani di
Notizie<br />
122<br />
Nel Segno del Sangue<br />
L’UNIONE SANGUIS CHRISTI: “CHIESA CONSAPEVOLE”<br />
Sia che la chiamiamo Adunanza del Preziosissimo Sangue, come quando<br />
nacque nel 1808 per opera di don Francesco Albertini; sia che si voglia<br />
re cuperare il titolo di Arciconfraternita del Preziosissimo Sangue, come di -<br />
ven ne nel 1815 per impulso del medesimo santo sacerdote; sia che continui<br />
a chiamarsi Pia Unione del Preziosissimo Sangue, come quando venne<br />
eretta quale gemella dell’Arciconfraternita, nel 1854 per iniziativa del<br />
ve nerabile don Giovanni Merlini; sia infine che si preferisca la dizione at -<br />
tua le di Unione <strong>Sanguis</strong> <strong>Christi</strong>: l’associazione può ben dirsi una “Chiesa<br />
con sa pevole”, formata, cioè, da persone che sanno che cosa è la Chiesa<br />
e che cosa comporti appartenerle. E allora ecco un Piccolo Catechismo.<br />
Che cosa è Chiesa? È una Adunanza aperta a tutti, convocata da Dio;<br />
quindi potenzialmente formata di tutti gli esseri umani, di ogni tempo, strato<br />
sociale, lingua, nazione della Terra.<br />
Perché Dio convoca tutti gli esseri umani in Adunanza? Per fare un<br />
patto (una Alleanza) con Essa, cioè con chi risponde Sì.<br />
Per qual fine le persone rispondono sì a Dio e si radunano? Per fare<br />
liberamente un patto (Alleanza) con Dio che li chiama.<br />
A che cosa tende il patto che Dio e le persone unite in Assemblea<br />
stipulano? Formare un Popolo di tanti popoli, nazioni, lingue, culture, strati<br />
sociali e trasformare l’esistenza umana in una storia di Salvezza, invece<br />
che una perpetua e stupida ripetizione degli stessi tragici errori.<br />
Come potrebbe una siffatta Assemblea stare in uno stesso luogo?<br />
Per motivi logistici una simile Assemblea non può essere convocata in un<br />
unico luogo. Deve per forza di cose frazionarsi in tante Assemblee. A rendere<br />
la pluralità delle Assemblee unica Convocazione provvede l’unico<br />
Convocatore, il Padre, l’unica Parola che chiama, Gesù Cristo, l’unico<br />
afflato che anima i partecipanti: lo Spirito Santo.<br />
Dunque i termini Assemblea, Convocazione, o Adunanza, o Alleanza<br />
sono, al di là delle accezioni specifiche, sinonimi di Chiesa? Sì. A<br />
tal punto che i luoghi stessi dove si riuniscono le Assemblee, o Convocazioni,<br />
o Adunanze, o Alleanze del tipo descritto si chiamano chiese. Dunque<br />
chiesa è il luogo, Chiesa (con “c” la maiuscola) è la<br />
totalità dei convocati, perché anche il piccolo gruppo è<br />
tale se si riconosce nella totalità e se è riconosciuto<br />
come proprio dalla totalità dei convocati.<br />
La Chiesa è visibile? Certamente sì. Non si accende<br />
una lampada per metterla nel cassetto. La Chiesa è visibile<br />
per il suo Messaggio e per la sua Struttura gerarchica.<br />
È visibile perché è una convocazione pubblica e<br />
non può passare inosservato un raduno di gente.<br />
Quando avviene questa visibilità della Chiesa?<br />
Ogni volta che una sua porzione si raduna per gli scopi<br />
che sono stati espressi. Può trattarsi delle riunioni delle<br />
associazioni parrocchiali, delle feste dei santi, nella vita<br />
di tutti i giorni… Praticamente sempre. Il singolo e la<br />
comunità sono in stato di convocazione permanente!<br />
redimere il loro territorio e che<br />
sono citate nella motivazione<br />
della medaglia.<br />
Sparsa la voce tra la popolazione<br />
della parte alta, venerdì 26<br />
febbraio, nel pomeriggio, mi<br />
sono recato a Piedimonte in tempo<br />
per guidare la tradizionale Via<br />
Crucis dei venerdì di quaresima,<br />
iniziata alle ore 17, a cui ha fatto<br />
seguito la messa, concelebrata<br />
con don Giovanni Costantini.<br />
Nell’una e nell’altra funzione sa -<br />
cra ho esposto i principali concetti<br />
che caratterizzano l’asso-
Nel Segno del Sangue<br />
ciazione e che espongo nel ri -<br />
quadro colorato qui a fianco.<br />
Al termine la collaboratrice<br />
parrocchiale signora Lauretta<br />
Frecentese in Pannone ha raccolto<br />
le adesioni, che sono state<br />
incoraggianti, specialmente alla<br />
luce dei principi enunciati,<br />
secondo i quali i membri, quale<br />
chiesa consapevole, sono dei<br />
fermenti, un lievito che deve<br />
smuovere e cambiare la massa,<br />
rendendola tutta lievito. Gli<br />
iscritti sono risultati venti.<br />
Una parte della popolazione<br />
aveva manifestato il desiderio<br />
che la presentazione venisse fatta<br />
alle ore 8, perché più comoda,<br />
essendo il venerdì giornata lavorativa.<br />
E infatti, dopo la cena<br />
offerta dalla famiglia Pannone,<br />
si è ripetuta la presentazione del<br />
gruppo Unio <strong>Sanguis</strong> <strong>Christi</strong>.<br />
Dopo un pensiero introduttivo,<br />
i presenti (non numerosissimi<br />
per la verità, ma in compenso<br />
giovani e determinati a far<br />
parte della Unio <strong>Sanguis</strong> <strong>Christi</strong>)<br />
hanno recitato con me la<br />
Coroncina con le Litanie del<br />
Preziosissimo Sangue.<br />
Michele Colagiovanni<br />
123<br />
Notizie<br />
Nella impossibilità di eseguire una foto di gruppo abbiamo dovuto far<br />
ricorso a dettagli delle due riunioni svolte a Piedimonte San Germano<br />
senza la possibilità di riportare tutti gli iscritti.<br />
Ci scusiamo con gli esclusi (solo dalle foto).<br />
C’è un punto di massima evidenza in cui la Chiesa è Chiesa e stabilisce<br />
(o dovrebbe) il picco di autenticità? Certamente. È la celebrazione<br />
dell’eucaristia. In quel tipo di Convocazione tutto è (o dovrebbe risultare)<br />
al massimo livello: la Parola che chiama è proclamata dalla tribuna,<br />
chi ascolta è in atteggiamento di rispetto, la Parola che viene annunciata<br />
non resta fatta di fiato ma si fa carne e sangue realmente nel pane e nel<br />
vino; Dio e l’Uomo non restano separati o uniti solo sentimentalmente, ma<br />
si danno reciprocamente come cibo e bevanda.<br />
Ogni Eucaristia deve risultare inserita in tal modo nella vita quotidiana?<br />
Certamente, ma in modo particolare quella domenicale, che va<br />
percepita come un dovere per il cristiano. Il settimo giorno è riservato al<br />
Signore della Creazione, che contempla l’opera sua e la sua Famiglia<br />
riunita attorno al Figlio. L’Eucaristia per il fedele è il giorno della propria esistenza,<br />
in Dio e nella Chiesa, quanto in comunione con il Figlio si offre al<br />
Padre. In questa occasione i convocati sanno che stanno rispondendo a<br />
una chiamata obbligatoria, a cui, se si è impediti legittimamente di intervenire,<br />
si deve rispondere con l’adesione interiore. In questa occasione la<br />
Chiesa, già con lo spettacolo che offre al mondo con i propri adepti che si<br />
mettono in cammino vero la chiesa-luogo, diventa annuncio; e poi ancora<br />
di più al ritorno, come persone trasformate dall’esperienza di comunione<br />
con i fratelli e con Dio, in Cristo, pieni di Spirito Santo.<br />
In conclusione di questo primo punto e di quanto abbiamo detto,<br />
che ruolo ha il Preziosissimo Sangue? La risposta viene dalle parole<br />
che “fanno” l’Eucaristia. Riascoltiamole. Gesù prese il pane e disse:<br />
«Prendete e mangiate, questo è il mio corpo». Sembrerebbe un discorso<br />
compiuto, che non richiede altro. Chi dà il proprio corpo dà anche il proprio<br />
sangue! Eppure Gesù volle evidenziare soprattutto il ruolo fondamentale<br />
del suo Sangue. E preso il calice disse: «Prendete e bevetene tutti. Questo<br />
è il calice del mio Sangue, per la nuova e eterna Alleanza, versato per<br />
voi e per tutti in remissione dei peccati».<br />
La prima cosa che balza all’attenzione è che l’Alleanza, o Convocazione,<br />
o Assemblea, ossia Chiesa è, esiste NEL sangue di Cristo. Si tratta di<br />
parole testuali, esplicite. Non esiste, non può esistere Chiesa se non nel<br />
Sangue di Gesù. Quel Sangue è stato versato proprio per aprire l’avventura<br />
della Nuova Alleanza, cioè il popolo che vuole realizzare la Nuova<br />
Storia, nella quale il sangue è offerto e non estorto. La Chiesa è ben lontana<br />
dall’incarnare questo ideale, ma è la sola che lo persegue. Tale<br />
Alleanza, della quale facciamo parte e nella quale chiunque può entrare a<br />
far parte, non solo è Nuova rispetto all’antica che cessa, ma è anche Eterna,<br />
cioè definitiva: non dobbiamo aspettarne un’altra, perché non ci sarà.<br />
È questo che viviamo il tempo favorevole, è questo il tempo decisivo. Ne<br />
dobbiamo essere consapevoli “fino al Sangue”.<br />
m. c.<br />
(1-continua)
MISSIONARI<br />
DEL PREZIOSISSIMO SANGUE<br />
CASA DI MISSIONE<br />
E DI ESERCIZI SPIRITUALI<br />
ESERCIZI SPIRITUALI<br />
GIUGNO<br />
Dal 21, ore 18,00, al 26, ore 8,30<br />
Il Sacerdozio di Cristo Gesù<br />
Guida don Renato Butera, sdb<br />
Aperto ai missionari cpps e ai sacerdoti<br />
LUGLIO<br />
Dal 5, ore 18,00, al 10, ore 8,30<br />
Divenire quello che siamo (Ef 4, 1-16)<br />
Guida don Gennaro Cespites, cpps<br />
Aperto a tutti<br />
Dal 26, ore 18,00, al 31, ore 8,30<br />
Costruiti per un sacerdozio santo, regale<br />
(1Pt 2, 3-5.9)<br />
Guida don Romano Altobelli, cpps<br />
Aperto a tutti<br />
AGOSTO<br />
Dal 23, ore 18,00, al 28, ore 8,30<br />
CALENDARIO <strong>2010</strong><br />
“Anno sacerdotale”<br />
Esercizi spirituali e ritiri spirituali<br />
Abbazia di S. Felice<br />
06030 Giano dell’Umbria (PG)<br />
Tel. 0742 90103<br />
Fax 0742 931049<br />
L'offerta di sé come culto spirituale (Rm 12, 1)<br />
Guida don Giulio Martelli, cpps<br />
Aperto a tutti<br />
NOVEMBRE<br />
Dall'8, ore 18,00, al 13, ore 8,30<br />
Il presbitero e il suo ministero<br />
Guida Mons. Vittorio Peri,<br />
Pres. Naz. Ass. Apostolica Clero<br />
Aperto ai missionari cpps e ai sacerdoti
RITIRI SPIRITUALI<br />
(riservati)<br />
MAGGIO<br />
Dal 20 al 24<br />
Ritiro spirituale e di formazione<br />
novizi francescani (lingua tedesca)<br />
Guida fr Niklaus Kuster, ofm<br />
Le prenotazioni vanno fatte per<br />
lettera o per telefono<br />
Portare con sé la Bibbia<br />
e la liturgia delle Ore<br />
L’Abbazia di S. Felice dista 3 km da<br />
Bastardo (PG). Si raggiunge<br />
percorrendo la strada Foligno-Bastardo<br />
GIUGNO<br />
Dal 31 maggio al 6 giugno<br />
Laici in ritiro spirituale<br />
da Ottobeuren (Germania)<br />
Guida p. Johannes Schaber, osb<br />
LUGLIO<br />
Dal 14 al 17<br />
Giornate di spiritualità per formatori cpps<br />
Guida p. Barry Fischer, cpps<br />
AGOSTO<br />
Dal 2 al 9<br />
“Ho una bella notizia: Dio l'ho incontrato”<br />
(giovani)<br />
Guida don Domenico D'Alia, cpps<br />
SETTEMBRE<br />
Dal 20 al 25<br />
Esercizi spirituali seminaristi cpps<br />
COME RAGGIUNGERCI<br />
da ROMA:<br />
Orte - Superstrada E45 (Perugia-Cesena) -<br />
uscita Foligno-Massa Martana-Bastardo<br />
da FIRENZE:<br />
Autostrada - uscita Val di Chiana - Perugia<br />
Superstrada E45 direzione Terni - Roma -<br />
uscita Ripabianca - Foligno - Bastardo<br />
CON LE FF.SS.:<br />
stazioni di Foligno o Spoleto<br />
PRIMA DI PARTIRE, TELEFONARE<br />
ALL’ABBAZIA PER ESSERE PRELEVATI<br />
AI PUNTI DI ARRIVO<br />
NEL CORSO DELL'ANNO LITURGICO “C”<br />
DAL 20 AL 22 NOVEMBRE E DAL 19 AL 21 FEBBRAIO<br />
RITIRI SPIRITUALI SEMINARISTI CPPS<br />
N. B. L’abbazia dispone anche di una<br />
parte della struttura che consente<br />
l’autogestione a gruppi per una<br />
formazione religiosa
Libri<br />
Nel Segno del Sangue<br />
126<br />
Libri<br />
Tullio Veglianti (a cura) Il Sangue di Cristo nella Bibbia,<br />
Commento dei padri della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana.<br />
VOLUMI PUBBLICATI:<br />
I, Genesi-Esodo, Roma 2008<br />
II, Levitico-Giobbe, Roma 2009<br />
III, Salmi, Roma 2009<br />
Tullio Veglianti (a cura)<br />
Il Sangue di Cristo<br />
nella Teologia,<br />
(Continuatio Mediaevalis),<br />
Libreria Editrice Vaticana.<br />
VOLUMI PUBBLICATI:<br />
I, Chiesa latina, V-VII secolo,2007<br />
II. Chiesa latina e greca , VIII secolo, 2008<br />
III. Chiesa latina, IX secolo: prima metà, 2009<br />
IV. Chiesa latinae greca , IX secolo, 2009<br />
SUOR ANNA MARIA VISSANI -<br />
DON MARIANO PICCOTTI -<br />
VALERIA MANTINOVI<br />
Nel Sangue di Cristo la<br />
nostra Libertà<br />
Meditare, contemplare il<br />
mistero pasquale, Collana Il<br />
Figlio , ed. Shalom<br />
SUOR ANNA MARIA VISSANI -<br />
ALESSANDRO CERVELLATI<br />
Lui solo. Santa Maria De<br />
Mattias dono di Dio per<br />
l’umanità<br />
Collana I santi, ed. Shalom<br />
SUOR ANNA MARIA VISSANI -<br />
DON MARIANO PICCOTTI<br />
In punta di piedi<br />
Lo stupore dell’adorazione<br />
nella vita quotidiana, Collana<br />
Spiritualità, ed. Shalom
Nel Segno del Sangue<br />
Il lato comico<br />
127<br />
di Comik<br />
Umorismo<br />
RIECCO GHEDDAFI<br />
Ritorna in campo Gheddafi questa volta lanciando il jihad contro la Svizzera, rea di non gradire<br />
i minareti in casa propria. Pare che dei minareti a Gheddafi importi poco; li tira in ballo perché<br />
suo figlio è stato arrestato per atti di violenza contro una domestica. E allora tutti a mettere<br />
bene in chiaro: “Non si tratta di guerra di religione! È una questione privata…”. Come se guerre<br />
di religione fossero solo i pronunciamenti della Chiesa (senza alcuna minaccia) contro l’aborto<br />
o l’eutanasia: quelle sì che sono guerre di religione! Ma perché non si uccida per legge.<br />
SILENZIO, PARLA IL CORANO<br />
Una volta lo slogan di un noto marchio di pasta diceva<br />
così: “Silenzio, parla Agnesi” – e si vedeva un bel<br />
rigatone infilzato nella forchetta finire in bocca al<br />
testimonial. I nostri superlaicisti, pronti a levare alte<br />
proteste ogni volta che il papa o un vescovo fanno<br />
notare che cosa dice il Vangelo sulla controversia di<br />
turno, questa volta si interrogano prudentemente se<br />
davvero il Corano autorizzi un laico come il Colonnello<br />
libico a proclamare un jihad. Ebbene: gli esperti<br />
dicono di sì. Il Corano, non distinguendo tra sfera<br />
politica e sfera religiosa, autorizza qualunque Duce,<br />
nell’interesse dell’islam, a dichiarare la guerra santa.<br />
E allora tutti zitti. È nel Corano, scherziamo?!<br />
SILENZIO, PARLA IL RIGATONE...<br />
Tempo fa si discuteva del burka. Un noto conduttore televisivo delle ore notturne, di nome<br />
Gabriele, dopo aver assicurato di aver letto il Corano almeno due volte, ha proclamato che in<br />
esso non si dice nulla dell’indumento in questione. Dunque si può lottare per la sua abolizione.<br />
Perché? Se fosse scritto nel Corano, il carcere ambulante per le donne dovrebbe essere tollerato?<br />
Silenzio, parla il rigatone…<br />
CHE COSA DICE GHEDDAFI<br />
“Il Jihad deve essere proclamato contro l’apostata e infedele Svizzera, che distrugge le case di<br />
Allah. […] Il Jihad contro la Svizzera, contro il sionismo, contro gli aggressori stranieri, non è<br />
terrorismo”. E che cosa è, allora? È guerra aperta! “Ogni musulmano nel mondo che abbia a che<br />
fare con la Svizzera è un infedele, è contro l’islam, contro il profeta Maometto, contro il Corano.<br />
Se la Svizzera fosse uno stato confinante le avremmo dichiarato guerra”. Così dice Gheddafi<br />
e tutti zitti, perché ha l’autorità per farlo. E il Corano è con lui. Parla l’esperto.<br />
I DIGIUNI PUBBLICITARI<br />
Emma Bonino candidata al governatorato della Regione Lazio, ha subito indetto un digiuno e i<br />
giornali pronti a sbandierarlo. Eppure si tratta di digiuni che, alla luce dei fatti, giovano alla salute.<br />
Nel Mondo muoiono di digiuno milioni e milioni di esseri umani e nessuno ne parla. Quando<br />
ne parlano, non hanno altro rimedio che non farli nascere.
4000 MESSE PERPETUE<br />
I Missionari del Preziosissimo Sangue, per facilitare la<br />
comunione di preghiera tra vivi e defunti, hanno istituito<br />
da oltre un secolo l’Opera delle 4000 Messe Perpetue.<br />
Ogni anno vengono celebrate 4000 Messe<br />
per tutti gli iscritti, vivi o defunti.<br />
Per associarsi, o per iscrivere i propri cari,<br />
basta versare l’offerta di una Messa, una volta per sempre.<br />
Si rimane iscritti in perpetuo. Viene rilasciata una pagellina<br />
con il nome della persona iscritta.<br />
PIA UNIONE DEL PREZIOSISSIMO SANGUE - VIA NARNI, 29 - 00181 ROMA<br />
Tel. e fax: 06/78.87.037 - c.c.p 391003 - e-mail: piaunione@gmail.com