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La relazione medico-paziente (PDF 163 KB)

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Atti del Primo Convegno Nazionale A.M.O.I.C.<br />

l’interiorizzazione e la testimonianza del<br />

dovere che obbliga la scelta etica. In tale<br />

contesto antropologico, l’uomo si riappropria<br />

della sua unità di corpo e spirito<br />

e del suo valore in quanto soggetto e non<br />

oggetto. L’espressione della persona si<br />

manifesta nella sua completezza di<br />

corpo e spirito e la vita dell’uomo torna<br />

ad essere espressione di questa unità<br />

indissolubile.<br />

Il principio del rispetto della vita (in<br />

quanto indisponibile ed inviolabile), il<br />

principio terapeutico o della totalità, il<br />

principio della libertà-responsabilità, di<br />

socialità e di sussidiarietà, propri del personalismo<br />

sono quelli che ridanno al rapporto<br />

<strong>medico</strong>-<strong>paziente</strong> il giusto valore.<br />

<strong>La</strong> vita, attraverso la quale l’uomo si<br />

manifesta e realizza nello spazio e nel<br />

tempo, si riappropria del suo valore<br />

intrinseco e viene riconosciuta come<br />

inviolabile, neppure per favorire la vita<br />

di altri; la salute, condizione perché tale<br />

vita possa essere mantenuta, deve essere<br />

tutelata.<br />

L’atto <strong>medico</strong>, attraverso il quale può<br />

essere mantenuto lo stato di salute, deve<br />

essere inteso a salvaguardare l’integrità<br />

della persona, deve riguardare la parte<br />

malata, causa diretta della malattia, deve<br />

presentare opportune prospettive di successo,<br />

rispettare il principio di proporzionalità<br />

e deve essere posto con il consenso<br />

esplicito del <strong>paziente</strong>.<br />

I principi di libertà e responsabilità<br />

impegnano entrambe le parti al rispetto<br />

delle scelte responsabili dell’altro, nell’ottica<br />

di tutti gli altri valori, così come<br />

la costruzione del bene di tutti impegna<br />

ognuna in una scelta che si presenta personale<br />

e sociale allo stesso tempo.<br />

Al personalismo ontologicamente fondato<br />

(Sgreccia) si contrappone, quindi, il<br />

personalismo materialista (<strong>La</strong>in) che<br />

considera l’uomo semplicemente un<br />

corpo, distinto dagli altri esseri viventi<br />

perché capace di percepirsi inserito nel<br />

mondo, di riflettere sulla propria limitatezza,<br />

finitudine e materialità e possiede<br />

un cervello che, organo del corpo, presiede<br />

alla condotta umana.<br />

Il corpo è in funzione della natura e non<br />

più della persona nella sua interezza di<br />

corpo-mente-spirito: ciò ad indicare che<br />

soltanto chi si ritiene inserito nel mondo<br />

(escludendo gli incapaci di intendere e<br />

volere, gli embrioni, i feti, i neonati, i<br />

bambini, i soggetti in coma, gli individui<br />

sottoposti ad anestesia etc. etc.) gode del<br />

riconoscimento di essere persona.<br />

Accanto a queste posizioni etiche precise<br />

si delineano anche altri indirizzi. In<br />

un contesto pluralistico è difficile, alla<br />

luce di scelte bioetiche di tipo emotivistico,<br />

utilitaristico e sociologistico, delineare<br />

una corretta proporzionalità nella<br />

<strong>relazione</strong> che si viene a creare tra <strong>medico</strong><br />

e <strong>paziente</strong>: il solo desiderio del soggetto,<br />

il suo profitto, l’opinione dominante,<br />

non possono assicurare un equilibrio<br />

tra le parti in causa.<br />

È in questa complessità che debbono<br />

essere inserite le scelte del singolo: l’oggettività<br />

del bene, le buone intenzioni<br />

del soggetto, le scoperte tecnologicoscientifiche<br />

vanno amalgamate ed armonizzate<br />

allo scopo di lasciar emergere le<br />

verità ed il fine dell’uomo.(XIII)<br />

I principi di libertà e responsabilità e<br />

tutti gli altri valori impegnano entrambe<br />

le parti al rispetto delle scelte responsabili.<br />

<strong>La</strong> costruzione del bene di tutti impegna<br />

ognuno in una scelta che è personale<br />

e sociale allo stesso tempo.<br />

L’incontro tra il <strong>medico</strong> ed il malato<br />

deve essere un’alleanza terapeutica<br />

(XIV) ed anche un’amicizia: è l’incontro<br />

di due persone che decidono di fare<br />

insieme il percorso di guarigione.<br />

<strong>La</strong> malattia, il dolore che l’accompagna<br />

ed il malato, non sono l’espressione di<br />

peccato e dell’azione dei demoni come<br />

erano interpretati nel mondo antico, ma<br />

rappresentano l’opportunità per il <strong>medico</strong><br />

di offrire al <strong>paziente</strong> la speranza, rendendolo<br />

consapevole del messaggio che<br />

la malattia ed il dolore portano a lui.<br />

L’aspettativa di guarigione del <strong>paziente</strong><br />

deve corrispondere all’impegno che il<br />

<strong>medico</strong> pone, per libera scelta, nell’accompagnare<br />

il malato nel cammino di<br />

guarigione dove si trovano in equilibrio<br />

le due componenti dell’uomo: l’anima<br />

ed il corpo.<br />

Per poter realizzare ciò, deve esistere la<br />

necessità di lasciare alla medicina quelle<br />

caratteristiche che le sono proprie: la ricchezza<br />

degli eventi che caratterizzano la<br />

storia del <strong>paziente</strong>, la capacità del valore<br />

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