Adorare è amare - Movimento Domenicano del Rosario
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LA CONTEMPLAZIONE EUCARISTICA<br />
Ma che cosa significa, concretamente, fare contemplazione<br />
eucaristica? Altro non <strong>è</strong> che stabilire un contatto, cuore a cuore,<br />
con Gesù realmente presente nell’Ostia e, attraverso di Lui, elevarsi<br />
al Padre nello Spirito Santo.<br />
Tutto questo il più possibile nel silenzio, sia esteriore che interiore:<br />
il silenzio <strong>è</strong> lo sposo prediletto <strong>del</strong>la contemplazione. Faceva<br />
ottima contemplazione eucaristica quel contadino <strong>del</strong>la parrocchia<br />
di Ars che passava ore ed ore immobile, in Chiesa, con lo<br />
sguardo rivolto al tabernacolo; interrogato dal Santo Curato che<br />
cosa facesse così tutto il giorno, rispose: “Niente, io guardo lui e<br />
lui guarda me”.<br />
La contemplazione può talvolta anche essere semplicemente<br />
un tener compagnia a Gesù, uno stare sotto il suo sguardo, lasciando<br />
anche a lui la gioia di contemplare noi che, per quanto peccatrici,<br />
siamo però sue creature e frutto <strong>del</strong>la sua passione.<br />
La contemplazione non <strong>è</strong> dunque impedita dall’aridità che<br />
talvolta si può sperimentare (sia essa dovuta alla nostra dissipazione<br />
sia invece permessa da Dio per la nostra purificazione. Possiamo<br />
dirgli, con Charles de Foucauld: “La tua felicità, Gesù, mi basta!”.<br />
Gesù sa che potremmo andar via e fare mille altre cose che<br />
ci gratificherebbero molto di più: ed invece restiamo lì, alla sua<br />
presenza, bruciando il nostro tempo.... in pura perdita, sembrerebbe...<br />
E, forse, ritornando via da Gesù, potrà capitare anche a noi<br />
quello che capitava a Mos<strong>è</strong>: “Quando Mos<strong>è</strong> scese dal monte, non<br />
sapeva che la pelle <strong>del</strong> suo viso era raggiante, poiché aveva conversato<br />
con Lui”. Mos<strong>è</strong> non sapeva, e neppure noi sapremo (ed <strong>è</strong><br />
bene che sia così, per noi): ma forse avverrà anche a noi che, tornando<br />
tra i fratelli dopo quei momenti, qualcuno vedrà il nostro<br />
viso più disteso, sorridente, perché abbiamo contemplato il Signore.<br />
Sarà il dono più bello che possiamo fare ad essi.<br />
(Padre Raniero Cantalamessa)<br />
INSIEME A TE<br />
Signore, ogni volta che decido di adorarti mi rendo<br />
mi conto che non <strong>è</strong> sufficiente guardare fisso verso<br />
l'Eucaristia. Tu mi chiedi anche di guardare intorno,<br />
di guardare «oltre», «lontano».<br />
L'Eucaristia crea sempre uno sguardo infinito,<br />
uno sguardo attento, uno sguardo presente,<br />
uno sguardo penetrante.<br />
La nostra presenza qui <strong>è</strong> anche segno <strong>del</strong>la tua Presenza:<br />
noi siamo il tempio <strong>del</strong> Dio vivente,<br />
il segno <strong>del</strong>la tua Gloria.<br />
Per questo la preghiera di adorazione non <strong>è</strong> un<br />
fatto nostro, privato, esclusivo, ma un evento di<br />
Chiesa: <strong>è</strong> un popolo che adora il suo Dio.<br />
L' adorazione non si esaurisce nel dialogo io-Tu<br />
Tu, Signore, vuoi vedere quanto sono capace di<br />
accogliere quelli che mi stanno accanto:<br />
mi vieni a cercare per fare <strong>del</strong> mio volto il segno <strong>del</strong>l'amicizia<br />
e <strong>del</strong>la speranza, per riaccendere in tanti il desiderio <strong>del</strong>l ' amore.<br />
Vuoi afferrarmi perche non venga preso dalla tentazione<br />
di scappare, di non voler sentire, di non voler sapere,<br />
di diventare messaggio di Te, parola di Te.<br />
Vuoi cercarmi in mezzo al volto dei miei fratelli;<br />
mi vuoi cercare in mezzo agli altri per poi<br />
inviarmi proprio a loro.<br />
Canto 19