Le lesioni oncologiche vegetanti: prendersi cura della persona - SICP
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Contributi<br />
<strong>Le</strong> <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong>:<br />
<strong>prendersi</strong> <strong>cura</strong> <strong>della</strong> <strong>persona</strong><br />
Federica Fabbrini 1 , Serena Giove 1 , Teresa Ruiz Palomera 1<br />
1 Unità di cure palliative-leniterapia di Firenze zona Sudest, Hospice San Felice a Ema, dipartimento oncologico,<br />
Azienda sanitaria di Firenze<br />
Corrispondenza a: Federica Fabbrini - federica.fabbrini@asf.toscana.it<br />
Riassunto<br />
La scelta di studiare le <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong> nasce dalla necessità di trovare e offrire risposte alla loro<br />
gestione, la cui alta complessità investe sia la sfera fisica e psico-sociale dell’assistito, sia quella emozionale<br />
dell’operatore. La revisione bibliografica degli ultimi dieci anni ci ha permesso di analizzare la definizione,<br />
l’eziologia, l’epidemiologia, fino al trattamento dei sintomi maggiormente disturbanti, quali il cattivo<br />
odore, l’iperessudazione, il dolore, il sanguinamento e, in misura minore, il prurito. Implementando i risultati<br />
<strong>della</strong> ricerca all’interno <strong>della</strong> nostra pratica clinica abbiamo rilevato che le conoscenze a disposizione<br />
non offrono ancora risposte certe ai bisogni dei nostri assistiti, si<strong>cura</strong>mente per la complessità, la specificità<br />
dell’argomento e la sporadicità <strong>della</strong> frequenza con cui si presentano tali <strong>lesioni</strong>. Perciò è necessario un approccio<br />
globale e interprofessionale. <strong>Le</strong> <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong>, anche se rare, ci obbligano a ulteriori<br />
approfondimenti nell’ambito <strong>della</strong> ricerca, in quanto la maggior parte <strong>della</strong> letteratura comprende opinioni<br />
di esperti, casi di studio ed esperienze empiriche.<br />
Parole chiave: <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong>, sintomi disturbanti, ricerca<br />
Summary<br />
The decision to deal with malignant fungating wounds stems from the need to find and provide answers to their<br />
management, as such lesions are highly complex and involve both the physical and psyco-social world of the patient,<br />
as well as the emotional ambit of the operator. During the past 10 years, the bibliographic revision has made<br />
it possible to analyse the definition, the aetiology, the epidemiology up to the treatment of the most upsetting symptoms<br />
such as malodour, exudate, pain, bleeding, and – in a minor proportion – itching. The implementation of<br />
the results deriving from our research in clinical practice has shown that the material at our disposal doesn’t offer<br />
reliable answers to the needs of our patients yet. This is mainly because of the complex and specific subject and<br />
the sporadic frequency of such lesions. Therefore, they need to be addressed with a global and interprofessional approach.<br />
Whilst such lesions are rare, the subject deserves further exploration in the research area as the majority<br />
of literature includes expert opinions, case studies and empirical evidence regarding experiences.<br />
Key words: malignant fungating wounds, disturbing symptoms, research data<br />
Introduzione<br />
<strong>Le</strong> <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong> sono una condizione<br />
di ulcerazione e proliferazione che si presenta quando<br />
le cellule tumorali infiltrano la cute erodendola; 1 possono<br />
interessare la superficie <strong>della</strong> mucosa e/o quella<br />
cutanea come conseguenza alla crescita neoplastica,<br />
presentarsi con uno spessore parziale (fino al derma),<br />
totale (fino al muscolo) o profondo (con danno muscolare<br />
e osseo). Tali <strong>lesioni</strong> possono essere il risultato di: 2<br />
• tumore primario <strong>della</strong> cute;<br />
LA RIVISTA ITALIANA DI CURE PALLIATIVE<br />
• diretta infiltrazione <strong>della</strong> cute di un tumore primario;<br />
• diffusione metastatica di tumori attraverso tessuti,<br />
vasi ematici e linfatici;<br />
• diffusione cellulare a seguito di manovre chirurgiche;<br />
• trasformazione cellulare maligna di <strong>lesioni</strong> cutanee<br />
croniche (Marjolin’s ulcer).<br />
<strong>Le</strong> <strong>lesioni</strong> <strong>vegetanti</strong> sono una complicanza devastante<br />
del cancro e solitamente rappresentano l’avanzamento<br />
e l’in<strong>cura</strong>bilità <strong>della</strong> malattia con opzioni terapeutiche<br />
limitate e prognosi grave. Si manifestano<br />
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LA RIVISTA ITALIANA DI CURE PALLIATIVE<br />
raramente ma sono sempre causa di angoscia sia per<br />
il paziente sia per il familiare nonché per l’operatore<br />
sanitario che affronta questa sfida attraverso il trattamento<br />
dei sintomi disturbanti quali il cattivo odore,<br />
l’iperessudazione, il dolore, la compromissione dell’immagine<br />
corporea, l’isolamento psico-sociale, 3 il sanguinamento<br />
e il prurito. Molti autori riportano che la<br />
prognosi per i pazienti con <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong><br />
è grave e l’aspettativa di vita può essere inferiore<br />
a sei mesi. 4 Altre ricerche riportano le diverse problematicità<br />
assistenziali correlate alla complessità di<br />
tali <strong>lesioni</strong>, soprattutto per la loro singolarità, come la<br />
rapidità con cui manifestano un cambiamento. 5<br />
Se le cellule maligne non vengono controllate attraverso<br />
terapie come la chemioterapia, radioterapia o<br />
ormonoterapia, la crescita vegetante può diffondersi<br />
e danneggiare ulteriormente la lesione attraverso la<br />
combinazione di: perdita di vascolarizzazione, crescita<br />
proliferativa, ulcerazione. 6 Queste sono <strong>lesioni</strong><br />
cutanee croniche in cui la malattia tumorale avanzata<br />
rende impossibile la ricostruzione dell’integrità <strong>della</strong><br />
cute in quanto sono profondamente alterati i meccanismi<br />
di riparazione tessutale (fase infiammatoria essudativa,<br />
fase proliferativa con angiogenesi e produzione<br />
di tessuto di granulazione, fase di cicatrizzazione<br />
e riepitelizzazione). E’ stato calcolato che, di<br />
tutti i pazienti affetti da cancro con metastasi, circa<br />
il 5-10% può sviluppare una lesione oncologica ve-<br />
Contributi<br />
getante. 2 L’esatta incidenza è sconosciuta perché le<br />
<strong>lesioni</strong> sono complicanze che non vengono segnalate<br />
nel registro dei tumori pur essendo a essi associate e,<br />
nei nostri diagnosis-related group (DRG), non esiste<br />
una voce a esse correlata. Relativamente alla nostra<br />
esperienza abbiamo rilevato che, su una popolazione<br />
di 797 pazienti osservata nel biennio 2009-2010, 14<br />
(1,75%) presentavano <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong><br />
(Tab. 1). L’epidemiologia, la documentazione dell’eziologia<br />
e la registrazione dell’evoluzione <strong>della</strong> lesione<br />
in risposta ai trattamenti effettuati forniscono<br />
informazioni preziose ai fini <strong>della</strong> ricerca. Anche fotografare<br />
la lesione diventa uno strumento di documentazione.<br />
E’ doveroso riportare che la gestione di<br />
un paziente con lesione vegetante, quindi ad alta<br />
complessità assistenziale, ha un costo elevato in termini<br />
di numero di operatori, tempo assistenziale dedicato<br />
e materiali impiegati.<br />
Obiettivi<br />
• Accrescere la consapevolezza degli operatori sanitari<br />
che gli interventi mirati sulle <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong><br />
<strong>vegetanti</strong> migliorano la qualità di vita del<br />
paziente e dei suoi familiari.<br />
• Offrire agli operatori sanitari una metodologia di<br />
<strong>cura</strong> globale condivisa su base internazionale per<br />
la gestione delle <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong> attraverso<br />
la revisione <strong>della</strong> letteratura più recente.<br />
Tabella 1. Epidemiologia delle <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong> nell’Unità di cure palliative di Firenze zona Sudest nel biennio<br />
2009-2010<br />
Contesto assistenziali: domiciliare, day hospice, hospice<br />
Popolazione osservata: 797 pazienti di cui 14 (1,75%) con <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong><br />
Tumore primitivo Numero casi Metastasi <strong>Le</strong>sione oncologica vegetante<br />
Vulva 3 Utero e annessi Vulvare<br />
Ossee, polmonari Vulvare e addominale<br />
Utero e annessi, polmonari Vulvare<br />
Mammella 2 Polmonari, ossee, epatiche Toracica e addominale<br />
Epatiche Mammaria<br />
Melanoma 2 Epatiche, cerebrali, polmonari Addome e torace<br />
Linfonodali, polmonari, mediastiniche Inguinale e vulvare<br />
Polmone 1 Cavo ascellare, toraciche Cavo ascellare destro<br />
Istiocitoma alla schiena 1 Cerebrali, polmonari Toracica<br />
Prostata 1 Polmonari, linfonodali Scrotale<br />
Spinocellulare alla mano 1 Cuoio capelluto, naso Toracica<br />
Ano-retto 1 Inguinali Inguinale destro<br />
Cavo orale 1 Linfonodali loco-regionali Collo<br />
Lingua 1 Locali estese al massiccio facciale Testa e collo<br />
Su 888 pazienti presi in carico nel biennio 2009-2010, 91 sono stati seguiti su più setting assistenziali e quindi contati una sola volta<br />
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Contributi<br />
Gestione dei sintomi invalidanti<br />
Vista la complessità delle <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong>,<br />
la gestione delle condizioni del paziente non può prescindere,<br />
oltre alla valutazione dei sintomi legati alla<br />
lesione, dalla considerazione <strong>della</strong> sua sfera più intima<br />
e <strong>persona</strong>le: modificazione dell’immagine corporea,<br />
depressione, ansia, senso di colpa, vergogna, alterazione<br />
dell’appetito, alterazione del sonno, isolamento<br />
sociale e familiare, eccetera. Una comunicazione<br />
efficace e aperta faciliterà quindi il coinvolgimento del<br />
paziente nella pianificazione e partecipazione lungo il<br />
percorso terapeutico. 3 Di seguito vengono esaminati<br />
i sintomi disturbanti legati alla lesione.<br />
Cattivo odore<br />
Tra tutti i sintomi associati alle <strong>lesioni</strong> <strong>vegetanti</strong>, il cattivo<br />
odore è spesso descritto come la prima causa di<br />
angoscia del paziente, dei familiari e degli operatori.<br />
L’odore spesso trapassa gli abiti e può essere sentito<br />
sia all’interno sia all’esterno dell’abitazione del paziente,<br />
7 con un effetto deleterio sulla qualità di vita.<br />
Tali condizioni portano il paziente a vivere sentimenti<br />
negativi quali: imbarazzo, vergogna, demoralizzazione<br />
con il proprio partner, senso di colpa e altre problematiche<br />
altamente disturbanti. Inoltre il cattivo odore<br />
può causare anche nausea e diminuzione dell’appetito<br />
in un momento in cui i piccoli pasti sono importanti.<br />
I responsabili del cattivo odore sono batteri<br />
anaerobi, che si moltiplicano nei tessuti devitalizzati<br />
presenti sulla ferita. 8,9<br />
Talvolta il cattivo odore può essere correlato alla contaminazione,<br />
all’infezione e all’iperessudazione.<br />
Il metronidazolo usato per via sia sistemica sia topica<br />
è considerato il trattamento per eccellenza per ri-<br />
a b<br />
LA RIVISTA ITALIANA DI CURE PALLIATIVE<br />
durre il cattivo odore. Numerose descrizioni di casi clinici<br />
hanno dimostrato il suo effetto, riferito dai pazienti,<br />
spesso anche solo dopo alcuni giorni. 10,11 La via di<br />
somministrazione è ancora molto discussa, per quella<br />
sistemica esistono dubbi sull’efficacia <strong>della</strong> sua azione<br />
sulla lesione in quanto la circolazione ematica è ridotta<br />
e spesso i tessuti sono anossici. 12 In Australia,<br />
il metronidazolo viene somministrato solo localmente<br />
sotto forma di gel. 13 E’ importante segnalare che<br />
le attuali prove correlano l’uso del metronidazolo alla<br />
diminuzione del cattivo odore e al miglioramento <strong>della</strong><br />
qualità di vita. 14 In <strong>lesioni</strong> con abbondante essudazione<br />
è indicato utilizzare metronidazolo in polvere<br />
(utilizzando la polvere delle capsule o frammentando<br />
le compresse). Altre misure efficaci per prevenire il cattivo<br />
odore sono mantenere la lesione pulita, prevenire<br />
l’infezione e ridurre l’essudato. 9,15,16,17 La valutazione<br />
<strong>della</strong> lesione (estensione, ulcerazione, proliferazione,<br />
presenza di zone necrotiche, segni di colonizzazione<br />
o infezione locale) e le condizioni generali<br />
del paziente (circolazione, condizione dei vasi, disponibilità<br />
di un accesso venoso, segni di infezione sistemica)<br />
possono indirizzare la via di somministrazione<br />
migliore. Da qui, l’importanza <strong>della</strong> registrazione degli<br />
interventi e dei risultati.<br />
<strong>Le</strong> medicazioni a base di argento stanno riscuotendo<br />
successo per la loro capacità di ridurre il cattivo<br />
odore. Essendo molto costose devono essere utilizzate<br />
solo dove la lesione richiede un trattamento antimicrobico<br />
locale.<br />
<strong>Le</strong> medicazioni al carbone attivo svolgono un’azione di<br />
contenimento dell’odore ma devono essere utilizzate con<br />
attenzione poiché la presenza di abbondante essudato<br />
disattiva la proprietà del prodotto.<br />
Figura 1. <strong>Le</strong>sione iniziale: nella maggior parte dei casi le metastasi cutanee si presentano con striature (a), noduli cutanei o sottocutanei (b), singoli<br />
o multipli, di varie dimensioni di colore naturale o di diverse gradazioni rosso-violacee.<br />
40 vol. 13, n. 4-2011
LA RIVISTA ITALIANA DI CURE PALLIATIVE<br />
a b<br />
Figura 2. <strong>Le</strong>sione mammaria (a) e ascellare (b): superficie con tessuto fibroso e necrotico, sanguinante, cute perilesionale infiltrata di colorazione<br />
violacea ed edema.<br />
Anche l’aromaterapia è indicata sia per il paziente sia<br />
per gli operatori perché la diffusione di essenze naturali<br />
nell’ambiente diminuisce la percezione del cattivo<br />
odore.<br />
Iperessudato<br />
Livelli eccessivi di essudato sono legati all’interrelazione<br />
di diversi fattori, quali:<br />
• perdita di liquido dal sistema vascolare del tumore;<br />
• catabolismo di tessuto lesionale da proteasi batteriche;<br />
• processi infiammatori e infezione.<br />
Ci sono importanti differenze nella costituzione dell’essudato<br />
di una lesione acuta rispetto a quella cronica<br />
non tendente a guarigione. Quest’ultima contiene<br />
un minor numero di fattori di crescita e un<br />
aumento dei livelli di enzimi proteolitici e altre sostanze<br />
erosive in grado di degradare il tessuto perilesionale.<br />
A oggi, nessuno studio ha indagato sulla<br />
composizione dell’essudato <strong>della</strong> lesione oncologica<br />
vegetante, tuttavia è ragionevole ipotizzare che risulti<br />
diverso sia dalla lesione acuta sia da quella cronica,<br />
se non altro per la presenza di cellule tumorali. 18<br />
Selezionare un appropriato regime di medicazione è di<br />
primaria importanza sia per il trattamento <strong>della</strong> lesione<br />
sia per la ricaduta significativa sulla qualità di vita<br />
del paziente. La medicazione primaria ideale dovrebbe<br />
prevedere capacità non aderenti, conformabilità, assorbenza<br />
dell’umidità in eccesso e permettere una rimozione<br />
atraumatica. La medicazione secondaria dovrebbe<br />
essere conformabile, assorbente ed esteticamente<br />
accettabile. Inoltre, considerando che l’iperessudazione<br />
avviene a seguito <strong>della</strong> colonizzazione o<br />
dell’infezione, in combinazione alla prime, possono essere<br />
utilizzate medicazioni a base di argento. Relativamente<br />
all’entità dell’essudato, deve essere attentamente<br />
scelta la medicazione avanzata assorbente più<br />
Contributi<br />
appropriata. Tra i prodotti indicati troviamo:<br />
• idrofibra;<br />
• alginati, che hanno anche proprietà emostatiche;<br />
• schiume di poliuretano;<br />
• schiume al silicone;<br />
• film barriera al silicone.<br />
Un essudato eccessivo è spesso causa di cattivo odore<br />
e può provocare la macerazione <strong>della</strong> cute perilesionale,<br />
provocando un’ulteriore estensione <strong>della</strong> lesione.<br />
La nostra esperienza ci ha consentito di verificare l’efficacia<br />
<strong>della</strong> radioterapia per la riduzione di un essudato<br />
abbondante. Sfortunatamente, nonostante i progressi<br />
nel trattamento delle <strong>lesioni</strong> cutanee, non esistono<br />
ancora prodotti-medicazioni ideali per trattare<br />
le <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong>. Inoltre, i prodotti più<br />
moderni sono progettati secondo la teoria <strong>della</strong> guarigione<br />
in ambiente umido, sviluppata per la guarigione<br />
di ferite acute, non ben trasferibile alle <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong><br />
<strong>vegetanti</strong> che non tendono a guarigione e il cui<br />
letto è fin troppo umido. 19,20 Recentemente, le prove<br />
suggeriscono un equilibrio idrico ottimale per facilitare<br />
la gestione di tali <strong>lesioni</strong> attraverso il mantenimento<br />
di un livello di umidità adeguato per ogni specifica<br />
lesione. 16,19,21 A causa <strong>della</strong> mancanza di specifici<br />
prodotti di medicazione e <strong>della</strong> complessità delle<br />
<strong>lesioni</strong>, l’esperienza clinica quotidiana, orientata dalla<br />
letteratura e da una formazione specialistica sulla<br />
<strong>cura</strong> delle <strong>lesioni</strong>, diventa spesso il fattore principale<br />
di successo delle medicazioni.<br />
Dolore<br />
La risposta al paziente con dolore nel tumore avanzato<br />
e con lesione vegetante deve essere data solo dopo<br />
avere attentamente indagato quale sia la sua origine.<br />
Più fattori possono causare e/o acuire il dolore e sono<br />
legati sia alla lesione stessa sia allo stato di gravità di<br />
malattia, oltre che alla sfera psico-sociale.<br />
vol. 13, n. 4-2011 41
Contributi<br />
Il dolore causato dalla lesione può essere di vario tipo:<br />
• somatico, associato alla massa del tumore sottostante;<br />
• neuropatico, dovuto all’interessamento dei nervi<br />
e/o secchezza degli stessi (danno dei nervi da tumore<br />
avanzato ed esposizione delle terminazioni<br />
nervose); 22,23<br />
• incident (DEI - dolore episodico intenso), dovuto a<br />
manovre legate alla medicazione.<br />
L’intervento iniziale sulla lesione deve essere mirato<br />
a evitare:<br />
• medicazioni occlusive, perché favoriscono l’aumento<br />
del dolore;<br />
• lesione secca, perché crea la sensibilizzazione <strong>della</strong><br />
componente nervosa;<br />
• trattamento traumatico <strong>della</strong> lesione (debridement<br />
chirurgico, meccanico, cambi di medicazioni<br />
asciutte);<br />
• infezioni ricorrenti. 20<br />
Una volta escluse le cause sopra indicate, se il paziente<br />
ha ancora dolore durante la medicazione bisogna<br />
valutare, dopo una rilevazione quali-quantitativa<br />
del dolore, la necessità di:<br />
• una premedicazione locale o sistemica; in quella locale<br />
con morfina occorre tener conto che, nelle ulcerazioni<br />
di ampia superficie, vi può essere assorbimento<br />
sistemico del farmaco; 32<br />
• aumento <strong>della</strong> terapia sistemica in atto;<br />
• co-trattamento del dolore psicologico.<br />
Sanguinamento<br />
La protezione del fragile tessuto che circonda i vasi<br />
sanguigni è di vitale importanza nella gestione delle<br />
<strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong>; è necessario quindi approcciarsi<br />
alla medicazione con estrema delicatezza<br />
per prevenire ogni forma di trauma. Se la medicazione<br />
è adesa alla lesione, bisogna procedere all’irrigazione<br />
moderata prima <strong>della</strong> sua rimozione. 24<br />
• In caso di sanguinamento modesto:<br />
- controllo pressione locale;<br />
- utilizzo di ghiaccio;<br />
- utilizzo di alginato di calcio;<br />
- utilizzo di sucralfato pasta (1 g dispersi in 5 ml di<br />
gel solubile in acqua); 12,25,26,27<br />
- utilizzo di acido tranexamico (uso locale).<br />
• In caso di sanguinamento moderato:<br />
- molti studi raccomandano l’utilizzo di alginati per<br />
le loro proprietà emostatiche, mentre altri lo sconsigliano<br />
perché le fibre del prodotto possono irritare<br />
il tessuto delicato <strong>della</strong> lesione. E’ indicato<br />
piuttosto l’utilizzo di spugne emostatiche costituite<br />
da una gelatina naturale in grado di assorbire,<br />
in quantità comunque modesta, il sangui-<br />
LA RIVISTA ITALIANA DI CURE PALLIATIVE<br />
Figura 3. <strong>Le</strong>sione al collo: queste <strong>lesioni</strong> possono essere caratterizzate<br />
da bordi proliferanti e profondi crateri anche fistolizzati.<br />
namento moderato. La spugna viene poi naturalmente<br />
assorbita o rimane sul letto <strong>della</strong> lesione<br />
come una morbida gelatina che verrà rimossa alla<br />
medicazione successiva. Tali spugne possono essere<br />
lasciate quindi sulla sede <strong>della</strong> lesione e poi<br />
coperte con una medicazione secondaria quando<br />
il sanguinamento è sotto controllo. Tali presidi<br />
possono venire gestiti direttamente dal paziente o<br />
dal familiare, anche a domicilio, riducendo le ansie<br />
degli assistiti e i ricoveri in pronto soccorso; 28<br />
- utilizzo di acido tranexamico (uso locale e/o sistemico);<br />
- utilizzo di spugne emostatiche assorbibili.<br />
• In caso di sanguinamento importante è necessario<br />
procedere urgentemente con:<br />
- acido tranexamico (uso sistemico);<br />
- farmaci vasocostrittori (adrenalina a uso locale, il<br />
cui utilizzo deve essere ponderato per non incorrere<br />
in una necrosi tessutale);<br />
- radioterapia;<br />
- emostasi tramite legatura;<br />
- cauterizzazione. 29<br />
Nella nostra esperienza ventennale, nei pazienti con<br />
cancro in fase avanzata di malattia, non è stata mai<br />
riscontrata l’indicazione degli ultimi due punti.<br />
• In caso di sanguinamento massivo:<br />
essendo un evento drammatico per il paziente e i<br />
suoi familiari, non solo per la copiosa quantità di<br />
sangue perduto, quanto per la percezione <strong>della</strong><br />
morte imminente, è fondamentale, se l’evento è<br />
prevedibile, pianificare anticipatamente con i caregiver<br />
le azioni da intraprendere. Esse includono<br />
l’utilizzo di asciugamani scuri, in modo da mascherare<br />
la quantità di sangue perduta e l’educazione<br />
alla somministrazione di farmaci per la sedazione<br />
terminale/palliativa del paziente.<br />
42 vol. 13, n. 4-2011
LA RIVISTA ITALIANA DI CURE PALLIATIVE<br />
Prurito<br />
Anche se non strettamente classificato come doloroso,<br />
il prurito è in grado di causare così tanto disagio<br />
che alcuni autori raccomandano lo stesso grado di<br />
attenzione che si presta al dolore. 30 Il prurito è un<br />
sintomo poco frequente che può presentarsi sia sul<br />
letto <strong>della</strong> lesione sia sulla cute perilesionale. Esistono<br />
pochi studi sull’eziopatogenesi e sugli interventi<br />
farmacologici. La sensazione di prurito intenso è attribuita<br />
all’attività tumorale, specialmente nel cancro<br />
<strong>della</strong> mammella con infiltrazioni cutanee. 31 Il prurito<br />
di solito non risponde alla somministrazione di antistaminici.<br />
I seguenti interventi sono riportati in letteratura<br />
come case report: idrogel raffreddato, mentolo in crema<br />
acquosa (per la cute integra), stimolazione nervosa<br />
elettrica transcutanea (TENS), paroxetina, calamina,<br />
capsaicina, anestetici locali, corticosteroidi sistemici,<br />
antagonisti del recettore H, anticonvulsivanti, antidepressivi,<br />
terapia a ultravioletti B, bloccanti dei recettori<br />
dell’istamina, idrossizina, ondansetron. Nella<br />
nostra esperienza abbiamo trovato beneficio dall’utilizzo<br />
dei primi due provvedimenti.<br />
Conclusioni<br />
La letteratura sulla gestione delle <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong><br />
<strong>vegetanti</strong> è in costante aumento anche se molto frammentata<br />
e prevalentemente basata su casi clinici, opinioni<br />
di esperti e racconti aneddotici. Per tale motivo<br />
non esistono ancora prove robuste e linee guida formalizzate<br />
su cui basare la pratica clinica. Il materiale<br />
consultato per la stesura di quest’articolo è stato prodotto<br />
da autori stranieri. In Italia le pubblicazioni sono<br />
ancora in quantità esigua, anche se autorevoli società<br />
scientifiche specializzate nel trattamento delle <strong>lesioni</strong><br />
(AIS<strong>Le</strong>C e AIUC) hanno da tempo inserito nei loro<br />
programmi di studio la gestione delle <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong><br />
<strong>vegetanti</strong>. Come esperti in cure palliative e membri<br />
di una società scientifica, abbiamo quindi il dovere<br />
di documentare e pubblicare la casistica per un<br />
autorevole confronto affinché l’esperienza del singolo<br />
diventi patrimonio <strong>della</strong> comunità professionale.<br />
Sulla base dei risultati ottenuti dalla revisione <strong>della</strong><br />
letteratura e dall’analisi dei casi clinici da noi seguiti<br />
negli ultimi 10 anni, presentiamo nella sezione<br />
“Come si fa” (pag. 45) le linee di intervento per la gestione<br />
delle <strong>lesioni</strong> <strong>oncologiche</strong> <strong>vegetanti</strong>.<br />
Conflitti di interesse dichiarati: gli autori dichiarano la non sussistenza di conflitti<br />
di interesse.<br />
Ringraziamenti: grazie alla gentile signora Marinella Censi <strong>della</strong> biblioteca<br />
<strong>della</strong> Fondazione Floriani per aver contribuito alla ricerca bibliografica. Gra-<br />
Contributi<br />
zie a tutta la nostra équipe per il suo contributo e averci permesso di dedicare<br />
il nostro tempo alla stesura dell’articolo.<br />
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