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Il Core Curriculum del medico palliativista - SICP

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IL CORE CURRICULUMIN CURE PALLIATIVE<strong>Il</strong> core curriculum<strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>GRUPPO DI LAVORO MULTIDISCIPLINARE PER LO SVILUPPO DEL CORE CURRICULUMDEL MEDICO PALLIATIVISTADanila Valenti, vice presidente <strong>SICP</strong>, coordinatore <strong>del</strong> Gruppo di lavoroEsperti Adriana Turriziani, presidente <strong>SICP</strong> Giovanni Zaninetta, past president <strong>SICP</strong> Gianlorenzo Scaccabarozzi, segretario <strong>SICP</strong> Luciano Orsi, direttore RICP Chiara Pecorini, esperta in formazione Bruno Andreoni, direttore master Elena Bandieri, coordinatore master Franca Benini, direttore master Guido Biasco, direttore master Gianluigi Cetto, direttore master Piero La Ciura, coordinatore master Franco De Conno, consigliere <strong>SICP</strong>e direttore onorario EAPC Michele Gallucci, direttore SIMPA Mauro Marinari, docente master Annamaria Marzi, consigliere <strong>SICP</strong> Chiara Mastroianni, infermiera,responsabile Formazione ANTEA Carlo Peruselli, consigliere <strong>SICP</strong>e <strong>del</strong>egato <strong>SICP</strong> all’EAPC Silvana Selmi, referente Psicologi <strong>SICP</strong>Hanno partecipato inoltre alla produzione<strong>del</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>:i consiglieri <strong>del</strong> Direttivo nazionale <strong>SICP</strong>: Roberto Bortolussi Maurizio Mannocci Galeotti Luca Moroni Giorgio Trizzinoi coordinatori <strong>del</strong>le Sezioni regionali <strong>del</strong>la<strong>SICP</strong>: Abruzzo: Valeria Ballarini Basilicata: Gianvito Corona Calabria: Francesco Polimeni Campania: Gianluigi Zeppetella Emilia-Romagna: Cristina Pittureri Friuli Venezia-Giulia: Anna Luisa Frigo Lazio: Italo Penco Liguria: Luca Manfredini Lombardia: Furio Zucco Marche: Giampiero Silenzi Molise: Carmine Travaglini(corrispondente regionale) Piemonte: Eugenia Malinverni Puglia: Antonio Conversano Sardegna: Chiara Musio Sicilia: Veruska Costanzo Toscana: Bruno Mazzocchi Umbria: Manlio Lucentini Veneto: Gino Gobber Trentino Alto Adige: Massimo Bernardo Valle D’Aosta: Marco Musi(corrispondente regionale)Redazione <strong>del</strong> documento: Chiara Pecorini, esperta in formazione Danila Valenti, vice presidente <strong>SICP</strong>Zadig editorevia Ampère 59 – 20131 Milanovia Arezzo 21 – 00161 Romaemail: segreteria@zadig.itdirettore: Pietro Driprogetto grafico e impaginazione: Corinna Guercinifinito di stampare nel mese di luglio 2012presso GECA SpA, via Magellano 11, 20090 Cesano Boscone (MI)


INDICEIntroduzione 4Premessa 51• LE CURE PALLIATIVE E I NUOVI PARADIGMI DEI SERVIZI SANITARI E DI CURA 8Le definizioni di cure palliative 8Cure palliative e medicina palliativa 8<strong>Il</strong> “ritorno” alla medicina di cura 9La filosofia <strong>del</strong>l’educazione medica 112• CURRICULA MULTIPROFESSIONALI (E TRANSDISCIPLINARI) 13Principi generali di training 133• RACCOMANDAZIONI E PRINCIPI DI ARCHITETTURA 15Strategie educative 15Metodologie didattiche 16<strong>Il</strong> valore <strong>del</strong>la formazione: formazione continua e ricerca 184• COMPETENZE E SAPERI 19Sistema dei saperi 19<strong>Il</strong> curriculum formale, informale, nascosto 19La pratica visibile – la competenza 205• LA “MAPPA” DELLE COMPETENZE 211 – Saper valutare i malati e le famiglie per l’accesso alle cure palliative (CP) 222 – Saper accogliere un malato e i suoi familiari in un servizio di cure palliative (CP) 233 – Saper prendersi cura <strong>del</strong> malato nei diversi setting assistenziali 244 – Saper prendersi cura <strong>del</strong>la famiglia nei diversi setting assistenziali 315 – Saper lavorare in équipe nei diversi setting assistenziali 336 – Saper affrontare problematiche etiche e <strong>medico</strong> legali 357 – Saper fare ricerca in cure palliative (CP) 358 – Saper attivare e gestire un servizio di cure palliative (domiciliare, hospice, ospedaliero, di rete) 369 – Saper formare in cure palliative (CP) 376• ARCHITETTURA DEL SISTEMA CURRICULARE E CONDIZIONI DI EFFICACIA 38Master 38Scuola di specializzazione e sub-specialità 38<strong>Il</strong> sistema d’offerta 38APPENDICI 40Schede di approfondimento 40Competenza 40Sapere o conoscenza 40Metodologie per l’apprendimento 41I luoghi di cura come contesti di apprendimento 41Uno standard per i tirocini 41<strong>Il</strong> tirocinio nelle cure palliative 41<strong>Il</strong> mo<strong>del</strong>lo di tirocinio 42Profilo <strong>del</strong> tutor 43La formazione dei tutor 44BIBLIOGRAFIA 45Definizione di cure palliative 45Competenze e formazione 45Scenari e tendenze dei sistemi sanitari 46Politiche comunitarie 46ECM 46Approfondimenti su interprofessionalità, servizi integrati, mo<strong>del</strong>li organizzativi e formativi 46Link 48


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>INTRODUZIONEIL CORE CURRICULUM DEL MEDICO PALLIATIVISTAdi Andrea LenziPresidente <strong>del</strong> Consiglio Universitario NazionaleLe cure palliative stanno assumendo sempre maggiore rilevanza nella coscienza civile e nel dibattitoculturale. La crescita <strong>del</strong>l’interesse, che equivale alla crescita <strong>del</strong> bisogno di una assistenza che offradignità alla sofferenza e al fine vita, non è però ancora accompagnata da una omogeneità di veduteper ciò che riguarda la organizzazione e il profilo di competenza di chi decide di dedicarsi alla cura <strong>del</strong>paziente affetto da malattia cronica inguaribile e <strong>del</strong>la sua famiglia.Le cure palliative costituiscono un settore <strong>del</strong>la clinica in cui sono più che altrove enfatizzate la componenteumanistica e la necessità di un lavoro comune e integrato fra varie discipline. La definizione <strong>del</strong>lecompetenze cliniche attraverso un piano di formazione adeguato ha lo scopo di portare un corpo diprofessionisti al livello che la disciplina richiede, in modo che questi professionisti, attraverso il profiloacquisito, possano contribuire fattivamente all’affermazione di un corpus dottrinale autonomo nelmondo <strong>del</strong>la medicina.La Legge n. 38 approvata dal Parlamento italiano il 15 marzo 2010 ha stabilito le norme che dannoordine al sistema di cure palliative e di terapia <strong>del</strong> dolore nel nostro Paese, comprensivo <strong>del</strong>la sua parteformativa.<strong>Il</strong> Consiglio Universitario Nazionale, nell’approvare proprio per questo settore i primi master di alta formazionedi area sanitaria normati da una legge, ha inteso rispondere alle esigenze formative di questaarea. I master di alta formazione e qualificazione in cure palliative e i master di alta formazione e qualificazionein terapia dolore, di primo e secondo livello, rispettivamente per medici, psicologi e per le professionisanitarie (infermieri, infermieri pediatrici, fisioterapisti, terapisti <strong>del</strong>la riabilitazione) rispondonoa queste esigenze formative e formano figure professionali con specifiche competenze ed esperienza interapia <strong>del</strong> dolore e cure palliative (vedi nota); essi infatti costituiscono il supporto per l’evoluzione di unadisciplina che si realizza nei percorsi formativi accademici e nel campo <strong>del</strong>la clinica operativa.I master, istituiti dalle Facoltà di medicina e chirurgia, operano nell’ambito di una rete formativa dotatadi risorse cliniche e socio-assistenziali adeguate allo svolgimento <strong>del</strong>le attività professionalizzanti. I corsiprevedono forme integrate di attività teoriche, esperienze di tirocinio e apprendimento individuale.<strong>Il</strong> corpo docente <strong>del</strong> master, che sarà costituito da professori di ruolo di prima e seconda fascia, da ricercatoriuniversitari, da personale operante in strutture non universitarie, appartenenti alla rete formativa<strong>del</strong> master, e da esperti esterni (docenti a contratto), dovrà essere qualificato e adeguato a questa sfida.La Società Italiana di Cure Palliative (<strong>SICP</strong>), nel rispetto <strong>del</strong> ruolo che le compete ha realizzato questodocumento sul core curriculum <strong>del</strong> settore sostenendo l’impegno <strong>del</strong>le istituzioni nel creare cultura eformazione stabili in un ambito ancora in evoluzione.NotaTitoli dei master1. Master universitario di alta formazione e qualificazione in cure palliative per medici specialisti2. Master universitario di alta formazione e qualificazione in terapia <strong>del</strong> dolore per medici specialisti3. Master universitario di alta formazione e qualificazione in terapia <strong>del</strong> dolore e cure palliative pediatriche4. Master universitario di II livello in cure palliative e terapia <strong>del</strong> dolore per psicologi5. Master universitario di I livello in cure palliative e terapie <strong>del</strong> dolore per le professioni panitarie (infermieri,infermieri pediatrici, fisioterapisti, terapisti <strong>del</strong>la riabilitazione)4


PremessaPREMESSAQuesto documento ha lo scopo di definire il punto di vista <strong>del</strong>la Società Italianadi Cure Palliative (<strong>SICP</strong>) in relazione alla definizione <strong>del</strong>le competenze e dei percorsiformativi e professionali necessari al consolidamento e allo sviluppo <strong>del</strong>le curepalliative (CP).Intende rispondere alle indicazioni <strong>del</strong>la Legge n. 38/2010, la quale chiede di definirele specificità disciplinari e professionali, gli standard e i percorsi formativi capacidi garantire il raggiungimento degli obiettivi e degli standard, al fine di garantireal malato e alla sua famiglia cure palliative di qualità.È uno strumento rivolto ai decisori e agli operatori affinché possano correttamenteprogettare le politiche formative e organizzative, assicurando coerenza e condivisionedegli obiettivi prioritari e caratterizzanti.Non intende essere una summa enciclopedica ed esaustiva di tutti gli aspetti legatialla formazione in cure palliative (per gli approfondimenti si fa riferimento allaletteratura), ma uno strumento operativo che chiarisce i “fondamentali” e gli elementidistintivi a nostro parere ineludibili e strategici. Si tratta di una base di lavoroche imposta e consente sviluppi progressivi e usi finalizzati.Con “core curriculum” s’intende l’insieme minimo <strong>del</strong>le competenze (conoscenze,abilità, comportamenti) che ogni studente deve avere acquisito in maniera adeguataal termine di un percorso formativo specifico e costituiscono il punto di partenzaper lo svolgimento <strong>del</strong>la professione e la base per la crescita professionale.L’analisi <strong>del</strong>le competenze qui contenuta riguarda in prima istanza il profilo <strong>del</strong><strong>medico</strong>, ma ha un valore più ampio. Ossia contiene il “core” <strong>del</strong>le competenze <strong>del</strong>lecure palliative: comprende ciò che deve essere posseduto da tutte le figure che operanoin questo àmbito.Dal presente documento si svilupperà progressivamente il dettaglio per tutti i profiliprofessionali che operano in cure palliative (per alcuni dei quali peraltro esistonogià lavori approfonditi).Questo modo di procedere consente di definire i contenuti effettivi <strong>del</strong>le competenzeche costituiscono l’interprofessionalità e la transdisciplinarità caratterizzanti lecure palliative.Permette inoltre di: definire chiaramente gli obiettivi formativi; individuare le metodologie più adeguate ed efficaci; progettare la formazione continua; sviluppare curricula per tutti i livelli e indirizzi; “disegnare” l’organizzazione dei servizi e facilitare contesti professionali chefacilitino l’apprendimento.5


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong><strong>Il</strong> primo capitolo definisce l’àmbito <strong>del</strong>le cure palliative e le ragioni <strong>del</strong>la scelta diporre al centro il processo <strong>del</strong>la cura di cui necessitano il malato e la sua famiglia.I capitoli due e tre cercano di mettere in evidenza i principi da rispettare per costruirei curricula e i percorsi professionali. Sono i fondamenti necessari per la definizionedegli scopi e degli obiettivi, i criteri generali di progettazione e le condizioni diefficacia per la formazione in cure palliative.<strong>Il</strong> quarto e il quinto capitolo contengono la “griglia” <strong>del</strong>le competenze, definite inrelazione ai percorsi di cura. Sono esse che consentono di definire obiettivi e contenuti<strong>del</strong>la formazione e <strong>del</strong>la professione.I capitoli successivi definiscono come “costruire” i percorsi di formazione, in ingressoe nella formazione continua.Nelle appendici si trovano infine alcuni strumenti di approfondimento: un glossario e le schede tematiche; la bibliografia di riferimento; un mo<strong>del</strong>lo per lo sviluppo dei tirocini, condizione essenziale per la realizzazione<strong>del</strong> curriculum.Metodologia e piano di lavoroLa Società Italiana di Cure Palliative ha attivato nell’àmbito <strong>del</strong>la Commissione formazione,presieduta dalla presidente Adriana Turriziani e dal past presidentGiovanni Zaninetta, un progetto per la definizione <strong>del</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong><strong>palliativista</strong> e <strong>del</strong> core curriculum <strong>del</strong>l’infermiere <strong>palliativista</strong>.Nella prima fase i lavori sono concentrati sul core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>.In considerazione <strong>del</strong>la rilevanza che il progetto riveste in questo momento storicodi grande sviluppo <strong>del</strong>le cure palliative nel nostro Paese, si è ritenuto di procederecon una metodologia di lavoro che potesse permettere di raggiungere la massimacondivisione dei contenuti all’interno <strong>del</strong>la Società.In occasione <strong>del</strong>l’incontro con i coordinatori regionali a Roma <strong>del</strong> 23 giugno 2011, èstato presentato il progetto.FASI E TIMING DI LAVORO 25 maggio 2011, Consiglio direttivo <strong>SICP</strong>: attivazione <strong>del</strong> Sottoprogettocore curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong> (SpCCMP) nell’àmbito <strong>del</strong>laCommissione formazione giugno 2011: elaborazione di una bozza avanzata da parte di Pecorini-Valenti e definizione dei componenti <strong>del</strong> SpCCMP 23 giugno 2011: presentazione <strong>del</strong> Progetto in occasione <strong>del</strong>l’incontro aRoma <strong>del</strong> Direttivo nazionale con i coordinatori regionali 29 giugno 2011: invio di una bozza avanzata ai componenti <strong>del</strong> SpCCMP eai componenti <strong>del</strong> Consiglio direttivo 6 luglio 2011: prima discussione <strong>del</strong> documento interna ai componenti <strong>del</strong>SpCCMP6


Premessa 8 luglio 2011: invio <strong>del</strong>la bozza <strong>del</strong> CCMP discussa in data 6 luglio e rielaborataa tutti i componenti <strong>del</strong> SpCCMP, al Consiglio direttivo e a tutti i coordinatoriregionali <strong>del</strong>la <strong>SICP</strong>, con reinvio di proposte di modifica entro 10giorni (su format) 2 luglio-20 luglio 2011: invio via e-mail di proposte di modifica <strong>del</strong> documento(su format) 20 luglio-22 luglio 2011: rielaborazione <strong>del</strong> documento da parte diPecorini- Valenti 22 luglio 2011: invio <strong>del</strong>la bozza discussa e rielaborata a tutti i componenti<strong>del</strong> SpCCMP, al Consiglio direttivo e a tutti i coordinatori regionali <strong>del</strong>la<strong>SICP</strong>, con reinvio di proposte di modifica entro il 10 agosto 2011 (su format) 22 luglio-31 agosto 2011: rielaborazione <strong>del</strong> documento da parte diPecorini- Valenti 2 settembre 2011: invio <strong>del</strong>la bozza <strong>del</strong> CCMP 9 settembre 2011: seconda discussione <strong>del</strong> documento interna ai componenti<strong>del</strong> SpCCMP 9 settembre-12 settembre 2011: rielaborazione <strong>del</strong> documento da parte diPecorini- Valenti 12 settembre: invio <strong>del</strong> documento a tutti i componenti <strong>del</strong> SpCCMP, aicomponenti <strong>del</strong> Consiglio direttivo e a tutti i coordinatori regionali <strong>del</strong>la<strong>SICP</strong> 13 settembre-20 settembre 2011: raccolta <strong>del</strong>le ultime osservazioni via e-mail (su format) 20-23 settembre 2011: rielaborazione definitiva <strong>del</strong> CCMP 25 settembre 2011: invio <strong>del</strong> CCMP definitivo a tutti i componenti <strong>del</strong>SpCCMP, al Consiglio direttivo e a tutti i coordinatori regionali <strong>del</strong>la <strong>SICP</strong> 26-29 ottobre 2011: pubblicazione e presentazione <strong>del</strong> documento in occasione<strong>del</strong> Congresso nazionale <strong>SICP</strong>.PROGETTI DA SVILUPPARESi prevede lo sviluppo dei profili relativi a: infermiere; operatore socio-sanitario; psicologo; fisioterapista; assistente sociale; <strong>medico</strong> di medicina generale; volontariocon la conseguente definizione dei curricula di riferimento per la formazione iningresso.Si prevede di realizzare il Manuale tirocini (vedi Appendici: Uno standard per i tirocini,pagina 41)Principi per la formazione continua in cure palliative.7


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>1.LE CURE PALLIATIVE E I NUOVI PARADIGMI DEI SERVIZI SANITARIE DI CURALe definizioni di cure palliativeL’Organizzazione mondiale <strong>del</strong>la sanità (OMS)ha proposto negli anni le seguenti definizioni dicure palliative:OMS 1990 “Le cure palliative sono l’assistenza(care) globale, attiva, di quei pazientila cui malattia non risponda ai trattamenticurativi (cure). È fondamentaleaffrontare e controllare il dolore, gli altrisintomi e le problematiche psicologiche,sociali e spirituali. L’obiettivo <strong>del</strong>le cure palliativeè il raggiungimento <strong>del</strong>la migliorequalità di vita per i pazienti e per le lorofamiglie. Molti aspetti <strong>del</strong>l’approccio palliativosono applicabili anche più precocementenel corso <strong>del</strong>la malattia”.OMS 2002 “Le cure palliative sono unapproccio che migliora la qualità <strong>del</strong>la vitadei malati e <strong>del</strong>le famiglie che si confrontanocon i problemi associati a malattie inguaribili,attraverso la prevenzione e il sollievodalla sofferenza per mezzo <strong>del</strong>l’identificazioneprecoce, <strong>del</strong>l’approfondita valutazionee <strong>del</strong> trattamento <strong>del</strong> dolore e di altri problemifisici, psico-sociali e spirituali”.La European Association of Palliative Care haproposto a sua volta la seguente definizione:EACP 1998 “La cura palliativa è la cura globaleattiva dei pazienti la cui patologia nonrisponde più ai trattamenti. <strong>Il</strong> controllo <strong>del</strong>dolore, degli altri sintomi e dei problemi psicologici,sociali e spirituali è prioritario. Lacura palliativa è interdisciplinare nell’approccioe nei suoi scopi comprende il paziente,la famiglia e la comunità. In qualchesenso, la cura palliativa è un ritorno all’offerta<strong>del</strong> concetto fondativo <strong>del</strong>la cura – edunque provvede ai bisogni <strong>del</strong> pazienteovunque ne abbia bisogno, in casa come inospedale. La cura palliativa afferma la vitae considera la morte come un processo normale;non accelera né pospone la morte. E ilsuo scopo è preservare la migliore qualità divita possibile. Fino alla fine”.Parlamento Europeo 2007 <strong>Il</strong> rapporto tecnico alParlamento europeo sottolinea che:“le cure palliative debbano essere un mo<strong>del</strong>lodi riferimento per le cure sanitarie innovative:a volte la medicina consente alle personedi sopravvivere più a lungo, ma spesso inuovi trattamenti creano handicap fisici, psichicie sociali di gestione complessa”.Legge n. 38/2010 La legge italiana intende percure palliative:“l’insieme degli interventi terapeutici, diagnosticie assistenziali, rivolti sia alla personamalata sia al suo nucleo familiare, finalizzatialla cura attiva e totale dei pazienti la cuimalattia di base, caratterizzata da un’inarrestabileevoluzione e da una prognosi infausta,non risponde più a trattamenti specifici”.Cure palliative e medicina palliativaLa medicina palliativa si occupa degli aspetti piùstrettamente medici <strong>del</strong>le cure palliative rappresentandoun sottoinsieme di fondamentaleimportanza <strong>del</strong>le cure palliative (Hallenbeck JL,2003; Storey P, Knight CF, 1998).8


Le cure palliative e i nuovi paradigmi dei servizi sanitari e di curaDoyle D, Hanks GWC e MacDonald N nell’introduzionealla seconda edizione <strong>del</strong>l’OxfordTextbook of Palliative Medicine (1998) alladomanda “che cos’è la medicina palliativa”rispondono con la definizione già adottata inGran Bretagna nel 1987, quando la medicinapalliativa è stata riconosciuta una specialitàmedica: “La medicina palliativa è lo studio e lagestione <strong>del</strong> malato con malattia attiva, progressivain fase avanzata, a prognosi limitata, eha come obiettivo <strong>del</strong> ‘care’ la qualità <strong>del</strong>lavita”. Gli autori aggiungono: “Questa è la definizioneper la medicina palliativa: è come direper la specialità praticata dai medici. Quandodescriviamo il ‘care’ offerto dal team di medici,infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali, religiosie volontari è più corretto parlare di curepalliative, secondo la definizione <strong>del</strong>l’OMS”.Già nel 1993 James MacLeod studiando lapeculiarità <strong>del</strong>la formazione in cure palliativeoperò una distinzione fra medicina palliativa ecure palliative, fra “care” e “cure”; identificandoalcuni dei cambiamenti che la presa in caricointerprofessionale necessariamente comporta.Rod MacLeod e Tony Egan (MacLeod R,Egan T, 2007) riportano le seguenti considerazioni:“Nelle cure palliative, rispetto alla medicina,il malato e la sua famiglia riacquistano centralità.Che cosa siano le buone cure palliative èancora oggetto di dibattito, ma si può sostenereche inizino e finiscano nell’àmbito <strong>del</strong> pazientee <strong>del</strong> suo contesto (with the patient in context).Ne consegue che ciò che interessa in curepalliative non è tanto l’anamnesi clinica <strong>del</strong>paziente, quanto piuttosto la ‘storia’ <strong>del</strong>la personamalata nell’àmbito <strong>del</strong>la sua rete di relazionie rapporti”. Ricostruire la storia <strong>del</strong>la personamalata e <strong>del</strong>la sua rete di relazioni significaavere elementi che ci permettono di comprendereche cosa significhi “stare bene” o“stare il meglio possibile”, che cosa significhi“qualità di vita” per quella specifica personanell’àmbito <strong>del</strong> suo contesto. <strong>Il</strong> “benessere” diuna specifica persona, sulla base <strong>del</strong>la storiasua e <strong>del</strong>la sua famiglia, può avere significati econnotazioni diverse: può avere una connotazionefisica, emozionale, spirituale, intellettualeo ancora sociale.Le cure palliative mettono dunque al centro <strong>del</strong>“care”, <strong>del</strong>la presa in cura, il concetto di “benessere”e di “qualità di vita” <strong>del</strong>la persona e <strong>del</strong>lasua rete di relazioni.La medicina palliativa mette a disposizione ciòche di “<strong>medico</strong>”, clinico, è utile per aiutare lapersona a raggiungere quel “benessere e quellaqualità di vita” che è propria di quella persona,sulla base <strong>del</strong>la sua storia. In cure palliative gliaspetti clinici vengono letti sempre attraverso lalente <strong>del</strong> malato e <strong>del</strong>la sua rete di relazioni. Incure palliative le priorità vengono definite insiemeal malato e alla sua famiglia, sulla base <strong>del</strong>lasua storia, e il rispetto <strong>del</strong>la priorità <strong>del</strong> malatoè un elemento guida nel “care”.Estremizzando, consapevoli <strong>del</strong> rischio di fraintendimento,possiamo affermare che le curepalliative non abbiano come obiettivo cieco,aspecifico, il controllo <strong>del</strong> dolore. Le cure palliativehanno come obiettivo “anche” il controllo<strong>del</strong> dolore, se questo è l’obiettivo <strong>del</strong> malato. Laterapia <strong>del</strong> dolore è infatti parte integrante<strong>del</strong>le cure palliative, che tuttavia non si esaurisconoin questo, esse comprendono anche l’assistenzapsicologica, sociale e spirituale e il nursing:tutti elementi imprescindibili.La denominazione stessa <strong>del</strong>la Società Italianadi Cure Palliative (<strong>SICP</strong>) sottolinea la scelta dimettere al centro la transdisciplinarità e inseriscegli aspetti <strong>medico</strong>-clinico-assistenziali in unàmbito più ampio, che comprende nella cura gliaspetti psicologici, sociali, spirituali ed esistenziali.È evidente che l’antropologia, l’etica, lafilosofia, la psicologia e la sociologia giocanoun ruolo altrettanto essenziale.<strong>Il</strong> “ritorno” alla medicina di cura“Osservare tutto e studiare il paziente piùche la malattia”.Ippocrate (460-370 aC)9


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>palliativa. La centralità <strong>del</strong>la diagnosi, <strong>del</strong>l’indaginee <strong>del</strong>la cura hanno lasciato poco spazio erelegato in un angolo poco dignitoso il problema<strong>del</strong> sollievo dei sintomi e <strong>del</strong>la sofferenza.L’iperspecializzazione spesso dà un indebito rilievoa patologie rare, che costituiscono il centro<strong>del</strong>l’interesse clinico. L’integrazione di sapere clinicoe comportamenti e attitudini, che nutre larelazione <strong>medico</strong>-paziente, è stata soffocatadalle procedure tecnologiche.Per fortuna nell’ultimo decennio sembra di assisterea una svolta nella filosofia di alcune scuolemediche.I vecchi curricula, basati su letture che pretenderebberodi trasmettere le conoscenze, comincianoa cambiare e a essere impostati su gruppi diapprendimento, che adottano metodologiebasate sulla centralità <strong>del</strong> discente e strategieattive problem based.Progressivamente il luogo di apprendimento si èspostato verso la comunità, mentre le alte tecnologiee le cure terziarie perdono enfasi: si ridimensionano.Le scuole mediche iniziano ad avvicinarsi di piùalla domanda sociale, realizzando alleanze concoloro cui devono dare servizi. I pazienti sonoconsiderati come ‘docenti’ (in quanto fonte diuna conoscenza che serve), i docenti e l’ospedalesono solo ‘un’appendice’ all’apprendimento.Capacità di comunicazione, etica, collaborazioneinterdisciplinare e i bisogni psicosociali, anchedegli operatori, stanno diventando temi centrali.Questi spostamenti significano che la medicinapalliativa può diventare cruciale per aiutarele scuole mediche a raggiungere meglio i loroobiettivi”.La Legge n. 38/2010 definisce gli obiettivi, lefigure professionali, i mo<strong>del</strong>li organizzativi e ipercorsi di qualificazione e formazione continua,in linea con la letteratura e la pratica internazionalericonoscendo le cure palliative come parteintegrante e strategica <strong>del</strong> sistema sanitario e dicura. L’articolo 8 (Formazione e aggiornamentoprofessionale <strong>medico</strong> e sanitario in materia dicure palliative e di terapia <strong>del</strong> dolore) recita: “… <strong>Il</strong>ministro <strong>del</strong>l’Istruzione <strong>del</strong>l’Università e <strong>del</strong>laRicerca, di concerto con il Ministro <strong>del</strong>la Salute aisensi <strong>del</strong>l’Articolo 17… individua con uno o piùdecreti i criteri generali per la disciplina degli ordinamentididattici e specifici percorsi formativi inmateria di cure palliative e di terapia <strong>del</strong> doloreconnesso alle malattie neoplastiche e a patologiecroniche e degenerative”.La <strong>SICP</strong> auspica che venga in tempi brevi istituitala disciplina in cure palliative.Le cure palliative richiedono che professionistie specialisti con diversi background (intesicome percorsi formativi e professionali) collaborinoe lavorino in maniera integrata.La multiprofessionalità, anche nel momento formativo,diventa pertanto condizione essenziale.12


Curricula multiprofessionali (e transdisciplinari)2.CURRICULA MULTIPROFESSIONALI (E TRANSDISCIPLINARI)Caratteristiche <strong>del</strong>le cure palliative sono l’approccioclinico e di cura e il mo<strong>del</strong>lo di lavoro. Sitratta di imparare un “modo di fare le cose”:come fare le cose per la persona e per la famiglia,a fronte <strong>del</strong>la inguaribilità <strong>del</strong>la malattia,<strong>del</strong>la malattia cronica e <strong>del</strong> processo <strong>del</strong> morire.La specificità disciplinare <strong>del</strong>le cure palliative èdeterminata dalla capacità di dar voce al bisogno<strong>del</strong> paziente rispettandone i valori e levolontà, nell’àmbito <strong>del</strong>la relazione d’aiutomalato-équipe: il modo in cui si accoglie e si prende in caricoil malato e la famiglia; il modo in cui si imposta e gestisce il percorsodi cura: approccio clinico interdisciplinaree centrato sul malato (patient centered)ri-definendo continuamente, inaccordo con il malato (medicina <strong>del</strong>le sceltecondivise), i bisogni e gli obiettivi di cura.Da questo deriva che le competenze centrali,“core”, sono: approccio clinico transdisciplinare e multiprofessionale; lavoro interprofessionale e d’équipe: lebuone cure palliative dipendono dal buonfunzionamento <strong>del</strong>l’équipe; comunicazione con il paziente e la famiglia.Principi generali di training“<strong>Il</strong> training avanzato in medicina palliativaparte da un’ampia esperienza in cure palliative,così come da specifiche esperienze inoncologia e medicina generale. Questocomprende la diagnosi e un adeguato controllodei sintomi, la farmacologia clinica, laconsapevolezza <strong>del</strong>la gamma di problemifarmacologici e non e <strong>del</strong>la cura psicosociale<strong>del</strong> paziente e <strong>del</strong>la famiglia alla fine<strong>del</strong>la vita. <strong>Il</strong> training deve riflettere il piùpossibile il carattere multiprofessionale <strong>del</strong>team” (EAPC – Recommendations of theEAPC for the Development of postgraduateCurricula leading to Certification inPalliative Medicine <strong>Curriculum</strong> post-graduate,2009)<strong>Il</strong> core <strong>del</strong>l’apprendimento in cure palliativesarà quindi: comprensione e rispetto dei valori e bisogni<strong>del</strong> paziente; valutazione multidimensionale: approccioclinico multidimensionale; équipe multiprofessionale: condizione emodalità operativa; lavoro interprofessionale-transdisciplinare- coordinamento e integrazione clinica- reti di cura- condivisione; la comunicazione con il malato, la famigliae all’interno <strong>del</strong>lo staff è lo strumento professionaleprincipale. Costituisce il “core”strategico <strong>del</strong>le competenze palliativiste.La comunicazione competente è un fattoredistintivo e un elemento di valutazioneprimario.“L’Organizzazione Mondiale <strong>del</strong>la Sanità e isuoi partner riconoscono nella collaborazioneinterprofessionale, nell’educazione enella pratica professionale, una strategiainnovativa che può giocare un ruolo impor-13


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>tante nel mitigare la crisi globale degli operatorisanitari.La formazione interprofessionale avvienequando studenti di due o più professioniimparano su, tra e con altri, così da consentireun’effettiva collaborazione e il miglioramento<strong>del</strong>le conoscenze e dei risultati.La formazione interprofessionale è una condizionenecessaria per preparare operatoricapaci di pratica collaborativa, ossia megliopronti a rispondere ai bisogni locali di salute.La collaborazione avviene quando più operatoricon differenti professionalità e background,lavorano insieme con i pazienti, lefamiglie, i caregiver e la comunità per assicurarela migliore qualità di cura” (HealthProfessions Networks Nursing & Midwifery –Human Resources for Health – “Frameworkfor Action on Interprofessional Education &Collaborative Practice” – OMS, 2010).14


Raccomandazioni e principi di architettura3.RACCOMANDAZIONI E PRINCIPI DI ARCHITETTURAPer costruire un curriculum coerente ed efficacesi raccomanda di far riferimento ai seguentiprincipi <strong>del</strong>la didattica attiva e <strong>del</strong>l’educazionedegli adulti.Recuperare gli obiettivi professionali basati sucompetenze “trasversali” e non specialistiche:la relazione, l’ascolto, la collaborazione, lacapacità critica, la responsabilità, l’empatia.Si sa bene quanto le “competenze umanistiche”siano determinanti per una buona praticamedica; la nascita <strong>del</strong>la scienza moderna e ilRinascimento ci insegnano come l’innovazionee la forza <strong>del</strong>la scienza derivino proprio dallediscipline di frontiera, dal confronto fra personeche hanno formazione diversa, da coloro chehanno avuto il coraggio di scavalcare le frontieredisciplinari e mischiare i saperi e le tecniche.Fino all’inizio <strong>del</strong> ‘900 gli studi di filosofia facevanoparte <strong>del</strong> corso di medicina.<strong>Il</strong> pensiero pedagogico e sociologico degli ultimicinquant’anni ha definito cosa significhi unaformazione che educhi a competenze eccellenti:la pedagogia da Dewey alla Montessori, alladidattica attiva, fino all’educazione degli adultie alle scienze organizzative, ci dicono quanto ilpossesso di strumenti di analisi, comunicazionee critica consentano di operare con competenzae acquisire qualunque tecnica.Strategie educativeLa metodologia didattica deve essere coerentecon gli obiettivi formativi e la pratica professionale.L’integrazione orizzontale e verticale deveessere visibile anche durante gli studi.Servono pertanto metodologie conseguenti: sele competenze da acquisire più che conoscenze,UN CAMBIAMENTO DI METODOLa formazione in cure palliative non richiede semplicemente di rivedere il mix di disciplinemediche, o addirittura di aumentarle. Richiede un cambiamento di metodo.L’insegnamento disciplinare ha un limite nell’aumento stesso <strong>del</strong>le conoscenze: diventa infinito,richiede aggiornamento continuo, è incontenibile. Tuttavia è a questa impostazione che prevalentementefa riferimento il sistema formativo attuale, dalla scuola media inferiore alla formazionepost universitaria. <strong>Il</strong> focus sulle discipline infatti non riguarda solo i percorsi specialistici.La soluzione non è aumentare i contenuti (che devono comunque essere acquisiti secondo lespecifiche priorità dei singoli profili professionali), ma spostare il focus: centro <strong>del</strong>l’apprendimentodovranno tornare a essere i processi, i metodi, i fondamenti <strong>del</strong>la capacità di analisi,indagine e sintesi. La modalità d’apprendimento basata sui processi attiva un sistema virtuosoche stimola l’approfondimento e la ricerca di nuovi contenuti.15


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>sono skill e modalità operative, è necessario chel’impianto disciplinare e metodologico tengaconto degli stessi principi che sono alla base <strong>del</strong>lavoro d’équipe in cure palliative: multidimensionalità: superare il mo<strong>del</strong>lobiologico di gestione dei sintomi e <strong>del</strong>lacura favorendo la valutazione <strong>del</strong>le diversedimensioni dei sintomi e <strong>del</strong>le situazionicliniche. “… L’adozione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo biologico<strong>del</strong>la malattia da parte dei medici haavuto come conseguenza l’incapacità diriconoscere la malattia come un problema,problema anche <strong>del</strong>la famiglia e <strong>del</strong>lacomunità e con un diffuso impatto sulledimensioni psicosociali e spirituali” (OxfordTextbook of Palliative medicine, 1999); interprofessionalità: prevedere più professionistie competenze che affrontano unproblema; transdisciplinarità: presenza di più professionalitàe competenze diverse che lavoranoinsieme su un problema o un àmbitocognitivo, con l’effetto di “contaminazionesinergica”, che permette di andare oltre lediscipline consolidate, verso nuovi saperi.Le metodologie didattiche devono favorireuna effettiva transdisciplinarità per permetteredi imparare l’integrazione interprofessionale.Metodologie didatticheÈ evidente che la scelta <strong>del</strong>le metodologiedidattiche deve essere coerente con gli obiettiviformativi. In particolare andranno valorizzatii metodi che consentono apprendimenti interdisciplinari,lo sviluppo di capacità di lavorointegrato e di gruppo e un forte legame con lapratica clinica.L’EAPC raccomanda l’adozione di metodologieattive e problem based, anche nelle parti curricularidi tipo cognitivo o teorico, e le classificacome in tabella sotto.OBIETTIVICognitivi – conoscenzeMETODIProblem based learning – casi cliniciLavoro in piccoli gruppiStudioGiochi di ruoloSkill – CompetenzeEsperienza clinica: supervisione continuaSimulazioni – revisione <strong>del</strong>le skill (audio-visual)AttitudiniEsperienza, esposizione e discussioneMo<strong>del</strong>li di ruolo – role playingSupervisione di gruppo e individuale(EAPC – Recommendations of the EAPC for the Development of postgraduate Curricula leading toCertification in Palliative Medicine <strong>Curriculum</strong> post-graduate, 2009)16


Raccomandazioni e principi di architetturaLa formazione sul campoL’apprendimento dall’esperienza, da sempre ilpiù efficace e storicamente il più praticato pertutte le arti e le pratiche, sostituito nei secoli dauna istruzione passiva, sta ora recuperandovalore e significato.La necessità di partire dall’esperienza concretaper creare contesti di apprendimento efficaci èriconosciuta anche per la formazione degliadulti e la formazione permanente: è evidentecome questo acquisti senso di fronte agli obiettivi<strong>del</strong>la formazione clinica e <strong>del</strong>le competenzetransdisciplinari.<strong>Il</strong> nuovo sistema ECM(Educazione continua in medicina)I nuovi assetti <strong>del</strong>la formazione continua per glioperatori sanitari, operativi dal 2010 a seguito<strong>del</strong>l’accordo Stato-Regioni, danno molto spazioalle metodologie transdisciplinari e alla formazionesul campo.La Commissione Nazionale ECM nell’ambito<strong>del</strong>la formazione sul campo ha stabilito di accreditarele seguenti tipologie di apprendimento: attività di training individualizzato (con lapresenza indispensabile di un tutor nelrapporto 1:1 o 1:2); partecipazione a gruppi di lavoro, di studio,di miglioramento e a commissioni ocomitati; partecipazione a ricerche e studi clinici; audit clinici e/o assistenziali.Si auspica inoltre che i contesti organizzativi edi lavoro siano valorizzati come luoghi diapprendimento.(Per approfondimenti e normativa:http://ape.agenas.it/homeEsterno.aspx)LE LINEE GUIDA EUROPEEI programmi di accreditamento professionale fanno ormai riferimento a standard internazionali,che a livello europeo sono definiti dall’UEMS (Union Européenne des Medicines Specialistes).Commissioni governative e/o ordini professionali svolgono una funzione di regolazione e controllo,sulla base di criteri condivisi.Dopo l’esame di stato, mediamente ogni 3-5 anni, ogni professionista deve essere rivalutato edeve dimostrare quantità e qualità <strong>del</strong>l’attività svolta in base ai seguenti indicatori: attività clinica e di cura svolta; formazione acquisita; docenze e tutoring; attività di ricerca.<strong>Il</strong> mix ha pesi diversi secondo i settori assistenziali in cui il professionista opera.Vi sono visite periodiche di accertamento.Spesso la valutazione intreccia la performance <strong>del</strong> singolo con quella <strong>del</strong>la propria unità operativa,anche per incentivare le organizzazioni a mettere i professionisti in condizione di migliorare.L’Italia non si è ancora adeguata: vi sono proposte di legge in discussione.In tutti i paesi OCSE è in vigore il principio che ogni professionista deve svolgere quota parte <strong>del</strong> suomonte-ore in attività di formazione e ricerca. Lo standard minimo europeo è di 4 ore a settimana.Per approfondimenti: UEMS – Union Européenne des Medicine Specialisteshttp://www.uems.net/ – Accreditamento professionale – curricula.17


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>La formazione “on work” per specializzazione eaggiornamento professionale di alto livellorichiede una forte strutturazione e una gestionecoerente.È indispensabile che la formazione dei tutorinterni alle unità operative sia coerente, riconosciutae valorizzata nell’organizzazione <strong>del</strong>lavoro.È necessario inoltre dotarsi, come in molterealtà già avviene, di standard minimi di progettazione,gestione e valutazione dei tirocini(per approfondimenti vedi Appendice).<strong>Il</strong> valore <strong>del</strong>la formazione:formazione continua e ricercaLa formazione e la ricerca costituiscono parteintegrante <strong>del</strong>la competenza e <strong>del</strong>la funzioneprofessionale degli operatori e sono strumentodi miglioramento <strong>del</strong>la qualità dei processi, disviluppo dei saperi e governo <strong>del</strong> burn-out.Se si vuole realizzare la formazione di qualitàqui descritta è necessario che le unità professionalisiano in grado di accogliere e formare inuovi operatori, nonché fornire docenti, casi e<strong>del</strong>ementi di ricerca al sistema accademico.<strong>Il</strong> professionista nelle cure palliative deveavere riconosciuto il tempo dedicato alla formazioneper sé, alla formazione e al tutoringper i colleghi, in misura significativa. È opportunoprevedere forme di facilitazione e diincentivazione.L’ordine di grandezza proposto è il seguente:medici (38 ore contrattuali): 6/8 all’assistenza (28,5 ore a settimana); 1/8 dedicato alla ricerca (4,75 ore a settimana– mezzo turno – compresi i processidi audit); 1/8 alla formazione (4,75 ore a settimana).18


Competenze e saperi4.COMPETENZE E SAPERISistema dei saperiLe competenze cliniche nelle cure palliative sono un mix sintetizzabile come in figura:SAPERI ORGANIZZATIVISAPERI DI RUOLOPROCESSOASSISTENZIALESAPERI SPECIALISTICISAPERI IMPLICITIVale la pena di ricordare che le competenzeeffettivamente agite e significative non sonomai solo quelle codificate, né quelle “visibili”.<strong>Il</strong> curriculumformale, informale, nascostoCURRICULUMFORMALECURRICULUMINFORMALE<strong>Il</strong> sapere professionale è un mix di saperi e competenze,solo in parte frutto di curricula formali.L’apprendimento inoltre non avviene in manieralineare, né solo in contesti strutturati. Anche incontesti strutturati inoltre ciò che apprendiamoè il frutto di un sistema articolato che integralivelli formali, informali e impliciti o nascosti.CURRICULUMNASCOSTO19


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong><strong>Il</strong> curriculum informale è l’apprendimento chederiva dalle interazioni <strong>del</strong> gruppo dei docentie discenti, dall’ambiente e dal contesto. L’“hiddencurriculum” comprende il clima culturale,l’organizzazione, il sistema di valori dei docenti,dei discenti e <strong>del</strong>la realtà in cui sono inseriti.Una buona integrazione fra questi tre livelli ècondizione per la qualità <strong>del</strong>l’apprendimento.LA PRATICA VISIBILE – LA COMPETENZALa pratica professionale si basa anch’essa su sistemidi competenze estremamente complessi.Una metafora nota è quella <strong>del</strong>l’iceberg (Fish D,Cole C, “Developing professional judgement inhealth care: learning through the critical appreciationof practice”, Oxford 1998).Le competenze per le cure palliative sono individuatecercando di unire le evidenze conaspetti più impliciti e “di confine”, rispettandola logica illustrata di seguito (libero adattamentoda George A. Miller “The assesment of clinicalskills/competence/performance”, Acad Med 65(suppl.9): 63-7).COMPETENZA CLINICAPerformanceVerificaComportamentofa professionalesceglie come/cosasa comesaConoscenzaAmbitocognitivoPERFORMANCEPRATICA VISIBILECOMPETENZEIMPLICITEAzioniEsperienzeConoscenzeSensibilitàAspettativePresuppostiAttitudiniCredenzeValoriLINEA DELL’ACQUALa competenza professionale è dunque data daun insieme di fattori ugualmente influenti e ingran parte determinati dal contesto, dalle relazioni.Si tratta di elementi spesso impliciti, difficilida descrivere, ma sicuramente favoriti dacontesti relazionali e organizzativi definiti eanalizzabili. La mappa <strong>del</strong>le competenze cheproponiamo con la griglia contenuta nel capitolosuccessivo è una sintesi <strong>del</strong>le esperienze dianalisi <strong>del</strong> lavoro e dei processi nei contestioperativi, che tiene conto <strong>del</strong>la complessità deifattori determinanti e cerca di evidenziare gliaspetti visibili, sottolineando le condizioni incui possono essere meglio appresi e valorizzati.20


La “mappa” <strong>del</strong>le competenze5.LA “MAPPA” DELLE COMPETENZELa descrizione <strong>del</strong>le competenze è concepitaper favorire la definizione di un curriculum cheassicuri ai medici l’acquisizione di un set comunedi competenze professionali adeguate.Vengono individuati tre diversi livelli, caratterizzaticiascuno da un colore: nero (livello dibase), verde (livello specialistico) e neretto(livello dirigenziale).Di seguito sono sintetizzate le specifiche dilivello:A Nero -livello baseB Verde -livello specialistico(in verde nelle tabellesuccessive)comprende le competenze che deve acquisire un <strong>medico</strong>per saper riconoscere un malato terminale, attuare curepalliative di base e rapportarsi con i servizi di cure palliative(<strong>medico</strong> con competenze in cure palliative).Si intende che il livello A faccia comunque parte <strong>del</strong>laformazione specialistica dei livelli B e Ccomprende le competenze che deve possedere lospecialista in cure palliative che dedica più <strong>del</strong>l’80% <strong>del</strong>lasua attività alle cure palliative (<strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>)Si intende che il livello B comprenda il livello A conapprofondimenti specialisticiC Neretto -livello dirigenziale clinicoe gestionale(in grassetto nelle tabellesuccessive)comprende le competenze specifiche che deve possedere il<strong>medico</strong> dirigente specialista in cure palliative che dirigeuna struttura di cure palliative – domiciliare, hospice, rete(<strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong> con competenze dirigenziali)Si intende che il livello C comprenda i livelli A e B conapprofondimenti specialistici di ruoloLe specifiche sulla metodologia d’apprendimento sono un’indicazione relativa al rapporto auspicatofra formazione teorica e formazione sul campo (tirocinio strutturato). La parte teorica, come dettoin premessa, dovrà inoltre basarsi il più possibile su metodologie attive: studio di casi, discussioni,role playing, etc.21


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>1 - SAPER VALUTARE I MALATI E LE FAMIGLIE PER L’ACCESSO ALLE CURE PALLIATIVE (CP)OBIETTIVI FORMATIVIMETODOLOGIA DI LIVELLOCOMPETENZECONOSCENZEAPPRENDIMENTOSapere la definizione di CP Conoscere le diversedefinizioni di CPTeoriche 80%Discussione 20%ASapere illustrare la filosofia<strong>del</strong>le CPSapere qual è stata l’evoluzionestorica <strong>del</strong>le CP nel mondo e inItaliaSapere quali pazienti sono eleggibiliper la presa in carico in CPSapere distinguere le supportivecare dalle simultaneous palliativecareSapere individuare e riconoscereil malato terminale, affettoda patologia oncologicao da patologia non oncologicaSaper utilizzare gli strumenti pervalutare la prognosi e sapernericonoscere vantaggi e limitiSaper valutare la prognosi di unmalato con una malattia oncologicae non oncologicaSaper presentare a un malatoe a un suo familiare le finalità<strong>del</strong>l’assistenza domiciliare di curepalliative e/o <strong>del</strong> ricovero inhospiceSaper riconoscere il livellodi consapevolezza <strong>del</strong>la famigliae <strong>del</strong> malato relativamenteall’inguaribilità <strong>del</strong>la malattiaConoscere la filosofia<strong>del</strong>le CPConoscere l’evoluzionestorica <strong>del</strong>le CP nel mondoe in ItaliaConoscere i criteri di eleggibilitàper l’accesso in CP:nazionali, regionali, localiConoscere i principi disupportive care e disimultaneous palliative careConoscere gli strumenti chesupportano nella definizionedi terminalitàConoscere le scale di misurazione<strong>del</strong> performance status(secondo Karnofsky, OMS)e altri strumenti divalutazione prognosticaConoscere i fattori prognostici<strong>del</strong>la malattia (oncologicae non oncologica)Conoscere le finalità<strong>del</strong>l’assistenza domiciliare dicure palliative e/o <strong>del</strong>ricovero in hospicee che cosa comunicarea un malato e/o a un suofamiliare al momento<strong>del</strong> primo colloquio di curepalliativeConoscere le domandedirette e indirette che possonoin occasione <strong>del</strong> primoincontro rivelare il livellodi consapevolezza <strong>del</strong>lafamiglia e <strong>del</strong> malato relativamenteall’inguaribilità e laprognosi <strong>del</strong>la malattiae le resistenze frapposteall’informazione al malato22Teoriche 80%Discussione 20%Teoriche 80%Discussione 20%Teoriche 80%Discussione 20%Teoriche 60%Discussione 40%Teoriche 80%Discussione 20%Teoriche 70%Discussione 30%Teoriche 70%Discussione 30%Teoriche 50%Pratiche 50% conpartecipazionea colloqui pre-presain carico (almeno 4colloqui da osservatoree 4 colloqui daconduttore di cui iprimi 3 con supporto<strong>del</strong> tutor)Teoriche 60%Pratiche 40% conpartecipazionea colloqui pre-presain carico (almeno 4colloqui da osservatoree 4 colloqui daconduttore di cui iprimi 3 con supporto<strong>del</strong> tutor)AAAAABBBB


La “mappa” <strong>del</strong>le competenze1 - SAPER VALUTARE I MALATI E LE FAMIGLIE PER L’ACCESSO ALLE CURE PALLIATIVE (CP)OBIETTIVI FORMATIVIMETODOLOGIA DI LIVELLOCOMPETENZECONOSCENZEAPPRENDIMENTOSapere quando non è opportunal’attivazione <strong>del</strong>le CP (anche se ilmalato è eleggibile)Conoscere gli elementiche non rendono opportunal’attivazione <strong>del</strong>la rete <strong>del</strong>leCP (anche se il malato èeleggibile)Teoriche 80%Pratiche 20%BSaper attivare tutti i nodi <strong>del</strong>larete <strong>del</strong>le CPSapere quando e come attivarepercorsi alternativi alle CPSaper riconoscere la famigliacomplessa/ difficileSaper riconoscere la storiafamiliare e il contesto in cui vivela famigliaSaper rapportarsia un professionista esternoche si oppone all’attivazione<strong>del</strong>le CPConoscere le modalità<strong>del</strong>l’attivazione di tuttii servizi e i nodi <strong>del</strong>la rete<strong>del</strong>le CPConoscere i percorsialternativi alla rete <strong>del</strong>le CPConoscere le basi teoriche epratiche di comunicazioneper gestire un colloquio conun familiarenon “compliante”Conoscere le strutture familiariConoscere gli elementi cheportano un professionistaesterno a opporsiall’attivazione <strong>del</strong>le CP(clinici, psicologici,economici/conflittidi interesse)Teoriche 70%Pratiche 30%Teoriche 80%Pratiche 20%Teoriche 50%Pratiche 50% conpartecipazionea colloqui pre-presain carico (almeno 4colloqui da osservatoree 4 colloqui daconduttore di cui iprimi 3 con supporto<strong>del</strong> tutor)Teoriche 80%Pratiche 20% conpartecipazione a uncolloquio di personao telefonico con uncollega che si opponeall’attivazione<strong>del</strong>le CPAABB2 - SAPER ACCOGLIERE UN MALATO E I SUOI FAMILIARI IN UN SERVIZIO DI CURE PALLIATIVE (CP)OBIETTIVI FORMATIVIMETODOLOGIA DI LIVELLOCOMPETENZECONOSCENZEAPPRENDIMENTOSaper rapportarsi con i malati ele famiglie di diverse impostazioniculturaliConoscere le impostazioniculturali più comuni nei confronti<strong>del</strong>la fine <strong>del</strong>la vitaTeoriche 70%Pratiche 30%ASaper trasmettere informazioniall’interno <strong>del</strong>le équipe relativamentealla fase di accoglienzaSaper presentare all’équipe il malatoe la famiglia alla presa in caricoConoscere i meccanismi ditrasmissione <strong>del</strong>le informazioniall’interno <strong>del</strong>l’équipeConoscere le modalità dipresentazione <strong>del</strong> malatoe <strong>del</strong>la famiglia alla presain carico <strong>del</strong>l’équipe23Teoriche 70%Pratiche 30%briefingTeoriche 70%Pratiche 30%briefingBB


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>2 - SAPER ACCOGLIERE UN MALATO E I SUOI FAMILIARI IN UN SERVIZIO DI CURE PALLIATIVE (CP)OBIETTIVI FORMATIVIMETODOLOGIA DI LIVELLOCOMPETENZECONOSCENZEAPPRENDIMENTOSaper valutare e gestire le aspettativeAdi miglioramento <strong>del</strong>la malattia dibaseSaper gestire le richieste dei familiaridi negare al malato la verità sulla diagnosie sulla prognosi <strong>del</strong>la malattiaSaper gestire le richieste dei familiaridi negare al malato l’evidenza diessere ricoverato in hospiceSaper gestire la richiesta di ulteriorivisite o accertamenti (viaggi <strong>del</strong>lasperanza)Saper gestire la richiesta di unfamiliare di negare al malatoconsapevole informazioni clinicheSaper gestire il familiare ambivalenteSaper gestire il familiare che negal’evidente sintomatologia <strong>del</strong> malatoSaper gestire il familiarecon patologia psicologicaSaper gestire il familiarecon patologia psichiatricaSaper gestire la famiglia con bambinie con ragazzi in età adolescenzialeConoscere le modalitàpsico-relazionaliper affrontare e gestirele paure dei familiarirelativamentealla consapevolezzaConoscere comerapportarsi nell’ambito<strong>del</strong>la rete con le altrefigure professionaliConoscere le dinamicherelazionali <strong>del</strong>l’infanziae <strong>del</strong>l’adolescenzanei confronti <strong>del</strong>la fine vitae <strong>del</strong>la morteTeoriche 40%con discussionedi casi clinici,20% role playingPratiche 40%on workTeoriche 70%Pratiche 30%on workTeoriche 70%Pratiche 30%on workABBABBBBB3 - SAPER PRENDERSI CURA DEL MALATO NEI DIVERSI SETTING ASSISTENZIALICOMPETENZEOBIETTIVI FORMATIVICONOSCENZEMETODOLOGIA DIAPPRENDIMENTOA) Saper gestireConoscere gli aspetti clinici deigli aspetti cliniciseguenti sintomiSaper:Conoscere:Teoriche 50% con1. riconoscere1. le modalità di comparsa discussione di casi2. diagnosticare2. la fisiopatologiaclinici3. valutare in àmbito3. la multidimensionalitàPratiche 50%multidimensionale4. le scale di misurazioneon work4. misurare5. gli interventi possibili5. intervenire6. le opzioni terapeutiche6. trattare7. le modalità di valutazione7. valutare l’efficacia<strong>del</strong>l’intervento<strong>del</strong>l’intervento8. la rimodulazione8. rimodulare l’intervento <strong>del</strong>l’interventodei seguenti sintomi esituazioni cliniche:LIVELLOA24


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>3 - SAPER PRENDERSI CURA DEL MALATO NEI DIVERSI SETTING ASSISTENZIALIOBIETTIVI FORMATIVICOMPETENZECONOSCENZEB) Saper gestire gli aspettipsico-relazionaliSapere come valutare i passaggi<strong>del</strong>la consapevolezza<strong>del</strong>la progressione di malattiaSapere come gestire le richieste diriabilitazione intensivaSapere come comunicare le cattivenotizieSaper condurre una conversazionedi fine vitaSapere rispondere alle domandedifficiliSaper gestire un reclamodi un malatoSapere chiedere supporto allopsicologo nella comunicazionecomplessaSaper creare un rapporto di fiduciaSapere rapportarsi con il malato:consapevole, parzialmente consapevole,non consapevole, ambivalenteSapere rapportarsi con il malato:arrabbiato, ostile, oppositivoSaper rapportarsi al malatodepresso, indifferente, compiacenteSaper rispondere a un’urgenza conautorevolezza e umanitàSapere indicare una terapia conautorevolezza senza imposizioneSaper gestire il rifiuto di una terapiaefficace per il controllo <strong>del</strong> sintomoSaper gestire la comunicazione neipassaggi critici <strong>del</strong>la progressione<strong>del</strong>la malattia e <strong>del</strong>la perdita diautonomia:• riduzione <strong>del</strong>l’autonomia• riduzione <strong>del</strong>la deambulazione• proposta degli ausili• proposta <strong>del</strong>la rimodulazione<strong>del</strong>le terapie e vie disomministrazione• sospensione <strong>del</strong>l’alimentazioneper via orale• sospensione <strong>del</strong>l’alimentazioneparenteraleConoscere gli ostacoli allaconversazione di fine vitaConoscere le fasi dielaborazione <strong>del</strong>la KublerRoss e altriConoscere i principi dicomunicazione nellamalattia in progressioneConoscere le terapiecomplementari utilizzate inCP (vantaggi e limiti)Conoscere e saper applicarele tecniche più comuni dicomunicazione <strong>del</strong>le cattivenotizieConoscere il lavoro d’équipee la sua funzionedi contenimento e sostegnoanche degli operatoriMETODOLOGIA DIAPPRENDIMENTOTeoriche 70%Role playing 20%Pratiche 10%on workLIVELLOB28


La “mappa” <strong>del</strong>le competenze4 - SAPER PRENDERSI CURA DELLA FAMIGLIA NEI DIVERSI SETTING ASSISTENZIALICOMPETENZEOBIETTIVI FORMATIVICONOSCENZEMETODOLOGIA DIAPPRENDIMENTOA) Saper gestire gli aspettipsico-relazionaliSapere riconoscere la famigliacomplessa/difficileSaper gestire un reclamo di unfamiliare (nelle diverse fasi <strong>del</strong>lapresa in carico)Saper rapportarsi al familiare:• arrabbiato• depresso• compiacente• oppositivoSaper gestire la comunicazionecon i familiari nei passaggi critici<strong>del</strong>la progressione <strong>del</strong>lamalattia e <strong>del</strong>la perdita di autonomia<strong>del</strong> malatoSaper gestire la richiestadi ulteriori consulenze<strong>del</strong> familiare non rassegnatoSaper gestire un colloquiocon un amico/familiare nonconsapevoleSaper gestire la famigliaallargataConoscere i vissuti <strong>del</strong>malato e <strong>del</strong>la famiglia nel corso<strong>del</strong>la malattia:• senso di colpa• speranza• rabbia• solitudine e isolamento• incertezza• ansia• depressione• pauraConoscere le diverse modalitàdi reazione <strong>del</strong> familiareConoscenza degli elementiclinici che determinano:• riduzione <strong>del</strong>l’autonomia• riduzione <strong>del</strong>ladeambulazione• proposta degli ausili• proposta <strong>del</strong>la rimodulazione<strong>del</strong>le terapie e viedi somministrazione• sospensione <strong>del</strong>l’alimentazioneper via orale• sospensione <strong>del</strong>l’alimentazioneparenterale• riduzione dei liquidi• decesso imminenteComunicazione e metodologiedei colloquiConoscere elementi <strong>del</strong> diritto difamigliaTeoriche 40%Role playing 20%Pratiche 40%on work(counsellingfamiliare)Teoriche 40%Role playing 20%Pratiche 40%on workTeoriche 40%Role playing 20%Pratiche 40%on workTeoriche 80%Pratiche 20%on work, roleplayingTeoriche 60%Pratiche 40%on workLIVELLOAABAB31


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>4 - SAPER PRENDERSI CURA DELLA FAMIGLIA NEI DIVERSI SETTING ASSISTENZIALICOMPETENZEOBIETTIVI FORMATIVICONOSCENZEMETODOLOGIA DIAPPRENDIMENTOB) Saper gestire gli aspettipsico-socialiSaper riconoscere i bisogni Conoscere gli strumenti Teoriche 60%psicosociali <strong>del</strong> malato e <strong>del</strong>la (scale di valutazione)Pratiche 40%famigliaper riconoscere e valutare i on workbisogni psico-socialiSapere quando e come attivare iservizi socialiC) Saper gestire le cure di fine vitaConoscere la rete dei servizisociali e le modalitàdi attivazioneLIVELLOBBSaper comunicare eaccompagnare la famiglia nellafase di morte imminente <strong>del</strong>malatoD) Sapere come supportarenell’elaborazione <strong>del</strong> luttoConoscere le diverseimpostazioni culturali relativealla morte e al luttoConoscere le possibili modalitàdi risposta <strong>del</strong> familiare allafase di morte imminenteConoscere le diverse teorie dielaborazione <strong>del</strong> luttoConoscere nell’ambito <strong>del</strong>larete di CP le realtà che offronosupporto strutturato al luttoConoscere i fattori di rischio<strong>del</strong> lutto patologicoTeoriche 60%Pratiche 40%on workTeoriche 80%Pratiche 20%on workBB32


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>5 - SAPER LAVORARE IN ÉQUIPE NEI DIVERSI SETTING ASSISTENZIALI:1. in ambulatorio4. in day hospice2. in consulenza presso i reparti ospedalieri 5. al domicilio3. in consulenza presso le strutture protette 6. in hospice(RSA, Case protette, Case di riposo)7. nell’àmbito <strong>del</strong>la Rete <strong>del</strong>le CPCOMPETENZESaper lavorare in équipe, utilizzandogli strumenti tipici <strong>del</strong>le CPSaper assicurare la comunicazionecorretta attraverso l’ascolto,il confronto e la rielaborazionein équipeSaper condurre briefing e staffAssicurare l’uso corretto <strong>del</strong>lacartella clinicaAssicurare il coinvolgimento e laresponsabilizzazione di tuttiSaper valutare la qualità percepitadai malati e dai familiariSaper affrontare il proprio vissuto dimorteSaper esercitare la leadershipSaper gestire i conflittiSaper gestire le donazioniindividualiOBIETTIVI FORMATIVICONOSCENZEConoscere finalità, funzionee metodologie <strong>del</strong> briefingConoscere struttura emodalità di utilizzo <strong>del</strong>lacartella clinica in CPConoscere gli scopi lemodalità di funzionamento<strong>del</strong>le riunioni di staffConoscere i principiorganizzativi <strong>del</strong>funzionamento <strong>del</strong>le équipeprofessionali,l’organizzazione, i ruoli e leresponsabilitàPossedere le tecniche diconduzione <strong>del</strong>l’équipeConoscere gli strumenti e lemetodologie di controllo evalutazioneConoscere uso, valoree criticità degli strumentiper la valutazione <strong>del</strong>laqualità percepita dai malatie dai familiari (questionaridi qualità percepita, focusgroup, etc)Conoscere le modalità piùefficaci di utilizzo di talistrumenti per il controllo<strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong> “care”Conoscere come analizzarele proprie credenze e vissutiConoscere i mo<strong>del</strong>lidi leadership e quelli efficaciin CPMETODOLOGIA DIAPPRENDIMENTOTeoriche 30%Esercitazioni e casi30%Partecipazione abriefing e staff40%Teoriche 40%Esercitazioni e casi30%Pratiche 30%on workTeoriche 50%Esercitazioni e casi50%Conoscere teoria e tecnicadi gestione dei conflittiConoscere la normativa Teoriche 90%Casi 10%LIVELLOABBBBBC34


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>8 - SAPER ATTIVARE E GESTIRE UN SERVIZIO DI CURE PALLIATIVE (domiciliare, hospice,ospedaliero, di rete)OBIETTIVI FORMATIVIMETODOLOGIA DI LIVELLOCOMPETENZE CONOSCENZEAPPRENDIMENTO1) Sapereprogrammareun serviziodi cure palliativeSaper gestireil rapportofra il serviziodi cure palliative eil territorio2) Saper gestire lerisorse umaneSaper negoziare uncontrattoSaper attuare conefficacia il mo<strong>del</strong>loorganizzativomultiprofessionaleConoscere gli standard di struttura,processo ed esito, procedure e normativeConoscere gli standard di riferimento perla programmazione dei servizi (normativeinternazionali, europee, nazionali, locali)Conoscere i dati di epidemiologia <strong>del</strong>lediverse patologie (neoplastiche,neurologiche, etc)Conoscere l’evoluzione <strong>del</strong>la famiglianella storia, nelle diverse culture,nel proprio contesto localeConoscere la mortalità per patologia, nelmondo, in Europa, nella nazione, nellaregione e nell’ASL di appartenenzaConoscere elementi di epidemiologianecessari per la programmazionesocio-sanitariaConoscere elementi di statisticaConoscere soggetti, ruoli e competenzeConoscere metodologie di coinvolgimento,negoziazione, condivisionePossedere metodi e principi di:• selezione <strong>del</strong> personale• inserimento• approccio motivazionale• valutazione• <strong>del</strong>egaConoscere i contratti in vigore <strong>del</strong>la sanitàpubblica e <strong>del</strong>la sanità privataConoscere le metodologie:• <strong>del</strong> lavoro per obiettivi• <strong>del</strong>l’analisi e <strong>del</strong> riconoscimento <strong>del</strong>lecompetenze• <strong>del</strong> risk management• <strong>del</strong>l’impostazione e funzionamentodi un sistema premiante adeguatoai principi <strong>del</strong>le cure palliative• <strong>del</strong>l’impostazione e gestionedi un sistema basato sull’audit e sulmiglioramento <strong>del</strong>la qualitàGestire il risk managementTeoriche 70%Esercitazionie lavori di gruppo30%Teoriche 70%Esercitazioni elavori di gruppo30%Teoriche 60% condiscussione di casicliniciPratiche 40%on workTeoriche 80% condiscussione di casiclinici – Pratiche20% on workTeoriche 60%Pratiche 40%on workBCCBCCCBC36


La “mappa” <strong>del</strong>le competenze8 - SAPER ATTIVARE E GESTIRE UN SERVIZIO DI CURE PALLIATIVE (domiciliare, hospice,ospedaliero, di rete)OBIETTIVI FORMATIVIMETODOLOGIA DI LIVELLOCOMPETENZE CONOSCENZEAPPRENDIMENTO3) Saper gestirele risorseeconomicheSaper impostareun business plan4) Saper portaread accreditamentouna struttura<strong>del</strong>la Rete <strong>del</strong>le CPe una Rete <strong>del</strong>le CPConoscere gli standarddi programmazione e gestione economicaConoscere i sistemi di accreditamento ecertificazioneTeoriche 60%Pratiche 40%on work%Teoriche 60%Pratiche 40%on workCC9 - SAPER FORMARE IN CURE PALLIATIVE (CP)OBIETTIVI FORMATIVICOMPETENZECONOSCENZESaper trasferire le propriecompetenze all’interno<strong>del</strong> gruppo e a nuovioperatori e colleghiSaper svolgere funzionidi team-leaderSaper svolgere funzionidi tutoringSaper svolgere funzioni didocenza specialisticaSaper assicurareun contesto organizzativofavorevoleall’apprendimentoSaper predisporree attuare pianidi formazione continuaConoscere i principi e gli stilidi apprendimento degli adultiConoscere i metodi didattici e le lorocondizioni di efficaciaConoscere gli strumenti operativiConoscere le metodologie e i principi<strong>del</strong>l’insegnamento interdisciplinare emultiprofessionaleFormazione ed “empowerment”:capitalizzazione e moltiplicazione <strong>del</strong>lecompetenzeConoscere le strutture di formazione inCP, i percorsi e i sistemi di formazionecontinuaConoscere i vincoli e le condizioni diqualitàConoscere le principali metodologie diprogettazione e valutazione formativaMETODOLOGIA DIAPPRENDIMENTOTeoriche 50%Discussione 15%Role playing 15%Esercitazioni 20%Teoriche 70%Discussione 15%Role playing 15%Teoriche 60%Esercitazioni 40%LIVELLOBCC37


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>6.ARCHITETTURA DEL SISTEMA CURRICULARE E CONDIZIONIDI EFFICACIAVale la pena di sottolineare alcuni principi diarchitettura da tenere presenti nella costruzione<strong>del</strong> sistema di offerta curriculare, principiche costituiscono le condizioni di efficacia: impianto modulare <strong>del</strong>le unità disciplinari:potranno essere “strutturate” in relazioneagli obiettivi, in termini di skill (competenze/abilità)e di profili professionali; curricula integrati: i percorsi specificidovranno prevedere periodi o modulicomuni a più percorsi e profili professionalie devono essere percorribili con modalitàdiverse secondo la provenienza e lo sbocco<strong>del</strong> discente; struttura interprofessionale e transdisciplinare.Discenti e corpo docente multidisciplinaree capace di lavorare in manieratransdisciplinare. Se il team multiprofessionaleè elemento caratterizzante le curepalliative, deve esserlo a cominciare dallacomposizione dei discenti e dal corpodocente; che deve provenire in quotasignificativa (almeno il 70%) dal mondoprofessionale.prioritariamente di 1° livello (interdisciplinari einterprofessionali), per coloro che decidono didedicarsi alle cure palliative a un certo punto<strong>del</strong>la loro carriera.Raccomandazioni: vanno valorizzati i master che favorisconol’acquisizione <strong>del</strong>la capacità di lavorare inéquipe, requisito fondamentale per assicurarela vera multidisciplinarità e transdisciplinarità; gli stage devono essere effettuati presso ivari setting assistenziali di cure palliative:domicilio, hospice, struttura di rete <strong>del</strong>lecure palliative; almeno il 50% dei docenti titolari di insegnamentodei master dovrà provenire dalmondo professionale <strong>del</strong>le cure palliative.Scuola di specializzazione e sub-specialitàLa <strong>SICP</strong> auspica che nel prossimo futuro vengarealizzata la specializzazione in cure palliative ola sub-specialità.MasterL’istituto <strong>del</strong> Master, a regime, è da considerarsicome una opportunità rivolta ai professionistiche devono acquisire competenze specialistiche.Superata la fase transitoria di attuazione<strong>del</strong>la legge potranno essere attivati master<strong>Il</strong> sistema d’offertaPer i curricula accademici si prevedono percorsimodulari strutturati per aree di competenza elivelli di formazione, attraverso l’introduzione<strong>del</strong>la disciplina specifica, con le seguenti modalità:38


<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>APPENDICISchede di approfondimentoCOMPETENZA“Un insieme, riconosciuto e dimostrato,<strong>del</strong>le rappresentazioni, capacità e dei comportamentiattivati e combinati in manierapertinente in un contesto dato… Non è unostato o una coscienza posseduta. Non èriducibile né a un sapere né a ciò che si èacquisito attraverso la formazione. …Lacompetenza non risiede nelle risorse (conoscenze,capacità) ma nella capacità di utilizzarle.La competenza è finalizzata e contestualizzata:non può dunque essere separatadalle condizioni <strong>del</strong> suo esercizio… Lacompetenza è un saper agire riconosciuto”(G. le Boter “De la competence”, Paris lesedition d’Organization – 1995).“Abilità di applicare conoscenze, know-howe capacità operative in situazioni abituali enon” (Cedefop – European Center for theDevelopment of Vocational Training, 2002).“Nella competenza professionale, insieme aun sapere cosa (il contenuto <strong>del</strong> compito) èpresente un sapere come (la strategia difronteggiamento <strong>del</strong> compito), che ha laproprietà di essere trasferibile su compitidiversi” (Isfol – Istituto per la formazione el’orientamento dei lavoratori – 1997).SAPERE O CONOSCENZA“Le definizioni di knowledge sono innumerevoli.Tuttavia la concezione moderna diconoscenza resta ampiamente fondata sualcune distinzioni di base:(a) Aristotele distingueva tra logica pratica eteorica. In linea con questa distinzione, teoricimoderni (Alexander et al., 1991) distinguonoconoscenze dichiarative (theoretical) da quelleprocedurali (operative). Le conoscenze dichiarativeincludono affermazioni su fatti specifici,fatti e generalizzazioni empiriche, così come ipiù profondi principi sulla natura <strong>del</strong>la realtà.La conoscenza procedurale comprende l’euristica,i metodi, la pianificazione, le pratiche, leprocedure, le routine, le strategie, la tattica, letecniche e i trucchi (Ohlsson, 1994);(b) è possibile differenziare fra le forme diconoscenza che rappresentano differentimodi di apprendimento <strong>del</strong>la realtà. Sonostati fatti molti tentativi di compilare liste,nelle quali le seguenti categorie sono spessorappresentate: conoscenze oggettive (naturali/scientifiche)definite in base a certezze; conoscenze soggettive (letterarie/estetiche)definite in relazione all’autenticità; conoscenze morali (umane/normative)definite in relazione all’accettazione collettiva(diritto/doveri); conoscenze religiose o sacre, definite inrelazione a un’autorità divina (Dio).(c) la conoscenza comprende elementi tacitied espliciti. Le conoscenze tacite (Polanyi,1966) sono conoscenze che si possiedono einfluenzano i processi cognitivi. Tuttavia, essenon richiedono di essere espresse o di essernecoscienti. Le conoscenze esplicite sono quelleche si possono approfondire coscientementee includono le competenze tacite che si convertonoin esplicite diventando ‘oggetto <strong>del</strong>pensiero’ (Prawat, 1989)” (Cedefop, 2000).40


AppendiciSKILL“Le conoscenze ed esperienze necessarie peresercitare uno specifico compito o lavoro”(Cedefop, 2003).METODOLOGIE PER L’APPRENDIMENTOIn relazione alla necessità di utilizzare metodologiedidattiche attive va sottolineato che sitratta di metodi che sono parte integrante <strong>del</strong>lapratica didattica più innovativa. Esistono esperienzesignificative e ampia letteratura in merito.Nelle università italiane dovranno esseresempre più sviluppate.Si riporta, a titolo di specifica, quanto auspicatodall’EAPC:“Si raccomanda che le seguenti metodologiesiano valorizzate: prioritario deve essere l’apprendimentosul campo “esperiential learning” (inclusoil contatto con le unità operative, ipazienti e le famiglie, il territorio e lacomunità). <strong>Il</strong> de-briefing, come strumentod’apprendimento, deve essere consideratouna priorità; dovrebbero essere utilizzate metodologieattive, più che passive (problembased learning, discussioni, roleplaying…); l’apprendimento multiprofessionale ècondizione per diffondere e incoraggiareuna migliore cooperazione; l’integrazione orizzontale: gli specialistiin cure palliative devono diffondere leconoscenze <strong>del</strong>l’area, insegnando ai colleghi<strong>del</strong>le altre discipline; dovranno essere consentite continueoccasioni di auto-riflessione e discussionedi gruppo sulle situazioni difficili,includendo i problemi <strong>del</strong>la famiglia e<strong>del</strong> team; considerazioni etiche e psicosocialiandranno integrate in tutti gli aspetti <strong>del</strong>laformazione”. (EAPC – <strong>Curriculum</strong> inPalliative Care for Undergraduate MedicalEducation Recommendations – 2007).I LUOGHI DI CURACOME CONTESTI DI APPRENDIMENTOLe cure palliative costituiscono uno degli àmbitiprofessionali a oggi più vicini alla realizzazione<strong>del</strong>l’organizzazione avanzata dei servizisanitari.I principi <strong>del</strong>la qualità organizzativa ci diconoche, quanto più un’organizzazione sa essereaperta, collaborativa, interprofessionale, quantopiù essa sarà capace di produrre qualità,innovazione e adattamento all’imprevisto.I tratti caratteristici – ormai universalmentericonosciuti – <strong>del</strong>le cure palliative, sono proprioquesti: interprofessionalità; mo<strong>del</strong>li organizzativi integrati e orizzontali; mo<strong>del</strong>li di lavoro per processi; contesti organizzativi facilitanti l’apprendimentoe l’assessment continuo.Si tratta di realtà che da tempo realizzano “l’utopia”<strong>del</strong>le organizzazioni innovative capaci diapprendere e cambiare. Le cure palliativehanno le ragioni teoriche, gli strumenti professionalie i mo<strong>del</strong>li organizzativi per realizzare ediffondere tutto questo.L’obiettivo è dunque rafforzare mo<strong>del</strong>li di lavoroche assicurino che le strutture di cura siano ancheluoghi di formazione e apprendimento individualee organizzativo, e che gli operatori siano ancheeducatori, capaci di trasferire le proprie competenzee di apprendere da/con gli altri: comunitàdi pratiche capaci di apprendimento continuo, diricerca, di formazione e autoformazione.Uno standard per i tirociniIL TIROCINIO NELLE CURE PALLIATIVELe cure palliative sono caratterizzate da unparticolare approccio globale, clinico e assistenziale,e da uno specifico mo<strong>del</strong>lo organizzativo.Ciò che definisce un “buon agire” in àmbito dicure palliative è in primo luogo un atteggiamen-41


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<strong>Il</strong> core curriculum <strong>del</strong> <strong>medico</strong> <strong>palliativista</strong>• World Health Organization. World HealthReport 2006: Working Together for Health,Geneva, WHO(http://www.who.int/whr/2006/en/)• World Health Organization, World HealthReport 2008: Primary Health Care. NowMore than Ever, Geneva, WHO(http://www.who.int/whr/2008/whr08_en.pdf =)Link• Capacity plus : www.capacityplus.org/• Department for International Development(UK), Health Systems Resource Guide,www.eldis.org/healthsystems/dossiers/hr/• European Observatory on health planningand policies,http://www.euro.who.int/observatory• Global Health Workforce Alliance,www.ghwa.org• HRH compendium,www.hrhcompendium.com• Human Resources for Health (onlinejournal), www.human-resourceshealth.com• HRH Global Resource Center, www.hrhresourcecenter.org• International Center for Human Resourcesin Nursing, http://www.ichrn.org/• Management Sciences for Health,Manager’s Electronic Resource Center,http://erc.msh.org/• World Health Organization, Department ofhuman resources for health,http://www.who.int/hrh/en/• World Health Organization, Department ofHealth Policy, Development & Serviceshttp://www.who.int/management/en/48

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