di David Ciaralli - Dati FGI - Federazione Ginnastica d'Italia
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London Prepares<br />
London Prepares 12<br />
gennaio - febbraio - marzo 2012<br />
01<br />
ORGOGLIO<br />
Grazie Ragazzi. Non esistono<br />
parole migliori <strong>di</strong> queste,<br />
seppur semplici e forse<br />
banali, per testimoniare la riconoscenza<br />
per aver assistito, alla<br />
prima uscita internazionale da<br />
Segretario Generale, ad una sequenza<br />
<strong>di</strong> avvenimenti così coinvolgenti<br />
dal punto <strong>di</strong> vista emotivo<br />
ed affettivo da poter poi <strong>di</strong>re…“Io<br />
c’ero”. Ho visto con i<br />
miei occhi cosa è stato capace <strong>di</strong><br />
fare questo gruppo <strong>di</strong> atleti, maschi<br />
e femmine, con i loro tecnici.<br />
La squadra maschile è riuscita<br />
in una sorta <strong>di</strong> “mission impossible”<br />
per la quale credo ben pochi<br />
avrebbero scommesso un solo<br />
“penny”, dando <strong>di</strong>mostrazione<br />
a tutto il mondo <strong>di</strong> cosa significa<br />
“crederci fino in fondo”.<br />
Tanto che da oggi in poi, quando<br />
si u<strong>di</strong>rà nuovamente questa<br />
affermazione, a volte sin troppo<br />
inflazionata, non si potrà non<br />
pensare a come i nostri ginnasti,<br />
insieme ai loro tecnici, abbiano<br />
profondamente interpretato<br />
questo atteggiamento per affrontare<br />
il <strong>di</strong>fficile impegno lon<strong>di</strong>nese.<br />
Esperienza, concentrazione,<br />
spirito <strong>di</strong> squadra, determinato<br />
desiderio <strong>di</strong> sovvertire il<br />
risultato <strong>di</strong> Tokyo, erano ben visibili<br />
sin dalle tribune. E così<br />
questa squadra ha centrato la<br />
terza qualificazione olimpica<br />
consecutiva della Sezione, uguagliando<br />
la tripletta messa in atto,<br />
a cavallo tra gli anni ottanta<br />
e novanta, da quel “dream<br />
team” che nella successione<br />
Seoul ’88, Barcellona ’92 ed Atlanta’96<br />
riportò l’Italia maschile<br />
ad avere nuovamente una squadra<br />
ai Giochi Olimpici, dopo un<br />
<strong>di</strong>giuno che durava da Monaco’72.<br />
Un “dream team” che<br />
ebbe il suo migliore risultato, il<br />
5° posto, in terra catalana, proprio<br />
quando, incre<strong>di</strong>bile ancora<br />
a crederlo, si trovò orfana <strong>di</strong><br />
quel grande campione che risponde<br />
al nome <strong>di</strong> Jury Chechi,<br />
infortunato, pochi giorni prima<br />
della partenza, al ten<strong>di</strong>ne d’Achille.<br />
Non fu certo facile per la<br />
<strong>Federazione</strong> rifondare una squadra<br />
<strong>di</strong> quel tipo, dopo Atlanta, e<br />
purtroppo lo confermò l’assenza<br />
a Sydney. Ma il <strong>di</strong>giuno questa<br />
volta fu interrotto subito alla<br />
successiva occasione, la qualificazione<br />
americana per Atene<br />
2004, dove il motore si rimise in<br />
moto per arrivare fino a Londra<br />
2012 passando per Pechino<br />
2008. E così <strong>di</strong>versi componenti<br />
dell’attuale squadra raggiungono<br />
alcuni dei loro colleghi della<br />
Italdonne a medaglia nel Test Event <strong>di</strong> Londra,<br />
da sinistra: Vanessa Ferrari, Erika Fasana, Francesca<br />
Deagostini, Elisabetta Preziosa, Carlotta<br />
Ferlito, Chiara Gandolfi (fotoriquadro.it)<br />
D’ITALIA ITALIA <strong>di</strong> Roberto Pentrella<br />
precedente, con la partecipazione<br />
a ben tre Olimpia<strong>di</strong>. Senza<br />
contare che tra i protagonisti del<br />
Test Event risponde ancora all’appello,<br />
ed a pieno titolo, uno<br />
dei due partecipanti <strong>di</strong> Sydney<br />
2000 (l’altro era Igor Cassina<br />
che quattro anni dopo fu capace<br />
<strong>di</strong> ciò <strong>di</strong> cui tutti abbiamo un<br />
lucido ed affettuoso ricordo),<br />
quell’Alberto Busnari al quale, la<br />
prossima estate, la capitale del<br />
Regno Unito certificherà la sua<br />
quarta presenza ai Giochi Olimpici.<br />
La squadra femminile aveva,<br />
invece, sulle spalle - alcune<br />
delle quali anche molto giovani<br />
- la gravosa responsabilità <strong>di</strong> un<br />
risultato che tutti davano per<br />
scontato, ma che nessuno mai si<br />
porta da casa. In alcuni casi questo<br />
tipo <strong>di</strong> “pressione” proveniente<br />
dall’ambiente - pur senza<br />
che nessuno <strong>di</strong>ca espressamente<br />
nulla, ma che comunque gli atleti<br />
possono facilmente avvertire<br />
- può giocare davvero brutti<br />
scherzi. Le ragazze invece non si<br />
sono lasciate con<strong>di</strong>zionare da<br />
niente ed hanno tirato <strong>di</strong>ritto<br />
verso il loro comune obiettivo.<br />
Hanno affrontato con ampia <strong>di</strong>sinvoltura<br />
anche quel certo <strong>di</strong>sagio<br />
che poteva rappresentare<br />
la trave ad inizio gara e senza la