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GREEN TERROR - Living Theatre Europa

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<strong>GREEN</strong> <strong>TERROR</strong><br />

di Gary Brackett<br />

TRADUZIONE: ELEONORA CEDARO, GARY BRACKETT, GIULIA SCARSELLI<br />

Personaggi:<br />

il Desaparecido<br />

il Coro<br />

il Prigioniero<br />

i Narratori<br />

una Ragazza dal Congo<br />

una Donna<br />

UN CHITARRISTA<br />

Green Terror debutta presso l'Atelier 210<br />

a Bruxelles il 29 aprile 2010<br />

Cast della prima rappresentazione:<br />

Desaparecido / Prigioniero Gary Brackett<br />

Ragazza Dal Congo Giulia Scarselli<br />

Donna Erin Downhour<br />

Chitarrista David Copley<br />

Narratori Jean-Pierre Baudson Stéphanie Coppé<br />

Coro<br />

Alessandra Valzania<br />

Augusto Ciprani<br />

Chiara Zompa<br />

David Copley<br />

Emanuele Macciò<br />

Enoch Wu<br />

Erin Downhour<br />

Francesca D. Romoli<br />

Isadora Pei<br />

Giulia Cappilli<br />

Giulia Filippo<br />

Giulia Scarselli<br />

Jeff Nash<br />

Laura Cavicchi<br />

Lauretta Tallarini<br />

Lila Baldassarre<br />

Maria Ida Barbaresco<br />

Mosè Risalit<br />

Patrizia Capitanio<br />

Paola Pisciottano<br />

Simone Ferrari<br />

Valentina Effe<br />

Viviane Cammarota<br />

Ospiti dal laborarorio tenutosi a Bruxelles dal 14 al 18 aprile 2010:<br />

Edith Van Malder<br />

Gaetano Crapanzano<br />

Klara Deluze<br />

Nathalie Schultz<br />

Stéphanie Coppé<br />

Thierry Chatelais<br />

1


<strong>GREEN</strong> <strong>TERROR</strong><br />

Palcoscenico spoglio. Lo spazio scenico si sviluppa sul<br />

palco e in platea con piattaforme a tre livelli. Non c'è<br />

scenografia.Sei piattaforme rialzate distribuite<br />

uniformemente tra i posti a sedere. Sotto il palco<br />

un'area d'azione di grandi dimensioni (circa 5 x 12<br />

metri). Spettatori seduti sui tre lati.<br />

Prologo: Break on Through to the Other-side<br />

Azione: una danza.<br />

In scena una figura incappucciata con un lungo<br />

mantello nero in equilibrio precario su una cassa di<br />

legno. Le sue braccia sono aperte e da lungo i fianchi<br />

spuntano dei fili elettrici collegati per una delle sommità<br />

alle sue dita. Borbotta qualcosa fra sé e sé.<br />

Immagine: un Desaparecido 1 il prigioniero di Abu<br />

Ghraib in Iraq.<br />

Musica a volume molto alto (Break on Through to the<br />

Other-side dei The Doors). Il Desaparecido inizia<br />

lentamente a muoversi con la musica. Comincia una<br />

danza folle, salta giù dalla cassa e inizia a danzare tra<br />

il pubblico e sulle varie piattaforme. A volte coinvolge<br />

uno spettatore nella sua folle danza. I suoi gesti sono<br />

in parte religiosi, in parte osceni, a volte imita scosse<br />

elettriche e torture, altre prendendo pose sexy e<br />

maliziose. Egli è il buffone, il pagliaccio, un' immagine<br />

onirica della cultura contemporanea.<br />

Le luci iniziano a spegnersi:<br />

il Desaparecido raccoglie la cassa ed esce di scena.<br />

Buio<br />

1 Desaparecido (in spagnolo: scomparso), perché non sappiamo cosa sarà di questo detenuto.<br />

A differenza di Nguyen Van Lem giustiziato dal generale Nguyen Ngoc Loan della famosa foto della<br />

guerra del Vietnam, non abbiamo mai saputo il nome di questo prigioniero né cosa gli sia accaduto.<br />

Entrambe le immagini sono forse l'icona per eccellenza del fallimento di entrambe le guerre.<br />

2


Scena PRIMA: In Principio<br />

Azione: molli masse di materia<br />

Musica: Closing, di Phillip Glass<br />

Voce fuori campo, timbro solenne, voce anziana.<br />

Mentre la voce fuori campo inizia a raccontare in scena<br />

una luce molto fioca illumina parte del Coro. I corpi<br />

nudi dei personaggi del coro sono accasciati a terra ed<br />

iniziano pian piano a rialzarsi (oltre 6 minuti di azione).<br />

Il narratore: 2 :<br />

In principio la Terra era una pianura sconfinata e<br />

tenebrosa, separata dal cielo e dal grigio mare salato,<br />

avvolta in un crepuscolo indistinto. Non c’erano né Sole<br />

né Luna né Stelle. Tuttavia, molto lontano, vivevano gli<br />

Abitanti del Cielo: esseri spensierati e indifferenti, dalle<br />

fattezze umane ma con zampe da emù, e capelli dorati<br />

lucenti come ragnatele al tramonto; erano senza età e<br />

perennemente giovani, poiché esistevano da sempre<br />

nel loro verde Paradiso lussureggiante al di là delle<br />

Nuvole occidentali.<br />

Sulla superficie della Terra si vedevano soltanto le<br />

buche che un giorno sarebbero diventate i pozzi. Non<br />

c’erano né animali né piante, ma molli masse di<br />

materia concentrate intorno alle buche: grumi di<br />

minestra primordiale, silenziosi, ciechi, senza respiro<br />

né veglia né sonno: ciascuno aveva in sé l’essenza<br />

della vita o la possibilità di diventare umano.<br />

Ma sotto la crosta della Terra brillavano le costellazioni,<br />

il Sole splendeva, la Luna cresceva e calava, e<br />

giacevano nel sonno tutte le forme di vita: il fiore<br />

scarlatto di un pisello del deserto, l’iridescenza di<br />

un’ala di farfalla, i vibranti baffi bianchi di Vecchio<br />

Uomo Canguro – assopiti come i semi del deserto che<br />

devono aspettare un acquazzone di passaggio.<br />

Il mattino del Primo Giorno, al Sole venne una gran<br />

voglia di nascere. (Quella sera le Stelle e la Luna lo<br />

avrebbero imitato). Il Sole squarciò improvvisamente la<br />

superficie e inondò la Terra di luce dorata, riscaldando<br />

le buche in cui dormiva ogni Antenato.<br />

Questi Uomini dei Tempi Antichi, diversamente dagli<br />

Abitanti del Cielo, non erano mai stati giovani. Erano<br />

vecchi zoppi e stremati dalla barba grigia e le membra<br />

nodose, e per lunghi secoli avevano dormito in<br />

solitudine. Accadde così che quel primo mattino ogni<br />

Antenato dormiente sentisse il calore del Sole premere<br />

sulle proprie palpebre e il proprio corpo che generava<br />

dei figli. L’Uomo Serpente sentì i serpenti strisciargli<br />

2 da Songlines, Bruce Chatwin.<br />

3


fuori dall’ombelico. L’Uomo Cacatua sentì le piume.<br />

L’Uomo Bruco sentì una contorsione, la Formica del<br />

Miele un prurito, il Caprifoglio sentì schiudersi foglie e<br />

fiori. L’Uomo Bandicoot sentì piccoli bandicoot che<br />

fremevano sotto le sue ascelle. Ogni «essere vivente»,<br />

ciascuno neI suo diverso luogo di nascita, salì a<br />

raggiungere la luce del giorno.<br />

In fondo alle loro buche, che ora si stavano riempiendo<br />

d’acqua, gli Antenati distesero una gamba, poi l’altra.<br />

Scrollarono le spalle e piegarono le braccia. Si<br />

alzarono facendo forza contro il fango. Le loro<br />

palpebre si aprirono di schianto: videro i figli che<br />

giocavano al sole. Il fango si staccò dalle loro cosce,<br />

come la placenta da un neonato. Poi, come fosse il<br />

primo vagito, ogni Antenato aprì la bocca e gridò: « lo<br />

sono! ». « Sono il Serpente … il Cacatua … la Formica<br />

del Miele … il Caprifoglio … ». E questo primo « lo<br />

sono! », questo primordiale «dare nome », fu<br />

considerato, da allora e per sempre, il distico più sacro<br />

e segreto del Canto dell’Antenato.<br />

Ogni Uomo deI Tempo Antico che si crogiolava al sole<br />

mosse un passo col piede sinistro e gridò un secondo<br />

nome. Mosse un passo col piede destro e gridò un<br />

terzo nome. Diede nome al pozzo, ai canneti, agli<br />

eucalipti: si volse a destra e a sinistra, chiamò tutte le<br />

cose alla vita e coi loro nomi intessé dei versi.<br />

Gli Uomini del Tempo Antico percorsero tutto il mondo<br />

cantando; cantarono i fiumi e le catene di montagne, le<br />

saline e le dune di sabbia. Andarono a caccia,<br />

mangiarono, fecero l’amore, danzarono, uccisero: in<br />

ogni punto delle loro piste lasciarono una scia di<br />

musica.<br />

La musica sfuma e diventa un ritmo tradizionale<br />

australiano con didgeridoo e voce.<br />

Avvolsero il mondo intero in una rete di canto; e infine,<br />

quando ebbero cantato la Terra, si sentirono stanchi.<br />

Di nuovo sentirono nelle membra la gelida immobilità<br />

dei secoli. Alcuni sprofondarono nel terreno, lì<br />

dov’erano. Altri strisciarono dentro le grotte. Altri<br />

ancora tornarono lentamente alle loro «Dimore<br />

Eterne», ai pozzi ancestrali che li avevano generati.<br />

Tutti tornarono «dentro».<br />

Il Coro, al concludersi del testo si è completamente<br />

alzato, sta in piedi frontalmente al pubblico.<br />

Corpo nudo e testa incappucciata. Le luci sfumano.<br />

Buio<br />

4


Scena SECONDA: i tableaux di William Blake<br />

Azione: when the morning stars sang together 3<br />

Dal fondo della platea, nel buio un battito di mani<br />

ritmato.<br />

Musica: didgeridoo e voce, molto alta e molto ritmata.<br />

Luce in crescendo rapido su palco, platea e<br />

piattaforme.<br />

Il Coro, rimasto in scena dal quadro precedente, nel<br />

buio ha indossato degli hoodies 4<br />

Con il Coro, ma più lontano dal proscenio, il<br />

Prigioniero seduto in modo precario in cima ad una<br />

scala con le mani legate dietro la schiena. Caviglie e<br />

ginocchia unite. E' completamente nudo a parte il<br />

cappuccio nero che gli copre il volto.<br />

Il resto del Coro entra da fondo sala sempre<br />

indossando hoodies neri. Marcia al ritmo del battito di<br />

mani. Raggiunta l'area d'azione si sparpaglia fra platea<br />

e piattaforme. In gruppi o singolarmente eseguono i<br />

tableaux ispirati ai disegni di Blake. Ogni gruppo i<br />

singolo attore esegue due quadri caratterizzati da<br />

diversi stati emotivi. La transizione da uno all'altro<br />

tableaux è eseguita con movimenti molto lenti. Tre<br />

personaggi portano al centro dell'area d'azione: Caino,<br />

il Diavolo e Nebukadnezar.<br />

Quando l'ultimo tableaux è composto il battito di mani<br />

cessa assieme alla musica.<br />

Musica: In a landscape, John Cage<br />

Testo: Haikus 5 , recitati a voce singola o a più voci:<br />

Lunga pausa:<br />

Come posso uscire<br />

là fuori pallottole<br />

che gridano di rabbia<br />

Pausa<br />

Gli occhi dei bambini gelidi<br />

arde un vento silenzioso<br />

una brezza primaverile mi accarezza la mente<br />

Pausa<br />

3 Quando le stelle del mattino cantano. Incisione di William Blake.<br />

4 Felpe nere con cappuccio come quelle indossate dai Black Block a Seattle o tipiche della cultura hiphop.<br />

5 Questi haikus (genere poetico giapponese) sono stati composti durante i laboratori propedeutici a Green<br />

Terror. Sono stati scritti collettivamente da gruppi di tre persone. I temi, proposti da Gary Brackett, erano:<br />

La mia alienazione; Come la tecnologia mi ha fottuto e Rimedio/Antidoto.<br />

5


L'illusione di avere accesso a qualcosa<br />

piccoli «1» e «0» dappertutto<br />

Facebook – il mio migliore amico<br />

Pausa<br />

Notte – un passero si perde<br />

una donna in cielo<br />

sorride: sto morendo<br />

Pausa<br />

premi il bottone<br />

click click ti amo click click<br />

emozione virtuale<br />

Pausa<br />

Portami giù la luna<br />

rimboccati le maniche<br />

oh prega per la disperazione atomica<br />

Pausa<br />

Bussando alla porta successiva<br />

farfalle, miele scuro, carezze<br />

capelli sul cuscino – nettare d'amore<br />

Respiro<br />

TUTTI: Mmm-hummmmm...haaaaaa 6<br />

Buio<br />

6 Quest'onomatopea, utilizzata spesso anche in seguito nel corso dello spettacolo, sottolinea i momenti<br />

chiave del 'qui ed ora'.<br />

6


Scena TERZA: introduzione del protagonista<br />

Azione: L'insurrezione che verrà<br />

Musica: Requiem For A Dream, Arvo Part - LuxAeterna<br />

Voce fuori campo femminile marziale e fredda rivolge al<br />

pubblico un'arringa di indottrinamento. Il Coro si muove<br />

lentamente ed esce dal fondo della sala. Solo in scena,<br />

sempre seduto in cima alla scala, c'è il Prigioniero.<br />

Durante tutta la scena una luce bianca molto forte è<br />

puntata su di lui. Sembra che a tratti cerchi di guardare<br />

il pubblico con fare accusatorio, a tratti sembra<br />

affaticato o addirittura assopito mentre a volte sembra<br />

che cerchi di liberarsi i polsi dalle corde.<br />

Narratore: 7<br />

Da qualsiasi angolazione lo si prenda, il presente<br />

è senza uscita. È cosa risaputa che tutto non può che<br />

andare che di male in peggio. «Il futuro non ha più un<br />

avvenire», questa è la consapevolezza di un'epoca che<br />

è arrivata, sotto tutte le sue arie di estrema normalità, al<br />

livello di coscienza del primo movimento punk.<br />

Non ci sarà soluzione sociale alla situazione<br />

presente. Il sentimento sociale si è davvero dissolto<br />

troppo, perché questo accada. Il vicolo cieco del<br />

presente, percepibile ovunque, è ovunque negato. Mai<br />

così tanti psicologi, tanti sociologi e tanti letterati si<br />

impegnarono in questa negazione, e ognuno con il suo<br />

discorso specifico, privo di qualsiasi conclusione. Ma<br />

basta ascoltare da una parte i canti di quest'epoca, i<br />

fuochi di paglia della «nuova canzone italiani-ALT-<br />

FOLK» nei quali la piccola borghesia annacqua i suoi<br />

stati d'animo, e dall'altra le dichiarazioni di guerra del<br />

gruppo rap Mafia K'1 Fry 8 , per comprendere che una<br />

coesistenza cesserà presto, e che una decisione è<br />

prossima a essere presa.<br />

Chiamare «società» il popolo di estranei in<br />

mezzo al quale viviamo è una tale usurpazione di<br />

significato che gli stessi sociologi hanno avuto la<br />

decenza di rinunciare a un concetto che, per un secolo<br />

intero, fu il loro modo di guadagnarsi il pane. Essi<br />

preferiscono ora la metafora della rete per descrivere il<br />

modo in cui si connettono le solitudini cibernetiche, con<br />

cui si annodano le deboli interazioni conosciute sotto al<br />

nome di «colleghi», «contatti», «amici», «relazione», o<br />

«avventura». Ed ecco che a un certo punto, si arriva a<br />

vedere chiaramente come queste reti si condensino in<br />

un centro, ma esso sia un centro dove non si condivide<br />

7 L' insurrezione che verrà, scritto dal Comitato Invisibile.<br />

8 Gruppo di Hip-Hop francese<br />

7


nulla, se non dei codici, e dove nulla si attiva, se non<br />

l'incessante ricomposizione di un'identità.<br />

In realtà, la decomposizione di ogni forma sociale<br />

è una vera fortuna. Trent'anni di disoccupazione di<br />

massa, di «crisi», di crescita in stallo. E vorrebbero<br />

ancora farci credere nell'economia. Trent'anni costellati,<br />

bisogna ammetterlo, da qualche parentesi illusoria: la<br />

parentesi 1981-83, con la sua illusione che un governo<br />

di sinistra avrebbe potuto portare benessere alla<br />

popolazione; la parentesi degli anni rampanti (1986-89),<br />

nei quali saremmo diventati tutti ricchi, tutti uomini<br />

d'affari e giocatori di borsa; la parentesi Internet (1998-<br />

2001), grazie al quale avremmo trovato tutti un lavoro<br />

virtuale a forza di rimanere connessi. Ma ecco, si sono<br />

esaurite tutte le riserve di illusioni possibili, abbiamo<br />

toccato il fondo, e siamo a secco, per non dire<br />

completamente allo scoperto.<br />

Forzatamente, abbiamo compreso questo: non è<br />

l'economia ad essere in crisi, è l'economia ad essere la<br />

crisi; non è il lavoro che manca, è il lavoro che è troppo;<br />

a conti fatti, non è la crisi, ma la crescita economica che<br />

ci deprime. Bisogna confessarlo, la litania del fluttuare<br />

delle borse ci tocca appena più che una messa in latino.<br />

L’ecologia è la scoperta dell’anno. Dopo<br />

trent’anni nei quali si è lasciata la questione in mano ai<br />

Verdi, facendosene grasse risate la domenica per poi<br />

tornare alla propria serietà il lunedì, ecco che ce la<br />

ritroviamo tra capo e collo.<br />

Eccola invadere le frequenze radiofoniche come<br />

un tormentone estivo, perché in pieno dicembre c'è una<br />

temperatura di venti gradi centigradi.<br />

Un quarto delle specie di pesci è scomparso<br />

dall’oceano. Le restanti non ne hanno ancora per molto.<br />

Allarme febbre aviaria: si promette di abbattere in volo<br />

gli uccelli migratori, a centinaia di migliaia.<br />

Il tasso di mercurio nel latte materno è dieci volte<br />

superiore al limite consentito in quello delle vacche. E<br />

poi, queste labbra che si gonfiano sgranocchiando una<br />

mela – e pensare che veniva dal mercato biologico!<br />

Non esiste nessuna «catastrofe ambientale».<br />

Esiste questa catastrofe che è l’ambiente. L’ambiente è<br />

ciò che resta all’uomo quando ha perso tutto il resto.<br />

Chi abita in un quartiere, una via, una vallata, una<br />

guerra, un’officina, non ha un «ambiente», ma<br />

semplicemente evolve in un mondo popolato di<br />

presenze, di pericoli, di amici, di nemici, di punti di vita e<br />

punti di morte, di ogni sorta di essere. Non ci siamo che<br />

noi, ad assistere al nostro annullamento come se si<br />

trattasse di un semplice cambiamento di atmosfera. A<br />

indignarci degli ultimi progressi del disastro, e a<br />

redigerne pazientemente l’enciclopedia.<br />

8


Quello che si presenta ovunque come catastrofe<br />

ecologica non ha mai smesso di essere, in primo luogo,<br />

la manifestazione di un rapporto con il mondo<br />

disastroso.Il paradosso dell’ecologia è che, con il<br />

pretesto di salvare la Terra, non ne salva che il<br />

fondamento di ciò che l’ha resa quest’astro desolato.<br />

La regolarità del funzionamento mondiale ricopre<br />

in tempi normali il nostro stato di espropriazione<br />

propriamente catastrofico. Ciò che chiamiamo<br />

«catastrofe» non è altro che la sospensione forzata di<br />

questo stato, uno di quei rari momenti in cui<br />

riconquistiamo la nostra presenza al mondo. Che si<br />

arrivi prima del previsto all’esaurimento delle riserve di<br />

petrolio, che s’interrompano i flussi internazionali che<br />

mantengono il ritmo della metropoli, che si vada<br />

incontro ai grandi disordini sociali, che avvenga<br />

l’»inselvatichimento delle popolazioni», la «minaccia<br />

planetaria», la «fine della civiltà»! Qualsiasi perdita di<br />

controllo è preferibile a ogni scenario di gestione della<br />

crisi. I migliori consigli, considerato questo, non sono da<br />

cercare dalle parti degli specialisti in sviluppo<br />

sostenibile.<br />

Quello che rende la crisi desiderabile, è che con<br />

essa l’ambiente cessa di essere l’ambiente. Di<br />

conseguenza, siamo costretti a prendere contatto, fosse<br />

anche in maniera fatale, con ciò che ci sta davanti, a<br />

ritrovare i ritmi della realtà.<br />

Che si arrivi prima del previsto all’esaurimento<br />

delle riserve di petrolio, che s’interrompano i flussi<br />

internazionali che mantengono il ritmo della metropoli,<br />

che si vada incontro ai grandi disordini sociali, che<br />

avvenga l’»inselvatichimento delle popolazioni», la<br />

«minaccia planetaria», la «fine della civiltà»!<br />

Noi non vediamo altra opzione realista se non<br />

quella di «rompere le uova nel paniere» il più presto<br />

possibile, e di trarre profitto da ogni cedimento del<br />

sistema per guadagnarne in forza.<br />

Noi non siamo depressi, noi siamo in sciopero.<br />

Per chi rifiuta di gestirsi, la «depressione» non è uno<br />

stato, ma un passaggio, un arrivederci, uno scarto di<br />

lato verso una disaffiliazione politica. Arrivati a questa<br />

consapevolezza, non c'è altra conciliazione possibile<br />

che non passi attraverso la medicina, o la polizia. È<br />

proprio per questo motivo che la società attuale non si<br />

fa scrupoli a imporre il Ritalin ai suoi bambini troppo<br />

vivaci, intreccia catene di dipendenze farmaceutiche, e<br />

pretende di individuare a partire dai tre anni dei<br />

«problemi di comportamento»: perché l'ipotesi dell'Io, a<br />

conti fatti, cade a pezzi in ogni sua parte.<br />

9


Scena QUARTA: uno sfogo<br />

Azione: confessione, o atto d' accusa?<br />

Lunga pausa.<br />

Prigioniero: 9<br />

Metteteci questo su Youtube: fanculo!<br />

Pausa<br />

Hey, mamma! Sandy, ci sei? Mi state<br />

guardando? Credete che sia uno scherzo? Hey, sono<br />

un uomo bianco!! Bianco! Mi vedete? Non sono un<br />

cazzo di arabo, dai ragazzi, che stronzata!<br />

Pause<br />

Beh, vogliono che ogni giorno ripeta questa<br />

cazzo di confessione...<br />

Dovrei dirvi hey, vedete! questi rottinculo di eco<br />

terroristi mi hanno rapito. OK.<br />

E sapete perché? Perché ho tenuto una lezione.<br />

Io sono uno scienziato, un sociologo per l'esattezza. E<br />

ho risposto ad una domanda sulle regole del Mercato<br />

che mi ha fatto una di queste teste di cazzo che<br />

evidentemente era venuta a sentirmi spacciandosi per<br />

uno studente.<br />

Ho detto: bello mio prostituzione, guerra, armi,<br />

droga. Sì sì sì. Ho detto che questi sono i grandi motori<br />

dell'economia, che queste sono le nostre ricchezze.<br />

Il Mercato decide ogni cosa, anche la Guerra, anche la<br />

Bomba Atomica tesoro.<br />

Per fare una frittata bisogna rompere qualche<br />

uovo.<br />

Hey! E' la storia dell'Umanità:<br />

E.V.O.L.U.Z.I.O.N.E. è l'evoluzione che ci ha fatto<br />

progredire nella tecnologia, che ci ha fatti andare oltre<br />

alla Natura. Rompiamo uova e facciamo frittate in tutto<br />

il mondo. Che cazzo credete che siamo...natura?!<br />

Avete sentito quella stronzata di proclama che vi hanno<br />

letto prima? Molto carino, eh? Ma sapete cosa: noi<br />

SIAMO tecnologici. Ci siamo rifugiati nelle caverne, ci<br />

siamo riparati dalla pioggia...CI SIETE?! Ci siamo fatti<br />

un cazzo di cappotto con le peli degli animali. Noi non<br />

siamo per un cazzo NATURA! Il nostro corpo è a sua<br />

volta una forma temporanea. Noi stiamo andando oltre.<br />

La Storia. Storia! Evoluzione.Tecnologia. Chi può dire<br />

fin dove arriveremo?<br />

9 Questo monologo è stato improvvisato dall'attore nella performance del 30 Aprile 2010 a Bruxelles.<br />

10


E questi coglioni rifiutano la Storia. La vogliono<br />

distruggere.Vogliono distruggere il progresso umano. I<br />

Black Bloc di Seattle, i signorini culo pieno in Grecia<br />

che bruciano le banche, che ti tirano dietro le Molotov.<br />

Falliti. Nichilisti. Il Mercato fa e crea la storia utilizzando<br />

diverse scuse: Capitalismo, Socialismo, Comunismo.<br />

Chissenefrega! Il mondo è così ed è mediamente<br />

PERFETTO. Anche il tuo corso di Yoga molto new age<br />

e molto tarocco dice la stessa cosa.<br />

E loro che dicono? Credete che non gliel'abbia<br />

chiesto? Cosa proponete come alternativa al Mercato?<br />

Un cazzo, loro non hanno un'alternativa.<br />

Pausa<br />

Giusto? Giusto! Ed ecco la novità della lezione<br />

di oggi: ci stiamo evolvendo in due diverse specie: sì<br />

avette capito bene! Due diverse specie umane di cui<br />

una vivrà due o trecento anni. Ci potremo spostare da<br />

un posto all'altro con la forza del pensiero, perfino nel<br />

corpo di qualcun' altro. Saremo macchine perfette.<br />

Computer. L'immortalità signori miei. Puro Pensiero.<br />

Razionalità. Scienza. Idee. Al diavolo il corpo! E' solo<br />

un sacco di merda e di sentimenti! Puro Pensiero e<br />

Pura Immagine. E quelli dell'altra specie? Beh, quelli<br />

che non possono comprare la nostra medicina, i nostri<br />

geni, la nostra tecnologia...loro rimarranno indietro. LA<br />

GRANDE DIASPORA UMANA. Chi non ce la fa muore,<br />

semplice. Rompiamo alcune uova.<br />

E anche voi romperete delle uova, di sicuro.<br />

Romperete uova VERDI forse. auto VERDI cibo<br />

VERDE case VERDI. Riscaldamento Globale? No<br />

problem! Ci penserà la tecnologia a risolvere la<br />

questione! Troveremo una soluzione per tutto.<br />

Il Mercato la troverà, come sempre.<br />

Non voglio difendere il Mercato. Io sono uno<br />

scienziato, dico le cose come stanno.<br />

Dico cosa siamo, come siamo e cosa stiamo<br />

diventando. E questo è il motivo per il quale sono qui.<br />

Perché per questi deficienti sono il rappresentante<br />

di....di cosa?! Insegno ai vostri ragazzi, ai vostri<br />

bambini, insegno a voi teste di merda! Capito?!?<br />

Quindi fate la differenziata, comprate auto<br />

ecologiche, case ecologiche cucine ecologiche. Vi<br />

daremo le uova verdi per fare frittate verdi.<br />

E mandate affanculo questi ragazzini.<br />

Sono dei perdenti.<br />

Pausa.<br />

Mmm-hummmmm...haaaaaa!<br />

11


Scena QUINTA: C'è crisi a New Orleans<br />

Azione: che ci fai seduto lì?<br />

Questa scena, assieme alla scena NONA, sono frutto<br />

di Creazioni Collettive. 10 e sono state create, sviluppate<br />

ed adattate durante i laboratori dai partecipanti e dagli<br />

attori della compagnia. Testo e messa in scena sono<br />

perciò frutto di un lavoro di gruppo che si rifà in alcuni<br />

casi a Forme, Riti, Visioni e Azioni proprie del <strong>Living</strong><br />

<strong>Theatre</strong>. 11<br />

In diverse occasioni l'azione coinvolge direttamente il<br />

Prigioniero che di volta in volta diventa accusante o<br />

oggetto di accusa, confidente o testimone. 12<br />

Nota:<br />

Ma questa volta vengo come Dioniso il vittorioso, che<br />

farà della terra una giornata di festa. Non avrei molto<br />

tempo! 13<br />

Scaletta della creazione collettiva di Bruxelles:<br />

1. Caos: L'uragano Katrina<br />

2. Le forze dell'ordine combattono il caos<br />

3 . La gente viene soccorsa e poi abbandonata a se<br />

stessa.<br />

Buio<br />

10 “La Creazione collettiva è un esempio di Procedimento di Autogestione Anarchico-Comunista che per il<br />

popolo ha maggior valore dì un lavoro teatrale. Creazione collettiva come arma segreta del popolo.” J.<br />

Beck La vita del teatro. L’artista e la lotta del popolo a cura di Franco Quadri trad. di G.Mantegna,<br />

Torino, Einaudi, 1975.<br />

11 Da Paradise Now, Creazione Collettiva del <strong>Living</strong> <strong>Theatre</strong>. I Riti sono delle cerimonie, processi fisici e<br />

spirituali che culminano con un 'flash-out' e di solito coinvolgono solo gli attori. Le Visioni sono delle<br />

scene a base archetipa ( sogni, miti, simboli, icone mediatiche) dirette a comunicare cerebralmente allo<br />

spettatore. Riti e Visioni si amalgamano nelle Azioni: processi proposti dagli attori e agiti assieme al<br />

pubblico. Forma di Free theater, teatro di partecipazione.<br />

12 Principale fonte bibliografica: H. Bey, TAZ, Zone Temporaneamente Autonome, Milano, 1995, Shake<br />

Ed. Underground.<br />

13 F.Nietzsche, I biglietti della Follia, Die Philosophie Friedrich Nietzsches im Werk Miroslav Krležas, Di<br />

Frank Lindemann, Pubblicato da O. Harrassowitz, 1991.<br />

12


Musica: A Hard Rain's A-Gonna Fall, Bob Dylan<br />

Narrazione 14 :<br />

New Orleans, qualche giorno dopo il passaggio<br />

dell’uragano Katrina. In quest'atmosfera apocalittica, la<br />

vita, qua e là, si riorganizza. Davanti all’incapacità<br />

d'azione delle forze dell'ordine più impegnate a<br />

sistemare i quartieri turistici del «Carré français» e a<br />

proteggerne i negozi che a venire in aiuto agli abitanti<br />

poveri della città, forme dimenticate di organizzazione<br />

rinascono spontaneamente. Nonostante i tentativi,<br />

talvolta violenti, di fare evacuare la zona e nonostante<br />

le partite di «caccia al negro» aperte per l’occasione<br />

dalle milizie suprematiste, molti non hanno voluto<br />

abbandonare le zone.<br />

Luce.<br />

4. Mutuo soccorso: la gente si riorganizza. Tableaux:<br />

La zattera della Medusa, Géricault<br />

Risorge l’auto-organizzazione: cucine comuni,<br />

approvvigionamento, medicina di strada, requisizioni<br />

selvagge, costruzione di insediamenti d’urgenza: tutto<br />

un insieme di saperi pratici accumulati da vari individui<br />

nel corso della loro vita ha trovato in quel luogo lo<br />

spazio per venir fuori.<br />

E tutto questo, lontano da uniformi e sirene.<br />

5. Reazione e repressione<br />

6. Resistenza non-violenta<br />

Ulteriori riferimenti di testo:<br />

New Orleans (da un Cadavere Squisito 15 )<br />

Mangerò fango dal fango<br />

domani, già oggi e e il giorno dopo ancora.<br />

Senza direzione e senza fretta, bevo lo spazio.<br />

il suo gusto è dolce come dieci milioni di piccole vittorie.<br />

I santi incatenati avanzano marciando.<br />

Uno dopo l'altro lungo la linea.<br />

Con l'acqua alla gola<br />

che non disseta<br />

lasciano l'odore della paura<br />

è possibile che ritrovi il tuo istinto.<br />

Come una storia vergine, antica come il sorgere del sole.<br />

14 Da L' insurrezione che verrà, op cit.<br />

15 Metodo compositivo poetico ideato dai poeti surrealisti francesi.<br />

13


Lucciole spariscono come le nostre famiglie.<br />

Bevendo benzina con un sorriso.<br />

La zattera di Géricault tra le tombe che cantano blues<br />

anime brucianti tra le macerie.<br />

la luce arriverà a rompere la notte.<br />

Chi ci aiuterà in questa zattera?<br />

Perso nel fiume oscuro<br />

acqua: troppa o troppo poca<br />

Katrina, ce l'hai con me?<br />

E il Mississipi brucia.<br />

Alla fine della scena il Coro ed alcuni spettatori si<br />

riuniscono resistendo alla repressione delle forze<br />

dell'ordine.<br />

Buio<br />

14


Scene SESTA: Congo<br />

Azione: stupro o allenamento per maschi?<br />

Luce soffusa in platea e nell'area d'azione. Sul<br />

prigioniero piazzato bianco forte come prima.<br />

Le attrici prendono gli attori per le braccia e<br />

bruscamente li fanno distendere a gambe divaricate in<br />

diversi punti dello spazio scenico.<br />

Un'attrice si posiziona in scena proprio ai piedi della<br />

scala del Prigioniero e faccia a faccia pronuncia il<br />

seguente monologo diretto a lui.E' nuda e<br />

incappucciata.<br />

l Prigioniero prende una posizione 'asana' dello yoga.<br />

Mani e braccia tese appoggiate sulle ginocchia. La<br />

ascolta attentamente.<br />

La scena che segue e' caratterizzata da movimenti<br />

stilizzati, biomeccanici 16 .<br />

Una ragazza Congo 17 :<br />

Vengo dal Congo.<br />

I miei genitori sono scomparsi nei combattimenti<br />

quando avevo appena 14 anni. Forse sono stati<br />

massacrati, i loro corpi non sono mai stati ritrovati, io<br />

ho dovuto trasferirmi da mio zio.<br />

Pochi mesi dopo le milizie estremiste hutu<br />

hanno fatto irruzione in casa. Mi ricordo che era il<br />

giorno della mia prima mestruazione. L'unica che abbia<br />

mai avuto.<br />

Per prima cosa hanno legato mio zio. Gli hanno<br />

tagliato le mani, cavato gli occhi, tagliato i piedi e i<br />

genitali. E l'hanno lasciato lì così, ancora vivo. Anche<br />

sua moglie e suo figlio erano lì.<br />

Ci hanno portato tutti nella foresta. La milizia è<br />

nota per i rapimenti e la riduzione in schiavitù per mesi,<br />

anni. Gli uomini si trasformano in facchini, le ragazze in<br />

schiave del sesso.<br />

Io e le altre ragazze eravamo regolarmente<br />

legate a braccia e gambe aperte e costrette a subire<br />

stupri di gruppo.<br />

Presto sono rimasta incinta.<br />

Gli stupri continuavano, a volte con bastoni che<br />

mi hanno lacerato gli organi interni, causandomi<br />

perdite continue. In qualche modo il feto è<br />

sopravvissuto ma il mio bacino era troppo immaturo<br />

per portare a termine la gravidanza.<br />

Una delle persone rapite era un medico che era<br />

costretto a curare i soldati.<br />

16 Metodo di preparazione globale dell'attore ideato da Vsevolod E. Mejerchol'd nei primi anni Dieci del<br />

Novecento. Il metodo è stato rivisto e sviluppato negli anni Sessanta e Settanta dal <strong>Living</strong> <strong>Theatre</strong>.<br />

17 Libero adattamento da una serie di articoli di Nicholas D. Kristof<br />

15


Si è accorto che stavo per morire di parto perciò<br />

mi ha aperto il ventre con un coltello, senza anestesia,<br />

e ha tirato fuori il bambino morto. Deliravo, ero in<br />

agonia, la milizia mi ha scaricata in questi stati sul<br />

ciglio della strada.<br />

I miei organi interni erano completamente<br />

maciullati.<br />

Mi hanno dovuta operare nove volte in tre anni<br />

per ricucire le lesioni. Quando gli interventi<br />

sembravano aver finalmente funzionato sono tornata al<br />

villaggio a vivere con mia nonna.<br />

Il medico mi ha detto di stare lontano dagli<br />

uomini per tre mesi, per dare tempo al mio corpo di<br />

guarire. Ma tre giorni dopo il mio ritorno, i miliziani<br />

sono tornati e mi hanno violentata di nuovo. Le piaghe<br />

si sono riaperte.<br />

Mi sono nascosta nuda nella foresta. Puzzavo,<br />

perché le ferite interne si erano riaperte. Finalmente<br />

sono riuscita a scappare e ho ritrovato la strada per<br />

l'ospedale. Il medico ha iniziato un secondo giro di<br />

interventi, ma c'era così poco tessuto rimasto che non<br />

è chiaro se potrò mai essere di nuovo continente.<br />

Pausa<br />

Abbiamo bisogno di uno sforzo per controllare il<br />

commercio di minerali dal Congo in modo che i signori<br />

della guerra non possano più comprare armi attraverso<br />

l'esportazione di oro, stagno o coltan.<br />

Si gira rivolta al pubblico.<br />

Altrimenti questa guerra, alimentata dagli utili<br />

derivanti da esportazioni di minerali, continuerà per<br />

sempre.<br />

Ad oggi, qui nella parte orientale del Congo la<br />

guerra non solo è durata più a lungo dell'Olocausto,<br />

ma è anche costata più vite umane. Secondo uno<br />

studio, i morti sono stati 5,4 milioni a partire dall'aprile<br />

2007 e sono in aumento a l ritmo di 45.000 al mese.<br />

Questo renderebbe il totale oggi, dopo una dozzina<br />

d'anni a quasi 7 milioni.<br />

Cosa stiamo aspettando? Quando ci<br />

decideremo a fare qualcosa? Quando il numero di<br />

vittima raggiungerà i 10 milioni?<br />

Quando verrò rapita e violentata per la terza<br />

volta?<br />

Mmm-hummmmm...haaaaaa!<br />

Buio<br />

16


Scene SETTIMA: Sbarazzandoci dei cadaveri<br />

Azione: vestiti da funerale.<br />

Nel buio si sente la voce femminile di prima<br />

accompagnata dai didgeridoo australiani.<br />

Narrazione: 18<br />

Il primo scannatoio mondiale, quello andato in<br />

scena dal 1914 al 1918, ha permesso di sbarazzarsi<br />

con un sol colpo di gran parte del proletariato urbano<br />

e contadino, ed è stato portato avanti in nome della<br />

libertà, della democrazia e della civiltà. È<br />

apparentemente in nome degli stessi valori che si<br />

perseguono, da cinque anni, assassinii coperti da<br />

operazioni speciali, la famosa «guerra al terrorismo». Il<br />

parallelo si ferma qui: all'apparenza. La civiltà non è<br />

più questo affare evidente che si porta agli indigeni<br />

senza altra forma di processo. La libertà non è più quel<br />

nome che si scrive sui muri, seguita com'è – nemmeno<br />

fosse la sua ombra – dalla parola «sicurezza». E la<br />

democrazia è, com'è generalmente noto, solubile nella<br />

più pura legislazione d'eccezione – per esempio, nel<br />

ritorno ufficiale della tortura negli Stati Uniti, o la legge<br />

Bossi-Fini in Italia.<br />

Nell'arco di un secolo, la libertà, la democrazia e la<br />

civiltà sono state condotte allo stato di ipotesi. Tutto il<br />

lavoro della classe dirigente consiste, d'ora in poi, a<br />

gestire le condizioni materiali e morali, simboliche e<br />

sociali, all'interno della quale queste ipotesi hanno un<br />

minimo di validità, a configurare spazi dove esse<br />

hanno l'aria di funzionare. Tutti i mezzi sono utili a<br />

questo fine, compreso i meno democratici, i meno<br />

civili, i più occulti. È così che in un secolo la<br />

democrazia ha regolarmente presieduto alla messa al<br />

mondo dei regimi fascisti, che civiltà e civilizzazione<br />

hanno continuato a fare rima, sulle note di Wagner o<br />

degli Iron Maiden, con distruzione, e che la libertà<br />

prese, in un giorno del 1929, la doppia faccia di un<br />

banchiere che si lancia dalla finestra e di una famiglia<br />

di operai che muore di fame. Si è convenuti, da allora –<br />

diciamolo, dal 1945 – che la manipolazione delle<br />

masse, l'attività dei servizi segreti, la restrizione delle<br />

libertà pubbliche e l'assoluta sovranità delle differenti<br />

polizie facevano parte dei mezzi propri ad assicurare la<br />

democrazia, la libertà, la civiltà.<br />

Luce.<br />

18 Da L' insurrezione che verrà, op cit.<br />

17


Il Prigioniero appare al centro dello spazio scenico. La<br />

scale è sparita. Due figure femminili incappucciate lo<br />

vestono facendogli indossare un'abito da funerale,<br />

elegante. Anche lui è incappucciato.<br />

Dopo averlo vestito le figure femminili escono di scena<br />

e il Prigioniero rimane immobile in piedi al centro dello<br />

spazio scenico, sotto il palco.<br />

L'Occidente, ai giorni nostri, è un soldato che si<br />

lancia su Falloudja a bordo di un carrarmato Abraham<br />

M1 ascoltando dell'hard rock a pieno volume. È un<br />

turista perso in mezzo alle pianure della Mongolia,<br />

irriso da tutti e che stringe forte tra le mani il suo<br />

Bancomat come unica ancora di salvezza. È un<br />

manager che prende le sue decisioni giocando una<br />

partita a Go. È una ragazza che cerca la sua felicità tra<br />

i vestiti, i ragazzi e le creme idratanti. È un attivista<br />

svizzero dei diritti dell'uomo che si reca ai quattro<br />

angoli del pianeta, solidale con ogni rivolta, a patto che<br />

sia stata sconfitta. È uno spagnolo che se ne fotte della<br />

libertà politica da quando gli è stato garantita quella<br />

sessuale. È un collezionista d'arte che vende<br />

all'ammirazione stupefatta della gente, e come ultima<br />

espressione del genio moderno, un secolo di artisti<br />

che, dal surrealismo all' azionismo viennese, hanno<br />

fatto a gara per chi sputasse meglio in faccia alla<br />

civiltà. È infine un esperto di cibernetica che ha trovato<br />

nel buddhismo una teoria realista della coscienza e un<br />

fisico delle particelle che è andato a cercare nella<br />

metafisica induista l'ispirazione delle sue ultime<br />

intuizioni.<br />

L'individuo in briciole si salva in quanto forma grazie<br />

alle tecnologie «spirituali» di coaching. Il patriarcato,<br />

caricando le donne di tutti i penosi attributi della<br />

maschilità: volontà, controllo di sé, insensibilità. La<br />

società disintegrata, propagando un'epidemia di<br />

socialità e svago. Eccole, tutte le grandi finzioni<br />

scadute dell'Occidente, che si mantengono attraverso<br />

degli artifici che le smentiscono punto per punto.<br />

Non vi è alcuno «scontro di civiltà». Ciò che vi è<br />

invece, è una civiltà in stato di morte clinica, sulla<br />

quale si dispiega tutto un apparecchio di<br />

sopravvivenza artificiale, che spande nell'atmosfera<br />

planetaria una caratteristica pestilenza.<br />

A questo stadio, una contestazione strettamente<br />

sociale che rifiutasse di vedere che ciò che abbiamo<br />

davanti non è la crisi di una società ma l'estinzione di<br />

una civiltà.<br />

Ecco. Abbiamo un cadavere sulla schiena, ma non<br />

possiamo sbarazzarcene così facilmente. Non c'è<br />

18


niente da aspettarsi dalla fine della civiltà, dalla sua<br />

morte clinica. In questo senso, essa non può che<br />

interessare gli storici. È un fatto, bisogna renderla una<br />

decisione.<br />

Stop musica.<br />

Il Prigioniero si muove a tentoni, come un cieco, da<br />

una piattaforma all'altra.<br />

I fatti sono occultabili, la decisione è politica.<br />

Decidere la morte della civiltà, prendere in mano le<br />

redini di come questo deve accadere: solo la decisione<br />

ci sbarazzerà del suo cadavere.<br />

Buio<br />

19


Scene OTTAVA: Visione di un Succube 19<br />

Azione: uno stratagemma o un'iniziazione<br />

sciamanica?<br />

Luce.<br />

Un tavolo lungo e stretto al centro dello spazio<br />

d'azione, sotto il palco. Il Prigioniero è disteso lì sopra<br />

con le braccia incrociate sul petto. Il coso è seduto in<br />

cerchio attorno al tavolo con i cappucci neri delle felpe<br />

sulla testa e la faccia nascosta da un passamontagna<br />

nero.<br />

La Donna appare da fondo palco e lentamente<br />

raggiunge il prigioniero, in braccio ha una bambola<br />

nuda che appoggia sul petto del Prigioniero.<br />

Donna:<br />

Te ne sei andato soffrendo? Hai avuto paura, sapevi?<br />

Sentivi l'artiglio che ti reclamava? E chi è quell'idiota<br />

inginocchiato sopra le tue povere ossa strozzato dal<br />

tormento? E che cosa può mai sapere un bambino<br />

degli oscuri disegni di Dio? O di come la carne sia così<br />

fragile da essere poco più che un sogno.<br />

Allora perché questa solitudine?<br />

Per tormentarti ancora il cuore. Lo spettro delle cose<br />

canta sulle sue ceneri.<br />

Prigioniero: (mettendosi a sedere):<br />

Aprii la bocca e lei mi vuotò il contenuto di un cucchiaio<br />

colmo in gola. Inghiottii. Rimase seduta a guardarmi<br />

Donna:<br />

Trova l'osso che non brucia<br />

Pulviscolo di scorpione, polvere di rana in latte di scrofa.<br />

Potrai cagare attraverso la cruna di un ago a trenta passi di distanza.<br />

Che dici?<br />

Prigioniero:<br />

Che vuoi che faccia?<br />

Donna:<br />

Nulla, ti verrà detto che fare.<br />

Prigioniero:<br />

Non mi sento bene.<br />

Donna:<br />

Non vomitare<br />

19 Liberamente tratto da Suttree, di Cormac McCarthy.<br />

20


Prigioniero:<br />

Mi sa che è quello che sto per fare.<br />

Dovetti distendermi. Mi afferrò il polso con la sua mano<br />

da ragno e mi piantò gli occhi addosso. Frammenti di<br />

sogno si dispiegavano nel labirinto del mio cervello. Lei<br />

mi guardò come fossi un insetto sotto vetro.<br />

Posso tornarmene a casa ora?<br />

Donna:<br />

Non ha importanza dove vai.<br />

Prigioniero:<br />

Tentai di alzarmi ma quando mi ritrovai seduto sulla<br />

branda ebbi una sensazione strana, non sapevo se<br />

muovermi o no. Mi sembrò non avesse alcun senso. Mi<br />

sdraiai di nuovo. Mi sembrò di trovarmi in un'altra<br />

stanza, da qualche altra parte. Lei bisbigliava fra sé<br />

qualcosa...sembrava una preghiera ma non lo era.<br />

Cos'era la roba che mi hai dato?<br />

Si voltò di profilo, apparve una silhouette nera,<br />

androgina.<br />

Improvvisamente sentii un infinito vuoto dentro, come<br />

se il mio corpo fosse attraversato da un vento gelido. E<br />

la porta si chiuse su tutto quello che era stato.<br />

Guardami!!<br />

Donna:<br />

Zitto ragazzo. Non ho bisogno di guardarti.<br />

Prigioniero (saltando giù dal tavolo):<br />

Ad un tratto realizzai che quella scena apparteneva al<br />

passato e che ne stavo contemplando l'essenza<br />

sbiadita come uno spettatore da un'altra stanza.<br />

Buoi. Poi, luce: la bambola ora è sul tavolo, nuda,<br />

anch'essa con il volto incappucciato.<br />

Mi fermai e osservai l'osservatore.<br />

Riuscivo a percepire le mie mani ma non capivo dove<br />

si trovassero.<br />

Iniziai a muovermi...vorticavo in ampi cerchi bruni,<br />

scivolavo verso l'esterno seguendo una spirale.<br />

21


Poi nuovamente sentii mani appoggiarsi su di me,<br />

artigli gelidi che mi svestivano. Non capivo se i miei<br />

occhi fossero aperti o no, sembrava vedessero<br />

ugualmente sia aperti che chiusi. Stesi la mano per<br />

cercare un appiglio ma sprofondai le dita in una melma<br />

sconosciuta. Mi accasciai a terra, come una falena in<br />

trappola.<br />

Si rimette disteso sul tavolo.<br />

Il Prigioniero e la Donna ripetono all'unisono il<br />

monologo che segue. Lei ora è nuda.<br />

Polvere cadeva dai suoi occhi. Dagli stracci<br />

abbandonati a terra si levò una figura calva e<br />

raggrinzita. I suoi seni di pelle scura pendevano come<br />

borse vuote e le costole magre, come lame, reggevano<br />

un cuore ancora più scuro.<br />

Disponibile come nessuna.<br />

Faceva oscillare su di lui i capezzoli lunghi e piatti.<br />

La pelle scura e raggrinzita del collo, le labbra di morte<br />

su di me.<br />

Tesi il collo per respirare. Odore pestilenziale di carne<br />

di donna vecchia, avvizzita.<br />

Grandi labbra rinsecchite e irsute sporgevano dalle sue<br />

mutande consumate e lerce. Aprì le cosce con uno<br />

scricchiolio di legamenti strappati un crepitare di ossa<br />

rotte. La sua fica si spalancò come una bocca dalle<br />

labbra vogliose.<br />

Prigioniero:<br />

Cercai di divincolarmi da quel pestilenziale abbraccio<br />

succube nero.<br />

La mia spina dorsale venne come succhiata via dalla<br />

mia carne e mi accasciai a terra.<br />

Si rialza.<br />

Le luci si abbassarono, vidi chiaramente il corteo che<br />

avevo visto sfilare attraverso le gambe della folla, i<br />

carri carnevaleschi, la banda con trombe e tamburi, il<br />

cerimoniere che impugnava in bastone come uno<br />

scettro e ballava scoreggiando come un cavallo.<br />

Rividi tutto. Vidi un corteo di carrozze coperte di<br />

stendardi avanzare piano sotto la pioggia.<br />

Vidi mio fratello gemello Kenny in pantaloncini corti e<br />

capello da aviatore marciare in uno stanzone dai soffitti<br />

alti e un'infermiera in uniforme bianca che strillava<br />

ordini. Capii che in quella stanza qualcuno stava<br />

22


morendo.<br />

Vidi enormi uccelli candidi, cigni, volare sui tetti dei<br />

villaggio della mia infanzia, esseri enormi che si<br />

affannavano fra i comignoli come in un sogno.<br />

Apparizioni piene di un'infinita grazia leggera che si<br />

facevano portare dal vento invernale tagliando l'aria<br />

fredda e sottile con le spalle e stirando i lunghi colli al<br />

cielo.<br />

Vidi i resti di ciò che accadde. I fiori del funerale sparsi<br />

lungo il corridoio, la porta chiusa che fece tremare le<br />

fiamme delle candele poi tornate immobili.<br />

Assieme al profumo dei fiori si sentiva un altro odore<br />

aspro e umido.<br />

Vidi un ragazzino con un braccio rotto strillare nel<br />

cortile di scuola e gli altri ragazzi che lo guardavano,<br />

come animali.<br />

Vidi un barattolo pieno di ossa di topo abbandonato in<br />

un giardino.<br />

Musica (arpeggio di chitarra eseguito dal vivo).<br />

Pausa, si ferma ad ascoltare.<br />

Sentii una musica d'organo venire da un grammofono<br />

perso da qualche parte che ricamava le note fra i<br />

solchi di un vecchio disco e il fruscio del ciabattare su<br />

pavimenti lucidati. E mio padre mi prese fra le sue<br />

braccia per mostrarmi quanto dolce sia il riposo dei<br />

morti.<br />

Vidi i resti di ciò che accadde.<br />

La vecchia che vidi nella fotografia sbiadita seduta<br />

come un uccello da preda ora se ne stava fredda e<br />

immobile nel suo vestito funebre.<br />

Vidi la bara laccata di nero su un trespolo in una sala<br />

piena di spifferi e la pioggia che zampillava dalla tesa<br />

dei cappelli degli uomini che la portavano in spalla.<br />

Poi camminando lungo i corridoi dell'ampia sala<br />

funebre vidi accoccolata tra i fiori la bambola<br />

addormentata alla luce della candela, con la cuffietta<br />

bianca e i merletti.<br />

Il Prigioniero e Donna, entrambi guardando la<br />

bambola.<br />

Il Prigioniero:<br />

E la bambina raccolse la bambola dalla culla e<br />

23


stringendola fra le braccia cullava e Kenny e gli diceva:<br />

“Rimettiti in sesto”. Lei la cullava lungo le stanze<br />

canticchiandole una ninnananna, trascinandosi dietro<br />

sul pavimento i merletti del lungo vestito funebre ed io<br />

la seguivo. Una donna nel vederli passare invocava<br />

Dio a bassa voce mentre qualcuno gridava: “Porta qui<br />

quell'affare!” E noi correvano lungo i corridoi, la piccola<br />

cadde e la bambola rotolò sul pavimento. Un uomo la<br />

afferrò e la portò via, la bambina piangeva: “Se ne<br />

starà tutta sola”. Io tremavo di paura.<br />

Il Prigioniero si accascia sul bordo del proscenio.<br />

Donna:<br />

Lui era steso coi piedi uniti e le braccia lungo i fianchi<br />

come un re sull'altare. Ondeggiava sui flutti,<br />

galleggiando come il primo germe di vita alla deriva sul<br />

mare primordiale, informe macchia di plasma<br />

prigioniero di una goccia di vapore insieme a tutta la<br />

creazione.<br />

Un chitarrista (cantando) 20 :<br />

If you're traveling in the north country fair<br />

Where the winds hit heavy on the borderline<br />

Remember me to one who lives there<br />

She once was the true love of mine.<br />

If you go when the snowflakes storm<br />

When the rivers freeze and summer ends<br />

Please see if she's a coat so warm<br />

To keep her from the howlin' winds 21 .<br />

La luce sfuma lentamente.<br />

Buio<br />

20 Girl Of The North Country, Bob Dylan<br />

21 Se stai viaggiando nella luminosa terra del nord/dove i venti soffiano impetuosi lungo il<br />

confine/ricordami a colei che vive là/e che una volta fu il mio sincero amore./Se vai lì quando la bufera di<br />

neve infuria/quando i fiumi ghiacciano e finisce l'estate/ti prego, accertati che lei indossi una pelliccia<br />

così calda/da proteggerla dall'ululare dei venti<br />

24


Scena NONA 22 : Post-scarcity Anarchy 23<br />

Azione: cammino onirico nel deserto o la crisi del<br />

desiderio 24<br />

Nota:<br />

Imparare a vivere senza cose. Le cose riempiono<br />

l'uomo di paure. Più cose possiedi, più cose temi.Le<br />

cose hanno un modo per rivelarsi all'anima e per<br />

suggerire all'anima cosa fare. 25<br />

Soluzioni: rinuncia al possesso e povertà volontaria.<br />

Sottotesto della messa in scena di Bruxelles:<br />

Narrazione:<br />

Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro<br />

nidi,<br />

ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo. 26<br />

1. Rito della convocazione<br />

2. Visione della Scarsità<br />

3. Danza dei Totem del Desiderio<br />

5. Venti del Desiderio<br />

4. Cammino onirico<br />

Ulteriori riferimenti di testo:<br />

Post Scarcity 27<br />

I bambini corrono nudi sull'erba bagnata<br />

adulti comprano vestiti<br />

e camminano lentamente verso la morte.<br />

Voglio gettare i tacchi alti nella toilette<br />

spogliamoci nei campi di fragole.<br />

Ho freddo, spiaccico fragole<br />

mi ritrovo coperto di sangue,<br />

chi è l'assassino?<br />

Grande buco nella pancia squarciata.<br />

Raccolgo quello che posso e vedo<br />

che sono malamente rattoppato.<br />

tutto ciò che sta intorno nasconde il tuo vuoto,<br />

fratello, siamo tutti uguali,<br />

In questo deserto senza emozioni<br />

Voglio ritrovare il calore e la serenità in me.<br />

distesa sull'altare, sotto acqua sacra.<br />

Ho le ali ma non sono un angelo.<br />

22 Creazione Collettiva. Vd. Nota 12.<br />

23 Da Post-Scarcity Anarchism by Murray Bookchin<br />

24 Grazie a Carlo Altomare per la definizione così efficace del dilemma della società contemporanea.<br />

25 Songlines, Bruce Chatwin, op.cit.<br />

26 Vangelo secondo Luca, Lc 9, 58.<br />

27 Cadavere Squisito, vd nota 15.<br />

25


Non vengo a voi dal cielo,<br />

E ora la pelle si arrossa il sole brucia e acceca<br />

Devo vivere coi lupi,<br />

ma sono libera di dormire con le stelle.<br />

Buio<br />

26


Scena DECIMA: il salto<br />

Azione: sono malato, devo morire.<br />

Luce.<br />

Il Prigioniero sembra addormentato in cima alla scala.<br />

Due figure maschili incappucciate dal Coro si<br />

avvicinano, lo svegliano brutalmente e lo fanno<br />

scendere dalla scala.<br />

Lo trascinano fino al centro dello spazio d'azione, sotto<br />

al palco e lo fanno salire sulla stessa cassetta di legno<br />

su cui stava durante il prologo. Il Prigioniero è sempre<br />

nudo con il volto incappucciato, le braccia ora sono<br />

larghe e distese.<br />

Il Coro lo circonda. Le donne prendono la posizione<br />

asana del Cammello, i fianchi spingono verso il<br />

Prigioniero. Gli uomini, che le supportano, guardano<br />

anche loro in direzione del Prigioniero.<br />

Battono le mani seguendo lo stesso ritmo della Scena<br />

SECONDA.<br />

Prigioniero: 28<br />

Sono sfinito. Dovreste aiutarmi a salire,<br />

ricordate?<br />

Mi portano ogni giorno qui. Ma oggi basta, salto<br />

giù.<br />

Loro sono certi che io creda che c'è veramente<br />

una rete ad alta tensione qua sotto. Quindi se<br />

cado...friggerei come un pesce. Può essere, non mi<br />

interessa più, in realtà. L'unica cosa certa è che non<br />

posso continuare così. Sono settimane, mesi<br />

ormai..chissà...ho perso il conto.<br />

Che volete che vi dica...ho sentito la storia del<br />

Congo, ok...sono colpevole, ma anche voi, tutti voi che<br />

ve ne state seduti lì non siete da meno. I minerali che<br />

servono a fare i computer, i cellulari, gli orologi. Quelli li<br />

compriamo tutti no? E allora perché non ci sentiamo<br />

colpevoli? Questa è la mia domanda. Perché non ci<br />

sentiamo chiamati in causa?<br />

Perché non sappiamo cosa fare per cambiare?<br />

Per esempio...per me le cose qui sono<br />

cambiate, è duro da ammettere ma mi sbagliavo...non<br />

è solo la mente, l'idea...è anche corpo, carne,<br />

emozioni....ma ...non importa, non importa più ora.<br />

Pausa.<br />

28 Questo monologo è stato improvvisato dall'attore nella performance del 30 Aprile 2010 a Bruxelles<br />

27


Ho un bel giochetto da proporre ragazzi. E' una specie<br />

di preghiera. Eh, divertente non vi pare?..un sociologo<br />

che prega. Ma non è per voi.<br />

Pausa.<br />

Sandy? Ascolta, mi dispiace. Lo so che ci<br />

eravamo promessi che ce ne saremo andati<br />

assieme...ma penso che questa sia la mia ora. Non è<br />

la fine né un nuovo inizio...è tutto, è questo momento.<br />

Quello che ti volevo dire è... ti voglio dire che...scusami<br />

cara, non riesco a spiegartelo. E' che un giorno per<br />

caso un raggio di sole è entrato nella mia cella, e per<br />

caso ho notato un ciuffo d'erba che cresceva timido<br />

succhiando quella luce. E in quel momento, te lo giuro,<br />

ho SENTITO crescere quel ciuffo d'erba, e l'ho sentito<br />

come fosse parte del mio stesso corpo. Come me era<br />

moribondo, come me cercava di rimanere aggrappato<br />

alla vita. Sandy, in quel momento TUTTO è stato così<br />

semplice, il Tempo stesso ha perso di significato. Quel<br />

ciuffo d'erba mi ha salvato, te lo giuro.<br />

E poi un giorno uno dei ragazzi venne nella mia<br />

cella, il suo passamontagna gli era un po' scivolato via<br />

dalla faccia ma non se ne preoccupò, forse pensava<br />

che stessi dormendo. Aprii gli occhi e ci guardammo in<br />

faccia, l'un l'altro. Riuscii a vedere il suo dolore, la sua<br />

solitudine e come copriva tutto con una maschera. Ma<br />

non riuscì a nascondermelo, vidi che lui se ne accorse<br />

e cha capì che la maschera non poteva più funzionare<br />

con me...e ovviamente si rimise di corsa il<br />

passamontagna. Ma era troppo tardi.<br />

Sandy..perché ti sto dicendo tutto questo? Non<br />

preoccuparti cara, me ne sto andando. Me ne vado<br />

con la mia preghiera, con il sentimento dei miei errori<br />

passati e umilmente lasciando emozioni future.<br />

Sono qui, Noi saremo qui.<br />

Ti lascio con una delle nostre poesie preferite:<br />

La bellezza è soltanto un fiore<br />

Che le rughe devasteranno;<br />

Cade la luminosità dell’aria,<br />

Regine giovani e belle sono morte,<br />

La polvere ha chiuso gli occhi di Elena.<br />

Sono malato, devo morire.<br />

Dio, abbi pietà di noi 29<br />

Salta dalla cassa è cade sul reticolo ad alta tensione.<br />

29 In Time of Pestilence, Thomas Nashe. 1593<br />

28


Scene UNDICESIMA: filastrocche d'Infanzia<br />

Azione: e ancora continua a vibrare<br />

Musica: In a Landscape, John Cage<br />

Coro 30 (recita una strofa a testa):<br />

Quando il bambino era bambino, camminava a<br />

braccia aperte.<br />

Voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un<br />

torrente, e la pozzanghera il mare.<br />

Quando il bambino era bambino, non sapeva d’essere<br />

un bambino. Per lui tutto aveva un’anima,<br />

e tutte le anime erano unite.<br />

Il Prigioniero, durante la poesia lentamente si alza.<br />

Coro:<br />

Quando il bambino era bambino, non aveva<br />

un’opinione sulle cose. Non aveva abitudini.<br />

Sedeva spesso a gambe incrociate e di colpo<br />

sgusciava via. Aveva un vertigine tra i capelli,<br />

e non si metteva in posa per le fotografie.<br />

Quando il bambino era bambino, era il tempo di<br />

queste domande: Perché io sono io, e perché non sei<br />

tu?<br />

Perché sono qui, e perché non sono lì?<br />

Quando è cominciato il tempo, e dove finisce lo<br />

spazio?<br />

La vita è forse solo un sogno?<br />

Non è solo l’apparenza di un mondo davanti a un<br />

mondo, quello che vedo, sento e odoro?<br />

C’è veramente il male?<br />

E gente è veramente cattiva?<br />

Come può essere che io, che sono io, non c’ero prima<br />

di diventare? E che un giorno io, che sono io,<br />

non sarò più quello che sono?<br />

Quando il bambino era bambino, non riusciva ad<br />

inghiottire gli spinaci,<br />

i piselli, il riso al latte, il cavolfiore bollito, ed ora<br />

mangia tutto,<br />

e non solo perché qualcuno gli ha detto che deve.<br />

Quando il bambino era bambino,<br />

si risvegliò una volta sola in un letto sconosciuto, ora<br />

gli accade sempre,<br />

molte persone gli sembravano belle, adesso ne trova<br />

poche,<br />

riusciva a figurarsi nitidamente un paradiso, adesso lo<br />

può al massimo intuire, non riusciva ad immaginare il<br />

30 Song of Childhood, Peter Handke<br />

29


nulla, ed oggi rabbrividisce al suo pensiero.<br />

Quando il bambino era bambino giocava con<br />

entusiasmo e ora quell'entusiasmo lo riesce a provare<br />

solo per il suo lavoro.<br />

Quando il bambino era bambino, per nutrirsi gli<br />

bastavano pane e mele.<br />

Ed è ancora così.<br />

Quando il bambino era bambino, le bacche gli<br />

cadevano in mano, come solo le bacche sanno cadere.<br />

Ed è ancora così.<br />

Il Prigioniero:<br />

Le noci fresche gli raspavano la lingua,<br />

ed è ancora così. Ad ogni montagna sentiva nostalgia<br />

di una montagna ancora più alta,<br />

Il Prigioniero si avvia a passo lento verso il fondo del<br />

palcoscenico<br />

Coro:<br />

e in ogni città sentiva nostalgia di una città ancora più<br />

grande.<br />

E questo, è ancora così.<br />

Sulla cima di un albero, coglieva entusiasta le ciliegie,<br />

com’è ancora oggi.<br />

Aveva timore davanti ad ogni estraneo, e continua ad<br />

averne.<br />

Aspettava la prima neve, e continua ad aspettarla.<br />

Quando il bambino era bambino, lanciava contro<br />

l’albero un bastone,<br />

come fosse una lancia.<br />

E ancora continua a vibrare.<br />

Il Prigioniero giunto a fondo palco sparisce nel buio.<br />

30


EPILOGO: Mettici quello che è reale, senti dove sei.<br />

Azione: mente, corpo, emozioni e immaginazione<br />

Quando il Prigioniero è uscito il coro invita ogni<br />

spettatore a raggiungere l'area d'azione. L'attore che<br />

recitava il Prigioniero torna in scena vestendo abiti<br />

quotidiani neri e assieme agli altri attori accompagna il<br />

pubblico verso la Journey Dance.<br />

Elementi fondamentali:<br />

1. Esplorazione del corpo attraverso i quattro elementi: Aria, Acqua Terra e Fuoco.<br />

2. Non siamo mai immobili. Movimento di esplorazione.<br />

3. Forme di danza, esplorazione, contatto con l'altro.<br />

4. L'asana dell'eroe.<br />

5. Rito della chiamata/invocazione.<br />

6. Danza in cerchio.<br />

7. Meditazione finale. Mantra :<br />

Aggrappati a quello che senti essere reale. Cogli l'attimo.<br />

8. Presentazioni fra persone estranee.<br />

9. Danza libera.<br />

31<br />

FINE


32<br />

Si ringrazia:<br />

Eleonora Cedaro<br />

Gli artisti del <strong>Living</strong> <strong>Theatre</strong> <strong>Europa</strong><br />

Judith Malina<br />

Tom Walker<br />

Carlo Altomare<br />

Orietta Crispino<br />

Theater Lab, New York<br />

Loretta Auditorium/New Science<br />

Jessica Slote<br />

Martin Reckhaus<br />

Elena Jandova<br />

The <strong>Living</strong> <strong>Theatre</strong><br />

Jeff Nash<br />

David Copley<br />

Enoch Wu<br />

Erin Downhower<br />

Augusto Ciprani<br />

Leggere Strutture Factory<br />

I partecipanti ai laboratori di Green Terror:<br />

Napoli, Bologna, Pescara, Bruxelles<br />

Gli artisti e i tecnici dell'Atelier 210, Bruxelles<br />

Antonia Masulli<br />

LABORATORIO 7, Napoli<br />

Valentina Caia<br />

Il Circo della luna<br />

…<br />

e mille altri ancora

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