Haruki Murakami La fine del mondo e il paese delle meraviglie
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S&F_n. 8_2012<br />
<strong>Haruki</strong> <strong>Murakami</strong><br />
<strong>La</strong> <strong>fine</strong> <strong>del</strong> <strong>mondo</strong> e <strong>il</strong> <strong>paese</strong> <strong>del</strong>le <strong>meraviglie</strong><br />
tr. it. a cura di Antonietta Pastore<br />
Baldini Castoldi Dalai Editore, M<strong>il</strong>ano 2004, pp. 447, € 9.90<br />
si resta <strong>del</strong>usi» (p. 78).<br />
« … parcheggiai nel posteggio di un<br />
ristorante nelle vicinanze, ordinai<br />
una birra, un’insalata di gamberi e<br />
<strong>del</strong>le cipolle fritte, e mangiai da<br />
solo in s<strong>il</strong>enzio. I gamberi erano<br />
troppo freddi e le cipolle un po’<br />
troppo gonfie. Gettai uno sguardo<br />
circolare per <strong>il</strong> locale, ma non<br />
vedendo altri clienti che si<br />
lamentassero con la cameriera o<br />
battessero contro <strong>il</strong> piatto, decisi<br />
di finire tutto senza protestare. È<br />
perché si hanno <strong>del</strong>le aspettative che<br />
L’indiscutib<strong>il</strong>e versat<strong>il</strong>ità che caratterizza la scrittura<br />
<strong>del</strong>l’autore nipponico rischia di contraddire, in parte, questa sua<br />
stessa considerazione esternata da uno dei suoi personaggi.<br />
L’eterogeneità contenutistica e st<strong>il</strong>istica propria di questa<br />
narrazione, infatti, si presta bene a soddisfare <strong>il</strong> consueto e<br />
ampio bagaglio di aspettative col quale un qualsiasi lettore si<br />
accosta a un nuovo testo. Diffic<strong>il</strong>mente resterà <strong>del</strong>uso chi è alla<br />
ricerca di un racconto avvincente, ricco di azione e di suspense e<br />
capace di unire realtà e fantascienza. Allo stesso modo, resterà<br />
probab<strong>il</strong>mente soddisfatto <strong>il</strong> lettore che cerca una storia in grado<br />
di farlo riflettere pur senza sacrificare una scorrevolezza capace<br />
di alleggerire <strong>il</strong> peso <strong>del</strong>le circa 450 pagine.<br />
<strong>Haruki</strong> <strong>Murakami</strong> ci proietta in due mondi differenti, ognuno con i<br />
propri personaggi, con la propria storia, con i propri linguaggi e<br />
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con le proprie ragioni. Ognuno con un proprio nome.<br />
<strong>La</strong> duplice dimensione, lungo la quale si sv<strong>il</strong>uppa l’intreccio, si<br />
rivela infatti in maniera esplicita fin dal titolo. È già in<br />
questo luogo <strong>del</strong> romanzo che i toni apocalittici (<strong>La</strong> <strong>fine</strong> <strong>del</strong><br />
<strong>mondo</strong>) si affiancano a una fantasia che fa evidente appello alla<br />
dimensione favolistica (Il <strong>paese</strong> <strong>del</strong>le <strong>meraviglie</strong>). Chi penserebbe<br />
a due vicende assolutamente slegate l’una dall’altra, però,<br />
verrebbe bruscamente smentito a circa metà <strong>del</strong> racconto. Arrivati<br />
a questo punto, infatti, i due f<strong>il</strong>i <strong>del</strong> tessuto narrativo, che<br />
fino a qui avevano camminato paralleli tra loro, si intrecciano<br />
per poi giungere, legati strettamente l’uno all’altro, al nodo<br />
finale <strong>del</strong>la storia.<br />
Il <strong>paese</strong> <strong>del</strong>le <strong>meraviglie</strong> è <strong>il</strong> <strong>mondo</strong> contemporaneo, dipinto da<br />
occhi a volte fantascientifici, a volte assolutamente realistici.<br />
Il protagonista è un Cibermatico (un esperto di informatica) che<br />
lavora per un’associazione governativa, <strong>il</strong> Sistema. L’uomo si<br />
presenta al lettore in un ascensore così lento da non lasciar<br />
percepire la direzione che sta seguendo e che apre le sue porte su<br />
un ambiente stranamente afono. A convocarlo è un vecchio e<br />
spregiudicato scienziato che lo ingaggia per criptare i dati di<br />
una sua rivoluzionaria ricerca sul suono <strong>del</strong>le ossa. L’importanza<br />
e la pericolosità <strong>del</strong>le informazioni contenute in quei dati<br />
rendono necessario l’ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong>lo shuffling, un metodo che<br />
coinvolge <strong>il</strong> subconscio di chi lo adotta. L’agente <strong>del</strong> Sistema<br />
accetta l’incarico, entrando a far parte di una vicenda dove, fin<br />
dal primo momento, altri hanno scritto <strong>il</strong> suo destino personale.<br />
Da qui in poi la sua esistenza verrà messa a repentaglio da nemici<br />
Invisib<strong>il</strong>i di nome e di fatto, da frotte di sanguisughe ammassate<br />
in cunicoli bui, da una guerra informatica tra <strong>il</strong> Sistema e la<br />
Fabbrica (società che ha <strong>il</strong> compito di violare e rubare i dati<br />
altrui), da un nano malvagio che ha, in un minaccioso gigante, un<br />
violento braccio esecutore. Il mistero sembra ruotare intorno al
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teschio di un unicorno. Una catastrofica ragione muove i passi<br />
<strong>del</strong>la storia: la <strong>fine</strong> <strong>del</strong> <strong>mondo</strong>.<br />
<strong>La</strong> funesta prospettiva <strong>del</strong>la <strong>fine</strong> di tutte le cose dà <strong>il</strong> nome<br />
all’altra sezione che completa la struttura apparentemente binaria<br />
<strong>del</strong> romanzo. Qui, la Tokyo contemporanea nella quale si sono<br />
svolte le avventure <strong>del</strong> Cibermatico cede <strong>il</strong> passo a una realtà che<br />
sembra completamente frutto di fantasia, di una costruzione tutta<br />
interiore. <strong>La</strong> <strong>fine</strong> <strong>del</strong> <strong>mondo</strong> descritta nel romanzo è una città<br />
circondata da una Muraglia così perfetta da scoraggiare chiunque<br />
pensi di poterla violare, è una città abitata da unicorni che<br />
subiscono passivamente le logiche di quella dimensione<br />
particolare, è una città dagli inverni rigidissimi, ma<br />
soprattutto, è una città nella quale nessuno ha pretese<br />
particolari e dove tutto sembra essere governato da una perfezione<br />
che non tarda a mostrarsi solo come presunta e quindi apparente.<br />
In questa fantasiosa geografia si sv<strong>il</strong>uppa un intreccio <strong>del</strong> tutto<br />
nuovo che sembra, come già anticipato, condividere poco o nulla<br />
con la topografia <strong>del</strong> <strong>paese</strong> <strong>del</strong>le <strong>meraviglie</strong>, con la sua realtà<br />
resa tanto verosim<strong>il</strong>e da guerre, violenze e inganni. In questo<br />
luogo perso nei boschi, ogni abitante ha un posto dove stare e un<br />
compito specifico da svolgere.<br />
Il nuovo arrivato viene destinato alla biblioteca locale. È qui<br />
che dovrà leggere i frammenti di vecchi sogni, custoditi nei<br />
teschi degli unicorni. Per volontà <strong>del</strong>la città lui sarà <strong>il</strong> nuovo<br />
Lettore di Sogni. Il suo ingresso nella nuova città implica <strong>il</strong><br />
rispetto di una condizione imprescindib<strong>il</strong>e: abbandonare <strong>il</strong> suo<br />
vecchio <strong>mondo</strong> e tutti i ricordi a esso legati. Non si tratta<br />
semplicemente di non pensare al proprio passato: qui, rinunciare a<br />
quello che si è stato significa perdere completamente la memoria<br />
<strong>del</strong> <strong>mondo</strong> in cui si è abitato e <strong>del</strong>la vita che è stata vissuta<br />
fino a quel momento. <strong>La</strong> cesura tra <strong>il</strong> presente e <strong>il</strong> proprio<br />
passato coincide con una separazione che tanti precedenti trova<br />
nella letteratura europea: è la scissione che stacca per sempre<br />
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l’uomo dalla propria ombra e quest’ultima dalla propria radice.<br />
L’ombra portata, assurta a individuo, ha adesso una propria<br />
esistenza e una propria personalità. L’uno è diventato due e i<br />
rapporti di forza quasi si rovesciano. Non si arriva di certo a<br />
toccare l’arroganza con la quale l’ombra, in una <strong>del</strong>le fiabe <strong>del</strong>lo<br />
scrittore danese Hans Christian Andersen (intitolata proprio:<br />
L’ombra), chiede al f<strong>il</strong>osofo di coricarsi ai suoi piedi, ma da<br />
questo momento l’ombra, vissuta per anni come proiezione<br />
<strong>del</strong>l’uomo, gli si pone da pari a pari guidando <strong>il</strong> tentativo di<br />
recuperare un’unità perduta forse per sempre.<br />
A eseguire questa particolare operazione di fenditura, con<br />
precisione quasi chirurgica, è <strong>il</strong> Guardiano degli unicorni.<br />
L’uomo, che quando non era impegnato con le doc<strong>il</strong>i bestie passava<br />
<strong>il</strong> suo tempo ad aff<strong>il</strong>are lame, con una <strong>del</strong>le sue armi da taglio<br />
recide di netto l’ombra dai piedi <strong>del</strong> Lettore di Sogni. <strong>La</strong><br />
separazione equivale al firmare un atto di cittadinanza: l’uomo è<br />
definitivamente un membro <strong>del</strong>la <strong>fine</strong> <strong>del</strong> <strong>mondo</strong>. Il suo presente è<br />
finalmente immune dai pericoli portati dalle emozioni e dal cuore.<br />
Il suo passato non esiste più, come precisa lo stesso Guardiano:<br />
«D’ora in poi lei sarà <strong>il</strong> Lettore di Sogni. Si dimentichi <strong>il</strong> suo<br />
vero nome, ormai si chiama così» (p. 44).<br />
Per <strong>il</strong> Lettore i giorni trascorrono tra la nostalgia di tutto<br />
quello che ha perduto o che non ricorda e <strong>il</strong> lento abituarsi alla<br />
nuova vita e alle nuove logiche cittadine. <strong>La</strong> speranza di riunirsi<br />
a un’ombra, ormai ridotta a debole assistente <strong>del</strong> Guardiano, si<br />
alterna a una curiosità che lo spinge a conoscere meglio quel<br />
luogo e ad affezionarsi alle persone che più gli sono vicine in<br />
quella nuova vita: <strong>il</strong> Colonnello e, soprattutto, la sua assistente<br />
in biblioteca. Molte prospettive e molte possib<strong>il</strong>ità che si<br />
manifestano all’inizio cedono successivamente <strong>il</strong> passo a un<br />
consapevole senso di responsab<strong>il</strong>ità, che induce <strong>il</strong> Lettore di<br />
Sogni a voler cambiare le cose di quel <strong>mondo</strong>, un <strong>mondo</strong> che tanto<br />
somiglia alla sua coscienza.
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Malgrado le apparenze, <strong>il</strong> con<strong>fine</strong> tra la realtà <strong>del</strong>la capitale<br />
giapponese descritta ne Il <strong>paese</strong> <strong>del</strong>le <strong>meraviglie</strong> e la finzione<br />
<strong>del</strong>la città perfetta che fa da sfondo a <strong>La</strong> <strong>fine</strong> <strong>del</strong> <strong>mondo</strong> risulta<br />
essere, a una lettura più attenta, meno netto di quanto si possa<br />
credere all’inizio. I contorni <strong>del</strong>la verità e <strong>del</strong>la finzione sono<br />
tutt’altro che nitidi. Così, le avventure <strong>del</strong> Cibermatico e<br />
l’esperienza <strong>del</strong> Lettore di Sogni finiscono per incontrarsi<br />
idealmente a metà strada, nel proseguire dei due protagonisti<br />
ognuno lungo <strong>il</strong> proprio cammino, entrambi alla ricerca di se<br />
stesso. A rendere accidentato <strong>il</strong> loro cammino, una serie di figure<br />
inquietanti diverse tra loro, che possono apparire quasi come una<br />
trasposizione letteraria <strong>del</strong>le paure di ogni uomo. Quella con i<br />
protagonisti <strong>del</strong>la storia è un’identificazione, che risulta essere<br />
favorita da un particolare espediente narrativo: l’assoluta<br />
assenza di nomi propri. Nel corso di tutto <strong>il</strong> racconto <strong>il</strong> lettore<br />
sentirà parlare di un Cibermatico, di un vecchio scienziato, di<br />
una ragazza grassa in fissa con i vestiti rosa, di un Lettore di<br />
Sogni, di un Colonnello, di un Guardiano, di due bibliotecarie<br />
disponib<strong>il</strong>i e attraenti. I personaggi, pur privi di un’esaustiva<br />
connotazione a livello fisico, sono presentati in maniera<br />
marcatamente caratterizzata dalla propria funzione all’interno <strong>del</strong><br />
romanzo. In questo variegato <strong>mondo</strong> di personaggi‐funzione, ciascun<br />
lettore può scegliere i panni che più sente propri e indossarli<br />
per proseguire lungo <strong>il</strong> percorso di conoscenza tratteggiato da<br />
<strong>Murakami</strong>.<br />
Alla <strong>fine</strong> <strong>del</strong> viaggio la realtà esterna, che spesso sembra essere<br />
subita passivamente da chi la vive, cede <strong>il</strong> passo a una realtà<br />
intima e individuale, a una dimensione costruita attraverso una<br />
visione limitata <strong>del</strong>l’esistenza: «… la gente si può dividere in<br />
due categorie. Quelli che hanno una visione globale <strong>del</strong>le cose e<br />
quelli che ne hanno una visione limitata. Io direi che appartengo<br />
piuttosto alla seconda. Però non mi sono mai posto <strong>il</strong> problema se<br />
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la mia limitatezza sia qualcosa di giusto o meno. Da qualche parte<br />
bisogna tracciare una linea, e per me la linea è quella».<br />
Arrivato a questo punto spetterà solo al lettore la responsab<strong>il</strong>ità<br />
di decidere da che parte stare.<br />
CIRO BALDINI