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Concordanza del pronome autos nel greco biblico

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CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS 155<br />

Nota. Lxx Es 2,1 elaben tw◊n qugate÷rwn Leui kai« escen aujth/n il padre di Mosè<br />

“prese (una) <strong>del</strong>le figlie di Levi e la sposò”: aujth/n riprende il <strong>pronome</strong> indefinito<br />

tina¿, antecedente sottinteso <strong>del</strong> genitivo partitivo tw◊n qugate÷rwn. Cf. Sal 38,7<br />

qhsauri÷zei kai« ouj ginw¿skei ti÷ni suna¿xei aujta¿ l’uomo “accumula (tesori) e non<br />

sa per chi li raccolga” (Mortari 149): aujta¿ esplicita l’oggetto incluso in<br />

qhsauri÷zei.<br />

2) Non sempre però è facile cogliere il riferimento preciso di aujto/ß, di<br />

qui le varie traduzioni e le diverse opinioni degli esegeti. Diamo qualche<br />

esempio.<br />

Mc 6,56 pareka¿loun aujto\n iºna ka£n touv kraspe÷dou touv i˚mati÷ou<br />

aujtouv a‚ywntai: kai« o¢soi a£n h¢yanto aujtouv e˙sw¿ ˆzonto “lo pregavano di<br />

poter toccare almeno l’orlo <strong>del</strong> suo mantello; e quanti lo toccarono ricuperavano<br />

la salute”: il secondo aujtouv si riferisce a touv kraspe÷dou touv<br />

i˚mati÷ou “l’orlo <strong>del</strong> mantello” oppure al primo aujtouv “suo / di lui”? E’ più<br />

probabile che si riferisca a quest’ultimo. Cf. 2,15.<br />

Lc 2,22 o¢te e˙plh/sqhsan ai˚ hJme÷rai touv kaqarismouv aujtw◊n kata» to\n<br />

no/mon Mwu¨se÷wß, aÓnh/gagon aujto\n ei˙ß ÔIeroso/luma parasthvsai tw◊ˆ<br />

kuri÷wØ “quando si compirono i giorni <strong>del</strong>la loro purificazione secondo la<br />

Legge di Mosè, (essi) Lo portarono su a Gerusalemme per presentar(lo) /<br />

offrir(lo) al Signore”: Winer - Moulton riferiscono aujtw◊n “loro” a “madre<br />

e figlio”, Maria e Gesù (p. 183), e così già Origene - Girolamo (In Luc.<br />

hom. 14,2ss); invece R. Laurentin lo riferisce ai “giudei” o “abitanti di<br />

Gerusalemme” (I Vangeli <strong>del</strong>l’Infanzia di Cristo, Torino 1985, 109s.267s).<br />

Secondo questa interpretazione aujtw◊n è usato proletticamente rispetto a<br />

ÔIeroso/luma (v. § 8,2). Cf. Eb 8,8; Ap 14,11.<br />

Gv 8,44 o¢tan lalhˆv<br />

to\ yeuvdoß, e˙k tw◊n i˙di÷wn lalei√, o¢ti yeu/sthß e˙sti«n<br />

kai« oJ path\r aujtouv il diavolo, “quando dice la menzogna, dice <strong>del</strong> suo perché<br />

è menzognero e il padre di essa”: l’esegesi corrente, e preferibile, riferisce<br />

aujtouv a to\ yeuvdoß: “è menzognero e padre <strong>del</strong>la menzogna” (Cei; v.<br />

W.-M. 142 e 181 n. 4; BDR § 282 n. 4). Così già S. Girolamo (In Marcum<br />

1,24; CCL 78,466). Cf. 19,32.<br />

§ 10. La locuzione oJ de÷ (articolo con valore pronominale; v. “L’articolo” §<br />

2) è sinonimo di aujto/ß senza enfasi speciale (v. Smyth § 1112; Abbott-<br />

Smyth, s. v. aujto/ß 1,2; BDR § 277,3). Ciò risulta ad es. dal confronto di Lc<br />

11,28 aujto\ß de« ei•pen con Lc 11,46 oJ de« ei•pen, dove la trad. non può essere<br />

che la stessa: “Ma Lui rispose”; la Vg traduce nei due casi: “At ille”.<br />

Qui pure de÷ è congiunzione o avversativa o copulativa / metabatica (di<br />

passaggio). Nel primo caso si rende con “ma / però / invece…”: Lxx Gdc

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