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Polibutadiene Neocis W2003 v.2 - associazione pionieri e veterani eni

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Il Neodimio: da Metanopoli alla conquista del mondo.<br />

di Luciano Gargani<br />

A - La ricerca? Lavora sull’improbabile, ma quando ha un metodo …<br />

Il 15 sett 2009, la Chinese Academy of Sciences, portavoce del più grande merca-­‐<br />

to del mondo dichiarava: “Neodymium-­‐polybutadiene rubber is an indispensa-­‐<br />

ble material for high performance radial tires* 1 ”. Nel frattempo PetroChina con-­‐<br />

tinuava ad aumentare la capacità di produzione, ormai giunta a 300.000<br />

tonn/anno.<br />

L’11 feb 2010, Lanxess–Bayer, leader mondiale delle gomme sintetiche riceveva<br />

il premio di Tire Industry Supplier of the Year grazie al suo Neodymium-­‐<br />

polybutadiene 2 . Poco dopo, il 9 marzo 2010 la stessa Lanxess-­‐Bayer annunciava<br />

il programma di incrementare di ulteriori 50.000 tonn/y la produzione di Neo-­‐<br />

dymium-­‐polybutadiene negli impianti di Germania, Stati Uniti e Brasile 3 .<br />

Nel frattempo Michelin forniva la tecnologia di produzione del Neodymium-­‐<br />

polybutadiene alla “Synthos, the Pearl of the Polish economy” in vista<br />

dell’inarrestabile aumento della domanda della “the world new generation rub-­‐<br />

ber due to replace other type of rubber in the compounds of premium tyres 4“<br />

(sic!).<br />

Che dire, è un coro formato dalle voci più prestigiose dell’industria di settore.<br />

Una celebrazione unanime del successo di un prodotto che riscuote il massimo<br />

del consenso su tutti i mercati mondiali. Ed è un consenso che ci deve gratificare<br />

perché il prodotto è nato qui, alle porte di Milano, a San Donato Milanese, in casa<br />

Eni. Non per caso, come pure accade in qualche occasione, ma per lucida valuta-­‐<br />

*riferimenti,traduzioni e chiarimenti<br />

1<br />

http://english.cas.cn/ST/HT/ht_a/200909/t20090915_38050.shtml rigo 1<br />

il Neodimio-­‐polibutadiene è un materiale indispensabile per la costruzione dei pneumatici di qualità. Il mercato cinese<br />

cresce ad una velocità impressionante. Le 300.000 t/anno di PetroChina valgono già oggi molte volte la produzione di<br />

Eni, e sono in crescita continua. Va ricordato che all’epoca dei fatti, anni 80, Eni era l’unico produttore mondiale di<br />

Neodimio-­‐polibutadiene, sulla base di una tecnologia proprietaria brevettata.<br />

2<br />

http://www.tyrepress.com/News/business_area/Awards/18716.html rigo 29<br />

Lanxess è un ramo d’azienda del gruppo Bayer. Recentemente ha ricevuto il premio di miglior fornitore dell’anno per<br />

l’industria globale degli pneumatici. Motivo: produce Neodimio-­‐polibutadiene. All’epoca dei fatti, anni 80, Bayer aveva<br />

criticato pubblicamente le ricerche Eni nel settore. Ora riceve il premio per la sua leadership mondiale. Così va il mon-­‐<br />

do, pardon così andava negli anni 80.<br />

3<br />

http://metalsplace.com/news/articles/33304/lanxess-­‐to-­‐expand-­‐neodymium-­‐polybutadiene-­‐rubber-­‐capacity/ rigo 1<br />

4<br />

http://www.synthosgroup.com/en/corp/centrum-­‐prasowe/news rigo 6<br />

il comunicato recita proprio così: il Neodimio-­‐polibutadiene è un gomma di nuova generazione che rimpiazzerà pro-­‐<br />

gressivamente I prodotti utilizzati oggi nella costruzione degli pneumatici di qualità. Michelin lo considera un prodotto<br />

strategico e si preoccupa che i mercati emergenti dell’europa dell’est acquisiscano una capacità produttiva adeguata.


zione scientifica e consapevole determinazione. E’ una storia che merita di esse-­‐<br />

re raccontata.<br />

A.1- Come ci si è arrivati.<br />

La SnamProgetti viveva una fase di grande espansione in puro stile Mattei,<br />

all’inizio degli anni sessanta. La società era nata per progettare e costruire infra-­‐<br />

strutture petrolchimiche per il gruppo Eni. Era cresciuta molto e non poteva più<br />

accontentarsi delle sole commesse domestiche. Bisognava attrezzarsi per com-­‐<br />

petere sul mercato libero degli impianti petrolchimici e per questo era necessa-­‐<br />

rio disporre di licenze e know-­‐hows. Così SnamProgetti favorì la nascita di un<br />

laboratorio di ricerca nel comprensorio Eni di San Donato Milanese. L’obiettivo<br />

era chiaro, si trattava di mettere a punto nuovi processi di produzione per pro-­‐<br />

dotti noti e già affermati. Le priorità erano rivolte ai polimeri di massa più getto-­‐<br />

nati: polietilene, poliisoprene, polibutadiene 5 , ecc… La ricerca era impostata in<br />

senso chimico-­‐ingegneristico. Individuato un processo di produzione innovativo<br />

che ci permetteva di prescindere dai brevetti esistenti, si proseguiva con la pro-­‐<br />

duzione pilota del materiale per fornire campioni di prodotto ai potenziali clienti<br />

e attendere il loro giudizio. La valutazione interna dei prodotti era una semplice<br />

analisi tecnologica, poco più di un controllo di qualità.<br />

Il mercato rispose con cinica rudezza: le gomme sintetiche non sono “prodotti a<br />

specifica 6 ” ma sono “prodotti a comportamento 7 ”. La valorizzazione del poten-­‐<br />

ziale applicativo di un materiale non omologato, richiede un lungo processo di<br />

sviluppo che nessuno è disposto a fare per conto terzi. Ritornate dunque con le<br />

istruzioni per l’uso e soprattutto con una dimostrazione convincente dei vantag-­‐<br />

gi competitivi dei vostri prodotti nelle nostre applicazioni. Solo a queste condi-­‐<br />

zioni potremo essere indotti a dedicare il nostro tempo e le nostre risorse per<br />

favorire il vostro ingresso nel mercato. Lezione severa, ma utile. Fu così che la<br />

Fisica entrò a pieno diritto nel laboratorio chimico, con le sue ramificazioni nella<br />

Reologia, nella Viscoelasticità, nella Spettroscopia Meccanica e soprattutto con la<br />

matematica di frontiera che sempre l’accompagna.<br />

Le tecnologie di costruzione dei manufatti furono replicate su scala pilota, co-­‐<br />

minciando dall’applicazione dominante per contenuti tecnici ed economici, quel-­‐<br />

la degli pneumatici, fino all’applicazione più “cool”, quella delle palle da golf (il<br />

prodotto ha una elasticità eccezionale, i “top players” non possono farne a me-­‐<br />

no). Le prestazioni dei manufatti “sul campo” furono valutate su entrambi i ver-­‐<br />

santi: teorico e sperimentale. Soprattutto si diede luogo a studi di modellistica<br />

molecolare che portarono alla enunciazione di tutta una serie di relazioni tra le<br />

5 Tipi differenti di gomma e materie plastiche: quelli che costituiscono la base della nostra vita domestica.<br />

6 Che sono sufficientemente descritti dalla composizione, esempio: acqua<br />

7 Che non possono essere valutati semplicemente sulla base della composizione, esempio: vino


prestazioni applicative e le strutture chimiche, secondo un approccio che oggi si<br />

chiamerebbe di ingegneria molecolare.<br />

A.2- Un materiale ….. intelligente.<br />

Quando un manufatto incontra un’asperità, ad esempio quando un pneumatico<br />

incontra un chiodo, si forma una lacerazione che tende a propagarsi. Il Neodi-­‐<br />

mio-­‐polibutadiene reagisce con prontezza e con precisione chirurgica. Il mate-­‐<br />

riale cristallizza proprio sull’apice della ferita, forma un piccolo cristallo rigido<br />

che si oppone alla propagazione proprio come uno scudo. E mentre questo acca-­‐<br />

de, tutto il resto del manufatto mantiene la sua sofficità gommosa. Solo all’apice<br />

della lacerazione si crea un irrigidimento localizzato che aumenta la resistenza<br />

alla rottura. Questo meccanismo di reazione positiva, questo rinforzo autoindot-­‐<br />

to fa apparire il Neodimio-­‐polibutadiene come un materiale intelligente. I nume-­‐<br />

rosi polibutadi<strong>eni</strong> prodotti nel mondo con altri catalizzatori, a base di Litio, Co-­‐<br />

balto, Titanio o Nichel, non usufruiscono di questo comportamento. Almeno non<br />

con la stessa prontezza ed efficacia.<br />

A.3- Un cristallo entropico 8 .<br />

Modellando la singola macromolecola come un elemento filamentoso caratteriz-­‐<br />

zato da una dimensione prevalente (la “contour length 9 ”, che si può manovrare<br />

in fase di polimerizzazione), da un ingombro spaziale (la “cross sectional area 10 ”,<br />

che è governabile agendo sulla natura dei sostituenti laterali) e dai vicoli topolo-­‐<br />

gici (le ramificazioni, “branching 11 ”) è possibile calcolare una serie di variabili.<br />

Ad esempio il contenuto entropico che dipende dalla distribuzione delle contour<br />

lengths in rapporto alla distribuzione dei cross-­‐links 12 (punti di reticolazione<br />

chimica).<br />

Tralasciando sofisticazioni che sarebbero fuori luogo in questo contesto, pos-­‐<br />

siamo assumere che il punto di fusione di un polimero stereospecifico sia<br />

punto di fusione = A/B<br />

A = entalpia dello stato amorfo – entalpia dello stato cristallino<br />

8<br />

In questo capitolo cercheremo di spiegare il percorso logico che ha supportato la scoperta del prodotto. Allo scopo<br />

saremo costretti ad utilizzare un linguaggio divulgativo: non abbastanza rigoroso per chi conosce la materia, non ab-­‐<br />

bastanza semplice per chi non la conosce. Chiediamo scusa ad entrambe le categorie. In ogni caso, chi salta il capitolo<br />

non perde il filo del racconto.<br />

9<br />

Lunghezza della macromolecola, responsabile del comportamento elastico e del comportamento viscoso<br />

10<br />

È la “pancia” della macromolecola, responsabile della dissipazione energetica (frenata, consumo di benzina) e della<br />

permeabilità ai gas (addio alla camera d’aria nei pneumatici!)<br />

11<br />

Sono i rami laterali che determinano il comportamento del polimero nelle fasi di lavorazione<br />

12<br />

Sono i punti di reticolazione che fissano la forma del manufatto. Sono indotti dalla reazione di vulcanizzazione.


B = entropia dello stato amorfo -­‐ entropia dello stato cristallino<br />

Se il punto di fusione è inferiore alla temperatura ambiente, il polimero sarà<br />

morbido e malleabile come le gomme. Ma l’entropia dello stato amorfo è diffe-­‐<br />

rente a seconda dello stato di stress del materiale. Nelle condizioni di riposo o di<br />

basso stress, le contour lengths sono molto superiori alla distanza dei cross-­‐<br />

links. I filamenti saranno molto aggrovigliati e l’entropia sarà elevata. Nelle con-­‐<br />

dizioni di alto stress, prossimo alla rottura i filamenti saranno stirati e l’entropia<br />

si abbasserà avvicinando il livello entropico dello stato cristallino. Di conseguen-­‐<br />

za il denominatore B diventerà più piccolo ed il punto di fusione crescerà fino a<br />

superare la temperatura ambiente. Il materiale diverrà cristallino proprio nel<br />

punto di concentrazione dello stress opponendo una maggior resistenza alla rot-­‐<br />

tura. Questo meccanismo fa apparire alcune gomme come materiali intelligenti.<br />

Esse si irrigidiscono solo quando parte la lacerazione e solo nella piccola porzio-­‐<br />

ne di materiale che si trova all’apice della ferita, opponendo quasi uno scudo<br />

mentre la massa del manufatto resta morbida e malleabile.<br />

Il breaktrough della ricerca Eni fu quello di dimostrare che questo meccanismo<br />

poteva essere indotto in un polibutadiene ad altissima regolarità strutturale, vi-­‐<br />

cino all’ideale polimero a difetti zero. La sollecitazione trovò un terreno fertile, i<br />

chimici del gruppo di ricerca erano maestri nella catalisi stereospecifica Ziegler-­‐<br />

Natta e raggiunsero l’obiettivo non una ma due volte. Dapprima con un catalizza-­‐<br />

tore a base di Uranio, poi abbandonato per motivi ecologici, poi con il Neodimio<br />

che oggi viene valorizzato universalmente.<br />

A.4- La presentazione alla comunità scientifica. Il confronto con Bayer.<br />

Quando un ricercatore lavora ad un prodotto, sa già che il risultato seguirà una<br />

fase di realizzazione industriale. Questa fase non può essere lasciata nella re-­‐<br />

sponsabilità dei laboratori di ricerca. Poi seguirà anche la fase di sfruttamento<br />

commerciale, di cui il ricercatore/trovatore sentirà solo l’eco. Ma il metodo no,<br />

quello resta e crea il senso di appartenenza. Forse è per questo che fu deciso di<br />

presentare il risultato in un ambiente prevalentemente scientifico.<br />

La presentazione internazionale del risultato fu fatta alla European Physical<br />

Society 13 . Per la prima volta, si annunciò che un polibutadiene ad altissima rego-­‐<br />

larità strutturale, creato appositamente mostra due meccanismi di cristallizza-­‐<br />

zione. Il meccanismo tradizionale è indotto dalla temperatura. Esso presenta cri-­‐<br />

stalli “chain folded 14 ” (tipo polietilene) ed è inibito alle temperature di esercizio<br />

delle gomme. Ma adesso avevamo creato un secondo meccanismo, indotto<br />

dall’entropia per azione dello stress. Questo secondo meccanismo supera le<br />

13 6th Europhysics Conference on Macromolecular Physics, Varna 26-­‐29, 1977, abstracts pag. 97<br />

14 A catena ripiegata


temperature di esercizio e presenta cristalli “extended chain”. Di conseguenza<br />

“this second type of crystals promotes self-­‐strength<strong>eni</strong>ng of some elastomers in<br />

that its kinetics is as fast as required by practical occurrence 15 ”.<br />

La risposta di Bayer non si fece attendere. Il responsabile della ricerca tenne una<br />

lezione espressamente dedicata ai New-­‐Developments-­‐on-­‐Polybutadiene alla<br />

Synthetic Rubber Conference del 1980. In pratica disse che la ricerca<br />

dell’altissima purezza strutturale era inutile perché “as regards the properties,<br />

the differences between the polybutadienes are not so pronounced 16 ”. Di più, era<br />

addirittura dannosa perché “due to the extreme high cis configuration these<br />

polymers have the disadvantage of a very high crystallization rate at tempera-­‐<br />

tures below -­‐20°C 17 ”. “Consequently we looked for other catalyst systems for the<br />

polymerization of butadiene 18 ”. Addirittura.<br />

Praticamente Bayer, il nostro antagonista di riferimento, preso dalla voglia di<br />

bacchettarci ci confermava che era indietro di tre anni e che addirittura stava<br />

svoltando sulla strada sbagliata. Ma quando ci ricapita? Ripensandoci ancora a-­‐<br />

desso, c’è da non crederci.<br />

A.5- La presentazione al mercato.<br />

In ogni caso, l’opportunità da cogliere non era tanto quella di vendere nuovi im-­‐<br />

pianti per prodotti noti, ma quella di valorizzare e vendere un prodotto nuovo.<br />

Mentre l’interesse di SnamProgetti si attenuava, l’interesse di EniChem Elasto-­‐<br />

meri si rinforzava. Di fatto, EniChem Elastomeri finì per assumere la gestione<br />

della ricerca e dei suoi risultati. La Società era molto determinata e avviò la pro-­‐<br />

duzione del nuovo prodotto, <strong>Neocis</strong>, nei suoi siti di Hythe e di Ravenna. Nel frat-­‐<br />

tempo furono organizzate conferenze personalizzate nei centri di ricerca di tutti<br />

i Key Customers: Goodyear, Bridgestone, Michelin, Firestone, Continental, Pirelli,<br />

Yokohama, … e conferenze dibattito in tutte le sedi internazionali. Kyoto 19 e Chi-­‐<br />

cago 20 meritano una citazione particolare per la vivacità, diciamo così, del dibat-­‐<br />

tito. Un fatto che non si potrebbe capire senza ricordare che le multinazionali<br />

produttrici di pneumatici sono esse stesse produttrici di elastomeri. Con i loro<br />

centri di ricerca, i loro consulenti e le loro università collegate. In questi casi<br />

l’uditorio vive una situazione conflittuale: per un verso è cliente ma per l’altro è<br />

15<br />

Abstracts, pag 97 rigo 25..27<br />

I cristalli del secondo tipo promuovono la resistenza meccanica del prodotto, perché la loro formazione è rapidissima<br />

16<br />

Synthetic Rubber Conference 1980, symposium proceedings 2, pag 9, rigo 7..8 e tab pag 13<br />

Le differenze tra differenti polibutadi<strong>eni</strong> sono piccole.<br />

17<br />

Idem, pag 6, rigo 10..13<br />

I prodotti con Neodimio hanno il difetto di perdere il comportamento gommoso nei climi rigidi<br />

18<br />

Idem, pag 9 rigo 19..21<br />

Noi della Bayer abbiamo già abbandonato questa linea di ricerca. Ci siamo indirizzati altrove.<br />

19<br />

Kyoto 1985, International Rubber Conference, Proceedings 16d19, pag 386..391<br />

20<br />

Chicago 1985, Symposium on Advances in Elastomers and Rubber Elasticity, Proceedings pag 233..251


in competizione. Soprattutto non era facile per i professori dell’università di A-­‐<br />

kron 21 ascoltare una lezione prettamente fisico-­‐matematica che … prov<strong>eni</strong>va da<br />

Metanopoli. In ogni caso, i ricercatori dell’Eni avevano argomenti molto solidi. E<br />

questa volta le istruzioni per l’uso non mancavano, visto che erano state studiate<br />

e messe a punto (“tailored 22 ”) anche le tecnologie di costruzione dei manufatti in<br />

uso nelle fabbriche dei clienti.<br />

I meriti del prodotto furono confermati su scala industriale ed il <strong>Neocis</strong> contribuì<br />

per la sua parte alla splendida cavalcata del business degli elastomeri in Eni, che<br />

passò da un fatturato di 180 milioni di dollari nel 1983 ad un fatturato di 611<br />

milioni di dollari nel 1990 con un incremento medio intorno al 20% annuo per<br />

sette anni, che nemmeno i cinesi……<br />

A.6- Un effetto collaterale.<br />

Mentre le strutture aziendali di EniChem Elastomeri si coagulavano per indiriz-­‐<br />

zare il destino industriale del <strong>Polibutadiene</strong> al Neodimio verso un successo sen-­‐<br />

za precedenti, la Ricerca che faceva? Continuava ad applicare il metodo della<br />

modellistica molecolare ad altri temi.<br />

Ad esempio, era noto che il polibutadiene, insuperabile nel conferire una lunga<br />

durata agli pneumatici, non era altrettanto efficace sotto il profilo della frenata.<br />

Per questo si utilizza un copolimero butadiene-­‐stirene. Il gruppo di ricerca<br />

dell’Eni dimostrò che era possibile sostituire lo stirene, almeno parzialmente.<br />

Per questo era necessario controllare adeguatamente la configurazione del bu-­‐<br />

tadiene in fase di polimerizzazione. Si sarebbe ottenuta la stessa efficacia in fre-­‐<br />

nata ed un minore consumo di benzina nell’uso inerziale. Dove e come presenta-­‐<br />

re questo risultato? Come si sa, i ricercatori sono eterni bambini e mantengono<br />

lo spirito goliardico. Ed allora: Kautschuk+Gummi Kunstoffe 23 , la rivista di Hei-­‐<br />

delberg, in casa dei maestri.<br />

Questa volta nessuna bacchettata. Al contrario. La più reattiva fu Goodyear. Fece<br />

valere il suo potere contrattuale di Key Customer, chiese ed ottenne un pro-­‐<br />

gramma di collaborazione (partnership). Firmò un “secrecy agreement”, pagò<br />

svariate centinaia di milioni (di lire) di “looking fee” ed ottenne il diritto di fre-­‐<br />

quentare i nostri laboratori di ricerca con i suoi ricercatori. In sostanza fece un<br />

check di quello che oggi si chiamerebbe il nostro hardware di ricerca.<br />

21 Akron si ritiene la culla della cultura sugli pneumatici. Un tempo tutti gli pneumatici americani erano prodotti esclu-­‐<br />

sivamente ad Akron. Così come le automobili erano prodotte a Detroit, sull’altra sponda del lago Erie. Ora restano le<br />

Università (Akron, Cincinnati, Cleveland, Detroit, ecc…) tutte sponsorizzate dai grandi produttori.<br />

22 Su misura, come un vestito di sartoria<br />

23 Kautschuk+Gummi Kunststoffe 10/1987, pag 935..937


Poi mise in piedi un consorzio di ricerca formato da Goodyear di Lussemburgo,<br />

Degussa di Hannover (leader mondiale degli additivi), EniChemElastomeri e U-­‐<br />

niversità di Friburgo, sì quella che ha il portone di ingresso circondato dalle otto<br />

targhe di marmo che commemorano otto premi nobel della chimica conquistati<br />

da quell’ateneo! Il consorzio presentò alla Comunità Europea una richiesta di fi-­‐<br />

nanziamento per un programma di ricerca congiunto volto alla costruzione delle<br />

basi di progetto/selezione dei materiali per i futuri pneumatici “energy saving 24 ”<br />

(con esclusione degli aspetti ingegneristici). Di fronte a una squadra di tale por-­‐<br />

tata, la Comunità Europea non cambiò una virgola del progetto e si offrì di finan-­‐<br />

ziare la ricerca per intero. Ma questa è un’altra storia ….<br />

Conclusione: quando si ha un metodo …. i risultati arrivano.<br />

San Donato Milanese, 8 aprile 2011<br />

24 A risparmio energetico, oggi di gran moda, dopo vent’anni.

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