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testimonianze di archeologia punica a favignana - egadimythos.it

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ALMA MATER STUDIORUM<br />

UNIVERSITÀ DI BOLOGNA<br />

FACOLTÀ DI CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI<br />

Corso <strong>di</strong> laurea in Beni Archeologici<br />

Curriculum Archeologia del Mare<br />

TESTIMONIANZE DI ARCHEOLOGIA PUNICA<br />

A FAVIGNANA<br />

RELATORE<br />

Tesi in:<br />

GEOMORFOLOGIA E ARCHEOLOGIA FENICIO-PUNICA<br />

PROF. ENRICO ACQUARO PRESENTATA DA<br />

CORRELATORE FRANCESCO ERNANDEZ<br />

PROF. FRANCESCO TORRE<br />

III SESSIONE<br />

ANNO ACCADEMICO 2011/2012


INDICE<br />

1.Presentazione.................................................................................................................3<br />

2.Geologia dell'isola <strong>di</strong> Favignana.....................................................................................5<br />

3.I Fenici a Favignana........................................................................................................9<br />

4.Le <strong>testimonianze</strong> archeologiche...................................................................................12<br />

5.L’antiquarium <strong>di</strong> Favignana..........................................................................................28<br />

6.Problema del degrado: Cala Rossa -Torretta- San Nicola.............................................30<br />

7.Analisi geologico ambientale dei s<strong>it</strong>i degradati............................................................31<br />

8.Proposta <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong> conservazione e <strong>di</strong> un <strong>it</strong>inerario turistico -archeologico….....33<br />

Appen<strong>di</strong>ce.......................................................................................................................35<br />

Bibliografia......................................................................................................................52<br />

2


PRESENTAZIONE<br />

Gli stu<strong>di</strong> effettuati sull'arcipelago delle isole Ega<strong>di</strong> si basano sulla verificata variabil<strong>it</strong>à<br />

dell'offerta archeologica che l'arcipelago fornisce sia sotto il profilo della tipologia del<br />

s<strong>it</strong>o , sia sotto quello della molteplic<strong>it</strong>à cronologica e culturale. Da evidenziare , inoltre,<br />

la variabil<strong>it</strong>à costiera che regala a quest'area delle potenzial<strong>it</strong>à <strong>di</strong> fruizione turistica<br />

maggiori, inquadrandosi nella più generale tipologia dei s<strong>it</strong>i archeologici che insistono<br />

nelle isole minori a corona della Sicilia.<br />

L'arcipelago ha sempre avuto un ruolo strategico sia sotto il profilo commerciale che<br />

pol<strong>it</strong>ico-mil<strong>it</strong>are. Da qui passano le rotte principali che collegano la Sicilia, l'Italia e<br />

l'Europa con il Nord Africa .<br />

Da questo mare si incanalò il flusso migratorio culturale che portò la Sicilia Occidentale<br />

ad accogliere la frequenza fenicia. Qui il 10 marzo del 241 a.C. avvenne la battaglia<br />

delle Ega<strong>di</strong> che aprì la strada al dominio romano sul Me<strong>di</strong>terraneo 1 . Dai recenti<br />

r<strong>it</strong>rovamenti <strong>di</strong> rostri nel mare delle Ega<strong>di</strong> ”veri protagonisti <strong>di</strong> quel mortale attacco”,<br />

non è del tutto escluso che ci sia un vero e proprio "cim<strong>it</strong>ero" <strong>di</strong> navi pertinenti quella<br />

battaglia . Sarà quin<strong>di</strong>, l'evocazione della battaglia , a cost<strong>it</strong>uire il richiamo per far<br />

conoscere un universo archeologico <strong>di</strong> grande pregio e variabil<strong>it</strong>à.<br />

Ma le fonti archeologiche non riguardavano le ipotetiche <strong>testimonianze</strong> riguardanti la<br />

sola battaglia delle Ega<strong>di</strong>. Conosciamo altre zone nell'arcipelago <strong>di</strong> interesse<br />

archeologico : San Nicola , Punta Marsala, Cala Minnola, Cala Mugnone.<br />

Dagli stu<strong>di</strong> e dalle ricognizioni archeologiche effettuate nell'isola <strong>di</strong> Favignana, si<br />

evidenzia la presenza <strong>di</strong> una cultura fenicio-<strong>punica</strong> a partire dall'inizio del primo<br />

1 T. GNOLI, La battaglia delle Ega<strong>di</strong>. A propos<strong>it</strong>o <strong>di</strong> r<strong>it</strong>rovamenti recenti, in Rivista Storica dell’ Antich<strong>it</strong>à, 41 (2001), pp. 47-<br />

86.<br />

3


millennio a.C.<br />

Tale presenza veniva facil<strong>it</strong>ata dalla struttura geomorfologica dell'isola che consentiva<br />

alle navi puniche un facile approdo e un supporto logistico.<br />

Alcuni stu<strong>di</strong> effettuati da Anna Maria Bisi e da Benedetto Rocco , nelle grotte naturali<br />

dell'isola <strong>di</strong> FAVIGNANA (zona San Nicola) , hanno decifrato al loro interno alcune<br />

iscrizioni puniche, testimonianza della pratica r<strong>it</strong>uale tendente a propiziarsi il favore<br />

delle <strong>di</strong>vin<strong>it</strong>à durante la navigazione.<br />

La maggiore concentrazione <strong>di</strong> <strong>testimonianze</strong> fenicio-puniche vis<strong>it</strong>abili sull'isola si trova<br />

nella local<strong>it</strong>à <strong>di</strong> San Nicola, dove si pensa fosse presente una piccola comun<strong>it</strong>à.<br />

Testimonianze <strong>di</strong> una cultura fenicio-<strong>punica</strong> si trovano un po’ dappertutto sull'isola, ma<br />

a causa delle <strong>di</strong>fficoltà delle ist<strong>it</strong>uzioni <strong>di</strong> garant<strong>it</strong>e un' adeguata conservazione e<br />

sorveglianza degli stessi , molte delle scoperte non vengono pubblicate, rimanendo<br />

sconosciute e subendo un'intensa azione <strong>di</strong> degrado che , nella maggior parte dei casi,<br />

li condurrà al loro deterioramento e alla loro completa <strong>di</strong>struzione .<br />

Di fondamentale importanza, per la salvaguar<strong>di</strong>a dei s<strong>it</strong>i, sono le analisi<br />

geomorfologiche condotte nelle zone in cui vi sono tracce archeologiche, per valutare<br />

l'interazioni degli uni con le altre e per conoscere il grado <strong>di</strong> pericolos<strong>it</strong>à , che può<br />

condurre alla loro per<strong>di</strong>ta.<br />

Dalle analisi condotte grazie all'aiuto <strong>di</strong> competenti del luogo, sono apparsi vari<br />

problemi tra cui il deterioramento dei beni stessi, lo smaltimento delle acque<br />

meteoriche, la gestione del verde e il <strong>di</strong>ssesto del terreno.<br />

Per prevenire alcuni fattori <strong>di</strong> rischio e consentire la salvaguar<strong>di</strong>a e la tutela <strong>di</strong> questo<br />

patrimonio <strong>di</strong> notevole interesse sono stati ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dei piani <strong>di</strong> conservazione. Inoltre<br />

nella maggiore delle isole dell'arcipelago ega<strong>di</strong>no nacque nel 1970, un ANTIQUARIUM,<br />

dove poter custo<strong>di</strong>re i reperti archeologici e permetterne la loro fruizione .<br />

4


GEOLOGIA DELL'ISOLA DI FAVIGNANA<br />

Il terr<strong>it</strong>orio comunale <strong>di</strong> Favignana è rappresentato dalle isole FAVIGNANA , LEVANZO,<br />

MARETTIMO e dalle isole minori denominate FORMICA (lunghezza 680 metri) e<br />

MARAONE (lunghezza 600 metri) . Le tre isole principali hanno un estensione<br />

rispettivamente <strong>di</strong> 19,38 , 5,82 e 12 kmq e <strong>di</strong>stano da TRAPANI: FAVIGNANA 17 km,<br />

LEVANZO 15 km e MARETTIMO 38 km.<br />

Favignana e la vicina Levanzo, entrambe cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e da piattaforme quaternarie del<br />

Pleistocene, dovevano essere un<strong>it</strong>e alla Sicilia, dal momento che esiste tra la costa<br />

trapanese e le due isole un'isobata profonda solo 33 metri sotto il livello del mare,<br />

mentre fra queste ultime a Marettimo si estende una fossa <strong>di</strong> circa cento metri, che fa<br />

escludere una simile possibil<strong>it</strong>à per questa isoletta, la quale pertanto dovette<br />

rappresentare fin dalla preistoria caratteristiche naturali proprie. 2<br />

Sotto il profilo morfologico il terr<strong>it</strong>orio è rappresentato da un paesaggio aspro e<br />

montuoso.<br />

La morfologia <strong>di</strong> FAVIGNANA è caratterizzata da due ampie spianate attribuibili a<br />

superfici <strong>di</strong> abrasione marina del Pleistocene Inferiore separate da una dorsale<br />

Mesozoica - Terziaria allungata nel senso N-S facente capo a Monte San Caterina (317<br />

metri) dandole una forma a farfalla. La dorsale si raccorda con le piane a<strong>di</strong>acenti<br />

me<strong>di</strong>ante una falda detr<strong>it</strong>ica che borda, con una certa continu<strong>it</strong>à, i rilievi, ad eccezione<br />

dei tratti in cui le scarpate formano le falesie.<br />

2 A .M .BISI , Favignana dalla preistoria all’epoca romana, pp. 24-33.<br />

5


Particolarmente vistosi risultano sulla zona orientale dell'isola gli effetti <strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong>namica antropica, soprattutto <strong>di</strong> quella connessa con l'attiv<strong>it</strong>à estrattiva eserc<strong>it</strong>ata da<br />

tantissimo tempo , ove, me<strong>di</strong>ante numerosissime cave a fossa e in galleria, venivano<br />

prelevati e esportati conci <strong>di</strong> arenaria per l'e<strong>di</strong>lizia "PIETRA DI FAVIGNANA".<br />

Il terr<strong>it</strong>orio dell'isola è composto da rocce <strong>di</strong> natura carbonatica <strong>di</strong> età compresa dal<br />

Trias Superiore e l'Eocene . In generale i terreni appartenenti a tale periodo localmente<br />

presentano caratteristiche ambientali che vanno da un ambiente <strong>di</strong> piattaforma ad un<br />

ambiente pelagico <strong>di</strong> bacino , ad un margine <strong>di</strong> piattaforma o ad un fianco <strong>di</strong> bacino.<br />

Su tale ossatura, in netta <strong>di</strong>scordanza angolare, poggiano i terreni quaternari.<br />

I terreni pleistocenici sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i da un potente pacco <strong>di</strong> calcaren<strong>it</strong>i, tenere,<br />

fossilifere, stratificati in grossi banchi , attribu<strong>it</strong>i al Pleistocene Inferiore.<br />

Lembi <strong>di</strong> pud<strong>di</strong>nghe a cemento calcareo <strong>di</strong> età tirreniana si pervengono parzialmente<br />

nella spianata occidentale dell'isola nei pressi <strong>di</strong> Case Canini mentre a Cala Monaci e a<br />

Cala Rossa conglomerati poligenici eterometrici sono ricoperti da spessori <strong>di</strong> depos<strong>it</strong>i<br />

colluviali e detr<strong>it</strong>ici.<br />

L'isola <strong>di</strong> Favignana è composta da successioni carbonatiche mesozoiche-terziarie, sui<br />

quali poggiano in <strong>di</strong>scordanza depos<strong>it</strong>i plio-quaternari.<br />

La successione carbonatica dell'isola è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da dolomie, calcari dolom<strong>it</strong>tici , calcari<br />

a cicloteni lofer<strong>it</strong>ici, selci rosse e marne calcaree selcifere <strong>di</strong> età Trias Superiore-Lias<br />

Me<strong>di</strong>o affioranti nel settore occidentale dell'isola a cui seguono , nel settore<br />

meri<strong>di</strong>onale calcilut<strong>it</strong>i marnose "scaglia", con intercalazioni <strong>di</strong> marne calcaree, argill<strong>it</strong>i<br />

silicee e liste <strong>di</strong> selce del Cretaceo Superiore-Eocene.<br />

La serie dei terreni presenti dal basso verso l'alto è data da: dolomie microcristalline,<br />

dolomie evapor<strong>it</strong>iche, dolomie stromatol<strong>it</strong>iche e lofer<strong>it</strong>iche talora con strutture<br />

enterol<strong>it</strong>iche, dolomie e peloi<strong>di</strong> ad intraclasti, dolomu<strong>di</strong>te nere alternate a livelli <strong>di</strong><br />

argille e marne con rari ostraco<strong>di</strong>.<br />

6


Si tratta <strong>di</strong> calcari dolom<strong>it</strong>ici e dolomie b<strong>it</strong>uminose stromatol<strong>it</strong>iche e lofer<strong>it</strong>iche <strong>di</strong><br />

colore grigio o nero, in strati da centimetri a decimetri <strong>di</strong> marne giallastre e grigie.<br />

Affiorano a nord all'altezza <strong>di</strong> Punta Faraglione e ad ovest, a Cala Rotonda, Cala Grande,<br />

Pozzo Ponente e Punta <strong>di</strong> Ferro all'estrem<strong>it</strong>à nord-occidentale dell'isola.<br />

Il grado <strong>di</strong> dolom<strong>it</strong>izzazione è molto variabile; talora da zone fortemente dolom<strong>it</strong>izzate,<br />

nelle quali tutti o molti dai caratteri tess<strong>it</strong>urali sono cancellati, si passa bruscamente a<br />

zone sfugg<strong>it</strong>e a tale processo, nelle quali si riconoscono sostanzialmente tutti i caratteri<br />

dell'originario ambiente deposizionale. 3<br />

Sono presenti terreni cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i da argille marnose e marne <strong>di</strong> colore grigio-azzurro <strong>di</strong><br />

età pliocenica.<br />

Le argille grigio-azzurre cost<strong>it</strong>uiscono la l<strong>it</strong>ofacies prevalentemente pel<strong>it</strong>ica del<br />

Pliocene. Le argille hanno spessori variabili dell'or<strong>di</strong>ne da alcuni metri ad alcune<br />

centinaia <strong>di</strong> metri e sono composte, in prevalenza, <strong>di</strong> argille marnose e siltose, passanti<br />

a marne argillose <strong>di</strong> colore grigio e grigio-azzurro . Localmente affiorano sul lato<br />

orientale <strong>di</strong> Favignana a Cala Rossa . Hanno frattura concoide e stratificazione<br />

in<strong>di</strong>stinta, laddove non sono presenti intercalazioni sabbioso-arenacee grigio-giallastre.<br />

Queste, rare in tali punti, <strong>di</strong>ventano, invece, assai frequenti in altri, ove risultano<br />

<strong>di</strong>stribu<strong>it</strong>e in tutto lo spessore dell'intervallo pel<strong>it</strong>ico e cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e <strong>di</strong> strati <strong>di</strong> spessore<br />

variabile da pochi centimetri ad alcuni metri, tanto che la formazione assume l'aspetto<br />

e le caratteristiche <strong>di</strong> una vera e propria alternanza <strong>di</strong> marne ed arenarie .<br />

Il progressivo aumento dei livelli siltosi giallastri verso l'alto, determina un passaggio<br />

graduale al sovrastante complesso calcaren<strong>it</strong>ico-sabbioso.<br />

Si nota la presenza <strong>di</strong> conglomerati , sabbie e biocalcaren<strong>it</strong>i nella spianata occidentale<br />

dell'isola (Cala Monaci, Cala Fumere, Punta Lunga). Si tratta <strong>di</strong> biocalcaren<strong>it</strong>e <strong>di</strong> colore<br />

3 F .TORRE ,Relazione geologica, in Stu<strong>di</strong>o geologico relativo agli ingrottamenti <strong>di</strong> via Ba<strong>di</strong>a e della zona Bue Marino,<br />

Trapani 1986.<br />

7


iancastro debolmente cementata, a grana grossolana e <strong>di</strong> conglomerati.<br />

I depos<strong>it</strong>i <strong>di</strong> spiaggia sono poco rappresentati, ristretti a pochi metri e confinati in<br />

sinuose e piccole calette (Lido Burrone, Cala Rotonda, Cala Grande, e nei pressi della<br />

Cala vicino lo Stabilimento Florio). Si tratta <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti granulari sciolti con<br />

granulometria compresa tra quella della sabbia minuta e quella della ghiaia grossolana,<br />

<strong>di</strong>stribu<strong>it</strong>i talora in strati e livelli più o meno addensati, a stratificazione incrociata, <strong>di</strong><br />

estensione variabile, tipiche delle se<strong>di</strong>mentazioni marine.<br />

Il detr<strong>it</strong>o <strong>di</strong> falda , invece, comprende materiali provenienti dallo smantellamento per<br />

erosione superficiale ( fisico-chimica meccanica) delle formazioni calcaree cost<strong>it</strong>uenti la<br />

dorsale mesozoica- terziaria facente capo a Santa Caterina. 4<br />

4 C .PAMPALONE, COMUNE DI FAVIGNANA,Piano Regolatore Generale, adeguamento dello strumento urbanistico ai sensi<br />

della circolare n.2222/95 dell’A. R. T .A. , pp. 1-16<br />

8


I FENICI A FAVIGNANA<br />

Favignana, la principale isola delle Ega<strong>di</strong> s<strong>it</strong>uata <strong>di</strong> fronte le coste trapanesi,<br />

rappresenta uno dei punti strategici per la navigazione, è in<strong>di</strong>cata da Polibio stesso a<br />

metà strada fra Cartagine e Lilibeo . ”Abbondante <strong>di</strong> legno ed acqua “ e dotata <strong>di</strong> una<br />

“selva copiosissima <strong>di</strong> legname” : così viene defin<strong>it</strong>a in un testo <strong>di</strong> Negro. 5<br />

La posizione vicino alle coste africane spiega il perché della presenza punico-<br />

cartaginese nell'antica Aegusa rendendola un punto strategico mil<strong>it</strong>are e uno dei<br />

maggiori centri punici nonché, rotta principale degli scambi commerciali che<br />

avvenivano fra la Sicilia, Sardegna e l’ Africa. Testimonianza <strong>di</strong> cio' è dato dal<br />

rinvenimento <strong>di</strong> un frammento <strong>di</strong> kotyle <strong>di</strong> produzione greca in una tomba <strong>punica</strong> <strong>di</strong><br />

Favignana (fig.1). Si tratta <strong>di</strong> ceramica greca arcaica, anzi probabilmente, <strong>di</strong> un prodotto<br />

<strong>di</strong> im<strong>it</strong>azione proveniente da qualche bottega siceliota, a giu<strong>di</strong>care dalla qual<strong>it</strong>à<br />

dell'argilla, dell'ingubbiatura e della vernice del motivo decorativo sopra<strong>di</strong>pinto a raggi<br />

e fasce circolari parallele. Dub<strong>it</strong>iamo tuttavia che il vaso cui apparteneva il frammento<br />

sia stato portato dai greci <strong>di</strong> Sicilia a Favignana. In quest'epoca infatti tutta la Sicilia<br />

Occidentale, a giu<strong>di</strong>care dal noto passo tuci<strong>di</strong>deo (Storie VI , 2 , 4) <strong>di</strong> cui non abbiamo<br />

fino a oggi ragione <strong>di</strong> dub<strong>it</strong>are, o almeno la zona costiera <strong>di</strong> essa, è occupata dalle genti<br />

fenicie, che intrattenevano dei buoni rapporti con gli Elimi, più anticamente immigrati<br />

in questa parte <strong>di</strong> isola. Così è a Mozia , dove i Fenici si stanziano a partire dalla fine<br />

dell' VIII sec. a.C. , e si rafforzarono un secolo e mezzo dopo con l'apporto <strong>di</strong> nuovi<br />

coloni provenienti da Cartagine ; così, probabilmente, è ad Erice e forse anche a Lilibeo,<br />

se si considerano alcuni frammenti ceramici corinzi recentemente rinvenuti e che<br />

5 C.M. NEGRO, Ventimiglia, Atlante <strong>di</strong> c<strong>it</strong>tà e fortezze del regno <strong>di</strong> Sicilia - 160 a.C., Messina 1983.<br />

9


sembrano mostrare l'esistenza <strong>di</strong> un nucleo urbano nel s<strong>it</strong>o almeno due secoli prima<br />

della <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> Mozia. Se si ha inoltre riguardo alla brevissima <strong>di</strong>stanza<br />

intercorrente fra il l<strong>it</strong>orale trapanese, Mozia e Favignana, e se si considerano le<br />

scarsissime risorse agricole <strong>di</strong> quest'ultima, che non potevano certo attirare i Greci a<br />

inse<strong>di</strong>arvisi , è più consono alla realtà storica supporre che siano stati i Fenici a portare<br />

nell'isola alcuni prodotti <strong>di</strong> ceramica greca, al pari, del resto, <strong>di</strong> quanto facevano a<br />

Mozia.<br />

Uno dei luoghi che mostra inse<strong>di</strong>amenti fenicio-punici sull'isola si trova presso la Cala<br />

<strong>di</strong> San Nicola, s<strong>it</strong>uata <strong>di</strong> fronte Levanzo, nella local<strong>it</strong>à denominata "BAGNO DELLE<br />

DONNE" (fig.2). Essa sembra avere quelle caratteristiche tipiche <strong>di</strong> un inse<strong>di</strong>amento<br />

fenicio-punico: facil<strong>it</strong>à d'approdo, sorgente d'acqua dolce necessaria per i rifornimenti,<br />

presenza <strong>di</strong> una barriera rocciosa utile per eventuali attacchi nemici da parte <strong>di</strong><br />

popolazione in<strong>di</strong>gene già presenti sull'isola e riparo dai forti venti provenienti da<br />

occidente, inoltre la composizione geologica del terr<strong>it</strong>orio permetteva l'e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong><br />

tombe a camera e a pozzo delle necropoli.<br />

Le prime <strong>testimonianze</strong> <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento sull' isola risalgono al VII fine dell'VIII secolo<br />

a.C. contemporaneamente alla colonizzazione fenicia nella costa occidentale della<br />

Sicilia, <strong>di</strong>ventando così roccaforte mil<strong>it</strong>are e un punto strategico <strong>di</strong> grande rilievo.<br />

In segu<strong>it</strong>o all'inse<strong>di</strong>amento punico, l'isola venne ben presto frequentata da marinai<br />

della flotta, mil<strong>it</strong>ari, pescatori.<br />

La fine del predominio punico nel Me<strong>di</strong>terraneo Occidentale risale alla battaglia delle<br />

Ega<strong>di</strong> svoltasi il 10 marzo del 241 a.C. ove si affrontarono sulle acque dell'isola la flotta<br />

Cartaginese, guidata da Annone, e quella romana, guidata dal console Lutazio Catulo, e<br />

terminata, dopo 24 anni, con la sconf<strong>it</strong>ta della flotta cartaginese a causa dell'<br />

inesperienza dell'equipaggio e del possente carico sulle imbarcazioni che non<br />

consentivano <strong>di</strong> poter effettuare delle facili manovre.<br />

10


Polibio fornisce un resoconto della battaglia esaltando la posizione strategica dell'isola,<br />

fra gli altri autori che ci parlano della <strong>di</strong>sfatta dei cartaginesi ricor<strong>di</strong>amo Livio, Eutropio<br />

e Orosio. Lo stesso Polibio ipotizza che le navi affondate furono cinquanta e settanta<br />

quelle catturate, mentre Livio narra che quelle affondate furono centoventicinque e<br />

quelle catturate settanta. 6<br />

La fine <strong>di</strong> questa battaglia segnò l' inizio della potenza <strong>di</strong> Roma sul Me<strong>di</strong>terraneo<br />

realizzando così in Sicilia la prima provincia del grande Impero romano.<br />

6 F.P. RIZZO,Ruolo me<strong>di</strong>terraneo delle Ega<strong>di</strong>: acquisizioni e prospettive della ricerca storica, in Sicilia Archeologica, 54-55,<br />

1984,pp.147-149.<br />

11


TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE A<br />

FAVIGNANA<br />

Dalle notizie pervenuteci dagli storici e dagli archeologi intorno al 1950, capiamo che la<br />

parte Occidentale della Sicilia subì poche esplorazioni rispetto alla parte Orientale.<br />

La causa <strong>di</strong> ciò è da ricercare nell'in<strong>di</strong>rizzo predominante degli stu<strong>di</strong> condotti dagli<br />

archeologi che si basarono quasi esclusivamente, sulla civiltà greco-romana: quin<strong>di</strong><br />

mancando tale cultura sul panorama della Sicilia Occidentale venne meno <strong>di</strong><br />

conseguenza l'interesse da parte degli archeologi.<br />

Gli inizi del 1960, segnano una svolta nella storia delle ricerche archeologiche e degli<br />

stu<strong>di</strong> fenicio-punici in Sicilia. 7<br />

I primi stu<strong>di</strong> vennero condotti da B. Pace 8 che, dopo aver esaminato tutte le<br />

<strong>testimonianze</strong> sulla cultura fenicio-<strong>punica</strong> nell'isola , propose dei propri giu<strong>di</strong>zi su <strong>di</strong><br />

essa, accendendo , <strong>di</strong>versi <strong>di</strong>batt<strong>it</strong>i fra gli stu<strong>di</strong>osi. Inizialmente egli r<strong>it</strong>iene che<br />

l'espansionismo dei Fenici non preveda l'approdo in terra siciliana, in quanto per<br />

giungere il lim<strong>it</strong>e estremo del Me<strong>di</strong>terraneo Occidentale bastava una navigazione lungo<br />

le coste dell'Africa del Nord. In segu<strong>it</strong>o però, Pace corregge il suo pensiero annunciando<br />

che prima della colonizzazione greca, ci possa essere stata in Sicilia la presenza fenicia.<br />

Alcune ricerche vennero intraprese dalla Soprintendenza alle Antich<strong>it</strong>à <strong>di</strong> Palermo nel<br />

1968 sulla parte orientale dell'isola <strong>di</strong> Favignana . Condotte da A.M. Bisi 9 , in local<strong>it</strong>à<br />

"TORRETTA" vennero in<strong>di</strong>viduate grotte <strong>di</strong> tufo a<strong>di</strong>b<strong>it</strong>e a tombe, la cui frequentazione<br />

va dalla preistoria all'impero romano. Inoltre vennero riportate alla luce sempre in<br />

local<strong>it</strong>à "TORRETTA"(fig.3) altre strutture tra cui una tomba a camera con breve dromos<br />

7 V. TUSA, Stato delle ricerche e degli stu<strong>di</strong> fenicio-punici in Sicilia,in Bollettino d’arte,31-32 , (Roma) 1985, pp.33-38.<br />

8 B. PACE, Arte e civiltà della Sicilia antica, vol. 1-2, C<strong>it</strong>tà <strong>di</strong> Castello, 1959.<br />

9 A.M. BISI, Favignana dalla preistoria all’epoca romana, in Sicilia Archeologica, I, 4, 1968, pp.24-33.<br />

12


inclinato d'accesso e a volta franata. Mentre nei <strong>di</strong>ntorni dell'antico cim<strong>it</strong>ero presso le<br />

cave <strong>di</strong> tufo vennero in<strong>di</strong>viduati pavimenti <strong>di</strong> tipo punico ed un complesso ipogeo, la<br />

cui frequentazione risale all'epoca preistorica e continua in quella cristiana, in cui<br />

venne trasformata in catacomba attraverso l'apertura <strong>di</strong> loculi mono e polisomi, <strong>di</strong><br />

nicchie e arcosoli , ricavati dal friabile tufo <strong>di</strong> cui è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il suolo dell'isola 10 . Non è<br />

da escludere che essi vennero riutilizzati in epoca <strong>punica</strong>. 11<br />

Nel 1970 nei pressi <strong>di</strong> contrada Bosco venne trovato un complesso <strong>di</strong> ambienti <strong>di</strong> età<br />

<strong>punica</strong> - ellenistica con pavimento in "opus segmentatum" a tessere marmoree su<br />

fondo <strong>di</strong> cocciopesto rosso, <strong>di</strong>stanti l'una dall'altra 24 cm circa. Tale pavimentazione la<br />

r<strong>it</strong>roviamo nei luoghi che conobbero la colonizzazione <strong>punica</strong> all'interno del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo durante un periodo che va dal IV al I sec. a.C., come per esempio a<br />

Cartagine, Cagliari, Kerkouane 12 , dove , in segu<strong>it</strong>o agli stu<strong>di</strong> del Morel 13 , venne<br />

attribu<strong>it</strong>a a questa local<strong>it</strong>à, l’appartenenza <strong>di</strong> un frammento <strong>di</strong> “opus segmentum” del<br />

V sec .a. C.<br />

Sempre durante la ricognizione del 1970, in local<strong>it</strong>à "CALAZZA"(fig.4) , venne scoperto<br />

un corredo funerario cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o fra le altre cose, da due unguentari fusiformi e<br />

frammentari, i quali si rinvengono all'interno delle tombe tardo-puniche del II-I sec. a.<br />

C., a Lilibeo 14 . Le scoperte delle tombe ipogee e dei pavimenti con mosaici attestano la<br />

testimonianza della dominazione cartaginese sull'isola 15 .<br />

In local<strong>it</strong>à "Bagno delle donne" a sud-ovest del nuovo cim<strong>it</strong>ero furono in<strong>di</strong>viduati<br />

10<br />

A.M. BISI,Recenti scoperte puniche in Sicilia, in Oriens Antiquus,9, 1970, vol. IX, pp. 249-258<br />

11<br />

A.M. BISI, Favignana. Nuove scoperte archeologiche, in Sicilia Archeologica , 12 (Trapani), 1970, pp. 13-17<br />

12<br />

M .FANTAR,” Pavimenta <strong>punica</strong> “ et signe <strong>di</strong>t de Tan<strong>it</strong> dans les hab<strong>it</strong>ations de Kerkouane, in Stu<strong>di</strong> Magrebini, I, 1966, pp.<br />

59-65.<br />

13<br />

J.P. MOREL, Kerkouane, ville punique du Cap Bon. Remarques archeologiques et historiques, in Mèlanges de l’Ecole<br />

française de Rome. Antiqu<strong>it</strong>., 81, 1969, pp. 473-518.<br />

14<br />

J . P. MOREL, op. c<strong>it</strong>., p.238; A.M. BISI, Recenti scoperte puniche in Sicilia, in Oriens Antiquus, 9 , 1970, pp. 249-258.<br />

15<br />

A .M .BISI, Favignana: nuove scoperte archeologiche, in Sicilia Archeologica, 12 (Trapani), c<strong>it</strong>. p. 17.<br />

13


ambienti quadrangolari 16 scavati nella roccia <strong>di</strong> epoca romana, i quali presentano un<br />

rivestimento <strong>di</strong> intonaco giallo e <strong>di</strong> cocciopesto impermeabile a<strong>di</strong>b<strong>it</strong>e alla salagione del<br />

tonno . Non si esclude l'ipotesi <strong>di</strong> una loro frequentazione in epoca <strong>punica</strong>.<br />

In local<strong>it</strong>à San Nicola , in un ampia grotta detta del Pozzo (50X20X15) , è presente una<br />

tomba neo<strong>punica</strong> accessibile attraverso un dromos a gra<strong>di</strong>ni( fig.5). Al <strong>di</strong> sopra del<br />

moderno pozzo , a sinistra della parete dell'accesso principale, si trova incisa, a circa<br />

1,80 cm dall'altezza del suolo, un'iscrizione <strong>di</strong> tipo neopunico composta su due righe<br />

(fig.6).<br />

Questa epigrafe presenta delle particolar<strong>it</strong>à date dalla presenza <strong>di</strong> due lettere che<br />

risalgono all'alfabeto punico del IV-II sec. a.C., come la lettera "tau" a sinistra posta alla<br />

fine della prima riga , e "mem", che cost<strong>it</strong>uisce la terz'ultima lettera da destra nella<br />

seconda riga, affiancate ad altri segni caratteristici della scr<strong>it</strong>tura neo<strong>punica</strong>; inoltre è<br />

da segnalare che, sia la quarta che la quinta lettera da destra della seconda riga, cioè la<br />

"h"e la "m", risultano rovesciate rispetto al ductus praticato nell'uso delle scr<strong>it</strong>ture<br />

sem<strong>it</strong>iche, orientato da destra verso sinistra.<br />

16 A. M. BISI, Testimonianze puniche a FAVIGNANA nelle isole Ega<strong>di</strong>, in Archeologia, 50, Roma 1969, pp. 96-106.<br />

14


L'epigrafe che ci appare è :<br />

L'iscrizione attribu<strong>it</strong>a al II-I sec. a .C. , venne scoperta dalla Bisi 17 nel 1968. Per quanto<br />

riguarda la traduzione della prima riga la Bisi r<strong>it</strong>iene che vengano menzionate delle<br />

offerte; forse un offerta lignea o forse la deposizione <strong>di</strong> un catafalco o <strong>di</strong> qualche altro<br />

arredo funerario presso la tomba. Alla seconda riga la stu<strong>di</strong>osa non riesce a dare un<br />

significato compiuto forse per l'attardamento <strong>di</strong> lettere <strong>di</strong> tipo punico.<br />

Gli stu<strong>di</strong> nella Grotta del Pozzo vennero esegu<strong>it</strong>i anche da altri stu<strong>di</strong>osi tra cui<br />

ricor<strong>di</strong>amo Benedetto Rocco 18 e Gaspare Giann<strong>it</strong>rapani nel 1970 e nel 1971 da Aurelio<br />

Giangrasso e lo stesso Rocco. Vennero scoperte una decina <strong>di</strong> iscrizioni fenicie , incise<br />

sulle pareti della grotta e una serie <strong>di</strong> raffigurazioni sia sul soff<strong>it</strong>to che sulle pareti.<br />

Durante l'interpretazione dell'epigrafe da parte <strong>di</strong> Rocco un grande aiuto gli è stato<br />

dato dalle iscrizioni provenienti dalla grotta Regina a Palermo, considerata la sorella <strong>di</strong><br />

questa, ove le datazioni dell'epigrafi si avvicinano <strong>di</strong> molto a quelle della grotta del<br />

Pozzo ( VII sec. a.C. - III sec. d.c.), a <strong>di</strong>fferenza delle epigrafi <strong>di</strong> Mozia datate (VII - V sec.<br />

a .C) ; inoltre, è stato praticato un raffronto con le tavole del Friedrich 19 e Peckham. Il<br />

lavoro <strong>di</strong> decifrazione consisteva nell'in<strong>di</strong>viduazione dei caratteri epigrafici e<br />

nell'assegnazione <strong>di</strong> un significato logico ad ogni parola dove, si manifestarono la<br />

17 A. M. BISI, Testimonianze puniche a FAVIGNANA nelle isole Ega<strong>di</strong>, c<strong>it</strong>., pp. 100.<br />

18 B . ROCCO, La Grotta del Pozzo a Favignana, in Sicilia Archeologica, 17, 1972, pp. 9-20<br />

19 FRIEDRICH-ROLLING, Phonizish-Punishe Grammatik, Roma 1970, Schrif<strong>it</strong>afel I-III.<br />

15


presenza <strong>di</strong> parole nuove, ignote al vocabolario, ma che poi è stato risolto stabilendo<br />

un confronto con le lingue affini.<br />

Le epigrafi sono state numerate iniziando dal lato sinistro dell'entrata principale fino al<br />

fondo, dove si apre l'entrata secondaria.<br />

ISCRIZIONE N.1 (fig.7)<br />

Entrando a sinistra , a destra del pozzo, nella parte alta, si osserva la prima iscrizione<br />

composta su due righe i cui piani sono delineati chiaramente a sinistra da una retta<br />

naturale che sembra attraversare orizzontalmente tutto il piano sinistro e che, meno<br />

visibilmente, prosegue a destra fino allo spigolo della parete; nella parte centrale del<br />

piano superiore, venne tracciata in epoca posteriore una croce, danneggiata da due<br />

piccole fossette , ed una seconda croce a destra della prima , posta sul prolungamento<br />

destro del braccio orizzontale. Essi rappresentano segni evidenti <strong>di</strong> un utilizzazione in<br />

epoca cristiana.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o del testo comincia da destra della prima riga con un "samek" e un "lamed",<br />

che secondo la Bisi 20 erano stati omessi perché interpretati con un segno a doppio<br />

archetto <strong>di</strong> incerta natura, e si termina a sinistra della seconda riga, in cui è presente un<br />

altro "lamed", riprodotto con una curvatura più accentuata rispetto al primo, a causa<br />

della lettera della prima riga che lo sovrasta e su cui la Bisi si pronunciò <strong>di</strong>cendo che per<br />

il suo notevole spessore rassomiglia più ad una fen<strong>di</strong>tura sulla pietra che a un 'altra<br />

lettera. 21<br />

Alla prima riga la sesta lettera andrebbe r<strong>it</strong>enuta un "dalet" piuttosto che un "resh", a<br />

causa del contesto e per la somiglianza con un'altra lettera dell'iscrizione numero 5. La<br />

prima lettera della seconda linea è uguale alla prima della riga antecedente , quin<strong>di</strong><br />

20 A . M. BISI, Iscrizione neo<strong>punica</strong> ine<strong>di</strong>ta da Favignana ,in Annali, Napoli, 19, 1969, pp. 555-558.<br />

21 A. M .BISI, op. c<strong>it</strong>., p. 556.<br />

16


"samek"; i tre segni che seguono, una vera "crux interpretum" andrebbero identificati<br />

per un "het", tenendo conto della vasta gamma <strong>di</strong> forme, che offre per tale lettera la<br />

Grotta Regina 22 , accompagnata da altri ambienti fenici e neopunici; segue un "taw "<br />

<strong>di</strong>verso dal primo (ultima lettera prima riga) e già documentato alla Grotta Regina ; per<br />

finire con un "bet" legato ad un "nun", segu<strong>it</strong>o da un "ayn" a forma <strong>di</strong> pera rovesciata<br />

come i due della prima linea, <strong>di</strong> cui il primo sfiora casualmente il "lamed" che lo<br />

precede.<br />

L'incisione nelle varie lettere appare abbastanza marcata; in base alla forma generale<br />

delle lettere, lo stu<strong>di</strong>oso r<strong>it</strong>iene che esse risalirebbero attorno al II-I sec .a.C., mentre<br />

l'ultima lettera della prima riga, il "taw" , ha una datazione anteriore <strong>di</strong> circa due secoli.<br />

Questa anomalia secondo Rocco , è da ricercarsi in quella che era l'intenzione <strong>di</strong> colui<br />

che ha praticato l'incisione, e cioè <strong>di</strong> rendere solenne la grafia della parola più<br />

importante dell'epigrafe, le lettere "shin", "alef" e "taw". Infatti queste tre lettere che<br />

si susseguono, mostrano <strong>di</strong> essere state realizzate con maggiore impegno calligrafico,<br />

concretizzandosi nel "taw" in un evidente arcaic<strong>it</strong>à.<br />

L'insieme delle sei parole mostra uno stile coinciso e ru<strong>di</strong>mentale; ogni termine è<br />

accostato all'altro in maniera prim<strong>it</strong>iva, con una sintassi <strong>di</strong> giustapposizione; la cosa<br />

meraviglia in un epoca così tarda, quando ci aspetteremo una concatenazione <strong>di</strong><br />

pensieri più evoluta; senza omissione del pre<strong>di</strong>cato grammaticale; segno evidente -ci<br />

sembra- che la gente addetta alla grotta godeva <strong>di</strong> una cultura poco elevata e<br />

conservava in periodo romano la cultura arcaica dei primi colonizzatori fenici.<br />

L'iscrizione n.1 della grotta Regina a Palermo è l'esempio <strong>di</strong> questa sintassi arcaica. 23<br />

Da queste lettere il Rocco ha cercato <strong>di</strong> ottenere una parafrasi, giungendo al seguente<br />

risultato: "Questa roccia fu sistemata con acceso e po<strong>di</strong>o, da SHT, figlio <strong>di</strong> EL". Si<br />

22 B. ROCCO, La Grotta Regina (Palermo): le iscrizioni maggiori, in Annali, Napoli, 33, 1973, pp. 11-29.<br />

23 B. ROCCO, L’ iscrizione n. 1 della Grotta Regina (Palermo), in Annali, Napoli,19 , 1969, p. 413.<br />

17


tratterebbe <strong>di</strong> un'iscrizione commemorativa che tramanda ai posteri della sistemazione<br />

che venne fatta all'interno della grotta trasformata così in un santuario più <strong>di</strong>gn<strong>it</strong>oso:<br />

sono ricordati il dromos <strong>di</strong> accesso con gra<strong>di</strong>ni, ancora oggi visibile e in buono stato <strong>di</strong><br />

conservazione, e il po<strong>di</strong>o per lo svolgimento regolare dei r<strong>it</strong>i, <strong>di</strong> cui non restano più le<br />

tracce. E' risultato sorprendente a Favignana, trovare il vocabolo con cui è stata<br />

tradotta la parola "po<strong>di</strong>o", che è stato riscontrato almeno altre tre volte soltanto nella<br />

Grotta Regina (She't). Questa parola è stata la spia, che ha richiamato l'idea del<br />

Santuario ed ha con<strong>di</strong>zionato la traduzione dell'intera iscrizione. Inoltre, il Rocco<br />

r<strong>it</strong>iene che, visto il maggiore impegno calligrafico con cui è incisa la parola rispetto alle<br />

altre che completano l'iscrizione, e l'arcaic<strong>it</strong>à con cui viene realizzato il segno "taw", il<br />

po<strong>di</strong>o deve essere stato, durante il lavoro <strong>di</strong> sistemazione della grotta, l'opera più<br />

vistosa e rappresentativa . I segni "SHT", vengono interpretati come un nome <strong>di</strong><br />

persona. Il termine El si potrebbe accostare al biblico "Eli" (1 Sam.1, 14 ecc) e all'AB-<br />

GhL/'B-'L <strong>di</strong> Ugar<strong>it</strong> e <strong>di</strong> Abydos ; invece, il BN'L corrisponde esattamente all'Ugar<strong>it</strong>ico<br />

BN GhL e trova ancora raffronto in parecchie attestazioni puniche, recens<strong>it</strong>e in<br />

Karthago XIX.<br />

ISCRIZIONE N.2 (fig.8)<br />

Procedendo sul lato sinistro, a mezza parete, si trova la seconda iscrizione, la cui lettura<br />

durante l'indagine è risultata <strong>di</strong>fficile, poiché la superficie incisa è stata deteriorata<br />

dall'umi<strong>di</strong>tà che ha reso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile in<strong>di</strong>viduazione delle incisioni stesse.<br />

Sono stati ripetuti per una decina <strong>di</strong> volte gli stessi segni BRK, sempre uguali. La<br />

ripetizione degli stessi segni più e più volte appare in parecchi tratti della Grotta<br />

Regina. I caratteri epigrafici possono farsi risalire anche al V-IV sec. a. C. In questa<br />

iscrizione si rivela che il "Kaf" è riprodotto sia nella forma arcaica, con i tratti ad angolo,<br />

sia nella forma più recente, col tratto orizzontale ricurvo, e la particolar<strong>it</strong>à del "bet" il<br />

cui tratto secondario a volte si prolunga maggiormente a sinistra fino a toccare le<br />

18


lettere successive del "resh" e del "Kaf". In base ai caratteri epigrafici, viene fatta<br />

risalire al V-IV sec .a .C.<br />

La traduzione sarebbe "Bene<strong>di</strong>ci,Bene<strong>di</strong>ci" che viene ripetuto <strong>di</strong>eci volte. Si tratta <strong>di</strong><br />

richieste <strong>di</strong> grazia, tram<strong>it</strong>e l'imperativo del vocabolo cultuale più usato e più<br />

espressivo.<br />

ISCRIZIONE 3.(fig. 9).<br />

Sulla parete <strong>di</strong> fronte l'ingresso principale, procedendo da sinistra, a metà parete si<br />

trova la terza iscrizione assegnabile al III-II sec. a .C . Essa è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da lettere <strong>di</strong> cui<br />

risulta certa la lettura delle due "nun" consecutivi e rimane invece qualche perpless<strong>it</strong>à<br />

per quanto riguarda l' "het". La sua traduzione è "Abbi misericor<strong>di</strong>a", oppure "Sii<br />

benigno".<br />

Questo verbo è scarsamente noto all'epigrafia; usatissimo in ebraico nella lingua<br />

l<strong>it</strong>urgica . Qui viene attestata , per la prima volta la forma imperativa (QUAL O POLEL),<br />

così anche nella Grotta Regina . Questo verbo in<strong>di</strong>ca il perdono delle colpe e la<br />

concessione della grazia.<br />

ISCRIZIONE N.4. (fig.10).<br />

A destra della precedente, a mezza altezza si trova la quarta iscrizione che risulta<br />

abbastanza leggibile. Da essa si deduce un "alef" <strong>di</strong> forma evoluta; un "samek " e un<br />

"nun" che risalgono al I sec. a. C - I sec. d. C. La traduzione è "O Iside, <strong>di</strong> grazia!". La<br />

parola che sta per Iside sarebbe "'s". Questo segno è stato r<strong>it</strong>rovato sia a Menfi sia in<br />

Eg<strong>it</strong>to che nella Grotta Regina , in cui appare una decina <strong>di</strong> volte. 24<br />

Da sottolineare è la presenza <strong>di</strong> un "nun", da leggere probabilmente "na " o "no" , che<br />

risulterebbe una particella esortativa , comunissima in ebraico, come ad esempio in<br />

"Osanna - Hosha'-na", che significa "Salva <strong>di</strong> grazia !", e presente in fenicio due volte<br />

24 B .ROCCO, L’iscrizione n.1 della Grotta Regina (Palermo), c<strong>it</strong>., p. 548<br />

19


una a Saqqara 25 e l'altra nella Grotta Regina 26 . Si usa sempre proposta ad un verbo o<br />

ad un'altra particella ; se bene in<strong>di</strong>viduata, in questa iscrizione n.4 avremmo<br />

documentato l'uso <strong>di</strong> "n" proposto ad un nome proprio.<br />

ISCRIZIONE n.5 (fig.11).<br />

In fondo alla grotta, prima dell'ingresso secondario , a mezza altezza si trova un<br />

epigrafe composta da 5 lettere, <strong>di</strong>vise in due parole, tra cui una composta da tre segni,<br />

l'altra <strong>di</strong> due, e separate tra loro da tre pesci capovolti.<br />

La lettura lascia qualche incertezza solo per le due prime lettere a destra ; per la prima<br />

( che costa <strong>di</strong> tre segni complementari) si suggerisce il valore <strong>di</strong> "het"; per la seconda<br />

(in teoria "dalet" o "resh"), in armonia con l'iscrizione n. 1 , si preferisce il valore <strong>di</strong><br />

"dalet". L' "alef" precedente (iscrizione n.4), mentre il "samek" è più evoluto del<br />

precedente. La datazione ci sembra da assegnare ad epoca bassa , a cominciare dal<br />

sec. I d.C. L'iscrizione n.5 è la più recente delle 10 finora recuperate. Riguardo alla<br />

traduzione viene proposto :"Rimani , o Iside"; o anche :"Fa(cci) vivere o Iside".<br />

Queste due traduzioni, derivano dal <strong>di</strong>verso significato che si attribuisce al verbo HDL,<br />

sconosciuto al vocabolario, e che qui viene tradotto in conform<strong>it</strong>à dell'uso ebraico.<br />

Nella prima traduzione , viene usato il verbo "rimani" nella forma imperativa,<br />

supponendo il verbo alla forma "qal"; nella seconda traduzione , si attribuisce al verbo<br />

il significato "facci vivere" e si suppone la forma "piel"con valore causativo. Questo<br />

significato <strong>di</strong>" rimanere in v<strong>it</strong>a" , si riscontra nel salmo 49,9 , in cui il termine "hadal",<br />

che ha il significato <strong>di</strong> "rimanere in eterno", viene usato in parallelo con "hawah", che<br />

vuol <strong>di</strong>re vivere ancora per sempre.<br />

25 A. VAN DEN BRANDEN, La lettera fenicia <strong>di</strong> Saqqara, in Bibbia e Oriente, XII, 1970, p. 217.<br />

26 B. ROCCO, Da Erice a Palermo: revisioni epigrafiche, in Sicilia Archeologica , 13 , 1971, p. 27 .<br />

20


ISCRIZIONE N.6<br />

A destra dell'ingresso secondario, viene collocata tale iscrizione ancora da stu<strong>di</strong>are.<br />

ISCRIZIONE N .7 (fig.12).<br />

E' posta a destra della precedente , <strong>di</strong> r<strong>it</strong>orno verso l'ingresso principale . Inizialmente<br />

Rocco aveva in<strong>di</strong>viduato , un primo "bet" che segnava l'inizio del testo inciso, mentre in<br />

segu<strong>it</strong>o scoprì il secondo "bet " tre volte più grande del primo 27 . Dagli stu<strong>di</strong> effettuati in<br />

segu<strong>it</strong>o si notano altre incisioni poco marcate <strong>di</strong> cui riconosciamo il "tet" e "qof" 28 .<br />

Per quanto riguarda la loro natura , sembrerebbe che si tratti <strong>di</strong> segni aventi valore<br />

ornamentale e <strong>di</strong> nessun significato epigrafico, ma tale ipotesi è sment<strong>it</strong>a dal confronto<br />

fatto nella Grotta Regina dove tali incisioni sono presenti abbracciando un arco <strong>di</strong> molti<br />

secoli e seguendo l'evoluzione che presentano le lettere alfabetiche, ora col ductus<br />

arcaico, ora con ductus recente. Si tratta delle lettere "tet" e "qof" dell'alfabeto fenicio,<br />

cost<strong>it</strong>uenti imperativi verbali, che corrispondono ai nostri "<strong>di</strong>","fa", "da'".<br />

L'iscrizione risulta composta da due righe: nella prima vi è presente un "bet" segu<strong>it</strong>o da<br />

un "nun" in corsivo, da un "het" ad imbuto, formato dalle sole due rette traverse che,<br />

risulterebbe uguale a quello trovato in alcune epigrafi moziesi del VI sec. a .C 29 . Le<br />

lettere finali sono composte da due "nun" che mostrano lo stesso ductus della Grotta<br />

Regina 30 .<br />

La seconda riga inizia con un "bet" più piccolo rispetto al precedente, così come le<br />

lettere seguenti <strong>di</strong> cui riconosciamo un "mem" accavallato da due "tet" , un "lamed"<br />

un "resh"e un "qof" abbastanza riconoscibili.<br />

27 B. ROCCO, La Grotta del Pozzo a Favignana, c<strong>it</strong>., p. 15<br />

28 B .ROCCO, Ancora sulla Grotta del Pozzo a Favignana, in Sicilia Archeologica, 28-29, 1975, pp. 85-95.<br />

29 G. GARBINI, Le iscrizioni puniche, in Mozia- II , Roma 1966 , pp. 109-115, Idem , Le iscrizioni puniche, in MOZIA- III, Roma<br />

1967, pp. 71-81; B .ROCCO ,Iscrizioni fenicie <strong>di</strong> Mozia, in Annali dell’Ist<strong>it</strong>uto Orientale <strong>di</strong> Napoli, 1970, pp. 105-116.<br />

30 B. ROCCO, Grotta Regina (Palermo): le iscrizioni maggiori, in Annali,Napoli, 33, 1973 , pp. 11 e pp. 19.<br />

21


La trascrizione che ne segue è : (n. 1 riga ) BN HNN<br />

(n.2 riga )BMLQRT B Sh PT<br />

La traduzione è "I figli <strong>di</strong> HANU N : BOMILQART (e) BOSHAFOT".<br />

Le lettere BN sono state tradotte con la parola "figli", HNN probabilmente è un nome <strong>di</strong><br />

persona; le lettere BMLQRT in<strong>di</strong>viduano un nome <strong>di</strong> persona comune nelle epigrafi del<br />

settore Occidentale 31 . BShPT è un altro nome <strong>di</strong> persona che sta per Boshafot. La<br />

pronuncia e la forma rispecchia le iscrizioni della Grotta Regina. 32<br />

Le epigrafi possono essere interpretate come una forma <strong>di</strong> preghiera in cui viene<br />

sottinteso il verbo.<br />

ISCRIZIONE N.8 (fig. 13 )<br />

L'epigrafe si fa risalire al III-II sec .a. C. Si trova nella parte alta , a destra dell'ingresso<br />

principale.<br />

Le <strong>di</strong>fficoltà per la lettura terminarono con il riconoscimento <strong>di</strong> due iscrizioni incise in<br />

date <strong>di</strong>verse e sovrapposte. La prima la più antica in caratteri fenici, la seconda in<br />

caratteri latini.<br />

La prima iscrizione si <strong>di</strong>vide in due righe , che hanno inizio nello stesso punto e che si<br />

aprono a ventaglio progressivamente accentuando tale forma. Da evidenziare una<br />

caratteristica riguardante le forme alfabetiche che si arcuano in basso a sinistra. Le<br />

lettere presentano una certa arcaic<strong>it</strong>à, soprattutto il "sade" che cost<strong>it</strong>uisce in quarto<br />

segno nella seconda riga , mentre i due "nun" tendono alla forma corsiva; nella<br />

seconda riga mostrano maggiore evoluzione il "samek" l' "he" e il "tet".<br />

La traduzione è :"Voto che fece 'Absid, il commissario". Si tratta dello scioglimento <strong>di</strong><br />

un voto non specificato. E' una formula comunissima nelle iscrizioni fenicie<br />

dell'occidente ; in particolare, per la mancata menzione del Dio t<strong>it</strong>olare riscontrata<br />

31 Cf . Karthago XII, 1965, p. 95.<br />

32 B. ROCCO, La Grotta Regina (Palermo) ecc., c<strong>it</strong>. p. 429<br />

22


nell'iscrizione n. 17 della Grotta Regina che usava lo stesso formulario 33 . Infatti nelle<br />

due iscrizioni si ripete la formula : "Voto che Votò", che rappresenta la traduzione<br />

letteraria , e che poi viene tradotta "Voto che fece "; il termine 'Absid sta a significare :"<br />

servo del <strong>di</strong>o Sid 34 ;"il Commissario" è in<strong>di</strong>cato dalla parola "STR". Secondo il DISO, la<br />

forma rappresentata con la prima ra<strong>di</strong>cale "S", rappresenterebbe una variante<br />

dell'altra forma composta con la prima ra<strong>di</strong>cale "SH", che al participio ha il significato <strong>di</strong><br />

scriba , sinonimo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> SPR. Anche in ebraico non vi è <strong>di</strong>stinzione tra "SOFER" e<br />

"SHOTER" che significano entrambi " scriba".<br />

In realtà in due cronache 34,13 viene menzionato il fatto che "tra i Lev<strong>it</strong>i (addetti al<br />

tempio <strong>di</strong> Gerusalemme ) c'erano portinai, scribi (SOFERIM) e commissari<br />

(SHOTERIM)": ciò sta a significare che le due cariche erano <strong>di</strong>stinte. Quin<strong>di</strong> rimane<br />

incerto il significato da attribuire alle lettere STR che r<strong>it</strong>roviamo nella Grotta del Pozzo<br />

e che probabilmente fungeva da tempio.<br />

La seconda iscrizione viene datata XVI- XVII, è sovrapposta interamente alla prima riga.<br />

La lettura a luce radente è abbastanza facile ; rimane qualche incertezza per la" S"<br />

iniziale che è tracciata meno delle altre. Qualche leggera irregolar<strong>it</strong>à <strong>di</strong> ductus nell'A e<br />

nel M si spiega con la presenza del tracciato precedente in lettere fenicie .<br />

E' necessario spiegare che se manca la "s" iniziale , si tratterà della firma <strong>di</strong> qualche<br />

osservatore illustre; ma per quel tempo la cosa sembra improbabile , anche perché il<br />

nome ERASMO non è stato mai tanto comune , specialmente in Sicilia. Se invece è<br />

presente la "S" iniziale , <strong>di</strong> cui esistono buone probabil<strong>it</strong>à ,la spiegazione è più facile :<br />

"S" sarebbe l'abbreviazione <strong>di</strong> SANTO e la scr<strong>it</strong>ta <strong>di</strong>rebbe "SANT' ERASMO".<br />

Si pensa che i soldati che si trovavano nella maggiore delle Ega<strong>di</strong> affidassero a<br />

"SANT'ERASMO" la <strong>di</strong>fesa dell'isola contro le incursioni dei pirati e ne abbiano inciso il<br />

33 B. ROCCO, op .c<strong>it</strong>., p. 15.<br />

34 Cf. Karthago XII, p. 70 e p. 132<br />

23


nome in quello che dovette essere un luogo <strong>di</strong> culto cristiano prima della costruzione<br />

dell'attuale ab<strong>it</strong>ato.<br />

ISCRIZIONE N. 9 .<br />

E' s<strong>it</strong>uata A destra della precedente , al termine del dromos d'accesso. Forse<br />

danneggiata ma deve essere ancora stu<strong>di</strong>ata.<br />

ISCRIZIONE N .10.<br />

In basso a destra entrando, sulla parete dell'ultimo tratto del dromos si trovano<br />

numerose iscrizioni e <strong>di</strong>verse raffigurazioni che lo stu<strong>di</strong>oso Rocco ha numerate<br />

progressivamente dalla lettera A alla G.<br />

Una prima raffigurazione è s<strong>it</strong>uata nello spazio fra l'iscrizione n.1 e l'iscrizione n.2.,<br />

mentre la seconda raffigurazione (fig. 14.5) si trova nella parte bassa presso l'iscrizione<br />

n.5. avente , forma <strong>di</strong> freccia , che potrà significare o la forma della freccia stessa o<br />

qualche altro oggetto al posto della quale si trova una grossa buca.<br />

La terza raffigurazione (fig.15) composta da tre pesci capovolti in<strong>di</strong>ca un invocazione<br />

alla dea Iside. Il significato dei pesci è dato dal senso dell'iscrizione ("Rimani o<br />

Iside";oppure "Facci vivere o Iside ") probabilmente perché gli autori devoti alla dea<br />

Iside (protettrice dei naviganti), trovavano nella pesca elemento <strong>di</strong> sussistenza.<br />

In segu<strong>it</strong>o vennero scoperti numerosi "TET" e"QOF", un altro pesce capovolto e una<br />

montagna composta da cinque piccole prominenze , mentre le figure che appaiono nel<br />

margine destro in basso , potrebbero rappresentare una scena <strong>di</strong> pesca ridotta agli<br />

elementi essenziali , infatti non vi è la presenza né <strong>di</strong> pescatori né <strong>di</strong> barche , ma<br />

soltanto alcuni pesci che calano in una rete identificata con i sei cerchi che si trovano<br />

alla base. E' chiaro che tale immagine rappresenti il paesaggio <strong>di</strong> Favignana .<br />

La quarta raffigurazione ( fig. 14.3) , si trova vicino le iscrizioni 6-7 , ed è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da<br />

un pesce in posizione verticale , col capo rivolto all'verso sopra.<br />

La quinta raffigurazione si pensa risalente ad un periodo storico ( fig.16) , è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a<br />

24


da due figure : a sinistra un pesce , che risulta essere il più elaborato della grotta, a<br />

destra una figura antropomorfa eretta , che viene descr<strong>it</strong>ta dalla Bisi come "a freccia o<br />

<strong>di</strong> tipo nematomorfo", confrontandola con le figure della Grotta del Genovese<br />

(Levanzo) 35 .<br />

La sesta raffigurazione (fig. 14.6) si trova sul soff<strong>it</strong>to accanto alla quinta raffigurazione e<br />

rappresenta "dall'interpretazione data dal Rocco" 36 , una stella ad otto punte con un<br />

appen<strong>di</strong>ce inferiore <strong>di</strong> incerto significato così come tutta l'intera raffigurazione ;<br />

probabilmente avrebbe dovuto avere valore cultuale , vista la presenza <strong>di</strong> numerosi<br />

"tet" che intralciano le varie linee del <strong>di</strong>segno.<br />

La settima raffigurazione (fig. 14.1) posta vicino l'ingresso , è posta sul soff<strong>it</strong>to verso il<br />

centro. Vi sono rappresentate due pesci e due frecce in posizione eretta , capovolti uno<br />

rispetto all'altro; le frecce seguono la <strong>di</strong>rezione del pesce parallelo alla loro destra .<br />

Forse vi è la presenza <strong>di</strong> un altra freccia ma il <strong>di</strong>segno risulta poco chiaro.<br />

L' ottava raffigurazione documentata (fig. 17); si trova antistante la parete del secondo<br />

ingresso . Vi è rappresentata una ruota attraversata da due raggi che si incontrano ad<br />

angolo retto ; sono presenti anche delle protuberanze esterne che sembrano la<br />

continuazione dei quattro raggi visibile e <strong>di</strong> altri raggi nascosti ; l'insieme <strong>di</strong> questa<br />

immagine si identifica in un fiore sorretto da uno stelo inciso <strong>di</strong> cui si ignora il<br />

significato. 37<br />

La nona e ultima raffigurazione (fig.18), dove non è stata segnalata la presenza <strong>di</strong> un<br />

testo epigrafico, si trova sulla parete vicino al secondo ingresso ed è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da<br />

quattro pesci guizzanti , <strong>di</strong> cui due posti in posizione parallela "che sembrano gettarsi<br />

giù" , un terzo colto nel movimento <strong>di</strong> percorrere la curva , mentre un quarto che, li<br />

35 A. M .BISI, Favignana dalla preistoria all’ epoca romana., c<strong>it</strong>., p. 28.<br />

36 B. ROCCO, Ancora sulla Grotta del Pozzo a Favignana, c<strong>it</strong>., p. 92.<br />

37 B. ROCCO, Ancora sulla Grotta del Pozzo ecc., c<strong>it</strong>., p. 93.<br />

25


precede nella corsa ed ha già ripreso la risal<strong>it</strong>a.<br />

Dalle attestazione rinvenuteci si evidenzia " tra il IV sec. a.C. e il II sec. d.C." la<br />

presenza nella Grotta del Pozzo <strong>di</strong> genti che parlavano la lingua fenicia, almeno nella<br />

prassi l<strong>it</strong>urgica, e che tale Grotta veniva utilizzata per la celebrazione dei culti,<br />

escludendo i r<strong>it</strong>i funerari 38 , poiché, non vi sono documentazioni epigrafiche utili per<br />

tali ipotesi. 39<br />

Tra le <strong>di</strong>vin<strong>it</strong>à che possono essere menzionate in un primo momento "secondo<br />

Rocco" 40 , vi sono MELQART il "Signore <strong>di</strong> Tiro" che accompagnava i colonizzatori<br />

durante i loro spostamenti nelle regioni d' Occidente ; la dea ISIDE " protettrice dei<br />

naviganti che sost<strong>it</strong>uì il primo fino all'avvento del Cristianesimo documentato in questa<br />

Grotta .<br />

Le qual<strong>it</strong>à delle epigrafi della Grotta del Pozzo gli danno una posizione <strong>di</strong> rilievo nel<br />

panorama siciliano.<br />

Una scoperta straor<strong>di</strong>naria fatta da Rocco , all'interno <strong>di</strong> una grotticella a sud-est della<br />

Grotta del Pozzo , raffigura due navi realizzate con tecniche raffinate, che le danno<br />

"secondo lo stu<strong>di</strong>oso" , il primato per quanto riguarda la bellezza nel contesto fenicio-<br />

punico della Sicilia Occidentale. Denominata "Grotta delle Navi " 41 per il suo particolare<br />

figurativo. Si notano delle <strong>di</strong>fferenze nelle due imbarcazioni ( fig.19), anche se, si pensa<br />

che provenissero dalla stessa mano: quella posta a sinistra è più piccola , priva del<br />

timone, ha un solo remo e ha sia a poppa che a prua due vele spiegate ; la barca <strong>di</strong><br />

destra è <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni tre volte maggiori rispetto alla precedente, ha molti remi e ha<br />

sinistra vi è il timone . Anche nella Grotta Regina è stata trovata una raffigurazione del<br />

“navigium Isi<strong>di</strong>s “ anche se, rispetto a quella che si trova a Favignana , la nave risulta<br />

38<br />

B. ROCCO, La Grotta del Pozzo ,ecc., c<strong>it</strong>., p. 20<br />

39<br />

B. ROCCO, op . c<strong>it</strong>., p. 94<br />

40<br />

B. ROCCO, La Grotta del Pozzo, ecc., c<strong>it</strong>., p. 19<br />

41<br />

B. ROCCO, Ancora sulla Grotta del Pozzo a Favignana, c<strong>it</strong>., p. 90<br />

26


meno bella. Un elemento che li accomuna invece è dato dalla posizione del timone che<br />

si trova nello stesso posto , e la presenza <strong>di</strong> un iscrizione che si riferisce a Iside.<br />

Nella zona in alto si evidenziano tre oggetti ben <strong>di</strong>stinti: a destra vi sono forme<br />

riconducibili alla forma <strong>di</strong> un triangolo che rivolge il vertice più acuto verso l'alto e ha il<br />

lato destro inciso fortemente , oppure richiamano la forma <strong>di</strong> una alta gobba <strong>di</strong><br />

cammello; nella parte centrale l'immagine viene attraversata da due rette<br />

perpen<strong>di</strong>colari a forma <strong>di</strong> X , <strong>di</strong> cui i due segmenti inferiori, oltrepassano la cav<strong>it</strong>à della<br />

nave, e sembrano poggiare su due brevi trattini orientati verso sinistra. Le parti<br />

superiori <strong>di</strong> queste due rette , si prolungano curvandosi verso la parte esterna ,<br />

chiudendosi a semicerchio e terminando nel punto d'incrocio delle due rette;<br />

l'immagine sembra assomigliare a delle forbici capovolte ; un terzo oggetto si colloca a<br />

sinistra e presenta la stessa tecnica con cui è inciso il timone , ottenendo così l'effetto<br />

chiaroscuro.<br />

Negli ultimi due oggetti menzionati il Rocco 42 in<strong>di</strong>viduò due lettere dell'alfabeto fenicio:<br />

l' " alef" neopunico e il "samek" più arcaico. Esse in<strong>di</strong>cherebbero il nome fenicio della<br />

dea Iside e l'imbarcazione rappresenterebbe quin<strong>di</strong> il "navigium Isi<strong>di</strong>s ", menzionato<br />

nelle fonti classiche e, presente anche , nella Grotta Regina .<br />

42 B. ROCCO, op . c<strong>it</strong>., p. 91.<br />

27


L' ANTIQUARIUM DI FAVIGNANA<br />

L' antiquarium inaugurato il 30 maggio del 1970 è s<strong>it</strong>uato a Favignana all'interno del<br />

Palazzo Florio. In esso sono presenti pannelli figurativi, ricostruzioni grafiche , schermi<br />

video dove il pubblico può ascoltare e visionare la civilizzazione delle Ega<strong>di</strong>.<br />

Nel museo vi è presente anche un CD-ROM sulla battaglia delle Ega<strong>di</strong> e un 'area<br />

de<strong>di</strong>cata all'esposizione dei reperti , la cui datazione va dalla preistoria all'epoca<br />

me<strong>di</strong>oevale .<br />

Questi reperti si r<strong>it</strong>rovarono nelle vicinanze del cim<strong>it</strong>ero e lungo la costa nord-<br />

Orientale dell'isola presso San Nicola(Fig.20) 43 e testimoniano la presenza <strong>punica</strong><br />

sull'isola.<br />

La presenza fenicio-<strong>punica</strong> nell'isola è attestata dall'abbondanza <strong>di</strong> reperti conservarti<br />

tra cui ricor<strong>di</strong>amo:<br />

1. frammenti <strong>di</strong> mosaico a tessere bianche e nere , r<strong>it</strong>rovati in "contrada Bosco",<br />

probabilmente contemporanei alla prima occupazione dell’ arcipelago da parte dei<br />

punici. 44<br />

2. un unguentario, alto 4,7 cm , r<strong>it</strong>rovato in local<strong>it</strong>à "Calazza" , all'interno <strong>di</strong> una tomba<br />

<strong>punica</strong>.<br />

3. anfora <strong>punica</strong> le cui caratteristiche sono poco conosciute.<br />

4. ceramica sigillata tardo romana e bizantina in argilla rossa del tipo ( C ) del IV sec. a.<br />

C. 45<br />

5. ceramica protocorinzia, proveniente dalla local<strong>it</strong>à Torretta, <strong>di</strong> tipo punico-<br />

43 A. M. BISI, Testimonianze puniche a Favignana, ecc., c<strong>it</strong>., p. 106.<br />

44 A. M. BISI, Recenti scoperte puniche in Sicilia, in Oriens Antiquus, 9, 1970, pp. 249-258.<br />

45 A. M. BISI, Recenti scoperte puniche in Sicilia, in Oriens Antiquus, 9, 1970, pp. 249-258.<br />

28


ellenistico. 46<br />

6. anfora <strong>punica</strong> alta 86 cm del III- IV sec. a.C.<br />

7. anfora <strong>punica</strong> risalente al III sec .a .C. , alta 45 cm con <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 15 cm; <strong>di</strong> essa si<br />

conserva la parte superiore , mentre la superficie risulta incrostata.<br />

8. anfora <strong>punica</strong> , alta 60 cm con un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 20 cm risalente al III-IV sec. a.C. Di essa<br />

si conserva la parte superiore che è stata parzialmente ricomposta.<br />

9. anfora <strong>punica</strong> <strong>di</strong> datazione ignota alta 27 cm con <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 36 cm.<br />

10. frammento <strong>di</strong> un kotyle 47 della seconda metà del VII sec. a.C. In base alla<br />

decorazione con p<strong>it</strong>tura a fasce bruno-scuro e ai triangoli lanceolati a raggiera sul<br />

fondo color camoscio, e all'aspetto dell'argilla , si r<strong>it</strong>iene che questo frammento abbia<br />

un origine siceliota , risultando un prodotto <strong>di</strong> im<strong>it</strong>azione. Trovato presso il vecchio<br />

cim<strong>it</strong>ero , si pensa che sia giunto lì tram<strong>it</strong>e il commercio fenicio attestato nell'isola.<br />

Vennero r<strong>it</strong>rovati, inoltre, alcuni frammenti <strong>di</strong> kotylai protocorinzie all ‘interno dei<br />

corre<strong>di</strong> funerari <strong>di</strong> Mozia 48 , simili a quelli scoperti a Favignana.<br />

11. lucerna africana IV-V sec .d .C. 49<br />

12. il fondo <strong>di</strong> un’ anfora <strong>punica</strong> alta 23 cm risalente al IV-III sec. a.C.<br />

13. alcune monete risalenti ad epoca <strong>punica</strong> che riportano coni col cavallino e la palma,<br />

proprie delle zecche siculo -puniche. 50<br />

14. una coppetta africana, risalente al IV sec .d .C.<br />

46<br />

P. CINTAS, Cèramique punique, Tunis 1950, tavv. 22-23.<br />

47<br />

A. M. BISI, Favignana dalla preistoria all’epoca romana, in Sicilia Archeologica, I , 4 , Trapani 1968, pp. 24-33.<br />

48<br />

J. I. S. WHITAKER, Motya a Phoenician Colony in Sicily, London 1921, p. 313.<br />

49<br />

A. M. BISI, Favignana e Marettimo , (Isole Ega<strong>di</strong>)-Ricognizione Archeologica, in Notizie degli scavi <strong>di</strong> antich<strong>it</strong>à, 1969, pp.<br />

316-346.<br />

50<br />

B. PACE, Arte e civiltà della Sicilia antica , 4 , C<strong>it</strong>tà <strong>di</strong> Castello, 1949, pp. 228-229.<br />

29


PROBLEMA DEL DEGRADO: TORRETTA, CALA<br />

ROSSA, SAN NICOLA<br />

I fenomeni <strong>di</strong> degrado presenti sull'isola sono legati all'erosione e allo smottamento del<br />

terreno. L'erosione è causata dalla continua azione eolica da cui originariamente<br />

prendeva il nome (FAVONIANA dal vento FAVONIO) e dal processo chimico causato<br />

dall'aerosol marino, che rende vulnerabili le strutture archeologiche, realizzate in<br />

arenaria . Ne sono soggette le aree esposte ai venti da Nord . Questo processo provoca<br />

la formazione <strong>di</strong> arenaria ridotta allo stato sabbioso che provoca la per<strong>di</strong>ta e<br />

l'alterazione della stratificazione antica . Inoltre tutto ciò provoca lo smottamento del<br />

terreno, poiché le acque meteoriche hanno favor<strong>it</strong>o lo scivolamento del suolo su cui<br />

insistono le strutture.<br />

Non essendo presente inoltre un sistema <strong>di</strong> smaltimento delle acque piovane , si<br />

creano dei solchi, che provocano la cancellazione delle componenti archeologiche.<br />

E' nota la presenza <strong>di</strong> rigorosa vegetazione che copre i s<strong>it</strong>i archeologici e ne lim<strong>it</strong>a<br />

l'accesso. Questo fenomeno è presente in tutte le aree archeologiche dell'isola , ma<br />

soprattutto in local<strong>it</strong>à "TORRETTA", dove i numerosi ipogei , trovandosi ad un altezza<br />

elevata , risentono maggiormente delle azioni degli agenti meteorici; inoltre è reso<br />

<strong>di</strong>fficile l'accesso per la presenza <strong>di</strong> specie arbustive che ne occludono il passaggio.<br />

Da ricordare soprattutto le variazioni che il livello del mare ha sub<strong>it</strong>o negli ultimi<br />

quattromila anni , provocando un arretramento delle linee <strong>di</strong> costa che mo<strong>di</strong>ficarono il<br />

paesaggio. Il fenomeno è provocato dallo scioglimento dei ghiacciai e dalla deriva dei<br />

continenti. Tali fenomeni compresero anche l'isola <strong>di</strong> Favignana dove in s<strong>it</strong>uazioni <strong>di</strong><br />

bassa marea, è visibile un tofet, in punta San Nicola, sommerso dalle acque.<br />

30


ANALISI GEOLOGICO-AMBIENTALE DEI SITI<br />

DEGRADATI<br />

Favignana è l'isola più popolata e più grande dell'arcipelago delle Ega<strong>di</strong> (Kmq 19) .<br />

In epoca remota l'isola insieme a Levanzo, dovevano essere un<strong>it</strong>e a Trapani, essendo<br />

composte entrambe da piattaforme quaternarie <strong>di</strong> calcare del Pleistocene e avendo<br />

un' isobata profonda solo 33 metri sotto il livello del mare; mentre Marettimo<br />

presentava caratteristiche naturali proprie avendo una fossa <strong>di</strong> circa 100 metri. Tram<strong>it</strong>e<br />

gli stu<strong>di</strong> effettuati nella Grotta del Genovese a Levanzo ve<strong>di</strong>amo che l'intervallo <strong>di</strong><br />

tempo trascorso fra i due cicli p<strong>it</strong>torici che decorano le pareti della grotta stessa ,<br />

segnalano il <strong>di</strong>stacco defin<strong>it</strong>ivo dell'isola dalla terraferma , con la conseguente<br />

scomparsa della fauna che ne caratterizzo la fase paleol<strong>it</strong>ica 51 .<br />

L'isola ha la forma <strong>di</strong> una farfalla cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da due pianure(ali) , attribuibili a superfici<br />

<strong>di</strong> abrasione marina del Pleistocene , e il (corpo )ossia una dorsale mesozoica terziaria ,<br />

chiamata Montagna Grande che occupa circa un terzo del terr<strong>it</strong>orio dell'isola.<br />

La pianura orientale è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da arenarie tenere <strong>di</strong> colore bianco e giallo formatasi<br />

nel Calabraiano, da cui furono ricavati i tufi che vennero utilizzati nell'e<strong>di</strong>lizia . Le<br />

arenarie favorirono lo scavo <strong>di</strong> ipogei sia in epoca preistorica che posteriore.<br />

La pianura occidentale è composta da calcari mesozoici e pud<strong>di</strong>nghe e da spiagge <strong>di</strong> età<br />

Tirreniana. 52<br />

Riguardo alla presenza <strong>punica</strong> sull'isola , si osservano depos<strong>it</strong>i pre-tirreniani<br />

conglomerati , che presentano una <strong>di</strong>screta accliv<strong>it</strong>à con erosione incanalata e una<br />

51 F. TORRE, Stu<strong>di</strong>o geologico relativo agli ingrottamenti <strong>di</strong> via Ba<strong>di</strong>a e della zona Bue Marino, Trapani 1986, p. 8.<br />

52 C. PAMPALONE, COMUNE DI FAVIGNANA, Piano Regolatore Generale, adeguamento dello strumento urbanistico ai<br />

sensi della circolare n. 2222/95 dell’ A. R. T. A. , pp. 1-16.<br />

31


permeabil<strong>it</strong>à secondaria dovuta al grado <strong>di</strong> fessurazione e fatturazione ; queste aree<br />

sono soggette a crolli.<br />

La zona presso San Nicola è formata da terreni sabbiosi calcaren<strong>it</strong>ici post-tirreniani,<br />

aventi permeabil<strong>it</strong>à elevata , <strong>di</strong>pendenti dalla cementazione delle rocce, con <strong>di</strong>screto<br />

grado <strong>di</strong> ero<strong>di</strong>bil<strong>it</strong>à.<br />

La zona dove vi sono le Grotte è composta da calcaren<strong>it</strong>i del " Santerniano ", aventi alto<br />

grado <strong>di</strong> permeabil<strong>it</strong>à dovuta alla poros<strong>it</strong>à e fessurazioni; essendo nulla l'accliv<strong>it</strong>à sono<br />

scarsi i fenomeni <strong>di</strong> erosione.<br />

Probabilmente i Fenici scelsero <strong>di</strong> costruire uno scalo portuale presso San Nicola per<br />

proteggersi grazie alla Montagna Grande dai venti larghi.<br />

32


PROPOSTA DI UN PIANO DI CONSERVAZIONE E<br />

DI UN ITINERARIO TURISTICO-ARCHEOLOGICO<br />

Bisogna porre dei piani <strong>di</strong> conservazione , manutenzione e un programma <strong>di</strong> recupero<br />

per proteggere i s<strong>it</strong>i archeologici dal degrado sia naturale, che da quello causato<br />

dall'opera dell'uomo. Bisognerà dunque tentare <strong>di</strong> tutelare i reperti e proteggere<br />

l'ambiente naturale .<br />

Intanto data la morfologia del suolo favignanese è necessario realizzare interventi <strong>di</strong><br />

consolidamento dei costoni rocciosi presso le zone archeologiche , con il <strong>di</strong>stacco dei<br />

blocchi pericolanti e attraverso la <strong>di</strong>fesa tram<strong>it</strong>e rete metallica .<br />

Un notevole passo in avanti è dato dal fatto <strong>di</strong> ev<strong>it</strong>are che le acque meteoriche creino<br />

dei percorsi preferenziali <strong>di</strong> scorrimento ; bisognerebbe inoltre una regolarizzazione del<br />

terreno al fine <strong>di</strong> ev<strong>it</strong>are processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>lavamento, e alla gestione della vegetazione che<br />

cost<strong>it</strong>uisce elemento fondamentale per contenere le terre e migliorare la<br />

conservazione delle strutture.<br />

Soprattutto a San Nicola o in local<strong>it</strong>à Torretta potrebbero formarsi degli <strong>it</strong>inerari<br />

archeologici o un parco archeologico(fig.21), per consentire la tutela la conservazione<br />

e la manutenzione dei reperti e per facil<strong>it</strong>are la fruizione pubblica, tram<strong>it</strong>e la creazione<br />

<strong>di</strong> percorsi guidati. Inoltre potrebbero essere utili per la comprensione la realizzazione<br />

<strong>di</strong> pannelli informativo- ricostruttivi che documentino i caratteri storico-topografici del<br />

s<strong>it</strong>o , a completamento delle esigenze archeologiche dell'area.<br />

Un’ idea potrebbe essere la formulazione <strong>di</strong> un <strong>it</strong>inerario archeologico on-line che darà<br />

vantaggi enormi ossia , espansione all’infin<strong>it</strong>o degli argomenti e delle notizie legate ai<br />

s<strong>it</strong>i, aggiornamento in tempo reale dei fatti e delle realtà sia nuove che vecchie ,<br />

33


ampliamento delle documentazioni legando i s<strong>it</strong>i all’arte , alla religione, agli usi e<br />

costumi dell’isola e così via. In aggiunta potremmo parlare anche, delle memorie<br />

archeologiche non vis<strong>it</strong>abili, perché coperte o interrate , ma tuttavia spesso <strong>di</strong><br />

importanza fondamentale per ciò che esse hanno dato.<br />

34


APPENDICE<br />

Fig. 1- Frammento <strong>di</strong> Kotyle rinvenuto all’interno <strong>di</strong> una tomba <strong>punica</strong> a Favignana<br />

Kotylai protocorinzie rinvenute a Mozia e simili al frammento <strong>di</strong> Favignana<br />

35


Fig. 2 – Bagno delle donne<br />

Dromos inclinato in una tomba a camera in local<strong>it</strong>à Torretta<br />

36


Fig.3- Dromos inclinato in una tomba a camera in local<strong>it</strong>à Torretta<br />

37


Fig. 4 – Local<strong>it</strong>à Calazza in cui, all’interno <strong>di</strong> due tombe a fossa, venne rinvenuto un<br />

corredo cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da due unguentari <strong>di</strong> tipo punico<br />

38


Fig. 5 - Grotta del Pozzo<br />

39


Fig. 6/7 – Grotta del pozzo – Iscrizione n.1 <strong>di</strong> tipo neopunico<br />

41


Fig. 8 - Iscrizione n.2 interpretata dal Rocco<br />

Fig. 9 - Iscrizione n.3<br />

42


Fig. 10 - Iscrizione n.4<br />

43


Fig. 11 – Iscrizione n.5 Fig. 12 – Iscrizione n.7<br />

Fig. 13 – Iscrizione n.8<br />

44


Fig. 14 – raffigurazione<br />

Fig. 15 – terza raffigurazione<br />

45


Fig. 16 – quinta raffigurazione<br />

Fig. 17 – ottava raffigurazione<br />

46


Fig. 18 – nona raffigurazione<br />

Fig. 19 – Grotta delle navi<br />

47


Fig. 20 – Ipogei <strong>di</strong> San Nicola<br />

48


Fig. 21 – Itinerario archeologico<br />

50


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