Raimondo Sarà Giambecchina - egadimythos.it
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TONNI E TONNARE<br />
una civiltà una cultura<br />
LIBERA UNIVERSITÀ DI TRAPANI
Frammento di pavimento in maiolica proveniente dalla Chiesa della Madonna delle Grazie<br />
detta anche Marinella (metà 1700), conservato al Museo Pepoli in Trapani.<br />
Illustrazione tratta da "La Maiolica Siciliana dalle origini all'ottocento» di A. Ragona per<br />
cortesia di Sellerio Ed<strong>it</strong>ore Palermo © 1975.<br />
Foto di Giuseppe Cappellani, Palermo.
TONNI E TONNARE<br />
Una civiltà una cultura<br />
dipinti e disegni<br />
di<br />
GIAN BECCHINA<br />
testi di<br />
RAIMONDO SARÀ<br />
LIBERA UNIVERSITÀ DI TRAPANI
Ed<strong>it</strong>o dal Consorzio per il Libero Ist<strong>it</strong>uto di Studi Univers<strong>it</strong>ari della Provincia di Trapan i.
La Libera Univers<strong>it</strong>à di Trapani, con un coraggioso anche se gravoso atto ed<strong>it</strong>oriale,<br />
ha deciso la pubblicazione di questo volume "Tonni e Tonnare" per onorare<br />
una ultrasecolare tradizione che ha visto impegnati economicamente tanti gestori finanziari<br />
e tante maestranze mar<strong>it</strong>time e di terra, in uno sforzo all'unisono, dando prestigio<br />
all'artigianato e alla manovalanza trapanese.<br />
Le tonnare che in provincia di Trapani arrivarono ad essere ben otto nel secolo<br />
XVI (Bonagia, Formica, Favignana, S. Giuliano, Cofano, S. V<strong>it</strong>o, S. Teodoro e Palazzo)<br />
rappresentarono una delle attiv<strong>it</strong>à commerciali preminenti nella nostra Provincia<br />
e formarono degli ottimi Rais che andarono ad impiantare altre tonnare anche<br />
all'estero.<br />
I tonnaroti trapanesi furono esentati nel 1315 da Federico Ilio della gabella in<br />
premio della loro fedeltà dimostrata durante l'assedio degli Angioini e nel 1400 ebbero<br />
anche il privilegio della sospensione dei procedimenti civili e penali durante la<br />
stagione della pesca.<br />
Dovevano pagare la decima al Vescovo di Mazara ed ai tonnaroti spettava una<br />
parte del pescato oltre ai pesci minori pescati nella tonnara: un tonno da ogni tonnara<br />
all'Ammiraglio del Regno e ai Vice Ammiragli di Messina e di Trapani e all'Ospedale<br />
S. Antonio di Trapani ed un importo grande all'Univers<strong>it</strong>à di Trapani (26.2.1661<br />
Francesco Del Bono).<br />
Delle tonnare della nostra provincia le piu redd<strong>it</strong>izie furono Formica, segu<strong>it</strong>a a<br />
breve distanza, da Favignana con un pescato di 10.159 tonni nel 1858, di 14.020<br />
nel 1865, per arrivare ai 18.000 tonni nel 1891. Anche ben efficienti furono Bonagia,<br />
S. Giuliano segu<strong>it</strong>e da Cofano.<br />
n tonno lavorato in barili e scatolato, rappresentava la maggiore quant<strong>it</strong>à di<br />
merce esportata.<br />
Ma occhi, bosonaglia, spuntature di sorra, uova di tonno, sorra, botana, spinelli,<br />
grossami, frontali cost<strong>it</strong>uivano anche una buona parte del pescato che veniva esportato<br />
in cambio di merce varia, per cui molto fiorente fu il commercio.<br />
Purtroppo varie cause in questi ultimi tempi rendono difficile la v<strong>it</strong>a delle t o_nnare:<br />
la pesca con tonnare volanti, le percorrenze degli aliscafi, l 'elevato costo della<br />
manodopera, costi di armamento e di esercizio, minore numero e minore quintalaggio<br />
dei tonni pescati rendono oltremodo difficile la gestione delle tonnare che gradualmente<br />
sono andate ad esaurirsi.<br />
Ma la mattanza ha il suo grande fascino e noi ci auguriamo che quella che è stata<br />
una valida attiv<strong>it</strong>à economica del trapanese non scompaia.
Egli è stato un attento osservatore dei comportamenti e delle ab<strong>it</strong>udini dei tonni,<br />
dei sistemi di pesca e di riproduzione di essi anche in cattiv<strong>it</strong>à.<br />
Anche a Lui il nostro piu vivo ringraziamento, per la signorile collaborazione.<br />
Un grazie anche allo stampatore Farina per il suo impegno al fine della migliore<br />
riusc<strong>it</strong>a tipografica d eli 'opera ali 'insegna della riproduzione piu ver<strong>it</strong>iera degli splendidi<br />
colori delle tele del maestro Gianbecchina.<br />
Servendoci di questo tripode perfetto è venuto fuori quest'opera che il lettore<br />
giudicherà, ci auguriamo, con quell'entusiasmo che in noi sgorgò spontaneo all'intento<br />
di onorare il grande Maestro della p<strong>it</strong>tura Gianbecchina ed una tradizione della nostra<br />
maestranza con a capo la spettacolare figura del Rais verso il quale si è voluta obbedienza<br />
da parte dei gregari e, perché no, anche dai padroni della tonnara che affidano<br />
tutta la responsabil<strong>it</strong>à della conduzione al Rais che, con tanta gelosia, tramanda da<br />
padre in figlio, l'arte del•calare•la tonnara e di sbarrare le porte alla camera della morte.<br />
Con l'augurio vivissimo che la pesca del tonno con le mattanze tradizionali possa<br />
superare la curva decrescente del pescato e che possa tornare ai periodi aurei che resero<br />
la nostra Trapani famosa per le tonnare e quale centro pulsante di attiv<strong>it</strong>à commerciale<br />
con la vend<strong>it</strong>a di tutti i prodotti derivati con gli scambi commerciali con i piu<br />
rinomati porti d'Italia, da Mazara a Sciacca, da Palermo a Messina, da Napoli a Genova,<br />
da Venezia a Malta.<br />
Voglia il cielo che gli inni ai Santi, che le melodiose e frenetiche cialome possano<br />
sopravvivere e che lo spettacolo tanto tremendo quanto fascinoso della mattanza,<br />
segu<strong>it</strong>i a trasformare il ceruleo mare della mattinata calma, in uno spumeggiante candore<br />
dei colpi di coda dei tonni ormai destinati alla morte, in un mare rosso scarlatto,<br />
ebbriante.<br />
Aja mola, Aja mola.<br />
Pr(' idente della Libera Univers<strong>it</strong>à<br />
di Trapani
La mattanza è un fatto sorprendente che desta meraviglia e sgomento, a chi vi<br />
assiste, per quanto vi è di feroce e prim<strong>it</strong>ivo per la lotta per la sopravvivenza tra l'uomo<br />
e la bestia. E' una messa in scena grandiosa, di barche, di reti, di argani: centinaia<br />
di uomini in movimento, su uno sfondo di mare abbagliante di luce; voci, canti, richiami<br />
propiziatori, incrociarsi di aste e bastoni, acqua tinta di sangue, sbattere di<br />
pinne, alti spruzzi bianchi come sorrisi su un greve pianto di morte. La scena cosi,<br />
acquista il tono grave e palp<strong>it</strong>ante di tragedia greca.<br />
Nel 1973 ho presenziato, a Favignana, ad una di queste pesche spettacolari. Tornando<br />
al lavoro, con quella visione, ho esegu<strong>it</strong>o una serie di disegni preparatori e studi<br />
che si sono concretati nella grande tela della mattanza dipinta tra le due estati del<br />
'73 e '74.<br />
L'opera, esposta per la prima volta a Palermo, alla mia antologica della Galleria<br />
d'arte moderna, è stata poi mostrata all'Arengario di Milano, ad Agrigento e in altre<br />
c<strong>it</strong>tà, ed in ultimo a Trapani e a Favignana per inv<strong>it</strong>o dell'Ente del Turismo di Trapani,<br />
durante la "Settimana delle Egadi" del 1980. In quella occasione, sempre a<br />
Favignana, ho rivisto la mattanza, sono stato a contatto coi tonnaroti ed il loro Raise,<br />
ho avuto modo di comprendere questa gente e ho cosi esegu<strong>it</strong>o disegni e acquerelli<br />
su tali soggetti.<br />
Queste mie opere hanno destato l'interesse della Libera Univers<strong>it</strong>à di Trap.ani:<br />
grazie alla sensibil<strong>it</strong>à e all'iniziativa del Presidente dott. Giuseppe Garraffa, il Consiglio<br />
ha deciso di riunirle in questo volume che offre anche un 'ampia visione p<strong>it</strong>torica<br />
della pesca del tonno.<br />
Ringrazio quindi il Consorzio del Libero Ist<strong>it</strong>uto di Studi Univers<strong>it</strong>ari di Trapani,<br />
per aver curato questa pubblicazione che, oltre ad essere un documento storico, artistico<br />
e scientifico, è anche un omaggio a quanti impiegano il loro lavoro e le loro energie<br />
in questa attiv<strong>it</strong>à. Purtroppo ci rammarica constatare che la mattanza in Sicilia,<br />
per un complesso di motivi, è in continuo declino e minaccia di scomparire: ciò<br />
aggiungerebbe una grave perd<strong>it</strong>a alla dispersione di quel patrimonio di usanze che, per<br />
millenni hanno caratterizzato la v<strong>it</strong>a ed il lavoro nella nostra isola.<br />
Gianbecchina
«Dei tonni la progenie è pur del vasto<br />
Oceano, ed all'apre del mar nostro<br />
di primavera marciano a furore,<br />
quando assillo di nozze ne li punge.<br />
Questi prendono in pria nel mare libero<br />
uomini Iberi per va/or superbi.<br />
A bocca poi di Rodano i caccianti<br />
Celti e gli ab<strong>it</strong>atori di Focea<br />
anticamente rinomati; ed in terzo<br />
luogo prendongli quanti in la Trinacria<br />
Isola albergano, e dal mar Tirreno<br />
nell'onde; quindi in infin<strong>it</strong>i fondi<br />
questi e quelli di qua e di là si spargono<br />
e così empion tutto quanto il mare.<br />
M alta e stupenda caccia è apparecchiata<br />
ai pescatori, quando se ne viene<br />
dei tonni alla stagion di primavera<br />
l'eserc<strong>it</strong>o ... »<br />
Da 0PPIANO (Il sec. d.C.): Halieutica, Lib. III, pag. 117 nella versione di A. Maria Salvini,<br />
Ed. Antonelli, Venezia 1884.<br />
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11
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QUANDO SORGONO LE PLEIADI<br />
Nel giro di pochi giorni, tra la fine di aprile ed i primi di maggio, le<br />
acque del Med<strong>it</strong>erraneo che si ridestano dalla torpida omotermia invernale<br />
alla nuova tiepida primavera di v<strong>it</strong>a, sono ag<strong>it</strong>ate dal frem<strong>it</strong>o di migliaia di<br />
grossi pesci. Sono i tonni, animali fusiformi, nati per la corsa, potenti e<br />
maestosi, dal dorso blu scuro e dai fianchi argentati con lunghe pinne dorsali<br />
falcate, contornate d'un filo di giallo ocra e d'arancio cosl come le pinnule<br />
del troncone caudale al cui termine è inser<strong>it</strong>a una potente grande coda semilunare.<br />
Arrivano in massa, guizzanti e pieni di v<strong>it</strong>a, un<strong>it</strong>i dalla stessa frenesia<br />
di trovare e stare insieme a propri simili in un'anelata comunione d'istinti<br />
per diminuire la tensione dell'incipiente metamorfosi interna, per alleviare<br />
quel peso che sentono crescere nel loro corpo e che preme sui fianchi e nel<br />
ventre dolenti.<br />
L'ansia di non restare soli ma di unrrs1 m gruppo nell'inquiet<strong>it</strong>udine<br />
che sopisce l'i::.tinto della caccia e che non fa più gradire l'alimento, li adatta<br />
a nuovi comportamenti e richiede la presenza di cento, mille compagni nei<br />
quali la propria individual<strong>it</strong>à si annullerà nella formazione del gruppo protettivo,<br />
calmante, soddisfacente e che presentOno liberatorio di quel turgore<br />
premente e pulsante che cresce.<br />
Da isolati, accan<strong>it</strong>i scorridori, formano ora piccoli gruppi che si uniranno<br />
ad altri sino a r<strong>it</strong>rovarsi in migliaia all'appuntamento che è la massima<br />
espressione del comportamento animale: la riproduzione per la continuazione<br />
della specie.<br />
Si r<strong>it</strong>iene che il nome TONNO origini dal greco e sia stato usato per<br />
indicare soprattutto la grande rapid<strong>it</strong>à del suo muoversi; nello stesso tempo<br />
però si r<strong>it</strong>rovano nell'ebreo e nel fenicio radici come than ed al plurale thannin<br />
che indicano genericamente gli animali di grandi dimensioni del mare e<br />
delle rive éome, ad es., le balene e gli stessi coccodrilli. Le grandi balene furono<br />
chiamate poi Ketè dai Greci, termine che si estese al latino Ceté con<br />
cui si volle prima indicare pesci di grande dimensione di qualsiasi genere divenendo<br />
poi specifico per i tonni.<br />
· Da qui la T erra Cetaria che si centrava a Capo San V<strong>it</strong>o con il villaggio<br />
Cetaria nome dell'attuale Scopello; la Cetaria Dom<strong>it</strong>iana (Porto Santo<br />
Stefano), Cetàra di Salerno attuale base delle moderne tonnare volanti, Cetabriga<br />
in Spagna, Cetabora in Portogallo, Ceuta davanti Gibilterra, Sète in<br />
13
14<br />
Francia a pochi chilometri da Marsiglia.<br />
Già 500 anni prima di Cristo, la conoscenza dei tonni e la rinomanza<br />
dei loro massacri erano così noti che ESCHILO nei Persiani paragonò lo scempio<br />
fatto dai Greci a Salamina alla mattanza dei tonni e del protagonista dice<br />
che «sopportò senza gem<strong>it</strong>i come il tonno muto» e si r<strong>it</strong>rovano ampi riferimenti<br />
anche in ERODOTO, TEOCRITO, POLIBIO, OVIDIO, ORAZIO, STRABO<br />
NE, PLINIO.<br />
Fu ARISTOTILE, 350 anni prima di Cristo, a scriverne a lungo nella sua<br />
Historia Animalium in cui dà indicazioni precise circa il peso (fino a 15 talenti<br />
= 405 kg.) e la sua lunghezza (2 cub<strong>it</strong>i ed l palmo = 240 cm. circa)<br />
e riferisce che una nave di Fenici della c<strong>it</strong>tà di Cadice, navigando per 4 giorni<br />
dalle Colonne di Ercole e con vento da Est, giunse in certi posti deserti<br />
coperti nel flusso e scoperti nel riflusso dove i marinai trovarono una quant<strong>it</strong>à<br />
straordinaria di tonni di grossezza incredibile; pescati li predisposero sotto<br />
sale conservandoli in giare che trasportarono a Cartagine.<br />
Quanti vasi, quanti mosaici, quante anfore, quante monete portano<br />
l'effigie del tonno e pertanto quante c<strong>it</strong>tà fondarono su questo animale la loro<br />
economia?<br />
Sarebbe estremamente lungo cost<strong>it</strong>uire un elenco sta pure parziale ma<br />
senza alcun dubbio una di queste C<strong>it</strong>tà è TRAPANI.<br />
«Come il Med<strong>it</strong>erraneo è stato la culla della civiltà così lo è stato della<br />
pesca dei tonni» dice BELLOC ma aggiungerei che sulle rive di questo Mare è<br />
nata collateralmente una «civiltà» derivata dal tonno con le sue r<strong>it</strong>ualizzazioni<br />
come meglio e più compiutamente si vedrà successivamente.
' -<br />
\<br />
19 .
20<br />
La lunga attesa è cominciata e, dopo aver tolto l'ostacolo della
BONGIORNU TUNNARA<br />
Quando lungo le rive del Med<strong>it</strong>erraneo intero e del Mar Nero i nostri<br />
antenati vedevano d'un tratto comparire i tonni, praticamente negli stessi<br />
giorni deii'anno precedente con una regolar<strong>it</strong>à che ancor oggi sorprende, che<br />
indifferenti e pur pavidi quasi si donavano al massacro sul greto, si saranno<br />
posti sicuramente dei ques<strong>it</strong>i che inizialmente avranno riguardato le modal<strong>it</strong>à<br />
di come si sarebbero potuto catturare nella più grande quant<strong>it</strong>à possibile, di<br />
come di conseguenza adattarsi per tempo a ricevere ed impossessarsi di quei<br />
grandi animali che ad ogni primavera arrivavano in gran numero, così appet<strong>it</strong>osi<br />
e nello stesso tempo conservabili per il prossimo lungo e tempestoso<br />
mverno.<br />
N el nostro progen<strong>it</strong>ore sarà pertanto scattata l'idea di «inventare»<br />
qualcosa di certo più complicato ma più produttivo del nodoso bastone o<br />
delia rudimentale lancia finora usati: che altro se non specie di trappole visto<br />
che i tonni quasi si arenavano e che nelle piccole insenature su cui si affacciavano<br />
le capanne del villaggio si predisponevano già rudimentali sbarramenti<br />
ad imbuto che suggerivano una siffatta idea? Ovvero, si sarebbe potuto,<br />
ad es. , spaventare i tonni gettando pietre in mare e percuotendone la superficie<br />
con bastoni, per costringerli ad entrare in un piccolo più o meno<br />
profondo canale tra gli scogli, meglio se delim<strong>it</strong>ato con tronchi, come poi<br />
APOSTOLIDÈS racconta si facesse in Grecia.<br />
E pertanto, prova dopo prova anno dopo anno, si amplificò, si adeguò<br />
alla grossezza ed al numero dei pesci che si sarebbe dovuto catturare, si<br />
strutturò meglio e con materiali idonei il camminamento o Io sbarramento:<br />
le foglie dei palmizi, ad es., infisse sul fondo a formare palizzata e poi altri<br />
sbarramenti della stessa natura nel tentativo di proibire il r<strong>it</strong>orno in mare<br />
aperto dei pesci entrati o per lo meno di rallentare la loro fuga quando sarebbe<br />
venuto il momento dell'uccisione.<br />
Nel volgere dei decenni, le trappole sempre più grandi e più resistenti<br />
si corredarono di reti pervenendo a quegli archetipi di vera tonnara che, indipendentemente<br />
un posto dall'altro, furono messi a punto sulla Costa<br />
d'Avorio, in Senegal, nel Camerun, in Tunisia, in Grecia, di cui qualcuna<br />
ancor oggi resta a dimostrare l'evoluzione dell'idea concettuale originaria.<br />
Erano disposte secondo precise regole che si cristallizzarono nella tradizione,<br />
utilizzando i materiali di più facile reperibil<strong>it</strong>à nel luogo: il giunco, le foglie<br />
dei palmizi, il peduncolo del grappolo di datteri, la rafia; in Sicilia, la ginestra<br />
e sino a qualche decennio fa, la 'ddisa (Ampelodesmus tenax).<br />
25
Trappole di alcune centinaia di metri di lunghezza, più o meno grandi<br />
a seconda della taglia dei pesci da catturare, di estrema ingegnos<strong>it</strong>à con uno,<br />
due o più sbarramenti ed infine uno terminale che, in ogni dialetto locale,<br />
veniva chiamato, guarda caso, «camera della morte».<br />
Alla costruzione della trappola, grossa iniziativa che non poteva essere<br />
individuale né del nucleo familiare per l'impegno a tutti i livelli che comportava,<br />
parteciperanno i componenti di tutto il villaggio o di più villaggi in<br />
una cooperazione che non sarà soltanto di lavoro ma anche di conferimento<br />
di quei materiali più facilmente r<strong>it</strong>rovabili nell'uno o nell'altro villaggio.<br />
La trappola diviene di conseguenza di proprietà collettiva, serve al sostentamento<br />
della comun<strong>it</strong>à tutta, cost<strong>it</strong>uisce impresa economica, sociale, religiosa<br />
e manifestazione di tradizioni, di folclore ed in defin<strong>it</strong>iva di cultura,<br />
assume carattere r<strong>it</strong>uale e sacrale; ed il tonno che così grande importanza riveste<br />
per l'economia della comun<strong>it</strong>à assume simbologia totemistica ed aggregante.<br />
Con il suo nome si chiameranno villaggi e tratti interi di costa, con la<br />
sua silhouette si conieranno medaglie e monete, su di esso si configureranno<br />
simbolismi e simil<strong>it</strong>udini come farà lo stesso 0MERO: «Tutti li vide fra il<br />
sangue e la polvere, riversi i più come tonni che i pescatori in un seno del lido,<br />
fuori dal mare schiumoso, hanno tratto con rete dai mille buchi: e là<br />
tutti, l'onda del mare bramando, stan sulla sabbia, abbattuti: il sole raggiante<br />
toglie loro la v<strong>it</strong>a; così i pretendenti stavan l'uno sull'altro riversi.»<br />
Nella maniera finora immaginata, anche sulla scorta di usi, di canti e<br />
di comportamenti intuìti e profondamente compresi in oltre 30 anni di lavoro<br />
di ricerca nelle tonnare di tutto il Med<strong>it</strong>erraneo, r<strong>it</strong>engo sia nata e si sia<br />
evoluta la ToNNARA che nelle forme usate in altre lingue viene indicata in<br />
modo forse più espressivo: MADRAGUE dai francesi e ALMADRABA dagli spagnoli<br />
entrambi significanti «attrezzo per la mandria)) etimo dal greco mandra<br />
(parco chiuso o cintato) o TuNA TRAP dai popoli di lingua inglese e<br />
cioè trappola per tonni.<br />
L'uomo che partecipa all'impresa nella comun<strong>it</strong>à un<strong>it</strong>a per far fronte<br />
alle necess<strong>it</strong>à e per non soccombere nel suo grumo di uman<strong>it</strong>à alla fame,<br />
trova forse l'inconscio riferimento ed il parallelismo con l'animale che dovrà<br />
uccidere nel momento in cui si aggrega per continuare la specie e pertanto lo<br />
r<strong>it</strong>ualizza e si originano le leggende, i canti, le tradizioni, la cultura infine<br />
del tonno e della tonnara che da millenni ci seguono fino ai giorni presenti<br />
come mai forse è avvenuto in nessun'altra economia umana di caccia o di<br />
pesca, se si esclude forse la m<strong>it</strong>ologia dei bisonti per gli Indiani d'America.<br />
L'odierno tonnaroto, in un'estrema concisione di espressione, trasferisce<br />
inconsapevole tutti i precedenti atavismi: chiama tonno l'animale vivo,<br />
bello, veloce, guizzante, amato e degno di rispetto anche se dovrà ucciderlo;<br />
appena morto lo chiamerà tunnina cambiandone il genere quasi a non offendere<br />
il ricordo di quel corpo maschio e pieno di energia v<strong>it</strong>ale!<br />
27
28<br />
La tonnara è stata sempre oggetto dell'interesse di moltissimi scr<strong>it</strong>tori.<br />
Sarebbe lungo enumerarli tutti ed esiste sempre il timore, in un elenco che si<br />
vorrebbe completo, di dimenticarne qualcuno.<br />
Ricordo quindi la descrizione del solo 0PPIANO di Cilicia (loc. c<strong>it</strong>.),<br />
vissuto verso la fine del II secolo, poiché, a parte l'enfasi, la sua descrizione<br />
è ancora attuale: «Ora tutte le reti di c<strong>it</strong>tade a guisa, su pe' flutti ne camminano.<br />
Avvi rialti ed avvi porte ed avvi profonde gallerie ed atri e corti.<br />
Quelli velocemente in schiere muovonsi come falangi di uomini che marcino<br />
schierati ... » come può notarsi dalla riproduzione del grafico della tonnara di<br />
Magazzinazzi, così calata fino al 1961 secondo lo schema indicato, e<br />
mostrare una riproduzione della fine del 1700 di una tonnara di Trapani.<br />
Nelle riproduzioni dei due acquarelli di un anonimo vedutista siciliano della<br />
fine del 1600, r<strong>it</strong>rovati dal caro, indimenticabile Amico GIORGIO BINI, sono<br />
mostrate nelle pagine successive due scene di pesca con tonnara.<br />
Una tonnara è in effetti quell'impianto di reti in mare, disposto a sbarramento<br />
di un determinato specchio acqueo, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da una «isola » formata<br />
da «camere » e da una «coda o pedale » capace di incanalare i tonni<br />
che lo incontrano, durante i loro liberi movimenti nel golfo, orientandoli<br />
verso l'isola stessa che ha, a sua volta, capac<strong>it</strong>à di trattenerli e di mantenerli<br />
come in una trappola.<br />
E proprio di una grossa trappola si tratta in quanto i tonni pervenuti<br />
all'entrata di essa, dopo aver risal<strong>it</strong>o il pedale, vengono rinchiusi o da soli si<br />
immettono nelle già c<strong>it</strong>ate camere di rete che hanno una parete mobile o<br />
«porta» come una grossa saracinesca che, piuttosto che cadere dall'alto; viene<br />
sollevata dagli uomini di guardia dal fondo ove normalmente giace quando<br />
non ci sono tonni.<br />
La tonnara è quindi costttmta da un parallelepipedo di reti che dalla<br />
superficie del mare, ove sono sostenute da galleggianti, arrivano al fondo<br />
ove sono tenute da adeguati piombi, inframmezzato da reti mobili che cost<strong>it</strong>uiscono<br />
le porte e delim<strong>it</strong>ano le camere, e aperto solo nel varco che è legato<br />
direttamente quasi ad angolo retto con il pedale, avente la funzione di convogliare<br />
i tonni verso di esso.<br />
Solo l'ultima camera, che è quella detta della morte, è dotata di rete<br />
anche nella parte inferiore o del fondo; arrivati qui i tonni, attraverso opportune<br />
manovre di apertura e di chiusura delle porte, essa viene alzata a<br />
braccia dai pescatori che portano in superficie i tonni per l'uccisione.<br />
Per la predisposizione della tonnara sono sfruttate alcune secolari osservazioni<br />
di base:<br />
a) la caratteristica spiccatamente gregaria del tonno allorché si trova in fase<br />
genetica e
e uM..n.<br />
34<br />
ToNNARE ITALIANE<br />
O Tonnare attive e Tonn. inattive<br />
Fig. 9 -Li! Tonna
36<br />
Numerosissimi impianti per la pesca del tonno esistevano lungo le coste<br />
dei paesi med<strong>it</strong>erranei (figg. 9 e 10) ma le grandi tonnare erano anche<br />
nel passato in numero lim<strong>it</strong>ato e presso a poco uguale a quello dell'ultimo<br />
decennio. Ricordiamo Favignana, Bonagia, San Cusumano, Scopello, Magazzinazzi,<br />
Trabia, Solanto, San Giorgio, Oliveri, Tono di Milazzo come le<br />
più grandi tonnare di corsa di cui oggi si calano soltanto quelle di Favignana,<br />
San Cusumano e Scopello, e poi Marzamemi, Capo Passero, Pachino,<br />
Siculiana, Sciacca, Capo Gran<strong>it</strong>ola, tonnare di r<strong>it</strong>orno ormai tutte spente.<br />
La maggior parte degli impianti segnalati nelle vecchie carte erano per<br />
lo più « tonnarelle », cioè piccole tonnare che si spostavano in genere lungo il<br />
l<strong>it</strong>orale o che erano di protezione alla vera e grossa tonnara.<br />
Le vere tonnare erano calate solo per la pesca del tonno ma ovviamente<br />
catturavano anche altri pesci pelagici che entravano nel loro corpo, soprattutto<br />
pescispada ed alalunghe; le tonnarelle, che avevano una camera<br />
della morte più leggera e tale da poter essere salpata più volte al giorno da<br />
una ciurma ridotta, erano più ridossate e catturavano oltre i grossi tonni<br />
adulti che eventualmente entravano nell'isola, i tonni golf<strong>it</strong>ani, le alalunghe,<br />
gli alletterati, i palam<strong>it</strong>i, i tombarelli, le ricciole ma anche pesce minuto come<br />
gli sgombri e pesce azzurro nella più grande accettazione del termine.<br />
L'unica tonnarella di questo tipo ancora esistente è quella di Camogli<br />
m Liguria.<br />
Riguardando gli schemi d'impianto mostrati nelle figure riprodotte, per<br />
alcune delle quali sono passati almeno tre secoli, è spontaneo chiedersi cosa<br />
sia cambiato rispetto alle attuali se non i soli materiali. Il nylon al posto dello<br />
sparto, il polistirolo al posto del sughero, il cavo di acciaio al posto delle<br />
grosse gomene di ginestra o di canapa. I piombi per tenere la tonnara in s<strong>it</strong>u<br />
eràno fino a qualche anno fa ancora gli stessi, a seconda della disponibil<strong>it</strong>à<br />
del luogo: i conci di tufo per il trapanese e Favignana in particolare che oggi<br />
usa anche le catene, le pietre o « rosasi » per le altre tonnare.<br />
Per il resto, le stesse nere, r<strong>it</strong>uali imbarcazioni a remi, la stessa « palrria<br />
» votiva ed indicatrice di corrente, gli stessi canti, gli stessi movimenti<br />
operativi che indicano come niente, concettualmente rispetto al passato, è<br />
cambiato; le stesse invocazioni e superstizioni che attestano ancora come<br />
ogni cosa od ogni avvenimento che eserc<strong>it</strong>a un'influenza importante e determinante<br />
nell'economia di una società tende a divenire oggetto di atteggiamenti<br />
r<strong>it</strong>uali.<br />
Epperciò è comprensibile il saluto di commiato che ogni sera il Rais<br />
tuttora le rivolge: « Bbona notti, bbona sorti tunnara » ed il canto augurale<br />
d'invocazione:<br />
« Bedda M atri di la Scala<br />
quattrumila tunni stanotti 'nta tunnara » .
'//<br />
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LU TUNNU È VERU BEDDU ué ué<br />
LU TUNNU È VERU BEDDU ué ué ueé<br />
(da una Cialoma trapanese)<br />
Il tonno è un animale pelagico, cosmopol<strong>it</strong>a e fa parte delle specie che<br />
vivono nelle acque salate della falda superficiale marina; esse si indicano in<br />
genere come stenoterme e stenoaline (che preferiscono vivere in acque che<br />
non subiscono sbalzi di temperatura e di salin<strong>it</strong>à) e possono compiere dei<br />
grandi spostamenti spaziali; sono dotate di tendenza gregaria e di un mimetismo<br />
speciale con dorso blu più o meno intenso o glauco ed una parte<br />
ventrale argentea o bianca: viste da un punto di osservazione più profondo<br />
rispetto alla quota in cui nuotano, si confondono con il chiarore del cielo;<br />
osservati da sopra, il loro dorso blu si confonde con la sottostante massa<br />
azzurra del mare.<br />
Sono specie attrezzate morfologicamente per il nuoto veloce ed assai<br />
voraci, sempre in continua caccia di cui lo stimolo si affievolisce durante il<br />
periodo riproduttivo; senza dimorfismo sessuale né istinto parentale si riproducono<br />
mediante uova pelagiche che vengono fecondate esternamente.<br />
Nell'amb<strong>it</strong>o delle specie così delineate, il tonno però ubbidisce ad ulteriori<br />
specializzazioni: compie migrazioni stagionali su enormi percorsi a veloc<strong>it</strong>à<br />
sostenuta (almeno 150 miglia per giorno) e presenta una selezione tra i<br />
nuotatori pelagici con l'acquisizione di disposizioni anatomiche particolari,<br />
tanto che KISHINOUYE aveva creato per esso l'ordine speciale dei PLECO<br />
STEI ai quali dava un valore sistematico più elevato non solo al sottordine<br />
degli Scombroidei ma addir<strong>it</strong>tura alla classe dei TELEOSTEI o pesci ossei.<br />
I tonni in effetti sfuggono alla definizione generale della classe dei<br />
PESCI, vertebrati a sangue freddo; hanno invece una temperatura corporea<br />
specifica, ma essa non è fissa come nei mammiferi e negli uccelli poiché varia<br />
entro certi lim<strong>it</strong>i a seconda delle variazioni del mezzo ambiente in cui in<br />
quel momento vivono.<br />
Grosso modo si può affermare che la loro temperatura corporea è però<br />
da essi mantenuta pressoché costante poiché, in forza della loro richiesta stenotermica,<br />
scelgono per vivere acque omogenee che non subiscono sbalzi notevoli<br />
di temperatura. È chiaro pertanto che non possono fissarsi lim<strong>it</strong>i precisi<br />
ma il nostro tonno vive di norma in acque della falda di superficie in cui<br />
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quali, ad es., il comportamento gregario spinto al massimo in un gruppo<br />
compatto in cui tutti gli esemplari saranno similmente orientati, uniformemente<br />
intervallati in senso spaziale e muoventisi con passo uniforme; maggiore<br />
sensibil<strong>it</strong>à alle condizioni ambientali e quindi un più ricercato mantenimento<br />
nella falda d'acqua in cui è acclimatato e di cui la temperatura aumenta<br />
con l'inoltrarsi della stagione; varierà insensibilmente con il variare di<br />
essa la propria temperatura corporea; si disporrà in strati d'acqua sempre<br />
più superficiali in relazione alla temperatura di questi, alla sua termofilia ed<br />
al suo peso specifico che diminuisce con lo sviluppo delle gonadi ricche di<br />
grassi.<br />
Diverrà «es<strong>it</strong>ante» di fronte a s<strong>it</strong>uazioni oceanografiche nuove che gli<br />
impongono l'adattamento della temperatura interna ed in tale stato di es<strong>it</strong>azione<br />
permane finché non si è lentamente adattato.<br />
La vescica natatoria diviene pertanto, come REMOTTI intuì, uno degli<br />
elementi più mirabili e determinanti dell'economia organica poiché, nelle<br />
sconfinate distese marine, lega l'animale a quella zona dove meglio potrà<br />
esplicare la sua attiv<strong>it</strong>à e dove potrà r<strong>it</strong>rovare altri suoi simili, soggetti<br />
anch'essi a medesimi tropismi e condizionamenti.<br />
È verosimile, pertanto (si veda R. SARÀ), che essa determina l'aggregazione<br />
selettrice in relazione alla taglia al fine che, nell'amb<strong>it</strong>o del gruppo che<br />
va formandosi, ciascun individuo abbia le stesse caratteristiche di comportamento,<br />
la stessa veloc<strong>it</strong>à di nuoto che altro non è che la stessa capac<strong>it</strong>à di<br />
galleggiamento e di spinta in relazione alla lunghezza (concetto che riconduce<br />
all'eguale volume della vescica ed in subordine allo stesso stadio di maturazione<br />
delle gonadi). Il gruppo così selezionato manterrà quindi la stessa<br />
veloc<strong>it</strong>à di crociera che è la veloc<strong>it</strong>à minima alla quale l'ossigenazione non<br />
manca e gli organi non subiscono alterazioni biochimiche, non accumulano<br />
cioè livelli sensibili di sostanze organiche velenose (tipo acido lattico e sarcolattico<br />
che, più che le fer<strong>it</strong>e, sono quelli che porteranno alla sua rapida fine<br />
nella camera della morte); nell'amb<strong>it</strong>o del gruppo, ciascun individuo poi fornirà<br />
e riceverà le stesse risposte senza che debba procedere a discriminazione<br />
di segnali cosa che invece si imporrebbe se il gruppo fosse eterogeneo.<br />
Durante il periodo di emissione dei prodotti sessuali, i gruppi fino allora<br />
selezionati per taglia si uniscono a formare masse di individui di taglia<br />
diversa: la « carvana » o « cabanata » per assicurare al massimo grado il compimento<br />
dell'azione sessuale, rimuovendo di conseguenza i blocchi che, in altre<br />
fasi della v<strong>it</strong>a, vi si oppongono.<br />
In questo caso e per un breve periodo, la soglia di ecc<strong>it</strong>azione sessuale<br />
è talmente bassa da essere superata malgrado la disposizione contraria<br />
dell'aggruppamento per taglia; superato tale periodo, con l'innalzamento della<br />
soglia di ecc<strong>it</strong>azione, si ricost<strong>it</strong>uiranno in qualche misura i gruppi differen-
ziati per taglia sino alla dispersione trofica m cm la disposizione specifica<br />
dominante sarà soltanto quella della caccia.<br />
L'animale ridiventa pertanto irruento e vorace, la sua stenotermia si attenua,<br />
ricomincia a scorrere il mare in caccia accan<strong>it</strong>a per ricost<strong>it</strong>uire le sue<br />
riserve consumate durante la migrazione e per la elaborazione dei prodotti<br />
sessuali, si disperde nelle enormi distese oceaniche finché, un certo giorno,<br />
all'inizio della prossima primavera, risentirà quell'inquiet<strong>it</strong>udine che lo riporterà<br />
a ricercare i suoi simili a riformare quei grandi branchi che si presenteranno<br />
dinanzi le nostre coste e che ci stupiscono ancora così come hanno<br />
stup<strong>it</strong>o i nostri antenati.<br />
Ed il ciclo ricomincerà, rinnovandosi.<br />
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Paludato nel suo nero impermeabile, al di fuori e al di sopra di ogni forma<br />
di esibizione individuale, uomo tra gli uomini tesi a svolgere un'azione comune<br />
per realizzarsi ed identificarsi, il Rais riassume in sé millenni di storia di pesca<br />
del tonno e ridiventa il re-sciamano.
STORIE VERE DI TONNARA<br />
Storia di un giorno del 1953 ovvero il primo giorno<br />
Pantaloni e giacca, vecchiotti per la ver<strong>it</strong>à ma come possono essere<br />
vecchi i vest<strong>it</strong>i di uno che vive in c<strong>it</strong>tà. Ci manca 'a cravatta, dissero a prua<br />
ma il Rais li fulminò con uno sguardo che significava sbarco immediato se si<br />
fossero azzardati a continuare.<br />
Era l'alba e nel chiarore diffuso i visi sembravano più pallidi ed affilati<br />
nella barba di molti giorni. Fecero vela con un forte vento di terra che la<br />
gonfiava allegramente. Che camurrìa, disse il Rais a tutti e a nessuno: quando<br />
'stu ventu è tisu, currenti di libicciu e acqui trubbuli e tutti assentirono.<br />
Dopo quasi un'ora, si levò il sole e il Rais si scappellò; capì che salutava<br />
il sole im<strong>it</strong>ato dal sottorais e da qualche mociaro più anziano. Il pruere,<br />
che era il più giovane ed il più scanzonato e che certe cose se le poteva<br />
pèrmettere perché era figlio del capoguardia, abbozzò un sorriso in cui c'era<br />
di tutto: un po' di sarcasmo, un po' di paura di essere visto, un po' di timore<br />
di aver compiuto qualcosa che dentro il cuore sentiva riprovevole, la ricerca<br />
di una solidarietà che non gli poteva essere data,<br />
Arrivarono al cagnazzo della lippia di porta chiara proprio alla fine<br />
dell'ultima Salve Regina e tutti salutarono la tonnara. Quest'ultimo quarto<br />
d'ora era stato tribolato: non sapeva cosa fare, come comportarsi quando il<br />
capo mociaro snocciolava i suoi «un credu u Signuri », cosa e in qual momento<br />
rispondere e quando doveva togliersi il copricapo. Tutti lo guardavano<br />
nel momento delle risposte e poi sfuggivano il suo sguardo. Seppe poi,<br />
dopo anni, che il grande pensiero che scorreva da poppa a prua per la mociara<br />
ma anche per le barche a rimorchio era quello di capire quale influsso<br />
benigno o maligno potesse portare, se era « auguruso » o al contrario, il che<br />
sarebbe stato veramente pregiudizievole dato che avrebbero dovuto sopportarselo<br />
per tutta la campagna di pesca.<br />
Si avvicinava intanto la barca che era stata di guardia in tonnara per<br />
tutta la notte. Pochissime parole lievemente sussurrate ma largamente comprese<br />
da tutti tranne ovviamente da lui.<br />
Il Rais fece la vis<strong>it</strong>a alla tonnara, ordinò di ormeggiare in mezzo alla<br />
camera, si tolse il cappotto, lo appese nel campione di poppa e ne annodò le<br />
maniche vuote dietro le spalle: siamo con le mani legate, disse così al proprietario<br />
che con un vecchio cannocchiale da marina controllava tutti i movimenti<br />
anche il più piccolo dal balcone della palazzina e cioè i tonni ci sono<br />
ma la corrente è fresca e non possiano fare operazioni.<br />
Frattanto il sole si alzava ed il caldo cominciava a farsi sentire; tutti si<br />
toglievano da dosso uno alla volta quei coloratissimi inverosimili panni sdruc<strong>it</strong>i<br />
che solo i pescatori chissà dove trovano: si stanno sfogliando èome<br />
cipolle, gli disse il Rais e furono 'le sole parole dirette di quella prima<br />
giornata.<br />
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SCHEDA SEGNALETICA DEL TONNO ROSSO E DEI SUOI AFFINI<br />
CHE SI PESCANO IN TONNARA<br />
CHIAVE DI RICONOSCIMENTO DELLE SPECIE DESCRITTE<br />
Il tonno è stato chiamato nei secoli con molti nomi. Introdotta nel<br />
1758 da LINNEO la nomenclatura binomiale latina, fu indicato di volta in<br />
volta: Scomber thynnus, Thunnus med<strong>it</strong>erraneus, Thynnus med<strong>it</strong>erraneus,<br />
Thunnus vulgaris, Orcynus secundo-dorsalis, soltanto Thynnus, Orcynus<br />
thynnus, Orcynus brachipterus, Orcynus schlegelii dai vari Autori che nel diverso<br />
nome generico o specifico, tentavano di dare un riferimento al nome<br />
antico o indicare una caratteristica essenziale finché, almeno si spera defin<strong>it</strong>ivamente,<br />
è stato concordemente scelto il nome:<br />
Thunnus thynnus (L.) 1758<br />
laddove con Thunnus si indica il genere, con thynnus la specie mentre la L.<br />
tra parentesi indica che l'Autore, in questo caso LINNEO, nella sua descrizione<br />
del 1758, aveva riconosciuto la specie ma l'aveva attribu<strong>it</strong>a ad altro<br />
genere.<br />
Fig. 11 -Il tonno delle tonnare siciliane (da BINI, 1968).<br />
Appartiene alla famiglia THUNNIDAE (corrispondente in parte a1<br />
PLECOSTEI di KISHINOUYE) del sottordine dei Scombroidei dell'ordine<br />
dei PERCIFORMI.<br />
È il più grosso teleosteo vivente ed io stesso ho visto e misurato tonni<br />
di oltre 500 kg. di peso. Mi è stato rifer<strong>it</strong>o che nella tonnara di Favignana<br />
ne è stato catturato uno di 604 kg. di peso.<br />
Insieme ad esso, si catturano nelle tonnare med<strong>it</strong>erranee:<br />
- l'alalunga Thunnus ala/unga (Bonnaterre) 1788 dalle carni bianche<br />
e gustose; ha il corpo fusiforme, snello negli esemplari giovani ma piuttosto<br />
panciuto nei grossi adulti, con una carena ben sviluppata ai lati del peduncolo<br />
caudale. Le sue pinne pettorali sono lunghissime e possono arrivare<br />
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fino all'altezza della seconda pinnula. Ha colorazione dorsale azzurro-nero<br />
acciaio con ventre biancastro diviso dalla zona scura da una stretta fascia irregolare<br />
iridescente con toni verdastri.<br />
Fig. 12 -L'ala/unga (da BINI, 1968).<br />
È un migratore pelagico, gran nuotatore e molto sensibile alle variazioni<br />
di temperatura anche se rispetto al tonno si mantiene in acque a temperatura<br />
di qualche grado più bassa. Si riproduce anche in Med<strong>it</strong>erraneo e ARE<br />
NA, SARÀ, LI GRECI hanno marcato esemplari giovani di 35 l 37 cm. di lunghezza,<br />
intorno alle Isole Eolie.<br />
- L'alletterato Euthynnus alletteratus (Rafinesque) 1810 con corpo<br />
affusolato e peduncolo caudale piuttosto sottile, ha muso appunt<strong>it</strong>o e pettorali<br />
brevissime. Caratteristica è la presenza di macchie nere sui fianchi nella<br />
metà anteriore del corpo, al di sotto del corsaletto, ben evidenti sul ventre<br />
bianco. Il dorso è quasi nero con linee nerastre e sinuose che danno l'idea di<br />
ideogrammi arabi e da qui si suppone derivi il nome volgare di alletterato.<br />
Vive in acque più calde del tonno e dell'alalunga e si r<strong>it</strong>rova in grandi branchi<br />
intorno a Lampedusa ove SARÀ condusse su di essi uno studio morfologico.<br />
Fig. 13 -L'a/letterato (da BINI, 1968).
Sembra si riproduca nel Golfo di Salonicco, vtcmo a Creta e BINI assensce<br />
anche a Nord della Sicilia.<br />
- Il palam<strong>it</strong>o striato Euthynnus (Katsuwomis) pelamis (L.) 1758.<br />
La forma è quella caratteristica di tutti i componenti della famiglia: corpo<br />
fusiforme, pa.nciuto al centro ed affinato alle estrem<strong>it</strong>à con peduncolo codale<br />
carenato e sottile.<br />
Fig. 14 -Il palam<strong>it</strong>o striato (da BINI, 1968).<br />
Blu acciaio sul dorso schiarisce verso i fianchi per diventare bianco argento<br />
nella regione ventrale laddove si notano dalle 4 alle 6 strisce nere o brune<br />
long<strong>it</strong>udinali che spiccano vivamente sul bianco dell'addome. Per questo carattere<br />
è chiamato dai francesi « pelamis du ventre rayé » . Gradisce acque ancora<br />
più calde di quelle dello stesso alletterato. Ben poco si sa sulla sua riproduzione<br />
che sembra abbia luogo nel Mar dei Caraibi, intorno a Cuba da<br />
aprile a luglio.<br />
- Il tombarello Auxis thazard (Lacépède) 1803. Corpo fusiforme a<br />
sezione quasi circolare con testa conica e muso corto ed appunt<strong>it</strong>o. Ha dorso<br />
color grigio azzurro o blu scuro con fasce vermicolari blu nere nella metà<br />
posteriore. Ventre argenteo, pinne grigiastre e pettorali nere nel lato interno.<br />
Fig. 15 -Il tombarello (da B INI, 1968 ).<br />
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È pelagico d'alto mare e si muove in grandi branchi che si riproducono in<br />
vicinanza delle coste un po' dovunque nel Med<strong>it</strong>erraneo, tra giugno e settembre.<br />
Abbocca facilmente al traino e cost<strong>it</strong>uisce pesca costiera abbondante.<br />
- Il palam<strong>it</strong>o vero Sarda sarda (Bloch) 1793. Molto si è discusso e si<br />
discute tuttora a quale famiglia appartenga questo bel pesce, elegante e gustoso.<br />
ToRTONESE lo assegna alla famiglia dei SCOMBEROMORIDAE (Cybidae)<br />
ed è uno dei due soli rappresentanti di detta famiglia in Med<strong>it</strong>erraneo;<br />
l'altro è l'Orcynopsis unico/or (Geoffrey St. Hilaire) 1809 o palam<strong>it</strong>a bianca<br />
di cui BINI trovò qualche esemplare sul mercato di Tunisi. Ha corpo allungato<br />
e fusiforme assomigliante allo sgombro da cui differisce per la taglia<br />
più grande. Testa appunt<strong>it</strong>a con bocca grande e denti robusti compressi e inclinati<br />
all'indietro.<br />
Fig. 16 -Il palam<strong>it</strong>o vero (da BINI, 1968).<br />
Il dorso del palam<strong>it</strong>o vero è azzurro oltremare molto scuro alla base<br />
della dorsale mentre i fianchi sono d'un azzurro verdastro attraversate long<strong>it</strong>udinalmente<br />
da linee sinuose oblique; il ventre è bianco argento.<br />
È specie pelagica migratoria in grandi branchi, comune lungo tutte le<br />
coste <strong>it</strong>aliane. Pochissime le notizie sulla sua riproduzione che si r<strong>it</strong>iene avvenga<br />
tra la fine di maggio e la prima decade di luglio nelle acque di<br />
Crimea.<br />
Le specie anzidescr<strong>it</strong>te sono di dimensione assai ridotta rispetto al tonno;<br />
l'alalunga non supera in Med<strong>it</strong>erraneo i 15/16 kg., ma sembra che in<br />
Atlantico possa raggiungere i 25/30 kg.; l' alletterato pesa mediamente intorno<br />
alla decina di chili; 5/6 kg. il palam<strong>it</strong>o striato per scendere ai 2/3 kg.<br />
del palam<strong>it</strong>o vero, al chilo del tombarello.<br />
Gli adulti delle specie sopra descr<strong>it</strong>te sono facilmente riconoscibili l'uno<br />
dall'altro perché i caratteri morfologici sono ben evidenziati; non altrettanto<br />
si può affermare per quanto riguarda gli stadi giovanili di dette specie per<br />
cui spesso si ha qualche difficoltà di riconoscimento. Per tale motivo, qui di<br />
segu<strong>it</strong>o, si riporta uno schema contenente gli elementi per il riconoscimento<br />
delle specie più comuni nel Med<strong>it</strong>erraneo e che normalmente sono oggetto di<br />
pesca con le tonnare.
Pinne dorsali distinte<br />
fra loro<br />
Pinne<br />
dorsali<br />
avvicinate<br />
fra loro<br />
Denti<br />
piccoli<br />
Denti<br />
lunghi<br />
e robusti<br />
l<br />
Peduncolo<br />
codale<br />
carenato<br />
ai lari<br />
( Pinnule 7-9<br />
Pinna<br />
dorsale<br />
triangolare<br />
Pinna<br />
dorsale<br />
falciforme<br />
. Auxis thazard<br />
Pinne pettorali<br />
non<br />
oltrepassanti<br />
la l , dorsale Thunnus thynmts<br />
Pinne pettoral i<br />
oltrepassanti<br />
la l ' dorsale Thunnus alalunga<br />
4-5 fasce<br />
laterali<br />
senza fasce<br />
laterali<br />
Euthynnus pelamis<br />
Euthynnus alletteratus<br />
. Sarda sarda<br />
Fig. 17 -Elementi per il riconoscimento delle specie di Tonnidi più comuni in Med<strong>it</strong>erraneo<br />
(da ScACCINI, SARÀ. PrccrNETTI e MANFRIN, 1975).<br />
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ROBBA DI SPAGNA<br />
MANNA DEL MEDITERRANEO<br />
Elencare il nome di quanti, dall'antich<strong>it</strong>à ad oggi, si sono interessati<br />
delle migrazioni dei tonni ed indicare, sia pure per sommi capi, le loro teorie<br />
sarebbe così lungo da togliere gran parte dello spazio disponibile in questo<br />
volume.<br />
Il numero, l'autor<strong>it</strong>à dei loro nomi, la datazione degli interventi indicano<br />
però quanto il problema delle migrazioni sia stato profondamente sent<strong>it</strong>o<br />
ne1 secoli.<br />
Se la prima domanda che abbiamo supposto si sia posta il nostro antenato<br />
concerneva la maniera di come poter catturare nella più grande quant<strong>it</strong>à<br />
possibile i grossi animali fonte del suo benessere e della sua economia (e<br />
ad essa rispose convenientemente inventando le trappole-tonnara), le successive<br />
avranno riguardato certamente la provenienza dei tonni nel loro periodico,<br />
preventivabile apparire e le modal<strong>it</strong>à dell'avvicinamento al basso fondale<br />
al fine di sfruttare al meglio il fenomeno stagionale. E man mano che gli<br />
spir<strong>it</strong>i si affinavano, che si diradava il limbo delle superstizioni, che si aveva<br />
modo di collegare osservazioni, che si instauravano informazioni e confronti<br />
con lo scambio di notizie ed esperienze, il connaturato desiderio di conoscenza<br />
spingeva sempre di più ad avanzare ipotesi, ad ampliare il numero e<br />
la struttura dei ques<strong>it</strong>i, diversificandoli, articolandoli per cogliere la luce delle<br />
mille sfaccettature.<br />
0MERO, nell'Odissea che data almeno 800 anni prima di Cristo, fa riferimento<br />
a tonni catturati, in un seno più 0 interno del lido, mediante una rete<br />
dai mille buchi (ma l'aggettivo 1roÀ.vw1rw indica le innumerevoli maglie di<br />
cui è fatta una rete o non piuttosto anche una diversificazione della grandezza<br />
delle maglie?).<br />
ERODOTO, facendo riferimento alle attiv<strong>it</strong>à del tempo di PISISTRATO<br />
(550 a.C.) riporta: «La rete è pronta e destramente disposta nel mare; con il<br />
chiaro di luna verranno i tonni panciuti. »<br />
Epperciò fin da allora erano stati posti e risolti problemi con la predisposizione<br />
di un attrezzo s<strong>it</strong>uato in un luogo più ridossato del golfo e riconosciuto<br />
idoneo a sbarrare il passaggio dei tonni e già si faceva riferimento<br />
alle fasi lunari, come oggi: «luna a crisciri, bbona pisca ».<br />
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BouNHIOL, RouLE, BouRGE, FAGE, LEGENDRE, SoMIGLI sino alla<br />
ScORDIA furono sosten<strong>it</strong>ori più o meno accesi della teoria autoctona apportandovi<br />
argomentazioni a sostegno mentre PARONA ne fu il portabandiera<br />
con la diffusione del suo Il Tonno e la sua Pesca al quale quanti scrissero di<br />
tonni e tonnare largamente si rifecero come massimo documento del momento.<br />
L'unico a discostarsi dai precedenti nel continuare a sostenere l'origine<br />
atlantica del tonno genetico fu SELLA (cui dava una mano HELDT dalla sua<br />
base tunisina) che da buon tonnaroto oltre che biologo, viveva ogni anno<br />
veramente a contatto col mare e con i tonni; egli per primo al fine di dirimere<br />
le controversie, sorte per la sua posizione di non' ortodossia alle posizioni<br />
cattedratiche, che sfociavano in polemiche rissose - ed i documenti<br />
tecnici che si susseguivano in tempi brevi tra ScoRDIA e SELLA, le argomentazioni<br />
e spesso i riferimenti personali non certo benevoli cost<strong>it</strong>uiscono<br />
anch'essi una parte della «cultura» moderna del tonno - propose l'uso di<br />
marche da applicarsi ai tonni in modo che, dal loro successivo r<strong>it</strong>rovamento,<br />
potesse indubbiamente ricostruirsi il percorso compiuto dall'animale<br />
marcato.<br />
Per la ver<strong>it</strong>à, con il diffondersi della stampa e perciò per la possibil<strong>it</strong>à<br />
di pronta risposta dei contendenti, le polemiche sulle migrazioni dei tonni<br />
erano divenute spesso violente tanto che nel 1816 il Segretario di Ferdinando<br />
IV scriveva al milazzese D'AMICO duca d'Ossada, proprietario di tonnara in<br />
aspra contesa con il siracusano avv. D'Avouo, di purgare da tutte le espressioni<br />
pungenti, in quanto non convenienti alla dign<strong>it</strong>à dello scrivente, il testo<br />
del suo scr<strong>it</strong>to sui tonni, dedicato a Sua Maestà.<br />
Per tornare al sistema di marcature proposto dal SELLA e che pur aveva<br />
precedenti nel campo dell'orn<strong>it</strong>ologia, esso fu quasi ridicolizzato sia dal<br />
PARONA che dalla ScORDIA che espressero su di esso tutti i dubbi possibili.<br />
Oggi però sappiamo che SELLA era nel vero e molta parte della teoria moderna<br />
sulle migrazioni, prima solo intu<strong>it</strong>a nell'uno o l'altro aspetto, ha trovato<br />
conforto nell'oggettiva indicazione delle marche recuperare (si veda: R.<br />
SARÀ, P. ARENA, LI GRECI, HAMRE, MATHER, RODRIGUEZ-RODA, ALONCLE,<br />
TIEws, RIVAS, SHARP, REY, ecc.).<br />
In un certo momento storico in cui l'affermazione di determinati concetti<br />
diveniva autor<strong>it</strong>aria per l'importanza della sede da cui emanava ed arrivava<br />
a prevaricare l'ordine naturale, giustificata, opportuna e grad<strong>it</strong>a si presentava<br />
- nella predominanza di tonnare quasi tutte <strong>it</strong>aliane o in mano <strong>it</strong>aliana<br />
- l'idea di un tonno med<strong>it</strong>erraneo che ben si collocava nel Mare Nostrum.<br />
Che poi ampliando il medesimo concetto si potesse perfino arrivare alla<br />
determinazione di «razze» locali quali la « tirrenico-jonica » o la « tunisina<br />
» , identificabili sulla base di caratteri motfometrici, è tutto un altro discorso<br />
di cui la significativ<strong>it</strong>à è stata dimostrata quasi sub<strong>it</strong>o impossibile da<br />
sostenere.
STORIE VERE DI TONNARA<br />
Storia di un giorno del 1965 ovvero la storia di Caterina<br />
C'era stata una bella «passata » di quaglie e l'annata per la ver<strong>it</strong>à si<br />
presentava bene: mare e vento di maestrale e corrente di levante; i cianciolari<br />
pescavano ed il pesce, dicevano, era calmo ed abbondante: una notte avevano<br />
avvistato una decina di golf<strong>it</strong>ani ed eravamo tutti speranzosi. La tonnara<br />
era stata calata il giorno di Santa Caterina, la mia festa, con mare fino<br />
e calma di corrente: cadeva a piombo che era una meraviglia.<br />
Mancavano soltanto loro ma certo sarebbero venuti perché sotto il<br />
«culo » la serpe c'era; ah, ecco, davanti il grande portone d'ingresso della<br />
tonnara c'è un grosso masso quasi rotondo e levigato con una profonda ruga<br />
al centro. Lo chiamano culo e dopo che Padre Giovanni, presenti tutti, dal<br />
proprietario con i figli ed i parenti e le nostre famiglie sino all'ultimo faratico,<br />
aveva benedetto noi e la rete, il corpo, le barche e la «palma» ed io vi<br />
avevo inchiodato sopra la palma benedetta tutta intrecciata che a Pasqua<br />
m'aveva regalato Giacomino, eravamo andati in processione scherzando, con<br />
molta speranza ma anche con molta apprensione, per vedere che c'era sotto<br />
il culo. Se ci fosse stata una serpe come era successo da sempre quando le<br />
annate erano state buone, l'annata ci avrebbe dato soddisfazione. E la serpe<br />
c'era, luccicante e grossa: mio padre mi guardò complice ed io strinsi di più<br />
la mano di Giacomino; per la festa della Madonna del Rosario la prima domenica<br />
d'ottobre ci saremmo finalmente sposati! Con il migliarato sarebbero<br />
venuti i soldi per i vest<strong>it</strong>i, per la festa e qualcosa per il viaggio di nozze sino<br />
a Palermo.<br />
Per il giorno di Santa R<strong>it</strong>a avevamo però pescato solo 26 pesci in una<br />
sola mattanza. Tonni non se ne vedevano anche se la 'za Nunziatina aveva<br />
sfumicato la tonnara bruciando sul canale di creta le foglie di ulivo e di palma<br />
e le figurine di San Cosimo e Damiano e di Sant'Apollonia.<br />
C'era certamente la calunnia sulla tonnara!<br />
Simone, becco a levante perché aveva il naso lungo e storto in punta,<br />
convinse gli altri che come aveva fatto il padre dell'attuale rais bisognava<br />
portare a 'nnauto Sarina detta giubox, insomma quella che riceve gli uomini<br />
dietro il castello: a estremi mali estremi rimedi.<br />
Di nascosto del parrocchiano, di prima mattina, se la portarono nella<br />
leva e lei fece là in mezzo quello che doveva fare.<br />
Ma la tonnara, gebbia era e gebbia restò!<br />
Sta passando pure la tredicina di Sant'Antonino e la sera quando si r<strong>it</strong>ira,<br />
il Rais posa la statuetta nella cappella senza rivolgerle una parola: mqncu<br />
'na candi/a ciaddùma. Ora siamo arrivati a 63 pesci, lunedì cominciano a<br />
salpare un'ancora sì e un'ancora no. Per quest'anno non mi potrò sposare<br />
ma io non intendo fare fu<strong>it</strong>ina, Giacomino mi deve capire.<br />
71
LE IDEE DI OGGI<br />
Delineerò la moderna teoria delle migrazioni dei tonni e dei loro comportamenti<br />
in una sintesi che non include, per esigenze di spazio e per la natura<br />
stessa della pubblicazione, il riferimento anal<strong>it</strong>ico delle prove oggettive e<br />
della bibliografia per le quali rimando il cortese lettore a testi più specialistici<br />
e specifici. Oggi, essa teoria è accettata in campo internazionale e si basa<br />
sulle ricerche e sulle pubblicazioni individuali o in collaborazione di<br />
R. SARÀ, di P. ARENA particolarmente per la parte che riguarda il settore<br />
delle Eolie in cui si verificano le più consistenti concentrazioni genetiche dei<br />
tunni, di C. PICCINETTI per la parte uova e stadi larvali di tonno e di MA<br />
THER, RIVAS, RICHARDS, TIEWS, ALONCLE, SHINGU e coli., fARRUGIO, REY,<br />
RODRIGUEZ-RODA.<br />
Vorrei cominciare questo cap<strong>it</strong>olo nel ricordo profondamente sent<strong>it</strong>o<br />
dei Rais che mi hanno osp<strong>it</strong>ato in 30 anni di lavoro di ricerca sulle loro<br />
«mociare»: i favignanesi fLAMINIO ERNANDEZ, SALVATORE MERCURIO, lACO<br />
RALLO, lACHINO ERNANDEZ figlio di Flaminio, MoMMo BARRACO di San<br />
Cusumano, IsmoRo RENDA di Bonagia, PEPPINO BoRRUSO, PEPPINO D'AN<br />
GELO e CICCOPAOLO SAPUTO di Magazzinazzi, OLIVA di Scopello, SARINO<br />
ASARO di Castellammare, NINUZZO TARANTINO di Solanto, VITo BARRACO<br />
di Capo Gran<strong>it</strong>ola. Sull'originario rapporto di lavoro e di dovuta osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à,<br />
tutti hanno voluto inserire una più incidente componente di stima nella profonda<br />
uman<strong>it</strong>à della millenaria tradizione di lavoro, di esperienze, di r<strong>it</strong>i che<br />
in essi si estrinsecava.<br />
}ACHINO ERNANDES, Rais di Favignana così<br />
come lo furono i suoi nonni e suo padre. Con<br />
lui si estingue una tradizione familiare di molte<br />
generazioni. <strong>Sarà</strong> anche l'ultimo Rais di tonnare<br />
che si estinguono anch'esse?<br />
73
qual<strong>it</strong>à diversa e con le correnti superficiali si trovano dinanzi lo Stretto di<br />
Gibilterra, interessato, dalla fine di marz0, dal grande travaso della corrente<br />
atlantica che va a colmare il più basso livello med<strong>it</strong>erraneo.<br />
La baia ibero-marocchina diventa così un luogo di concentrazione e di<br />
avviamento verso il Med<strong>it</strong>erraneo. Tanto maggiore sarà il volume dell'acqua<br />
entrante, tanto maggiore sarà la spinta per la massa di tonni entranti con il<br />
concorso favorevole delle correnti e controcorrenti che risalgono dal Marocco<br />
o che provengono dal Portogallo.<br />
Entrano così in Med<strong>it</strong>erraneo (fig. 19), quasi lasciandosi trasportare<br />
dal grande flusso della corrente le cui acque aumentano insensibilmente di<br />
temperatura in forza dell'insolazione crescente e si concentrano, e col divenire<br />
più dense meglio li sostengono nel loro galleggiamento. Sono in genere individui<br />
dai 150 ai 300 kg. di peso, dai 10 ai 15 anni di età, che si muovono<br />
a profond<strong>it</strong>à non superiori ai - 50 m.<br />
Nelle ramificazioni della corrente si suddividono pervenendo quindi su<br />
tutte le coste ove potranno essere catturati dalle tonnare; dove più dove meno,<br />
in funzione sempre del ramo della corrente che si diparte o si accumula,<br />
si restringe o prende maggiore consistenza a seconda della geomorfologia del<br />
fondale, delle aree di divergenza che incontra, dei fronti di frizione che si<br />
formano, negli anni, lungo il suo cammino.<br />
Tendono ora a mantenersi più in superficie in conseguenza del peso<br />
specifico che diminuisce per il crescente volume delle gonadi ricche di grassi<br />
e della concentrazione delle acque man mano più salate e più dense; si muovono<br />
sempre più in favore di corrente per mantenere quella che ho defin<strong>it</strong>o<br />
una rC?tta economica su un piano di minimo sforzo al fine di non bruciare<br />
nel nuoto le riserve che sono invece necessarie per l'elaborazione dei prodotti<br />
sessuali.<br />
75
94<br />
Qualche giorno prima dell'arrivo dei grossi tonni atlantici e mentre tuttora<br />
si definisce qualche dettaglio, le tonnare sono scosse dal grido dei bastardieri:<br />
sono stati avvistati i « golf<strong>it</strong>ani », tonni finora stanziali dai 30 agli<br />
80 kg. di peso, in procinto i più piccoli di essere genetici per la prima volta.<br />
Anch'essi raggruppati per taglia, hanno· cominciato una loro «corsa» però<br />
med<strong>it</strong>erranea: veloci e guizzanti sono gli araldi della metamorfosi genetica<br />
che ha invest<strong>it</strong>o la loro specie. Dopo pochi giorni, in genere, spariscono:<br />
una breve attesa ed ecco, in successione, i maestosi esemplari atlantici che<br />
andranno ad occupare gli spazi finora tenuti da essi che riappariranno a giugno<br />
inoltrato indicando al tonnaroto che la stagione di pesca con tonnare si<br />
avvia al termine e che quegli spazi sono stati da essi rioccupati. Sono però<br />
diminu<strong>it</strong>i di numero per le catture e la loro. taglia si è abbassata; si capirà<br />
poi il perché.<br />
Chiusa la parentesi, torniamo a riosservare i grossi tonni oceanici che<br />
abbiamo lasciato nel Basso Tirreno; l'acqua atlantica nel suo cammino intanto<br />
si accumula nell'imbuto formato dalle coste calabre, dalle siciliane e<br />
dalle Eolie, dà origine a zone di convergenza ed a circu<strong>it</strong>i secondari e, per il<br />
gioco delle maree, cola in gran parte lungo lo Stretto di Messina.<br />
Fig. 20 -Concentrazione dei tonni genetici nei mesi da maggio ad agosto (ricostruzione dai<br />
lavori di SHINGU, ed al/., ARENA, SARÀ, RODRIGUEZ-RODA; le più intense tonal<strong>it</strong>à<br />
di colore indicano le più numerose presenze e catture) - M ese di MAGGIO.
Fig. 21<br />
Mese di GIUGNO.<br />
Fig. 22<br />
Mese di LUGLIO.<br />
Fig. 23<br />
Mese di AGOSTO.
Ecco dunque cosa voleva raffigurare l'anonimo acquarellista che ha ancora<br />
una volta dimostrato il suo formidabile spir<strong>it</strong>o di osservazione e di sintesi,<br />
conferendo al suo lavoro, esegu<strong>it</strong>o certamente per diletto, sempre maggiore<br />
veridic<strong>it</strong>à ed aderenza alla realtà che osservava con acume naturalistico.<br />
È da rilevare come, e tanto mi sembra di maggiore importanza, un<br />
gentile signore che immagino affacciato al suo balcone di una casa di Castellammare<br />
del Golfo (a questo luogo siciliano, l'antica terra Cetaria, mi fanno<br />
pensare i due acquerelli) abbia potuto constatare, con la non lunga portata<br />
dei suoi occhi, un'associazionismo che, nella memoria dei Rais e degli uomini<br />
di tonnara che ho conosciuto in tanti anni, mai era stata rifer<strong>it</strong>a anche<br />
tramandata e che è possibile riscontrare di nuovo oggi, ma solo mediante<br />
l'osservazione aerea e per gli occhi attenti di un biologo.<br />
Non si deve r<strong>it</strong>enere però che solo nell'imbuto eoliano si concluda il<br />
grande atto della riproduzione; in quella zona esso assume l'aspetto più spettacolare<br />
per il gran numero di individui che vi partecipano.<br />
In effetti il tonno si riproduce in tutto il Med<strong>it</strong>erraneo, dalle Baleari alle<br />
Isole greche, dalla Libia alla Sardegna, dal Mar di Marmara all'Adriatico;<br />
perfino nelle grandi camere della tonnara, spesso dando al tonnaroto un av<br />
VISO preciso della loro presenza nelle profonde camere.<br />
Quando si corica su un fianco, quasi a toccare il ventre del o dei partners,<br />
in un lampo di luce che si indovina dal fondo e che il tonnaroto chiama<br />
« sbarra co » e pertanto dice che il tonno « sbarrachìa », si resta incollati<br />
allo «specchio» in una morsa di .stupore così come si resta avvinti ad osservare<br />
per ore i tonni che nel « rivoto » della bocca, o nel foratico e perfino<br />
nella camera, prendono il «giro» in uno spesso cilindro ruotante di più centinaia<br />
di individui che ne cost<strong>it</strong>uiscono le alte ed irregolari pareti entro le<br />
quali si indovina dai frequenti lampi degli sbarrachi il compimento dell'atto<br />
sessuale.<br />
A riproduzione avvenuta, dunque, le grandi concentrazioni gamiche<br />
che spaziavano nel basso Tirreno, si frazionano quindi in gruppi più o meno<br />
numerosi per i quali ripiglia vigore la disposizione del gruppo selezionato<br />
per taglia, cercano il passaggio attraverso lo Stretto di Messina ma sono respinti<br />
dal fronte freddo della corrente jonica montante, es<strong>it</strong>ano dinanzi ad<br />
essa, si suddividono ancora: alcuni gruppi risalgono le coste <strong>it</strong>aliane, molti<br />
altri che hanno già adattato la loro temperatura interna, con la marea scendente<br />
passano in gran parte nello Jonio dove, un tempo, altre tonnare dai<br />
nomi famosi quali Capo Passero, Marzamemi, Pachino li aspettavano.<br />
97
90<br />
L--.-· . .<br />
\' > .<br />
\<br />
i .
. - - .<br />
- --.......... __
STORIE VERE DI TONNARA<br />
Storia di un giorno del 1981, ovvero il «ricordo » di Bastiano<br />
Alcuni anni prima suo padre gli aveva fatto capire che era bene se si<br />
fosse trovato un altro lavoro, più sicuro. Era stato un giorno amaro che gli<br />
fece ricordare quel mattino che l'avevano messo sul vascello e affidato al capoguardia<br />
per assistere alla prima mattanza che coincideva con la sua licenza<br />
dalle elementari.<br />
Nicola malacappa detto anche l'americano perché il padre era stato in<br />
America, mentre gli tendeva una grossa fetta di pane tagliata di lungo ed<br />
una sarda salata, gli disse che doveva stare molto attento a quanto sarebbe<br />
successo, che doveva applicarsi anche alle cose più minute perché con le<br />
scuole che aveva sarebbe diventato un grande rais per fare contento suo padre<br />
che se lo mer<strong>it</strong>ava. E poi i tonni, tanti tonni grossi e lucenti e tanto sangue,<br />
ma, ad un certo punto, fu attratto dal capoguardia che vicino al campione<br />
di prua aveva un filo di sisal cui faceva un nodo per ogni tonno che<br />
imbarcavano e, ogni dieci, un nodo diverso.<br />
Era ipnotizzato dai nodi che si snocciolavano tra quelle d<strong>it</strong>a così grosse<br />
ma pure sensibili. Le guardava affascinato e voleva che non si fermasse:<br />
un giorno quando sarebbe stato rais, alla prima mattanza, il filo di sisal sarebbe<br />
dovuto essere lungo come quello che usava sua madre per stendere i<br />
panni per poter fare un'infin<strong>it</strong>à di nodi per un'infin<strong>it</strong>à di tonni.<br />
Accettò però il consiglio di suo padre, partì per la Germania, si sposò<br />
ed ora è di nuovo nella tonnara imbarcato come bastardiere: il cibo diverso<br />
e abbondante di altri paesi, la mancanza del suo sole e del suo mare gli hanno<br />
fatto salire il «polistirolo » nel sangue, deve mangiare ad orario e quello<br />
giusto, si sente fin<strong>it</strong>o come è fin<strong>it</strong>o quel sogno di quand'era bambino ma che<br />
ancora ricorda. Ma tanto! altro che di filo per stendere ora c'è bisogno, ne<br />
basta soltanto un palmo per una tonnara abbìluta, più abbìluta di lui<br />
stesso.<br />
<<br />
101
Sono nello Jonio che è già Med<strong>it</strong>erraneo centrale, dove nel frattempo,<br />
sono pervenuti anche quei tonni che immessi nel ramo di corrente che, come<br />
si è visto, si è suddiviso davanti Capo Bon, avevano costeggiato le coste della<br />
Tunisia orientale e della Libia ed altri, di taglia prevalentemente media,<br />
ancora in pieno periodo di riproduzione, provenienti dal Bacino centroorientale,<br />
dall'Egeo, dall'Adriatico.<br />
L'acqua è più &edda perché in larga parte cost<strong>it</strong>U<strong>it</strong>a dall'acqua intermedia<br />
orientale che s'avvia con il suo carico di sali verso Gibilterra; è rigeneratrice<br />
e stimolante. In essa si immettono, frazionati per gruppi di taglia<br />
diversa ed altri duri colpi subirebbero se ancora fossero calate le tonnare di<br />
r<strong>it</strong>orno di Punta Secca, Siculiana, Sciacca, Capo Gran<strong>it</strong>ola.<br />
li turgore che in essi premeva si è affievol<strong>it</strong>o, ricomincia a crescere lo<br />
stimolo della fame, ridiventano irruenti e voraci. Se alla metà di giugno, davanti<br />
le coste settentionali siciliane, avessimo pesato un tonno di 2 m. di<br />
lunghezza, avremmo osservato che pesava, poniamo, 200 kg. Se quello stesso<br />
tonno avessimo ora la possibil<strong>it</strong>à di ripesare a Capo Gran<strong>it</strong>ola, vedremmo<br />
il suo peso ridotto a 160-170 kg. Ha perciò perso nella corsa non meno di<br />
20-25 kg. più il peso delle gonadi, ora completamente svuotate. È assai magro,<br />
il suo troncone caudale si è vieppiù assottigliato, le sue carni non sono più<br />
tenere e ricche di grasso, è, nell'assai indicativo termine tonnaroto, «scolato».<br />
Ancora un balzo, supera le trappole di Ceuta e di Barbate disposte ora<br />
«de revés » ed è finalmente nel grande Oceano dove nel giro di 35 o 40 giorni<br />
ricost<strong>it</strong>uirà le sue riserve nelle ricche acque dei Mari del Nord. Per molti<br />
sino allora golf<strong>it</strong>ani che si sono accodati, pur tenendosi a distanza, dopo il<br />
momento delle concentrazioni gamiche delle Eolie, sarà il primo incontro<br />
con le acque delle grandi distese oceaniche.<br />
In Med<strong>it</strong>erraneo pertanto restano i più giovani golf<strong>it</strong>ani e la grande<br />
massa dei giovanissimi nati dalla scia schiumosa di prodotti sessuali che le<br />
grandi formazioni genetiche si erano lasciata dietro come P. ARENA ha compiutamente<br />
descr<strong>it</strong>to per le Eolie.<br />
Attraverso le immagini che seguono e che provengono tutte da una ricerca<br />
di allevamento da uova fecondate pescate nelle acque circostanti le Isole<br />
Egadi, condotta e pubblicata da ScACCINI, SARÀ, PICCINETTI e MANFRIN,<br />
si può notare come esse si sviluppano (figure da 24 a 30).<br />
Dopo qualche decina di giorni, le larve mostrano caratteri dei loro<br />
procrea tori che stanno allontanandosi (fig. 31)<br />
Ad agosto pesano intorno ai 200 gr., 800 gr. a settembre, oltre 1.500<br />
gr. alla fine di ottobre.<br />
103
104<br />
Fig. 24 Fig. 25<br />
Fig. 24 -Uovo in cui sono già ben visibili gli abbozzi degli occhi. Alcuni melanofori sono<br />
ramificati sulla goccia d'olio. V<strong>it</strong>ello leggermente granuloso (da ScACCINI, SARÀ,<br />
PICCINETTI e MANFRIN, 1975).<br />
Fig. 25 -Uova di tonno in cui sono visibili gli embrioni con la caratteristica pigmentazione.<br />
Piccoli melanofori sulla goccia d'olio. Si può notare anche il pigmento giallo (da<br />
ScACCINI, SARÀ, PICCINETTI e MANFRIN, 1975).<br />
Fig. 26 Fig. 27<br />
Fig. 26 -Dall'uovo sta sgusciando la larva. Si possono osservare gli abbozzi degli occhi,<br />
delle vescicole otiche, la pigmentazione sulla regione cefalica dorsale (da SCACCINI,<br />
SARÀ, PICCINETTI e MANFRIN, 1975).<br />
Fig. 27 -Larva di tonno. L'occhio non è ancora pigmentato. Sulla primordiale dorsale si<br />
possono notare, all'osservazione, diverse macchie di pigmento giallo (da ScACCI N I,<br />
SARÀ, PICCINETTI e MANFRIN, 1975).<br />
'
Fig. 28<br />
Fig. 29<br />
- Larva di tonno che presenta v<strong>it</strong>ello quasi del<br />
tuttol riassorb<strong>it</strong>o, bocca aperta, vescicola otica<br />
ben sviluppata, pinna primordiale ridotta,<br />
scomparsa di pigmento giallo (da ScACCINI,<br />
SARÀ, PrccrNETTI e MANFRIN, 1975).<br />
-Larva che non mostra più tracce del sacco v<strong>it</strong>ellino. La forma della bocca è caratteristica.<br />
Sono ben visibili i miomeri della muscolatura. Sono ancora numerose le<br />
un<strong>it</strong>à di pigmento nero sul bordo ventrale del tronco (da ScACCINI, SARÀ, Prccr<br />
NETTie MANFRIN, 1975).<br />
Fig. 30 -Una larva dopo circa 130 ore dalla schiusa (da ScACCINI, SARÀ, PrcciNETTI e<br />
MANFRIN, 1975).<br />
105
106<br />
mm. 4<br />
mm. 5,5<br />
mm. 7<br />
Fig. 31 - Larve di tonno (da SELLA, riportata da ScACCINI, SARÀ, PrcCINETTI e MANFRIN,<br />
1975).<br />
Ad un anno peseranno già circa 5 kg. (cm. 65 di lunghezza); a due<br />
anni, intorno agli 11-12 kg. (con 85190 cm.); a tre anni, hanno superato il<br />
metro di lunghezza con 16 l 18 kg. di peso, mentre, a pochi mesi dal compiere<br />
il 4° anno, hanno raggiunto i 25 l 30 kg. e sono pronti per la loro prima<br />
esperienza di riproduzione.<br />
In tutto questo periodo si manterranno nel nostro mare e, per i pnmt<br />
anni, con una stanzial<strong>it</strong>à accentuata praticamente nelle zone ove sono nati<br />
cost<strong>it</strong>uendo gruppi d'individui di taglia uguale che, secondo le più recenti vedute<br />
genetiche, hanno una grande probabil<strong>it</strong>à di provenire dal medesimo<br />
stock di larve mantenendo un grado piuttosto alto di coerenza fino al momento<br />
della riproduzione (ciò in defin<strong>it</strong>iva riporta e dà forza all'ipotesi formulata<br />
a pag. 78 circa il programma di migrazione fissato nel codice genetico).<br />
mm. 8<br />
mm. 9<br />
mm. 10<br />
mm. 12
Saranno oggetto di pesche continue con attrezzi diversi fin quando alla<br />
fine di una certa primavera dopo essersi un<strong>it</strong>i alle grandi concentrazioni gamiche<br />
prima descr<strong>it</strong>te, in preda a nuovi stimolanti tropismi, non varcheranno<br />
le soglie di Gibilterra disperdendosi nella v<strong>it</strong>a oceanica per r<strong>it</strong>ornare forse<br />
nella primavera ;uccessiva in Me_d<strong>it</strong>erraneo per riprodursi ancora.<br />
o o<br />
I mesi di agosto, settembre ed in parte ottobre di ogni anno sono i più<br />
tragici per la specie tonno e tragici anche per la civiltà dell'uomo sia esso pescatore<br />
che governante e l'indiscriminata razzia, che non ha spesso la giustificazione<br />
di un corrispondente adeguato ricavo, produce i danni più esiziali.<br />
Se a tale barbara, massiccia strage dei nuovi nati si aggiunge lo stillicidio<br />
dell'ecatombe dei riproduttori con ogni mezzo condotta in tutti i mari si<br />
potrà capire il peqzhé della drastica diminuzione della catture.<br />
La pesca degli adulti con tonnare si è quasi azzerata, quella con palangresi<br />
oceanici si è ridotta di oltre un terzo, quella con tonnare volanti<br />
nell'imbuto delle Eolie si è più che dimezzata in meno di l O anni dal suo apparire<br />
(1.200 tonn. nel 1972; oltre 4.000 tonn. nel 1975, '76, '77; 1.700<br />
tonn. nel 1981 pur essendo aumentato il numero di battelli da 8 nel 1972 a<br />
20 nel 1981 sostenuti da una efficace e costante ricognizione aerea (dati ripresi<br />
da P. ARENA), ed un'attiv<strong>it</strong>à di pesca che tende a concludersi nel giro<br />
di pochi anni e già di per sé indizio di irrazional<strong>it</strong>à non trascurando il dato<br />
che all'inizio della stagione di pesca 1981, ad es., dalle tonnare volanti sono<br />
stati catturati in pochi colpi di ciancialo circa 25.000 tonni di 25 l 30 kg. di<br />
peso medio, tonni cioè che stavano avviandosi al loro primo appuntamento<br />
genetico.<br />
Non sto qui a rifare la storia dell'aumentata taglia degli adulti riproduttori<br />
che indica solo che si pescano i rimasugli delle classi più anziane né<br />
quella del diminu<strong>it</strong>o peso dei golf<strong>it</strong>ani che significa un mancato ricambio per<br />
le classi intermedie scarsamente ora rappresentate; resta però accertato che<br />
questo tonno, demagogicamente protetto dalle legislazioni delle Nazioni che<br />
pur riconoscendo l'inciviltà della pesca dei giovani esemplari non ha però' la<br />
forza o la volontà di proteggerlo almeno fino a quando si è riprodotto una<br />
sola volta, lentamente si esaurisce.<br />
Porre infatti dei lim<strong>it</strong>i di taglia di cattura, fissandoli al peso minimo di<br />
6 kg. sapendo invece con certezza che il tonno si riprodurrà per la prima<br />
volta quando avrà raggiunto il peso di almeno 28-30 kg. può essere r<strong>it</strong>enuta<br />
una conquista solo dall'homo pol<strong>it</strong>icus che ha però dimenticato, nel compromesso<br />
legislativo, la primaria classificazione della sua specie di homo sapiens.<br />
107
108<br />
E così mentre ci si avvtcma sempre di più alla soluzione della problematica<br />
connessa alla biologia, alle migrazioni, all'etologia del tonno, in funzione<br />
soprattutto della collaborazione tra Ist<strong>it</strong>uti dei diversi Paesi ed allo<br />
scambio di più precise e capillari informazioni in cui i programmi di marcatura<br />
hanno dato il massimo di notizie, viene a mancare l'oggetto stesso della<br />
ricerca cioè quel tonno su cui i nostri antenati avevano fondato economie e<br />
social<strong>it</strong>à e formato «cultura».<br />
F. REDI, intorno al 1680, presso a poco negli stessi anm m cui furono<br />
dipinti gli acquerelli delle figg. 3 e 3 bis, riportava che il tonno « spiaggiava<br />
sulle nostre coste quindi inverminava ... » si pensi dunque quale abbondanza<br />
dovesse esserci; tra qualche decina di anni qualcuno forse in un nuovo libro<br />
di tradizioni e di cultura popolari scriverà: «C'era una volta il tonno .... che<br />
si pescava in trappole chiamate tonnare ... ».<br />
Se si vuole ripensare con un attimo di attenzione all'ipotesi avanzata circa le rotte di<br />
migrazione e le aree di riproduzione fissate nel codice genetico dell'individuo, è conseguenziale,<br />
allargando l'ipotesi stessa, arrivare alla conclusione che tanto più massicci saranno, da<br />
un lato, il prelievo dei riproduttori nell'area di riproduzione e, dall'altro, la pesca irrazionale<br />
dei nuovi nati per i quali è stata mostrata una stanzial<strong>it</strong>à accentuata e la fissazione coerente<br />
di essi all'area di cresc<strong>it</strong>a, tanto più diminuirà il numero degli animali riproduttori che si<br />
troveranno nelle primavere successive in quella stessa zona e di conseguenza lo stock stagionale<br />
di uova e larve da essi prodotto. I primi diminuiranno in conseguenza del diminu<strong>it</strong>o<br />
numero dei secondi e viceversa.<br />
In defin<strong>it</strong>iva, se in una determinata zona o area dì riproduzione torneranno quei pesci<br />
che vi erano nati, andrà sempre più ad esaurirsi la consistenza di quella popolazione se non<br />
le si concederanno ricambi, mentre, teoricamente, in un'altra zona, una diversa popolazione<br />
meno soggetta a irrazionali prelievi può meglio prosperare, aumentando i contingenti che<br />
non andranno però a sost<strong>it</strong>uirsi nella prima area che si depaupererà sempre più.
109
110
112<br />
Per dare qualche cifra solo indicativa, l'esportazione da Trapani era di<br />
circa 26.000 barili di tonno salato per anno il che fa ascendere la produzione<br />
a circa 30.000 tonni di peso medio indicativo di 150 kg. anche se, da un<br />
anno all'altro, si possono riscontrare notevoli sbalzi di cattura.<br />
Con l'introduzione del sistema di conservazione di APPERT, l'evoluzione<br />
tecnologica tocca anche la preparazione del tonno che verrà confezionato,<br />
dopo cottura in salamoia, in scatole di banda stagnata, usando l'olio come<br />
liquido di governo.<br />
Oltre al prodotto tradizionale cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dalle varie parti di -tonno salate<br />
in barili e del suo sacco ovarico convenientemente salato attraverso processi<br />
accurati e raffinati che venivano tramandati di generazione in generazione,<br />
il mercato venne conquistato dalla scatoletta sottolio nelle sue diverse<br />
qual<strong>it</strong>à: ventresca, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dalla parte più grassa, più morbida e più sapida<br />
della cav<strong>it</strong>à addominale, tarantello e tonno secondo i tagli mostrati nella fig.<br />
32, tratta dal PARONA.<br />
In effetti, del tonno, indicato per la sua utilizzazione come porco di<br />
mare, veniva impiegato tutto nelle fabbriche annesse a ciascuna tonnara,<br />
perfino la pelle, le ossa ed i residui delle lavorazioni conserviere che, trasportati<br />
in un largo spiazzo vicino, il così detto «camposanto», erano lasciati<br />
a macerare al sole per ottenere un olio denso, richiesto nelle acciaierie per<br />
la flottazione dei metalli ed il « bagano » da utilizzare, in percentuale, nella<br />
preparazione delle farine per gli animali domestici di allevamento o, integralmente,<br />
come fertilizzante.<br />
Stalli dol Tonno.,;r_,<br />
Fig. 32 -I tagli di carne del tonno (da PARONA, 1919).
-·<br />
113<br />
-
117
Per una tonnara che catturava mediamente 8.000 o 10.000 tonni o anche<br />
3.000, gli accidenti prima indicati significavano ridurre di un terzo o anche<br />
della metà il prodotto stagionale; per la stessa tonnara la cui curva di<br />
cattura odierna è stabilizzata sulla media degli 800 o l. 000 tonni o anche<br />
200, gli stessi accidenti naturali più quelli provocati dall'uomo, diventano insostenibili<br />
perché inoltre, anche nel verificarsi di condizioni favorevoli all'avvicinamento<br />
alla costa, potrebbe darsi che in quel momento non vi siano<br />
gruppi nell'amb<strong>it</strong>o del golfo della tonnara o, se ci sono, hanno scarsissima<br />
consistenza numerica, sono poco compatti ed i componenti nervosissimi e<br />
spaventati. Nel 1959, la tonnara di Magazzinazzi ebbe una buona stagione<br />
di pesca pur se mancava praticamente di tutte le camere di levante poiché la<br />
'ddisa non aveva resist<strong>it</strong>o alle correnti o ai tonni spaventati da pescicani ed<br />
era pertanto una tonnara completamente aperta e senza tenuta eppure pescante;<br />
in un anno successivo, la tonnara di Castellammare pescò nei primissimi<br />
giorni quando non aveva ancora in mare il pedale. Potrebbero ripetersi<br />
oggi questi casi? Certamente no, nella diminuzione notevole dei pesci e nel<br />
loro stato di ecc<strong>it</strong>azione e di spavento.<br />
E così le grandi mattanze anche di parecchie centinaia di esemplari per<br />
volta e ricordo tra tutte quelle del 1960 a Capo Gran<strong>it</strong>ola, rais VITo BAR<br />
RACO, di 705 pesci portati a terra più 109 lasciati in mare nella camera della<br />
morte con un gav<strong>it</strong>ello di galleggiamento nella coda, dato che non vi era<br />
più il minimo spazio nel barcareccio, diventano ricordi di episodi che non si<br />
verificherrano più.<br />
E perciò la tonnara resta per la parte spettacolare folcloristica della<br />
mattanza, per il r<strong>it</strong>o dell'uccisione di pochi pesci; restano le urla, le invocazioni,<br />
gli inc<strong>it</strong>amenti, i canti, levati levati ntu nomi du Signuri, para trasila<br />
para ssa prua, omini beddi viva l'amuri, animi santi du priatorio, gianzì<br />
gianzò, chi beddi cosci avi a signurina: Lina Lina, e là sul mare rosso di sangue<br />
in un angolo un grumo di prodotti sessuali emessi nell'angoscia della<br />
morte in un estremo tentativo di far sopravvivere la specie, il silenzio, l'unisono<br />
sia ludatu lu nomi di Gesu mentre le reti si riadagiano sul fondo e le<br />
ebree cialome e le arabe ai mola si perdono lontano sempre più lontano<br />
quasi in un r<strong>it</strong>orno al millenario passato.<br />
121
122<br />
Il tonno, meraviglioso fuso argenteo sino a qualche ora prima, è diventato<br />
tunnina.<br />
I tonnaroti sono ancora in mare e non vedono come sono ridotte le sue carni<br />
lacerate dagli uncini e come ha cambiato colore per il sangue che lo ricopre.<br />
Ora i turisti possono ,, goderselo» negli scatti ininterrotti dei loro obiettivi.
126<br />
Leggi regionali tendono a dare una mano ad un'attiv<strong>it</strong>à secolare che da<br />
sola, in effetti, non ce la fa più: gli interventi però hanno uno strettissimo<br />
legame concettuale con il compromesso legislativo della proibizione della pesca<br />
del tonno inferiore ai 6 kg. di peso.<br />
Le sostanziose somme stanziate infatti contribuendo all'acquisto dei<br />
materiali ed a una · parte degli oneri sociali, intervengono sulla gestione<br />
dell'attrezzo ma non sulle enormi, gravi lim<strong>it</strong>azioni che l'attrezzo subisce<br />
nell'amb<strong>it</strong>o del suo raggio d'azione, non interviene sulla paura del tonno,<br />
non interviene per favorire il suo accostamento in un ambiente sempre più<br />
perturbato. Sono pertanto dello stesso livello di improduttiv<strong>it</strong>à del primo:<br />
consentiranno forse la prosecuzione dell'attiv<strong>it</strong>à ancora per qualche anno;<br />
cost<strong>it</strong>uiscono la tenda ad ossigeno per alleviare un'agonia.<br />
È come dire: la pesca del tonno con tonnare sta finendo solo perché il<br />
calo della tonnara costa troppo. Il calo della tonnara costa troppo perché i<br />
tonni catturati sono soltanto 100 o 500, sarebbe invece largamente remunerato<br />
se i tonni fossero 1.000 o 5 .000. S'intervenga pertanto contemperando<br />
le esigenze della pesca del . tonno con tonnare con quelle delle altre attiv<strong>it</strong>à<br />
umane interferenti, siano esse di turismo, di traffico, di pesca stessa, tentando<br />
di ristabilire - e ve ne sono le possibil<strong>it</strong>à - un equilibrio ecologico oggi<br />
duramente provato ma che, ove fosse anche a tempi lunghi ripristinato, si rifletterebbe<br />
pos<strong>it</strong>ivamente non solo sulla tonnara che ha motivato gli interventi<br />
ma su tutte le altre attiv<strong>it</strong>à che al primo momento sembrerebbero lim<strong>it</strong>ate<br />
dagli interventi stessi.
128<br />
Centinaia di tunsti presenziano oggi alla mattanza e, alla sera, nella<br />
piazza di Favignana o nelle hall degli alberghi, si intonano i canti della tonnara<br />
che vanno perdendo la loro caratteristica r<strong>it</strong>uale ed i loro connotati di<br />
r<strong>it</strong>mo perché non è più la fatica e lo sforzo disumano a cadenzarli. Il pescatore<br />
che sta sul palco, bardato in pseudo costumi popolari, fingendo di tirare<br />
una finta rete e che canta sotto il bagliore dei riflettori, ha perso anch'esso<br />
il marchio della sua ident<strong>it</strong>à millenaria diventando grottesco.<br />
Ma la pressante richiesta di r<strong>it</strong>orno al passato, sostenuta è vero<br />
dall'operatore turistico, è il segno tipico della decadenza dei nostri tempi o<br />
non piuttosto un inconscio tentativo di recuperare, nella stanchezza spossante<br />
che il canto ricorda, il senso di una dimensione umana da tempo negletta<br />
ed umiliata?<br />
A me piace dare una risposta pos<strong>it</strong>iva in quest'ultimo senso: se così veramente<br />
fosse, insieme ad una volontà di intervento a livello di governo, effettivamente<br />
incidente e proiettato verso il futuro, una speranza ancora potrebbe<br />
alimentare le tradizioni e l'economia di una comun<strong>it</strong>à affrancatasi nella<br />
civiltà e nella cultura del tonno.
Foto di<br />
Giuseppe Garraffa<br />
Foto di<br />
Giuseppe Garraffa<br />
Foto di<br />
Giuseppe Garraffa
Foto di<br />
<strong>Raimondo</strong> <strong>Sarà</strong><br />
Foto di<br />
Vincenzo Garraffa
Foto di<br />
Giuseppe Garraffa<br />
Foto di<br />
Vincenzo Garraffa<br />
Foto di<br />
Vincenzo Garraffa
Foto di<br />
Giuseppe Garraffa<br />
Foto di<br />
<strong>Raimondo</strong> <strong>Sarà</strong><br />
Foto di<br />
<strong>Raimondo</strong> <strong>Sarà</strong>
Stampato dalle<br />
ARTI GRAFICHE F Jli FARINA s.n.c.<br />
per la Libera Univers<strong>it</strong>à di Trapani<br />
Palermo, Aprile 1983<br />
Progetto grafico<br />
Arch<strong>it</strong>etto Alessandro Becchina