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ottobre 2011 - ANTO Brescia

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DOMANI DO DOM DO DOM DO DOMANI MA NI<br />

PERIODICO SEMESTRALE DI INFORMAZIONE E CULTURA A CURA DELL’A.N.T.O.<br />

(ASSOCIAZIONE NAZIONALE TRAPIANTATI ORGANI) “O.N.L.U.S. L. 80/05 e D. Lgs. 460/97”<br />

N. 36 - OTTOBRE <strong>2011</strong><br />

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB <strong>Brescia</strong><br />

In caso di mancato recapito si prega di restituire all’ufficio postale di <strong>Brescia</strong> C.M.P.<br />

per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.<br />

Giovanni Girolamo Savoldo - Natività - olio su tavola, cm 192 x 180 - 1540 ca.<br />

La tavola del Savoldo con la Natività fu eseguita intorno al 1540 per la cappella Bargnani nella chiesa di S. Barnaba in <strong>Brescia</strong>. Qui<br />

l’autore sviluppa, in una personalissima versione, il tema giorgionesco dell’ora notturna, caratterizzato da grande intimità poetica<br />

nel silenzio raccolto della capanna. Sullo sfondo di un paesaggio dalla minuzia nordica si stagliano, con vivido realismo tutto<br />

lombardo, i pastori che contemplano la scena.


sommario<br />

Cari soci,<br />

lo scorso mese di Aprile, a seguito delle dimissioni del presidente Antonio Scalvini,<br />

si sono svolte le elezioni per il nuovo presidente e per il rinnovo di tutte le cariche<br />

statutarie ( C.d.A., Revisori dei conti e Probiviri ). Le votazioni hanno indicato nella mia<br />

persona il presidente dell’A.N.T.O. per i prossimi tre anni.<br />

Sono grato per la grande fiducia che mi è stata riservata e, anche se mi sento un poco<br />

intimorito dagli oneri ed impegni che la carica comporta, confido, con senso di responsabilità<br />

e dedizione, di poter rispondere in modo adeguato alle aspettative di tutti quelli<br />

che mi hanno votato ed alle esigenze di tutti gli associati.<br />

Un mio primo pensiero è di ringraziamento per il C.d.A. uscente e per tutti i collaboratori<br />

che si sono impegnati attivamente per l’Associazione.<br />

Particolari ringraziamenti li rivolgo al Cav. Antonio Scalvini che per ben 18 anni ha ricoperto<br />

la carica di Presidente; 18 anni in cui con grande capacità, sacrificio, dedizione<br />

ed entusiasmo ha guidato e rappresentato la nostra Associazione contribuendo alla sua<br />

crescita. Grande riconoscenza per quanto ha fatto in questo lungo periodo, ma con<br />

l’aspettativa che come Past President ci sia sempre vicino con la sua esperienza ed i<br />

suoi consigli.<br />

Accolgo con entusiasmo il “passaggio di testimone“ e con tutti i collaboratori ci<br />

approntiamo ad affrontare il “DOMANI“ con tutti gli impegni e le sfide che ci verranno<br />

proposte, nell’interesse della nostra Associazione, di tutti i trapiantati e delle<br />

loro famiglie.<br />

Con la speranza di incontrarVi numerosi al con-<br />

2 Saluto del Presidente<br />

3 Nuovo Consiglio di amministrazione A.N.T.O.<br />

4 Situazione contabile al 31-12-2010<br />

6 Locandina serata finale progetto circoscrizioni<br />

7 Trapianto di organi: il punto in San Barnaba<br />

8 Iniziative sportive <strong>ANTO</strong>... ma non solo!!!<br />

10 ANED: Lo sport nella dialisi e nel trapianto<br />

12 Un progetto pilota incentiva i trapiantati a fare sport<br />

13 A Torino rene autotrapiantato dopo “riparazione”<br />

14 Una giornata alla Eredi Gnutti<br />

15 Aglio, olio e peperoncino<br />

16 La testimonianza del dono<br />

18 Il cuore nuovo di Andrea batte per l’amore di tutti<br />

19 Donare, perchè qualcuno aspetta di rinascere<br />

20 Una scelta che salva molte vite<br />

23 Screening dei tumori nei soggetti trapiantati di fegato<br />

26 Medico-paziente: quale rapporto?<br />

28 Il nostro fegato è sempre più grasso:<br />

per “avere fegato” ci vogliono le gambe<br />

31 Trans Benaco Cruise Race<br />

32 Il cibo in ospedale, parte integrante della cura<br />

35 Una nuova cucina da due milioni e mezzo di pasti l’anno<br />

36 Ministero della salute: menzione speciale a Pio Bove<br />

38 Il dono del sangue - AVIS<br />

39 ATO-Marche News<br />

41 Il trapianto polmonare (e di fegato...) - ALFA1-AT<br />

42 In viaggio con l’ATO Puglia Onlus...<br />

44 A Comezzano-Cizzago l’albero di cachi di Nagasaki<br />

47 Intitolata a Di Prata la scuola di Trenzano<br />

49 “Töcc i macc i fà i sò acc”, Commedia della compagnia<br />

“Ghèra ‘na olta” di Ospitaletto<br />

50 Il gioco della morra<br />

52 Scheda di adesione<br />

53 Bollettino Postale<br />

IL SALUTO DEL PRESIDENTE<br />

sueto annuale appuntamento della 1^ domenica<br />

di Avvento, il 27 novembre, esprimo a tutti Voi i<br />

miei più sentiti Auguri per le festività Natalizie e<br />

per un sereno e felice Anno Nuovo.<br />

il Presidente<br />

Arturo Mascardi


Nuovo consiglio<br />

di amministrazione A.N.T.O.<br />

Come previsto nello statuto dell’Associazione A.N.T.O.,<br />

il 17 aprile <strong>2011</strong> si sono svolte le operazioni per il<br />

rinnovo delle cariche statutarie.<br />

In tale occasione, il Presidente uscente cav. Antonio<br />

Scalvini ha salutato e ringraziato i presenti per la<br />

numerosa partecipazione.<br />

Ha spiegato brevemente la procedura di voto per il<br />

rinnovo delle cariche statutarie, ringraziando quanti,<br />

manifestando la propria disponibilità, si sono<br />

3<br />

inseriti in lista come consiglieri, revisori o probiviri.<br />

Ha presentato quindi i candidati, con una breve<br />

descrizione di ognuno.<br />

Successivamente, sono stati presentati e approvati il<br />

bilancio consuntivo 2010 e preventivo <strong>2011</strong>.<br />

In base al risultato delle elezioni del 3 maggio <strong>2011</strong><br />

avvenute durante l’assemblea ordinaria dell’Associazione<br />

A.N.T.O. sono risultati eletti alle cariche sociali<br />

i sotto elencati candidati:<br />

Consiglio di Amministrazione<br />

Mascardi Arturo Presidente<br />

Paganin Vincenzo Vicepresidente<br />

Saletti Ivano Vicepresidente<br />

D’Angelo Paola Segretaria<br />

Bertorelli Pierina Tesoriere<br />

Scalvini Antonio Past President<br />

Galbardi Leone Consigliere<br />

Guindani Giancarlo Consigliere<br />

Manenti Ermanno Consigliere<br />

Minelli Maria Consigliere<br />

Pioselli Antonio Consigliere<br />

Prandelli Angelo Consigliere<br />

Premoli Tiziana Consigliere<br />

Ravelli Maria Teresa Consigliere<br />

Roversi Giuliano Consigliere<br />

Terlenghi Giuliano<br />

Revisori dei conti<br />

Consigliere<br />

Menoni Gianpietro<br />

Betelli Franco<br />

Pasini Maristella<br />

Rocco Lorenzo<br />

Tortelli Bortolo<br />

Probiviri<br />

Presidente<br />

Piazza MariaTeresa<br />

Ducoli Adele<br />

Schivardi Giacomo<br />

Presidente<br />

Errata corrige pag. 3 rivista n. 36 <strong>ottobre</strong> <strong>2011</strong><br />

UNA TRADIZIONE CHE UNISCE<br />

E’ ormai tradizione per l’A.N.T.O. trascorrere insieme la Prima Domenica di Avvento: un’occasione per commemorare i donatori<br />

ed i trapiantati deceduti, un momento intenso di condivisione, ricordo, ringraziamento a quanti, a diverso titolo, hanno incrociato<br />

il percorso della nostra Associazione, e oggi purtroppo non sono più con noi. Li ricorderemo, con affetto e gratitudine,<br />

domenica 27 novembre <strong>2011</strong>.<br />

Inoltre, cogliamo l’occasione delle festività natalizie per organizzare una cena sociale a <strong>Brescia</strong> per venerdì 16 dicembre <strong>2011</strong>,<br />

un’opportunità per stare insieme e scambiarci gli auguri.<br />

Per maggiori informazioni e per le adesioni, contattare in numero 3473041232 sig. Mascardi<br />

Programma di domenica 27 novembre<br />

Ore 9.00 Ritrovo presso la sala di formazione dell’Ospedale S.Orsola (Via Vittorio Emanuele II n. 27) per un breve consiglio;<br />

Ore 10.30 S.Messa presso la cappella dell’Ospedale S.Orsola per donatori, trapiantati, dializzati;<br />

A seguire Semplice rinfresco.<br />

Raccolta delle adesioni per il pranzo del 16 dicembre (l’iscrizione si effettua versando un acconto pari al 50% della quota)<br />

Con<br />

Mas<br />

Pag<br />

Sale<br />

D’An<br />

Bert<br />

Scal<br />

Galb<br />

Guin<br />

Man<br />

Mine<br />

Pios<br />

Pran<br />

Prem<br />

Rav<br />

Rov<br />

Terle<br />

Revi<br />

Men<br />

Bete<br />

Pasi<br />

Roc<br />

Torte<br />

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Piaz<br />

Duc<br />

Schi<br />

Errat


4<br />

<strong>ANTO</strong><br />

ASSOCIAZIONE NAZIONALE TRAPIANTATI ORGANI<br />

SITUAZIONE CONTABILE<br />

AL 31/12/2010


Caro socio e cara socia,<br />

in questo numero del “DOMANI” avremmo voluto esporti, come di consueto, le<br />

attività che intendiamo realizzare nell’anno appena iniziato: iniziative tradizionali<br />

confermate, novità recentemente sperimentate da consolidare, nuove idee e nuovi<br />

progetti.<br />

Avremmo voluto dirti che realizzeremo senz’altro tutto ciò che abbiamo in animo<br />

di fare.<br />

Purtroppo, però, non possiamo prescindere da una situazione contingente che<br />

porta, da un lato, la continua contrazione di contributi da parte delle Istituzioni,<br />

e, dall’altro, l’aumento considerevole delle spese, soprattutto quelle di spedizione<br />

della rivista.<br />

Ciò che, in tutta onestà, ci sentiamo di dirti è che:<br />

ABBIAMO BISOGNO DI UNO SFORZO DA PARTE DI TUTTI GLI ASSO-<br />

CIATI: CONTIAMO SULLA TUA GENEROSITA’ NEL SOSTENERE CONCRE-<br />

TAMENTE LE NOSTRE INIZIATIVE, BASATE SUI VALORI CHE ABBIAMO<br />

CONDIVISO CON L’ESPERIENZA CHE CI ACCOMUNA<br />

FAREMO DEL NOSTRO MEGLIO PER TENERE ALTA LA BANDIERA DELL’AS-<br />

SOCIAZIONE, PUR IN UN MOMENTO DI DIFFICOLTA’, CHE POTREBBE<br />

COSTRINGERCI A FARE SCELTE DOLOROSE, MA NECESSARIE<br />

Nella casella del<br />

5 X MILLE<br />

della DICHIARAZIONE REDDITI<br />

Ricordati di noi<br />

è una buona occasione per aiutarci, inserisci il nostro<br />

codice fiscale 980 419 801 72<br />

Il nostro sito www.anto-bs.it è costantemente aggiornato con attività, manifestazioni,<br />

informazioni utili.<br />

Per un aggiornamento dei tuoi dati, ti invitiamo a trasmetterci il tuo indirizzo<br />

e-mail con eventuali variazioni del recapito telefonico o di altri dati (scrivi a<br />

info@anto-bs.it)<br />

5


LOCANDINA DELLA SERATA FINALE PROGETTO CIRCOSCRIZIONI<br />

6


Trapianto di organi:<br />

il punto in San Barnaba<br />

Oltre all’<strong>ANTO</strong>, la serata ha visto la partecipazione<br />

di associazioni di categoria,<br />

quali AIDO, AVIS, ADMO e AIL.<br />

I volontari dell’<strong>ANTO</strong> (Associazione Nazionale<br />

Trapiantai di Organi), hanno girato<br />

le circoscrizioni, organizzando incontri<br />

pubblici per gli adulti e per gli studenti<br />

delle scuole, con l’obiettivo di diffondere<br />

la cultura della donazione degli organi e<br />

sensibilizzare a largo raggio la popolazione<br />

sul tema dei trapianti. A conclusione del<br />

progetto, nominato “Progetto Circoscrizioni”,<br />

è stata organizzata una serata finale<br />

il 19 maggio 2010, alle ore 20.30, presso<br />

l’auditorium San Barnaba di <strong>Brescia</strong>, che<br />

ha visto coinvolte tutte le circoscrizioni e<br />

le principali organizzazioni di volontariato<br />

del settore: AIDO, AVIS, ADMO, AIL.<br />

“DONAZIONE E TRAPI<strong>ANTO</strong>: NE PARLIAMO QUE-<br />

STA SERA” è stato il titolo dell’incontro aperto a tutta<br />

la cittadinanza. “La realizzazione e la partecipazione<br />

a eventi come questo, contribuiscono ad abbattere<br />

le false credenze che gravitano attorno al mondo del<br />

trapianto di organi: riteniamo che la corretta informazione<br />

sia l’unico mezzo per fare scelte consapevoli.”<br />

rimarca il neo presidente <strong>ANTO</strong>, Arturo Mascardi.<br />

Durante la serata, oltre agli interventi delle autorità<br />

locali e dei rappresentanti delle associazioni di categoria<br />

attive sul territorio, sono state brillantemente<br />

presentate dalla coordinatrice Laura Magli, le relazio-<br />

Prof. Salmi, dott. Maffeis, prof. Cancarini, dott. Barozzi<br />

Presidente Mascardi, presentatrice Magli e Past President Scalvini<br />

7<br />

ni del Prof. Giovanni Cancarini, direttore della Nefrologia<br />

degli Spedali Civili, del Dott. Ottorino Barozzi,<br />

coordinatore provinciale Prelievo e Trapianto di Organi<br />

e Tessuti, del Dott. Roberto Maffeis, specialista in<br />

Chirurgia Vascolare e del Trapianto del Rene in terza<br />

Chirurgia al Civile e del Prof. Andrea Salmi, specialista<br />

in Patologie del Fegato e delle Vie Biliari. Al successo<br />

della serata hanno contribuito anche le testimonianze<br />

di alcuni trapiantati, la premiazione del concorso<br />

fotografico “ScaRta ->ScaTta un Dono”, promosso<br />

nelle scuole medie inferiori e la rappresentazione “La<br />

prima delle 5 volte” a cura dei Cantieri Teatrali AR-<br />

CIONI.<br />

L’evento è stata occasione per fare<br />

un bilancio del progetto siglato<br />

verso metà 2010, a Palazzo Loggia<br />

fra l’<strong>ANTO</strong> e l’Amministrazione<br />

Comunale di <strong>Brescia</strong>, in cui il<br />

Comune si è impegnato a favorire<br />

l’associazione attraverso una serie<br />

di misure; Il ”Progetto Circoscrizioni”<br />

è nato proprio da tale accordo,<br />

con l’obiettivo di dare maggiore<br />

visibilità alla realtà che circonda<br />

il mondo dei trapianti nell’ambito<br />

della nostra città.


8<br />

INIZIATIVE SPORTIVE <strong>ANTO</strong>..........


..........MA NON SOLO!!!<br />

9


12<br />

UN PROGETTO PILOTA INCENTIVA<br />

I TRAPIANTATI A FARE SPORT


A Torino rene autotrapiantato<br />

dopo “riparazione”<br />

13


14<br />

Una giornata<br />

alla EREDI GNUTTI<br />

L’A.N.T.O. ha ricevuto il gradito invito a presenziare,<br />

unitamente ad altre associazioni di categoria, ad<br />

un’ importante iniziativa, organizzata 11 giugno<br />

presso la sede dalla ditta EREDI GNUTTI METALLI<br />

S.p.A., collocata in Via della Volta a <strong>Brescia</strong>.<br />

L’evento è nato dalla volontà dell’azienda di<br />

festeggiare i 150 anni della sua fondazione, unitamente<br />

ai propri dipendenti e alle loro famiglie:<br />

un secolo e mezzo di attività svolta all’insegna<br />

della più solida tradizione manifatturiera italiana,<br />

tramandata grazie a coloro che hanno contribuito<br />

ad amare il proprio mestiere, svolgendolo con<br />

costanza e dedizione. Per ricordare il significativo<br />

traguardo e condividere il successo raggiunto, la<br />

Eredi Gnutti Metalli si è fatta quindi promotrice di<br />

una intera giornata di festa intitolata “Dove lavora<br />

papà”, la cui scaletta prevedeva: il welcome coffee,<br />

il benvenuto del Presidente Amedeo Gnutti,<br />

la Santa Messa, la premiazione dei dipendenti<br />

impiegati da più tempo, il pranzo a buffet e la premiazione<br />

del concorso di disegno rivolto ai bimbi<br />

dei dipendenti.<br />

A partire dalla seconda mattinata, è stato messo<br />

a disposizione dei lavoratori un “trenino”, per la<br />

visita guidata dell’azienda e alcuni intrattenimenti,<br />

in modo da tenere piacevolmente occupate le<br />

persone in attesa della visita; tra le varie proposte<br />

si ricorda una significativa mostra iconografica<br />

sulla storia dell’azienda, uno splendido baby<br />

parking gestito da animatori, un’area educational<br />

presidiata da una nota associazione ambientalista<br />

in cui imparare l’arte del riciclo e la presenza di<br />

altre associazioni del territorio con il loro materiale<br />

informativo. All’A.N.T.O. è stato riservato un<br />

gazebo condiviso con l’A.I.D.O: la presenza simultanea<br />

delle due associazioni è stata efficace e di<br />

effetto, un connubio vincente da ripetere per altre<br />

iniziative. L’opportunità offertaci dall’azienda ha<br />

permesso di diffondere la cultura della donazione<br />

degli organi e del trapianto a circa 500 persone,<br />

di tutte le età, che hanno transitato in azienda per<br />

l’intera giornata. Tutto è stato curato nei minimi<br />

particolari e l’ospitalità dimostrata dai “padroni di<br />

casa” è stata più che generosa.<br />

Non doverosi, ma sentiti e sinceri, sono quindi i<br />

nostri ringraziamenti verso i titolari della ditta, che<br />

speriamo continueranno a seguire le nostre attività<br />

e iniziative.


AGLIO, OLIO E PEPERONCINO<br />

E’ il titolo dello spettacolo che è stato presentato la<br />

sera del 6 agosto al Cinema in piazzetta di Montecampione<br />

e proposto, come ogni anno, dalla Compagnia<br />

“Il Magico Baule” con la partecipazione di<br />

un numerossimo pubblico, che ha accolto sempre<br />

con molto entusiasmo questa iniziativa estiva, che<br />

l’”<strong>ANTO</strong>” (Associazione Nazionale Trapiantati Organi)<br />

è sempre ben lieta di poter offrire nell’ambito delle<br />

manifestazioni di intrattenimento predisposta dal<br />

Consorzio “Alpiaz” di Monte Campione e che proprio,<br />

tra queste, ne rappresenta il “clou”.<br />

Il tutto si è sviluppato in uno sfavillante scenario,<br />

composto da una fantasmagoria di costumi, balli,<br />

di musiche espresse attraverso un carosello canoro<br />

di famosi motivi internazionali di musica leggera,<br />

espressi in lingua originale e di splendida ed indimenticabile<br />

melodie, tratte anche dal mondo dell’operetta,<br />

il tutto immerso in un fantasioso ambiente di<br />

fiabe, attraverso ottime e professionali interpretazioni<br />

canore da parte di soprani, tenori, mezzosoprani e<br />

baritoni, il tutto in un clima di festa e nel parapiglia<br />

tipico degli ambienti napoletani.<br />

La serata tutta da raccontare, in una versione molto<br />

pittoresca, la storia celeberrima di Cenerentola, la<br />

sguattera di famiglia maltrattata e vituperata dalle<br />

sorelle e dalla matrigna cattiva e despota. Ma gli<br />

animali della fattoria complottano contro la tirannia<br />

della matrigna per salvare la povera ragazza e darla<br />

in sposa al contadino della fattoria adiacente in un<br />

clima di festa e nel parapiglia tipico degli ambienti<br />

napoletani, sui quali aleggia la maschera, sempre<br />

15<br />

misteriosa ed appassionante di Pulcinella, il mago<br />

che renderà parlanti tutti gli animali della casa e del<br />

bosco, emblema di quella città, che ancora oggi è<br />

una affascinante contraddizione.<br />

Come sempre, il direttore dello spettacolo è stato<br />

Marcello Merlini, al quale, unitamente a tutti i<br />

componenti del suo “cast”, cantanti, attori, musicisti,<br />

ballerini, costumisti vanno i migliori complimenti.<br />

Grazie a tutto il pubblico, che generosamente e<br />

con molto entusiasmo ha accolto l’invito dell’AN-<br />

TO, in adesione del suo alto scopo umanitario.<br />

Mi piace concludere anche queste brevi considerazioni<br />

sempre con la stessa frase, che sembra molto<br />

emblematica, appropriata e auspicante: “Una donazione<br />

d’organo e un trapianto è vita, è la bellezza di<br />

una rinascita ed il sapore di una vittoria.<br />

Dott. Giacomo Schivardi


16<br />

La testimonianza<br />

del dono<br />

C’è una parola che ritorna frequentemente nel percorso donazione prelievo e trapianto ed è GRA-<br />

ZIE, parola che tutti i giorni, quando passo nell’atrio dell’ospedale, vedo incisa sul monumento marmoreo<br />

che l’<strong>ANTO</strong>, a nome di tutti i trapiantati, ha voluto porre con la condivisione della Direzione<br />

Ospedaliera e rivolta a tutti i donatori.<br />

Persone che tra di loro non si conoscono, e non potranno conoscersi, ma che vivono in poche ore,<br />

su versanti diversi, una miriade di sentimenti oltre a quello della gratitudine: prima di tutto il dolore<br />

derivante dalla perdita di una vita, dolore spesso misto a rabbia, angoscia, disperazione, ma anche<br />

la gioia di contribuire alla vita di altri.<br />

Nel 2010 dagli ospedali della provincia sono stati recuperati 90 organi provenienti da 25 donatori<br />

deceduti nei diversi centri di rianimazione. Il numero apparentemente piccolo non si correla al<br />

valore del gesto: ricordiamo che in tutta Italia i donatori sono stati 1095.<br />

Dal 2004 questo numero ristagna per una serie di motivazioni recentemente analizzate anche dal<br />

Responsabile del Centro Nazionale Trapianti.<br />

Nelle rianimazioni italiane, ma non solo, si muore di meno che negli anni scorsi, la popolazione è<br />

decisamente invecchiata (dato confermato anche da recente segnalazione del CENSIS) e le cause<br />

di morte sono prevalentemente di tipo vascolare invece che traumatico.<br />

La conseguenza di queste modificazioni di campo nosologico comportano da un lato una maggiore<br />

complessità per la valutazione di idoneità al trapianto dall’altro la contrazione del numero di<br />

organi prelevabili.<br />

Anche se, a giudizio di molti, il rischio maggiore per il paziente in lista di attesa è il non trapianto,<br />

la ricerca del maggior livello di sicurezza possibile comporta oggi, più di ieri, una interazione tra<br />

diverse specialità talmente complessa che solo pochi ospedali possono garantire.


Rispetto alle figure professionali tradizionalmente, e di necessità, partecipi del sistema (anestesista<br />

rianimatore, neurofisiopatologo, medico legale, chirurgo e nefrologo) oggi vengono coinvolti nelle diverse<br />

fasi del percorso valutativo laboratoristi, anatomo patologi, radiologi, cardiologi, emodinamisti,<br />

broncoscopisti, urologi, ginecologi, dermatologi, infettivologi, oncologi.<br />

Per tutti costoro come per infermieri e personale di supporto valgono gli apprezzamenti istituzionali<br />

ma vale la consapevolezza di partecipare ad un evento di particolare valore tecnico/professionale<br />

ed etico.<br />

Una criticità ancora persistente è quella del mancato consenso alla donazione: circa il 30% dei casi<br />

di proposta di donazione non possono procedere per opposizione testimoniata o voluta dai familiari.<br />

<strong>Brescia</strong> avrebbe avuto 13 donatori in più che avrebbero potuto contribuire con oltre 40 trapianti<br />

aggiuntivi. Il dato merita una riflessione. In Italia potrebbero essere oltre mille organi in più.<br />

17<br />

Da ricordare, infine, che la solidarietà espressa<br />

con la donazione di organi trova completamento<br />

anche nella donazione di tessuti in alcuni casi<br />

possibile anche con donatore vivente. Cornee,<br />

tessuto muscolo scheletrico, cute, valvole oltre<br />

a sangue e derivati utilizzabili per il trattamento<br />

di una varietà enorme di malattie possono non<br />

avere il valore salvavita degli organi ma ne hanno<br />

lo stesso valore etico.<br />

Per concludere, vorrei testimoniare come, a<br />

fronte di un 30% di opposizioni, quando andiamo<br />

ad accomiatarci dalle famiglie dei donatori,<br />

portando il grazie nostro e istituzionale, troviamo<br />

persone che, pur nella necessità di aiuto,<br />

spesso vogliono esprimere la loro gratitudine<br />

per aver consentito, con l’atto di donazione, ad<br />

aggiungere un valore in più al ricordo del loro<br />

caro in un momento doloroso e drammatico<br />

della loro vita.<br />

Dalla rivista “Civile”, quadrimestrale di informazione sanitaria edito dall’azienda ospedaliera Spedali Civili di <strong>Brescia</strong>.


18<br />

La rinascita gli ha regalato il piacere delle piccole cose.<br />

La capacità di apprezzare chi gli sta vicino, ma anche il<br />

sorriso di un amico o di chi, semplicemente, lo incontra<br />

per strada. Gli ha regalato, questa “seconda vita”, la<br />

certezza di non essere solo. “Certo, anche prima sapevo<br />

di avere una bellissima famiglia ed amici stupendi.<br />

Ma non avrei mai immaginato di ricevere in dono la<br />

solidarietà e la vicinanza di tantissime persone che<br />

non conosco. Persone sensibili, parte di una comunità<br />

che rende più lieve superare anche drammi come<br />

quello che ha colpito me e i miedi genitori”.<br />

Andrea Scotuzzi vive da oltre sette mesi con un cuore<br />

nuovo, dopo che il suo era stato completamente compromesso<br />

da una grave forma di miocardite dilatativa<br />

bilaterale.<br />

La diagnosi, come un fulmine a ciel sereno, ha colpito<br />

lui e i suoi genitori all’inizio di gennaio dello scorso<br />

anno. Il ricovero al Civile, poi il trasferimento al Policlinico<br />

di Padova dove il 10 febbraio, dopo sette ore di<br />

intervento, nel suo petto ha iniziato a battere il cuore<br />

di un donatore.<br />

Una rinascita, della quale parliamo con Andrea nella<br />

sua casa di Borgosatollo, parte di quella comunità che<br />

per lui si era mobilitata con preghiere e solidarietà. E<br />

Tratto dal “Giornale di <strong>Brescia</strong>”<br />

Venerdì, 16 settembre <strong>2011</strong><br />

WELFARE E SOLIDARIETA’<br />

Il cuore nuovo di Andrea<br />

batte per l’amore di tutti<br />

La stroria del diciannovenne di Borgosatollo trapiantato a Padova e di una<br />

solidarietà che è andata oltre ogni confine<br />

Andrea Scotuzzi nella casa di Borgosatollo<br />

che stasera si ritrova, per ascoltare il suo racconto e<br />

per condividere con il giovane l’emozione di un percorso<br />

che non è più in salita.<br />

Diciannove anni compiuti in maggio, Andrea non era<br />

ancora maggiorenne quando ha iniziato ad accusare<br />

i primi disturbi. Dolore allo stomaco, vomito continuo<br />

ed una pesante sensazione di spossatezza. Avrebbe<br />

voluto vivere la vita di sempre, nella quale un grande<br />

spazio aveva - ed ha - la musicadi Ligabue di cui<br />

Andrea e la madre sono grandi fan. Ma già durante<br />

le vacanze di Natale del 2009 si era reso conto che<br />

non poteva liquidare come una “semplice” influenza<br />

quello che gli stava accadendo. Infatti, non fu così. “Ero<br />

in un letto dell’Ospedale di Padova, sostenuto nella<br />

respirazione dall’Ecmo, quando un medico mi ha detto<br />

che avrei dovuto essere sottoposto al trapianto di<br />

cuore - racconta Andrea -. Ero sereno ed ho accolto<br />

la notizia con serenità: se serve, si faccia il trapianto.<br />

Stavo giocando con la playstation prima della notizia.<br />

Ho continuato serenamente a forlo dopo”. L’attesa del<br />

cuore di un donatore non è stata lunga. Già nella notte<br />

del dieci febbraio Andrea era in sala operatoria, pronto<br />

per ricevere l’organo della rinascita. “Conoscere l’iden-


tità del donatore? In realtà. Sono combattutto: da un<br />

lato mi piacerebbe sapere, dall’altro, invece, vivo l’irrazionale<br />

sensazione di diventare triste al pensiero che<br />

lui sia morto. Certo, sarebbe morto indipendentemente<br />

da me. Ma il velo di tristezza rimane”.<br />

Il decorso post-operatorio non ha presentato alcuna<br />

difficoltà e, dopo un mese, Andrea è tornato a casa. Ed<br />

ha iniziato anche ad accettare quella ferita sullo sterno<br />

che nei primi giorni gli sembrava una sgradevole intrusa.<br />

“Dopo l’intervento facevo fatica a fare ogni cosa,<br />

DA ANDREA E DA MAMMA PAOLA<br />

Un grazie a tutti coloro<br />

che ci sono stati vicini<br />

Mamma Paola è emozionata. Ricorda nel dettaglio<br />

ogni frase, ogni sussurro, di quei giorni drammatici<br />

quando è stata diagnosticata la malattia al suo unico<br />

figlio. Ricorda tutti coloro che hanno aiutato lei e il<br />

marito Antonio.<br />

Paola pensa all’Ospedale Civile, che è anche il suo luogo<br />

di lavoro, e ai medici che hanno “salvato” Andrea<br />

con una diagnosi precoce ed un altrettanto rapido trasferimento<br />

all’ospedale di Padova.<br />

Sono 62 gli organi a scopo di trapianto recuperati nell’area<br />

di competenza di <strong>Brescia</strong> (il dato è aggiornato alla<br />

prima settimana di settembre). Organi prelevati da diciasette<br />

donatori utilizzati sui 28 segnalati.<br />

Il lavoro di informazione e sensibilizzazione viene effettuato<br />

da Ottorino Barozzi, responsabile per <strong>Brescia</strong> del<br />

Coordinamento per<br />

i prelievi di organi e<br />

tessuti a fini di trapianto.<br />

A tutt’oggi, il trapianto<br />

rappresenta l’unica<br />

vera cura per un numero<br />

crescente di insufficienze<br />

irreversibili<br />

d’organo. Attraverso il<br />

trapianto, anche grazie<br />

al progresso scientifico<br />

e tecnologico, si<br />

offre al ricevente una<br />

durata e una qualità<br />

19<br />

ma mi sono considerato guarito da subito e mi sono<br />

sforzato di esserlo lo stesso di prima - racconta - .<br />

Non ho mai avuto paura; semmai una certa timidezza<br />

nel girare con la mascherina. Ma ho avuto la fortuna<br />

diessere amato da tutti, anche da chi non mi conosceva”.<br />

Non a caso i genitori hanno fatto scrivere sulla parete<br />

una frase di Ligabue: “Il meglio deve ancora venire”.<br />

Anna Della Moretta<br />

(Dal “Giornale di <strong>Brescia</strong>”, 16.9.<strong>2011</strong>)<br />

Donare, perché qualcuno aspetta di rinascere<br />

Nei primi otto mesi dell’anno, nel <strong>Brescia</strong>no sono stati prelevati 62 organi per trapianto<br />

Il dott. Ottorino Barozzi, responsabile<br />

coordinamento prelievi<br />

E vuole pubblicamente ringraziare tutti coloro che hanno<br />

condiviso il suo dramma. In particolare, i medici Raffaele<br />

Cuomo della Seconda Radiologia; Marco Metra<br />

e Rossella Danesi della Cardiologia, oltre all’infermiera<br />

Stefania Pilatti “e tutti i miei colleghi”. Ma anche i colleghi<br />

del marito: Giovanni Rosani e la direzione della<br />

Cembre “che hanno permesso al padre di Andrea di<br />

rimanere accanto al figlio nei giorni difficili prima del<br />

trapianto”. I nonni, gli zii, i cugini, l’amica Loretta Lazzari.<br />

E, al Policlinico di Padova, tutta l’équipe di Gino Gerosa,<br />

responsabile della Cardiochirurgia, il personale<br />

dell’Unità di cura coronarica, della tipo e della sezione<br />

trapianti. Ancora, don Gino Regomaschi e don Alfredo<br />

scaroni, “oltre a tutta la comunità di Borgosatollo e ai<br />

moltissimi amici che ci sono stati vicini”.<br />

di vita che nessuna terapia in questi casi può assicurare.<br />

Purtroppo, però, non tutti i pazienti che necessitano di<br />

trapianto possono avvalersene, a causa del numero insufficente<br />

di organi disponibili.<br />

Il donatore è un soggetto deceduto per lesioni celebrali<br />

traumatiche, emorargiche o ischemiche che evolvono<br />

in un danno globale e irreversibile dell’encefalo, in<br />

assenza di malattie trasmissibili. La morte consiste nella<br />

distruzione totale e irreversibile di tutte le funzioni<br />

dell’encefalo.<br />

L’accertamento della morte si bas sulla verifica per almeno<br />

6 ore consecutive della contemporanea assenza:<br />

- dello stat di coscienza - di tutti i riflessi che coinvolgono<br />

l’encefalo - dell’attività respiratori spontanea - dell’attività<br />

elettrica celebrale Accertamento che è affidato a un<br />

Collegio medico composto da tre specialisti: un medico<br />

legale, un anestesista rianimatore, un neurologo. Insieme<br />

eseguono tutti gli accertamente stabiliti dalla legge.<br />

Gli accertamenti di morte devono essere effettuati dal<br />

Collegio medico, registrati e ripetuti almeno 3 volte nel<br />

periodo delle 6 ore previste.


20<br />

Una scelta<br />

che salva molte vite<br />

Prelievo e donazione degli organi:<br />

posizione di rilievo per l’Ospedale Civile<br />

Nell’arco di mezzo secolo la chirurgia<br />

dei trapianti è passata dalla<br />

fase di chirurgia sperimentale<br />

a consolidato e irrinunciabile<br />

metodo di cura. Risale al 1954 il<br />

primo trapianto di organo: a Boston,<br />

negli Stati Uniti, un rene fu<br />

prelevato da soggetto vivente e<br />

trapiantato nel fratello gemello.<br />

Da allora la possibilità di trapianto<br />

si è progressivamente estesa<br />

a tutti i nostri organi. Molti ricordano<br />

ancora lo scalpore suscitato<br />

dal primo trapianto di cuore<br />

eseguito in Sud Africa dal prof.<br />

Christian Barnard nel 1968.<br />

Questo caso, oltre all’interesse<br />

sulla tecnica chirurgica, fece<br />

esplodere il dibattito, già presente<br />

a livello scientifico internazionale,<br />

sulla modalità di accertamento<br />

della morte della persona<br />

dalla quale l’organo viene prelevato.<br />

Risale a questo periodo il lavoro<br />

della “commissione di Harvard”<br />

la quale elaborò nuovi criteri<br />

per la definizione della morte,<br />

criteri resi necessari anche per<br />

la nascita e diffusione dei Centri<br />

di Rianimazione: reparti nei<br />

quali il sostegno artificiale alle<br />

diverse funzioni del malato non<br />

consentivano di capire se si stava<br />

curando una persona viva o<br />

già deceduta. I criteri di Harvard<br />

sono stati successivamente condivisi<br />

dalle comunità scientifiche<br />

e dalle legislazioni di quasi tutti i<br />

Paesi del mondo, pur con alcune<br />

differenze procedurali.<br />

In Italia sono stati sostanzialmente<br />

recepiti con una legge del<br />

1993 e le procedure di accertamento<br />

della morte sono oggi<br />

dettagliatamente normate con<br />

decreti e linee guida che garantiscono<br />

la certezza della irreversibilità<br />

del danno encefalico.<br />

La procedura di accertamento<br />

della morte, quando il medico ne<br />

rileva i segni, è un atto obbligatorio<br />

per legge, indipendentemente<br />

dalla possibilità di recupero di<br />

organi a scopo di trapianto.<br />

Per molte malattie, nelle quali<br />

farmaci, o altre tecniche di cura,<br />

risultano essere inefficaci, la via<br />

del trapianto costituisce l’unica<br />

possibilità di miglioramento e<br />

spesso di sopravvivenza (in tali<br />

casi si parla di trapianto “salvavita”).<br />

In campo medico si parla di<br />

insufficienza d’organo o di apparato<br />

quando questi non sono in<br />

grado di contribuire efficacemente<br />

alla vitalità della persona. La<br />

cronicizzazione e l’aggravamento<br />

estremo di una insufficienza d’organo<br />

(cardiaca, renale, polmona-<br />

re, epatica) possono provocare<br />

la morte del malato a meno che<br />

non si intervenga vicariando tale<br />

funzione.<br />

La tecnologia sanitaria oggi dispone<br />

di diversi organi artificiali<br />

e sofisticati (la dialisi è forse la<br />

metodica più nota, ma esistono<br />

sostegni artificiali anche per polmone,<br />

cuore, fegato e pancreas)<br />

che, comportano però, una pesante<br />

limitazione delle libertà e<br />

del benessere della persona e,<br />

tranne la dialisi, sono utilizzabili<br />

per tempi limitati.<br />

In queste situazioni il trapianto è<br />

percepito dal malato come una<br />

liberazione. Purtroppo la limitazione<br />

maggiore è rappresentata<br />

dalla scarsa disponibilità di organi.<br />

Nonostante vengano eseguiti circa<br />

3000 interventi di trapianto<br />

ogni anno il numero dei malati<br />

in lista si mantiene, con tendenza<br />

a peggiorare, intorno a 10000<br />

per il continuo inserimento di<br />

nuovi candidati. La vita di queste<br />

persone è drammatica per il malessere<br />

provocato dalla malattia,<br />

ma anche per l’ansia generata<br />

dalla continua attesa di un organo<br />

per sopravvivere. Organo che<br />

è il dono di un’altra vita che si<br />

spegne.<br />

La donazione dei propri organi


dopo la morte in Italia non è un<br />

atto obbligato: la legge 91 del<br />

1999 vorrebbe che fosse una libera<br />

scelta di un cittadino consapevole.<br />

Di fatto, raramente è<br />

documentata la volontà del deceduto,<br />

di solito è necessario ricostruire<br />

con la famiglia la cosiddetta<br />

volontà presunta, oppure<br />

è necessario accettare ancora la<br />

decisione del cosiddetto parente<br />

avente titolo (coniuge o convivente<br />

certificabile, figli maggiorenni,<br />

genitori). Ancora oggi esiste<br />

una preoccupante resistenza<br />

alla donazione che comporta in<br />

3 casi su 10 l’impossibilità per i<br />

medici di recuperare, nel paziente<br />

deceduto nonostante le cure<br />

praticate, gli organi utili per la<br />

vita di altri pazienti (possono essere<br />

anche 8 vite).<br />

Le motivazioni delle opposizioni<br />

sono molteplici e complesse.<br />

Se è radicata nei secoli la paura<br />

di essere sepolti vivi oggi le<br />

tecniche di accertamento delle<br />

condizioni che consentono il<br />

prelievo di organi sono inequivocabilmente<br />

quelle di un punto di<br />

non ritorno: il malato è morto.<br />

Il bisogno di accomiatarsi dal<br />

defunto manifestando il proprio<br />

dolore nei modi più sentiti viene<br />

facilitato dal sostegno offerto dal<br />

personale dei centri di rianimazione<br />

e, volendo, è spesso possibile,<br />

dopo il prelievo di organi,<br />

proseguire la ritualità a domicilio<br />

con bara aperta. La salma, per<br />

obbligo di legge, ma anche per<br />

obbligo morale dei chirurghi, viene<br />

ricomposta in modo che il<br />

corpo sia presentabile.<br />

21<br />

Quando il prelievo di organi è<br />

fattibile, frequentemente emerge<br />

il desiderio di conoscere l’identità<br />

del ricevente (con altrettanta<br />

frequenza questi vorrebbe<br />

conoscere l’identità del donatore):<br />

la legge vieta tassativamente<br />

agli operatori sanitari di rivelare<br />

i dati identificativi. E’ doveroso<br />

peraltro restituire ai famigliari<br />

dei donatori l’informazione circa<br />

il buon esito dei trapianti. Questo<br />

compito è assolto dal Coordinamento<br />

locale per i prelievi a<br />

scopo di trapianto avente sede<br />

all’interno degli Spedali Civili<br />

(responsabile il dott. Ottorino<br />

Barozzi) ovvero dal Centro Regionale<br />

(NITp) presso l’Ospedale<br />

Maggiore di Milano.<br />

Il NITp (Nord Italia Transplant<br />

program) è anche garante sul-


22<br />

la correttezza dell’assegnazione<br />

degli organi ai malati in lista di<br />

attesa.<br />

Gli Spedali Civili sono sede di<br />

un centro trapianto di rene tra<br />

i più qualificati ed attivi di Italia<br />

con una lista di attesa di oltre<br />

250 pazienti. E’ punto di riferimento<br />

per le province di <strong>Brescia</strong>,<br />

Cremona, Mantova e Lodi.<br />

L’attesa media per un trapianto,<br />

purtroppo, è quasi di 3 anni nonostante<br />

si eseguano circa 50<br />

trapianti l’anno. Gli interventi<br />

sono praticati da un’équipe del<br />

reparto di 3^ Chirurgia diretto<br />

dal prof. Stefano Maria Giulini,<br />

mentre il decorso e i controlli<br />

post trapianto competono<br />

al reparto di Nefrologia diret-<br />

to dal prof. Giovanni Cancarini.<br />

Se gli organi trapiantati riportano<br />

alla vita i malati che ne beneficiano,<br />

la possibilità di donazione<br />

ha un ulteriore valore se estesa<br />

anche al recupero di tessuti: le<br />

cornee ridanno la vista a non vedenti,<br />

la pelle permette il trattamento<br />

degli ustionati, le valvole<br />

cardiache permettono la cura di<br />

cardiopatici, il tessuto osseo è<br />

fondamentale in diversi tipi di<br />

chirurgia ricostruttiva ortopedica,<br />

maxillo-facciale, neurochirurgica.<br />

Alcuni tessuti sono peraltro recuperabili<br />

anche da vivente: dalla<br />

più classica donazione di sangue<br />

al recupero delle teste di femore<br />

quando si venga sottoposti a<br />

Gustav Klimt, L’albero della vita<br />

protesi d’anca, alla donazione del<br />

sangue da cordone ombelicale<br />

quando si partorisce.<br />

In tutti i casi, l’atto di donazione<br />

non sottrae nulla alla persona<br />

che lo genera ma aggiunge sicuramente<br />

una ricchezza inestimabile<br />

a lei e a tutta la comunità.<br />

Ricordando il poeta latino Marziale:<br />

quas dederis solas semper<br />

habebis opes. Ovvero: “quello<br />

che avrai donato, questo solo<br />

sarà la tua ricchezza, per sempre”<br />

(epigrammi: 5 , 42 , 8).<br />

Dalla rivista “Civile”, quadrimestrale<br />

di informazione sanitaria<br />

edito dall’azienda ospedaliera<br />

Spedali Civili di <strong>Brescia</strong>, giugno<br />

<strong>2011</strong>.


SCREENING DEI TUMORI NEI<br />

SOGGETTI TRAPIANTATI DI FEGATO<br />

Dopo trapianto di fegato i dati relativi alla sopravvivenza a 5 e 10 anni (Figura 1) sono molto favorevoli,<br />

ma se poi analizziamo le cause che portano a decesso notiamo gli eventi cardiovascolari al primo posto e<br />

già al secondo posto la comparsa di una neoplasia “de novo”, vale a dire insorta dopo il trapianto d’organo.<br />

Infatti, tra i pazienti trapiantati di fegato, è stata riscontrata una maggiore incidenza d’insorgenza di neoplasie<br />

“de novo” (3-26%) rispetto alla popolazione non trapiantata appartenente alla stessa fascia d’età, con<br />

un tasso di mortalità, riportata in queste neoplasie, che varia dal 37 al 56% con picchi al 90% per le forme<br />

più aggressive, con una sopravvivenza mediana dalla diagnosi di 16 mesi.<br />

Figura 1: dati Europei dall’European Liver Transplant Registry (ELTR) che riguardano la sopravvivenza fino a 10 anni dei pazienti trapiantati<br />

per Cirrosi epatica (59% delle indicazioni al trapianto di fegato).<br />

Cirrosi da virus (linea gialla), Cirrosi da alcool (linea viola), Cirrosi biliare primitiva (linea azzurra).<br />

I fattori di rischio indipendenti implicati nello sviluppo di nuovi tumori sono rappresentati dalla terapia<br />

immunosoppressiva antirigetto, dall’infezione da parte di alcuni virus, dal fumo di sigaretta, dalla cirrosi<br />

epatica da alcool e dall’esposizione al sole (Tabella 1) .<br />

Il fattore che riveste il ruolo più importante nello sviluppo di neoplasie “de novo” riguarda la depressione<br />

del sistema immunitario, indotta dalla terapia antirigetto, che espone l’organismo ad un minor controllo<br />

da parte di questo nei confronti di nuove cellule tumorali (mutate), e questo si verifica con maggiore frequenza<br />

utilizzando regimi con alte dosi di Tacrolimus (FK506) o Ciclosporina.<br />

Si associano poi altri fattori quali agenti infettivi, batterici o virali, infezioni opportunistiche, l’esposizione ad<br />

altri fattori cancerogeni in particolare fumo, alcool, luce solare.<br />

Purtroppo i pazienti trapiantati che avevano una storia di tabagismo e consumo di alcool sono particolarmente<br />

a rischio di sviluppare neoplasie dell’oro-faringe, laringe, esofago e del polmone (fino a triplicarne<br />

il tasso di incidenza) mentre i pazienti fumatori presentano un maggior rischio di malattie cardiovascolari,<br />

di sepsi e neoplasie (non della cute), sebbene il meccanismo non sia ancora stato chiarito.<br />

Del resto, è risaputo che anche nella popolazione generale (immunocompetente), l’abuso di alcool aumenta<br />

il rischio di insorgenza di tumori del fegato e del tratto gastro-intestinale.<br />

Una diagnosi pre-trapianto di Colangite sclerosante (PSC) e malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD:<br />

Morbo di Crohn e Colite ulcerosa) rappresentano invece fattori di rischio indipendenti per neoplasia del<br />

colon.<br />

23


24<br />

L’età del paziente al trapianto tra i 45-50 anni è un altro fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di<br />

neoplasie “de novo”, così come il sesso maschile nei riguardi delle neoplasie della cute, mentre il tempo<br />

che intercorre tra il trapianto e l’insorgenza di una nuova neoplasia si aggira attorno ai 40 mesi, con variabilità<br />

in relazione a casistiche e istotipo del tumore (Tabella 1).<br />

Anche patologie definite pre-maligne, nei pazienti trapiantati, possono presentare una più rapida evoluzione<br />

verso forme maligne, tra queste le lesioni pre-cancerose del cavo orale (Carcinoma del cavo orale),<br />

l’Esofago di Barrett (Carcinoma dell’esofago), i polipi del colon e la colite ulcerosa (Cancro del colon), le<br />

atipie del collo dell’utero (Carcinoma cervicale), la malattia di Caroli (Colangiocarcinoma) e vanno quindi<br />

sorvegliate con intervalli più ravvicinati rispetto a quanto previsto nella popolazione generale (Tabella 1).<br />

Sede della Neoplasia<br />

Cute (* 43-60%)<br />

Carcinoma Basocellulare e<br />

Carcinoma Squamoso<br />

Melanoma<br />

Sarcoma di Kaposi (0-15%)<br />

Disordini linfoproliferativi:<br />

Linfomi (*15-25%)<br />

Mesi dal<br />

trapianto<br />

Colon-retto 16-50 PSC, IBD.<br />

Fattori favorenti Screening intensivo<br />

19-50 Fumo, Cirrosi alcolica, Età >40, maschi,<br />

capelli rossi, occhi di colore<br />

marrone, colangite sclerosante, terapia<br />

con Ciclosporina,<br />

fototipo, esposizione al sole, numero<br />

di scottature solari.<br />

Sieropositività pre-trapianto o del<br />

donatore per Herpes-virus-8. Infezione<br />

con HBV, CMV, EBV, Grado di<br />

immunosoppressione.<br />

26-32 Età >50aa, infezione EBV, CMV, HCV,<br />

cirrosi alcolica, uso di Ab anti-linfociti,<br />

trapianto per epatite acuta fulminante<br />

entro 18 mesi dal trapianto,<br />

terapia del rigetto con alte dosi di<br />

steroidi.<br />

Oro-faringe-laringe 34-61 Alcool, fumo.<br />

Polmone 42-50 Alcool, fumo.<br />

Ginecologiche (mammella,<br />

utero e ovaie)<br />

Genito-urinarie (prostata,<br />

rene, vescica<br />

41-124<br />

1-59<br />

5.8-18<br />

20-55<br />

Fumo ?<br />

Visita dermatologica ogni anno<br />

Ecografia oppure TC addome-pelvi<br />

ogni anno<br />

> 50aa: Colonscopia dopo 3 anni<br />

(dopo 1 anno se IBD/adenoma) e<br />

poi ogni 5 anni<br />

Ispezione oro-faringe-laringe ogni<br />

anno<br />

Radiografia oppure TC torace ogni<br />

anno<br />

Mammografia (>40aa: ogni 1-2<br />

anni). Visita-ecografia trans-vaginale<br />

ogni anno. Pap-test cervice uterina<br />

(ogni 1-2 anni)<br />

>50aa:PSA,Visita urologica, esame<br />

urine ogni anno<br />

Tabella 1: dati relativi alle neoplasie “de novo” più frequenti, all’intervallo di insorgenza dal trapianto, i fattori favorenti e le indicazioni<br />

formulate per uno screening intensivo.(* di tutte le neoplasie “de novo” per Europa ed Australia).<br />

Formulare un programma di prevenzione e sorveglianza delle neoplasie “de novo”, nei soggetti con trapianto<br />

di fegato, è quindi molto importante al fine di migliorarne la sopravvivenza e comprende:<br />

- la sorveglianza delle infezioni virali nell’immediato e precoce periodo post-trapianto;<br />

- il controllo e l’ottimizzazione nell’impiego degli immunosoppressori;<br />

- l’adozione di norme e stili di vita salutari: abolizione di fumo e alcool, adeguata protezione dal sole;


- l’attuazione di uno screening intensivo (al momento non ancora codificato a livello internazionale) sicuro<br />

e con rapporto costo/benefici favorevole (Tabella 1).<br />

Altri suggerimenti riguardo la prevenzione delle neoplasie derivano da recenti dati pubblicati in letteratura.<br />

Si è visto che l’immunosoppressione con Sirolimus, in particolare in pazienti trapiantati per Carcinoma<br />

epatocellulare, è in grado di inibire anche la crescita di questo tumore ed è quindi suggerita in questa<br />

particolare categoria di soggetti. Nei pazienti trapiantati in età pediatrica la determinazione della carica virale<br />

dopo sieroconversione di EBV (virus di Epstein Barr) e/o CMV (Citomegalovirus) e relativa riduzione/<br />

aggiustamento dell’immunosoppressione è stata in grado di prevenire l’insorgenza dei disordini linfoproliferativi.<br />

Non è ancora stata del tutto validata, invece, una terapia antivirale per EBV e CMV nel periodo peritrapianto.<br />

La scelta di utilizzare nello screening annuale l’indagine TC Addome-pelvi e TC del torace, dovrà tener<br />

anche in considerazione il maggior rischio radiologico e il relativo incremento dei costi rispetto all’impiego<br />

dell’ ecografia addome-pelvi e della Radiografia del Torace. In presenza poi di sintomatologie anche sfumate<br />

o non altrimenti giustificabili è raccomandabile completare l’iter diagnostico anche mediante l’impiego<br />

di esami invasivi.<br />

I risultati di uno screening intensivo così formulato sono sicuramente incoraggianti poiché la diagnosi di<br />

una neoplasia in fase iniziale, quando non sono ancora presenti delle metastasi, comporta la possibilità di<br />

intervenire con adeguata terapia (Chirurgia radicale, radioterapia adiuvante, terapia antiormonale, chemioterapia,<br />

riduzione dell’immunosoppressione), migliorando la sopravvivenza complessiva dei pazienti.<br />

25<br />

Dr.ssa Giovanna Lanzani


26<br />

Medico-paziente: quale rapporto?<br />

Su un argomento continuamente<br />

al centro del dibattito, qual è<br />

il rapporto medico-paziente, il<br />

cardiologo del nostro ospedale<br />

Paolo Gei ha scritto una riflessione<br />

che volentieri pubblichiamo<br />

sulla nostra rivista<br />

Lo spunto per questo articolo<br />

viene da una notizia proveniente<br />

dagli USA, ove il Rettore dell’Università<br />

della Virginia, tra i vari<br />

test d’ingresso alla Facoltà di<br />

Medicina, ha deciso di inserire<br />

un test attitudinale che, tramite<br />

brevi ed articolate interviste, valuti<br />

la capacità del futuro dottore<br />

di saper curare il fondamentale<br />

rapporto medico-paziente, una<br />

relazione che si può ben configurare<br />

come alleanza terapeutica e<br />

che, infatti, agisce spesso, se ben<br />

fatta, come una vera e propria<br />

medicina. Saper comunicare,<br />

non solo con il paziente, ma con<br />

i parenti, i colleghi, gli infermieri,<br />

è quindi ritenuta, a piena ragione,<br />

da quegli accademici come<br />

un requisito indispensabile, oltre<br />

alla necessaria bravura tecnica<br />

e culturale, per accedere ai corsi<br />

di Medicina. Chi dimostra di<br />

non saper parlare agli ammalati,<br />

chi si altera o si spazientisce<br />

con troppa facilità, non soddisfa<br />

i requisiti minimi e non viene<br />

ammesso. In sostanza, viene ribadito<br />

ciò che si diceva una volta:<br />

per fare il dottore bisogna anche<br />

essere “portati”a questo tipo di<br />

professione. Anche il governo in-<br />

glese ha in via ufficiale esortato<br />

i propri medici a trattare gli ammalati<br />

con cortesia, a comunicare<br />

efficacemente con loro, ad informarli<br />

correttamente sulle loro<br />

condizioni di salute e rispettare<br />

le loro decisioni, qualsiasi esse<br />

siano. E’ importante sottolineare<br />

che, quando un medico visita<br />

un ammalato, si instaura sempre<br />

una forma di comunicazione. Ma<br />

la comunicazione non si compone<br />

solo di parole: molto di più<br />

(almeno l’80% contro il 20%) con<br />

il linguaggio cosiddetto non verbale,<br />

cioè l’espressione del volto,<br />

lo sguardo, il sorriso, il movimento<br />

delle mani, la posizione del<br />

corpo, il tono della voce e tanti<br />

altri aspetti che la pubblicità, ad<br />

esempio, ben conosce e sfrutta<br />

per i propri messaggi promozionali.<br />

Nell’ambito di una visita<br />

medica, ascoltare con pazienza<br />

ed attenzione ciò che il paziente<br />

dice talora non è facile, soprattutto<br />

se i tempi per una visita sono<br />

prefissati, rigidi e troppo stretti,<br />

ma le statistiche dicono che un<br />

medico interrompe un paziente<br />

mediamente dopo 18 secondi!<br />

Inoltre, spesso un gesto gentile<br />

e garbato come una carezza,<br />

una battuta, una stretta di mano,<br />

una pacchetta di incoraggiamento<br />

e di solidarietà, comunque<br />

l’espressione di un’emozione da<br />

parte del medico può essere di<br />

notevole importanza per il malato.<br />

Tutto ciò, se vogliamo usare<br />

il linguaggio tecnico degli psicologi,<br />

viene definito “metalinguaggio”<br />

. Inoltre, per raccogliere dal<br />

paziente le informazioni necessarie<br />

alla diagnosi è importante<br />

da parte del dottore la capacità<br />

di “ascolto” che presuppone<br />

un’attenzione attiva ed empati-


ca: guardando il paziente negli<br />

occhi, senza far trasparire impazienza<br />

o desiderio di abbreviare<br />

il colloquio, né svolgere contemporaneamente<br />

altre attività, utilizzando<br />

quindi con cortesia e intelligenza<br />

le eventuali telefonate<br />

o sms intercorrenti; usando consapevolmente<br />

ripetizioni, silenzi,<br />

sollecitazioni verbali,<br />

domande volte a verificare<br />

la comprensione<br />

dei concetti<br />

da parte del malato.<br />

Un errore comunicativo<br />

abbastanza frequente<br />

è, per esempio,<br />

dire al paziente<br />

“Lei non ha niente”<br />

dopo pochi minuti e,<br />

magari, senza avere<br />

ancora visitato il paziente,<br />

in modo tale<br />

che egli percepisca<br />

che non gli viene<br />

dedicato comunque<br />

tutto il tempo necessario,soprattutto<br />

quando i sintomi<br />

sono chiaramente<br />

di origine psicosomatica.<br />

Quando, invece,<br />

la diagnosi è impegnativa<br />

o la prognosi severa, una frase<br />

per confortare il paziente tipo<br />

“ Il percorso sarà difficile ma lo<br />

percorreremo insieme e lei potrà<br />

contare su di me, per aiutarla e<br />

sostenerla” può essere di grande<br />

efficacia. Certo, il ruolo e la figura<br />

del medico è molto cambiata<br />

nel tempo ma ora, come nel passato,<br />

che dottore è uno che non<br />

sa ascoltare i pazienti o non gli sa<br />

parlare? Si spera di non sentire più<br />

frasi killer come “Ha pochi mesi<br />

di vita” oppure “ Il medico sono<br />

io, lei faccia l’ammalato” oppure<br />

medici che usano ostentatamente<br />

il linguaggio “medichese” tecnico-specialistico<br />

o, comunque,<br />

non adeguato alle possibilità di<br />

comprensione degli interlocutori.<br />

Lo sappiamo, non è facile fare<br />

il dottore, è dura stare tutti i gior-<br />

ni in mezzo alla sofferenza ed al<br />

disagio fisico e psicologico, così<br />

come non è facile fare guardie,<br />

notti, reperibilità e disponibilità<br />

o, ultimamente, anche affrontare<br />

tante incombenze di tipo economicistico<br />

e burocratico. Ma,<br />

alla fine, la passione per il nostro<br />

lavoro deve prevalere su tutto e,<br />

spesso, ci si rende conto di ciò<br />

quando, durante un colloquio e<br />

la visita ad un malato, si percepisce<br />

che si sta veramente facendo<br />

del bene alla persona che sta<br />

27<br />

davanti e che aspetta una parola,<br />

un verdetto, che per lui vorrà dire<br />

gioia e sollievo, oppure angoscia<br />

e dolore, e perciò scruta ogni gesto<br />

ed ogni reazione del dottore.<br />

A volte i medici non si rendono<br />

più conto di questo aspetto fondamentale:<br />

forse occorrerebbe<br />

(ma certo non dovrebbe proprio<br />

essere necessario)<br />

essere stati almeno<br />

una volta nella vita<br />

seriamente malati ed<br />

essere quindi passati<br />

dall’altra parte della<br />

barricata, per capire<br />

l’importanza del nostro<br />

comportamento<br />

e della nostra capacità<br />

di comunicare<br />

a vari livelli possibili,<br />

verbali e non verbali,<br />

con il paziente. L’importante<br />

è ritrovare<br />

l’ispirazione che ci<br />

ha condotto a fare il<br />

mestiere di medico<br />

e che non è prerogativa<br />

solo di poeti<br />

o artisti, ma di tutti<br />

coloro che coscientemente<br />

scelgono<br />

un lavoro e lo svolgono con passione,<br />

fantasia e voglia di fare del<br />

bene e non perché fornisce privilegi<br />

o non è accessibile a tutti.<br />

Per poter ripensare ancora, come<br />

ai tempi dell’università, che il nostro<br />

è davvero il mestiere più bello<br />

al mondo.<br />

Dalla rivista “Civile”, quadrimestrale<br />

di informazione sanitaria<br />

edito dall’azienda ospedaliera<br />

Spedali Civili di <strong>Brescia</strong>, settembre<br />

<strong>2011</strong>.


28<br />

IL NOSTRO FEGATO È SEMPRE PIÙ GRASSO:<br />

PER “AVERE FEGATO” CI VOGLIONO LE GAMBE<br />

Una epidemia sempre maggiore di “fegati grassi”<br />

non dovuti al tradizionale abuso di alcolici (steatosi<br />

epatica non alcolica : quando, per definizione, il<br />

soggetto beve meno di 20 g di alcol al giorno equivalenti<br />

per esempio a 2 bicchieri di vino da 125 ml<br />

) affligge la società del benessere.<br />

Questa condizione rappresenta la causa più frequente<br />

di elevazione, nei paesi occidentali, degli<br />

“enzimi epatici” : per esempio le famose transaminasi.<br />

Non esiste ancora una terapia codificata per questa<br />

condizione la cui prevenzione e terapia è fondamentalmente<br />

basata su un corretto stile di vita in<br />

particolare regolare esercizio fisico e dieta ipocalorica.<br />

QU<strong>ANTO</strong> È FREQUENTE E COME SI<br />

PRESENTA “IL FEGATO GRASSO” ?<br />

La steatosi epatica è presente nel 10-25% della<br />

popolazione generale e fino al 50-90% dei soggetti<br />

obesi. Pertanto su 1000 abitanti (giovani e adulti)<br />

potrà ritrovarsi ben in 200 casi.<br />

La steatosi epatica e associata a sovrappeso corporeo<br />

nella stragrande maggioranza dei casi, mentre<br />

alterazioni di tipo metabolico sono riscontrabili in<br />

percentuali variabili dal 9 al 12% per il diabete e dal<br />

20 al 40% per le dislipidemie.<br />

Questo significa che il fegato grasso e molto spesso<br />

un elemento caratterizzante della cosi detta sindrome<br />

metabolica a cui consegue un elevato rischio di<br />

malattie cardiovascolari.<br />

Elevazione degli indici epatici e fegato grasso all’ecografia<br />

sono inoltre presenti in circa il 20% dei<br />

bambini con sovrappeso corporeo e nel 53% di<br />

quelli obesi.<br />

Il riscontro di fegato grasso che non è dovuto a<br />

sintomi specifici ma alla alterazione degli enzimi<br />

epatici e o alla semplice ecografia epatica.<br />

Classicamente i segni eco-grafici caratteristici della<br />

fegato grasso sono: Una diffusa iperecogenicità<br />

Dott. Andrea Salmi<br />

del parenchima epatico se confrontato con quello<br />

renale, tanto da definirsi un “fegato brillante”;<br />

Il fegato grasso è riconoscibile ecograficamente<br />

soltanto pero’ quando il grasso nei lobuli epatici è<br />

presente in una quantità superiore al 30%.<br />

Molto semplice e alla portata di tutti è la misurazione<br />

della circonferenza addominale che se nel<br />

maschio raggiunge i 102 cm e nella donna gli 88<br />

cm rappresenta un campanello di allarme per la<br />

presenza di steatosi.<br />

A QUALI RISCHI VA INCONTRO<br />

“IL FEGATO GRASSO”?<br />

Diversi studi sottolineano la possibilità che da<br />

banale reperto casuale, il “semplice” fegato grasso<br />

possa evolvere, sia pur col passare di un numero di<br />

anni non ben definiti in cirrosi nel 10% dei casi e<br />

quindi anche in cancro del fegato.<br />

Il fegato grasso rappresenta la causa dell’80% dei<br />

casi delle cirrosi a causa non determinabile.


L’accumulo nelle cellule del fegato di goccioline<br />

di grasso (trigliceridi) determina a lungo andare<br />

diversi quadri di alterazioni che vanno dal semplice<br />

accumulo di grasso all’interno della cellula epatica<br />

al grasso associato ad infiammazione, ed infine alla<br />

associazione con cicatrici fino alla comparsa della<br />

temibile i forse irreversibile cirrosi. Infatti, è ormai<br />

noto che una percentuale variabile dal 5 al 10% dei<br />

casi possono evolvere negli anni a cirrosi e persino<br />

in epatocarcinoma proprio come le epatiti dovute<br />

ai virus B e C molto noti e diffusi.<br />

IL “FEGATO GRASSO” PUO’ AGGRAVARE<br />

PREESISTENTI PATOLOGIE DEL FEGATO ?<br />

Naturalmente si, per esempio in corso di malattie<br />

croniche del fegato di origine virale B oppure C la<br />

presenza di fegato grasso non solo facilita il peggioramento<br />

della malattia ma anche riduce la probabilità<br />

di risposta alle terapie.<br />

Anche dopo il trapianto del fegato proprio per<br />

l’uso di farmaci antirigetto che possono determinare<br />

aumento dei grassi nel sangue è frequente la<br />

comparsa della steatosi. E’ importante pertanto in<br />

condizioni di fragilità delle condizioni del fegato<br />

prevenire come vedremo dopo la comparsa del<br />

fegato grasso.<br />

QUALE PREVENZIONE E TERAPIA<br />

La prima linea di intervento rimane la perdita di<br />

Il maratoneta Martin Lel: è poco probabile che abbia il fegato grasso<br />

29<br />

peso o la modificazione dello stile di vita, soprattutto<br />

nei pazienti obesi o sovrappeso.<br />

Nell’adulto con FEGATO GRASSO SENZA ABUSO<br />

ALCOLICO , questo approccio è efficace a breve<br />

termine ma richiede l’impegno e le competenze di<br />

un team multidisciplinare e motivazionale raramente<br />

disponibile nelle unità di Epatologia.<br />

ESERCIZIO FISICO PERSONALIZZATO<br />

Ecco come per “avere fegato”, cioè un fegato non<br />

affetto dall’accumulo di grasso ci vogliono “le<br />

gambe”, ovvero esercitare una regolare attività fisica<br />

aerobica.<br />

Tale attività, se eseguita in maniera corretta in termini<br />

di qualità e quantità, oltre a consumare i grassi in<br />

eccesso permette di instaurare anche modificazioni<br />

funzionali e strutturali a carico dell’apparato cardiocircolatorio<br />

e muscolare.<br />

Nel corso di queste sedute di allenamento dovrà<br />

essere garantita un’adeguata stimolazione dei principali<br />

parametri fisiologici, quali frequenza cardiaca<br />

e gettata cardiaca, un corretto scambio dei gas a<br />

livello polmonare e tissutale.<br />

Per questo si rende necessaria la presenza di una<br />

figura professionale, che sappia guidare la persona<br />

affetta da fegato grasso attraverso un percorso di<br />

ricondizionamento fisico che deve tener conto di<br />

possibili comorbilità ( diabete, obesità,patologie<br />

cardio-vascolari), ma anche di aspetti sociali e comportamentali<br />

dell’individuo. Solo in questo modo<br />

sarà garantito il successo di<br />

questo percorso, scongiurando<br />

rischi aggiuntivi per la<br />

salute legati a programmi di<br />

allenamento “fai da te”.<br />

DIETA APPROPRIATA<br />

Nella nostra tradizione popolare<br />

le malattie del fega-to<br />

sono sempre state correlate<br />

alla “cattiva alimen-tazione”,<br />

quasi come necessaria punizione<br />

agli eccessi della tavola.<br />

Ancora oggi quando un


30<br />

paziente viene a conoscenza di es-sere affetto da<br />

patologia epatica immediatamente rinuncia spontaneamente<br />

o viene indotto a rinunciare ai più<br />

svariati alimenti quali, ad esempio, i grassi, le fritture,<br />

le uova, etc..<br />

Se la steatosi epatica e accompagnata da sovrappeso<br />

e il paziente è in eta in cui può<br />

praticare attività sportiva aerobica costante, questa<br />

deve essere fortemente consigliata. Parallelamente,<br />

la dieta dovrà portare a una perdita di peso graduale<br />

e di non<br />

oltre 1 kg/settimana.<br />

La dieta dovrà essere comunque tendenzialmente<br />

ipoglucidica se il paziente presentera aumento dei<br />

trigliceridi plasmatici, iperglicemia e iperinsulinemia<br />

basale.<br />

In questo caso l’eliminazione dalla dieta degli zuccheri<br />

ad assorbimento rapido dovrà essere accom-<br />

foto di Ugo Daz<br />

pagnata da una riduzione di quelli complessi. Al<br />

contrario, in caso di<br />

prevalente ipercolesterolemia, la dieta dovrà essere<br />

ipolipidica con esclusione prevalente dei grassi<br />

saturi. In ogni caso l’introito di verdure e frutta, a<br />

esclusione di quella zuccherina, dovrà essere fortemente<br />

incoraggiato.<br />

Infine, e non per ultimo, l’assunzione di bevande<br />

alcoliche dovrà essere fortemente scoraggiato,<br />

anche se in quantità moderate. Analogo discorso<br />

per l’eventuale abitudine<br />

al fumo di tabacco, che va evitato per non aggravare<br />

il rischio cardiovascolare associato, soprattutto se<br />

accompagnata da sindrome metabolica.<br />

Andrea Salmi<br />

Giovanni Salmi<br />

Il “fegato grasso” malattia degli eccessi alimentari Per “avere fegato” ci vogliono “le gambe”


Trans Benaco Cruise Race<br />

Caro Presidente,<br />

anche quest’anno l’A.N.T.O. è lieta di accettare l’invito a presenziare alla regata velica “TRANS BENACO CRUISE<br />

RACE” in occasione della sua 25a edizione, che si terrà nei giorni del 30 e del 31 luglio a Portese. Molto sentiti<br />

sono i ringraziamenti al Presidente e a tutto lo staff che si è occupato dell’organizzazione della manifestazione.<br />

L’evento da Voi organizzato è di grande rilevanza sportiva ed fonte di richiamo per numerosi appassionati e<br />

simpatizzanti del settore, oltre che per numerosi turisti di passaggio sul nostro splendido lago: due giorni di<br />

regate in cui il lago di Garda prende vita, animato dallo spirito agonistico dei partecipanti e dal dinamismo<br />

vivace delle molteplici vele colorate.<br />

Un’occasione gioiosa di festa che rappresenta per l’A.N.T.O. un’opportunità per avvicinare una moltitudine di<br />

persone a cui trasmettere il valore e la cultura della donazione degli organi e un pensiero per quanti, in attesa<br />

di un atto di grande generosità, sono impegnati nella personale gara contro il I tempo, per raggiungere il loro<br />

traguardo più importante: LA VITA!<br />

Auguro a tutti gli organizzatori ed ai partecipanti che la manifestazione sia, come sempre, un evento di grande<br />

successo ed un emozionante spettacolo per il pubblico.<br />

Con simpatia e riconoscenza.<br />

Il Presidente<br />

Arturo Mascardi<br />

31


34<br />

Dalla rivista “Civile”, quadrimestrale di informazione sanitaria edito dall’azienda ospedaliera Spedali Civili di <strong>Brescia</strong>, settembre <strong>2011</strong>.


Dalla rivista “Civile”, quadrimestrale di informazione sanitaria edito dall’azienda ospedaliera Spedali Civili di <strong>Brescia</strong>, settembre <strong>2011</strong>.<br />

35


36<br />

MINISTERO DELLA SALUTE:<br />

MENZIONE SPECIALE A PIO BOVE<br />

Lo scorso 26 maggio, presso l’Auditorium<br />

del Ministero della Salute, con la presenza<br />

del Ministro Ferruccio Fazio, si è tenuta la<br />

conferenza stampa di presentazione della<br />

Giornata Nazionale per la Donazione e<br />

Trapianto di Organi <strong>2011</strong>. Tra le iniziative<br />

previste, segnaliamo l’istituzione del premio<br />

nazionale “Amici della Vita”, che sarà conferito<br />

a personalità, strutture pubbliche e Associazioni<br />

di pazienti e di volontari, che si<br />

distingueranno particolarmente nell’ambito<br />

dell’attività della donazione e trapianti di organo.<br />

La Commissione che si occupa di questo premio, ha ritenuto di conferire una menzione speciale a<br />

Pio Bove, Presidente del Forum delle associazioni dal 1996 al 2003, morto nel 2008, con la seguente motivazione.<br />

“Per il competente e generoso impegno, rafforzato e sostenuto anche dalla vicenda personale, a<br />

favore di una maggiore conoscenza delle problematiche dei pazienti trapiantati e di una regolamentazione<br />

normativa delle tutele”. Il Forum Nazionale ha proposto che, a ritirare il riconscimento dalle mani del Ministro,<br />

fosse la moglie Diletta, la quale ha ricordato Pio con un commovente intervento:<br />

“- Dal tuo dono nasce la speranza e chi dona ama la vita. - Ho trovato, per caso, queste parole appuntate<br />

sull’agenda di Pio, mio marito, proprio lo stesso giorno in cui ho ricevuto la comunicazione del riconoscimento<br />

tributato alla sua memori per l’impegno da lui profuso nella diffusione della cultura della donazione<br />

degli organi. E non è un caso che tutta la vita di mio marito si sia rivelata come un dono, ricevuto e dato.<br />

Ricevuto, quando è stato sottoposto<br />

a un trapianto di rene, che<br />

lo ha restituito di nuovo alla vita,<br />

e un dono dato, in particolare a<br />

me, ma anche a tutti coloro lo<br />

hanno conosciuto, apprezzato,<br />

amato. Pio ha messo a disposizione<br />

tutto se stesso, la sua esperienza,<br />

la sua competenza, il suo<br />

impegno e la sua professionalità<br />

a favore degli ammalati; ha offerto<br />

loro aiuto concreto e totale<br />

disponibilità, senza mancare di<br />

umiltà, rispetto e condivisione<br />

della sofferenza e riaccendendo<br />

speranza e fiducia. Per tanti è stato<br />

un amico fraterno, un compagno<br />

di lotte e di conquiste, atte a<br />

far valere i diritti degli ammalati,


per tanti è stato un punto di<br />

riferimento, che ha incoraggiato<br />

e informato, per tanti si<br />

è adoperato affinché la cultura<br />

della donazione e del trapianto<br />

d’organo si svuluppasse<br />

maggiormente in Italia e<br />

venisse considerata come un<br />

dovere sociale, oltre che un<br />

gesto di solidarietà umana. Ha<br />

portato avanti e con brillanti<br />

risultati tante battaglie. Promotore<br />

della legge 91 del ‘99<br />

sul silenzio assenso informato,<br />

ha contribuito all’aumento del<br />

numero dei trapianti in Italia,<br />

ha istituito il Forum Nazionale<br />

delle Associazioni di Nefropatici,<br />

Trapiantati d’Organi e di<br />

Volontariato, è stato arteficie di innumerevoli iniziative, senza mai stancarsi di difendere la dignità delle<br />

persone ammalate rese ancora più fragili, oltre che dalla malattia, dalle difficoltà e dalle ingiustizie. Sapeva<br />

per esperienza diretta che chi dona moltiplica la vita, come recita lo slogan di questa settimana per le<br />

donazioni; chi dona, infatti, moltiplica la vita per sé e per gli altri: per sé, perché non vedrà la corruzione<br />

della sua carne e continuerà su questa terra a far vivere, amare, gioire e sperare un’altra persona, tante altre<br />

persone. Come Presidente del Tribunale dei Diritti del Malato aveva scritto: “Con la donazione e il trapianto,<br />

l’Uomo si rivela all’Uomo, esaltando la dimensione relazionale del vivere con e per l’Altro. L’identità<br />

della persona, infatti, è constituita dall’essere dono vivente e il suo fine consiste nel donarsi. Il corpo umano<br />

è tale, in quanto, rappresenta lo spazio nel quale la persona si rivela e si realizza come dono che si fa<br />

dono in modo che l’Altro non sia<br />

più Altro da me, ma Altro di me.<br />

Dona ciò che ti è stato a tua volta<br />

donato; la nostra vita, ogni vita<br />

umana è un dono: l’atto di donare<br />

i propri organi non è che una<br />

naturale conseguenza di un dono<br />

già ricevuto, la vita apputo che<br />

ci è stata donata”. Permettetemi<br />

di concludere con un’annotazione<br />

del tutto personale: oggi 26<br />

maggio <strong>2011</strong> io e Pio avremmo<br />

festeggiato il nostro ventiseiesimo<br />

anniversario di matrimonio. Non<br />

potevo ricevere miglior regalo di<br />

questo riconoscimento. Porgo a<br />

tutti il mio più sentito ringraziamento”.<br />

37


38<br />

IL DONO DEL SANGUE<br />

Il creato richiede nuovi stili di vita<br />

“I gravi problemi ecologici richiedono un effettivo<br />

combiamento di mentalità che induca ad adottare<br />

nuovi stili di vita, nei quali la ricerca del vero, del bello<br />

e del buono e la comunione con gli altri uomini<br />

per una crescita comune siano gli elementi che determinano<br />

le scelte dei consumi, dei risparmi e degli<br />

investimenti.<br />

Tali stili di vita devono essere ispirati alla sobrietà, alla<br />

temperanza, all’autodisciplina, sul piano personale e<br />

sociale. Bisogna uscire dalla logica del mero consumo<br />

e promuovere forme di produzione agricola e<br />

industriale che rispettino l’ordine della creazione e<br />

soddisfino i bisogni primari di tutti. Un simile atteggiamento,<br />

favorito da una rinnovata consapevolezza<br />

dell’interdipendenza che lega tra loro tutti gli abitanti<br />

della terra, concorre a eliminare diverse cause di disastri<br />

ecologici e garantisce una tempestiva capacità<br />

di risposta quando tali disastri colpiscono popoli e<br />

territori”.<br />

Concetti ripresi da un volume ricco di provocazioni,<br />

“Prima martire del Creato - Dorathy Stang”,del docente<br />

di filosofia e teologia Valentino Salvoldi, per raccontare<br />

appunto di questa missionaria statunitense,<br />

conosciuta come l’ambientalista amazzonica, uccisa<br />

nel 2005, mentre si trovava nello Stato brasiliano del<br />

Parà, Paese che detiene i record nelle deforestazioni,<br />

negli abusi dei diritti umani e nei crimini ambientali:<br />

la sua lotta, nella condizione di sicura sconfitta, è diventata<br />

lotta per la salvaguardia e valorizzazione del<br />

Creato.<br />

Non siamo nell’ambito di assurde utopie, anche se<br />

gli uomini continuano nella loro oper demolitrice;<br />

per questi eroi un poco dimenticati la terra di Dio<br />

è luogo di vita e convivenza fraterna, di solidarietà<br />

amorevole..<br />

Ma il problema non interessa i più e di conseguenza<br />

coinvolge poco la Scuola, che in questi giorni traccia<br />

i suoi bilanci di un anno di impegno e di responsabilità<br />

culturale; eppure, ogni giorno, le conseguenze<br />

negative aumentano per i destini comuni, con prospettive<br />

sempre più drammatiche...<br />

Tra me stesso, riflettevo su questi messaggi che ci<br />

vengono dal mondo intero, sempre più sconvolto da<br />

paurose catastrofi, mentre si celebrava la “Giornata<br />

del Donatore”, con la sua carica di ideali e di valori<br />

che dovrebbero interessare tutti, figli d qualunque<br />

terra: da una parte, gli uomini della “gratuità” e, dall’altra,<br />

gli artefici della distruzione del bene immenso<br />

che ci è stato consegnato, perché la esistenza non sia<br />

condannata alla rovina.<br />

“Nell’idillio primaverile, dipinto nel salmo 65, la terra<br />

diventa come un manto fiorito - e chiazzato di greggi<br />

perché in essa è passato col suo cocchio il Signore<br />

delle acque e della fecondità e tutti gridano e cantano<br />

di gioia”. E’ la felicità degli uomini liberi, che sanno<br />

amare le cose belle e patrimonio comune.<br />

Moretti Carlo


Informazione<br />

Per la XIV Campagna informativa<br />

nazionale l’ATO-MARCHE<br />

ha organizzato un evento che<br />

è stato presentato il 29 Aprile<br />

scorso,in Ancona , dal Presidente<br />

del Consiglio Regionale delle<br />

Marche , Dr. Vittoriano Solazzi.<br />

Erano presenti l’Arcivescovo Delegato<br />

della Santa Casa di Loreto,<br />

Mons. Giovanni Tonucci, la Coordinatrice<br />

dei prelievi e trapianti<br />

degli OO.RR di Ancona, Dr.ssa<br />

Francesca De Pace, il Direttore<br />

di FederFarma Marche, Dr. Fabbroni<br />

nonchè il Presidente ATO,<br />

Agostino Falcioni.<br />

Le società distributrici FarmaCentro<br />

e Comifar, hanno collaborato<br />

per la logistica , rifornendo, per<br />

tutto il mese di Maggio , i banchi<br />

delle 500 farmacie regionali di<br />

circa 25.000 DONOR CARDS<br />

per la dichiarazione di volontà<br />

alla donazione (foto 1) e di<br />

3.000 opuscoli “IL TRAPI<strong>ANTO</strong><br />

E’ VITA “ (foto 2) .<br />

Il Vademecum, di 55 pagg. , è diviso<br />

in 5 capitoli : Il trapianto -<br />

Specificità dei vari trapianti - Il<br />

rigetto e la chimera - Il futuro<br />

dei trapianti - La donazione<br />

degli organi , con 2 appendici<br />

sui Centri di Trapianto in Italia ed<br />

i Centri di accoglienza nelle<br />

Marche . Esso ha carattere divulgativo<br />

per il pubblico in generale<br />

ma tratta il tema dei trapianti e<br />

delle donazioni nei suoi vari e<br />

molteplici aspetti.<br />

Rapporti con le Istituzioni<br />

In relazione all’immissione in<br />

commercio degli immunosoppressori<br />

generici ( es. il Tacrolimus),<br />

l’ATO-Marche, già da<br />

Maggio <strong>2011</strong>, aveva sollecitato<br />

ATO-MARCHE<br />

NEWS<br />

la SITO (Società Italiana di Trapianti<br />

d’Organo) ad intervenire<br />

presso l’AIFA(Agenzia del Farmaco)perché<br />

i pazienti non fossero<br />

indotti a correre rischi di rigetto<br />

: con gli immusoppressori non si<br />

può scherzare facendo pensare<br />

che siano intercambiabili a seconda<br />

del minor prezzo ! A Luglio,<br />

infine, l’ATO ha richiesto una<br />

delibera urgente alla Giunta Marche,<br />

dopo che l’AIFA si era,nel<br />

frattempo espressa sul tema . Il<br />

2 Agosto la Regione Marche, ha<br />

finalmente emesso una delibera<br />

in favore dei trapiantati che assumono<br />

Prograf per cui essi ,ora,<br />

non sono penalizzati da nessun<br />

ticket.<br />

Testimonianze<br />

Nel <strong>2011</strong> ,l’ATO-Marche ha partecipato<br />

con sue premiazioni alle<br />

seguenti manifestazioni sportive<br />

in favore delle donazioni di organi<br />

e dei trapianti:<br />

- Torneo di pallavolo femminile<br />

“Eugenio Zuccarini” (giovane<br />

donatore ) a Fano (PU) ;<br />

- Maratona “La Panoramica<br />

<strong>2011</strong>”,con la partecipazione di<br />

trapiantati a Pesaro;<br />

39<br />

- Giro delle Marche “Granfondo<br />

<strong>2011</strong>” della squadra nazionale<br />

trapiantati ad Ancona e Pesaro.<br />

Ricordo<br />

Si è spento agli Ospedali Riuniti<br />

di Ancona,di cui era attualmente<br />

Direttore Generale, il Dr. Gino<br />

TOSOLINI. I suoi funerali si sono<br />

svolti il 16 Settembre proprio<br />

all’interno dell’Ospedale con la<br />

partecipazione di tanti pazienti,<br />

medici e personale infermieristico.<br />

L ATO-Marche ha dialogato<br />

personalmente con il Dr. Tosolini<br />

sui problemi del Centro trapianti<br />

e ne ha apprezzato la gentilezza<br />

dell’approccio, la disponibilità<br />

nel merito e la correttezza della<br />

persona. Purtroppo, una inesorabile<br />

malattia ha impedito al Dr.<br />

Tosolini di continuare il suo impegno<br />

per i trapianti,che aveva<br />

molto a cuore.<br />

L’Associazione mentre esprime le<br />

sue condoglianze alla famiglia , ne<br />

ricorda con stima e simpatia la sua<br />

figura di Direttore Generale.<br />

Il Presidente<br />

Agostino Falcioni


IL TRAPI<strong>ANTO</strong> POLMONARE<br />

(e di fegato...)<br />

Il trapianto di polmone permette di sostituire a un<br />

paziente uno o entrambi i polmoni malati (a volte<br />

addirittura insieme al cuore nel cosiddetto trapianto<br />

cuore-polmoni) con polmoni sani prevenienti da soggetti<br />

deceduti e compatibili per gruppo sanguigno e<br />

altri marcatori immunologici.<br />

Il trapianto di polmone è ormai eseguito in alcuni centri<br />

italiani con documentata e apprezzata esperienza ma<br />

è indicato solo negli stadi molto avanzati di patologie<br />

polmonari. Nel caso di deficit di AAT, i pazienti da trapiantare<br />

sono affetti da enfisema e BPCO gravi che provocano<br />

un quadro di<br />

insufficienza respiratoria<br />

importante.<br />

Attualmente i risultati<br />

sono incoraggianti<br />

con buone percentuali<br />

di successo.<br />

Oltre alla carenza di<br />

organi, che limita fortemente<br />

il numero di trapianti, vi sono ancora alcuni<br />

problemi aperti rappresentati, nel caso specifico del<br />

trapianto polmonare dall’eccessiva esposizione del<br />

polmone trapiantato a infezioni favorite dalle terapie<br />

immunosoppressive. Il successo dei trapianti d’organo,<br />

infatti, è legato alla possibilità di modificare la risposta<br />

immunologica al fine di evitare la reazione di rigetto<br />

dell’organo trapiantato: per questo motivo vengono<br />

utilizzati, dopo il trapianto, i farmaci immunosoppressori<br />

ma questi farmaci riducono contemporaneamente<br />

le capacità difensive nei confronti dei microbi.<br />

L’apparato respiratorio è particolarmente esposto alle<br />

infezioni perché l’aria vi entra e vi esce varie volte al<br />

minuto: se, in più, il paziente per l’azione dei farmaci<br />

immunosoppressivi ha le difese meno efficienti il rischio<br />

di infezioni aumenta.<br />

I polmoni sani che sono impiantati al paziente vanno<br />

quindi accuratamente custoditi: il paziente recupera<br />

spesso una funzione respiratoria normale, non deve<br />

41<br />

assolutamente fumare e deve seguire tutte le norme<br />

igieniche sopra ricordate oltre che sottoporsi ai periodici<br />

controlli ambulatoriali previsti. Se quindi il paziente<br />

prima del trapianto riceveva la terapia sostitutiva è<br />

possibile che dopo l’intervento non ne abbia più bisogno<br />

perché i polmoni che ha ricevuto sono sani.<br />

Tutte le malattie epatiche giunte in stadio terminale<br />

possono beneficiare del trapianto. Il beneficio nel<br />

caso della malattia legata a deficit di AAT è ancora<br />

maggiore, in quanto, una volta genetico, con conseguente<br />

corretta produzione di AAT.<br />

I danni polmonari non vengono corretti dal trapianto<br />

di fegato, ma la presenza di normali livelli circolanti di<br />

AAT (prodotti dal nuovo fegato) permette di proteggere<br />

i polmoni da un danno ulteriore, e inoltre la malattia<br />

non può recidivare nel fegato trapiantato.<br />

In alcuni casi possono coesistere l’enfisema/BPCO e<br />

un’epatopatia particolarmente grave (es. cirrosi con insufficienza<br />

epatica) da rendere necessario il trapianto<br />

di fegato: il fegato sano che il paziente riceve produce<br />

livelli di AAT finalmente normali con una funzione protettiva<br />

nei confronti dei polmoni.<br />

In questo caso si dice che il deficit è definitivamente<br />

curato e i paziente non abbisognerà più di terapia sostitutiva<br />

per l’interessamento polmonare che si stabilizzerà<br />

e non progredirà più soprattutto se il paziente<br />

seguirà uno stile di vita igienica adeguato.<br />

Associazione Nazionale ALFA1-AT.<br />

Via Galilei, 24 - Sarezzo (<strong>Brescia</strong>) - Tel. 335 7867955-6-7 - Fax 030 8907455<br />

E-mail: nucciagatta@libero.it info@alfa1at.org - sito internet: www.alfa1at.org


42<br />

Nella 4^ tappa del <strong>2011</strong> con N.<br />

2 Bus personalizzati “In Viaggio<br />

Attraverso la Solidarietà” ha visto<br />

impegnato l’ATO Puglia ONLUS<br />

dal 15 <strong>ottobre</strong> al 20 <strong>ottobre</strong><br />

<strong>2011</strong>. Anche in questo viaggio,<br />

molti Km sono stati percorsi e<br />

tantissime persone sono state<br />

incontrate e fatte conoscenze.<br />

Non sapremo mai quante persone<br />

alla fine delle nostre iniziative<br />

avranno cambiato le loro idee in<br />

favore della cultura della donazione<br />

degli organi, e fatto bagaglio<br />

delle tantissime informazioni<br />

che riusciamo a dare.<br />

In noi comunque rimane la sicurezza/certezza<br />

di continuare ad<br />

affrontare con il cuore in mano,<br />

tematiche delicate e importanti<br />

dai alti contenuti morali e civili.<br />

Tematiche che se discusse e approfondite danno la<br />

possibilità di continuare a vivere.<br />

Il momento più bello di questa 4^ Tappa sicuramente<br />

l’incontro con la Madonna di Medyugorie.<br />

Un ricordo indelebile, quello di Medyugorie che è<br />

rimasto ai partecipanti perché tali luoghi per gli ammalati<br />

che arrivano, offre speranza, contemplità e<br />

uguaglianza.<br />

Medyugorie è testimone del sì di Maria e della fede<br />

della sacra famiglia, non può non essere esempio<br />

d’accoglienza.<br />

Essere a Medyugorie per chi è cattolico ha avuto la<br />

possibilità di dimenticare le solite e banali preoccupazioni<br />

e di farci riflettere.<br />

E’ facile capire che c’è ben altro al di fuori del nostro<br />

piccolo mondo, che c’è un’altra realtà.<br />

La realtà di chi soffre veramente, che ha ancora negli<br />

occhi tanta gioia di vivere e che non aspetta altro che<br />

un nostro sorriso.<br />

Sono stati cinque giorni molto intensi dove L’ATO Puglia<br />

attraverso i suoi dirigenti ha dato tutto quello che<br />

è stato possibile ai partecipanti (trapiantati, ammalati<br />

e cittadini tutti) e stato molto bello perché loro sicuramente<br />

sono stati felici, ed è stato emozionante riuscire<br />

a trasmettere loro la voglia di sorridere. Vuol dire


che quello che questa associazione sta facendo ha<br />

veramente uno scopo, che oltrepassa noi stessi, ma<br />

si realizza solo nella felicità di aiutare gli altri. Un’esperienza<br />

che ci ha particolarmente toccati; esperienza<br />

condiviso da tutti i partecipanti al pellegrinaggio.<br />

Vorrei sottolineare che molti dei partecipanti al pellegrinaggio<br />

hanno voluto volentieri raccontare, con bellissime<br />

e toccanti testimonianze, il loro primo e non,<br />

pellegrinaggio a Medjugorje; segno questo di come<br />

intensa e sentita sia stata la loro partecipazione.<br />

Molti hanno provato sentimenti contrastanti…sai<br />

O.N.L.U.S. L. 80/05 e D. Lgs. 460/97<br />

ASSOCIAZIONE NAZIONALE TRAPIANTATI ORGANI<br />

PERIODICO SEMESTRALE DI INFORMAZIONE<br />

E CULTURA A CURA DELL’A.N.T.O.<br />

N. 36 OTTOBRE <strong>2011</strong><br />

Direttore Responsabile: Prof. Giovanni Quaresmini<br />

Direttore: Antonio Scalvini<br />

Hanno collaborato ai testi di questa rivista:<br />

Pierina Bertorelli, Paola D’Angelo, Dr. Anna Della Moretta,<br />

Dott. Leone Galbardi, Letizia Gandellini Laurente, Giancarlo Guindani,<br />

Arturo Mascardi, Maria Minelli, Cav. Gran Uff. Carlo Moretti,<br />

Vincenzo Paganin, Dott.ssa Mariateresa Piazza, Antonio Pioselli,<br />

Angelo Prandelli, Tiziana Premoli, Luca Quaresmini, Ivano Saletti,<br />

Dott. Giacomo Schivardi.<br />

Direzione e Redazione:<br />

Sede Nazionale in via Vittorio Emanuele II, 27<br />

25122 BRESCIA - tel. e fax 030 2971957<br />

Ufficio Volontariato Ospedale S. Orsola<br />

c/c postale n. 14029250<br />

Autorizzazione del Trib. di <strong>Brescia</strong> n. 29 del 12/10/1993<br />

43<br />

magari si sono fatti suggestionare.. ma col senno di<br />

poi, possiamo dire che non e’ così. Perchè in quel<br />

luogo vi e’ davvero un forza che può sentire addirittura<br />

chi non è cattolico e religioso..<br />

E’ stato un pellegrinaggio pieno di emozioni forti,<br />

perchè lo Spirito di Dio ci ha guidati momento per<br />

momento. Ringraziamo Madre Santa perchè ci ha<br />

chiamati a vivere questa esperienza forte, insieme a<br />

tanti fratelli in Cristo, la ringraziamo perchè non si<br />

stanchi mai di noi, delle nostre debolezze, delle nostre<br />

fragilità...<br />

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale<br />

- D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46)<br />

art. 1, comma 2, DCB <strong>Brescia</strong><br />

Impaginazione - grafica e stampa<br />

Tipolitografia Editrice LUMINI - TRAVAGLIATO (Bs)<br />

O.N.L.U.S. L. 80/05 e D. Lgs. 460/97- autorizzazione n. 1713<br />

del 21/08/2002 dell’iscrizione nella Sezione Provinciale<br />

del Registro Regionale del Volontariato<br />

al progressivo n. 19 Sezione A) Sociale.


44<br />

La rinascita del tempo<br />

A Comezzano-Cizzago<br />

l’albero di cachi di Nagasaki<br />

Quest’anno, il kaki di Nagasaki (Revive Time -<br />

Kaki Tree Project) – segno di pace, di amicizia,<br />

di solidarietà, di rigetto della guerra, dell’arte che<br />

accomuna i popoli, della vita che prevale sulla<br />

morte è stato piantato in altre località bresciane.<br />

La delegazione giapponese che comprendeva<br />

il dr. Ebinuma Masayuki e Araki Takahisa è stata<br />

presente nel bresciano da domenica 15 maggio<br />

a domenica 22 e ha presenziato le cerimonie<br />

di piantumazione dei kaki arrivati da Nagasaki<br />

presso le comunità di Caionvico, Bagnolo Mella,<br />

Castenedolo e Comezzano – Cizzago.<br />

Tutte significative e partecipate le cerimonie di<br />

piantumazione, ma certamente suggestiva quella<br />

di Comezzano-Cizzago che ha unito alla piantumazione<br />

non soltanto il mondo della scuola<br />

dell’infanzia, della primaria e della scuola media,<br />

ma anche le comunità di Cizzago e Comezzano,<br />

con il mondo dell’arte attraverso un simposio artistico<br />

internazionale di scultura e l’inaugurazione<br />

di un punto d’acqua allestito dall’Amministrazione<br />

provinciale.<br />

La cerimonia, nel piccolo Comune della Bassa che<br />

per una domenica, è divenuto capoluogo d’arte<br />

e di cultura, si è svolta il 21 maggio. Così l’istituto<br />

comprensivo di Comezzano-Cizzago che fa<br />

parte dell’istituto “Oscar Di Prata” di Trenzano si è<br />

messo in contatto con il mondo. Infatti le tre scuole:<br />

dell’infanzia, primaria e secondaria di primo<br />

grado in collaborazione con l’Amministrazione<br />

Comunale, avevano aderito al progetto “Rinascita<br />

del tempo” e così, nel giardino della scuola media<br />

e primaria, è stato piantato un albero di cachi che<br />

viene dal lontano Giappone.<br />

La storia dell’albero di cachi pone le sue radici<br />

ai tempi della seconda guerra mondiale, quando<br />

a Nagasaki, tra le macerie lasciate dallo scoppio<br />

della bomba atomica, una pianta riuscì a sopravvi-<br />

Un momento della cerimonia. Sul palco: Con il dirigente<br />

scolastico prof. Giovanni Quaresmini, il dr. Ebinuma<br />

Masayuki, il sindaco di Comezzano-Cizzago, Mauro<br />

Maffioli, l’assessore provinciale all’ambiente dr. Stefano<br />

Dotti, i sindaco di Travagliato avv. Dante Daniele Buizza<br />

e del presidente onorario dell’Anto (Associazione Nazionale<br />

Trapiantati d’Organi) cav. Antonio Scalvini.<br />

Un gruppo di alunni della scuola primaria festeggiano l’avvenimento<br />

sventolando il tricolore. Infatti il <strong>2011</strong> è anche<br />

l’anniversario del 150° dell’Unità d’Italia.


vere: era un albero di cachi che, nonostante fosse<br />

stato per metà intaccato dalle fiamme, continuò<br />

a vivere. Il botanico Masayuki Ebinuma, intuì<br />

che la forza di questa pianta costituiva un potente<br />

messaggio di amore per la vita e la pace. Di conseguenza<br />

il dr. Ebinuma iniziò a coltivare piantine<br />

figlie del caco sopravvissuto e a donarle ai bambini<br />

che andavano in visita al museo di Nagasaki che<br />

custodisce reperti del bombardamento atomico.<br />

Al dr. Ebinuma si affiancarono altre persone ed il<br />

progetto si ampliò diventando internazionale. Ora<br />

una decina di piantine, ogni anno, viene coltivata<br />

in Giappone e, poi, donata in tutto il mondo, alle<br />

comunità di persone che se ne prenderanno cura<br />

per testimoniare che l’amore per la vita è più forte<br />

di qualsiasi violenza.<br />

“Anche noi siamo entrati a far parte di questa<br />

rete della vita e per la pace, quando il 21 maggio<br />

la delegazione giapponese ci ha donato l’albero<br />

di cachi da piantumare nel giardino della scuola<br />

media”- afferma il dirigente scolastico prof.<br />

Giovanni Quaresmini.<br />

Tutti i ragazzi, grazie all’impegno dei loro insegnanti,<br />

si sono preparati per conoscere questa storia e<br />

capire il valore simbolico del gesto compiuto con<br />

la piantumazione. Così hanno allietato la mattinata<br />

con canti, musiche, danze e poesie preparate per<br />

l’occasione.<br />

“A loro, come a tutti noi, è stato affidato l’incarico<br />

più importante: prendersi cura della piantina per<br />

farla crescere come simbolo di unione tra le generazioni<br />

e tra le culture, come segnale di pace che<br />

ci ricordi come la pace abbia bisogno di cure per<br />

mettere radici profonde e durature”- ha affermato<br />

il preside prof. Giovanni Quaresmini.<br />

L’iniziativa ha messo in risalto alcune finalità tra cui<br />

la rinascita:<br />

1- della “qualità della coscienza di pace” 2- della<br />

“qualità della vita” 3- della “qualità dell’arte”.<br />

Dopo la piantumazione si è osservato un minuto<br />

di silenzio in ricordo delle vittime giapponesi e,<br />

subito dopo, è stato inaugurato con il taglio del<br />

nastro da parte del sindaco Mauro Maffioli e<br />

dell’assessore provinciale all’ambiente Stefano<br />

Dotti un “Punto Acqua” a cui tutti i cittadini possono<br />

accedere. Sarà così possibile realizzare un<br />

45<br />

Il dr. Ebinuma Masayuki riceve l’aiuto della comunità per<br />

il popolo giapponese.<br />

Il prof. Giovanni Quaresmini, con il sindaco Mauro<br />

Maffioli e il dr. Ebinuma Masayuki procedono alla<br />

messa a dimora dell’albero di kaki.<br />

Gli alunni, dopo i saggi ginnici di karate, danzano al suono<br />

di musiche popolari europee.


46<br />

duplice risparmio attingendo l’acqua (che può<br />

essere naturale, frizzante , fresca) direttamente<br />

dal Punto Acqua allestito. Infatti, oltre al risparmio<br />

delle famiglie si può mettere in conto un risparmio<br />

ambientale (eliminando lo spreco dell’imbottigliamento,<br />

del trasporto e dello smaltimento delle<br />

bottiglie di plastica). Quindi il corteo ha raggiunto<br />

piazza Europa per concludere con un momento<br />

di festa e con il simposio artistico internazionale<br />

dedicato alla scultura organizzato dall’Amministrazione<br />

Comunale.<br />

“L’iniziativa artistica di significativo pregio culturale<br />

e valoriale è divenuta lo stimolo per gli alunni<br />

e la comunità ad approfondire, attraverso la creatività,<br />

l’impegno per una pacifica convivenza<br />

civile. La scuola in questo modo è impegnata a<br />

favorire un processo di crescita complessivo della<br />

persona e a cercare di coniugare le conoscenze<br />

degli apprendimenti con i valori profondi dello<br />

sviluppo integrale della persona che si trasformino<br />

in comportamenti”- ha affermato il prof. Giovanni<br />

Quaresmini, che ha apprezzato l’iniziativa anche<br />

in qualità di referente provinciale per l’educazione<br />

ambientale.<br />

Alla cerimonia di piantumazione hanno partecipato<br />

con il dirigente scolastico prof. Giovanni<br />

Quaresmini, la delegazione giapponese composta<br />

dal dr. Ebinuma Masayuki e Araki<br />

Takahisa, il sindaco di Comezzano-Cizzago,<br />

Mauro Maffioli, e del presidente del Consiglio<br />

d’Istituto Angelo Giacomelli. Molto significative<br />

le partecipazioni dell’assessore provinciale<br />

all’ambiente dr. Stefano Dotti, del sindaco<br />

di Travagliato avv. Dante Daniele Buizza e<br />

del presidente onorario dell’Anto (Associazione<br />

Nazionale Trapiantati d’Organi) cav. Antonio<br />

Scalvini. Guidati dai loro docenti gli alunni delle<br />

scuole dell’infanzia di Cizzago e delle scuole primaria<br />

e secondaria di primo grado di Comezzano<br />

si sono esibiti con molta bravura in canti, danze<br />

popolari musicali, oltre a manifestazioni ginniche,<br />

musicali e creative predisposte con la guida dei<br />

loro docenti che hanno preparato la manifestazione<br />

con impegno e professionalità, coordinati<br />

dai responsabili di sede Antonio Bovino, Mina<br />

Lorenzi e Clelia Nodari.<br />

Le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di<br />

primo grado di Comezzano-Cizzago con l’Istituto<br />

Comprensivo “Oscar Di Prata” di Trenzano di cui<br />

fanno parte, in occasione della piantumazione<br />

dell’albero di cachi a Comezzano, hanno dato vita<br />

ad una iniziativa di solidarietà.<br />

L’istituto ha fatto stampare, in collaborazione con<br />

l’amministrazione comunale, presieduta dal sindaco<br />

Mauro Maffioli,e il patrocinio dell’associazione<br />

culturale italo-giapponese Fuji, una cartolina raffigurante<br />

un albero di cachi, opera del pittore Giulio<br />

Mottinelli.<br />

La cartolina è stata distribuita agli alunni ed alle<br />

loro famiglie sia a Trenzano che a Comezzano-<br />

Cizzago ad offerta libera.<br />

Il ricavato è stato devoluto dal Consiglio d’Istituto<br />

per l’aiuto al popolo giapponese colpito dal terribile<br />

terremoto del marzo scorso e, in particolare, per<br />

la riedificazione di una scuola.<br />

L’immagine dell’opera del pittore Giulio Mottinelli<br />

sul verso della cartolina reca il seguente commento<br />

del dirigente scolastico prof. Giovanni Quaresmini:<br />

Giulio Mottinelli, La prima neve, acrilico su tela, 160X200,<br />

<strong>2011</strong>.<br />

“La vita è più forte della guerra.<br />

L’albero di cachi di Nagasaki, sopravvissuto alla bomba atomica,<br />

è tornato rigoglioso, carico di frutti.<br />

E, in una mattinata tersa, il candido manto di una neve precoce<br />

ne esalta il generoso rigoglio. Lo avvolge un’atmosfera<br />

di lirico silenzio, mentre il misterioso viaggio dell’uomo<br />

continua nella circolarità delle stagioni”.


INTITOLATA A DI PRATA<br />

LA SCUOLA DI TRENZANO<br />

Soltanto i veri amici lasciano la loro impronta nel nostro cuore<br />

Nel corso della nostra esistenza incontriamo numerose<br />

persone, ma soltanto i veri amici lasciano la loro impronta<br />

nel nostro cuore. E Oscar Di Prata (1910-2006)<br />

per il dirigente scolastico prof. Giovanni Quaresmini<br />

è stato una di queste persone nella reciproca amicizia<br />

e in un debito di cuore e di creatività tra cromie,<br />

componimenti poetici e approfondimenti artistici legati,<br />

in particolare, alle sue opere. Per noi dell’Anto è<br />

di conforto considerare che l’amicizia non termina col<br />

trapasso, ma può proseguire anche intensamente.<br />

Infatti nel mese di maggio si è svolta a Trenzano, dove<br />

il prof. Giovanni Quaresmini è dirigente scolastico, la<br />

cerimonia per l’intitolazione dell’Istituto Comprensivo<br />

al pittore Oscar Di Prata. Nel contempo è stata inaugurata<br />

una mostra di pittura dal titolo: “Oscar Di Prata:<br />

l’Addio”.<br />

La rassegna ha reso omaggio all’artista in occasione<br />

dell’inaugurazione di una lapide, posta nella sede<br />

centrale dell’Istituto Comprensivo di Trenzano a lui intitolato.<br />

La mostra ha inteso esplorare e valorizzare<br />

l’ultimo periodo della sua ricerca pittorica. Si tratta di<br />

un periodo poco noto, ma altrettanto significativo dei<br />

precedenti. E forse, dal punto di vista umano, anche<br />

più affascinante perchè esplora il presagio d’Addio di<br />

un artista la cui vocazione è stata la pittura.<br />

In particolare, mentre permane inalterata l’energia gestuale<br />

che ha sempre contraddistinto la sua pittura, lo<br />

sfaldarsi della forma, che caratterizza l’ultimo scorcio<br />

di produzione pittorica, non costituisce un’involuzione<br />

o un arretramento dovuti al progredire degli anni. Il<br />

Maestro si addentra in un percorso che abbandona<br />

gradualmente la figurazione a favore della vibrazione<br />

di una pittura fluida, carica di luce.<br />

Ne emerge la delicatezza di un segno guizzante che<br />

diviene tensione e palpito, che rivela un impulso emotivo<br />

toccante e capace di tutto avvolgere in dolcissimo<br />

canto cromatico. La forma si dissolve e sulla tela, nella<br />

soavità dell’evocazione, danzano i ricordi e i ricordi dei<br />

ricordi, vissuti e rivissuti, che si allontanano sempre più<br />

dalla concretezza e dalla mera precisione descrittiva<br />

per mutarsi in astrazione e avvolgente melodia. Sono<br />

fremiti di commozione che scaturiscono dai ricordi,<br />

47<br />

I sindaci di Trenzano e Comezzano-Cizzago coadiuvano il<br />

preside a togliere telo dalla targa d’ingresso della scuola.<br />

Folto pubblico all’auditorium di Trenzano per la cerimonia<br />

di intitolazione.<br />

che tra loro si intrecciano, di Venezia, del deserto sirtico,<br />

della prigionia in India e della violenza dell’uomo<br />

sull’uomo. Così Di Prata sembrava ormai aver valicato<br />

gli estremi confini della realtà ed essersi addentrato in<br />

un universo di fulgore cromatico, che appare come<br />

una trasposizione dei miraggi del deserto oppure in<br />

spazi misteriosi in cui si abbandonava all’estrosità del<br />

gesto.


48<br />

Ecco il testo del provvedimento di intitolazione:<br />

Al dirigente scolastico dell’I.C. Di Trenzano<br />

prof. Giovanni Quaresmini. Al Prefetto di <strong>Brescia</strong>. Al<br />

Sindaco del Comune di Trenzano. All’Ufficio Scolastico<br />

Regionale per la Lombardia- Milano. Il Dirigente,<br />

vista la C.M. 12.11.1980, n.313, relativa all’intitolazione<br />

delle scuole, aule scolastiche e locali interni<br />

alle scuole; vista la deliberazione del 29 giugno<br />

2010 con la quale il Consiglio d’Istituto ha dato parere<br />

favorevole alla proposta di intitolazione dell’Istituto<br />

Comprensivo di Trenzano al nome di “Oscar<br />

Di Prata”; vista la deliberazione n. 102 del 6 luglio<br />

2010 con la quale la Giunta comunale di Trenzano<br />

ha espresso parere favorevole in ordine all’intitolazione<br />

di cui sopra; vista la nota 26 <strong>ottobre</strong> 2010 n.<br />

35875 con la quale anche la Prefettura di <strong>Brescia</strong><br />

ha espresso parere favorevole alla suddetta intitolazione;<br />

dispone: l’Istituto Comprensivo di Trenzano è<br />

intitolato al nome di Oscar Di Prata.<br />

Il dirigente, Dr.ssa Maria Rosa Raimondi<br />

<strong>Brescia</strong>, 10 novembre 2010<br />

La scheda dell’Istituto Comprensivo Oscar Di<br />

Prata (<strong>Brescia</strong>, 1910-2006)<br />

Il nostro è un Istituto Scolastico Comprensivo che<br />

conta complessivamente 977 alunni. Ha come riferimento<br />

i Comuni di Trenzano e Comezzano-Cizzago<br />

ed è articolato in sei sedi quali punti di erogazione<br />

del servizio scolastico:<br />

la scuola dell’infanzia di Cizzago con 140 alunni,<br />

le scuole primarie di Trenzano, Cossirano e<br />

Comezzano rispettivamente con 205, 90, 215<br />

alunni per un totale di 510 alunni,<br />

le scuole secondarie di primo grado di Trenzano<br />

e Comezzano rispettivamente con 184 e 143<br />

alunni per un totale 327<br />

Il nostro istituto conta cento dipendenti: 77 docenti,<br />

23 Ata, personale di segreteria e collaboratori scolastici,<br />

oltre al dirigente scolastico prof. Giovanni Quaresmini.<br />

La copertina del libro che ha illustrato la mostra<br />

L’ingresso della scuola<br />

Panoramica dell’auditorium di Trenzano


A.N.T.O.<br />

La Compagnia “GHÈRA ‘NA OLTA”<br />

di Ospitaletto<br />

PRESENTA<br />

TÖCC I MACC I FÀ I SÒ ACC<br />

COMMEDIA brillante in 3 atti di E. Caglieri e adattati da Gianluigi Tregambi<br />

PERSONAGGI INTERPRETI<br />

49<br />

Con il patrocinio e il contributo<br />

del Comune di Ospitaletto<br />

MENECH MONDOL ADRIANO TREGAMBI<br />

CARLÌ DEI CHICHI LUIGI ABRAMI<br />

PROF. MANINPÀSE ALFREDO CHIAPPA<br />

ATTILIO PILÌ detto TILIO SERGIO SCARPELLINI<br />

DOTT.SSA PALPÌNA SARA MANESSI<br />

TUNÌ DE BAZGIA GIGI TORRI<br />

BIGIO DEI SÜMELÈCH GIUSEPPE TREGAMBI<br />

CÌA PILÌ NEDELIA TREGAMBI<br />

PINA PILÌ LUIGINA PEZZOTTI<br />

ERMINIA PINUCCIA NAVA<br />

CATERINA CATERINA BETTONI<br />

EL NÓNO BRUNO ORIZIO<br />

ANGILÌNA SARA MANESSI<br />

MARI MIKI BEDUSSI<br />

TRUCCO AGNESE TREGAMBI<br />

LUCI E SUONI DOMENICO CANCELLI<br />

SCENOGRAFIA BEPPE TAVERI<br />

REGIA GIUSEPPE TREGAMBI<br />

Sabato 10 dicembre <strong>2011</strong> - ore 20,30<br />

Teatro Agorà - Piazza San Rocco, Ospitaletto<br />

INGRESSO LIBERO<br />

Il ricavato sarà utilizzato per la ricerca scientifica<br />

Gli organizzatori si riservano eventuali cambiamenti o sostituzioni qualora si rendessero necessarie per imprevisti


50<br />

IL GIOCO DELLA MORRA<br />

La situazione sta cambiando.<br />

Certo, chi vive nella cascina tutto l’anno senza mai un<br />

giorno di riposo, e non ha altro sfogo che trovarsi con<br />

gli amici nei giorni di festa, una bevuta è inevitabile,<br />

specie se ci si mette a giocare alla mirra... E’ una tradizione<br />

che in certo modo si è mantenuta. Qualcheduno<br />

la rispetta anche troppo la tradizione! Però parlare<br />

di alcolismo diffuso è una esagerazione.<br />

E, si può ben capire, lo si dice anche con un certo<br />

modo che a tutti motivi comprensibili. Qui la gente<br />

è orientata in un certo modo che a tutti non può far<br />

piacere. E’ fedele alla Chiesa e qui abbiamo il signor<br />

Prevosto che è bravissimo ... bravissimo! E poi, come<br />

ti ripeto, la situazione sta cambiando... sta cambiando.<br />

Vedrai che ti troverai bene!”<br />

Il Farmacista conosceva le famiglie del paese, seguiva<br />

con passione le loro vicende, si sentiva gratificato dalla<br />

fiducia che avevano in lui. Quel dottore che si era<br />

presentato all’improvviso in farmacia, già a verderlo la<br />

prima volta, gli dava la certezza che ci sarebbe riuscito<br />

a seguire la strada buona. Era il momento di darsi<br />

da fare per trovargli una sistemazione e il Farmacista<br />

non si tirava indietro...<br />

“Ora... stammi a sentire... bisogna pensare a un alloggio.<br />

Tu sei sposato, hai moglie e tre figli, uno nato da<br />

poco. L’ho saputo dal Sindaco.<br />

Il Sindaco era un po’ preoccupato, non sapeva come<br />

avresti potuto sistemarti in paese con la famiglia. Poi<br />

gli hai telefonato che venivi da solo, così mi ha detto,<br />

e lui era di nuovo preoccupato. “Forse vien quassù<br />

perché ha vinto il concorso. Per fare una prova<br />

e poi se ne andrà appena avrà trovato certi accomodamenti,<br />

come succede spesso, con tutte le conseguenze<br />

che si possono prevedere per noi che si<br />

rimarrà ancora senza un medico titolare.” Mi ha detto<br />

così il Sindaco.<br />

Quante preoccupazioni ha questo Sindaco! Lui abita<br />

in un grande paese della pianura dove ci sonoi i<br />

capannoni della sua industria tessile e vien quassù in<br />

Comune solo due volte la settimana. Bisogna stare<br />

sul posto per risolvere i problemi!<br />

Ma insomma, ora che sei arrivato da solo la cosa è<br />

più semplice. Vai da’ Cerri, quella casa all’inizio del<br />

paese, dove la stada passa in una stettoia fra le case.<br />

Certo, è un ambiente modesto, ma lui fa bene da<br />

mangiare, e la signora Gina è molto gentile. Lì, una<br />

camera disponibile ce l’hanno senz’altro. Non ci va<br />

mai nessuno a dormire” e fece un sospiro di disappunto,<br />

ma subito riprese.<br />

“Capirai... un questo paese come questo, a mezza<br />

costa, ben esposto, con quest’aria della valle che<br />

scende giù dai prati dei colli... sarebbe adatto per il<br />

soggiorno della gente che vive in questi giorni d’estate<br />

giù al caldo, nell’afa della pianura, e nelle nebbie<br />

d’inverno, ma nessuno pensa al turismo, nessuno<br />

pensa a sfruttarlo come paese di soggiorno, vicino ai<br />

centri urbani. Ora poi si son dati all’allevamento dei<br />

polli, tutti stanno mettendo su gli allevamenti, tutti i<br />

capannoni che vedi sono allevamenti di polli. I polli<br />

li allevano sempre chiusi dentro le gabbie, così non<br />

fanno movimento, mangiano in continuità e crescono<br />

alla svelta. Mah... ci sono conseguenze per l’igiene<br />

pubblica... Sarà un problema anche per te che sei<br />

Ufficale Sanitario”.<br />

Non era stato facile addormentarsi quella sera per<br />

Luigino... Nella stanza sottostante alla camera, la stanza<br />

della mescita del vino e della grappa e con i tavoli<br />

per il mangiare, si giocava alla morra.<br />

Nelle sere del sabato e della domenica c’era proprio<br />

una fiera. I giocatori della morra giocavano a coppia,<br />

ciascuno teneva il pugno chiuso sul petto, ma guardava<br />

fisso l’avversario per cogliere l’intenzione che<br />

aveva, quale numero da due a dieci intendeva chiamare,<br />

poi di scatto ciascuno gettava il pugno in avanti<br />

con le dita distese, quelle che intendeva distendere,<br />

e ciascuno dei due faceva esplodere nella voce il numero<br />

che, sommando le dita che aveva disteso lui e<br />

quelle dell’avversario, l’avrebbe fatto vincere. Un gioco<br />

veloce che si ripeteva in continuità. Appena una<br />

coppia si riposava con il solito bicchiere di vino da<br />

portare in fondo, ne succedeva un’altra, e poi un’altra<br />

e poi si ritornava da capo, quasi fosse un torneo.<br />

Il Cerri guardava da vicino il gioco. Lui se ne capiva.<br />

Lui sapeva cogliere le intenzioni dei giocatori, sapeva<br />

indovinare cosa nascondevano i loro sguardi, si<br />

accorgeva che era più pronto a capire in un lampo<br />

quante dita aveva disteso l’avversario prima di distendere<br />

le proprie e così prendersi la posta. Ma il Cerri<br />

non giocava. Non avrebbe avuto neppure la forza di<br />

mantenere quel ritmo accanito. Era un uomo sottile,


consumato dagli anni che non si poteva giudicare<br />

quati fossero, i capelli erano scarsi, aridi, giallastri, e<br />

consumato dalla fatica per quel poco impegno che<br />

gli ci voleva per mandare avanti la trattoria.<br />

Non metteva mai piede in paese. Nelle ore morte<br />

della giornata, ed erano parecchie, sostava sulla porta<br />

del locale, sempre con la sigaretta accesa. Poteva<br />

avanzare di pochi passi con le sue scarpette di tela sul<br />

lastrino li davanti, ombreggiato dalla vite rampicante<br />

e sarebbe stato bello sedersi lì sotto in quel caldo<br />

mese di giugno. Il lastricato era chiuso da una balaustra,<br />

come fosse una terrazza affacciata sulla strada<br />

provinciale infossata fra le case. Il Cerri non si avvicinava<br />

neanche alla balaustra, magari per cambiare<br />

una parola con qualcuno che passasse sulla strada lì<br />

di sotto. Dal lastricato rientrava in casa per rinfrescarsi<br />

la bocca con il bicchiere mai vuoto e mai pieno che<br />

teneva sotto il banco e poi appariva di nuovo sulla<br />

porta, sempre con la sigaretta accesa finché questa<br />

non si era spenta e allora il Cerri spariva per riapparire<br />

quando ne aveva accesa un’altra.<br />

Luigino era sceso dalla camera e s’era accomodato<br />

su una di quelle seggiole metalliche che erano sotto<br />

il pergolato. La domenica non aveva da fare l’ambulatorio<br />

e avrebbe avuto il tempo di starsene a sedere<br />

fino all’ora della Messa delle undici. La signora Gina<br />

non era uscita ancora di camera.<br />

Anche lei aveva voluto riposarsi dopo quelle lunghe<br />

ore della notte passate in attesa che quei giocatori<br />

incalliti, ormai barcollanti per i vari bicchieri scolati,<br />

con qualche grappino in aggiunta, prendessero la via<br />

di casa, se riuscivano a prenderla.<br />

Il caffelatte sarebbe stato pronto un po’ più tardi degli<br />

altri giorni.<br />

Nell’attesa Luigino non aveva altro da fare che pensare.<br />

Non aveva neppure il giornale da leggere, sarebbe<br />

andato più tardi in piazza a comprarlo.<br />

Pensare ...che poteva pensare Luigino se non alla<br />

grande casa della Toscana con le tante stanze ariose,<br />

e un piazzale erboso davanti alla facciata ombreggianto<br />

dai pini e dagli abeti, e il profilo delle colline<br />

che nn chiudevano l’orizzonte come i colli bergamaschi,<br />

alti come monti?<br />

Pensava alla famiglia, alla moglie, alle bambine, al piccolo<br />

nato da poco, alla casa paterna con la mamma,<br />

i fratelli, la sorella, e alla condotta disagiata che aveva<br />

lasciato con tanta poca gente che però gli voleva<br />

bene.<br />

Laggiù, in quella casa della Toscana, la notte arri-<br />

51<br />

vava lentamente d’estate. La luce tardava a spegnersi<br />

dopo i lontani bagliori del tramonto, poi<br />

calava il silenzio profondo e non si sentiva che<br />

il canto della civetta, quando si faceva sentire.<br />

Ora non era più Luigino, ora era il dottore nuovo. In<br />

quella valle c’era sempre stato un solo dottore ed ora<br />

era lui il Dottore. Ora si era messo alla prova. Gli si<br />

accendeva una forza d’animo. Ora era il solo medico<br />

della valle, il Medico Condotto da una intera comunità,<br />

come aveva sempre sognato.<br />

Apparve la signora Gina con la colazione, si scusò<br />

di averla portata in ritardo e posò il vassoio con il<br />

caffelatte e le fette di pane e il vasetto della marmellata<br />

sul tavolinetto di metallo sotto il pergolato. Nella<br />

stanza i giocatori della morra avevano lasciato l’odore<br />

delle tante sigarette fumate, un’aria pesante che<br />

sembrava trattenesse ancora il loro alito cattivo. La<br />

Gina non aveva avuto ancora tempo di spalancare le<br />

porte e le finestre della stanza, di spazzare le cicche<br />

gettate sul pavimento, di mettere in ordine, ma non<br />

c’era da preoccuparsi,<br />

Il marito si sarebbe levato ben più tardi, aveva solo da<br />

preparare il coniglio arrosto con la polenta per quelle<br />

quattro o cinque persone che si sarebbero fatte vedere<br />

a mezzogiorno. Della Messa non se ne interessava<br />

affatto. “Ah, io non ci vado alla Messa. A trovarsi<br />

nella calca che c’è in chiesa mi mancherebbe il fiato.<br />

Tutte quelle persone pregano, cantano al comando<br />

del prete. Ascoltano quello che predica il prete. Son<br />

tutti buoni e bravi, son tutti fratelli, e intanto ciascuno<br />

pensa a come mettere in mezzo l’altro negli affari di<br />

tutti i giorni”. Parole sue, ripetute con il solito sorresetto<br />

maligno, quando il Dottore venuto dalla Toscana,<br />

“dove non son tutti baciapile come qui!” aveva domandato<br />

l’orario delle Messe.<br />

La Gina non aveva fretta, guardava il Dottore con la<br />

curiosità di sapere che cosa gli passava per la mente<br />

mentre se ne stava seduto lì da solo la mattina presto<br />

della domenica dopo quel poco sonno che doveva<br />

aver fatto con quella baldoria dei giocatori della<br />

morra. Il Dottore, bastava vederlo, non doveva essere<br />

stato abituato a certe situazioni. Lui veniva da una<br />

famiglia benestante, aveva detto di essere figlio di un<br />

medico condotto, di aver sposato una dottoressa, di<br />

avere due figlie che andavano all’asilo e un maschietto<br />

appena nato, e com’è che dalla Toscana era finito<br />

lassù? La Gina infine ruppe gli indugi prendendola<br />

alla larga.<br />

“I giocatori della morra gli potranno aver dato fastidio


52<br />

SCHEDA DI ADESIONE<br />

Cari soci,<br />

l’A.N.T.O., a nome mio, inserisce nel periodico “DOMANI” la scheda di adesione all’Associazione.<br />

D’altra parte mi sento in dovere di caldeggiare la campagna d’iscrizione perché penso che tutti,<br />

particolarmente i trapiantati, trapiantandi e i loro famigliari, provino un sentimento di gratitudine<br />

verso i donatori.<br />

Chi poi ha ricevuto un organo non può dimenticare che ha recuperato la VITA e l’adesione a questa<br />

Associazione diventa un gesto concreto di disponibilità, di condivisione e di sostegno.<br />

Conto, dunque, che questa mia richiesta, animata da sentimenti di doverosa riconoscenza verso<br />

chi ci ha fatto vivere, trovi molti di voi sensibili, generosi e disponibili.<br />

Con sincera cordialità<br />

il Presidente<br />

ARTURO MASCARDI<br />

L’A.N.T.O. (Associazione Nazionale Trapiantati Organi)<br />

Informa<br />

quanto segue.<br />

Tutti i trapiantati, trapiantandi, dializzati, nefropatici, soci con cambio di indirizzo seguiti o/no dal<br />

nostro centro trapianti, che desiderano aderire all’associazione,<br />

compilino: la scheda dei dati richiesti.<br />

Solo così riceveranno gratuitamente la rivista associativa “DOMANI” con uscita semestrale.<br />

La scheda compilata va gentilmente consegnata alla capo sala, o, recapitata per posta, all’Associazione.<br />

Grazie<br />

NB: I dati personali saranno utilizzati solo a fini associativi.<br />

O.N.L.U.S. L. 80/05 e D. Lgs. 460/97<br />

SCHEDA DI ADESIONE ALL’ASSOCIAZIONE A.N.T.O.<br />

Cognome Nome<br />

Via/Piazza N°<br />

CAP Località Provincia<br />

Telefono Cellulare Fax<br />

Email Sito Internet<br />

SI NO<br />

Vuoi aderire come trapiantato? Che tipo di Trapianto?<br />

Vuoi aderire come socio in attesa di trapianto? Che tipo di attesa?<br />

Vuoi aderire come socio in dialisi?<br />

Vuoi aderire come socio ordinario?<br />

È opportuno inviare una fotocopia della scheda di adesione<br />

per non rovinare la pagina seguente.


ieri sera. Tutte le sere del sabato e della domenica è<br />

così, e qualche volta anche negli altri giorni. Si era<br />

mai trovato a a sentir urlare fino a notte fonda a casa<br />

sua, laggiù in Toscana? Credo proprio di no. Io gli<br />

avrei voluto dare un’altra camera dove avrebbe sentito<br />

meno rumore, ma la migliore camera è quella<br />

sopra la trattoria.<br />

Questa casa avrebbe bisogno di un po’ di lavoro per<br />

essere rimessa a posto per bene, ma il mio uomo<br />

non ne vuol sentir parlare di fare dei lavori. Lo so<br />

bene anch’io, al giorno d’oggi costano. Lui non crede<br />

che poi si ripiglierebbero i soldi delle spese fatte.<br />

Questo paese secondo lui va a finire sempre peggio.<br />

E con quelli che ci comandan ora, anche qui in paes,<br />

non c’è da aspettarsi altro. A tanti miracoli economici<br />

lui nonci crede. Lui non legge più neanche i giornali.<br />

Raccontano solo delle bugie.<br />

Quello poi qui di Bergamo lo chiamano il bugiardino<br />

ed è tutto dire.<br />

Insomma, in questa casa lui non vuol smuovere un<br />

mattone. Tutto resta come glielo hannno lasciato i<br />

suoi vecchi. E non c’è da dirgli altro.”<br />

Scuoteva la testa la Gina per non dire che suo marto<br />

era un uomo permaloso e se lei gli avesse ripetuto le<br />

solite osservazioni era capce di mettersi zitto per una<br />

settimana e di fare ancor meno di quel poco che di<br />

solito faceva. Invece le sembrava che il Dottore avesse<br />

piacere di ascoltarla. Valeva la pena di continuare<br />

a parlare.<br />

“Le cose stanno così, signor Dottore. Eppure Lei non<br />

l’ho mai sentito lamentarsi. Vuol dire che si trova<br />

bene in questo paese, che è contento di essere arrivato<br />

qui, e anche la gente, dev dirglielo, per quel<br />

poco che so,è contenta di lei.<br />

Certo star da solo, specialmente se si ha una famiglia,<br />

deve essere un bel sacrificio. Io da giovane sono stata<br />

parecchi anni in Svizzera, nel Ticino. Lavoravo in un<br />

crotto. Un crotto, come dicono lassù, sarebbe una<br />

grotta, un sposto in campagna dove si può bere del<br />

buon vino, si possono fare delle belle merende, si<br />

può stare in libertà, ridere, scherzare e passare delle<br />

ore in compagnia. Per quegli svizzeri abituati a rigar<br />

diritto dalla mattina alla sera, ad essere precisi sul lavoro<br />

senza tante storie, è uno sfogo, se così si può<br />

dire, andare in un crotto. E’ lì che ho imparato come<br />

si fa a servire i clienti. Io mi trovavo bene e avrei avuto<br />

anche delle buone occasioni per sistemarmi. Poi<br />

morì la mia mamma, dovetti tornare a casa ed è andata<br />

a finire così.


Ma io in Svizzera era una ragazza, avevo lasciato a<br />

casa la famiglia con mio padre, mia madre, i miei<br />

fratelli che tiravano avanti la cascina... e Lei invece ha<br />

lasciato la sua Signora solo con tre figli. Davvero, ci<br />

penso spesso alla sua Signora...”<br />

“Ma no!” Il Dottore fino allora aveva ascoltato compiaciuto<br />

le confidenze di Gina, ma ora si scosse.” No...<br />

no... Merilena ... Lena è stata ben contenta che io abbia<br />

vinto una condotta della bergamasca. Lei è nata<br />

a Firenze, i suoi genitori però sono di Varese. Quindi<br />

è come rientrare in famiglia a tornare in Lombardia.<br />

Conosce bene il modo di vivere di quassù. E poi è<br />

una donna che non si scoraggia, che affronta le difficoltàcon<br />

sicurezza, senza i tanti dubbi che ho io,<br />

senza tanti ripensamenti, senza tante incertezze. Sa<br />

tirare avanti la famiglia anche da sola, Comunque,<br />

cercherò di trovare modo di farla venire qui quanto<br />

prima possibile. Io devo un po’ ambientarmi. Vedrò<br />

di trovare una casa...”<br />

“Appunto ...vede... io ci ho pensato ... Il dottore che<br />

c’era prima prima che arrivasse lei, il dottor Amici, sta<br />

ancora qui in paese... però non si vede mai. Ora sembra<br />

che abbia trovato un posto e stia per andarsene...”<br />

ma non potè continuare.<br />

Era comparso un uomo che camminava sul lastricato<br />

fino ad arrivare alle spalle di Gina. Lei non se ne era<br />

neanche accorta, e ci volle una occhiata del Dottore<br />

per farglielo capire. La Gina si voltò di scatto.<br />

“Oh Giuseppe...che c’è...qualche novità per il vostro<br />

Battista? E’ tornato...sta meglio... dite di no? Mi dispiace...<br />

e gli hanno dato una cura da fare...le bottiglie dite<br />

voi? Saranno le flebo. E volete che il dottore venga a<br />

mettergliele? E siete andato a cercare il dottor Amici<br />

che sta ancora in paese, ancora per pochi giorni io lo<br />

so, e lui vi ha urlato che lui non era più in servizio...e<br />

di andare a cercare il dottore nuovo da qualche parte<br />

...e qualcuno vi ha detto che sta dà Cerri? Bene, bene!<br />

Ecco...il dottore nuovo è qui davanti a voi. Il Dottore<br />

è qui...pronto”.<br />

Il Giuseppe aveva risposto alle domande della signora<br />

Gina con i cenni della testa e con qualche parola<br />

smozzicata e pareva che facesse anche fatica a pronunciarla.<br />

Guardava fisso la Gina, si rivolgeva solo a lei.<br />

Il dottore che era lì davanti, seduto al tavolo, lui non<br />

l’aveva visto, così sembrava, non lo conosceva, non<br />

esisteva. Lui era partito da casa per cercare il dottore<br />

Amici, quello che aveva capito subito la malattia di<br />

Battista.<br />

CONTINUA...


Il Patronato ACLI nasce oltre 60 anni fa come espressione concreta delle ACLI (Associazioni Cristiane<br />

Lavoratori Italiani) per difendere, promuovere e assistere i lavoratori e i cittadini nel rapporto con gli Istituti<br />

assicuratori (INPS, INAIL, INPDAP ecc.) e le Aziende sanitarie locali del S.S.N. nell’ottenimento di tutte le<br />

prestazioni previdenziali, assistenziali e risarcitorie a seguito di infortunio sul lavoro o malattia professionale.<br />

Oltre a tali attività, il Patronato ACLI svolge, senza scopo di lucro, attività di informazione, servizio e assistenza<br />

tecnica, in Italia e all’estero, per diffondere tra i cittadini la conoscenza sulle normative vigenti in materia di<br />

sicurezza sociale e del lavoro, previdenza, invalidità civile, lavoro, immigrazione, risparmio previdenziale, diritto<br />

di famiglia e delle successioni.<br />

All’interno del Patronato particolare attenzione è riservata ai temi della salute e della disabilità. Tramite lo<br />

specifico Sportello Socio-sanitario di <strong>Brescia</strong>, infatti, si offre assistenza nei seguenti ambiti: invalidità/inabilità<br />

INPS, invalidità del pubblico impiego, invalidità civile, cecità civile, sordomutismo, indennità di<br />

accompagnamento, Legge 68/99, Legge 104/92 e benefici per invalidi, consulenze medico-legali, infortuni<br />

e malattie professionali INAIL.<br />

Tale Sportello si avvale dell’opera di uno staff specializzato costituito da operatori, medici legali, avvocati che<br />

offrono assistenza e consulenza dalla presentazione della domanda all’Ente competente, fino all’eventuale<br />

contenzioso giudiziario.<br />

Per informazioni più dettagliate relative alle attività del Patronato:<br />

PATRONATO ACLI DI BRESCIA<br />

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GRAZIE<br />

L’A.N.T.O.<br />

ringrazia tutti coloro che hanno inviato<br />

quote ed offerte dimostrando<br />

comprensione per gli scopi umanitari<br />

della nostra Associazione che abbisogna<br />

sempre di sostegno ed aiuto.<br />

Non lo fa nominalmente<br />

per evitare spiacevoli dimenticanze.<br />

L’Associazione non ha scopo di lucro,<br />

è apartitica ed è aperta agli appartenenti<br />

a qualsiasi nazionalità, razza e confessione religiosa.<br />

La raccolta dei fondi è finalizzata alla ricerca<br />

e sviluppo dei trapianti di organi.<br />

Associarsi o rinnovare l’adesione<br />

all’Associazione con l’invio<br />

della quota annuale significa condividere<br />

il lavoro svolto, apprezzare i risultati raggiunti,<br />

offrire la possibilità di continuare e migliorare<br />

il nostro lavoro a favore dei trapiantati.<br />

Ci proponiamo, quanto prima, di tenervi<br />

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L’ufficio volontariato - Ospedale S. Orsola<br />

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dalle ore 9,00 alle ore 11,30<br />

e all’Ospedale Civile,<br />

presso la Saletta delle Associazioni,<br />

con il seguente calendario orario:<br />

Martedì dalle ore 8,30 alle ore 11,30<br />

Giovedì dalle ore 8,30 alle ore 11,30<br />

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Presidente Nazionale<br />

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Past President<br />

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IMPRESE: Erogazioni in denaro e in natura.<br />

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a) deducibilità nel limite del 10% del reddito complessivo<br />

dichiarato, fino all’importo massimo di 70.000 euro;<br />

b) deducibilità, ma solo per le erogazioni in denaro,<br />

dal reddito di Impresa dichiarato nella misura massima di<br />

2.065,83 euro o del 2% del reddito di impresa dichiarato.<br />

PERSONE FISICHE: Erogazioni in denaro e in natura.<br />

L. 80/05 e D. Lgs. 460/97<br />

In alternativa, una delle seguenti:<br />

a) deducibilità nel limite del 10% del reddito complessivo<br />

dichiarato, fino all’importo massimo di 70.000 euro;<br />

b) solo le erogazioni in denaro, detrazione dall’IRPEF del<br />

19% dell’erogazione (calcolata sul limite massimo di 2.065,83<br />

euro).<br />

Condizione per la deducibilità è che l’elargizione avvenga tramite scrittura bancaria<br />

(assegno, bonifico) o a mezzo c/c postale.

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