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<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
napoli anno 64° n. 1-2 gennaio/giugno 2010<br />
EDITORIALE<br />
2 L’avventura educativa al <strong>pontano</strong> P. Fabrizio Valletti S.J.<br />
FOCUS<br />
5 Testimonianze coraggiose Prof. Mar<strong>il</strong>ena D’Angiolella<br />
9 Il bar dalla targa d’oro Ilaria Avallone<br />
11 L’alba di un mondo nuovo Fabio Catalano<br />
SPECIALE MATTEO RICCI<br />
13 Matteo Ricci, modello di dialogo Benedetto XVI<br />
15 Matteo Ricci, ponte di civ<strong>il</strong>tà P. Nicolàs Adolfo S.J.<br />
CULTURA<br />
20 La meditazione esistenziale in Pirandello Prof. Giovanni Ranavolo<br />
24 L’Iran a fumetti Gabriele Calvanese<br />
SCUOLA DOMANI<br />
25 Le nuove classi superiori La Redazione<br />
SCUOLA “EXTRA MOENIA”<br />
27 Settimana bianca 2010 Manuela Capparella<br />
29 Il <strong>Pontano</strong> a Ponte di Legno Vittoria Salvi<br />
31 Imparare divertendosi Laura Archivolti e Giulia Leone<br />
33 L'arte al <strong>Pontano</strong> Prof. Annunziata Andreano<br />
35 I giornali e la verità: quale rapporto? Lucio Maria M<strong>il</strong>anese<br />
ESPERIENZE<br />
37 La cena solidale a Napoli Pasquale Salvio<br />
43 Il Diamante Simone D’Alterio<br />
44 Nave delle legalità Daniele Pellone<br />
48 Cantare alleluia vuol dire … P. Geppo Tranchini S.J.<br />
49 Contesto e continuità Salvo Collura novizio S.J.<br />
51 Radici e Ali Maria Rita M<strong>il</strong>anese<br />
52 Campi estivi 2010 * * *<br />
53 Lo scaffale CeNAG<br />
SPORT<br />
54 Le Pontaniadi Laura Archivolti, Francesca Lombardi<br />
56 Tennistavolo Lorenzo de Cesare
2<br />
e d i t o r i a l e<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
L’avventura educativa aL <strong>Pontano</strong><br />
La SCuoLa NoN Può rIMaNere eStraNea<br />
aI CaMbIaMeNtI Che La SoCIetà ProPoNe<br />
Quando abbiamo avviato l’anno scolastico<br />
ci eravamo fissati degli obiettivi<br />
che potremmo definire ordinari, nel<br />
senso di un’esperienza che poneva al centro<br />
la formazione dei ragazzi, a partire<br />
dal loro apprendimento per le varie discipline<br />
e dalla crescita della loro personalità.<br />
Per me, che ero nuovo dell’ambiente<br />
ma non del mondo della scuola, è stato<br />
un progressivo riconoscere <strong>il</strong> valore di<br />
un’azione educativa che si articolava<br />
nell’incontro fra le famiglie, i docenti e<br />
gli allievi, distribuiti nelle varie fasce di<br />
età. Insieme all’essere vicino a persone<br />
vive e piene di interrogativi, si poteva<br />
verificare una serie di difficoltà che, se<br />
non studiate ed affrontate per un cambiamento,<br />
potevano rappresentare un<br />
blocco nel processo formativo.<br />
Può essere ut<strong>il</strong>e esprimere un punto<br />
di vista che, proprio perché personale, è<br />
discutib<strong>il</strong>e, anzi richiede una disamina ed<br />
un dibattito costruttivo. Scegliere la rivista<br />
periodica dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Pontano</strong> per<br />
una sim<strong>il</strong>e discussione ha <strong>il</strong> senso di invitare<br />
al confronto un pubblico più ampio<br />
che supera <strong>il</strong> confine delle aule e della<br />
scuola. Mi vengono in mente tanti ex<br />
alunni che via via si incontrano nei vari<br />
luoghi della città, di tutte le età e di diversa<br />
espressione professionale, molti di<br />
grande responsab<strong>il</strong>ità e prestigio. È diffuso<br />
un sentimento di nostalgica appartenenza,<br />
quasi un “blasone” di cui ancora<br />
gloriarsi, con l’implicita domanda se <strong>il</strong><br />
<strong>Pontano</strong> possa godere ancora oggi di tale<br />
fama. La riflessione, anche meditata, mi<br />
porta a dire che non è più possib<strong>il</strong>e, per<br />
la società che viviamo, riproporre un sim<strong>il</strong>e<br />
modello, sia di ambiente sia di prof<strong>il</strong>o<br />
educativo. Gli obiettivi di formazione<br />
intellettuale e culturale si delineano più<br />
che mai su parametri di pluralismo, di<br />
interdisciplinarietà, di competenze che<br />
richiedono flessib<strong>il</strong>ità di confronto e di<br />
riferimenti.<br />
La società è in veloce cambiamento e<br />
la città di Napoli vive trasformazioni incontrollab<strong>il</strong>i<br />
che a tutti i livelli propongono<br />
un metodo di impresa, di ricerca e<br />
di vivere civ<strong>il</strong>e che non può restare vincolato<br />
a quanto negli ultimi anni ha prodotto<br />
crisi ed un aggravamento del sistema<br />
di corruzione e di <strong>il</strong>legalità. La<br />
scuola non può rimanere estranea ad una<br />
sim<strong>il</strong>e problematica e gli strumenti di<br />
formazione del sapere devono essere elaborati<br />
tenendo conto di un sim<strong>il</strong>e ambiente<br />
umano, sociale e culturale.<br />
Conforta r<strong>il</strong>evare che una sim<strong>il</strong>e volontà<br />
di impegno educativo sia presente<br />
nella stessa città con fermenti validi e<br />
preziosi di valore spirituale, etico e culturale<br />
che, se pure spesso nascosti, sono<br />
esempio che si può crescere nella positività.<br />
Così è per alcune comunità cristiane,<br />
per molte associazioni dedite alla<br />
riscossa sociale ed al servizio degli ultimi,
come per centri di produzione scientifica<br />
e culturale di livello superiore, riconosciuti<br />
anche all’estero. a confrontarsi con<br />
questo clima civ<strong>il</strong>e e ad un sostegno reale<br />
per quello che <strong>il</strong> <strong>Pontano</strong> si propone,<br />
sono per primi invitati proprio gli ex<br />
alunni!<br />
La prospettiva in cui le famiglie, i docenti<br />
e gli alunni più <strong>il</strong>luminati si stanno<br />
muovendo, è quella non di ripercorrere<br />
strade ormai inattuali, ma di adeguare<br />
metodi e strumenti al conseguimento di<br />
prof<strong>il</strong>i di personalità capaci di rispondere<br />
alle esigenze di un attuale contesto di<br />
cultura e di vivere civ<strong>il</strong>e. L’impresa non è<br />
fac<strong>il</strong>e e ciò che si manifesta faticoso è<br />
mantenere, nella continuità di ispirazione<br />
e di esperienza, un’efficace animazione<br />
spirituale e culturale, che dia la<br />
possib<strong>il</strong>ità ai giovani di maturare scelte<br />
vissute nella energia e nella sapienza che<br />
viene dalla fede e da una responsab<strong>il</strong>e<br />
coscienza morale.<br />
L’esigua presenza di gesuiti comporta<br />
e d i t o r i a l e<br />
che siano gli stessi docenti laici a proporre,<br />
insieme ad una professionalità<br />
competente e aggiornata, una ricca esperienza<br />
di spiritualità, propria di chi ha<br />
maturato a contatto del lavoro, della<br />
città, nella vita di famiglia e nelle responsab<strong>il</strong>ità<br />
civ<strong>il</strong>i, un senso di appartenenza<br />
ecclesiale che sia per i giovani invito a<br />
scelte positive e profonde.<br />
Molti dei docenti sentono questa responsab<strong>il</strong>ità<br />
ed è decisivo pensare che<br />
per una scuola paritaria sia questo l’indispensab<strong>il</strong>e<br />
orizzonte in cui muoversi. La<br />
più ricca pluralità di contesto culturale e<br />
sociale che può proporre la scuola pubblica<br />
non può essere vissuta in confronto<br />
concorrenziale, ma di fatto <strong>il</strong> più contenuto<br />
ambito di lavoro che la scuola paritaria<br />
offre, può favorire un’esperienza<br />
che si potrebbe dire laboratoriale e sperimentale.<br />
Il ritorno che una efficace<br />
esperienza educativa può dare alla società<br />
non va considerata in termini di<br />
“privato” ma può avere un buon effetto<br />
“pubblico”.<br />
Di ricerca scientifica e sperimentale<br />
l’ambiente educativo ha bisogno per gli<br />
interrogativi che i giovani presentano e<br />
per i loro atteggiamenti spesso non comprensib<strong>il</strong>i<br />
agli stessi educatori, con st<strong>il</strong>i e<br />
modelli di vita che sono estranei agli<br />
stessi fam<strong>il</strong>iari.<br />
Se le strutture scolastiche e gli ambienti<br />
educativi, fra cui la chiesa, priv<strong>il</strong>egiano<br />
criteri di continuità, sono gli stessi<br />
giovani a porsi nel segno di una discontinuità<br />
di cui non sono coscienti ma che si<br />
presenta con la pretesa di autonomia e di<br />
libertà.<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
3
4<br />
e d i t o r i a l e<br />
Lodevole è stata la partecipazione al<br />
<strong>Pontano</strong> di docenti e genitori ai momenti<br />
formativi che gli appuntamenti sotto <strong>il</strong><br />
titolo di “radici e ali” hanno proposto. È<br />
in questo spirito che anche nelle aule<br />
deve potersi riflettere un interesse alla<br />
cura dello sv<strong>il</strong>uppo personale che non<br />
tenga solo presente <strong>il</strong> successo degli apprendimenti,<br />
ma anche l’armonica maturazione<br />
della persona .<br />
Per molti docenti è chiaro che <strong>il</strong> cattivo<br />
rendimento di alcuni alunni sia dovuto<br />
a sofferenze che nascono in famiglia<br />
o nella non serena accettazione della propria<br />
persona. Certe forme di indifferenza<br />
e di mancanza di interessi sono <strong>il</strong> motivo<br />
di una chiusura alla curiosità intellettuale<br />
e all’applicazione delle risorse intellettuali<br />
per lo studio ben organizzato. Gli<br />
strumenti di cui dispone la scuola, per far<br />
nascere e far crescere la passione al sapere,<br />
non sono spesso adeguati per contrastare<br />
quel mondo della comunicazione<br />
virtuale ed invasivo che fa volare i giovani<br />
verso un immaginario irreale e di pura<br />
passività. ai rischi di una deriva consumistica<br />
per i nuovi mezzi che sono in<br />
mano ai giovani, fin dai primi anni di<br />
scuola, non corrispondono efficaci esperienze<br />
che, basate sull’essenzialità e la<br />
sobrietà, possano arricchirli con esperienze<br />
di reale soddisfazione affettiva e<br />
morale.<br />
È in questo senso che la “scuola – laboratorio”<br />
è chiamata ad elaborare progetti<br />
che, con la metodologia della ricerca<br />
e con <strong>il</strong> contatto con condizioni di<br />
vita reale e vissuta, possano modificare<br />
l’immaginario simbolico evasivo e fuor-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
viante, di cui sono vittima molti giovani,<br />
verso un arricchimento di dati e di documentazione,<br />
base per una “azione di inventiva<br />
culturale”, preludio di personali<br />
scelte professionali.<br />
Sono già diverse le esperienze elaborate<br />
e vissute da alcuni docenti in efficace<br />
collaborazione fra di loro ed in sintonia<br />
con gli alunni che attestano la validità di<br />
una ipotesi di ricerca-azione, come praticab<strong>il</strong>e<br />
modello educativo.<br />
Non mancheranno i momenti di presentazione<br />
di quelle sperimentazioni che<br />
hanno sorpreso per l’interesse suscitato.<br />
Così come sono state preziose le occasioni<br />
di scambio con altre scuole, di<br />
viaggi di istruzione, di appuntamenti<br />
sportivi che hanno fatto godere <strong>il</strong> contatto<br />
con la natura, come la “settimana<br />
bianca”, o la gioia di un sano agonismo.<br />
Molto di più i giovani richiedono una<br />
attività sportiva che li faccia essere non<br />
spettatori passivi nello stadio o alla televisione,<br />
ma protagonisti appassionati di<br />
una esperienza di gioco di squadra o di<br />
prestazione individuale che chiama al<br />
confronto con le proprie energie e con la<br />
ab<strong>il</strong>ità di altri amici.<br />
L’avventura educativa continua e non<br />
ci possiamo arrendere di fronte alle difficoltà<br />
o alle incomprensioni. La missione<br />
a cui siamo chiamati supera anche i nostri<br />
limiti.<br />
Il Rettore<br />
P. Fabrizio Valletti s.j.
testimonianze coraggiose<br />
19 Marzo, FeSta DI DoN PePPINo DIaNa<br />
“Per amore del mio popolo non tacerò”<br />
Il calendario scolastico varato dalla<br />
regione Campania prevede quest’anno<br />
una ricorrenza speciale: la memoria del<br />
sacerdote di Casal di Principe ucciso dalla<br />
camorra. La regione Campania ha deciso<br />
infatti di dedicare a don Peppino diana <strong>il</strong><br />
19 marzo come giornata di memoria.<br />
Don Peppino Diana è una vittima innocente<br />
della camorra, massacrato perché<br />
amava la sua gente e in nome di quell’amore<br />
non ha mai taciuto, denunciando le malefatte<br />
che a Casal di Principe venivano<br />
compiute. Il coraggioso sacerdote visse<br />
negli anni del dominio<br />
assoluto della camorra<br />
casalese (1989-1994),<br />
legata principalmente al<br />
boss Francesco Schiavone<br />
detto Sandokan.<br />
Gli uomini del clan<br />
controllavano non solo i<br />
traffici <strong>il</strong>leciti, ma si<br />
erano inf<strong>il</strong>trati negli enti<br />
locali e gestivano fette<br />
r<strong>il</strong>evanti di economia legale,<br />
tanto da diventare<br />
“camorra imprenditrice”.<br />
Il barbaro omicidio,<br />
dicono gli atti processuali,<br />
maturò in un momento di crisi<br />
della camorra casalese. In questo periodo,<br />
una fazione del clan ordinò l’omicidio di<br />
don Peppino Diana, personaggio molto<br />
esposto sul fronte antimafia, per far inter-<br />
f o c u s<br />
venire la repressione dello Stato contro la<br />
banda che ormai aveva vinto la guerra per<br />
<strong>il</strong> controllo del territorio.<br />
«Don Peppino non voleva fare <strong>il</strong> prete<br />
che accompagna le bare dei ragazzi-soldato<br />
massacrati dicendo “fatevi coraggio”<br />
alle madri in nero. a condannarlo fu<br />
ciò che aveva scritto e predicato. In<br />
chiesa, la domenica, tra le persone, in<br />
piazza, tra gli scout, durante i matrimoni.<br />
e soprattutto <strong>il</strong> documento scritto assieme<br />
ad altri sacerdoti: “Per amore del<br />
mio popolo non tacerò”. Distribuì quel<br />
documento <strong>il</strong> giorno di Natale del 1991.<br />
bisognava riformare le<br />
anime della terra in cui<br />
gli era toccato nascere,<br />
cercare di aprire una<br />
strada trasversale ai poteri,<br />
l’unica in grado di<br />
mettere in crisi l’autorità<br />
economica e criminale<br />
delle famiglie di<br />
camorra» (roberto Saviano).<br />
alle 7.30 del 19<br />
marzo 1994, giorno del<br />
suo onomastico, don<br />
Giuseppe Diana viene<br />
assassinato nella sacrestia<br />
della chiesa di San Nicola di bari a<br />
Casal di Principe, mentre si accingeva a<br />
celebrare la Santa Messa. Due k<strong>il</strong>ler lo<br />
affrontano con una pistola calibro 7.65. I<br />
quattro proiett<strong>il</strong>i vanno tutti a segno, due<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
5
6<br />
f o c u s<br />
alla testa, uno in faccia e uno alla mano:<br />
don Peppe muore all’istante. L’omicidio,<br />
di puro stampo camorristico, fece scalpore<br />
in tutta Italia e un messaggio di<br />
cordoglio venne pronunciato anche da<br />
Giovanni Paolo II durante l’angelus.<br />
Ma a Casale, dopo la sua morte si tentò<br />
in ogni modo di infangarlo: accuse assurde,<br />
per non farne un martire, per non<br />
diffondere i suoi scritti; un’operazione per<br />
distruggerne l’immagine alla quale partecipò<br />
anche un giornale locale, <strong>il</strong> Corriere<br />
di Caserta con<br />
articoli infamanti:<br />
«Don<br />
Peppino era un<br />
t e r r o r i s t a » ;<br />
«Don Peppino<br />
a letto con due<br />
donne».<br />
ecco perché<br />
la decisione<br />
della regione<br />
Campania è importantissima: sancisce la<br />
fine di questa opera persecutoria, indica<br />
questo sacerdote come esempio da imitare<br />
e lancia un segnale concreto a quanti pensano<br />
che la camorra sia invincib<strong>il</strong>e.<br />
Io ho vissuto in prima persona questi<br />
avvenimenti, in quanto amica e collega di<br />
don Peppe Diana e come cittadina di<br />
quel territorio, schierata dalla sua stessa<br />
parte. all’emozione di sempre, ai sentimenti<br />
di affetto e di gratitudine nei confronti<br />
di don Peppe, all’impegno sempre<br />
rinnovato di continuare a dare voce al<br />
suo messaggio, quest’anno si aggiunge un<br />
senso di orgoglio e di rinnovata speranza.<br />
Il seme caduto in terra, germoglia.<br />
Mar<strong>il</strong>ena D’Angiolella<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
Per amore del mio popolo<br />
Il documento diffuso a Natale del 1991<br />
in tutte le chiese di Casal di Principe e della<br />
zona aversana da don Peppino Diana e dai<br />
parroci della forania di Casal di Principe<br />
siamo preoccupati<br />
assistiamo impotenti al dolore di<br />
tante famiglie che vedono i loro figli finire<br />
miseramente vittime o mandanti<br />
delle organizzazioni della camorra.<br />
Come battezzati in Cristo, come pastori<br />
della Forania di Casal di Principe ci<br />
sentiamo investiti in pieno della nostra<br />
responsab<strong>il</strong>ità di essere "segno di contraddizione".<br />
Coscienti che come chiesa "dobbiamo<br />
educare con la parola e la testimonianza<br />
di vita alla prima beatitudine del Vangelo<br />
che é la povertà, come distacco dalla ricerca<br />
del superfluo, da ogni ambiguo<br />
compromesso o ingiusto priv<strong>il</strong>egio, come<br />
servizio sino al dono di sé, come esperienza<br />
generosamente vissuta di solidarietà".<br />
la camorra<br />
La Camorra oggi é una forma di terrorismo<br />
che incute paura, impone le sue<br />
leggi e tenta di diventare componente<br />
endemica nella società campana.<br />
I camorristi impongono con la violenza,<br />
armi in pugno, regole inaccettab<strong>il</strong>i:<br />
estorsioni che hanno visto le nostre zone<br />
diventare sempre più aree sussidiate, assistite<br />
senza alcuna autonoma capacità di<br />
sv<strong>il</strong>uppo; tangenti al venti per cento e<br />
oltre sui lavori ed<strong>il</strong>i, che scoraggerebbero<br />
l'imprenditore più temerario; traffici <strong>il</strong>le
citi per l'acquisto e lo spaccio delle sostanze<br />
stupefacenti <strong>il</strong> cui uso produce a<br />
schiere di giovani emarginati, e manovalanza<br />
a disposizione delle organizzazioni<br />
criminali; scontri tra diverse fazioni che<br />
si abbattono come veri flagelli devastatori<br />
sulle famiglie delle nostre zone;<br />
esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale<br />
della popolazione, veri e propri<br />
laboratori di violenza e del crimine organizzato.<br />
Precise responsab<strong>il</strong>ità politiche<br />
È oramai chiaro che <strong>il</strong> disfacimento<br />
delle istituzioni civ<strong>il</strong>i ha consentito l'inf<strong>il</strong>trazione<br />
del potere camorristico a tutti i<br />
livelli. La Camorra riempie un vuoto di<br />
potere dello Stato che nelle amministrazioni<br />
periferiche é caratterizzato da corruzione,<br />
lungaggini e favoritismi.<br />
La Camorra rappresenta uno Stato<br />
deviante parallelo rispetto a quello ufficiale,<br />
privo però di burocrazia e d'intermediari<br />
che sono la piaga dello Stato legale.<br />
L'inefficienza delle politiche occupazionali,<br />
della sanità, ecc; non possono<br />
che creare sfiducia negli abitanti dei nostri<br />
paesi; un preoccupato senso di rischio<br />
che si va facendo più forte ogni<br />
giorno che passa, l'inadeguata tutela dei<br />
legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini;<br />
le carenze anche della nostra azione<br />
pastorale ci devono convincere che<br />
l'azione di tutta la Chiesa deve farsi più<br />
tagliente e meno neutrale per permettere<br />
alle parrocchie di riscoprire quegli spazi<br />
per una "ministerialità" di liberazione, di<br />
promozione umana e di servizio.<br />
Forse le nostre comunità avranno bisogno<br />
di nuovi modelli di comporta-<br />
f o c u s<br />
mento: certamente di realtà, di testimonianze,<br />
di esempi, per essere credib<strong>il</strong>i.<br />
impegno dei cristiani<br />
Il nostro impegno profetico di denuncia<br />
non deve e non può venire meno.<br />
Dio ci chiama ad essere profeti.<br />
- Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia,<br />
la denuncia e richiama <strong>il</strong><br />
progetto originario di Dio (ezechiele<br />
3,16-18);<br />
- Il Profeta ricorda <strong>il</strong> passato e se ne<br />
serve per cogliere nel presente <strong>il</strong><br />
nuovo (Isaia 43);<br />
- Il Profeta invita a vivere e lui stesso<br />
vive, la Solidarietà nella sofferenza<br />
(Genesi 8,18-23);<br />
- Il Profeta indica come prioritaria la via<br />
della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5)<br />
Coscienti che "<strong>il</strong> nostro aiuto é nel<br />
nome del Signore" come credenti in<br />
Gesù Cristo, <strong>il</strong> quale "al finir della notte<br />
si ritirava sul monte a pregare" riaffermiamo<br />
<strong>il</strong> valore anticipatorio della Preghiera<br />
che é la fonte della nostra Speranza.<br />
NoN uNa coNclusioNe<br />
Ma uN iNiZio<br />
Appello<br />
Le nostre "Chiese hanno, oggi, urgente<br />
bisogno di indicazioni articolate<br />
per impostare coraggiosi piani pastorali,<br />
aderenti alla nuova realtà; in particolare<br />
dovranno farsi promotrici di serie analisi<br />
sul piano culturale, politico ed economico<br />
coinvolgendo in ciò gli intellettuali<br />
finora troppo assenti da queste piaghe".<br />
ai preti nostri pastori e confratelli<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
7
8<br />
f o c u s<br />
chiediamo di parlare chiaro nelle omelie<br />
ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede<br />
una testimonianza coraggiosa.<br />
alla Chiesa che non rinunci al suo<br />
ruolo "profetico" affinché gli strumenti<br />
della denuncia e dell'annuncio si concretizzino<br />
nella capacità di produrre nuova<br />
coscienza nel segno della giustizia, della<br />
solidarietà, dei valori etici e civ<strong>il</strong>i (Lam.<br />
3,17-26).<br />
tra qualche anno, non vorremmo batterci<br />
<strong>il</strong> petto colpevoli e dire con Geremia<br />
“Siamo rimasti lontani dalla pace…<br />
abbiamo dimenticato <strong>il</strong> benessere… La<br />
¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢ ¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢ ¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢¢<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
Ricevi, o Signore<br />
continua esperienza del nostro incerto<br />
vagare, in alto ed in basso,… dal nostro<br />
penoso disorientamento circa quello che<br />
bisogna decidere e fare… sono come assenzio<br />
e veleno”.<br />
Forania di Casal di Principe (Parrocchie:<br />
san Nicola di Bari, s.s. salvatore,<br />
spirito santo - Casal di Principe; santa<br />
Croce e M.s.s. Annunziata - san Cipriano<br />
d’Aversa; santa Croce – Casapesenna; M.<br />
s.s. Assunta - V<strong>il</strong>la Literno; M.s.s. Assunta<br />
- V<strong>il</strong>la di Briano; santuario di M.ss.<br />
di Briano )<br />
Ricevi, o Signore, le nostre paure e trasformale in fiducia.<br />
Ricevi la nostra sofferenza e trasformala in crescita.<br />
Ricevi <strong>il</strong> nostro s<strong>il</strong>enzio e trasformalo in adorazione.<br />
Ricevi le nostre crisi e trasformale in maturità.<br />
Ricevi le nostre lacrime e trasformale in preghiera.<br />
Ricevi la nostra rabbia e trasformala in intimità.<br />
Ricevi <strong>il</strong> nostro scoraggiamento e trasformalo in fede.<br />
Ricevi la nostra solitudine e trasformala in contemplazione.<br />
Ricevi le nostre amarezze e trasformale in calma interiore.<br />
Ricevi le nostre attese e trasformale in speranze.
La legalità servirebbe ad evitare ingiustizie<br />
e violazioni della legge, ma purtroppo<br />
non è così fac<strong>il</strong>e far rispettare<br />
questo principio. Di conseguenza, chi<br />
infrange le leggi provoca molte ingiustizie,<br />
con problemi maggiori o minori in<br />
base all’infrazionecommessa.<br />
Peraltro, la<br />
giustizia dovrebbeassegnare<br />
a ciascuno<br />
ciò che<br />
gli spetta, su<br />
una base di<br />
equità per<br />
ogni cittadino,<br />
ma a<br />
causa di tutte<br />
le trasgressioni<br />
della<br />
legge è diffic<strong>il</strong>emantenere<br />
stab<strong>il</strong>e questo equ<strong>il</strong>ibrio.<br />
alla base di tutto ciò propongo un<br />
racconto che ha come tema appunto la<br />
giustizia.<br />
In un quartiere di M<strong>il</strong>ano, c’era un<br />
piccolo bar, che si distingueva per la<br />
targa d'oro posta poco prima dell’entrata,<br />
in onore del proprietario.<br />
Quest’ultimo, un giorno, assunse un<br />
ragazzo di colore, Josef Wond, affinché<br />
potesse aiutarlo a mantenere sempre in<br />
iL bar daLLa targa d’oro<br />
QuaNDo Le IStItuzIoNI eSIStoNo<br />
f o c u s<br />
buone condizioni <strong>il</strong> suo bar.<br />
Dopo molti anni che i due lavoravano<br />
insieme, fu assunto un altro dipendente:<br />
si trattava di un ragazzo della zona in<br />
cerca di lavoro.<br />
Per ignote ragioni egli era pagato più<br />
di Josef, e ciò<br />
provocò <strong>il</strong> suo<br />
risentimento.<br />
Fino ad allora<br />
aveva lavoratobenissimo<br />
per <strong>il</strong><br />
suo capo, nonostantealcuni<br />
disagi<br />
per <strong>il</strong> suo colore<br />
della<br />
pelle, poiché<br />
spesso i clienti<br />
lo guardavano<br />
in maniera diversa.<br />
Così iniziò una discussione tra i due,<br />
ma all’inizio non sembrava che fosse<br />
grave.<br />
Di sera, più tardi, però, alla fine del<br />
turno di lavoro, <strong>il</strong> ragazzo “nuovo” aggredì<br />
Josef, semplicemente per sentirsi<br />
superiore a lui.<br />
Questa lite portò entrambi in ospedale.<br />
Dopo l’avvenimento tutti davano per<br />
scontato che <strong>il</strong> ragazzo nero avesse iniziato<br />
<strong>il</strong> litigio.<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
9
10<br />
f o c u s<br />
Così partirono denunce, discussioni e<br />
indagini. Intanto, per fortuna, i due furono<br />
dimessi dall’ospedale dopo qualche<br />
giorno, ma non si affrontò la questione in<br />
atto, perché subito si persero le tracce di<br />
Josef Wond.<br />
era come sparito.<br />
Interrogarono molte persone, ma nessuno<br />
sapeva niente di lui, tranne <strong>il</strong> fatto<br />
che era un uomo che voleva giustizia.<br />
una mattina, però, arrivarono al distretto<br />
di polizia due ragazze: erano due<br />
testimoni dell’accaduto.<br />
Dissero che soltanto in quel momento<br />
avevano trovato <strong>il</strong> coraggio di parlare.<br />
Così si scoprì come era davvero andata<br />
la situazione, ovvero <strong>il</strong> contrario rispetto<br />
a quello che tutti pensavano.<br />
avvertirono subito i genitori del po-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
vero ragazzo, che evidentemente avevano<br />
ristab<strong>il</strong>ito i contatti con lui, poiché prevedevano<br />
<strong>il</strong> suo ritorno.<br />
Il giorno del suo arrivo tutti lo aspettavano<br />
al bar.<br />
Il vero colpevole non era più in circolazione<br />
e quando Josef si voltò a guardare<br />
la gente intorno a lui, vide la targa più<br />
luccicante del solito.<br />
Così la guardò meglio e lesse:<br />
A Josef Wond<br />
che hA reso dAvvero speciAle<br />
questo luogo.<br />
qui c’è lA suA giustiziA<br />
era una targa nuova.<br />
Spero veramente che lo Stato si faccia<br />
valere per rispettare meglio ciò che impone<br />
e soprattutto che vengano rispettati<br />
i diritti dei cittadini, spesso penalizzati a<br />
causa di altri.<br />
Ilaria Avallone<br />
IV Ginnasio A
L’aLba di un mondo nuovo<br />
GIoVaNNI IN Lotta CoNtro La MaFIa<br />
La giustizia è una virtù morale che dà<br />
a ciascuno ciò che gli spetta, nel rispetto<br />
della legalità.<br />
In genere la giustizia viene raffigurata<br />
con la b<strong>il</strong>ancia per indicare l’equ<strong>il</strong>ibrio<br />
nelle cause e con la spada per la durezza<br />
nelle punizioni assegnate. Il compito amministrativo<br />
delle leggi spetta alla Magistratura<br />
e le loro cause vengono divise in<br />
tre gruppi: giustizia penale, civ<strong>il</strong>e e amministrativa.<br />
Ci sono purtroppo numerosi reati<br />
compiuti da adulti, ma anche da ragazzi<br />
che, pur essendo meno gravi, devono essere<br />
fermati: infatti, se non si educa a essere<br />
giusti e a non trasgredire le leggi da<br />
ragazzo, da adulto finirà per rubare, per<br />
rapinare o per uccidere.<br />
È per questo che, secondo me, <strong>il</strong> compito<br />
educativo deve essere affidato soprattutto<br />
alla scuola, poiché è lì che avvengono<br />
più frequentemente atti di bullismo<br />
e la formazione di baby-gang.<br />
ovviamente oltre a queste organizzazioni<br />
ci sono molti gruppi malavitosi che<br />
compiono reati molto più gravi; a causa<br />
loro, molti negozi vivono sotto l'incubo<br />
del pizzo e nella paura. In Italia purtroppo<br />
troviamo la mafia sic<strong>il</strong>iana e la<br />
camorra napoletana, mentre tra importanti<br />
tenaci oppositori i magistrati ricordo<br />
Giovanni Falcone e Paolo borsellino.<br />
È proprio sulla scia di questi due<br />
f o c u s<br />
personaggi che si fonda la mia storia: <strong>il</strong><br />
nostro protagonista sarà Giovanni, in<br />
lotta contro la mafia.<br />
Giovanni era un ragazzo sic<strong>il</strong>iano<br />
come tanti, suo padre era un magistrato e<br />
sua madre casalinga, ma era con <strong>il</strong> padre<br />
che amava trascorrere <strong>il</strong> tempo, gli piaceva<br />
anche assistere alle sue cause: <strong>il</strong> suo<br />
idolo che dall’alto del bancone difendeva<br />
le cause e giudicava le persone. tutto ciò<br />
gli piaceva e sognava di diventare un<br />
giorno come suo padre. In quei giorni,<br />
però, suo padre sembrava essere più frettoloso<br />
del solito, più ansioso, quasi agitato,<br />
ma Giovanni non capiva perché; <strong>il</strong><br />
padre non era mai a casa e non gli permetteva<br />
di assistere alle sue cause, giustificandosi<br />
con un “non sono cose per te”.<br />
Giovanni era preoccupato, non sapeva<br />
perché, ma avvertiva qualcosa di<br />
brutto. Giovanni aveva undici anni<br />
quando suo padre morì. Nessuno gli<br />
disse come e perché, neanche sua madre.<br />
Giovanni in lacrime sentiva tutti bisbigliare<br />
spaventati al funerale di suo padre<br />
e li sentiva parlare di mafia e di come sia<br />
brutale. Chinato sulla tomba, Giovanni<br />
ripeteva: “non è giusto, non è giusto”.<br />
erano passati ventidue anni dalla<br />
morte del padre, ma la ferita non si era<br />
rimarginata e Giovanni ormai sospettava<br />
che <strong>il</strong> papà era stato vittima di omicidio e<br />
forse sapeva anche da chi era stato ucciso.<br />
ormai era laureato: magistrato<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
11
12<br />
f o c u s<br />
come <strong>il</strong> padre, nei suoi studi aveva<br />
spesso sentito parlare di coraggiosi e<br />
famosi magistrati e <strong>il</strong> suo idolo era diventato<br />
Falcone. Sognava di diventare<br />
come lui, certo non alla sua altezza, ma<br />
almeno un piccolo “falchetto”.<br />
aveva iniziato a fare carriera ed era<br />
spesso anche in contatto con la mafia.<br />
Quando la sentiva nominare, provava<br />
un misto di rabbia e paura: temeva<br />
di fare la fine del padre, ma aveva anche<br />
<strong>il</strong> desiderio di vendicarlo. Sì, quello<br />
era ormai <strong>il</strong> suo desiderio e cresceva<br />
diventando sempre più forte e audace:<br />
aveva imparato a fidarsi di tutti e di<br />
nessuno, aveva capito di rendersi tutti<br />
amici, ma non troppo. Si faceva breccia<br />
nella mafia e veniva a contatto con affari<br />
loschi e <strong>il</strong>legali, ma non aveva<br />
paura, anzi aspettava <strong>il</strong> giorno della sua<br />
rivincita.<br />
e quel giorno arrivò, ma appena<br />
sentì le accuse, si accorse che non era<br />
più arrabbiato per la morte del padre:<br />
egli era arrabbiato per tutti i soprusi<br />
inflitti ai poveri cittadini da quegli<br />
spregevoli senza cuore e quel giorno<br />
aveva occasione di fargliela pagare,<br />
perché tra quelle marionette c’era anche<br />
<strong>il</strong> loro comandante, <strong>il</strong> boss, un<br />
mandante. e, infatti, di nascosto, un<br />
mafioso arrivò nel suo ufficio con un<br />
sorriso beffardo e una valigetta. La<br />
aprì, era piena di soldi: lo volevano<br />
comprare, ma Giovanni non era diventato<br />
magistrato per arricchirsi, ma per<br />
vendicarsi e, dunque, gli urlò: “vai via<br />
ignob<strong>il</strong>e, non puoi comprare ciò che<br />
non si può comprare”.<br />
Si preparò ed entrò nella sala. ap-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
pena vide gli accusati avrebbe voluto<br />
ucciderli, ma era assurdo e non lo fece<br />
in quel modo, ma li punì con la b<strong>il</strong>ancia<br />
e la spada.<br />
Intuì che anche l’avvocato della difesa<br />
era un mafioso, certo non aveva<br />
ucciso, ma era comunque complice,<br />
mentre chi accusava era un povero cittadino<br />
che accusava i mafiosi di aver<br />
ucciso <strong>il</strong> fratello e incendiato <strong>il</strong> negozio,<br />
quando non poteva più pagare.<br />
Giovanni era davvero arrabbiato:<br />
quella non era più la causa del negoziante,<br />
gli sembrava la causa di suo padre<br />
con Giovanni all’accusa. Il processo<br />
stava per finire, ora toccava a lui,<br />
sapeva che in seguito avrebbe avuto<br />
problemi, forse avrebbe rischiato anche<br />
la vita, ma prese coraggio e pensò<br />
che avrebbe vendicato <strong>il</strong> padre e questo<br />
gli diede forza: trenta anni di carcere.<br />
Pensò: “beccati questo, mafia!”.<br />
Dopo quella causa ce ne furono<br />
molte altre contro i mafiosi, tutte vinte.<br />
era, però, costretto ad essere scortato<br />
da guardie del corpo: era iniziata la<br />
sua vita da grande magistrato, ma viveva<br />
felice perché sapeva di riportare <strong>il</strong><br />
sole in Sic<strong>il</strong>ia.<br />
era l’alba di un mondo nuovo.<br />
Fabio Catalano<br />
IV Ginnasio A
s P e c i a l e M at t e o r i c c i<br />
matteo ricci, modeLLo di diaLogo<br />
MeSSaGGIo DeL PaPa beNeDetto XVI<br />
al Venerato Fratello Claudio Giuliodori<br />
Vescovo di Macerata, tolentino,<br />
recanati, Cingoli e treia<br />
ho appreso con gioia che in codesta<br />
Diocesi sono programmate diverse inizia-<br />
tive per commemorare, in ambito ecclesiale<br />
e civ<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> IV Centenario della morte<br />
di P. Matteo ricci della Compagnia di<br />
Gesù, avvenuta a Pechino l’11 maggio<br />
del 1610. In occasione dell’apertura di<br />
questo speciale anno giub<strong>il</strong>are, mi è gradito<br />
inviare a Lei e all’intera comunità<br />
diocesana <strong>il</strong> mio cordiale saluto.<br />
Nato a Macerata <strong>il</strong> 6 ottobre del 1552,<br />
<strong>il</strong> gesuita Matteo ricci, dotato di profonda<br />
fede e di straordinario ingegno<br />
culturale e scientifico, dedicò lunghi anni<br />
della sua esistenza a tessere un proficuo<br />
dialogo tra l’occidente e l’oriente, conducendo<br />
contemporaneamente una incisiva<br />
azione di radicamento del Vangelo<br />
nella cultura del grande Popolo della<br />
Cina. Il suo esempio resta anche oggi<br />
come modello di proficuo incontro tra la<br />
civ<strong>il</strong>tà europea e quella cinese.<br />
Mi associo pertanto volentieri a quanti<br />
ricordano questo generoso figlio della<br />
vostra terra, obbediente ministro della<br />
Chiesa e intrepido ed intelligente messaggero<br />
del Vangelo di Cristo. Considerando<br />
la sua intensa attività scientifica e<br />
spirituale, non si può non rimanere favorevolmente<br />
colpiti dall’innovativa e peculiare<br />
capacità che egli ebbe di accostare,<br />
con pieno rispetto, le tradizioni culturali<br />
e spirituali cinesi nel loro insieme. È stato<br />
in effetti tale atteggiamento a contraddistinguere<br />
la sua missione tesa a ricercare<br />
la possib<strong>il</strong>e armonia fra la nob<strong>il</strong>e e m<strong>il</strong>lenaria<br />
civ<strong>il</strong>tà cinese e la novità cristiana,<br />
che è fermento di liberazione e di autentico<br />
rinnovamento all’interno di ogni società,<br />
essendo <strong>il</strong> Vangelo, universale messaggio<br />
di salvezza, destinato a tutti gli<br />
uomini, a qualsiasi contesto culturale e<br />
religioso appartengano.<br />
Quel che inoltre ha reso originale e,<br />
potremmo dire, profetico <strong>il</strong> suo apostolato,<br />
è stato sicuramente la profonda<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
13
14<br />
s P e c i a l e M at t e o r i c c i<br />
simpatia che nutriva per i cinesi, per la<br />
loro storia, per le loro culture e tradizioni<br />
religiose. basti ricordare <strong>il</strong> suo trattato<br />
sull’amicizia (De amicitia - Jiaoyoulun),<br />
che incontrò un vasto successo sin dalla<br />
prima edizione a Nanchino nel 1595.<br />
Modello di dialogo e di rispetto per le<br />
altrui credenze, questo vostro Conterraneo<br />
fece dell’amicizia lo st<strong>il</strong>e del suo<br />
apostolato durante i 28 anni di permanenza<br />
in Cina. L’amicizia che egli offriva<br />
era ricambiata dalle popolazioni locali<br />
grazie proprio al clima di rispetto e di<br />
stima che egli cercava di coltivare, preoccupandosi<br />
di conoscere sempre meglio le<br />
tradizioni della Cina di quel tempo. Nonostante<br />
le difficoltà e le incomprensioni<br />
che incontrò, Padre ricci, volle mantenersi<br />
fedele, sino alla morte, a questo st<strong>il</strong>e<br />
di evangelizzazione, attuando, si potrebbe<br />
dire, una metodologia scientifica e<br />
una strategia pastorale basate, da una<br />
parte, sul rispetto delle sane usanze del<br />
luogo che i neofiti cinesi non dovevano<br />
abbandonare quando abbracciavano la<br />
fede cristiana, e, dall’altra, sulla consape-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
volezza che la rivelazione poteva ancor<br />
più valorizzarle e completarle. e fu proprio<br />
a partire da queste convinzioni che<br />
egli, come già avevano fatto i Padri della<br />
Chiesa nell’incontro del Vangelo con la<br />
cultura greco-romana, impostò <strong>il</strong> suo<br />
lungimirante lavoro di inculturazione del<br />
Cristianesimo in Cina, ricercando un’intesa<br />
costante con i dotti di quel Paese.<br />
auspico vivamente che le manifestazioni<br />
giub<strong>il</strong>ari in suo onore - incontri,<br />
pubblicazioni, mostre, convegni ed altri<br />
eventi culturali in Italia e in Cina - offrano<br />
l’opportunità di approfondire la<br />
conoscenza della sua personalità e della<br />
sua attività. Seguendone l’esempio, possano<br />
le nostre comunità, all’interno delle<br />
quali convivono persone di diverse<br />
culture e religioni, crescere<br />
nello spirito di accoglienza e di<br />
rispetto reciproco. Il ricordo di<br />
questo nob<strong>il</strong>e figlio di Macerata<br />
sia anche motivo per i fedeli di<br />
codesta Comunità diocesana di<br />
rinsaldare alla sua scuola<br />
quell’anelito missionario che deve<br />
animare la vita di ogni autentico<br />
discepolo di Cristo.<br />
Venerato Fratello, nel formulare<br />
fervidi voti per una piena riuscita<br />
delle celebrazioni giub<strong>il</strong>ari<br />
previste a partire dall’11 maggio prossimo,<br />
assicuro <strong>il</strong> mio ricordo nella preghiera<br />
e, mentre invoco la materna intercessione<br />
di Maria, regina della Cina, invio<br />
di cuore la mia benedizione a Lei ed<br />
a quanti sono affidati alle sue cure pastorali.<br />
Benedetto XVI<br />
Dal Vaticano, 6 maggio 2009
s P e c i a l e M at t e o r i c c i<br />
matteo ricci, Ponte di civiLtà<br />
uN MoDeLLo aNCora VaLIDo NeLLe SFIDe<br />
Matteo ricci fu certamente <strong>il</strong> primo<br />
ponte culturale tra oriente e occidente,<br />
un’esperienza di annuncio e di incontro,<br />
che è giunta al cuore della Cina e ne ha<br />
segnato la storia.<br />
Ma dove stanno l’originalità e l’ attualità<br />
di questa esperienza? e come continuarla<br />
con intelligenza e coraggio?<br />
Se è ormai evidente che l’attuale contesto<br />
multietnico e multiculturale impone<br />
<strong>il</strong> dialogo tra le religioni e le culture<br />
quale esigenza prioritaria, non del tutto<br />
scontate sono le vie attraverso le quali<br />
questo obiettivo è realizzab<strong>il</strong>e.<br />
La città di Sciaochin o Shiuhing.<br />
Dagli Annali della Prefettura di Shiuhing<br />
Matteo ricci rappresenta tuttora un<br />
paradigma adeguato a rispondere alle<br />
istanze odierne. Primo fra tutti, egli interpretò<br />
con intelligenza e um<strong>il</strong>tà la via<br />
dell’inculturazione. Imparò e insegnò a<br />
riconoscere le potenzialità intrinseche in<br />
ogni civ<strong>il</strong>tà umana, e a valorizzare così<br />
DI uN MoNDo MuLtICuLturaLe<br />
ogni elemento di<br />
bene che vi si trova;<br />
senza perdere nulla<br />
ma, al contrario,<br />
portando tutto a<br />
compimento. tale<br />
atteggiamento fu subito<br />
apprezzato dai<br />
cinesi stessi, con i Matteo Ricci<br />
quali <strong>il</strong> missionario<br />
gesuita entrò in profondissima<br />
comunione, al punto da divenire<br />
una figura di occidentale, peraltro<br />
tra le pochissime, degna di venerazione e<br />
rispetto sempre elevatissimo. ricci non<br />
teorizzò questo suo modo di fare, ma<br />
quello che fece costituisce una pietra m<strong>il</strong>iare<br />
nel processo di inculturazione del<br />
Vangelo. apprese la lingua cinese, non<br />
solo per poterla parlare, ma principalmente<br />
per poter ascoltare l’universo cinese.<br />
Questo è forse l’aspetto più originale<br />
e innovativo: si pose in ascolto di una<br />
cultura m<strong>il</strong>lenaria, acquisendo tutti gli<br />
strumenti per poterlo fare.<br />
Dopo essere entrato in Cina come religioso<br />
occidentale, egli si rese conto che<br />
occorreva passare dall’essere rispettato<br />
per quello che era, al rispettare, all’accogliere<br />
la cultura e <strong>il</strong> popolo dove si trovava.<br />
egli non voleva solo farsi ascoltare,<br />
ma farsi accogliere. La sua capacità di<br />
adattamento, la sua attenzione per la cul-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
15
16<br />
s P e c i a l e M at t e o r i c c i<br />
tura e per le<br />
persone, ne<br />
costituiscono<br />
gli ingredienti.<br />
Si lasciò istruire<br />
dalla cultura<br />
cinese entrandovi<br />
in<br />
profondità,<br />
c o m p r e n -<br />
dendo che <strong>il</strong><br />
confucianesimo<br />
era la via<br />
più feconda, <strong>il</strong><br />
suolo più propizio,<br />
per far<br />
germogliare i<br />
semi del Vangelo.<br />
tuttavia<br />
egli non fu<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
Autografo della professione religiosa<br />
del P. Matteo Ricci (1° gennaio 1596)<br />
preoccupato principalmente di predicare,<br />
ma di incarnare <strong>il</strong> Vangelo, entrando in<br />
relazione con <strong>il</strong> popolo cinese perché, da<br />
questa relazione amicale, potesse germogliare<br />
<strong>il</strong> seme dell’annuncio. (...) Come figlio<br />
del suo tempo, Matteo ricci era un<br />
umanista, venuto dall’occidente.<br />
Le scienze umane e le scienze della<br />
natura hanno costituito <strong>il</strong> luogo di incontro<br />
con la cultura cinese e <strong>il</strong> luogo di annuncio.<br />
Ma questo non avvenne mai in<br />
modo funzionale o tattico, seducendo un<br />
popolo per annunziare <strong>il</strong> Vangelo. Il<br />
mondo era, ed è, <strong>il</strong> luogo della presenza<br />
di Dio. Le scienze umane, le scienze della<br />
natura e la tecnica, sono vie attraverso le<br />
quali è possib<strong>il</strong>e comprendere l’azione di<br />
Dio nel mondo e nella storia. Lo studio<br />
delle arti e delle scienze è già teologia,<br />
perché è contemplazione e presa di con-<br />
sapevolezza della presenza di Dio. Ciò,<br />
del resto, è la caratteristica dello st<strong>il</strong>e missionario<br />
dei gesuiti: aiutare gli uomini a<br />
cercare e trovare Dio in tutte le cose. ricci<br />
fece arrivare <strong>il</strong> messaggio cristiano al<br />
cuore della cultura cinese, mostrando<br />
l’universalità di tale messaggio: esso non<br />
è prerogativa di nessuna cultura, tanto<br />
meno di quella occidentale. (...) L’inculturazione<br />
conduce al perfezionamento<br />
dell’immagine di Dio nell’uomo. essa<br />
offre a tutti i valori culturali la stessa possib<strong>il</strong>ità<br />
di mettersi al servizio del Vangelo.<br />
Consente <strong>il</strong> dialogo continuo fra la Parola<br />
di Dio e gli innumerevoli modi di cui<br />
l’uomo dispone per esprimersi.<br />
In effetti, Cristo e i cristiani sono i veri<br />
rinnovatori della cultura attraverso la carità.<br />
È nella carità che l’uomo si realizza<br />
nella sua autenticità: l’essere fatto a immagine<br />
di Dio. Il modello dell’inculturazione<br />
consente di declinare la missione<br />
della Chiesa nella realtà attuale della<br />
multiculturalità. Diventa necessario<br />
uscire da sé per coinvolgersi nell’incontro<br />
con l’altro. Non è attraverso un proselitismo<br />
espansionista di matrice coloniale<br />
ma, app<br />
u n t o ,<br />
prendendo le<br />
vie della cultura<br />
e del dialogo,<br />
che <strong>il</strong><br />
m e s s a g g i o<br />
e v a n g e l i c o<br />
può essere<br />
proposto.<br />
La consa-<br />
pevolezza di<br />
avere degli<br />
Frontespizi onorifici per la chiesa e la residenza<br />
dei missionari donati da Uamppan<br />
prefetto di Sciaochin.
La prima traduzione cinese del Decalogo (1583-1584)<br />
interlocutori riconosciuti nella loro specifica<br />
dignità rimuove l’arroganza etnocentrica,<br />
che considera l’altro un sottosv<strong>il</strong>uppato,<br />
da far evolvere e da «civ<strong>il</strong>izzare».<br />
Studiare, conoscere, amare la cultura altrui,<br />
per valorizzarla e salvaguardarla, è<br />
un indispensab<strong>il</strong>e impegno quotidiano.<br />
È la modalità dell’inculturazione che<br />
modella l’atteggiamento del missionario.<br />
L’esempio è quello del Verbo, che si è<br />
«svuotato» (la kenosi) nel suo incarnarsi<br />
come uomo. (...) Il “Dell’amicizia” (Nanchang,<br />
1595) è una delle primissime opere<br />
in cinese composte da Matteo ricci. Per<br />
mezzo di essa, presentando in cento sentenze,<br />
tratte dai classici europei antichi, <strong>il</strong><br />
pensiero dell’occidente sull’amicizia,<br />
ricci intendeva mostrare che la civ<strong>il</strong>tà cinese<br />
e quella europea coincidevano su<br />
temi fondamentali. L’opera stupì la Cina<br />
ed ebbe un grande successo: ricci aveva<br />
compreso che la sua missione, e <strong>il</strong> tentativo<br />
di accendere <strong>il</strong> dialogo tra oriente e<br />
occidente, potevano costruirsi unicamente<br />
sul saldo fondamento della cono-<br />
s P e c i a l e M at t e o r i c c i<br />
scenza reciproca<br />
e<br />
dell’umana<br />
a m i c i z i a .<br />
L’amicizia è<br />
dunque lo<br />
st<strong>il</strong>e, la maniera<br />
di guardare<br />
e abitare<br />
<strong>il</strong> mondo, che<br />
m o d e l l a ,<br />
cambia, rinnova<br />
<strong>il</strong><br />
m o n d o<br />
stesso. Matteo<br />
ricci<br />
comprende che è al confucianesimo più<br />
antico che deve fare riferimento, se vuole<br />
riuscire a comunicare <strong>il</strong> Vangelo in un<br />
contesto così lontano nello spazio e nello<br />
st<strong>il</strong>e, quale quello del «Paese di Mezzo».<br />
Divenendo innanzitutto amico, egli<br />
stesso cambia, cresce, diventa in maniera<br />
più consapevole servitore di quel Cristo,<br />
che è l’amico di ogni uomo, l’amico che<br />
si è incarnato nella vita di ogni uomo.<br />
anche Matteo ricci è stato modellato<br />
dall’incontro con i cinesi. (...) È interessante<br />
chiarire in che modo ricci abbia<br />
aperto la strada (ma molto in questo<br />
senso deve essere ancora fatto!) alla r<strong>il</strong>ettura<br />
del Vangelo in cinese. Non si è trattato<br />
semplicemente di tradurre un testo,<br />
ma di riesprimere <strong>il</strong> Vangelo attraverso le<br />
categorie simboliche di questa m<strong>il</strong>lenaria<br />
cultura. ora, la scoperta fatta dal padre<br />
Matteo e dai suoi successori è stata appunto<br />
la capacità di fare una diversa teologia,<br />
ovvero di poter esprimere la propria<br />
esperienza di fede e di comprensione<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
17
18<br />
s P e c i a l e M at t e o r i c c i<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong>
delle narrazioni bibliche, individuando<br />
dei sensi e dei significati che un occidentale<br />
non può «leggere e scrivere», proprio<br />
perché si esprime in maniera differente.<br />
attraverso lo sguardo di chi scrive<br />
con gli ideogrammi, si cominciano a vedere<br />
cose ulteriori, si sottolineano sfumature<br />
e significati complementari a quelli<br />
intuiti dalle altre culture «alfabetiche»,<br />
come quelle occidentali. Questo è <strong>il</strong> compimento,<br />
ancora atteso, dell’inculturazione:<br />
una cultura che riceve <strong>il</strong> Vangelo,<br />
lo comprende e lo comunica in maniera<br />
differente rispetto a un’altra, ma allo<br />
stesso tempo altrettanto vera. ancor di<br />
più se queste culture hanno modalità<br />
espressive così differenti come quella visivo-iconografica<br />
della Cina, o invece alfabetica<br />
dell’occidente.<br />
Grazie a Matteo ricci, si iniziò a intravvedere<br />
l’era dei credenti cinesi: ossia<br />
cristiani che, leggendo <strong>il</strong> Vangelo con i<br />
«loro» occhi<br />
e dentro la<br />
loro cultura,<br />
comunicano<br />
a noi quello<br />
che con i<br />
« n o s t r i »<br />
non potremmointuire.<br />
La<br />
c o m p r e n -<br />
sione sempre<br />
più approfondita<br />
del messaggioevange-<br />
La Madonna di S. Maria Maggiore<br />
in cinese<br />
lico è, certamente,<br />
un<br />
s P e c i a l e M at t e o r i c c i<br />
La prima riproduzione della Madonna di S. Maria Maggiore in<br />
Roma fatta eseguire da S Francesco Borgia nel 1569. Si conserva<br />
in Roma nell'antico noviziato dei gesuiti presso la chiesa di S.<br />
Andrea al Quirinale.<br />
arricchimento per tutti, ma lo è anzitutto<br />
per lo stesso missionario, che viene a sua<br />
volta evangelizzato. Nell’ ideogramma<br />
cinese che indica la parola «amicizia» ci<br />
sono due mani che si incontrano: un<br />
uomo tende la mano destra, l’altro la copre<br />
con la propria. Stringere amicizia è<br />
coniugare le proprie capacità di operare<br />
nel mondo. Si collabora così nella comune<br />
impresa di essere servitori della<br />
Creazione.<br />
P. Nicolás Adolfo s.j.<br />
Corriere della sera<br />
(23 gennaio 2010, p. 46)<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
19
20<br />
c u lt u r a<br />
La meditazione esistenziaLe in PirandeLLo<br />
Le ILLuSIoNI NeCeSSarIe<br />
Negli scritti di Pirandello si rivelano<br />
altre <strong>il</strong>lusioni necessarie, altri valori umani.<br />
Si pensi al valore ricostruttivo e rigenerativo<br />
dell’arte, che emerge dalla novella<br />
“La tragedia di un personaggio” o ancora<br />
dal lavoro teatrale incompiuto “I giganti<br />
della montagna”.<br />
I giganti, cioè gli uomini del potere,<br />
schiacciano volgarmente i valori umani e<br />
l’arte. Con la tecnica del “teatro nel teatro”,<br />
in questa opera<br />
incompiuta, viene inserito<br />
un dramma<br />
precedente: “La favola<br />
del figlio cambiato”.<br />
Questo dramma<br />
umano in cui <strong>il</strong> protagonista<br />
rinuncia al<br />
potere, pur di ritornare<br />
dalla madre e<br />
alle gioie semplici ed<br />
autentiche dell’amore materno, viene riproposto<br />
ai giganti, cioè ai possessori del<br />
potere politico. Purtroppo costoro, ingabbiati<br />
nella logica del potere e degli affari,<br />
non comprendono né la delicatezza<br />
umana, né la raffinatezza artistica e catartica<br />
del dramma, anzi percepiscono la pericolosa<br />
denuncia delle loro trame disumane;<br />
perciò comprano l’opera, la ritirano<br />
dal giro delle rappresentazioni e per disprezzo<br />
la fanno rappresentare solo ai loro<br />
servi.<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
(Parte SeCoNDa)<br />
Si staglia deciso, nelle opere dell’agrigentino,<br />
<strong>il</strong> tema dell’onestà reale contro le<br />
convinzioni e le apparenze sceniche di<br />
un’onestà inesistente, che caratterizza <strong>il</strong><br />
mondo borghese: si presentano alla nostra<br />
mente baldovino, de “Il piacere dell’ onestà”<br />
l5 e soprattutto <strong>il</strong> Signor Ciampa de<br />
“Il berretto a sonagli”.<br />
Il primo in opposizione al marchese<br />
Fabio Colli, decide di essere e di agire<br />
come vero marito di agata,<br />
smascherando le losche trame<br />
del marchese che mirava a godersi<br />
agata come amante,<br />
senza che ciò trapelasse alla<br />
gente. Per <strong>il</strong> marchese Colli,<br />
baldovino doveva essere un<br />
semplice paravento ai suoi<br />
amori <strong>il</strong>leciti, davanti all’opinione<br />
del mondo perbene.<br />
Senza dubbio emerge in baldovino<br />
un’onestà sostanziata<br />
di fredda logica, con poco calore umano,<br />
forse di stampo kantiano; però si ammira<br />
anche la volontà di capovolgere la posizione<br />
immorale del marchese, stroncandola<br />
alla radice, sino a radicare in se stesso<br />
onestà reale e disonestà apparente, in opposizione<br />
all’ onestà apparente e disonestà<br />
reale del Colli.<br />
Ne “Il berretto a sonagli”, Ciampa riprende<br />
<strong>il</strong> tema dell’onestà obiettiva ma<br />
con un calore umano che appassiona e<br />
coinvolge lo spettatore; si ricordi <strong>il</strong> mono-
logo che, attraverso un climax sofferto,<br />
giunge al grido drammatico: «Non voglio<br />
l’onestà secondo <strong>il</strong> documento burocratico,<br />
ma l’onestà della coscienza».<br />
una pagina questa che ha avuto la fortuna<br />
di due espressive e storiche interpretazioni:<br />
Salvo randone e Paolo Stoppa.<br />
al tema della maternità de “La vita che<br />
ti diedi”, si intreccia la coerente difesa pirandelliana<br />
della vita del bambino: qualunque<br />
ne sia la provenienza, la vita del nascituro<br />
va difesa e custodita; una volta innestato<br />
<strong>il</strong> seme vitale nel seno materno, non lo<br />
si può rigettare, così come non si può distruggere<br />
la forza vitale dell’innesto.<br />
alludiamo al vivace dramma “L’innesto”:<br />
un dramma che andrebbe ripreso ai<br />
nostri giorni, in cui la vita dei bambini è<br />
v<strong>il</strong>ipesa e misconosciuta.<br />
ecco le battute umane e poetiche sulla<br />
sacralità della vita che intercorrono tra<br />
Laura, la donna violentata e <strong>il</strong> giardiniere<br />
F<strong>il</strong>ippo:<br />
F<strong>il</strong>ippo: - Qua c’è una pianta. tu la<br />
guardi: è bella, si; te la godi, ma per vista<br />
soltanto: frutto non te ne dà! Vengo io,<br />
v<strong>il</strong>lano, con le mie minacce: ora taglio,<br />
ecco; taglio – taglio – e ora incido e senza<br />
che tu ne sappia niente, ti faccio dare <strong>il</strong><br />
frutto – Che ho fatto? ho preso una<br />
gemma da un’altra pianta e l’ho innestata<br />
qua.- È agosto’? a primavera ventura tu<br />
avrai <strong>il</strong> frutto. - e sai come si chiama questo<br />
innesto?<br />
Laura: Non so.<br />
F<strong>il</strong>ippo: a occhio chiuso.<br />
Laura: Ma la pianta?<br />
F<strong>il</strong>ippo: ah, la pianta, per sé, bisogna<br />
che sia in succhio, signora! Questo sempre.<br />
Che se non è in succhio, l’innesto non<br />
c u lt u r a<br />
lega! ... eh, si, in succhio. VuoI dire ... in<br />
amore, ecco! Che voglia, che voglia <strong>il</strong><br />
frutto che per sé non può dare!<br />
Laura: Del suo amore, del suo amore!<br />
Senza saper più nulla, senza più nessun<br />
ricordo donde quella gemma le sia venuta,<br />
la fa sua, la fa del suo amore?<br />
F<strong>il</strong>ippo: ecco, così!<br />
Come logica conseguenza dell’ amore<br />
materno rappresentato dalle opere precedenti,<br />
si pone l’esaltazione del rapporto<br />
profondo ed affascinante, intercorrente<br />
tra la madre ed <strong>il</strong> figlio; e questo tema sostanzia<br />
uno dei drammi meno noti, ma più<br />
appassionanti che Pirandello abbia scritto:<br />
“La favola del figlio cambiato”.<br />
È un dramma in versi scritto nel 1934,<br />
musicato da Gian Francesco Malipiero e<br />
rapresentato al teatro dell’ opera di<br />
roma.<br />
Il governo nazista e quello fascista censurarono<br />
quest’opera, perché vi intravidero<br />
una pericolosa denuncia del potere<br />
dittatoriale; anzi a roma, Mussolini, fu<br />
personalmente presente alla rappresentazione;<br />
rimase deluso, disgustato dal testo,<br />
che non comprese, come la maggior parte<br />
del pubblico e ne proibì le repliche.<br />
Questa, in breve, la trama: un figlio<br />
bello ed intelligente viene sottratto ad<br />
un’um<strong>il</strong>e donna e sostituito con una creatura<br />
brutta, disumana, prepotente. Il figlio<br />
bello è condotto ed educato a corte: ma<br />
nel corso dell’azione <strong>il</strong> Principe si ammala<br />
e nell’intimo sente <strong>il</strong> richiamo della madre<br />
a cui è stato strappato.<br />
appena gli è possib<strong>il</strong>e abbandona <strong>il</strong><br />
potere e la vita di corte e corre dalla madre<br />
ritrovata: qui l’amore materno e la<br />
natura gli ridonano la sanità fisica, psi-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
21
22<br />
c u lt u r a<br />
chica e morale che <strong>il</strong> potere e l’ambiente<br />
di corte gli avevano sottratto.<br />
toccanti e poetiche le parole che concludono<br />
l’opera; la “Favola del figlio<br />
cambiato” finisce col principe che vuole<br />
«tuffare le mani in quella fontana! Vuole<br />
che la vita si rifaccia in lui nuova, come<br />
l’erba ad apr<strong>il</strong>e» e poco dopo esclama:<br />
«ho perduto l’amore che avevo della mia<br />
sconsolata tristezza! ora sono pieno di<br />
questa ebrezza di sole, d’azzurro, di<br />
verde, di mare».<br />
Il fluido vitale della madre e della natura<br />
e la rinuncia al potere ricreano nel<br />
giovane una vita nuova e forse la pace.<br />
In contrapposizione al giovane che<br />
rinuncia, <strong>il</strong> ragazzo storpio, brutto e cattivo,<br />
posto accanto alla donna, in sostituzione<br />
del figlio bello e umano agogna <strong>il</strong><br />
potere, trama per averlo e si placa solo<br />
quando l’ottiene.<br />
È evidente l’allegoria: i sani, belli e<br />
buoni rinunciano al potere; invece gli<br />
storpi, brutti e malvagi lo agognano e<br />
spesso lo raggiungono; ma per rovinare<br />
gli altri.<br />
Chiudiamo questa visione panoramica<br />
con alcuni rapidi cenni, data la vastità e<br />
complessità dell’opera, al dramma - mito<br />
“Lazzaro”. anche qui emergono nostalgie<br />
ed aspirazioni care a Pirandello: senso<br />
del mistero, Dio, fede, ald<strong>il</strong>à, amore.<br />
Il Dio pirandelliano però è <strong>il</strong> tutto di<br />
questo mondo del quale mai si potrà conoscere<br />
<strong>il</strong> mistero. È un quid arcano che<br />
spunta da un panteismo dinamico, da un<br />
idealismo assoluto e da un naturalismo<br />
biologico. È l’eterno presente della vita.<br />
e Cristo chi è secondo Pirandello ?<br />
La risposta la si può evincere dalla<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
novella “Il sogno di Natale” dove <strong>il</strong> narratore<br />
protagonista, identificab<strong>il</strong>e con lo<br />
stesso Pirandello, ci descrive un sogno<br />
fatto durante le festività natalizie: mentre<br />
egli passeggia solo per le strade deserte di<br />
una città, inaspettatamente, incontra<br />
Gesù. Con quest’ultimo egli viaggia per<br />
diversi luoghi e Gesù ben presto capisce<br />
di essere stato ancora una volta tradito,<br />
comprende che <strong>il</strong> suo messaggio d’amore<br />
e di altruismo è stato dimenticato così<br />
come <strong>il</strong> suo sacrificio. all’oltraggio, si<br />
aggiunge l’ipocrisia: la gente ha ancora <strong>il</strong><br />
coraggio di festeggiare la sua nascita e lo<br />
fa solo perché essa è un pretesto per gozzovigliare.<br />
Persino nelle case dei poveri, i<br />
suoi eredi, ci sono parole di odio; e se essi<br />
non festeggiano è solo perché non ne<br />
hanno la possib<strong>il</strong>ità. Pirandello esprime<br />
qui, come già nella novella “Canta l’epistola”<br />
una sua religiosità meno formale e<br />
più intima; invita <strong>il</strong> suo Gesù a tornare al<br />
mondo, mettendolo di fronte a ciò che gli<br />
uomini hanno fatto del suo insegnamento,<br />
stravolgendolo del tutto.<br />
Gesù è un uomo sublime perché si è<br />
immolato per dare agli infelici la fede in<br />
ciò che maggiormente bramano: l’ ald<strong>il</strong>à.<br />
Che importa se questa fede è un’<strong>il</strong>lusione?<br />
tutto è <strong>il</strong>lusione. Comunque che<br />
sia essa è l’unico conforto alle miserie<br />
della vita.<br />
riportiamo qui alcune espressioni icastiche<br />
da comprendere secondo <strong>il</strong><br />
“credo” panteistico – immanentistico -<br />
naturalistico:<br />
‘ora intendo e sento veramente la<br />
parola di Cristo: Carità” (Lucio)<br />
“Così è vero che anche in terra ci sono<br />
i santi” (Sara)
“Per riaccendere nei buio della notte<br />
<strong>il</strong> divino lume della Fede, che è Carità<br />
per tutti quelli a cui fu negato ogni bene<br />
nella vita” (Mons LelIi)<br />
“L’anima nostra è Dio in noi” (Lucio)<br />
“Che debbo fare ora?” (Diego)<br />
“Vivere, padre: in Dio, nelle opere<br />
che farai. alzati e cammina, cammina<br />
nella vita” (Lucio).<br />
Pirandello non aderisce alla religione<br />
cristiana come “a realtà”; la vede ancora<br />
come uno splendido mito: però questo<br />
mito, quest’<strong>il</strong>lusione è ritenuta indispensab<strong>il</strong>e<br />
alla vita presente. Il vero testamento<br />
spirituale, lasciato da Pirandello<br />
all’uomo d’oggi è riposto negli ultimi<br />
drammi: “La nuova colonia”, “Lazzaro”,<br />
“I giganti della montagna” 1 .<br />
Qui <strong>il</strong> drammaturgo prospetta<br />
all’uomo, come uniche ancore di salvezza:<br />
la maternità, la religiosità identificab<strong>il</strong>e<br />
con la sacralità della vita e, infine,<br />
l’arte.<br />
1 Nell’intervista r<strong>il</strong>asciata a Giovanni<br />
Cavicchioli, L. Pirandello afferma: «teatro serio, <strong>il</strong><br />
mio vuole tutta la partecipazione dell’entità<br />
morale… Certo è un teatro antiborghese e nello<br />
stesso tempo <strong>il</strong> più adatto al borghese, per venirci<br />
a fare i suoi esercizi spirituali… sono anche lieto<br />
che nessuna autorità religiosa abbia trovato nulla<br />
da condannare. Della mia opera nulla è all’Indice.<br />
L’intervista che costituisce <strong>il</strong> testamento spirituale<br />
dello scrittore trova conferma in due documenti<br />
epistolari: una lettera del critico letterario S<strong>il</strong>vio<br />
D’amico a Mons. Montini, futuro Paolo VI; e la<br />
relativa risposta inviata nel 1934, due anni prima<br />
della morte di Pirandello. Questi due documenti<br />
manifestano la comprensione e <strong>il</strong> rispetto della<br />
Chiesa verso l’opera pirandelliana, anche se<br />
qualcuno premeva per una sua condanna<br />
all’Indice.<br />
c u lt u r a<br />
Questa trinità di valori potrà salvare<br />
l’uomo dai suoi mali travolgenti e dissolventi.<br />
In conclusione Pirandello opera<br />
un’acuta diagnosi delle malattie psicomorali<br />
dell’uomo moderno ed in questo<br />
senso egli è <strong>il</strong> profeta del “Vuoto”, infatti<br />
nei suoi scritti non appare un’autentica<br />
adesione alla legge morale rivelata né alla<br />
religione come realtà obiettiva, però è<br />
andata maturando in lui una limpida adesione<br />
ai grandi valori che devono caratterizzare<br />
l’uomo, quei miti che rappresentano<br />
le verità essenziali e incontrovertib<strong>il</strong>i,<br />
rintracciate in fondo alla Storia degli<br />
uomini, sempre più giù, fino a raggiungere<br />
le strutture originarie, patrimonio di<br />
tutta l’umanità di ogni tempo e di ogni<br />
luogo.<br />
Diversissimi da quelli eroici di d’annunzio,<br />
alimentati dal desiderio di trasfigurazione<br />
della realtà e di esorcizzazione<br />
dei limiti dell’esistenza e, in ultima analisi,<br />
della morte, questi miti pirandelliani<br />
sono, invece, molto vicini agli archetipi<br />
Junghiani, sono ciò che rimane dopo la<br />
frantumazione dei falsi involucri e dei<br />
baluardi protettivi, sono le verità profonde<br />
ed inalienab<strong>il</strong>i ritrovate alle radici<br />
della vita.<br />
Pirandello certamente non ha raggiunto<br />
la “terra promessa”, ma molto<br />
probab<strong>il</strong>mente l’ha sognata e desiderata.<br />
Giovanni Ranavolo<br />
Docente<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
23
24<br />
c u lt u r a<br />
Persepolis è un romanzo autobiografico<br />
a fumetti scritto dall’autrice<br />
iraniana Marjane<br />
Satrapi, pubblicato in<br />
Italia dalla casa editrice<br />
Sperling&Kupfer.<br />
La scelta del fumetto<br />
non è casuale, infatti l’alternanza<br />
tra bianco e<br />
nero, due colori forti e<br />
contrastanti, rappresenta<br />
la purezza, la timidezza e<br />
l’insicurezza di una bambina,<br />
ma più in generale di<br />
tutti i bambini costretti<br />
troppo spesso ad affrontare<br />
<strong>il</strong> buio e l’oscurità di sanguinose<br />
guerre alla base<br />
delle quali non vi sono altro<br />
che interessi politici ed economici.<br />
Persepolis è la storia<br />
dell’Iran dei suoi cambiamenti<br />
e dell’evoluzione che tale paese<br />
ha subito in seguito alla rivoluzione<br />
islamica, ma è anche la<br />
storia di Marjane, una bambina che per<br />
sopravvivere è costretta ad allontanarsi<br />
dalla propria patria e a crescere ed integrarsi<br />
nel diffic<strong>il</strong>e mondo occidentale<br />
ricco di pregiudizi e di corruzione. Per<br />
tale motivo Persepolis non è solo un romanzo<br />
storico, ma anche un romanzo di<br />
formazione, B<strong>il</strong>dunsgroman nel senso eti-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
L’iran a fumetti<br />
La reCeNSIoNe DI PeRsePoLIs<br />
mologico del termine, perché<br />
la protagonista blidet<br />
sie sich, cioè attraverso la<br />
sua esperienza e soprattutto<br />
i suoi errori si<br />
forma, cresce e matura.<br />
Infine l’opera della<br />
Satrapi può senza dubbio<br />
essere definita romanzoautobiografico,<br />
giacché è proprio<br />
narrando la sua<br />
vita che l’autrice fotografa<br />
e denuncia<br />
la situazione,<br />
troppo<br />
spesso ignorata,<br />
del suo paese,<br />
d e s c r i v e n d o l a<br />
però da un punto<br />
di vista differente<br />
dai libri di storia o<br />
dalle cronache di<br />
giornale, un punto di<br />
vista interno, tanto vicino nel<br />
tempo e nello spazio a fatti ed avvenimenti<br />
da permettere al lettore di comprendere<br />
ciò che è accaduto realmente in<br />
Iran e di formarsi un proprio giudizio su<br />
questo paese, che alla fine della lettura<br />
non appare più così diverso e lontano.<br />
Gabriele Calvanese<br />
II scientifico
Alla fine della “scuola media” ogni<br />
studente si trova di fronte a una scelta<br />
importante: come collegare le proprie<br />
aspirazioni, inclinazioni e aspettative con<br />
i percorsi di studio disponib<strong>il</strong>i dopo la riforma?<br />
La scuola secondaria superiore, con la<br />
riforma appena approvata, offre oggi un<br />
panorama più chiaro e definito di possib<strong>il</strong>ità<br />
e un’offerta formativa rinnovata e coerente,<br />
pensata per rispondere con efficacia<br />
alle scelte di ogni studente.<br />
La nuova scuola secondaria superiore<br />
punta prima di tutto allo sv<strong>il</strong>uppo delle<br />
competenze di base (italiano, matematica,<br />
scienze e le lingue straniere) per mettere<br />
la nostra scuola al passo con gli altri Paesi<br />
dell’Unione Europea.<br />
Nuovi quadri orario più sostenib<strong>il</strong>i per<br />
gli studenti.<br />
Tutti i percorsi delle scuole superiori<br />
permettono di proseguire gli studi all’Università<br />
o presso gli Istituti Tecnici Superiori<br />
(ITS) o d’inserirsi nel mondo del lavoro.<br />
Materie nuove e un ampliamento<br />
della quota di flessib<strong>il</strong>ità permettono alla<br />
scuola di adattare l’offerta formativa ai<br />
bisogni dello studente, in collegamento<br />
con <strong>il</strong> territorio e <strong>il</strong> mercato del lavoro.<br />
Il nuovo impianto organizzativo della<br />
Scuola Secondaria Superiore<br />
– 6 Nuovi licei:<br />
1. Liceo Artistico<br />
2. Liceo Classico<br />
3. Liceo Linguistico<br />
Le nuove cLassi suPeriori<br />
Da oGGI È PIù FaCILe SCeGLIere<br />
s c u o l a d o M a N i<br />
4. Liceo Musicale e Coreutico<br />
5. Liceo Scientifico<br />
6. Liceo delle Scienze Umane<br />
– Nuovi Tecnici - 2 settori - 11 indirizzi<br />
1. SETTORE ECONOMICO<br />
• Amministrazione, Finanza e Marketing<br />
• Turismo<br />
2. SETTORE TECNOLOGICO<br />
• Meccanica, Meccatronica ed Energia<br />
• Trasporti e logistica<br />
• Elettronica ed Elettrotecnica<br />
• Informatica e Telecomunicazioni<br />
• Grafica e Comunicazioni<br />
• Chimica, Materiali e Biotecnologie<br />
• Sistema Moda<br />
• Agraria, Agroalimentare e Agroindustria<br />
• Costruzioni, Ambiente e Territorio<br />
– Nuovi Professionali - 2 settori - 6 Indirizzi<br />
1. SETTORE DEI SERVIZI<br />
• Servizi per l’agricoltura e lo sv<strong>il</strong>uppo<br />
rurale<br />
• Servizi socio-sanitari<br />
• Servizi per l’enogastronomia e<br />
l’ospitalità alberghiera<br />
• Servizi commerciali<br />
2. SETTORE INDUSTRIA E ATRI-<br />
GIANATO<br />
• Produzioni artigianali e industriali<br />
• Manutenzione e assistenza tecnica<br />
Cosa offre <strong>il</strong> liceo?<br />
Una formazione di base ampia, ut<strong>il</strong>e ad<br />
acquisire le conoscenze, le ab<strong>il</strong>ità e le<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
25
26<br />
s c u o l a d o M a N i<br />
competenze adeguate a leggere e interpretare<br />
la realtà con atteggiamento critico,<br />
razionale, ma anche creativo e progettuale.<br />
Il liceo dura 5 anni ed è suddiviso in<br />
due bienni e in un quinto anno, al termine<br />
del quale gli studenti sostengono l’esame<br />
di Stato e conseguono <strong>il</strong> diploma di Istruzione<br />
Liceale.<br />
Sono previste 27 ore settimanali nel<br />
primo biennio (ad eccezione dei licei Artistico<br />
34 ore e Musicale Coreutico 32 ore);<br />
le ore aumentano a seconda degli indirizzi<br />
negli anni successivi.<br />
Le materie comuni a tutti i Licei sono:<br />
italiano, storia e geografia, f<strong>il</strong>osofia (dal<br />
terzo anno), storia dell’arte, scienze naturali,<br />
matematica, fisica, scienze motorie e sportive,<br />
religione o attività alternative. La lingua<br />
straniera è studiata per tutti e 5 gli anni.<br />
All’ultimo anno, si introduce l’insegnamento<br />
in una lingua straniera di una<br />
materia non linguistica.<br />
Gli studenti possono scegliere tra 6<br />
percorsi liceali:<br />
1. Artistico<br />
Sono previste, oltre alle materie comuni:<br />
chimica, discipline grafico-pittoriche,<br />
geometriche e plastiche, laboratoriali<br />
artistiche<br />
A partire dal secondo biennio, gli studenti<br />
potranno scegliere tra sei indirizzi:<br />
Arti figurative, Architettura e ambiente,<br />
Design, Audiovisivo e multimediale, Grafica,<br />
Scenografia<br />
2. Classico<br />
Sono previste, oltre alle materie comuni:<br />
latino e greco.<br />
3. Linguistico<br />
Sono previste, oltre alle materie co-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
muni: latino (solo al primo biennio) e tre<br />
lingue straniere.<br />
4. Musicale e Coreutico<br />
Sono previste, oltre alle materie comuni:<br />
• nel MUSICALE: esecuzione e interpretazione,<br />
teoria, analisi e composizione,<br />
storia della musica, laboratorio<br />
di musica d’insieme, tecnologie musicali.<br />
• nel COREUTICO: storia della danza,<br />
storia della musica, tecniche della<br />
danza, laboratorio coreutico, laboratorio<br />
coreografico, teoria e pratica<br />
musicale per la danza.<br />
5. Scientifico<br />
È <strong>il</strong> percorso di studio liceale con <strong>il</strong> più<br />
alto numero di ore di matematica e prevede<br />
lo studio del latino.<br />
È prevista una opzione scienze applicate:<br />
questa opzione - che non prevede <strong>il</strong><br />
latino - è caratterizzata da un più alto numero<br />
di ore dedicate a biologia, chimica e<br />
scienze della terra, e prevede inoltre lo<br />
studio dell’informatica.<br />
6. Scienze Umane<br />
Sono previste, oltre alle materie comuni:<br />
antropologia, pedagogia, psicologia<br />
e sociologia, latino, diritto ed economia. È<br />
possib<strong>il</strong>e optare per un percorso economico-sociale,<br />
per <strong>il</strong> quale si prevede antropologia,<br />
metodologia della ricerca, psicologia<br />
e sociologia, una seconda lingua<br />
straniera in sostituzione del latino, diritto<br />
ed economia politica.<br />
La Redazione
s c u o l a e x t r a M o e N i a<br />
settimana bianca 2010<br />
IL VaNtaGGIo DI Fare CoMuNItà: eSSere LIberI INSIeMe<br />
Quando ha inizio un viaggio non sappiamo<br />
mai veramente dove ci porterà e<br />
soprattutto cosa, al rientro di questo, ci<br />
porteremo dietro.<br />
alcuni viaggi ci riservano delle sorprese<br />
che, seppur non sempre piacevoli,<br />
ci aiutano a crescere o ancora ad imparare,<br />
proprio come è stato per questa settimana<br />
bianca.<br />
al momento della partenza eravamo<br />
tutti convinti che si trattasse unicamente<br />
di una vacanza all’insegna del relax,<br />
un’esperienza che avremmo<br />
ricordato per le ore di svago<br />
e libertà.<br />
ben presto ci siamo<br />
resi conto, però, di<br />
quanto condividere i<br />
propri spazi, oltre<br />
che i principali mo-<br />
menti della giornata, non sia poi così<br />
semplice...<br />
Difatti <strong>il</strong> rispetto di alcune regole è<br />
stato motivo di tensioni varie, risoltesi sì<br />
durante <strong>il</strong> corso della settimana, ma comunque<br />
significative ai fini della conoscenza<br />
di se stessi. ognuno ha avuto in<br />
tal modo, appunto, la possib<strong>il</strong>ità di confrontarsi,<br />
mettere alla prova la propria<br />
tolleranza, capacità di adattamento, apertura<br />
al dialogo, scoprendo così che erano<br />
molte le persone che avevamoerroneam<br />
e n t e<br />
giudicato<br />
con<br />
superficialità.<br />
abbiamo imparato<br />
che vi sono circostanze<br />
in cui è bene saper ascoltare<br />
e che sono infiniti i<br />
mezzi ed i modi con i<br />
quali poter comunicare.<br />
abbiamo avuto la dimostrazione di<br />
quanto fare gruppo significhi stare insieme<br />
non alterando la propria personalità,<br />
bensì rispettando gli altri.<br />
Ci siamo accorti di quanto la nostra<br />
quotidianità ci porti ad ignorare <strong>il</strong> miracolo<br />
di una natura, a cui troppo spesso<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
27
28<br />
s c u o l a e x t r a M o e N i a<br />
riserviamo indifferenza perché tra i frastuoni<br />
della città spesso non udiamo più<br />
neanche <strong>il</strong> canto dei merli e dimentichiamo<br />
di fermarci ad ammirare un raggio<br />
di sole che batte sulle cime dei<br />
monti.<br />
Sembra paradossale, eppure alla<br />
vista di un paesaggio con un non so<br />
che di paradisiaco ci fa spesso quasi<br />
paura contemplarne <strong>il</strong> sacrale, armonico<br />
s<strong>il</strong>enzio, di cui invece abbiamo<br />
riscoperto <strong>il</strong> valore.<br />
Così come abbiamo rivalutato<br />
<strong>il</strong> piacere di passeggiare vedendo<br />
scorrere lento <strong>il</strong> fiume, al<br />
di sotto dei caratteristici ponti di legno.<br />
Siamo stati fortunati, inoltre, perché<br />
accompagnati dal bel tempo, che ci ha<br />
concesso di sciare<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
quasi l’intera settimana<br />
e chi di noi non aveva<br />
mai visto neanche un<br />
paio di sci alla fine ha<br />
potuto dire d’aver almeno<br />
appreso la tecnica<br />
dello spazzaneve.<br />
C’è chi rammenta<br />
ancora i cori canticchiati<br />
ovunque non<br />
appena ve ne era l’occasione<br />
e divenuti<br />
quasi “patriottici”; i raduni<br />
serali tra una partita<br />
a b<strong>il</strong>iardino e burraco ed i barattoli di<br />
nutella che giravano tra i tavoli a colazione.<br />
era come far parte di una famiglia allargata,<br />
con sveglia comune, orari e regole<br />
da rispettare, eppure non mancavano<br />
tempi entro i quali sorridere. Siamo riusciti<br />
cioè a convivere, comprendendo che<br />
imporre le proprie esigenze o abitudini è<br />
ignorare <strong>il</strong> benessere collettivo per quello<br />
personale, mentre <strong>il</strong> vantaggio del fare<br />
comunità è che s’impara ad essere liberi<br />
insieme.<br />
Manuela Capparella<br />
I Classico A
s c u o l a e x t r a M o e N i a<br />
iL <strong>Pontano</strong> a Ponte di Legno<br />
Quest’anno per me studentessa del<br />
terzo anno del liceo classico dell’<strong>Istituto</strong><br />
<strong>Pontano</strong> si è posto un piccolo d<strong>il</strong>emma:<br />
partecipare al viaggio organizzato per<br />
“l’ultimo anno” a Parigi o alla “Settimana<br />
bianca” stab<strong>il</strong>ita per tutte le restanti classi?<br />
Non ho avuto dubbi; la mia passione<br />
per lo sci e per lo sport in<br />
generale mi hanno<br />
spinto ad aggregarmi,<br />
come<br />
unica allieva<br />
dell’ultimo<br />
anno, al<br />
gruppo in<br />
p a r t e n z a<br />
per la località<br />
sciistica<br />
Ponte di Legno.<br />
ero sicura<br />
che i miei<br />
compagni di<br />
classe avrebbero<br />
capito la<br />
mia scelta.<br />
Siamo partiti in pulman la sera del sabato<br />
13 febbraio da Napoli, accompagnati<br />
dal rettore P. Fabrizio Valletti, dal professore<br />
Carmine De Leo e altri docenti (Clemente<br />
allocca, Cattaneo bitti, annarita<br />
Lama, Pietro Sarcinelli, erminia Schiavone),<br />
dal sig. Mario trapanese e da un ex<br />
alunno Federico Fabbricatore, per giungere<br />
alla meta la mattina di domenica,<br />
dove siamo stati accolti ed ospitati calorosamente<br />
a “V<strong>il</strong>la Luzzago”.<br />
Il pomeriggio è trascorso nella faticosa<br />
scelta delle attrezzature da sci, essendo in<br />
tanti, circa novanta ragazzi, e con esigenze<br />
diverse.<br />
G r a z i e<br />
all’aiuto degli<br />
accompagnatori,disponib<strong>il</strong>i<br />
e pazienti,<br />
tutti<br />
noi <strong>il</strong> mattino<br />
dopo<br />
e r a v a m o<br />
pronti ad<br />
affrontare<br />
le piste del<br />
Passo del<br />
tonale, dove<br />
ci attendevano<br />
i nostri<br />
maestri della scuola<br />
di sci.<br />
La maestosità dei luoghi immersi in<br />
una natura incontaminata e la particolare<br />
bellezza delle piste mi hanno colpita tanto<br />
da spingermi a sciare sempre più in alto<br />
fino ad affrontare la meravigliosa pista<br />
“Paradiso” a circa 2585 metri di altezza,<br />
provando nel discenderla un’ebbrezza veramente<br />
unica.<br />
Fortunatamente per noi sciatori alle<br />
13.15 circa aveva inizio la pausa pranzo al<br />
rifugio “rododendro” situato a circa 1884<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
29
30<br />
s c u o l a e x t r a M o e N i a<br />
metri, occasione di allegria e di confronto<br />
sulle nostre “prodezze” sciistiche e su<br />
quelle dei professori, per poi riprendere le<br />
lezioni dalle 15.00 alle 17.00.<br />
La sera, stremati dall’intensa giornata<br />
di sport, ci riunivamo nelle sale di intratte-<br />
nimento della V<strong>il</strong>la organizzando tornei di<br />
giochi da tavolo o serate cinematografiche.<br />
Non è mancato <strong>il</strong> momento di confronto<br />
e riflessione spirituale per noi tutti<br />
in occasione della Santa Messa, presieduta<br />
dal Padre rettore per la celebrazione delle<br />
Ceneri, <strong>il</strong> giorno 17 febbraio.<br />
Velocemente è giunto l’ultimo giorno<br />
di lezione in cui erano programmate le<br />
gare finali per noi allievi della scuola di sci,<br />
ma poiché le condizioni metereologiche<br />
non erano particolarmente favorevoli, non<br />
tutti hanno partecipato. La sera stessa si<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
sono svolte le premiazioni in presenza dei<br />
maestri di sci che hanno elogiato la nostra<br />
partecipazione e le nostre qualità, consegnando<br />
a ciascuno la tessera di Classifica-<br />
zione: per me argento III Classe. evviva!<br />
Il giorno dopo, 20 febbraio, siamo partiti<br />
con la nostalgia di queste meravigliose<br />
giornate, ma in particolare io ho scoperto<br />
di avere tanti ricordi delle bellissime opportunità<br />
che mi ha offerto l’<strong>Istituto</strong> <strong>Pontano</strong><br />
in tutti questi anni e di essere consapevole<br />
che purtroppo questo è per me<br />
veramente l’ultimo anno di un ciclo della<br />
mia vita che non dimenticherò mai.<br />
Grazie professori!<br />
Grazie <strong>Istituto</strong> <strong>Pontano</strong>!<br />
Vittoria salvi<br />
III Classico B
s c u o l a e x t r a M o e N i a<br />
imParare divertendosi<br />
La FaNtaSIa NeLLe attIVItà DIDattIChe<br />
Noi ragazzi siamo molto creativi ed<br />
esprimiamo la nostra fantasia anche attraverso<br />
le attività scolastiche: mettiamo<br />
le nostre idee sulla carta e le adattiamo al<br />
tema che dobbiamo affrontare.<br />
Come alunni della III Media sez. a<br />
del <strong>Pontano</strong>, abbiamo realizzato un progetto<br />
sulla conoscenza della nostra città,<br />
Napoli, e abbiamo presentato i risultati<br />
agli alunni di una scuola di Palermo in<br />
visita al nostro istituto.<br />
abbiamo avuto l’idea di trasformare i<br />
nostri gruppi di lavoro in tre “agenzie di<br />
viaggio”, formate da quattro alunni ciascuna<br />
(aLGetur – anna I., Lara a.,<br />
Giulia L., emanuele M. – GSFP tra-<br />
VeLS – Giulia S., Giuseppe S., Francesca<br />
P., Fabio P., - PoNtaNo VIaGGI<br />
– Pietro C., Giuseppe C., Davive C.,<br />
Luca r.). con l’aiuto della nostra professoressa<br />
di educazione artistica, annunziata<br />
andreano, ogni gruppo si è occupato<br />
di mostrare ai nostri compagni sic<strong>il</strong>iani<br />
la nostra città e la sua storia, i suoi<br />
dintorni ed <strong>il</strong> suo assetto urbanistico, le<br />
sue bellezze e le sue ricchezze, le sue attrazioni<br />
e i suoi magnifici paesaggi. abbiamo<br />
parlato di Napoli appena fondata<br />
e delle sue strade a scacchiera, quindi dei<br />
decumani maggiore, superiore ed inferiore.<br />
abbiamo ovviamente parlato di<br />
Pompei, del Vesuvio ed anche della cappella<br />
di San Severo. ogni gruppo ha<br />
esposto <strong>il</strong> proprio itinerario in maniera<br />
diversa, come un libro scritto a mano e<br />
r<strong>il</strong>egato, come un cartellone più schematico<br />
e semplice, come un libro stampato,<br />
arricchito di immagini.<br />
abbiamo poi continuato <strong>il</strong> progetto<br />
con delle ricerche su Ischia, Capri, San<br />
Gregorio armeno, <strong>il</strong> Duomo ed altre<br />
chiese di Napoli. Grazie all’uso della lavagna<br />
interattiva che quest’anno abbiamo<br />
imparato ad usare meglio, i nostri<br />
lavori diventano sempre più ricchi ed<br />
interessanti e la nostra capacità di esposizione<br />
migliora. Le idee cambiano, speriamo,<br />
sempre in meglio. ognuno di noi<br />
si dedica piacevolmente a queste attività:<br />
sono anche un pretesto per incontrarci<br />
più spesso con gli amici ed un modo più<br />
divertente per “guadagnarsi” bei voti.<br />
La nostra classe adora cimentarsi in<br />
questi lavori perché sono stimolanti e<br />
tutti pensiamo che essi ci aiuteranno a<br />
sostenere l’esame di terza Media: mostrarli<br />
alla commissione ci permetterà di<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
31
32<br />
s c u o l a e x t r a M o e N i a<br />
dar prova dell’impegno che abbiamo<br />
avuto durante l’anno scolastico e ci agevolerà<br />
nella prova orale.<br />
abbiamo imparato molto da queste<br />
attività: che Pompei è una città famosa<br />
per le sue rovine<br />
rinvenute intorno<br />
al 1600, una città<br />
distrutta dall’eruzione<br />
del Vesuvio,<br />
<strong>il</strong> vulcano in stato<br />
di quiescenza di<br />
Napoli, del 79 d.<br />
C. Dalla città<br />
sommersa gli archeologi<br />
hanno<br />
ricavato i calchi di<br />
alcune vittime<br />
dell’eruzione rimaste<br />
imprigionate sotto metri di cenere.<br />
Queste “statue” sono oggi delle attrazioni<br />
per i turisti, molto affascinati ed<br />
entusiasti. Ci ha molto colpito <strong>il</strong> calco di<br />
una donna incinta; ci ha fatto rendere<br />
conto dell’umanità di questi pezzi di<br />
gesso e della strage che ha causato l’eruzione.<br />
Queste ricerche collegano l’arte ad<br />
altre materie come la geografia, nel caso<br />
dello studio sulle isole di Ischia e Capri.<br />
Conosciamo ora dove si trovano, le loro<br />
caratteristiche morfologiche, ma anche le<br />
chiese bianche o i musei che ospitano.<br />
ora sappiamo, per esempio, come si<br />
costruisce un tipico pastore napoletano e<br />
dove si trova l’antica strada di San Gregorio<br />
armeno, l’unica di Napoli che<br />
conserva ancora <strong>il</strong> fascino romano, medioevale<br />
e barocco, senza dimenticare <strong>il</strong><br />
suo convento e <strong>il</strong> suo magnifico chiostro.<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
Siamo ora in grado di descrivere <strong>il</strong><br />
Duomo, la sua facciata gotica, le cappelle<br />
che ospita e <strong>il</strong> tesoro del Santo martire.<br />
Napoli è speciale e con i nostri lavori<br />
cerchiamo di mettere in luce la sua bellezza!<br />
ultimamente abbiamo<br />
iniziato un progetto<br />
sull’acqua, un<br />
tema che riguarda non<br />
solo l’arte ma tutte le<br />
materie. anche in questo<br />
lavoro ci stiamo impegnando<br />
molto. C’è<br />
chi è stato incaricato di<br />
dipingere o riprodurre<br />
un quadro “acquatico”,<br />
chi di inventare<br />
un fumetto sull’importanza<br />
di questa risorsa<br />
che in alcuni Paesi scarseggia, chi di comporre<br />
alcuni versi con didascalie, chi di<br />
fare un plastico e chi di fare l’analisi di<br />
un’opera riguardante l’acqua.<br />
ecco un elemento che arricchisce la<br />
nostra ricerca: l’analisi di un’opera. essa<br />
consiste nello scegliere un’opera, pittorica,<br />
scultorea o architettonica; individuarne<br />
ed evidenziarne con colori diversi<br />
le linee di forza, contorno e prospettiva;<br />
analizzarla dal punto di vista storico e<br />
studiarne l’autore.<br />
Insomma siamo proprio orgogliosi di<br />
ciò che stiamo realizzando e non vediamo<br />
l’ora di mostrare i nostri progetti, impegnandoci<br />
con cura a renderli ancora migliori<br />
e più ricchi.<br />
Laura Archivolti e Giulia Leone<br />
III Media A
Da circa due anni lavoro all’<strong>Istituto</strong><br />
come docente-educatrice delle discipline<br />
arte e immagine, Disegno tecnico e Storia<br />
dell’arte.<br />
Durante <strong>il</strong> primo anno scolastico, un<br />
giorno la preside mi ha comunicato che<br />
un padre gesuita voleva<br />
incontrarmi. È<br />
nata così con P. Clemente<br />
russo una collaborazione<br />
per analizzare<br />
e confrontare insieme<br />
le opere presenti<br />
nello storico palazzo<br />
Cariati.<br />
aiutati da un inventario<br />
del 1997 eseguito<br />
dalla Sovraintendenza<br />
di Napoli, abbiamo<br />
iniziato questa<br />
affascinante esperienza.<br />
Passo dopo<br />
passo, parete dopo parete,<br />
quadro dopo<br />
quadro, analizzando e<br />
conoscendo queste<br />
meravigliose opere,<br />
l’emozione e l’entusiasmo<br />
hanno fatto nascere<br />
in me <strong>il</strong> desiderio<br />
di coinvolgere i miei<br />
alunni. Mi sono chiesta:<br />
chissà quante volte<br />
passeggiando, percorrendo<br />
ed anche cor-<br />
L’arte aL <strong>Pontano</strong><br />
IMParare a LeGGere uN’oPera<br />
s c u o l a e x t r a M o e N i a<br />
rendo per queste bellissime sale hanno<br />
prestato attenzione a questi capolavori?<br />
ho proposto quindi agli alunni di III<br />
Media di affiancarmi in questa attività<br />
perché ho pensato di offrire loro, che<br />
sono in procinto di lasciare o continuare<br />
Estasi di San Francesco D'Assisi, Luca Giordano, seconda metà del XVII sec.<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
33
34<br />
s c u o l a e x t r a M o e N i a<br />
Madonna delle Grazie con S. Anna e S. Gioacchino, Luca<br />
Giordano, seconda metà del XVII sec.<br />
<strong>il</strong> loro cammino di crescita nell’istituto,<br />
l’opportunità di conoscere e prestare<br />
maggiore attenzione ad opere presenti in<br />
aule, corridoi, presidenze, che da sempre<br />
accompagnano le loro attività scolastiche.<br />
Gli artisti Luca Giordano, Domenico<br />
Gargiulo detto Mimmo Spadaro e Francesco<br />
De Mura, fanno parte di una produzione<br />
storico-artistica culturale della<br />
città di Napoli: non c’è chiesa dove non<br />
ci si volti per ammirarli.<br />
Gli alunni sono stati divisi in tre<br />
gruppi, apparentemente in modo casuale,<br />
ma da me scelti con cura per stimolare<br />
nuove amicizie e far uscire i ragazzi<br />
dai soliti gruppetti presenti in classe.<br />
ad ogni gruppo è stato affidato un<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
artista, lo studio della biografia, le opere<br />
presenti nei musei, nelle chiese di Napoli.<br />
I ragazzi sono stati posti a contatto diretto<br />
con l’opera da analizzare, creando<br />
così un’empatia tra gli alunni e <strong>il</strong> quadro,<br />
suscitando emozioni, sensazioni e facendo<br />
comprendere l’importanza della<br />
produzione artistica.<br />
I ragazzi hanno partecipato con attenzione<br />
ed entusiasmo e hanno avuto l’opportunità<br />
di presentare <strong>il</strong> loro lavoro in<br />
occasione dell’open Day dell’istituto;<br />
come veri critici d’arte hanno descritto le<br />
opere ai futuri genitori ed alunni. L’operazione<br />
ripetuta per <strong>il</strong> “Maggio dei Monumenti”<br />
ha riscosso <strong>il</strong> consenso di tutti<br />
i visitatori.<br />
Durante questa esperienza ho potuto<br />
osservare e soprattutto conoscere meglio<br />
i miei giovani allievi. Divertendosi tra<br />
loro, collaborando, organizzandosi, assegnandosi<br />
i vari compiti, sono cresciuti<br />
nell’amicizia ma anche nell’interesse per<br />
l’arte. hanno compreso che un quadro,<br />
un’opera, nasconde infinite risposte e<br />
continui messaggi che bisogna imparare<br />
ad ascoltare.<br />
Questa esperienza è cominciata quasi<br />
per gioco, come un compito che mi era<br />
stato assegnato, ma in più momenti mi ha<br />
arricchito professionalmente. oggi <strong>il</strong> mio<br />
cuore è pieno di gioia perché penso di<br />
aver aiutato i miei alunni ad avere degli<br />
strumenti per comprendere <strong>il</strong> messaggio<br />
profondo che ogni opera artistica offre.<br />
Annunziata Andreano<br />
docente
s c u o l a e x t r a M o e N i a<br />
i giornaLi e La verità: quaLe raPPorto?<br />
Il primo febbraio si è svolto al centro<br />
hurtado, presso Scampia, la prima lezione<br />
del corso di giornalismo tenuto in<br />
collaborazione con <strong>il</strong> Mattino. Il corso<br />
era articolato come una serie di seminari<br />
che si sarebbero conclusi con l’incontro<br />
con <strong>il</strong> direttore Virman Cusenza. F<strong>il</strong><br />
rouge di queste lezioni tenute da titti<br />
Marrone, che ci ha introdotti nel mondo<br />
dei quotidiani <strong>il</strong>lustrandoci in particolare<br />
quali sono i criteri con cui viene giudicata,<br />
in redazione, l'importanza<br />
di una notizia e<br />
quali sono i vari<br />
tipi di linguaggi<br />
che vengono quotidianamenteut<strong>il</strong>izzati<br />
nello scrivere un<br />
giornale. Sicuramente<br />
tutti concordano<br />
che i “mattoni”<br />
di un giornale sono le<br />
notizie, ma meno oggettiva<br />
diventa la valutazione<br />
della diversa<br />
importanza che<br />
queste hanno e quindi <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo da attribuire<br />
a ciascuna nella stesura delquotidiano<br />
stesso. Punti di riferimento sono i<br />
News Values (Valori Notizia) che possono<br />
in qualche modo fungere da bussola<br />
quando si tratta di stab<strong>il</strong>ire la portanza di<br />
tutte le informazioni che arrivano in redazione.<br />
Gli elementi da prendere in conside-<br />
razione sono tanti: si va dalla novità di<br />
ciò che è accaduto al pathos che la notizia<br />
porta con sé, dalla drammaticità e dalle<br />
dimensioni dell’evento in questione alla<br />
sua vicinanza in relazione al target dei<br />
lettori del giornale. Dibattito interessante<br />
è sorto in relazione al ruolo che i giornalisti<br />
hanno o dovrebbero avere nello<br />
scoprire e nel divulgare al meglio la<br />
verità. Sicuramente<br />
è diffic<strong>il</strong>e<br />
coniugare<br />
tutte le forze<br />
e le pressioni<br />
che vengono<br />
esercitate su questa<br />
figura professionale<br />
con un’etica<br />
e una deontologia<br />
così severe e rigorose.<br />
Le pressioni politiche,<br />
le pressioni<br />
da parte della criminalità<br />
organizzata e<br />
la necessità di realizzare<br />
un prodotto - <strong>il</strong><br />
giornale - che possa essere sostenib<strong>il</strong>e dal<br />
punto di vista economico rendono sicuramente<br />
complesso, per chiunque, voler<br />
essere sempre corretti verso tutti e nel<br />
contempo assolvere a quel diritto-dovere<br />
costituzionale che è l’informare la gente<br />
su ciò che sta avvenendo senza comode<br />
omissioni. Ci siamo posti, ad esempio, <strong>il</strong><br />
problema di come realizzare dei titoli che<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
35
36<br />
s c u o l a e x t r a M o e N i a<br />
fossero <strong>il</strong> più equ<strong>il</strong>ibrati possib<strong>il</strong>i e abbiamo<br />
scoperto che non è fac<strong>il</strong>e coniugare<br />
questo, anche con la semplice mancanza<br />
di spazio fisico sulle pagine. Si è arrivati a<br />
proporre l’abolizione dei titoli<br />
per evitare interpretazioni<br />
troppo soggettive del<br />
fatto, però si è sottolineato<br />
che non sempre è possib<strong>il</strong>e<br />
leggere <strong>il</strong> giornale in un<br />
clima ideale, considerando<br />
anche la funzione spesso di<br />
svago e di relax che <strong>il</strong> giornale<br />
ha, che permetta una<br />
lettura approfondita di tutto l’articolo e,<br />
quindi, una riflessione critica e per questo<br />
nasce la necessità di mettere in evidenza le<br />
parti salienti degli avvenimenti così da<br />
permettere un’informazione “mordi e<br />
fuggi” che alcuni ritengono possa essere<br />
meglio di niente.<br />
Secondo me quest'ultima riflessione è<br />
opinab<strong>il</strong>e poiché è preferib<strong>il</strong>e non conoscere<br />
proprio un qualsiasi fatto che non sia ogget-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
tivo piuttosto che farsene un’opinione superficiale<br />
e quindi molto spesso sbagliata<br />
anche perché, dato <strong>il</strong> numero delle informazioni<br />
che ci arrivano ogni giorno, non credo<br />
che spesso si cerchi di approfondire<br />
ciò di cui si è letto<br />
poco e male. a mio parere,<br />
comunque, anche se, come<br />
obiettano molti, la perfezione<br />
non è raggiungib<strong>il</strong>e, è<br />
necessario cercare sempre di<br />
seguire quel percorso di avvicinamento<br />
alla verità che<br />
dovrebbe portare a rendere <strong>il</strong><br />
giornale un prodotto sempre più equ<strong>il</strong>ibrato<br />
e che stimoli nella giusta maniera i cittadini<br />
ad una lettura critica degli avvenimenti, evitando<br />
al contempo le numerosissime querelles<br />
che nascono da titoli o articoli troppo di<br />
parte i quali arrivano quasi a modificare la<br />
notizia stessa o comunque troppo profondamente<br />
come questa viene percepita.<br />
Lucio Maria M<strong>il</strong>anese<br />
I Classico A<br />
«I genitori, gli insegnanti e la comunità ecclesiale sono chiamati a collaborare<br />
per educare i bambini e i ragazzi ad essere selettivi e a maturare un atteggiamento<br />
critico, coltivando <strong>il</strong> gusto per ciò che è esteticamente e moralmente valido». Anche<br />
i media tuttavia «devono recare <strong>il</strong> loro contributo a questo impegno educativo, promuovendo<br />
la dignità della persona umana, <strong>il</strong> matrimonio e la famiglia, le conquiste e i traguardi<br />
della civ<strong>il</strong>tà». Infatti «i programmi che inculcano violenza e comportamenti anti-sociali o<br />
volgarizzano la sessualità umana sono inaccettab<strong>il</strong>i, tanto più se proposti ai minori». Per<br />
questo dunque «rinnovo l’appello ai responsab<strong>il</strong>i dell’industria dei media e agli operatori<br />
della comunicazione sociale, affinché salvaguardino <strong>il</strong> bene comune, rispettino la verità e<br />
proteggano la dignità della persona e della famiglia».<br />
Benedetto XVI<br />
Regina Caeli nella Giornata delle comunicazioni sociali
e s P e r i e N Z e<br />
La cena soLidaLe a naPoLi<br />
uN “SeGNo” DI VIta NeLLa MISSIoNe<br />
Ci sono giovani che ogni anno spendono<br />
un pezzo della loro estate per un<br />
esperienza di missione. esperienza di vita,<br />
di amore, donato e – soprattutto – ricevuto.<br />
Dai campi di lavoro del Progetto<br />
Speranza, promosso dalla Lega Missionaria<br />
studenti, non si torna mai come<br />
prima… In romania come in bosnia, in<br />
Perù come a Cuba e, dallo scorso anno,<br />
in Cina, l’incontro col volto dell’altro,<br />
sofferente e inchiodato su vecchie e<br />
nuove croci, si fa esperienza di umanità e<br />
di senso esistenziale, palestra di solidarietà<br />
concreta, laboratorio di un mondo<br />
migliore, cammino di fede e di vita,<br />
nuova e rinnovante.<br />
Centinaia di giovani (e non solo), ormai<br />
di più generazioni, hanno vissuto e<br />
continuano a vivere la scelta del camminare<br />
insieme nel farsi prossimo nel nome<br />
del Vangelo. hanno sentito <strong>il</strong> calore della<br />
mano di un bambino di strada, hanno<br />
visto <strong>il</strong> colore di una lacrima o di un sor-<br />
riso sul volto avvizzito di un anziano solo<br />
o ammalato, hanno toccato la pelle purulenta<br />
e ferita dell’ingiustizia e dell’impoverimento.<br />
Fede, vita, studio, politica,<br />
economia, sociale s’incarnano in volti,<br />
relazioni, desideri, scelte, impegni, vocazioni.<br />
Scoppia nel tempo di missione<br />
qualcosa “dentro”, che sconvolge schemi<br />
e appartenenze, rimette in discussione <strong>il</strong><br />
proprio rapporto con sé stessi, con Dio,<br />
con l’umanità, con <strong>il</strong> Creato. Pone nuovi<br />
interrogativi, che spesso cadono nel terreno<br />
della disponib<strong>il</strong>ità a cambiare punto<br />
di vista, a guardare le cose in un altro<br />
modo, ad essere fruitori della lezione di<br />
vita che solo i poveri sanno dare. Quel<br />
terreno di missione si fa coltura di nuovi<br />
orizzonti, personali, comunitari, sociali e<br />
“luogo” e “tempo” per trovare anche la<br />
forza di fare scelte forti, coraggio di scandire<br />
quei pochi “si” e “no” che ritmano<br />
un’esistenza, e rendono capaci anche, ad<br />
esempio, di cambiare facoltà, università o<br />
lavoro per essere meglio costruttori di un<br />
mondo migliore e al servizio di Cristo “povero<br />
e um<strong>il</strong>iato”. Perché quei giovani<br />
sono nel “cuore” delle ferite della Storia,<br />
a partire dalle quali è possib<strong>il</strong>e edificare<br />
la “città” dell’uomo. ed abitarla, insieme,<br />
pacificandola, nel rispetto delle<br />
culture, delle differenze etniche, religiose,<br />
di genere.<br />
Questi giovani sono riusciti ad intrecciare<br />
amicizie, rapporti, iniziative che<br />
vanno oltre le esperienze dei campi. In-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
37
38<br />
e s P e r i e N Z e<br />
ternet si fa spazio e strumento per accoglierne<br />
la ragnatela di f<strong>il</strong>i di amicizia e di<br />
interessi che li legano, e che hanno costruito<br />
anche piccole “comunità” che<br />
vanno oltre i confini angusti e insufficienti<br />
delle appartenenze e delle etichette.<br />
Spesso scatta anche <strong>il</strong> tam-tam, <strong>il</strong> passaparola,<br />
l’appello su ema<strong>il</strong>, blog, social<br />
network per incontrarsi ovunque nella<br />
Penisola e sentire la forza di dare corpo<br />
ai desideri, ai sogni, alle idee; insieme.<br />
Magari per sostenere i “nostri” bimbi di<br />
truijllo o di Sighet, e donare Speranza;<br />
ma anche una certezza: Dio è amore e<br />
noi siamo figli del Padre Nostro, da vivere<br />
e da donare. Come fratelli. anche con chi<br />
è in dubbio di fede e in ricerca di senso<br />
esistenziale, compagno di cammino: accoglienti,<br />
senza pregiudizi. Proprio per<br />
fargli fare esperienza di Dio amore ed<br />
annunciare la gioia di essere figli dello<br />
stesso Padre, andando verso chi aspetta<br />
pane, casa, lavoro, dignità, affetto, sbattuto<br />
a terra e crocifisso dall’egoismo e dal<br />
potere di turno. Lì la Missione, l’annuncio<br />
del Vangelo si fa volto dell’altro e<br />
copre, come rugiada, <strong>il</strong> campo della vita<br />
devastato dal dolore. Segno e sogno di<br />
primavera di Vita.<br />
la cena solidale a Napoli<br />
“Dobbiamo preparare 250 sarmale<br />
per la Cena solidale della Lega…!”. Il<br />
nostro inesaurib<strong>il</strong>e Luigi lancia a Gabriella<br />
e in famiglia la richiesta di questo<br />
piatto rumeno, conosciutissimo dai volontari<br />
che fanno i campi a Sighet. Ci<br />
torna alla mente quando, dieci anni fa<br />
circa, tornò dal suo primo campo in ro-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
mania, con un’altra determinazione di<br />
vita. Negli anni successivi invitò anche<br />
noi genitori e Francesco ad andarci. e fu<br />
bellissimo quell’anno in cui tutti e quattro<br />
eravamo lì… Quei volti, la LMS sono<br />
entrati definitivamente “nella” nostra Famiglia,<br />
ne fanno parte; noi da decenni<br />
della CVX e della “Famiglia Ignaziana”.<br />
Il tam-tam tra i giovani campani che<br />
hanno partecipato ai campi ha cominciato<br />
a lanciare i suoi segnali a gennaio di<br />
quest’anno. Da qualche anno la LMS a<br />
Napoli, come gruppo, non c’è più. Ma ci<br />
sono loro, i “volontari”. ragazzi (alcuni<br />
ormai giovani-adulti) della prima ora e<br />
chi solo lo scorso anno ha fatto la sua<br />
prima esperienza. La cena è ormai una<br />
tradizione: in alcune città italiane viene<br />
organizzata per favorire l’incontro, per<br />
promuovere la conoscenza dei campi e i<br />
loro obiettivi (quindi anche la partecipazione)<br />
e, infine, per raccogliere fondi a<br />
sostegno dei progetti (“una mano sul<br />
cuore l’altra sul portafoglio”, ripete da<br />
sempre P. Massimo Nevola, l’Assistente<br />
nazionale della LMS da circa quindici<br />
anni, napoletano). Si cerca di sostenere,<br />
in particolare, <strong>il</strong> Progetto Quadrifoglio<br />
(tre case-famiglia a Sighet) e l’orfanado a<br />
truijllo in Perù. Ma <strong>il</strong> “mondo Lega”<br />
sv<strong>il</strong>uppa azioni concrete anche in bosnia<br />
(in collegamento con i Medici e gli ed<strong>il</strong>i<br />
per la Bosnia, a Padova). I campi a Cuba<br />
e in Cina, pur prevedendo attività di intervento<br />
concreto sul territorio, sono calibrati<br />
in modo differente. Sono nate associazioni<br />
onlus a roma (Popica) e a torino<br />
(Compagnia del Perù) proprio per<br />
sostenere i progetti in corso, tutti autofi
nanziati o aiutati da benefattori. È dal<br />
manipolo di volontari napoletani che nasce<br />
l’idea di organizzare a Napoli la Cena<br />
solidale. Scattano la fantasia, tutta partenopea,<br />
e la necessaria organizzazione:<br />
poco più di due mesi separano dalla data<br />
scelta, <strong>il</strong> 6 marzo. La sede viene individuata<br />
nell’<strong>Istituto</strong> <strong>Pontano</strong> di Napoli.<br />
Parte così l’organizzazione che, come<br />
sempre, avrà i connotati del coinvolgimento<br />
di tante realtà. Incontri, contatti,<br />
inviti, valutazioni, scelte: tutto entra nel<br />
“crogiolo” di un grande lavoro che sembra<br />
dare forma ad una delle caratteristiche<br />
della LMS, ben spiegato nel suo Manifesto:<br />
creare “legame”, fraternità. In un<br />
mondo che sottolinea dei giovani solo<br />
frag<strong>il</strong>ità e paure, vedere e “toccare” l’entusiasmo,<br />
la passione, la fatica che sostiene<br />
questi ragazzi è qualcosa che dà<br />
corpo alla speranza. Sono loro che innervano<br />
di Vita i tessuti della convivenza civ<strong>il</strong>e<br />
e della comunità ecclesiale. Forse, in<br />
certi settori della comunità ecclesiale e<br />
e s P e r i e N Z e<br />
civ<strong>il</strong>e dovrebbe essere posta l’inderogab<strong>il</strong>e<br />
necessità di fare un passo indietro da<br />
parte di certe sclerosi adulte nell’occupazione<br />
degli spazi di decisione e di gestione,<br />
di finirla di parlare dei giovani,<br />
ma di parlare con essi perché siano soggetti<br />
dell’oggi e del futuro, e non solo<br />
obiettivi di mercato. Per poi avere la capacità<br />
concreta di accompagnarli con<br />
amore.<br />
Credo che questo la LMS lo ha fatto,<br />
almeno nell’ultimo quindicennio, come<br />
segno di questo tempo: <strong>il</strong> coraggio<br />
della responsab<strong>il</strong>izzazione<br />
dei giovani. Se oggi <strong>il</strong><br />
cammino della convergenza<br />
verso la CVX procede, molto<br />
lo si deve anche alla maturità<br />
di queste generazioni, che portano<br />
in dote <strong>il</strong> paradigma formativo<br />
della Lega, incarnato in<br />
quell’azione-preghiera-studio,<br />
che li ha messi, in giovane età e<br />
pur con i loro limiti, nel cuore<br />
delle questioni centrali del nostro<br />
tempo e in condivisione e<br />
confronto reali con nuove culture,<br />
con vecchie e nuove sofferenze.<br />
La LMS è una palestra di “magis”,<br />
ignaziana, senza etichette e grandi<br />
“ragionamenti”, che spesso approdano<br />
sulle sponde asfittiche dell’esercizio teorico.<br />
e allontanano i giovani, piuttosto<br />
che avvicinarli alla bellezza della scelta<br />
del Dio di Gesù Cristo. L’incontro tra <strong>il</strong><br />
patrimonio spirituale dell’esperienza<br />
CVX, secondo i suoi Principi Generali e<br />
la Parola, e l’esperienza umana e missionaria<br />
della LMS può essere un valore<br />
forte per la Chiesa e per <strong>il</strong> Mondo, pur-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
39
40<br />
e s P e r i e N Z e<br />
chè – credo – si liberi quanto lo Spirito<br />
ha indicato ai cuori, alle menti e alle volontà<br />
di queste giovani donne e di questi<br />
giovani uomini, che hanno vissuto e cercano<br />
di vivere l’opzione preferenziale per<br />
i poveri, sottolineata – tra l’altro – dagli<br />
stessi Principi della CVX.<br />
Due mesi di lavoro intenso. La disponib<strong>il</strong>ità<br />
di p. Fabrizio Valletti, rettore<br />
dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Pontano</strong>, e del suo gruppo<br />
scout a collaborare nell’ospitalità e nella<br />
gestione della “cena”, <strong>il</strong> coinvolgimento<br />
delle famiglie dei giovani di Napoli e dei<br />
territori vicini nella preparazione del<br />
ricco menù italo-rumeno, l’aiuto di benefattori<br />
e del Comune di Napoli nell’organizzazione,<br />
gli inviti che hanno raggiunto<br />
tanti in Italia, alcune difficoltà (che mai<br />
mancano quando si lavora): sono stati <strong>il</strong><br />
condimento della preparazione. arriva <strong>il</strong><br />
5 marzo, con i primi drappelli di ragazzi.<br />
Vengono da M<strong>il</strong>ano, da torino, da Firenze,<br />
da roma. una buona pizza li<br />
mette insieme ai campani. Quattro passi<br />
nel centro storico della Città e poi al <strong>Pontano</strong>,<br />
a rifinire l’organizzazione, a dormire<br />
in palestra in sacco a pelo, a lavorare<br />
ancora, pronti ad accogliere…<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
6 marzo 2010: signori, si cena…<br />
arriva p. Massimo Nevola da roma<br />
ed è lì nell’androne del <strong>Pontano</strong>, con i<br />
volontari, per l’accoglienza. C’è anche <strong>il</strong><br />
rettore, p. Valletti, con p. Domenico<br />
Pizzuti e tanti altri. I ragazzi si sono<br />
superati: con loro c’è anche <strong>il</strong> Gruppo<br />
scout “Napoli2” del <strong>Pontano</strong>. Man<br />
mano arrivano in tanti, anzi tantissimi…<br />
Le 250 coccardine rosse che<br />
vengono offerte ai partecipanti cominciano<br />
ad esaurirsi. Cartelli di benvenuto<br />
s’intrecciano con i saluti. Vengono<br />
offerte ai partecipanti copie<br />
della rivista “Il <strong>Pontano</strong>”, pubblicata<br />
dall’<strong>Istituto</strong>. ha confermato la sua<br />
partecipazione <strong>il</strong> sindaco di Napoli,<br />
Rosa Russo Iervolino, che arriva, saluta<br />
tutti e con semplicità attacca la sua coccarda<br />
rossa. Poi si va giù tutti, dove ragazzi<br />
e scout hanno già predisposto un<br />
primo buffet di accoglienza. L’atmosfera<br />
è di grande cordialità e freschezza, di<br />
gioia e di colori. tutto è stato fatto con<br />
grande amore e cura, anche nei più piccoli<br />
particolari. Con <strong>il</strong> Sindaco ci portiamo<br />
nel salone per i saluti e per la presentazione<br />
della serata. e la sala si riempie<br />
subito per vivere questo momento al<br />
di fuori di ogni formalità.<br />
P. Fabrizio saluta gli intervenuti, sottolineando<br />
la gioia di aver aperto <strong>il</strong> suo<br />
<strong>Istituto</strong> ai giovani, lui che con i giovani ci<br />
lavora da sempre, prima con gli scout e<br />
ora anche come rettore della scuola. P.<br />
Massimo riprende <strong>il</strong> valore di questa serata,<br />
anche con riferimento al luogo che<br />
l’accoglie. tratteggia l’impegno missionario<br />
della Lega che ha generato formazione<br />
dei giovani partecipanti e la realizzazione
di opere che oggi sono una realtà significativa<br />
nei paesi in cui si opera: Romania,<br />
Perù, Bosnia, Cuba, Cina. Vede anche<br />
come segno di speranza la nascita di realtà<br />
collaterali, fondate dai laici volontari,<br />
che non solo sostengono i progetti in<br />
romania e Perù, ma si occupano in Italia<br />
di settori apostolici e sociali di r<strong>il</strong>ievo<br />
come l’immigrazione, i senza fissa dimora,<br />
<strong>il</strong> problema abitativo. ricorda ancora<br />
<strong>il</strong> Padre Massimo che “<strong>il</strong> Comune di<br />
Napoli ha sostenuto <strong>il</strong> Progetto Quadrifoglio<br />
con l’amministrazione Iervolino che<br />
sottoscrisse un protocollo di collaborazione<br />
tra la Città di Napoli e la Città di<br />
Sighet, promosso anche da Luigi e Pasquale<br />
Salvio, allora Presidente Nazionale<br />
della LMS”. Il protocollo, firmato a<br />
Napoli dal Sindaco di Sighet, prof.ssa<br />
eugenia Godja e dall’assessore alle relazioni<br />
Internazionali, prof. raffaele Porta,<br />
prevedeva aiuti e scambi possib<strong>il</strong>i, in piccola<br />
parte realizzati. Prendono poi la parola<br />
due giovani (Paolo Traviano e Lorenzo<br />
Mattioli) che raccontano la loro<br />
esperienza missionaria. Le loro parole<br />
sono una conferma di quanto la LMS<br />
abbia inciso nella loro vita e come, nel<br />
caso di Lorenzo, abbia portato anche ad<br />
una “conversione” sia in termini di fede<br />
(ritrovata) che di studio-lavoro (ha deciso<br />
di laurearsi anche in medicina per aiutare<br />
in quel settore). Il Sindaco Iervolino manifesta<br />
la sua felicità nello stare con tanti<br />
giovani e nell’ascoltare la loro narrazione.<br />
Sottolinea l’importanza formativa delle<br />
giovani generazioni a contatto con la sofferenza.<br />
In tal senso, ricorda anche <strong>il</strong> lavoro<br />
che con p. Fabrizio Valletti si sta facendo<br />
nel realizzare un “ponte” tra l’<strong>Istituto</strong><br />
e s P e r i e N Z e<br />
<strong>Pontano</strong> e Scampia. riprende la questione<br />
sul protocollo di collaborazione<br />
sottoscritto tra Napoli e Sighet e si assume<br />
l’impegno di verificare la possib<strong>il</strong>ità<br />
di riprendere quanto ipotizzato da quel<br />
documento, pur in assenza di condizioni<br />
amministrative allora esistenti.<br />
I presenti passano alla visione di un<br />
video realizzato da p. Giuseppe Zito a Sighet,<br />
in cui rivediamo p. Vitangelo Denora<br />
che non ha potuto essere dei nostri.<br />
Ma con noi ci sono p. eraldo Cacchione e<br />
don Bartolo Puca, guide preziose di<br />
gruppi LMS e presenze coinvolgenti nei<br />
campi di lavoro e nei territori italiani<br />
dove la Lega opera, nella formazione<br />
umana e cristiana e nell’apostolato. Dopo<br />
<strong>il</strong> commiato del Sindaco, inizia la Cena.<br />
Colpisce <strong>il</strong> colpo d’occhio. Corridoi,<br />
sale, percorsi: è tutto un brulichio di persone.<br />
alla fine ci contiamo: siamo circa<br />
250. Molti sono quelli che si aggiungono<br />
man mano. I nostri ragazzi e gli scout faticano<br />
nell’andirivieni con le cucine e<br />
sfornano i piatti preparati nelle nostre<br />
case o donati. P. Gianluca Lentini e la sua<br />
equipe ha organizzato l’impianto acustico<br />
e audiovisivo. Musiche, napoletane<br />
e non, e video dei campi accompagnano<br />
<strong>il</strong> nostro stare insieme.<br />
Giro con la mia macchina fotografica<br />
e colgo volti, espressioni, felicità d’incontro.<br />
Colgo anche la ricchezza dei “mondi”<br />
che compongono quella realtà: ci sono i<br />
giovani, certamente, ma tantissimi sono<br />
gli adulti, amici e parenti; c’è la LMS, ma<br />
anche la CVX, <strong>il</strong> <strong>Pontano</strong> con i Padri<br />
della Comunità e gli scout, ci sono i giovani<br />
e i seminaristi di Giugliano, c’è una<br />
folta rappresentanza del Centro Hurtado<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
41
42<br />
e s P e r i e N Z e<br />
di scampia, c’è qualcuno dell’Associazione<br />
Laici e Gesuiti per Napoli onlus, e i<br />
volontari dell’Associazione s<strong>il</strong>oe che lavorano<br />
con i senza fissa dimora e i tossicodipendenti,<br />
c’è Città della Gioia onlus<br />
che lavora sull’inclusione scolastica e<br />
l’immigrazione, e tanti tantissimi di realtà<br />
associative e parrocchiali che incrociano<br />
<strong>il</strong> cammino dei campi della Lega.<br />
Nel guardare e fotografare questa realtà<br />
vedo, come grazia di Dio, la trasversalità<br />
dell’appartenenza di molti dei presenti.<br />
Cerco di cogliere cosa mette insieme<br />
queste persone in questa serata<br />
così particolare. Mi sembra di capire che<br />
è la centralità della persona nelle relazioni,<br />
è <strong>il</strong> costruire “comunità” e comunione,<br />
pace e giustizia, a partire da ciò che<br />
è piccolo, um<strong>il</strong>e, ma centrale: la persona<br />
umana, da amare, nell’armonia del creato<br />
da rispettare.<br />
Partire o ripartire da lì è costruire la<br />
“città”, la nuova Gerusalemme, con lo<br />
sguardo degli ultimi. essere “Famiglia<br />
Ignaziana”, forse, diventa così sempre<br />
più realtà incarnata. e ci si sente “a<br />
casa”...<br />
La mattina dopo, nella Cappellina del<br />
<strong>Pontano</strong>, Massimo celebra la messa con<br />
chi era rimasto. a fianco a lui salvo, <strong>il</strong><br />
novizio gesuita che presta servizio a<br />
Scampia e che tanto ha contribuito nel<br />
lavoro di preparazione e di gestione. Gli<br />
altri erano tornati nelle loro case e nelle<br />
loro città con <strong>il</strong> dono di una serata speciale.<br />
Le letture, nel cammino quaresimale,<br />
sottolineano l’importanza della<br />
conversione. e’ questa conversione possib<strong>il</strong>e,<br />
dice l’assistente della LMS, che ha<br />
permesso a lui e a tanti, negli anni, di as-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
sistere letteralmente a dei miracoli. Di cui<br />
dobbiamo ringraziare Dio. anche la cena<br />
solidale, in questa prospettiva, è frutto di<br />
un miracolo d’amore. tutti hanno la percezione<br />
che non sono solo i 2.000 euro<br />
raccolti <strong>il</strong> “risultato” di quell’impegno,<br />
ma soprattutto <strong>il</strong> ritrovarsi come fratelli<br />
capaci di lavorare insieme, di fare comunità<br />
apostolica, di spezzare <strong>il</strong> pane<br />
dell’eucaristia e di andare, per “in tutto<br />
amare e servire”.<br />
La cena è stata un “segno”. tale rimane<br />
oggi; non solo un ricordo. I segni, di solito,<br />
si manifestano, testimoniano, danno<br />
forza e speranza. oggi, qui ed ora; dove<br />
si costruisce <strong>il</strong> futuro, nell’esodo<br />
dell’umanità in cammino verso l’eterno.<br />
e senti che l’um<strong>il</strong>tà di Maria è la chiave<br />
che ci aiuta a dire “si” a questa chiamata<br />
alla missione.<br />
Nel salutare P. Clemente Russo, Superiore<br />
della Comunità del <strong>Pontano</strong>, Massimo<br />
mi chiede di scrivere qualcosa sulla<br />
serata, per la Rivista “Il <strong>Pontano</strong>” e per<br />
“Gentes”, e di corredarlo con qualche<br />
foto. L’ho fatto, sentendo tutta l’insufficienza<br />
delle parole e delle immagini. Non<br />
riesco a trasmettere la bellezza, la profondità,<br />
la dolcezza, la forza del volersi bene<br />
nel nome di Gesù e con Lui, per Lui e in<br />
Lui essere, per quanto possib<strong>il</strong>e e insieme,<br />
testimoni dell’Amore. e non posso<br />
non portare “dentro”, insieme a tutto<br />
ciò, lo sguardo dei “copii” di Sighet, dei<br />
“ninos” peruani, dei bimbi bosniaci da<br />
cui ho ricevuto <strong>il</strong> dono dell’abbraccio e<br />
del sorriso, nonostante…<br />
Pasquale salvio<br />
Associazione LMs
È un sospiro accennato nel vento,<br />
rompe le nuvole di carta di giorni uggiosi<br />
e fa splendere l’anima come fosse non<br />
più distante da quella felicità che sa di<br />
pioggia antica e pura. Kantianamente<br />
pura: prima di qualsiasi esperienza, satura<br />
di semplice essenza, che semplice<br />
non è mai; sì non è mai semplice nè è<br />
sempre possib<strong>il</strong>e capirsi... Ma ecco che<br />
arriva nelle mie stesse parole un’intuizione<br />
istantanea, <strong>il</strong>luminante: come la<br />
voglia di volare guardando <strong>il</strong> cielo, di<br />
scorrere via come un ruscello, via da b<strong>il</strong>icanti<br />
sensazioni che si perdono nel buio<br />
di una notte; e allora sembra scontato: La<br />
felicità è radicata in ognuno di noi come<br />
la tristezza, è vero, gli altri la stimolano,<br />
ma che senso ha se poi questa<br />
rimane una goccia di pioggia<br />
nel mare?<br />
Sì, è qualcosa di estremamente<br />
potente capire di<br />
essere un terreno fert<strong>il</strong>e su cui la<br />
felicità può crescere.<br />
e’ così che si diventa un po’ più forti e<br />
un po’ più frag<strong>il</strong>i, che si annulla <strong>il</strong> rischio<br />
di difendersi così tanto dal mondo, da non<br />
rendersi più conto di essere parte di questo<br />
mondo, ciò porta a difendersi da se<br />
stessi, a perdere <strong>il</strong> senso della profondità,<br />
di quell’essenza di sé, che seppur irragiungib<strong>il</strong>e,<br />
va cercata fino a perdere <strong>il</strong> fiato, la<br />
voce, la terra sotto i piedi... È <strong>il</strong> senso di<br />
un divenire arcano, unica, spesso equivoca,<br />
alternativa alla demolizione totale.<br />
iL diamante<br />
uN’eSPerIeNza DI FeLICItà<br />
e s P e r i e N Z e<br />
respiro ancora un po’, stavolta più<br />
piano, per assaporare la delicatezza del<br />
confine sott<strong>il</strong>e che c’è tra essere e sembrare,<br />
e sa di mare... Mi sembra di sentire<br />
la sabbia sotto i piedi, morbida; la raccolgo:<br />
è un diamante che br<strong>il</strong>la tra le mie<br />
mani, di colori nuovi che non conoscevo,<br />
perché abituato a non vedere più le sfumature<br />
che ogni singola cosa possiede... e<br />
di questo diamante amo le impurità, che<br />
lo rendono vero.<br />
allora ho chiesto alla mia anima-diamante:<br />
«Dimmi, cosa c’è? Sì sono qui, in<br />
questo posto senza tempo per ascoltarti<br />
quanto più mi sarà concesso, ma ho<br />
paura di non riuscire più a tornarci: presto,<br />
prima che <strong>il</strong> tempo torni a scandire<br />
infiniti istanti di interminab<strong>il</strong>i apparenze!!!»<br />
Ma lei, la mia anima, non mi ha<br />
risposto: è rimasta in s<strong>il</strong>enzio tra le<br />
mie mani... allora ho chiuso gli occhi,<br />
per ascoltare le onde del mare; è stato<br />
come perdere <strong>il</strong> tempo in una dimensione<br />
già atemporale e poi ho aperto gli<br />
occhi: <strong>il</strong> diamante era ancora lì e mi ha<br />
mostrato <strong>il</strong> mio volto: sorridevo... «ho<br />
capito!» gli ho detto «Posso tornare qui<br />
ogni volta che ne ho bisogno!!!» ... tutto<br />
questo è un attimo.<br />
Poi alzo lo sguardo e riprendo a cercarmi.<br />
simone D’Alterio<br />
III classico B<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
43
44<br />
e s P e r i e N Z e<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
nave deLLa LegaLità<br />
18° aNNIVerSarIo DeLLa StraGe DI CaPaCI<br />
Il viaggio è cominciato a piazza Municipio,<br />
ore 13:00, quando noi della delegazione<br />
dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Pontano</strong> (Ferrara,<br />
Pellone, Privitera, Scognomiglio, Marinelli,<br />
raja, Capparella) ci siamo raggruppati<br />
attorno ai professori Prof.ssa<br />
Isabella Caiafa e <strong>il</strong> professor Carmine<br />
De Leo che ci hanno dato le indicazioni<br />
e hanno distribuito i badge, indispensab<strong>il</strong>i<br />
per l’identificazione.<br />
Salutati gli ultimi genitori rimasti,<br />
siamo andati al molo n°11, dove ci<br />
aspettava la “nave della legalità”; all’ingresso,<br />
ci hanno dato le magliette e i<br />
cappellini ufficiali dell’evento, i laccetti<br />
portatessera, i buoni pasto e le chiavi<br />
delle cabine.<br />
abbiamo sistemato le borse nelle<br />
cabine e, dopo poco, siamo tornati sul<br />
molo, per assistere al saluto della nave<br />
da parte di don Luigi Ciotti, presidente<br />
di “Libera”.<br />
terminata la commovente cerimonia,<br />
siamo tornati sulla nave e abbiamo<br />
deciso di andare a cenare; purtroppo<br />
molti altri passeggeri hanno avuto la<br />
nostra stessa idea, così che, quando la<br />
nave è partita, noi eravamo ancora in f<strong>il</strong>a<br />
per la cena!<br />
Dopo aver mangiato, siamo saliti<br />
sul ponte di poppa per ammirare<br />
lo splendido paesaggio che<br />
offrivano Capri e Punta Campanella;<br />
poi siamo scesi al bar, dove<br />
abbiamo giocato a carte con Noël<br />
angrisani un ex alunno del <strong>Pontano</strong>.<br />
Prima di andare a dormire,<br />
abbiamo assistito ad una conferenza<br />
presieduta da don Ciotti e dal<br />
Prefetto di Palermo, Giancarlo<br />
trevisone.
La mattina seguente, la sveglia è<br />
suonata alle 5:30; fatta la colazione,<br />
ancora assonnati, abbiamo preso visione<br />
del piano giornaliero: tutti quelli che<br />
avevano <strong>il</strong> laccetto portatessera rosso<br />
avrebbero assistito alla conferenza<br />
all’interno dell’aula bunker, mentre chi<br />
lo aveva verde sarebbe andato al<br />
“V<strong>il</strong>laggio della Legalità” allestito<br />
all’esterno del carcere “ucciardone”.<br />
allo sbarco della nave, la folla sulle<br />
banchine ha liberato migliaia di palloncini<br />
colorati per salutare <strong>il</strong> nostro arrivo;<br />
quindi, ci siamo uniti al corteo che dirigeva<br />
verso <strong>il</strong> carcere.<br />
arrivati lì, abbiamo subito notato<br />
l’incredib<strong>il</strong>e dispiegamento di forze<br />
e s P e r i e N Z e<br />
messo a disposizione per la sicurezza;<br />
dopo aver salutato i nostri compagni,<br />
abbiamo preso posto all’interno<br />
dell’aula.<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
45
46<br />
e s P e r i e N Z e<br />
Qualche minuto più tardi, sono saliti<br />
sul palco tutti gli ospiti della manifestazione:<br />
la prof.ssa Maria Falcone, i ministri<br />
Gelmini, Maroni e alfano e <strong>il</strong> procuratore<br />
nazionale antimafia Piero Grasso.<br />
La conferenza è cominciata con la<br />
proiezione di un f<strong>il</strong>mato nel quale scorrevano<br />
le frasi famose di molti esponenti<br />
della lotta alla mafia, come: “La mafia è<br />
un problema di tutti coloro che vogliono<br />
un cambiamento”; “Gli uomini passano,<br />
le idee restano”.<br />
La frase più bella è stata del giudice<br />
Falcone che, a un mafioso che gli diceva<br />
“Il suo impegno attivo sarà pagato con la<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
vita, sicuro di voler continuare?”, rispose:<br />
“Dopo di me, altri magistrati continueranno<br />
<strong>il</strong> mio lavoro”.<br />
Il primo intervento è stato della sorella<br />
di Falcone, che ha chiarito che<br />
“l’opinione non basta, solo una partecipazione<br />
attiva distruggerà la mafia”.<br />
Dopo di lei, è intervenuta la Gelmini,<br />
che ha chiarito l’importanza dell'istruzione<br />
nella lotta alla mafia, sostenendo<br />
che “la mafia si nutre di indifferenza e<br />
ignoranza”.<br />
Il ministro della giustizia alfano ha<br />
invece sottolineato che “la mafia sottrae<br />
alle parole <strong>il</strong> loro vero significato. […] È<br />
quindi necessario che <strong>il</strong> linguaggio riassuma<br />
la sua valenza originaria”.<br />
L’intervento più incisivo, però, è stato<br />
quello del procuratore nazionale antimafia,<br />
Grasso, che ha affermato che l’omicidio<br />
di Falcone probab<strong>il</strong>mente non fu<br />
voluto solo dalla mafia, e quindi occorre<br />
chiarire tutte le responsab<strong>il</strong>ità.<br />
Finita la conferenza, abbiamo raggiunto<br />
l’area ristorazione, poi ci siamo<br />
riuniti agli altri nostri compagni, che stavano<br />
dando gli ultimi ritocchi ai due<br />
cartelloni che avevano dipinto nella mattinata:<br />
sul primo era scritta la frase “Chi<br />
ha paura, muore ogni giorno; chi non ha<br />
paura muore una sola volta”; sul secondo<br />
era disegnato <strong>il</strong> logo dell’iniziativa.<br />
Dopo esserci riposati per un’ora, abbiamo<br />
preceduto <strong>il</strong> corteo all’albero di<br />
Falcone, in Via Notarbartolo.<br />
alle 17:00 è cominciata la seconda<br />
manifestazione, che è terminata con <strong>il</strong>s<strong>il</strong>enzio<br />
suonato alle 17:58 dalla polizia, in
memoria della strage di Capaci.<br />
Finito <strong>il</strong> corteo, mentre<br />
tutte le altre scuole tornavano<br />
alle navi, noi siamo<br />
andati a partecipare, con<br />
una scuola di ancona, alla<br />
messa celebrata al Centro<br />
educativo Ignaziano<br />
(come a dire <strong>il</strong> <strong>Pontano</strong> di<br />
Palermo) da don Luigi<br />
Ciotti; lì abbiamo anche incontrato <strong>il</strong><br />
nostro ex rettore, padre Francesco beneduce<br />
S.J.<br />
tornati sulla nave, abbiamo cenato e<br />
siamo andati nelle cabine per cambiarci;<br />
e s P e r i e N Z e<br />
poi, fino a tarda notte,<br />
ci siamo divertiti, felici<br />
dell’esperienza.<br />
La mattina successiva,<br />
la nave ha attraccato<br />
al porto di Napoli<br />
alle 6:00; stanchi ma<br />
soddisfatti, siamo sbarcati,<br />
contenti di aver accettato<br />
di partecipare a<br />
questa bellissima manifestazione<br />
e di aver passato un magnifico<br />
fine settimana insieme con i nostri compagni.<br />
Daniele Pellone<br />
III scientifico A<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
47
48<br />
e s PP e rr i e N Z e<br />
caNtare alleluia vuol dire…<br />
Per più di quaranta giorni non lo abbiamo<br />
cantato “alleluia”.<br />
a Pasqua esso<br />
risuona di nuovo<br />
festoso e pieno di<br />
forza.<br />
Il modo con cui<br />
lo accogliamo è <strong>il</strong><br />
segno della nostra<br />
situazione spirituale.<br />
reagire con indifferenza e con<br />
scetticismo, vuol dire non credere alla<br />
forza del bene, vuol dire essere<br />
sostanzialmente disperati, essere<br />
convinti che non è possib<strong>il</strong>e cambiare la<br />
situazione in cui viviamo;<br />
non è possib<strong>il</strong>e vincere <strong>il</strong><br />
male, estirpare l’egoismo<br />
dal cuore dell’uomo;<br />
vuol dire che la lotta è<br />
inut<strong>il</strong>e, la fraternità un<br />
sogno ingannevole,<br />
la pace una fandonia,<br />
la giustizia <strong>il</strong> ghigno dei<br />
disonesti…<br />
restare perplessi e quasi contrariati,<br />
vuol dire preferire <strong>il</strong> dubbio alla certezza,<br />
vuol dire continuare a rotolarsi nei<br />
propri problemi e non volerli affrontare,<br />
vuol dire preferire la tristezza del<br />
Venerdì santo alla luce del giorno di<br />
Pasqua, non tanto per essere solidali<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
con Gesù, quanto piuttosto per piangere<br />
sui propri mali e<br />
sulle proprie<br />
disgrazie.<br />
C a n t a r e<br />
“alleluia” con<br />
semplicità e<br />
apertura di<br />
cuore, vuol dire<br />
accogliere con<br />
pieno consenso l’annuncio pasquale:<br />
“Il Signore è risorto, la morte è stata<br />
vinta, le potenze del male sottomesse,<br />
Gesù ha ragione”.<br />
Cantare “alleluia” vuol dire sapere e<br />
credere che la vita è più forte della<br />
morte, vuol dire essere certi che ogni<br />
gesto di bene non è mai inut<strong>il</strong>e, vuol dire<br />
ricominciare con tenacia ogni giorno a<br />
compiere <strong>il</strong> proprio servizio nel<br />
mondo, anche quando i<br />
risultati tardano a<br />
vedersi.<br />
Cantare “alleluia” vuol<br />
dire saper andare oltre i veli<br />
delle apparenze, credere nella<br />
sostanziale bontà dell’uomo e affiancarsi<br />
a lui, provando a camminare insieme<br />
sulle strade del mondo, verso l’approdo<br />
definitivo.<br />
P. Geppo Tranchini s.j.
e s P e r i e N Z e<br />
contesto e continuità<br />
rIFLeSSIoNI SuLL’eSPerIeNza VISSuta aL PoNtaNo<br />
ho imparato molto dall’esperienza<br />
vissuta al <strong>Pontano</strong> durante la Quaresima,<br />
rispondendo a quanto mi veniva richiesto<br />
di fare, con gli strumenti che possiedo e<br />
senza negare i miei limiti.<br />
I ragazzi hanno sete d’esperienze autentiche<br />
che spesso soddisfano in modo<br />
parziale e nocivo, specie se <strong>il</strong> progetto<br />
loro proposto, seppure chiaro, lineare e<br />
contestualizzato, manca di continuità.<br />
ecco: contesto e continuità. I nostri ragazzi<br />
mi hanno aiutato a capire meglio cosa<br />
voglia dire “contesto”, osservazione della<br />
situazione iniziale, secondo quanto le caratteristiche<br />
dell’azione pedagogica ignaziana<br />
intendono: si tratta di un momento fondamentale,<br />
che impedisce a idee e percorsi<br />
preconcetti di gravare su una realtà senza<br />
averne, da subito e primariamente, ascoltato<br />
<strong>il</strong> respiro, sentito <strong>il</strong> battito.<br />
tanto spesso, <strong>il</strong> nostro modo di procedere,<br />
seppure ispirato da una lodevole<br />
tradizione, non interseca gli interessi<br />
della gente perché, appunto, non ascoltiamo,<br />
non osserviamo, con adeguata attenzione,<br />
la realtà, sempre mutevole e<br />
mutata, in cui viviamo.<br />
Questo primo livello di comprensione<br />
mi ha aiutato, con um<strong>il</strong>tà, rispetto a progetti<br />
e attività che portavo nel mio bagaglio,<br />
a fare spazio a qualcosa di nuovo, ai<br />
bisogni delle persone che hanno camminato<br />
insieme con me, i ragazzi innanzitutto,<br />
semplicemente provando a rispondere.<br />
ascoltare non è una cosa scontata. e<br />
ritrovarsi a sentire nel medesimo modo i<br />
bisogni della realtà intorno è operazione<br />
ancora più complessa, perché nella percezione<br />
dell’altro subentrano anche le<br />
caratteristiche situazionali dell’ “io”<br />
coinvolto nel processo relazionale.<br />
altro livello è quello della continuità<br />
di azione. Su questo punto ho imparato<br />
che l’azione sporadica, seppure congeniale,<br />
resta infruttuosa se non accompagnata<br />
con costanza. all’esperienza bisogna<br />
tornare con la riflessione e la verifica.<br />
e la continuità d’esercizio…<br />
ulteriore lezione appresa è quella sul<br />
senso della collaborazione. La pluralità<br />
di elementi in ballo in una relazione di<br />
collaborazione è tale da condizionare<br />
l’intera capacità progettuale e operativa.<br />
Dal canto mio, in questo tempo, ciò che<br />
ho provato a mettere in atto è stato un<br />
continuo tentativo – quantomeno una<br />
continua ricerca – di sintesi e mediazioni.<br />
Le esigenze dei ragazzi, le legittime necessità<br />
di una comunità religiosa, le realtà<br />
progettuali in atto, <strong>il</strong> senso di una tradizione<br />
antica, le sensib<strong>il</strong>ità dei miei superiori<br />
e delle persone con cui ho collaborato,<br />
le mie stesse caratteristiche… Potrei<br />
continuare, ma è tra queste polarità che,<br />
nel breve tempo trascorso qui, ho cercato<br />
di individuare, di volta in volta, quella via<br />
media, che è, poi, una delle concretizzazioni<br />
migliori della riflessione ignaziana<br />
intorno alla carità e al discernimento.<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
49
50<br />
e s P e r i e N Z e<br />
e nel far questo, mi sono reso conto<br />
che l’equ<strong>il</strong>ibrio è una cosa ben diversa<br />
dal compromesso…<br />
torno a Genova con tanti nomi, tanti<br />
visi per la testa. tanti sorrisi e tante domande…<br />
Condivisione di vita è anche rivisitazione<br />
ulteriore della propria memoria e<br />
riconsiderazione delle scelte e del futuro.<br />
e frutto di questa esperienza è, dunque,<br />
una rinnovata energia nel proseguire<br />
<strong>il</strong> cammino intrapreso, sempre più certo<br />
che unica certezza nostra è porre fede in<br />
Dio. La Sua Volontà va colta, letta,<br />
giorno dopo giorno, nella realtà circostante.<br />
e, alle domande che si impon-<br />
Tota pulchra es Maria,<br />
tota pulchra es Maria<br />
et macula originalis non est in te.<br />
Et macula originalis non est in te.<br />
Tu gloria Jerusalem<br />
Tu laetitia Israel,<br />
Tu honorificentia populi nostri,<br />
tu advocata peccatorum.<br />
O Maria, O Maria,<br />
Virgo prudentissima,<br />
Mater clementissima.<br />
Ora pro nobis, intercede pro nobis<br />
ad Dominum Jesum Christum.<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
Omaggio alla Madonna<br />
(Dalla Liturgia)<br />
gono, dare risposta non è mai scontato o<br />
immediato: resta davvero un “fare” preceduto,<br />
sostenuto e condotto a buon fine<br />
per Grazia. al di là di ogni nostra buona<br />
intenzione e di ogni nostra efficienza.<br />
L’efficacia resta un “altrove”…<br />
Infine, ringrazio P. Clemente russo<br />
per ogni disponib<strong>il</strong>ità, per ogni delicatezza<br />
ricevuta in questo tempo, per ogni<br />
attenzione e cura. Il superiore che si alza<br />
a servire, aiuta chi gli sta intorno a scorgere<br />
Cristo Servo, la cui Volontà è ciò che<br />
io ho scelto di servire…<br />
salvo Collura s.j.<br />
Si' bella assai, oi Marì, si' proprio bella.<br />
Tu si' ‘nu suonno pe’ nuie,<br />
tu si' ‘a Maronna ‘Mmaculata.<br />
Tu ce fai fa’ ‘na bella figura<br />
‘nnanze a tutto ‘o munno.<br />
Tu si' ‘ a nosta avvocata,<br />
tu piglie sempe ‘e parte noste<br />
‘nnanze a Giesù Cristo.<br />
Oi Marì,<br />
femmena onesta, mamma carnale,<br />
“ora pro nobis”, prega pe’ nuie,<br />
miéttete sempe mmieze<br />
tra Giesù Cristo e nuie.<br />
Ammen.<br />
(traduzione napoletana)<br />
P. Geppo S.J.
Il secondo incontro di radici&ali si è<br />
tenuto mercoledì 25 Novembre 2009<br />
presso l’istituto <strong>Pontano</strong>. P. Mario Danieli,<br />
gesuita esperto di psicopedagogia e<br />
relatore, ha voluto subito chiarire che<br />
non si trattava di una conferenza, bensì<br />
di una sorta di “laboratorio” per educare<br />
al meglio genitori ed insegnanti al vivere<br />
insieme con gli adolescenti e a chiarire le<br />
diverse visioni che si creano tra scuola e<br />
famiglia a proposito degli stessi ragazzi.<br />
Nello scorso incontro hanno chiamato i<br />
giovani “adulescenti”, una sorta di mix<br />
tra adulti e adolescenti, proprio a sottolineare<br />
<strong>il</strong> fatto che noi giovani molto<br />
spesso abbiamo sempre più precocemente<br />
relazioni come degli adulti.<br />
Questa volta invece, l’argomento si è<br />
spostato su un esempio pratico: una ragazza<br />
di 16 anni inizia ad estraniarsi dalla<br />
famiglia con la quale non ha più dialogo;<br />
ma la scint<strong>il</strong>la scatta quando in un video<br />
di sorveglianza di un negozio si riconosce<br />
la ragazza che prende un cellulare da uno<br />
scaffale, ma comunque non si era certi<br />
che lo avesse portato fuori dal negozio.<br />
Lo scopo di questo esempio era far dare<br />
un consiglio ai genitori della ragazza su<br />
come comportarsi. Genitori e docenti<br />
dapprima si sono riuniti in gruppi per<br />
discutere, poi si sono confrontati anche<br />
radici&aLi<br />
uNa MaNo Per CaPIre<br />
e s P e r i e N Z e<br />
con P. Danieli. Sono emersi vari consigli.<br />
Poi si è passati alla fatidica domanda:<br />
“Che vuol dire Perdonare?”. Perdonare<br />
nel senso di mettere una pietra sopra e<br />
far finta che niente sia successo? Perdonare<br />
però cercando sempre di punire la<br />
persona che ha sbagliato per come si è<br />
comportata? Perdonare ma da lontano,<br />
con distaccamento? oppure semplicemente<br />
Perdonare con la P maiuscola<br />
senza chiudere la persona che ha sbagliato<br />
nel fallimento del suo gesto perché<br />
comunque non è <strong>il</strong> Fallimento di una<br />
vita. Insomma <strong>il</strong> Perdono non sette volte<br />
ma 70 volte 7.<br />
L’argomento poi è scivolato velocemente<br />
sul s<strong>il</strong>enzio e su alcune citazioni di<br />
Carl Gustav Jung tratte da un suo articolo<br />
sul rumore. Quando lo scrisse l’angoscia<br />
era molto diffusa (lo è tuttora) e<br />
disse: “Si ama <strong>il</strong> rumore perché impedisce<br />
all’angoscia di espandersi”. Da questo<br />
punto in poi lascio riflettere i lettori<br />
sul significato che loro danno al “perdonare”<br />
e sul “s<strong>il</strong>enzio”. assistere a questo<br />
incontro di radici&ali è stato molto entusiasmante<br />
e credo che dovrebbe essere<br />
aperto anche a noi ragazzi, proprio per<br />
avere la completa visione del quadro, <strong>il</strong><br />
punto di vista giovan<strong>il</strong>e e quello dei nostri<br />
“compagni” ovvero genitori ed insegnanti.<br />
Maria Rita M<strong>il</strong>anese<br />
V Ginnasio A<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
51
52<br />
e s P e r i e N Z e<br />
Nell’ambito delle attività di promozione<br />
umana e spirituale, che <strong>il</strong> nostro<br />
<strong>Istituto</strong> scolastico vuole portare avanti<br />
anche al di fuori del tempo propriamente<br />
scolastico, e, memori del grande entusiasmo<br />
che ha suscitato l’esperienza del<br />
Campo estivo anche lo scorso anno, proponiamo<br />
per gli alunni di 2ª e 3ª media e<br />
di 1° anno delle classi superiori un Campo<br />
Scuola estivo dal titolo:<br />
« C a r o v a -<br />
nando insieme<br />
verso <strong>il</strong> regno<br />
Promesso», per<br />
vivere la dimensione<br />
personale e<br />
comunitaria del<br />
Pellegrinaggio che<br />
ci fa crescere come persone, come cristiani<br />
e come Popolo di Dio.<br />
Il Campo Scuola si terrà dal 28 giugno<br />
al 05 luglio, presso la casa estiva “Casa<br />
della Fonte” sita a Vitulano (bN), al confine<br />
tra Campania e Molise.<br />
responsab<strong>il</strong>i di questa iniziativa sono<br />
<strong>il</strong> P. Gesuita P. Ciro Puzzovio SJ (padre<br />
spirituale dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Pontano</strong>) e sr. L<strong>il</strong>ian<br />
rolin aSCV. Con essi collaboreranno<br />
– nella conduzione del Campo –<br />
altre suore e laici.<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
¢ †<br />
Proponiamo, inoltre un campo di<br />
condivisione «Vivi la tua favola...» aperto<br />
camPi estivi 2010<br />
a ragazzi e ragazze dai 15 e 18 anni (del<br />
2°, 3° e 4° anno delle superiori) (credenti<br />
e non) che desiderano migliorare la qualità<br />
e lo st<strong>il</strong>e della propria vita.<br />
attraverso varie attività e con l’aiuto<br />
di esperti e di animatori, verrà offerta a<br />
ciascun partecipante la possib<strong>il</strong>ità di<br />
una più vera scoperta<br />
di se stesso,<br />
degli altri e di Dio,<br />
così da orientare<br />
sempre meglio la<br />
propria vita verso<br />
scelte mature e costruttive.<br />
In un contesto di<br />
gruppo verranno ut<strong>il</strong>izzate<br />
tecniche attive e figurative<br />
(disegno, mimo,<br />
teatro spontaneo, musica)<br />
al fine di fac<strong>il</strong>itare la comunicazione<br />
interpersonale.<br />
Caratteristiche principali del nostro<br />
stare insieme: fiducia reciproca, generosità,<br />
senso della vita comune, servizio e<br />
corresponsab<strong>il</strong>ità.<br />
In ogni giornata si prevedono: un momento<br />
di preghiera (o di riflessione personale),<br />
vari incontri di gruppo; alcuni<br />
lavori domestici per <strong>il</strong> buon funzionamento<br />
della casa; iniziative di festa e di<br />
creatività per allietare le serate. alcune<br />
giornate, poi, saranno dedicate ad escursioni<br />
e gite.
Gesuiti e santi, introduzione<br />
enrico Padoan S.I., sant'Ignazio di Loyola e la Compagnia de Gesù,<br />
roma, aDP, 2006<br />
andré ravier S.I., Dieci compagni. Quando dieci studenti<br />
parigini decisero di seguire insieme Gesù Cristo sul cammino<br />
degli uomini…, roma, aDP, 2004<br />
e s P e r i e N Z e<br />
Giorgio Schurhammer S.I., san Francesco saverio. Apostolo delle Indie,<br />
roma, aDP, 2005<br />
introduzione alla spiritualità<br />
aa.VV., Amici nel signore. Con Ignazio di Loyola, Francesco saverio<br />
e Pietro Favre, roma, aDP, 2006<br />
Jean-Claude Dhôtel S.I., La spiritualità Ignaziana. Punti di<br />
riferimento, roma, aDP, 2004<br />
storia<br />
Lo scaffaLe<br />
bangert V. W<strong>il</strong>liam, storia della compagnia di Gesù,<br />
2009, Genova, Marietti, 1990<br />
ricardo Garcia V<strong>il</strong>loslada, sant'Ignazio di Loyola,<br />
Cinisello balsamo ed. Paoline, 1990<br />
John W. o'Malley, I primi gesuiti, M<strong>il</strong>ano, Vita e<br />
pensiero, 1999<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
53
54<br />
s P o rt<br />
Il 12 Maggio 2010 tutte le classi<br />
della scuola media si sono recate a svolgere<br />
le finali delle “Pontaniadi” allo<br />
stadio San Paolo. Gli anni precedenti le<br />
gare si sono svolte al Parco Virg<strong>il</strong>iano a<br />
Pos<strong>il</strong>lipo; quest’anno, per la gioia dei<br />
ragazzi tifosi del Napoli, la sede delle<br />
competizioni è stato <strong>il</strong> famoso stadio<br />
napoletano di Fuorigrotta.<br />
Vedere lo stadio vuoto ha fatto uno<br />
strano effetto a tutti gli alunni abituati<br />
invece a vederlo pieno di gente e stri-<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
Pontaniadi 2010<br />
scioni. appena arrivati, tutti hanno notato<br />
l’ ampiezza dello stadio.<br />
Le “Pontaniadi” sono delle gare, delle<br />
“olimpiadi”, tra le classi medie del nostro<br />
istituto. Le specialità sono: <strong>il</strong> lancio del<br />
vortex, <strong>il</strong> salto in lungo e la corsa di velocità<br />
dei 60 m.<br />
Quest’anno ragazzi e ragazze hanno<br />
gareggiato separatamente e i primi tre<br />
classificati di ogni categoria riceveranno<br />
una medaglia.
Gli studenti sono stati accompagnati<br />
dai professori che, con dedizione e pazienza,<br />
li hanno as- sistiti durante le<br />
gare, con la presenza<br />
della Preside<br />
prof.ssa<br />
Marisa Gramegna<br />
e del Padre<br />
rettore Padre<br />
Fabrizio Valletti<br />
e soprattutto<br />
da un<br />
nutrito gruppo<br />
di genitori intervenuti per<br />
far <strong>il</strong> tifo per i giovani<br />
atleti.<br />
I docenti avevano<br />
anche <strong>il</strong> compito di<br />
determinare <strong>il</strong> vincitore<br />
di ogni settore,<br />
misurando e appuntando<br />
<strong>il</strong> punteggio ottenuto<br />
da ogni partecipante.<br />
Gli accompagnatori<br />
che più ci hanno seguito sono<br />
stati: la professoressa Cattaneo, <strong>il</strong> profes-<br />
s P o rt<br />
sor allocca, la professoressa Lama e <strong>il</strong><br />
fantastico professor De Leo.<br />
oltre a gareggiare, tutti noi abbiamo<br />
goduto della meravigliosa giornata di<br />
sole ridendo, scherzando<br />
e prendendoci<br />
in giro. Inoltre<br />
le ragazze<br />
hanno approfittato<br />
del bel tempo per<br />
stendersi tutte insieme<br />
su degli<br />
enormi materassini<br />
mentre i ragazzi cercavano<br />
di intrufolarsi<br />
furtivamente negli spogliatoi della loro<br />
squadra del cuore.<br />
Pensiamo sia stata davvero una giornata<br />
piacevole e un’ esperienza che tutti<br />
ripeterebbero volentieri.<br />
Laura Archivolti<br />
III media A<br />
Francesca Lombardi<br />
III media B<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
55
56<br />
s P o rt<br />
Dopo la pausa natalizia, su richiesta<br />
degli alunni e con <strong>il</strong> consenso del P. rettore,<br />
è stato effettuato un torneo di tennistavolo<br />
durante l’orario scolastico.<br />
L’<strong>Istituto</strong> sta cercando di attuare un<br />
programma per promuovere <strong>il</strong> coinvolgimento<br />
dei giovani nella pratica sportiva.<br />
L’idea di una organizzazione<br />
che ha coinvolto sia la<br />
scuola media sia <strong>il</strong> liceo<br />
ha suscitato un caloroso<br />
entusiasmo nei ragazzi e<br />
qualche perplessità in quelli<br />
che ritengono dannosa una<br />
perdita di ore di lezione destinate a ben<br />
altro genere di attività scolastiche.<br />
<br />
<strong>il</strong> <strong>pontano</strong><br />
tennistavoLo<br />
Scagli la prima pietra…<br />
Il torneo della<br />
scuola media ha<br />
visto Spiezia superare<br />
in finale<br />
Cassanitti, e classificarsi<br />
terza archivolti.<br />
tanti elogi a Maccarone, de Cesare,<br />
Marrucco rispettivamente 1°, 2° e 3°<br />
classificati al torneo del liceo. Infine non<br />
si può non ringraziare i professori, in<br />
particolare <strong>il</strong> Prof. zanni, per aver pazientemente<br />
concesso <strong>il</strong> normale svolgimento<br />
del torneo.<br />
Lorenzo de Cesare<br />
IV scientifico<br />
<br />
Chi non è mai stato raccomandato<br />
Chi non ha mai fatto un f<strong>il</strong>one.<br />
Il professore che non ha mai dettato appunti.<br />
Il bidello che a Natale e a Pasqua non ha mai detto: “Io vi ho sempre voluto bene!”.<br />
Chi non ha mai detto di aver capito la f<strong>il</strong>osofia; invece…<br />
Chi non è mai uscito, a mezzogiorno, col permesso falso.<br />
Chi non si è mai sentito dire dai professori: Non ti preoccupare del punto, pensa a<br />
studiare!<br />
Chi per obbedire ai professori, per otto anni consecutivi non ha mai parlato in<br />
classe.<br />
Chi non è mai arrivato nell'ora di latino, un quarto d’ora dopo, per non farsi<br />
interrogare per primo.<br />
Chi non è mai stato fregato cinque minuti prima che suonasse <strong>il</strong> campanello.