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analisi del testo narrativo: la favola di esopo - Istituto Pontano

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ISTITUTO PONTANO<br />

LICEO SCIENTIFICO<br />

CLASSE I SC. SEZ. A<br />

ANNO SCOLASTICO 2010/2011<br />

ANALISI DEL TESTO NARRATIVO:<br />

LA FAVOLA DI ESOPO


DELIA CAPPARELLA<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

LA TARTARUGA E LA LEPRE<br />

INTRECCIO<br />

Questa favo<strong>la</strong> par<strong>la</strong> <strong>di</strong> due animali, <strong>la</strong> tartaruga e <strong>la</strong> lepre, che<br />

iniziarono a far <strong>di</strong>scussione sul<strong>la</strong> loro velocità e stabilirono<br />

così una gara <strong>di</strong> corsa. La lepre, consapevole <strong>del</strong><strong>la</strong> sua velocità<br />

naturale, non si applicò più <strong>di</strong> tanto e, appoggiatasi a un<br />

albero, si mise a dormire. Nel frattempo <strong>la</strong> tartaruga si<br />

impegnava a camminare più veloce che poteva e con tutte le sue<br />

forza riuscì a superare <strong>la</strong> lepre mentre dormiva tranquil<strong>la</strong>mente.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

La favo<strong>la</strong> mostra che spesso con l’applicazione si ottiene più<br />

con i doni naturali non coltivati. Questa è <strong>la</strong> morale <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

favo<strong>la</strong> che serve a darci un insegnamento che può condurci sul<strong>la</strong><br />

buona strada.<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

I personaggi <strong>del</strong><strong>la</strong> storia sono due: <strong>la</strong> tartaruga e <strong>la</strong> lepre. Non<br />

ci sono descrizioni fisiche né personaggi secondari, ma possiamo<br />

solo <strong>di</strong>stinguere i <strong>di</strong>versi caratteri.<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

La morale ci vuole far capire che è molto più importante<br />

esercitarsi e sforzarsi per ottenere qualcosa che limitarsi a<br />

ciò che si ha per dono naturale.<br />

Personalmente conosco e ho conosciuto in passato persone <strong>di</strong> questo<br />

genere.<br />

ESEMPIO PRATICO: Un giorno <strong>la</strong> professoressa <strong>di</strong> inglese stabilì un<br />

compito e una mia amica che conosceva molto bene <strong>la</strong> lingua non<br />

si esercitò ,mentre io mi applicai tutto il giorno per<br />

imparare un po’ <strong>la</strong> lingua. Ai risultati <strong>del</strong> compito <strong>la</strong> mia amica<br />

ebbe sei mentre io otto.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

C’era una volta una tartaruga che sapeva cucinare benissimo,<br />

mentre <strong>la</strong> lepre e sua moglie non erano capaci <strong>di</strong> preparare<br />

nemmeno una frittata. In seguito ci fu una gara <strong>di</strong> cucina a<br />

cui doveva partecipare tutto il paese. La tartaruga, che<br />

aspettava da anni questa gara, preparò un piatto speciale, mentre<br />

<strong>la</strong> lepre e <strong>la</strong> moglie al posto <strong>di</strong> procurarsi una ricetta<br />

passarono tutto il giorno a spiare <strong>la</strong> tartaruga che <strong>la</strong>vorava<br />

duramente. Durante <strong>la</strong> notte, mentre <strong>la</strong> tartaruga dormiva<br />

profondamente, <strong>la</strong> lepre riuscì ad entrare in cucina e a rubare<br />

il pasto. Il giorno dopo <strong>la</strong> tartaruga al suo risveglio non trovò<br />

il piatto e scoppiò in un <strong>la</strong>go <strong>di</strong> <strong>la</strong>crime e decise <strong>di</strong> non<br />

arrendersi preparando una gran<strong>di</strong>ssima frittata con<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tutto<br />

ciò che aveva in frigorifero, mentre <strong>la</strong> lepre e <strong>la</strong> moglie si


presentarono con il piatto speciale <strong>del</strong><strong>la</strong> tartaruga. Quando ebbe<br />

inizio <strong>la</strong> gara, i giu<strong>di</strong>ci assaggiarono prima il piatto <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

lepre che lo trovarono secco per <strong>la</strong> cattiva conservazione e poi<br />

i giu<strong>di</strong>ci assaggiarono il piatto <strong>del</strong><strong>la</strong> tartaruga. Lo trovarono<br />

originale e <strong>di</strong> buon gusto. La lepre non capiva proprio il motivo,<br />

quando venne a scoprire che quel piatto doveva stare per tutta <strong>la</strong><br />

notte vicino al<strong>la</strong> finestra, mentre l’aveva conservato nel forno.<br />

Tutta <strong>la</strong> storia finisce con <strong>la</strong> premiazione <strong>del</strong><strong>la</strong> tartaruga che<br />

aveva ottenuto <strong>la</strong> frittata più originale e <strong>la</strong> sconfitta <strong>di</strong><br />

quell’imbrogliona <strong>del</strong><strong>la</strong> lepre.<br />

DARIO SPIEZIA<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

La volpe e <strong>la</strong> cornacchia<br />

INTRECCIO<br />

Una volpe,inseguita da due cacciatori, trova nascon<strong>di</strong>glio in una<br />

capanna, consigliata da un vecchio taglialegna. Arrivati i due<br />

cacciatori, il taglialegna a voce alta <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> non avere mai visto<br />

una volpe passare <strong>di</strong> là, ma con un cenno in<strong>di</strong>ca <strong>la</strong> capanna. I<br />

cacciatori ignorano i cenni <strong>del</strong> taglialegna e continuano <strong>la</strong><br />

propria corsa nel bosco.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«Questa favo<strong>la</strong> si potrebbe applicare a certi uomini, i quali, a<br />

parole, manifestano i più generosi propositi, ma, all’ atto<br />

pratico, si comportano male».<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

Protagonisti: La volpe e il taglialegna; Antagonisti: I<br />

cacciatori.<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

La morale vuole intendere che ci sono uomini che solo a parole<br />

manifestano <strong>la</strong> loro generosità, ma non trasformano le parole in<br />

fatti.<br />

ESEMPIO PRATICO: Molto spesso, da piccolo, mi capitava, mentre<br />

giocavo a nascon<strong>di</strong>no, <strong>di</strong> esprimermi a parole per in<strong>di</strong>care <strong>di</strong> non<br />

sapere i luoghi in cui i miei amici si nascondevano, ma con i<br />

gesti per in<strong>di</strong>care i luoghi nascosti, dove erano situati i<br />

bambini.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

C’ era una volta una picco<strong>la</strong> volpe rossa, a cui purtroppo due<br />

cacciatori avevano ucciso <strong>la</strong> madre.


Un giorno <strong>la</strong> volpe, girando per il fitto bosco, viene presa (o<br />

meglio rapita) da un vecchio taglialegna, che <strong>la</strong> porta in una<br />

picco<strong>la</strong> capanna <strong>di</strong> legno al<strong>la</strong> fine <strong>del</strong> bosco.<br />

La volpe impaurita cerca <strong>di</strong> scappare dalle forzute braccia<br />

<strong>del</strong>l’uomo, ma invano. Per tutto il tragitto il taglialegna<br />

ripeteva continuamente <strong>la</strong> stessa frase: ”Questa bel<strong>la</strong> volpe <strong>la</strong><br />

mangerò non appena arriverò a casa”.<br />

Arrivati a casa, <strong>la</strong> volpe tentò più volte <strong>la</strong> fuga, ma il<br />

taglialegna, preparata <strong>la</strong> pento<strong>la</strong>, <strong>la</strong> infilò dentro. Nel frattempo<br />

<strong>la</strong> volpe, però, con un salto fulmineo -e con un po’ <strong>di</strong> scottature-<br />

riuscì a fuggire dal<strong>la</strong> finestra.<br />

Morale:Nelle favole i buoni vincono sempre contro i cattivi, ma<br />

nel<strong>la</strong> vita reale e’ il contrario.<br />

EDUARDO BERNARDO<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

L’asino che passava per leone<br />

INTRECCIO<br />

Questa favo<strong>la</strong> par<strong>la</strong> <strong>di</strong> un asino che indossava <strong>del</strong><strong>la</strong> pelle <strong>di</strong><br />

leone. Tutte le persone che lo vedevano, pensando che fosse un<br />

leone, scappavano. Un giorno, però, un soffio <strong>di</strong> vento gli fece<br />

vo<strong>la</strong>re via <strong>la</strong> pelle <strong>di</strong> leone e tutte le persone lo picchiarono<br />

con ran<strong>del</strong>li e bastoni.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«Chi si trova nel<strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un povero privato ,non cerchi <strong>di</strong><br />

scimmiottare i ricconi, per non averne danni e risate: non è<br />

conveniente per noi quello che è estraneo al<strong>la</strong> nostra natura».<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

L’ asino e le persone<br />

Protagonista : l’ asino<br />

Antagonista : le persone<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

La morale ci vuole far capire che in qualsiasi situazione dobbiamo<br />

essere noi stessi. Se noi non possiamo permetterci certe cose, non<br />

possiamo averle: siamo poveri, non possiamo fingere <strong>di</strong> essere<br />

ricchi.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

Un asino in una citta<strong>di</strong>na vicino Madrid era molto rispettato e<br />

temuto perché trovò un leone morto e <strong>di</strong>sse a tutti che era stato<br />

lui ad ucciderlo e da quel momento fu l’ animale più temuto <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

citta<strong>di</strong>na. Il figliolo <strong>del</strong> leone morto era molto infuriato con


l’asino perché anche lui pensava che suo padre fosse stato ucciso<br />

dall’ asino. Un mattino, verso mezzogiorno, il leoncino andò in<br />

piazza e sfidò l’asino davanti a tutti. L’asino aveva molto paura<br />

e per non essere ucciso confessò che aveva trovato il leone morto<br />

e che non era stato lui ad ucciderlo. Allora il leoncino, per non<br />

sbranarlo, gli impose <strong>di</strong> portare a vita <strong>la</strong> fascia <strong>del</strong>l’animale più<br />

debole e fifone <strong>del</strong><strong>la</strong> città.<br />

FABRIZIO MARIA MANCINO<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

L’astronomo<br />

INTRECCIO<br />

Un astronomo che amava uscire <strong>la</strong> sera per stu<strong>di</strong>are le stelle. Una<br />

notte, <strong>di</strong>straendosi per stu<strong>di</strong>are, cadde in un pozzo. Egli, dopo<br />

essere caduto, si <strong>la</strong>mentava e un passante, sentendo le grida, si<br />

avvicinò e <strong>di</strong>sse: «Caro ragazzo, piuttosto che guardare in cielo,<br />

guarda in terra».<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«Questa favo<strong>la</strong> potrebbe servire per uno <strong>di</strong> quei tali che si<br />

vantano <strong>di</strong> cose incre<strong>di</strong>bili, mentre non sanno fare nemmeno quello<br />

che fanno tutti gli uomini normali».<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

L’astronomo e il passante<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

Questa morale vuole sottolineare l’esagerazione nel sapere materie<br />

o altro <strong>di</strong> complicato e non riconoscere le basi, come gli altri<br />

uomini sul<strong>la</strong> terra.<br />

Esempio pratico: Quoti<strong>di</strong>anamente si possono vedere degli esempi <strong>di</strong><br />

ignoranza da parte <strong>di</strong> persone importanti, come politici o critici,<br />

che non conoscono argomenti fondamentali <strong>del</strong> loro <strong>la</strong>voro.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

Due astronomi per un progetto si facevano <strong>di</strong>spetti per ostaco<strong>la</strong>rsi<br />

l’un l’altro. Un giorno i due partecipavano ad un concorso per<br />

astronomi con molti altri stu<strong>di</strong>osi. Essi credevano <strong>di</strong> essere i più<br />

bravi <strong>del</strong> paese ed arrivavano in finale con un altro loro<br />

collega. Erano in competizione e per questo, facendosi <strong>di</strong>spetti,<br />

nessuno dei due riusciva a vincere il premio, poiché lo vinse un<br />

altro loro collega. A fine gara il capo giuria si avvicinò e <strong>di</strong>sse<br />

a entrambi: «Voi avete perso <strong>la</strong> possibilità <strong>del</strong><strong>la</strong> vostra vita e<br />

non l’avete sfruttata. Mi <strong>di</strong>spiace, poiché eravate dei buoni<br />

astronomi». Questa favo<strong>la</strong> vuole esprimere che le opportunità


vanno sfruttate senza pensarci su e senza aver timore <strong>di</strong> altre<br />

persone.<br />

FEDERICO PREVITI<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

La Cica<strong>la</strong> e le Formiche<br />

INTRECCIO<br />

La favo<strong>la</strong> narra <strong>di</strong> una cica<strong>la</strong> che va a chiedere alle formiche un<br />

po’ <strong>di</strong> cibo.<br />

Le formiche chiedono perché lui non ne avesse e esso rispose che<br />

non ne aveva, poiché è stata tutta l’ estate a cantare. Le<br />

formiche allora le risposero: «Adesso bal<strong>la</strong>!!!!!! ».<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

La morale <strong>del</strong><strong>la</strong> fiaba è che bisogna sempre prepararsi per<br />

qualsiasi evento, altrimenti bisogna affrontare le conseguenze.<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

Le Formiche e <strong>la</strong> Cica<strong>la</strong><br />

Descrizione psicologica <strong>del</strong>le Formiche: Avide ed impotenti contro<br />

l’ inverno.<br />

Descrizione psicologica <strong>del</strong><strong>la</strong> Cica<strong>la</strong>: Distratta e “scansafatiche”.<br />

Esempio: Io, durante l’ inizio <strong>di</strong> quest’ anno, ho pensato a<br />

coltivare <strong>di</strong> più le amicizie in c<strong>la</strong>sse e mi sono occupato <strong>di</strong> meno<br />

<strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o e, quin<strong>di</strong>, i miei voti in pagel<strong>la</strong> saranno bassi,<br />

anche se solo ora capisco il mio errore.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

Un giorno, in un parco abbandonato, gli animali stavano morendo<br />

<strong>di</strong> fame per l’assenza <strong>di</strong> cibo e gli unici animali ad avere il cibo<br />

erano le api, che appunto avevano il miele.<br />

Però, il loro alveare era coperto da rami e le api non riuscivano<br />

più a uscire. Perciò fecero un patto con gli animali all’esterno:<br />

se avessero <strong>di</strong>strutto i rami, avrebbero donato miele a tutti.<br />

I comandanti <strong>di</strong> questa spe<strong>di</strong>zione furono una cica<strong>la</strong> e una formica.<br />

Grazie all’aiuto <strong>di</strong> tutti i rami caddero e, come promesso, le api<br />

donarono il loro miele a tutti gli animali.


FRANCESCO CASSANITI<br />

TITOLO<br />

L’asino vestito <strong>del</strong><strong>la</strong> pelle <strong>del</strong> Leone e <strong>la</strong> Volpe<br />

INTRECCIO<br />

La favo<strong>la</strong> narra <strong>la</strong> storia <strong>di</strong> un asino che seminava il panico tra<br />

le bestie perché indossava un vestito fatto <strong>di</strong> pelle <strong>di</strong> un Leone.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«Così ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose<br />

apparenze, sembrano persone importanti, se <strong>la</strong> smania <strong>di</strong> par<strong>la</strong>re<br />

non li tra<strong>di</strong>sse».<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

I personaggi sono un asino e una volpe.<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

Il senso <strong>del</strong><strong>la</strong> morale è che ci sono molti ignoranti che, per<br />

quello che possono sembrare, credono <strong>di</strong> essere persone importanti,<br />

ma spesso si fanno tra<strong>di</strong>re dal<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>.<br />

Esempi pratici: Questo a me capita quando faccio gli scherzi<br />

telefonici. Mi spaccio per persone importanti, ma poi <strong>la</strong> mia voce<br />

mi tra<strong>di</strong>sce.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

C’era una volta un Leone che si prendeva gioco <strong>di</strong> tutti gli<br />

animali <strong>del</strong><strong>la</strong> foresta credendo <strong>di</strong> essere superiore a tutti. Lì<br />

vicino c’era un asinello che sentì tutto e insieme al suo migliore<br />

amico, una volpe, decide <strong>di</strong> sfidarlo. Il Leone accettò <strong>di</strong> buon<br />

grado <strong>la</strong> sfida, ma prese un po’ sotto gamba il duello…<br />

GIANPAOLO COSMO<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

L’asino vestito <strong>del</strong><strong>la</strong> pelle <strong>del</strong> leone<br />

INTRECCIO<br />

Un asino si mise addosso <strong>la</strong> pelle <strong>di</strong> un leone e spaventava tutti.<br />

Un giorno decise <strong>di</strong> mettere paura anche al<strong>la</strong> volpe, però non ci<br />

riuscì, perché <strong>la</strong> volpe riconobbe <strong>la</strong> sua voce.


MORALE DELLA FAVOLA<br />

«Così ci sono degli ignoranti, che, grazie alle loro fastose<br />

apparenze, sembrerebbero persone importanti, se <strong>la</strong> smania <strong>di</strong><br />

par<strong>la</strong>re non li tra<strong>di</strong>sse».<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

L’asino, <strong>la</strong> volpe e gli animali <strong>del</strong> bosco.<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

Secondo me, <strong>la</strong> morale ci fa capire che alcune sembrerebbero<br />

importanti per il loro aspetto se non par<strong>la</strong>ssero, ma anche in<br />

altre situazioni.<br />

Ad esempio, se un ragazzo deve giocare a pallone non deve sentirsi<br />

importante perché ha il completino e le scarpette, ma deve<br />

sentirsi importante se sa giocare.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

C’era una volta una volpe che, essendo molto affamata, andava per<br />

il bosco a cercare una preda, ma non trovava nul<strong>la</strong>.<br />

Ad un certo punto trovò un piccolo criceto con i suoi figli. Il<br />

criceto, appena vide <strong>la</strong> volpe, capì dal suo aspetto che era molto<br />

affamata.<br />

Allora chiese al<strong>la</strong> volpe <strong>di</strong> non mangiare lei e i suoi cuccioli e,<br />

prima che <strong>la</strong> volpe rispondesse, le <strong>di</strong>sse che conosceva un asinello<br />

che avrebbe potuto mangiare.<br />

La volpe pensò a lungo e decise <strong>di</strong> salvare i criceti in<strong>di</strong>fesi e<br />

mangiare l’asinello, ma a patto che il criceto doveva<br />

accompagnar<strong>la</strong> dall’asinello. Il criceto accettò.<br />

Arrivati a destinazione, il criceto chiese al<strong>la</strong> volpe se poteva<br />

andare dai suoi cuccioli.<br />

La volpe <strong>di</strong>sse che doveva prima mangiare l’asinello e poi sarebbe<br />

ritornato dai suoi cuccioli. Il criceto accettò. La volpe mangiò<br />

l’asino e, insod<strong>di</strong>sfatta, tornò dal criceto e gli <strong>di</strong>sse che<br />

l’asinello era scappato e avrebbe mangiato i suoi figlioletti. Il<br />

criceto angosciato decise <strong>di</strong> salvare i suoi piccoli e si fece<br />

mangiare al posto loro.


GIUSEPPE CAPASSO<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

L’Astronomo<br />

INTRECCIO<br />

Un astronomo usciva tutte le sere per guardare le stelle.<br />

Una sera, mentre il suo sguardo era rivolto al cielo, cadde in un<br />

pozzo.<br />

Così un passante che lo sentì ur<strong>la</strong>re, rivolgendosi all’ astronomo,<br />

<strong>di</strong>sse che non si può guardare il cielo senza sapere cosa c’è sul<strong>la</strong><br />

terra.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«Questa favo<strong>la</strong> potrebbe servire per uno <strong>di</strong> quei tali che si<br />

vantano <strong>di</strong> cose incre<strong>di</strong>bili, mentre sanno fare nemmeno quello che<br />

fanno tutti gli uomini normali».<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

Io penso che <strong>la</strong> morale voglia <strong>di</strong>re che, anche se si <strong>di</strong>venta<br />

persone acc<strong>la</strong>mate per gran<strong>di</strong> capacità, bisogna sempre rimanere con<br />

i pie<strong>di</strong> per terra e attaccati alle proprie origini.<br />

Esempi pratici: Uno dei possibili esempi pratici è quando si<br />

incontrano alcuni V.I.P. che sono convinti che tutto sia loro<br />

dovuto.<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

L’ Astronomo e il Passante<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

C’era una volta un astronomo che era molto povero. Di giorno per<br />

andare avanti era costretto ad andare a <strong>la</strong>vorare nei campi, mentre<br />

<strong>di</strong> notte prendeva il suo telescopio ed andava a scrutare il cielo.<br />

Una notte, mentre era occupato nei suoi stu<strong>di</strong>, uno spiritello<br />

maligno travestito da passante, lo trasse in inganno, <strong>di</strong>cendogli<br />

che avrebbe potuto de<strong>di</strong>carsi solo all’ astronomia, se avesse<br />

voluto aiutarlo a rubare una pietra preziosa.<br />

La notte seguente lo spiritello e l’ astronomo si organizzarono ed<br />

andarono a rubare quel<strong>la</strong> pietra.<br />

Mentre erano in cammino, l’ astronomo iniziava a pentire per<br />

quello che stava per fare e voleva tirasi in<strong>di</strong>etro. Tuttavia,<br />

avendo già fatto il patto con lo spiritello, dovette escogitare un<br />

piano: arrivati nel luogo prestabilito, l’ astronomo iniziò a<br />

guardare le stelle e a illustrare le costel<strong>la</strong>zioni allo<br />

spiritello, cosi quest’ ultimo, irritato, dovette andare a fare il<br />

colpo da solo.<br />

L’ astronomo tornò a casa contento <strong>di</strong> non aver partecipato al<br />

colpo e lo spiritello fu arrestato.


IACOPO VARTULI<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

L’Asino che passava per leone<br />

INTRECCIO<br />

Un asino indossava una pelliccia <strong>di</strong> un leone scambiandolo per un<br />

leone. Tutti quanti, perciò, avevano paura <strong>di</strong> lui, finché un<br />

giorno un soffio <strong>di</strong> vento gli levò <strong>la</strong> pelliccia e l’asino restò<br />

nudo. Allora tutti se ne accorsero e lo picchiarono.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«Chi si trova nel<strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un povero privato, non cerchi <strong>di</strong><br />

scimmiottare i ricconi, per non averne danni e risate: non è<br />

conveniente per noi quello che è estraneo al<strong>la</strong> nostra natura».<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

L’ASINO,IL POPOLO.<br />

ANTAGONISTI:POPOLO.<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

Secondo il mio parere, non bisogna mai spacciarsi per ricconi, ma<br />

bisogna essere se stessi e pensar<strong>la</strong> <strong>di</strong>versamente dagli altri.<br />

La morale vuole intendere che non bisogna copiare il riccone per<br />

farsi rispettare, ma bisogna semplicemente essere se stessi anche<br />

se poveri o essere <strong>di</strong>versi dagli altri.<br />

ESEMPI PRATICI: L’altro giorno un mio amico non poteva entrare ad<br />

una festa, solo perché non teneva abiti firmati e non aveva sol<strong>di</strong>.<br />

Io credo, invece, che una persona non si riconosca dai sol<strong>di</strong> o<br />

dagli abiti firmati, ma sono sicuro che l’abito non faccia il<br />

monaco.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

Un giorno un asino senza una zampa pasco<strong>la</strong>va felice nel bosco,<br />

camminando incontrò un leopardo che lo prendeva in giro per il suo<br />

problema e lo tormentava. Allora l’asino, molto furbo, <strong>di</strong>sse al<br />

leopardo che era meglio non avere una zampa che tanta arroganza.


ANNA INNOCENTI<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

Il pipistrello e <strong>la</strong> donno<strong>la</strong><br />

INTRECCIO<br />

La storia racconta che un pipistrello cadde e venne afferrato da<br />

una donno<strong>la</strong>, suo predatore naturale. E così mentì, <strong>di</strong>cendo che era<br />

un topo e <strong>la</strong> donno<strong>la</strong> lo <strong>la</strong>sciò andare. Capitò <strong>di</strong> nuovo e il<br />

pipistrello riuscì a fuggire.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«La favo<strong>la</strong> mostra che non bisogna ricorrere sempre agli stessi<br />

espe<strong>di</strong>enti, ma riflettere a come si possa sottrarsi ai pericoli<br />

adattandosi alle circostanze».<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

Nei casi <strong>di</strong> pericolo non bisogna sempre mentire, adattandosi al<strong>la</strong><br />

situazione.<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

- Pipistrello<br />

- Donno<strong>la</strong><br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

L’AMORE IMPOSSIBILE<br />

C’erano una volta un pipistrello e una donno<strong>la</strong> che, pur essendo<br />

molto <strong>di</strong>versi tra loro, avevano una cosa in comune: non potevano<br />

mostrarsi al<strong>la</strong> luce <strong>del</strong> sole. Ognuno per due motivi <strong>di</strong>versi: il<br />

pipistrello non poteva esporsi al sole perché non lo sopportava.<br />

La donno<strong>la</strong>, invece,essendo una facile preda, correva il rischio <strong>di</strong><br />

essere catturata da qualche iena. Il pipistrello era un tipetto un<br />

po’ sbadato, poiché non era un pipistrello a tutti gli effetti a<br />

causa <strong>del</strong><strong>la</strong> sua giovane età. Una sera <strong>di</strong> ritorno a casa, andò a<br />

sbattere e finì nel<strong>la</strong> tana <strong>del</strong><strong>la</strong> donno<strong>la</strong>. I due si incontrarono e<br />

fu subito amore. Però, si potevano vedere solo al buio, ma per<br />

passare più tempo insieme occorreva che si vedessero anche <strong>di</strong><br />

giorno. Così si rivolsero all’orso indovino che donò ad entrambi<br />

qualità magiche per incontrarsi sempre. Infine, i due continuarono<br />

a vedersi e vissero sempre felici e contenti.


EMANUELE MUSIELLO<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

Il taglialegna ed Ermes<br />

INTRECCIO<br />

Ad un taglialegna, un giorno, cadde l’accetta nel fiume e si mise<br />

a piangere per l’accaduto. Ermes, quando seppe <strong>di</strong> questo fatto, si<br />

impietosì e scese sul<strong>la</strong> terra per aiutarlo e si tuffò nel fiume<br />

per recuperargli l’accetta. Ermes si tuffò per ben tre volte: le<br />

prime due tirò fuori <strong>del</strong>le accette d’oro e d’argento ed il<br />

taglialegna <strong>di</strong>sse che non erano sue, <strong>la</strong> terza volta che Ermes si<br />

gettò nel fiume trovò l’accetta <strong>del</strong> cacciatore. Allora Ermes, per<br />

premiare l’ onestà <strong>del</strong> taglialegna, gli <strong>di</strong>ede tutte e tre le<br />

accette. Il taglialegna raccontò il fatto ai suoi amici e uno <strong>di</strong><br />

loro decise <strong>di</strong> fare <strong>la</strong> stessa cosa, solo che Ermes, scoperto l’<br />

inganno, non gli <strong>di</strong>ede nessuna <strong>del</strong>le tre accette.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«La favo<strong>la</strong> mostra che le <strong>di</strong>vinità sono tanto propizie agli onesti<br />

quanto ostili ai <strong>di</strong>sonesti».<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

I personaggi sono il taglialegna, Ermes e l’amico <strong>del</strong> taglialegna.<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

La morale ci insegna che il destino riserva agli onesti solo cose<br />

positive, mentre ai <strong>di</strong>sonesti solo cose negative ed è più cru<strong>del</strong>i.<br />

Anche nel<strong>la</strong> vita accade questo fatto e non sempre i cattivi<br />

vincono sui buoni.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

C’era una volta un taglialegna che era molto povero e si <strong>la</strong>mentava<br />

sempre con i suoi amici che nelle vicinanze <strong>del</strong><strong>la</strong> sua casa non<br />

esisteva un bosco con molti alberi. Ermes, impietosito dal<strong>la</strong> sua<br />

storia, chiese a Diana, dea <strong>del</strong><strong>la</strong> caccia, <strong>di</strong> far crescere un<br />

grande bosco nelle vicinanze <strong>del</strong><strong>la</strong> casetta <strong>del</strong> taglialegna. Il<br />

giorno successivo il taglialegna, appena svegliatosi uscì <strong>di</strong> casa<br />

per andare a <strong>la</strong>vorare e, come per sorpresa, trovò un grande bosco<br />

con molta legna da tagliare e da quel giorno da povero <strong>di</strong>ventò<br />

ricco ed ebbe una vita migliore.


MICHELE ANNUNZIATA<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

Il Porcellino e le pecore<br />

INTRECCIO<br />

Questa favo<strong>la</strong> par<strong>la</strong> <strong>di</strong> un porcellino che si intrufo<strong>la</strong> in un gregge<br />

e ogni volta pasco<strong>la</strong> con loro. Cosi, un giorno, quando il<br />

porcellino fu preso dal pastore, incominciò a ur<strong>la</strong>re come un pazzo<br />

e, allora, le pecore gli <strong>di</strong>ssero che non c’era da preoccuparsi<br />

perchè prendeva anche loro così. Tuttavia, il porcellino rispose:<br />

«Prende voi per <strong>la</strong> <strong>la</strong>na e il <strong>la</strong>tte,<strong>di</strong> <strong>di</strong> me vuole carne».<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«Questa favo<strong>la</strong> insegna che hanno ragione <strong>di</strong> piangere coloro che<br />

corrono il pericolo <strong>di</strong> perdere,non le sostanze ma <strong>la</strong> vita».<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

Questa morale ci vuole far capire che non tutti hanno lo stesso<br />

destino, ma a volte qualcuno è fortunato o sfortunato.<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

Protagonista: Il Porcellino<br />

Antagonista: Il Pastore<br />

Personaggi Secondari: Le Pecore<br />

Esempi Pratici: Ricordo quando <strong>la</strong> cagna <strong>di</strong> mia nonna per <strong>la</strong> prima<br />

volta ebbe i cuccioli: mio zio <strong>di</strong>sse che era ancora troppo picco<strong>la</strong><br />

e, allora, lei incominciò a guaire.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

In un gregge viveva un maialino che, per non farsi vedere dal<br />

pastore, si nascondeva <strong>di</strong>etro <strong>la</strong> <strong>la</strong>na <strong>del</strong>le pecore. Così, un<br />

giorno, il maialino, avendo fame, volle andare a prendere qualcosa<br />

da mangiare a casa <strong>del</strong> pastore, mentre dormiva. Le pecore gli<br />

risposero che era pericoloso e che, se fosse entrato, non sarebbe<br />

mai più uscito, ma il maialino fu avido <strong>di</strong> cibo e ci andò lo<br />

stesso. Dopo essere entrato, vide una bel<strong>la</strong> coscia <strong>di</strong> pollo, ma<br />

all’improvviso ci fu uno sparo che fu sentito anche dalle pecore e<br />

tutte rimasero male.<br />

Morale:<br />

Ogni volta che qualcuno ti dà un consiglio, è meglio fidarsi.


LUCA ANGELO JUNIOR ROMANO<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

L’asino, <strong>la</strong> volpe e il leone<br />

INTRECCIO<br />

Un asino e una volpe si allearono per andare a caccia. Per strada<br />

incontrarono un leone, il quale <strong>di</strong>sse al<strong>la</strong> volpe che, se voleva<br />

salvarsi, doveva darle l’ asino e <strong>la</strong> volpe acconsentì. La volpe<br />

tese una trappo<strong>la</strong> al leone e l’ asino venne catturato da una rete.<br />

E così il leone prese prima <strong>la</strong> volpe e poi l’asino.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«Così spesso, senza avvedersene, chi tende insi<strong>di</strong>e ai suoi<br />

compagni, rovina insieme a loro».<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

L’ asino, <strong>la</strong> volpe e il leone<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

Questa morale spiega che chi tende una trappo<strong>la</strong> ai propri compagni<br />

paga le conseguenze insieme a essi.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

C’erano una volta una volpe e un leone, che erano amici tra loro.<br />

Un giorno andarono a caccia insieme. I due girarono tutta <strong>la</strong><br />

foresta, ma non trovarono nessun animale. Il giorno dopo andarono<br />

a caccia e trovarono un asino, si nascosero <strong>di</strong>etro un cespuglio e<br />

<strong>la</strong> volpe sapeva che quell’ asino era <strong>di</strong> un cacciatore e convinse<br />

il leone ad andare a cacciarlo <strong>di</strong>cendo:“Non ti preoccupare perchè<br />

il cacciatore è a caccia, non è in casa. Fidati <strong>di</strong> me!”. Il leone<br />

si alzò e uccise l’ asino, mentre l’ asino ur<strong>la</strong>va dal dolore e<br />

svegliava il cacciatore, il quale prendeva il fucile e uccideva il<br />

leone, nel frattempo <strong>la</strong> volpe uccideva tutte le galline e le<br />

mangiava.<br />

Morale: Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.


MARIA PAUDICE<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

L’asino, il gallo e il Leone<br />

INTRECCIO<br />

Un giorno, un gallo che mangiava dal<strong>la</strong> stessa cioto<strong>la</strong> <strong>di</strong> un asino<br />

<strong>di</strong>fese con un urlo il compagno aggre<strong>di</strong>to da un leone. Il leone<br />

scappò spaventato dall’ urlo <strong>del</strong> gallo, ma l’asino, illuso <strong>di</strong><br />

aver spaventato il leone, lo inseguì e successivamente, quando<br />

l’urlo non arrivò più all’orecchio <strong>del</strong> leone, quest’ultimo si girò<br />

per aggre<strong>di</strong>re l’ingenuo asino.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«La favo<strong>la</strong> mostra che molti uomini partono in guerra contro gente<br />

che si è fatta picco<strong>la</strong> a bel<strong>la</strong> posta e così finiscono rovinati da<br />

quel<strong>la</strong>».<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

Molte persone ingannate dal loro essere superiori o presuntuosi,<br />

finiscono per essere <strong>di</strong>vorati come nel<strong>la</strong> favo<strong>la</strong> o, come nel<strong>la</strong> vita<br />

reale, per fare una brutta figura... per paura <strong>di</strong> non saper<br />

<strong>di</strong>mostrare quello che pensavano <strong>di</strong> sapere.<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

I personaggi sono tre: il gallo, il leone e l’asino ed è proprio<br />

quest’ultimo che impersonifica <strong>la</strong> morale, quando crede <strong>di</strong> essere<br />

più forte <strong>del</strong> leone e viene <strong>di</strong>vorato da lui.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

C’era una volta un gallo che era il principe <strong>di</strong> un regno lontano,<br />

ma molto lontano da quello abitato dagli umani…<br />

Un giorno si presentò un ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> oggetti magici era chiamato<br />

il potente e ‘grande quadrupede’. Egli era un anziano asino che<br />

proveniva dalle tenebre…<br />

Si <strong>di</strong>ceva, infatti, che avesse strappato <strong>di</strong>versi oggetti magici ai<br />

più potenti miti <strong>del</strong><strong>la</strong> storia e che fosse poi scappato da quel<br />

luogo infernale, portando con sé una freccia che non sbagliava mai<br />

<strong>la</strong> mira, rubata a Diana, dea <strong>del</strong><strong>la</strong> caccia, un orologio che<br />

riportava in<strong>di</strong>etro nel tempo le persone sopra i 23 anni (dettaglio<br />

non riferito al re) e un mantello magico dal potere <strong>del</strong><br />

invisibilità.


Quando si presentò a corte il consigliere <strong>del</strong> gallo, Gin, un<br />

grosso leone, confidò in privato al re <strong>di</strong> non comprare gli<br />

oggetti… Ma egli, ingenuo, accettò l’offerta <strong>del</strong>l’ asino,<br />

comprando il bellissimo orologio d’oro e scambiandolo con tutte le<br />

ricchezze <strong>del</strong><strong>la</strong> famiglia reale… Purtroppo il povero re, così come<br />

molte altre persone, venne ingannato dal furbo quadrupede che<br />

rimase con le enormi ricchezze reali, a <strong>di</strong>fferenza <strong>del</strong> povero<br />

gallo che, avendo solo venti anni, non poteva utilizzare<br />

L’OROLOGIO.<br />

MARIAVITTORIA FIERRO<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

IL VIANDANTE ED ERMES<br />

INTRECCIO<br />

La storia narra <strong>di</strong> un uomo che fece un voto ad Ermes, promettendo<br />

che tutto ciò che avrebbe trovato nel suo viaggio, l’avrebbe<br />

<strong>di</strong>viso con il <strong>di</strong>o. Ma non fu così perché il viandante trovò <strong>del</strong>le<br />

mandorle e dei datteri e <strong>di</strong>vise con Ermes solo i gusci <strong>del</strong>le cose<br />

che aveva mangiato.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«La morale è che questa storia è adatta per un uomo avido che nel<strong>la</strong><br />

sua cupi<strong>di</strong>gia, truffa persino gli dei».<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

La morale, detta anche apologo, vuole “insegnare” qualcosa. In<br />

questo caso vuol <strong>di</strong>re che l’uomo è così avido che potrebbe<br />

truffare persino qualcuno più potente <strong>di</strong> lui o meglio prendersi<br />

gioco <strong>di</strong> Ermes.<br />

Un esempio pratico <strong>di</strong> questa storia potrebbe essere chi troppo<br />

vuole nul<strong>la</strong> stringe.<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

I personaggi <strong>del</strong><strong>la</strong> storia sono Ermes e il viandante che, da come<br />

possiamo capire dal<strong>la</strong> storia, è molto avido.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

C’era una volta il Monte Olimpo, dove sorgeva un albero alto e<br />

possente, ma soprattutto crescevano <strong>del</strong>le mele d’oro che<br />

riuscivano a far <strong>di</strong>ventare gli dei più potenti ogni volta che ne<br />

mangiavano una. Tuttavia, se era un uomo a mangiar<strong>la</strong>, accadeva il<br />

contrario, perché <strong>di</strong>ventava debole da non riuscire a fare niente.


Un giorno un uomo abbastanza alto e grassottello, trovò una pianta<br />

altissima che cresceva nel suo campo (era un conta<strong>di</strong>no).<br />

Si arrampicò e arrivò sull’Olimpo, dove vide un albero altissimo<br />

pieno <strong>di</strong> mele d’oro e decise <strong>di</strong> rubarle.<br />

Improvvisamente apparve Ermes, un <strong>di</strong>o che gli permise <strong>di</strong> rubarle a<br />

patto che le avrebbe portate ai bambini ma<strong>la</strong>ti e alle persone<br />

povere e agli anziani per dare loro più forza.<br />

Quando arrivò sul<strong>la</strong> terra il viandante portò le mele a casa e ne<br />

mangiò una gran parte, così da infrangere il patto.<br />

Un <strong>di</strong>o che si trovava per caso sul<strong>la</strong> terra Apollo, vide che l’uomo<br />

aveva infranto il patto e lo punì facendolo <strong>di</strong>ventare molto<br />

debole,l’effetto contrario che faceva <strong>la</strong> me<strong>la</strong>. Così l’uomo,<br />

indebolitosi, non poté più <strong>la</strong>vorare e <strong>di</strong>ventò povero. Gli dei<br />

decisero <strong>di</strong> perdonarlo e farlo ritornare in forma.<br />

MATTIA MIGLIORE<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

Il pastore che scherzava<br />

INTRECCIO<br />

Una volta, in un paesino <strong>di</strong> montagna, vi era un pastore burlone<br />

che amava fare gli scherzi ai suoi compaesani, quando portava al<br />

pascolo il suo gregge. Egli, infatti, ur<strong>la</strong>va che dei lupi gli<br />

sbranavano le pecore e, quando gli abitanti <strong>del</strong> vil<strong>la</strong>ggio<br />

arrivavano, capitava che se ne tornavano a casa ricoperti <strong>di</strong><br />

beffe.<br />

Accadde al<strong>la</strong> fine che i lupi vennero veramente e <strong>di</strong>vorarono il<br />

gregge, poiché nessuno <strong>di</strong>ede più conto <strong>del</strong>le ur<strong>la</strong> <strong>del</strong> pastore.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«La favo<strong>la</strong> mostra che, a mentire, ci si guadagna soltanto questo:<br />

anche quando si <strong>di</strong>ce <strong>la</strong> verità, non si è creduti».<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

Protagonista: è un giovane pastore che si prende gioco dei suoi<br />

compaesani e al<strong>la</strong> fine ci rimette il gregge.<br />

Personaggi secondari<br />

Gli abitanti: accorrono sempre alle ur<strong>la</strong> <strong>del</strong> pastore finché non si<br />

stancano.<br />

Le pecore: le pecore <strong>del</strong> pastore che vengono <strong>di</strong>vorate dai lupi.<br />

I lupi: i lupi che sbranano le pecore <strong>del</strong> pastore.


SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

La morale ha il significato che <strong>di</strong>etro bugie, che possono sembrare<br />

insignificanti, <strong>la</strong> gente può non riporre più <strong>la</strong> sua fiducia in te<br />

e ciò può tra<strong>di</strong>rti nel vero momento <strong>del</strong> bisogno.<br />

Esempio pratico:<br />

Un esempio è quando una persona <strong>di</strong>ce <strong>del</strong>le bugie che poi vengono<br />

scoperte. A lungo andare può capitare che <strong>la</strong> realtà poi non viene<br />

creduta. Ad esempio a me è successo <strong>di</strong> perdere una cosa e nessuno<br />

mi credeva.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

C’ era una volta un pastore che ogni volta che <strong>la</strong>vorava i campi o<br />

portava a pasco<strong>la</strong>re il suo gregge, “doveva” offrire un pesante<br />

tributo in cibo ad un lupo che gli intimoriva <strong>di</strong> mangiare le sue<br />

pecore e rovinare i suoi campi, se non l’ avesse fatto.<br />

Un giorno, il pastore, sotto consiglio <strong>del</strong><strong>la</strong> moglie, decise,<br />

impaurito, <strong>di</strong> comprare un fucile per uccidere il lupo.<br />

Il lupo lo scoprì e minacciò il pastore, il quale, in preda al<br />

panico, prese il fucile e sparò. Così visse felicemente <strong>la</strong> sua<br />

vita.<br />

Morale:<br />

La favo<strong>la</strong> insegna che bisogna sempre avere il coraggio <strong>di</strong><br />

affrontare le proprie paure con qualunque mezzo, anche per<br />

migliorare <strong>la</strong> propria autostima.<br />

MUROLI VINCENZO<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

L’ usignolo e lo sparviero<br />

INTRECCIO<br />

Un usignolo, mentre cantava, veniva preso da uno sparviero<br />

affamato e, mentre è nel<strong>la</strong> bocca <strong>del</strong>lo sparviero, l’ usignolo gli<br />

chiedeva <strong>di</strong> <strong>la</strong>sciarlo, ma lo sparviero gli rispondeva che sarebbe<br />

sciocco <strong>la</strong>sciar andare un pasto sicuro nel<strong>la</strong> speranza <strong>di</strong> qualcosa<br />

<strong>di</strong> incerto.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«Così, anche tra gli uomini, stolti sono coloro che, nel<strong>la</strong> speranza<br />

<strong>di</strong> un bene maggiore, si <strong>la</strong>sciano sfuggire quello che hanno in<br />

mano».<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

Protagonista: Usignolo<br />

Antagonista: Sparviero


SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

La morale <strong>di</strong>ce che è da stupi<strong>di</strong> <strong>la</strong>sciarsi sfuggire qualcosa <strong>di</strong><br />

certo nel<strong>la</strong> speranza <strong>di</strong> un bene maggiore.<br />

Esempi: Quest’ esempio è un po’ singo<strong>la</strong>re e non so come mi sia<br />

venuto in mente, ma comunque lo <strong>di</strong>co: gli azionisti, quando<br />

<strong>la</strong>vorano, tentano, nel<strong>la</strong> speranza <strong>di</strong> un bene maggiore, <strong>di</strong><br />

rivendere le azioni che hanno già per comprarne <strong>del</strong>le nuove,<br />

credendo che queste ultime fruttino <strong>di</strong> più <strong>di</strong> quelle precedenti.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

Una volta un usignolo e uno sparviero, molto amici, una volta<br />

furono inseguiti da un leone per avergli rubato il pasto. I due<br />

uccelli provarono ad implorare pietà al leone. Il leone in un<br />

primo momento li perdonò e li portò nel<strong>la</strong> sua tana, ma, dopo aver<br />

bloccato l’entrata, mangiò i due animali.<br />

La morale è che anche nel<strong>la</strong> realtà è meglio non fidarsi <strong>di</strong> coloro<br />

che, in apparenza, da cattivi <strong>di</strong>ventano buoni.<br />

OLIMPIA IORIO<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

LA TARTARUGA E L’AQUILA<br />

INTRECCIO<br />

Una tartaruga pregava un’aqui<strong>la</strong> perché le insegnasse a vo<strong>la</strong>re e<br />

così, anche se l’aqui<strong>la</strong> le aveva detto che non era possibile, <strong>la</strong><br />

prese tra gli artigli, <strong>la</strong> portò in cielo e <strong>la</strong> <strong>la</strong>sciò cadere. La<br />

tartaruga, non avendo le ali per vo<strong>la</strong>re, si schiantò e ruppe il<br />

suo guscio.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«La favo<strong>la</strong> <strong>di</strong>mostra come, a <strong>di</strong>spetto dei consigli dei saggi, molti<br />

si rovinino per voler scimmiottare il prossimo».<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

Aqui<strong>la</strong>, tartaruga.<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

In<strong>di</strong>pendentemente dai desideri, bisogna anche rendersi conto dei<br />

propri limiti e che pur <strong>di</strong> voler imitare poi si finirà sempre per<br />

rovinare se stessi .<br />

Es. se sono una donna, non posso pretendere <strong>di</strong> saper vo<strong>la</strong>re come<br />

un uccello.


ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

LA FURBA TARTARUGA.<br />

C’era una volta una tartaruga <strong>di</strong> nome Zippica, che viveva con il<br />

suo fratellino Tippete.<br />

Un giorno, mentre Zippica stava andando al fiume, Tippete venne<br />

rapita dall’aqui<strong>la</strong> <strong>di</strong> nome Pomina e venne portata nel<strong>la</strong> tana.<br />

Quando Zippica ritornò e non vide più il suo fratellino, capì<br />

subito che era stato rapito dall’ aqui<strong>la</strong>. Allora decise <strong>di</strong><br />

mettersi in cerca <strong>di</strong> Tippete.<br />

Tippete venne trovata mezzo morta e sanguinante. Allora Zippica<br />

decise <strong>di</strong> sfidare l’aqui<strong>la</strong> ad una caccia al tesoro, ma, mentre<br />

l’aqui<strong>la</strong> cercava, Zippica prese il fratellino e scappa.<br />

SABRINA DE SIMONE<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

Le rane chiesero un re<br />

INTRECCIO<br />

Le ranocchie volevano a tutti i costi un re che le governasse e<br />

ripetutamente chiedevano a Zeus. Zeus mandò nel loro stagno un<br />

pezzo <strong>di</strong> legno. Le ranocchie, appena videro il re, andarono a<br />

fondo e successivamente ci si buttarono sopra. Si vergognarono <strong>del</strong><br />

loro re e si <strong>la</strong>mentarono con Zeus che, esausto, mandò una biscia<br />

che mangiò tutte le rane.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«La favo<strong>la</strong> mostra che è meglio avere governanti infingar<strong>di</strong> ma non<br />

cattivi, piuttosto che turbolenti e malvagi».<br />

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

I personaggi sono le ranocchie, Zeus, il pezzo <strong>di</strong> legno e una<br />

biscia. I personaggi non sono descritti né dal punto <strong>di</strong> vista<br />

caratteriale né dal punto <strong>di</strong> vista fisico. Le protagoniste sono le<br />

ranocchie. Possiamo <strong>di</strong>re che Zeus mo<strong>di</strong>fica il suo ruolo:<br />

inizialmente, infatti, si comporta come un aiutante, in quanto<br />

manda un re e accontenta le ranocchie; in un secondo momento,<br />

comportandosi da antagonista, ha l’intento <strong>di</strong> uccidere le<br />

ranocchie. Usa <strong>la</strong> biscia come aiutante e, quin<strong>di</strong>, <strong>la</strong> biscia è un<br />

oppositore.<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

Penso che <strong>la</strong> morale voglia <strong>di</strong>re che bisogna accontentarsi e non<br />

bisogna volere a tutti i costi <strong>la</strong> perfezione. Infatti, come ci<br />

viene descritto nel<strong>la</strong> favo<strong>la</strong>, il non accontentarsi può essere<br />

anche pericoloso, oltre ad essere <strong>la</strong> maggior parte <strong>del</strong>le volte<br />

molto infantile.


ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

C’era una volta una ranocchia che spesso se ne stava da so<strong>la</strong> nello<br />

stagno. Era spesso malinconica e non capiva perché nessuna altra<br />

ranocchia <strong>la</strong> volesse conoscere né volesse passare <strong>del</strong> tempo<br />

insieme a lei. Le altre erano molto cattive con <strong>la</strong> ranocchia e <strong>la</strong><br />

prendevano per il suo aspetto e per <strong>la</strong> sua voce molto fasti<strong>di</strong>osa.<br />

Inoltre, <strong>la</strong> prendevano in giro perché era umile e semplice. La<br />

ranocchia <strong>di</strong> picco<strong>la</strong> età voleva per forza assomigliare ad una<br />

<strong>del</strong>le altre, chiamata Jane. Col passare <strong>del</strong> tempo, avendo uno<br />

stereotipo davanti ai suoi occhi, <strong>di</strong>ventò molto simile a Jane. Le<br />

ranocchie si avvicinarono e, par<strong>la</strong>ndo, scoprirono <strong>di</strong> avere un<br />

desiderio in comune: entrambe volevano una loro amica animale <strong>di</strong><br />

un’altra specie e, quin<strong>di</strong>, pregavano spesso Zeus, affinché le<br />

mandasse una amica. Un giorno, dopo tante preghiere, giunse allo<br />

stagno una bel<strong>la</strong> biscia innocua che aveva il compito <strong>di</strong> amare le<br />

due ranocchie. Jane, però, iniziò ad o<strong>di</strong>are <strong>la</strong> picco<strong>la</strong> biscia,<br />

perché <strong>la</strong> sua amica si era molto affezionata a lei e non le<br />

prestava molta attenzione. Un bel giorno, Jane arrabbiata, decise<br />

<strong>di</strong> uccidere <strong>la</strong> biscia, con altre ranocchie. La picco<strong>la</strong> ranocchia,<br />

oramai cresciuta, si accorse <strong>del</strong>l’accaduto e soprattutto si<br />

accorse chi aveva fatto quel<strong>la</strong> cattiveria. Capì che Jane era una<br />

ranocchia malvagia e non volle più stare con lei. Inoltre, capì<br />

che non doveva assomigliare a nessun’altra ranocchia e che lei era<br />

una ranocchia buona e umile.<br />

Una morale può essere : meglio soli che male accompagnati.<br />

LORENZO SCARAMUZZINO<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

Il Pastore che Scherzava<br />

INTRECCIO<br />

Un pastore conduceva il gregge a pasco<strong>la</strong>re piuttosto lontano dal<br />

vil<strong>la</strong>ggio e si <strong>di</strong>vertiva a gridare che i lupi lo assalivano. Gli<br />

abitanti accorsero spaventati e poi tornavano nelle loro case tra<br />

le beffe. Accadde che, però, una volta, il suo gregge fu veramente<br />

attaccato dai lupi. Il conta<strong>di</strong>no chiese aiuto, ma nessuno accorse,<br />

poiché pensavano che il conta<strong>di</strong>no stesse facendo un altro dei suoi<br />

scherzi. Fu così che egli ci rimise il gregge.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«La favo<strong>la</strong> mostra che, a mentire, ci si guadagna soltanto che,<br />

anche quando ci si <strong>di</strong>ce <strong>la</strong> verità, non si è creduti».


IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

□ Il pastore<br />

□ Il gregge<br />

□ I lupi<br />

□ I citta<strong>di</strong>ni<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

La morale spiega che bisogna chiedere aiuto soltanto quando serve<br />

veramente, altrimenti le persone che sono venute in tuo soccorso,<br />

ti etichettano come bugiardo e, quando serve veramente il loro<br />

aiuto, ti voltano le spalle.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

C’era una volta un conta<strong>di</strong>no che era solito portare il suo gregge,<br />

guidato da un cane che il conta<strong>di</strong>no era solito picchiare e<br />

frustare, lontano dal vil<strong>la</strong>ggio. Una volta il cane fu frustato<br />

così forte che se ne scappò. Il conta<strong>di</strong>no prese <strong>la</strong> guida <strong>del</strong><br />

gregge e, dopo aver fatto una breve passeggiata, tornò a casa,<br />

dove trovò il cane insieme ad altri suoi compagni stesi sul<br />

terreno che appena videro il conta<strong>di</strong>no arrivare, lo attaccarono e<br />

lo sbranarono.<br />

Morale: Mai trattare male nessuno, neanche se all’apparenza può<br />

sembrare meno forte <strong>di</strong> te, perché con l’aiuto <strong>di</strong> qualche suo<br />

compagno, può fare <strong>la</strong> stessa cosa a te.<br />

FABIO PELLONE<br />

TITOLO DELLA FAVOLA<br />

Il porcellino e le pecore<br />

INTRECCIO<br />

In un gregge <strong>di</strong> pecore si era infiltrato un maialino che<br />

all’improvviso venne preso su dal pastore. Cominciò a stril<strong>la</strong>re e<br />

le pecore lo rimproveravano, ma lui spiegò loro che il pastore non<br />

l’aveva preso per <strong>la</strong> <strong>la</strong>na, come per le pecore, ma per <strong>la</strong> carne.<br />

MORALE DELLA FAVOLA<br />

«Questa favo<strong>la</strong> insegna che hanno ragione <strong>di</strong> piangere coloro che<br />

corrono il pericolo <strong>di</strong> perdere, non le sostanze, ma <strong>la</strong> vita».


IL SISTEMA DEI PERSONAGGI<br />

Protagonista: il porcellino<br />

Antagonista: il pastore<br />

Personaggi secondari: le pecore<br />

SPIEGAZIONE DELLA MORALE<br />

Questa morale vuole far capire che, se bisogna scegliere tra una<br />

cosa materiale e una cosa importante come <strong>la</strong> vita, non bisogna<br />

cadere nel<strong>la</strong> tentazione <strong>di</strong> pensare che quell’oggetto sia più<br />

importante <strong>del</strong><strong>la</strong> propria vita.<br />

Esempi pratici: un militare ha più ragione <strong>di</strong> avere paura <strong>di</strong><br />

perdere <strong>la</strong> vita <strong>di</strong> un uomo d’affari che ha paura <strong>di</strong> perdere il<br />

denaro.<br />

ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA<br />

Un giorno un porcellino che, vagando per i prati, incontrò un<br />

pastore che lo prese con sé. Quando arrivarono nel<strong>la</strong> fattoria, il<br />

maialino cominciò a chiacchierare con le pecore. Dopo un po’ <strong>di</strong>sse<br />

loro: «Ho fame! Dove posso trovare <strong>del</strong> cibo?» e loro gli risposero:<br />

«È in casa <strong>del</strong> pastore, ma lui ci vieta <strong>di</strong> entrare». Nonostante<br />

ciò, il porcellino decise <strong>di</strong> entrare nel<strong>la</strong> casa e rubò <strong>del</strong> cibo.<br />

Quando il pastore lo scoprì, prese il maialino, lo uccise e lo<br />

mangiò.<br />

Morale: chi <strong>la</strong> fa l’aspetti. Perché il porcellino aveva fatto un<br />

torto al pastore, che lo ripagò con <strong>la</strong> stessa moneta.

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