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Lo sviluppo embrionale è il processo che, per successive mitosi ...

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SVILUPPO EMBRIONALE (PARTE PRIMA)<br />

<strong>Lo</strong> <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> <strong>embrionale</strong> <strong>è</strong> <strong>il</strong> <strong>processo</strong> <strong>che</strong>, <strong>per</strong> <strong>successive</strong> <strong>mitosi</strong> porta dallo zigote all'individuo<br />

completo. <strong>Lo</strong> <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> <strong>embrionale</strong> comprende in realtà vari aspetti, <strong>che</strong> possono essere così<br />

riassunti:<br />

• MOLTIPLICAZIONE CELLULARE (<strong>per</strong> <strong>successive</strong> e rapide <strong>mitosi</strong>): si passa da 1 cellula a<br />

m<strong>il</strong>iardi di cellule (nel caso degli organismi su<strong>per</strong>iori), e le varie cellule, se pur funzionalmente<br />

diverse, hanno uguale patrimonio genetico<br />

• DIFFERENZIAMENTO E SPECIALIZZAZIONE CELLULARE a carico delle diverse linee<br />

cellulari <strong>che</strong> andranno a formare l'individuo completo<br />

• CRESCITA CORPOREA fino alle dimensioni tipi<strong>che</strong> dell'individuo alla nascita.<br />

Per comprendere gli elementi di base dello <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> <strong>embrionale</strong> <strong>è</strong> ut<strong>il</strong>e fare riferimento alle<br />

uova di animali con quadri di <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> relativamente semplici, <strong>che</strong> <strong>per</strong> tale motivo vengono<br />

tradizionalmente presi come modelli. Fra questi vi <strong>è</strong> l'uovo di rana, nel quale possiamo seguire<br />

le prime fasi di <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> fino alle fasi di MORULA e di BLASTULA.<br />

Il <strong>processo</strong> <strong>che</strong>, attraverso innumerevoli <strong>mitosi</strong>, trasforma lo zigote in un primo ammasso di<br />

cellule prende <strong>il</strong> nome di SEGMENTAZIONE.<br />

Essa avviene in modo diverso a seconda della quantità di materiale nutritivo (deutoplasma o<br />

vitello) presente nell'uovo.<br />

Si distinguono <strong>per</strong>tanto:<br />

-uova con poco vitello e <strong>che</strong> si segmentano completamente (= UOVA OLOBLASTICHE)<br />

-uova con molto vitello e <strong>che</strong> si segmentano parzialmente (UOVA MEROBLASTICHE).<br />

Il sottostante s<strong>che</strong>ma a destra riporta i più comuni tipi di uova oloblasti<strong>che</strong> e meroblasti<strong>che</strong><br />

e indica come esse si sv<strong>il</strong>uppano fino allo stadio di blastula. I disegni a sinistra mostrano gli<br />

eventi tipici dell'uovo fecondato di rana, fino allo stadio di blastula. Per quanto riguarda la<br />

cellula uovo dei mammiferi e della specie umana, <strong>che</strong> non compare nello s<strong>che</strong>ma, vedremo fra<br />

breve come deve essere considerata.<br />

CELOMA PRIMARIO O BLASTOCELE


Ma come si realizza lo <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> <strong>embrionale</strong> nella specie umana? Si forma an<strong>che</strong> in questo caso<br />

la blastula?<br />

Riassumiamo intanto cos'<strong>è</strong> accaduto nei 3 giorni successivi alla fecondazione:<br />

Fino allo stadio a 16 cellule, le esigenze metaboli<strong>che</strong> delle cellule in formazione sono state<br />

soddisfatte dal pur minimo contenuto di materiali nutritivi presenti nell'uovo e<br />

successivamente distribuiti alle cellule neoformate.<br />

Una volta giunto nell'utero, l'embrione ancora allo stadio di morula (circa 32 cellule) comincia<br />

ad assorbire i fluidi presenti in tale sede e ciò consente <strong>il</strong> proseguimento del suo <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong>. La<br />

tappa successiva <strong>è</strong> quella di BLASTOCISTI, l'equivalente (almeno <strong>per</strong> certi aspetti) dello<br />

stadio di blastula visto in precedenza.<br />

La blastocisti si forma intorno al 4-5° giorno dalla fecondazione ed <strong>è</strong> organizzata come<br />

mostrato nel disegno sottostante. Si noti, nella figura a destra, <strong>che</strong> la blastocisti resta<br />

racchusa nella zona pellucida fino al 6° giorno. A quel punto, ormai libera, essa <strong>è</strong> pronta <strong>per</strong> la<br />

fase di impianto nell'endometrio, dove comincerà ad assorbire le sostanze <strong>che</strong> diffondono dal<br />

tessuto materno. L'impianto si completerà entro la seconda settimana dalla fecondazione.


Osservando le figure sopra, si vede <strong>che</strong> le tappe iniziali dello <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> hanno seguito le fasi<br />

tipi<strong>che</strong> già descritte, ovvero si <strong>è</strong> passati dalla fusione dei due pronuclei (immagine A ; frecce)<br />

alla formazione dello zigote e, subito dopo, alla prima divisione di segmentazione con<br />

formazione di 2 cellule (B). Si sono poi formate altre cellule (C,D,E) e successivamente si <strong>è</strong><br />

giunti allo stadio di blastocisti con trofoblasto <strong>per</strong>iferico e nodo <strong>embrionale</strong> (F). Ma quali<br />

elementi abbiamo <strong>per</strong> definire LECITOCELE la cavità sottostante al nodo <strong>embrionale</strong>? Essa<br />

diventerà sacco vitellino, equivalente a quello di rett<strong>il</strong>i e uccelli, ma sebbene <strong>il</strong> suo nome<br />

significhi "cavità del materiale nutritivo", in realtà non ne contiene.<br />

Il significato di tale cavità <strong>è</strong> reso evidente dallo studio dello <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> <strong>embrionale</strong> di<br />

Mammiferi abbastanza primitivi come i Marsupiali (es. canguri) o i Monotremi (come<br />

l'echidna). In questi casi si osserva infatti <strong>che</strong> durante la formazione della blastocisti nella<br />

cavità si accumula realmente una piccola quantità di vitello, <strong>che</strong> poco dopo viene comunque<br />

espulsa e la cavità resta vuota. E' dunque evidente <strong>che</strong> la presenza di materiale nutritivo,<br />

tipica dello <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> di Uccelli e Rett<strong>il</strong>i, si <strong>è</strong> andata riducendo nei Mammiferi, fino a<br />

scomparire in quelli più evoluti dal punto di vista dello <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> (placentati), ai quali appartiene<br />

appunto la specie umana.<br />

FASE DI IMPIANTO NELL'ENDOMETRIO<br />

Come si osserva dalla sequenza delle 3 immagini <strong>che</strong> seguono, l'impianto inizia quando una<br />

parte delle cellule dello strato <strong>per</strong>iferico della blastocisti (trofoblasto) vengono in contatto<br />

con l'endometrio. Esse cominciano infatti a liberare enzimi <strong>che</strong> scavano nella parete<br />

dell'endometrio una sorta nicchia <strong>che</strong> gradualmente si amplia e <strong>per</strong>mette alle cellule del<br />

trofoblasto, divenute voluminose e in fase di attiva proliferazione, di


penetrare sempre più nello spessore dell'endometrio. Gli enzimi liberati da tali cellule hanno<br />

un'intensa attività litica sui tessuti uterini e sono in grado di erodere an<strong>che</strong> la parete dei<br />

piccoli cap<strong>il</strong>lari sanguigni. Si formano così, attorno al trofoblasto in espansione, lacune di<br />

sangue materno già in grado di fornire nutrimento alle cellule embrionali. Si osservi <strong>che</strong> nel<br />

frattempo <strong>il</strong> lecitocele si va restringendo identificandosi sempre più con <strong>il</strong> sacco vitellino (se<br />

pur vuoto), mentre <strong>il</strong> nodo <strong>embrionale</strong> ha cominciato a delaminarsi, dando origine a un disco<br />

<strong>embrionale</strong> (corrispondente al futuro embrione) e a una cavità amniotica (<strong>che</strong> in seguito<br />

conterrà l'intero embrione). Il trofoblasto diventa una struttura sempre più complessa e<br />

dinamica (corion) e le sue tipi<strong>che</strong> v<strong>il</strong>losità si insinuano profondamente nel tessuto uterino<br />

materno (v<strong>il</strong>li coriali).


D'altra parte, l'endometrio reagisce al contatto con i v<strong>il</strong>li divenendo un tessuto discoidale<br />

particolarmente sanguificato e capace di intensi scambi trofici con la componente <strong>embrionale</strong>.<br />

Grazie al contributo del corion <strong>embrionale</strong> e dell'endometrio materno si va insomma formando<br />

la placenta (dunque duplice origine della placenta: materna ed <strong>embrionale</strong>), organo capace di<br />

assicurare, attraverso una complessa rete vasale, i necessari scambi trofici fra circolo<br />

materno e fetale. Durante lo <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> della placenta si forma inoltre una struttura allungata<br />

(cordone ombelicale) <strong>che</strong> connette la su<strong>per</strong>ficie ventrale dell'embrione con la porzione interna<br />

della placenta e contiene al suo interno i vasi sanguigni. Il peduncolo <strong>embrionale</strong> visib<strong>il</strong>e in una<br />

figura sovrastante rappresenta un primo abbozzo della placenta e nello stadio raffigurato ha<br />

la funzione di collegare l'embrione al corion ancora in accrescimento. La placenta verrà<br />

espulsa subito dopo <strong>il</strong> parto insieme agli altri annessi embrionali (decidua basale). I 4 disegni<br />

sottostanti s<strong>che</strong>matizzano fasi <strong>successive</strong> dell'impianto con progressiva estensione del corion<br />

<strong>embrionale</strong>.


PROCESSO DI GASTRULAZIONE<br />

Per giungere alla formazione dei vari tessuti e organi tipici dell'adulto, alla fase di blastula (o<br />

blastocisti dei Mammiferi) devono seguire altre fasi di <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> <strong>che</strong>, progressivamente,<br />

indirizzano le cellule embrionali verso le varie specializzazioni. Tutto questo comincia a<br />

realizzarsi durante la fase successiva alla blastula (o blastocisti), <strong>che</strong> prende <strong>il</strong> nome di<br />

GASTRULAZIONE. In generale essa <strong>è</strong> caratterizzata da intensi movimenti morfogenetici<br />

cellulari, in seguito ai quali (indipendentemente dalla modalità con cui si svolge tale <strong>processo</strong>:<br />

invaginazione, ingressione, delaminazione) l'embrione passa dall' organizzazione un<strong>il</strong>aminare<br />

della blastula a quella tr<strong>il</strong>aminare tipica della gastrula. A scopo unicamente indicativo viene di<br />

seguito riportata la modalità (assai semplice) di gastrulazione <strong>per</strong> invaginazione nel riccio di<br />

mare. Come indicato invece nella figura a lato, nella nostra specie la gastrulazione avviene <strong>per</strong><br />

delaminazione. Si ricordi comunque <strong>che</strong>, indipendentemente dalla modalità, nel corso di tale<br />

<strong>processo</strong> scompare <strong>il</strong> blastocele e si forma una nuova cavità: l'ar<strong>che</strong>nteron. Questo<br />

rappresenta <strong>il</strong> primordio del futuro apparato digerente e comunica <strong>per</strong> <strong>il</strong> momento con<br />

l'esterno attraverso una fessura detta blastoporo. La ridistribuzione cellulare, comunque<br />

avvenga, porta alla fine alla formazione di 3 foglietti embrionali, <strong>che</strong> dall'esterno all'interno<br />

sono: ECTODERMA, MESODERMA ed ENDODERMA. Di seguito viene indicato a quali organi e<br />

tessuti ciascuno darà origine nel corso delle tappe <strong>successive</strong>, definite complessivamente<br />

ORGANOGENESI e qui non esaminate.


NEURULAZIONE<br />

Una tappa particolarmente importante dell'organogenesi <strong>è</strong> rappresentata, in tutti i<br />

vertebrati, dalla formazione del sistema nervoso, <strong>che</strong> nell'Uomo inizia molto presto, entro <strong>il</strong><br />

primo mese di vita <strong>embrionale</strong>. Il <strong>processo</strong> si definisce NEURULAZIONE e trasforma la<br />

gastrula a tre foglietti in neurula, ovvero in uno stadio <strong>embrionale</strong> già provvisto di un<br />

rudimentale sistema nervoso (<strong>che</strong> continuerà poi a strutturarsi e <strong>per</strong>fezionarsi). La<br />

neurulazione può essere fac<strong>il</strong>mente compresa ut<strong>il</strong>izzando l'esempio di un embrione di anfibio e<br />

considerando <strong>che</strong> la modalità <strong>è</strong> sostanzialmente sim<strong>il</strong>e an<strong>che</strong> nell'Uomo. Si consideri <strong>che</strong> <strong>il</strong><br />

<strong>processo</strong> di formazione di placca, doccia e tubo neurale si attua lungo l'asse dorso mediano<br />

dell'embrione. (La placca neurale viene an<strong>che</strong> definita neuroblasto poiché da essa avrà origine<br />

<strong>il</strong> sistema nervoso).


ANNESSI EMBRIONALI<br />

Dopo aver esaminato le tappe <strong>che</strong> trasformano l'uovo fecondato in embrione già provvisto di 3<br />

foglietti (da cui entro breve tempo deriveranno tutte le strutture dell'organismo), riflettiamo<br />

sul fatto <strong>che</strong>, fra i Vertebrati, lo <strong>sv<strong>il</strong>uppo</strong> <strong>embrionale</strong> avviene in condizioni molto diverse: in<br />

acqua <strong>per</strong> Pesci e Anfibi, a terra <strong>per</strong> Rett<strong>il</strong>i, Uccelli e Mammiferi e interessa uova<br />

diversamente provviste di vitello (poco in Pesci e Anfibi, molto in Rett<strong>il</strong>i e Uccelli, assente -ma<br />

solo secondariamente- nei Mammiferi placentati). Queste diverse condizioni determinano non<br />

soltanto le diverse modalità di segmentazione, gastrulazione ecc., ma an<strong>che</strong> la formazione di<br />

particolari annessi embrionali affinché l'uovo possa sv<strong>il</strong>upparsi in ambiente terrestre e<br />

l'embrione possa ut<strong>il</strong>izzare la riserva di deutoplasma di cui <strong>è</strong> provvisto. Questo avviene<br />

essenzialmente in Rett<strong>il</strong>i, Uccelli e Mammiferi, mentre nei Pesci e negli Anfibi l'embrione non<br />

soltanto si sv<strong>il</strong>uppa in acqua, ma si libera presto dall'uovo e comincia una vita autonoma.<br />

Vediamo dunque quali sono gli annessi embrionali <strong>che</strong> caratterizzano i Vertebrati <strong>che</strong> hanno<br />

conquistato le terre emerse e <strong>che</strong>, in generale, sono provvisti di uova con molto deutoplasma<br />

(Uomo a parte). Ma chi sono i Vertebrati e quali sono i loro annessi embrionali? Gli s<strong>che</strong>mi e le<br />

figure <strong>che</strong> seguono riassumono i concetti principali e <strong>per</strong>mettono di confrontare i tipici<br />

annessi degli amnioti in generale (ad es. di un embrione di pollo) con quelli della specie umana.<br />

Si noti <strong>che</strong> nel caso dell'Uomo <strong>il</strong> sacco vitellino appare fin dall'inizio rudimentale <strong>per</strong> l'assenza<br />

di contenuto e <strong>che</strong> <strong>il</strong> grande "salto di qualità" avviene a carico del corion. Mentre nei Rett<strong>il</strong>i e<br />

negli Uccelli questo forma, insieme all'allantoide un dispositivo di scambio di gas (membrana<br />

corioallantoidea), nell'Uomo <strong>il</strong> corion si specializza <strong>per</strong> prendere contatto con l'endometrio<br />

uterino e <strong>per</strong> formare con quest'ultimo la placenta. L'allantoide e <strong>il</strong> sacco vitellino diventano in<br />

questo caso parti del cordone ombelicale.

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