Redone n. 2 anno 2007 - Parrocchia GOTTOLENGO
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LO SPIRITO DEL RISORTO<br />
INNONDI DI PACE, DI FORZA<br />
E DI SERENA FELICITÀ<br />
OGNI FAMIGLIA DEL<br />
NOSTRO PAESE !<br />
Auguri di Buona e Santa<br />
Pasqua!<br />
il<br />
<strong>Redone</strong><br />
Periodico d’informazione della <strong>Parrocchia</strong> dei Santi Pietro e Paolo in Gottolengo<br />
numero 2<br />
<strong>anno</strong> <strong>2007</strong>
Il <strong>Redone</strong><br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Periodico d’informazione<br />
della <strong>Parrocchia</strong> Santi Pietro e Paolo di Gottolengo<br />
n. 2 - <strong>2007</strong><br />
Sito internet della <strong>Parrocchia</strong>:<br />
http://www.parrocchiagottolengo.it<br />
e-mail: donsaverio@libero.it<br />
In questo numero<br />
Calendario Pastorale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2<br />
Il Parroco alla comunità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5<br />
Mons. Sanguineti presenta al Papa la rinuncia alla<br />
Diocesi e lo annuncia alla Chiesa bresciana. . . . .7<br />
Lettera del Vescovo Mons. Giulio Sanguineti . . .8<br />
La famiglia una realtà insostituibile<br />
da salvaguardare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .16<br />
Mons. Roberto Càceres tra di noi:<br />
una visita che si giustifica . . . . . . . . . . . . . . . . .19<br />
Vita parrocchiale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21<br />
Vita Oratoriana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26<br />
Economia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .32<br />
Per non dimenticare il paese che fu. . . . . . . . . .33<br />
Nuovo libro che racconta la storia<br />
di Gottolengo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .37<br />
Notizie dal Comune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38<br />
Cronache di vita parrocchiale e del paese . . . . .40<br />
Anagrafe <strong>Parrocchia</strong>le . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .43<br />
Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 236<br />
del 16-5-1965<br />
Impaginazione:<br />
nadir s.n.c.<br />
Via Portesi, 38 - 25080 Ciliverghe di Mazzano (BS)<br />
Tel. 030.2629680 - Fax 030.2620887<br />
Stampa:<br />
nadir s.n.c. - Ciliverghe (Brescia)<br />
CALENDARIO<br />
PASTORALE<br />
SANTE MESSE PREFESTIVE (Sabato o vigilia delle feste):<br />
• ore 16.00 alla Casa di Riposo;<br />
• Solo il sabato: ore 18.00 (Ore 19.00 con l’orario legale)<br />
nella Chiesetta di Solaro;<br />
• ore 20.30 nella Chiesa parrocchiale;<br />
SANTE MESSE FESTIVE (Domenica o nei giorni festivi)<br />
nella Chiesa parrocchiale:<br />
• ore 8.00-9.30-11.00-18.00 (19.00 quando c’è l’orario legale);<br />
SANTE MESSE FERIALI:<br />
• Al mattino con la preghiera delle lodi :<br />
* alle ore 08.30 - nella Chiesa <strong>Parrocchia</strong>le<br />
• Al pomeriggio con la preghiera dei vespri:<br />
* ore 18.30 - a Giugno ed ad Ottobre nella Chiesa parrocchiale;<br />
- a Luglio, Agosto e Settembre in San Girolamo<br />
* ore 16.00 - Ottobre e Maggio nella chiesa parrocchiale<br />
e da Novembre a Aprile nella chiesetta dell’Oratorio<br />
Ore 16.30 Da lunedì a venerdì nella Casa di Riposo<br />
SANTA MESSA DEL VENERDI’<br />
• Ore 18.30 Da Novembre ad Aprile nella chiesetta dell’Oratorio<br />
• Ore 20.00: a Maggio nelle contrade e al Cimitero nei<br />
mesi di Giugno – Luglio - Agosto<br />
• Ore 17.00 nei mesi di Settembre- Ottobre (al Cimitero)<br />
DURANTE L’AVVENTO E LA QUARESIMA da Lunedì a Sabato<br />
nella Chiesetta dell’Oratorio:<br />
• ore 6,30: Lodi e S. Messa<br />
• ore 08.30: Ora Media e S. Messa<br />
• ore 16.00: Vespri e S. Messa (escluso il Sabato)<br />
APRILE <strong>2007</strong><br />
1 Domenica delle Palme Giornata mondiale della Gioventù<br />
- (Vedi avvisi parrocchiali della Settimana Santa) – Giornata<br />
Mondiale della Gioventù – Ore 19.00: Santa Messa per i<br />
Giovani<br />
2 Lunedì Santo Atto penitenziale comunitario<br />
3 Martedì Santo Via Crucis Vivente<br />
4 Mercoledì Santo Ritiro Spirituale per adolescenti e giovani<br />
5 Giovedì Santo La Cena del Signore. Celebrazioni: Ricovero<br />
ore 1 .00 – Ragazzi ore 17.00 – Adulti ore 20.30 – Alle celebrazioni<br />
si porta l’offerta frutto delle rinunce quaresimali (Vedi<br />
- 2 -
programma della Settimana Santa)<br />
6 Venerdì Santo La Morte del Redentore –<br />
Ore 1 .00 Celebrazione liturgica – Ore 20.30:<br />
Via Crucis per le vie del paese – Adorazione<br />
notturna nella chiesetta dell’Oratorio. (Vedi<br />
programma della Settimana Santa)<br />
7 Sabato Santo Il Silenzio del Sepolcro<br />
- (Vedi programma della Settimana Santa)<br />
Ore 21.30: SOLENNE VEGLIA PASQUA-<br />
LE<br />
8 Domenica PASQUA DI RISURREZIONE<br />
– Orario festivo delle Sante Messe -Battesimi<br />
comunitari<br />
9 Lunedì dell’Angelo Partenza dei cresimandi<br />
per il Ritiro Spirituale<br />
10 Martedì: Don Angelo Calegari compie in<br />
mezzo a noi 90 anni di vita<br />
11 Mercoledì<br />
12 Giovedì Riprende il Catechismo e la scuola<br />
– In mattinata incontro dei sacerdoti della<br />
Bassa Bresciana a Frontignano - Ore 14.30:<br />
Incontro del Parroco con i bimbi della Prima<br />
Comunione<br />
13 Venerdì Confessione genitori, padrini e madrine<br />
della Prima Comunione.<br />
14 Sabato<br />
15 Domenica 2ª di Pasqua in Albis - Ore<br />
09.30 PRIME SANTE COMUNIONI – Incontro<br />
Giovani coppie<br />
16 Lunedì CPAE<br />
17 Martedì<br />
18 Mercoledì Preparazione animatori Catechesi<br />
Adulti e ICFR e Magistero<br />
19 Giovedì<br />
20 Venerdì CPP<br />
21 Sabato Nel pomeriggio, alle ore 1 .00: Santo<br />
Rosario e Santa Messa al Parco del Raccoglimento<br />
dando inizio al mese mariano (Particolarmente<br />
invitata la Contrada del Tredone).<br />
22 Domenica 3ª di Pasqua Quinto incontro<br />
con genitori e bimbi dell’Iniziazione Cristiana<br />
alle ore 1 in Oratorio<br />
23 Lunedì Durante la settimana: Santo Rosario<br />
alle ore 20.00 nella contrada del Tredone (Vedi<br />
Avvisi) - Preparazione Battesimi<br />
24 Martedì Pro Famiglia<br />
25 Mercoledì Ore 11.00: Santa Messa di ringraziamento<br />
a Dio - Incontro genitori cresimandi<br />
26 Giovedì Incontro dei Sacerdoti della Zona<br />
- Riunioni nelle Piccole Comunità territoriali<br />
(Centri d’Incontro) - Incontro vedove ore 1 .00<br />
all’Oratorio - Preparazione Battesimi<br />
- 3 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
27 Venerdì Ore 1 ,30: Incontro dei Consigli Pastorale<br />
e presbiterale riuniti con il Vescovo -<br />
Ore 20.00 S. Messa e S. Rosario nella Contrada<br />
del Centro Storico<br />
28 Sabato<br />
29 Domenica 4ª di Pasqua - Giornata Mondiale<br />
delle vocazioni - Battesimi comunitari<br />
30 Lunedì Durante la settimana: Santo Rosario<br />
alle ore 20.00 nella contrada del Centro Storico<br />
(Vedi Avvisi)<br />
MAGGIO <strong>2007</strong><br />
1 Martedì Ore 11.00 Santa Messa per tutti i lavoratori<br />
2 Mercoledì Ore 1 .20 Santo Rosario per i bimbi<br />
e i ragazzi in Oratorio<br />
3 Giovedì Corso per fidanzati<br />
4 Venerdì San Gottardo – Presso la Santella<br />
in via Lazzaretto: Santa Messa alle ore 10.00 e<br />
Santo Rosario alle ore 1 .00 - Ore 20.00 S. Messa<br />
e S. Rosario nella Contrada San Benedetto<br />
5 Sabato Catechesi bimbi dell’ Iniziazione Cristiana<br />
6 Domenica 5ª di Pasqua Ore 09.30: Santa<br />
Messa e Processione degli altari<br />
7 Lunedì Durante la settimana: Santo Rosario<br />
alle ore 20.00 nella contrada San Benedetto<br />
(Vedi Avvisi)<br />
8 Martedì Corso per fidanzati<br />
9 Mercoledì Ore 1 .20 Santo Rosario per i bimbi<br />
e i ragazzi in Oratorio<br />
10 Giovedì Ritiro Sacerdoti – Incontro con il delegato<br />
ore 1 con i cresimandi e ore 21 con i<br />
genitori con confessioni. - Corso per fidanzati<br />
11 Venerdì Ore 20.00 S. Messa e S. Rosario nella<br />
Contrada dell’Incidella -<br />
12 Sabato Riunione del Consiglio Pastorale<br />
Diocesano<br />
13 Domenica 6ª di Pasqua - Sante Cresime<br />
14 Lunedì Durante la settimana: Santo Rosario<br />
alle ore 20.00 nella contrada dell’Incidella (Vedi<br />
Avvisi)<br />
15 Martedì Corso per fidanzati<br />
16 Mercoledì Ore 1 .20 Santo Rosario per i bimbi<br />
e i ragazzi in Oratorio - Preparazione animatori<br />
Catechesi Adulti e ICFR<br />
17 Giovedì Corso per fidanzati<br />
18 Venerdì Ore 20.00 S. Messa e S. Rosario nella<br />
Contrada della Croce – Confessioni Comunitarie
Il <strong>Redone</strong><br />
19 Sabato<br />
20 Domenica ASCENSIONE - Sesto incontro<br />
con genitori e bimbi dell’Iniziazione Cristiana<br />
alle ore 1 in Oratorio – Incontro Giovani coppie<br />
21 Lunedì Durante la settimana: Santo Rosario<br />
alle ore 20.00 nella contrada della Croce (Vedi<br />
Avvisi) - Preparazione Battesimi<br />
22 Martedì Pro Famiglia - Corso per fidanzati<br />
23 Mercoledì Ore 14.30 a Comella Incontro<br />
interzonale di preghiera mariana organizzato<br />
dall’Azione Cattolica con la Celebrazione della<br />
Santa Messa - Ore 1 .20 Santo Rosario per i<br />
bimbi e i ragazzi in Oratorio - Riunioni nelle<br />
Piccole Comunità territoriali<br />
24 Giovedì Incontro dei Sacerdoti della Zona -<br />
Preparazione Battesimi - Corso per fidanzati<br />
25 Venerdì Ore 20.00 S. Messa e S. Rosario nella<br />
Contrada dell’Oratorio presso la santella della<br />
Madonna di Caravaggio<br />
26 Sabato Pomeriggio educativo per genitori e<br />
bimbi ICFR – Veglia di Pentecoste<br />
27 Domenica PENTECOSTE - Battesimi comunitari<br />
28 Lunedì Durante la settimana: Santo Rosario<br />
alle ore 20.00 nella contrada dell’Oratorio (Vedi<br />
Avvisi) - CPAE<br />
29 Martedì Corso per fidanzati<br />
30 Mercoledì Ore 1 .20 Santo Rosario per i bimbi<br />
e i ragazzi in Oratorio – Magistero<br />
31 Giovedì Conclusione <strong>Parrocchia</strong>le del mese<br />
mariano – Ore 20.00 Santo Rosario dall’Oratorio<br />
a San Girolamo - Incontro vedove ore 1 .00<br />
all’Oratorio - Corso per fidanzati<br />
- 4 -<br />
GIUGNO <strong>2007</strong><br />
1 Venerdì<br />
2 Sabato Festa della Repubblica<br />
3 Domenica SANTISSIMA TRINITA’ – Festa<br />
di chiusura dell’<strong>anno</strong> di Catechismo – Ritiro di<br />
fine Corso per fidanzati<br />
4 Lunedì CPP di verifica<br />
5 Martedì CPZ<br />
6 Mercoledì<br />
7 Giovedì Inizio Sante Quarant’Ore<br />
8 Venerdì Sante Quarant’Ore<br />
9 Sabato Sante Quarant’Ore - Termina<br />
l’<strong>anno</strong> scolastico<br />
10 Domenica CORPUS DOMINI<br />
11 Lunedì Inizia il Follest<br />
12 Martedì<br />
13 Mercoledì<br />
14 Giovedì Ritiro Sacerdoti<br />
15 Venerdì Sacro Cuore di Gesù – Santa<br />
Messa per il Pro Famiglia ore 20.30<br />
16 Sabato Cuore Immacolato di Maria<br />
17 Domenica Convegno diocesano dell’apostolato<br />
biblico sui Centri di Ascolto<br />
18 Lunedì Inizia il Grest - Preparazione Battesimi<br />
19 Martedì<br />
20 Mercoledì<br />
21 Giovedì Preparazione Battesimi<br />
22 Venerdì Atto penitenziale<br />
23 Sabato Feste Patronali<br />
24 Domenica Feste Patronali - Battesimi comunitari<br />
25 Lunedì Feste Patronali<br />
29 Venerdì Festa liturgica dei nostri Santi<br />
Patroni Pietro e Paolo<br />
Auguri di Buona e Santa Pasqua<br />
a tutti i lettori de “Il <strong>Redone</strong>”<br />
da parte del gruppo redattore
IL PARROCO ALLA COMUNITÀ<br />
L’ esperienza quaresimale, se ben vissuta, deve<br />
aver irrobustito il nostro personale rapporto con<br />
Dio in Gesù Cristo.<br />
Infatti, grazie al Suo Spirito, che ci ha condotti<br />
fruttuosamente nel deserto spirituale del nostro<br />
combattimento interiore dove ci siamo cimentati<br />
contro lo Spirito del Male, ci siamo irrobustiti;<br />
così dovrebbe essere, nell’impegno della nostra<br />
permanente conversione. In questa spirituale<br />
esperienza, abbiamo potuto rintracciare le orme<br />
del Maestro divino che, se fedelmente seguite,<br />
ci conducono sicure all’incontro con Dio Padre<br />
Misericordioso nella ricuperata identità di “Figli”.<br />
Noi siamo figli dell’eterno Padre grazie all’Unico<br />
Figlio eternamente amato che, per la nostra salvezza,<br />
non ha dubitato di dare la sua propria vita<br />
per noi.<br />
Il mistero pasquale che viviamo nella Settimana<br />
Santa, che inizia con la solenne processione lungo<br />
le vie del paese e la celebrazione eucaristica della<br />
festa delle Palme culminando con la Pasqua, diventa<br />
per noi un’esperienza fondamentale che ci<br />
fa rivivere, da adulti, il contenuto e la ricchezza<br />
del nostro battesimo. E’ proprio frutto del battesimo<br />
il costante impegno di far morire, in Cristo e<br />
con l’aiuto di Cristo, l’“uomo vecchio” a immagine<br />
- -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Verso una vita comunitaria animata dallo<br />
Spirito del Risorto, più pensata e più<br />
organizzata sul territorio parrocchiale.<br />
del peccato che c’è in noi e che continuamente<br />
vuol riemergere, affinchè possiamo dire con San<br />
Paolo che “non siamo più noi a vivere, ma è Cristo,<br />
il Risorto che vive in noi”. Il nostro volto umano<br />
e sfigurato nel peccato viene così trasfigurato nel<br />
Volto sereno, gioioso e trionfante del Risorto.<br />
Auguro a me e a tutti voi, lettori di questo periodico<br />
parrocchiale, di vivere in profondità e verità<br />
questa meravigliosa esperienza pasquale che, a<br />
detta del Papa Benedetto, diventa l’ “Eros”, cioè il<br />
momento forte e tonificante del nostro personale<br />
incontro con Dio.<br />
Solo se vivremo intensamente l’esperienza pasquale<br />
riusciremo a ricuperare anche una rinnovata<br />
relazione con i nostri fratelli, gli uomini,<br />
e quindi con tutta l’umanità! Come scrive Papa<br />
Benedetto nella sua prima enciclica, è grazie a<br />
quell’“Amore”, vissuto concretamente da Cristo in<br />
mezzo a noi, proposto come modello e quindi imitabile,<br />
che possiamo vivere rinnovate relazioni sociali<br />
all’insegna di quell’ “agape fraterna”, capace<br />
di costruire la “civiltà dell’amore”.<br />
E l’ “agape fraterna” dell’umanità rinnovata dalla<br />
redenzione ha il suo punto culminante nella celebrazione<br />
Eucaristica.<br />
La celebrazione della “Sacra Cena” condivisa da<br />
Gesù con gli Apostoli in quel lontano primo Giovedì<br />
Santo, e che ora, in ogni celebrazione Eucaristica<br />
noi rinnoviamo, racchiude in sè tutta la<br />
ricchezza del “Mistero Pasquale” contenuta nell’esperienza<br />
di sofferenza, morte e risurrezione<br />
di Gesù e si conclude con la gioiosa “Festa della<br />
Pasqua”.<br />
Il Giorno di Pasqua liturgicamente si prolunga per<br />
tutta una settimana e la gioia pasquale che apporta<br />
il Risorto alla sua Chiesa viene proposta dalla liturgia<br />
come una concreta esperienza da coltivarsi<br />
nel lungo periodo del “Tempo Pasquale”, cioè nei<br />
cinquanta giorni che preparano la Pentecoste.<br />
E’ proprio dalla “Cena del Signore”, celebrata<br />
e vissuta in clima gioioso e festivo non solo nel
Il <strong>Redone</strong><br />
“Periodo Pasquale”, ma anche in ogni domenica<br />
dell’<strong>anno</strong>, “Giorno del Signore” e “Pasqua della<br />
Settimana”, che emana e si effonde su tutta la<br />
Comunità riunita, e in ogni suo membro che si alimenta<br />
dell’Eucaristia, la forte e dinamica presenza<br />
della Spirito Santo, dono del Risorto.<br />
E’ lo Spirito di Gesù, l’AMORE divino effuso in<br />
noi dal Risorto, che comunica energia spirituale e<br />
rende possibile l’“agape fraterna” che si prolunga<br />
poi nella vita quotidiana.<br />
E dalla celebrazione Eucaristica ripartono i cristiani<br />
come missionari per annunciare al mondo<br />
la civiltà dell’amore!<br />
Alla fine della Santa Messa il commiato si esprime<br />
con questo mandato: “Andate e portate a tutti la<br />
gioia del Signore Risorto” che vuol dire: “Andate, vi<br />
è dato il mandato di portare, ovunque vi troviate, il<br />
messaggio di pace e di amore che avete vissuto, qui<br />
e ora, nell’Eucaristia”.<br />
Il tempo Pasqule ripropone a noi la Missione che<br />
Gesù, prima di ascendere al cielo, affida agli apostoli<br />
e ci offre abbondantemente il dono dello Spirito<br />
Santo per poterla compiere. Nella Comunione<br />
Eucaristica noi veniamo spirualmente irradiati da<br />
quello stesso Spirito che Gesù ha comunicato ai<br />
suoi apostoli nel giorno della Risurrezione e che<br />
poi ha effuso con ampiezza nel giorno della Pentecoste<br />
: e, tutto questo, in funzione della Missione<br />
che Lui, il Risorto affida, oggi, anche a noi.<br />
Così la missione di Cristo è affidata alla Chiesa,<br />
cioè a quella Comunità dei redenti che si costituisce<br />
attraverso il Battesimo dei suoi membri.<br />
Questi, come Chiesa del Signore Risorto, resi un<br />
cuor solo e un’anima sola dallo Spirito del Signore,<br />
si riuniscono assiduamente per l’ascolto della Parola<br />
di Dio, per la preghiera comunitaria e per la<br />
frazione del Pane (Eucaristia) nel clima dell’unione<br />
fraterna che si esprime nei segni concreti della<br />
solidarietà. A partire da questa “agape” ecclesiale,<br />
i cristiani devono essere presenti, nella società come<br />
luce che illumina, sale che dà sapore e lievito<br />
che fermenta l’umanità con le proposte liberatrici<br />
del Vangelo di Gesù.<br />
Ora ci chiediamo: come compiere la Missione<br />
che il Risorto ci affida nel territorio<br />
della <strong>Parrocchia</strong>?<br />
Nell’Assemblea quaresimale, convocata il lunedì<br />
2 febbraio, alla quale erano invitati soprattutto<br />
gli animatori delle varie realtà pastorali presenti<br />
nella nostra <strong>Parrocchia</strong>, ci siamo impegnati a ripensare<br />
la nostra presenza missionaria nell’ambito<br />
del territorio del nostro paese a partire dei<br />
seguenti principi e suggerimenti:<br />
- -<br />
(L’approfondimento di questo ripensamento verrà affidato<br />
al Consiglio Pastorale <strong>Parrocchia</strong>le affinchè ne<br />
tragga orientamenti operativi)<br />
1. La parrocchia, per sua natura, vive e svolge<br />
la sua missione in un determinato territorio<br />
anche se i membri che la compongono non<br />
devono necessariamente appartenere tutti al<br />
territorio stesso.<br />
2. L’esperienza della vita cristiana va fatta in piccole<br />
“comunità a livello umano”, cioè in gruppi<br />
omogenei di persone che, vivendo come Chiesa<br />
sullo stesso territorio, o legate da servizi pastorali<br />
o da interessi comuni, stabiliscano tra di<br />
loro un rapporto personale e fraterno fondato<br />
sulla Parola di Dio.<br />
3. La vitalità e la missione di queste esperienze<br />
comunitarie non deve però frazionare e disperdere<br />
in rivoli divergenti il popolo di Dio che<br />
vive nel territorio del nostro paese, ma deve<br />
consolidarne l’unità facendo convergere tutte<br />
le diverse esperienze comunitarie nella più<br />
grande Comunità parrocchiale che riunisce<br />
tutti in comunione nel giorno del Signore.<br />
4. Si vede la necessità di identificare un<br />
“Coordinatore di contrada o di comunità<br />
territoriale” per poter svolgere al<br />
meglio la Missione nei vari settori del<br />
territorio parrocchiale. Il Consiglio Pastorale<br />
affronterà questo tema.<br />
. Modalità della Missione da realizzarsi sul territorio<br />
nei vari settori pastorali in cui la parrocchia<br />
è suddivisa.<br />
• Attenzioni umane alle situazioni e bisogni<br />
delle famiglie e delle persone: nascita, morte,<br />
malattie, povertà antiche e nuove, accoglienza<br />
e dialogo con le<br />
famiglie immigrate,<br />
bisogni del territorio<br />
e coinvolgimento dei<br />
pubblici amministratori<br />
(Vedi Dottrina<br />
Sociale della Chiesa<br />
.............)<br />
• Attenzioni cristiane,<br />
coltivando<br />
l’impegno di non perdere<br />
di vista chi ha<br />
ricevuto Sacramenti<br />
o chi per qualche motivo<br />
si è avvicinato alla<br />
comunità cristiana:<br />
Battesimo e dopo Battesimo,<br />
Prime Comu-
nioni e Cresime, Matrimoni, attenzione agli anziani<br />
e ammalati con il Sacramento dell’Unzione<br />
degli infermi o con la Comunione periodica<br />
portata dai ministri dell’Eucarestia.. Attenzione<br />
a famiglie in crisi........<br />
• Evangelizzazione: si propone nel periodico<br />
invito alle persone ad aderire alle proposte formative<br />
della fede (Comunità Neocatecumenali,<br />
territoriali, coinvogimento dei genitori nell’<br />
“Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e Ragazzi”,<br />
Pastorale delle giovani coppie, accostamento a<br />
livello di proposta del Vangelo alle famiglie che<br />
vengono da altre nazioni e da altre esperienze<br />
religiose ...........)<br />
• Incontro con Dio : valorizzando il “Giorno<br />
del Signore” e coinvolgendo nella preparazione<br />
all’Eucarestia, momento culminante della vita<br />
cristiana, le varie Comunità e questo non solo<br />
la domenica ma anche nei giorni infrasettimanali<br />
– Partecipazione di contrada ai momenti di<br />
preghiera e adorazione Eucaristica del Venerdì<br />
Santo, delle Sante Quarant’ore, dei Tridui, celebrazioni<br />
periodiche dell’Eucaristia nella stessa<br />
contrada, coinvolgimento nei momenti forti<br />
dell’Avvento e Quaresima (Stazioni Quaresimali,<br />
Via Crucis, Atti penitenziali) Mese di Maggio..........<br />
• Ministerialità: Scoprire tra le persone del<br />
settore in cui è suddivisa la parrocchia, i vari<br />
carismi che possono essere coltivati e messi a<br />
servizio della comunità umana e cristiana in<br />
quei ministeri che si ritengano utili per il bene<br />
di tutti: Coordinatore responsabile, catechisti,<br />
coordinatori delle celebrazioni della Parola,<br />
ministri dell’Eucaristia, operatori della Carità,<br />
accompagnatori degli infermi, distributori della<br />
Buona Notizia (Bibbia, Il <strong>Redone</strong>, Avvisi vari,<br />
Buona stampa...........)<br />
Molto di questo si sta già facendo nella nostra parrocchia<br />
: abbiamo bisogno, ora di coordinare al<br />
meglio l’esistente, per rendere più effettiva ed efficiente<br />
la Missione che Gesù Risorto ci affida.<br />
La Pasqua e il conseguente periodo pasquale con il<br />
dono abbondante dello Spirito Santo deve caricare<br />
di rinnovato entusiasmo missionario tutta la nostra<br />
Comunità parrocchiale.<br />
A tutti BUONA PASQUA anche a nome dei miei<br />
confratelli e collaboratori pastorali!<br />
Don Saverio<br />
- 7 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Mons. Sanguineti presenta<br />
al Papa la rinuncia alla<br />
Diocesi e lo annuncia alla<br />
Chiesa bresciana<br />
Carissimi Presbiteri e Fedeli,<br />
al compimento del 7 ° <strong>anno</strong> di età ho<br />
inviato al Papa la lettera di rinuncia al ministero<br />
episcopale in questa cara diocesi.<br />
Non è stato un passo indolore.<br />
Il Santo Padre mi ha benevolmente fatto conoscere<br />
la Sua decisione: le mie dimissioni<br />
diverr<strong>anno</strong> effettive al momento della nomina<br />
del mio successore.<br />
Nel frattempo continuo a servire questa diocesi<br />
come vescovo. Inizia così il tempo della<br />
preparazione alla mia successione. E’ un<br />
tempo di più intensa preghiera perchè venga<br />
scelto chi lo Spirito Santo vuole.<br />
Non ci deve stare a cuore altro.<br />
Preghiamo perchè risulti chiara la Sua scelta<br />
e venga accolta.<br />
Vi benedico.<br />
Brescia 12 marzo <strong>2007</strong><br />
† Giulio Sanguineti
Il <strong>Redone</strong><br />
LETTERA DEL VESCOVO<br />
Mons. Giulio Sanguineti<br />
A CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE ALLA DIOCESI<br />
Mentre siamo vicini al nostro Pastore con il nostro<br />
sincero e riconoscente affetto, accogliamo<br />
da Lui la lettera conclusiva della sua Visita Pastorale<br />
alla nostra Diocesi come un regalo pastorale<br />
che dovrà illuminarci anche nel nostro cammino<br />
futuro, guidati dal nuovo Pastore che il Signore<br />
ci manderà.<br />
Per continuare un cammino di crescita comunitaria<br />
è saggezza voltarsi indietro e tener conto<br />
della strada fatta in precedenza. Il nuovo Vescovo<br />
partirà proprio dalla realtà che il suo predecessore<br />
gli lascia in eredità e la Lettera conclusiva<br />
della Visita pastorale riassume il cammino fatto<br />
dalla Diocesi a partire dall’unica scelta pastorale<br />
che Mons. Giulio aveva proposto alla Diocesi all’inizio<br />
del Suo servizio episcopale: “Cristo ieri,<br />
oggi e sempre”.<br />
Il nostro Vescovo ha chiesto alle parrocchie e alle<br />
Zone di leggere questo suo messaggio per verificarne<br />
i contenuti e per dare a lui un’ulteriore<br />
risposta circa la validità della lettura pastorale<br />
della nostra realtà diocesana e della reale consi-<br />
- -<br />
stenza delle tappe raggiunte.<br />
Il 29 Maggio il nostro Vescovo, dopo aver raccolto<br />
il frutto della riflessione della diocesi sul documento<br />
che ci ha offerto farà una solenne celebrazione<br />
conclusiva di tutta la Visita Pastorale alla<br />
diocesi con la presenza dei membri del Consiglio<br />
Pastorale e Presbiterale Diocesano e con tutti i<br />
Consigli Pastorali delle varie Zone della nostra<br />
Diocesi.<br />
Il Vescovo di Brescia<br />
(Da “Il <strong>Redone</strong>” n. 1 -<strong>2007</strong>)<br />
Carissimi presbiteri, diaconi, consacrati e fedeli<br />
tutti,<br />
l’anima mia magnifica il Signore... (Lc 1, 4 ).<br />
In queste parole della Beata Vergine Maria si<br />
rispecchiano pienamente i miei sentimenti ripensando<br />
alla Visita pastorale che ho iniziato nel<br />
2001 e concluso alla fine del 200 .<br />
La ritengo un’esperienza per me colma di grazia.<br />
Faticosa, a volte, ma sempre ricca di momenti<br />
lieti e affettuosi. Spero tanto che lo sia stata anche<br />
per voi.<br />
Non vi nascondo che i vari incontri della mia<br />
Visita pastorale h<strong>anno</strong> costituito pure una singolare<br />
occasione per conoscere, con realismo<br />
non pessimista ma sapiente, la mole di problemi,<br />
difficoltà, interrogativi che toccano quotidianamente<br />
la vita della comunità cristiana. Abbiamo<br />
cercato di analizzarli insieme, prospettando<br />
qualche possibile soluzione.<br />
Alla fine della Visita non posso fare altro che<br />
ringraziare il Signore perché continua ad agire<br />
nella vita della nostra Chiesa bresciana, suscitando<br />
tante forme di generoso impegno evangelico<br />
e missionario in tutti: sacerdoti, diaconi, consacrati<br />
e laici di ogni età e condizione.<br />
Per questo sento di dovervi esortare alla<br />
fiducia e alla speranza e rinnovare un invito<br />
che costantemente vi ho espresso durante<br />
i giorni della Visita, in risposta alle tante diffi-
coltà pastorali espresse e constatate: vediamo<br />
i problemi non come un fastidio che ci paralizza<br />
e spegne slanci, ma come una potenzialità e<br />
un’opportunità per discernere il bene, cercare<br />
la verità, crescere insieme nella carità. Insieme,<br />
sempre;… con quella speranza fondata in Cristo,<br />
che dai tempi della prima evangelizzazione<br />
ad oggi ha sempre animato e sorretto i cristiani,<br />
anche nella prova.<br />
E il recente Convegno ecclesiale di Verona ci ha<br />
fatto riscoprire l’urgenza e la necessità di testimoniare<br />
la speranza, oggi.<br />
In questa prospettiva ritengo utile offrirvi alcune<br />
considerazioni sintetiche per continuare il cammino,<br />
con l’aspettativa che questo mio colloquio<br />
con voi sia ripreso nelle singole comunità parrocchiali<br />
e nelle Zone della diocesi nei modi che<br />
si riterrà più opportuno.<br />
1. Nuova evangelizzazione<br />
Giungendo a Brescia alla vigilia di un nuovo<br />
- 9 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
millennio di storia cristiana e accogliendo gli<br />
orientamenti di Giovanni Paolo II, mi sembrò<br />
necessario indicare alla Chiesa bresciana, nella<br />
mia scelta pastorale “Cristo ieri, oggi e sempre”, i<br />
sentieri della nuova evangelizzazione per comunicare<br />
la fede alle giovani generazioni, certi che<br />
l’incontro con Cristo è il dono più prezioso per un<br />
pieno compimento della condizione umana.<br />
La necessità della scelta della nuova evangelizzazione<br />
è stata confermata anche da quanto ho<br />
potuto constatare con voi: la terra bresciana, pur<br />
caratterizzata positivamente da una innegabile<br />
e sorprendente tradizione cristiana che ne ha<br />
arricchito e segnato la storia, è ormai terra di<br />
missione, alle prese con le conseguenze più dolorose,<br />
dal punto di vista pastorale, della scristianizzazione.<br />
Secolarismo, relativismo morale,<br />
ateismo pratico, consumismo, stile materialista<br />
nell’impostazione della vita sono ormai fenomeni<br />
di casa anche da noi e intaccano anche famiglie<br />
che fino a pochi anni fa erano fra le più fedeli<br />
alla pratica cristiana ed entusiaste nel senso di<br />
appartenenza alla Chiesa cattolica.<br />
Un rinnovato annuncio del Vangelo urge e domanda<br />
alle parrocchie la fatica di individuare<br />
strade nuove per comunicarlo con efficacia.<br />
Non è più il tempo della conservazione, ma della<br />
missione che esige una “conversione pastorale”,<br />
come bene ci era stato indicato dell’episcopato<br />
italiano nel 199 nella Nota pastorale dopo il<br />
Convegno ecclesiale di Palermo “Con il dono della<br />
carità dentro la storia”.<br />
Per la riflessione e la verifica<br />
1. Abbiamo una visione precisa dello stato della vita<br />
cristiana nel nostro territorio?<br />
2. Sappiamo valorizzare la tradizione cristiana delle<br />
nostre comunità conciliandola con la forte esigenza<br />
di “nuovi areopaghi”per annunciare il Vangelo?<br />
3. Siamo coscienti che anche oggi i cristiani devono<br />
essere apostoli, missionari, testimoni?<br />
3. Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei<br />
ragazzi<br />
Nella prospettiva della nuova evangelizzazione<br />
sono da accogliere i nuovi itinerari dell’iniziazione<br />
cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. Si tratta<br />
di un aspetto che abbiamo affrontato in tutte le<br />
Zone nel corso della Visita pastorale, soprattutto<br />
dopo il 2003, <strong>anno</strong> dell’avvio del nuovo progetto.<br />
Alcune perplessità e non pochi timori mi sembrano<br />
ora sfumati nel percepire, avviando con-
Il <strong>Redone</strong><br />
cretamente la<br />
proposta con i<br />
genitori e i figli,<br />
che è stata compresa<br />
la finalità<br />
di questo non<br />
facile cambiamento.<br />
Invito tutti a<br />
non scoraggiarsi<br />
e a continuare<br />
nelle varie<br />
tappe previste,<br />
ponendo mano<br />
all’aratro e non<br />
volgendosi indietro,<br />
secondo<br />
la nota immagine evangelica (cfr. Lc 9, 2).<br />
Vi raccomando: si facciano pure serie verifiche<br />
con eventuali correzioni di rotta, ma non si rallenti<br />
il passo. È la nuova evangelizzazione che<br />
richiede lo sforzo di portare le generazioni più<br />
giovani dentro un itinerario di crescita nella fede<br />
fino alla libera e gioiosa partecipazione all’Eucaristia,<br />
segno cosciente di appartenenza a Cristo<br />
e alla Chiesa.<br />
Nel contempo richiamo ancora l’importanza che<br />
i nuovi itinerari di iniziazione cristiana siano intrecciati<br />
ad una proposta organica e stabile di<br />
catechesi e formazione degli adulti.<br />
Per la riflessione e la verifica<br />
1. Nuovi itinerari di iniziazione cristiana: sono avviati?<br />
Come?<br />
2. Come sono stati coinvolti i genitori?<br />
3. Quali le difficoltà e quali i passi da fare per proseguire<br />
la strada intrapresa?<br />
3. Dall’Eucaristia alla comunione<br />
Uno dei frutti del nuovo cammino di iniziazione<br />
cristiana, anche a breve termine, dovrebbe<br />
essere la riscoperta,<br />
in modo particolare<br />
nel giorno<br />
del Signore, dell’Eucaristia,culmine<br />
e fonte della<br />
vita cristiana.<br />
E’ il “sacramento<br />
dei sacramenti”,<br />
la sorgente della<br />
comunione.<br />
Mi sono reso con-<br />
- 10 -<br />
to, anche durante la Visita, come la celebrazione<br />
eucaristica festiva può essere più o meno evangelizzante<br />
in base all’impegno dei ‘protagonisti”: il<br />
celebrante presidente e l’assemblea.<br />
Proprio a questo tema ho dedicato la Nota pastorale<br />
di questo <strong>anno</strong> 200 — <strong>2007</strong>. Nella certezza,<br />
pertanto, che tutte le comunità stiano pensando,<br />
approfondendo e radicando ai vari livelli la formazione<br />
liturgica (specialmente in relazione all’Eucaristia),<br />
mi limito qui a sottolineare quanto<br />
sia insostituibile l’impegno di tutti perché nella<br />
parrocchia l’Eucaristia sia il punto di arrivo e di<br />
partenza di tutta la settimana per l’intera famiglia,<br />
la quale trova nel momento dell’incontro<br />
con Cristo, parola e pane, e con i fratelli, quella<br />
“gioia del Signore che è la nostra forza” (Ne<br />
,10).<br />
Per la riflessione e la verifica<br />
1. Che uso stiamo facendo della Nota pastorale “Iniziazione<br />
cristiana ed Eucaristia”?<br />
2. L’Eucaristia: come è celebrata, partecipata, vissuta?<br />
3. È possibile trovare alcune strade pastorali efficaci<br />
per valorizzare il giorno del Signore?<br />
4. Quale Chiesa<br />
Durante la Visita pastorale ho toccato con mano<br />
quanto influisce sui comportamento dei fedeli<br />
l’immagine di Chiesa che h<strong>anno</strong> elaborato, spesso<br />
mutuandola dall’insegnamento e dal comportamento<br />
dei sacerdoti.<br />
Sostanzialmente mi sembra che l’ecclesiologia<br />
del Vaticano II, a più di quarant’anni dalla conclusione,<br />
sia stata recepita. Tuttavia permangono<br />
ancora alcune visioni che generano storture e<br />
difficoltà, a volte pure dolorose conflittualità.<br />
Ora si tratta di una visione clericale che fa tutto<br />
ruotare attorno alla figura del prete; ora si tratta<br />
di una visione “culturale” o “sociologica” della<br />
Chiesa che porta i laici a vedere la parrocchia<br />
come erogazione di servizi religiosi e assistenziali,<br />
riferimento aggregante; ora si tratta di una<br />
visione angusta, soggettivistica, ritagliata sulle<br />
proprie convinzioni anche politiche, che fa della<br />
Chiesa una identificazione di parte e non la cattolica,<br />
universale, che professiamo nel “Credo”.<br />
Continuiamo a puntare la bussola sui documenti<br />
del Vaticano II e su quelli che ne sono seguiti,<br />
soprattutto dall’episcopato italiano, conoscendo<br />
e vivendo la Chiesa come “comunione”, comunità<br />
fondata sull’amore di Dio rivelato in Cristo e<br />
condiviso coi fratelli nella vita quotidiana, come
il pane spezzato delle nostre case.<br />
Per questo è necessario non abdicare a due dimensioni<br />
che in molte occasioni ho indicato<br />
come priorità pastorali: la collaborazione fra i<br />
sacerdoti e la corresponsabilità dei laici<br />
…Sacerdoti radicalmente e integralmente immersi<br />
nel mistero di Cristo e capaci di realizzare<br />
un nuovo stile di vita pastorale. Perché la<br />
Chiesa sia la comunità dei credenti in Cristo,<br />
il presbiterio per primo deve dare esempio di comunione.<br />
Incoraggio sacerdoti capaci di sviluppare<br />
rapporti interpersonali sempre positivi e<br />
costruttivi, lieti nel collaborare, abili a pensare<br />
un’azione pastorale non più di campanile, ma<br />
allargata al territorio dove più comunità sono<br />
coinvolte. Caldeggio gruppi di parrocchie capaci<br />
di camminare insieme, dove le parrocchie più<br />
piccole sono sostenute da quelle più ampie, dove<br />
i sacerdoti non per norma, ma volentieri e spontaneamente<br />
portano gli uni i pesi degli altri, dove<br />
i laici sono consapevoli che per evangelizzare e<br />
rifare il tessuto cristiano della società il loro apporto<br />
è urgente e fondamentale. Sacerdoti, laici e<br />
parrocchie nel loro insieme assumano volentieri<br />
il compito di servire le vocazioni presbiterali e<br />
diaconali, e condividano la responsabilità di desiderare<br />
e preparare ministri idonei e sufficienti<br />
per l’annuncio del Vangelo e la cura della comu-<br />
- 11 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
nità cristiana.<br />
La Comunità del Seminario Diocesano<br />
deve avere la certezza che il progetto che la riguarda<br />
appartiene davvero allo spirito della sua<br />
Chiesa.<br />
Così la Vita Consacrata deve essere inserita<br />
pienamente nella Chiesa diocesana.<br />
Nei cinque anni di visita pastorale ho vissuto<br />
un’esperienza esaltante con le comunità di vita<br />
consacrata, con le comunità monastiche, vere<br />
antenne di richiamo al Mistero di Cristo, e le comunità<br />
di vita attiva e di vita consacrata secolare.<br />
Ringrazio il Signore per loro.<br />
Prego per la loro consistenza e sviluppo. Soprattutto<br />
oggi la vita consacrata ha campi immensi<br />
in cui rendere presente Gesù.<br />
Anche nella nostra diocesi occorrono persone<br />
motivate in profondità dalla ‘passione per Cristo<br />
e per l’uomo’, persone capaci di fraternità e<br />
di impegno.<br />
Occorrono comunità, seppur ridotte di numero,<br />
dinamiche, capaci di inculturarsi in ogni ambiente,<br />
in buona collaborazione con le parrocchie<br />
al fine di sentirsi tutti popolo di Dio che<br />
opera in comunione e animato da tanta passione<br />
per l’unità.<br />
Per la riflessione e la verifica<br />
1. I sacerdoti si sentono presbiterio unito attorno al<br />
Vescovo?<br />
2. I laici h<strong>anno</strong> coscienza della loro corresponsabilità<br />
nella Chiesa?<br />
3. Come funzionano gli “organismi di comunione”<br />
a tutti i livelli?<br />
4. Quale collaborazione fra parrocchie e vita consacrata?<br />
5. Quale parrocchia<br />
Ho ancora nella mente e nel cuore i ricordi delle<br />
473 parrocchie della nostra diocesi. Ripenso<br />
alle celebrazioni nelle varie chiese parrocchiali,<br />
solitamente ben tenute, e agli incontri interparrocchiali<br />
e zonali, per lo più in accoglienti e adeguate<br />
strutture parrocchiali.<br />
Vi sono grato per l’amore che avete per la parrocchia,<br />
per il dovuto conto in cui tenete le opere e,<br />
ancor più, le persone.<br />
Ma vi domando pure di fare sempre più vostra<br />
la convinzione che la parrocchia deve essere comunità<br />
“missionaria”, aperta ai tanti che non la<br />
frequentano più, a chi appartiene alle diverse<br />
religioni.<br />
Ministri ordinati, consacrati e laici devono as-
Il <strong>Redone</strong><br />
sumere sempre più lo spirito del documento “Il<br />
volto missionario delle parrocchie in un mondo che<br />
cambia”, Nota pastorale della C.E.I. del 30 maggio<br />
2004.<br />
Chiedo che tutte le parrocchie provvedano non<br />
solo ad avere, ma anche a valorizzare i Consigli<br />
pastorali parrocchiali e i Consigli pastorali per<br />
gli affari economici. Chiedo che questi organismi<br />
siano realmente luogo di corresponsabilità<br />
e partecipazione e non momenti formali, magari<br />
mal sopportati. E, infine, domando che questi<br />
organismi nelle loro scelte seguano sempre più<br />
il metodo del “discernimento comunitario” che<br />
mette al centro dell’operatività la Parola di Dio<br />
proclamata, pensata, pregata e condivisa.<br />
Il discernimento comunitario li renderà consapevoli<br />
che la missione è responsabilità di tutti,<br />
all’interno delle nostre comunità e all’esterno:<br />
a sostegno dei nostri sacerdoti fidei donum e<br />
religiosi e laici missionari, e dell’attività di accoglienza<br />
e formazione verso gli immigrati che<br />
raggiungono, numerosi, le nostre comunità.<br />
Per la riflessione e la verifica<br />
1. Conosciamo il vero volto della nostra parrocchia?<br />
2. Siamo convinti che la comunità parrocchiale sarà<br />
tanto più rispondente alla sua vocazione quanto più<br />
si apre alla collaborazione e alla missione?<br />
3. Come funzionano i nostri Cpp e Cpae?<br />
- 12 -<br />
6. Quale famiglia e quali adulti<br />
Dai miei incontri con le giovani coppie ho colto<br />
un vivo e sincero desiderio di essere seguite<br />
maggiormente da uno o più sacerdoti particolarmente<br />
sensibili alla pastorale familiare.<br />
Credo che sia una domanda da non disattendere,<br />
allargando l’attenzione pure ai fidanzati e rivedendo<br />
anche modalità e contenuti degli incontri<br />
e dei corsi di preparazione ai matrimonio.<br />
Non dobbiamo temere di alzare la qualità di<br />
questi itinerari verso un sacramento oggi tanto<br />
frainteso.<br />
Ritengo, fra l’altro, che questa sia la strada per<br />
rispondere pure ad una situazione sempre più<br />
diffusa e motivo di non poche sofferenze e problemi<br />
per le famiglie e i pastori: matrimoni in<br />
crisi che sfociano in divorzi e separazioni con<br />
il conseguente allargarsi del numero di coppie<br />
irregolari o conviventi. Sarà sempre più opportuno<br />
trovare modalità perché queste coppie vivano<br />
l’appartenenza alla Chiesa e alla parrocchia, pur<br />
nei limiti sacramentali posti dalla loro condizione.<br />
Per questo ribadisco ancor più l’importanza di<br />
sacerdoti dediti alla pastorale familiare, senza<br />
dimenticare il ruolo positivo svolto da gruppi di<br />
coppie e famiglie animatrici.<br />
Una rete di famiglie soggetto attivo possono fare<br />
da stimolo anche nei confronti delle pubbliche<br />
istituzioni. Vorrei pure precisare che una pastorale<br />
familiare efficace deve intrecciarsi con una rinnovata,<br />
assidua e organica azione per gli adulti.<br />
Sono loro, infatti, i destinatari privilegiati dell’annuncio<br />
del Vangelo e per loro bisogna intensificare<br />
le varie occasioni di catechesi, in particolare<br />
i ‘centri di ascolto’. Bisogna inoltre continuare ad<br />
identificare adulti animatori disposti a formarsi,<br />
soprattutto mediante i corsi zonali di formazione<br />
superiore e anche frequentando la Scuola Diocesana<br />
di Teologia per i Laici, organizzata presso il<br />
Seminario Diocesano.<br />
Chiedo pure più dedizione alla formazione cristiana<br />
dei membri dei vari organismi di partecipazione<br />
e dei collaboratori parrocchiali nel volontariato<br />
in tutte le sue molteplici espressioni.<br />
Voglio pure qui sottolineare, col pensiero rivolto<br />
alle famiglie e agli adulti, una forma nuova ma<br />
urgente di servizio: l’animatore della cultura e<br />
della comunicazione.<br />
Si tratta di una figura che può rispondere a tanti<br />
interrogativi inerenti alla determinante influenza<br />
dei media nel plasmare la cultura del tempo<br />
presente.
E a questo proposito ribadisco quanto ho raccomandato<br />
di volta in volta, tramite lettera alle<br />
singole Zone da me visitate: l’uso e la diffusione<br />
dei media di ispirazione cattolica, diocesani<br />
e nazionali.<br />
Per la riflessione e la verifica<br />
1. Esiste una pastorale familiare organica in parrocchia<br />
e in Zona?<br />
2. Le coppie irregolari di credenti h<strong>anno</strong> alcune possibilità<br />
di partecipazione alla vita ecclesiale?<br />
3. Abbiamo tempi e strumenti per conoscere e rimanere<br />
accanto alle famiglie, soprattutto quelle in<br />
difficoltà?<br />
7. Pastorale giovanile<br />
I giovani ci st<strong>anno</strong> a cuore. Ci interessa il loro<br />
presente e il loro futuro, la ricerca di felicità, di<br />
verità e di senso che li caratterizza, anche quando<br />
imboccano falsi sentieri (a volte spinti da<br />
cattivi maestri) per trovare quanto desiderano.<br />
Ho presente la preoccupazione con cui, durante<br />
la Visita, sono stati fatti riferimenti ai giovani e<br />
agli adolescenti, spesso assenti alla tavola della<br />
comunità.<br />
Ribadisco quanto vi ho più volte con convinzione<br />
comunicato: non dobbiamo vedere il<br />
mondo giovanile come un problema, ma piuttosto<br />
come una risorsa. I giovani nella comunità<br />
v<strong>anno</strong> accolti come dono speciale dello Spirito di<br />
Dio alla Chiesa, e ne costituiscono la forza.<br />
Incoraggio, perciò, la costituzione delle Consulte<br />
di pastorale giovanile e raccomando che siano<br />
consistenti e attive in tutte le Zone.<br />
I giovani rispondono quando alle loro attese ven-<br />
- 13 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
gono date risposte affascinanti e concrete a tutto<br />
campo: dalla spiritualità alla cultura, dalla carità<br />
alla politica, allo sport.<br />
Occorre sostenere i giovani che frequentano le<br />
Università, perché diventino capaci di assumere<br />
una potenzialità per cui l’orientamento cristiano<br />
possa esprimere la sua forza in ordine alla promozione<br />
di un umanesimo integrale.<br />
La Chiesa diocesana nel suo complesso e le comunità<br />
e aggregazioni sappiano usufruire e godere<br />
di poter essere serviti da una Università<br />
Cattolica cui soprattutto le Scuole Cattoliche<br />
della diocesi guardano al fine di avere la possibilità<br />
di formare uomini e donne capaci di contribuire<br />
positivamente alla vita civile e sociale.<br />
Luogo e strumento privilegiato di formazione<br />
rimane l’Oratorio, dove i sacerdoti vorr<strong>anno</strong> essere<br />
presenti come educatori e animatori, appunto,<br />
di integrale formazione, aiutati da educatori<br />
laici. L’Oratorio non deve abdicare ad un ruolo<br />
che gli è proprio: una qualificata formazione, a<br />
partire dalla formazione spirituale. Per questo i<br />
sacerdoti, affidando ai laici ruoli di animazione,<br />
devono dare più tempo all’accompagnamento<br />
spirituale e al sacramento della riconciliazione,<br />
curando una speciale sensibilità verso quel discernimento<br />
vocazionale che fa rispondere con<br />
gioia i giovani che ancora e sempre Dio sceglie<br />
per il ministero ordinato e per la vita consacrata.<br />
Su questo aspetto della vita ecclesiale occorre<br />
insistere con urgenza e rinnovata volontà.<br />
Nella vita e nella gestione dell’Oratorio, poi, abbia<br />
un posto rilevante la famiglia, come responsabile<br />
e partecipe di tutte le attività oratoriane.<br />
Nella considerazione della realtà giovanile non<br />
sia tralasciata l’attenzione a quei giovani che<br />
vivono situazioni di emarginazione, disagio, devianza.<br />
La Chiesa deve mostrare loro il suo vero<br />
volto, che non è quello del giudice che condanna,<br />
ma dell’amore che redime e ricostruisce anche<br />
personalità infrante.<br />
Pastorale delle vocazioni<br />
Esprimo la convinzione che si possa costituire,<br />
con l’aiuto di Dio, un rinnovato punto di partenza<br />
d’un nuovo impulso per la pastorale delle vocazioni,<br />
in ogni realtà: dalla iniziazione cristiana<br />
alle giovani coppie, dagli adolescenti ai giovani.<br />
Un segno consolante è la sensibilità verso una<br />
pastorale unitaria espressa nei piani di azione<br />
diocesana aperti alla collaborazione con tutte le<br />
componenti ecclesiali.
Il <strong>Redone</strong><br />
Per la riflessione e la verifica<br />
1. Abbiamo un quadro della situazione giovanile in<br />
parrocchia e in Zona?<br />
2. Esiste la Consulta zonale di pastorale giovanile<br />
con attenzione alle vocazioni?<br />
3. L’Oratorio sta svolgendo le sue più specifiche funzioni?<br />
Come e con quali forze educative?<br />
8. Unità pastorali<br />
Si tratta di una esperienza partita da poco. Conosco<br />
le difficoltà e tutto quanto comporta un<br />
cammino inedito. Tuttavia mi sembra che quanto<br />
fino ad ora è stato possibile realizzare promette<br />
buoni frutti.<br />
Si fa necessario comprendere che Unità pastorale<br />
non è la cancellazione della parrocchia, ma il suo<br />
potenziamento alla luce dei due grandi principi<br />
della sussidiarietà e della complementarietà.<br />
Non solo delle strutture parrocchiali, ma anche<br />
delle persone.<br />
Chiedo fortemente di continuare il cammino,<br />
puntando su quanto facilita questo progetto come,<br />
ad esempio, l’appartenenza delle parrocchie<br />
allo stesso Comune.<br />
Il dialogo fraterno e la collaborazione organica<br />
diventa una necessità soprattutto nella pastorale<br />
giovanile, scolastica, sociale e familiare. Inoltre,<br />
alcune proposte realizzate insieme ed allargate<br />
segnano un incremento di qualità e partecipazione,<br />
come avviene per il magistero dei catechisti, i<br />
corsi di preparazione al matrimonio, esperienze<br />
di preghiera per i giovani.<br />
Per la riflessione e la verifica<br />
1. Dove le Unità pastorali sono avviate è possibile<br />
fa re un primo bilancio dell’esperienza?<br />
2. Dove non sono avviate è possibile quanto prima<br />
dare il via all’esperienza?<br />
3. Cosa è possibile<br />
fare ulteriormente<br />
per assumere la<br />
mentalità della collaborazione<br />
fra parrocchie?<br />
9. Consigli pastoraliparrocchiali<br />
e zonali<br />
Dopo la Visita<br />
mi rendo conto<br />
che deve crescere<br />
sempre più la<br />
- 14 -<br />
convinzione che i Consigli pastorali zonali, come<br />
quelli parrocchiali, sono organismi di comunione,<br />
luoghi di corresponsabilità dei laici nella<br />
Chiesa, strumenti per una pastorale condivisa,<br />
organica, capace di rinnovarsi.<br />
Chiedo che non siano solo esistenti in teoria, ma<br />
che operino realmente con entusiasmo e continuità<br />
per tutto il mandato. Sappiano progettare<br />
una pastorale di Zona e stimolino la collaborazione<br />
fra laici, ministri ordinati e vita consacrata.<br />
Nel Consiglio pastorale zonale si può vivere<br />
una sinergia fondamentale per questo tempo:<br />
quella, per esempio, fra pastorale familiare, giovanile<br />
e vocazionale.<br />
Inoltre, è di capitale importanza che il Consiglio<br />
pastorale zonale sia il luogo dove scaturisce l’attenzione<br />
della comunità cristiana al territorio. E<br />
al proposito è doveroso offrire occasioni di formazione<br />
a giovani e adulti in vista di un servizio<br />
nell’ambito sociale, politico e sanitario.<br />
Per la riflessione e la verifica<br />
1. Esistono in tutte le parrocchie e Zone i Consigli<br />
pastorali? E come funzionano?<br />
2. C’è un’attenzione al territorio e ai problemi sociali<br />
locali?<br />
Aggregazioni e movimenti<br />
Il ruolo dei fedeli laici e il profondo significato<br />
del loro associarsi e aggregarsi per meglio rispondere<br />
alla loro specifica vocazione sono un dato<br />
ormai acquisito. Ho incontrato nei vari momenti<br />
della Visita non pochi gruppi e aggregazioni<br />
ecclesiali, rilevando un sostanziale inserimento<br />
nella vita comunitaria.<br />
Mi sembra doveroso, tuttavia, ribadire la necessità<br />
di una formazione continua perché i laici<br />
associati si collochino sempre più nel progetto<br />
pastorale unitario della nostra Chiesa diocesana.<br />
Né va dimenticato il sostegno all’Azione Cattolica<br />
che promuove statutariamente la diretta<br />
collaborazione con la diocesi e la parrocchia.<br />
Sento, inoltre, di dover ricordare ai laici associati<br />
lo specifico campo del loro impegno: le realtà<br />
secolari.<br />
Pertanto proprio a loro raccomando alcune presenze.<br />
Prima di tutto nel mondo della scuola e della<br />
cultura, a partire dal coinvolgimento degli insegnanti<br />
credenti, docenti di religione, studenti<br />
più sensibili.<br />
Penso, poi, al mondo sociale e del lavoro con
quel lungo elenco che comporta: la presenza<br />
dei migranti, l’inserimento lavorativo dei giovani,<br />
la fatica del servizio in politica, varie forme<br />
di illegalità, l’ambiente, la pace, il turismo, l’economia,<br />
l’assistenza sanitaria, gli anziani, l’economia.<br />
Infine la carità. Sono tante le nuove forme di<br />
povertà che si affiancano a quelle di sempre, dovute<br />
alla fragilità dell’uomo. Forme organizzate,<br />
a partire dalla Caritas, di aiuto e risposta a tanti<br />
bisogni sono un campo formidabile di azione per<br />
il laicato. Senza dimenticare, come ben ricorda<br />
la Deus Caritas est di Benedetto XVI, che l’azione<br />
caritativa del cristiano non deve essere pura filantropia,<br />
ma la conseguenza della propria scelta<br />
fondamentale di figlio di Dio in Cristo che ha<br />
dato ai suoi discepoli il “comandamento nuovo”<br />
dell’amore.<br />
Percorrendo questa strada anche l’azione nell’ambito<br />
secolare da parte del cristiano diventa<br />
una forma incisiva di evangelizzazione.<br />
Per la riflessione e la verifica<br />
1. Il rapporto fra presbiteri e laici è ben impostato?<br />
2. C’è la coscienza che ai laici v<strong>anno</strong> offerte occasioni<br />
costanti di preparazione e di formazione?<br />
3. Come ci si rapporta nei confronti dell’ambito sociale<br />
e di quello politico?<br />
Conclusione<br />
Carissimi,<br />
concludendo questa lettera, che il cuore mi ha<br />
dettato perché la Visita pastorale che ho compiuto<br />
non passi soltanto agli archivi parrocchiali<br />
come un momento significativo del recente passato<br />
ma porti frutto restando come stimolo e incoraggiamento<br />
nel cammino di “conversione pastorale”<br />
cui tutti, pastori e laici, siamo chiamati,<br />
penso alla ancor fresca esperienza che ho vissuta<br />
al Convegno ecclesiale di Verona unitamente al<br />
Vescovo ausiliare e ai delegati bresciani. Rivedo<br />
il volto della Chiesa italiana come si è delineato<br />
durante le giornate di Verona: una Chiesa viva<br />
e non stanca, cosciente della propria missione,<br />
capace di infondere speranza.<br />
Chiedo alla Chiesa di Brescia di non accontentarsi<br />
della sua forte tradizione cristiana passata, ma<br />
di assumere lo sforzo per un impegno di testimonianza<br />
nel presente della nostra terra.<br />
Chiedo una testimonianza cristiana più viva,<br />
gioiosa e contagiosa.<br />
Ripeto a voi e per voi le parole del Santo Padre<br />
- 1 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Benedetto XVI ai convegnisti di Verona il 19 ottobre:<br />
“Non ripieghiamoci su noi stessi. . . Dobbiamo<br />
essere testimoni a tutto campo con il pensiero e<br />
con l’azione, nei comportamenti personali e in quelli<br />
pubblici”.<br />
E nell’omelia dell’Eucaristia celebrata allo stadio<br />
quello stesso giorno ha ricordato che “in un mondo<br />
che cambia, il Vangelo non muta. ……. Portate<br />
nel mondo la speranza di Dio, che è il Cristo Signore,<br />
il quale è risorto dai morti e vive e regna nei secoli<br />
dei secoli.”<br />
* * *<br />
Sento il dovere di ringraziare tutti quanti h<strong>anno</strong><br />
collaborato per la realizzazione della Visita Pastorale:<br />
il Convisitatore che ha preparato la visita e<br />
mi ha accompagnato diligentemente, e con lui la<br />
Segreteria della Visita Pastorale; i diaconi del Seminario<br />
e i diaconi permanenti che si sono prestati<br />
con un servizio adeguato alloro ministero;<br />
i sacerdoti tutti, particolarmente i vicari zonali<br />
e i parroci, sui quali ho fatto pesare un impegno<br />
non di poco conto; quanti, comunità religiose o<br />
il personale delle case canoniche che mi h<strong>anno</strong><br />
ospitato, e in ultimo, ma prime come partecipazione,<br />
le monache claustrali per il loro fedele ed<br />
orante accompagnamento.<br />
Eravamo partiti in compagnia della Madonna<br />
pellegrina in viaggio verso la cugina Elisabetta,<br />
concludiamo ancora con lei vicina a Gesù nella<br />
grotta di Betlemme con sulle labbra e nel cuore la<br />
sua preghiera: “L’anima mia magnifica il Signore”.<br />
Firmo questa mia lettera nel giorno splendido e<br />
grande del Natale di Cristo Signore, ragione della<br />
nostra speranza: contemplando Gesù con Maria<br />
e Giuseppe prego per tutte le famiglie di tutte le<br />
parrocchie e benedico tutti e ciascuno di cuore.<br />
Brescia, 2 dicembre 200 ,<br />
Natale del Signore.<br />
† Giulio Sanguineti<br />
vescovo
Il <strong>Redone</strong><br />
LA FAMIGLIA UNA REALTA’<br />
INSOSTITUIBILE DA SALVAGUARDARE<br />
12 MAGGIO <strong>2007</strong><br />
MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI A ROMA<br />
MESSAGGIO<br />
La famiglia è un bene umano fondamentale<br />
dal quale dipendono l’identità e il futuro delle<br />
persone e della comunità sociale. Solo nella famiglia<br />
fondata sull’unione stabile di un uomo e<br />
una donna, e aperta a un’ordinata generazione<br />
naturale, i figli nascono e crescono in una comunità<br />
d’amore e di vita, dalla quale possono attendersi<br />
un’educazione civile, morale e religiosa.<br />
La famiglia ha meritato e tuttora esige tutela<br />
giuridica pubblica, proprio in quanto cellula<br />
naturale della società e nucleo originario che<br />
custodisce le radici più profonde della nostra<br />
comune umanità e forma alla responsabilità sociale.<br />
Non a caso i più importanti documenti sui<br />
diritti umani qualificano la famiglia come “nucleo<br />
fondamentale della società e dello Stato”.<br />
Come cittadini di questo Paese avvertiamo il dovere<br />
irrinunciabilc di spenderci per la tutela e<br />
la promozione della famiglia, che costituisce<br />
un bene umano fondamentale. Come cattolici<br />
confermiamo la volontà di essere al servizio<br />
del Paese, impegnandoci sempre più, sul piano<br />
culturale e formativo, in favore della famiglia.<br />
Come cittadini e come cattolici affermiamo che<br />
ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese.<br />
.Perciò la difenderemo con le modalità più opportune<br />
da ogni tentativo di indebolirla sul piano<br />
sociale, culturale o legislativo. E chiederemo<br />
politiche sociali audaci e impegnative. Il nostro<br />
è un grande sì alla famiglia che, siamo certi, incontra<br />
la ragione e il cuore degli italiani.<br />
Vi aspettiamo numerosi a Roma il giorno<br />
12 maggio <strong>2007</strong><br />
- 1 -<br />
RIPRODUCIAMO QUI LA LETTERA PA-<br />
SQUALE DEL CARDINALE ENNIO ANTO-<br />
NELLI ALLE FAMIGLIE<br />
[1] Carissimi fratelli e sorelle,<br />
la Pasqua del Signore porti alle vostre famiglie<br />
grazia, pace e ogni bene.<br />
............. voglio aiutarvi a riflettere sull’importanza<br />
sociale della famiglia. Il mio discorso, pur<br />
essendo in armonia con la fede cristiana, si sviluppa<br />
sulla base dell’esperienza e della ragione e può<br />
essere condiviso anche da chi non è credente.<br />
[2] In molte tradizioni culturali la famiglia si presenta<br />
soprattutto come istituzione finalizzata al bene<br />
generale della società e in misura minore viene<br />
considerata come comunità di amore tra le persone.<br />
Anche nel nostro paese era questa la situazione<br />
in un passato ormai piuttosto lontano. Oggi però il<br />
contesto culturale è radicalmente cambiato. E’ molto<br />
diffusa la mentalità<br />
individualista;<br />
si
privilegiano i diritti e l’indipendenza dell’individuo.<br />
Conta quello che si sente, quello che è spontaneo e<br />
immediatamente gratificante, come se i desideri, gli<br />
affetti e le emozioni non dovessero essere governati<br />
dalla ragione e orientali verso ciò che è veramente<br />
bene. La famiglia viene privatizzata, ridotta a un<br />
semplice rapporto affettivo, senza rilevanza sociale,<br />
come se si trattasse soltanto di una forma di<br />
amicizia. Anzi, la tendenza a inseguire e consumare<br />
emozioni e sensazioni, a usare l’altra persona<br />
soprattutto in funzione della propria soddisfazione,<br />
rende fragile il rapporto di coppia; impedisce il consolidarsi<br />
della fiducia reciproca e di un forte legame<br />
di appartenenza.<br />
A sua volta la precarietà della coppia incide negativamente<br />
sulla nascita e sull’educazione dei figli,<br />
compromettendo il bene stesso della società. Non<br />
è difficile rendersi conto che senza nascite un popolo<br />
muore e senza educazione un popolo va in<br />
decadenza.<br />
In Italia abbiamo la natalità più bassa che ci sia<br />
al mondo, in media un solo figlio per donna (o<br />
poco più), mentre ne occorrerebbero due (o poco<br />
più) per il ricambio generazionale. Senza un’inversione<br />
di tendenza, si prevede che in breve tempo<br />
la popolazione italiana sarà dimezzata. Qualcuno<br />
potrebbe dire: “Meglio così! Si starà più larghi e si<br />
starà meglio!”. Ma questo è completamente falso.<br />
Il calo demografico porterà con sé una grave crisi<br />
economica, sociale e culturale. Diminuirà la produzione<br />
di beni e servizi; diventer<strong>anno</strong> insostenibili<br />
il pagamento delle pensioni e l’assistenza agli anziani,<br />
che viceversa, a motivo dell’invecchiamento<br />
complessivo della popolazione, avr<strong>anno</strong> bisogno<br />
di maggiori risorse umane ed economiche; non si<br />
sarà più in grado di assicurare la scuola e il trattamento<br />
sanitario gratuiti; si assottiglierà la trasmissione<br />
del nostro patrimonio culturale, proprio<br />
quando si diffonder<strong>anno</strong> altre culture portate dagli<br />
immigrati. Non per niente Giovanni Paolo II metteva<br />
in guardia il popolo italiano dal rischio di un<br />
“suicidio demografico”.<br />
L’instabilità del rapporto di coppia reca grave d<strong>anno</strong><br />
anche all’educazione dei figli, compromettendo<br />
- 17 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
spesso il loro equilibrio psicologico e predisponendoli<br />
a comportamenti disordinati e devianti. A riguardo<br />
le indagini statistiche rilevano, con percentuali<br />
impressionanti, fenomeni di disagio sociale,<br />
tossicodipendenza, micro e macrocriminalità, lasciando<br />
intuire facilmente quali siano i costi per la<br />
società nel suo insieme: basti ricordare che qualche<br />
tempo fa negli Stati Uniti 1’85% dei giovani in carcere<br />
risultava cresciuto senza la vicinanza della<br />
figura paterna.<br />
[3] Da quanto siamo venuti dicendo emerge quanto<br />
sia importante per la società che le famiglie siano<br />
stabili, abbiano figli e siano in grado di educarli.<br />
In realtà la famiglia non è semplicemente un fatto<br />
privato, come lo è l’amicizia. È lo snodo tra persona<br />
e società, dove si intrecciano e interagiscono relazioni<br />
private e relazioni sociali. La qualità della famiglia<br />
condiziona sia la qualità delle persone che la<br />
qualità della società. Quanto poi al suo contributo<br />
per il bene comune, vale la pena ricordare almeno<br />
i seguenti elementi: aiuto reciproco tra i coniugi, generazione<br />
ed educazione dei figli, trasmissione dei<br />
valori umani e culturali, erogazione dei servizi alle<br />
persone in situazione di fragilità (bambini, disabili,<br />
malati, anziani), funzione di ammortizzatore<br />
sociale nei momenti difficili.<br />
Allora si comprende perché il matrimonio, con<br />
cui l’uomo e la donna assumono l’impegno della<br />
convivenza stabile e della dedizione ai figli, debba<br />
essere celebrato secondo una forma giuridica riconosciuta<br />
dalla società. Esso, avendo grande rilevanza<br />
sociale, non può non essere un atto pubblico.<br />
E la famiglia fondata sul matrimonio è non solo<br />
una comunità di affetti, ma anche un’istituzione<br />
di interesse pubblico; e come tale va riconosciuta,<br />
tutelata, sostenuta e valorizzata dalle pubbliche<br />
autorità che h<strong>anno</strong> la responsabilità specifica di<br />
promuovere il bene comune.<br />
È auspicabile che i politici, nell’elaborare leggi e<br />
provvedimenti, ascoltino non solo le forze sociali,<br />
ma anche le associazioni per i diritti della famiglia.<br />
Più in particolare, è auspicabile che si sviluppi una<br />
strategia per poter arrivare gradualmente a dare
Il <strong>Redone</strong><br />
alcuni aiuti concreti<br />
assai importanti: offerta<br />
di nuove opportunità<br />
per<br />
quanto riguarda<br />
la casa e il<br />
lavoro, calcolo<br />
delle tasse<br />
(IRPeF, ICI)<br />
tenendo conto<br />
dei carichi<br />
fa m i l i a <br />
ri e non<br />
solo delle<br />
entrate, realizzazione<br />
di<br />
una rete adeguata di servizi, effettiva attuazione<br />
della libertà di educazione, perché non solo i benestanti,<br />
ma anche i poveri possano scegliere senza<br />
ulteriori oneri finanziari la scuola pubblica non<br />
statale, se lo desiderano.<br />
Rispetto alla famiglia, molto diversa è la posizione<br />
delle convivenze di fatto e delle coppie omosessuali.<br />
Esse non comportano assunzione di impegni e di<br />
doveri nei confronti della società. Si configurano<br />
piuttosto come un rapporto privato tra individui,<br />
analogo al rapporto di amicizia, per il quale nessuno<br />
si sogna di chiedere un riconoscimento giuridico.<br />
Non è giusto che abbiano gli stessi diritti della<br />
famiglia, dato che non h<strong>anno</strong> gli stessi doveri. Le<br />
loro esigenze dovrebbero trovare risposta nei diritti<br />
riconosciuti alle singole persone.<br />
[4] Malgrado la grave crisi che sta attraversando, la<br />
famiglia continua ad essere percepita in Italia come<br />
un grande valore. Secondo vari sondaggi, occupa<br />
sempre il primo posto nella graduatoria degli interessi<br />
vitali delle persone. Il bisogno di sicurezza affettiva<br />
e di appartenenza rende ancora desiderabile<br />
per molti giovani il matrimonio. Le coppie che si<br />
sposano dichiarano di desiderare almeno due figli,<br />
una media nettamente più alta di quella che poi<br />
effettivamente realizzano. Emergono inoltre alcune<br />
tendenze assai positive, quali l’interesse per la spi<br />
- 1 -<br />
ritualità familiare, l’esigenza del dialogo di coppia,<br />
il rinnovato impegno educativo di molti genitori, il<br />
volontariato familiare, l’amicizia, la solidarietà e<br />
la collaborazione tra famiglie.<br />
Sono tutti segnali di vitalità e motivi di speranza<br />
per il futuro. La famiglia è fortemente radicata nel<br />
cuore della nostra gente. Inoltre la fede ci assicura<br />
che più ancora è radicata nel cuore di Dio creatore e<br />
nel cuore di Cristo Salvatore. Auspico che famiglie,<br />
parrocchie, associazioni, istituzioni culturali, uomini<br />
di buona volontà cooperino intensamente per<br />
una rinnovata presa di coscienza dell’importanza<br />
della famiglia nella società.<br />
Invito tutti voi, carissimi fratelli e sorelle, a dare con<br />
la testimonianza della vostra famiglia il massimo<br />
contributo possibile al bene della società. Cercate<br />
di vivere e di irradiare i valori essenziali della<br />
convivenza civile: rispetto di ogni persona, fiducia<br />
reciproca, libertà responsabile, dialogo, collaborazione,<br />
amore, gratuità, pace. Abbiate una speciale<br />
attenzione per i disabili, gli anziani, i malati, i poveri<br />
e per altre famiglie che si trovino in difficoltà.<br />
Non vi isolate nel recinto delle mura domestiche,<br />
ma impegnatevi nelle attività sociali, culturali,<br />
parrocchiali. D’altra parte vigilate perché gli impegni<br />
di lavoro e i diversi interessi non finiscano<br />
per logorare la vostra unità familiare. Rivendicate i<br />
diritti della famiglia, dando la vostra adesione alle<br />
associazioni che li tutelano, in modo che l’attuale<br />
società degli individui diventi piuttosto società delle<br />
famiglie, in cui si armonizzano libertà e solidarietà.<br />
I1 Signore Gesù, crocifisso e risorto, comunichi a<br />
tutti voi la forza e la gioia del suo Spirito di amore,<br />
perché ogni famiglia cristiana sia un vangelo vivo<br />
e ogni uomo di buona volontà possa comprendere<br />
la grande parola di Giovanni Paolo II di venerata<br />
memoria: «L’avvenire dell’umanità passa attraverso<br />
la famiglia» (Familiaris Consortio ).<br />
Card. Ennio Antonelli
Mons. Roberto Càceres tra di noi:<br />
una visita che si giustifica<br />
Domenica 1 marzo nella nostra parrocchia il<br />
vescovo Mons. Roberto Càceres ha festeggiato i<br />
suoi 4 anni di consacrazione episcopale nella<br />
nostra parrocchia e il lunedì 19 marzo presso il<br />
Centro Pastorale Paolo VI° una decina si sacerdoti<br />
“Fidei donum”, della diocesi di Brescia che<br />
nell’arco di questi ultimi 40 anni si sono turnati<br />
come missionari in Uruguay, h<strong>anno</strong> concelebrato<br />
l’Eucaristia con Mons. Roberto, Vescovo<br />
emerito della diocesi di Melo - Uruguay dove<br />
molti di loro h<strong>anno</strong> prestato il loro servizio pastorale.<br />
Quella Concelebrazione era un rendimento di<br />
grazie a Dio proprio perchè nel lontano 19 marzo<br />
19 2 , quindi 4 anni fa, quando non aveva<br />
ancora compiuto 41 anni, nella cattedrale di<br />
Montevideo Mons.<br />
Roberto riceveva<br />
l’ordinazione episcopale.<br />
Nello stesso<br />
<strong>anno</strong> è stato invitato<br />
a Roma come Padre<br />
conciliare e ha vissuto<br />
l’esperienza del<br />
Concilio Vaticano II°<br />
partecipando senza<br />
assenze a tutte le<br />
sessioni. Fu in quel<br />
tempo che è nato il<br />
rapporto con la diocesi<br />
di Brescia che<br />
dava il via libera a<br />
due suoi seminaristi<br />
per andare missionari nella sua diocesi. Don<br />
Saverio ha conosciuto allora Mons. Roberto ed è<br />
stato consacrato diacono da lui nella parrocchia<br />
di Lumezzane.<br />
Mons. Roberto ha passato nella nostra parrocchia<br />
parecchi giorni di questo suo ultimo viaggio<br />
in Italia e prima di partire ha voluto lasciare<br />
una lettera alla nostra Comunità parrocchiale:<br />
Carissimi parrocchiani di Gottolengo,<br />
con molto<br />
piacere accetto l’invito del vostro parroco, don<br />
Saverio, per dirigermi a tutti voi, lettori de “Il<br />
<strong>Redone</strong>” e alla <strong>Parrocchia</strong> dei Santi Pietro e Pao-<br />
- 19 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
lo di Gottolengo, per ringraziarvi innanzitutto e<br />
ancora una volta per la vostra fraterna ospitalità.<br />
Sono un Vescovo “Emerito” dell’Uruguay, della<br />
diocesi di Melo. Un Vescovo in pensione.<br />
Sembrerebbe che un Vescovo, successore degli<br />
Apostoli non dovrebbe mai sentirsi in pensione<br />
e questo è certo; come nessuno di voi va in<br />
pensione come cristiano e quindi come vicario<br />
e rappresentante di Gesù nel mondo attuale:<br />
di Gesù l’ “unico Vescovo delle nostre anime”<br />
e l’unico Missionario. Missionari si è fino alla<br />
morte e anche oltre, dallo stesso cielo come lo<br />
prometteva Santa Teresina del Bimbo Gesù.<br />
Per questo il Vescovo Emerito non smette mai<br />
di essere Vescovo e<br />
Missionario.<br />
Essere riconoscenti<br />
è un dovere cristiano<br />
e umano. “Siate<br />
sempre riconoscenti”<br />
scrive San Paolo.<br />
Il Vescovo Emerito<br />
certamente lascia<br />
da parte il compito<br />
di amministrare e<br />
di prendere decisioni<br />
pastorali in una<br />
diocesi. Il fatto di lasciare<br />
la cura diretta<br />
della diocesi, al raggiungimento<br />
di una<br />
determinata età, era stato proposto a approvato<br />
nel Concilio Vaticano Secondo e poi regolamentato<br />
dal papa bresciano Paolo VI° di felice memoria.<br />
Il mio transito per Gottolengo ha come scopo di<br />
esprimere l’immensa gratitudine, e questo è il<br />
sentire unanime della nostra diocesi di Melo in<br />
Uruguay, ubicata al confine con il Brasile, verso<br />
la persona di don Saverio, missionario durante<br />
più di vent’anni tra di noi, ma anche verso i Vescovi,<br />
il Clero e il Popolo cristiano della diocesi<br />
di Brescia per il generoso apporto di sacerdoti<br />
e religiose che h<strong>anno</strong> prestato il servizio dell’Evangelizzazione<br />
immettendosi nella vita della<br />
nostra gente, servizio questo che la Diocesi di
Il <strong>Redone</strong><br />
Brescia sta prestando da quarant’anni.<br />
Il ringraziamento speciale va ai familiari di questi<br />
missionari e missionarie che si sono inseriti<br />
nelle località e contrade più povere del nostro<br />
territorio.<br />
Anche a “loro”, ai familiari, la nostra gratitudine<br />
perchè loro rimangono qui in Italia, soffrendo il<br />
vuoto della loro assenza e pregando per la loro<br />
missione.<br />
Durante questo tempo che ho potuto passare<br />
con voi in Gottolengo abbiamo insieme ricordato<br />
e celebrato il 4 ° anniversario della mia ordinazione<br />
episcopale avvenuta nella Cattedrale<br />
di Montevideo.<br />
Durante il mio servizio episcopale alla diocesi,<br />
che durò 3 anni, dei quali trenta contando<br />
sull’inestimabile collaborazione dei missionari<br />
e missionarie bresciani, che con la loro dedizione<br />
apostolica han fatto crescere e h<strong>anno</strong> moltiplicato<br />
sul territorio della diocesi un gran numero<br />
di “Piccole Comunità Ecclesiali di Base”,<br />
impulsando e preparando il popolo ad essere<br />
lui stesso missionario nel proprio territorio.Tra<br />
le altre cose, h<strong>anno</strong> pure contribuito in forma<br />
decisiva perchè, in quella felice domenica<br />
di maggio del 19 , il Papa Giovanni Paolo II°<br />
- 20 -<br />
fosse clamorosamente e sentitamente accolto<br />
nella città di Melo.<br />
Una gigantesca Croce innalzata sulla sommità<br />
del Cerro Largo (Collina che dà il nome alla provincia<br />
che ha per capoluogo Melo) da questi<br />
missionari è rimasta come segno permanente e<br />
perpetuo per tramandare ai posteri questo storico<br />
avvenimento.<br />
Per tutti questi fatti, che h<strong>anno</strong> avuto i missionari<br />
e le missionarie di Brescia come qualificati<br />
protagonisti in lungo e in largo nei paesi della<br />
diocesi di Melo e Trenta Tre (capoluogo della<br />
seconda provincia della diocesi) in Uruguay,<br />
la nostra Comunità Diocesana rimarrà sempre<br />
riconoscente verso la famiglia e la Chiesa<br />
bresciana. Affinchè si mantengano vivi questi<br />
sentimenti e siano conosciuti dalle nuove generazioni<br />
ho voluto ancora una volta farvi questa<br />
visita e benedirvi in nome del nostro lontano e<br />
amato popolo di Melo e Trenta Tre.<br />
Gottolengo, Marzo <strong>2007</strong><br />
+ Roberto Càceres<br />
Vescovo emerito di Melo
VITA PARROCCHIALE<br />
- 21 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Quelle domeniche di Quaresima<br />
Esiste in molti la consapevolezza che nella nostra<br />
società il pensiero di un Dio che è presente,<br />
che cammina accanto a noi, che provvede, che<br />
consola, che aiuta, che salva, appare come una<br />
utopia, un ideale, ma che forse è roba d’altri<br />
tempi, ora c’è la scienza, la legge che detta norme<br />
sul bene e sul male, il pensiero comune, il<br />
relativismo morale.<br />
Questo Dio, insomma, non è più tra noi,<br />
forse è vero che esiste ma è lassù e non pensa<br />
all’uomo che sbriga da sé i propri affari : i problemi,<br />
l’uomo li risolve senza un Dio che s’impiccia.<br />
In questo mondo, in questa società che avanza<br />
sempre più, che alza la sua voce contro la Chie-<br />
sa e i suoi Ministri, Sacerdoti, Papa e Vescovi…..<br />
i cristiani battezzati cosa possono fare??<br />
Se molti cristiani h<strong>anno</strong> l’esperienza<br />
e credono che questo Dio, incarnato in Gesù<br />
Cristo, è entrato nella storia dell’uomo e nella<br />
storia di ciascuno di noi, con il potere di salvare<br />
ogni uomo dalla morte ontologica, cioè dalla<br />
sofferenza vera che è la non speranza, la disperazione,<br />
che è il dolore senza senso, da una vita<br />
senza meta………, i cristiani stessi, in forza del<br />
proprio battesimo, con il dono della grazia che<br />
accompagna ogni cristiano, possono compiere<br />
il mandato che Gesù Cristo ha dato ai suoi apostoli<br />
nel Vangelo (Matteo 10,7) “e strada facendo<br />
predicate che il Regno dei Cieli è vicino” : quel<br />
luogo cioè, dove ogni uomo può fare esperienza<br />
della pace che dona la resurrezione dalla morte,<br />
seminata dal peccato nel cuore dell’uomo,<br />
l’esperienza che nessun peccato, nessuna colpa,<br />
né miseria o debolezza può separarci dall’Amore<br />
di Dio, che ogni dolore, tristezza, sofferenza<br />
e delusione può essere consolata da Gesù che<br />
ha dato la sua vita per amore nostro.<br />
Annunciare la BUONA NOTIZIA che Gesù<br />
Cristo ha vinto la morte, che è RISORTO, che<br />
a tutti noi è donato di gustare i frutti del Regno<br />
dei Cieli già in questa vita, anche se consapevoli<br />
che li vivremo in pienezza nell’altra….….può<br />
oggi ridonare speranza all’uomo deluso dalla<br />
propria storia?<br />
E’ una esperienza che in queste Domeniche<br />
di Quaresima h<strong>anno</strong> fatto numerose migliaia<br />
di giovani, uomini e donne, in tutta Italia<br />
e in tutte le Nazioni del mondo, là dove la<br />
Chiesa Locale offre l’esperienza di un cammino<br />
di conversione e iniziazione cristiana qual è il<br />
Cammino Neocatecumenale..<br />
Anche nella nostra <strong>Parrocchia</strong> dei Santi<br />
Pietro e Paolo in Gottolengo tutte le nove Comunità<br />
presenti, (composte da giovani e giovanissimi,<br />
uomini e donne) h<strong>anno</strong> vissuto l’esperienza<br />
di questo annuncio a molte persone, nei<br />
luoghi più diversi della Provincia, ricevendo in<br />
alcuni casi il rifiuto, in molti altri l’ascolto, ri-
Il <strong>Redone</strong><br />
sposte di riflessione su quanto ascoltato, h<strong>anno</strong><br />
condiviso il dolore, le problematiche presenti<br />
nella vita, h<strong>anno</strong> soprattutto “ascoltato il cuore<br />
della gente”, pregato per coloro che portano<br />
sofferenze …..soprattutto sperimentato che annunciare<br />
Gesù Cristo, pronunciare il Suo nome<br />
Vittorioso è semplicemente ..bello,. dona gioia<br />
al cuore,…”testimonia al nostro Spirito l’Amore<br />
di Dio per l’uomo.”<br />
Questa esperienza ci ha fatto pregustare<br />
e attendere la Pasqua che presto vivremo, la<br />
grande festa, la notte delle notti, la veglia più<br />
importante dell’<strong>anno</strong>, dove ogni cristiano può<br />
esultare della Vittoria di Gesù Cristo sulla morte,<br />
ritrovare la speranza, la gioia, il riposo da<br />
ogni dolore e sofferenza, la consolazione perfetta.<br />
Quaresima <strong>2007</strong><br />
Una <strong>Parrocchia</strong>na.in cammino…<br />
CONSIGLIO PASTORALE<br />
PARROCCHIALE<br />
19 / 02 /<strong>2007</strong> - Verbale della 4° Assemblea Generale.<br />
Dopo la preghiera iniziale e le lettura del verbale<br />
della precedente riunione, il parroco ha avviato<br />
il tema principale della riunione : l’esame<br />
e discussione sulla lettera pastorale del vescovo<br />
che, proprio domani (20 febbraio) compie 7<br />
anni, età questa che canonicamente segna la<br />
conclusione della responsabilità diretta del Vescovo<br />
nella conduzione pastorale della diocesi<br />
- 22 -<br />
aprendo così la strada per l’avvicendamento.<br />
Mons. Sanguineti ha già inviato lettera di dimissioni<br />
dall’incarico, anche se lascerà effettivamente<br />
il suo ministero in estate; si sta programmando<br />
una celebrazione solenne del Vescovo<br />
con i rappresentanti della Chiesa bresciana e<br />
quindi con i vari Consigli pastorali (zonali – diocesano<br />
– etc..).<br />
Prima di incominciare l’esame dei vari capoversi<br />
della lettera pastorale, si è discusso brevemente<br />
sul contenuto della precedente riunione<br />
e del conseguente verbale: in altre parole, si è<br />
posta attenzione e viene evidenziata la necessità<br />
di educare i fedeli a comprendere i gesti che<br />
si compiono nelle celebrazioni, per viverne il<br />
contenuto e applicarlo alla vita.<br />
E’ auspicabile che si giunga a ciò, anche attraverso<br />
celebrazioni in gruppi più ristretti: l’importante,<br />
comunque e sempre, è dare il giusto<br />
peso e significato, non tanto alla coreografia liturgica,<br />
ma alla sostanza delle celebrazioni, vale<br />
a dire, al mistero di vita e di grazia che racchiude<br />
in sè la celebrazione eucaristica.<br />
Il progetto di iniziare progressivamente tutta la<br />
Comunità a ricuperare il senso e il valore dei<br />
vari segni liturgici è stato un poco rallentato dall’impegno<br />
di Don Saverio, che ha dovuto sopperire<br />
all’assenza del parroco di Gambara, ma<br />
sembra che la situazione sia in via di soluzione.<br />
Questo progetto ha come supporto la riflessione<br />
e le proposte che emergono, nelle riunioni<br />
del sabato pomeriggio, dal “Gruppo Liturgico”<br />
preposto proprio alla preparazione delle celebrazioni.<br />
Esame delle lettera pastorale del Vescovo.<br />
In apertura, Don Saverio comunica che, a<br />
livello di C.P. Zonale, verrà costituita una commissione<br />
che approfondirà il teme ed il messaggio<br />
del Vescovo.<br />
1° Punto – Nuova Evangelizzazione<br />
• Ha aperto la discussione un primo intervento<br />
che ha voluto stigmatizzare una situazione di<br />
vera crisi della fede, specialmente all’interno<br />
delle famiglie, crisi che porta a conseguenze<br />
disastrose.<br />
In sostanza, si rileva che, a fronte di una tradizione<br />
cristiana presente, nelle nostra comunità,<br />
ci siano :<br />
- pochi apostoli<br />
- tenue missionarietà<br />
- quasi ininfluente testimonianza.
• Altro intervento (Una<br />
Signora) precisa che<br />
si ha l’impressione<br />
del poco impegno :<br />
in altre parole, sono<br />
sempre i soliti ad impegnarsi<br />
e si assiste<br />
ad un grosso calo di<br />
partecipazione.<br />
• Don Saverio fa notare<br />
che a lui sembra il<br />
contrario, sono moltissimi<br />
i volontari<br />
nei vari settori della<br />
Pastorale, auspica<br />
che ognuno di loro<br />
faccia il suo servizio<br />
con vero spirito cristiano<br />
e quindi con<br />
fede e con amore,<br />
oltre che con competenza.<br />
• Da un altro componente<br />
del C.P.P. si pone<br />
l’accento sul fatto<br />
che il moltiplicarsi<br />
delle proposte di fede e di cammini di fede<br />
rende difficile interiorizzare il messaggio:<br />
l’abbondanza di proposte non viene tradotta<br />
in applicazione concreta ed in partecipazione<br />
convinta.<br />
• Uno dei presenti, riferendosi al discorso del<br />
Papa ai nunzi apostolici, fa notare come si riscontra<br />
il timore ed il pericolo di non potere<br />
e di non riuscire a recuperare coloro che si<br />
sono allontanati dalla fede o non sono disposti<br />
e non vogliono ascoltare il messaggio di<br />
Cristo.<br />
• Si fa notare che nella nostra parrocchia non<br />
ci siamo ancora proposti un dialogo umano<br />
e di fede con le tante persone immigrate che<br />
vivono da tempo in mezzo a noi. Quando ci<br />
apriremo evangelicamente a loro?<br />
• Da una signora viene fatta una considerazione<br />
circa la crisi nel tessuto sociale e, in primis,<br />
nella famiglia anche cristiana ormai restia a<br />
seguire il messaggio dei suoi pastori e le proposte<br />
di vita che il Vangelo propone. Bisogna<br />
mantenere e proseguire con pazienza il dialogo<br />
con le famiglie.<br />
• D’altra parte, un altro intervento rileva che<br />
solo se sono convinti, i ragazzi seguono il<br />
messaggio e le indicazioni dei pastori, dei<br />
genitori e della comunità educativa : diversa-<br />
- 23 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
mente, non è più possibile<br />
imporre il cammino<br />
di fede con i ‘vecchi<br />
metodi’.<br />
• In sostanza, bisogna<br />
essere ‘missionari’ innanzitutto<br />
e soprattutto<br />
nelle proprie famiglie<br />
e con le famiglie.<br />
• In sostanza - riassume<br />
Don Saverio- la Nuova<br />
Evangelizzazione deve<br />
proporsi nell’ambito<br />
della <strong>Parrocchia</strong> attraverso<br />
un chiaro cammino<br />
di fede, “esigente”<br />
sì, ma “percorribile”<br />
da tutti, diversamente,<br />
si rischia d’incontrare<br />
troppe resistenze; con<br />
una pluralità, non eccessiva,<br />
di proposte e<br />
con la condizione che<br />
tutte siano convergenti<br />
verso una meta comune:<br />
l’unità dei cuori<br />
vissuta nella celebrazione eucaristica e<br />
testimoniata nell’impegnata partecipazione,<br />
come lievito cristiano, nella vita del paese.<br />
• Uno dei presenti afferma che bisogna partire<br />
dalla PAROLA, unica roccia e caposaldo della<br />
fede. Bisogna agire con pazienza senza aver<br />
fretta di raccogliere, mantenendo lo stimolo<br />
a continuare, tenendo presente che l’azione<br />
di evangelizzazione significa portare pazientemente<br />
a Cristo il nostro popolo, soprattutto<br />
le nuove generazioni.<br />
• Un’altro dei presenti rafforza il concetto che<br />
non bisogna perdere la speranza, anche nelle<br />
battaglie quotidiane della vita, perché la speranza<br />
stessa viene da Gesù, da Dio stesso che<br />
ci è sempre vicino.<br />
La speranza può arrivare, anzi, spesso arriva,<br />
da una situazione di dolore. Se la speranza è<br />
sostenuta dalla Croce di Cristo, il dolore stesso<br />
viene illuminato e sublimato, se, invece,<br />
non lo è, può portare alla disperazione.<br />
• Un’altro precisa: dev’essere il cristiano a saper<br />
dire al sofferente che in quella croce c’è<br />
Cristo e che è proprio quella stessa Croce che<br />
lo sta salvando. Proprio quell’esperienza, di<br />
per sè umanamente negativa, se vissuta nella<br />
fede in Cristo, genera forza, libertà interiore<br />
e salvezza.
Il <strong>Redone</strong><br />
• Un altro membro del CPP fa notare che la<br />
constatazione, da parte del vescovo, della necessità<br />
di nuova evangelizzazione deriva dal<br />
fatto che, parlando della terra bresciana, si è,<br />
ora, di fronte ad una forte, progressiva ‘scristianizzazione’,<br />
ad un secolarismo marcato,<br />
che ha intaccato anche le famiglie che, un<br />
tempo, erano il ‘fulcro’ della vita ecclesiale e<br />
sociale e le più fedeli alla pratica cristiana.<br />
2° Punto – Iniziazione cristiana<br />
• Don Angelo apre la discussione dicendo che<br />
la proposta del nuovo metodo dell’Iniziazione<br />
Cristiana, proposta ai genitori dei bimbi della<br />
prima elementare, è iniziata bene anche<br />
se c’è stato un calo ‘fisiologico’ del quale si<br />
dovrebbe andare a cercare e comprendere le<br />
motivazioni.<br />
• E’ auspicabile poter incontrare le famiglie,<br />
per investigare meglio sui motivi di questi<br />
‘cali’.<br />
• Una Catechista ritiene che, forse, sarebbe<br />
meglio e consigliabile essere un po’ più comprensivi,<br />
almeno per il 1° <strong>anno</strong>, salvo fare<br />
una verifica alla fine dello stesso.<br />
• Riprende Don Angelo dicendo che bisogna<br />
dialogare con le famiglie, essere chiari con<br />
loro, per giungere a scelte chiare e precise e<br />
che queste ultime, una volta fatte, diventino<br />
una proposta seria ed effettiva per il cammino<br />
che ci si propone di iniziare i propri figli alla<br />
fede.<br />
• Ecco, quindi, - riassume il Parroco - la necessità<br />
di mettere in moto una “missionarietà<br />
ecclesiale permanente”, per accompagnare le<br />
- 24 -<br />
famiglie, i bimbi, i ragazzi, adolescenti, giovani<br />
e adulti nel cammino di fede specialmente<br />
per star vicino a coloro che nella Chiesa h<strong>anno</strong><br />
rivevuto sacramenti o che h<strong>anno</strong> richiesto<br />
ad essa di essere accompagnati o di accompagnare<br />
i propri figli nell’iniziazione alle varie<br />
tappe della vita cristiana.<br />
3° Punto – Dell’Eucarestia<br />
• E’ necessaria una riscoperta del giorno del<br />
Signore e dell’Eucarestia.<br />
• In questo, la Chiesa deve giungere a proporre<br />
scelte chiare e precise : o si accettano le sue<br />
direttive o non ci si può dire cristiani. Si ritiene<br />
già trattato in precedenza questo tema.<br />
4° Punto – Quale Chiesa<br />
Il tempo non permette di continuare ad approfondire<br />
adeguatamente le tematiche proposte.<br />
• Emerge la convinzione che una Chiesa <strong>Parrocchia</strong>le<br />
è chiamata a maturare la propria<br />
identità locale in comunione con il proprio<br />
Vescovo e con la Pastorale diocesana e Zonale.<br />
Per questo crediamo che l’identità di una<br />
Comunità cristiana va comunque rispettata<br />
anche quando cambiano i pastori, non per<br />
consacrare un immobilismo ma per crescere<br />
senza fratture e continuare la maturazione<br />
nella “continuità”.<br />
• La riunione si è chiusa con alcuni cenni al calendario<br />
degli incontri che si prevedono per il<br />
periodo Quaresimale e per la Settimana Santa.<br />
PRIME SANTE CONFESSIONI IN <strong>GOTTOLENGO</strong><br />
Il Segretario<br />
Il 2 Marzo, giornata in cui la nostra <strong>Parrocchia</strong> celebra il perdono, nella Chiesa di Gottolengo,<br />
alle ore 1 , si sono svolte le prime Sante Confessioni per quarantotto bambini.<br />
La preparazione dei fanciulli è avvenuta a partire da Gennaio <strong>2007</strong> secondo il Catechismo suggerito<br />
dalla CEI.<br />
I bambini si sono sentiti coinvolti nelle lezioni attraverso il racconto delle Parabole della Misericordia<br />
e dall’atteggiamento di Gesù che andava incontro ai peccatori senza giudicarli, donando<br />
loro il perdono incondizionato.<br />
La conversione è stata presentata come risposta a questo perdono.<br />
Durante la celebrazione i bambini si sentivano emozionati, temevano di non ricordare le varie<br />
tappe della confessione e sono stati invitati ad un esame di coscienza quotidiano.<br />
Anche noi catechiste abbiamo vissuto questo momento come una tappa significativa del cammino<br />
di fede dei nostri bambini.<br />
Le catechiste
Itinerario di formazione per fidanzati:<br />
Insieme verso la Famiglia<br />
Nella nostra parrocchia si propone nel mese di<br />
maggio il secondo corso di formazione per le<br />
coppie di fidanzati in vista del loro futuro matrimonio.<br />
Questi incontri sono aperti anche alle coppie<br />
che non appartengono alla parrocchia, ma che<br />
per interesse o comodità di tempi e di orari<br />
scelgono questa opportunità che offre la nostra<br />
comunità parrocchiale.<br />
La fotografia che riproduciamo si riferisce al<br />
corso per coppie di fidanzati realizzato, sempre<br />
a Gottolengo, nei mesi di gennaio-febbraio e che<br />
è stato numerosamente e, a detta degli interessati,<br />
fruttuosamente frequentato.<br />
Al corso possono utilmente partecipare anche<br />
quelle coppie di fidanzati che non h<strong>anno</strong> ancora<br />
un progetto sicuro o una data concreta per il<br />
- 2 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
matrimonio. Il corso serve per illuminare la vita<br />
dei fidanzati sulla grande ricchezza e profondità<br />
di contenuti che comporta il matrimonio in se<br />
stesso, ma soprattutto se vissuto come Sacramento.<br />
In questo senso il corso proposto può<br />
diventare l’inizio di una preparazione remota<br />
al grande passo che la coppia degli innamorati<br />
si propone di fare.<br />
Quesi sono i giorni e gli orari del Corso:<br />
Martedì e giovedì al Centro Pastorale<br />
<strong>Parrocchia</strong>le (Casa canonica) ore 21.00<br />
Maggio 3 – 8 – 1o – 15 – 17 – 22 – 24 – 20<br />
- 31<br />
Giugno (3 domenica) ritiro<br />
Chi intendesse partecipare lo faccia sapere al<br />
parroco di Gottolengo don Saverio Tel. 030.<br />
951042
Il <strong>Redone</strong><br />
Un giorno un mio amico mi<br />
ha inviato il testo di un suo<br />
intervento, fatto ai genitori<br />
in un incontro che solo<br />
noi preti possiamo mettere<br />
a certi orari proibitivi<br />
(domenica pomeriggio) :<br />
mi è piaciuto tanto che gli<br />
ho chiesto il permesso di<br />
potervelo trasmettere.<br />
VITA ORATORIANA<br />
Donaci acqua pura<br />
Faccio una piccola riflessione<br />
su una donna del<br />
vangelo : anche lei si era<br />
persa un po’ tra i meandri<br />
della società, per poter vedere<br />
come non sono solo<br />
cose di oggi quelle che abbiamo<br />
davanti agli occhi,<br />
seppur questo ai nostri<br />
giorni sia più pressante e<br />
rilevante.<br />
Ci sono delle ragazze che quando passano, attirano<br />
gli sguardi di tutti; tutti si girano, f<strong>anno</strong><br />
sorrisi; sar<strong>anno</strong> pure belle, ma ci s<strong>anno</strong> anche<br />
fare; giustamente vogliono dare un messaggio<br />
di bellezza, di grazia, di spontaneità in questo<br />
nostro mondo di programmi, di bilanci, di grafici<br />
di vendite. Non necessariamente occorre<br />
pensare male, le bellezza e la grazia sono sempre<br />
un dono di Dio. Nel vangelo c’è una donna<br />
che quando passa, tutti si girano. Questa però è<br />
troppo superficiale, ha una vita chiacchierata,<br />
non è certo una buona madre di famiglia, anche<br />
se deve lavorare e tenere la casa. Ha passato<br />
in rassegna troppi mariti per essere solo sfortunata.<br />
Un giorno va a prendere acqua al pozzo della<br />
città e ci trova Gesù. È un pozzo famoso, risale<br />
al patriarca Giacobbe. È una ricchezza per la<br />
città di Samaria. Gesù è lì accaldato e stanco,<br />
da solo, mentre i discepoli sono in giro per raccattare<br />
qualcosa da mangiare. Gesù perentorio<br />
le si rivolge solenne, come sa fare spesso nei<br />
suoi dialoghi: donna, dammi da bere. La donna<br />
non si sente né soggiogata, né remissiva. Come<br />
- 2 -<br />
ti permetti di chiedermi da<br />
bere, tu che sei un giudeo<br />
e che, come tutti i tuoi, hai<br />
chiuso ogni rapporto con i<br />
samaritani? Gesù è stato<br />
perentorio perché voleva<br />
andare oltre. Ha letto nel<br />
cuore di quella povera<br />
donna tutta la sua sete di<br />
felicità, tutte le strade che<br />
ha percorso per trovarla,<br />
tutti gli inganni di cui è<br />
stata vittima e tutti i fallimenti<br />
che ha subito. Gesù<br />
le legge la sua telenovela,<br />
i suoi passaggi di uomo in<br />
uomo, di marito in marito,<br />
la sua superficialità e<br />
l’incapacità di guardarsi<br />
dentro, di fermare la corsa<br />
verso il nulla. Le legge la<br />
banalizzazione dell’amore, che solo in Dio è vero<br />
e che trova in Lui solo la sorgente. È una donna<br />
che ha smarrito la sorgente dell’amore, come<br />
tanti di noi che viviamo di tentativi, di prove, di<br />
aggiustamenti, di “stiamo assieme finché tiene”.<br />
Di questa sorgente ha bisogno. Se tu conoscessi<br />
il dono di Dio e se sapessi chi ti chiede da bere,<br />
chiederesti tu l’acqua che zampilla per una vita<br />
piena, non per rattoppi di sopravvivenza.<br />
La donna è colpita dalla chiarezza e dalla forza<br />
di verità che promana da Gesù. Vorremmo tutti<br />
essere guardati dentro da lui, riuscire a farci<br />
leggere nel nostro intimo la voglia di felicità,<br />
fare chiarezza nelle bufale in cui incorriamo<br />
e che spesso rifiliamo agli altri, sconfiggere la<br />
nostra incoscienza il nostro sorriso superficiale<br />
ed ebete che scambiamo per serenità, ma che<br />
nasconde l’imbarazzo di una vita a brandelli!<br />
Questa donna ha capito almeno dove sta la felicità.<br />
Non sappiamo se ha cambiato, sappiamo<br />
però che ha messo in piazza i suoi errori e ha<br />
convinto le persone che incontrava ad andare<br />
da Gesù. Io sarò quel che voi ben sapete e sempre<br />
mi rinfacciate, ma di una cosa dovete assolutamente<br />
convincervi: quel Gesù di cui tutti
parlano è davvero la fine del mondo, non ve lo<br />
lasciate scappare, non state bloccati nei vostri<br />
pregiudizi.<br />
Non stiamo tutti aspettando il messia, non siamo<br />
tutti in attesa di un cambiamento, di una<br />
salvezza, di una svolta nella nostra storia e nelle<br />
nostre vite? Potrebbe essere proprio Lui, quello<br />
che aspettiamo. E andarono da Lui. In questa<br />
fila ci potremmo essere anche noi.<br />
Sappiamo che la nostra sorgente sembra essere<br />
sempre più inquinata, ma noi non possiamo<br />
solo mettere il cartello “non bere”, dobbiamo<br />
rendere pura l’acqua.<br />
Dopo di noi i figli che cresciamo dove andr<strong>anno</strong><br />
a bere?<br />
Tu, o Signore, continui a sfogliare<br />
le pagine del mio romanzo,<br />
e vi aggiungi parole di pace e di perdono;<br />
o Signore,<br />
costantemente mi chiami e mi interpelli<br />
anche se non so interpretare la Tua voce,<br />
anche se continuo a costruirmi<br />
i miei castelli sulla sabbia.<br />
Tu mi accompagni,<br />
mi doni la tua bontà,<br />
e mi sfiori dolcemente<br />
con la tua carezza soffice<br />
fino a quando io non diventi capace di donare.<br />
Donami Signore la bontà<br />
che diventa accoglienza, pazienza e ascolto.<br />
Accogli Signore il mio desiderio<br />
di arricchire la mia giornata<br />
con tanti piccoli gesti di bontà<br />
verso il prossimo,<br />
verso colui che tu mi poni sul cammino.<br />
Don Angelo<br />
- 27 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
La (dis)educazione<br />
televisiva<br />
1. IL MONDO DELLA TELEVISIONE<br />
L’era che si è aperta da qualche decennio a<br />
questa parte, è stata denominata in mille modi<br />
diversi: “era dell’informazione”, “era della<br />
comunicazione”, “era del computer”, “era delle<br />
immagini”. Certamente non si può negare che<br />
l’ultima parte del secolo appena trascorso abbia<br />
impresso una forte accelerazione al mondo della<br />
tecnologia, che ha stravolto il modo di vedere<br />
il mondo e gli altri.<br />
Da un’epoca contraddistinta dall’importanza<br />
delle parole, si è passati al primato indiscusso<br />
dell’immagine. Notizie, documentari, tragedie,<br />
eventi speciali… tutto è ormai accompagnato<br />
dalle immagini: la realtà non ci si presenta più<br />
agli orecchi, ma agli occhi. Questo cambio epocale<br />
di prospettiva ha fatto sì che, per esempio,<br />
migliaia e migliaia di italiani non comprino più<br />
il giornale, affidando il loro bisogno di informazione<br />
ai telegiornali o addirittura ad internet.<br />
Ma cosa comporta questo?<br />
L’immagine, a differenza della parola, porta a<br />
conoscenza di una realtà presentata in maniera<br />
estremamente oggettiva; allo stesso tempo, però,<br />
non si può negare che un’immagine presenti<br />
la realtà da un determinato punto di vista.<br />
L’immagine colpisce, attira l’attenzione, ma lascia<br />
poco spazio all’assimilazione. Centinaia di<br />
presentazioni video si basano su raffiche di immagini,<br />
senza nessuna parola, con il solo scopo<br />
di colpire chi guarda, in modo che una persona<br />
non abbia materialmente il tempo sufficiente a<br />
pensare e riflettere su ciò che vede.<br />
In questo modo, però, l’informazione viene svincolata<br />
dalla comprensione globale. Ci si abitua a<br />
subire delle immagini, delle notizie, senza aver<br />
tempo di lasciarle depositare, di poterle capire<br />
fino in fondo. Una delle poche leggi che regola<br />
la pubblicità è proprio questa: colpire. Più che<br />
una legge, in fin dei conti, è una malattia.<br />
La TV è “costretta” a piacere: per tale motivo è<br />
un mondo estremamente complesso che ha le<br />
sue leggi, le sue armi, i suoi segreti. Ed è quanto<br />
mai urgente imparare a conoscere, distinguere<br />
e a volte anche denunciare certe logiche perverse<br />
che st<strong>anno</strong> dietro le quinte di ciò che ci<br />
viene presentato.
Il <strong>Redone</strong><br />
2. I POTERI DELLA TELEVISIONE<br />
Già da molti anni le famiglie delle nostre città<br />
e dei nostri paesi h<strong>anno</strong> un ospite fisso in casa,<br />
che non mangia e non dorme, ma parla molto.<br />
La televisione è entrata nelle nostre giornate,<br />
nei nostri programmi, nelle nostre preferenze<br />
e, che lo vogliamo o no, nelle nostre piccole e<br />
grandi scelte. E’ tempo, forse (anzi, è già tardi),<br />
di interrogarsi sulla vera identità di questo nuovo<br />
ospite, sui messaggi che trasmette, sui valori<br />
ai quali educa, sulle malattie di cui purtroppo<br />
soffre.<br />
Ma qual è il mondo in cui la televisione si muove?<br />
Com’è strutturato? Quali sono le sue leggi, i<br />
suoi punti forti e quali i punti deboli?<br />
Qui entriamo già in un argomento che scotta<br />
molto.<br />
La televisione, infatti, è gestita da persone che<br />
guadagnano il loro pane con la progettazione<br />
e la realizzazione di ciò che noi vediamo come<br />
prodotto finito. In un recente libro di Paolo Landi,<br />
è indicata una tesi radicalmente contro la<br />
televisione. Landi sostiene che non sono i programmi<br />
lo scopo per il quale la televisione esiste,<br />
ma la pubblicità. I film, le fiction, i cartoni<br />
animati, le commedie, le soap-opera sono create<br />
in funzione del mercato della pubblicità.<br />
Un programma TV, infatti, è remunerato e può<br />
continuare ad essere trasmesso solo se ottiene<br />
quello che ormai comunemente è chiamato audience.<br />
L’audience permette a chi finanzia gli<br />
sponsor di avere la garanzia che il suo prodotto<br />
venga reclamizzato davanti ad una certa quanti-<br />
- 2 -<br />
tà di spettatori. Secondo questa logica, dunque,<br />
se calano gli ascolti, calano i finanziamenti,<br />
dunque cade la motivazione stessa per cui la<br />
televisione è costruita.<br />
Avere audience, per chi fa televisione, è il maggior<br />
obiettivo, ma allo stesso tempo è la sua peggiore<br />
malattia. Ma “dover piacere” nella società<br />
odierna è molto difficile. E, stranamente, i programmi<br />
che contengono fatti eclatanti, colpi di<br />
scena, scene di violenza, scene di sesso, avvenimenti<br />
imprevisti e scandalosi sono quelli che<br />
ottengono più audience.<br />
Un noto filosofo e scrittore austriaco, Karl<br />
Popper, su questo argomento elaborò una tesi<br />
chiamata “Legge delle spezie”. Secondo Popper,<br />
infatti, la televisione si trova a dover vendere<br />
una pietanza (i programmi TV) ad un pubblico<br />
molto ampio, che spesso si fa attrarre da ciò che<br />
di più colpisce, dal menù più stravagante.<br />
La conseguenza è che, per vendere questa pietanza,<br />
chi lavora in TV è costretto ad aggiungere<br />
spezie (scene scandalose, violente, oscene,<br />
spettacolari, inaspettate) che ne f<strong>anno</strong> aumentare<br />
terribilmente l’appetibilità. Ma dopo alcuni<br />
giorni o settimane la stessa quantità di spezie<br />
non basterà più ad attirare i palati golosi; dovr<strong>anno</strong>,<br />
perciò, aumentare le dosi, coprendo sempre<br />
più il gusto della pietanza; in breve tempo, la<br />
TV si troverà a vendere contenuti pessimi, ma<br />
ovattati da una tale quantità di spezie da sembrare<br />
ancora gustosi ed attraenti.<br />
In questo senso la televisione è inevitabilmente<br />
votata al degrado, al peggioramento delle proposte,<br />
alla povertà dei contenuti. Non solo. La<br />
verità presentata nei telegiornali o nei programmi<br />
di cultura risulta fortemente distorta, a causa<br />
naturalmente della stessa malattia degli ascolti.<br />
Negli ultimi anni le grandi notizie orbitano attorno<br />
a pochi e ripetitivi temi che martellano<br />
per mesi le menti e gli occhi dei telespettatori.<br />
Qualche esempio? Da parecchi anni le guerre<br />
sono divenute un vero e proprio spettacolo televisivo;<br />
le immagini terribili e surreali di guerriglie,<br />
uccisioni, sparatorie sono divenute il pane<br />
quotidiano dei telegiornali. Ma cosa si cela dietro<br />
alle immagini che vediamo?<br />
La tesi è semplice e concreta: l’esposizione<br />
continua e ripetuta a questi contenuti fa sì che<br />
“Goccia dopo goccia” i contenuti artificiali, falsi,<br />
costruiti penetrino dentro di noi (Gutta cavat lapidem).<br />
Prodotti attraenti, modelle accattivanti,<br />
vittorie facili e veloci presentate all’ordine del<br />
giorno, sono le piccole gocce che attraversano<br />
i nostri occhi e le nostre menti, formando una
coltre di convinzioni e di punti di vista che non<br />
ci appartengono per niente.<br />
Il lavorio di una goccia è impercettibile, a prima<br />
vista irrilevante. E non verrebbe mai da pensare<br />
che possa fare grandi cose. Al contrario, le gocce<br />
scavano intere caverne! La logica della televisione<br />
e della pubblicità, allo stesso modo, è la<br />
nuova e terribile malattia che si infiltra nelle<br />
fessure della nostra capacità di scegliere, e con<br />
il tempo rode dall’interno la nostra libertà, che<br />
si ritrova prigioniera di una mentalità che non<br />
ha consapevolmente voluto, desiderato, scelto.<br />
Sulla scia di questa riflessione possiamo entrare<br />
più a fondo nei meccanismi perversi che regolano<br />
la televisione, analizzando i suoi effetti sulla<br />
società, sui valori etici, morali e religiosi, sulla<br />
famiglia.<br />
3. I VALORI DELLA TELEVISIONE<br />
I bambini negli ultimi anni passano molte ore<br />
davanti alla televisione, ancor prima di imparare<br />
a leggere e a scrivere. Da questa pre-alfabetizzazione<br />
inconsapevole essi ritengono molte informazioni<br />
utili. I bambini, in fondo, guardano<br />
la televisione per capire com’è fatto il mondo.<br />
Il mondo che luccica davanti al bambino che trascorre<br />
le sue ore davanti alla televisione è molto<br />
diverso da quello in cui egli si trova a vivere. I<br />
media non h<strong>anno</strong> alcun interesse a presentare<br />
la vita nella sua dimensione quotidiana, fatta di<br />
gioie e di dolori; la sua è una realtà costruita su<br />
misura, spettacolare, attraente.<br />
In questo mondo artificiale i valori che caratterizzano<br />
la vita ordinaria di ogni uomo e donna<br />
sono semplicemente omessi: il lavoro, la fatica,<br />
la famiglia e il matrimonio, le vittorie e le sconfitte<br />
nelle piccole e grandi scelte quotidiane. Nulla<br />
di tutto questo è fedelmente<br />
riportato in televisione, per<br />
il semplice motivo che non<br />
attira l’attenzione, non attrae,<br />
non luccica.<br />
Viene presentato un mondo<br />
splendido, facile, sgargiante.<br />
In televisione i giovani costruiscono<br />
la loro vita da soli,<br />
senza bisogno della presenza<br />
assillante dei genitori.<br />
Le vincite in denaro con cifre<br />
da capogiro inondano di<br />
gioia la vita dei “baciati dalla<br />
fortuna”, che avr<strong>anno</strong> risolto<br />
- 29 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
con i quattrini il problema della loro esistenza.<br />
Le donne appaiono perfette, senza il minimo difetto,<br />
e spesso raggiungono la vetta del successo<br />
senza grandi sforzi. I ragazzi e le ragazze lottano<br />
con tenacia per mesi per apparire per qualche<br />
settimana, o almeno un giorno in televisione,<br />
con prospettive di eterna felicità e un futuro di<br />
gloria. Gli eroi dei telefilm sono costretti a far ricorso<br />
alla violenza, naturalmente come ultima<br />
spiaggia, per punire i cattivi e consegnarli alla<br />
giustizia. Le ragazze vedono realizzato il sogno<br />
di partecipare ad un reality show, dove dovr<strong>anno</strong><br />
svendersi davanti alle telecamere per poter<br />
ottenere popolarità.<br />
Bel servizio ai giovani! Ho appena descritto per<br />
sommi capi il mondo che la TV presenta: un<br />
vero inferno, dove la regola principale è dettata<br />
dal mercato, dalla torbida e insaziabile ricerca<br />
di audience.<br />
I ruoli sociali appaiono modificati, distorti e<br />
omettono tutto ciò che nella società vediamo<br />
andare nel verso sbagliato. La televisione nasconde<br />
e occulta le sfaccettature più autentiche<br />
della vita, dove spesso le storie non h<strong>anno</strong> il<br />
lieto fine. E questo è il servizio pessimo che<br />
viene reso ai giovani.<br />
La TV presenta scelte deprecabili come l’alcool,<br />
la droga in modalità ovattate e fasulle, nascondendo<br />
la loro vera identità di isolamento,<br />
di degrado, di morte. I rapporti di coppia sono<br />
sempre romantici e da favola, naturalmente a<br />
breve termine per non impegnarsi troppo. Le<br />
realtà del matrimonio e della famiglia in questo<br />
mondo costruito semplicemente non esistono,<br />
oppure è banalizzata terribilmente.<br />
Gli esempi, purtroppo, ci vengono dai cartoni<br />
animati. I giovani amano a dismisura i cartoni<br />
animati più trasgressivi, che possono ritenersi<br />
per adulti (“La famiglia<br />
Griffin”, “Futurama” e tutta<br />
la serie di Matt Groening).<br />
Spesso un genitore non sospetta<br />
nemmeno che in un<br />
cartone animato trasmesso<br />
il pomeriggio possano passare<br />
messaggi così negativi.<br />
Ma la realtà è questa. Con<br />
molto coraggio dobbiamo<br />
denunciare questo meccanismo<br />
perverso, per non<br />
finire in futuro a sognare<br />
come irraggiungibili gli autentici<br />
valori della vita: la<br />
gratuità di un dono d’amo-
Il <strong>Redone</strong><br />
re, la purezza e il rispetto della persona, la giustizia,<br />
la sofferenza.<br />
4. CATTIVA MAESTRA TELEVISIONE<br />
Il mondo falso, che scorre sotto gli occhi inconsapevoli<br />
dei bambini, causa in loro una visione<br />
distorta dei valori umani e cristiani. Uno degli<br />
esempi più eclatanti ma poco conosciuti da parte<br />
degli adulti è uno dei telefilm più famosi in<br />
America: Friends. Questa serie presenta la vita<br />
di sei adulti che vivono in un appartamento di<br />
New York, narrandone le vicende di “vita quotidiana”.<br />
I rapporti occasionali, i dialoghi, le vicende<br />
e le situazioni descrivono perfettamente<br />
un mondo privo di valori, povero di prospettive,<br />
ricco di superficialità e di ambiguità, che però<br />
contribuisce a creare una cultura dell’effimero.<br />
Molti genitori potrebbero<br />
obiettare che il loro lavoro<br />
educativo permette ai figli<br />
di correggere queste visioni<br />
distorte, insegnando a discernere<br />
tra ciò che è bene<br />
e ciò che è male.<br />
La verità, però, è questa: la<br />
televisione sta realmente<br />
educando i ragazzi, ma con<br />
un metodo educativo di cui,<br />
forse, non abbiamo ancora<br />
saggiato le conseguenze. La<br />
TV è oggi una maestra che<br />
insegna ventiquattro ore al<br />
giorno. Le sue lezioni, al contrario di quelle<br />
delle insegnanti, raggiungono in un solo giorno<br />
milioni di bambini, cosa impossibile ad un<br />
qualunque docente in tutta la sua carriera. La<br />
cosa più terribile è che la televisione non sa di<br />
essere in cattedra, e tantomeno è preparata per<br />
insegnare.<br />
Abbiamo in casa la peggior maestra del mondo,<br />
che parla male, che presenta un mondo falso,<br />
che fa bere ai bambini uno strano intruglio di<br />
bugie, che li disorienta fortemente. E questa<br />
cattiva maestra insegna per ore ed ore, dettando<br />
legge sui valori della vita senza conoscerli<br />
nemmeno.<br />
Il suo insegnamento non richiede alcuno sforzo,<br />
al contrario di quello vero: è luccicante, spettacolare,<br />
coinvolgente, soggetto a continui colpi<br />
di scena. Ma è un’educazione alla morte, non<br />
alla vita.<br />
Ma c’è di peggio. Nelle famiglie in cui entrambi<br />
- 30 -<br />
i genitori si trovano a dover lavorare la cattiva<br />
maestra si arroga anche il ruolo di bambinaia<br />
elettronica, obbediente e precisa. Capace di incantare<br />
i bambini per ore intere, insegna l’arte<br />
della pigrizia e la facilità di non scegliere nulla<br />
che educhi.<br />
L’esposizione alla televisione e ai suoi contenuti<br />
“abbassa la soglia” di percezione del reale dei<br />
bambini, degli adolescenti e persino degli adulti.<br />
Lentamente, costantemente, nei bambini penetrano<br />
dei valori che tradiscono e intaccano la<br />
loro innocenza. Il nostro lavoro educativo, che<br />
passa attraverso la scuola, gli educatori, i sacerdoti,<br />
resterà sempre noioso e senza valore a<br />
confronto di quello esplosivo della televisione.<br />
Parlando con molti ragazzi nell’età della preadolescenza,<br />
mi sono reso conto di quanto sia il<br />
tempo che la televisione divora alle loro giornate.<br />
La cattiva maestra, la pessima<br />
bambinaia, dunque, è anche<br />
ladra di tempo; i bambini<br />
vengono derubati di un numero<br />
sconvolgente di ore che potrebbe<br />
essere utilizzato in mille<br />
altri modi, molto più educativi<br />
(un gioco all’esterno con gli<br />
amici, un giocattolo manuale,<br />
un disegno…). Questa continua<br />
esposizione agli insegnamenti<br />
della pessima maestra<br />
diminuiscono fortemente la<br />
loro capacità di attenzione, al<br />
punto che oggi sembra un’utopia<br />
per un’insegnante ottenere<br />
un’ora di attenzione a scuola.<br />
La televisione abita fuori dal tempo: al contrario<br />
di una persona, infatti, la cattiva maestra vive<br />
in un eterno presente, disprezzando il passato<br />
ed evitando di pensare al futuro. La logica<br />
che inonda i piccoli schermi è appiattita sulle<br />
scelte facili e sbrigative, sui piaceri immediati<br />
e senza sforzi. E i bambini, senza nessuna colpa,<br />
bevono a pieni sorsi queste acque inquinate.<br />
Non serve andar molto lontano per individuare<br />
le conseguenze dello stile di vita che si diffonde:<br />
innalzamento medio dell’età in cui si f<strong>anno</strong><br />
scelte grandi, famiglie dalle fondamenta fragili,<br />
insicurezza e paura del futuro, sfiducia nelle<br />
istituzioni politiche.<br />
La pedagogia che la televisione e i media in genere<br />
h<strong>anno</strong> attuato è cieca, non va in nessuna<br />
direzione. E’ una sgargiante fuoriserie lanciata<br />
a gran velocità senza nessuna meta precisa.<br />
Il nostro compito di educatori è di riportare i
giovani al mondo reale, con le sue esigenze, i<br />
doveri e insieme le gioie grandi che comporta.<br />
E’ urgente riprendere il controllo di questa vettura<br />
impazzita che sta conducendo i giovani allo<br />
sbando morale e materiale; la parte più delicata<br />
e malleabile della società viene plasmata da mani<br />
estranee sotto i nostri occhi.<br />
Il vuoto morale, l’edonismo di massa, la pornografia<br />
culturale, lo stravolgimento di valori che<br />
si consuma di giorno in giorno di fronte agli occhi<br />
non ci può lasciare indifferenti. Tra i diritti<br />
che gli stati sbandierano nelle loro costituzioni<br />
dovrebbe infilarsi un nuovo, grande diritto per<br />
la gioventù: quello di un’educazione ai valori,<br />
alle realtà più belle e più drammatiche della<br />
vita.<br />
Dobbiamo riportare ai giovani ciò che essi ci<br />
chiedono: valori grandi e definitivi in cui credere,<br />
sui quali poggiare la vita e scommettere la<br />
propria esistenza. Per fare un esempio pratico,<br />
una televisione nella camera di un ragazzo è<br />
un attentato alla sua educazione… non per insinuare<br />
sospetti di particolare malizia, ma perché<br />
l’età dei ragazzi, e degli adolescenti in particolare,<br />
è cifrata di curiosità, di instancabile ricerca<br />
di scoprire il come e il perché delle cose, per<br />
costruirsi un’identità nella famiglia e nella società.<br />
Le coscienze dei ragazzi che troppo presto<br />
conoscono tutte le sfaccettature del mondo, soprattutto<br />
le peggiori, vengono corrotte. Il fuoco<br />
di desideri, di speranze, di curiosità che caratterizza<br />
l’adolescenza rischia di essere spento dalla<br />
cupidigia e dal pessimo gusto che ormai strazia<br />
il mondo dei media, gettando i desideri di bene<br />
dei ragazzi nelle prigioni che la nostra cultura<br />
pubblicizza come luoghi di pace e felicità.<br />
. LA TELEVISIONE IN FAMIGLIA<br />
L’istituzione della famiglia è una delle vittime<br />
preferite della televisione. Ho sentito decine di<br />
ragazzi affermare di litigare spesso in famiglia<br />
sui programmi da vedere o meno, sul tempo più<br />
o meno prolungato per guardare la televisione<br />
la sera. Questo deve far riflettere… un oggetto,<br />
un elettrodomestico è in grado di dividere la<br />
nostra famiglia.<br />
Attenzione: la soluzione a tutti i problemi non<br />
è quella di avere molte TV in casa; questa sarebbe<br />
la vera vittoria della televisione! La sua<br />
logica punta a sedurre in maniera disordinata,<br />
in modo che i figli siano contro i genitori, avidi<br />
di poter fare ciò che desiderano, e i genitori<br />
siano contro i figli, stanchi delle richieste che si<br />
- 31 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
f<strong>anno</strong> sempre più pressanti.<br />
Non sono un maestro nel fornire soluzioni<br />
semplici, ma credo che una famiglia normale,<br />
davanti ad una serata in cui le proposte della<br />
televisione sono pessime, possa fare la bellissima<br />
scelta di spegnerla. Ciò che manca di più ai<br />
ragazzi è l’amore che viene loro dato: questa è<br />
una richiesta profonda, implicita, che non sarà<br />
mai richiesta direttamente, con le parole, ma<br />
resterà per tutta la vita un anelito profondo.<br />
Una serata passata tra genitori, figli, parenti,<br />
amici vale mille volte di più di una manciata<br />
di ore passata a “subire” un programma che in<br />
fondo non interessa e non piace. Anche se il<br />
consiglio può sembrare banale, ma è molto efficace.<br />
Staccare il cuore da ciò che si desidera sul<br />
momento è una delle lezioni che i giovani devono<br />
imparare. Le scelte grandi maturano nella<br />
fatica e nell’impegno, gli adulti lo s<strong>anno</strong> molto<br />
meglio di chi ha solo vent’anni.<br />
. CONCLUSIONE<br />
Un mondo fatto di luci e colori sfama ma non<br />
sazia, disseta ma non del tutto, risponde ma non<br />
fino in fondo. I giovani cercano con tutte le loro<br />
energie un luogo, una persona, uno stile di vita,<br />
un motivo sul quale costruire la propria vita,<br />
anche se a volte può apparire l’opposto.<br />
Mai come oggi siamo assetati di qualcosa di duraturo.<br />
Sazi di risposte parziali e insicure, i giovani<br />
h<strong>anno</strong> bisogno di essere “disintossicati” dal<br />
mondo virtuale che i media propongono.<br />
Le fondamenta di una vita felice non si possono<br />
costruire sui valori sabbiosi di cui la televisione<br />
e i media sono fatti. L’esistenza umana, in tutto<br />
il suo valore, dal concepimento alla morte naturale<br />
ha bisogno di uno scopo. La stragrande<br />
maggioranza dei mass-media mettono semplicemente<br />
da parte questo bisogno profondo, educando<br />
i ragazzi a volere ciò che non vogliono, e<br />
a lottare per qualcosa che non porterà loro che<br />
altra fame.<br />
In un’ottica cristiana cattolica è necessario levare<br />
la voce. Una voce che non risulti intollerante<br />
e distaccata, ma ferma e coraggiosa nell’affermare<br />
un sistema di valori che è oggettivamente<br />
sbagliato. Solo ognuno di noi, nel suo piccolo,<br />
può aprire uno spiraglio di luce in questo mare<br />
di torpore e foschia denunciando una situazione<br />
insostenibile.<br />
“E’ meglio accendere un fiammifero che maledire<br />
in eterno l’oscurità”, diceva don Tonino<br />
Bello… beh, cominciamo noi!
Il <strong>Redone</strong><br />
Nel rimandare al prossimo <strong>Redone</strong> l’elenco<br />
completo delle entrate e delle uscite generali,<br />
vogliamo evidenziare che in questo periodo abbiamo<br />
provveduto a saldare i conti della ristrutturazione<br />
del tetto della Chiesa e del restauro<br />
dell’Organo; pertanto, escluso il debito verso la<br />
Ditta Nuova CE per l’allontanamento dei piccioni,<br />
che, come già detto, stiamo pagando a<br />
rate mensili fino al 200 , l’intervento di ristrutturazione<br />
del tetto e del restauro dell’organo<br />
sono stati completamente spesati senza indebitamento<br />
con le banche.<br />
Questo è stato possibile oltre che per le offerte<br />
ricevute, anche grazie al contributo della CEI<br />
(Conferenza Episcopale Italiana nella ridistribuzione<br />
di ciò che i cittadini h<strong>anno</strong> destinato<br />
alla Chiesa con l’ ‰ firmato nella dichiarazione<br />
dei redditi) di € 13.000,00 alla chiusura del restauro<br />
dell’organo (in totale per detto restauro<br />
la CEI ha elargito 2 .000,00 euro) e al rimborso<br />
ECONOMIA<br />
- 32 -<br />
da parte dell’assicurazione di € 9. 00,00 per la<br />
rottura, a causa di un corto circuito, del trasmettitore<br />
televisivo che però dovremo sostituire affrontando<br />
una spesa di circa € 14.000,00.<br />
Abbiamo inoltre presentato la documentazione<br />
richiestaci dalla Società Autostrade che, grazie<br />
all’interessamento del nostro Sindaco Sig.ra<br />
Giuliana Pezzi Zacco, ha stanziato un contributo<br />
di € 20.000,00 per il rifacimento del tetto<br />
che ci attendiamo venga a breve assegnato.<br />
Questo dovrebbe darci un po’ di respiro, perché<br />
ad oggi i conti bancari sono al minimo e la parrocchia<br />
deve mensilmente adempiere ai mutui<br />
contratti nella ristrutturazione dell’Oratorio.<br />
Confidiamo comunque sempre sulla generosità<br />
dei parrocchiani e nella provvidenza.<br />
In occasione delle feste patronali<br />
si realizzerà il definitivo<br />
concerto inaugurale dell’organo<br />
Serassi della nostra<br />
parrocchia<br />
Nei giorni venerdì 23 e 24 marzo il M° Marco<br />
Ruggeri da Cremona, che il giorno di S. Stefano<br />
aveva tenuto il concerto inaugurale del nostro<br />
organo, eseguendo una straordinaria serie di<br />
brani musicali, ha registrato, in solitario, vari<br />
brani che sar<strong>anno</strong> riprodotti su CD.<br />
Pensiamo infatti di realizzare il concerto finale<br />
dell’inaugurazione del restauro dell’Organo<br />
Serassi, di cui va orgogliosa la nostra parrocchia,<br />
in occasione delle feste patronali e vorremmo<br />
allora proporre agli interessati una pubblicazione<br />
che presenti il valore e le caratteristiche del<br />
nostro cimelio unitamente a una coppia del CD<br />
che il maestro Marco Ruggeri ha registrato per<br />
noi in questi giorni anche per far risuonare a<br />
piacimento, nelle nostre case, le armoniose note<br />
generate dal nostro organo.
Capitolo VII°<br />
PER NON DIMENTICARE<br />
IL PAESE CHE FU<br />
Verso la fine di Agosto incominciarono<br />
a circolare le voci<br />
che tutti gli italiani dovevano<br />
passare civili, però prima bisognava<br />
firmare un contratto<br />
di lavoro, questa firma noi italiani<br />
non sapevamo se aveva<br />
l’unico scopo del lavoro oppure<br />
se fosse stata quella che un<br />
giorno ci avrebbe obbligati a<br />
collaborare con le forze armate<br />
tedesche, tanto è vero che<br />
a noi che eravamo ricoverati<br />
in quell’ospedale i tedeschi<br />
h<strong>anno</strong> chiesto se volevamo<br />
firmare: ci siamo rifiutati tutti.<br />
Il giorno 5 Settembre ebbi una<br />
visita ebbi una visita di controllo<br />
da un maggiore medico<br />
tedesco che mi dichiarò guarito<br />
e mi mise in uscita. In questo<br />
ospedale ne usciva e ne<br />
entrava tutti i giorni, uno degli<br />
ultimi giorni che fui ricoverato<br />
stavo alla finestra che guardava<br />
verso la porta di entrata<br />
dell’ospedale, quando vidi un<br />
italiano, dal modo di camminare<br />
era molto grave, accompagnato<br />
da una guardia che<br />
- 33 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
LE MIE AVVENTURE DI TRE ANNI<br />
ALLOISIO AUGUSTO<br />
Dalla Grecia alla prigionia in Germania<br />
Alloisio Agostino, nato il 20 aprile 1919 e vissuto nel<br />
paese di Scarpizzolo, dove è morto il 19 febbraio 1998,,<br />
parente della Famiglia Bassini del nostro paese, a 21<br />
anni mandato sul fronte, nell’ultima guerra mondiale,<br />
a combattere contro persone che pure difendevano la<br />
propria terra. Fatto poi prigioniero, su un taccuino di<br />
appunti racconta il suo vissuto, con la semplicità di chi<br />
non ha nel cuore la malizia e di chi affronta le tristi vicende<br />
della vita con quell’equipaggio di valori cristiani<br />
che le nostre famiglie, un tempo, sapevano trasmettere<br />
ai propri figli.<br />
Il sesto capitolo del suo diario è stato pubblicato<br />
nel bollettino <strong>Parrocchia</strong>le n. 1 del<br />
<strong>2007</strong>.<br />
si dirigeva verso l’ingresso<br />
del cortile, questo tedesco<br />
infame e senza cuore aprì la<br />
porta e prese l’italiano per un<br />
braccio e con atto di disprezzo<br />
gli diede uno spintone e un<br />
calcio buttandolo nel recinto<br />
più morto che vivo, i nostri<br />
infermieri sono corsi subito<br />
in soccorso ma non ci fu più<br />
niente da fare, le fatiche sovraumane<br />
e i maltrattamenti<br />
continui l’avevano ridotto tubercoloso<br />
e dopo ventiquattro<br />
ore era morto.<br />
Dopo cinquantatre giorni no-
Il <strong>Redone</strong><br />
nostante la scarsità di cure<br />
ero guarito perfettamente e<br />
l’8 Settembre sono uscito,<br />
la guardia mi accompagnò<br />
a Furstenberg al secondo<br />
campo di smistamento III D,<br />
qui c’era una faccenda in giro<br />
poco simpatica per via del<br />
passare civili, quelli che non<br />
volevano firmare si prendevano<br />
tante di quelle bastonate<br />
che era pauroso vedere, ad<br />
un carabiniere che volle insistere<br />
di non firmare strapparono<br />
tutta la barba a colpi di<br />
pinza, la tortura più brutta che<br />
possa esistere sulla terra, altri<br />
rih<strong>anno</strong> tenuti delle giornate<br />
nell’acqua che gli arrivava<br />
fino al ginocchio, altri ancora<br />
li tennero rinchiusi in celle<br />
prive di aria, senza mangiare<br />
e senza acqua, insomma era<br />
diventata una carneficina di<br />
italiani per coloro che non<br />
volevano firmare, i tedeschi<br />
insistevano perché dicevano<br />
che gli ordini in Germania bisogna<br />
eseguirli tutti, anche se<br />
sono ingiusti. Io tutto pauroso<br />
pensavo al mio turno, perché<br />
come per il passato anche qui<br />
ero deciso di non dar nessuna<br />
soddisfazione ai tedeschi,<br />
quando questi barbari videro<br />
che le loro torture erano vane<br />
per gli italiani si decisero a<br />
cambiare ordine, cioè fecero<br />
passare tutti liberi lavoratori<br />
senza nessuna firma, fu la mia<br />
fortuna. Dopo quattro giorni<br />
un operaio della mia fabbrica<br />
venne a prendermi, fu la prima<br />
volta che camminai per le<br />
strade senza guardia armata,<br />
questo mi condusse a Forst<br />
ancora nella mia fabbrica<br />
(Neuman Borm) sempre a fare<br />
i soliti congegni della bomba<br />
volante. Qui la vita era un<br />
poco cambiata, mi sembrava<br />
cosa strana vedere tutti gli<br />
italiani che prima andavano<br />
e tornavano dal lavoro inquadrati<br />
con la guardia, ora invece<br />
per le vie della città soli e<br />
potevano anche entrare nelle<br />
trattorie a bersi un bicchiere<br />
di birra.<br />
La famosa scuderia adibita a<br />
lager 105 fu sciolta e mi misero<br />
in un lager nuovo senza<br />
reticolati chiamato Muscaustrasse,<br />
qui eravamo tutti misti,<br />
russi, polacchi, francesi e<br />
italiani e anche qui ogni razza<br />
aveva i suoi reparti. I tedeschi<br />
con la loro falsa propaganda<br />
ci chiamavano civili come loro,<br />
ma i fatti non lo rispondevano<br />
perché eravamo sempre<br />
in un lager e si mangiava<br />
sempre la solita razione come<br />
da prigionieri, alle nove della<br />
sera si aveva il controllo dei<br />
poliziotti addetti e se qualcuno<br />
non era presente fini con<br />
l’andare in prigione. Al lavoro<br />
bisognava sempre andare<br />
perché se si mancava il capo<br />
reparto telefonava ai poliziotti<br />
e questi venivano al lager a<br />
prelevarti. Solo alla Domenica,<br />
quando avevo finito la pulizia<br />
personale, potevo trovarmi<br />
con Paderno, che era in un<br />
vicino lager e andavamo alla<br />
Messa e al cinema in compagnia,<br />
poi si andava in una trattoria<br />
a bere una birra e intanto<br />
che arrivava l’ora della ritirata<br />
ci raccontavamo i nostri fatti<br />
- 34 -<br />
della settimana. L’unico vantaggio<br />
che avevamo era quello<br />
che era più facile fuggire ai<br />
poliziotti per andare nei campi<br />
a rubare patate, ma un bel<br />
giorno i poliziotti fecero rivista<br />
in tutto il lager e requsirono<br />
circa una trentina di quintali<br />
di patate che gli italiani avevano<br />
accumulato rischiando<br />
la morte per procurarsi una<br />
piccola scorta per affrontare<br />
l’inverno che si stava avvicinando.<br />
Poi questi mascalzoni<br />
di tedeschi ebbero il coraggio<br />
di mettere sul giornale che<br />
non era vero che loro facevano<br />
morire di fame gli italiani,<br />
ma bensì gli italiani rubavano<br />
ciò che era di spettanza della<br />
popolazione tedesca. Io una<br />
sola cosa posso dire: se gli<br />
italiani che erano in Germania<br />
non avessero rischiato di<br />
rubare qualcosa a destra o a<br />
sinistra, difficilmente ne sarebbe<br />
sopravvissuto il 10 %.<br />
Con la tristezza sempre in<br />
cuore seguivo i movimenti<br />
della guerra, sembrava che da<br />
un momento all’altro dovesse<br />
scoccare l’ora della fine, ma<br />
invece i tedeschi erano duri a<br />
cedere e preferivano la morte<br />
piuttosto di arrendersi. Il<br />
tempo passò e giunse anche<br />
il Natale 1944, alla vigilia ebbi<br />
in dono dal direttore della fabbrica<br />
la scatola unica accendi<br />
sigari e porta sigarette piena<br />
di sigarette e un quarto di litro<br />
di cognac. Il giorno di Natale<br />
io e l’amico Paderno ci siamo<br />
fatti buona compagnia, siamo<br />
andati alla Messa e abbiamo<br />
fatto anche gli gnocchi con la
farina e lardo dell’ultimo pacco<br />
arrivato un mese prima,<br />
l’avevamo riservato apposta<br />
per quella ricorrenza. La<br />
preoccupazione più grande<br />
era per la famiglia, erano ormai<br />
tre mesi che non sapevo<br />
più niente, l’ultima cartolina<br />
che ricevetti aveva la data del<br />
28 Ottobre, io e Paderno ci facevamo<br />
sempre coraggio con<br />
la speranza che tutto finisse<br />
bene, per tornare presto tra i<br />
nostri cari famigliari.<br />
Il mese di Gennaio 1945 i russi<br />
sferrarono la famosa offensiva<br />
e in pochi giorni si portarono<br />
in territorio tedesco.<br />
Il primo Febbraio si incominciavano<br />
a vedere colonne infinite<br />
di sfollati che partivano<br />
dall’alta Slesia e si dirigevano<br />
verso il centro della Germania<br />
perché dei russi avevano molta<br />
paura, perciò cercavano di<br />
sfuggire dal fronte a tutta forza<br />
pur di non rimanere in mano ai<br />
russi. Era molto commovente<br />
vedere tutta quella gente,<br />
gran parte donne, vecchi e<br />
bambini, quasi tutti montati<br />
su carretti tirati da cavalli,<br />
con quel freddo che faceva<br />
nevicava quasi tutti i giorni,<br />
intanto i russi proseguivano la<br />
loro avanzata e si avvicinavano<br />
sempre più verso Forst, fu<br />
quando incominciai a preoccuparmi<br />
pensando alla fine<br />
che dovevo fare anch’io col<br />
passaggio del fronte. Il giorno<br />
4 Febbraio come al solito<br />
andai in fabbrica al mio solito<br />
lavoro, quando verso le dieci<br />
del mattino abbiamo avuto<br />
ordine di tralasciare il lavoro<br />
e recarsi al lager, il motivo non<br />
si sapeva ancora, ma quando<br />
fui al lager altri amici che<br />
già sapevano mi dissero che<br />
al di là del fiume che divideva<br />
in due la città vi erano già<br />
i russi, verso sera trovai anche<br />
Paderno, mi disse che<br />
quel giorno dovette andare<br />
a fare fortificazioni anticarro<br />
al di là del fiume e dovette<br />
fuggire in fretta perché i carri<br />
armati russi erano arrivati a<br />
poca distanza, noi eravamo<br />
tutti allegri perché era ormai<br />
vicina la liberazione e la barbarità<br />
tedesca aveva ormai i<br />
suoi giorni contati. Il giorno<br />
- 3 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
dopo le granate dei carri armati<br />
russi incominciarono a<br />
scoppiare al centro della città,<br />
per fortuna che il mio lager era<br />
fuori città circa un chilometro<br />
e poi ne eravamo tutti convinti<br />
che i russi sapessero il punto<br />
del lager e perciò si sperava<br />
di essere rispettati. Con lo<br />
scoppio della prime granate<br />
sulla città è nato un caos tra<br />
la popolazione civile indescrivibile,<br />
la truppa tedesca che<br />
era addetta alla difesa della<br />
città fu scompigliata e disordinatamente<br />
incominciò a ripiegare,<br />
e così pure la popolazione<br />
incominciò a sfollare,<br />
noialtri stranieri non avevamo<br />
ricevuto nessun ordine, solo<br />
qualcuno che temeva l’avvicinar<br />
del fronte si diede alla<br />
fuga. Molti di noi siamo rimasti<br />
ancora al lager, eravamo<br />
distante dal fronte circa due<br />
chilometri, i colpi di c<strong>anno</strong>ne<br />
ed il crepitar della mitraglia<br />
era la prova più evidente.<br />
Qualche momento di paura<br />
ma poi si tornava allegri perché<br />
si pensava che il grande<br />
evento doveva esser vicino.<br />
Ma invece tutto al contrario,<br />
abbiamo dovuto deluderci, i<br />
russi si sono fermati al di là<br />
del fiume, ma noi eravamo<br />
sempre allegri perché eravamo<br />
sicuri che da un momento<br />
all’altro dovevano venire, difatti<br />
queste sere per la grande<br />
contentezza, nonostante<br />
i colpi di granata che scoppiavano<br />
a poche centinaia<br />
di metri, ballavamo assieme<br />
alle ragazze russe, polacche<br />
e francesi, ma poi il periodo
Il <strong>Redone</strong><br />
andò aumentando sempre<br />
più e si ricominciò a dimenticare<br />
l’allegria,ma ci si doveva<br />
preoccupare per la triste situazione<br />
a cui si andava incontro,<br />
i russi con i loro potenti mortai<br />
gradatamente distruggevano<br />
la città, ma non venivano<br />
avanti ai tedeschi, gliene importava<br />
poco delle cose rotte,<br />
a loro interessava il tempo<br />
di organizzare la difesa al di<br />
qua del fiume. In questi giorni<br />
di scompiglio anche il nostro<br />
lagerfuhrer (comandante del<br />
lager) se l’era data a gambe,<br />
noi avevamo approfittato<br />
della sua fuga per svaligiare<br />
la cucina, aveva immagazzinato<br />
ogni ben di dio, farina<br />
zucchero, marmellata e altre<br />
cose di prima, questa roba faceva<br />
la muffa ma a noi non ce<br />
la dava. Nella mia camerata<br />
eravamo in diciotto, quando<br />
abbiamo visto che il pericolo<br />
era grave abbiamo fatto<br />
voto alla Madonna di Monte<br />
Berico Vicenza che che se ci<br />
salvava tutti da quest’uragano<br />
del fronte, il prossimo 8<br />
Settembre che ricorre il suo<br />
anniversario ci saremmo recati<br />
al suo santuario a Monte<br />
Berico e tutte le sere mentre<br />
il c<strong>anno</strong>ne tuonava si recitava<br />
il Santo Rosario in suo onore.<br />
In questo periodo di caos mi<br />
sono incontrato co l’amico<br />
Paderno, fui molto spiacente<br />
perché non ci siamo incontrati<br />
di idea, lui voleva andare da<br />
una parte ed io dall’altra, era<br />
inutile insistere ognuno di noi<br />
aveva assegnato un destino,<br />
era assurdo non seguirlo, ci<br />
siamo salutati e augurati buona<br />
fortuna con la speranza di<br />
vederci presto. Il giorno 22<br />
dello stesso mese i poliziotti<br />
col moschetto impugnato ci<br />
imposero di sfollare tutti, abbiamo<br />
camminato tutta la notte,<br />
la sera del giorno seguente<br />
siamo arrivati a Dobern,<br />
piccola borgata fuori di Forst<br />
quindici chilometri. Mi misero<br />
a dormire in una fabbrica<br />
di vetro, si stava molto male<br />
perché non si aveva neanche<br />
paglia sufficiente per farci un<br />
piccolo cuccio per dormire,<br />
però non importava, qui era<br />
distante quindici chilometri,<br />
il c<strong>anno</strong>ne si sentiva ancora<br />
ma in lontananza, qui ci davano<br />
quattrocento grammi di<br />
pane ma bisognava lavorare<br />
giorno e notte alla stazione<br />
a caricare materiale bellico<br />
perché lo volevano trasportare<br />
all’interno della Germania.<br />
Così è passato qualche<br />
giorno, intanto quei maledetti<br />
di tedeschi organizzavano di<br />
nuovo la ferrovia che portava<br />
a Forst, e tutte le mattine veniva<br />
a prenderci una tradotta<br />
- 3 -<br />
a vagoni scoperti che ci trasportava<br />
in quella città dove<br />
la battaglia infuriava accanitamente<br />
e bisognava lavorare<br />
sotto il tiro delle grosse e<br />
potenti bombarde dell’artiglieria<br />
russa, e poi alla sera si<br />
ritornava a Dobern. Quando<br />
veniva il mattino che dovevo<br />
prendere quella tradotta mi<br />
venivano i sudori della morte<br />
perché là si era in prima linea<br />
e le pallottole non vedevano<br />
se andavano a sbattere contro<br />
i tedeschi o qualche altro;<br />
un giorno mentre stavamo<br />
caricando delle balle di lana<br />
arrivò un proiettile a strapen<br />
che ci fece stordire, le schegge<br />
sbatterono contro il muro<br />
dove stavamo lavorando noi,<br />
fortuna volle che non siamo<br />
stati colpiti nessuno, un altro<br />
giorno una scheggia di granata<br />
colpì un italiano che lavorava<br />
da un’altra parte. Tutti i<br />
giorni erano uguali, eravamo<br />
preoccupati perché i russi<br />
non si decidevano mai di<br />
sferrare questa offensiva che<br />
si sperava fosse l’ultima. Qui il<br />
lavoro cambiava tutti i giorni,
quando si arrivava in città non<br />
importava se le granate arriva-<br />
vano in tutti gli angoli. Questi<br />
malfattori di tedeschi armati<br />
fino ai denti ci inquadravano<br />
in una piazza e poi venivano i<br />
datori di lavoro e prendevano<br />
venti oppure quaranta uomini<br />
a secondo delle esigenze<br />
del lavoro che dovevano fare<br />
durante la giornata, e con<br />
i loro bei modi ci portavano<br />
via come carcerati, insomma,<br />
quella piazza era diventata il<br />
mercato degli schiavi italiani,<br />
francesi e di tanti altri Paesi<br />
europei. Quella brutta gentaglia<br />
aveva in testa di portare<br />
via anche i mattoni della ma-<br />
Nuovo libro che racconta<br />
la storia di Gottolengo<br />
- 37 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
cerie di quella città, ma ormai<br />
era troppo tardi, ma dato che<br />
a loro il lavoro non costava<br />
niente, dove era possibile<br />
portare via un pezzo di ferro<br />
o uno straccio qualunque non<br />
lasciavano perdere l’occasione.<br />
Mentre si lavorava tra<br />
quelle macerie, a volte capitava<br />
qualcosa da mangiare,<br />
di vestire, non bisognava<br />
azzardarsi a prendere niente<br />
perché bastava che avessero<br />
veduto una mossa per finire<br />
male.<br />
Domenica 22 Aprile presso il Teatro Comunale alle ore 10,00 si terrà la presentazione,<br />
in sede pubblica, del nuovo libro di storia locale, fresco di stampa, “Gottolengo: il ‘500 e<br />
il ‘600”.<br />
La Giunta Comunale nell’occasione è lieta di invitare la cittadinanza tutta a questo momento<br />
comunitario di “scoperta” dei nuovi “frammenti della nostra storia”, condensati in<br />
una nuova opera di progressione cronologica nei secoli ed in continuità con le storiografie<br />
locali che l’<strong>anno</strong> preceduta.<br />
Il patrocinio del Comune e l’impegno istituzionale dell’Amministrazione per dar seguito<br />
editoriale alla “nostra storia” d<strong>anno</strong> corpo ad un progetto di ampio respiro, volto alla valorizzazione<br />
culturale del territorio e della sua storia attraverso la memoria, per un percorso<br />
collettivo di identità comunitaria secondo la relazione popolo / territorio / cultura.<br />
Questo lavoro è frutto della dedizione personale del Professor Angelo Bonaglia, in “dono”<br />
alla nostra comunità: anche in nome di essa, interpretandone i sentimenti diffusi di riconoscenza,<br />
l’Amministrazione Comunale gli deve un pubblico tributo di gratitudine. Così<br />
come si ringrazia pubblicamente, con lo stesso spirito, i suoi collaboratori in questo lavoro,<br />
che lo stesso Professore ha chiamato in partecipazione con dignità di coautori: Maria<br />
Teresa Celsa, il cui apporto all’opera è consistito nel lavoro di ricerca prodotto come tesi<br />
di laurea, messo a disposizione in modo del tutto disinteressato; il compianto Alberto<br />
Superfluo, la cui passione per le “storie di paese” ha lasciato una dote importante per la<br />
realizzazione di parte di quest’opera.<br />
Al pubblico incontro per la presentazione del libro parteciper<strong>anno</strong> gli Autori e sar<strong>anno</strong><br />
presenti i rappresentanti istituzionali comunali insieme al Presidente della Provincia.
Il <strong>Redone</strong><br />
NOTIZIE DAL COMUNE<br />
Nell’avvicinarsi del periodo estivo la Polizia<br />
Locale di Gottolengo rammenta il<br />
rispetto di alcune norme comportamentali,<br />
sempre valide, ma che vedono maggiore<br />
applicazione soprattutto in questi<br />
mesi, quando il traffico urbano è più intenso.<br />
1. l’obbligo di usare sempre il casco protettivo,<br />
il divieto di trasportare passeggeri per i minorenni,<br />
con possibilità per i maggiorenni in possesso<br />
di ciclomotore omologato di trasportare<br />
una persona, e di circolare sollevando la ruota<br />
anteriore. Queste norme sono da rispettare<br />
non solo per le sanzioni di legge previste,<br />
ma soprattutto per l’incolumità e la sicurezza<br />
delle persone. Si ricorda comunque<br />
che le sanzioni previste dal Codice della<br />
Strada prevedono oltre al pagamento di<br />
una somma pecuniaria ammontante ad<br />
Euro 70,00, anche al fermo amministrativo<br />
per 60 giorni del veicolo;<br />
2. È vietato disturbare mediante schiamazzi o<br />
rumori, abusando di strumenti sonori o<br />
di segnalazioni acustiche, il riposo delle<br />
persone, soprattutto nelle prime ore del<br />
pomeriggio e nelle ore notturne;<br />
3. si prega di voler rispettare le norme concernenti<br />
la sosta delle proprie autovetture, quindi<br />
si rammenta di divieto di sostare:<br />
- SUI MARCIAPIEDI;<br />
- NEGLI SPAZI RISERVATI AGLI INVALI-<br />
DI;<br />
- IN PROSSIMITA’ DELLE INTERSEZIO-<br />
NI;<br />
- SULLE PISTE CICLABILI;<br />
- IN TUTTI QUEI LUOGHI DOVE VIGE IL<br />
DIVIETO DI SOSTA<br />
Si raccomanda altresì di non effettuare<br />
fermate in tutti quei luoghi che possono<br />
creare intralcio alla circolazione.<br />
Si fa presente che l’Amministrazione Co-<br />
COMUNE DI <strong>GOTTOLENGO</strong><br />
PROVINCIA DI BRESCIA<br />
UFFICIO DI POLIZIA LOCALE<br />
- 3 -<br />
munale con il 1° Gennaio <strong>2007</strong>, ha ripristinato<br />
il divieto di sosta permanente (0/24) in<br />
Via Umberto I al di fuori dagli spazi segnalati.<br />
Pertanto la sosta, consentita dalle ore 19,00<br />
alle ore 24,00 del sabato e della domenica su<br />
un lato della Via Umberto I° ora è vietata. Si<br />
invitano pertanto i cittadini ad usufruire<br />
dei nuovi parcheggi siti in Via Perini (di<br />
fronte alla scuola materna) collocati a<br />
poca distanza di suddetta strada.<br />
4. come tutti gli altri anni si rammenta<br />
di adottare alcune precauzioni per prevenire<br />
il fenomeno dei furti nelle abitazioni:<br />
➣ tenere chiuse le finestre del piano terra<br />
e quelle adiacenti alle grondaie e balconi<br />
sprovviste di inferiate;<br />
➣ prima di uscire di casa verificare che<br />
non ci siano possibilità di accesso all’abitazione,<br />
tenendo eventualmente una luce<br />
accesa nelle ore notturne;<br />
➣ segnalare tempestivamente persone o<br />
mezzi sospetti alle forze dell’ordine.<br />
5. Si raccomanda soprattutto alle persone<br />
anziane di non consegnare soldi o far<br />
entrare nelle proprie abitazioni, persone<br />
che si presentano come funzionari delle<br />
ufficio postale, dell’INPS, del Comune<br />
ecc. in quanto potrebbero diventare vittime<br />
di truffe, e di avvisare tempestivamente<br />
le forze di Polizia.<br />
PER EVENTUALI NECESSITÀ SI CO-<br />
MUNICANO I NUMERI TELEFONICI<br />
DELLA POLIZIA LOCALE:<br />
• UFFICIO 030/9 1 731;<br />
• CELLULARI 33 4 41<br />
– 33 1 1 101 – 33 4 473.
LAVORI MESSA IN SICUREZZA DI VIA SO-<br />
LARO<br />
1º Lotto - 775.000 euro : questo tratto - la cui<br />
spesa è a totale carico dello Stato ed inizia circa<br />
dalla Cascina Solerino alla Cascina Solaro - i lavori<br />
sono in avanzato stato di esecuzione. Si è in attesa<br />
dei lavori di rifacimento della pavimentazione<br />
asfaltica .<br />
1º Lotto - 600.000 euro : questo secondo lotto<br />
prevede l’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza<br />
del tratto compreso tra l’ingresso di Via Solaro<br />
(incrocio dalla S.P. 11 di Via Isorella) sino alla Cascina<br />
Solerino collegandosi ai lavori del 1 0 Lotto. La<br />
spesa è già stata assunta, con convenzione, a totale<br />
carico dalla ditta realizzatrice della “cava” al confine<br />
col Comune di Leno e si è in attesa dell’inizio degli<br />
stessi.<br />
LAVORI DI RECUPERO DEI MAGAZINI IN<br />
AULE I LABORATORI SCOLASTICI<br />
Sono stati recuperati gli ex magazzini comunali trasformandoli<br />
in 4 aule - laboratori e relativi servizi<br />
igienici ad uso delle scuole.<br />
I lavori per una spesa di circa 100.000 euro sono in<br />
avanzata fase esecutiva.<br />
LAVORI di RICUPERO “FABRICATO EX AR-<br />
CI” IN BIBLIOTECA / SALA POLIFUNZIONA-<br />
LE /RELIQUIARIO/ECC.<br />
Il progetto relativo ai lavori di recupero di tale<br />
immobile è stato sottoposto al Parere della Soprintendenza<br />
di Brescia che ha espresso parere<br />
favorevole.<br />
L’intervento prevede il riutilizzo di tutto il fabbricato<br />
di Via Vittorio Veneto ad uso :<br />
- biblioteca comunale, in quanto insufficienti gli<br />
spazi attuali dato il notevole afflusso di persone;<br />
- formazione di sala polifunzionale ed eventualmente,<br />
qualora autorizzato dagli enti preposti......<br />
- sede del “Reliquario” comunale (ex Museo),<br />
ecc ..<br />
L’intervento complessivo ammonta a circa 0.000<br />
euro: i lavori sono previsti a breve non appena i<br />
COMUNE DI <strong>GOTTOLENGO</strong><br />
PROVINCIA DI BRESCIA<br />
UFFICIO TECNICO<br />
- 39 -<br />
locali sar<strong>anno</strong> completamente sgombri.<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
RESTAURO CHIESETTA /OSSARIO CIMITE-<br />
RIALE<br />
I progetto di restauro dell’immobile è stato depositato<br />
in Soprintendenza da alcuni mesi e si è in<br />
attesa del relativo parere. La spesa ammonta a circa<br />
0.000 euro.<br />
PROGRAMMA DI INTERVENTO PER LA<br />
COMPETITIVITA’ DI SISTEMA 2006<br />
Agli operatori economici che h<strong>anno</strong> partecipato<br />
al Bando contributi 200 si comunica che, dopo il<br />
sollecito del Sindaco, dato l’altissimo numero di<br />
richiedenti, la Regione Lombardia prevede di terminare<br />
le operazioni di assegnazione punteggio<br />
intorno alla metà di maggio <strong>2007</strong>.<br />
Solo dopo tale data si saprà se il Progetto è stato<br />
co-finanziato e si conoscerà l’entità dei fondi disponibili<br />
per il Comune e per gli operatori artigianalicommerciali<br />
locali.<br />
“Per un centro storico più pulito”<br />
Il Sindaco fa viva raccomandazione ai cittadini, al<br />
fine di un centro storico più “pulito” ed accogliente,<br />
per una collaborazione responsabile riguardo alla<br />
pulizia della piazza e zone adiacenti, invitando tutti<br />
a non lasciare e gettare piccola spazzatura e altri<br />
rifiuti per strada.<br />
E’ sconfortante, per gli amministratori pubblici,<br />
constatare un “proliferare” di cartacce varie, fazzolettini,<br />
sacchetti, pacchetti di sigarette e cose varie,<br />
specialmente in prossimità della piazza e nei pressi<br />
delle aiuole, poco tempo dopo lo spazzamento della<br />
macchina spazzatrice (operazione effettuata tutti i<br />
lunedì).<br />
Fà un sentito appello al senso civico di ognuno perché<br />
si “viva” la piazza e gli altri spazi pubblici come<br />
luoghi di socializzazione, di incontro e di relazioni,<br />
nel rispetto delle regole condivise della civile convivenza<br />
per la fruizione sociale dei luoghi pubblici,<br />
che sono un “bene comune” a disposizione di tutti,<br />
da condividere liberamente e consapevolmente in<br />
modo individuale e collettivo.
Il <strong>Redone</strong><br />
CRONACHE DI VITA<br />
PARROCCHIALE<br />
E DEL PAESE<br />
Don Angelo Calegari compie<br />
in mezzo a noi i suoi 90 anni<br />
Don Angelo Calegari, che da un po’ di tempo vive<br />
in mezzo a noi risiedendo nei “mini appartamenti”<br />
della Casa di Riposo e condividendo il cammino<br />
della nostra parrocchia, compie il prossimo martedì<br />
10 aprile i suoi 90 anni.<br />
Lui è nato a Manerbio il 10 aprile del 1917, è<br />
stato ordinato a Brescia il 7<br />
giugno del 1941 celebrando<br />
solennemente la sua prima<br />
Santa Messa nella parrocchia<br />
di Pralboino. E’ stato vicario<br />
cooperatore della parrocchia<br />
di Gavardo dal 1941 al 1973<br />
vivendo i tragici giorni della<br />
guerra e salvandosi miracolosamente<br />
quando una bomba<br />
cadde sulla casa canonica uccidendo<br />
gli altri confratelli. Fu<br />
poi nominato parroco di Verolavecchia prestando<br />
il suo servizio dall’<strong>anno</strong> 1973 all’<strong>anno</strong> 1992. Dopo<br />
- 40 -<br />
aver fatto per un periodo di tempo il capellano<br />
della casa di riposo di Verolanuova si è trasferito<br />
a Gottolengo dove con don Lino fa assistenza nella<br />
Casa di Riposo del nostro paese e vi celebra ogni<br />
giorno l’Eucarestia. Già prima di venire a vivere<br />
a Gottolengo era ben conosciuto nel nostro paese<br />
perchè ha sempre accompagnato<br />
pastoralmente e con<br />
grande disponibilità e generosità<br />
le varie Comunità del<br />
Cammino Neocatecumenale<br />
presenti nella nostra parrocchia<br />
e continua a farlo con vigoroso<br />
entusiasmo nonostante<br />
la sua veneranda età.<br />
Noi tutti lo ringraziamo per<br />
la sua bella testimonianza di<br />
vita e lo accompagnamo con<br />
l’affetto e con la preghiera chiedendo a Dio per<br />
lui le migliori benedizioni dal cielo.<br />
PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO<br />
della MADONNA di S. LUCA<br />
Pullman al completo, sabato 24 Marzo, per il pellegrinaggio<br />
quaresimale al Santuario della Madonna di<br />
S.Luca, a Bologna : partenza alle 7 di mattina per arrivare<br />
a Bologna dopo quasi tre ore di viaggio.<br />
Arrivando in prossimità della città, si è notato subito il<br />
Santuario svettare in cima al colle della Guardia, cosiddetto<br />
per le milizie che, anticamente, vi si stanziavano<br />
per difendere la città : fin dalle sue origini è stato la<br />
meta di un continuo flusso di pellegrini che salgono a<br />
venerare l’icona della Vergine col Bambino, detta, appunto,<br />
“di S.Luca”.<br />
La tradizione vuole che l’icona sia stata dipinta dall’evangelista<br />
Luca (da qui la dedicazione alla Madonna<br />
di S.Luca) : in effetti, seppure riveli una provenienza<br />
ed uno stile bizantineggianti (X°-XI° secolo), la tavola<br />
fu eseguita molto più tardi (all’incirca fra il XII° e XIII°<br />
secolo) e da una mano ‘occidentale’.<br />
Usciti dalla città da Porta Saragozza, abbiamo imboccato<br />
una stradina molto stretta per il pulmann per salire al<br />
colle della Guardia : grazie all’abilità dell’autista, che ha<br />
dovuto fare anche una manovra parecchio impegnativa<br />
per le dimensioni del mezzo, siamo giunti al Santuario
senza patemi eccessivi.<br />
Già dal viale d’accesso, l’imponente facciata barocca dà<br />
l’impressione di un abbraccio, di un’accoglienza dolce<br />
ed, al tempo stesso, rassicurante di una madre : la stessa<br />
sicura protezione che la Vergine portò alla città ed ai<br />
bolognesi in un momento di particolare difficoltà per<br />
le continue piogge, la minaccia di rovina dei raccolti e<br />
una conseguente possibile carestia.<br />
Una protezione che rinnovò, dal 1433, una venerazione<br />
nata dai primi dell’<strong>anno</strong> 1000 e durata nei secoli, nonostante<br />
che guerre e vicende burrascose avessero influito<br />
parecchio sulle condizioni del santuario, addirittura<br />
pressochè abbandonato nel 1300.<br />
Una particolarità ad un tempo simpatica e importante,<br />
che consente il pellegrinaggio dalla città, in ogni tempo:<br />
dal lato sinistro della Basilica parte e scende dal monte<br />
un porticato, iniziato a costruire nel 1 74 e terminato<br />
nel 1732, che arriva alla Porta Saragozza e da qui, grazie<br />
all’arco del Meloncello, si collega ad un altro portico,<br />
unendo, di fatto, la città al suo Santuario.<br />
Il porticato: una salita lunga quasi 4 Km., un misto di<br />
gradini e gradoni in piano, con archi e 1 cappelle<br />
(1 misteri del Rosario) : una salutare passeggiata per<br />
il pellegrino, che vuole salire ad onorare la Vergine e,<br />
perché no, godere di un panorama splendido e di una<br />
benefica brezza sul colle della Guardia.<br />
Il porticato è, in effetti, una particolarità che caratterizza<br />
tutta Bologna: quasi ogni strada della città è costeggiata<br />
da un porticato (talvolta su entrambi i lati) che consente,<br />
appunto, di spostarsi a piedi lungo tutte le sue vie e<br />
piazze senza prendere una goccia di pioggia o rischiare<br />
un’insolazione nelle torride giornate d’estate.<br />
All’esterno, nei viali antistanti la Basilica, un gradevole<br />
sorpresa: schierate in bella mostra, quasi un ideale<br />
‘aggancio’ e rispetto dell’età della basilica, sostava una<br />
quarantina di Fiat 00, la gloriosa utilitaria degli anni<br />
70. Un affascinante insieme di carrozzerie scintillanti<br />
in un arcobaleno di colori, con targhe vetuste ma tirate<br />
a lucido: belle, pimpanti e pronte per una parata,<br />
una manifestazione, un raduno e partite, poco dopo il<br />
ns. arrivo, in un corteo allegro e<br />
rombante.<br />
All’interno, dietro l’altar maggiore,<br />
una cappella con la sacra<br />
icona del volto della Madonna in<br />
un ricco frontale d’argento con<br />
i donativi della pietà dei fedeli.<br />
Nella Basilica, abbiamo partecipato<br />
all’Eucarestia, concelebrata da<br />
Don Saverio e dall’abate responsa-<br />
- 41 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
CRONACHE DI VITA<br />
PARROCCHIALE<br />
E DEL PAESE<br />
bile della basilica<br />
stessa che, prima<br />
della benedizione<br />
finale, ha raccontato<br />
all’assemblea la storia dell’icona,<br />
della basilica e della venerazione al culto della Madonna<br />
di S.Luca, fino a farla diventare “la Madonna dei<br />
Bolognesi”.<br />
Terminata la celebrazione, una pausa per il pranzo con<br />
piatti tradizionali bolognesi (lasagne verdi, buone ma<br />
un po’ freddine) e via col pulmann per tornare a Bologna<br />
per la visita alla città, in compagnia di una guida<br />
che ci ha raggiunto in Piazza Maggiore.<br />
Nell’attesa della guida, abbiamo avuto la possibilità di<br />
apprezzare la famosa piazza bolognese, fulcro religioso,<br />
centro politico e d’incontro della comunità cittadina.<br />
Infatti, si affacciano sulla piazza :<br />
- la Basilica di S.Petronio (patrono della città);<br />
- il Palazzo dei Notai (la corporazione più potente ed<br />
incisiva nelle vicende<br />
politiche della città;<br />
- il Palazzo Comunale, con l’imponenente torre con<br />
orologio;<br />
- il Palazzo dei Banchi (o dei cambiatori), tradizionale<br />
fulcro commerciale<br />
della città, da cui si ripartono le vie verso il mercato<br />
di Mezzo, il Palazzo<br />
della Mercanzia, il Foro dei Mercanti, il Trivio di Porta<br />
Ravennate.<br />
Nella piazzetta accanto, quasi naturale emanazione di<br />
Piazza Maggiore, l’imponente fontana del Nettuno : la<br />
famosa statua del dio del mare, anch’essa simbolo importante<br />
di Bologna.<br />
A fianco della Piazza, la Borsa, sede di antiche ed animate<br />
contrattazioni ed, al suo interno, la Biblioteca comunale<br />
: all’esterno, alcuni pannelli con fotografie e nomi<br />
dei caduti bolognesi nelle varie guerre e, vicino, altro<br />
pannello in vetro con l’elenco delle persone assassinate<br />
dal vile attentato fascista del 2 Agosto 19 0.<br />
Una preghiera silenziosa ha reso omaggio a quelle vittime<br />
innocenti della barbarie di<br />
terroristi pazzi.<br />
Ben accompagnati dalla guida,<br />
siamo entrati nella Basilica di S.<br />
Petronio, vescovo vissuto nel V°<br />
secolo, al quale la tradizione medievale<br />
attribuiva la ricostruzione<br />
della città.<br />
Un segno della fede e della storia<br />
alla cui costruzione, iniziata nel
Il <strong>Redone</strong><br />
CRONACHE DI VITA<br />
PARROCCHIALE<br />
E DEL PAESE<br />
13 , si sono succeduti<br />
vari architetti:<br />
- Antonio di Vincenzo, definito<br />
il ‘muratore’, autore del primo progetto e che<br />
vide realizzarsi solo la parte inferiore della facciata;<br />
- Arduino Arriguzzi, autore del progetto, elaborato<br />
agli inizi del 1 00 ma, purtroppo, rimasto a livello di<br />
modello ligneo, che avrebbe portato la basilica la lunghezza<br />
da 1 3 a 224 metri e la larghezza da 137 a 1 0<br />
metri;<br />
- infine, in piena età barocca, l’architetto Girolamo<br />
Rinaldi chiuse la Basilica con<br />
ardite volte ad ogiva in stile gotico.<br />
Anche qui una particolarità : la MERIDIANA, un eccezionale<br />
strumento astronomico tracciato nel 1 da<br />
Giandomenico CASSINI.<br />
Una ricerca astronomica all’interno del tempio tesa a<br />
dimostrare e sottolineare la perfezione del creato e, di<br />
conseguenza, esaltare il suo Autore.<br />
La Meridiana, è uno strumento in grado d’indicare,<br />
grazie al moto apparente del Sole, l’istante esatto in cui<br />
il sole stesso passa sul meridiano locale : nella basilica,<br />
la linea meridiana attraversa obbliquamente la navata<br />
sinistra ed indica con ottima precisione il Mezzogiorno<br />
Locale e l’Ora Italiana “da campanile”, che faceva coincidere<br />
le ore 24 con l’Ave Maria, cioè, mezz’ora dopo il<br />
il Tramonto del Sole.<br />
La meridiana è costituita da una lista di marmo tracciata<br />
al suolo e le sue estremità sono rivolte verso il Nord ed<br />
il Sud geografici : su tale verticale, ad un’altezza di 27,07<br />
metri (Altezza Gnomonica), è posta una lamina con foro<br />
da 27,07 millimetri (cioè un millesimo dell’altezza).<br />
Il funzionamento - un’ora prima del mezzogiorno<br />
di ogni giorno dell’<strong>anno</strong> e, ovviamente, nubi permettendo,<br />
i raggi del sole passano attraverso quel foro e si<br />
proiettano al suolo sul lato della navata centrale. Con<br />
il variare delle stagioni, muta il punto di proiezione solare<br />
lungo la linea : in tal modo, essendoci uno stretto<br />
legame tra la data ed il punto proiettivo, la Meridiana<br />
funge da approssimativo calendario.<br />
Inoltre, lungo la linea è collocata una serie di piastre<br />
con l’indicazione dei segni zodiacali, Ascendenti e Discendenti.<br />
Anche la meridiana è sottoposta alla legge dell’ora legale<br />
: vale a dire che, da fine marzo a fine settembre<br />
l’orario ufficiale va spostato in avanti di un’ora (quindi,<br />
il mezzogiorno locale sarà alle 13).<br />
La visita guidata è continuata per le strade di Bologna,<br />
fino a giungere ad un altro simbolo della città, le due<br />
torri : la Garisenda (alta 47 metri circa) e quella degli<br />
- 42 -<br />
Asinelli (che si erge al suo fianco per ben 9 metri e<br />
mezzo circa), entrambe pendenti ed erette in uno dei<br />
punti strategici della città medievale, ove convergevano<br />
le strade che entravano in Bologna da est, vale a dire, la<br />
Via Emilia e e la Via S.Vitale (da e per Ravenna).<br />
Per inciso, prima di giungere alla piazza delle due Torri,<br />
siamo passati, quasi tutti, in un negozio ove facevano<br />
bella mostra di sè Formaggi di vario tipo, Prosciutti, Salumi<br />
e, regina fra i salumi, la Mortadella : sembra che<br />
passare nei negozi faccia parte del giro turistico<br />
della città !!<br />
Dopo una breve sosta in un locale per un momento di riposo<br />
e ristoro, ultima tappa, verso il complesso di Santo<br />
Stefano detto, anche, delle Sette Chiese : è un complesso<br />
legato alle antiche memorie storiche e religiose della<br />
città e ricordato, fin dall’<strong>anno</strong> 7 col nome di “SANTA<br />
GERUSALEMME”.<br />
Tradizione vuole che sia stato lo stesso Vescovo bolognese<br />
Petronio a fondare ed a dedicare al Santo il complesso<br />
di Santo Stefano, ove Petronio stesso è stato sepolto.<br />
Da scavi archeologici risulta che, già dalla fine del IV°<br />
secolo, l’area adiacente alla via Emilia ospitasse un cimitero<br />
cristiano ove erano stati sepolti i corpi dei protomartiri<br />
locali, Vitale ed Agricola : nel 392 d.C., alla<br />
presenza del Vescovo di Milano, Sant’Ambrogio, furono<br />
traslati nel cimitero giudaico.<br />
All’interno, “il cortile di Pilato”, per la vasca centrale<br />
che rappresenta il bacile ove Pilato si lavò le mani nel<br />
momento del rifiuto ad assumersi ogni responsabilità<br />
in merito al destino di Gesù.<br />
Il complesso di Santo Stefano conserva anche testimonianze<br />
artistiche di grande valore, legate ad artisti importanti<br />
dell’epoca, quali Simone de’ Crocifissi, Vitale<br />
da Bologna e Lippo di Dalmasio : oltre a ciò, un<br />
frammento dell’affresco con “La strage degli Innocenti”<br />
che apparteneva al ciclo pittorico eseguito intorno al<br />
12 0 da Marco di Berlinghieri da Lucca per la volta del<br />
S.Sepolcro eretta, secondo la leggenda, dallo stesso San<br />
Petronio.<br />
La Chiesa di Santo Stefano : fu ristrutturata in epoca<br />
romanica, sui resti di un tempio pagano, probabilmente<br />
dedicato ad Iside e nell’edicola centrale c’è la tomba di<br />
San Petronio.<br />
La visita al complesso di Santo Stefano è stata l’ultima<br />
tappa della nostra visita : dopo di questo, siamo tornati<br />
al pulmann ma, prima di salirvi, una brevissima visita<br />
alla Chiesa di San Francesco, che merita sicuramente<br />
una visita più accurata, visita che, speriamo di fare al<br />
più presto.
Anagrafe <strong>Parrocchia</strong>le<br />
05. CAVAGGIONI ANGEL MARIA RITA<br />
di Claudio e di Faraone Eliana<br />
nata a Asola il 29 ottobre 200<br />
battezzata a Gottolengo il 2 febbraio <strong>2007</strong><br />
06. FAGLIA FEDERICO<br />
di Lorenzo e di Gervasio Stefania<br />
nato a Manerbio il 3 giugno 200<br />
battezzato a Gottolengo il 2 febbraio <strong>2007</strong><br />
07. PONTOGLIO BEATRICE<br />
di Mauro e di Dolfini Francesca<br />
nata a Manerbio il 7 settembre 200<br />
battezzata a Gottolengo il 2 febbraio <strong>2007</strong><br />
08. MARCIANO SOFIA<br />
di Antonio e di Astarita Rosa<br />
nata a Manerbio il 20 ottobre 200<br />
battezzata a Gottolengo il 2 febbraio <strong>2007</strong><br />
MATRIMONI<br />
Celebrati in <strong>Parrocchia</strong><br />
nell’<strong>anno</strong> <strong>2007</strong><br />
1. Il 24 Febbraio alle ore 1 ,30<br />
nella chiesa parrocchiale di Gottolengo<br />
h<strong>anno</strong> contratto matrimonio<br />
SORMANI GIUSEPPE<br />
con TRECCANI ERIKA<br />
BATTESIMI<br />
- 43 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
09. PIETROPOLI MARA<br />
di Alberto e di Salvini Flora<br />
nata a Brescia il 31 ottobre 200<br />
battezzata a Gottolengo il 4 marzo <strong>2007</strong><br />
10. PTRO’ MARIA<br />
di Matteo e di Pezzi Nadia<br />
nata a Manerbio il 31 agosto 200<br />
battezzata a Gottolengo il 2 marzo <strong>2007</strong><br />
11. BOGLIOLI BENEDETTA<br />
nata a Manerbio il 19 settembre 200<br />
battezzata a Gottolengo il 2 marzo <strong>2007</strong><br />
DEFUNTI<br />
RESIDENTI IN PAESE O CON FUNERALE<br />
IN PARROCCHIA<br />
08. BARONIO MARIETTA<br />
nata a Verola Nuova<br />
il 12 luglio 1907<br />
morta a Gottolengo<br />
il 2 febbraio <strong>2007</strong><br />
09. DAFROSO ANGELO<br />
nato a gottolengo<br />
il 1 dicembre 1927<br />
morto a Gottolengo<br />
il 23 marzo <strong>2007</strong><br />
Morte e sepoltura fuori <strong>Parrocchia</strong><br />
CAVALLI ing. GIANFRANCO<br />
nato a Gottolengo<br />
il 2 ottobre 1931<br />
morto a Milano (Segrate)<br />
il 22 marzo <strong>2007</strong><br />
sepolto nel cimitero<br />
di Gottolengo il 23 marzo <strong>2007</strong>
Oratorio lugo degli incontri<br />
utili e felici<br />
Vita parrocchiale in foto:<br />
I più piccoli dell’Oratorio<br />
Il rogo della Vecchia<br />
a metà Quaresima<br />
Mons. Roberto Càceres<br />
con i nostri chierichetti<br />
La Pasqua risalta i colori<br />
della vita