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Redone n. 2 anno 2007 - Parrocchia GOTTOLENGO

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LO SPIRITO DEL RISORTO<br />

INNONDI DI PACE, DI FORZA<br />

E DI SERENA FELICITÀ<br />

OGNI FAMIGLIA DEL<br />

NOSTRO PAESE !<br />

Auguri di Buona e Santa<br />

Pasqua!<br />

il<br />

<strong>Redone</strong><br />

Periodico d’informazione della <strong>Parrocchia</strong> dei Santi Pietro e Paolo in Gottolengo<br />

numero 2<br />

<strong>anno</strong> <strong>2007</strong>


Il <strong>Redone</strong><br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Periodico d’informazione<br />

della <strong>Parrocchia</strong> Santi Pietro e Paolo di Gottolengo<br />

n. 2 - <strong>2007</strong><br />

Sito internet della <strong>Parrocchia</strong>:<br />

http://www.parrocchiagottolengo.it<br />

e-mail: donsaverio@libero.it<br />

In questo numero<br />

Calendario Pastorale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2<br />

Il Parroco alla comunità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5<br />

Mons. Sanguineti presenta al Papa la rinuncia alla<br />

Diocesi e lo annuncia alla Chiesa bresciana. . . . .7<br />

Lettera del Vescovo Mons. Giulio Sanguineti . . .8<br />

La famiglia una realtà insostituibile<br />

da salvaguardare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .16<br />

Mons. Roberto Càceres tra di noi:<br />

una visita che si giustifica . . . . . . . . . . . . . . . . .19<br />

Vita parrocchiale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21<br />

Vita Oratoriana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26<br />

Economia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .32<br />

Per non dimenticare il paese che fu. . . . . . . . . .33<br />

Nuovo libro che racconta la storia<br />

di Gottolengo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .37<br />

Notizie dal Comune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38<br />

Cronache di vita parrocchiale e del paese . . . . .40<br />

Anagrafe <strong>Parrocchia</strong>le . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .43<br />

Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 236<br />

del 16-5-1965<br />

Impaginazione:<br />

nadir s.n.c.<br />

Via Portesi, 38 - 25080 Ciliverghe di Mazzano (BS)<br />

Tel. 030.2629680 - Fax 030.2620887<br />

Stampa:<br />

nadir s.n.c. - Ciliverghe (Brescia)<br />

CALENDARIO<br />

PASTORALE<br />

SANTE MESSE PREFESTIVE (Sabato o vigilia delle feste):<br />

• ore 16.00 alla Casa di Riposo;<br />

• Solo il sabato: ore 18.00 (Ore 19.00 con l’orario legale)<br />

nella Chiesetta di Solaro;<br />

• ore 20.30 nella Chiesa parrocchiale;<br />

SANTE MESSE FESTIVE (Domenica o nei giorni festivi)<br />

nella Chiesa parrocchiale:<br />

• ore 8.00-9.30-11.00-18.00 (19.00 quando c’è l’orario legale);<br />

SANTE MESSE FERIALI:<br />

• Al mattino con la preghiera delle lodi :<br />

* alle ore 08.30 - nella Chiesa <strong>Parrocchia</strong>le<br />

• Al pomeriggio con la preghiera dei vespri:<br />

* ore 18.30 - a Giugno ed ad Ottobre nella Chiesa parrocchiale;<br />

- a Luglio, Agosto e Settembre in San Girolamo<br />

* ore 16.00 - Ottobre e Maggio nella chiesa parrocchiale<br />

e da Novembre a Aprile nella chiesetta dell’Oratorio<br />

Ore 16.30 Da lunedì a venerdì nella Casa di Riposo<br />

SANTA MESSA DEL VENERDI’<br />

• Ore 18.30 Da Novembre ad Aprile nella chiesetta dell’Oratorio<br />

• Ore 20.00: a Maggio nelle contrade e al Cimitero nei<br />

mesi di Giugno – Luglio - Agosto<br />

• Ore 17.00 nei mesi di Settembre- Ottobre (al Cimitero)<br />

DURANTE L’AVVENTO E LA QUARESIMA da Lunedì a Sabato<br />

nella Chiesetta dell’Oratorio:<br />

• ore 6,30: Lodi e S. Messa<br />

• ore 08.30: Ora Media e S. Messa<br />

• ore 16.00: Vespri e S. Messa (escluso il Sabato)<br />

APRILE <strong>2007</strong><br />

1 Domenica delle Palme Giornata mondiale della Gioventù<br />

- (Vedi avvisi parrocchiali della Settimana Santa) – Giornata<br />

Mondiale della Gioventù – Ore 19.00: Santa Messa per i<br />

Giovani<br />

2 Lunedì Santo Atto penitenziale comunitario<br />

3 Martedì Santo Via Crucis Vivente<br />

4 Mercoledì Santo Ritiro Spirituale per adolescenti e giovani<br />

5 Giovedì Santo La Cena del Signore. Celebrazioni: Ricovero<br />

ore 1 .00 – Ragazzi ore 17.00 – Adulti ore 20.30 – Alle celebrazioni<br />

si porta l’offerta frutto delle rinunce quaresimali (Vedi<br />

- 2 -


programma della Settimana Santa)<br />

6 Venerdì Santo La Morte del Redentore –<br />

Ore 1 .00 Celebrazione liturgica – Ore 20.30:<br />

Via Crucis per le vie del paese – Adorazione<br />

notturna nella chiesetta dell’Oratorio. (Vedi<br />

programma della Settimana Santa)<br />

7 Sabato Santo Il Silenzio del Sepolcro<br />

- (Vedi programma della Settimana Santa)<br />

Ore 21.30: SOLENNE VEGLIA PASQUA-<br />

LE<br />

8 Domenica PASQUA DI RISURREZIONE<br />

– Orario festivo delle Sante Messe -Battesimi<br />

comunitari<br />

9 Lunedì dell’Angelo Partenza dei cresimandi<br />

per il Ritiro Spirituale<br />

10 Martedì: Don Angelo Calegari compie in<br />

mezzo a noi 90 anni di vita<br />

11 Mercoledì<br />

12 Giovedì Riprende il Catechismo e la scuola<br />

– In mattinata incontro dei sacerdoti della<br />

Bassa Bresciana a Frontignano - Ore 14.30:<br />

Incontro del Parroco con i bimbi della Prima<br />

Comunione<br />

13 Venerdì Confessione genitori, padrini e madrine<br />

della Prima Comunione.<br />

14 Sabato<br />

15 Domenica 2ª di Pasqua in Albis - Ore<br />

09.30 PRIME SANTE COMUNIONI – Incontro<br />

Giovani coppie<br />

16 Lunedì CPAE<br />

17 Martedì<br />

18 Mercoledì Preparazione animatori Catechesi<br />

Adulti e ICFR e Magistero<br />

19 Giovedì<br />

20 Venerdì CPP<br />

21 Sabato Nel pomeriggio, alle ore 1 .00: Santo<br />

Rosario e Santa Messa al Parco del Raccoglimento<br />

dando inizio al mese mariano (Particolarmente<br />

invitata la Contrada del Tredone).<br />

22 Domenica 3ª di Pasqua Quinto incontro<br />

con genitori e bimbi dell’Iniziazione Cristiana<br />

alle ore 1 in Oratorio<br />

23 Lunedì Durante la settimana: Santo Rosario<br />

alle ore 20.00 nella contrada del Tredone (Vedi<br />

Avvisi) - Preparazione Battesimi<br />

24 Martedì Pro Famiglia<br />

25 Mercoledì Ore 11.00: Santa Messa di ringraziamento<br />

a Dio - Incontro genitori cresimandi<br />

26 Giovedì Incontro dei Sacerdoti della Zona<br />

- Riunioni nelle Piccole Comunità territoriali<br />

(Centri d’Incontro) - Incontro vedove ore 1 .00<br />

all’Oratorio - Preparazione Battesimi<br />

- 3 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

27 Venerdì Ore 1 ,30: Incontro dei Consigli Pastorale<br />

e presbiterale riuniti con il Vescovo -<br />

Ore 20.00 S. Messa e S. Rosario nella Contrada<br />

del Centro Storico<br />

28 Sabato<br />

29 Domenica 4ª di Pasqua - Giornata Mondiale<br />

delle vocazioni - Battesimi comunitari<br />

30 Lunedì Durante la settimana: Santo Rosario<br />

alle ore 20.00 nella contrada del Centro Storico<br />

(Vedi Avvisi)<br />

MAGGIO <strong>2007</strong><br />

1 Martedì Ore 11.00 Santa Messa per tutti i lavoratori<br />

2 Mercoledì Ore 1 .20 Santo Rosario per i bimbi<br />

e i ragazzi in Oratorio<br />

3 Giovedì Corso per fidanzati<br />

4 Venerdì San Gottardo – Presso la Santella<br />

in via Lazzaretto: Santa Messa alle ore 10.00 e<br />

Santo Rosario alle ore 1 .00 - Ore 20.00 S. Messa<br />

e S. Rosario nella Contrada San Benedetto<br />

5 Sabato Catechesi bimbi dell’ Iniziazione Cristiana<br />

6 Domenica 5ª di Pasqua Ore 09.30: Santa<br />

Messa e Processione degli altari<br />

7 Lunedì Durante la settimana: Santo Rosario<br />

alle ore 20.00 nella contrada San Benedetto<br />

(Vedi Avvisi)<br />

8 Martedì Corso per fidanzati<br />

9 Mercoledì Ore 1 .20 Santo Rosario per i bimbi<br />

e i ragazzi in Oratorio<br />

10 Giovedì Ritiro Sacerdoti – Incontro con il delegato<br />

ore 1 con i cresimandi e ore 21 con i<br />

genitori con confessioni. - Corso per fidanzati<br />

11 Venerdì Ore 20.00 S. Messa e S. Rosario nella<br />

Contrada dell’Incidella -<br />

12 Sabato Riunione del Consiglio Pastorale<br />

Diocesano<br />

13 Domenica 6ª di Pasqua - Sante Cresime<br />

14 Lunedì Durante la settimana: Santo Rosario<br />

alle ore 20.00 nella contrada dell’Incidella (Vedi<br />

Avvisi)<br />

15 Martedì Corso per fidanzati<br />

16 Mercoledì Ore 1 .20 Santo Rosario per i bimbi<br />

e i ragazzi in Oratorio - Preparazione animatori<br />

Catechesi Adulti e ICFR<br />

17 Giovedì Corso per fidanzati<br />

18 Venerdì Ore 20.00 S. Messa e S. Rosario nella<br />

Contrada della Croce – Confessioni Comunitarie


Il <strong>Redone</strong><br />

19 Sabato<br />

20 Domenica ASCENSIONE - Sesto incontro<br />

con genitori e bimbi dell’Iniziazione Cristiana<br />

alle ore 1 in Oratorio – Incontro Giovani coppie<br />

21 Lunedì Durante la settimana: Santo Rosario<br />

alle ore 20.00 nella contrada della Croce (Vedi<br />

Avvisi) - Preparazione Battesimi<br />

22 Martedì Pro Famiglia - Corso per fidanzati<br />

23 Mercoledì Ore 14.30 a Comella Incontro<br />

interzonale di preghiera mariana organizzato<br />

dall’Azione Cattolica con la Celebrazione della<br />

Santa Messa - Ore 1 .20 Santo Rosario per i<br />

bimbi e i ragazzi in Oratorio - Riunioni nelle<br />

Piccole Comunità territoriali<br />

24 Giovedì Incontro dei Sacerdoti della Zona -<br />

Preparazione Battesimi - Corso per fidanzati<br />

25 Venerdì Ore 20.00 S. Messa e S. Rosario nella<br />

Contrada dell’Oratorio presso la santella della<br />

Madonna di Caravaggio<br />

26 Sabato Pomeriggio educativo per genitori e<br />

bimbi ICFR – Veglia di Pentecoste<br />

27 Domenica PENTECOSTE - Battesimi comunitari<br />

28 Lunedì Durante la settimana: Santo Rosario<br />

alle ore 20.00 nella contrada dell’Oratorio (Vedi<br />

Avvisi) - CPAE<br />

29 Martedì Corso per fidanzati<br />

30 Mercoledì Ore 1 .20 Santo Rosario per i bimbi<br />

e i ragazzi in Oratorio – Magistero<br />

31 Giovedì Conclusione <strong>Parrocchia</strong>le del mese<br />

mariano – Ore 20.00 Santo Rosario dall’Oratorio<br />

a San Girolamo - Incontro vedove ore 1 .00<br />

all’Oratorio - Corso per fidanzati<br />

- 4 -<br />

GIUGNO <strong>2007</strong><br />

1 Venerdì<br />

2 Sabato Festa della Repubblica<br />

3 Domenica SANTISSIMA TRINITA’ – Festa<br />

di chiusura dell’<strong>anno</strong> di Catechismo – Ritiro di<br />

fine Corso per fidanzati<br />

4 Lunedì CPP di verifica<br />

5 Martedì CPZ<br />

6 Mercoledì<br />

7 Giovedì Inizio Sante Quarant’Ore<br />

8 Venerdì Sante Quarant’Ore<br />

9 Sabato Sante Quarant’Ore - Termina<br />

l’<strong>anno</strong> scolastico<br />

10 Domenica CORPUS DOMINI<br />

11 Lunedì Inizia il Follest<br />

12 Martedì<br />

13 Mercoledì<br />

14 Giovedì Ritiro Sacerdoti<br />

15 Venerdì Sacro Cuore di Gesù – Santa<br />

Messa per il Pro Famiglia ore 20.30<br />

16 Sabato Cuore Immacolato di Maria<br />

17 Domenica Convegno diocesano dell’apostolato<br />

biblico sui Centri di Ascolto<br />

18 Lunedì Inizia il Grest - Preparazione Battesimi<br />

19 Martedì<br />

20 Mercoledì<br />

21 Giovedì Preparazione Battesimi<br />

22 Venerdì Atto penitenziale<br />

23 Sabato Feste Patronali<br />

24 Domenica Feste Patronali - Battesimi comunitari<br />

25 Lunedì Feste Patronali<br />

29 Venerdì Festa liturgica dei nostri Santi<br />

Patroni Pietro e Paolo<br />

Auguri di Buona e Santa Pasqua<br />

a tutti i lettori de “Il <strong>Redone</strong>”<br />

da parte del gruppo redattore


IL PARROCO ALLA COMUNITÀ<br />

L’ esperienza quaresimale, se ben vissuta, deve<br />

aver irrobustito il nostro personale rapporto con<br />

Dio in Gesù Cristo.<br />

Infatti, grazie al Suo Spirito, che ci ha condotti<br />

fruttuosamente nel deserto spirituale del nostro<br />

combattimento interiore dove ci siamo cimentati<br />

contro lo Spirito del Male, ci siamo irrobustiti;<br />

così dovrebbe essere, nell’impegno della nostra<br />

permanente conversione. In questa spirituale<br />

esperienza, abbiamo potuto rintracciare le orme<br />

del Maestro divino che, se fedelmente seguite,<br />

ci conducono sicure all’incontro con Dio Padre<br />

Misericordioso nella ricuperata identità di “Figli”.<br />

Noi siamo figli dell’eterno Padre grazie all’Unico<br />

Figlio eternamente amato che, per la nostra salvezza,<br />

non ha dubitato di dare la sua propria vita<br />

per noi.<br />

Il mistero pasquale che viviamo nella Settimana<br />

Santa, che inizia con la solenne processione lungo<br />

le vie del paese e la celebrazione eucaristica della<br />

festa delle Palme culminando con la Pasqua, diventa<br />

per noi un’esperienza fondamentale che ci<br />

fa rivivere, da adulti, il contenuto e la ricchezza<br />

del nostro battesimo. E’ proprio frutto del battesimo<br />

il costante impegno di far morire, in Cristo e<br />

con l’aiuto di Cristo, l’“uomo vecchio” a immagine<br />

- -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Verso una vita comunitaria animata dallo<br />

Spirito del Risorto, più pensata e più<br />

organizzata sul territorio parrocchiale.<br />

del peccato che c’è in noi e che continuamente<br />

vuol riemergere, affinchè possiamo dire con San<br />

Paolo che “non siamo più noi a vivere, ma è Cristo,<br />

il Risorto che vive in noi”. Il nostro volto umano<br />

e sfigurato nel peccato viene così trasfigurato nel<br />

Volto sereno, gioioso e trionfante del Risorto.<br />

Auguro a me e a tutti voi, lettori di questo periodico<br />

parrocchiale, di vivere in profondità e verità<br />

questa meravigliosa esperienza pasquale che, a<br />

detta del Papa Benedetto, diventa l’ “Eros”, cioè il<br />

momento forte e tonificante del nostro personale<br />

incontro con Dio.<br />

Solo se vivremo intensamente l’esperienza pasquale<br />

riusciremo a ricuperare anche una rinnovata<br />

relazione con i nostri fratelli, gli uomini,<br />

e quindi con tutta l’umanità! Come scrive Papa<br />

Benedetto nella sua prima enciclica, è grazie a<br />

quell’“Amore”, vissuto concretamente da Cristo in<br />

mezzo a noi, proposto come modello e quindi imitabile,<br />

che possiamo vivere rinnovate relazioni sociali<br />

all’insegna di quell’ “agape fraterna”, capace<br />

di costruire la “civiltà dell’amore”.<br />

E l’ “agape fraterna” dell’umanità rinnovata dalla<br />

redenzione ha il suo punto culminante nella celebrazione<br />

Eucaristica.<br />

La celebrazione della “Sacra Cena” condivisa da<br />

Gesù con gli Apostoli in quel lontano primo Giovedì<br />

Santo, e che ora, in ogni celebrazione Eucaristica<br />

noi rinnoviamo, racchiude in sè tutta la<br />

ricchezza del “Mistero Pasquale” contenuta nell’esperienza<br />

di sofferenza, morte e risurrezione<br />

di Gesù e si conclude con la gioiosa “Festa della<br />

Pasqua”.<br />

Il Giorno di Pasqua liturgicamente si prolunga per<br />

tutta una settimana e la gioia pasquale che apporta<br />

il Risorto alla sua Chiesa viene proposta dalla liturgia<br />

come una concreta esperienza da coltivarsi<br />

nel lungo periodo del “Tempo Pasquale”, cioè nei<br />

cinquanta giorni che preparano la Pentecoste.<br />

E’ proprio dalla “Cena del Signore”, celebrata<br />

e vissuta in clima gioioso e festivo non solo nel


Il <strong>Redone</strong><br />

“Periodo Pasquale”, ma anche in ogni domenica<br />

dell’<strong>anno</strong>, “Giorno del Signore” e “Pasqua della<br />

Settimana”, che emana e si effonde su tutta la<br />

Comunità riunita, e in ogni suo membro che si alimenta<br />

dell’Eucaristia, la forte e dinamica presenza<br />

della Spirito Santo, dono del Risorto.<br />

E’ lo Spirito di Gesù, l’AMORE divino effuso in<br />

noi dal Risorto, che comunica energia spirituale e<br />

rende possibile l’“agape fraterna” che si prolunga<br />

poi nella vita quotidiana.<br />

E dalla celebrazione Eucaristica ripartono i cristiani<br />

come missionari per annunciare al mondo<br />

la civiltà dell’amore!<br />

Alla fine della Santa Messa il commiato si esprime<br />

con questo mandato: “Andate e portate a tutti la<br />

gioia del Signore Risorto” che vuol dire: “Andate, vi<br />

è dato il mandato di portare, ovunque vi troviate, il<br />

messaggio di pace e di amore che avete vissuto, qui<br />

e ora, nell’Eucaristia”.<br />

Il tempo Pasqule ripropone a noi la Missione che<br />

Gesù, prima di ascendere al cielo, affida agli apostoli<br />

e ci offre abbondantemente il dono dello Spirito<br />

Santo per poterla compiere. Nella Comunione<br />

Eucaristica noi veniamo spirualmente irradiati da<br />

quello stesso Spirito che Gesù ha comunicato ai<br />

suoi apostoli nel giorno della Risurrezione e che<br />

poi ha effuso con ampiezza nel giorno della Pentecoste<br />

: e, tutto questo, in funzione della Missione<br />

che Lui, il Risorto affida, oggi, anche a noi.<br />

Così la missione di Cristo è affidata alla Chiesa,<br />

cioè a quella Comunità dei redenti che si costituisce<br />

attraverso il Battesimo dei suoi membri.<br />

Questi, come Chiesa del Signore Risorto, resi un<br />

cuor solo e un’anima sola dallo Spirito del Signore,<br />

si riuniscono assiduamente per l’ascolto della Parola<br />

di Dio, per la preghiera comunitaria e per la<br />

frazione del Pane (Eucaristia) nel clima dell’unione<br />

fraterna che si esprime nei segni concreti della<br />

solidarietà. A partire da questa “agape” ecclesiale,<br />

i cristiani devono essere presenti, nella società come<br />

luce che illumina, sale che dà sapore e lievito<br />

che fermenta l’umanità con le proposte liberatrici<br />

del Vangelo di Gesù.<br />

Ora ci chiediamo: come compiere la Missione<br />

che il Risorto ci affida nel territorio<br />

della <strong>Parrocchia</strong>?<br />

Nell’Assemblea quaresimale, convocata il lunedì<br />

2 febbraio, alla quale erano invitati soprattutto<br />

gli animatori delle varie realtà pastorali presenti<br />

nella nostra <strong>Parrocchia</strong>, ci siamo impegnati a ripensare<br />

la nostra presenza missionaria nell’ambito<br />

del territorio del nostro paese a partire dei<br />

seguenti principi e suggerimenti:<br />

- -<br />

(L’approfondimento di questo ripensamento verrà affidato<br />

al Consiglio Pastorale <strong>Parrocchia</strong>le affinchè ne<br />

tragga orientamenti operativi)<br />

1. La parrocchia, per sua natura, vive e svolge<br />

la sua missione in un determinato territorio<br />

anche se i membri che la compongono non<br />

devono necessariamente appartenere tutti al<br />

territorio stesso.<br />

2. L’esperienza della vita cristiana va fatta in piccole<br />

“comunità a livello umano”, cioè in gruppi<br />

omogenei di persone che, vivendo come Chiesa<br />

sullo stesso territorio, o legate da servizi pastorali<br />

o da interessi comuni, stabiliscano tra di<br />

loro un rapporto personale e fraterno fondato<br />

sulla Parola di Dio.<br />

3. La vitalità e la missione di queste esperienze<br />

comunitarie non deve però frazionare e disperdere<br />

in rivoli divergenti il popolo di Dio che<br />

vive nel territorio del nostro paese, ma deve<br />

consolidarne l’unità facendo convergere tutte<br />

le diverse esperienze comunitarie nella più<br />

grande Comunità parrocchiale che riunisce<br />

tutti in comunione nel giorno del Signore.<br />

4. Si vede la necessità di identificare un<br />

“Coordinatore di contrada o di comunità<br />

territoriale” per poter svolgere al<br />

meglio la Missione nei vari settori del<br />

territorio parrocchiale. Il Consiglio Pastorale<br />

affronterà questo tema.<br />

. Modalità della Missione da realizzarsi sul territorio<br />

nei vari settori pastorali in cui la parrocchia<br />

è suddivisa.<br />

• Attenzioni umane alle situazioni e bisogni<br />

delle famiglie e delle persone: nascita, morte,<br />

malattie, povertà antiche e nuove, accoglienza<br />

e dialogo con le<br />

famiglie immigrate,<br />

bisogni del territorio<br />

e coinvolgimento dei<br />

pubblici amministratori<br />

(Vedi Dottrina<br />

Sociale della Chiesa<br />

.............)<br />

• Attenzioni cristiane,<br />

coltivando<br />

l’impegno di non perdere<br />

di vista chi ha<br />

ricevuto Sacramenti<br />

o chi per qualche motivo<br />

si è avvicinato alla<br />

comunità cristiana:<br />

Battesimo e dopo Battesimo,<br />

Prime Comu-


nioni e Cresime, Matrimoni, attenzione agli anziani<br />

e ammalati con il Sacramento dell’Unzione<br />

degli infermi o con la Comunione periodica<br />

portata dai ministri dell’Eucarestia.. Attenzione<br />

a famiglie in crisi........<br />

• Evangelizzazione: si propone nel periodico<br />

invito alle persone ad aderire alle proposte formative<br />

della fede (Comunità Neocatecumenali,<br />

territoriali, coinvogimento dei genitori nell’<br />

“Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e Ragazzi”,<br />

Pastorale delle giovani coppie, accostamento a<br />

livello di proposta del Vangelo alle famiglie che<br />

vengono da altre nazioni e da altre esperienze<br />

religiose ...........)<br />

• Incontro con Dio : valorizzando il “Giorno<br />

del Signore” e coinvolgendo nella preparazione<br />

all’Eucarestia, momento culminante della vita<br />

cristiana, le varie Comunità e questo non solo<br />

la domenica ma anche nei giorni infrasettimanali<br />

– Partecipazione di contrada ai momenti di<br />

preghiera e adorazione Eucaristica del Venerdì<br />

Santo, delle Sante Quarant’ore, dei Tridui, celebrazioni<br />

periodiche dell’Eucaristia nella stessa<br />

contrada, coinvolgimento nei momenti forti<br />

dell’Avvento e Quaresima (Stazioni Quaresimali,<br />

Via Crucis, Atti penitenziali) Mese di Maggio..........<br />

• Ministerialità: Scoprire tra le persone del<br />

settore in cui è suddivisa la parrocchia, i vari<br />

carismi che possono essere coltivati e messi a<br />

servizio della comunità umana e cristiana in<br />

quei ministeri che si ritengano utili per il bene<br />

di tutti: Coordinatore responsabile, catechisti,<br />

coordinatori delle celebrazioni della Parola,<br />

ministri dell’Eucaristia, operatori della Carità,<br />

accompagnatori degli infermi, distributori della<br />

Buona Notizia (Bibbia, Il <strong>Redone</strong>, Avvisi vari,<br />

Buona stampa...........)<br />

Molto di questo si sta già facendo nella nostra parrocchia<br />

: abbiamo bisogno, ora di coordinare al<br />

meglio l’esistente, per rendere più effettiva ed efficiente<br />

la Missione che Gesù Risorto ci affida.<br />

La Pasqua e il conseguente periodo pasquale con il<br />

dono abbondante dello Spirito Santo deve caricare<br />

di rinnovato entusiasmo missionario tutta la nostra<br />

Comunità parrocchiale.<br />

A tutti BUONA PASQUA anche a nome dei miei<br />

confratelli e collaboratori pastorali!<br />

Don Saverio<br />

- 7 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Mons. Sanguineti presenta<br />

al Papa la rinuncia alla<br />

Diocesi e lo annuncia alla<br />

Chiesa bresciana<br />

Carissimi Presbiteri e Fedeli,<br />

al compimento del 7 ° <strong>anno</strong> di età ho<br />

inviato al Papa la lettera di rinuncia al ministero<br />

episcopale in questa cara diocesi.<br />

Non è stato un passo indolore.<br />

Il Santo Padre mi ha benevolmente fatto conoscere<br />

la Sua decisione: le mie dimissioni<br />

diverr<strong>anno</strong> effettive al momento della nomina<br />

del mio successore.<br />

Nel frattempo continuo a servire questa diocesi<br />

come vescovo. Inizia così il tempo della<br />

preparazione alla mia successione. E’ un<br />

tempo di più intensa preghiera perchè venga<br />

scelto chi lo Spirito Santo vuole.<br />

Non ci deve stare a cuore altro.<br />

Preghiamo perchè risulti chiara la Sua scelta<br />

e venga accolta.<br />

Vi benedico.<br />

Brescia 12 marzo <strong>2007</strong><br />

† Giulio Sanguineti


Il <strong>Redone</strong><br />

LETTERA DEL VESCOVO<br />

Mons. Giulio Sanguineti<br />

A CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE ALLA DIOCESI<br />

Mentre siamo vicini al nostro Pastore con il nostro<br />

sincero e riconoscente affetto, accogliamo<br />

da Lui la lettera conclusiva della sua Visita Pastorale<br />

alla nostra Diocesi come un regalo pastorale<br />

che dovrà illuminarci anche nel nostro cammino<br />

futuro, guidati dal nuovo Pastore che il Signore<br />

ci manderà.<br />

Per continuare un cammino di crescita comunitaria<br />

è saggezza voltarsi indietro e tener conto<br />

della strada fatta in precedenza. Il nuovo Vescovo<br />

partirà proprio dalla realtà che il suo predecessore<br />

gli lascia in eredità e la Lettera conclusiva<br />

della Visita pastorale riassume il cammino fatto<br />

dalla Diocesi a partire dall’unica scelta pastorale<br />

che Mons. Giulio aveva proposto alla Diocesi all’inizio<br />

del Suo servizio episcopale: “Cristo ieri,<br />

oggi e sempre”.<br />

Il nostro Vescovo ha chiesto alle parrocchie e alle<br />

Zone di leggere questo suo messaggio per verificarne<br />

i contenuti e per dare a lui un’ulteriore<br />

risposta circa la validità della lettura pastorale<br />

della nostra realtà diocesana e della reale consi-<br />

- -<br />

stenza delle tappe raggiunte.<br />

Il 29 Maggio il nostro Vescovo, dopo aver raccolto<br />

il frutto della riflessione della diocesi sul documento<br />

che ci ha offerto farà una solenne celebrazione<br />

conclusiva di tutta la Visita Pastorale alla<br />

diocesi con la presenza dei membri del Consiglio<br />

Pastorale e Presbiterale Diocesano e con tutti i<br />

Consigli Pastorali delle varie Zone della nostra<br />

Diocesi.<br />

Il Vescovo di Brescia<br />

(Da “Il <strong>Redone</strong>” n. 1 -<strong>2007</strong>)<br />

Carissimi presbiteri, diaconi, consacrati e fedeli<br />

tutti,<br />

l’anima mia magnifica il Signore... (Lc 1, 4 ).<br />

In queste parole della Beata Vergine Maria si<br />

rispecchiano pienamente i miei sentimenti ripensando<br />

alla Visita pastorale che ho iniziato nel<br />

2001 e concluso alla fine del 200 .<br />

La ritengo un’esperienza per me colma di grazia.<br />

Faticosa, a volte, ma sempre ricca di momenti<br />

lieti e affettuosi. Spero tanto che lo sia stata anche<br />

per voi.<br />

Non vi nascondo che i vari incontri della mia<br />

Visita pastorale h<strong>anno</strong> costituito pure una singolare<br />

occasione per conoscere, con realismo<br />

non pessimista ma sapiente, la mole di problemi,<br />

difficoltà, interrogativi che toccano quotidianamente<br />

la vita della comunità cristiana. Abbiamo<br />

cercato di analizzarli insieme, prospettando<br />

qualche possibile soluzione.<br />

Alla fine della Visita non posso fare altro che<br />

ringraziare il Signore perché continua ad agire<br />

nella vita della nostra Chiesa bresciana, suscitando<br />

tante forme di generoso impegno evangelico<br />

e missionario in tutti: sacerdoti, diaconi, consacrati<br />

e laici di ogni età e condizione.<br />

Per questo sento di dovervi esortare alla<br />

fiducia e alla speranza e rinnovare un invito<br />

che costantemente vi ho espresso durante<br />

i giorni della Visita, in risposta alle tante diffi-


coltà pastorali espresse e constatate: vediamo<br />

i problemi non come un fastidio che ci paralizza<br />

e spegne slanci, ma come una potenzialità e<br />

un’opportunità per discernere il bene, cercare<br />

la verità, crescere insieme nella carità. Insieme,<br />

sempre;… con quella speranza fondata in Cristo,<br />

che dai tempi della prima evangelizzazione<br />

ad oggi ha sempre animato e sorretto i cristiani,<br />

anche nella prova.<br />

E il recente Convegno ecclesiale di Verona ci ha<br />

fatto riscoprire l’urgenza e la necessità di testimoniare<br />

la speranza, oggi.<br />

In questa prospettiva ritengo utile offrirvi alcune<br />

considerazioni sintetiche per continuare il cammino,<br />

con l’aspettativa che questo mio colloquio<br />

con voi sia ripreso nelle singole comunità parrocchiali<br />

e nelle Zone della diocesi nei modi che<br />

si riterrà più opportuno.<br />

1. Nuova evangelizzazione<br />

Giungendo a Brescia alla vigilia di un nuovo<br />

- 9 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

millennio di storia cristiana e accogliendo gli<br />

orientamenti di Giovanni Paolo II, mi sembrò<br />

necessario indicare alla Chiesa bresciana, nella<br />

mia scelta pastorale “Cristo ieri, oggi e sempre”, i<br />

sentieri della nuova evangelizzazione per comunicare<br />

la fede alle giovani generazioni, certi che<br />

l’incontro con Cristo è il dono più prezioso per un<br />

pieno compimento della condizione umana.<br />

La necessità della scelta della nuova evangelizzazione<br />

è stata confermata anche da quanto ho<br />

potuto constatare con voi: la terra bresciana, pur<br />

caratterizzata positivamente da una innegabile<br />

e sorprendente tradizione cristiana che ne ha<br />

arricchito e segnato la storia, è ormai terra di<br />

missione, alle prese con le conseguenze più dolorose,<br />

dal punto di vista pastorale, della scristianizzazione.<br />

Secolarismo, relativismo morale,<br />

ateismo pratico, consumismo, stile materialista<br />

nell’impostazione della vita sono ormai fenomeni<br />

di casa anche da noi e intaccano anche famiglie<br />

che fino a pochi anni fa erano fra le più fedeli<br />

alla pratica cristiana ed entusiaste nel senso di<br />

appartenenza alla Chiesa cattolica.<br />

Un rinnovato annuncio del Vangelo urge e domanda<br />

alle parrocchie la fatica di individuare<br />

strade nuove per comunicarlo con efficacia.<br />

Non è più il tempo della conservazione, ma della<br />

missione che esige una “conversione pastorale”,<br />

come bene ci era stato indicato dell’episcopato<br />

italiano nel 199 nella Nota pastorale dopo il<br />

Convegno ecclesiale di Palermo “Con il dono della<br />

carità dentro la storia”.<br />

Per la riflessione e la verifica<br />

1. Abbiamo una visione precisa dello stato della vita<br />

cristiana nel nostro territorio?<br />

2. Sappiamo valorizzare la tradizione cristiana delle<br />

nostre comunità conciliandola con la forte esigenza<br />

di “nuovi areopaghi”per annunciare il Vangelo?<br />

3. Siamo coscienti che anche oggi i cristiani devono<br />

essere apostoli, missionari, testimoni?<br />

3. Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei<br />

ragazzi<br />

Nella prospettiva della nuova evangelizzazione<br />

sono da accogliere i nuovi itinerari dell’iniziazione<br />

cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. Si tratta<br />

di un aspetto che abbiamo affrontato in tutte le<br />

Zone nel corso della Visita pastorale, soprattutto<br />

dopo il 2003, <strong>anno</strong> dell’avvio del nuovo progetto.<br />

Alcune perplessità e non pochi timori mi sembrano<br />

ora sfumati nel percepire, avviando con-


Il <strong>Redone</strong><br />

cretamente la<br />

proposta con i<br />

genitori e i figli,<br />

che è stata compresa<br />

la finalità<br />

di questo non<br />

facile cambiamento.<br />

Invito tutti a<br />

non scoraggiarsi<br />

e a continuare<br />

nelle varie<br />

tappe previste,<br />

ponendo mano<br />

all’aratro e non<br />

volgendosi indietro,<br />

secondo<br />

la nota immagine evangelica (cfr. Lc 9, 2).<br />

Vi raccomando: si facciano pure serie verifiche<br />

con eventuali correzioni di rotta, ma non si rallenti<br />

il passo. È la nuova evangelizzazione che<br />

richiede lo sforzo di portare le generazioni più<br />

giovani dentro un itinerario di crescita nella fede<br />

fino alla libera e gioiosa partecipazione all’Eucaristia,<br />

segno cosciente di appartenenza a Cristo<br />

e alla Chiesa.<br />

Nel contempo richiamo ancora l’importanza che<br />

i nuovi itinerari di iniziazione cristiana siano intrecciati<br />

ad una proposta organica e stabile di<br />

catechesi e formazione degli adulti.<br />

Per la riflessione e la verifica<br />

1. Nuovi itinerari di iniziazione cristiana: sono avviati?<br />

Come?<br />

2. Come sono stati coinvolti i genitori?<br />

3. Quali le difficoltà e quali i passi da fare per proseguire<br />

la strada intrapresa?<br />

3. Dall’Eucaristia alla comunione<br />

Uno dei frutti del nuovo cammino di iniziazione<br />

cristiana, anche a breve termine, dovrebbe<br />

essere la riscoperta,<br />

in modo particolare<br />

nel giorno<br />

del Signore, dell’Eucaristia,culmine<br />

e fonte della<br />

vita cristiana.<br />

E’ il “sacramento<br />

dei sacramenti”,<br />

la sorgente della<br />

comunione.<br />

Mi sono reso con-<br />

- 10 -<br />

to, anche durante la Visita, come la celebrazione<br />

eucaristica festiva può essere più o meno evangelizzante<br />

in base all’impegno dei ‘protagonisti”: il<br />

celebrante presidente e l’assemblea.<br />

Proprio a questo tema ho dedicato la Nota pastorale<br />

di questo <strong>anno</strong> 200 — <strong>2007</strong>. Nella certezza,<br />

pertanto, che tutte le comunità stiano pensando,<br />

approfondendo e radicando ai vari livelli la formazione<br />

liturgica (specialmente in relazione all’Eucaristia),<br />

mi limito qui a sottolineare quanto<br />

sia insostituibile l’impegno di tutti perché nella<br />

parrocchia l’Eucaristia sia il punto di arrivo e di<br />

partenza di tutta la settimana per l’intera famiglia,<br />

la quale trova nel momento dell’incontro<br />

con Cristo, parola e pane, e con i fratelli, quella<br />

“gioia del Signore che è la nostra forza” (Ne<br />

,10).<br />

Per la riflessione e la verifica<br />

1. Che uso stiamo facendo della Nota pastorale “Iniziazione<br />

cristiana ed Eucaristia”?<br />

2. L’Eucaristia: come è celebrata, partecipata, vissuta?<br />

3. È possibile trovare alcune strade pastorali efficaci<br />

per valorizzare il giorno del Signore?<br />

4. Quale Chiesa<br />

Durante la Visita pastorale ho toccato con mano<br />

quanto influisce sui comportamento dei fedeli<br />

l’immagine di Chiesa che h<strong>anno</strong> elaborato, spesso<br />

mutuandola dall’insegnamento e dal comportamento<br />

dei sacerdoti.<br />

Sostanzialmente mi sembra che l’ecclesiologia<br />

del Vaticano II, a più di quarant’anni dalla conclusione,<br />

sia stata recepita. Tuttavia permangono<br />

ancora alcune visioni che generano storture e<br />

difficoltà, a volte pure dolorose conflittualità.<br />

Ora si tratta di una visione clericale che fa tutto<br />

ruotare attorno alla figura del prete; ora si tratta<br />

di una visione “culturale” o “sociologica” della<br />

Chiesa che porta i laici a vedere la parrocchia<br />

come erogazione di servizi religiosi e assistenziali,<br />

riferimento aggregante; ora si tratta di una<br />

visione angusta, soggettivistica, ritagliata sulle<br />

proprie convinzioni anche politiche, che fa della<br />

Chiesa una identificazione di parte e non la cattolica,<br />

universale, che professiamo nel “Credo”.<br />

Continuiamo a puntare la bussola sui documenti<br />

del Vaticano II e su quelli che ne sono seguiti,<br />

soprattutto dall’episcopato italiano, conoscendo<br />

e vivendo la Chiesa come “comunione”, comunità<br />

fondata sull’amore di Dio rivelato in Cristo e<br />

condiviso coi fratelli nella vita quotidiana, come


il pane spezzato delle nostre case.<br />

Per questo è necessario non abdicare a due dimensioni<br />

che in molte occasioni ho indicato<br />

come priorità pastorali: la collaborazione fra i<br />

sacerdoti e la corresponsabilità dei laici<br />

…Sacerdoti radicalmente e integralmente immersi<br />

nel mistero di Cristo e capaci di realizzare<br />

un nuovo stile di vita pastorale. Perché la<br />

Chiesa sia la comunità dei credenti in Cristo,<br />

il presbiterio per primo deve dare esempio di comunione.<br />

Incoraggio sacerdoti capaci di sviluppare<br />

rapporti interpersonali sempre positivi e<br />

costruttivi, lieti nel collaborare, abili a pensare<br />

un’azione pastorale non più di campanile, ma<br />

allargata al territorio dove più comunità sono<br />

coinvolte. Caldeggio gruppi di parrocchie capaci<br />

di camminare insieme, dove le parrocchie più<br />

piccole sono sostenute da quelle più ampie, dove<br />

i sacerdoti non per norma, ma volentieri e spontaneamente<br />

portano gli uni i pesi degli altri, dove<br />

i laici sono consapevoli che per evangelizzare e<br />

rifare il tessuto cristiano della società il loro apporto<br />

è urgente e fondamentale. Sacerdoti, laici e<br />

parrocchie nel loro insieme assumano volentieri<br />

il compito di servire le vocazioni presbiterali e<br />

diaconali, e condividano la responsabilità di desiderare<br />

e preparare ministri idonei e sufficienti<br />

per l’annuncio del Vangelo e la cura della comu-<br />

- 11 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

nità cristiana.<br />

La Comunità del Seminario Diocesano<br />

deve avere la certezza che il progetto che la riguarda<br />

appartiene davvero allo spirito della sua<br />

Chiesa.<br />

Così la Vita Consacrata deve essere inserita<br />

pienamente nella Chiesa diocesana.<br />

Nei cinque anni di visita pastorale ho vissuto<br />

un’esperienza esaltante con le comunità di vita<br />

consacrata, con le comunità monastiche, vere<br />

antenne di richiamo al Mistero di Cristo, e le comunità<br />

di vita attiva e di vita consacrata secolare.<br />

Ringrazio il Signore per loro.<br />

Prego per la loro consistenza e sviluppo. Soprattutto<br />

oggi la vita consacrata ha campi immensi<br />

in cui rendere presente Gesù.<br />

Anche nella nostra diocesi occorrono persone<br />

motivate in profondità dalla ‘passione per Cristo<br />

e per l’uomo’, persone capaci di fraternità e<br />

di impegno.<br />

Occorrono comunità, seppur ridotte di numero,<br />

dinamiche, capaci di inculturarsi in ogni ambiente,<br />

in buona collaborazione con le parrocchie<br />

al fine di sentirsi tutti popolo di Dio che<br />

opera in comunione e animato da tanta passione<br />

per l’unità.<br />

Per la riflessione e la verifica<br />

1. I sacerdoti si sentono presbiterio unito attorno al<br />

Vescovo?<br />

2. I laici h<strong>anno</strong> coscienza della loro corresponsabilità<br />

nella Chiesa?<br />

3. Come funzionano gli “organismi di comunione”<br />

a tutti i livelli?<br />

4. Quale collaborazione fra parrocchie e vita consacrata?<br />

5. Quale parrocchia<br />

Ho ancora nella mente e nel cuore i ricordi delle<br />

473 parrocchie della nostra diocesi. Ripenso<br />

alle celebrazioni nelle varie chiese parrocchiali,<br />

solitamente ben tenute, e agli incontri interparrocchiali<br />

e zonali, per lo più in accoglienti e adeguate<br />

strutture parrocchiali.<br />

Vi sono grato per l’amore che avete per la parrocchia,<br />

per il dovuto conto in cui tenete le opere e,<br />

ancor più, le persone.<br />

Ma vi domando pure di fare sempre più vostra<br />

la convinzione che la parrocchia deve essere comunità<br />

“missionaria”, aperta ai tanti che non la<br />

frequentano più, a chi appartiene alle diverse<br />

religioni.<br />

Ministri ordinati, consacrati e laici devono as-


Il <strong>Redone</strong><br />

sumere sempre più lo spirito del documento “Il<br />

volto missionario delle parrocchie in un mondo che<br />

cambia”, Nota pastorale della C.E.I. del 30 maggio<br />

2004.<br />

Chiedo che tutte le parrocchie provvedano non<br />

solo ad avere, ma anche a valorizzare i Consigli<br />

pastorali parrocchiali e i Consigli pastorali per<br />

gli affari economici. Chiedo che questi organismi<br />

siano realmente luogo di corresponsabilità<br />

e partecipazione e non momenti formali, magari<br />

mal sopportati. E, infine, domando che questi<br />

organismi nelle loro scelte seguano sempre più<br />

il metodo del “discernimento comunitario” che<br />

mette al centro dell’operatività la Parola di Dio<br />

proclamata, pensata, pregata e condivisa.<br />

Il discernimento comunitario li renderà consapevoli<br />

che la missione è responsabilità di tutti,<br />

all’interno delle nostre comunità e all’esterno:<br />

a sostegno dei nostri sacerdoti fidei donum e<br />

religiosi e laici missionari, e dell’attività di accoglienza<br />

e formazione verso gli immigrati che<br />

raggiungono, numerosi, le nostre comunità.<br />

Per la riflessione e la verifica<br />

1. Conosciamo il vero volto della nostra parrocchia?<br />

2. Siamo convinti che la comunità parrocchiale sarà<br />

tanto più rispondente alla sua vocazione quanto più<br />

si apre alla collaborazione e alla missione?<br />

3. Come funzionano i nostri Cpp e Cpae?<br />

- 12 -<br />

6. Quale famiglia e quali adulti<br />

Dai miei incontri con le giovani coppie ho colto<br />

un vivo e sincero desiderio di essere seguite<br />

maggiormente da uno o più sacerdoti particolarmente<br />

sensibili alla pastorale familiare.<br />

Credo che sia una domanda da non disattendere,<br />

allargando l’attenzione pure ai fidanzati e rivedendo<br />

anche modalità e contenuti degli incontri<br />

e dei corsi di preparazione ai matrimonio.<br />

Non dobbiamo temere di alzare la qualità di<br />

questi itinerari verso un sacramento oggi tanto<br />

frainteso.<br />

Ritengo, fra l’altro, che questa sia la strada per<br />

rispondere pure ad una situazione sempre più<br />

diffusa e motivo di non poche sofferenze e problemi<br />

per le famiglie e i pastori: matrimoni in<br />

crisi che sfociano in divorzi e separazioni con<br />

il conseguente allargarsi del numero di coppie<br />

irregolari o conviventi. Sarà sempre più opportuno<br />

trovare modalità perché queste coppie vivano<br />

l’appartenenza alla Chiesa e alla parrocchia, pur<br />

nei limiti sacramentali posti dalla loro condizione.<br />

Per questo ribadisco ancor più l’importanza di<br />

sacerdoti dediti alla pastorale familiare, senza<br />

dimenticare il ruolo positivo svolto da gruppi di<br />

coppie e famiglie animatrici.<br />

Una rete di famiglie soggetto attivo possono fare<br />

da stimolo anche nei confronti delle pubbliche<br />

istituzioni. Vorrei pure precisare che una pastorale<br />

familiare efficace deve intrecciarsi con una rinnovata,<br />

assidua e organica azione per gli adulti.<br />

Sono loro, infatti, i destinatari privilegiati dell’annuncio<br />

del Vangelo e per loro bisogna intensificare<br />

le varie occasioni di catechesi, in particolare<br />

i ‘centri di ascolto’. Bisogna inoltre continuare ad<br />

identificare adulti animatori disposti a formarsi,<br />

soprattutto mediante i corsi zonali di formazione<br />

superiore e anche frequentando la Scuola Diocesana<br />

di Teologia per i Laici, organizzata presso il<br />

Seminario Diocesano.<br />

Chiedo pure più dedizione alla formazione cristiana<br />

dei membri dei vari organismi di partecipazione<br />

e dei collaboratori parrocchiali nel volontariato<br />

in tutte le sue molteplici espressioni.<br />

Voglio pure qui sottolineare, col pensiero rivolto<br />

alle famiglie e agli adulti, una forma nuova ma<br />

urgente di servizio: l’animatore della cultura e<br />

della comunicazione.<br />

Si tratta di una figura che può rispondere a tanti<br />

interrogativi inerenti alla determinante influenza<br />

dei media nel plasmare la cultura del tempo<br />

presente.


E a questo proposito ribadisco quanto ho raccomandato<br />

di volta in volta, tramite lettera alle<br />

singole Zone da me visitate: l’uso e la diffusione<br />

dei media di ispirazione cattolica, diocesani<br />

e nazionali.<br />

Per la riflessione e la verifica<br />

1. Esiste una pastorale familiare organica in parrocchia<br />

e in Zona?<br />

2. Le coppie irregolari di credenti h<strong>anno</strong> alcune possibilità<br />

di partecipazione alla vita ecclesiale?<br />

3. Abbiamo tempi e strumenti per conoscere e rimanere<br />

accanto alle famiglie, soprattutto quelle in<br />

difficoltà?<br />

7. Pastorale giovanile<br />

I giovani ci st<strong>anno</strong> a cuore. Ci interessa il loro<br />

presente e il loro futuro, la ricerca di felicità, di<br />

verità e di senso che li caratterizza, anche quando<br />

imboccano falsi sentieri (a volte spinti da<br />

cattivi maestri) per trovare quanto desiderano.<br />

Ho presente la preoccupazione con cui, durante<br />

la Visita, sono stati fatti riferimenti ai giovani e<br />

agli adolescenti, spesso assenti alla tavola della<br />

comunità.<br />

Ribadisco quanto vi ho più volte con convinzione<br />

comunicato: non dobbiamo vedere il<br />

mondo giovanile come un problema, ma piuttosto<br />

come una risorsa. I giovani nella comunità<br />

v<strong>anno</strong> accolti come dono speciale dello Spirito di<br />

Dio alla Chiesa, e ne costituiscono la forza.<br />

Incoraggio, perciò, la costituzione delle Consulte<br />

di pastorale giovanile e raccomando che siano<br />

consistenti e attive in tutte le Zone.<br />

I giovani rispondono quando alle loro attese ven-<br />

- 13 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

gono date risposte affascinanti e concrete a tutto<br />

campo: dalla spiritualità alla cultura, dalla carità<br />

alla politica, allo sport.<br />

Occorre sostenere i giovani che frequentano le<br />

Università, perché diventino capaci di assumere<br />

una potenzialità per cui l’orientamento cristiano<br />

possa esprimere la sua forza in ordine alla promozione<br />

di un umanesimo integrale.<br />

La Chiesa diocesana nel suo complesso e le comunità<br />

e aggregazioni sappiano usufruire e godere<br />

di poter essere serviti da una Università<br />

Cattolica cui soprattutto le Scuole Cattoliche<br />

della diocesi guardano al fine di avere la possibilità<br />

di formare uomini e donne capaci di contribuire<br />

positivamente alla vita civile e sociale.<br />

Luogo e strumento privilegiato di formazione<br />

rimane l’Oratorio, dove i sacerdoti vorr<strong>anno</strong> essere<br />

presenti come educatori e animatori, appunto,<br />

di integrale formazione, aiutati da educatori<br />

laici. L’Oratorio non deve abdicare ad un ruolo<br />

che gli è proprio: una qualificata formazione, a<br />

partire dalla formazione spirituale. Per questo i<br />

sacerdoti, affidando ai laici ruoli di animazione,<br />

devono dare più tempo all’accompagnamento<br />

spirituale e al sacramento della riconciliazione,<br />

curando una speciale sensibilità verso quel discernimento<br />

vocazionale che fa rispondere con<br />

gioia i giovani che ancora e sempre Dio sceglie<br />

per il ministero ordinato e per la vita consacrata.<br />

Su questo aspetto della vita ecclesiale occorre<br />

insistere con urgenza e rinnovata volontà.<br />

Nella vita e nella gestione dell’Oratorio, poi, abbia<br />

un posto rilevante la famiglia, come responsabile<br />

e partecipe di tutte le attività oratoriane.<br />

Nella considerazione della realtà giovanile non<br />

sia tralasciata l’attenzione a quei giovani che<br />

vivono situazioni di emarginazione, disagio, devianza.<br />

La Chiesa deve mostrare loro il suo vero<br />

volto, che non è quello del giudice che condanna,<br />

ma dell’amore che redime e ricostruisce anche<br />

personalità infrante.<br />

Pastorale delle vocazioni<br />

Esprimo la convinzione che si possa costituire,<br />

con l’aiuto di Dio, un rinnovato punto di partenza<br />

d’un nuovo impulso per la pastorale delle vocazioni,<br />

in ogni realtà: dalla iniziazione cristiana<br />

alle giovani coppie, dagli adolescenti ai giovani.<br />

Un segno consolante è la sensibilità verso una<br />

pastorale unitaria espressa nei piani di azione<br />

diocesana aperti alla collaborazione con tutte le<br />

componenti ecclesiali.


Il <strong>Redone</strong><br />

Per la riflessione e la verifica<br />

1. Abbiamo un quadro della situazione giovanile in<br />

parrocchia e in Zona?<br />

2. Esiste la Consulta zonale di pastorale giovanile<br />

con attenzione alle vocazioni?<br />

3. L’Oratorio sta svolgendo le sue più specifiche funzioni?<br />

Come e con quali forze educative?<br />

8. Unità pastorali<br />

Si tratta di una esperienza partita da poco. Conosco<br />

le difficoltà e tutto quanto comporta un<br />

cammino inedito. Tuttavia mi sembra che quanto<br />

fino ad ora è stato possibile realizzare promette<br />

buoni frutti.<br />

Si fa necessario comprendere che Unità pastorale<br />

non è la cancellazione della parrocchia, ma il suo<br />

potenziamento alla luce dei due grandi principi<br />

della sussidiarietà e della complementarietà.<br />

Non solo delle strutture parrocchiali, ma anche<br />

delle persone.<br />

Chiedo fortemente di continuare il cammino,<br />

puntando su quanto facilita questo progetto come,<br />

ad esempio, l’appartenenza delle parrocchie<br />

allo stesso Comune.<br />

Il dialogo fraterno e la collaborazione organica<br />

diventa una necessità soprattutto nella pastorale<br />

giovanile, scolastica, sociale e familiare. Inoltre,<br />

alcune proposte realizzate insieme ed allargate<br />

segnano un incremento di qualità e partecipazione,<br />

come avviene per il magistero dei catechisti, i<br />

corsi di preparazione al matrimonio, esperienze<br />

di preghiera per i giovani.<br />

Per la riflessione e la verifica<br />

1. Dove le Unità pastorali sono avviate è possibile<br />

fa re un primo bilancio dell’esperienza?<br />

2. Dove non sono avviate è possibile quanto prima<br />

dare il via all’esperienza?<br />

3. Cosa è possibile<br />

fare ulteriormente<br />

per assumere la<br />

mentalità della collaborazione<br />

fra parrocchie?<br />

9. Consigli pastoraliparrocchiali<br />

e zonali<br />

Dopo la Visita<br />

mi rendo conto<br />

che deve crescere<br />

sempre più la<br />

- 14 -<br />

convinzione che i Consigli pastorali zonali, come<br />

quelli parrocchiali, sono organismi di comunione,<br />

luoghi di corresponsabilità dei laici nella<br />

Chiesa, strumenti per una pastorale condivisa,<br />

organica, capace di rinnovarsi.<br />

Chiedo che non siano solo esistenti in teoria, ma<br />

che operino realmente con entusiasmo e continuità<br />

per tutto il mandato. Sappiano progettare<br />

una pastorale di Zona e stimolino la collaborazione<br />

fra laici, ministri ordinati e vita consacrata.<br />

Nel Consiglio pastorale zonale si può vivere<br />

una sinergia fondamentale per questo tempo:<br />

quella, per esempio, fra pastorale familiare, giovanile<br />

e vocazionale.<br />

Inoltre, è di capitale importanza che il Consiglio<br />

pastorale zonale sia il luogo dove scaturisce l’attenzione<br />

della comunità cristiana al territorio. E<br />

al proposito è doveroso offrire occasioni di formazione<br />

a giovani e adulti in vista di un servizio<br />

nell’ambito sociale, politico e sanitario.<br />

Per la riflessione e la verifica<br />

1. Esistono in tutte le parrocchie e Zone i Consigli<br />

pastorali? E come funzionano?<br />

2. C’è un’attenzione al territorio e ai problemi sociali<br />

locali?<br />

Aggregazioni e movimenti<br />

Il ruolo dei fedeli laici e il profondo significato<br />

del loro associarsi e aggregarsi per meglio rispondere<br />

alla loro specifica vocazione sono un dato<br />

ormai acquisito. Ho incontrato nei vari momenti<br />

della Visita non pochi gruppi e aggregazioni<br />

ecclesiali, rilevando un sostanziale inserimento<br />

nella vita comunitaria.<br />

Mi sembra doveroso, tuttavia, ribadire la necessità<br />

di una formazione continua perché i laici<br />

associati si collochino sempre più nel progetto<br />

pastorale unitario della nostra Chiesa diocesana.<br />

Né va dimenticato il sostegno all’Azione Cattolica<br />

che promuove statutariamente la diretta<br />

collaborazione con la diocesi e la parrocchia.<br />

Sento, inoltre, di dover ricordare ai laici associati<br />

lo specifico campo del loro impegno: le realtà<br />

secolari.<br />

Pertanto proprio a loro raccomando alcune presenze.<br />

Prima di tutto nel mondo della scuola e della<br />

cultura, a partire dal coinvolgimento degli insegnanti<br />

credenti, docenti di religione, studenti<br />

più sensibili.<br />

Penso, poi, al mondo sociale e del lavoro con


quel lungo elenco che comporta: la presenza<br />

dei migranti, l’inserimento lavorativo dei giovani,<br />

la fatica del servizio in politica, varie forme<br />

di illegalità, l’ambiente, la pace, il turismo, l’economia,<br />

l’assistenza sanitaria, gli anziani, l’economia.<br />

Infine la carità. Sono tante le nuove forme di<br />

povertà che si affiancano a quelle di sempre, dovute<br />

alla fragilità dell’uomo. Forme organizzate,<br />

a partire dalla Caritas, di aiuto e risposta a tanti<br />

bisogni sono un campo formidabile di azione per<br />

il laicato. Senza dimenticare, come ben ricorda<br />

la Deus Caritas est di Benedetto XVI, che l’azione<br />

caritativa del cristiano non deve essere pura filantropia,<br />

ma la conseguenza della propria scelta<br />

fondamentale di figlio di Dio in Cristo che ha<br />

dato ai suoi discepoli il “comandamento nuovo”<br />

dell’amore.<br />

Percorrendo questa strada anche l’azione nell’ambito<br />

secolare da parte del cristiano diventa<br />

una forma incisiva di evangelizzazione.<br />

Per la riflessione e la verifica<br />

1. Il rapporto fra presbiteri e laici è ben impostato?<br />

2. C’è la coscienza che ai laici v<strong>anno</strong> offerte occasioni<br />

costanti di preparazione e di formazione?<br />

3. Come ci si rapporta nei confronti dell’ambito sociale<br />

e di quello politico?<br />

Conclusione<br />

Carissimi,<br />

concludendo questa lettera, che il cuore mi ha<br />

dettato perché la Visita pastorale che ho compiuto<br />

non passi soltanto agli archivi parrocchiali<br />

come un momento significativo del recente passato<br />

ma porti frutto restando come stimolo e incoraggiamento<br />

nel cammino di “conversione pastorale”<br />

cui tutti, pastori e laici, siamo chiamati,<br />

penso alla ancor fresca esperienza che ho vissuta<br />

al Convegno ecclesiale di Verona unitamente al<br />

Vescovo ausiliare e ai delegati bresciani. Rivedo<br />

il volto della Chiesa italiana come si è delineato<br />

durante le giornate di Verona: una Chiesa viva<br />

e non stanca, cosciente della propria missione,<br />

capace di infondere speranza.<br />

Chiedo alla Chiesa di Brescia di non accontentarsi<br />

della sua forte tradizione cristiana passata, ma<br />

di assumere lo sforzo per un impegno di testimonianza<br />

nel presente della nostra terra.<br />

Chiedo una testimonianza cristiana più viva,<br />

gioiosa e contagiosa.<br />

Ripeto a voi e per voi le parole del Santo Padre<br />

- 1 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Benedetto XVI ai convegnisti di Verona il 19 ottobre:<br />

“Non ripieghiamoci su noi stessi. . . Dobbiamo<br />

essere testimoni a tutto campo con il pensiero e<br />

con l’azione, nei comportamenti personali e in quelli<br />

pubblici”.<br />

E nell’omelia dell’Eucaristia celebrata allo stadio<br />

quello stesso giorno ha ricordato che “in un mondo<br />

che cambia, il Vangelo non muta. ……. Portate<br />

nel mondo la speranza di Dio, che è il Cristo Signore,<br />

il quale è risorto dai morti e vive e regna nei secoli<br />

dei secoli.”<br />

* * *<br />

Sento il dovere di ringraziare tutti quanti h<strong>anno</strong><br />

collaborato per la realizzazione della Visita Pastorale:<br />

il Convisitatore che ha preparato la visita e<br />

mi ha accompagnato diligentemente, e con lui la<br />

Segreteria della Visita Pastorale; i diaconi del Seminario<br />

e i diaconi permanenti che si sono prestati<br />

con un servizio adeguato alloro ministero;<br />

i sacerdoti tutti, particolarmente i vicari zonali<br />

e i parroci, sui quali ho fatto pesare un impegno<br />

non di poco conto; quanti, comunità religiose o<br />

il personale delle case canoniche che mi h<strong>anno</strong><br />

ospitato, e in ultimo, ma prime come partecipazione,<br />

le monache claustrali per il loro fedele ed<br />

orante accompagnamento.<br />

Eravamo partiti in compagnia della Madonna<br />

pellegrina in viaggio verso la cugina Elisabetta,<br />

concludiamo ancora con lei vicina a Gesù nella<br />

grotta di Betlemme con sulle labbra e nel cuore la<br />

sua preghiera: “L’anima mia magnifica il Signore”.<br />

Firmo questa mia lettera nel giorno splendido e<br />

grande del Natale di Cristo Signore, ragione della<br />

nostra speranza: contemplando Gesù con Maria<br />

e Giuseppe prego per tutte le famiglie di tutte le<br />

parrocchie e benedico tutti e ciascuno di cuore.<br />

Brescia, 2 dicembre 200 ,<br />

Natale del Signore.<br />

† Giulio Sanguineti<br />

vescovo


Il <strong>Redone</strong><br />

LA FAMIGLIA UNA REALTA’<br />

INSOSTITUIBILE DA SALVAGUARDARE<br />

12 MAGGIO <strong>2007</strong><br />

MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI A ROMA<br />

MESSAGGIO<br />

La famiglia è un bene umano fondamentale<br />

dal quale dipendono l’identità e il futuro delle<br />

persone e della comunità sociale. Solo nella famiglia<br />

fondata sull’unione stabile di un uomo e<br />

una donna, e aperta a un’ordinata generazione<br />

naturale, i figli nascono e crescono in una comunità<br />

d’amore e di vita, dalla quale possono attendersi<br />

un’educazione civile, morale e religiosa.<br />

La famiglia ha meritato e tuttora esige tutela<br />

giuridica pubblica, proprio in quanto cellula<br />

naturale della società e nucleo originario che<br />

custodisce le radici più profonde della nostra<br />

comune umanità e forma alla responsabilità sociale.<br />

Non a caso i più importanti documenti sui<br />

diritti umani qualificano la famiglia come “nucleo<br />

fondamentale della società e dello Stato”.<br />

Come cittadini di questo Paese avvertiamo il dovere<br />

irrinunciabilc di spenderci per la tutela e<br />

la promozione della famiglia, che costituisce<br />

un bene umano fondamentale. Come cattolici<br />

confermiamo la volontà di essere al servizio<br />

del Paese, impegnandoci sempre più, sul piano<br />

culturale e formativo, in favore della famiglia.<br />

Come cittadini e come cattolici affermiamo che<br />

ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese.<br />

.Perciò la difenderemo con le modalità più opportune<br />

da ogni tentativo di indebolirla sul piano<br />

sociale, culturale o legislativo. E chiederemo<br />

politiche sociali audaci e impegnative. Il nostro<br />

è un grande sì alla famiglia che, siamo certi, incontra<br />

la ragione e il cuore degli italiani.<br />

Vi aspettiamo numerosi a Roma il giorno<br />

12 maggio <strong>2007</strong><br />

- 1 -<br />

RIPRODUCIAMO QUI LA LETTERA PA-<br />

SQUALE DEL CARDINALE ENNIO ANTO-<br />

NELLI ALLE FAMIGLIE<br />

[1] Carissimi fratelli e sorelle,<br />

la Pasqua del Signore porti alle vostre famiglie<br />

grazia, pace e ogni bene.<br />

............. voglio aiutarvi a riflettere sull’importanza<br />

sociale della famiglia. Il mio discorso, pur<br />

essendo in armonia con la fede cristiana, si sviluppa<br />

sulla base dell’esperienza e della ragione e può<br />

essere condiviso anche da chi non è credente.<br />

[2] In molte tradizioni culturali la famiglia si presenta<br />

soprattutto come istituzione finalizzata al bene<br />

generale della società e in misura minore viene<br />

considerata come comunità di amore tra le persone.<br />

Anche nel nostro paese era questa la situazione<br />

in un passato ormai piuttosto lontano. Oggi però il<br />

contesto culturale è radicalmente cambiato. E’ molto<br />

diffusa la mentalità<br />

individualista;<br />

si


privilegiano i diritti e l’indipendenza dell’individuo.<br />

Conta quello che si sente, quello che è spontaneo e<br />

immediatamente gratificante, come se i desideri, gli<br />

affetti e le emozioni non dovessero essere governati<br />

dalla ragione e orientali verso ciò che è veramente<br />

bene. La famiglia viene privatizzata, ridotta a un<br />

semplice rapporto affettivo, senza rilevanza sociale,<br />

come se si trattasse soltanto di una forma di<br />

amicizia. Anzi, la tendenza a inseguire e consumare<br />

emozioni e sensazioni, a usare l’altra persona<br />

soprattutto in funzione della propria soddisfazione,<br />

rende fragile il rapporto di coppia; impedisce il consolidarsi<br />

della fiducia reciproca e di un forte legame<br />

di appartenenza.<br />

A sua volta la precarietà della coppia incide negativamente<br />

sulla nascita e sull’educazione dei figli,<br />

compromettendo il bene stesso della società. Non<br />

è difficile rendersi conto che senza nascite un popolo<br />

muore e senza educazione un popolo va in<br />

decadenza.<br />

In Italia abbiamo la natalità più bassa che ci sia<br />

al mondo, in media un solo figlio per donna (o<br />

poco più), mentre ne occorrerebbero due (o poco<br />

più) per il ricambio generazionale. Senza un’inversione<br />

di tendenza, si prevede che in breve tempo<br />

la popolazione italiana sarà dimezzata. Qualcuno<br />

potrebbe dire: “Meglio così! Si starà più larghi e si<br />

starà meglio!”. Ma questo è completamente falso.<br />

Il calo demografico porterà con sé una grave crisi<br />

economica, sociale e culturale. Diminuirà la produzione<br />

di beni e servizi; diventer<strong>anno</strong> insostenibili<br />

il pagamento delle pensioni e l’assistenza agli anziani,<br />

che viceversa, a motivo dell’invecchiamento<br />

complessivo della popolazione, avr<strong>anno</strong> bisogno<br />

di maggiori risorse umane ed economiche; non si<br />

sarà più in grado di assicurare la scuola e il trattamento<br />

sanitario gratuiti; si assottiglierà la trasmissione<br />

del nostro patrimonio culturale, proprio<br />

quando si diffonder<strong>anno</strong> altre culture portate dagli<br />

immigrati. Non per niente Giovanni Paolo II metteva<br />

in guardia il popolo italiano dal rischio di un<br />

“suicidio demografico”.<br />

L’instabilità del rapporto di coppia reca grave d<strong>anno</strong><br />

anche all’educazione dei figli, compromettendo<br />

- 17 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

spesso il loro equilibrio psicologico e predisponendoli<br />

a comportamenti disordinati e devianti. A riguardo<br />

le indagini statistiche rilevano, con percentuali<br />

impressionanti, fenomeni di disagio sociale,<br />

tossicodipendenza, micro e macrocriminalità, lasciando<br />

intuire facilmente quali siano i costi per la<br />

società nel suo insieme: basti ricordare che qualche<br />

tempo fa negli Stati Uniti 1’85% dei giovani in carcere<br />

risultava cresciuto senza la vicinanza della<br />

figura paterna.<br />

[3] Da quanto siamo venuti dicendo emerge quanto<br />

sia importante per la società che le famiglie siano<br />

stabili, abbiano figli e siano in grado di educarli.<br />

In realtà la famiglia non è semplicemente un fatto<br />

privato, come lo è l’amicizia. È lo snodo tra persona<br />

e società, dove si intrecciano e interagiscono relazioni<br />

private e relazioni sociali. La qualità della famiglia<br />

condiziona sia la qualità delle persone che la<br />

qualità della società. Quanto poi al suo contributo<br />

per il bene comune, vale la pena ricordare almeno<br />

i seguenti elementi: aiuto reciproco tra i coniugi, generazione<br />

ed educazione dei figli, trasmissione dei<br />

valori umani e culturali, erogazione dei servizi alle<br />

persone in situazione di fragilità (bambini, disabili,<br />

malati, anziani), funzione di ammortizzatore<br />

sociale nei momenti difficili.<br />

Allora si comprende perché il matrimonio, con<br />

cui l’uomo e la donna assumono l’impegno della<br />

convivenza stabile e della dedizione ai figli, debba<br />

essere celebrato secondo una forma giuridica riconosciuta<br />

dalla società. Esso, avendo grande rilevanza<br />

sociale, non può non essere un atto pubblico.<br />

E la famiglia fondata sul matrimonio è non solo<br />

una comunità di affetti, ma anche un’istituzione<br />

di interesse pubblico; e come tale va riconosciuta,<br />

tutelata, sostenuta e valorizzata dalle pubbliche<br />

autorità che h<strong>anno</strong> la responsabilità specifica di<br />

promuovere il bene comune.<br />

È auspicabile che i politici, nell’elaborare leggi e<br />

provvedimenti, ascoltino non solo le forze sociali,<br />

ma anche le associazioni per i diritti della famiglia.<br />

Più in particolare, è auspicabile che si sviluppi una<br />

strategia per poter arrivare gradualmente a dare


Il <strong>Redone</strong><br />

alcuni aiuti concreti<br />

assai importanti: offerta<br />

di nuove opportunità<br />

per<br />

quanto riguarda<br />

la casa e il<br />

lavoro, calcolo<br />

delle tasse<br />

(IRPeF, ICI)<br />

tenendo conto<br />

dei carichi<br />

fa m i l i a ­<br />

ri e non<br />

solo delle<br />

entrate, realizzazione<br />

di<br />

una rete adeguata di servizi, effettiva attuazione<br />

della libertà di educazione, perché non solo i benestanti,<br />

ma anche i poveri possano scegliere senza<br />

ulteriori oneri finanziari la scuola pubblica non<br />

statale, se lo desiderano.<br />

Rispetto alla famiglia, molto diversa è la posizione<br />

delle convivenze di fatto e delle coppie omosessuali.<br />

Esse non comportano assunzione di impegni e di<br />

doveri nei confronti della società. Si configurano<br />

piuttosto come un rapporto privato tra individui,<br />

analogo al rapporto di amicizia, per il quale nessuno<br />

si sogna di chiedere un riconoscimento giuridico.<br />

Non è giusto che abbiano gli stessi diritti della<br />

famiglia, dato che non h<strong>anno</strong> gli stessi doveri. Le<br />

loro esigenze dovrebbero trovare risposta nei diritti<br />

riconosciuti alle singole persone.<br />

[4] Malgrado la grave crisi che sta attraversando, la<br />

famiglia continua ad essere percepita in Italia come<br />

un grande valore. Secondo vari sondaggi, occupa<br />

sempre il primo posto nella graduatoria degli interessi<br />

vitali delle persone. Il bisogno di sicurezza affettiva<br />

e di appartenenza rende ancora desiderabile<br />

per molti giovani il matrimonio. Le coppie che si<br />

sposano dichiarano di desiderare almeno due figli,<br />

una media nettamente più alta di quella che poi<br />

effettivamente realizzano. Emergono inoltre alcune<br />

tendenze assai positive, quali l’interesse per la spi­<br />

- 1 -<br />

ritualità familiare, l’esigenza del dialogo di coppia,<br />

il rinnovato impegno educativo di molti genitori, il<br />

volontariato familiare, l’amicizia, la solidarietà e<br />

la collaborazione tra famiglie.<br />

Sono tutti segnali di vitalità e motivi di speranza<br />

per il futuro. La famiglia è fortemente radicata nel<br />

cuore della nostra gente. Inoltre la fede ci assicura<br />

che più ancora è radicata nel cuore di Dio creatore e<br />

nel cuore di Cristo Salvatore. Auspico che famiglie,<br />

parrocchie, associazioni, istituzioni culturali, uomini<br />

di buona volontà cooperino intensamente per<br />

una rinnovata presa di coscienza dell’importanza<br />

della famiglia nella società.<br />

Invito tutti voi, carissimi fratelli e sorelle, a dare con<br />

la testimonianza della vostra famiglia il massimo<br />

contributo possibile al bene della società. Cercate<br />

di vivere e di irradiare i valori essenziali della<br />

convivenza civile: rispetto di ogni persona, fiducia<br />

reciproca, libertà responsabile, dialogo, collaborazione,<br />

amore, gratuità, pace. Abbiate una speciale<br />

attenzione per i disabili, gli anziani, i malati, i poveri<br />

e per altre famiglie che si trovino in difficoltà.<br />

Non vi isolate nel recinto delle mura domestiche,<br />

ma impegnatevi nelle attività sociali, culturali,<br />

parrocchiali. D’altra parte vigilate perché gli impegni<br />

di lavoro e i diversi interessi non finiscano<br />

per logorare la vostra unità familiare. Rivendicate i<br />

diritti della famiglia, dando la vostra adesione alle<br />

associazioni che li tutelano, in modo che l’attuale<br />

società degli individui diventi piuttosto società delle<br />

famiglie, in cui si armonizzano libertà e solidarietà.<br />

I1 Signore Gesù, crocifisso e risorto, comunichi a<br />

tutti voi la forza e la gioia del suo Spirito di amore,<br />

perché ogni famiglia cristiana sia un vangelo vivo<br />

e ogni uomo di buona volontà possa comprendere<br />

la grande parola di Giovanni Paolo II di venerata<br />

memoria: «L’avvenire dell’umanità passa attraverso<br />

la famiglia» (Familiaris Consortio ).<br />

Card. Ennio Antonelli


Mons. Roberto Càceres tra di noi:<br />

una visita che si giustifica<br />

Domenica 1 marzo nella nostra parrocchia il<br />

vescovo Mons. Roberto Càceres ha festeggiato i<br />

suoi 4 anni di consacrazione episcopale nella<br />

nostra parrocchia e il lunedì 19 marzo presso il<br />

Centro Pastorale Paolo VI° una decina si sacerdoti<br />

“Fidei donum”, della diocesi di Brescia che<br />

nell’arco di questi ultimi 40 anni si sono turnati<br />

come missionari in Uruguay, h<strong>anno</strong> concelebrato<br />

l’Eucaristia con Mons. Roberto, Vescovo<br />

emerito della diocesi di Melo - Uruguay dove<br />

molti di loro h<strong>anno</strong> prestato il loro servizio pastorale.<br />

Quella Concelebrazione era un rendimento di<br />

grazie a Dio proprio perchè nel lontano 19 marzo<br />

19 2 , quindi 4 anni fa, quando non aveva<br />

ancora compiuto 41 anni, nella cattedrale di<br />

Montevideo Mons.<br />

Roberto riceveva<br />

l’ordinazione episcopale.<br />

Nello stesso<br />

<strong>anno</strong> è stato invitato<br />

a Roma come Padre<br />

conciliare e ha vissuto<br />

l’esperienza del<br />

Concilio Vaticano II°<br />

partecipando senza<br />

assenze a tutte le<br />

sessioni. Fu in quel<br />

tempo che è nato il<br />

rapporto con la diocesi<br />

di Brescia che<br />

dava il via libera a<br />

due suoi seminaristi<br />

per andare missionari nella sua diocesi. Don<br />

Saverio ha conosciuto allora Mons. Roberto ed è<br />

stato consacrato diacono da lui nella parrocchia<br />

di Lumezzane.<br />

Mons. Roberto ha passato nella nostra parrocchia<br />

parecchi giorni di questo suo ultimo viaggio<br />

in Italia e prima di partire ha voluto lasciare<br />

una lettera alla nostra Comunità parrocchiale:<br />

Carissimi parrocchiani di Gottolengo,<br />

con molto<br />

piacere accetto l’invito del vostro parroco, don<br />

Saverio, per dirigermi a tutti voi, lettori de “Il<br />

<strong>Redone</strong>” e alla <strong>Parrocchia</strong> dei Santi Pietro e Pao-<br />

- 19 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

lo di Gottolengo, per ringraziarvi innanzitutto e<br />

ancora una volta per la vostra fraterna ospitalità.<br />

Sono un Vescovo “Emerito” dell’Uruguay, della<br />

diocesi di Melo. Un Vescovo in pensione.<br />

Sembrerebbe che un Vescovo, successore degli<br />

Apostoli non dovrebbe mai sentirsi in pensione<br />

e questo è certo; come nessuno di voi va in<br />

pensione come cristiano e quindi come vicario<br />

e rappresentante di Gesù nel mondo attuale:<br />

di Gesù l’ “unico Vescovo delle nostre anime”<br />

e l’unico Missionario. Missionari si è fino alla<br />

morte e anche oltre, dallo stesso cielo come lo<br />

prometteva Santa Teresina del Bimbo Gesù.<br />

Per questo il Vescovo Emerito non smette mai<br />

di essere Vescovo e<br />

Missionario.<br />

Essere riconoscenti<br />

è un dovere cristiano<br />

e umano. “Siate<br />

sempre riconoscenti”<br />

scrive San Paolo.<br />

Il Vescovo Emerito<br />

certamente lascia<br />

da parte il compito<br />

di amministrare e<br />

di prendere decisioni<br />

pastorali in una<br />

diocesi. Il fatto di lasciare<br />

la cura diretta<br />

della diocesi, al raggiungimento<br />

di una<br />

determinata età, era stato proposto a approvato<br />

nel Concilio Vaticano Secondo e poi regolamentato<br />

dal papa bresciano Paolo VI° di felice memoria.<br />

Il mio transito per Gottolengo ha come scopo di<br />

esprimere l’immensa gratitudine, e questo è il<br />

sentire unanime della nostra diocesi di Melo in<br />

Uruguay, ubicata al confine con il Brasile, verso<br />

la persona di don Saverio, missionario durante<br />

più di vent’anni tra di noi, ma anche verso i Vescovi,<br />

il Clero e il Popolo cristiano della diocesi<br />

di Brescia per il generoso apporto di sacerdoti<br />

e religiose che h<strong>anno</strong> prestato il servizio dell’Evangelizzazione<br />

immettendosi nella vita della<br />

nostra gente, servizio questo che la Diocesi di


Il <strong>Redone</strong><br />

Brescia sta prestando da quarant’anni.<br />

Il ringraziamento speciale va ai familiari di questi<br />

missionari e missionarie che si sono inseriti<br />

nelle località e contrade più povere del nostro<br />

territorio.<br />

Anche a “loro”, ai familiari, la nostra gratitudine<br />

perchè loro rimangono qui in Italia, soffrendo il<br />

vuoto della loro assenza e pregando per la loro<br />

missione.<br />

Durante questo tempo che ho potuto passare<br />

con voi in Gottolengo abbiamo insieme ricordato<br />

e celebrato il 4 ° anniversario della mia ordinazione<br />

episcopale avvenuta nella Cattedrale<br />

di Montevideo.<br />

Durante il mio servizio episcopale alla diocesi,<br />

che durò 3 anni, dei quali trenta contando<br />

sull’inestimabile collaborazione dei missionari<br />

e missionarie bresciani, che con la loro dedizione<br />

apostolica han fatto crescere e h<strong>anno</strong> moltiplicato<br />

sul territorio della diocesi un gran numero<br />

di “Piccole Comunità Ecclesiali di Base”,<br />

impulsando e preparando il popolo ad essere<br />

lui stesso missionario nel proprio territorio.Tra<br />

le altre cose, h<strong>anno</strong> pure contribuito in forma<br />

decisiva perchè, in quella felice domenica<br />

di maggio del 19 , il Papa Giovanni Paolo II°<br />

- 20 -<br />

fosse clamorosamente e sentitamente accolto<br />

nella città di Melo.<br />

Una gigantesca Croce innalzata sulla sommità<br />

del Cerro Largo (Collina che dà il nome alla provincia<br />

che ha per capoluogo Melo) da questi<br />

missionari è rimasta come segno permanente e<br />

perpetuo per tramandare ai posteri questo storico<br />

avvenimento.<br />

Per tutti questi fatti, che h<strong>anno</strong> avuto i missionari<br />

e le missionarie di Brescia come qualificati<br />

protagonisti in lungo e in largo nei paesi della<br />

diocesi di Melo e Trenta Tre (capoluogo della<br />

seconda provincia della diocesi) in Uruguay,<br />

la nostra Comunità Diocesana rimarrà sempre<br />

riconoscente verso la famiglia e la Chiesa<br />

bresciana. Affinchè si mantengano vivi questi<br />

sentimenti e siano conosciuti dalle nuove generazioni<br />

ho voluto ancora una volta farvi questa<br />

visita e benedirvi in nome del nostro lontano e<br />

amato popolo di Melo e Trenta Tre.<br />

Gottolengo, Marzo <strong>2007</strong><br />

+ Roberto Càceres<br />

Vescovo emerito di Melo


VITA PARROCCHIALE<br />

- 21 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Quelle domeniche di Quaresima<br />

Esiste in molti la consapevolezza che nella nostra<br />

società il pensiero di un Dio che è presente,<br />

che cammina accanto a noi, che provvede, che<br />

consola, che aiuta, che salva, appare come una<br />

utopia, un ideale, ma che forse è roba d’altri<br />

tempi, ora c’è la scienza, la legge che detta norme<br />

sul bene e sul male, il pensiero comune, il<br />

relativismo morale.<br />

Questo Dio, insomma, non è più tra noi,<br />

forse è vero che esiste ma è lassù e non pensa<br />

all’uomo che sbriga da sé i propri affari : i problemi,<br />

l’uomo li risolve senza un Dio che s’impiccia.<br />

In questo mondo, in questa società che avanza<br />

sempre più, che alza la sua voce contro la Chie-<br />

sa e i suoi Ministri, Sacerdoti, Papa e Vescovi…..<br />

i cristiani battezzati cosa possono fare??<br />

Se molti cristiani h<strong>anno</strong> l’esperienza<br />

e credono che questo Dio, incarnato in Gesù<br />

Cristo, è entrato nella storia dell’uomo e nella<br />

storia di ciascuno di noi, con il potere di salvare<br />

ogni uomo dalla morte ontologica, cioè dalla<br />

sofferenza vera che è la non speranza, la disperazione,<br />

che è il dolore senza senso, da una vita<br />

senza meta………, i cristiani stessi, in forza del<br />

proprio battesimo, con il dono della grazia che<br />

accompagna ogni cristiano, possono compiere<br />

il mandato che Gesù Cristo ha dato ai suoi apostoli<br />

nel Vangelo (Matteo 10,7) “e strada facendo<br />

predicate che il Regno dei Cieli è vicino” : quel<br />

luogo cioè, dove ogni uomo può fare esperienza<br />

della pace che dona la resurrezione dalla morte,<br />

seminata dal peccato nel cuore dell’uomo,<br />

l’esperienza che nessun peccato, nessuna colpa,<br />

né miseria o debolezza può separarci dall’Amore<br />

di Dio, che ogni dolore, tristezza, sofferenza<br />

e delusione può essere consolata da Gesù che<br />

ha dato la sua vita per amore nostro.<br />

Annunciare la BUONA NOTIZIA che Gesù<br />

Cristo ha vinto la morte, che è RISORTO, che<br />

a tutti noi è donato di gustare i frutti del Regno<br />

dei Cieli già in questa vita, anche se consapevoli<br />

che li vivremo in pienezza nell’altra….….può<br />

oggi ridonare speranza all’uomo deluso dalla<br />

propria storia?<br />

E’ una esperienza che in queste Domeniche<br />

di Quaresima h<strong>anno</strong> fatto numerose migliaia<br />

di giovani, uomini e donne, in tutta Italia<br />

e in tutte le Nazioni del mondo, là dove la<br />

Chiesa Locale offre l’esperienza di un cammino<br />

di conversione e iniziazione cristiana qual è il<br />

Cammino Neocatecumenale..<br />

Anche nella nostra <strong>Parrocchia</strong> dei Santi<br />

Pietro e Paolo in Gottolengo tutte le nove Comunità<br />

presenti, (composte da giovani e giovanissimi,<br />

uomini e donne) h<strong>anno</strong> vissuto l’esperienza<br />

di questo annuncio a molte persone, nei<br />

luoghi più diversi della Provincia, ricevendo in<br />

alcuni casi il rifiuto, in molti altri l’ascolto, ri-


Il <strong>Redone</strong><br />

sposte di riflessione su quanto ascoltato, h<strong>anno</strong><br />

condiviso il dolore, le problematiche presenti<br />

nella vita, h<strong>anno</strong> soprattutto “ascoltato il cuore<br />

della gente”, pregato per coloro che portano<br />

sofferenze …..soprattutto sperimentato che annunciare<br />

Gesù Cristo, pronunciare il Suo nome<br />

Vittorioso è semplicemente ..bello,. dona gioia<br />

al cuore,…”testimonia al nostro Spirito l’Amore<br />

di Dio per l’uomo.”<br />

Questa esperienza ci ha fatto pregustare<br />

e attendere la Pasqua che presto vivremo, la<br />

grande festa, la notte delle notti, la veglia più<br />

importante dell’<strong>anno</strong>, dove ogni cristiano può<br />

esultare della Vittoria di Gesù Cristo sulla morte,<br />

ritrovare la speranza, la gioia, il riposo da<br />

ogni dolore e sofferenza, la consolazione perfetta.<br />

Quaresima <strong>2007</strong><br />

Una <strong>Parrocchia</strong>na.in cammino…<br />

CONSIGLIO PASTORALE<br />

PARROCCHIALE<br />

19 / 02 /<strong>2007</strong> - Verbale della 4° Assemblea Generale.<br />

Dopo la preghiera iniziale e le lettura del verbale<br />

della precedente riunione, il parroco ha avviato<br />

il tema principale della riunione : l’esame<br />

e discussione sulla lettera pastorale del vescovo<br />

che, proprio domani (20 febbraio) compie 7<br />

anni, età questa che canonicamente segna la<br />

conclusione della responsabilità diretta del Vescovo<br />

nella conduzione pastorale della diocesi<br />

- 22 -<br />

aprendo così la strada per l’avvicendamento.<br />

Mons. Sanguineti ha già inviato lettera di dimissioni<br />

dall’incarico, anche se lascerà effettivamente<br />

il suo ministero in estate; si sta programmando<br />

una celebrazione solenne del Vescovo<br />

con i rappresentanti della Chiesa bresciana e<br />

quindi con i vari Consigli pastorali (zonali – diocesano<br />

– etc..).<br />

Prima di incominciare l’esame dei vari capoversi<br />

della lettera pastorale, si è discusso brevemente<br />

sul contenuto della precedente riunione<br />

e del conseguente verbale: in altre parole, si è<br />

posta attenzione e viene evidenziata la necessità<br />

di educare i fedeli a comprendere i gesti che<br />

si compiono nelle celebrazioni, per viverne il<br />

contenuto e applicarlo alla vita.<br />

E’ auspicabile che si giunga a ciò, anche attraverso<br />

celebrazioni in gruppi più ristretti: l’importante,<br />

comunque e sempre, è dare il giusto<br />

peso e significato, non tanto alla coreografia liturgica,<br />

ma alla sostanza delle celebrazioni, vale<br />

a dire, al mistero di vita e di grazia che racchiude<br />

in sè la celebrazione eucaristica.<br />

Il progetto di iniziare progressivamente tutta la<br />

Comunità a ricuperare il senso e il valore dei<br />

vari segni liturgici è stato un poco rallentato dall’impegno<br />

di Don Saverio, che ha dovuto sopperire<br />

all’assenza del parroco di Gambara, ma<br />

sembra che la situazione sia in via di soluzione.<br />

Questo progetto ha come supporto la riflessione<br />

e le proposte che emergono, nelle riunioni<br />

del sabato pomeriggio, dal “Gruppo Liturgico”<br />

preposto proprio alla preparazione delle celebrazioni.<br />

Esame delle lettera pastorale del Vescovo.<br />

In apertura, Don Saverio comunica che, a<br />

livello di C.P. Zonale, verrà costituita una commissione<br />

che approfondirà il teme ed il messaggio<br />

del Vescovo.<br />

1° Punto – Nuova Evangelizzazione<br />

• Ha aperto la discussione un primo intervento<br />

che ha voluto stigmatizzare una situazione di<br />

vera crisi della fede, specialmente all’interno<br />

delle famiglie, crisi che porta a conseguenze<br />

disastrose.<br />

In sostanza, si rileva che, a fronte di una tradizione<br />

cristiana presente, nelle nostra comunità,<br />

ci siano :<br />

- pochi apostoli<br />

- tenue missionarietà<br />

- quasi ininfluente testimonianza.


• Altro intervento (Una<br />

Signora) precisa che<br />

si ha l’impressione<br />

del poco impegno :<br />

in altre parole, sono<br />

sempre i soliti ad impegnarsi<br />

e si assiste<br />

ad un grosso calo di<br />

partecipazione.<br />

• Don Saverio fa notare<br />

che a lui sembra il<br />

contrario, sono moltissimi<br />

i volontari<br />

nei vari settori della<br />

Pastorale, auspica<br />

che ognuno di loro<br />

faccia il suo servizio<br />

con vero spirito cristiano<br />

e quindi con<br />

fede e con amore,<br />

oltre che con competenza.<br />

• Da un altro componente<br />

del C.P.P. si pone<br />

l’accento sul fatto<br />

che il moltiplicarsi<br />

delle proposte di fede e di cammini di fede<br />

rende difficile interiorizzare il messaggio:<br />

l’abbondanza di proposte non viene tradotta<br />

in applicazione concreta ed in partecipazione<br />

convinta.<br />

• Uno dei presenti, riferendosi al discorso del<br />

Papa ai nunzi apostolici, fa notare come si riscontra<br />

il timore ed il pericolo di non potere<br />

e di non riuscire a recuperare coloro che si<br />

sono allontanati dalla fede o non sono disposti<br />

e non vogliono ascoltare il messaggio di<br />

Cristo.<br />

• Si fa notare che nella nostra parrocchia non<br />

ci siamo ancora proposti un dialogo umano<br />

e di fede con le tante persone immigrate che<br />

vivono da tempo in mezzo a noi. Quando ci<br />

apriremo evangelicamente a loro?<br />

• Da una signora viene fatta una considerazione<br />

circa la crisi nel tessuto sociale e, in primis,<br />

nella famiglia anche cristiana ormai restia a<br />

seguire il messaggio dei suoi pastori e le proposte<br />

di vita che il Vangelo propone. Bisogna<br />

mantenere e proseguire con pazienza il dialogo<br />

con le famiglie.<br />

• D’altra parte, un altro intervento rileva che<br />

solo se sono convinti, i ragazzi seguono il<br />

messaggio e le indicazioni dei pastori, dei<br />

genitori e della comunità educativa : diversa-<br />

- 23 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

mente, non è più possibile<br />

imporre il cammino<br />

di fede con i ‘vecchi<br />

metodi’.<br />

• In sostanza, bisogna<br />

essere ‘missionari’ innanzitutto<br />

e soprattutto<br />

nelle proprie famiglie<br />

e con le famiglie.<br />

• In sostanza - riassume<br />

Don Saverio- la Nuova<br />

Evangelizzazione deve<br />

proporsi nell’ambito<br />

della <strong>Parrocchia</strong> attraverso<br />

un chiaro cammino<br />

di fede, “esigente”<br />

sì, ma “percorribile”<br />

da tutti, diversamente,<br />

si rischia d’incontrare<br />

troppe resistenze; con<br />

una pluralità, non eccessiva,<br />

di proposte e<br />

con la condizione che<br />

tutte siano convergenti<br />

verso una meta comune:<br />

l’unità dei cuori<br />

vissuta nella celebrazione eucaristica e<br />

testimoniata nell’impegnata partecipazione,<br />

come lievito cristiano, nella vita del paese.<br />

• Uno dei presenti afferma che bisogna partire<br />

dalla PAROLA, unica roccia e caposaldo della<br />

fede. Bisogna agire con pazienza senza aver<br />

fretta di raccogliere, mantenendo lo stimolo<br />

a continuare, tenendo presente che l’azione<br />

di evangelizzazione significa portare pazientemente<br />

a Cristo il nostro popolo, soprattutto<br />

le nuove generazioni.<br />

• Un’altro dei presenti rafforza il concetto che<br />

non bisogna perdere la speranza, anche nelle<br />

battaglie quotidiane della vita, perché la speranza<br />

stessa viene da Gesù, da Dio stesso che<br />

ci è sempre vicino.<br />

La speranza può arrivare, anzi, spesso arriva,<br />

da una situazione di dolore. Se la speranza è<br />

sostenuta dalla Croce di Cristo, il dolore stesso<br />

viene illuminato e sublimato, se, invece,<br />

non lo è, può portare alla disperazione.<br />

• Un’altro precisa: dev’essere il cristiano a saper<br />

dire al sofferente che in quella croce c’è<br />

Cristo e che è proprio quella stessa Croce che<br />

lo sta salvando. Proprio quell’esperienza, di<br />

per sè umanamente negativa, se vissuta nella<br />

fede in Cristo, genera forza, libertà interiore<br />

e salvezza.


Il <strong>Redone</strong><br />

• Un altro membro del CPP fa notare che la<br />

constatazione, da parte del vescovo, della necessità<br />

di nuova evangelizzazione deriva dal<br />

fatto che, parlando della terra bresciana, si è,<br />

ora, di fronte ad una forte, progressiva ‘scristianizzazione’,<br />

ad un secolarismo marcato,<br />

che ha intaccato anche le famiglie che, un<br />

tempo, erano il ‘fulcro’ della vita ecclesiale e<br />

sociale e le più fedeli alla pratica cristiana.<br />

2° Punto – Iniziazione cristiana<br />

• Don Angelo apre la discussione dicendo che<br />

la proposta del nuovo metodo dell’Iniziazione<br />

Cristiana, proposta ai genitori dei bimbi della<br />

prima elementare, è iniziata bene anche<br />

se c’è stato un calo ‘fisiologico’ del quale si<br />

dovrebbe andare a cercare e comprendere le<br />

motivazioni.<br />

• E’ auspicabile poter incontrare le famiglie,<br />

per investigare meglio sui motivi di questi<br />

‘cali’.<br />

• Una Catechista ritiene che, forse, sarebbe<br />

meglio e consigliabile essere un po’ più comprensivi,<br />

almeno per il 1° <strong>anno</strong>, salvo fare<br />

una verifica alla fine dello stesso.<br />

• Riprende Don Angelo dicendo che bisogna<br />

dialogare con le famiglie, essere chiari con<br />

loro, per giungere a scelte chiare e precise e<br />

che queste ultime, una volta fatte, diventino<br />

una proposta seria ed effettiva per il cammino<br />

che ci si propone di iniziare i propri figli alla<br />

fede.<br />

• Ecco, quindi, - riassume il Parroco - la necessità<br />

di mettere in moto una “missionarietà<br />

ecclesiale permanente”, per accompagnare le<br />

- 24 -<br />

famiglie, i bimbi, i ragazzi, adolescenti, giovani<br />

e adulti nel cammino di fede specialmente<br />

per star vicino a coloro che nella Chiesa h<strong>anno</strong><br />

rivevuto sacramenti o che h<strong>anno</strong> richiesto<br />

ad essa di essere accompagnati o di accompagnare<br />

i propri figli nell’iniziazione alle varie<br />

tappe della vita cristiana.<br />

3° Punto – Dell’Eucarestia<br />

• E’ necessaria una riscoperta del giorno del<br />

Signore e dell’Eucarestia.<br />

• In questo, la Chiesa deve giungere a proporre<br />

scelte chiare e precise : o si accettano le sue<br />

direttive o non ci si può dire cristiani. Si ritiene<br />

già trattato in precedenza questo tema.<br />

4° Punto – Quale Chiesa<br />

Il tempo non permette di continuare ad approfondire<br />

adeguatamente le tematiche proposte.<br />

• Emerge la convinzione che una Chiesa <strong>Parrocchia</strong>le<br />

è chiamata a maturare la propria<br />

identità locale in comunione con il proprio<br />

Vescovo e con la Pastorale diocesana e Zonale.<br />

Per questo crediamo che l’identità di una<br />

Comunità cristiana va comunque rispettata<br />

anche quando cambiano i pastori, non per<br />

consacrare un immobilismo ma per crescere<br />

senza fratture e continuare la maturazione<br />

nella “continuità”.<br />

• La riunione si è chiusa con alcuni cenni al calendario<br />

degli incontri che si prevedono per il<br />

periodo Quaresimale e per la Settimana Santa.<br />

PRIME SANTE CONFESSIONI IN <strong>GOTTOLENGO</strong><br />

Il Segretario<br />

Il 2 Marzo, giornata in cui la nostra <strong>Parrocchia</strong> celebra il perdono, nella Chiesa di Gottolengo,<br />

alle ore 1 , si sono svolte le prime Sante Confessioni per quarantotto bambini.<br />

La preparazione dei fanciulli è avvenuta a partire da Gennaio <strong>2007</strong> secondo il Catechismo suggerito<br />

dalla CEI.<br />

I bambini si sono sentiti coinvolti nelle lezioni attraverso il racconto delle Parabole della Misericordia<br />

e dall’atteggiamento di Gesù che andava incontro ai peccatori senza giudicarli, donando<br />

loro il perdono incondizionato.<br />

La conversione è stata presentata come risposta a questo perdono.<br />

Durante la celebrazione i bambini si sentivano emozionati, temevano di non ricordare le varie<br />

tappe della confessione e sono stati invitati ad un esame di coscienza quotidiano.<br />

Anche noi catechiste abbiamo vissuto questo momento come una tappa significativa del cammino<br />

di fede dei nostri bambini.<br />

Le catechiste


Itinerario di formazione per fidanzati:<br />

Insieme verso la Famiglia<br />

Nella nostra parrocchia si propone nel mese di<br />

maggio il secondo corso di formazione per le<br />

coppie di fidanzati in vista del loro futuro matrimonio.<br />

Questi incontri sono aperti anche alle coppie<br />

che non appartengono alla parrocchia, ma che<br />

per interesse o comodità di tempi e di orari<br />

scelgono questa opportunità che offre la nostra<br />

comunità parrocchiale.<br />

La fotografia che riproduciamo si riferisce al<br />

corso per coppie di fidanzati realizzato, sempre<br />

a Gottolengo, nei mesi di gennaio-febbraio e che<br />

è stato numerosamente e, a detta degli interessati,<br />

fruttuosamente frequentato.<br />

Al corso possono utilmente partecipare anche<br />

quelle coppie di fidanzati che non h<strong>anno</strong> ancora<br />

un progetto sicuro o una data concreta per il<br />

- 2 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

matrimonio. Il corso serve per illuminare la vita<br />

dei fidanzati sulla grande ricchezza e profondità<br />

di contenuti che comporta il matrimonio in se<br />

stesso, ma soprattutto se vissuto come Sacramento.<br />

In questo senso il corso proposto può<br />

diventare l’inizio di una preparazione remota<br />

al grande passo che la coppia degli innamorati<br />

si propone di fare.<br />

Quesi sono i giorni e gli orari del Corso:<br />

Martedì e giovedì al Centro Pastorale<br />

<strong>Parrocchia</strong>le (Casa canonica) ore 21.00<br />

Maggio 3 – 8 – 1o – 15 – 17 – 22 – 24 – 20<br />

- 31<br />

Giugno (3 domenica) ritiro<br />

Chi intendesse partecipare lo faccia sapere al<br />

parroco di Gottolengo don Saverio Tel. 030.<br />

951042


Il <strong>Redone</strong><br />

Un giorno un mio amico mi<br />

ha inviato il testo di un suo<br />

intervento, fatto ai genitori<br />

in un incontro che solo<br />

noi preti possiamo mettere<br />

a certi orari proibitivi<br />

(domenica pomeriggio) :<br />

mi è piaciuto tanto che gli<br />

ho chiesto il permesso di<br />

potervelo trasmettere.<br />

VITA ORATORIANA<br />

Donaci acqua pura<br />

Faccio una piccola riflessione<br />

su una donna del<br />

vangelo : anche lei si era<br />

persa un po’ tra i meandri<br />

della società, per poter vedere<br />

come non sono solo<br />

cose di oggi quelle che abbiamo<br />

davanti agli occhi,<br />

seppur questo ai nostri<br />

giorni sia più pressante e<br />

rilevante.<br />

Ci sono delle ragazze che quando passano, attirano<br />

gli sguardi di tutti; tutti si girano, f<strong>anno</strong><br />

sorrisi; sar<strong>anno</strong> pure belle, ma ci s<strong>anno</strong> anche<br />

fare; giustamente vogliono dare un messaggio<br />

di bellezza, di grazia, di spontaneità in questo<br />

nostro mondo di programmi, di bilanci, di grafici<br />

di vendite. Non necessariamente occorre<br />

pensare male, le bellezza e la grazia sono sempre<br />

un dono di Dio. Nel vangelo c’è una donna<br />

che quando passa, tutti si girano. Questa però è<br />

troppo superficiale, ha una vita chiacchierata,<br />

non è certo una buona madre di famiglia, anche<br />

se deve lavorare e tenere la casa. Ha passato<br />

in rassegna troppi mariti per essere solo sfortunata.<br />

Un giorno va a prendere acqua al pozzo della<br />

città e ci trova Gesù. È un pozzo famoso, risale<br />

al patriarca Giacobbe. È una ricchezza per la<br />

città di Samaria. Gesù è lì accaldato e stanco,<br />

da solo, mentre i discepoli sono in giro per raccattare<br />

qualcosa da mangiare. Gesù perentorio<br />

le si rivolge solenne, come sa fare spesso nei<br />

suoi dialoghi: donna, dammi da bere. La donna<br />

non si sente né soggiogata, né remissiva. Come<br />

- 2 -<br />

ti permetti di chiedermi da<br />

bere, tu che sei un giudeo<br />

e che, come tutti i tuoi, hai<br />

chiuso ogni rapporto con i<br />

samaritani? Gesù è stato<br />

perentorio perché voleva<br />

andare oltre. Ha letto nel<br />

cuore di quella povera<br />

donna tutta la sua sete di<br />

felicità, tutte le strade che<br />

ha percorso per trovarla,<br />

tutti gli inganni di cui è<br />

stata vittima e tutti i fallimenti<br />

che ha subito. Gesù<br />

le legge la sua telenovela,<br />

i suoi passaggi di uomo in<br />

uomo, di marito in marito,<br />

la sua superficialità e<br />

l’incapacità di guardarsi<br />

dentro, di fermare la corsa<br />

verso il nulla. Le legge la<br />

banalizzazione dell’amore, che solo in Dio è vero<br />

e che trova in Lui solo la sorgente. È una donna<br />

che ha smarrito la sorgente dell’amore, come<br />

tanti di noi che viviamo di tentativi, di prove, di<br />

aggiustamenti, di “stiamo assieme finché tiene”.<br />

Di questa sorgente ha bisogno. Se tu conoscessi<br />

il dono di Dio e se sapessi chi ti chiede da bere,<br />

chiederesti tu l’acqua che zampilla per una vita<br />

piena, non per rattoppi di sopravvivenza.<br />

La donna è colpita dalla chiarezza e dalla forza<br />

di verità che promana da Gesù. Vorremmo tutti<br />

essere guardati dentro da lui, riuscire a farci<br />

leggere nel nostro intimo la voglia di felicità,<br />

fare chiarezza nelle bufale in cui incorriamo<br />

e che spesso rifiliamo agli altri, sconfiggere la<br />

nostra incoscienza il nostro sorriso superficiale<br />

ed ebete che scambiamo per serenità, ma che<br />

nasconde l’imbarazzo di una vita a brandelli!<br />

Questa donna ha capito almeno dove sta la felicità.<br />

Non sappiamo se ha cambiato, sappiamo<br />

però che ha messo in piazza i suoi errori e ha<br />

convinto le persone che incontrava ad andare<br />

da Gesù. Io sarò quel che voi ben sapete e sempre<br />

mi rinfacciate, ma di una cosa dovete assolutamente<br />

convincervi: quel Gesù di cui tutti


parlano è davvero la fine del mondo, non ve lo<br />

lasciate scappare, non state bloccati nei vostri<br />

pregiudizi.<br />

Non stiamo tutti aspettando il messia, non siamo<br />

tutti in attesa di un cambiamento, di una<br />

salvezza, di una svolta nella nostra storia e nelle<br />

nostre vite? Potrebbe essere proprio Lui, quello<br />

che aspettiamo. E andarono da Lui. In questa<br />

fila ci potremmo essere anche noi.<br />

Sappiamo che la nostra sorgente sembra essere<br />

sempre più inquinata, ma noi non possiamo<br />

solo mettere il cartello “non bere”, dobbiamo<br />

rendere pura l’acqua.<br />

Dopo di noi i figli che cresciamo dove andr<strong>anno</strong><br />

a bere?<br />

Tu, o Signore, continui a sfogliare<br />

le pagine del mio romanzo,<br />

e vi aggiungi parole di pace e di perdono;<br />

o Signore,<br />

costantemente mi chiami e mi interpelli<br />

anche se non so interpretare la Tua voce,<br />

anche se continuo a costruirmi<br />

i miei castelli sulla sabbia.<br />

Tu mi accompagni,<br />

mi doni la tua bontà,<br />

e mi sfiori dolcemente<br />

con la tua carezza soffice<br />

fino a quando io non diventi capace di donare.<br />

Donami Signore la bontà<br />

che diventa accoglienza, pazienza e ascolto.<br />

Accogli Signore il mio desiderio<br />

di arricchire la mia giornata<br />

con tanti piccoli gesti di bontà<br />

verso il prossimo,<br />

verso colui che tu mi poni sul cammino.<br />

Don Angelo<br />

- 27 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

La (dis)educazione<br />

televisiva<br />

1. IL MONDO DELLA TELEVISIONE<br />

L’era che si è aperta da qualche decennio a<br />

questa parte, è stata denominata in mille modi<br />

diversi: “era dell’informazione”, “era della<br />

comunicazione”, “era del computer”, “era delle<br />

immagini”. Certamente non si può negare che<br />

l’ultima parte del secolo appena trascorso abbia<br />

impresso una forte accelerazione al mondo della<br />

tecnologia, che ha stravolto il modo di vedere<br />

il mondo e gli altri.<br />

Da un’epoca contraddistinta dall’importanza<br />

delle parole, si è passati al primato indiscusso<br />

dell’immagine. Notizie, documentari, tragedie,<br />

eventi speciali… tutto è ormai accompagnato<br />

dalle immagini: la realtà non ci si presenta più<br />

agli orecchi, ma agli occhi. Questo cambio epocale<br />

di prospettiva ha fatto sì che, per esempio,<br />

migliaia e migliaia di italiani non comprino più<br />

il giornale, affidando il loro bisogno di informazione<br />

ai telegiornali o addirittura ad internet.<br />

Ma cosa comporta questo?<br />

L’immagine, a differenza della parola, porta a<br />

conoscenza di una realtà presentata in maniera<br />

estremamente oggettiva; allo stesso tempo, però,<br />

non si può negare che un’immagine presenti<br />

la realtà da un determinato punto di vista.<br />

L’immagine colpisce, attira l’attenzione, ma lascia<br />

poco spazio all’assimilazione. Centinaia di<br />

presentazioni video si basano su raffiche di immagini,<br />

senza nessuna parola, con il solo scopo<br />

di colpire chi guarda, in modo che una persona<br />

non abbia materialmente il tempo sufficiente a<br />

pensare e riflettere su ciò che vede.<br />

In questo modo, però, l’informazione viene svincolata<br />

dalla comprensione globale. Ci si abitua a<br />

subire delle immagini, delle notizie, senza aver<br />

tempo di lasciarle depositare, di poterle capire<br />

fino in fondo. Una delle poche leggi che regola<br />

la pubblicità è proprio questa: colpire. Più che<br />

una legge, in fin dei conti, è una malattia.<br />

La TV è “costretta” a piacere: per tale motivo è<br />

un mondo estremamente complesso che ha le<br />

sue leggi, le sue armi, i suoi segreti. Ed è quanto<br />

mai urgente imparare a conoscere, distinguere<br />

e a volte anche denunciare certe logiche perverse<br />

che st<strong>anno</strong> dietro le quinte di ciò che ci<br />

viene presentato.


Il <strong>Redone</strong><br />

2. I POTERI DELLA TELEVISIONE<br />

Già da molti anni le famiglie delle nostre città<br />

e dei nostri paesi h<strong>anno</strong> un ospite fisso in casa,<br />

che non mangia e non dorme, ma parla molto.<br />

La televisione è entrata nelle nostre giornate,<br />

nei nostri programmi, nelle nostre preferenze<br />

e, che lo vogliamo o no, nelle nostre piccole e<br />

grandi scelte. E’ tempo, forse (anzi, è già tardi),<br />

di interrogarsi sulla vera identità di questo nuovo<br />

ospite, sui messaggi che trasmette, sui valori<br />

ai quali educa, sulle malattie di cui purtroppo<br />

soffre.<br />

Ma qual è il mondo in cui la televisione si muove?<br />

Com’è strutturato? Quali sono le sue leggi, i<br />

suoi punti forti e quali i punti deboli?<br />

Qui entriamo già in un argomento che scotta<br />

molto.<br />

La televisione, infatti, è gestita da persone che<br />

guadagnano il loro pane con la progettazione<br />

e la realizzazione di ciò che noi vediamo come<br />

prodotto finito. In un recente libro di Paolo Landi,<br />

è indicata una tesi radicalmente contro la<br />

televisione. Landi sostiene che non sono i programmi<br />

lo scopo per il quale la televisione esiste,<br />

ma la pubblicità. I film, le fiction, i cartoni<br />

animati, le commedie, le soap-opera sono create<br />

in funzione del mercato della pubblicità.<br />

Un programma TV, infatti, è remunerato e può<br />

continuare ad essere trasmesso solo se ottiene<br />

quello che ormai comunemente è chiamato audience.<br />

L’audience permette a chi finanzia gli<br />

sponsor di avere la garanzia che il suo prodotto<br />

venga reclamizzato davanti ad una certa quanti-<br />

- 2 -<br />

tà di spettatori. Secondo questa logica, dunque,<br />

se calano gli ascolti, calano i finanziamenti,<br />

dunque cade la motivazione stessa per cui la<br />

televisione è costruita.<br />

Avere audience, per chi fa televisione, è il maggior<br />

obiettivo, ma allo stesso tempo è la sua peggiore<br />

malattia. Ma “dover piacere” nella società<br />

odierna è molto difficile. E, stranamente, i programmi<br />

che contengono fatti eclatanti, colpi di<br />

scena, scene di violenza, scene di sesso, avvenimenti<br />

imprevisti e scandalosi sono quelli che<br />

ottengono più audience.<br />

Un noto filosofo e scrittore austriaco, Karl<br />

Popper, su questo argomento elaborò una tesi<br />

chiamata “Legge delle spezie”. Secondo Popper,<br />

infatti, la televisione si trova a dover vendere<br />

una pietanza (i programmi TV) ad un pubblico<br />

molto ampio, che spesso si fa attrarre da ciò che<br />

di più colpisce, dal menù più stravagante.<br />

La conseguenza è che, per vendere questa pietanza,<br />

chi lavora in TV è costretto ad aggiungere<br />

spezie (scene scandalose, violente, oscene,<br />

spettacolari, inaspettate) che ne f<strong>anno</strong> aumentare<br />

terribilmente l’appetibilità. Ma dopo alcuni<br />

giorni o settimane la stessa quantità di spezie<br />

non basterà più ad attirare i palati golosi; dovr<strong>anno</strong>,<br />

perciò, aumentare le dosi, coprendo sempre<br />

più il gusto della pietanza; in breve tempo, la<br />

TV si troverà a vendere contenuti pessimi, ma<br />

ovattati da una tale quantità di spezie da sembrare<br />

ancora gustosi ed attraenti.<br />

In questo senso la televisione è inevitabilmente<br />

votata al degrado, al peggioramento delle proposte,<br />

alla povertà dei contenuti. Non solo. La<br />

verità presentata nei telegiornali o nei programmi<br />

di cultura risulta fortemente distorta, a causa<br />

naturalmente della stessa malattia degli ascolti.<br />

Negli ultimi anni le grandi notizie orbitano attorno<br />

a pochi e ripetitivi temi che martellano<br />

per mesi le menti e gli occhi dei telespettatori.<br />

Qualche esempio? Da parecchi anni le guerre<br />

sono divenute un vero e proprio spettacolo televisivo;<br />

le immagini terribili e surreali di guerriglie,<br />

uccisioni, sparatorie sono divenute il pane<br />

quotidiano dei telegiornali. Ma cosa si cela dietro<br />

alle immagini che vediamo?<br />

La tesi è semplice e concreta: l’esposizione<br />

continua e ripetuta a questi contenuti fa sì che<br />

“Goccia dopo goccia” i contenuti artificiali, falsi,<br />

costruiti penetrino dentro di noi (Gutta cavat lapidem).<br />

Prodotti attraenti, modelle accattivanti,<br />

vittorie facili e veloci presentate all’ordine del<br />

giorno, sono le piccole gocce che attraversano<br />

i nostri occhi e le nostre menti, formando una


coltre di convinzioni e di punti di vista che non<br />

ci appartengono per niente.<br />

Il lavorio di una goccia è impercettibile, a prima<br />

vista irrilevante. E non verrebbe mai da pensare<br />

che possa fare grandi cose. Al contrario, le gocce<br />

scavano intere caverne! La logica della televisione<br />

e della pubblicità, allo stesso modo, è la<br />

nuova e terribile malattia che si infiltra nelle<br />

fessure della nostra capacità di scegliere, e con<br />

il tempo rode dall’interno la nostra libertà, che<br />

si ritrova prigioniera di una mentalità che non<br />

ha consapevolmente voluto, desiderato, scelto.<br />

Sulla scia di questa riflessione possiamo entrare<br />

più a fondo nei meccanismi perversi che regolano<br />

la televisione, analizzando i suoi effetti sulla<br />

società, sui valori etici, morali e religiosi, sulla<br />

famiglia.<br />

3. I VALORI DELLA TELEVISIONE<br />

I bambini negli ultimi anni passano molte ore<br />

davanti alla televisione, ancor prima di imparare<br />

a leggere e a scrivere. Da questa pre-alfabetizzazione<br />

inconsapevole essi ritengono molte informazioni<br />

utili. I bambini, in fondo, guardano<br />

la televisione per capire com’è fatto il mondo.<br />

Il mondo che luccica davanti al bambino che trascorre<br />

le sue ore davanti alla televisione è molto<br />

diverso da quello in cui egli si trova a vivere. I<br />

media non h<strong>anno</strong> alcun interesse a presentare<br />

la vita nella sua dimensione quotidiana, fatta di<br />

gioie e di dolori; la sua è una realtà costruita su<br />

misura, spettacolare, attraente.<br />

In questo mondo artificiale i valori che caratterizzano<br />

la vita ordinaria di ogni uomo e donna<br />

sono semplicemente omessi: il lavoro, la fatica,<br />

la famiglia e il matrimonio, le vittorie e le sconfitte<br />

nelle piccole e grandi scelte quotidiane. Nulla<br />

di tutto questo è fedelmente<br />

riportato in televisione, per<br />

il semplice motivo che non<br />

attira l’attenzione, non attrae,<br />

non luccica.<br />

Viene presentato un mondo<br />

splendido, facile, sgargiante.<br />

In televisione i giovani costruiscono<br />

la loro vita da soli,<br />

senza bisogno della presenza<br />

assillante dei genitori.<br />

Le vincite in denaro con cifre<br />

da capogiro inondano di<br />

gioia la vita dei “baciati dalla<br />

fortuna”, che avr<strong>anno</strong> risolto<br />

- 29 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

con i quattrini il problema della loro esistenza.<br />

Le donne appaiono perfette, senza il minimo difetto,<br />

e spesso raggiungono la vetta del successo<br />

senza grandi sforzi. I ragazzi e le ragazze lottano<br />

con tenacia per mesi per apparire per qualche<br />

settimana, o almeno un giorno in televisione,<br />

con prospettive di eterna felicità e un futuro di<br />

gloria. Gli eroi dei telefilm sono costretti a far ricorso<br />

alla violenza, naturalmente come ultima<br />

spiaggia, per punire i cattivi e consegnarli alla<br />

giustizia. Le ragazze vedono realizzato il sogno<br />

di partecipare ad un reality show, dove dovr<strong>anno</strong><br />

svendersi davanti alle telecamere per poter<br />

ottenere popolarità.<br />

Bel servizio ai giovani! Ho appena descritto per<br />

sommi capi il mondo che la TV presenta: un<br />

vero inferno, dove la regola principale è dettata<br />

dal mercato, dalla torbida e insaziabile ricerca<br />

di audience.<br />

I ruoli sociali appaiono modificati, distorti e<br />

omettono tutto ciò che nella società vediamo<br />

andare nel verso sbagliato. La televisione nasconde<br />

e occulta le sfaccettature più autentiche<br />

della vita, dove spesso le storie non h<strong>anno</strong> il<br />

lieto fine. E questo è il servizio pessimo che<br />

viene reso ai giovani.<br />

La TV presenta scelte deprecabili come l’alcool,<br />

la droga in modalità ovattate e fasulle, nascondendo<br />

la loro vera identità di isolamento,<br />

di degrado, di morte. I rapporti di coppia sono<br />

sempre romantici e da favola, naturalmente a<br />

breve termine per non impegnarsi troppo. Le<br />

realtà del matrimonio e della famiglia in questo<br />

mondo costruito semplicemente non esistono,<br />

oppure è banalizzata terribilmente.<br />

Gli esempi, purtroppo, ci vengono dai cartoni<br />

animati. I giovani amano a dismisura i cartoni<br />

animati più trasgressivi, che possono ritenersi<br />

per adulti (“La famiglia<br />

Griffin”, “Futurama” e tutta<br />

la serie di Matt Groening).<br />

Spesso un genitore non sospetta<br />

nemmeno che in un<br />

cartone animato trasmesso<br />

il pomeriggio possano passare<br />

messaggi così negativi.<br />

Ma la realtà è questa. Con<br />

molto coraggio dobbiamo<br />

denunciare questo meccanismo<br />

perverso, per non<br />

finire in futuro a sognare<br />

come irraggiungibili gli autentici<br />

valori della vita: la<br />

gratuità di un dono d’amo-


Il <strong>Redone</strong><br />

re, la purezza e il rispetto della persona, la giustizia,<br />

la sofferenza.<br />

4. CATTIVA MAESTRA TELEVISIONE<br />

Il mondo falso, che scorre sotto gli occhi inconsapevoli<br />

dei bambini, causa in loro una visione<br />

distorta dei valori umani e cristiani. Uno degli<br />

esempi più eclatanti ma poco conosciuti da parte<br />

degli adulti è uno dei telefilm più famosi in<br />

America: Friends. Questa serie presenta la vita<br />

di sei adulti che vivono in un appartamento di<br />

New York, narrandone le vicende di “vita quotidiana”.<br />

I rapporti occasionali, i dialoghi, le vicende<br />

e le situazioni descrivono perfettamente<br />

un mondo privo di valori, povero di prospettive,<br />

ricco di superficialità e di ambiguità, che però<br />

contribuisce a creare una cultura dell’effimero.<br />

Molti genitori potrebbero<br />

obiettare che il loro lavoro<br />

educativo permette ai figli<br />

di correggere queste visioni<br />

distorte, insegnando a discernere<br />

tra ciò che è bene<br />

e ciò che è male.<br />

La verità, però, è questa: la<br />

televisione sta realmente<br />

educando i ragazzi, ma con<br />

un metodo educativo di cui,<br />

forse, non abbiamo ancora<br />

saggiato le conseguenze. La<br />

TV è oggi una maestra che<br />

insegna ventiquattro ore al<br />

giorno. Le sue lezioni, al contrario di quelle<br />

delle insegnanti, raggiungono in un solo giorno<br />

milioni di bambini, cosa impossibile ad un<br />

qualunque docente in tutta la sua carriera. La<br />

cosa più terribile è che la televisione non sa di<br />

essere in cattedra, e tantomeno è preparata per<br />

insegnare.<br />

Abbiamo in casa la peggior maestra del mondo,<br />

che parla male, che presenta un mondo falso,<br />

che fa bere ai bambini uno strano intruglio di<br />

bugie, che li disorienta fortemente. E questa<br />

cattiva maestra insegna per ore ed ore, dettando<br />

legge sui valori della vita senza conoscerli<br />

nemmeno.<br />

Il suo insegnamento non richiede alcuno sforzo,<br />

al contrario di quello vero: è luccicante, spettacolare,<br />

coinvolgente, soggetto a continui colpi<br />

di scena. Ma è un’educazione alla morte, non<br />

alla vita.<br />

Ma c’è di peggio. Nelle famiglie in cui entrambi<br />

- 30 -<br />

i genitori si trovano a dover lavorare la cattiva<br />

maestra si arroga anche il ruolo di bambinaia<br />

elettronica, obbediente e precisa. Capace di incantare<br />

i bambini per ore intere, insegna l’arte<br />

della pigrizia e la facilità di non scegliere nulla<br />

che educhi.<br />

L’esposizione alla televisione e ai suoi contenuti<br />

“abbassa la soglia” di percezione del reale dei<br />

bambini, degli adolescenti e persino degli adulti.<br />

Lentamente, costantemente, nei bambini penetrano<br />

dei valori che tradiscono e intaccano la<br />

loro innocenza. Il nostro lavoro educativo, che<br />

passa attraverso la scuola, gli educatori, i sacerdoti,<br />

resterà sempre noioso e senza valore a<br />

confronto di quello esplosivo della televisione.<br />

Parlando con molti ragazzi nell’età della preadolescenza,<br />

mi sono reso conto di quanto sia il<br />

tempo che la televisione divora alle loro giornate.<br />

La cattiva maestra, la pessima<br />

bambinaia, dunque, è anche<br />

ladra di tempo; i bambini<br />

vengono derubati di un numero<br />

sconvolgente di ore che potrebbe<br />

essere utilizzato in mille<br />

altri modi, molto più educativi<br />

(un gioco all’esterno con gli<br />

amici, un giocattolo manuale,<br />

un disegno…). Questa continua<br />

esposizione agli insegnamenti<br />

della pessima maestra<br />

diminuiscono fortemente la<br />

loro capacità di attenzione, al<br />

punto che oggi sembra un’utopia<br />

per un’insegnante ottenere<br />

un’ora di attenzione a scuola.<br />

La televisione abita fuori dal tempo: al contrario<br />

di una persona, infatti, la cattiva maestra vive<br />

in un eterno presente, disprezzando il passato<br />

ed evitando di pensare al futuro. La logica<br />

che inonda i piccoli schermi è appiattita sulle<br />

scelte facili e sbrigative, sui piaceri immediati<br />

e senza sforzi. E i bambini, senza nessuna colpa,<br />

bevono a pieni sorsi queste acque inquinate.<br />

Non serve andar molto lontano per individuare<br />

le conseguenze dello stile di vita che si diffonde:<br />

innalzamento medio dell’età in cui si f<strong>anno</strong><br />

scelte grandi, famiglie dalle fondamenta fragili,<br />

insicurezza e paura del futuro, sfiducia nelle<br />

istituzioni politiche.<br />

La pedagogia che la televisione e i media in genere<br />

h<strong>anno</strong> attuato è cieca, non va in nessuna<br />

direzione. E’ una sgargiante fuoriserie lanciata<br />

a gran velocità senza nessuna meta precisa.<br />

Il nostro compito di educatori è di riportare i


giovani al mondo reale, con le sue esigenze, i<br />

doveri e insieme le gioie grandi che comporta.<br />

E’ urgente riprendere il controllo di questa vettura<br />

impazzita che sta conducendo i giovani allo<br />

sbando morale e materiale; la parte più delicata<br />

e malleabile della società viene plasmata da mani<br />

estranee sotto i nostri occhi.<br />

Il vuoto morale, l’edonismo di massa, la pornografia<br />

culturale, lo stravolgimento di valori che<br />

si consuma di giorno in giorno di fronte agli occhi<br />

non ci può lasciare indifferenti. Tra i diritti<br />

che gli stati sbandierano nelle loro costituzioni<br />

dovrebbe infilarsi un nuovo, grande diritto per<br />

la gioventù: quello di un’educazione ai valori,<br />

alle realtà più belle e più drammatiche della<br />

vita.<br />

Dobbiamo riportare ai giovani ciò che essi ci<br />

chiedono: valori grandi e definitivi in cui credere,<br />

sui quali poggiare la vita e scommettere la<br />

propria esistenza. Per fare un esempio pratico,<br />

una televisione nella camera di un ragazzo è<br />

un attentato alla sua educazione… non per insinuare<br />

sospetti di particolare malizia, ma perché<br />

l’età dei ragazzi, e degli adolescenti in particolare,<br />

è cifrata di curiosità, di instancabile ricerca<br />

di scoprire il come e il perché delle cose, per<br />

costruirsi un’identità nella famiglia e nella società.<br />

Le coscienze dei ragazzi che troppo presto<br />

conoscono tutte le sfaccettature del mondo, soprattutto<br />

le peggiori, vengono corrotte. Il fuoco<br />

di desideri, di speranze, di curiosità che caratterizza<br />

l’adolescenza rischia di essere spento dalla<br />

cupidigia e dal pessimo gusto che ormai strazia<br />

il mondo dei media, gettando i desideri di bene<br />

dei ragazzi nelle prigioni che la nostra cultura<br />

pubblicizza come luoghi di pace e felicità.<br />

. LA TELEVISIONE IN FAMIGLIA<br />

L’istituzione della famiglia è una delle vittime<br />

preferite della televisione. Ho sentito decine di<br />

ragazzi affermare di litigare spesso in famiglia<br />

sui programmi da vedere o meno, sul tempo più<br />

o meno prolungato per guardare la televisione<br />

la sera. Questo deve far riflettere… un oggetto,<br />

un elettrodomestico è in grado di dividere la<br />

nostra famiglia.<br />

Attenzione: la soluzione a tutti i problemi non<br />

è quella di avere molte TV in casa; questa sarebbe<br />

la vera vittoria della televisione! La sua<br />

logica punta a sedurre in maniera disordinata,<br />

in modo che i figli siano contro i genitori, avidi<br />

di poter fare ciò che desiderano, e i genitori<br />

siano contro i figli, stanchi delle richieste che si<br />

- 31 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

f<strong>anno</strong> sempre più pressanti.<br />

Non sono un maestro nel fornire soluzioni<br />

semplici, ma credo che una famiglia normale,<br />

davanti ad una serata in cui le proposte della<br />

televisione sono pessime, possa fare la bellissima<br />

scelta di spegnerla. Ciò che manca di più ai<br />

ragazzi è l’amore che viene loro dato: questa è<br />

una richiesta profonda, implicita, che non sarà<br />

mai richiesta direttamente, con le parole, ma<br />

resterà per tutta la vita un anelito profondo.<br />

Una serata passata tra genitori, figli, parenti,<br />

amici vale mille volte di più di una manciata<br />

di ore passata a “subire” un programma che in<br />

fondo non interessa e non piace. Anche se il<br />

consiglio può sembrare banale, ma è molto efficace.<br />

Staccare il cuore da ciò che si desidera sul<br />

momento è una delle lezioni che i giovani devono<br />

imparare. Le scelte grandi maturano nella<br />

fatica e nell’impegno, gli adulti lo s<strong>anno</strong> molto<br />

meglio di chi ha solo vent’anni.<br />

. CONCLUSIONE<br />

Un mondo fatto di luci e colori sfama ma non<br />

sazia, disseta ma non del tutto, risponde ma non<br />

fino in fondo. I giovani cercano con tutte le loro<br />

energie un luogo, una persona, uno stile di vita,<br />

un motivo sul quale costruire la propria vita,<br />

anche se a volte può apparire l’opposto.<br />

Mai come oggi siamo assetati di qualcosa di duraturo.<br />

Sazi di risposte parziali e insicure, i giovani<br />

h<strong>anno</strong> bisogno di essere “disintossicati” dal<br />

mondo virtuale che i media propongono.<br />

Le fondamenta di una vita felice non si possono<br />

costruire sui valori sabbiosi di cui la televisione<br />

e i media sono fatti. L’esistenza umana, in tutto<br />

il suo valore, dal concepimento alla morte naturale<br />

ha bisogno di uno scopo. La stragrande<br />

maggioranza dei mass-media mettono semplicemente<br />

da parte questo bisogno profondo, educando<br />

i ragazzi a volere ciò che non vogliono, e<br />

a lottare per qualcosa che non porterà loro che<br />

altra fame.<br />

In un’ottica cristiana cattolica è necessario levare<br />

la voce. Una voce che non risulti intollerante<br />

e distaccata, ma ferma e coraggiosa nell’affermare<br />

un sistema di valori che è oggettivamente<br />

sbagliato. Solo ognuno di noi, nel suo piccolo,<br />

può aprire uno spiraglio di luce in questo mare<br />

di torpore e foschia denunciando una situazione<br />

insostenibile.<br />

“E’ meglio accendere un fiammifero che maledire<br />

in eterno l’oscurità”, diceva don Tonino<br />

Bello… beh, cominciamo noi!


Il <strong>Redone</strong><br />

Nel rimandare al prossimo <strong>Redone</strong> l’elenco<br />

completo delle entrate e delle uscite generali,<br />

vogliamo evidenziare che in questo periodo abbiamo<br />

provveduto a saldare i conti della ristrutturazione<br />

del tetto della Chiesa e del restauro<br />

dell’Organo; pertanto, escluso il debito verso la<br />

Ditta Nuova CE per l’allontanamento dei piccioni,<br />

che, come già detto, stiamo pagando a<br />

rate mensili fino al 200 , l’intervento di ristrutturazione<br />

del tetto e del restauro dell’organo<br />

sono stati completamente spesati senza indebitamento<br />

con le banche.<br />

Questo è stato possibile oltre che per le offerte<br />

ricevute, anche grazie al contributo della CEI<br />

(Conferenza Episcopale Italiana nella ridistribuzione<br />

di ciò che i cittadini h<strong>anno</strong> destinato<br />

alla Chiesa con l’ ‰ firmato nella dichiarazione<br />

dei redditi) di € 13.000,00 alla chiusura del restauro<br />

dell’organo (in totale per detto restauro<br />

la CEI ha elargito 2 .000,00 euro) e al rimborso<br />

ECONOMIA<br />

- 32 -<br />

da parte dell’assicurazione di € 9. 00,00 per la<br />

rottura, a causa di un corto circuito, del trasmettitore<br />

televisivo che però dovremo sostituire affrontando<br />

una spesa di circa € 14.000,00.<br />

Abbiamo inoltre presentato la documentazione<br />

richiestaci dalla Società Autostrade che, grazie<br />

all’interessamento del nostro Sindaco Sig.ra<br />

Giuliana Pezzi Zacco, ha stanziato un contributo<br />

di € 20.000,00 per il rifacimento del tetto<br />

che ci attendiamo venga a breve assegnato.<br />

Questo dovrebbe darci un po’ di respiro, perché<br />

ad oggi i conti bancari sono al minimo e la parrocchia<br />

deve mensilmente adempiere ai mutui<br />

contratti nella ristrutturazione dell’Oratorio.<br />

Confidiamo comunque sempre sulla generosità<br />

dei parrocchiani e nella provvidenza.<br />

In occasione delle feste patronali<br />

si realizzerà il definitivo<br />

concerto inaugurale dell’organo<br />

Serassi della nostra<br />

parrocchia<br />

Nei giorni venerdì 23 e 24 marzo il M° Marco<br />

Ruggeri da Cremona, che il giorno di S. Stefano<br />

aveva tenuto il concerto inaugurale del nostro<br />

organo, eseguendo una straordinaria serie di<br />

brani musicali, ha registrato, in solitario, vari<br />

brani che sar<strong>anno</strong> riprodotti su CD.<br />

Pensiamo infatti di realizzare il concerto finale<br />

dell’inaugurazione del restauro dell’Organo<br />

Serassi, di cui va orgogliosa la nostra parrocchia,<br />

in occasione delle feste patronali e vorremmo<br />

allora proporre agli interessati una pubblicazione<br />

che presenti il valore e le caratteristiche del<br />

nostro cimelio unitamente a una coppia del CD<br />

che il maestro Marco Ruggeri ha registrato per<br />

noi in questi giorni anche per far risuonare a<br />

piacimento, nelle nostre case, le armoniose note<br />

generate dal nostro organo.


Capitolo VII°<br />

PER NON DIMENTICARE<br />

IL PAESE CHE FU<br />

Verso la fine di Agosto incominciarono<br />

a circolare le voci<br />

che tutti gli italiani dovevano<br />

passare civili, però prima bisognava<br />

firmare un contratto<br />

di lavoro, questa firma noi italiani<br />

non sapevamo se aveva<br />

l’unico scopo del lavoro oppure<br />

se fosse stata quella che un<br />

giorno ci avrebbe obbligati a<br />

collaborare con le forze armate<br />

tedesche, tanto è vero che<br />

a noi che eravamo ricoverati<br />

in quell’ospedale i tedeschi<br />

h<strong>anno</strong> chiesto se volevamo<br />

firmare: ci siamo rifiutati tutti.<br />

Il giorno 5 Settembre ebbi una<br />

visita ebbi una visita di controllo<br />

da un maggiore medico<br />

tedesco che mi dichiarò guarito<br />

e mi mise in uscita. In questo<br />

ospedale ne usciva e ne<br />

entrava tutti i giorni, uno degli<br />

ultimi giorni che fui ricoverato<br />

stavo alla finestra che guardava<br />

verso la porta di entrata<br />

dell’ospedale, quando vidi un<br />

italiano, dal modo di camminare<br />

era molto grave, accompagnato<br />

da una guardia che<br />

- 33 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

LE MIE AVVENTURE DI TRE ANNI<br />

ALLOISIO AUGUSTO<br />

Dalla Grecia alla prigionia in Germania<br />

Alloisio Agostino, nato il 20 aprile 1919 e vissuto nel<br />

paese di Scarpizzolo, dove è morto il 19 febbraio 1998,,<br />

parente della Famiglia Bassini del nostro paese, a 21<br />

anni mandato sul fronte, nell’ultima guerra mondiale,<br />

a combattere contro persone che pure difendevano la<br />

propria terra. Fatto poi prigioniero, su un taccuino di<br />

appunti racconta il suo vissuto, con la semplicità di chi<br />

non ha nel cuore la malizia e di chi affronta le tristi vicende<br />

della vita con quell’equipaggio di valori cristiani<br />

che le nostre famiglie, un tempo, sapevano trasmettere<br />

ai propri figli.<br />

Il sesto capitolo del suo diario è stato pubblicato<br />

nel bollettino <strong>Parrocchia</strong>le n. 1 del<br />

<strong>2007</strong>.<br />

si dirigeva verso l’ingresso<br />

del cortile, questo tedesco<br />

infame e senza cuore aprì la<br />

porta e prese l’italiano per un<br />

braccio e con atto di disprezzo<br />

gli diede uno spintone e un<br />

calcio buttandolo nel recinto<br />

più morto che vivo, i nostri<br />

infermieri sono corsi subito<br />

in soccorso ma non ci fu più<br />

niente da fare, le fatiche sovraumane<br />

e i maltrattamenti<br />

continui l’avevano ridotto tubercoloso<br />

e dopo ventiquattro<br />

ore era morto.<br />

Dopo cinquantatre giorni no-


Il <strong>Redone</strong><br />

nostante la scarsità di cure<br />

ero guarito perfettamente e<br />

l’8 Settembre sono uscito,<br />

la guardia mi accompagnò<br />

a Furstenberg al secondo<br />

campo di smistamento III D,<br />

qui c’era una faccenda in giro<br />

poco simpatica per via del<br />

passare civili, quelli che non<br />

volevano firmare si prendevano<br />

tante di quelle bastonate<br />

che era pauroso vedere, ad<br />

un carabiniere che volle insistere<br />

di non firmare strapparono<br />

tutta la barba a colpi di<br />

pinza, la tortura più brutta che<br />

possa esistere sulla terra, altri<br />

rih<strong>anno</strong> tenuti delle giornate<br />

nell’acqua che gli arrivava<br />

fino al ginocchio, altri ancora<br />

li tennero rinchiusi in celle<br />

prive di aria, senza mangiare<br />

e senza acqua, insomma era<br />

diventata una carneficina di<br />

italiani per coloro che non<br />

volevano firmare, i tedeschi<br />

insistevano perché dicevano<br />

che gli ordini in Germania bisogna<br />

eseguirli tutti, anche se<br />

sono ingiusti. Io tutto pauroso<br />

pensavo al mio turno, perché<br />

come per il passato anche qui<br />

ero deciso di non dar nessuna<br />

soddisfazione ai tedeschi,<br />

quando questi barbari videro<br />

che le loro torture erano vane<br />

per gli italiani si decisero a<br />

cambiare ordine, cioè fecero<br />

passare tutti liberi lavoratori<br />

senza nessuna firma, fu la mia<br />

fortuna. Dopo quattro giorni<br />

un operaio della mia fabbrica<br />

venne a prendermi, fu la prima<br />

volta che camminai per le<br />

strade senza guardia armata,<br />

questo mi condusse a Forst<br />

ancora nella mia fabbrica<br />

(Neuman Borm) sempre a fare<br />

i soliti congegni della bomba<br />

volante. Qui la vita era un<br />

poco cambiata, mi sembrava<br />

cosa strana vedere tutti gli<br />

italiani che prima andavano<br />

e tornavano dal lavoro inquadrati<br />

con la guardia, ora invece<br />

per le vie della città soli e<br />

potevano anche entrare nelle<br />

trattorie a bersi un bicchiere<br />

di birra.<br />

La famosa scuderia adibita a<br />

lager 105 fu sciolta e mi misero<br />

in un lager nuovo senza<br />

reticolati chiamato Muscaustrasse,<br />

qui eravamo tutti misti,<br />

russi, polacchi, francesi e<br />

italiani e anche qui ogni razza<br />

aveva i suoi reparti. I tedeschi<br />

con la loro falsa propaganda<br />

ci chiamavano civili come loro,<br />

ma i fatti non lo rispondevano<br />

perché eravamo sempre<br />

in un lager e si mangiava<br />

sempre la solita razione come<br />

da prigionieri, alle nove della<br />

sera si aveva il controllo dei<br />

poliziotti addetti e se qualcuno<br />

non era presente fini con<br />

l’andare in prigione. Al lavoro<br />

bisognava sempre andare<br />

perché se si mancava il capo<br />

reparto telefonava ai poliziotti<br />

e questi venivano al lager a<br />

prelevarti. Solo alla Domenica,<br />

quando avevo finito la pulizia<br />

personale, potevo trovarmi<br />

con Paderno, che era in un<br />

vicino lager e andavamo alla<br />

Messa e al cinema in compagnia,<br />

poi si andava in una trattoria<br />

a bere una birra e intanto<br />

che arrivava l’ora della ritirata<br />

ci raccontavamo i nostri fatti<br />

- 34 -<br />

della settimana. L’unico vantaggio<br />

che avevamo era quello<br />

che era più facile fuggire ai<br />

poliziotti per andare nei campi<br />

a rubare patate, ma un bel<br />

giorno i poliziotti fecero rivista<br />

in tutto il lager e requsirono<br />

circa una trentina di quintali<br />

di patate che gli italiani avevano<br />

accumulato rischiando<br />

la morte per procurarsi una<br />

piccola scorta per affrontare<br />

l’inverno che si stava avvicinando.<br />

Poi questi mascalzoni<br />

di tedeschi ebbero il coraggio<br />

di mettere sul giornale che<br />

non era vero che loro facevano<br />

morire di fame gli italiani,<br />

ma bensì gli italiani rubavano<br />

ciò che era di spettanza della<br />

popolazione tedesca. Io una<br />

sola cosa posso dire: se gli<br />

italiani che erano in Germania<br />

non avessero rischiato di<br />

rubare qualcosa a destra o a<br />

sinistra, difficilmente ne sarebbe<br />

sopravvissuto il 10 %.<br />

Con la tristezza sempre in<br />

cuore seguivo i movimenti<br />

della guerra, sembrava che da<br />

un momento all’altro dovesse<br />

scoccare l’ora della fine, ma<br />

invece i tedeschi erano duri a<br />

cedere e preferivano la morte<br />

piuttosto di arrendersi. Il<br />

tempo passò e giunse anche<br />

il Natale 1944, alla vigilia ebbi<br />

in dono dal direttore della fabbrica<br />

la scatola unica accendi<br />

sigari e porta sigarette piena<br />

di sigarette e un quarto di litro<br />

di cognac. Il giorno di Natale<br />

io e l’amico Paderno ci siamo<br />

fatti buona compagnia, siamo<br />

andati alla Messa e abbiamo<br />

fatto anche gli gnocchi con la


farina e lardo dell’ultimo pacco<br />

arrivato un mese prima,<br />

l’avevamo riservato apposta<br />

per quella ricorrenza. La<br />

preoccupazione più grande<br />

era per la famiglia, erano ormai<br />

tre mesi che non sapevo<br />

più niente, l’ultima cartolina<br />

che ricevetti aveva la data del<br />

28 Ottobre, io e Paderno ci facevamo<br />

sempre coraggio con<br />

la speranza che tutto finisse<br />

bene, per tornare presto tra i<br />

nostri cari famigliari.<br />

Il mese di Gennaio 1945 i russi<br />

sferrarono la famosa offensiva<br />

e in pochi giorni si portarono<br />

in territorio tedesco.<br />

Il primo Febbraio si incominciavano<br />

a vedere colonne infinite<br />

di sfollati che partivano<br />

dall’alta Slesia e si dirigevano<br />

verso il centro della Germania<br />

perché dei russi avevano molta<br />

paura, perciò cercavano di<br />

sfuggire dal fronte a tutta forza<br />

pur di non rimanere in mano ai<br />

russi. Era molto commovente<br />

vedere tutta quella gente,<br />

gran parte donne, vecchi e<br />

bambini, quasi tutti montati<br />

su carretti tirati da cavalli,<br />

con quel freddo che faceva<br />

nevicava quasi tutti i giorni,<br />

intanto i russi proseguivano la<br />

loro avanzata e si avvicinavano<br />

sempre più verso Forst, fu<br />

quando incominciai a preoccuparmi<br />

pensando alla fine<br />

che dovevo fare anch’io col<br />

passaggio del fronte. Il giorno<br />

4 Febbraio come al solito<br />

andai in fabbrica al mio solito<br />

lavoro, quando verso le dieci<br />

del mattino abbiamo avuto<br />

ordine di tralasciare il lavoro<br />

e recarsi al lager, il motivo non<br />

si sapeva ancora, ma quando<br />

fui al lager altri amici che<br />

già sapevano mi dissero che<br />

al di là del fiume che divideva<br />

in due la città vi erano già<br />

i russi, verso sera trovai anche<br />

Paderno, mi disse che<br />

quel giorno dovette andare<br />

a fare fortificazioni anticarro<br />

al di là del fiume e dovette<br />

fuggire in fretta perché i carri<br />

armati russi erano arrivati a<br />

poca distanza, noi eravamo<br />

tutti allegri perché era ormai<br />

vicina la liberazione e la barbarità<br />

tedesca aveva ormai i<br />

suoi giorni contati. Il giorno<br />

- 3 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

dopo le granate dei carri armati<br />

russi incominciarono a<br />

scoppiare al centro della città,<br />

per fortuna che il mio lager era<br />

fuori città circa un chilometro<br />

e poi ne eravamo tutti convinti<br />

che i russi sapessero il punto<br />

del lager e perciò si sperava<br />

di essere rispettati. Con lo<br />

scoppio della prime granate<br />

sulla città è nato un caos tra<br />

la popolazione civile indescrivibile,<br />

la truppa tedesca che<br />

era addetta alla difesa della<br />

città fu scompigliata e disordinatamente<br />

incominciò a ripiegare,<br />

e così pure la popolazione<br />

incominciò a sfollare,<br />

noialtri stranieri non avevamo<br />

ricevuto nessun ordine, solo<br />

qualcuno che temeva l’avvicinar<br />

del fronte si diede alla<br />

fuga. Molti di noi siamo rimasti<br />

ancora al lager, eravamo<br />

distante dal fronte circa due<br />

chilometri, i colpi di c<strong>anno</strong>ne<br />

ed il crepitar della mitraglia<br />

era la prova più evidente.<br />

Qualche momento di paura<br />

ma poi si tornava allegri perché<br />

si pensava che il grande<br />

evento doveva esser vicino.<br />

Ma invece tutto al contrario,<br />

abbiamo dovuto deluderci, i<br />

russi si sono fermati al di là<br />

del fiume, ma noi eravamo<br />

sempre allegri perché eravamo<br />

sicuri che da un momento<br />

all’altro dovevano venire, difatti<br />

queste sere per la grande<br />

contentezza, nonostante<br />

i colpi di granata che scoppiavano<br />

a poche centinaia<br />

di metri, ballavamo assieme<br />

alle ragazze russe, polacche<br />

e francesi, ma poi il periodo


Il <strong>Redone</strong><br />

andò aumentando sempre<br />

più e si ricominciò a dimenticare<br />

l’allegria,ma ci si doveva<br />

preoccupare per la triste situazione<br />

a cui si andava incontro,<br />

i russi con i loro potenti mortai<br />

gradatamente distruggevano<br />

la città, ma non venivano<br />

avanti ai tedeschi, gliene importava<br />

poco delle cose rotte,<br />

a loro interessava il tempo<br />

di organizzare la difesa al di<br />

qua del fiume. In questi giorni<br />

di scompiglio anche il nostro<br />

lagerfuhrer (comandante del<br />

lager) se l’era data a gambe,<br />

noi avevamo approfittato<br />

della sua fuga per svaligiare<br />

la cucina, aveva immagazzinato<br />

ogni ben di dio, farina<br />

zucchero, marmellata e altre<br />

cose di prima, questa roba faceva<br />

la muffa ma a noi non ce<br />

la dava. Nella mia camerata<br />

eravamo in diciotto, quando<br />

abbiamo visto che il pericolo<br />

era grave abbiamo fatto<br />

voto alla Madonna di Monte<br />

Berico Vicenza che che se ci<br />

salvava tutti da quest’uragano<br />

del fronte, il prossimo 8<br />

Settembre che ricorre il suo<br />

anniversario ci saremmo recati<br />

al suo santuario a Monte<br />

Berico e tutte le sere mentre<br />

il c<strong>anno</strong>ne tuonava si recitava<br />

il Santo Rosario in suo onore.<br />

In questo periodo di caos mi<br />

sono incontrato co l’amico<br />

Paderno, fui molto spiacente<br />

perché non ci siamo incontrati<br />

di idea, lui voleva andare da<br />

una parte ed io dall’altra, era<br />

inutile insistere ognuno di noi<br />

aveva assegnato un destino,<br />

era assurdo non seguirlo, ci<br />

siamo salutati e augurati buona<br />

fortuna con la speranza di<br />

vederci presto. Il giorno 22<br />

dello stesso mese i poliziotti<br />

col moschetto impugnato ci<br />

imposero di sfollare tutti, abbiamo<br />

camminato tutta la notte,<br />

la sera del giorno seguente<br />

siamo arrivati a Dobern,<br />

piccola borgata fuori di Forst<br />

quindici chilometri. Mi misero<br />

a dormire in una fabbrica<br />

di vetro, si stava molto male<br />

perché non si aveva neanche<br />

paglia sufficiente per farci un<br />

piccolo cuccio per dormire,<br />

però non importava, qui era<br />

distante quindici chilometri,<br />

il c<strong>anno</strong>ne si sentiva ancora<br />

ma in lontananza, qui ci davano<br />

quattrocento grammi di<br />

pane ma bisognava lavorare<br />

giorno e notte alla stazione<br />

a caricare materiale bellico<br />

perché lo volevano trasportare<br />

all’interno della Germania.<br />

Così è passato qualche<br />

giorno, intanto quei maledetti<br />

di tedeschi organizzavano di<br />

nuovo la ferrovia che portava<br />

a Forst, e tutte le mattine veniva<br />

a prenderci una tradotta<br />

- 3 -<br />

a vagoni scoperti che ci trasportava<br />

in quella città dove<br />

la battaglia infuriava accanitamente<br />

e bisognava lavorare<br />

sotto il tiro delle grosse e<br />

potenti bombarde dell’artiglieria<br />

russa, e poi alla sera si<br />

ritornava a Dobern. Quando<br />

veniva il mattino che dovevo<br />

prendere quella tradotta mi<br />

venivano i sudori della morte<br />

perché là si era in prima linea<br />

e le pallottole non vedevano<br />

se andavano a sbattere contro<br />

i tedeschi o qualche altro;<br />

un giorno mentre stavamo<br />

caricando delle balle di lana<br />

arrivò un proiettile a strapen<br />

che ci fece stordire, le schegge<br />

sbatterono contro il muro<br />

dove stavamo lavorando noi,<br />

fortuna volle che non siamo<br />

stati colpiti nessuno, un altro<br />

giorno una scheggia di granata<br />

colpì un italiano che lavorava<br />

da un’altra parte. Tutti i<br />

giorni erano uguali, eravamo<br />

preoccupati perché i russi<br />

non si decidevano mai di<br />

sferrare questa offensiva che<br />

si sperava fosse l’ultima. Qui il<br />

lavoro cambiava tutti i giorni,


quando si arrivava in città non<br />

importava se le granate arriva-<br />

vano in tutti gli angoli. Questi<br />

malfattori di tedeschi armati<br />

fino ai denti ci inquadravano<br />

in una piazza e poi venivano i<br />

datori di lavoro e prendevano<br />

venti oppure quaranta uomini<br />

a secondo delle esigenze<br />

del lavoro che dovevano fare<br />

durante la giornata, e con<br />

i loro bei modi ci portavano<br />

via come carcerati, insomma,<br />

quella piazza era diventata il<br />

mercato degli schiavi italiani,<br />

francesi e di tanti altri Paesi<br />

europei. Quella brutta gentaglia<br />

aveva in testa di portare<br />

via anche i mattoni della ma-<br />

Nuovo libro che racconta<br />

la storia di Gottolengo<br />

- 37 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

cerie di quella città, ma ormai<br />

era troppo tardi, ma dato che<br />

a loro il lavoro non costava<br />

niente, dove era possibile<br />

portare via un pezzo di ferro<br />

o uno straccio qualunque non<br />

lasciavano perdere l’occasione.<br />

Mentre si lavorava tra<br />

quelle macerie, a volte capitava<br />

qualcosa da mangiare,<br />

di vestire, non bisognava<br />

azzardarsi a prendere niente<br />

perché bastava che avessero<br />

veduto una mossa per finire<br />

male.<br />

Domenica 22 Aprile presso il Teatro Comunale alle ore 10,00 si terrà la presentazione,<br />

in sede pubblica, del nuovo libro di storia locale, fresco di stampa, “Gottolengo: il ‘500 e<br />

il ‘600”.<br />

La Giunta Comunale nell’occasione è lieta di invitare la cittadinanza tutta a questo momento<br />

comunitario di “scoperta” dei nuovi “frammenti della nostra storia”, condensati in<br />

una nuova opera di progressione cronologica nei secoli ed in continuità con le storiografie<br />

locali che l’<strong>anno</strong> preceduta.<br />

Il patrocinio del Comune e l’impegno istituzionale dell’Amministrazione per dar seguito<br />

editoriale alla “nostra storia” d<strong>anno</strong> corpo ad un progetto di ampio respiro, volto alla valorizzazione<br />

culturale del territorio e della sua storia attraverso la memoria, per un percorso<br />

collettivo di identità comunitaria secondo la relazione popolo / territorio / cultura.<br />

Questo lavoro è frutto della dedizione personale del Professor Angelo Bonaglia, in “dono”<br />

alla nostra comunità: anche in nome di essa, interpretandone i sentimenti diffusi di riconoscenza,<br />

l’Amministrazione Comunale gli deve un pubblico tributo di gratitudine. Così<br />

come si ringrazia pubblicamente, con lo stesso spirito, i suoi collaboratori in questo lavoro,<br />

che lo stesso Professore ha chiamato in partecipazione con dignità di coautori: Maria<br />

Teresa Celsa, il cui apporto all’opera è consistito nel lavoro di ricerca prodotto come tesi<br />

di laurea, messo a disposizione in modo del tutto disinteressato; il compianto Alberto<br />

Superfluo, la cui passione per le “storie di paese” ha lasciato una dote importante per la<br />

realizzazione di parte di quest’opera.<br />

Al pubblico incontro per la presentazione del libro parteciper<strong>anno</strong> gli Autori e sar<strong>anno</strong><br />

presenti i rappresentanti istituzionali comunali insieme al Presidente della Provincia.


Il <strong>Redone</strong><br />

NOTIZIE DAL COMUNE<br />

Nell’avvicinarsi del periodo estivo la Polizia<br />

Locale di Gottolengo rammenta il<br />

rispetto di alcune norme comportamentali,<br />

sempre valide, ma che vedono maggiore<br />

applicazione soprattutto in questi<br />

mesi, quando il traffico urbano è più intenso.<br />

1. l’obbligo di usare sempre il casco protettivo,<br />

il divieto di trasportare passeggeri per i minorenni,<br />

con possibilità per i maggiorenni in possesso<br />

di ciclomotore omologato di trasportare<br />

una persona, e di circolare sollevando la ruota<br />

anteriore. Queste norme sono da rispettare<br />

non solo per le sanzioni di legge previste,<br />

ma soprattutto per l’incolumità e la sicurezza<br />

delle persone. Si ricorda comunque<br />

che le sanzioni previste dal Codice della<br />

Strada prevedono oltre al pagamento di<br />

una somma pecuniaria ammontante ad<br />

Euro 70,00, anche al fermo amministrativo<br />

per 60 giorni del veicolo;<br />

2. È vietato disturbare mediante schiamazzi o<br />

rumori, abusando di strumenti sonori o<br />

di segnalazioni acustiche, il riposo delle<br />

persone, soprattutto nelle prime ore del<br />

pomeriggio e nelle ore notturne;<br />

3. si prega di voler rispettare le norme concernenti<br />

la sosta delle proprie autovetture, quindi<br />

si rammenta di divieto di sostare:<br />

- SUI MARCIAPIEDI;<br />

- NEGLI SPAZI RISERVATI AGLI INVALI-<br />

DI;<br />

- IN PROSSIMITA’ DELLE INTERSEZIO-<br />

NI;<br />

- SULLE PISTE CICLABILI;<br />

- IN TUTTI QUEI LUOGHI DOVE VIGE IL<br />

DIVIETO DI SOSTA<br />

Si raccomanda altresì di non effettuare<br />

fermate in tutti quei luoghi che possono<br />

creare intralcio alla circolazione.<br />

Si fa presente che l’Amministrazione Co-<br />

COMUNE DI <strong>GOTTOLENGO</strong><br />

PROVINCIA DI BRESCIA<br />

UFFICIO DI POLIZIA LOCALE<br />

- 3 -<br />

munale con il 1° Gennaio <strong>2007</strong>, ha ripristinato<br />

il divieto di sosta permanente (0/24) in<br />

Via Umberto I al di fuori dagli spazi segnalati.<br />

Pertanto la sosta, consentita dalle ore 19,00<br />

alle ore 24,00 del sabato e della domenica su<br />

un lato della Via Umberto I° ora è vietata. Si<br />

invitano pertanto i cittadini ad usufruire<br />

dei nuovi parcheggi siti in Via Perini (di<br />

fronte alla scuola materna) collocati a<br />

poca distanza di suddetta strada.<br />

4. come tutti gli altri anni si rammenta<br />

di adottare alcune precauzioni per prevenire<br />

il fenomeno dei furti nelle abitazioni:<br />

➣ tenere chiuse le finestre del piano terra<br />

e quelle adiacenti alle grondaie e balconi<br />

sprovviste di inferiate;<br />

➣ prima di uscire di casa verificare che<br />

non ci siano possibilità di accesso all’abitazione,<br />

tenendo eventualmente una luce<br />

accesa nelle ore notturne;<br />

➣ segnalare tempestivamente persone o<br />

mezzi sospetti alle forze dell’ordine.<br />

5. Si raccomanda soprattutto alle persone<br />

anziane di non consegnare soldi o far<br />

entrare nelle proprie abitazioni, persone<br />

che si presentano come funzionari delle<br />

ufficio postale, dell’INPS, del Comune<br />

ecc. in quanto potrebbero diventare vittime<br />

di truffe, e di avvisare tempestivamente<br />

le forze di Polizia.<br />

PER EVENTUALI NECESSITÀ SI CO-<br />

MUNICANO I NUMERI TELEFONICI<br />

DELLA POLIZIA LOCALE:<br />

• UFFICIO 030/9 1 731;<br />

• CELLULARI 33 4 41<br />

– 33 1 1 101 – 33 4 473.


LAVORI MESSA IN SICUREZZA DI VIA SO-<br />

LARO<br />

1º Lotto - 775.000 euro : questo tratto - la cui<br />

spesa è a totale carico dello Stato ed inizia circa<br />

dalla Cascina Solerino alla Cascina Solaro - i lavori<br />

sono in avanzato stato di esecuzione. Si è in attesa<br />

dei lavori di rifacimento della pavimentazione<br />

asfaltica .<br />

1º Lotto - 600.000 euro : questo secondo lotto<br />

prevede l’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza<br />

del tratto compreso tra l’ingresso di Via Solaro<br />

(incrocio dalla S.P. 11 di Via Isorella) sino alla Cascina<br />

Solerino collegandosi ai lavori del 1 0 Lotto. La<br />

spesa è già stata assunta, con convenzione, a totale<br />

carico dalla ditta realizzatrice della “cava” al confine<br />

col Comune di Leno e si è in attesa dell’inizio degli<br />

stessi.<br />

LAVORI DI RECUPERO DEI MAGAZINI IN<br />

AULE I LABORATORI SCOLASTICI<br />

Sono stati recuperati gli ex magazzini comunali trasformandoli<br />

in 4 aule - laboratori e relativi servizi<br />

igienici ad uso delle scuole.<br />

I lavori per una spesa di circa 100.000 euro sono in<br />

avanzata fase esecutiva.<br />

LAVORI di RICUPERO “FABRICATO EX AR-<br />

CI” IN BIBLIOTECA / SALA POLIFUNZIONA-<br />

LE /RELIQUIARIO/ECC.<br />

Il progetto relativo ai lavori di recupero di tale<br />

immobile è stato sottoposto al Parere della Soprintendenza<br />

di Brescia che ha espresso parere<br />

favorevole.<br />

L’intervento prevede il riutilizzo di tutto il fabbricato<br />

di Via Vittorio Veneto ad uso :<br />

- biblioteca comunale, in quanto insufficienti gli<br />

spazi attuali dato il notevole afflusso di persone;<br />

- formazione di sala polifunzionale ed eventualmente,<br />

qualora autorizzato dagli enti preposti......<br />

- sede del “Reliquario” comunale (ex Museo),<br />

ecc ..<br />

L’intervento complessivo ammonta a circa 0.000<br />

euro: i lavori sono previsti a breve non appena i<br />

COMUNE DI <strong>GOTTOLENGO</strong><br />

PROVINCIA DI BRESCIA<br />

UFFICIO TECNICO<br />

- 39 -<br />

locali sar<strong>anno</strong> completamente sgombri.<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

RESTAURO CHIESETTA /OSSARIO CIMITE-<br />

RIALE<br />

I progetto di restauro dell’immobile è stato depositato<br />

in Soprintendenza da alcuni mesi e si è in<br />

attesa del relativo parere. La spesa ammonta a circa<br />

0.000 euro.<br />

PROGRAMMA DI INTERVENTO PER LA<br />

COMPETITIVITA’ DI SISTEMA 2006<br />

Agli operatori economici che h<strong>anno</strong> partecipato<br />

al Bando contributi 200 si comunica che, dopo il<br />

sollecito del Sindaco, dato l’altissimo numero di<br />

richiedenti, la Regione Lombardia prevede di terminare<br />

le operazioni di assegnazione punteggio<br />

intorno alla metà di maggio <strong>2007</strong>.<br />

Solo dopo tale data si saprà se il Progetto è stato<br />

co-finanziato e si conoscerà l’entità dei fondi disponibili<br />

per il Comune e per gli operatori artigianalicommerciali<br />

locali.<br />

“Per un centro storico più pulito”<br />

Il Sindaco fa viva raccomandazione ai cittadini, al<br />

fine di un centro storico più “pulito” ed accogliente,<br />

per una collaborazione responsabile riguardo alla<br />

pulizia della piazza e zone adiacenti, invitando tutti<br />

a non lasciare e gettare piccola spazzatura e altri<br />

rifiuti per strada.<br />

E’ sconfortante, per gli amministratori pubblici,<br />

constatare un “proliferare” di cartacce varie, fazzolettini,<br />

sacchetti, pacchetti di sigarette e cose varie,<br />

specialmente in prossimità della piazza e nei pressi<br />

delle aiuole, poco tempo dopo lo spazzamento della<br />

macchina spazzatrice (operazione effettuata tutti i<br />

lunedì).<br />

Fà un sentito appello al senso civico di ognuno perché<br />

si “viva” la piazza e gli altri spazi pubblici come<br />

luoghi di socializzazione, di incontro e di relazioni,<br />

nel rispetto delle regole condivise della civile convivenza<br />

per la fruizione sociale dei luoghi pubblici,<br />

che sono un “bene comune” a disposizione di tutti,<br />

da condividere liberamente e consapevolmente in<br />

modo individuale e collettivo.


Il <strong>Redone</strong><br />

CRONACHE DI VITA<br />

PARROCCHIALE<br />

E DEL PAESE<br />

Don Angelo Calegari compie<br />

in mezzo a noi i suoi 90 anni<br />

Don Angelo Calegari, che da un po’ di tempo vive<br />

in mezzo a noi risiedendo nei “mini appartamenti”<br />

della Casa di Riposo e condividendo il cammino<br />

della nostra parrocchia, compie il prossimo martedì<br />

10 aprile i suoi 90 anni.<br />

Lui è nato a Manerbio il 10 aprile del 1917, è<br />

stato ordinato a Brescia il 7<br />

giugno del 1941 celebrando<br />

solennemente la sua prima<br />

Santa Messa nella parrocchia<br />

di Pralboino. E’ stato vicario<br />

cooperatore della parrocchia<br />

di Gavardo dal 1941 al 1973<br />

vivendo i tragici giorni della<br />

guerra e salvandosi miracolosamente<br />

quando una bomba<br />

cadde sulla casa canonica uccidendo<br />

gli altri confratelli. Fu<br />

poi nominato parroco di Verolavecchia prestando<br />

il suo servizio dall’<strong>anno</strong> 1973 all’<strong>anno</strong> 1992. Dopo<br />

- 40 -<br />

aver fatto per un periodo di tempo il capellano<br />

della casa di riposo di Verolanuova si è trasferito<br />

a Gottolengo dove con don Lino fa assistenza nella<br />

Casa di Riposo del nostro paese e vi celebra ogni<br />

giorno l’Eucarestia. Già prima di venire a vivere<br />

a Gottolengo era ben conosciuto nel nostro paese<br />

perchè ha sempre accompagnato<br />

pastoralmente e con<br />

grande disponibilità e generosità<br />

le varie Comunità del<br />

Cammino Neocatecumenale<br />

presenti nella nostra parrocchia<br />

e continua a farlo con vigoroso<br />

entusiasmo nonostante<br />

la sua veneranda età.<br />

Noi tutti lo ringraziamo per<br />

la sua bella testimonianza di<br />

vita e lo accompagnamo con<br />

l’affetto e con la preghiera chiedendo a Dio per<br />

lui le migliori benedizioni dal cielo.<br />

PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO<br />

della MADONNA di S. LUCA<br />

Pullman al completo, sabato 24 Marzo, per il pellegrinaggio<br />

quaresimale al Santuario della Madonna di<br />

S.Luca, a Bologna : partenza alle 7 di mattina per arrivare<br />

a Bologna dopo quasi tre ore di viaggio.<br />

Arrivando in prossimità della città, si è notato subito il<br />

Santuario svettare in cima al colle della Guardia, cosiddetto<br />

per le milizie che, anticamente, vi si stanziavano<br />

per difendere la città : fin dalle sue origini è stato la<br />

meta di un continuo flusso di pellegrini che salgono a<br />

venerare l’icona della Vergine col Bambino, detta, appunto,<br />

“di S.Luca”.<br />

La tradizione vuole che l’icona sia stata dipinta dall’evangelista<br />

Luca (da qui la dedicazione alla Madonna<br />

di S.Luca) : in effetti, seppure riveli una provenienza<br />

ed uno stile bizantineggianti (X°-XI° secolo), la tavola<br />

fu eseguita molto più tardi (all’incirca fra il XII° e XIII°<br />

secolo) e da una mano ‘occidentale’.<br />

Usciti dalla città da Porta Saragozza, abbiamo imboccato<br />

una stradina molto stretta per il pulmann per salire al<br />

colle della Guardia : grazie all’abilità dell’autista, che ha<br />

dovuto fare anche una manovra parecchio impegnativa<br />

per le dimensioni del mezzo, siamo giunti al Santuario


senza patemi eccessivi.<br />

Già dal viale d’accesso, l’imponente facciata barocca dà<br />

l’impressione di un abbraccio, di un’accoglienza dolce<br />

ed, al tempo stesso, rassicurante di una madre : la stessa<br />

sicura protezione che la Vergine portò alla città ed ai<br />

bolognesi in un momento di particolare difficoltà per<br />

le continue piogge, la minaccia di rovina dei raccolti e<br />

una conseguente possibile carestia.<br />

Una protezione che rinnovò, dal 1433, una venerazione<br />

nata dai primi dell’<strong>anno</strong> 1000 e durata nei secoli, nonostante<br />

che guerre e vicende burrascose avessero influito<br />

parecchio sulle condizioni del santuario, addirittura<br />

pressochè abbandonato nel 1300.<br />

Una particolarità ad un tempo simpatica e importante,<br />

che consente il pellegrinaggio dalla città, in ogni tempo:<br />

dal lato sinistro della Basilica parte e scende dal monte<br />

un porticato, iniziato a costruire nel 1 74 e terminato<br />

nel 1732, che arriva alla Porta Saragozza e da qui, grazie<br />

all’arco del Meloncello, si collega ad un altro portico,<br />

unendo, di fatto, la città al suo Santuario.<br />

Il porticato: una salita lunga quasi 4 Km., un misto di<br />

gradini e gradoni in piano, con archi e 1 cappelle<br />

(1 misteri del Rosario) : una salutare passeggiata per<br />

il pellegrino, che vuole salire ad onorare la Vergine e,<br />

perché no, godere di un panorama splendido e di una<br />

benefica brezza sul colle della Guardia.<br />

Il porticato è, in effetti, una particolarità che caratterizza<br />

tutta Bologna: quasi ogni strada della città è costeggiata<br />

da un porticato (talvolta su entrambi i lati) che consente,<br />

appunto, di spostarsi a piedi lungo tutte le sue vie e<br />

piazze senza prendere una goccia di pioggia o rischiare<br />

un’insolazione nelle torride giornate d’estate.<br />

All’esterno, nei viali antistanti la Basilica, un gradevole<br />

sorpresa: schierate in bella mostra, quasi un ideale<br />

‘aggancio’ e rispetto dell’età della basilica, sostava una<br />

quarantina di Fiat 00, la gloriosa utilitaria degli anni<br />

70. Un affascinante insieme di carrozzerie scintillanti<br />

in un arcobaleno di colori, con targhe vetuste ma tirate<br />

a lucido: belle, pimpanti e pronte per una parata,<br />

una manifestazione, un raduno e partite, poco dopo il<br />

ns. arrivo, in un corteo allegro e<br />

rombante.<br />

All’interno, dietro l’altar maggiore,<br />

una cappella con la sacra<br />

icona del volto della Madonna in<br />

un ricco frontale d’argento con<br />

i donativi della pietà dei fedeli.<br />

Nella Basilica, abbiamo partecipato<br />

all’Eucarestia, concelebrata da<br />

Don Saverio e dall’abate responsa-<br />

- 41 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

CRONACHE DI VITA<br />

PARROCCHIALE<br />

E DEL PAESE<br />

bile della basilica<br />

stessa che, prima<br />

della benedizione<br />

finale, ha raccontato<br />

all’assemblea la storia dell’icona,<br />

della basilica e della venerazione al culto della Madonna<br />

di S.Luca, fino a farla diventare “la Madonna dei<br />

Bolognesi”.<br />

Terminata la celebrazione, una pausa per il pranzo con<br />

piatti tradizionali bolognesi (lasagne verdi, buone ma<br />

un po’ freddine) e via col pulmann per tornare a Bologna<br />

per la visita alla città, in compagnia di una guida<br />

che ci ha raggiunto in Piazza Maggiore.<br />

Nell’attesa della guida, abbiamo avuto la possibilità di<br />

apprezzare la famosa piazza bolognese, fulcro religioso,<br />

centro politico e d’incontro della comunità cittadina.<br />

Infatti, si affacciano sulla piazza :<br />

- la Basilica di S.Petronio (patrono della città);<br />

- il Palazzo dei Notai (la corporazione più potente ed<br />

incisiva nelle vicende<br />

politiche della città;<br />

- il Palazzo Comunale, con l’imponenente torre con<br />

orologio;<br />

- il Palazzo dei Banchi (o dei cambiatori), tradizionale<br />

fulcro commerciale<br />

della città, da cui si ripartono le vie verso il mercato<br />

di Mezzo, il Palazzo<br />

della Mercanzia, il Foro dei Mercanti, il Trivio di Porta<br />

Ravennate.<br />

Nella piazzetta accanto, quasi naturale emanazione di<br />

Piazza Maggiore, l’imponente fontana del Nettuno : la<br />

famosa statua del dio del mare, anch’essa simbolo importante<br />

di Bologna.<br />

A fianco della Piazza, la Borsa, sede di antiche ed animate<br />

contrattazioni ed, al suo interno, la Biblioteca comunale<br />

: all’esterno, alcuni pannelli con fotografie e nomi<br />

dei caduti bolognesi nelle varie guerre e, vicino, altro<br />

pannello in vetro con l’elenco delle persone assassinate<br />

dal vile attentato fascista del 2 Agosto 19 0.<br />

Una preghiera silenziosa ha reso omaggio a quelle vittime<br />

innocenti della barbarie di<br />

terroristi pazzi.<br />

Ben accompagnati dalla guida,<br />

siamo entrati nella Basilica di S.<br />

Petronio, vescovo vissuto nel V°<br />

secolo, al quale la tradizione medievale<br />

attribuiva la ricostruzione<br />

della città.<br />

Un segno della fede e della storia<br />

alla cui costruzione, iniziata nel


Il <strong>Redone</strong><br />

CRONACHE DI VITA<br />

PARROCCHIALE<br />

E DEL PAESE<br />

13 , si sono succeduti<br />

vari architetti:<br />

- Antonio di Vincenzo, definito<br />

il ‘muratore’, autore del primo progetto e che<br />

vide realizzarsi solo la parte inferiore della facciata;<br />

- Arduino Arriguzzi, autore del progetto, elaborato<br />

agli inizi del 1 00 ma, purtroppo, rimasto a livello di<br />

modello ligneo, che avrebbe portato la basilica la lunghezza<br />

da 1 3 a 224 metri e la larghezza da 137 a 1 0<br />

metri;<br />

- infine, in piena età barocca, l’architetto Girolamo<br />

Rinaldi chiuse la Basilica con<br />

ardite volte ad ogiva in stile gotico.<br />

Anche qui una particolarità : la MERIDIANA, un eccezionale<br />

strumento astronomico tracciato nel 1 da<br />

Giandomenico CASSINI.<br />

Una ricerca astronomica all’interno del tempio tesa a<br />

dimostrare e sottolineare la perfezione del creato e, di<br />

conseguenza, esaltare il suo Autore.<br />

La Meridiana, è uno strumento in grado d’indicare,<br />

grazie al moto apparente del Sole, l’istante esatto in cui<br />

il sole stesso passa sul meridiano locale : nella basilica,<br />

la linea meridiana attraversa obbliquamente la navata<br />

sinistra ed indica con ottima precisione il Mezzogiorno<br />

Locale e l’Ora Italiana “da campanile”, che faceva coincidere<br />

le ore 24 con l’Ave Maria, cioè, mezz’ora dopo il<br />

il Tramonto del Sole.<br />

La meridiana è costituita da una lista di marmo tracciata<br />

al suolo e le sue estremità sono rivolte verso il Nord ed<br />

il Sud geografici : su tale verticale, ad un’altezza di 27,07<br />

metri (Altezza Gnomonica), è posta una lamina con foro<br />

da 27,07 millimetri (cioè un millesimo dell’altezza).<br />

Il funzionamento - un’ora prima del mezzogiorno<br />

di ogni giorno dell’<strong>anno</strong> e, ovviamente, nubi permettendo,<br />

i raggi del sole passano attraverso quel foro e si<br />

proiettano al suolo sul lato della navata centrale. Con<br />

il variare delle stagioni, muta il punto di proiezione solare<br />

lungo la linea : in tal modo, essendoci uno stretto<br />

legame tra la data ed il punto proiettivo, la Meridiana<br />

funge da approssimativo calendario.<br />

Inoltre, lungo la linea è collocata una serie di piastre<br />

con l’indicazione dei segni zodiacali, Ascendenti e Discendenti.<br />

Anche la meridiana è sottoposta alla legge dell’ora legale<br />

: vale a dire che, da fine marzo a fine settembre<br />

l’orario ufficiale va spostato in avanti di un’ora (quindi,<br />

il mezzogiorno locale sarà alle 13).<br />

La visita guidata è continuata per le strade di Bologna,<br />

fino a giungere ad un altro simbolo della città, le due<br />

torri : la Garisenda (alta 47 metri circa) e quella degli<br />

- 42 -<br />

Asinelli (che si erge al suo fianco per ben 9 metri e<br />

mezzo circa), entrambe pendenti ed erette in uno dei<br />

punti strategici della città medievale, ove convergevano<br />

le strade che entravano in Bologna da est, vale a dire, la<br />

Via Emilia e e la Via S.Vitale (da e per Ravenna).<br />

Per inciso, prima di giungere alla piazza delle due Torri,<br />

siamo passati, quasi tutti, in un negozio ove facevano<br />

bella mostra di sè Formaggi di vario tipo, Prosciutti, Salumi<br />

e, regina fra i salumi, la Mortadella : sembra che<br />

passare nei negozi faccia parte del giro turistico<br />

della città !!<br />

Dopo una breve sosta in un locale per un momento di riposo<br />

e ristoro, ultima tappa, verso il complesso di Santo<br />

Stefano detto, anche, delle Sette Chiese : è un complesso<br />

legato alle antiche memorie storiche e religiose della<br />

città e ricordato, fin dall’<strong>anno</strong> 7 col nome di “SANTA<br />

GERUSALEMME”.<br />

Tradizione vuole che sia stato lo stesso Vescovo bolognese<br />

Petronio a fondare ed a dedicare al Santo il complesso<br />

di Santo Stefano, ove Petronio stesso è stato sepolto.<br />

Da scavi archeologici risulta che, già dalla fine del IV°<br />

secolo, l’area adiacente alla via Emilia ospitasse un cimitero<br />

cristiano ove erano stati sepolti i corpi dei protomartiri<br />

locali, Vitale ed Agricola : nel 392 d.C., alla<br />

presenza del Vescovo di Milano, Sant’Ambrogio, furono<br />

traslati nel cimitero giudaico.<br />

All’interno, “il cortile di Pilato”, per la vasca centrale<br />

che rappresenta il bacile ove Pilato si lavò le mani nel<br />

momento del rifiuto ad assumersi ogni responsabilità<br />

in merito al destino di Gesù.<br />

Il complesso di Santo Stefano conserva anche testimonianze<br />

artistiche di grande valore, legate ad artisti importanti<br />

dell’epoca, quali Simone de’ Crocifissi, Vitale<br />

da Bologna e Lippo di Dalmasio : oltre a ciò, un<br />

frammento dell’affresco con “La strage degli Innocenti”<br />

che apparteneva al ciclo pittorico eseguito intorno al<br />

12 0 da Marco di Berlinghieri da Lucca per la volta del<br />

S.Sepolcro eretta, secondo la leggenda, dallo stesso San<br />

Petronio.<br />

La Chiesa di Santo Stefano : fu ristrutturata in epoca<br />

romanica, sui resti di un tempio pagano, probabilmente<br />

dedicato ad Iside e nell’edicola centrale c’è la tomba di<br />

San Petronio.<br />

La visita al complesso di Santo Stefano è stata l’ultima<br />

tappa della nostra visita : dopo di questo, siamo tornati<br />

al pulmann ma, prima di salirvi, una brevissima visita<br />

alla Chiesa di San Francesco, che merita sicuramente<br />

una visita più accurata, visita che, speriamo di fare al<br />

più presto.


Anagrafe <strong>Parrocchia</strong>le<br />

05. CAVAGGIONI ANGEL MARIA RITA<br />

di Claudio e di Faraone Eliana<br />

nata a Asola il 29 ottobre 200<br />

battezzata a Gottolengo il 2 febbraio <strong>2007</strong><br />

06. FAGLIA FEDERICO<br />

di Lorenzo e di Gervasio Stefania<br />

nato a Manerbio il 3 giugno 200<br />

battezzato a Gottolengo il 2 febbraio <strong>2007</strong><br />

07. PONTOGLIO BEATRICE<br />

di Mauro e di Dolfini Francesca<br />

nata a Manerbio il 7 settembre 200<br />

battezzata a Gottolengo il 2 febbraio <strong>2007</strong><br />

08. MARCIANO SOFIA<br />

di Antonio e di Astarita Rosa<br />

nata a Manerbio il 20 ottobre 200<br />

battezzata a Gottolengo il 2 febbraio <strong>2007</strong><br />

MATRIMONI<br />

Celebrati in <strong>Parrocchia</strong><br />

nell’<strong>anno</strong> <strong>2007</strong><br />

1. Il 24 Febbraio alle ore 1 ,30<br />

nella chiesa parrocchiale di Gottolengo<br />

h<strong>anno</strong> contratto matrimonio<br />

SORMANI GIUSEPPE<br />

con TRECCANI ERIKA<br />

BATTESIMI<br />

- 43 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

09. PIETROPOLI MARA<br />

di Alberto e di Salvini Flora<br />

nata a Brescia il 31 ottobre 200<br />

battezzata a Gottolengo il 4 marzo <strong>2007</strong><br />

10. PTRO’ MARIA<br />

di Matteo e di Pezzi Nadia<br />

nata a Manerbio il 31 agosto 200<br />

battezzata a Gottolengo il 2 marzo <strong>2007</strong><br />

11. BOGLIOLI BENEDETTA<br />

nata a Manerbio il 19 settembre 200<br />

battezzata a Gottolengo il 2 marzo <strong>2007</strong><br />

DEFUNTI<br />

RESIDENTI IN PAESE O CON FUNERALE<br />

IN PARROCCHIA<br />

08. BARONIO MARIETTA<br />

nata a Verola Nuova<br />

il 12 luglio 1907<br />

morta a Gottolengo<br />

il 2 febbraio <strong>2007</strong><br />

09. DAFROSO ANGELO<br />

nato a gottolengo<br />

il 1 dicembre 1927<br />

morto a Gottolengo<br />

il 23 marzo <strong>2007</strong><br />

Morte e sepoltura fuori <strong>Parrocchia</strong><br />

CAVALLI ing. GIANFRANCO<br />

nato a Gottolengo<br />

il 2 ottobre 1931<br />

morto a Milano (Segrate)<br />

il 22 marzo <strong>2007</strong><br />

sepolto nel cimitero<br />

di Gottolengo il 23 marzo <strong>2007</strong>


Oratorio lugo degli incontri<br />

utili e felici<br />

Vita parrocchiale in foto:<br />

I più piccoli dell’Oratorio<br />

Il rogo della Vecchia<br />

a metà Quaresima<br />

Mons. Roberto Càceres<br />

con i nostri chierichetti<br />

La Pasqua risalta i colori<br />

della vita

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