Redone n. 4 anno 2011 - Parrocchia GOTTOLENGO
Redone n. 4 anno 2011 - Parrocchia GOTTOLENGO
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il<br />
<strong>Redone</strong><br />
Periodico d’informazione della <strong>Parrocchia</strong> Prepositurale dei Ss. Pietro e Paolo di Gottolengo<br />
Comunità in cammino<br />
<strong>anno</strong> sinodale <strong>2011</strong> - 2012<br />
numero 4<br />
<strong>anno</strong> <strong>2011</strong>
il <strong>Redone</strong><br />
Periodico d’informazione della <strong>Parrocchia</strong> Prepositurale<br />
dei Santi Pietro e Paolo di Gottolengo<br />
Autorizzazione del tribunale di Brescia n. 236<br />
del 16-05-1965<br />
n. 4 - <strong>2011</strong><br />
Sito Internet della <strong>Parrocchia</strong>:<br />
http://www.parrocchiagottolengo.it<br />
e-mail: info @parrocchiagottolengo.it<br />
Tel. 030 951042<br />
Direttore responsabile:<br />
Don Arturo Balduzzi<br />
Redazione:<br />
Andrea Milzani, Angelo Biazzi, Delia Milzani, Giuseppe<br />
Zanon, Giusi Morbini, Mino Feroldi, Mino Onorini,<br />
Paola Rodella, Paolo Bianchi, Silvana Martinelli,<br />
Stefania Tenchini<br />
In questo numero<br />
Calendario Pastorale ........................................ 2<br />
La “Città della pace” ......................................... 2<br />
Agorà <strong>2011</strong>-2012 ............................................... 3<br />
Al Sinodo per delineare il futuro della Chiesa<br />
La parola del Prevosto ..................................... 4<br />
Attualità .............................................................. 7<br />
Scandalo<br />
GMG ................................................................... 9<br />
Don Luca e la sua cordata .............................. 14<br />
Santa domenica a tutti<br />
Festa dell’Oratorio<br />
Grest <strong>2011</strong><br />
Follest <strong>2011</strong><br />
Lignano <strong>2011</strong><br />
Passi di un santo tra i sentieri di Corteno<br />
Consiglio dell’Oratorio<br />
Torneo di calcio “Andrea Redana”<br />
Melonera Missionaria ...................................... 23<br />
Gruppi <strong>Parrocchia</strong>li ......................................... 24<br />
Qui Caritas<br />
Terza età<br />
Note di tradizione ............................................ 25<br />
I filos<br />
Scuola .............................................................. 27<br />
Insegnanti e genitori verso un modello educativo<br />
condiviso<br />
Lettere alla redazione ..................................... 28<br />
Caro paese mio<br />
Maglia Azzurra - Gruppo Alpini ...................... 29<br />
Anagrafe parrocchiale ..................................... 30<br />
Litotipografia Causetti - 25023 Gottolengo (BS)<br />
Piazza xx Settembre 14 - Tel. e Fax 030.951319<br />
-2-<br />
CALENDARIO<br />
PASTORALE<br />
ORARIO Ss. MESSE<br />
VIGILIARI:<br />
Ore 16,30: Casa di Riposo<br />
Ore 18,30: <strong>Parrocchia</strong>le<br />
Ore 20,30: Comunità Neocatecumenali<br />
FESTIVE:<br />
Ore 8,00 - 9,30 - 11,00 - 18,30<br />
FERIALI:<br />
Ore 8,00 - 18,30 da lunedi a venerdi<br />
Ore 16,30: giovedi Casa di Riposo<br />
CONFESSIONI<br />
SABATO: dalle ore 9,00 alle ore 11,00<br />
ed in prossimità delle Sante Messe<br />
segue dalla prima pagina<br />
La “Città della pace” è il dipinto di don Renato Laffranchi<br />
scelto come immagine simbolo della nuova edizione<br />
di “Agorà”.<br />
L’opera fa parte di una serie di lavori che l’autore ha voluto<br />
dedicare alla città del cielo, in una sua personale lettura<br />
pittorica della città dell’Apocalisse.<br />
Si tratta di un’immagine in cui la città è racchiusa in un<br />
cerchio di luce con cui l’autore interpreta quel passaggio<br />
dell’Apocalisse in cui si dice che la città non ha bisogno<br />
né della luce del sole né di quella della luna perché la sua<br />
luce è l’Agnello.<br />
Il cerchio diventa il simbolo di quella luce che illumina la<br />
città del cielo. Attraverso la gradazione di colori l’artista<br />
ha rappresentato la discesa della città dal cielo, città di Dio<br />
che, per questo, non può essere costruita dagli uomini.<br />
Tutto questo è espresso anche con colori decisi che nella<br />
parte più vicina alla città si perdono nella consistenza della<br />
luce.
Non sono un esperto, ma ho l’impressione che il bello dell’arte moderna sia che lascia lo spazio a tutti<br />
di interpretarla un po’ come si vuole. Diciamola in un modo un poco più nobile: suscita in ciascuno dei<br />
sentimenti che sono, aldilà delle intenzioni dell’artista, estremamente personali. Può non piacere, potrebbe<br />
anche non dire niente, ma poiché non è descrittiva, mira a evocare, a scatenare suggestioni, emozioni, quasi<br />
a parlare a tutti facendoci entrare in un gioco in modo che l’opera d’arte possa intrecciarsi con le storie, le<br />
ansie, le gioie, le paure generando, così, un incontro.<br />
Ci potrebbe accadere anche guardando l’opera qui a fianco di don Renato Laffranchi, noto pittore e sacerdote<br />
bresciano, che ha per titolo “Città della pace” e che è stata scelta come opera simbolo per l’Agorà<br />
<strong>2011</strong> e il cammino sinodale. Non so commentarla, lascio ad altri come leggere questa città celeste, che dal<br />
cielo scende e si poggia sui monti e che brilla di una luce bellissima, vorrei solo contemplarla. In essa si<br />
può intravedere la “comunità in cammino”, la nostra comunità ecclesiale di Brescia chiamata dal vescovo<br />
Luciano all’esperienza sinodale verso la meta delle nuove unità pastorali. Bella, luminosa, celeste, ma anche<br />
radicata nella sua terra.<br />
Ed è per continuare ad essere in terra bresciana luminosa testimone della luce del Signore Risorto che<br />
la nostra diocesi si accinge ad accostare il tema delle unità pastorali. Un’esperienza nuova, da pochi conosciuta<br />
e realizzata, in tutto pare ancora da decifrare. Il vescovo Monari ha voluto, per parlarne, un Sinodo<br />
diocesano. Un’occasione per “far sì che vi fosse un tempo dove tutti possano esprimersi per discernere e<br />
costruire un consenso e una decisione che dia nuovo slancio all’annuncio del Vangelo e una rinnovata presenza<br />
della nostra Chiesa nel territorio”.<br />
Ma come sarà il Sinodo che ci attende? Anzitutto ci vedrà “convenire” sacerdoti, consacrati e laici in<br />
ascolto, col vescovo, dello Spirito Santo che parla e guida la nostra Chiesa. Un’opportunità grande, ma<br />
anche una sfida. La discussione sulle unità pastorali non sarà un passaggio facile, con sé porta una serie di<br />
possibili rischi. Il primo è che le unità pastorali potrebbero essere viste come la cancellazione delle piccole<br />
parrocchie, oppure come nuove entità che si sovrappongono a quelle già esistenti. Potrebbero anche essere<br />
viste come una nuova organizzazione (giuridico-amministrativa) della Chiesa, anziché come un modo di<br />
affrontare i problemi nell’attuale situazione ecclesiale, sociale e culturale.<br />
L’esigenza, invece, è quella di un nuovo spirito missionario, di comunione, di corresponsabilità. Un altro<br />
pericolo potrebbe essere quello di affievolire lo spazio delle relazioni personali tra la comunità e i sacerdoti,<br />
essendoci il rischio per i preti di una vita sempre più affannata e di corsa, e per i fedeli di non avere più<br />
alcuni chiari punti di riferimento, a motivo della molteplicità delle figure ministeriali. Come anche si potrebbe<br />
manifestare una scarsa uniformità nei cammini parrocchiali o una diversa velocità nel promuovere la<br />
programmazione e realizzare i progetti comuni tra le parrocchie, forse anche in una sorta di competizione.<br />
Si potrebbe, infine, imporre una certa professionalizzazione con la conseguenza o di clericalizzare anche le<br />
figure laicali o di laicizzare la pastorale affievolendo lo spirito missionario. Possibile, ma evitabile. Come<br />
potrebbe arrivare anche una sorta di empasse nelle decisioni per i troppi “Consigli” coinvolti, ma senza una<br />
reale assunzione di responsabilità.<br />
Di questo e di altro ancora dovr<strong>anno</strong> discutere le parrocchie, i sacerdoti, i laici, i consacrati e tutta la<br />
comunità viva della nostra Chiesa, per non farci cogliere impreparati, per non smettere di dar voce allo<br />
Spirito Santo tra noi.<br />
L’editoriale di Adriano Bianchi da «La Voce del Popolo» del 30 giugno <strong>2011</strong><br />
-3-<br />
il <strong>Redone</strong><br />
Si è aperto il 4 luglio Agorà <strong>2011</strong>-2012, l’evento diocesano che introdurrà la Chiesa bresciana<br />
al Sinodo sulle unità pastorali previsto per l’autunno 2012 sul tema “Comunità in cammino”.<br />
Al Sinodo per delineare il futuro della Chiesa
il <strong>Redone</strong><br />
LA PAROLA DEL PREVOSTO<br />
Carissimi,<br />
in questi mesi, dal mio arrivo a Gottolengo, vi ho incontrato in molte occasioni e sempre con la<br />
cordialità del primo giorno.<br />
Certo, non ho raggiunto tutti: è grande la nostra Comunità! Il desiderio e il proposito v<strong>anno</strong> comunque<br />
in questa direzione.<br />
Dopo la pausa estiva riprendo la visita e la benedizione delle famiglie: una nuova Contrada mi attende,<br />
un’altra porzione della nostra <strong>Parrocchia</strong>, parte viva di una medesima storia.<br />
Soprattutto sono riconoscente per l’accoglienza che mi state riservando. Vi penso, vi vedo e vi<br />
ascolto nelle persone che mi avvicinano; mi sento un tutt’uno con voi. Ogni giorno prego per tutti.<br />
Ricordo i più anziani: sono la<br />
traccia vivente e generosa della<br />
nostra vicenda umana. Ricordo<br />
i più giovani: sono la delicatezza<br />
del nostro presente e lo spessore<br />
del nostro futuro. Ricordo<br />
gli uomini e le donne chiamati<br />
ad assumere, nella maturità<br />
della loro esistenza, le responsabilità<br />
più grandi. Ricordo coloro<br />
che sono messi alla prova<br />
e percepiscono maggiormente<br />
la debolezza e la fragilità della<br />
nostra condizione umana: certamente<br />
gli ammalati e tutti quelli che sono attraversati dal dolore. Ricordo uomini e donne arrivati<br />
da paesi lontani, coltivando, in grandissima parte, un’onesta speranza. Non mi è difficile questo<br />
esercizio, alimentato dalla intensità degli incontri vivi con voi e da un amore che mi supera.<br />
Verso la prima .... candelina<br />
Sono passati quasi dieci mesi, quaranta settimane, dal nostro primo incontro: a me sembra già una<br />
vita. Dopo aver compiuto i primi passi e aver conosciuto le intenzioni e i programmi della nostra<br />
Comunità, avverto forte il desiderio di parlare con tutti anche attraverso le pagine del <strong>Redone</strong>, di<br />
manifestarvi un poco di me, di condividere pensieri che mi st<strong>anno</strong> a cuore.<br />
E’ un modo per consolidare il dialogo: sono felice di potervi ascoltare e il mio dire è per poter rendere<br />
più facile il vostro.<br />
Tra le prime parole che vi ho rivolto, forse vi ricorderete queste: “Non c’è esperienza di infinito<br />
sulla terra, non c’è esperienza di vita riuscita, di vita bella, lontano dalla comunione. E’ quando<br />
accogli l’altro nello spazio della tua bontà, dei tuoi beni, fra le tue cose più care, è allora, solo<br />
allora, che ritrovi la bellezza del mondo, la bontà delle cose, il tuo vero volto di cristiano”. Particolarmente<br />
mi interessa la vita, la vita di tutti e di ciascuno.<br />
Dice Gesù: “Sono venuto perchè abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. E’ Lui che indica<br />
ciò che è importante. Lo indica con le sue parole, con i suoi gesti che generano vita e sorprendono<br />
-4
LA PAROLA DEL PREVOSTO<br />
-5-<br />
il <strong>Redone</strong><br />
proprio là dove la vita è mortificata; lo indica con la sua stessa esistenza che rivela l’amore di Dio,<br />
che chiama Padre e insegna a chiamare così. Lo rivela con la sua stessa vita donata perchè tutti<br />
abbiano vita. La fede, la speranza, Gesù, Dio stesso, sono per la vita degli uomini e delle donne di<br />
ogni tempo e di ogni luogo.<br />
Per la vita vale la pena dare la vita, perchè l’esistenza non sia solo vita, ma pace, amore, giustizia,<br />
bellezza, verità, santità. Perchè la vita sia senso di vivere, gusto di vivere, gioia di vivere.<br />
Chi incontra Gesù e riceve il suo Spirito, comprende non solo con la testa, ma con tutto se stesso<br />
che Lui è la sorgente della vita e, a volte inespressa, nasce quell’attesa che una donna, un giorno<br />
lontano ma sempre vicino, gli manifestò dicendo: “Dammi sempre di quest’acqua”.<br />
Di tutto questo è possibile fare a esperienza? Dove? Come?<br />
Proprio perchè noi siamo una storia, un corpo, un io profondo, un’anima, le relazioni che viviamo,<br />
le nostre esperienze sono storie, corpi, anime, profondità umana, rapporti. Le nostre esperienze<br />
anche le più singolari, partono da una Comunità, sono Comunità, f<strong>anno</strong> Comunità. Ora vi dico il<br />
nome di questa Comunità. E’ la Chiesa, la Chiesa di Gesù: la viviamo in <strong>Parrocchia</strong>!<br />
Il presbiterio rinnovato<br />
Gottolengo ha dimostrato ancora recentemente il legame sentito con i suoi sacerdoti in alcuni momenti<br />
celebrativi nei quali rinnovare i sentimenti di riconoscenza e di affetto verso coloro che,<br />
mandati da Cristo, sono stati e sono i padri e le guide del popolo santo.<br />
Così nel ricordo di quanti ci attendono nel paradiso come mons. Francesco Vergine, don Gustavo<br />
Pezzi, don Gianfranco Lazzaroni, don Pietro Lazzaroni, don Carlo Pacetti ...; così nelle feste patronali<br />
con don Saverio Mori, negli anniversari di sacerdozio: il 70° di don Angelo Calegari e il 50°<br />
di don Giuseppe Bettoni.<br />
Don Lino e don Antonio conservano intensi ricordi della nostra <strong>Parrocchia</strong>, sono visitati da tanti e<br />
non tralasciano occasione per inviarci i loro saluti e... tante benedizioni.<br />
Un noto proverbio recita: “Non c’è il due senza il tre e... il quarto vien da sè”.<br />
Dopo l’arrivo nel 2009 di don Luca e nel 2010 del sottoscritto, ci raggiunge don Lorenzo Pini.<br />
Dobbiamo essere riconoscenti al vescovo Luciano per tale ulteriore gesto di attenzione nei confronti<br />
della nostra Comunità <strong>Parrocchia</strong>le tanto variegata e promettente nelle sue potenzialità, tutti<br />
doni del Signore.<br />
Per don Lorenzo si tratta di un ... ritorno a casa.<br />
Lo accogliamo con affetto e simpatia, pronti a sostenere con la preghiera e a condividere nella corresponsabilità<br />
il suo servizio pastorale in mezzo a noi.<br />
Il quarto adombrato dal proverbio è il Dr. Giuseppe Colosini, che il vescovo nomina a tutti gli<br />
effetti a svolgere il ministero diaconale a Gottolengo. A lui le nostre felicitazioni anche per l’imminente<br />
data del primo lustro di ordinazione (14 ottobre) con l’augurio di un sereno e proficuo lavoro<br />
pastorale.<br />
La luce della notte<br />
“Vi invito a rimanere in adorazione di Cristo, realmente presente nell’Eucaristia. A dialogare con
il <strong>Redone</strong><br />
LA PAROLA DEL PREVOSTO<br />
Lui, a porre davanti a Lui le vostre domande e ad ascoltarlo. Cari amici, prego per voi con tutta<br />
l’anima. Vi supplico di pregare anche per me. Chiediamo al Signore, in questa notte, attratti dalla<br />
bellezza del suo amore, di vivere sempre fedelmente come suoi discepoli”.<br />
Con queste parole Papa Benedetto preparava i giovani del mondo all’incontro con Gesù durante la<br />
grandiosa veglia nella Giornata Mondiale della Gioventù.<br />
Un prolungato e intenso silenzio avrebbe accompagnato quella folla immensa a gustare nell’intimità<br />
l’amicizia con il Redentore.<br />
Rivolgendosi poi ai giovani italiani il S. Padre donava il mandato: “Custodite le fiamma che Dio ha<br />
acceso nei vostri cuori in questa notte: fate in modo che non si spenga, alimentatela ogni giorno,<br />
condividetela con i vostri coetanei che vivono nel buio e cercano una luce per il loro cammino”.<br />
Come Comunità di Gottolengo accogliamo la stessa proposta offerta ai giovani: ogni primo venerdì<br />
del mese siamo invitati ad incontrare Gesù Eucaristia alle ore 15,00 (cappella dell’oratorio)<br />
e alle 20,30 (chiesa parrocchiale). Saremo sempre più un cuor solo e un’anima sola grazie<br />
a Lui!<br />
Per disporre la libertà piena e l’efficacia della preghiera occorre uno spirito riconciliato: oltre i<br />
momenti prossimi alla celebrazione della S. Messa ogni sabato dalle ore 9,00 alle 11,00 la chiesa<br />
parrocchiale rimane aperta per le Confessioni.<br />
La grazia del Signore sia su di noi; non manchi ad essa la disponibilità di ciascuno.<br />
Buon nuovo <strong>anno</strong> pastorale<br />
-6-<br />
Don Arturo
-7-<br />
il <strong>Redone</strong><br />
ATTUALITA’<br />
SCANDALO<br />
L’etimologia è la disciplina che studia “l’intimo significato della<br />
parola”, andando a ritroso nel tempo per individuare le unità<br />
linguistiche dalle quali derivano i termini odierni.<br />
E’ affascinante e, come piacevole retrogusto, obbliga a riconsiderare<br />
le due massime lingue dell’antichità classica: il greco ed<br />
il latino.<br />
E’ sufficiente un buon Zingarelli (vi prego...lasciate perdere per<br />
un attimo Wikipedia!) per farsi trasportare nel tempo dal valore<br />
di una parola.<br />
Provo ad applicare tutto ciò al vocabolo “scandalo”.<br />
A pagina 1623 (Lo Zingarelli, ed.2006 / Zanichelli Editore) scopro<br />
che il termine latino scandalum dal quale deriva, significa<br />
“impedimento”. Un qualcosa che non permette di svolgere le<br />
proprie funzioni, che ti blocca nel tragitto verso un obiettivo, non conseguendo la meta e portandoti<br />
a nessun risultato; rimani immobile perché la via è ostruita.<br />
Penso alla generazioni di giovani che in Italia faticano a trovare sbocchi lavorativi, immobili<br />
e precari non per propria volontà ma per miopia politica del governante di turno e per la rete<br />
melmosa della crisi. E’ scandaloso! Penso anche a tutti quei giovani che, quasi per inedia, né<br />
lavorano né tanto meno studiano. A leggere certe statistiche vengono in mente quei rametti che,<br />
gettati nell’acqua, al minimo impedimento si bloccano e non riescono a riprendere la corrente.<br />
E’ uno scandalo!<br />
Torno al mio Zingarelli e scopro che i latini avevano in realtà mutuato il termine greco skàndalon,<br />
che vuol dire: pietra d’inciampo, insidia. Ciò che era un semplice impedimento diventa ora<br />
qualcosa di più materiale, di fisicamente ben definito, qual è una pietra. Non una parte rocciosa<br />
buona a costruire, bensì un oggetto che rischia di farti cadere.<br />
Illuminante il sinonimo insidia: rende l’idea della cosa subdola, imprevista.<br />
Non è scandaloso, imprevedibile fino a pochi mesi fa, il massacro perpetrato in Siria o in Libia?<br />
Non è forse motivo d’inciampo morale la vergognosa sudditanza della politica al leviatano della<br />
finanza?<br />
E che macigno sullo stomaco la situazione del Corno d’Africa, una pietra d’inciampo sulla via<br />
dell’uomo moderno, bravo ad analizzare il suolo di Marte, ma incapace ad anteporre la vita di<br />
milioni di persone a meschini interessi di parte.<br />
I pensieri si f<strong>anno</strong> cupi, meglio tornare allo Zingarelli...<br />
Se la pietra d’inciampo dei greci diventerà poi l’impedimento dei latini, per noi “moderni” cosa<br />
significa scandalo?<br />
Il vocabolario è preciso nel definirlo come un “grave turbamento della coscienza […] contrario<br />
alle leggi della morale”, oppure un “fatto […] che presenta aspetti contrastanti con la morale<br />
corrente”. E qui mi fermo. Mi sento in braghe di tela: a quali leggi si riferisce il vocabolario?
il <strong>Redone</strong><br />
ATTUALITA’<br />
E, qual è la morale corrente? Rubare è scandaloso...evadere il fisco, iniquo ed opprimente?<br />
Uccidere è scandaloso...ma l’aborto e l’eutanasia? Abusare del potere è scandaloso...imporre le<br />
proprie idee ed ambizioni?<br />
Per mia nonna già il solo baciarsi in pubblico era scandaloso...e oggi? Forse che più nessuno<br />
inciampa nella morale? Possibile che tutta la sapienza dei greci e dei latini sia finita in pane<br />
ed acqua, rendendo vuota di significato la definizione dello Zingarelli? Eppure quanto fatto<br />
da Breivik ad Oslo è sicuramente scandaloso. La morte di Amy Winehouse è scandalosa, così<br />
come lo sono il calcio scommesse o l’ennesima rissa politica estiva. La crisi economica stessa<br />
ha, se ci pensate bene, molto di scandaloso.<br />
Non mi do per vinto: ho già messo in fila ben undici interrogativi e nemmeno una risposta.<br />
Riapro il vocabolario, torno alla pagina 1623 e mi accorgo di un termine al quale prima non<br />
avevo fatto caso: ecclesiastico (cioè pertinente alla chiesa), riferito alla tipologia di latino dal<br />
quale deriva la nostra parola “scandalo”.<br />
La chiesa? E che centra? Non sarà che l’eredità, e la radice al tempo stesso, della morale della<br />
quale poi scrive lo Zingarelli, sia il cristianesimo? Il Decalogo di Mosè quanto conta? Vuoi<br />
vedere che è stata proprio la pietra scartata dai costruttori a diventare sia testata d’angolo, per i<br />
credenti, che inciampo (skàndalon appunto) per gli scettici?<br />
Ora, finalmente, dopo altri cinque punti<br />
di domanda, azzardo una risposta: la<br />
base profonda per la morale corrente sta<br />
nell’insegnamento di Cristo e nella feconda<br />
opera di guida della Sua Chiesa<br />
(leggete con attenzione, nelle pagine seguenti,<br />
le testimonianze dei nostri ragazzi<br />
di ritorno dalla GMG di Madrid...)<br />
Scandaloso per la natura intima dell’uomo<br />
è dimenticarsi di Dio - come i fatti<br />
terribili di questo periodo st<strong>anno</strong> a dimostrare<br />
- riducendo il “grave turbamento<br />
della coscienza” a semplice fastidio momentaneo,<br />
da curare con la scarsa memoria<br />
o, peggio, con l’anestetico del relativismo<br />
morale. Il mio spazio è terminato.<br />
Vorrei scrivere tante altre cose ma, nel<br />
chiudere il vocabolario, vedo che l’orologio<br />
in cucina segna la mezzanotte.<br />
E’ tardi e domani ci si deve alzare presto:<br />
sarebbe proprio scandaloso arrivare<br />
in ritardo al lavoro!<br />
-8-<br />
Andrea Milzani
GMG<br />
LA CRONACA<br />
Lunedì 15 Agosto, Eucarestia in Arenzano Santuario<br />
del Gesù Bambino di Praga, poi subito diretti ad<br />
Avignone, città dei Papi, il giorno 16 ci siamo recati<br />
a Lourdes vivendo la giornata avvolti dalla spiritualità<br />
di Maria, questo ha ricreato lo spirito di appartenenza<br />
ad una Chiesa che talvolta, spenta dietro una<br />
religiosità senza la gioia, diventa motivo di allontanamento<br />
di molti battezzati che non h<strong>anno</strong> visto<br />
realizzarsi il miracolo morale dell’amore all’altro.<br />
Questo miracolo i giovani lo h<strong>anno</strong> visto e toccato<br />
-9-<br />
il <strong>Redone</strong><br />
SULLE ALI DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA<br />
GIOVENTU’ <strong>2011</strong> VERSO MADRID<br />
In pellegrinaggio per riconoscere l’amore di Gesù Cristo e la maternità di Maria<br />
incontrando il Santo Padre a Madrid.<br />
Nel 1989 in occasione della GMG sul Monte do Gozo in Santiago De Compostela ( Spagna) Il Santo Padre<br />
gridava ai giovani:<br />
“Io Giovanni Paolo,…, da Santiago grido con amore a te vecchia Europa: ritrova te stessa, riscopri le<br />
tue origini, ravviva le tue radici, torna a vivere dei valori autentici che h<strong>anno</strong> reso gloriosa la tua storia<br />
e benefica la tua presenza negli altri continenti… tu puoi essere ancora faro di civiltà e stimolo di progresso<br />
per il mondo“.<br />
Giovanni Paolo II vide all’orizzonte i pericoli gravissimi cui va incontro l’Europa e il mondo occidentale e<br />
soprattutto le nuove generazioni. Le giornate mondiali della Gioventù nacquero da questa visione profetica:<br />
fare sperimentare ai giovani la bellezza di un’esperienza di Cristianesimo, poter vivere la vita abbandonati<br />
in Dio e quindi sperimentare la vita eterna. Fare gustare ai giovani, assetati di eternità, la dimensione eterna<br />
della loro esistenza.<br />
Abbiamo creduto nelle parole del Santo Padre ed è con questo spirito che accompagnamo i giovani.<br />
Siamo partiti per la GMG di Madrid come gruppo del gruppo del Cammino Neocatecumenale di Brescia in<br />
630 pellegrini, compreso il nostro gruppo della provincia composto da 166 persone.<br />
Partiti da Gottolengo con tre Bus, i 166 giovani del cammino neocatecumenale delle comunità di Gottolengo,<br />
Verolanuova, S. Pancrazio di Palazzolo, Chiari, Nozza, si sono posti in viaggio verso la meta della<br />
GMG dei giovani con il Papa a Madrid, per diventare testimoni del proprio battesimo, per il quale è stato<br />
iniziato un cammino di riscoperta, con il desiderio di riconoscere la propria vocazione nelle scelte della<br />
propria vita secondo la volontà di Dio.<br />
Accompagnati da Don Osvaldo Giacomelli, Don Gian Pietro Cappa, Giuseppe e Giusi Colosini, Piera<br />
Boffelli, Paolo Cavallari, Elio e Maria Gasparetti, Nazzareno e Angiolina Vezzoli, Gianni e Margherita<br />
Boglioni.<br />
Un itinerario sostenuto dalla Eucaristia, dalla Parola di Dio e dalla lode che ogni giorno ha permesso di<br />
veder crescere la comunione fraterna, la consapevolezza dell’amore ricevuto da Dio nella propria storia e la<br />
possibilità di superare la crisi della fede che alberga nel cuore dei giovani di oggi che vogliono vedere per<br />
credere, sentire la gioia del cuore, sperimentare una presenza forte nello spirito che, la testimonianza della<br />
fede in Cristo ed il compromettersi per Lui può generare.<br />
con mano, con l’ascolto dello Spirito Santo che si<br />
è reso presente, che ci ha portato su ali di aquila, ci<br />
ha permesso di sopportare disagi di vario genere,<br />
che ci ha condotto ad una piccola ma significativa<br />
esperienza di fede.<br />
Mercoledi 17 partenza per la Spagna: prima città<br />
PAMPLONA (celebrazione Eucaristica nel grande<br />
parco della città seguita dalla missione in città), il<br />
18 città di BURGOS (celebrazione Eucaristica nella<br />
Chiesa dei Santi ) visita alla grande cattedrale, mis-
il <strong>Redone</strong><br />
sione nelle Piazze della città, il 19 città di AVILA<br />
visitando i luoghi e vivendo lo spirito della grande<br />
Teresa D’Avila, (celebrazione Eucaristica nella<br />
Cattedrale) poi città di SEGOVIA sulle orme del<br />
grande San Giovanni della Croce. La vita di S. Teresa<br />
d’Avila e di S. Giovanni della Croce ci h<strong>anno</strong><br />
permesso di comprendere come la via della santità<br />
è possibile, ma la risposta a questa chiamata non è<br />
inconsapevole e serve il desiderio seguire le orme<br />
che Gesù Cristo ci ha lasciato.<br />
Il 20 città di TOLEDO, nella mattinata visita in<br />
MADRID alla Basilica di Santa Maria la Reale<br />
dell’Almudena, e infine nel pomeriggio abbiamo<br />
raggiunto la meta dell’aeroporto Cuatro Vientos<br />
(Madrid ) per la veglia con il Santo Padre che si è<br />
conclusa dopo la nottata sul campo con la celebrazione<br />
Eucaristica di Domenica 21.<br />
Nel pomeriggio del 21 ritorno negli alberghi per<br />
prepararsi all’incontro del 22 in Plaza de La Cibeles<br />
in Madrid per l’incontro con gli iniziatori del<br />
Cammino.<br />
Martedi 23 partenza per Barcellona, tappa a SA-<br />
RAGOZA e visita alla cattedrale della Madonna<br />
del Pilar.<br />
Mercoledì 24 ritorno in Gottolengo.<br />
IL VISSUTO<br />
Abbiamo camminato e pregato per molte città cantando<br />
salmi per le vie, le piazze, portando la croce<br />
di Cristo, l’immagine di Maria Madre della Chiesa,<br />
lasciandoci sospingere dalla brezza dello Spirito<br />
Santo che ci portava a testimoniare a molti per le<br />
strade che la Vita, la vita vera, di chi oggi è giovane<br />
e di chi non è più, è solo in Gesù Cristo Morto<br />
e Risorto per noi, che ha vinto la morte, la paura,<br />
il vuoto del vivere, il non senso della vita e che ci<br />
dona il coraggio della testimonianza.<br />
Sabato 20. Abbiamo ascoltato, dopo la giornata<br />
vissuta sotto il sole il caldo e molti disagi come la<br />
bufera di vento pioggia e lampi che si è scatenata a<br />
celebrazione avviata, le importanti parole del Santo<br />
Padre che si è rivolto ai giovani :<br />
“…. Come può un giovane essere fedele alla fede<br />
cristiana e continuare ad aspirare a grandi ideali<br />
nella società attuale? Nel Vangelo che abbiamo<br />
ascoltato, Gesù ci dà una risposta a questa importante<br />
questione: «Come il Padre mi ha amato,<br />
così io ho amato voi; rimanete nel mio amore» (Gv<br />
15,9). Sì, cari amici, Dio ci ama. Questa è la grande<br />
verità della nostra vita e che dà senso a tutto il<br />
resto… Cari giovani, non conformatevi con qualcosa<br />
che sia meno della Verità e dell’Amore, non<br />
GMG<br />
-10-<br />
conformatevi con qualcuno che sia meno di Cristo.”<br />
Domenica 21. Sotto il sole implacabile abbiamo seguito<br />
la celebrazione Eucaristica ed il Santo Padre<br />
nella sua omelia ha posto a tutti noi un quesito che<br />
ci ha accompagnati nel resto del pellegrinaggio …<br />
“... Alla domanda di Gesù: «La gente chi dice che<br />
sia il Figlio dell’Uomo?», i discepoli rispondono:<br />
«Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri<br />
Geremia o qualcuno dei profeti». Vale a dire,<br />
si considera Cristo come un personaggio religioso<br />
in più di quelli già conosciuti. Poi, rivolgendosi<br />
personalmente ai discepoli, Gesù chiede loro: «Ma<br />
voi, chi dite che io sia?». Pietro risponde con quella<br />
che è la prima confessione di fede: «Tu sei il<br />
Cristo, il Figlio del Dio vivente». La fede va al di<br />
là dei semplici dati empirici o storici, ed è capace<br />
di cogliere il mistero della persona di Cristo nella<br />
sua profondità.”<br />
Lunedi 22. Abbiamo vissuto l’incontro con gli iniziatori<br />
del Cammino neocatecumenale in Madrid,<br />
in Plaza de Cibeles, la stessa che è stata teatro della<br />
Messa di apertura della Giornata mondiale della<br />
gioventù, dell’accoglienza al Papa e della Via Crucis.<br />
La cronaca del giorno riporta “I presenti erano<br />
circa 300 mila persone (oltre 40 mila gli italiani),<br />
provenienti dai cinque continenti, con Paesi che<br />
l’iniziatore del Cammino Kiko Arguello ha elencato<br />
sottolineando spesso la necessità per molti di<br />
essi di avviare un’opera di evangelizzazione.<br />
La Cina, ad esempio, è l’obiettivo missionario dei<br />
prossimi anni: Kiko ha infatti chiesto che 20 mila<br />
sacerdoti si preparino ad annunciarvi il Vangelo.<br />
Ricordando le provenienze sono stati presentati<br />
anche molti presuli. Oltre al cardinale Antonio<br />
Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, erano<br />
presenti, tra gli altri, anche quello di Barcellona il<br />
cardinale Luis Martinez Sistach, di Vienna il cardinale<br />
Christoph Schönborn, di Boston il cardinale<br />
Sean Patrick O’Malley, il presidente della Conferenza<br />
episcopale del Brasile il cardinale Raymundo<br />
Damasceno Assis e quello dell’Oceania l’arcivescovo<br />
John Atcherley Dew.<br />
Il cardinale Rouco Varela ha detto che la Gmg insegna<br />
come «si possa e si debba costruire la vita radicandosi<br />
in Cristo» e che ora si può rientrare nelle<br />
proprie città «più saldi nella fede». Kiko, che ha<br />
parlato per cinquanta minuti, dopo aver ricordato<br />
la grande sollecitudine che papa Ratzinger mostra<br />
già da lungo tempo per il Cammino, si è soffer-
mato sull’annuncio (kerigma), evidenziando come<br />
questo nostro tempo ha bisogno di «un’autentica<br />
esperienza di rinnovamento» e confermando che i<br />
Neocatecumenali sono pronti a impegnarsi per la<br />
nuova evangelizzazione nella certezza che «Dio<br />
continua a salvare il mondo attraverso la stoltezza<br />
della Croce». Se già oggi sono «800 le famiglie<br />
impegnate in missione» altri si aggiunger<strong>anno</strong>, soprattutto<br />
«per l’evangelizzazione dell’Asia». Questo<br />
è possibile non per una forma di «pazzia», ma<br />
per la fede nell’amore di Cristo, «l’unica verità».<br />
Dopo l’intervento di Carmen Hernandez – che ha<br />
ricordato il ruolo delle donne nella preghiera e<br />
nella vocazione – e di padre Mario Pezzi, che ha<br />
sottolineato la chiamata vocazionale al sacerdozio,<br />
lo stesso Kiko ha preparato i presenti al momento<br />
culmine dell’incontro: la chiamata. Dopo l’orazione,<br />
ha chiesto infatti ai giovani che vogliono impegnarsi<br />
per la missione di «alzarsi» e di pronunciare<br />
pubblicamente il proprio «sì» al cospetto dei 300<br />
mila di Madrid, recandosi davanti ai vescovi per<br />
ricevere la benedizione. A rispondere sono stati 5<br />
mila ragazzi e 3.200 ragazze, che accompagnati da<br />
applausi di incoraggiamento h<strong>anno</strong> compiuto nel-<br />
GMG<br />
-11-<br />
il <strong>Redone</strong><br />
la più scenografica delle sedi il primo passo di un<br />
percorso che li porterà gradualmente, con tappe di<br />
discernimento, a diventare sacerdoti o religiose, soprattutto,<br />
queste ultime, nella vita contemplativa.<br />
Kiko Arguello intervistato infine afferma “ Mai si<br />
erano alzati tanti! Io credo che questo sia stato frutto<br />
dell’incontro col Papa: abbiamo visto che quando<br />
i ragazzi ascoltano il Papa ricevano una grazia<br />
speciale. Quando chiediamo ai ragazzi: “Perché<br />
ti sei alzato?”; tutti rispondono dicendo: “Mi ha<br />
toccato quello che ha detto il Papa in quel punto o<br />
in quell’altro…”. In queste Giornate, le parole del<br />
Papa h<strong>anno</strong> come una grazia speciale per i giovani.<br />
Noi raccogliamo il frutto di quello che ha fatto<br />
la Chiesa, di quello che ha fatto Benedetto XVI.<br />
Anche e soprattutto riguardo all’evangelizzazione,<br />
i ragazzi avvertono una grande felicità. Dicono:<br />
“Sono stati i giorni più felici della mia vita, vorrei<br />
continuare così!”<br />
Tutto infine si è tramutato in una festa, tra ripetute<br />
ovazioni per il Papa e la pacifica invasione notturna<br />
del centro di Madrid, con l’impegno a riprendere le<br />
strade quotidiane con rinnovata gioia.<br />
Gli accompagnatori<br />
Giuseppe e Giusi Colosini
il <strong>Redone</strong><br />
GMG<br />
È la prima volta che partecipo ad una GMG e devo dire che è stata la cosa più bella che mi sia capitata<br />
fin’ora!Ho incontrato Cristo nei volti di migliaia di ragazzi che senza vergogna e con una gioia immensa<br />
davano testimonianza della Sua presenza nella loro vita. Il momento più forte è stato per me l’incontro e le<br />
parole del Papa. Il temporale mi ha messo alla prova, mi ha mostrato ancora una volta quanto è piccola la<br />
mia fede in lui e quanto grande è la sua potenza. Questo pellegrinaggio mi ha fatto capire che per poter dare<br />
un segno forte di Cristo bisogna prima lasciare che egli ci travolga e ci trasformi. Sarà difficile dimenticare<br />
la pace e la serenità che mi è stata donata!<br />
Francesca Tedeschi<br />
A quasi quattro settimane dall’esperienza di Madrid ancora mi domandano cosa abbia fatto, cosa mi sia<br />
rimasto. L’esperienza di quei giorni è stata unica. Ma più di tutto, un ricordo è ancora vivissimo nella mia<br />
mente: la notte di veglia a Cuatro Vientos.<br />
L’arrivo al campo è stato uno dei più faticosi della storia a causa del caldo e chi non desiderava una rinfrescatina?<br />
Alle 21 circa ha iniziato a piovere come non mai. Con un po’ di ironia il Papa ci ha detto “abbiamo<br />
chiesto l’acqua; la nostra richiesta è stata esaudita!”.Ma quel che ancora ben ricordo è questo temporale che<br />
con il passare del tempo andava intensificandosi. Abbiamo cominciato a sentire un’esclamazione in spagnolo<br />
che man mano è diventata di tutti: “Esta es la Joventud del Papa!”. Più forte pioveva, più forte questa<br />
esclamazione risuonava in tutto Cuatro Vientos.<br />
Tutti i possibili dubbi che potevano sorgere erano come lavati da quella pioggia e sostenuti dalla presenza<br />
del Papa, non se n’è andato uno solo di noi.<br />
E’ stata un’esperienza che mi ha toccato nel profondo e che augurerei a tutti di fare, perché è stato proprio<br />
nel momento della prova che si è sentita la comunione.<br />
E da dove può venire la comunione tra due milioni di giovani se non da Dio?<br />
Sara Franzosi<br />
Innanzitutto devo ringraziare il Signore perché questa GMG è stata certamente una grazia che mi ha voluto<br />
donare. Perché seppure siano stati solo dieci giorni il Signore si è reso presente con potenza nella sua<br />
parola, nell’eucarestia, nel papa, nelle persone che con me h<strong>anno</strong> condiviso questo viaggio e in quelle che<br />
abbiamo incontrato.<br />
Il pellegrinaggio per sua natura ti toglie dalla vita di tutti i giorni e ti “obbliga” a osservare con occhi diversi<br />
e più sinceri la tua esistenza. È stato così anche per me.<br />
I primi giorni sono stati i più difficili perché per entrare nel pellegrinaggio è necessaria l’apertura del cuore,<br />
essere cioè disposti a lasciarsi condurre. Il Signore non si è fatto però attendere e grazie a Maria presso la<br />
grotta di Lourdes mi ha fatto il dono di riconoscere<br />
il Suo amore e la Sua premura per<br />
me.<br />
Il pellegrinaggio è stato così un crescendo di<br />
gioia che non solo ha riempito il mio cuore,<br />
ma anche quello degli altri ragazzi.<br />
Il culmine del viaggio sono stati certamente<br />
gli incontri con il papa e gli iniziatori del<br />
cammino. Le parole del papa mi h<strong>anno</strong> toccato<br />
particolarmente perché h<strong>anno</strong> riportato<br />
l’amore di Gesù per tutti gli uomini e la necessità<br />
di rispondere con la vita e la testimonianza<br />
della fede.<br />
Infine ho potuto vedere come tra noi ragazzi<br />
di diverse età e provenienze si sia creato un<br />
clima di comunione e condivisione, e questo<br />
non può che essere un ulteriore dono di Dio.<br />
-12- -9-<br />
Andrea Cè
G.M.G.<br />
GMG<br />
-13-<br />
il <strong>Redone</strong><br />
L’esperienza della GMG di Madrid è stata una delle più<br />
significative e toccanti che abbia mai provato. All’inizio,<br />
prima di partire, ero un po’ incerta, avevo paura, non<br />
sapevo come sarebbe andata, cosa avremmo fatto, dove<br />
avremmo dormito, cosa avremmo mangiato, se mi sarebbe<br />
piaciuto o se mi sarei stufata. Può sembrare una cosa<br />
già detta o scontata, e forse avrei detto o pensato la stessa<br />
cosa anche io, se non l’avessi vissuta in prima persona; ma<br />
dopo aver provato cosa significa VIVERE la GMG ho capito<br />
davvero cosa vuol dire cercare Dio e sentirlo vicino.<br />
La prima catechesi alla quale abbiamo partecipato è stata davvero toccante, credo di non aver mai ascoltato<br />
nulla con più interesse. Dato che il tema della GMG era “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” la<br />
catechesi del Vescovo si è basata su queste parole, su Dio e sul suo infinito Amore. Il vescovo ci ha detto<br />
che non dobbiamo avere paura di Cristo, dei suoi giudizi perché Dio ci donerà incondizionatamente amore<br />
e sarà vicino a noi ogni giorno e potremo condividere con Lui le nostre esperienze, belle o brutte che siano;<br />
ma che piuttosto, dobbiamo chiederci come noi possiamo dare Amore a Dio! Ha detto anche che noi ragazzi<br />
siamo come Giovanni, l’apostolo più giovane, che ha seguito Gesù fino alla fine, senza rinnegarlo; così, noi<br />
dobbiamo essere il nuovo spirito della Chiesa, ed è tramite noi giovani, tramite la nostra carità, il nostro<br />
adoperarci per il prossimo che Dio resterà amore e speranza per sempre.<br />
Un messaggio fondamentale dunque, è stato quello del dono, ripreso più volte anche nella catechesi del<br />
vescovo di Crema che ci ha detto che la vita è bella quando è donata, che non dobbiamo vivere da individualisti,<br />
che la fede non è quello, che non dobbiamo crederci il centro del mondo e che dovremmo iniziare<br />
a guardare di più indietro e in alto. “Alzati e cammina, non accontentarti dello stato in cui sei! Realizziamo<br />
con la nostra vita il sogno che Dio ha per noi! Noi valiamo quanto i nostri sogni! Alzatevi e camminate<br />
speditamente sulle strade di Dio!”. Queste sono le parole che mi h<strong>anno</strong> più colpito.<br />
Finite le catechesi c’erano le “attività” del pomeriggio e allora si poteva visitare un po’ la città. Ragazzi<br />
da tutto il mondo dal sorriso e l’entusiasmo contagioso, che cantavano e ballavano per le vie del centro o<br />
in metropolitana. Si sentiva la felicità, la fede e l’amore che ci univa, la speranza in qualcosa di buono, la<br />
voglia di lottare contro ogni difficoltà, tutti uniti urlano ESTA ES LA JUVENTUD DEL PAPA!<br />
Beh, non potrò mai dimenticare i due giorni a Cuatro Vientos, è stato qualcosa di indescrivibile, benché ci<br />
siano stati alcuni problemi e la pioggia fosse finalmente arrivata, forse troppa!Girando per il campo,vedendo<br />
tutte quelle bandiere, non c’erano differenze, non c’era discriminazione, eravamo solo giovani cristiani alla<br />
ricerca di Dio! Eravamo tanti giovani fondati in Cristo e saldi nella fede, o perlomeno cercavamo di esserlo,<br />
capirlo e dimostrarlo così ho pensato a quello che ha detto il Vescovo, e cioè che la Chiesa non può finire!<br />
Se continuer<strong>anno</strong> ad esserci tanti giovani uniti nel nome di Dio la Chiesa non finirà mai di esistere! Per me è<br />
stato impossibile non pensare subito a un passo del<br />
Vangelo dove il Signore dice “Perché dove sono<br />
due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo<br />
a loro”.... Il Signore era tra di noi, si percepiva; si<br />
vedeva negli occhi di tutti noi ragazzi, si sentiva<br />
nel cuore.<br />
Sara Mori<br />
“NON ABBIATE PAURA DEL MONDO,<br />
NE’ DEL FUTURO<br />
NE’ DELLA VOSTRA DEBOLEZZA”<br />
(Papa Benedetto XVI)
il <strong>Redone</strong><br />
DON LUCA e la sua cordata...<br />
Santa Domenica a tutti!<br />
La capacità di rendere speciale il tempo è la dimensione umana che più si coglie in un tempo come quello postestivo<br />
nel quale generalmente si ricomincia e si ri-programma.<br />
Terminata l’estate sembra che il tempo ci abbandoni al nostro destino di prigionieri del frattempo. Ricominciano<br />
i mille impegni, anche per i più piccoli e così tra scuola, sport, catechismo, hobbies, visite e parenti tutto diventa<br />
una frenesia e l’agenda si infittisce di date e orari che si incastrano con tolleranze cronometriche. E ci ritroviamo<br />
a dover strappare qua e là qualche momento di condivisione e di famiglia arrivandoci affannati e stanchi in attesa<br />
della prossima pausa (… fosse già Natale?).<br />
Ma come incarnare il nostro tempo? Come possiamo essere liberati dalle spire dell’orologio<br />
che sembra girare a nostro dispetto? Pare che la creazione stessa avesse già questo problema e la soluzione proposta<br />
potrebbe essere ancora efficace. E’ la soluzione del settimo giorno.<br />
La Domenica può diventare pace? Può diventare il nostro tempo speciale?<br />
Questa è la proposta concreta della vita cristiana (che va bene dai più piccole ai più grandi).<br />
Prendere un giorno a settimana per renderlo sacro. Per celebrare il sacro. Per celebrare Cristo e la sua Pasqua,<br />
partecipando bene e con calma alla Santa Messa, insieme:<br />
famiglie riunite in comunione per celebrare l’amore che unisce gli sposi, i genitori e i figli; l’amore che unisce<br />
i bambini, gli adolescenti e i giovani in quell’incontro che dona senso a tutte le nostre energie, a tutte le nostre<br />
iniziative.<br />
La Santa Messa per celebrare l’uomo non come macchina, ma con tutta la sua nobiltà e dedicando non all’ozio,<br />
ma al riposo qualche ora che può essere anche formazione, arte, cultura, sport…<br />
Sar<strong>anno</strong> forse discorsi già sentiti, come già sentite sono le obiezioni, tante, poste purtroppo<br />
anche da un certo tipo di impostazione lavorativa e sociale; ma se non sfruttiamo la nostra capacità di dominare<br />
il tempo, di consacrarlo lo perderemo per sempre!<br />
Scriveva don Milani: “Se la vita è un bel dono di Dio non va buttata via e buttarla via è peccato. Se un’azione è<br />
inutile, è buttar via un bel dono di Dio. E’ un peccato gravissimo, io lo chiamo bestemmia del tempo”.<br />
Che non ci troviamo a bestemmiare il tempo che Dio ci ha dato diventando macchine. Che la domenica non sia<br />
solo il tempo in cui raffreddiamo gli ingranaggi per ripartire il lunedì, ma un tempo speciale riconoscibile sulla<br />
nostra agenda perché un tempo sacro, intoccabile. L’augurio di una buona domenica per tutte le domeniche di<br />
quest’<strong>anno</strong> e di tutta la vita, si trasformi in Santa Domenica.<br />
Sante domeniche a tutti!<br />
Don Luca<br />
“Guardatevi dai falsi profeti… dai loro frutti li riconoscerete” (Mt. 7)<br />
A tutti i giovani, adolescenti e adulti che questa estate h<strong>anno</strong> svolto un’attività di volontariato all’interno<br />
dell’oratorio o nelle varie attività proposte un grazie di vero cuore perché con felicità h<strong>anno</strong> donato<br />
tempo e impegno. Oltre a insegnare ai bambini e ragazzi i veri valori della vita si sono fatti anche loro<br />
ricercatori, si sono fatti domande per scoprire sempre più a fondo quello che il signore ci chiede di fare,<br />
cioè la Sua Volontà. Al giorno d’oggi ci sono molte cose che ci tentano e sono quelle più facili da raggiungere<br />
ma come ci dice San Matteo nel vangelo: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e<br />
spaziosa la via che conduce alla perdizione… Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla<br />
vita” (Mt. 7). Riconosciamo allora quali sono i veri ideali della vita e se anche bisogna faticare cerchiamo<br />
di raggiungerli senza arrenderci alle prime difficoltà infatti:<br />
“Possono alberi buoni fare frutti cattivi e alberi cattivi fare frutti buoni? Ogni albero si riconosce dal<br />
suo frutto.” (Mt. 7)<br />
Grazie di cuore<br />
Don Luca<br />
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DON LUCA e la sua cordata...<br />
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il <strong>Redone</strong><br />
Anche quest’<strong>anno</strong>, come da alcuni anni a questa parte, il mese di giugno vede il nostro Oratorio<br />
vestirsi di festa.<br />
La “FESTA DELL’ORATORIO” è diventata uno degli appuntamenti più attesi da tutta la comunità<br />
di Gottolengo. Già dai primi giorni del mese di giugno molti collaboratori e volontari<br />
si mettono al servizio dell’Oratorio per consentire una buona riuscita della festa, mettendo a<br />
disposizione il loro lavoro e le loro capacità. Tutti all’opera per allestire la cucina, disporre i<br />
tavoli, il bar, il palco, il gioco degli anelli, la pesca e nei piani superiori le varie mostre, mentre<br />
in sottofondo si sentono i vari gruppi che f<strong>anno</strong> le prove per animare la festa. Finalmente tutto<br />
è pronto…si può iniziare.<br />
Il mercoledì è dedicato alla Santa Messa per noi collaboratori, momento molto importante per<br />
interrogarsi sul significato di “essere collaboratori dell’Oratorio”, del mettersi al servizio degli<br />
altri sottolineando l’importanza della preghiera e dell’Eucaristia che da senso a tutto ciò che<br />
facciamo.<br />
Da giovedì si inizia poi con i giochi, balli, canti, mostre e pesca di beneficenza…il tutto condito<br />
da ottime pizze e saporiti piatti che escono dalla cucina. Il sapore di allegria e semplicità che si<br />
respira contribuisce a creare legami molto forti intorno a valori condivisi. “Festa dell’oratorio”<br />
significa stare insieme con gioia e semplicità, grandi e piccoli, ragazzi e adulti, genitori e figli,<br />
perché in occasione di questa festa buona parte della nostra comunità si ritrova in Oratorio.<br />
La “Festa dell’Oratorio” però non deve essere solo divertimento e buona cucina.<br />
Ecco allora che la domenica mattina il<br />
palco, che durante le serate è stato teatro<br />
di divertimento, cambia il suo volto, e al<br />
centro si prepara la mensa per vivere tutti<br />
insieme l’Eucaristia. E’ questo il filo che<br />
ci lega tutti, è qui che si capisce l’importanza<br />
dell’Oratorio, è da qui che tutti<br />
siamo invitati a volgere il nostro sguardo<br />
più in alto. E’ qui che si capisce che<br />
c’è più gioia nel dare che nel ricevere,<br />
che se si condividono valori più alti si<br />
possono superare le difficoltà e le incomprensioni.<br />
Anche quest’<strong>anno</strong> il buon esito della<br />
festa ed il sorriso di Don Luca ci incoraggiano a proseguire in questa direzione, ricordando<br />
a tutti che l’Oratorio con le sue attività, i giochi, le tombolate…ci aspetta durante tutto<br />
l’<strong>anno</strong> per vivere qualche ora in compagnia.<br />
o Graziella e Cristina
il <strong>Redone</strong><br />
DON LUCA e la sua cordata...<br />
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DON LUCA e la sua cordata...<br />
-17-<br />
il <strong>Redone</strong>
il <strong>Redone</strong><br />
Grest <strong>2011</strong>…Battibaleno…<br />
tempo di donarsi all’altro<br />
“Ma come passa in fretta il tempo quando stiamo<br />
assieme! Sarà perché ci stiamo bene…” suonava<br />
così l’inno che bambini e animatori h<strong>anno</strong> cantato<br />
a squarciagola durante le tre settimane del Grest<br />
di quest’<strong>anno</strong>.<br />
Proprio così, un’altra estate è volata via in un battibaleno<br />
portando con sé quelle calde giornate di<br />
giugno e luglio, i momenti più belli e quelli più tristi,<br />
gli scrzi, i sorrisi, gli abbracci.<br />
Il tema di quest’<strong>anno</strong> infatti era proprio il Tempo:<br />
quella cosa misteriosa che scorre inesorabile<br />
e scandisce ogni momento della nostra vita. Non<br />
un diritto, ma un dono immenso che viene da Dio!!<br />
Compito dei sessanta animatori e assistenti è stato<br />
dunque, quest’<strong>anno</strong> più che mai, quello di accogliere<br />
i bambini, regalare loro del tempo, farli scatenare,<br />
comprendere e fargli capire che il tempo è<br />
prezioso e non va sprecato; che c’è un tempo per<br />
scherzare, per ridere, per giocare e c’è un tempo<br />
per riflettere, per pregare, per chiedere perdono.<br />
Il tempo è un’occasione che ci viene dall’alto per<br />
fare del bene, per conoscere, per vivere amando. E<br />
questo significa donare tempo e corpo a un bam-<br />
DON LUCA e la sua cordata...<br />
Grest <strong>2011</strong>…Battibaleno…<br />
insegnaci a contare i nostri giorni<br />
Vorrei fare un elogio a tutti i ragazzi che h<strong>anno</strong><br />
deciso di dedicare un po’ del loro TEMPO e delle<br />
loro vacanze per fare gli assistenti e gli animatori<br />
del grest.<br />
Mi sono trovata per diversi motivi, varie volte in<br />
oratorio durante il grest e ho potuto vederli:<br />
- a volte stanchi, ma in ogni caso disponibili a sacrificare<br />
un po’ del loro sonno per i nostri bambini;<br />
- impegnati seriamente per organizzare le giornate<br />
con giochi, attività, canzoni e balli;<br />
- responsabili e attenti nell’accompagnarli e sorvegliarli<br />
durante le gite in piscina (per noi<br />
mamme così pericolosa!)<br />
- sorridenti e felici, pronti a divertirsi anche con i<br />
-18-<br />
bino che lo esige, ballare con lui, parlare con lui,<br />
regalargli un abbraccio, richiamarlo quando serve,<br />
farlo sentire rispettato, desiderato, compreso,<br />
importante.<br />
Anche attraverso il teatro noi animatori abbiamo<br />
cercato di coinvolgere i nostri bambini, farli sentire<br />
i protagonisti di questo tempo del Grest, far loro<br />
comprendere che, forse, non è importante quanto<br />
tempo si ha a disposizione ma piuttosto come si<br />
sceglie di riempirlo. Probabilmente nemmeno noi<br />
animatori lo abbiamo veramente capito; noi, che<br />
chiediamo sempre ulteriore tempo, che non arriviamo<br />
mai in tempo, che vogliamo sempre stare<br />
a tempo, noi che il tempo spesso lo buttiamo. In<br />
ogni caso ognuno di noi, a suo modo, ci ha messo<br />
dell’impegno e certamente il tempo non porterà<br />
via ciò che di importante abbiamo tratto da questa<br />
esperienza. La nostra presenza massiccia al Grest<br />
dimostra che, dopotutto, anche noi forse ci siamo<br />
resi conto che per rendere migliore il nostro tempo<br />
è necessario lo stare insieme in Cristo e il donarsi<br />
all’altro gratuitamente. Perché in fondo credo che<br />
tutti inconsciamente siamo alla ricerca della stessa<br />
cosa: la felicità che viene da Dio, che è amore.<br />
Grazie a don Luca e a tutti quelli che h<strong>anno</strong> permesso<br />
la realizzazione del Grest.<br />
Francesca Tedeschi<br />
più piccoli.<br />
Che dire della serata finale: sembrava uno<br />
spettacolo messo in piedi da gente del mestiere,<br />
invece sono stati i nostri ragazzi!...e anche<br />
se qualche volta sono giudicati come PERDITEM-<br />
PO e sembrano aver perduto la via, o li vediamo<br />
svogliati compiere in FRETTA E FURIA quello che<br />
noi adulti chiediamo, ciò che h<strong>anno</strong> fatto in questi<br />
giorni è la dimostrazione che in loro del buono<br />
c’è e speriamo che si ricordino sempre del TEMPO<br />
passato in oratorio, con divertimento sano, sulla<br />
strada di Gesù, per non essere dei ragazzi costruiti<br />
in serie ma capaci di andare, con qualche sacrificio,<br />
controcorrente.<br />
Bravi! Continuate così, perché il tempo è un dono<br />
prezioso, da gestire con intelligenza e questi sono<br />
i vostri GIORNI migliori, non sprecateli, perché vi<br />
accorgerete che passano in un BATTIBALENO.<br />
M. G.
DON LUCA e la sua cordata...<br />
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il <strong>Redone</strong><br />
Anche l’oratorio ha deciso di festeggiare il 150°<br />
dell’Unità d’Italia scegliendo questa ricorrenza come<br />
tema del Follest <strong>2011</strong> che quest’<strong>anno</strong> ha coinvolto circa<br />
70 adolescenti.<br />
Durante questa esperienza noi giovani ci siamo divisi in<br />
4 squadre che portavano il nome di alcuni monumenti<br />
importanti del territorio italiano: il Colosseo, la Mole<br />
Antonelliana, la Torre di Pisa, la Valle dei Templi.<br />
Quest’<strong>anno</strong>, come in precedenza, il Follest si è svolto<br />
innanzitutto nelle vie del nostro paese con la presentazione<br />
del tema, la caccia la tesoro, i madonnari, i giochi<br />
gonfiabili, ma c’è stato anche il tempo per alcune<br />
uscite come quella a Chiari per la sfida a calcio saponato,<br />
e a Gargnano per il campeggio.<br />
L’esperienza del Follest è stata, come altre, una preziosa<br />
opportunità per conoscerci meglio e condividere<br />
le proprie idee in un ambiente positivo per la<br />
nostra crescita.<br />
Vogliamo quindi ringraziare il Don e tutti gli animatori<br />
che con il loro aiuto h<strong>anno</strong> reso questa esperienza<br />
indimenticabile permettendo a tanti giovani di poter<br />
partecipare.<br />
Michela, Andrea, Francesca<br />
Lignano <strong>2011</strong><br />
Follest <strong>2011</strong><br />
Il 25 luglio siamo partiti per un’esperienza indimenticabile:<br />
la vacanza a Lignano Sabbiadoro!<br />
Abbiamo alloggiato al Getur: un villaggio turistico<br />
con molte possibilità di svago. Nel centro c’erano<br />
gruppi di ogni paese e alla fine della vacanza ne abbiamo<br />
conosciuti molti. La nostra giornata iniziava<br />
con la sveglia alle 8.00, seguita dalla colazione.<br />
Successivamente ci recavamo in una piccola chiesa<br />
del villaggio; qui ringraziavamo il Signore per ogni<br />
giornata passata insieme e il Don faceva una piccola<br />
riflessione sulla nostra vacanza. Dopo la preghiera<br />
andavamo in spiaggia. Qui venivano organizzati tornei di beach volley con squadre di altri paesi, oppure si<br />
potevano fare partite a carte o il bagno in mare. Dopo una serie di scherzi a Manuel e Michele andavamo a<br />
pranzo. Fino alle 15.00 avevamo del tempo libero e poi ci recavamo di nuovo in spiaggia per rimanerci fino<br />
a sera. Alle 19.00 cenavamo in albergo e dopo esserci preparati per la sera e aver pregato insieme uscivamo<br />
per concludere la nostra giornata.<br />
E’ stata una splendida vacanza, ci siamo divertiti e abbiamo conosciuto nuovi ragazzi.<br />
Speriamo che questa esperienza posso ripetersi sempre al mare e con lo stesso entusiasmo!<br />
i ragazzi del mare
il <strong>Redone</strong><br />
DON LUCA e la sua cordata...<br />
Passi di un santo tra i sentieri di Corteno<br />
“In cammino con San Francesco”. Così appare scritto sulla copertina del libretto che ha accompagnato<br />
il camposcuola estivo di quest’<strong>anno</strong>, per i ragazzi dalla seconda elementare alla seconda<br />
media. A fare da sfondo, il piccolo paesino di Corteno Golgi, sul confine tra la nostra provincia<br />
bresciana e la provincia di Sondrio.<br />
Quando ci è stato chiesto di scrivere questo articolo, esponendo in breve ciò che abbiamo fatto in<br />
quella settimana, la risposta più semplice, ma anche la più completa crediamo sia “abbiamo camminato<br />
con San Francesco”.<br />
Non pensate subito ad un cammino spirituale, ma considerate anche l’aspetto più concreto: di strada<br />
ne abbiamo fatta anche tra i sentieri di Corteno! Sebbene questa attività possa sembrare meno<br />
nobile di un percorso di spirituale di preghiera e catechesi, crediamo incarni profondamente quello<br />
che è stato lo stile di vita di San Francesco, segnato dalla semplicità e dall’amore per tutto il Creato.<br />
Gite, giochi, passeggiate, attività, balli, nulla era lasciato al caso, ma ogni singolo momento di questo<br />
camposcuola era uno strumento di una grande orchestra. Si sa però che senza un direttore alla<br />
guida, ognuno va per la sua strada.<br />
Ecco dunque la fondamentale importanza dei momenti di preghiera,<br />
della condivisione e del catechismo, dei filmati<br />
per conoscere meglio la vita del santo. Il percorso<br />
spirituale non è sta- to dunque qualcosa di<br />
estraneo al percorso di formazione dei ragazzi:<br />
entrambi i mo- menti si implementavano<br />
a vicenda. I ragazzi, chi consapevolmente,<br />
chi più ingenuamente, h<strong>anno</strong><br />
conosciuto valori come l’amicizia, la<br />
collaborazione, la fidu- cia, il rispetto partendo<br />
dalle semplici pulizie, da un gioco a stand, dalla<br />
convivenza all’interno di una stessa stanza.<br />
Partendo dunque dalle attività più concrete e arrivando all’educazione<br />
dello spirito, i ragazzi h<strong>anno</strong> risposto con grande entusiasmo ai giochi e alle attività, così come<br />
anche si sono impegnati nella comprensione e nella condivisione durante i momenti di preghiera.<br />
È stato significativo anche per noi animatori vedere con quanto stupore molti ragazzi si accostassero<br />
alla scoperta della vita del santo, poiché, è risaputo, col passare degli anni ci si stupisce sempre<br />
di meno di ciò che ci circonda, dando troppo cose per scontato. Siamo noi che ringraziamo dunque<br />
tutti i ragazzi che h<strong>anno</strong> saputo mettere presto in pratica gli insegnamenti di San Francesco, quando<br />
ancora noi cercavamo le parole giuste per spiegar loro difficili concetti astratti.<br />
Le cose semplici sono le prime che arrivano al cuore, perché non devono fermarsi troppo tempo<br />
ad essere analizzate dalla mente. Corriamo il rischio, altrimenti, di perderci nella scelta di cornici<br />
troppo elaborate per il nostro quadro, dimenticandoci della bellezza del dipinto.<br />
Un grazie anche al Don, che ci ha permesso di fare questa esperienza. Nell’attesa che arrivi la<br />
prossima estate, buona continuazione di preghiera a tutti voi bambini e ragazzi partecipanti al camposcuola<br />
<strong>2011</strong> “In cammino con San Francesco”. Vi aspettiamo numerosi in oratorio domenica 2<br />
ottobre per condividere momenti di gioia e comunione ripercorrendo i passi di San Francesco.<br />
-20-<br />
Davide e Paolo
Giovedì primo settembre si è riunito il Consiglio<br />
dell’Oratorio per fare il punto delle attività svoltesi<br />
durante l’estate e programmare l’inverno.<br />
Don Luca ha aperto i lavori complimentandosi<br />
con tutti i collaboratori per l’ottima riuscita delle<br />
varie attività proposte dal nostro Oratorio nel<br />
periodo estivo. La “Festa dell’Oratorio”, il Grest,<br />
il Follest e i campi scuola in montagna e al mare<br />
h<strong>anno</strong> visto coinvolti un folto gruppo di collaboratori,<br />
ma soprattutto un bel gruppo di ragazzi desiderosi<br />
di mettersi in gioco e di partecipare con<br />
entusiasmo alle varie attività che sono state loro<br />
proposte.<br />
Si è poi parlato della stagione invernale che è ormai<br />
alle porte e del nuovo <strong>anno</strong> che verrà.<br />
DON LUCA e la sua cordata...<br />
Consiglio dell’Oratorio<br />
TORNEO di CALCIO “Andrea Redana”<br />
-21-<br />
il <strong>Redone</strong><br />
Anche quest’<strong>anno</strong> è tornato puntuale e gradito il torneo estivo di calcio dell’Oratorio, intitolato all’indimenticato<br />
Andrea Redana.<br />
Vi h<strong>anno</strong> lavorato, oltre naturalmente a don Luca, direttore dell’Oratorio, Stefano Marchioni, Paolo Facchetti,<br />
Gianmario Carlotti e i giovani di nuova leva: Damiani Alberto, Ghidelli Federico e Andrea Tognoli<br />
coadiuvati, per la parte tecnica, dai bravi e preziosi arbitri Merlo Alessandro, Fanconi Franchino e Scipione<br />
Marcolini.<br />
Se è vero che le idee camminano con le gambe degli uomini, questi sono i volontari del nostro paese che<br />
h<strong>anno</strong> permesso alla bella idea del torneo dell’Oratorio a Gottolengo di camminare anche quest’<strong>anno</strong>!<br />
Il torneo si è svolto nel mese di Giugno ed alcune serate h<strong>anno</strong> coinciso con quelle della Festa dell’Oratorio,<br />
con soddisfazione di tutti. E’ terminato l’11 Giugno con la partita dei Giovanissimi.<br />
I nostri calciatori, suddivisi in quattro categorie: Pulcini, Esordienti, Giovanissimi e Grandi, si sono divertiti<br />
ed h<strong>anno</strong> avuto modo di esibirsi di fronte ai genitori, agli amici ed ai loro fans.<br />
PULCINI: i più piccoli del torneo ma i più smaniosi di far<br />
vedere che in campo ci s<strong>anno</strong> stare anche loro! Le squadre,<br />
formate da sei giocatori, sono cinque: Brescia, Udinese, Inter,<br />
Juve e Milan; in finale v<strong>anno</strong> Juve e Milan ed è il Milan<br />
a vincere per 6-5.<br />
I giocatori della squadra vincente li potete ammirare nella<br />
foto riportata. Il c<strong>anno</strong>niere? Sono in due a contendersi il<br />
titolo: Hajjoubi Aiman e Venturini Matteo che, sicuro degli<br />
otto gol segnati in precedenza, per la finale ha preferito andare<br />
al mare.<br />
Allenatore unico mister Alfredo Longinotti, che ha avuto<br />
Sono state fatte alcune proposte per i ragazzi dalla<br />
prima superiore: la prima in calendario è un’uscita<br />
(ancora da definire) per raccogliere le castagne<br />
e contribuire così alla tradizionale castagnata della<br />
festa dei Santi.<br />
Nel periodo natalizio nel cortile dell’Oratorio<br />
verrà allestito il Presepio (che lo scorso <strong>anno</strong> si è<br />
classificato al primo posto al Concorso Presepio<br />
organizzato dal M.C.L. di Brescia), i progettisti<br />
sono già al lavoro con originali novità.<br />
Per quanto riguarda i più piccoli invece il gruppo<br />
adolescenti e giovani ha fatto diverse e interessanti<br />
proposte che verr<strong>anno</strong> svelate durante il<br />
corso dell’<strong>anno</strong>.<br />
Michele Davorio
il <strong>Redone</strong><br />
DON LUCA e la sua cordata...<br />
modo di far vedere di quanta bravura e di quanta pazienza sia dotato! Arbitro per tutte le partite Franchino<br />
Fanconi, veramente all’altezza della situazione. sorriso sempre, polso fermo e pedalare!<br />
ESORDIENTI: gli Esordienti sono quelli che h<strong>anno</strong> dodici<br />
e tredici anni; si sono iscritti in tanti e così si sono<br />
fatte quattro squadre a sette giocatori. L’allenatore unico,<br />
Franco Doninelli, che li conosce bene (dal campo sportivo<br />
e dalla scuola media), ha fatto equamente le squadre:<br />
ma, qualcuno insinua che il Barcellona è la squadra più<br />
forte,… ha già vinto in partenza,… non c’è confronto:<br />
Carlotti A., Zambelli A., Almici D., Stefani S., Piccinelli<br />
S., Rubessi C., Nouioura B.; ed invece nella finale avvincente<br />
e incredibile, vince il Bayern Monaco per 7 a 5 e<br />
con merito, a dimostrazione che le partite si vincono sul<br />
campo e non nelle previsioni! Nella foto, la formazione<br />
delle squadra vincente.<br />
Capoc<strong>anno</strong>niere Nouioura Bilal (anche l’<strong>anno</strong> scorso, nella categoria Pulcini), con 13 reti, ripagato da tanti<br />
viaggi che fa per poter giocare nella Cremonese!<br />
GIOVANISSIMI: sono quelli che h<strong>anno</strong> 14 e 15 anni e che, generalmente, sono attirati più dal motorino e<br />
dalle compagnie che non dal torneo di calcio.<br />
Sono stati responsabilizzati: “se volete giocare, vi iscrivete, dando il vostro nome e cognome e l’Oratorio<br />
riserverà una serata solo per voi”! Esperimento riuscito: si sono iscritti, si sono presentati puntuali l’11<br />
giugno, han fatto le squadre loro col tradizionale pari o dispari (responsabilizzati fino in fondo!) e han dato<br />
il via ad un bel confronto tra due squadre motivate e convinte, con sprazzi di bel gioco, anche per il fatto<br />
che alcuni di loro giocano in squadre superiori.<br />
Davanti ad un pubblico entusiasta, ha vinto la squadra dalla maglietta blu su quelli della maglietta arancione<br />
per 7 a 6 (non c’era stato il tempo di pensare ad un nome appropriato per le squadre).<br />
Ecco i vincitori: Carlotti A.,Tedeschi S., Lazzaroni M., Lazzaroni Mattia, Stabelli D., Ferrari N., Nouioura<br />
M.; tra loro anche il capoc<strong>anno</strong>niere Ferrari Nicolò, con quattro reti: lui che ha giocato in squadre bresciane<br />
e cremonesi, ha imparato a segnare da tutte le posizioni! E per dovere di cronaca e per la dovuta gratificazione,<br />
diciamo anche la formazione dei validi contendenti: Almici P., Arena M., Bolzoni N., Bettini G.,<br />
Benvenuti E., Biazzi P., Essaki Hamed.<br />
GRANDI: i grandi v<strong>anno</strong> dai 16 anni in su, sono il piatto forte del torneo, si riallacciano alla grande tradizione<br />
che coinvolgeva tutto il paese assiepato nel vecchio oratorio.<br />
E’ durato a lungo perché vi erano schierate tredici squadre, dieci di Gottolengo: Olzeta, Coco Loco, Carrozzeria<br />
Bonazzoli, Diego Chiari, Gottolengo 2000, Stelline Vesuvio, Porkys, Cavalieri dello Zodiaco, Bar<br />
Brescia, New Team, e tre da fuori: Macelleria Olivetti, I Tikers, Sala&Baiguera.<br />
Si sono classificate per la finale Macelleria Olivetti (Gambara) e l’Olzeta. E’ stata una partita bella e combattuta,<br />
finita alla pari per 2-2, nel primo tempo, risolta per 4-2 solo nei supplementari.<br />
Capoc<strong>anno</strong>niere Ferrari Mattia con 24 reti ( Macelleria Olivetti), secondo Baviera Nicola con 15 reti (Olzeta).<br />
Folto pubblico, come da tradizione, ad applaudire gli atleti in campo, gli organizzatori del torneo a<br />
bordo campo e il super arbitro Merlo Alessandro, sempre all’altezza della situazione, di frequente nomina<br />
ad arbitro ufficiale del C.S.I. Auguri!<br />
Onore al merito anche ai baldi giovani della squadra gottolenghese Olzeta, 2° classificata: Bianchetti F.,<br />
Bianchetti J., Doninelli A., Bugatti N., Zangarini G., Chiesa A., Olivetti A., Baviera N., Bachir Adil.<br />
-22-<br />
Giuseppe Zanon
-23-<br />
il <strong>Redone</strong><br />
E.anche quest’<strong>anno</strong> la “melonera” ha chiuso i battenti con un ottimo risultato sia di incasso<br />
(ben € 7.500,00) che di presenze.<br />
Avevamo chiesto la vostra partecipazione e voi avete partecipato numerosi e questo ha stimolato<br />
la nostra fantasia nel proporre giochi, tombolate, gare e lotterie.<br />
La nostra gioia più grande era vedere ogni sera la presenza di tanti ragazzi e giovani che si ritrovavano<br />
per giocare o per chiacchierare spensieratamente e con loro anche tante famiglie.<br />
Il nostro scopo è proprio quello di offrire un punto di ritrovo nelle calde sere d’estate (quest’<strong>anno</strong><br />
non moltissime) e di poter aiutare con il ricavato missionari che operano in realtà di disagio<br />
e bisogno nel mondo.<br />
Ringraziamo e benediciamo il Signore per i frutti di questi due mesi di attività, frutti di solidarietà,<br />
di amicizia, di servizio gratuito e di condivisione.<br />
E’ Lui la fonte di tanta energia che il gruppo dei volontari ha speso per la buona riuscita<br />
dell’iniziativa e a Lui rivolgiamo la nostra preghiera perché il prossimo <strong>anno</strong> possiamo ricominciare<br />
con tanto entusiasmo e più numerosi.<br />
Grazie anche a tutti voi che avete partecipato all’iniziativa, grazie a quanti h<strong>anno</strong> lavorato e<br />
grazie a quanti si metter<strong>anno</strong> a disposizione il prossimo <strong>anno</strong>!!!!!<br />
Arrivederci.<br />
Il gruppo “Melonera Missionaria”
il <strong>Redone</strong><br />
GRUPPI PARROCCHIALI<br />
Lo scorso 10 Agosto è stata una data<br />
importante per la Caritas e, in particolare,<br />
per l’Unità Pastorale Gottolengo-Gambara-Fiesse:<br />
è stata, finalmente, inaugurata<br />
la sede della Caritas <strong>Parrocchia</strong>le di Fiesse.<br />
In occasione della sagra di S. Lorenzo, patrono del<br />
paese, è stato inaugurato e benedetto il locale (per<br />
ora, uno solo, in attesa di altri spazi disponibili) ove<br />
comincerà, dal prossimo mese di ottobre, la distribuzione<br />
di alimenti e/o vestiario alle famiglie bisognose.<br />
L’evento è iniziato con la celebrazione della S.<br />
Messa, in onore, appunto, di S. Lorenzo, nella parrocchiale<br />
di Fiesse : il Parroco, Don Giulio, al termine<br />
dell’Eucarestia, ha illustrato l’iniziativa che,<br />
finalmente, grazie anche all’insistenza dei componenti<br />
del C.D.A. e, in particolare, di Marietta Gogna<br />
(responsabile Caritas di Fiesse) potrà partire<br />
per la sua azione benefica nei confronti di chi chiede<br />
aiuto concreto e solidale.<br />
La presenza del Sindaco e di alcuni Assessori ha<br />
contribuito a dare anche l’ufficialità della presenza<br />
e dimostrare l’attenzione delle autorità civili al problema<br />
dell’assistenza alle famiglie in difficoltà.<br />
Terminata l’Eucarestia, ci siamo portati all’Oratorio<br />
(in fianco alla <strong>Parrocchia</strong>le) per la benedizione<br />
del locale : dopo i brevi discorsi di Don Giulio e del<br />
Sindaco abbiamo visitato il locale, per ora vuoto,<br />
ma che a breve si arricchirà dei beni da donare a<br />
coloro che ne avr<strong>anno</strong> bisogno.<br />
Si chiude, così, un lungo percorso, iniziato a Luglio<br />
2010, quando, per effetto della creazione delle Unità<br />
Pastorali, anche il servizio della Caritas Diocesana<br />
si è attivato con i Centri d’Ascolto e con le sedi<br />
locali delle Caritas <strong>Parrocchia</strong>li.<br />
Quindi, oltre a quello, caloroso, di buon lavoro agli<br />
amici e collaboratori Caritas di Fiesse, l’augurio<br />
che altri volontari si aggiungano a quelli già operativi<br />
a Fiesse e, anche, a Gottolengo e Gambara :<br />
c’è tanto bisogno di una presenza costante ed attenzione<br />
amorevole, con vero spirito ‘samaritano’ per<br />
QUI CARITAS<br />
-24-<br />
l’opera di accompagnamento delle persone e per dar<br />
loro, oltre all’aiuto concreto ed all’assistenza per i bisogni<br />
primari e più elementari, una vicinanza, un’attenzione<br />
ed una comprensione verso tutti coloro che<br />
sono nelle difficoltà reali e concrete della vita.<br />
Mino Onorini<br />
C.D.A. Unità Pastorale Gottolengo-Gambara-Fiesse<br />
terza età<br />
Carissime amiche ed amici della terza età vi diamo<br />
il benvenuto.<br />
Dopo le vostre continue richieste, don Arturo e<br />
noi, siamo felici di comunicavi che il 21 settembre<br />
inizierà la seconda stagione dei pomeriggi in<br />
compagnia.<br />
Gli incontri si terr<strong>anno</strong> non più il giovedì, ma<br />
il mercoledì alle ore 15,00 presso il salone<br />
dell’oratorio, con il seguente programma:<br />
21 settembre TOMBOLATA<br />
28 settembre MADONNA DEI CAMPI<br />
IN DALMINE (BG)<br />
5 ottobre GIOCO A CARTE E<br />
LAVORETTI<br />
12 ottobre INCONTRO<br />
CON IL GERIATRA<br />
DOTT. GIAMPAOLO CONTER<br />
19 ottobre GITA PELLEGRINAGGIO AL<br />
SANTUARIO DI SAN FELICE<br />
DEL BENACO<br />
26 ottobre TORTELLATA<br />
9 novembre INCONTRO<br />
CON LO STORICO<br />
PROF. ANGELO BONAGLIA<br />
16 novembre GIOCO A CARTE<br />
E LAVORETTI<br />
23 novembre TOMBOLATA<br />
Vi aspettiamo numerosi con nuove proposte e<br />
voglia di stare in compagnia.<br />
Il consiglio “Terza Età”
NOTE DI TRADIZIONI<br />
-25-<br />
il <strong>Redone</strong><br />
i “filos” d’estate... e oltre<br />
“L’estate sta finendo…” così recita una canzone che è stata uno dei tormentoni di qualche <strong>anno</strong> fa; come<br />
periodo ci siamo e, con l’esaurirsi della bella stagione, va calando il numero dei filòs disseminati in vari<br />
punti delle vie del nostro paese.<br />
Per la maggior parte si tratta di persone riunite in piccoli gruppi, spesso occasionali o improvvisati, che si<br />
formano sui gradini della porta d’ingresso di un’abitazione, sotto il gazebo in giardino o un piccolo portico.<br />
Poi ci sono i gruppi che possiamo definire ”fissi”, composti da un buon numero di partecipanti e che, per<br />
questo, si possono notare da<br />
lontano.<br />
Ecco allora che, quando non<br />
è ancora buio, si può vedere<br />
Teresa Beduschi all’ingresso<br />
del Villaggio Don Merigo<br />
vicino alla santella, seduta<br />
accanto al cancello del suo<br />
giardino con a fianco una<br />
pila di sedie.<br />
Man mano i vicini arrivano<br />
ne prendono una; c’è chi se<br />
la porta direttamente da casa<br />
perché sa che il gruppo non<br />
è chiuso ma aperto a nuovi<br />
possibili arrivi, anche fra i<br />
passanti.<br />
I primi che prendono posto<br />
intavolano la conversazione<br />
su un argomento che può<br />
cambiare più volte durante la “seduta” anche a seconda di chi si aggrega.<br />
Nei pressi del <strong>Redone</strong>, al villaggio Franzoni, Adriano Sormani e la moglie intrattengono gli amici (alcuni<br />
provenienti da luoghi non proprio vicini) perfino su comode sdraio disposte a cerchio nel giardino.<br />
Nemmeno la pioggia gli impedirebbe di riunirsi: in tal caso, infatti, si rifugiano dentro il garage con la porta<br />
tenuta spalancata pur di non rinunciare ad una seduta. E’ già lungo il periodo nel quale, dicono, sar<strong>anno</strong><br />
costretti a stare chiusi, ognuno nella propria casa.<br />
Un gruppo, però, può vantare qualcosa in più ed è quello che si riunisce davanti alla casa di Rosa Tenchini,<br />
in via XXIV Maggio.<br />
Ogni tanto, quando si sente in vena, esce il Biondo con la sua storica fisarmonica ed improvvisa allegre e<br />
nostalgiche suonate alle quali non s<strong>anno</strong> resistere alcune signore che si esibiscono in balli popolari lungo la<br />
via deserta ma ben illuminata.<br />
In breve tempo la musica attira numerosi passanti che si fermano incuriositi a godersi l’insolito e piacevole<br />
spettacolo.<br />
I filòs paesani sono frequentati quasi esclusivamente da donne a differenza di quelli campagnoli di anni
il <strong>Redone</strong><br />
fa, quando nelle grandi<br />
cascine i contadini,<br />
dopo cena, si sedevano<br />
sulla “piana”: un tronco<br />
d’albero scelto per l’occasione,<br />
levigato e posto<br />
di solito contro il muro di<br />
una stalla.<br />
Qui parlavano del lavoro<br />
dei campi, dell’abbondanza<br />
o meno del raccolto<br />
e della salute del<br />
bestiame.<br />
Nel caso di cascine singole<br />
vicine, ci si trovava<br />
ora in una ora nell’altra,<br />
fino a tardi anche perché<br />
sarebbe stato difficile riuscire<br />
a dormire con il caldo afoso tipico della pianura.<br />
Tutti questi tipi di filòs h<strong>anno</strong> però qualcosa in comune: il desiderio di riunirsi, di condividere con altri le<br />
proprie situazioni belle o brutte.<br />
Per questo durano a lungo, nella bella stagione ed oltre finchè non è più possibile per le avverse condizioni<br />
meteorologiche.<br />
Ed allora, perché non trovare altre forme di aggregazione anche per le cosiddette “stagioni brutte” dell’autunno<br />
e dell’inverno? Uno spunto viene offerto, per esempio, dalla frequenza ai Centri d’incontro, dove si<br />
può usufruire di un valore aggiunto: l’ascolto ed il commento della parola del Vangelo o della Bibbia, calati<br />
nella realtà quotidiana.<br />
Un altro modo che interessa particolarmente gli anziani spesso oppressi dalla solitudine è costituito dall’iniziativa<br />
denominata “ i mercoledì della terza età”.<br />
Chi ha passato gli “anta” si ritrova in oratorio una volta alla settimana e può trascorrere in serena compagnia<br />
il pomeriggio fra giochi a carte, tombolate, facili lavori e perfino gite o ascoltando racconti sul passato<br />
e su luoghi caratteristici del<br />
nostro paese.<br />
Ognuno porta il suo contributo<br />
di esperienze e conoscenze;<br />
anche qui è lasciato<br />
il doveroso spazio ai “gossip”<br />
purchè siano innocui e<br />
spiritosi.<br />
Dunque, forza con la fantasia<br />
e la creatività perché, se<br />
l’estate sta finendo, non può<br />
e non deve finire con essa la<br />
nostra voglia di ritrovarsi e<br />
stare insieme.<br />
Paolo Bianchi<br />
NOTE DI TRADIZIONI<br />
-26
SCUOLA<br />
-27-<br />
il <strong>Redone</strong><br />
INSEGNANTI E GENITORI<br />
VERSO UN MODELLO<br />
EDUCATIVO CONDIVISO<br />
All’inizio del nuovo <strong>anno</strong> scolastico i genitori<br />
degli alunni delle future classi prime h<strong>anno</strong><br />
sottoscritto il “Patto Educativo”, un documento<br />
che li aiuta a sentirsi maggiormente<br />
consapevoli del processo formativo nel quale<br />
sono coinvolti i loro figli.<br />
Il documento è stato elaborato dal Gruppo<br />
di Lavoro della Continuità e condiviso con i rappresentanti dei genitori eletti negli organi<br />
collegiali.<br />
Nella premessa del Patto della Primaria si legge: “affinché il percorso educativo risulti efficace,<br />
insegnanti e genitori devono condividere responsabilità e impegni nel reciproco rispetto.<br />
Ciò è importante per evitare una frammentazione di atteggiamenti e giungere ad un modello<br />
educativo condiviso pur riconoscendo la specificità dei ruoli di genitori e docenti.”<br />
Per la Scuola Secondaria di 1° grado si sottolinea che “L’emergenza educativa che stiamo<br />
vivendo in questi anni deve essere affrontata con forza, con interventi decisi e strategie nuove<br />
da parte della scuola e della famiglia. In primo luogo é necessario rafforzare quel ruolo di<br />
educatori-formatori, che negli ultimi tempi è stato troppe volte delegato ai mezzi di comunicazione,<br />
per recuperare quella dimensione pedagogica propria dei genitori e degli insegnanti<br />
che da sempre ha contribuito alla crescita e alla maturazione delle giovani generazioni”.<br />
É fondamentale che sin dalla Scuola dell’Infanzia i genitori, coinvolti in modo consapevole<br />
ed esplicito nel processo educativo dei figli, li aiutino nel compiere il loro dovere.<br />
La scuola, pertanto, perseguirà costantemente l’obiettivo di costruire un’alleanza educativa<br />
con i genitori. Non si tratta di rapporti da stringere solo in momenti critici, ma di relazioni<br />
costanti che riconoscano gli specifici ruoli e che si supportino vicendevolmente nelle comuni<br />
finalità educative.<br />
Dopo le premesse seguono gli elenchi dei diritti e dei doveri di tutte le componenti della scuola.<br />
I documenti sono consultabili presso le segreterie delle scuole.<br />
Stefania Tenchini<br />
Gli insegnanti delle scuole di Gottolengo<br />
augurano a tutti gli alunni e ai loro genitori un sereno e proficuo <strong>anno</strong> scolastico.
il <strong>Redone</strong><br />
LETTERE ALLA REDAZIONE<br />
C’era una volta il mio....paese!<br />
-28-<br />
Gottolengo, Agosto <strong>2011</strong><br />
Il paese della mia adolescenza e della mia gioventù.<br />
Un agglomerato, con un vecchio Castello (adibito a ghiacciaia) circondato dalla campagna, che<br />
si univa a quella dei paesi limitrofi dove sorgevano piccoli e grandi cascinali, frutto di una sana e<br />
fiorente agricoltura. Il centro, cosiddetto storico, con la sua piazza, la Casa Comunale, le contrade<br />
e la bella <strong>Parrocchia</strong>le a fare da sentinella, era una specie di “salotto” in cui ci si ritrovava, noi<br />
ragazzi, con gli amici, prima di andare all’Oratorio.<br />
Per i più “grandi” qualche locale pubblico di allora, offriva loro la possibilità di un caffè, una<br />
chiacchierata, un “bicchiere” e magari anche una partita a carte.<br />
Quando poi le campane della chiesa suonavano per le varie funzioni religiose, il tempio si riempiva.<br />
Gli uomini da una parte, le donne dall’altra, per noi ragazzi c’erano le panche allineate lungo<br />
la corsia grande.<br />
Dopo, sia il sagrato che la piazzetta adiacente erano un ritrovo per i saluti, per raccontare o<br />
raccontarsi prima di far ritorno a casa. Questo era un modo per sentirsi parte del paese con<br />
quell’amicizia schietta e sincera, quasi fraterna, che è stato “l’abito” più bello e importante del<br />
mio paese. Specialmente quando lo spettro della seconda guerra e gli anni bui del dopo, mettevano<br />
paura. In seguito sono arrivati “progresso” e modernità i quali, a poco a poco, h<strong>anno</strong> contribuito<br />
a cambiare il vivere di molti di noi.<br />
Il meglio e il peggio di tutto ciò, ha sradicato tanti sentimenti compresa quell’amicizia solidale e<br />
umana che ha caratterizzato la vita sociale, civile e religiosa di questo mio paese.<br />
Oggi, quei tempi sono solo un ricordo per chi li ha vissuti nella loro totalità.<br />
Adesso il paese ha un’altro volto anche geograficamente. Si è allargato da oni suo lato invadendo<br />
un pò di campagna sino a lambire i cascinali più vicini, diventando anch’essi (come i più lontani)<br />
parte del medesimo tessuto sociale che ha investito uomini e cose.<br />
Nel mio ultimo scorcio di vita resta in fondo al cuore, oltre a tanti ricordi, una piccola delusione:<br />
quella di vedere letteralmente cambiato il volto e il “sentire” della gente, di quella gente che in<br />
modo o nell’altro si è resa protagonista di quei tempi e nella storia del mio e loro paese e che oggi,<br />
magari assorbita da un diverso quotidiano ha scordato - o messo da parte - quella gioia di stare<br />
insieme che tanto di buono ha dato a famiglie, donne, uomini, ragazzi, amicizia e affetto.<br />
Questo è il mio paese. Nel suo “dare” e nel suo “ricevere”. Nelle sue generosità come nelle sue<br />
indifferenze. Nelle sue “bontà” come nelle sue “cattiverie”. Nel suo”spaccarsi” ogni qualvolta si<br />
inseriscono nuove realtà che pongono la persona, o meglio le persone, a chiedersi il perchè. Succede<br />
in ogni settore ed in ogni ambito che racchiude la vita del paese in qualsiasi comparto della<br />
stessa, sia essa sociale, civile o religiosa.<br />
Così, quando ho incominciato a conoscere realmente il mio paese l’ho ritenuto “difficile” (non a<br />
torto) in ogni campo ed in ogni contesto.<br />
Caro paese mio, auguri, nei hai proprio bisogno!<br />
Rosi Caprinetti
Concorso F.M.I. “disegna la maglia azzurra”<br />
-29-<br />
il <strong>Redone</strong><br />
Vincitore, quest’<strong>anno</strong>, del concorso ‘Disegna la Maglia<br />
Azzurra’ promosso dalla Federazione Motociclistica<br />
Italiana è il 16enne, Gottolenghese, Daniele Doninelli.<br />
Il progetto di Daniele ha sbaragliato l’accesa, e comunque<br />
ottima, concorrenza degli oltre 100 ‘soggetti’ presentati<br />
e si è aggiudicato, così, il primo premio messo<br />
in palio dalla Federmoto, ovvero due biglietti premi per assistere al Motocross delle Nazioni a<br />
Saint Jean d’Angely, in Francia.<br />
Ecco come il Presidente della FMI, Paolo Sesti, ha commentato il lavoro di Daniele: “la scelta<br />
della commissione esaminatrice è stata molto difficile, il lavoro di Daniele è prevalso sugli oltre<br />
100 soggetti presentati perché celebra i 150 anni dell’unità d’Italia e i 100 anni della nostra<br />
federazione. Questa maglia darà ancor di più un forte senso di identità nazionale per i fortunati<br />
piloti che la indosser<strong>anno</strong>”<br />
Anche Gottolengo ha una via<br />
dedicata al Corpo degli Alpini<br />
Il Gruppo Alpini di Gottolengo<br />
ringrazia il Sindaco e tutta l’Amministrazione Comunale<br />
per aver voluto, con l’intitolazione di una via al Corpo degli Alpini ,<br />
gratificare tutti gli alpini in armi e in congedo.<br />
Grazie!<br />
Per il Gruppo Alpini<br />
Battista Boldrini<br />
(capogruppo)
il <strong>Redone</strong><br />
Anagrafe <strong>Parrocchia</strong>le<br />
19. TENCONI MARIA GLORIA<br />
di Pierluigi e Capelloni Mita<br />
20. CAMOZZI GIOVANNI<br />
di Enrico e Hu Shagan<br />
21. GIORDANI JACOPO<br />
di Lorenzo e Santoro Elena<br />
22. POLLONI RACHELE<br />
di Juri e Massari Anna<br />
3. MOLONIA FRANCESCO e<br />
RUBES FRANCESCA<br />
4. GRITTA OMAR e<br />
TIRONI LAURA<br />
Rinati nel Battesimo<br />
Sposi in Cristo<br />
-30-<br />
23. ALMICI BICE MARIA<br />
di Simone e Petrò Francesca<br />
24. BENAZZI SILVIA<br />
di Fabio e Arigni Manuela<br />
25. ARGELLI SOFIA<br />
di Sandro e Capelloni Giuditta<br />
26. MILZANI GABRIELE<br />
di Andrea e Branchi Silvia<br />
5. FORTUNATO MARCO e<br />
SANDRINI GIULIA<br />
6. SILINI CARLO e<br />
DUCHINO SONIA<br />
Attendono la Risurrezione<br />
21. ALBINI FROGLIANI<br />
FRANCESCO<br />
di anni 45<br />
22. LOSIO CATERINA<br />
di anni 80
23. BOLZANI EMILIO<br />
di anni 58<br />
25. BONI MARIA<br />
di anni 98<br />
27. DONINELLI FRANCESCO<br />
di anni 87<br />
29. CIGALA LAURINA<br />
di anni 81<br />
31. VIGNONI GIUSEPPE<br />
di anni 90<br />
-31-<br />
il <strong>Redone</strong><br />
24. TEDESCHI TERESINA<br />
di anni 79<br />
26. RODELLA PIETRO<br />
di anni 74<br />
28. BONAZZOLI GIULIO<br />
di anni 76<br />
30. GORINI CATTERINA<br />
di anni 96<br />
32. SUPERFLUO LUIGINO<br />
di anni 63
“La vera umiltà consiste nell’essere disposti<br />
ad accettare con gioia quanto il Signore vuole da noi”<br />
Santa Teresa D’Avila<br />
<strong>Parrocchia</strong> Prepositurale<br />
dei Santi Pietro e Paolo di Gottolengo<br />
Chiesa di San Girolamo<br />
29 settembre, 6 ottobre<br />
13 ottobre <strong>2011</strong><br />
alle ore 20,30<br />
PROPOSTE DI<br />
SPIRITUALITA’ CARMELITANA<br />
NELLA VITA QUOTIDIANA<br />
RELATORE<br />
Padre Mauro Sartorello<br />
sabato 15 ottobre <strong>2011</strong> alle ore 20,45<br />
SUONI, PENSIERI, PAROLE: Dialogo con la Santità<br />
CORO PARROCCHIALE DI <strong>GOTTOLENGO</strong> E GABBIONETA<br />
Personaggi<br />
TOMMASO Luca Rossoni<br />
SANTA TERESA DI GESU’ (D’Avila) Delia Milzani<br />
SANTA TERESA DI GESU’ BAMBINO (di Lisieux) Elena Lodigiani<br />
Ensamble strumentale diretto da Andrea Milzani