Civettini - Comitato Amici del Palio

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18 Lanno ’ scorso sono volato via lontano per un epico viaggio iniziato agli albori dell’estate, andato avanti per tutto l’autunno, proseguito nel pieno dell’inverno, valicando mari e monti, calcando spiagge e praterie, vagando per mesi e mesi, in mille e mille paesi esotici per tutto l’orbe terracqueo... Sì, meglio, e chi ci crede?... Eh va be’... sì, insomma... ho fatto un viaggio... a piedi... sulle lastre del territorio della Civetta. A far che? Uuumh... forse un safari, senza fucili, però, amichevole, a caccia di esemplari di una nobile e antica specie autoctona che sulle lastre prospera rigogliosa, esercitando un’altrettanto nobile e antica professione, che talvolta è quasi un’arte: l’esercente commerciale. L’idea, nata nella Commissione Finanziaria, era quella di chiedere loro un contributino annuale, ma non certo per far cassa, ci mancherebbe altro, quanto sulla base di un concetto di alta filosofia di alta senesità, che è questo: la Contrada è una comunità che fa del territorio la sua casa, il commerciante che ci tiene bottega ci fa i suoi affari, ci passa le sue giornate per anni, molto, molto di più di quella stragrande maggioranza dei contradaioli che non ci abita, è portatore di interessi del tutto identici per quella che è anche la sua casa, da tenere in ordine, pulita e ravversata, e dunque fa parte, sia pure a diverso titolo, della stessa co- UN MONDO SULLE LASTRE munità contradaiola. Sostenere la Contrada significa allora per lui, come per noi, contribuire a tutelare questo interesse, per quel poco o tanto che la Contrada può fare. Ma è di certo tanto, per il solo fatto di esistere, per contribuire tenacemente a mantenere Siena unica al mondo, per prendersi cura di quel territorio, viva e sveglia a vigilare, e nel caso nostro anche di notte, se è per questo, con gli occhioni gialli spalancati a scrutare nel buio e la testa a girare tutt’intorno a trecentosessanta gradi. «Come si chiameranno questi benemeriti che ci daranno sì cotali cospicui sostegni?,» domandò un arguto membro della Commissione. «Amici della Civetta!,» risposi subito io, ispiratissimo. «Sì, meglio! Così sembra una campagna del WWF per un animale in estinzione!,» ribatté un’ancor più arguta “membra” della Commissione. «Dio, ne guardi!,» si disse tutti in coro. E allora? Allora si chiameranno “sostenitori.” Sì, sostenitori del Civettone, a fianco dei prodi contradaioli. Vagando per le strade come cani randagi fu fatto un censimento, uscì fuori una lista per fortuna lunghissima, oltre duecento insegne commerciali, per intanto si recapitò una lettera, poi da buoni cacciatori, ci spartimmo il territorio e finalmente si partì per la vera caccia. Del resto calcando le orme di una Commissione Finanziaria di una venti- di Carlo Agricoli
na d’anni fa, a rinverdire quella che un tempo era una tradizione per tutta Siena, oggi perduta. Fu così che anch’io partii per quel viaggio sulle lastre. Ed è stato per me come scoprire un mondo sconosciuto. Una cosa che non avrei mai creduto, un mondo denso, interessante, ricco di mille sfaccettature, di mille variegati modi di vedere, vivere e sentire il vero, grande bene comune che tutti ci unisce: la nostra amata Siena. Sì, perché di questo, incredibilmente, si è trattato, in gran prevalenza. A che, in un tripudio di bandiere o nel grigiore tetro della nebbia novembrina, LEI trionfi come sempre immortale! Non c’è stato negozio in cui non sia entrato per almeno due o tre volte, fino a certi massimi storici di otto o dieci. «Devo parlare con mio marito» - «mi sono dimenticata di parlare con mio marito» - «il titolare sarà qui domani» - «doveva venire, ma non si è visto» - «no, la mia collega non mi ha detto nulla, ma lei ci sarà stasera» - «c’è stato un problema, la collega ci sarà domattina» - «domattina non posso io, ma tornerò» - «la responsabile è andata in ferie» - «buon pro gli faccia» - «il titolare si è sposato, è in viaggio di nozze» - «quando lo sente gli faccia i migliori auguri da parte di tutti i civettini» - «gliene parlerò alla prima occasione, non dubiti» - «grazie» - «il titolare è venuto, ma l’occasione è sfuggita, c’è stato tanto da dire e da fare, era un secolo che non lo vedevo» - «Sono venuto la settimana scorsa per la Civetta, si ricorda?,» dico entrando in un negozio di intimo femminile. «E come non si potrebbe? Veder entrare un uomo qui dentro è così raro che non si dimentica mai più!» Secondo me questo era un complimento. Però non mi hanno dato niente. Da un’altra parte, riassunta succintamente per la centesima volta la richiesta già fatta nella lettera, di là dal banco della cassa arriva la risposta, in un tono algido che chiude la bocca: «Grazie, no, non ci interessa.» - «Eh lo so! Il fatto è che interesserebbe a me!,» mi verrebbe da dire, ma naturalmente dico invece, «Chiedo scusa, grazie lo stesso.» Una gentile signora mi ascolta attenta, mi guarda, ammicca, sorride furbescamente, e fa: «ma... questo è un pizzo!» Eh sì, il sospetto era venuto anche a noi, però fo finta di niente, ridicchio anch’io e non raccolgo. Ma poi si conclude lo stesso felicemente in rete. Qualche volta la vaga sensazione di andar racimolando elemosine... un giorno stavo entrando in un negozio, quando ho dovuto far posto giustappunto a un mendicante che usciva... Per quel giorno non sono entrato... Ma solo perché sarebbe stato un assist troppo comodo per l’esercente... «sempre tutti a chiedere!,» già mi pareva di sentirlo. «Non è per non voler capire,» mi dice un appassionato contradaiolo, «ma dare anche un solo duino a una Contrada che non sia la mia, non mi riesce proprio!» - «Ma la tessera sarà intestata al negozio. E’ come pagare il protettorato per un figliolino nato nella Civetta» - «Non potrei mai concepire un 19
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