Catalogo Adriano Piu.pdf - Provincia di Udine
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se stesso e con il mondo circostante. C’è una connessione<br />
logica profonda tra l’assolo del batterista e<br />
il confronto che l’artista ha con la superficie o con<br />
lo spazio tri<strong>di</strong>mensionale: con interventi a collage<br />
inquadra una complessità strutturale, incanalata in<br />
precisi alvei <strong>di</strong> scorrimento, dove l’effetto granulare e<br />
l’allusione alla porosità si sistemano in tacche contigue<br />
a zone, in cui il rilievo si increspa o si ammatassa<br />
in filamenti multipli, a in<strong>di</strong>care il meandro insondabile<br />
dell’anima, che produce una grande varietà <strong>di</strong><br />
momenti umorali e <strong>di</strong> emozioni.<br />
Queste <strong>di</strong>ventano cifra puramente materica dentro<br />
una composizione orchestrata per rimandare a molteplici<br />
situazioni significanti, dentro una gamma cromatica<br />
molto ridotta, dal bianco con le sue derivazioni<br />
avoriate al nero, trattato in un ventaglio <strong>di</strong> toni che<br />
sfumano al grigio; talora tacche monocromatiche <strong>di</strong><br />
rosso e blu appaiono sommosse da una pulsazione<br />
<strong>di</strong> superficie, ottenuta con impasto <strong>di</strong> fisicità sabbiosa.<br />
L’immagine vive molto spesso sull’equilibrio tra<br />
le parti levigate da una pellicola piana (o con minimi<br />
trasalimenti) e le aree caratterizzate dal rilievo deciso,<br />
in cui l’artista ha riscaldato la materia e, prima<br />
della sua soli<strong>di</strong>ficazione, è andato in cerca della forma<br />
adatta a imbrigliare la luce e rimandarla con un<br />
gioco <strong>di</strong> pulsazioni che risultano una vera e propria<br />
scrittura nello spazio. Minime inserzioni geometriche<br />
<strong>di</strong>spongono lo sguardo a partire da quel punto per<br />
un percorso che è anche un’avventura interpretativa<br />
multipla, dentro il cumulo <strong>di</strong> sollecitazioni offerte<br />
dall’opera <strong>di</strong> <strong>Adriano</strong> <strong>Piu</strong>. Le tematiche sono quelle<br />
dell’incontro, del rapporto tra l’uomo e l’ambiente<br />
in cui vive, l’incanto dell’esistenza, le problematiche<br />
dell’interiorità vissute dall’artista con un battito par-<br />
tecipativo caldo e appassionato anche se il privilegio<br />
accordato alla materia mette in rilievo solitamente<br />
l’idea del freddo. Infatti nelle sue sculture, in gran<br />
parte in alluminio e acciaio, è il rapporto <strong>di</strong>alettico<br />
con la luce che accalora l’intervento <strong>di</strong> queste creature<br />
che, a metà strada tra l’umano e il vegetale,<br />
stanno a fondere il concetto <strong>di</strong> natura e <strong>di</strong> artificio,<br />
l’idea della tecnologia che ingabbia le forme e le<br />
imita. Con la pittura e la scultura l’artista installa nello<br />
spazio (sia della parete che della tri<strong>di</strong>mensione)<br />
il senso <strong>di</strong> un interesse primario per il “fare”, che lo<br />
impegna sul versante dell’una e dell’altra <strong>di</strong>sciplina;<br />
queste non vivono separate, appaiono bensì legate<br />
da un’osmosi continua <strong>di</strong> motivi, segni, forme che le<br />
accomuna in un’unica piattaforma espressiva.<br />
Sia quando lavora sul piano, avendo la tela parallela<br />
al pavimento, oppure nella creazione plastica, l’artista<br />
trasfonde tutto intero il suo mondo interiore, fatto<br />
<strong>di</strong> affetti privati e <strong>di</strong> slanci creativi, ancorati tuttora<br />
alla musica che “risuona” adesso in molte sue opere<br />
come fossero steli, dove è impresso in co<strong>di</strong>ce il senso<br />
<strong>di</strong> un’appartenenza al mondo dell’arte nutrito <strong>di</strong><br />
molteplici apporti. L’artista, mutuando dallo spartito<br />
musicale della batteria alcuni segni convenzionali<br />
che <strong>di</strong>ventano tracce in<strong>di</strong>cative <strong>di</strong> un percorso all’interno<br />
dell’opera (pittorica e scultorea), costruisce<br />
uno scenario esibito alla libera interpretazione del<br />
fruitore, con la possibilità non tanto remota <strong>di</strong> avvertire<br />
nell’aria il profumo <strong>di</strong> una rigenerazione, che si<br />
evolve su ritmi suggeriti dalle sinuosità della figura,<br />
modellata sull’opera a parete o nella verticalità tri<strong>di</strong>mensionale.<br />
Enzo Santese<br />
Nuovo Tentativo<br />
Tecnica mista su tavola cm 150x130 (2004)