Catalogo Adriano Piu.pdf - Provincia di Udine
Catalogo Adriano Piu.pdf - Provincia di Udine
Catalogo Adriano Piu.pdf - Provincia di Udine
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Assessorato alla cultura<br />
AssessorÂt ae Culture<br />
ADRIANO PIU<br />
Opere dal 2003 al 2009<br />
28 novembre - 13 <strong>di</strong>cembre 2009<br />
Cividale, Chiesa S. Maria dei Battuti - via Borgo Ponte<br />
2009
Gran Assolo<br />
Tecnica mista su tela cm 240x140 (<strong>di</strong>ttico) 2009<br />
La Bassa Friulana nel corso degli ultimi anni non ha cessato <strong>di</strong> esprimere una sua<br />
molteplice vitalità artistica che deriva, a mio parere, da un continuo contatto con<br />
la terra e con l’acqua, con gli spazi che la vegetazione limita, modella e colora.<br />
Non a caso, dunque,dalla Bassa Friulana si propone <strong>Adriano</strong> <strong>Piu</strong> , artista più che<br />
mai della materia, che coniuga la creatività umana con l’attenzione ad una natura<br />
che si fa plasmabile. Egli appartiene ad una generazione che sa usare ancora<br />
straor<strong>di</strong>nariamente della manualità.<br />
<strong>Piu</strong> sa esprimere con materiali <strong>di</strong>versi la sua ispirazione, coniugandoli spesso in<br />
composizioni ove le tre arti sorelle si uniscono e si fondono, mostrando sia la<br />
colorazione della pittura, fedele alla natura della rigogliosa pianura friulana, sia<br />
le forme innovative e mosse della scultura, sia il <strong>di</strong>segno architettonico <strong>di</strong> un<br />
insieme fatto non tanto per essere esposto in una galleria d’arte o in una mostra<br />
specifica, quanto per essere inserito in un contesto naturale <strong>di</strong> forte fisicità.<br />
In effetti per l’arte è necessaria anche la forza fisica, capace <strong>di</strong> tradurre un pensiero<br />
forte in immagini concrete <strong>di</strong> efficace emozionalità, soprattutto quando la materia<br />
del creare <strong>di</strong>venta quasi una sfida a se stessi e uno stimolo a chi le vede.<br />
Con materiali poveri, prendendo alla sua terra della Bassa poesia e forza, <strong>Adriano</strong><br />
<strong>Piu</strong>, con questa antologica dei suoi più recenti lavori, riesce ad affermarsi come<br />
artista capace <strong>di</strong> interessare anche i friulani per la sua personalità, ovviamente<br />
ancora da stu<strong>di</strong>are e delineare nel panorama contemporaneo.<br />
Lo stile e le creazioni hanno senza dubbio una loro originalità e trasmettono<br />
messaggi nei quali si riassumono conquiste e tensioni, aspirazioni e contemplazioni.<br />
<strong>Piu</strong> sa essere interprete <strong>di</strong> un momento storico per molti versi conflittuale, ma<br />
la sua arte tende sempre ad armonizzare i contrasti o ad evidenziarli, in un<br />
continuo ricorrere a simboli e danno movimento ad un insieme materico capace<br />
<strong>di</strong> riflettere a pieno incertezze e turbamenti del tempo in cui noi viviamo.<br />
La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne ha incoraggiato e sostenuto la sua originale e ricca esposizione<br />
in un luogo simbolico, Cividale del Friuli, ed in un contesto culturale che tende a<br />
valorizzare artisti ai quali non <strong>di</strong>fetta personalità e capacità <strong>di</strong> proporsi e ciò in una<br />
felice collaborazione con il Comune della Città Ducale.<br />
Elena Lizzi<br />
Assessore provinciale all’Istruzione, Cultura, Identità e Pari Opportunità
Cividale è sempre lieta <strong>di</strong> accogliere le esposizioni degli Artisti che scelgono la sua cornice per presentare<br />
le proprie opere al pubblico, e numerose sono le mostre che si susseguono ininterrottamente nel<br />
corso dell’anno. L’Amministrazione Comunale, attenta all’aspetto culturale per la vocazione stessa<br />
della Città, ricca <strong>di</strong> testimonianze <strong>di</strong> una storia antica e custode <strong>di</strong> bellezze artistiche e naturali <strong>di</strong><br />
gran<strong>di</strong>ssimo pregio, è sempre impegnata a cogliere queste pregiate opportunità.<br />
E’ in questo contesto che si apre la mostra <strong>di</strong> <strong>di</strong>pinti e sculture <strong>di</strong> <strong>Adriano</strong> <strong>Piu</strong>.<br />
Lascio ad altri il degno compito <strong>di</strong> presentare la mostra dal punto <strong>di</strong> vista della critica d’arte.<br />
Per quanto mi riguarda non posso che elogiare la capacità dell’Artista <strong>di</strong> esaltare la ricerca <strong>di</strong> nuove<br />
tessiture espressive. Il rapporto tra colore e materiali è l’elemento del costruire che tanto affascina<br />
nell’opera dell’artista.<br />
Dalla Residenza Municipale, novembre 2009<br />
L’ASSESSORE ALLA CULTURA<br />
Stefano Balloch<br />
ADRIANO PIU:<br />
le cadenze della musica nei ritmi<br />
e nelle forme dell’arte.<br />
Nell’opera <strong>di</strong> un artista <strong>di</strong> talento i momenti <strong>di</strong> sintesi<br />
più affascinante risiedono nelle ragioni del cuore e<br />
in quelle dell’intelletto, tradotte in espressioni capaci<br />
<strong>di</strong> far vibrare ora una corda ora l’altra, mantenendole<br />
entrambe attive nello sviluppo della ricerca.<br />
Per <strong>Adriano</strong> <strong>Piu</strong> la pittura e la scultura costituiscono<br />
da molto tempo gli ambiti in cui le competenze<br />
tecniche, l’amore per la musica e l’arte sono la linfa<br />
che alimenta la sua vena creativa. L’attuale mostra<br />
ne è una testimonianza probante: brani anatomici<br />
<strong>di</strong>sseminati in uno spazio che pulsa <strong>di</strong> rilievi materici<br />
prodotti da sovrapposizioni, inserimenti, innesti e<br />
combustioni, dove si legge una geografia fantastica,<br />
capace <strong>di</strong> attrarre lo sguardo in una deriva verso le<br />
articolazioni del segno, l’emersione <strong>di</strong> parvenze figurali<br />
riprese in un momento metamorfico <strong>di</strong> passaggio<br />
da uno sta<strong>di</strong>o evolutivo all’altro.<br />
La pittura è infatti scenario <strong>di</strong>namico che assembla<br />
pochi elementi della realtà trasformandoli in simboli,<br />
fluttuanti dentro un ambito magmatico dove la pre-<br />
minenza concettuale della materia si afferma come<br />
nucleo generatore <strong>di</strong> eventi. D’altro canto la vocazione<br />
dell’artista ad adottare la fisicità piena (polvere<br />
<strong>di</strong> quarzo, corda, sabbia, polistirolo, catrame in fogli,<br />
collanti, resine, stoffe <strong>di</strong> recupero, polveri <strong>di</strong> ferro,<br />
sale da cucina) si precisa fin dagli esor<strong>di</strong>, ma poi<br />
gradatamente vira nei significati e nei meto<strong>di</strong> verso<br />
approcci concettuali rarefatti e simbolici. <strong>Adriano</strong> <strong>Piu</strong><br />
si è ritagliato uno spazio fondato, <strong>di</strong> volta in volta, sul<br />
collage, sulla stesura corposa, sul rilievo, <strong>di</strong>fferenziato<br />
anche dai materiali usati, sull’utilizzo <strong>di</strong> grafie che<br />
percorrono il piano <strong>di</strong>pinto.<br />
Nella più recente fase della sua ricerca (fatta <strong>di</strong><br />
scatti in avanti e <strong>di</strong> arretramenti, utili a riflettere e<br />
progettare sviluppi a venire), coniuga due tensioni<br />
concomitanti: una delle sue passioni “antiche” è la<br />
musica, specificamente il suono della batteria, per<br />
eccellenza lo strumento che ritma in maniera decisa<br />
qualsiasi composizione; e poi l’arte figurativa, intesa<br />
come una possibilità <strong>di</strong> comunicazione continua con
se stesso e con il mondo circostante. C’è una connessione<br />
logica profonda tra l’assolo del batterista e<br />
il confronto che l’artista ha con la superficie o con<br />
lo spazio tri<strong>di</strong>mensionale: con interventi a collage<br />
inquadra una complessità strutturale, incanalata in<br />
precisi alvei <strong>di</strong> scorrimento, dove l’effetto granulare e<br />
l’allusione alla porosità si sistemano in tacche contigue<br />
a zone, in cui il rilievo si increspa o si ammatassa<br />
in filamenti multipli, a in<strong>di</strong>care il meandro insondabile<br />
dell’anima, che produce una grande varietà <strong>di</strong><br />
momenti umorali e <strong>di</strong> emozioni.<br />
Queste <strong>di</strong>ventano cifra puramente materica dentro<br />
una composizione orchestrata per rimandare a molteplici<br />
situazioni significanti, dentro una gamma cromatica<br />
molto ridotta, dal bianco con le sue derivazioni<br />
avoriate al nero, trattato in un ventaglio <strong>di</strong> toni che<br />
sfumano al grigio; talora tacche monocromatiche <strong>di</strong><br />
rosso e blu appaiono sommosse da una pulsazione<br />
<strong>di</strong> superficie, ottenuta con impasto <strong>di</strong> fisicità sabbiosa.<br />
L’immagine vive molto spesso sull’equilibrio tra<br />
le parti levigate da una pellicola piana (o con minimi<br />
trasalimenti) e le aree caratterizzate dal rilievo deciso,<br />
in cui l’artista ha riscaldato la materia e, prima<br />
della sua soli<strong>di</strong>ficazione, è andato in cerca della forma<br />
adatta a imbrigliare la luce e rimandarla con un<br />
gioco <strong>di</strong> pulsazioni che risultano una vera e propria<br />
scrittura nello spazio. Minime inserzioni geometriche<br />
<strong>di</strong>spongono lo sguardo a partire da quel punto per<br />
un percorso che è anche un’avventura interpretativa<br />
multipla, dentro il cumulo <strong>di</strong> sollecitazioni offerte<br />
dall’opera <strong>di</strong> <strong>Adriano</strong> <strong>Piu</strong>. Le tematiche sono quelle<br />
dell’incontro, del rapporto tra l’uomo e l’ambiente<br />
in cui vive, l’incanto dell’esistenza, le problematiche<br />
dell’interiorità vissute dall’artista con un battito par-<br />
tecipativo caldo e appassionato anche se il privilegio<br />
accordato alla materia mette in rilievo solitamente<br />
l’idea del freddo. Infatti nelle sue sculture, in gran<br />
parte in alluminio e acciaio, è il rapporto <strong>di</strong>alettico<br />
con la luce che accalora l’intervento <strong>di</strong> queste creature<br />
che, a metà strada tra l’umano e il vegetale,<br />
stanno a fondere il concetto <strong>di</strong> natura e <strong>di</strong> artificio,<br />
l’idea della tecnologia che ingabbia le forme e le<br />
imita. Con la pittura e la scultura l’artista installa nello<br />
spazio (sia della parete che della tri<strong>di</strong>mensione)<br />
il senso <strong>di</strong> un interesse primario per il “fare”, che lo<br />
impegna sul versante dell’una e dell’altra <strong>di</strong>sciplina;<br />
queste non vivono separate, appaiono bensì legate<br />
da un’osmosi continua <strong>di</strong> motivi, segni, forme che le<br />
accomuna in un’unica piattaforma espressiva.<br />
Sia quando lavora sul piano, avendo la tela parallela<br />
al pavimento, oppure nella creazione plastica, l’artista<br />
trasfonde tutto intero il suo mondo interiore, fatto<br />
<strong>di</strong> affetti privati e <strong>di</strong> slanci creativi, ancorati tuttora<br />
alla musica che “risuona” adesso in molte sue opere<br />
come fossero steli, dove è impresso in co<strong>di</strong>ce il senso<br />
<strong>di</strong> un’appartenenza al mondo dell’arte nutrito <strong>di</strong><br />
molteplici apporti. L’artista, mutuando dallo spartito<br />
musicale della batteria alcuni segni convenzionali<br />
che <strong>di</strong>ventano tracce in<strong>di</strong>cative <strong>di</strong> un percorso all’interno<br />
dell’opera (pittorica e scultorea), costruisce<br />
uno scenario esibito alla libera interpretazione del<br />
fruitore, con la possibilità non tanto remota <strong>di</strong> avvertire<br />
nell’aria il profumo <strong>di</strong> una rigenerazione, che si<br />
evolve su ritmi suggeriti dalle sinuosità della figura,<br />
modellata sull’opera a parete o nella verticalità tri<strong>di</strong>mensionale.<br />
Enzo Santese<br />
Nuovo Tentativo<br />
Tecnica mista su tavola cm 150x130 (2004)
Cratere Tecnica<br />
mista su tela cm 120x140 (2004)<br />
Una Piacevolo Serata<br />
Tecnica mista su tela cm 100x90 (2006)
L’Embrione<br />
Tecnica mista su tela cm 240x140<br />
(Dittico, 2006)
Linguaggio dell’anima<br />
Tecnica mista su tela cm 140x120 (2006)<br />
Assolo 9<br />
Tecnica mista su tela cm 140x120 (2009)
Tra Cà e Calli<br />
Tecnica mista su tela cm 300x200, sei tele 100x100 cm (2008)
Arti in Movimento<br />
Tecnica mista su tela cm 240x130, <strong>di</strong>ttici (2009)
Gran Assolo<br />
Tecnica mista su tela<br />
cm 220x130, <strong>di</strong>ttici (2009)
Mano Nella Mano<br />
Tecnica mista su tela cm 200x120 (2009)<br />
Mano Nella Mano<br />
Tecnica mista su tela cm 200x120 (2009)
Assolo 20<br />
Tecnica mista su tela cm 130x120 (2009)<br />
Corpo<br />
Fusione in acciaio inox h cm 55 (2006)
Gran Assolo<br />
Alluminio e tecnica mista h cm 215 (2009)
Contatto<br />
Fusione alluminio e pittura h cm 85 (2009)<br />
E’ finita un’Era. Assistiamo alla pericolosa <strong>di</strong>ffusione della “tele-arte”, un<br />
fenomeno <strong>di</strong> un orrore quasi metafisico, che accosta artisti <strong>di</strong> talento a<br />
prezzolate nullità, a un collezionismo fermo al bivio tra l’essere o il dover<br />
essere - ignorante o affaristico - al proliferare incontrollato <strong>di</strong> se<strong>di</strong>centi<br />
mercanti che non capiscono nulla della stessae e che si affidano a critici<br />
che ne capiscono fino a un certo punto. In realtà, non ho mai conosciuto<br />
critici migliori dei galleristi <strong>di</strong> talento forse perchè non riesco ad ammettere<br />
che una persona qualsiasisi possa mettere a comprare e vendere delle<br />
opere d’arte se non ha la sensibilità per farlo. Ma negli ultimi tempi mi<br />
capita spesso <strong>di</strong> pensare che sarebbe tutto molto <strong>di</strong>verso se i galleristi<br />
imparassero il vero segreto <strong>di</strong> Lo Castelli: l’amore per l’arte, prima che per<br />
i sol<strong>di</strong>.<br />
Gillo Dorfles (dal libro Leo Castelli l’italiano che inventò l’arte in America)<br />
L’essenziale<br />
Alluminio h cm 120 (2009)
Io e Te<br />
Fusione alluminio h cm 200 (2009)