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i comici della "sponda lombarda"

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QUEI COMICI DELLA “SPONDA LOMBARDA”<br />

di Mario Chiodetti<br />

Un lago, un grande lago come il Verbano, ha un’anima volubile, simile in tutto<br />

e per tutto a quella di una bella donna. Ti tradisce con il sorriso e un attimo<br />

dopo vive per te, con morbide onde e colori pastellati, dorsi di monti verdeazzurri,<br />

ma la tempesta è in agguato, soffiata da venti impetuosi, mugghianti.<br />

Gustave Flaubert sosteneva che il Maggiore fosse «il luogo più voluttuoso mai<br />

visto al mondo. La natura incanta con mille seduzioni sconosciute e ci si sente<br />

in uno stato di rara sensualità e raffinatezza».<br />

Un mondo complesso di gente di frontiera, di battelli sferraglianti e orizzonti<br />

lontani, una complicità di sguardi e di parole annodate alla brezza del mattino.<br />

Città di emigranti, di uomini bradi, lanciati lontano ma destinati a tornare,<br />

prima o poi, tra quelle vie strette e umide, quei muri lacrimanti, le chiese a<br />

mezza costa a tener d’occhio le acque infinite.<br />

Sui laghi o si è poeti o ci si ride addosso, si ha dentro la smania del raccontare,<br />

del condividere la parola grassa, il gesto e la misura dello sguardo. E’ qui la malinconia<br />

sottile delle sere di settembre, il sorriso ammiccante <strong>della</strong> cassiera in leggendari<br />

caffè, la parola scritta di chi ha saputo fare del lago una quinta universale,<br />

sfondo di una trascinante commedia umana. Dal lago si va e si viene, specie<br />

da vecchi, si ha timore nel rivedere i profili scarni delle rive, le piazze, così diverse<br />

e corrotte da quelle <strong>della</strong> giovinezza. Ma si torna, per viverci e amare il mutevole<br />

specchio di un amore variato, più profondo e singolo, un sentimento che<br />

abbraccia e non stringe, affocato e non bruciante.<br />

«Sono terre dure queste, ma spesso spuntano germogli vigorosi, che cercano<br />

una strada magari tortuosa ma unica. Ci sono stati da queste parti maestri<br />

importanti, parlo di Dario Fo, ma anche di Vittorio Sereni e Piero Chiara,<br />

molti giovani li hanno seguiti quasi per dovere, anche se lontano da Luino,<br />

dove non è mai sorto un teatro stabile. Perché dalle parti del lago Maggiore<br />

Il porto di Laveno Mombello, Lago Maggiore.<br />

Photo Paolo Zanzi<br />

The harbour of Laveno Mombello<br />

on Major Lake.


sono nati così tanti <strong>comici</strong> e di quello di<br />

Como nessuno? Perché i comaschi sono<br />

bigotti, quello è un lago che impantana. I<br />

<strong>comici</strong> nascono a ondate, ne arrivano un<br />

po’ poi cessano, poi riprendono a saltar<br />

fuori. Una mia amica psicologa sostiene<br />

che da Cannobio a Luino passi un filone<br />

magnetico sotterraneo capace di causare<br />

una sorta di pazzia comico-umoristica in<br />

chi nasce da quelle parti», ride divertito<br />

Nanni Svampa, che a Porto Valtravaglia è<br />

tornato a vivere e lavorare da tempo.<br />

Un percorso a ritroso il suo, milanese con<br />

casa di villeggiatura sul Verbano da bambino,<br />

valtravagliese con casa a Milano da adulto.<br />

«Ho lavorato molto di più adesso a Porto che<br />

da giovane, quando volevo vivere la città. Al<br />

lago associo il ricordo di un’infanzia felice, le<br />

corse in bicicletta, la pesca dei gobbini. Mio<br />

padre poi mi insegnò a coltivare l’orto, passione<br />

che mi è rimasta fino a oggi, come<br />

quella per la pesca in barca. Il paese poi unisce,<br />

ci si conosce tutti e tutti conoscono le<br />

storie che si raccontano in giro. I grandi<br />

maestri <strong>della</strong> canzone d’osteria circolavano<br />

intorno agli anni Sessanta, allora andavo a<br />

These Comic Guys<br />

from Major Lake<br />

The french writer Gustave Flaubert,<br />

used to say that Major Lake is a place<br />

where “nature is enchanting by thousand<br />

mysterious charms and where we<br />

can feel ourselves in a state of rare<br />

sensuality and refinement”. Certainly<br />

this lake has got an inconstant soul,<br />

like a beautiful woman: she betrays<br />

you with a smile and immediately<br />

after she lives voluptuosly just for you,<br />

with smooth waves and pastel colours<br />

and green-blue mountain ridges, but<br />

with the storm always lying in wait,<br />

blown by impetuous winds.<br />

By the lake one can feel either a poet,<br />

either he laughs at himself, cultivating<br />

an intimate longing of telling, of partaking<br />

the sense of humour, through the<br />

words, the gestures and the glance. A<br />

particular ground where often vigorous<br />

shoots grow, looking for a way to go,<br />

which can be often tortuous but also<br />

unique. Here lives the subtle sadness of<br />

the evening, the winking smile of the<br />

cashier girl of legendary cafés, the written<br />

word of those who made this lake a<br />

universal scene, a magnificent setting<br />

for a striking human comedy.<br />

On those shores grew up important<br />

names of the art of comedy such as<br />

Dario Fo, Vittorio Sereni, and Piero<br />

Chiara, followed by a sworm of young<br />

people as if, from Cannobio to Luino,<br />

a magnetic mainstream flow underground,<br />

able to provoke in those who<br />

are wandering in these places a kind<br />

of comic-humorous madness.<br />

Among them Massimo Boldi, Francesco<br />

Salvi, Renato Pozzetto, Enzo Jachetti<br />

and the music teller Nanni<br />

Svampa. All artists genially skilled in<br />

removing the coat of melancholy, in<br />

entertaining the power of laugh, in<br />

memory of a youth spent in a tremendous<br />

wilderness, amid the magic of<br />

the lake and its mermaids.<br />

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Sangiano ad ascoltarli, in famiglia si parlava dialetto e grazie a questa abitudine<br />

ho potuto attingere direttamente a un patrimonio culturale oggi scomparso».<br />

Svampa quel patrimonio l’ha salvaguardato, incidendo dischi con i Gufi e in<br />

solitario, racconti in musica di situazioni che oggi ci appaiono remote, ma<br />

appartengono alla vita dell’altrieri, certo più povera ma molto più vera, fatta<br />

di persone singole e singolari e non di ombre mute affatto simili. La stessa<br />

diversità di golfi e spiagge, l’unicità dei borghi più minuti, la trasparenza delle<br />

albe di gennaio, le pietre contorte e aspre <strong>della</strong> “<strong>sponda</strong> magra”, con l’inverno<br />

che fa pensare e scavare dentro.<br />

«Dopo aver trascorso una notte sulle rive del lago d’Elio a un paio d’ore d’ascesa<br />

da Maccagno, ripigliammo la nostra vogata lungo la riva sinistra, quella<br />

che da Luino, per Laveno corre giù sinuosa fino a Sesto Calende: la <strong>sponda</strong> lombarda<br />

cosiddetta, quella su cui le guide in genere sorvolano, dicendola insignificante.<br />

In realtà pochi abitanti rallegrano quella <strong>sponda</strong>. Ma se io vi dicessi che<br />

appunto per questo suo carattere selvaggio, per la sua forte solitudine io vi scoprii<br />

un incanto sottile! Quel breve promontorio chiamato punta Caldè, passata<br />

la fumante Luino, mi parve nel suo aspetto diruto e roccioso, nelle rudi sagome<br />

dei suoi altiforni di calcare creare agli occhi un quadro di intensa, poderosa<br />

natura lombarda. Pareva un Caravaggio, un Magnasco. Era una composizione<br />

tutta mossa e viva, con un che di tragico e di oscuro nella sua struttura, fermamente<br />

armonizzato da una severa dolcezza di toni», scriveva Carlo Linati nel<br />

1931, quando con alcuni amici attraversò l’intero lago Maggiore in canotto.<br />

La “severa dolcezza”, colta dal raffinato prosatore comasco, è il motivo dominante<br />

<strong>della</strong> terra di qui e una componente di chi è nato per far divertire, ridere<br />

o sorridere. I nomi sono parecchi, Massimo Boldi, Francesco Salvi, Renato<br />

Pozzetto, Enzo Iacchetti, sparsi tra Laveno e Luino, senza contare il sangiane-<br />

In alto: Il “Gufo” Nanni Svampa.<br />

Sotto: L’intellettuale che ride: Dario Fo.<br />

A fianco: Il promontorio di Caldè, teatro naturale<br />

del lago Maggiore. Photo Paolo Zanzi<br />

Above: The “Gufo”, the owl, is the surname<br />

of the famous poet and chansonnier Nanni<br />

Svampa.<br />

Below: The laughing intellectual, Dario Fo.<br />

Aside: The promontory of Caldé, natural<br />

theatre of Major Lake.


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se Dario Fo e la scuola dei cabarettisti del Caffè Teatro di Verghera di Samarate,<br />

un po’ decentrata ma palestra per molti giovani oggi autori affermati,<br />

come i Fichi d’India.<br />

«Laveno è la mia terra, abito lì, ci torno sabato e domenica, ho i miei figli, gli<br />

amici, vado in barca. Sogno di viverci per sempre quando il lavoro mi lascerà<br />

più tempo per me», dice Renato Pozzetto, impegnato nelle ultime riprese del<br />

film “L’amore su misura”, nelle sale il prossimo ottobre.<br />

«Non è esatto dire che il lago Maggiore ha creato una scuola di <strong>comici</strong>, è stata<br />

una casualità. Nessuno è rimasto lì, tutti siamo andati a Milano seguendo le<br />

tracce di quello che per noi è stato l’idolo, Dario Fo», sostiene l’attore, che in<br />

passato ebbe un rifugio anche a Cerro di Caldana, un’antica casa di pietra in<br />

mezzo ai castagneti, forte di fuochi di camino.<br />

E a Luino è legata l’infanzia di Massimo Boldi, nato sul lago Maggiore nel ‘45,<br />

appena finita la guerra e poi cresciuto tra Besozzo e Gavirate, dove con Fabio, fratello<br />

anche nelle trovate goliardiche, aveva fondato un club, il “Ciao Amici”, riferimento<br />

per il divertimento dei giovani la domenica pomeriggio. Un amore, quello<br />

per i laghi, che “Max Cipollino” ha coltivato anche più tardi, tornando a vivere<br />

con la famiglia prima a Luino quindi a Ferrera, immerso nel verde.<br />

Anche Enzo Iacchetti, che fino a qualche anno fa potevi incontrare sul lungolago<br />

in sella al suo “Galletto” Guzzi rosso fiamma, era ritornato a Luino per<br />

lavorare, direttore artistico del teatro riaperto dopo anni di abbandono.<br />

Il lago ha gli stessi incanti di una sirena, è difficile scrollarsi di dosso l’umido<br />

abbraccio delle mattine d’inverno, il cicaleccio del mercato luinese, che come<br />

un rito pagano si ripete dal 1541, data <strong>della</strong> concessione imperiale di Carlo V.<br />

Chissà se tutto questo è servito a levare la patina <strong>della</strong> malinconia, il vestito<br />

buono <strong>della</strong> gente di lago e compagna, si dice, di ogni comico vero. O sono


Pagina precedente, in alto: Renato Pozzetto:<br />

Re del teatro comico.<br />

Sotto, I Fichi d’India: una potente “remata” di<br />

travolgente <strong>comici</strong>tà. Photo Giorgio Lotti<br />

Previous page, above: Renato Pozzetto, the<br />

king of comic theatre.<br />

Below: The “Fichi d’India: a powerful stroke<br />

of overwhelming comic.<br />

state forse le storie raccontate e vissute, più schiette e originali di quelle <strong>della</strong><br />

globalizzata città, ad alimentare la forza <strong>della</strong> risata, a darle linfa nel ricordo di<br />

un’adolescenza scapigliata, di formidabile selvaticità.<br />

Un luogo magico e misterioso il lago, una bellezza fatta di fotogrammi di isole<br />

d’acqua, circondate da terre di pescatori, d’emigranti e artigiani, uomini con<br />

l’ansia del fare dietro fumiganti ciminiere, artisti dalle impronte di sole e di<br />

vento, donne madri di bellezza composta, vecchi con stivali verdi e cerate, i<br />

gomiti nudi e il coltello per aprire uno scrigno con le squame. La lezione <strong>della</strong><br />

gente di lago, viva ancora oggi, l’insegnamento che spinge a restare e a contemplare,<br />

fissato da un sortilegio e rinnovato al rinnovarsi del sentimento.<br />

Storico battello “a ruota” sul Lago Maggiore. Photo Paolo Zanzi<br />

The historical “wheel” boat of Major Lake.<br />

La lezione del lago: contemplare e fermarsi<br />

per rinnovare lo stupore che fa spettacolo. Photo Mario Chiodetti<br />

A lesson from the lake: contemplate and make a stop<br />

in order to renew the amazement of this natural stage.<br />

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