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Dicembre 2012 - Moked

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pag. 2 Italia Ebraica<br />

la voce delle Comunità<br />

dicembre <strong>2012</strong><br />

Impegno, suggestioni e un nuovo Sefer per il Cinquantenario<br />

segue da pag. 1 tolineando quanto questa<br />

Comunità sia stata una delle più attive<br />

del Mediterraneo, portatrice, come evi‐<br />

denzia il discorso di Cabib, di una “nota<br />

ebraica in un unico folkore livornese, in‐<br />

sieme intesi a rifare la città, risorgente<br />

sulle sue rovine”. Presente all'evento an‐<br />

che la consigliera dell'ambasciata di<br />

Israele, Lidia Raviv, che ci ha fatto riflet‐<br />

tere su quanto l'arrivo di un Sefer Torah,<br />

oltre a essere uno dei momenti più belli<br />

per il popolo ebraico poiché attesta il rin‐<br />

novamento, sia la maniera più giusta per<br />

festeggiare un appuntamento così carico<br />

di significato come quello del Cinquan‐<br />

tenario. Un riferimento particolare è stato<br />

fatto alla nostra Kehillah, meritevole di<br />

aver dato sostegno allo Stato di Israele<br />

sin dalla sua nascita. Belle parole sono<br />

state spese anche dal primo cittadino,<br />

Alessandro Cosimi. Il sindaco ha elogiato<br />

uomini e donne che hanno dato un im‐<br />

portante contributo alla comunità e alla<br />

società livornese: personaggi come Ugo<br />

Mondolfi, antifascista e parlamentare so‐<br />

cialista, e i numerosi ebrei che parteci‐<br />

parono al Risorgimento. Ha poi ringra‐<br />

ziato Paola Bedarida con cui ha lavorato,<br />

negli anni passati, nell’amministrazione<br />

comunale. Un pensiero infine per due<br />

rabbini conosciuti durante il suo man‐<br />

dato, rav Kahn z.l e rav Kalon z.l. Succes‐<br />

sivamente ha preso la parola il presidente<br />

della Provincia, Giorgio Kutufà, che ha<br />

evidenziato il profondo affetto che lega<br />

lui e la sua famiglia a questi luoghi. Kutufà<br />

ha elogiato non solo la sinagoga ma an‐<br />

che la scuola rabbinica, storico punto di<br />

riferimento, per poi sottolineare i conti‐<br />

nui e proficui rapporti intessuti con<br />

l'ebraismo labronico. “I cuori – ha spie‐<br />

gato – devono essere sempre capaci di<br />

pulsare contrariamente ai muri di pre‐<br />

giudizio”. Per ultimo è intervenuto il rab‐<br />

bino capo Yair Didì, che ha evidenziato<br />

come l'anniversario che si stava celebran‐<br />

do rappresentasse un'ottima occasione<br />

per l'entrata del Sefer Torah poiché, lo<br />

stesso, è testimonianza fedele della pa‐<br />

rola di Hashem: di fatto nessuna parola<br />

della Torah è mai stata modificata nei<br />

2000 anni di Diaspora. Alla base dei prin‐<br />

cipi fondanti dell'ebraismo, ha proseguito<br />

il rav, c'è la vita. E l'ingresso di un Sefer<br />

Torah simboleggia di fatto una vita nuova<br />

LIVORNO EBRAICA<br />

di Vittorio Mosseri<br />

presidente della Comunità ebraica di Livorno<br />

attraverso una Torah nuova per la Co‐<br />

munità. Ha poi preso avvio la cerimonia<br />

vera e propria. Moderatore il morè Chaim<br />

Leone, che ha invitato un Cohen, un Levi<br />

e un Israel per compleatare la scrittura<br />

delle ultime tre lettere del Sefer. Il Tempio<br />

era intanto addobbato con foglie di alloro<br />

sul pavimento, proprio come facciamo<br />

generalmente a Simchà Torah; il colore<br />

di maggior risalto per l'evento è stato il<br />

bianco, simbolo di purezza, sia sulle kip‐<br />

pot in memoria di Beniamino Flora e<br />

GIULIANA GHERARDUCCI<br />

Il presidente Mosseri: “Una gioia per noi e per tutta la città”<br />

In una soleggiata mattina di cinquantaquattro anni fa, alla<br />

presenza delle autorità e del ministro Giuseppe Togni il rabbino<br />

Alfredo Toaff di z.l. pronunziò la benedizione “shehekheyianu”<br />

che suona così: “Benedetto sia Tu, Signore nostro<br />

Dio Re del Mondo, che ci hai fatto vivere, ci hai mantenuto<br />

e ci hai fatto giungere fino a questo momento”.<br />

È questa la benedizione che oggi noi possiamo e dobbiamo<br />

ripetere nel mentre ci accingiamo a celebrare i 50 anni dall’inaugurazione<br />

dell’opera che chiuse per noi l’era delle distruzioni<br />

belliche e della provvisorietà nell’esercizio del culto<br />

nei locali invero poco capienti della Yeshivà Marini.<br />

Il cammino però non era stato facile: falliti i tentativi di salvare<br />

e consolidare i ruderi della sinagoga che i ripetuti furti<br />

di travi ed altro materiale fecero crollare definitivamente,<br />

iniziarono le trattative con lo Stato cui competeva di finanziare<br />

la ricostruzione. La Comunità insisteva per la formula<br />

“com’era e dov’era”, formula che lo Stato non volle accettare,<br />

e per la spesa che fu giudicata eccessiva, e per la difficoltà<br />

La base è a Livorno ma, come sottolinea il rabbino capo<br />

Yair Didi, l'obiettivo è quello di supportare – in caso di<br />

necessità – altre piccole e medie realtà<br />

dell'ebraismo italiano che non sono<br />

in grado di celebrare regolarmentele<br />

funzioni religiose all'interno dei propri<br />

Batei Haknesset. Un sefer “itinerante”,<br />

sottolinea, che ben si presta ad<br />

essere trasferito su richiesta (e alcune<br />

Comunità si sono già fatte avanti) anche<br />

per via delle dimensioni ridotte e<br />

di reperire i materiali come marmi preziosi, stucchi ecc e il<br />

personale che li mettesse in opera. I maggiorenti della Comunità<br />

e il rabbino Toaff dovettero pertanto rinunziare all’idea<br />

di rivedere l’imponente e fastoso monumento alla fede<br />

dei Padri che era stato per oltre tre secoli l’orgoglio della<br />

città e meta di visite da parte di tutti i sovrani che giungevano<br />

a Livorno. I lavori del nuovo progetto, arditamente moderno,<br />

redatto dall’architetto Angelo di Castro, si protrassero per<br />

quattro anni: la scatola muraria fu finanziata dallo Stato<br />

ma l’arredamento fu lasciato alla cura e alle spese della Comunità,<br />

che dovette lanciare una sottoscrizione internazionale<br />

per coprire la ragguardevole somma necessaria per completare<br />

l’opera.<br />

L’edificio così concepito fu successivamente completato con<br />

un’Arca Santa in finissima fattura barocca (firmata e datata<br />

1708) proveniente dalla cessata Comunità ebraica di Pesaro.<br />

Un Sefer Torah nuovo è stato inaugurato due settimane or<br />

sono ed è stato dedicato alla memoria di quattro benefattori<br />

locali che donarono ingenti somme alle nostre istituzioni,<br />

affinché la Comunità, pure nelle attuali difficili circostanze,<br />

provveda anche alle necessità dei bisognosi che fra di noi<br />

Moise Jerushalmi che sul parochet del‐<br />

l'Aron haKodesh. Il coro Ernesto Ventura<br />

ha piacevolmente accompagnato questi<br />

intensi minuti. Successivamente sono<br />

state accese delle candele: rav Didì, i due<br />

maskil Samuel Zarrugh e Daniele Beda‐<br />

rida, hanno letto le ultime tre chiamate<br />

della parashà Vezoth Haberachà; dopo<br />

aver mostrato la Torah a tutti i presenti,<br />

è stato fatto indossare al Sefer il meil, la<br />

sua veste. Il nuovo Sefer ha un valore uni‐<br />

co anche per le piccole dimensioni: è alto<br />

solo 30 centimetri e questo richiede un<br />

maggior impegno da parte del Sofer per<br />

la sua scrittura. Per questa speciale oc‐<br />

casione Liliana Kahn ha donato un se‐<br />

condo meil in memoria del grande mae‐<br />

stro rav Kahn z.l e a Samuel Zarrugh e ai<br />

suoi fratelli. Mosseri ha quindi aperto<br />

l'echal facendo uscire sette sefarim con‐<br />

segnati ad alcuni volontari. Il primo Sefer<br />

Torah, quello donato dalla signora Jeru‐<br />

shalmi, era nelle mani del rabbino che lo<br />

ha portato con sé fino alla Tevah, seguito<br />

RAV DIDI: “LO METTEREMO A DISPOSIZIONE DI ALTRE COMUNITÀ”<br />

della sua conseguente facile trasportabilità. “È un'indicazione<br />

specifica della signora Yerushalmi. L'obiettivo<br />

che si è prefissa con questa donazione<br />

e con quella, precedente, del Sefer che<br />

negli scorsi mesi è stato accolto nella<br />

sinagoga di Genova – spiega il rav – è<br />

quella di offrire un servizio fruibile al<br />

maggior numero possibile di persone.<br />

Per dare slancio a un ebraismo vivo e<br />

consapevole, nelle grandi come nelle<br />

piccole Comunità”.<br />

non mancano. Oggi un altro Sefer Torah, donato da benefattori<br />

esteri, fa il suo ingresso nel nostro Tempio, e questo<br />

ovviamente, collegato al Cinquantenario che celebriamo, costituisce<br />

festa grande, per noi e per la cittadinanza che ha<br />

visto risorgere un monumento che rimanda alla gloria di<br />

quella che fu la più attiva Comunità ebraica del Mediterraneo<br />

e che ha illustrato nel mondo il nome di Livorno. Ancora oggi<br />

in Israele si stampano formulari di preghiera con l’indicazione<br />

“Nosach Livorno”, secondo l’uso di Livorno.<br />

“Ai livornesi noi livornesi diciamo: Ecco, il Tempio è di nuovo<br />

al suo posto. Vedete siamo qui, non ci hanno distrutto: Siamo<br />

ancora e continuiamo ad essere la nota ebraica di un unico<br />

folklore livornese, insieme intesi a rifare la città, risorgente<br />

sulle sue rovine”.<br />

Con queste parole l’allora presidente della Comunità ebraica,<br />

professor Renzo Cabib, concluse il discorso che tenne il giorno<br />

dell’inaugurazione del Tempio 50 anni fa. Gioia, dunque, per<br />

tutti noi e per la nostra città, con l’auspicio che si possa<br />

godere di rinnovata prosperità nella pace e nella reciproca<br />

civile convivenza che da Livorno è stata nei secoli un vanto<br />

della Comunità ebraica e della città. Con l’aiuto di Dio.<br />

dalla processione degli altri. I sefarim so‐<br />

no usciti dall'echal per “invitare” il nuovo<br />

Sefer Torah. Sulla Tevah rav Didi ha re‐<br />

citato alcune preghiere per lo Stato di<br />

Israele, il kahal, il benessere e la salute<br />

della città di Livorno; Samuel Zarrough<br />

ha poi intonato lo Shemà Israel. Termi‐<br />

nato il tutto è stato fatto un giro completo<br />

dentro il Tempio e i sefarim sono stati<br />

riposti nell'echal. È infine arrivato il suo‐<br />

no dello shofar, simbolo di giubileo per<br />

il Cinquantenario.<br />

La cerimonia si è conclusa nella sua to‐<br />

talità con l'esecuzione da parte del coro<br />

del solenne, quanto piacevole canto, Ani<br />

Maamin che ha una valenza molto pro‐<br />

fonda e carica di significato in quanto si<br />

basa sulla speranza di redenzione e ar‐<br />

rivo del Messia per Am Israel.<br />

Le iniziative sono proseguite nel pome‐<br />

riggio, presso la Goldonetta, con una mo‐<br />

stra fotografica e con la presentazione<br />

del libro Un tempio nuovo per una fede<br />

antica della professoressa Liana Elda Fu‐<br />

naro. In serata il coro ha proposto l'ese‐<br />

cuzione di canti tipici della tradizione<br />

ebraico‐livornese.<br />

SALVATORE MASSIMO STELLA

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