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Fernanda Pivano.Il mondo è bellissimo. Quasi forse.<br />

Paola Francesca Caselli - www.100<strong>in</strong>terviste.it • 19/08/2009 • Categorie: Caffè Letterario • Tags:<br />

antologia, faber, fabrizio de andré, fernanda pivano, funerali, genova, hem<strong>in</strong>gway, <strong>in</strong>tervista con<br />

fernanda pivano, kerouac, letteratura americana, memoria di fernanda pivano, pavese, spoon river<br />

Pivano: Hai voglia di raccontarci come ti è venuto <strong>in</strong> mente di fare questo disco?<br />

Fabrizio Spoon River l'ho letto da ragazzo, avrò avuto 18 anni. Mi era piaciuto, e non so perché mi<br />

fosse piaciuto, forse perché <strong>in</strong> questi personaggi si trovava qualcosa di me. Poi mi è capitato di<br />

rileggerlo, due anni fa, e mi sono reso conto che non era <strong>in</strong>vecchiato per niente. Soprattutto mi ha<br />

colpito un fatto: nella vita, si è costretti alla competizione, magari si è costretti a pensare il falso o<br />

a non essere s<strong>in</strong>ceri, nella morte, <strong>in</strong>vece, i personaggi si Spoon River si esprimono con estrema<br />

s<strong>in</strong>cerità, perché non hanno più da aspettarsi niente, non hanno più niente da pensare. Così<br />

parlano come da vivi non sono mai stati capaci di fare.<br />

P./ Cioè, tu hai sentito <strong>in</strong> queste poesie che nella vita non si riesce a "comunicare"? Quella che<br />

a me pare la denuncia più precorritrice di Masters, la ragione per la quale queste poesie sono<br />

ancora attuali, specialmente tra i giovani?<br />

F. Sì, decisamente sì. A questo punto ho pensato che valesse la pena ricavarne temi che si<br />

adattassero ai tempi nostri, e siccome nei dischi racconto sempre le cose che faccio, racconto la<br />

mia vita, certo di esprimere i miei malumori, le mie magagne (perché penso di essere un <strong>in</strong>dividuo<br />

normale e dunque penso che queste cose possano <strong>in</strong>teressare anche agli altri, perché gli altri sono<br />

abbastanza simili a me), ho cercato di adattare questo Spoon River alla realtà <strong>in</strong> cui vivo io.<br />

Perché ho scelto Spoon River e non le ho addirittura <strong>in</strong>ventate io, queste storie? Dal punto di vista<br />

creativo, visto che c'era stato questo Signor Lee Masters che era riuscito a penetrare così bene<br />

nell'animo umano, non vedo perché avrei dovuto riprovarmici io.<br />

P. /Sicché le grosse manipolazioni che hai fatto sui testi sono state come delle operazioni<br />

chirurgiche per rendere il libro attuale, contemporaneo?<br />

F. Sì. Addirittura per rendere più attuali i personaggi, per strapparli alla piccola borghesia della<br />

piccola America del 1919 ed <strong>in</strong>serirli nel nostro tipo di vita sociale. Quando dico borghesia non<br />

dico babau, dico la classe che detiene il potere e ha bisogno di conservarselo, no? il suo potere. Ma<br />

anche nel nostro tipo di vita sociale abbiamo dei giudici che fanno i giudici per un senso di rivalsa,


abbiamo uno scemo di turno di cui la gente si serve per scaricare le sue frustrazioni (è tanto<br />

comodo a tutti, uno scemo...)<br />

P./ Dal libro hai preso nove poesie, scegliendole tra le più adatte a spiegare due temi che<br />

sembravano le più <strong>in</strong>sistenti costanti della vita di prov<strong>in</strong>cia: l'<strong>in</strong>vidia (come molla del potere<br />

esercitata sugli <strong>in</strong>dividui e come ignoranza nei confronti degli altri) e la scienza (come<br />

contrasto tra l'aspirazione del ricercatore e la repressione del sistema). Perché proprio questi<br />

due temi?<br />

F. Per quanto riguarda l'<strong>in</strong>vidia perché direi che è il sentimento umano <strong>in</strong> cui si rispecchia<br />

maggiormente il clima di competitività, il tentativo dell'uomo di misurarsi cont<strong>in</strong>uamente con gli<br />

altri, di imitarli o addirittura superarli per possedere quello che lui non possiede e crede che gli<br />

altri posseggano. Per quanto riguarda la scienza, perché la scienza è un classico prodotto del<br />

progresso, che purtroppo è ancora nelle mani di quel potere che crea l'<strong>in</strong>vidia e, secondo me, la<br />

scienza non è ancora riuscita a risolvere problemi esistenziali.<br />

P. /Chi ha fatto questa scelta dei temi e delle poesie?<br />

F. Dopo aver fatto la scelta ne ho parlato con Bentivoglio al quale ho proposto di aiutarmi <strong>in</strong><br />

questo lavoro. Tra noi ci sono state molte discussioni, come è ovvio e come è giusto. Bentivoglio<br />

tendeva a fare un discorso politico e io volevo fare un discorso essenzialmente umano. Alla f<strong>in</strong>e la<br />

fatica più dura è stata, mai r<strong>in</strong>unciando a esprimere dei contenuti, quella di accostarsi il più<br />

possibile alla poesia. Fatica a parte devo dire che vorrei <strong>in</strong>contrare un cent<strong>in</strong>aio di Bentivoglio<br />

nella vita: se vivessi cent'anni, un disco all'anno, sarei l'autore di canzoni più prolifico del mondo.<br />

P. /Puoi spiegarmi meglio l'idea del malato di cuore come alternativa all'<strong>in</strong>vidia?<br />

F. Se ci riuscissi. Gli altri personaggi si sono lasciati prendere dall'<strong>in</strong>vidia e <strong>in</strong> qualche maniera<br />

l'hanno risolta, positivamente o negativamente (lo scemo che per <strong>in</strong>vidia studia l'enciclopedia<br />

britannica a memoria e f<strong>in</strong>isce <strong>in</strong> manicomio, il giudice che per <strong>in</strong>vidia raggiunge abbastanza<br />

potere da umiliare chi l'ha umiliato, il blasfemo che è un esegeta dell'<strong>in</strong>vidia e per salirne alle<br />

orig<strong>in</strong>i la va a cercare <strong>in</strong> Dio); <strong>in</strong>vece il malato di cuore pur essendo nelle condizioni ideali per<br />

essere <strong>in</strong>vidioso compie un gesto di coraggio e...<br />

P./ Possiamo dire che ha scavalcato l'<strong>in</strong>vidia perché a sp<strong>in</strong>gerlo non è stata la molla del calcolo<br />

ma è stata la molla dell'amore?<br />

F. Ma sì, l'avrei detto io se non lo avessi detto tu.<br />

P./ E allora possiamo concludere con la vecchia proposta di Masters, che a trionfare sulla vita<br />

è soltanto chi è capace di amore?<br />

F. Sì, a trionfare sono i "disponibili".<br />

P. /Anche per il gruppo della scienza hai trovato un'alternativa, vero? Bentivoglio mi diceva<br />

che per rappresentare il tema della scienza hai scelto il medico che ha cercato di curare i<br />

malati gratis ma non c'è riuscito perché il sistema non glielo ha permesso, il chimico che per<br />

paura si rifugia nella legge e nell'ord<strong>in</strong>e come fatto repressivo e l'ottico che vorrebbe<br />

trasformare la realtà <strong>in</strong> luce e nel quale hai visto una specie di spacciatore di hashish, una<br />

specie di Timothy Leary, di Aldous Huxley. In che modo il suonatore di viol<strong>in</strong>o è<br />

un'alternativa?


F. Il suonatore di viol<strong>in</strong>o (che è diventato per ragioni metriche di flauto) è uno che i problemi<br />

esistenziali se li risolve, e se li risolve perché, ancora, è disponibile. E' disponibile perché il suo<br />

clima non è quello del tentativo di arricchirsi ma del tentativo di fare quello che gli piace: è uno<br />

che sceglie sempre il gioco, e per questo muore senza rimpianti. Non ti pare perché ha fatto una<br />

scelta? La scelta di non seppellire la libertà?<br />

P./ Allora si può dire che è questo il messaggio che hai voluto trasmettere con questo disco?<br />

Perché siamo abituati a pensare che tutti i tuoi dischi hanno proposto un messaggio: quello<br />

libertario e non violento delle tue prime ballate, come nella Guerra di Piero, quello liberatorio<br />

della paura della morte come <strong>in</strong> Tutti morimmo a stento, quello demistificante dei personaggi<br />

del Vangelo, come nel Testamento di Tito. Qual è il messaggio di questo Spoon River?<br />

F. Direi, tutto sommato, che siamo usciti dall'atmosfera della morte per tentare un'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sulla<br />

natura umana, attraverso personaggi che esistono nella nostra realtà, anche se sono i personaggi<br />

di Masters.<br />

P. /E' chiaro che le poesie le hai tutte rifatte. Per esempio, nella poesia del blasfemo, tu hai<br />

aggiunto un'idea che non era <strong>in</strong> Masters, quella della "mela proibita", cioè della possibilità di<br />

conoscenza, non più detenuta da Dio ma detenuta dal potere poliziesco del sistema.<br />

F. Non mi bastava il fatto traumatico che il blasfemo venisse ammazzato a botte: volevo anche dire<br />

che forse è stato il blasfemo a sbagliare, perché nel tentativo di contestare un determ<strong>in</strong>ato sistema,<br />

un determ<strong>in</strong>ato modo di vivere, forse doveva <strong>in</strong>dirizzare il suo tipo di ribellione verso qualcosa di<br />

più consistente che non un'immag<strong>in</strong>e così metafisica.<br />

P. /Mi diceva Bentivoglio che se la "mela proibita" non è <strong>in</strong> mano a un Dio ma al potere<br />

poliziesco, è il potere poliziesco che ci costr<strong>in</strong>ge a sognare <strong>in</strong> un giard<strong>in</strong>o <strong>in</strong>cantato. Cioè, il<br />

giard<strong>in</strong>o <strong>in</strong>cantato non è più quello div<strong>in</strong>o dove secondo Masters l'uomo non avrebbe dovuto<br />

sapere che oltre al bene esiste il male.<br />

F. Sì, <strong>in</strong> realtà per il blasfemo il giard<strong>in</strong>o <strong>in</strong>cantato non è stato creato da Dio ma è stato addirittura<br />

<strong>in</strong>ventato dall'uomo e comunque la "mela proibita" è ancora sulla terra e noi non l'abbiamo ancora<br />

rubata. A questo punto hai capito che cosa voglio dire io per sognare: voglio dire pensare nel<br />

modo <strong>in</strong> cui si è costretti a pensare dopo che il sistema è <strong>in</strong>tervenuto a staccarci decisamente dalla<br />

realtà.<br />

P. /Mi pare che la tua aggiunta non sia una forzatura, perché anche nella denuncia della<br />

manipolazione del pensiero, del lavaggio mentale esercitato dal sistema, Masters è un<br />

precorritore dei nostri problemi. Cerca di dirmi <strong>in</strong> che modo, quando eri ragazzo, a un<br />

ragazzo della tua generazione Masters è sembrato un contestatore.<br />

F. Perché denuncia i difetti di gente attaccata alle piccole cose, che non vede al di là del proprio<br />

naso, che non ha alcun <strong>in</strong>teresse umano al di fuori delle necessità pratiche.<br />

P. /Cioè più che la sua contestazione politica ti ha <strong>in</strong>teressato la sua contestazione umana?<br />

F. Sì, secondo me il difetto sostanziale sta nella natura umana.<br />

P./ Ritornando alle tue manipolazioni del testo, possiamo dire che l'aggiunta di questo<br />

concetto della "mela proibita" non detenuta da Dio ma dal potere del sistema è la<br />

manipolazione più grossa. D'altronde è passato mezzo secolo da quando Masters ha scritto<br />

queste poesie, sicché se questa galleria di ritratti la potesse riscrivere adesso non c'è dubbio


che la sua vena libertaria gli farebbe <strong>in</strong>serire elementi che si è limitato a sfiorare come<br />

precorritore. Questo vale anche per l'altra grossa manipolazione che hai fatto, quella<br />

dell'ottico visto come proposta di un'espansione della coscienza. Ma proprio dal punto di vista<br />

stilistico, perché hai sentito la necessità di cambiare la forma poetica di Masters? Bentivoglio<br />

mi diceva che il verso libero di queste poesie non ti serviva, avevi bisogno di ritmo e di rima,<br />

questo è chiaro. Ma sembra quasi che tu abbia voluto divulgare, spiegare a tutti i costi.<br />

F. Sì. Mi pareva necessario spiegare queste poesie; poi c'era la necessità di farle diventare delle<br />

canzoni. Cioè delle storie e una storia non è un pretesto per esprimere un'idea, dev'essere proprio<br />

la storia a comprendere <strong>in</strong> sé l'idea.<br />

P./ Ma come spieghi per esempio il fatto di aver usato parole di un l<strong>in</strong>guaggio contemporaneo<br />

quasi brutale, per esempio nel verso della poesia del giudice "un nano è una carogna di sicuro<br />

perché ha il cuore troppo vic<strong>in</strong>o al buco del c..." e di avere per esempio <strong>in</strong>serito immag<strong>in</strong>i<br />

come "le cosce color madreperla" <strong>in</strong> poesie che pur essendo piene di sesso sono espresse per lo<br />

più <strong>in</strong> forma asettica, quasi asessuata?<br />

F. Perché anche il vocabolario al giorno d'oggi è un po' cambiato, e io ero sp<strong>in</strong>to soprattutto dallo<br />

sforzo di spiegare il vero significato di queste cose. Quanto alla def<strong>in</strong>izione del giudice, questo è un<br />

personaggio che diventa carogna perché la gente lo fa diventare carogna: è un parto della<br />

carogneria generale. Questa def<strong>in</strong>izione è una specie di emblema della cattiveria della gente.<br />

P. /Tutto sommato mi pare che queste siano state le manipolazioni più pesanti che hai fatto ai<br />

concetti e al testo di Masters; e d'altra parte quando il libro è uscito, ai suoi contemporanei è<br />

sembrato tutt'altro che asettico e asessuato: il gruppo dei Neo-Umanisti lo aggredì come<br />

"<strong>in</strong>iziatore di una nuova scuola di pornografia e sordido realismo".<br />

F. Capirai.<br />

P./ Comunque sono certa che non deluderai i tuoi ammiratori, perché le poesie le hai proprio<br />

scritte tu, con quella tua imprevedibile, patetica <strong>in</strong>ventiva nelle rime e nelle assonanze,<br />

proprio come nelle poesie dell'antica tradizione popolare. Ma f<strong>in</strong>o a che punto, per esempio, ti<br />

sei identificato col suonatore di viol<strong>in</strong>o (Jones, che nel '71 suona il flauto) che conclude il<br />

disco? E non voglio alludere al fatto che da ragazzo ti sei accostato alla musica studiando il<br />

viol<strong>in</strong>o.<br />

F. Non c'è dubbio che per me questa è stata la poesia più difficile. Calarsi nella realtà degli altri<br />

personaggi pieni di difetti e di complessi è stato relativamente facile, ma calarsi <strong>in</strong> questo<br />

personaggio così sereno da suonare per pure divertimento, senza farsi pagare, per me che sono un<br />

professionista della musica è stato tutt'altro che facile. Capisci? Per Jones la musica non è un<br />

mestiere, è un'alternativa: ridurla a un mestiere sarebbe come seppellire la libertà. E <strong>in</strong> questo<br />

momento non so dirti se non f<strong>in</strong>irò prima o poi per seguire il suo esempio.<br />

Fernanda PIVANO<br />

F. Ti sei dimenticata di rivolgermi una domanda: chi è Fernanda Pivano? Fernanda Pivano per<br />

tutti è una scrittrice. Per me è una ragazza di venti anni che <strong>in</strong>izia la sua professione traducendo il<br />

libro di un libertario mentre la società italiana ha tutt'altra tendenza. E' successo tra il '37 e il '41:<br />

quando questo ha significato coraggio.<br />

Fabrizio DE ANDRE'


(Intervista registrata a Roma il 25 ottobre 1971. Qui tratta da<br />

:lmasetti/percorsi_<strong>in</strong>crociati/spoonriver che r<strong>in</strong>grazio)

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