17 gennaio 2010 II Domenica del Tempo Ordinario (C) - Aggancio
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17 gennaio 2010 II Domenica del Tempo Ordinario (C) - Aggancio
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l Fondatore<br />
Il Vangelo offre di tanto in tanto degli esempi di notti passate<br />
in preghiera (non è possibile stabilire la frequenza): la preghiera<br />
prima <strong>del</strong>la scelta dei dodici Apostoli, la trasfigurazione<br />
e l’agonia <strong>del</strong>l’orto.<br />
La preghiera di Cristo ci sollecita ad un confronto con la nostra<br />
preghiera e a chiederci quanto tempo diamo ad essa, di che<br />
tipo essa è e quale è la sua intensità.<br />
Altro aspetto <strong>del</strong>la santità di Gesù ci viene dal suo essere il<br />
Servus Javhè. Gesù è stato veramente il servitore degli altri senza<br />
farlo pesare, e quello che può essere definito il gesto culminante,<br />
cioè la lavanda dei piedi, è un fatto eccezionale come gesto<br />
ma non certo come espressione interiore. Cristo è e rimane il<br />
servo <strong>del</strong> Padre, cioè Colui che è completamente donato e disponibile<br />
di fronte al Padre per i fratelli, e quindi è servo dei fratelli<br />
in quanto è loro completamente donato e per loro disponibile.<br />
E questo avviene nei confronti di tutti i fratelli giacché non<br />
va dimenticato che quando Gesù lava i piedi agli Apostoli tra<br />
questi dodici c’era anche Giuda, giacché la lavanda dei piedi è<br />
da porsi prima <strong>del</strong>la Cena (e quindi certamente Cristo ha lavato<br />
i piedi a Giuda). È questo un episodio che ha qualcosa da insegnare<br />
a ciascuno.<br />
Ancora un ultimo aspetto: la santità di Gesù nella sua passione.<br />
Gesù che accetta tutto. Appena alcune battute iniziali nel<br />
tentativo di stabilire un minimo di giustizia: Se ho parlato male<br />
dimostralo, ma se non ho parlato male perché mi schiaffeggi? (Gv 18,<br />
23). È l’unica difesa, poi solo qualche risposta, qualche battuta<br />
con Pilato: non avresti nessuna autorità su di me se non ti fosse stata<br />
data dall’alto (Gv 19, 11). Poi null’altro; Gesù si chiude nel silenzio,<br />
non accusa, non un segno di sdegno, non di disprezzo. Il<br />
silenzio viene rotto sull’alto <strong>del</strong>la croce con una parola che è una<br />
parola di perdono. Quindi, il silenzio di Cristo non è un silenzio<br />
di disprezzo ma di amore: «Padre perdona loro perché non sanno<br />
quello che fanno».<br />
Ecco perché diciamo che Gesù è il Santo di Dio.<br />
Cristo, però, rivela il suo messaggio di santità e di amore in<br />
modo particolare nel Cenacolo e sul Calvario (oltre che lungo<br />
tutta la sua vita) soprattutto quando esplicita il suo rapporto<br />
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Gli scritti <strong>del</strong> Fondatore