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Iperplasia Prostatica Benigna - Auro

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234<br />

7.2 Influenza delle terapie per IPB<br />

sulla sessualità<br />

Il desiderio di una vita sessuale soddisfacente negli uomini più anziani, l’aumento dei<br />

LUTS correlato con l’età e l’evidenza che correla la gravità dei LUTS con le disfunzioni<br />

sessuali indicherebbero la necessità di un’attenta scelta delle terapie in questi soggetti.<br />

I trials randomizzati e controllati sono generalmente il mezzo migliore per determinare<br />

un nesso di causalità. Alcuni di essi utilizzano un gruppo placebo oppure un trattamento<br />

standard come mezzo di confronto. Il placebo è un elemento determinante nella valutazione<br />

di un trattamento farmacologico. L’effetto placebo, infatti, è rilevante e può interessare tra il<br />

25 ed il 50% dei pazienti coinvolti negli studi CRT su LUTS/IPB.<br />

L’effetto placebo tende a diminuire con il tempo, ma può durare molti anni ed è indipendente<br />

dall’età. [30] L’entità dell’effetto placebo è direttamente correlata alla gravità dei<br />

sintomi. [31]<br />

Tra i soggetti arruolati nei CRT, anche coloro che assumono placebo sperimentano effetti<br />

collaterali o eventi avversi, a volte in percentuale del tutto simile a coloro che assumono il<br />

farmaco sperimentato. Si tratta dell’effetto nocebo, che è di particolare rilievo per quanto<br />

attiene alla funzione sessuale.<br />

Gli effetti placebo e nocebo sulla DE, in pazienti trattati con beta-bloccanti, sono stati<br />

dimostrati in un interessante studio sperimentale italiano. [32] 96 pazienti (52 ± 7 anni) con<br />

una malattia cardiovascolare (ipertensione, angina) di recente diagnosi e con funzione erettile<br />

normale, entrarono in uno studio in 2 fasi, a cross-over singolo. Durante la prima fase i<br />

pazienti ricevettero atenololo e furono randomizzati in 3 gruppi: (A) 32 pz. non erano a<br />

conoscenza del farmaco che assumevano; (B) 32 pz. furono informati del farmaco che assumevano<br />

ma non degli effetti collaterali e (C) 32 vennero informati anche degli effetti collaterali<br />

potenziali. Dopo 3 mesi di terapia l’incidenza di DE, valutata tramite IIEF, fu rispettivamente<br />

(A) 3.1%, (B) 15.6% e (C) 31.2% (p

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