CATALOGO GENERALE - Portale Sangro Aventino
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“nodi locali nei quali si realizzano concentrazioni interattive di flussi che [...] si aprono ai<br />
sistemi più ampi: flussi di merci, flussi di risorse umane, flussi di capitale, flussi di<br />
conoscenza, questi ultimi particolarmente importanti nell’economia contemporanea” 4 .<br />
Anche i processi di apertura e di costituzione dello spazio comune europeo si radicano<br />
insomma nel territorio; questo spiega l’importanza primaria della partecipazione dei<br />
territori ai processi di cooperazione europea;<br />
• la qualità del partenariato e la sua pertinenza rispetto agli obiettivi del progetto. È<br />
abbastanza frequente, nel campo della cooperazione territoriale europea, che la<br />
costruzione del partenariato sia effettuata sfruttando rapporti già consolidati o reti<br />
esistenti, piuttosto che ricercando (come dovrebbe essere) i partner più adatti e<br />
pertinenti rispetto agli obiettivi del progetto che si intende sviluppare. Questo è<br />
comprensibile, perché la costruzione del partenariato è un’attività molto faticosa ed<br />
impegnativa; ma può portare a risultati scadenti sul piano dell’efficacia e della validità<br />
del progetto. La costruzione della partnership deve quindi avere una stretta<br />
consequenzialità logica con le finalità del progetto di cooperazione. Inoltre, la qualità del<br />
progetto è legata alla capacità di coinvolgimento e cooperazione di attori chiave, capaci<br />
di stimolare l’avanzamento delle conoscenze ed il mutuo apprendimento;<br />
• il superamento di un approccio ormai datato (ma molto diffuso anche nel 2000-2006) ai<br />
progetti di cooperazione europea, secondo cui le realizzazioni ed i risultati dei progetti<br />
stessi maturano quasi esclusivamente nell’ambito della costituzione di reti e relazioni,<br />
della conoscenza reciproca, degli scambi, della promozione. La costruzione di reti e<br />
relazioni, il networking, è fondamentale nelle fasi iniziali e sperimentali delle politiche di<br />
cooperazione europea. In una fase più avanzata, il metodo della cooperazione territoriale<br />
europea deve però portare a risultati visibili, ad effetti strutturanti, a concrete<br />
trasformazioni, eventualmente anche su piccola scala, nei territori di riferimento e nello<br />
spazio europeo.<br />
Abbiamo detto in precedenza che la Manifestazione di interesse lanciata dal Formez ha<br />
stimolato molta partecipazione. Le adesioni alla costituzione della Rete dei Territori Innovativi<br />
sono state 272. Può essere interessante discutere alcune prime informazioni sulle<br />
caratteristiche degli aderenti.<br />
Il 31% circa degli aderenti alla Rete è rappresentato da Comuni e loro associazioni, il 12% da<br />
Province, il 9% da GAL, il 7% da Agenzie di Sviluppo, un altro 7% da strutture<br />
amministrative di PIT e Patti territoriali. Sono presenti fra gli aderenti alla Rete anche<br />
dipartimenti di Amministrazioni Regionali, Comunità Montane, Università, Camere di<br />
Commercio, Enti Parco. Si tratta dunque di una platea ampia ed articolata, che appare molto<br />
differenziata anche per quanto riguarda il livello e la tipologia delle esperienze di<br />
cooperazione europea realizzate.<br />
Il 75% circa degli aderenti alla Rete ha progetti di cooperazione europea realizzati o in corso,<br />
mentre il 25% non ha realizzato progetti e la motivazione dell’adesione alla Rete riguarda<br />
quindi solo l’apprendimento ai fini di una possibile futura partecipazione ad iniziative di<br />
cooperazione europea fra territori. In complesso, i progetti presentati nella manifestazione di<br />
interesse sono circa 350. Oltre il 90% dei partner riporta prime idee progettuali da<br />
sviluppare, nell’ambito della cooperazione territoriale europea, nel 2007-2013.<br />
Fra gli aderenti alla rete che hanno realizzato progetti nel campo della cooperazione europea,<br />
un quarto circa ne ha realizzati più di uno, il 20% almeno tre. Questi dati danno una prima<br />
indicazione sulla consistenza del numero di quelli che potremmo definire gli “attuatori forti”<br />
fra gli aderenti alla Rete — ed anche, parallelamente, un’informazione sulla platea (che per la<br />
verità è piuttosto ampia) dei “neofiti” o degli “apprendisti” della cooperazione europea.<br />
4<br />
Cfr. “Le condizioni territoriali della Strategia di Lisbona” di Sebastiano Fadda, in Formez (2008), Nuovi approcci<br />
alle politiche di sviluppo locale [citato].