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Studio completo - Unione Pesca Sondrio - Provincia di Sondrio

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In<strong>di</strong>ce<br />

1. PREMESSA ............................................................................................................... 2<br />

2. L’AREA DI STUDIO................................................................................................... 4<br />

3. METODOLOGIE D’INDAGINE UTILIZZATE ............................................................... 5<br />

3.1. RILEVAMENTO DELLE UNITÀ DI MESOHABITAT FLUVIALE......................................................................... 5<br />

3.2. STUDIO DELLA QUALITÀ DELLE ACQUE .............................................................................................. 7<br />

3.3. STUDIO DELLA FAUNA ITTICA ....................................................................................................... 10<br />

4. L’AUTOECOLOGIA DEL TEMOLO............................................................................. 12<br />

4.1. CLASSIFICAZIONE SISTEMATICA .................................................................................................... 12<br />

4.2. CARATTERISTICHE CORPOREE....................................................................................................... 12<br />

4.3. DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA ....................................................................................................... 12<br />

4.4. COMPORTAMENTO..................................................................................................................... 13<br />

4.5. ACCRESCIMENTO ...................................................................................................................... 13<br />

4.6. HABITAT................................................................................................................................. 14<br />

5. L’HABITAT DEL FIUME MERA................................................................................. 17<br />

5.1. L’HABITAT IDRAULICO – MORFOLOGICO .......................................................................................... 17<br />

5.2. L’HABITAT TERMICO................................................................................................................... 30<br />

6. LA QUALITÀ DELLE ACQUE DEL FIUME MERA........................................................ 33<br />

7. GLI UCCELLI ITTIOFAGI LUNGO IL FIUME MERA.................................................. 39<br />

8. LA COMUNITÀ ITTICA DEL FIUME MERA............................................................... 41<br />

8.1. DATI STORICI .......................................................................................................................... 41<br />

8.2. CENSIMENTI ITTICI PRIMAVERA 2006 - PRIMAVERA 2007 ................................................................... 50<br />

8.3. VALUTAZIONI SULL’ANDAMENTO DELLA COMUNITÀ ITTICA DEL F. MERA................................................... 78<br />

8.4. LE PROVE DI CATTURA, MARCATURA E RICATTURA DEI TEMOLI .............................................................. 81<br />

8.5. I RIPOPOLAMENTI ..................................................................................................................... 83<br />

9. CONCLUSIONI ....................................................................................................... 85<br />

10. BIBLIOGRAFIA ...................................................................................................... 88


1. PREMESSA<br />

Agli inizi del ‘900 il temolo era presente lungo tutta l’asta del Mera e risaliva la Val Bregaglia in<br />

Svizzera; il primo grave avvenimento, che ne restrinse fortemente la <strong>di</strong>stribuzione, fu il<br />

completamento, nel 1949, dell’invaso <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong> Chiavenna. Tale opera non solo precluse le<br />

possibilità <strong>di</strong> migrazione, ma determinò con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> asciutta per circa 5 km a valle, oltre che a un<br />

notevole depauperamento idrico dei tratti sottostanti ed un conseguente deterioramento della<br />

qualità dell’habitat fluviale. A valle <strong>di</strong> Chiavenna la portata era, ed è tuttora, fortemente<br />

con<strong>di</strong>zionata dai rilasci dei vari impianti idroelettrici presenti a monte: la centrale <strong>di</strong> Mese, che dal<br />

1927 raccoglie le acque del bacino del Liro, la centrale <strong>di</strong> Prata che raccoglie le acque <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong><br />

Chiavenna e la centrale <strong>di</strong> Gordona, che turbina gli scarichi dei primi due impianti; in passato<br />

questo comportava situazioni a rischio <strong>di</strong> asciutte e fortemente penalizzate dal punto <strong>di</strong> vista della<br />

<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> habitat acquatico. Dalla prima metà degli anni ’90 sono iniziati i rilasci dei deflussi<br />

minimi vitali sperimentali previsti dalla Legge Valtellina, che hanno migliorato sensibilmente le<br />

con<strong>di</strong>zioni idrologiche del Mera a monte dei rilasci delle centrali <strong>di</strong> fondovalle. A valle <strong>di</strong> queste<br />

permane però uno stato <strong>di</strong> forte instabilità idrologica, con le portate che <strong>di</strong>pendono dalla<br />

produzione <strong>di</strong> energia idroelettrica e che determinano con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> magra notturne alternate a<br />

portate <strong>di</strong> morbida <strong>di</strong>urne, causando notevoli escursioni <strong>di</strong> livello e <strong>di</strong> superficie bagnata del fiume.<br />

Nel <strong>di</strong>cembre 1998 si è verificato un evento particolarmente grave per la fauna ittica del Mera,<br />

dovuto agli effetti <strong>di</strong> uno sversamento eccezionale <strong>di</strong> limo durante lo svaso del bacino Enel <strong>di</strong> Villa<br />

<strong>di</strong> Chiavenna che ha <strong>di</strong>strutto la fauna ittica del tratto <strong>di</strong> Mera a monte <strong>di</strong> Chiavenna e fortemente<br />

danneggiato quella a valle, con pesantissimi effetti sulla popolazione <strong>di</strong> temoli.<br />

Nel marzo 2001 è inoltre entrato in funzione l’impianto “Mera IV” della società Servel Mera s.r.l. (il<br />

collaudo ufficiale risale al febbraio 2004), che sfruttando lo scarico della centrale E<strong>di</strong>power “Mera<br />

III” <strong>di</strong> Gordona, prolunga verso valle il tratto depauperato della portata, che viene restituita a poco<br />

a monte del confine con Samolaco.<br />

In questi ultimi anni si è inoltre assistito ad un progressivo incremento della presenza <strong>di</strong> uccelli<br />

ittiofagi (cormorani ed airone, in particolare), con una sempre maggiore pressione predatoria<br />

sull’ittiofauna del Mera e sul temolo in particolare, specie molto vulnerabile a questo fenomeno.<br />

Le rilevanti e ripetute attività <strong>di</strong> ripopolamento del temolo e della trota marmorata in Valchiavenna<br />

a seguito del grave danno subito dallo svaso del bacino <strong>di</strong> Villa, a detta delle locali Associazioni <strong>di</strong><br />

pescatori, non hanno ancora prodotto i risultati sperati.<br />

Si ritiene quin<strong>di</strong>, dopo alcuni anni <strong>di</strong> interventi, sia necessario fare il punto sui risultati ottenuti e<br />

definire eventuali cambiamenti <strong>di</strong> rotta. Tali decisioni però comportano degli approfon<strong>di</strong>menti<br />

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conoscitivi che consentano <strong>di</strong> chiarire meglio gli attuali fattori limitanti per la specie e che<br />

in<strong>di</strong>viduino le misure <strong>di</strong> intervento più idonee.<br />

I principali obiettivi che questa attività si pone sono:<br />

• Definire lo stato attuale delle popolazioni del Temolo e della Trota marmorata in<br />

Valchiavenna, nei suoi <strong>di</strong>versi tratti;<br />

• Valutare i fattori limitanti per le specie e definirne un peso;<br />

• Sperimentare e verificare l’efficacia <strong>di</strong> ripopolamenti pilota in tratti campione;<br />

• Definire sulla base dei risultati un piano <strong>di</strong> gestione per le specie.<br />

L’importanza <strong>di</strong> tali indagini è relativa sia alla corretta programmazione <strong>di</strong> UPS nell’ambito dei<br />

ripopolamenti, sia alla verifica dell’efficacia delle misure compensative messe in atto a seguito dello<br />

svaso <strong>di</strong> Villa che ad eventuali iniziative che UPS vorrà mettere in atto nell’ambito degli altri<br />

eventuali fattori limitanti quali la presenza <strong>di</strong> uccelli ittiofagi, le variazione repentine <strong>di</strong> portata, le<br />

mo<strong>di</strong>ficazioni degli habitat.<br />

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2. L’AREA DI STUDIO<br />

Il presente stu<strong>di</strong>o riguarda il tratto <strong>di</strong> Fiume Mera, in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong>, che presenta una<br />

vocazionalità ittica naturale a trota marmorata e temolo e corrisponde alla porzione <strong>di</strong> asta fluviale<br />

compresa tra la confluenza da destra del T. Liro, a valle <strong>di</strong> Chiavenna, e la foce nel Lago <strong>di</strong><br />

Mezzola, per un totale <strong>di</strong> circa 13.4 km. In questa zona, che corrisponde alla parte terminale della<br />

Valchiavenna, il Mera presenta caratteristiche naturali tipiche <strong>di</strong> corso d’acqua <strong>di</strong> fondovalle; i suoi<br />

affluenti principali sono:<br />

dal versante destro, il T. Liro, il T. Crezza e il T. Boggia<br />

dal versante sinistro, il T. Schiesone, il T. Codera, il T. Val dei Ratti<br />

Figura 1: il tratto <strong>di</strong> Fiume Mera oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

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3. METODOLOGIE D’INDAGINE UTILIZZATE<br />

Di seguito sono descritti i meto<strong>di</strong> impiegati nel presente stu<strong>di</strong>o per la caratterizzazione dell’habitat<br />

fluviale, della qualità delle acque, della comunità macrobentonica e della comunità ittica.<br />

3.1. RILEVAMENTO DELLE UNITÀ DI MESOHABITAT FLUVIALE<br />

Le caratteristiche morfologiche e idrauliche <strong>di</strong> un torrente sono elementi determinanti per la<br />

possibilità <strong>di</strong> colonizzazione da parte delle comunità biologiche e in particolare della fauna ittica, il<br />

cui svolgimento dell’intero ciclo vitale (alimentazione, accrescimento, riproduzione) richiede la<br />

presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> habitat fluviale.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista della ecologia fluviale è particolarmente interessante lo stu<strong>di</strong>o della morfologia <strong>di</strong><br />

un corso d’acqua a livello <strong>di</strong> mesohabitat, cioè su una scala spaziale nell’or<strong>di</strong>ne della decina <strong>di</strong><br />

metri, e con una durata temporale dell’or<strong>di</strong>ne della decina <strong>di</strong> anni; gli elementi <strong>di</strong> mesohabitat,<br />

detti anche ”unità morfologiche”, sono riconducibili a quattro tipologie fondamentali (White, 1973;<br />

Bisson et al., 1982; Marcus et al., 1990; Mc Cain et al., 1990):<br />

pool: raggruppa le tipologie caratterizzate da velocità <strong>di</strong> corrente moderata, acque relativamente<br />

profonde, fondo costituito da se<strong>di</strong>mento fine;<br />

riffle: in<strong>di</strong>ca tratti con corrente veloce, acqua poco profonda e substrati grossolani e duri.<br />

step pool: rapide <strong>di</strong>sposte a scalinata, dove piccole pozze, poco profonde e posizionate <strong>di</strong>etro<br />

gruppi <strong>di</strong> massi, si susseguono alternativamente a corti tratti a pendenza più accentuata che vanno<br />

a formare delle piccole cascatelle.<br />

cascade: si riferisce a tutti quei tratti che non possono ospitare stabilmente pesci in quanto la<br />

velocità <strong>di</strong> corrente è eccessiva o la profon<strong>di</strong>tà d’acqua troppo scarsa; si tratta in genere <strong>di</strong> tratti<br />

con elevata pendenza, vere e proprie cascate o schiene <strong>di</strong> roccia viva e spesso sono associati a<br />

<strong>di</strong>scontinuità dell’alveo non superabili dai pesci.<br />

I riffle hanno caratteristiche idraulico - morfologiche (acque veloci e ossigenate, substrato<br />

grossolano che è ricco <strong>di</strong> interstizi e offre un’ampia superficie per la crescita del periphyton)<br />

particolarmente idonee alla colonizzazione da parte dei macroinvertebrati bentonici, e sono<br />

pertanto aree preferenziali per l’attività alimentare dei pesci, della cui <strong>di</strong>eta il macrobenthos è<br />

componente fondamentale. Essi rivestono, inoltre, una notevole importanza per l’attività<br />

riproduttiva <strong>di</strong> numerose specie ittiche (per esempio trote e temoli), le cui uova vengono deposte<br />

in substrati ghiaiosi e necessitano <strong>di</strong> un buon ricambio d’acqua; in tali aree si possono verificare<br />

temporanei addensamenti <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui adulti maturi nel periodo riproduttivo. Il valore biologico<br />

“assoluto” <strong>di</strong> un riffle <strong>di</strong>penderà dalle sue caratteristiche: un tratto con substrato ciottoloso sarà<br />

meno favorevole alla riproduzione, ma potrà offrire più rifugi e maggiore <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong><br />

macroinvertebrati, rispetto ad uno con substrato ghiaioso, più adatto invece alla frega.<br />

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Le pool forniscono rifugio dai predatori aerei e terrestri ai pesci <strong>di</strong> taglia maggiore, in particolare a<br />

quelli che fanno uso <strong>di</strong> tane come gli in<strong>di</strong>vidui adulti <strong>di</strong> trota, che non trovano ripari idonei nelle<br />

acque basse dei riffle. In corsi d’acqua soggetti a notevoli riduzioni <strong>di</strong> portata, la presenza <strong>di</strong> pool<br />

con un sufficiente volume d’acqua <strong>di</strong> riserva è fondamentale per garantire la sopravvivenza della<br />

fauna ittica nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> magra, durante i quali le tipologie come i riffle possono essere soggette<br />

ad asciutte. Anche per le pool le <strong>di</strong>verse caratteristiche che le definiscono, quali la profon<strong>di</strong>tà<br />

massima e la presenza <strong>di</strong> rifugi, saranno determinanti nel definire il valore biologico che esse<br />

rivestono; è ovvio che una pool molto profonda sarà più importante per la sopravvivenza dei pesci<br />

rispetto ad una pool più bassa. Alcune pool, inoltre, terminano con una zona <strong>di</strong> acque veloci e poco<br />

profonde, mostrando una conformazione tale da consentire la riproduzione delle trote grazie alla<br />

possibilità <strong>di</strong> ospitare al contempo i riproduttori e la zona <strong>di</strong> frega.<br />

Sulla base <strong>di</strong> quanto esposto appare evidente che un habitat fluviale ottimale dovrà essere<br />

caratterizzato da un elevato grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>versità idraulico - morfologica al suo interno: sarà<br />

necessaria la presenza <strong>di</strong> zone a riffle dove sia possibile svolgere l’attività alimentare e la<br />

deposizione delle uova, ma anche <strong>di</strong> pool ad esse contigue e collegate (dal punto <strong>di</strong> vista della<br />

percorribilità ittica), dove gli adulti possano trovare rifugio. La presenza <strong>di</strong> cascade può essere un<br />

fattore limitante per lo sviluppo della fauna ittica in un tratto <strong>di</strong> corso d’acqua se ne determinano<br />

una eccessiva frammentazione dal punto <strong>di</strong> vista della percorribilità ittica (specialmente se si<br />

frappongono tra aree <strong>di</strong> frega e aree normalmente abitate dai riproduttori) o qualora ne<br />

rappresentino una vasta superficie, che <strong>di</strong> fatto non è <strong>di</strong>sponibile alla colonizzazione da parte dei<br />

pesci.<br />

Operativamente la mappatura del mesohabitat avviene identificando le singole unità morfologiche<br />

e misurandone lunghezza e larghezza me<strong>di</strong>a, tramite telemetro laser o corda metrata. Ove è<br />

possibile percorrere il segmento <strong>di</strong> corso d’acqua stu<strong>di</strong>ato o un suo tratto rappresentativo, la<br />

composizione del mesohabitat sarà espressa in termini <strong>di</strong> percentuale <strong>di</strong> superficie rappresentata<br />

per ciascuna tipologia <strong>di</strong> unità morfologica. Nei casi in cui non sia possibile percorrere il corso<br />

d’acqua, si potrà fornire una stima descrittiva della presenza delle <strong>di</strong>verse tipologie, con un<br />

opportuno corredo fotografico a supporto <strong>di</strong> quanto riportato.<br />

Nel caso in questione è stato possibile rilevare in modo esaustivo le unità morfologiche presenti nel<br />

tratto, grazie alla sua facile percorribilità.<br />

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3.2. STUDIO DELLA QUALITÀ DELLE ACQUE<br />

La qualità delle acque è stata indagata attraverso il rilevamento in campo dei principali parametri<br />

chimico – fisici e l’applicazione dell’In<strong>di</strong>ce Biotico Esteso in due tratti, rispettivamente posizionati<br />

nella zona prevista per la captazione e in quella prevista per la restituzione.<br />

3.2.1. L’ANALISI DEI PARAMETRI CHIMICO – FISICI<br />

Sono stati rilevati <strong>di</strong>rettamente sul campo, tramite sonde portatili, i principali parametri chimico –<br />

fisici <strong>di</strong> qualità delle acque: temperatura, concentrazione e percentuale <strong>di</strong> saturazione <strong>di</strong> ossigeno,<br />

conducibilità elettrica e pH; gli strumenti utilizzati sono stati i seguenti:<br />

- Termometro a termistore modello “Hanna Instruments HI93510N”.<br />

- Ossimetro dotato <strong>di</strong> sonda termica, regolazione per l’altitu<strong>di</strong>ne e la salinità, modello “Hanna<br />

Instruments HI 9146-04”.<br />

- pH metro modello “Hanna instruments HI 9025” dotato <strong>di</strong> elettrodo pH modello HI 1230B e<br />

sonda <strong>di</strong> temperatura modello HI 7669/2W.<br />

- Conducimetro con regolazione manuale della temperatura modello “WTW LF90”.<br />

3.2.2. VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ BIOLOGICA DELLE ACQUE<br />

La valutazione della qualità biologica delle acque avverrà tramite lo stu<strong>di</strong>o della comunità<br />

macrobentonica e l’applicazione dell’In<strong>di</strong>ce Biotico Esteso IBE.<br />

La stretta relazione che esiste tra la comunità <strong>di</strong> macroinvertebrati e le caratteristiche chimico -<br />

fisiche e idrauliche del tratto <strong>di</strong> corso d’acqua in cui vive, implica che una perturbazione <strong>di</strong> tali<br />

caratteristiche produce una mo<strong>di</strong>ficazione della comunità macrobentonica sia in termini qualitativi<br />

che quantitativi; da questo presupposto nasce l’idea <strong>di</strong> utilizzare i macroinvertebrati come<br />

bioin<strong>di</strong>catori per monitorare lo stato <strong>di</strong> un corso d’acqua attraverso degli appositi in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> qualità,<br />

grazie anche alle loro seguenti caratteristiche:<br />

• la sensibilità alle mo<strong>di</strong>ficazioni ambientali, cui reagiscono con prontezza;<br />

• la capacità <strong>di</strong> essere buoni in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni localizzate, infatti, essi si spostano in modo<br />

molto limitato e quin<strong>di</strong> sono particolarmente idonei per valutazioni <strong>di</strong> impatto sito – specifiche;<br />

• l’abbondante presenza dei macroinvertebrati nella quasi totalità dei corsi d’acqua;<br />

• il ciclo vitale sufficientemente lungo per dare la possibilità <strong>di</strong> rappresentare un “integrale” degli<br />

avvenimenti della storia recente del fiume.<br />

Il campionamento <strong>di</strong> macroinvertebrati viene effettuato me<strong>di</strong>ante apposito retino immanicato<br />

lungo un transetto del corso d’acqua rappresentativo dei <strong>di</strong>versi microhabitat presenti. Il<br />

campione,dopo un esame preliminare in campo, viene fissato in formalina al 4% ed è<br />

successivamente riesaminato in dettaglio in laboratorio con l’ausilio <strong>di</strong> uno stereomicroscopio e <strong>di</strong><br />

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un microscopio ottico al fine <strong>di</strong> raggiungere il livello <strong>di</strong> classificazione tassonomica prevista dal<br />

metodo IBE.<br />

3.2.2.1. L’INDICE IBE<br />

L’In<strong>di</strong>ce Biotico Esteso IBE (Ghetti, 1995, 1997) è una rielaborazione dell’in<strong>di</strong>ce EBI (“Extended<br />

Biotic Index”), messo a punto nella sua versione originale da Woo<strong>di</strong>wiss nel 1978 e<br />

successivamente adattato all’impiego nelle acque italiane da Ghetti (1986).<br />

Il principio metodologico dell’IBE è basato sull’analisi qualitativa della comunità macrobentonica; in<br />

particolare lo stato <strong>di</strong> salute dell’ecosistema fluviale viene messo in relazione alla <strong>di</strong>versa sensibilità<br />

<strong>di</strong> alcuni gruppi <strong>di</strong> macroinvertebrati la cui presenza / assenza costituisce una prima in<strong>di</strong>cazione<br />

sull’entità del degrado ambientale, nonché al numero complessivo <strong>di</strong> unità sistematiche (taxa) che<br />

costituiscono la comunità macrobentonica e che, <strong>di</strong> norma, <strong>di</strong>minuisce in presenza <strong>di</strong><br />

inquinamento. La sua applicazione consente <strong>di</strong> valutare il grado d'integrità ambientale <strong>di</strong> un corso<br />

d’acqua e <strong>di</strong> attribuirlo, me<strong>di</strong>ante l'assegnazione <strong>di</strong> un punteggio, ad una determinata classe <strong>di</strong><br />

qualità biologica.<br />

La determinazione del valore <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ce IBE da attribuire ad una determinata sezione <strong>di</strong> corso<br />

d’acqua, si basa su una matrice a doppia entrata (Tabella 2). In or<strong>di</strong>nata vi sono in<strong>di</strong>cati i gruppi <strong>di</strong><br />

macroinvertebrati elencati in or<strong>di</strong>ne decrescente <strong>di</strong> sensibilità agli effetti delle variazioni ambientali.<br />

In ascissa sono riportati gli intervalli numerici che fanno riferimento al numero complessivo <strong>di</strong> unità<br />

sistematiche ritrovate durante il campionamento nel tratto d’acqua in oggetto.<br />

Dal valore ottenuto attraverso l’uso della matrice a doppia entrata, prendendo in considerazione la<br />

Tabella 1 che pone in relazione il valore <strong>di</strong> IBE con le classi <strong>di</strong> qualità, sarà possibile esprimere un<br />

giu<strong>di</strong>zio sintetico circa la qualità delle acque.<br />

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Tabella 1: classi <strong>di</strong> qualità e relativo giu<strong>di</strong>zio, secondo l’in<strong>di</strong>ce IBE<br />

IBE Classe Qualità dell'acqua Giu<strong>di</strong>zio Colore<br />

10 + I Buona<br />

Ambiente non inquinato o comunque non alterato in modo<br />

sensibile<br />

8-9 II Accettabile<br />

Ambiente con moderati sintomi <strong>di</strong> inquinamento o <strong>di</strong><br />

alterazione<br />

6-7 III Dubbia Ambiente inquinato o comunque alterato<br />

4-5 IV Critica Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato<br />

0-1-2-3 V Molto critica Ambiente fortemente inquinato o fortemente alterato<br />

Tabella 2: matrice per il calcolo del valore <strong>di</strong> IBE (In<strong>di</strong>ce Biotico Esteso)<br />

Gruppi faunistici<br />

(primo ingresso)<br />

Numero totale delle Unità Sistematiche<br />

costituenti la comunità<br />

(secondo ingresso)<br />

0 - 1 2 – 5 6 - 10 11 - 15 16 - 20 21 - 25 26 - 30 31 - 35<br />

Plecotteri (Leuctra°)<br />

Più <strong>di</strong> una U.S.<br />

Una sola U.S.<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

8<br />

7<br />

9<br />

8<br />

10<br />

9<br />

11<br />

10<br />

12<br />

11<br />

13<br />

12<br />

Efemerotteri<br />

Più <strong>di</strong> una U.S. - - 7 8 9 10 11 12<br />

(Baetidae e Caenidae°°) Una sola U.S. - - 6 7 8 9 10 11<br />

Tricotteri<br />

Più <strong>di</strong> una U.S.<br />

Una sola U.S.<br />

-<br />

-<br />

5<br />

4<br />

6<br />

5<br />

7<br />

6<br />

8<br />

7<br />

9<br />

8<br />

10<br />

9<br />

11<br />

10<br />

Gammari<strong>di</strong>,<br />

Palemoni<strong>di</strong><br />

Atii<strong>di</strong> e Tutte le U.S. sopra<br />

assenti<br />

- 4 5 6 7 8 9 10<br />

Aselli<strong>di</strong><br />

Tutte le U.S. sopra<br />

assenti<br />

- 3 4 5 6 7 8 9<br />

Oligocheti o Chironomi<strong>di</strong><br />

Tutte le U.S. sopra<br />

assenti<br />

1 2 3 4 5 - - -<br />

Tutti i<br />

assenti<br />

Note:<br />

taxa<br />

Possono esserci<br />

precedenti<br />

organismi a<br />

respirazione aerea<br />

0 1 - - - - - -<br />

° : nelle comunità in cui Leuctra è presente come unico taxon <strong>di</strong> Plecotteri, e sono contemporaneamente<br />

assenti gli Efemerotteri (tranne Baetidae e Caenidae), Leuctra deve essere considerata al livello dei Tricotteri<br />

al fine dell’entrata orizzontale in tabella.<br />

°°: per le famiglie <strong>di</strong> Efemerotteri Baetidae e Caenidae, l’ingresso orizzontale avviene al livello dei Tricotteri.<br />

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3.3. STUDIO DELLA FAUNA ITTICA<br />

La raccolta dei dati <strong>di</strong> campo sulla fauna ittica è stata svolta me<strong>di</strong>ante pesca elettrica. Si tratta del<br />

metodo più efficace nei corsi d’acqua <strong>di</strong> piccole e me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, oltre ad essere innocuo per i<br />

pesci, che possono così essere rimessi in libertà una volta effettuate le analisi necessarie. Questo<br />

sistema <strong>di</strong> pesca si basa sull’effetto che un campo elettrico produce sul pesce: me<strong>di</strong>ante un<br />

elettrostor<strong>di</strong>tore alimentato da un motore a scoppio viene, infatti, generato un campo elettrico tra<br />

due elettro<strong>di</strong>, lancia (anodo) e massa (catodo), tra i quali si stabilisce una corrente elettrica<br />

nell’acqua.<br />

L’efficienza della pesca elettrica è influenzata da alcuni fattori ambientali, primo dei quali la<br />

conducibilità elettrica dell’acqua: valori troppo bassi (come accade per esempio in acque <strong>di</strong> bacini<br />

cristallini, povere <strong>di</strong> sali <strong>di</strong>sciolti, dove si registrano valori inferiori a 20 μS/cm) fanno sì che l’acqua<br />

non conduca adeguatamente la corrente elettrica e l’elettropesca risulti inefficace. Di contro, valori<br />

<strong>di</strong> conducibilità troppo alti (per esempio nelle acque salmastre o comunque ricche <strong>di</strong> soluti) danno<br />

luogo ad una <strong>di</strong>spersione eccessiva <strong>di</strong> corrente, cosicché, anche in questo caso, l’elettropesca<br />

<strong>di</strong>venta inefficace. Un altro fattore che con<strong>di</strong>ziona il successo della pesca elettrica è la natura del<br />

substrato <strong>di</strong> fondo: maggiore è la sua conducibilità, come nel caso <strong>di</strong> fondali fangosi, e più il<br />

campo elettrico si <strong>di</strong>sperde, risultandone una minore efficienza <strong>di</strong> cattura; fondali rocciosi, poco<br />

conduttivi, sono invece ottimali. È importante anche la profon<strong>di</strong>tà dell’acqua, al crescere della<br />

quale <strong>di</strong>minuiscono le possibilità <strong>di</strong> cattura sia per una maggiore <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> corrente<br />

conseguente alla cresciuta <strong>di</strong>stanza tra gli elettro<strong>di</strong>, sia per le <strong>di</strong>fficoltà insite quando si opera nelle<br />

acque profonde. Il campionamento tramite elettropesca è stato condotto da un gruppo <strong>di</strong> sei<br />

persone: una che portava e azionava lo stor<strong>di</strong>tore, una che utilizzava la lancia, tre che<br />

raccoglievano i pesci stor<strong>di</strong>ti con una guada e una che trasportava i pesci catturati nei contenitori<br />

per lo stoccaggio provvisorio in attesa degli esami. È stato utilizzato un elettrostor<strong>di</strong>tore spallabile<br />

con motore a scoppio modello “Ittiosanitaria ELT-IIE” da 1300 Watt.<br />

I pesci catturati sono sottoposti alle seguenti determinazioni:<br />

• Identificazione della specie <strong>di</strong> appartenenza.<br />

• Misura della lunghezza totale - cioè dall’apice del muso all’estremità della coda tenuta <strong>di</strong>stesa -<br />

me<strong>di</strong>ante un apposito strumento, l’ittiometro, con un’approssimazione <strong>di</strong> ±1 mm.<br />

• Peso, me<strong>di</strong>ante bilancia elettronica, con un’approssimazione <strong>di</strong> ±0.1 g (±1g per le specie <strong>di</strong><br />

peso maggiore <strong>di</strong> 0.5 kg).<br />

• I dati così ricavati sono stati utilizzati per ottenere i seguenti parametri:<br />

• Composizione della comunità ittica, espressa come percentuale <strong>di</strong> abbondanza degli<br />

in<strong>di</strong>vidui delle <strong>di</strong>verse specie ittiche rilevate.<br />

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• Struttura delle popolazioni ittiche: si valuta attraverso l’abbondanza relativa tra in<strong>di</strong>vidui<br />

giovani <strong>di</strong> un anno <strong>di</strong> vita o meno (detti anche “0 + ”), giovani <strong>di</strong> oltre un anno <strong>di</strong> vita (detti<br />

anche “in<strong>di</strong>vidui subadulti”) e adulti, cioè pesci sessualmente maturi, che in genere hanno<br />

almeno tre anni <strong>di</strong> vita. Lo stato <strong>di</strong> salute <strong>di</strong> una popolazione <strong>di</strong>pende, infatti, non solo dalla<br />

sua abbondanza numerica, ma anche da un corretto rapporto <strong>di</strong> equilibrio tra in<strong>di</strong>vidui delle<br />

<strong>di</strong>verse età: una popolazione costituita quasi esclusivamente da giovani in<strong>di</strong>ca o una situazione<br />

<strong>di</strong> espansione demografica, oppure la presenza <strong>di</strong> problemi ambientali che non consentono la<br />

presenza <strong>di</strong> pesci <strong>di</strong> maggiore taglia, o ancora un eccessivo prelievo <strong>di</strong> adulti operato dalla<br />

pesca; questo si può tradurre in una grave limitazione per la possibilità <strong>di</strong> riproduzione naturale<br />

nel tratto, venendo a scarseggiare o a mancare i riproduttori fino a quando i giovani presenti<br />

avranno la possibilità <strong>di</strong> raggiungere la maturità sessuale. Viceversa, una popolazione con<br />

pochi giovani in<strong>di</strong>ca la presenza <strong>di</strong> problemi per il successo della riproduzione naturale a livello<br />

<strong>di</strong> sopravvivenza <strong>di</strong> uova o avannotti.<br />

• Densità delle <strong>di</strong>verse specie ittiche, calcolata come numero <strong>di</strong> pesci catturati rapportato<br />

alla superficie del tratto <strong>di</strong> corso d’acqua campionato misurata in ettari. Questo parametro è un<br />

in<strong>di</strong>ce della quantità <strong>di</strong> pesci presenti; confrontando le densità ittiche <strong>di</strong> vari tratti si può stabilire<br />

dove il numero <strong>di</strong> pesci è adeguato alle potenzialità ambientali e dove invece è inferiore.<br />

• Biomassa, calcolata come peso complessivo dei pesci presenti rapportato alla superficie del<br />

tratto <strong>di</strong> corso d’acqua campionato misurata in ettari. Anche questo parametro è un in<strong>di</strong>ce<br />

abbondanza <strong>di</strong> presenti, anche se fortemente influenzato dalla loro taglia più che dal loro<br />

numero.<br />

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4. L’AUTOECOLOGIA DEL TEMOLO<br />

Di seguito si riportano alcune informazioni bibliografiche sull’autoecologia del temolo.<br />

4.1. CLASSIFICAZIONE SISTEMATICA<br />

Superclasse: Pesci<br />

Classe: Osteitti<br />

Sottoclasse: Attinopterigi<br />

Gruppo: Teleostei<br />

Or<strong>di</strong>ne: Salmoniformi<br />

Famiglia: Salmoni<strong>di</strong><br />

Sottofamiglia: Timallini<br />

Genere: Thymallus (Cuvier 1829)<br />

Specie: Thymallus thymallus (Linnaeus 1758)<br />

La specie Thymallus thymallus è la sola rappresentante del genere Thymallus in Italia; attualmente<br />

è allo stu<strong>di</strong>o la <strong>di</strong>stinzione su basi genetiche tra le popolazioni <strong>di</strong> temolo del bacino del Danubio e<br />

quelle del bacino “padano”.<br />

4.2. CARATTERISTICHE CORPOREE<br />

Il temolo “padano” può raggiungere una lunghezza massima <strong>di</strong> 45-50 cm; il ceppo “danubiano”<br />

può superare anche i 60 cm, secondo alcune segnalazioni.<br />

Ha dorso e fianchi <strong>di</strong> colore grigio, con riflessi color argento; le scaglie sono ben evidenti e il<br />

ventre è bianco. La metà anteriore del corpo è ricoperta da una serie <strong>di</strong> macchioline nere <strong>di</strong>sposte<br />

irregolarmente. L’ampia pinna dorsale, particolarmente sviluppata nei maschi, presenta sfumature<br />

rossastre e violacee. Il ceppo “padano” ha la pinna caudale <strong>di</strong> colore bluastro e il corpo <strong>di</strong> aspetto<br />

“gobbuto”; il ceppo “danubiano” ha la coda rossastra e il corpo più snello e le pinne <strong>di</strong> colore<br />

giallo. Anche in questo caso esistono ibri<strong>di</strong> tra i due ceppi con fenotipi <strong>di</strong> aspetto interme<strong>di</strong>o.<br />

4.3. DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA<br />

Il temolo (Thymallus thymallus) è una specie tipica dell’Europa centro-settentrionale. Ad oggi<br />

si ritrova anche nei corsi d’acqua del sud dell’Europa, a seguito <strong>di</strong> introduzioni antropiche. È<br />

frequente anche nell’Europa dell’Est (regione balcanica, Mar Nero e Mar Caspio), mentre a Nord è<br />

<strong>di</strong>ffuso in Gran Bretagna fino alla Scozia (dove è stato introdotto con successo nel passato), in<br />

alcune zone della Svezia e della Norvegia e nel nord della Finlan<strong>di</strong>a, dove la <strong>di</strong>stribuzione è stata<br />

ampliata tramite immissioni.<br />

Per quanto riguarda l’Italia, il temolo è <strong>di</strong>stribuito dall’arco alpino fino al centro Italia (l’areale<br />

originario era esteso agli affluenti <strong>di</strong> sinistra del Fiume Po), in quanto introdotto con successo (si è<br />

recentemente acclimatato nel Tevere).<br />

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4.4. COMPORTAMENTO<br />

Specie gregaria, in caso <strong>di</strong> pericolo si allontana nuotando velocemente anziché ripararsi in una<br />

tana, come invece fa la trota. Si nutre <strong>di</strong> invertebrati. Depone le uova in un nido scavato su<br />

substrato a ghiaia. Rispetto alle trote, il temolo ha tempi <strong>di</strong> sviluppo e tassi <strong>di</strong> accrescimento più<br />

rapi<strong>di</strong>, benché la larva sia piuttosto piccola.<br />

La maturità sessuale è raggiunta al terzo anno <strong>di</strong> età e il periodo riproduttivo coincide con i mesi <strong>di</strong><br />

aprile - maggio. Ogni femmina depone da 6.000 a 10.000 uova per kg <strong>di</strong> peso corporeo.<br />

Se i parametri chimico-fisici ed il substrato sono idonei, il temolo si riproduce nell’area in cui vive,<br />

altrimenti può migrare in corsi d’acqua a<strong>di</strong>acenti aventi con<strong>di</strong>zioni migliori agli effetti della<br />

riproduzione. L’entità degli spostamenti può arrivare <strong>di</strong> norma fino ad una dozzina <strong>di</strong> chilometri<br />

(Gustafson, 1949 in Witkowski & Kowalewski, 1988).<br />

Witkowski & Kowalewski (1988) hanno osservato che anche il temolo europeo manifesta una sorta<br />

<strong>di</strong> ”homing”: il 18.7% dei temoli marcati durante la frega è stato rinvenuto l’anno successivo nella<br />

medesima zona <strong>di</strong> riproduzione.<br />

4.5. ACCRESCIMENTO<br />

La vita del temolo ha una durata piuttosto breve. Le popolazioni più longeve sono quelle del Nord<br />

dell’Europa, dove l’accrescimento è inferiore e la maturità sessuale viene raggiunta più tar<strong>di</strong>; i<br />

temoli possono in questi luoghi arrivare fino a 13-15 anni (Witkowski et al., 1989a; Guthruf, 1996).<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui delle altre popolazioni raggiungono solo i 3-4 anni, mentre solo in pochi si<br />

raggiungono i 5-8 anni. Sono stati osservati tassi <strong>di</strong> accrescimento anche marcatamente <strong>di</strong>fferenti<br />

in funzione delle aree geografiche stu<strong>di</strong>ate; nelle zone temperate, la lunghezza al termine del<br />

primo e del secondo anno è rispettivamente <strong>di</strong> 12-15 e 23-29 cm; nei corsi d’acqua situati più a<br />

nord, i valori sono 7-9 e 13-19 cm.<br />

Per quanto riguarda l’accrescimento in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong>, sono <strong>di</strong>sponibili dati relativi al F. Adda,<br />

che evidenziano una crescita rapida, soprattutto nei primi anni <strong>di</strong> vita (Gentili et al., 2000).<br />

Tabella 3: Lunghezza nel F. Adda raggiunta al termine dei primi cinque anni <strong>di</strong> crescita secondo il modello <strong>di</strong> von Bertalanffy (Gentili<br />

et al., 2000)<br />

Anno Lunghezza (mm)<br />

1 149<br />

2 264<br />

3 347<br />

4 406<br />

5 449<br />

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Figura 2: Fiume Adda: curva <strong>di</strong> crescita del temolo (Gentili et al., 2000)<br />

Lunghezza (mm)<br />

550<br />

500<br />

450<br />

400<br />

350<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

0<br />

Dati osservati<br />

Accrescimento teorico<br />

0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0 4.5 5.0 5.5 6.0 6.5 7.0 7.5 8.0<br />

4.6. HABITAT<br />

Età (anni)<br />

Secondo lo schema <strong>di</strong> Huet (1954), il temolo abita un zona con caratteristiche ben definite, a cui<br />

attribuisce il nome <strong>di</strong> “zona della trota marmorata e/o del temolo” (con la trota marmorata<br />

con cui tipicamente coabita). Questa zona è caratteristica dei tratti ampi dei fiumi <strong>di</strong> fondovalle,<br />

dove l’incremento <strong>di</strong> produttività biologica, rispetto alle zone poste più a monte, consente lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> importanti comunità animali e vegetali; la corrente è sempre rapida, l’alveo si allarga e<br />

la profon<strong>di</strong>tà aumenta rispetto ai tratti più a monte, la granulometria del substrato è me<strong>di</strong>a<br />

(ciottoli-ghiaia), l’ittiofauna è dominata dai Salmoni<strong>di</strong> nelle aree a forte corrente, dai Ciprini<strong>di</strong> in<br />

quelle a corrente debole.<br />

4.6.1. HABITAT IDRAULICO – MORFOLOGICO<br />

L’habitat idraulico – morfologico è costituito dai parametri profon<strong>di</strong>tà dell’acqua, velocità <strong>di</strong><br />

corrente e substrato fluviale.<br />

Le uova vengono deposte le su substrati prevalentemente ghiaiosi (Gonczi, 1989) in un intervallo<br />

profon<strong>di</strong>tà compreso tra 30 e 50 cm e <strong>di</strong> velocità compreso tra 20 e 90 cm/s (Gonczi, 1989;<br />

Darchambeau & Poncin, 1997; Poncin, 1993; Witkowski & Kowalewski, 1988).<br />

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Dopo alcuni giorni gli avannotti schiusi abbandonano i ni<strong>di</strong> nella ghiaia e passano alle zone<br />

prossime alle sponde (Sempesky & Gau<strong>di</strong>n, 1995a; 1995b), caratterizzate da profon<strong>di</strong>tà basse e<br />

velocità modeste (inferiori a 40 cm e a 15 - 20 cm s -1 ) e substrato fine (sabbia o fango). Gli<br />

in<strong>di</strong>vidui più gran<strong>di</strong> (20–35 mm) frequentano la zona <strong>di</strong> transizione tra le acque marginali e l’alveo<br />

principale. Le aree spondali sono habitat ideali per i temoli piccoli, che vi stazionano in branchi<br />

mantenendosi nella parte superiore della colonna d’acqua, dove riescono ad alimentarsi con<br />

invertebrati <strong>di</strong> drift (Scott, 1985). La scelta <strong>di</strong> questi habitat <strong>di</strong>pende dall’incapacità <strong>di</strong> stare in<br />

correnti forti, dalla limitata attitu<strong>di</strong>ne al nuoto delle larve, dalla minore presenza <strong>di</strong> predatori e da<br />

una maggiore <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> cibo presso le rive (Bardonnet & Gau<strong>di</strong>n 1991; Sempesky, 1994.<br />

1995b). Nelle aree marginali è possibile che si verifichino momenti <strong>di</strong> asciutta, soprattutto nei fiumi<br />

interessati da hydropeaking.<br />

I temoli giovani tendono ad occupare zone più centrali dell’alveo, con profon<strong>di</strong>tà caratteristiche che<br />

variano tra i 40-60 cm, e velocità tra i 20–40 cm s -1 . I temoli si posizionano nei pressi del fondo,<br />

pre<strong>di</strong>ligendo substrati a ciottoli o ghiaia. È stato osservato che i giovani durante la notte, quando i<br />

rischi <strong>di</strong> predazione sono minori, tendono a sfruttare anche le aree marginali, ad acque molto<br />

basse e corrente debole, come zone <strong>di</strong> riposo (Bardonnet et al., 1991; Bardonnet & Gau<strong>di</strong>n, 1990;<br />

Greenberg et al., 1994; Sempeski & Gau<strong>di</strong>n, 1995b; Sempesky et al., 1998).<br />

Gli adulti occupano la zona centrale del corso d’acqua (Jankovic, 1964, Northcote, 1995), con<br />

profon<strong>di</strong>tà comprese tra 60 e 165 cm ed un gra<strong>di</strong>mento per velocità inferiori a 10 cm s -1 e per i<br />

substrati grossolani (Greenberg et al., 1994). Stanno spesso in gruppo nelle zone profonde, mentre<br />

non si nascondono tra i massi; pre<strong>di</strong>ligono rifugi che forniscono isolamento visivo tra l’ambiente<br />

terrestre e quello acquatico, quali per esempio vegetazione sporgente sull’acqua, ponti ecc.<br />

(Greenberg et al., 1994).<br />

Per quanto riguarda le popolazioni <strong>di</strong> temolo italiane, gli unici dati sperimentali <strong>di</strong>sponibili sono<br />

quelli relativi ai temoli del F. Sesia (Gentili et al., 2000 – ve<strong>di</strong> Tabella 4) e del F. A<strong>di</strong>ge (GRAIA Srl,<br />

nell’ambito <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o della Società Hydrodata (TO) per conto dell’Autorità <strong>di</strong> Bacino del Fiume<br />

A<strong>di</strong>ge – ve<strong>di</strong> Figura 3: curve <strong>di</strong> preferenza del temolo dell’A<strong>di</strong>ge per la profon<strong>di</strong>tà).<br />

Dalle curve <strong>di</strong> preferenza per la profon<strong>di</strong>tà nel caso del F. A<strong>di</strong>ge si evince che gli adulti evitano le<br />

zone dove l’acqua non supera almeno 35 cm e mostrano il massimo gra<strong>di</strong>mento a partire da una<br />

profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 60 cm; ciò si accorda anche con le osservazioni sul F. Sesia, dove i temoli adulti sono<br />

risultati sempre a profon<strong>di</strong>tà uguali o superiori a 60 cm. I giovani sono invece meno esigenti e<br />

frequentano anche zone relativamente poco profonde, a partire da circa 25 cm.<br />

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Tabella 4: Valori <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà minima della colonna d'acqua rilevati in aree del Fiume Sesia frequentate rispettivamente da temoli <strong>di</strong><br />

classe 0 + , 1 + e adulti<br />

Sta<strong>di</strong>o vitale Giovani dell’anno (0+) Giovani subadulti (1+) Adulti<br />

Z min (cm) 15 50 60<br />

Figura 3: curve <strong>di</strong> preferenza del temolo dell’A<strong>di</strong>ge per la profon<strong>di</strong>tà<br />

Preferenza<br />

1.1<br />

1.0<br />

0.9<br />

0.8<br />

0.7<br />

0.6<br />

0.5<br />

0.4<br />

0.3<br />

0.2<br />

0.1<br />

0.0<br />

giovani<br />

adulti<br />

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 105 110 115<br />

4.6.2. HABITAT TERMICO<br />

Profon<strong>di</strong>tà (cm)<br />

Il temolo è una specie stenoterma; la temperatura più gra<strong>di</strong>ta è circa <strong>di</strong> 18 °C, mentre valori<br />

maggiori non sono idonei (Varley, 1967; Northcote, 1995). Varley (1967) in<strong>di</strong>ca come limite<br />

termico superiore letale per il temolo una temperatura <strong>di</strong> 24.1 °C, riferita ad esemplari acclimatati<br />

a 6 °C.<br />

4.6.3. QUALITA DELLE ACQUE<br />

Pur pre<strong>di</strong>ligendo acque ben ossigenate, il temolo può comunque vivere in acque con<br />

concentrazioni <strong>di</strong> ossigeno alle quali le trote fario iniziano ad essere stressate (Northcote, 1995) e<br />

sopporta meglio degli altri Salmoni<strong>di</strong> acque acide.<br />

L’introduzione nelle nostre acque del ceppo <strong>di</strong> temolo “danubiano”, ha comportato anche<br />

l’estensione dell’areale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione in tratti in cui la qualità delle acque non è ottimale.<br />

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5. L’HABITAT DEL FIUME MERA<br />

L’habitat del F. Mera è pesantemente con<strong>di</strong>zionato dalle derivazioni idroelettriche, la cui presenza<br />

comportata il depauperamento idrico della portata a valle delle prese e l’alterazione del regime<br />

idrologico a valle delle centrali, che rilasciano le acque in modo intermittente in relazione alle<br />

necessità <strong>di</strong> produzione energetica. La centrale <strong>di</strong> Mese raccoglie le acque derivate dal bacino del<br />

Liro, mentre la centrale <strong>di</strong> Prata raccoglie le acque provenienti da Villa <strong>di</strong> Chiavenna; gli scarichi <strong>di</strong><br />

queste centrali confluiscono nella centrale <strong>di</strong> Mese. A sua volta questa centrale non restituisce<br />

<strong>di</strong>rettamente le acque nel Mera, ma le convoglia alla centrale <strong>di</strong> Gordona, dove fino a pochi anni fa<br />

facevano ritorno al corso d’acqua. Nel 2001 è stato realizzato un ulteriore impianto idroelettrico, il<br />

“Mera IV”, in cascata allo scarico della centrale <strong>di</strong> Gordona, che restituisce le acque circa 1.9 km a<br />

valle del punto precedente. L’attuale situazione idrologica vede pertanto il tratto <strong>di</strong> F. Mera tra<br />

Chiavenna e lo scarico della centrale “Mera IV”, lungo circa 5.65 km, con una portata costituita<br />

sostanzialmente dai DMV rilasciati lungo il Liro e da Villa <strong>di</strong> Chiavenna, integrata dai pochi<br />

immissari rimasti integri; a valle dello scarico <strong>di</strong> “Mera IV” la portata può subire fluttuazioni<br />

notevolissime in relazione al funzionamento delle centrali <strong>di</strong> Mese e Prata e <strong>di</strong> conseguenza <strong>di</strong><br />

Gordona; quest’ultima è in grado <strong>di</strong> turbinare fino ad un massimo <strong>di</strong> 45.4 m 3 /s. Il rilascio<br />

improvviso <strong>di</strong> consistenti portate comporta che il tratto <strong>di</strong> Mera fino al Lago <strong>di</strong> Mezzola, lungo circa<br />

7.75 km, sia soggetto al fenomeno dell’hydropeaking, con oscillazioni giornaliere <strong>di</strong> livello<br />

dell’acqua e superficie dell’alveo bagnato, particolarmente deleterio per la biocenosi acquatica. Il<br />

tratto a monte dello scarico <strong>di</strong> Mera IV, pur essendo esente dal problema dell’hydropeaking, ha<br />

una portata fortemente depauperata rispetto a quella naturale e questo causa uno sca<strong>di</strong>mento<br />

notevole dell’habitat idraulico – morfologico e una particolare suscettibilità al riscaldamento estivo<br />

delle acque. Questi aspetti sono trattati nel dettaglio nei paragrafi successivi.<br />

5.1. L’HABITAT IDRAULICO – MORFOLOGICO<br />

Come già accennato l’habitat è pesantemente con<strong>di</strong>zionato dallo sfruttamento idroelettrico, che<br />

comporta due problematiche dal punto <strong>di</strong> vista idraulico – morfologico:<br />

nel tratto dalla foce del Liro allo scarico della centrale Mera IV, la portata è ridotta al solo DMV in<br />

modo permanente (eccetto ovviamente i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> maggiore <strong>di</strong>sponibilità idrica in cui vi è un<br />

apporto supplementare consistente dal bacino residuo);<br />

nel tratto a valle dello scarico della centrale Mera IV la portata subisce notevoli escursioni tra il<br />

valore del DMV proveniente a monte e quello dello scarico delle acque turbinate in successione<br />

dalle centrali <strong>di</strong> Mese, Gordona e Mera IV, che possono arrivare fino a 45 m 3 /s. Ciò avviene in<br />

genere durante il periodo <strong>di</strong>urno dei giorni lavorativi, mentre <strong>di</strong> notte e negli week-end la portata<br />

si riduce a quella in arrivo da monte.<br />

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Bisogna inoltre considerare che il Mera è quasi del tutto privato dell’apporto delle acque dei suoi<br />

tributari principali, in quanto la maggior parte <strong>di</strong> essi sono derivati e nel punto <strong>di</strong> confluenza con il<br />

Mera sono spesso asciutti; anche l’apporto della falda idrica sottoforma <strong>di</strong> ricarica della portata<br />

superficiale e delle cosiddette “Merette” è fortemente <strong>di</strong>minuito negli ultimi anni, soprattutto dopo<br />

le estati siccitose del 2003 e del 2006.<br />

Date queste premesse si è ritenuto utile effettuare uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> dettaglio sull’habitat del tratto<br />

compreso tra il ponte dei Carri e la restituzione della centrale Mera IV, che presenta i maggiori<br />

problemi <strong>di</strong> habitat acquatico. E’ stata svolta la mappatura completa delle unità <strong>di</strong> mesohabitat<br />

fluviale (riffle, run e pool), i cui risultati sono riportati nella Figura 4; si può osservare come le zone<br />

<strong>di</strong> acqua calma e profonda siano molto scarse, mentre la tipologia prevalente in termini <strong>di</strong><br />

superficie è il run. Dal punto <strong>di</strong> vista della lunghezza sono più rappresentati i riffle, che sono però<br />

me<strong>di</strong>amente più stretti dei run e quin<strong>di</strong> hanno minor peso in termini <strong>di</strong> area bagnata.<br />

Figura 4: risultato del mappaggio del mesohabitat fluviale tra la zona <strong>di</strong> Gordona e la restituzione della centrale Mera IV<br />

Percentuale rappresentatività (%)<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

Riffle Run Pool<br />

Tipo <strong>di</strong> unità morfologica <strong>di</strong> mesohabitat<br />

% Lunghezza<br />

% Area<br />

E’ stato effettuato un ulteriore approfon<strong>di</strong>mento, scendendo a livello <strong>di</strong> microhabitat ed<br />

esaminando la <strong>di</strong>stribuzione delle profon<strong>di</strong>tà in una sezione tipo <strong>di</strong> run e in due <strong>di</strong> riffle (una<br />

rappresentativa <strong>di</strong> riffle “me<strong>di</strong>” ed una <strong>di</strong> riffle poco profon<strong>di</strong>). I risultati sono stati confrontati con<br />

le preferenze del temolo adulto rispetto alla profon<strong>di</strong>tà dell’acqua, al fine <strong>di</strong> evidenziare l’effettiva<br />

idoneità dell’habitat idraulico – morfologico per questa specie nel tratto <strong>di</strong> Mera considerato.<br />

Figura 5: sezione tipo <strong>di</strong> un tratto a run, con in<strong>di</strong>cate le zone al <strong>di</strong> sotto della profon<strong>di</strong>tà minima necessaria per ospitare il temolo<br />

adulto (in rosso) e quelle <strong>di</strong> massimo gra<strong>di</strong>mento (in blu)<br />

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Profon<strong>di</strong>tà (cm)<br />

Profilo alveo bagnato (cm) Profon<strong>di</strong>tà minima per i temoli adulti (cm) Profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> massimo gra<strong>di</strong>mento per i temoli adulti (cm)<br />

0<br />

-20<br />

-40<br />

-60<br />

-80<br />

-100<br />

Distanza da riva sinistra (m)<br />

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15<br />

Zona idonea al temolo adulto<br />

Zona <strong>di</strong> massimo gra<strong>di</strong>mento per il temolo adulto<br />

Figura 6: sezione tipo <strong>di</strong> un tratto a riffle “me<strong>di</strong>o”, con in<strong>di</strong>cate le zone al <strong>di</strong> sotto della profon<strong>di</strong>tà minima necessaria per ospitare il<br />

temolo adulto (in rosso) e quelle <strong>di</strong> massimo gra<strong>di</strong>mento (in blu)<br />

Profon<strong>di</strong>tà (cm)<br />

Profilo alveo bagnato (cm) Profon<strong>di</strong>tà minima per i temoli adulti (cm) Profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> massimo gra<strong>di</strong>mento per i temoli adulti (cm)<br />

0<br />

-20<br />

-40<br />

-60<br />

-80<br />

-100<br />

Distanza da riva sinistra (m)<br />

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

Zona idonea al temolo adulto<br />

Nessun punto raggiunge la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> massimo gra<strong>di</strong>mento!<br />

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Figura 7: sezione tipo <strong>di</strong> un tratto a riffle poco profondo, con in<strong>di</strong>cate le zone al <strong>di</strong> sotto della profon<strong>di</strong>tà minima necessaria per<br />

ospitare il temolo adulto (in rosso) e quelle <strong>di</strong> massimo gra<strong>di</strong>mento (in blu)<br />

Profon<strong>di</strong>tà (cm)<br />

Profilo alveo bagnato (cm) Profon<strong>di</strong>tà minima per i temoli adulti (cm) Profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> massimo gra<strong>di</strong>mento per i temoli adulti (cm)<br />

0<br />

-20<br />

-40<br />

-60<br />

-80<br />

-100<br />

Distanza da riva sinistra (m)<br />

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11<br />

Nessun punto raggiunge la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> massimo gra<strong>di</strong>mento!<br />

Zona idonea al temolo adulto<br />

Dai grafici si evince che all’interno dei run vi è un’ampia zona in grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le esigenze<br />

minime del temolo rispetto alla profon<strong>di</strong>tà, poco meno <strong>di</strong> un terzo della larghezza presenta inoltre<br />

profon<strong>di</strong>tà uguali o superiori a quella <strong>di</strong> massimo gra<strong>di</strong>mento per il temolo adulto. Decisamente<br />

inferiore è invece il caso dei riffle, dove sia nella tipologia “me<strong>di</strong>a” che in quella poco profonda non<br />

sono mai raggiunti valori in grado <strong>di</strong> assicurare la massima idoneità al temolo adulto. Nel caso dei<br />

riffle “me<strong>di</strong>” la maggior parte dell’alveo è comunque idonea alla presenza del temolo, mentre nel<br />

caso dei riffle poco profon<strong>di</strong> tale idoneità si riduce a poco più <strong>di</strong> un quarto della larghezza. Questo<br />

tipo <strong>di</strong> riffle poco profon<strong>di</strong> rappresenta circa il 40% dei riffle complessivi.<br />

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Figura 8: il transetto analizzato per l’unità morfologica tipo “run”<br />

Figura 9: il transetto analizzato per l’unità morfologica tipo “riffle” <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a profon<strong>di</strong>tà<br />

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Figura 10: il transetto analizzato per l’unità morfologica tipo “riffle” poco profondo<br />

In sintesi dall’analisi del mesohabitat emerge che solo il 50% circa della lunghezza del<br />

tratto considerato tra Gordona e lo scarico <strong>di</strong> Mera IV (circa 5 km) presenta profon<strong>di</strong>tà<br />

tali da garantire zone <strong>di</strong> massime idoneità rispetto alle preferenze del temolo adulto<br />

(in sostanza solo le zone a run e a pool); il restante 50% (i riffle), si può sud<strong>di</strong>videre in<br />

un ulteriore 30% in cui le profon<strong>di</strong>tà hanno una idoneità per lo meno sufficiente ad<br />

ospitare il temolo in gran parte della sezione, mentre nel restante 20% anche le zone<br />

<strong>di</strong> minimo gra<strong>di</strong>mento sono molto scarse.<br />

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A valle della restituzione della centrale Mera IV invece il principale problema è legato<br />

all’hydropeaking, come documentato dalle immagini che seguono relativo ad alcune sezioni<br />

fluviali fotografate durante il rilascio dalla centrale (portata <strong>di</strong> morbida) e in assenza dello stesso<br />

(portata <strong>di</strong> magra). Questa situazione <strong>di</strong> continue escursioni <strong>di</strong> livello e della superficie<br />

dell’alveo bagnato sono particolarmente deleterie per gli avannotti, mettendo a rischio<br />

il successo della riproduzione naturale.<br />

Figura 11: portata <strong>di</strong> magra a sinistra, portata <strong>di</strong> morbida a destra, vista da monte<br />

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Figura 12: portata <strong>di</strong> magra, vista da monte<br />

Figura 13: portata <strong>di</strong> morbida, vista da monte<br />

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Figura 14: ramo laterale; portata <strong>di</strong> magra, vista da monte<br />

Figura 15: ramo laterale; portata <strong>di</strong> morbida, vista da monte<br />

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Figura 16: portata <strong>di</strong> magra, vista da monte<br />

Figura 17: portata <strong>di</strong> morbida, vista da monte<br />

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Figura 18: portata <strong>di</strong> magra, vista da monte<br />

Figura 19: portata <strong>di</strong> morbida, vista da monte<br />

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Figura 20: portata <strong>di</strong> magra, vista da monte<br />

Figura 21: portata <strong>di</strong> morbida, vista da monte<br />

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Figura 22: portata <strong>di</strong> magra, vista da monte<br />

Figura 23: portata <strong>di</strong> morbida, vista da monte<br />

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5.2. L’HABITAT TERMICO<br />

La temperatura è un parametro piuttosto importante per l’idoneità <strong>di</strong> un tratto fluviale ad ospitare<br />

specie ittiche tipiche <strong>di</strong> acque fresche quali il temolo, specialmente nei tratti <strong>di</strong> fondovalle dove in<br />

estate il riscaldamento da parte dei raggi solari ha un peso maggiore, rispetto alle zone montane<br />

più impervie e naturalmente più ombreggiate. A ciò si aggiunge il problema delle derivazioni<br />

idriche, che sottraendo acqua riducono la capacità del fiume <strong>di</strong> opporsi alle variazioni <strong>di</strong><br />

temperatura indotte dall’esterno. E’ evidente quin<strong>di</strong> la rilevanza della conoscenza <strong>di</strong> questa<br />

variabile nel caso del tratto <strong>di</strong> Mera in questione. I dati raccolti (Tabella 5) in bibliografia sulle<br />

temperature misurate nel Mera mostrano che in nessun caso i valori si sono avvicinati al limite<br />

termico letale (24.1 °C, come descritto nel paragrafo 4.6) e nemmeno hanno superato il limite<br />

imperativo per le acque a Salmoni<strong>di</strong> previsto dal Dls.vo 152/99. In considerazione però dell’ampia<br />

variabilità che le temperature possono avere nel corso delle <strong>di</strong>verse stagioni e persino nell’arco<br />

della giornata, sono state effettuare delle misure ex-novo, scegliendo volutamente la situazione più<br />

critica: un pomeriggio nel mese <strong>di</strong> luglio, quello che generalmente presenta le temperature più<br />

calde dell’anno. I dati riportati nel grafico in Figura 25 evidenziano come, nel luglio 2006, a valle<br />

della confluenza del Liro la temperatura nel Mera sia già poco sopra i 22 °C, con una successiva<br />

tendenza all’aumento procedendo verso valle; nei pressi del ponte <strong>di</strong> Gordona la temperatura<br />

misurata era <strong>di</strong> 24.5 °C, quin<strong>di</strong> superiore al limite letale per il temolo e solo con l’immissione delle<br />

acque <strong>di</strong> scarico della centrale “Mera IV” i valori sono rientrati al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> tale soglia. Nel mese <strong>di</strong><br />

luglio 2007, un analoga campagna <strong>di</strong> rilevamento dati ha evidenziato che le temperature si sono<br />

assestate sotto il limite critico per il temolo, ma comunque sempre in prossimità o poco sopra al<br />

limite previsto per l’idoneità delle acque a Salmoni<strong>di</strong>, fino all’immissione dello scarico della centrale<br />

Mera IV.<br />

Per quanto le situazioni misurate si riferiscano ai momenti più critici in assoluto e<br />

presumibilmente migliorino nel periodo notturno, resta evidente che l’habitat termico<br />

del temolo sia fortemente compromesso nel periodo estivo a causa della riduzione <strong>di</strong><br />

portata dovuta agli impianti idroelettrici. L’entrata in funzione della centrale Mera IV<br />

ha inoltre esteso in modo evidente verso valle il problema, rispetto a quanto avveniva<br />

in passato. A valle dello scarico <strong>di</strong> Mera IV la restituzione delle acque mitiga il problema, in<br />

quanto avviene normalmente <strong>di</strong> giorno, proprio in corrispondenza del riscaldamento operato<br />

dall’irraggiamento solare. Il problema si può però estendere a valle dello scarico <strong>di</strong> Mera IV nei<br />

giorni festivi, quando la centrale non funziona o funziona a regime ridotto, rilasciando portate<br />

modeste.<br />

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Figura 24: dati <strong>di</strong> bibliografia relativi a misurazioni <strong>di</strong> temperatura nelle zone <strong>di</strong> Samolaco e Gordona.<br />

Temperatura dell'acqua (°C)<br />

18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

Gordona - zona ponte<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino<br />

Samolaco, zona valle ponte S. Pietro<br />

mar-91<br />

giu-91<br />

ago-91<br />

nov-91<br />

feb-92<br />

mag-92<br />

ago-92<br />

nov-92<br />

feb-93<br />

mag-93<br />

ago-93<br />

nov-93<br />

feb-94<br />

mag-94<br />

ago-94<br />

nov-94<br />

feb-95<br />

mag-95<br />

ago-95<br />

nov-95<br />

feb-96<br />

mag-96<br />

ago-96<br />

nov-96<br />

gen-97<br />

apr-97<br />

lug-97<br />

ott-97<br />

gen-98<br />

apr-98<br />

lug-98<br />

ott-98<br />

gen-99<br />

apr-99<br />

lug-99<br />

ott-99<br />

gen-00<br />

apr-00<br />

lug-00<br />

ott-00<br />

gen-01<br />

apr-01<br />

lug-01<br />

ott-01<br />

gen-02<br />

apr-02<br />

lug-02<br />

ott-02<br />

<strong>di</strong>c-02<br />

Figura 25: temperature pomeri<strong>di</strong>ane dell’acqua misurate il 27 luglio 2006 e il 18luglio 2007 ungo il F. Mera tra Mese e Samolaco<br />

Temperatura dell'acqua (°C)<br />

30<br />

28<br />

26<br />

24<br />

22<br />

20<br />

18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

Distanza longitu<strong>di</strong>nale (km)<br />

0<br />

0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5 5.5<br />

Confluenza<br />

Liro<br />

26/07/2006 18/07/2007 Limite acque a Salmoni<strong>di</strong><br />

Ponte<br />

Mese<br />

Ponte<br />

Gordona<br />

Scarico<br />

depurator<br />

e<br />

Scarico<br />

Mera IV<br />

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Ponte<br />

S.


Tabella 5: dati <strong>di</strong> bibliografia relativi a misurazioni <strong>di</strong> temperatura lungo il tratto <strong>di</strong> F. Mera oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

Stazione Data Temperatura (°C) Referenze<br />

Gordona - zona ponte 25/08/1994 11.7 GRAIA, 1994<br />

Gordona - zona ponte 10/10/1995 14.5 Politecnico Milano - Regione Lombar<strong>di</strong>a, 1999<br />

Gordona - zona ponte 11/12/1995 4.2 Politecnico Milano - Regione Lombar<strong>di</strong>a, 1999<br />

Gordona - zona ponte 01/04/1996 7.6 Politecnico Milano - Regione Lombar<strong>di</strong>a, 1999<br />

Gordona - zona ponte 26/06/1996 17.0 Politecnico Milano - Regione Lombar<strong>di</strong>a, 1999<br />

Gordona - zona ponte 04/09/1996 16.0 Politecnico Milano - Regione Lombar<strong>di</strong>a, 1999<br />

Gordona - zona ponte 23/03/2002 12.8 Fusi, 2002<br />

Prata Camportaccio - ponte dei Carri 02/09/1991 12.0 Fusi e Mafessoni, 1993<br />

Prata Camportaccio - ponte dei Carri 18/11/1991 5.6 Fusi e Mafessoni, 1993<br />

Prata Camportaccio - ponte dei Carri 11/02/1992 6.0 Fusi e Mafessoni, 1993<br />

Prata Camportaccio - ponte dei Carri 04/05/1992 12.5 Fusi e Mafessoni, 1993<br />

Prata Camportaccio - ponte dei Carri 17/08/1992 16.5 Fusi e Mafessoni, 1993<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 02/09/1991 13.0 Fusi e Mafessoni, 1993<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 18/11/1991 5.0 Fusi e Mafessoni, 1993<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 11/02/1992 5.0 Fusi e Mafessoni, 1993<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 04/05/1992 7.5 Fusi e Mafessoni, 1993<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 17/08/1992 12.3 Fusi e Mafessoni, 1993<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 22/02/1996 4.2 P.M.I.P. <strong>Sondrio</strong> e ASL 9<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 13/06/1996 12.6 P.M.I.P. <strong>Sondrio</strong> e ASL 9<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 05/09/1996 11.6 P.M.I.P. <strong>Sondrio</strong> e ASL 9<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 21/11/1996 6.8 P.M.I.P. <strong>Sondrio</strong> e ASL 9<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 20/02/1997 6.4 P.M.I.P. <strong>Sondrio</strong> e ASL 9<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 21/05/1997 10.1 P.M.I.P. <strong>Sondrio</strong> e ASL 9<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 20/08/1997 13.9 P.M.I.P. <strong>Sondrio</strong> e ASL 9<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 12/11/1997 6.7 P.M.I.P. <strong>Sondrio</strong> e ASL 9<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 27/01/1998 4.8 P.M.I.P. <strong>Sondrio</strong> e ASL 9<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 17/06/1998 8.8 P.M.I.P. <strong>Sondrio</strong> e ASL 9<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 09/09/1998 12.7 P.M.I.P. <strong>Sondrio</strong> e ASL 9<br />

Samolaco - chiesa S. Fedelino 01/12/1998 7.3 P.M.I.P. <strong>Sondrio</strong> e ASL 9<br />

Samolaco, zona valle ponte S. Pietro 25/08/1994 9.5 GRAIA, 1994<br />

Samolaco, zona valle ponte S. Pietro 10/10/1995 10.5 Politecnico Milano - Regione Lombar<strong>di</strong>a, 1999<br />

Samolaco, zona valle ponte S. Pietro 11/12/1995 4.1 Politecnico Milano - Regione Lombar<strong>di</strong>a, 1999<br />

Samolaco, zona valle ponte S. Pietro 01/04/1996 5.6 Politecnico Milano - Regione Lombar<strong>di</strong>a, 1999<br />

Samolaco, zona valle ponte S. Pietro 26/06/1996 10.0 Politecnico Milano - Regione Lombar<strong>di</strong>a, 1999<br />

Samolaco, zona valle ponte S. Pietro 04/09/1996 11.5 Politecnico Milano - Regione Lombar<strong>di</strong>a, 1999<br />

Samolaco, zona valle ponte S. Pietro 23/03/2002 11.0 Fusi, 2002<br />

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6. LA QUALITÀ DELLE ACQUE DEL FIUME MERA<br />

Per valutare lo stato <strong>di</strong> qualità delle acque del F. Mera, nel tratto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, nel marzo 2006 sono<br />

stati eseguiti dei campionamenti <strong>di</strong> macroinvertebrati, cui è seguita l’applicazione dell’In<strong>di</strong>ce Biotico<br />

Esteso, nelle 4 zone indagate per la fauna ittica; nelle stazioni ST1 e ST2 i campionamenti sono<br />

stati fatti nel febbraio 2007, in quelle ST2 e ST4 sono stati fatti nell’aprile e maggio 2007 in<br />

occasione dello svaso del bacino <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong> Chiavenna.<br />

Tabella 6: risultati dei campionamenti <strong>di</strong> macroinvertebrati e dell’applicazione dell’In<strong>di</strong>ce IBE al Fiume Mera<br />

Comune Samolaco Samolaco Samolaco Samolaco Gordona Gordona<br />

Stazione<br />

Valle ponte<br />

S. Pietro<br />

Valle ponte<br />

S. Pietro<br />

Monte<br />

Mera IV<br />

Monte<br />

Mera IV<br />

Monte<br />

Mera IV<br />

Monte<br />

Mera IV<br />

Data 26/03/2006 10/02/2007 26/03/2006 10/02/2007 24/04/2007 22/05/2007<br />

Taxa Famiglia Genere ST1 ST1 ST2 ST2 ST2 ST2<br />

Leuctridae Leuctra comune drift raro raro raro raro<br />

Nemouridae Amphinemura - - - - drift -<br />

Nemouridae Nemoura drift - - - - -<br />

Plecotteri Nemouridae Protonemura drift - -<br />

Perlidae Perla - - raro - - -<br />

Perlo<strong>di</strong>dae Isoperla - drift - raro raro -<br />

Taeniopterygidae Brachyptera - raro - - - -<br />

Baetidae Baetis comune comune abbondante abbondante abbondante abbondante<br />

Efemerotteri<br />

Heptageniidae<br />

Heptageniidae<br />

Ecdyonurus<br />

Epeorus<br />

raro raro<br />

drift<br />

raro<br />

raro<br />

raro<br />

raro<br />

raro<br />

raro<br />

comune<br />

-<br />

Heptageniidae Rhithrogena - - - drift raro -<br />

Hydropsychidae - - - drift drift drift drift<br />

Tricotteri<br />

Limnephilidae<br />

Psychomyidae<br />

-<br />

-<br />

comune<br />

-<br />

comune<br />

-<br />

comune<br />

-<br />

comune<br />

-<br />

comune<br />

-<br />

comune<br />

drift<br />

Rhyacophilidae - raro raro raro raro raro comune<br />

Coleotteri Elmidae - - - - - raro -<br />

Athericidae - - - - - - -<br />

Chironomidae - raro abbondante comune raro comune raro<br />

Ditteri Empi<strong>di</strong>dae - - - raro - - -<br />

Limoniidae - comune - raro raro raro drift<br />

Simuliidae - - raro - comune raro raro<br />

Tabanidae - - - - - raro raro<br />

Ancylidae<br />

Gasteropo<strong>di</strong><br />

Lymnaeidae<br />

-<br />

-<br />

raro<br />

-<br />

-<br />

-<br />

raro<br />

-<br />

raro<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

Crostacei Asellidae - - - - - raro -<br />

Tricla<strong>di</strong> Dugesiidae Dugesia - - - - raro -<br />

Iru<strong>di</strong>nei Erpobdellidae Dina - - - - - -<br />

Lumbricidae - - - - - raro raro<br />

Oligocheti Lumbriculidae - - - raro raro - raro<br />

Nai<strong>di</strong>dae - - - - raro comune raro<br />

N° taxa 8 7 12 13 17 11<br />

N° taxa drift 1 3 1 3 2 3<br />

Valore <strong>di</strong> IBE 7 7 9 9 10 8-7<br />

Classe <strong>di</strong> qualità III III II II I II-III<br />

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Tabella 7: risultati dei campionamenti <strong>di</strong> macroinvertebrati e dell’applicazione dell’In<strong>di</strong>ce IBE al Fiume Mera<br />

Comune Gordona Gordona Gordona Gordona<br />

Stazione Monte Mera III Ponte dei carri Ponte dei carri Ponte dei carri<br />

Data 26/03/2006 26/03/2006 24/04/2007 22/05/2007<br />

Taxa Famiglia Genere ST3 ST4 ST4 ST4<br />

Leuctridae Leuctra - - comune raro<br />

Nemouridae Nemoura - - - -<br />

Plecotteri<br />

Nemouridae<br />

Perlidae<br />

Protonemura<br />

Perla - -<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

Efemerotteri<br />

Tricotteri<br />

Perlo<strong>di</strong>dae Isoperla - - - drift<br />

Taeniopterygidae Brachyptera - - - -<br />

Baetidae Baetis abbondante raro abbondante comune<br />

Heptageniidae Ecdyonurus - drift raro -<br />

Heptageniidae Epeorus comune drift raro -<br />

Heptageniidae Electrogena - - drift -<br />

Heptageniidae Rhithrogena - - raro -<br />

Hydropsychidae - - - - drift<br />

Limnephilidae - comune comune raro comune<br />

Psychomyidae - - - - drift<br />

Rhyacophilidae - raro raro raro raro<br />

Coleotteri Elmidae - raro raro - -<br />

Athericidae - - raro - -<br />

Chironomidae - comune - abbondante raro<br />

Ditteri<br />

Empi<strong>di</strong>dae<br />

Limoniidae<br />

-<br />

-<br />

-<br />

comune<br />

raro<br />

raro<br />

raro<br />

raro<br />

-<br />

raro<br />

Simuliidae - raro drift raro drift<br />

Tabanidae - - - - raro<br />

Gasteropo<strong>di</strong><br />

Ancylidae<br />

Lymnaeidae<br />

-<br />

-<br />

comune<br />

-<br />

raro<br />

raro<br />

raro<br />

-<br />

-<br />

-<br />

Tricla<strong>di</strong> Dugesiidae Dugesia raro raro - raro<br />

Iru<strong>di</strong>nei Erpobdellidae Dina - raro<br />

Lumbricidae - raro -<br />

Oligocheti<br />

Lumbriculidae - - raro - raro<br />

Nai<strong>di</strong>dae - - - raro -<br />

N° taxa 11 12 13 9<br />

N° taxa drift 0 3 1 4<br />

Valore <strong>di</strong> IBE 7-6 7 8 6<br />

Classe <strong>di</strong> qualità III III II III<br />

I risultati dei campionamenti sono riportati in forma tabellare in Tabella 6 e in Tabella 7, oltre che<br />

nel grafico in Figura 26. Si può osservare che nel marzo 2006 in 3 stazioni su 4 l’In<strong>di</strong>ce IBE valuta<br />

la qualità delle acque come “dubbia”, con una III classe e un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> “ambiente inquinato o<br />

comunque alterato”; solo presso ST2, imme<strong>di</strong>atamente a monte dello scarico della centrale “Mera<br />

IV”, la qualità raggiunge una II classe con giu<strong>di</strong>zio “ambiente con moderati sintomi <strong>di</strong><br />

inquinamento o <strong>di</strong> alterazione”. La ripetizione dei campionamenti nel febbraio 2007 in ST3 e ST4,<br />

le stazioni più a valle, ha fornito dati identici al campionamento del 2006. Gli ulteriori<br />

campionamenti <strong>di</strong> aprile e maggio 2007 (prima e dopo lo svaso <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong> Chiavenna) hanno<br />

mostrato invece per la stazione ST2 (Gordona, monte restituzione Mera IV) rispettivamente un<br />

miglioramento ad una I classe e quin<strong>di</strong> un peggioramento ad una classe II-III; gli analoghi<br />

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campionamenti pre e post svaso svolti in ST4 hanno mostrato una tendenza simile: miglioramento<br />

in aprile 2007, con una II classe (rispetto alla III classe del marzo 2006), e peggioramento dopo lo<br />

svaso con il ritorno ad una III classe.<br />

Le comunità macrobentoniche sono risultate piuttosto poco <strong>di</strong>versificate (salvo nel caso della<br />

stazione ST2, che presentava con<strong>di</strong>zioni migliori), anche se numericamente alcuni taxa sono molto<br />

ben rappresentati, come p.e. l’Efemerottero Baetis e il Tricottero Limnephilidae; entrambi sono<br />

peraltro piuttosto tolleranti e molto <strong>di</strong>ffusi. Particolarmente scarsa è la presenza <strong>di</strong> unità<br />

sistematiche dei gruppi più sensibili, quali i Plecotteri e gli Efemerotteri della famiglia<br />

Heptageniidae, fatto salvo per la stazione ST2 a monte del rilascio <strong>di</strong> Mera IV. Tale squilibrio nella<br />

comunità macrobentonica può essere attribuito sia alla presenza <strong>di</strong> scarichi organici che al<br />

se<strong>di</strong>mento fine che abbonda tra il substrato, con<strong>di</strong>zioni che avvantaggiano gli organismi più<br />

tolleranti sia dal punto <strong>di</strong> vista alimentare che dell’habitat fisico.<br />

Complessivamente lo stato della qualità biologica delle acque, pur non essendo<br />

ottimale, non appare rappresentare un elemento <strong>di</strong> criticità per la fauna ittica e per il<br />

temolo nello specifico; in termini <strong>di</strong> risorsa alimentare per l’ittiofauna, l’abbondanza<br />

dei macroinvertebrati osservata durante i campionamenti appare più che<br />

sod<strong>di</strong>sfacente e non sembra essere un fattore limitante.<br />

Figura 26: risultato dell’applicazione dell’In<strong>di</strong>ce IBE al Fiume Mera nel tratto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o; mesi <strong>di</strong> marzo 2006 e febbraio 2007<br />

Punteggio IBE<br />

11<br />

10<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

Classe 5 Classe 4 Classe 3 Classe 2 Classe 1<br />

mar-06 feb-07 apr-07 mag-07<br />

ST1 ST2 ST3 ST4<br />

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Rispetto ai dati storici dell’In<strong>di</strong>ce IBE (Figura 27) nei medesimi tratti <strong>di</strong> F. Mera non si<br />

riscontrano inoltre variazioni della qualità biologica delle acque tali da compromettere<br />

l’idoneità dell’habitat per il temolo. Si può peraltro osservare che nella stazioni <strong>di</strong> Samolaco i<br />

dati degli ultimi due inverno si posizionano in III classe <strong>di</strong> qualità, valore inferiore <strong>di</strong> una classe a<br />

quello rilevato nell’inverno 98-99 (a cavallo del quale si verificò lo svaso <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong> Chiavenna).<br />

Figura 27: valori storici dell’In<strong>di</strong>ce IBE nei tratti <strong>di</strong> Gordona e Samolaco<br />

Punteggio IBE<br />

11<br />

10<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

Classe 5 Classe 4 Classe 3 Classe 2 Classe 1 ott-95<br />

apr-96 set-96 <strong>di</strong>c-98 gen-99 mar-06 feb-07<br />

Gordona Samolaco<br />

Oltre ai dati sui macroinvertebrati sono state effettuate anche delle misurazioni me<strong>di</strong>ante sonde <strong>di</strong><br />

campo dei principali parametri <strong>di</strong> qualità delle acque nel corso <strong>di</strong> una giornata del mese <strong>di</strong> luglio,<br />

momento particolarmente critico per le elevate temperature. Dai risultati si può osservare che<br />

l’ossigeno <strong>di</strong>sciolto, il pH e la conducibilità rientrano nella norma e non evidenziano<br />

situazioni <strong>di</strong> criticità potenziali per la vita dell’ittiofauna; i grafici evidenziano peraltro<br />

l’effetto sulla qualità delle acque dell’ingresso dello scarico del depuratore <strong>di</strong> Gordona, come<br />

testimoniato dalla riduzione nella percentuale <strong>di</strong> saturazione e nella concentrazione dell’ossigeno<br />

<strong>di</strong>sciolto, nell’abbassamento del pH e nell’innalzamento della conducibilità che si verificano<br />

imme<strong>di</strong>atamente a valle <strong>di</strong> tale scarico.<br />

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Figura 28: percentuali <strong>di</strong> saturazioni dell’ossigeno <strong>di</strong>sciolto misurate il 27 luglio 2006 lungo il F. Mera tra Mese e Samolaco<br />

120<br />

Ossigeno <strong>di</strong>sciolto (% saturazione)<br />

110<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

Distanza longitu<strong>di</strong>nale (km)<br />

0<br />

0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5 5.5<br />

Confluenza<br />

Liro<br />

Ponte<br />

Mese<br />

Ponte<br />

Gordona<br />

Scarico<br />

depuratore<br />

Figura 29: concentrazione dell’ossigeno <strong>di</strong>sciolto misurate il 27 luglio 2006 lungo il F. Mera tra Mese e Samolaco<br />

10.0<br />

Ossigeno <strong>di</strong>sciolto (mg/l)<br />

9.5<br />

9.0<br />

8.5<br />

8.0<br />

7.5<br />

7.0<br />

6.5<br />

6.0<br />

5.5<br />

Distanza longitu<strong>di</strong>nale (km)<br />

Scarico<br />

Mera IV<br />

Ponte<br />

S. Pietro<br />

5.0<br />

0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5 5.5<br />

Confluenza<br />

Liro<br />

Ponte<br />

Mese<br />

Ponte<br />

Gordona<br />

Scarico<br />

depuratore<br />

Scarico<br />

Mera IV<br />

Ponte<br />

S. Pietro<br />

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Figura 30: conducibilità elettrica misurata il 27 luglio 2006 lungo il F. Mera tra Mese e Samolaco<br />

Conducibilità elettrica (μμS)<br />

150<br />

140<br />

130<br />

120<br />

110<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

Distanza longitu<strong>di</strong>nale (km)<br />

0<br />

0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5 5.5<br />

Confluenza<br />

Liro<br />

Ponte<br />

Mese<br />

Ponte<br />

Gordona<br />

Figura 31: pH misurato il 27 luglio 2006 lungo il F. Mera tra Mese e Samolaco<br />

pH<br />

10.0<br />

9.5<br />

9.0<br />

8.5<br />

8.0<br />

7.5<br />

7.0<br />

6.5<br />

6.0<br />

5.5<br />

Distanza longitu<strong>di</strong>nale (km)<br />

Scarico<br />

depuratore<br />

Scarico<br />

Mera IV<br />

Ponte<br />

S. Pietro<br />

5.0<br />

0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5 5.5<br />

Confluenza<br />

Liro<br />

Ponte<br />

Mese<br />

Ponte<br />

Gordona<br />

Scarico<br />

depuratore<br />

Scarico<br />

Mera IV<br />

Ponte<br />

S. Pietro<br />

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7. GLI UCCELLI ITTIOFAGI LUNGO IL FIUME MERA<br />

Il F. Mera è frequentato dal cormorano (Phalacrocorax carbo) e dall’airone cenerino (Ardea<br />

cinerea), due specie <strong>di</strong> uccelli ittiofagi che hanno mostrato un notevole incremento demografico<br />

negli ultimi anni in Italia e in Lombar<strong>di</strong>a. La con<strong>di</strong>zione dell’habitat idraulico – morfologico, per via<br />

della riduzione <strong>di</strong> portata, rende il tratto <strong>di</strong> Mera da Villa allo scarico <strong>di</strong> Mera IV particolarmente<br />

favorevole per la predazione da parte dell’airone; esso infatti vede facilitata la sua azione <strong>di</strong> caccia<br />

dai tiranti idraulici modesti che conseguono all’artificializzazione del deflusso. La consistenza della<br />

popolazione <strong>di</strong> airone cenerino sulle sponde del Mera è valutata in circa 50 esemplari. In<br />

considerazione che la <strong>di</strong>eta dell’airone cenerino è valutata in 330-500 g/giorno (Creutz, 1958;<br />

Junor, 1972; Cook, 1978; Meyer, 1980; in EIFAC, 1988), si deduce che il prelievo annuale operato<br />

da questi uccelli è stimabile grossolanamente in un quantitativo compreso tra 6000-9000 kg <strong>di</strong><br />

pesce. Si ritiene pertanto che questo problema meriti un opportuno approfon<strong>di</strong>mento, in quanto la<br />

predazione a carico del temolo (specie particolarmente vulnerabile agli uccelli ittiofagi per via del<br />

comportamento gregario e l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> frequentare acque aperte) potrebbe essere consistente e<br />

costituire un ulteriore fattore limitante per l’ abbondanza <strong>di</strong> quest’ultimo. Nel caso in cui fosse<br />

accertato un impatto significativo della predazione dell’airone sul temolo dovranno essere adottati<br />

dei sistemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasione, analogamente a quanto già intrapreso per limitare gli effetti della<br />

predazione da parte del cormorano.<br />

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Figura 32: temolo con evidente lesione <strong>di</strong> beccata da airone (marzo 2006)<br />

Figura 33: modalità <strong>di</strong> predazione dell’airone (da EIFAC, 1989)<br />

Figura 34: trota fario con evidenti lesioni <strong>di</strong> beccata da cormorano (marzo 2006)<br />

Figura 35: modalità <strong>di</strong> predazione del cormorano (da EIFAC, 1989)<br />

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8. LA COMUNITÀ ITTICA DEL FIUME MERA<br />

In questo capitolo viene esaminato lo stato della comunità ittica del Mera nel tratto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, con<br />

particolare riferimento alla situazione del temolo; oltre ai dati dei campionamenti realizzati ex-novo<br />

per la presente ricerca, viene fornita una dettagliata informazioni delle indagini pregresse che<br />

consentirà <strong>di</strong> ricostruire l’andamento storico del temolo nel F. Mera.<br />

8.1. DATI STORICI<br />

I dati <strong>di</strong>sponibili su campionamenti ittici pregressi nel Mera a valle <strong>di</strong> Chiavenna si riferiscono alle<br />

seguenti zone, sud<strong>di</strong>vise per periodo:<br />

Tabella 8: riepilogo dei dati <strong>di</strong>sponibili <strong>di</strong> campionamenti ittici pregressi sul F. Mera<br />

Tratto Data Referenze<br />

Gordona - zona valle ponte 23/03/2002 Fusi, 2002<br />

Samolaco - zona valle ponte S. Pietro 23/03/2002 Fusi, 2002<br />

Samolaco - zona valle ponte S. Pietro 01/1999 UPS, 1999<br />

Gordona - zona ponte 01/1999 UPS, 1999<br />

Samolaco - zona valle ponte S. Pietro 07/02/1997 Fusi, 1998<br />

Gordona - zona ponte 05/09/1996 GRAIA, 1996<br />

Samolaco - zona valle ponte S. Pietro 25/08/1994 GRAIA, 1994<br />

Gordona - zona ponte 25/08/1994 GRAIA, 1994<br />

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8.1.1. TRATTO VALLE PONTE DI GORDONA (ZONA DI TUTELA), IN COMUNE DI GORDONA<br />

Per questa zona sono <strong>di</strong>sponibili informazioni su campionamenti pregressi svolti negli anni 1994,<br />

1996, 1999 e 2002.<br />

La consistenza della presenza del popolamento ittico in questo tratto, in particolare del temolo e<br />

della fario, era stata in passato pesantemente con<strong>di</strong>zionata dal verificarsi <strong>di</strong> asciutte con<br />

conseguenti morie <strong>di</strong> entità notevoli (l’ultima delle quali nel 1992); l’applicazione dei deflussi<br />

sperimentali, a partire dalla prima metà degli anni ’90, ha consentito successivamente <strong>di</strong> garantire<br />

anche nei perio<strong>di</strong> critici una quantità <strong>di</strong> acqua sufficiente alla sopravvivenza della fauna ittica.<br />

Dal 1994 il tratto è soggetto ad una regolamentazione no-kill.<br />

8.1.1.1. AGOSTO 1994<br />

In questa data furono catturati esclusivamente trote fario e temoli, con abbondanze modeste, in<br />

particolare per quanto riguarda il temolo. L’analisi della sua struttura <strong>di</strong> popolazione (Figura 36)<br />

evidenzia la presenza delle prime tre classi <strong>di</strong> età, con una predominanza <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui sub-adulti.<br />

Tabella 9: risultati del campionamento ittico nella zona <strong>di</strong> Gordona del mese <strong>di</strong> agosto 1994 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>;<br />

campionamento con tre passaggi e stima con il metodo <strong>di</strong> De Lury)<br />

Specie<br />

Densità<br />

(n/ha)<br />

Densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

Biomassa<br />

(kg/ha)<br />

Biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 304 645 67.8 35.3 74.9 67.9<br />

Temolo 145 306 32.2 16.7 35.3 32.1<br />

totale 449 952 100 52 110 100<br />

Figura 36: struttura della popolazione <strong>di</strong> temolo – zona <strong>di</strong> Gordona, mese <strong>di</strong> agosto 1994<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

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Figura 37: relazione lunghezza – pero per il temolo – zona <strong>di</strong> Gordona, mese <strong>di</strong> agosto 1994<br />

Peso (g)<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

y = 8.28292E-05x 2.56654E+00<br />

R 2 = 9.50615E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350<br />

8.1.1.2. SETTEMBRE 1996<br />

Lunghezza (mm)<br />

La comunità ittica era composta dalle specie tipiche del tratto interme<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un corso d’acqua<br />

pedemontano, con trota fario, temoli e vairone ben rappresentati. Lo scazzone, presente in minor<br />

numero, è anch’esso tipico <strong>di</strong> questo ambiente, mentre la limitata presenza <strong>di</strong> salmerino <strong>di</strong> fonte e<br />

trota iridea <strong>di</strong>pende esclusivamente dalle immissioni ittiche effettuate. L’esame delle <strong>di</strong>stribuzioni<br />

delle lunghezze <strong>di</strong> trota fario e temolo (Figura 40) mostrava un evidente calo, in particolare per il<br />

temolo, del numero <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> taglia superiore alla misura legale <strong>di</strong> cattura, benché il tratto in<br />

questione fosse tutelato con regolamento no-kill. In entrambe le specie anche gli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong><br />

piccola taglia, in particolare gli 0 + , erano scarsamente rappresentati, mentre la maggior parte degli<br />

esemplari era compresa in un intervallo interme<strong>di</strong>o <strong>di</strong> lunghezze (18 - 25 cm le trote e 24 - 30 cm i<br />

temoli, questi ultimi <strong>di</strong> classe 1 + ). La bassa presenza <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui adulti potrebbe era ricondotta ad<br />

un limitata <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> habitat idonei per grossi pesci, mentre la scarsità <strong>di</strong> 0 + era attribuita<br />

presumibilmente ad un ridotto successo delle freghe dovuto ai fenomeni <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione <strong>di</strong><br />

materiale fine in alveo.<br />

Rispetto al campionamento effettuato nell’agosto del 1994 è stato osservato un generale<br />

incremento nella densità sia delle trote, sia dei temoli. In particolare per le trote si nota che nel<br />

1994 non erano stati catturati in<strong>di</strong>vidui 0 + , che invece sono stati trovati, sebbene scarsi, nel 1996.<br />

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E’ inoltre evidente l’aumento numerico degli in<strong>di</strong>vidui compresi tra i 180 e i 220 mm, così come<br />

sono stati catturati esemplari <strong>di</strong> taglia maggiore rispetto al 1994. Il confronto della popolazione <strong>di</strong><br />

temoli mostra un sostanziale incremento numerico degli esemplari compresi tra i 260 e i 300 mm<br />

<strong>di</strong> lunghezza; anche in questo caso però non si è verificato un incremento importante delle taglie<br />

presenti.<br />

Tabella 10: risultati del campionamento ittico nella zona <strong>di</strong> Gordona del mese <strong>di</strong> settembre 1996 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>;<br />

campionamento con tre passaggi e stima con il metodo <strong>di</strong> Zippin)<br />

Specie<br />

Densità<br />

(n/ha)<br />

Densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

Biomassa<br />

(kg/ha)<br />

Biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 598 1375 70.6 55.5 128 56.0<br />

Temolo 229 527 27.0 38.3 88 38.6<br />

Salmerino <strong>di</strong> fonte 16 37 1.9 1.5 3 1.5<br />

Trota iridea 4 9 0.5 3.8 9 3.8<br />

totale 847 1948 100 99 216 100<br />

Figura 38: struttura della popolazione <strong>di</strong> temolo – zona <strong>di</strong> Gordona, mese <strong>di</strong> settembre 1996<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

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Figura 39: relazione lunghezza – peso per il temolo – zona <strong>di</strong> Gordona, mese <strong>di</strong> settembre 1996<br />

Peso (g)<br />

400<br />

350<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

y = 2.56726E-05x 2.81192E+00<br />

R 2 = 9.85530E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350 400<br />

8.1.1.3. GENNAIO 1999<br />

Lunghezza (mm)<br />

Questo campionamento è stato svolto poco dopo lo svaso catastrofico del bacino <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong><br />

Chiavenna, avvenuto nel <strong>di</strong>cembre 1998. La popolazione ittica censita mostrava la presenza<br />

prevalente della trota fario (65% del totale degli esemplari catturati), seguita dallo scazzone<br />

(34%), la cui consistenza elevata era attribuita a fenomeni <strong>di</strong> spostamento a valle durante lo<br />

svaso. Il temolo era presente con rari in<strong>di</strong>vidui. Per quanto riguarda la trota fario, veniva<br />

sottolineato uno squilibrio nella struttura <strong>di</strong> popolazione dovuto ad un’eccessiva abbondanza della<br />

classe 0 + , dell’assenza della classe 2 + e della scarsità degli esemplari 3 + a <strong>di</strong>spetto del regolamento<br />

no-kill del tratto.<br />

Tabella 11: risultati del campionamento ittico nella zona <strong>di</strong> Gordona del mese <strong>di</strong> gennaio 1999 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>;<br />

campionamento con due passaggi)<br />

Specie Densità (n/ha) % densità Biomassa (kg/ha) % biomassa<br />

Trota fario 760 98.7 28.3 80.1<br />

Temolo 10 1.3 2.6 17.9<br />

totale 770 100 31 100<br />

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8.1.1.4. MARZO 2002<br />

Fusi (2002) rilevava la presenza <strong>di</strong> una popolazione <strong>di</strong> trota fario ben <strong>di</strong>versificata, con soggetti <strong>di</strong><br />

età compresa tra 1 e 4 anni; l’assenza <strong>di</strong> trote più gran<strong>di</strong> era presumibilmente dovuta agli effetti<br />

dello svaso <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong> Chiavenna del 1998. Il temolo era considerato pressoché assente (un solo<br />

esemplare catturato) e anche la trota marmorata era spora<strong>di</strong>ca (3 esemplari). Come specie <strong>di</strong><br />

accompagnamento ai Salmoni<strong>di</strong> erano presente lo scazzone e alcuni in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> bottatrice. E’ stata<br />

registrata la presenza <strong>di</strong> trote con ferite da beccata (il 12% delle trote fario).<br />

Tabella 12: risultati del campionamento ittico del mese <strong>di</strong> marzo 2002 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>; campionamento con due passaggi e<br />

stima con il metodo <strong>di</strong> Moran-Zippin<br />

Specie Densità n/ha) % densità Biomassa kg/ha) % biomassa<br />

Trota fario 1300 96.0 180 95.5<br />

Temolo 14 1.0 0.3 0.1<br />

Marmorata 41 3.0 8.2 0.4<br />

8.1.2. TRATTO VALLE PONTE DI S. PIETRO, IN COMUNE DI SAMOLACO<br />

Per questa zona sono <strong>di</strong>sponibili informazioni su campionamenti pregressi svolti negli anni 1994,<br />

1997, 1999 e 2002. Questo tratto è stato trasformato in zona no-kill a partire dal 2002; in<br />

precedenza la pesca era stata interdetta dal 1999 al 2001. E’ utile ricordare che in questo tratto la<br />

portata, anche con le centrali idroelettriche ferme, è piuttosto consistente e rende <strong>di</strong>fficoltosa<br />

l’esecuzione <strong>di</strong> campionamenti ittici quantitativi.<br />

8.1.2.1. AGOSTO 1994<br />

In questa data le catture <strong>di</strong> Salmoni<strong>di</strong> furono piuttosto scarse, evidenziando una densità e<br />

biomassa <strong>di</strong> trota fario e temolo ridottissime; si presume che tali valori siano stati sottostimati<br />

rispetto alla realtà a causa delle <strong>di</strong>fficili con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> campionamento in questo tratto, dove la<br />

portata è consistente e l’alveo ampio. Dalla struttura <strong>di</strong> popolazione in Figura 40 si evince che non<br />

furono catturati giovani dell’anno, mentre i più abbondanti risultarono essere gli esemplari sub-<br />

adulti (classe 1 + ).<br />

Tabella 13: risultati del campionamento ittico del mese <strong>di</strong> agosto 1994 nella zona <strong>di</strong> Samolaco (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>;<br />

campionamento con tre passaggi e stima con il metodo <strong>di</strong> De Lury)<br />

Specie<br />

Densità<br />

(n/ha)<br />

Densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

Biomassa<br />

(kg/ha)<br />

Biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 17 50 16.0 3.8 7.7 25.2<br />

Temolo 88 263 84.0 11.2 33.7 74.8<br />

totale 104 313 100 15 41 100<br />

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Figura 40: struttura della popolazione <strong>di</strong> temolo – zona <strong>di</strong> Samolaco, mese <strong>di</strong> agosto 1994<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

Figura 41: relazione lunghezza – pero per il temolo – zona <strong>di</strong> Samolaco, mese <strong>di</strong> agosto 1994<br />

Peso (g)<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

y = 2.06858E-05x 2.81217E+00<br />

R 2 = 9.31445E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350<br />

Lunghezza (mm)<br />

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8.1.2.2. FEBBRAIO 1997<br />

Il campionamento (Fusi, 1998), <strong>di</strong> tipo quantitativo, ha evidenziato la predominanza della trota<br />

fario e una buona consistenza <strong>di</strong> temolo e scazzone. Per quanto riguarda la fario, veniva segnalata<br />

una ridotta presenza <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> taglia catturabile (quelli maggiori <strong>di</strong> 24 cm, che costituivano il<br />

5.5% della popolazione). Anche per il temolo, considerato ben rappresentato, si manifestava i<br />

problema dell’assenza <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> lunghezza superiore ai 33 cm, la misura minima, a causa <strong>di</strong><br />

un eccessivo prelievo alieutico.<br />

Tabella 14: risultati del campionamento ittico nella zona <strong>di</strong> Samolaco, mese <strong>di</strong> febbraio 1997 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>)<br />

Specie Densità (n/ha)* % densità Biomassa (kg/ha)* % biomassa<br />

Trota fario 1200 66.7 79 50.6<br />

Temolo 600 33.3 77 49.4<br />

totale 1800 100 156 100<br />

8.1.2.3. GENNAIO 1999<br />

Questo campionamento è stato svolto poco dopo lo svaso catastrofico del bacino <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong><br />

Chiavenna, avvenuto nel <strong>di</strong>cembre 1998. La popolazione ittica censita mostrava la presenza <strong>di</strong><br />

trota fario (38% del totale degli esemplari catturati), temolo (11%) e scazzone (45%), la cui<br />

consistenza elevata era attribuita a fenomeni <strong>di</strong> spostamento a valle durante lo svaso. Erano<br />

inoltre stati catturati alcuni vaironi e una trota iridea. Per quanto riguarda la trota fario ed il<br />

temolo, veniva sottolineato uno squilibrio nelle strutture <strong>di</strong> popolazione dovuto ad un’eccessiva<br />

abbondanza delle classi 0 + .<br />

Tabella 15: risultati del campionamento ittico nella zona <strong>di</strong> Gordona del mese <strong>di</strong> gennaio 1999 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>;<br />

campionamento con due passaggi)<br />

Specie Densità (n/ha) % densità Biomassa (kg/ha) % biomassa<br />

Trota fario 430 77.8 7.0 71.4<br />

Temolo 120 21.7 2.6 26.3<br />

Trota iridea 3 0.5 0.2 2.3<br />

totale 553 100 9.8 100<br />

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8.1.2.4. MARZO 2002<br />

Il campionamento (Fusi, 2002) è stato condotto in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> portata <strong>di</strong>fficili, che non hanno<br />

consentito <strong>di</strong> raccogliere dati strettamente quantitativi. Anche in questa stazione, come a Gordona,<br />

si riscontrava la presenza <strong>di</strong> una popolazione <strong>di</strong> trota fario ben <strong>di</strong>versificata, con soggetti <strong>di</strong> età<br />

compresa tra 1 e 4 anni; l’assenza <strong>di</strong> trote più gran<strong>di</strong> era presumibilmente dovuta agli effetti dello<br />

svaso <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong> Chiavenna del 1998. Il temolo era considerato scarso (7 esemplari catturati, tutti <strong>di</strong><br />

lunghezza compresa tra 26-28 cm, quin<strong>di</strong> presumibilmente prossimi al compimento del 2° anno <strong>di</strong><br />

età). Come ulteriori specie ittiche sono stati campionati 2 in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> trota iridea. E’ stata registrata<br />

la presenza <strong>di</strong> trote con ferite da beccata (l’8% delle trote fario).<br />

Tabella 16: risultati del campionamento ittico del mese <strong>di</strong> marzo 2002 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>; *valori sottostimati x con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong>fficili campionamento)<br />

Specie Densità (n/ha)* % densità Biomassa (kg/ha)* % biomassa<br />

Trota fario 469 83.3 74.0 69.6<br />

Temolo 73 13 16.7 15.7<br />

Trota iridea 21 3.7 15.6 14.7<br />

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8.2. CENSIMENTI ITTICI PRIMAVERA 2006 - PRIMAVERA 2007<br />

La comunità ittica del tratto <strong>di</strong> F. Mera oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o è stata indagata attraverso<br />

campionamenti ittici quantitativi in due perio<strong>di</strong>:<br />

- nella primavera 2006, in cui sono state censite 4 zone <strong>di</strong>stribuite tra i comuni <strong>di</strong> Samolaco<br />

(zona “ST4”), Gordona (zone “ST3” e “ST2”) e Mese (zona “ST1”);<br />

- nell’inverno 2007, in cui sono stati ripetuti i campionamenti nelle 3 zone nei comuni <strong>di</strong><br />

Samolaco e Gordona<br />

- nella primavera 2007, in cui sono stati ripetuti i campionamenti nelle zone nei comuni <strong>di</strong><br />

Mese e Gordona.<br />

Figura 42: carta <strong>di</strong> inquadramento delle stazioni <strong>di</strong> campionamento<br />

Di seguito si riportano i risultati delle indagini svolte.<br />

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8.2.1. STAZIONE “VALLE PONTE DI S. PIETRO”, IN COMUNE DI SAMOLACO (ST1)<br />

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In questa stazione i campionamenti sono stati ripetuti a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa un anno. Nel febbraio<br />

2006 la comunità ittica risultava composta in prevalenza da trota fario, con una popolazione<br />

strutturata, sebbene con un certo squilibrio dovuto ad una maggior proporzione <strong>di</strong> adulti rispetto ai<br />

giovani dell’anno. La presenza del temolo era poco più che spora<strong>di</strong>ca, senza nessun giovane<br />

dell’anno. Tra le altre specie catturate è interessante segnalare la presenza <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> trota<br />

marmorata pura, peraltro decisamente rari.<br />

Nel febbraio 2007 la situazione ha visto nuovamente una prevalenza della trota fario, sebbene con<br />

minore abbondanza, mentre decisamente più numeroso è risultato il temolo; quest’ultimo, pur non<br />

essendo certo abbondante, presentava però una popolazione <strong>di</strong>scretamente strutturata (Figura 46)<br />

e composta da almeno le prime tre classi <strong>di</strong> età. In questa data non sono state catturate<br />

marmorate pure, mentre è stato campionato qualche raro esemplare ibrido, come nell’inverno<br />

precedente.<br />

Tabella 17: risultati del campionamento ittico nella zona <strong>di</strong> Samolaco, marzo 2006 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>)<br />

1 passaggio<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 200 300 77.8 43.2 64.8 62.2<br />

Temolo 24 36 9.3 7.8 11.7 11.2<br />

Marmorata 10 14 3.7 5.2 7.8 7.5<br />

Ibrido 5 7 1.9 0.6 0.9 0.9<br />

Trota iridea 19 29 7.4 12.6 19.0 18.2<br />

totale 257 386 100 69.4 104.1 100<br />

2 passaggio<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 62 93 100.0 10.2 15.3 100.0<br />

Temolo 0 0 0.0 0.0 0.0 0.0<br />

Marmorata 0 0 0.0 0.0 0.0 0.0<br />

Ibrido 0 0 0.0 0.0 0.0 0.0<br />

Trota iridea 0 0 0.0 0.0 0.0 0.0<br />

totale 319 479 100 80 119 100<br />

Stima (De Lury)<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 286 429 83.3 57.3 85.9 68.6<br />

Temolo 24 36 6.9 7.8 11.7 9.3<br />

Marmorata 10 14 2.8 5.2 7.8 6.2<br />

Ibrido 5 7 1.4 0.6 0.9 0.7<br />

Trota iridea 19 29 5.6 12.6 19.0 15.1<br />

totale 343 514 100 84 125 100<br />

Tabella 18: risultati del campionamento ittico nella zona <strong>di</strong> Samolaco, marzo 2006 (dati relativi ai non Salmoni<strong>di</strong>)<br />

Specie Abbondanza Struttura <strong>di</strong> popolazione<br />

Bottatrice Scarsa Squilibrata, solo adulti<br />

Vairone Occasionale Assente, numero in<strong>di</strong>vidui troppo esiguo<br />

Scazzone Scarsa Equilibrata<br />

Gobione Occasionale Squilibrata, solo adulti<br />

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Tabella 19: risultati del campionamento ittico nella zona <strong>di</strong> Samolaco, febbraio 2007 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>)<br />

Passaggio unico<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 107 181 76.6 20.4 34.7 80.1<br />

Temolo 31 52 21.9 4.6 7.8 17.9<br />

Marmorata 0 0 0.0 0.0 0.0 0.0<br />

Ibrido 2 4 1.6 0.5 0.8 2.0<br />

Trota iridea 0 0 0.0 0.0 0.0 0.0<br />

totale 139 237 100 25.5 43.3 100<br />

Figura 43: struttura della popolazione <strong>di</strong> trota fario – zona <strong>di</strong> Samolaco, mese <strong>di</strong> marzo 2006<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

10<br />

5<br />

0<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

Figura 44: struttura della popolazione <strong>di</strong> trota fario – zona <strong>di</strong> Samolaco, mese <strong>di</strong> febbraio 2007<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

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GRAIA Srl (Varano Borghi, VA) – www.graia.eu - e-mail: info@graia.eu 54<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

0<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

5<br />

10<br />

15<br />

Figura 46: struttura della popolazione <strong>di</strong> temolo – zona <strong>di</strong> Samolaco, mese <strong>di</strong> febbraio 2007<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

0<br />

5<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

10<br />

15<br />

20<br />

25<br />

30<br />

35<br />

40<br />

45<br />

Figura 45: struttura della popolazione <strong>di</strong> temolo – zona <strong>di</strong> Samolaco, mese <strong>di</strong> marzo 2006


Figura 47: relazione lunghezza - peso per la trota fario – zona <strong>di</strong> Samolaco, mese <strong>di</strong> marzo 2006<br />

Peso (g)<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

y = 6.47114E-06x 3.06780E+00<br />

R 2 = 9.87756E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350 400 450<br />

Lunghezza (mm)<br />

Figura 48: relazione lunghezza - peso per la trota fario – zona <strong>di</strong> Samolaco, mese <strong>di</strong> febbraio 2007<br />

Peso (g)<br />

900<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

y = 1.38380E-05x 2.92812E+00<br />

R 2 = 9.87221E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350 400 450 500<br />

Lunghezza (mm)<br />

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Figura 49: relazione lunghezza - peso per il temolo – zona <strong>di</strong> Samolaco, mese <strong>di</strong> marzo 2006<br />

Peso (g)<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

y = 9.39655E-05x 2.59829E+00<br />

R 2 = 8.95949E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350 400 450<br />

Lunghezza (mm)<br />

Figura 50: relazione lunghezza - peso per il temolo – zona <strong>di</strong> Samolaco, mese <strong>di</strong> febbraio 2007<br />

Peso (g)<br />

400<br />

350<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

y = 4.07814E-06x 3.12955E+00<br />

R 2 = 9.90400E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350 400<br />

Lunghezza (mm)<br />

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8.2.2. STAZIONE “MONTE IMPIANTO MERA IV”, IN COMUNE DI GORDONA (ST2)<br />

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Anche in questa stazione i campionamenti sono stati ripetuti a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa un anno. Nel<br />

febbraio 2006 la comunità ittica risultava composta in prevalenza da trota fario, con una<br />

popolazione numerosa e ben strutturata, sebbene con una netta dominanza dei giovani dell’anno e<br />

sub-adulti. La presenza del temolo era scarsa, con alcuni esemplari <strong>di</strong> classe 0 + , 1 + e rari adulti,<br />

troppo esigui numericamente per poter essere considerati una popolazione vitale.<br />

Nel febbraio 2007 la situazione ha visto nuovamente una prevalenza della trota fario, sebbene con<br />

minore abbondanza (come nel caso della stazione più a valle precedentemente descritta), mentre il<br />

temolo si è mantenuto in una situazione analoga al 2006, con pochi in<strong>di</strong>vidui. Si segnalano<br />

spora<strong>di</strong>che catture <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> trota marmorata pura.<br />

Il 25-05-2007 sono stati ripetute, in modo semi-quantitativo, le indagini ittiche a seguito dello<br />

svaso del bacino <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong> Chiavenna; è stata rinvenuta, per i Salmoni<strong>di</strong>, solamente la trota fario,<br />

con una abbondanza sostanzialmente invariata e una struttura <strong>di</strong> popolazione equilibrata, essendo<br />

ben rappresentate tutte le classi <strong>di</strong> età; sono stati notati numerosi avannotti 0+. Molto abbondante<br />

è risultato il vairone, come lo era già in precedenza; anche lo scazzone è presente, ma sempre con<br />

una popolazione scarsa. La situazione della comunità ittica risulta pertanto sostanzialmente<br />

invariata. L’assenza delle specie precedentemente segnalate e non più catturate (temolo,<br />

marmorata, bottatrice e gobione) potrebbe <strong>di</strong>pendere da fattori estranei allo svaso, considerata la<br />

loro consistenza già prima molto ridotta.<br />

Tabella 20: risultati del campionamento ittico nella zona <strong>di</strong> Gordona (monte scarico Mera IV), marzo 2006 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>)<br />

1 passaggio<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 631 946 93.5 61.9 92.9 92.3<br />

Temolo 40 60 6.0 4.6 6.9 6.9<br />

Ibrido 4 6 0.6 0.6 0.8 0.8<br />

Trota iridea 0 0 0.0 0.0 0.0 0.0<br />

totale 675 1012 100 67.1 100.6 100<br />

2 passaggio<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 245 367 93.8 17.9 26.8 74.3<br />

Temolo 8 12 3.1 0.5 0.7 2.0<br />

Ibrido 4 6 1.5 0.4 0.6 1.8<br />

Trota iridea 4 6 1.5 5.3 7.9 22.0<br />

totale 261 392 100 24.1 36.1 100<br />

Stima (De<br />

Lury) Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 1028 1542 94.5 90.9 136.4 88.9<br />

Temolo 48 72 4.4 5.1 7.6 5.0<br />

Ibrido 8 12 0.7 1.0 1.5 1.0<br />

Trota iridea 4 6 0.4 5.3 7.9 5.2<br />

totale 1088 1633 100 102 153 100<br />

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Tabella 21: risultati del campionamento ittico nella zona <strong>di</strong> Gordona (monte scarico Mera IV), marzo 2006 (dati relativi ai non<br />

Salmoni<strong>di</strong>)<br />

Specie Abbondanza Struttura <strong>di</strong> popolazione<br />

Bottatrice Occasionale Assente, numero in<strong>di</strong>vidui troppo esiguo<br />

Vairone Occasionale Assente, numero in<strong>di</strong>vidui troppo esiguo<br />

Scazzone Scarsa Equilibrata<br />

Gobione Scarsa Equilibrata<br />

Tabella 22: risultati del campionamento ittico nella zona <strong>di</strong> Gordona (monte scarico Mera IV), mese <strong>di</strong> febbraio 2007 (dati relativi ai<br />

Salmoni<strong>di</strong>)<br />

Passaggio unico<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 360 411 87.9 47.8 54.6 75.8<br />

Temolo 42 48 10.3 11.0 12.5 17.4<br />

Marmorata 7 8 1.7 4.3 4.9 6.8<br />

Trota iridea 14 16 3.4 6.4 7.3 10.2<br />

totale 410 468 100 63.1 72.0 100<br />

Tabella 23: risultati del campionamento ittico nella zona <strong>di</strong> Gordona (monte scarico Mera IV), mese <strong>di</strong> marzo 2006 (dati relativi ai non<br />

Salmoni<strong>di</strong>)<br />

Specie Abbondanza Struttura <strong>di</strong> popolazione<br />

Vairone Abbondante Equilibrata<br />

Scazzone Occasionale Assente, numero in<strong>di</strong>vidui troppo esiguo<br />

Figura 51: struttura della popolazione <strong>di</strong> trota fario – zona <strong>di</strong> Gordona (monte scarico Mera IV), marzo 2006<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

10<br />

5<br />

0<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

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GRAIA Srl (Varano Borghi, VA) – www.graia.eu - e-mail: info@graia.eu 60<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

0<br />

5<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

10<br />

15<br />

20<br />

25<br />

30<br />

35<br />

Figura 53: struttura della popolazione <strong>di</strong> temolo – zona <strong>di</strong> Gordona (monte scarico Mera IV), marzo 2006<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

451-460<br />

0<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

5<br />

10<br />

15<br />

Figura 52: struttura della popolazione <strong>di</strong> trota fario – zona <strong>di</strong> Gordona (monte scarico Mera IV), febbraio 2007


Figura 54: struttura della popolazione <strong>di</strong> temolo – zona <strong>di</strong> Gordona (monte scarico Mera IV), febbraio 2007<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

Figura 55: relazione lunghezza - peso per la trota fario – zona <strong>di</strong> Gordona (monte scarico Mera IV), marzo 2006<br />

Peso (g)<br />

900<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

y = 1.38803E-05x 2.93668E+00<br />

R 2 = 9.91897E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350 400 450 500<br />

Lunghezza (mm)<br />

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Figura 56: relazione lunghezza - peso per la trota fario – zona <strong>di</strong> Gordona (monte scarico Mera IV), febbraio 2007<br />

Peso (g)<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

0<br />

y = 3.51771E-05x 2.76433E+00<br />

R 2 = 9.88125E-01<br />

50 100 150 200 250 300 350 400 450 500<br />

Lunghezza (mm)<br />

Figura 57: relazione lunghezza - peso per il temolo – zona <strong>di</strong> Gordona (monte scarico Mera IV), marzo 2006<br />

Peso (g)<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

y = 1.39168E-05x 2.91352E+00<br />

R 2 = 9.82639E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350<br />

Lunghezza (mm)<br />

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Figura 58: relazione lunghezza - peso per il temolo – zona <strong>di</strong> Gordona (monte scarico Mera IV), febbraio 2007<br />

Peso (g)<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

0<br />

y = 3.51771E-05x 2.76433E+00<br />

R 2 = 9.88125E-01<br />

50 100 150 200 250 300 350 400 450 500<br />

Lunghezza (mm)<br />

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8.2.3. STAZIONE “MONTE IMPIANTO MERA III”, IN COMUNE DI GORDONA (ST3)<br />

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Come per quelle precedentemente descritte, in questa stazione i campionamenti sono stati ripetuti<br />

a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa un anno. Nel febbraio 2006 la comunità ittica risultava composta in netta<br />

prevalenza da trota fario, con una popolazione ben strutturata. La presenza del temolo era<br />

modesta e costituita quasi esclusivamente da giovani dell’anno e sub-adulti. Tra le altre specie<br />

catturate è interessante segnalare la presenza, anche se poco più che occasionale, <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong><br />

trota marmorata pura e quella abbondante del vairone.<br />

Nel febbraio 2007 la situazione ha visto nuovamente una prevalenza della trota fario, sebbene con<br />

abbondanza minore e con un evidente assenza <strong>di</strong> giovani dell’anno; il temolo è risultato scarso<br />

come l’anno precedente, con i pochi esemplari catturati equamente <strong>di</strong>stribuiti tra giovani, sub-<br />

adulti e adulti. Di nuovo è risultato abbondante il vairone e presente in quantità assai esigua la<br />

marmorata.<br />

Tabella 24: risultati del campionamento ittico del mese <strong>di</strong> marzo 2006 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>)<br />

1 passaggio<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 321 525 90.8 45.7 74.7 93.7<br />

Temolo 28 45 7.8 1.1 1.8 2.3<br />

Marmorata 2 4 0.7 0.2 0.3 0.3<br />

Trota iridea 2 4 0.7 1.8 2.9 3.7<br />

totale 354 577 100 48.8 79.7 100<br />

2 passaggio<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 76 125 82.5 8.7 14.2 81.0<br />

Temolo 14 23 15.0 1.5 2.5 14.1<br />

Marmorata 0 0 0.0 0.0 0.0 0.0<br />

Trota iridea 2 4 2.5 0.5 0.8 4.8<br />

totale 92 151 100 10.7 17.5 100<br />

Stima (De Lury)<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 421 687 87.1 57.0 93.1 89.8<br />

Temolo 55 91 11.5 4.1 4.3 6.5<br />

Marmorata 2 4 0.5 0.0 0.3 0.0<br />

Trota iridea 5 8 1.0 2.3 3.8 3.6<br />

totale 483 789 100 63 101 100<br />

Tabella 25: risultati del campionamento ittico del mese <strong>di</strong> marzo 2006 (dati relativi ai non Salmoni<strong>di</strong>)<br />

Specie Abbondanza Struttura <strong>di</strong> popolazione<br />

Vairone Abbondante Equilibrata<br />

Scazzone Scarsa Equilibrata<br />

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Tabella 26: risultati del campionamento ittico del mese <strong>di</strong> febbraio 2007 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>)<br />

1 passaggio<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 81 133 81.0 25.1 40.9 75.6<br />

Temolo 10 16 9.5 2.7 4.3 8.0<br />

Marmorata 2 4 2.4 2.1 3.4 6.4<br />

Trota iridea 7 12 7.1 3.3 5.4 10.0<br />

totale 101 164 100 33.1 54.0 100<br />

2 passaggio<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 22 35 75.0 6.0 9.8 65.9<br />

Temolo 5 8 16.7 1.2 1.9 13.1<br />

Marmorata 0 0 0.0 0.0 0.0 0.0<br />

Trota iridea 2 4 8.3 1.9 3.1 21.0<br />

totale 29 47 100 9.1 14.8 100<br />

Stima (De Lury)<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 110 180 78.0 33.0 53.9 72.8<br />

Temolo 19 31 13.6 5.0 8.2 11.1<br />

Marmorata 2 4 1.7 2.1 3.4 4.6<br />

Trota iridea 10 16 6.8 5.2 8.5 11.5<br />

totale 141 230 100 45 74 100<br />

Tabella 27: risultati del campionamento ittico del mese <strong>di</strong> marzo 2006 (dati relativi ai non Salmoni<strong>di</strong>)<br />

Specie Abbondanza Struttura <strong>di</strong> popolazione<br />

Vairone Abbondante Equilibrata<br />

Scazzone Scarsa Equilibrata<br />

Cavedano Scarsa Squilibrata, manca giovani dell’anno<br />

Bottatrice Occasionale Assente, numero in<strong>di</strong>vidui troppo esiguo<br />

Figura 59: struttura della popolazione <strong>di</strong> trota fario – mese <strong>di</strong> marzo 2006<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

10<br />

5<br />

0<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

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GRAIA Srl (Varano Borghi, VA) – www.graia.eu - e-mail: info@graia.eu 67<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

0<br />

5<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

10<br />

15<br />

20<br />

25<br />

Figura 61: struttura della popolazione <strong>di</strong> temolo – mese <strong>di</strong> marzo 2006<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

451-460<br />

461-470<br />

471-480<br />

481-490<br />

491-500<br />

501-510<br />

0<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

5<br />

10<br />

Figura 60: struttura della popolazione <strong>di</strong> trota fario – mese <strong>di</strong> febbraio 2007


Figura 62: struttura della popolazione <strong>di</strong> temolo – mese <strong>di</strong> febbraio 2007<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

Figura 63: relazione lunghezza - peso per la trota fario – mese <strong>di</strong> marzo 2006<br />

Peso (g)<br />

1000<br />

900<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

y = 1.61148E-05x 2.91336E+00<br />

R 2 = 9.75028E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350 400 450 500<br />

Lunghezza (mm)<br />

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Figura 64: relazione lunghezza - peso per la trota fario – mese <strong>di</strong> febbraio 2007<br />

Peso (g)<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

y = 2.13101E-05x 2.85843E+00<br />

R 2 = 9.90294E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550<br />

Lunghezza (mm)<br />

Figura 65: relazione lunghezza - peso per il temolo – mese <strong>di</strong> marzo 2006<br />

Peso (g)<br />

450<br />

400<br />

350<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

y = 8.10886E-06x 3.01017E+00<br />

R 2 = 9.63760E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350 400<br />

Lunghezza (mm)<br />

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Figura 66: relazione lunghezza - peso per il temolo – mese <strong>di</strong> febbraio 2007<br />

Peso (g)<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

y = 5.47079E-06x 3.09851E+00<br />

R 2 = 9.95502E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350 400<br />

Lunghezza (mm)<br />

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8.2.4. STAZIONE “VALLE PONTE DEI CARRI”, IN COMUNE DI MESE (ST4)<br />

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Questa stazione è stata indagata nell’inverno 2006 e nella primavera 2007; nel primo caso è<br />

emersa una netta prevalenza della trota fario nella comunità ittica, con una popolazione però mal<br />

strutturata per la scarsità <strong>di</strong> giovani dell’anno. Il temolo è risultato presente con un numero <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>vidui non elevato, ma quantomeno ben <strong>di</strong>stribuito tra le <strong>di</strong>verse classi <strong>di</strong> età. Come nel caso<br />

degli altri tratti, si segnala la presenza, purtroppo spora<strong>di</strong>ca, della trota marmorata.<br />

Tabella 28: risultati del campionamento ittico del mese <strong>di</strong> marzo 2006 (dati relativi ai Salmoni<strong>di</strong>)<br />

Passaggio unico<br />

Specie<br />

densità<br />

(n/ha)<br />

densità<br />

(n/km)<br />

% densità<br />

biomassa<br />

(kg/ha)<br />

biomassa<br />

(kg/km)<br />

% biomassa<br />

Trota fario 388 718 78.5 43.5 80.5 70.5<br />

Temolo 99 183 20.0 15.9 29.4 25.7<br />

Marmorata 4 7 0.8 0.5 1.0 0.9<br />

Trota iridea 4 7 0.8 1.8 3.4 2.9<br />

totale 495 915 100 61.7 114.2 100<br />

Tabella 29: risultati del campionamento ittico del mese <strong>di</strong> marzo 2006 (dati relativi ai non Salmoni<strong>di</strong>)<br />

Specie Abbondanza Struttura <strong>di</strong> popolazione<br />

Scazzone Scarsa Equilibrata<br />

Figura 67: struttura della popolazione <strong>di</strong> trota fario – mese <strong>di</strong> marzo 2006<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

10<br />

5<br />

0<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

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Figura 68: struttura della popolazione <strong>di</strong> temolo – mese <strong>di</strong> marzo 2006<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (% in<strong>di</strong>vidui)<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400<br />

401-410<br />

411-420<br />

421-430<br />

431-440<br />

441-450<br />

Classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />

Figura 69: relazione lunghezza - peso per la fario – mese <strong>di</strong> marzo 2006<br />

Peso (g)<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

y = 7.34685E-06x 3.06288E+00<br />

R 2 = 9.79191E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350 400<br />

Lunghezza (mm)<br />

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Figura 70: relazione lunghezza - peso per il temolo – mese <strong>di</strong> marzo 2006<br />

Peso (g)<br />

500<br />

450<br />

400<br />

350<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

y = 1.57167E-05x 2.89758E+00<br />

R 2 = 9.95080E-01<br />

0<br />

50 100 150 200 250 300 350 400<br />

Lunghezza (mm)<br />

Nella primavera 2007, sono stati ripetuti a <strong>di</strong>stanza ravvicinata due campionamenti rispettivamente<br />

poco prima (24-04-2007) e poco dopo (22-05-2007) una manovra <strong>di</strong> svaso del bacino <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong><br />

Chiavenna.<br />

Il campionamento pre-intervento, a causa delle <strong>di</strong>fficili con<strong>di</strong>zioni operative per l’elevata portata<br />

stagionale, non ha potuto fornire in<strong>di</strong>cazioni quantitative in merito alla composizione della<br />

comunità ittica, ma ha potuto comunque fornire utili in<strong>di</strong>cazioni qualitative sulle specie presenti e<br />

la loro struttura <strong>di</strong> popolazione; la comunità ittica è risultata dominata dalla trota fario con<br />

un’adeguata presenza numerica <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui e una struttura <strong>di</strong> popolazione equilibrata, nella quale<br />

comparivano in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> tutte le taglie ed età e soprattutto gli 0+, in<strong>di</strong>cando una buona<br />

riproduzione naturale nel tratto. Gli altri Salmoni<strong>di</strong> (temolo, trota marmorata e trota iridea) erano<br />

invece presenti in modo occasionale. Le specie <strong>di</strong> accompagnamento, vairone e scazzone, sono<br />

comuni.<br />

Il campionamento ittico condotto in data 22-05-2007 ha potuto <strong>di</strong>mostrare come non ci siano<br />

sostanziali <strong>di</strong>fferenze tra quanto osservato in precedenza, a parte la quasi totale assenza <strong>di</strong> temoli<br />

dovuto alla stagione non favorevole alla loro presenza. La popolazione <strong>di</strong> trota fario risulta<br />

presente sempre con un buon numero <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> tutte le taglie e <strong>di</strong> tutto le età, significativa<br />

l’abbondante presenza <strong>di</strong> 0+ derivanti dalla deposizione naturale nel tratto; è stato catturato<br />

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ancora un esemplare adulto <strong>di</strong> trota marmorata e nessuno <strong>di</strong> trota iridea. Per contro la popolazione<br />

<strong>di</strong> scazzoni sembra essere decisamente cresciuta in abbondanza, dato che sono stati osservati<br />

numerosi esemplari <strong>di</strong> tutte le taglie compresi gli 0+ nonostante la nota <strong>di</strong>fficoltà alla cattura;<br />

anche il vairone sembra essere presente con una popolazione abbondante e ben strutturata.<br />

Figura 71: struttura della popolazione <strong>di</strong> trota fario – mese <strong>di</strong> maggio 2007<br />

Frequenza <strong>di</strong> comparsa (%)<br />

18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

21-30<br />

31-40<br />

41-50<br />

51-60<br />

61-70<br />

71-80<br />

81-90<br />

91-100<br />

101-110<br />

111-120<br />

121-130<br />

131-140<br />

141-150<br />

151-160<br />

161-170<br />

171-180<br />

181-190<br />

191-200<br />

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201-210<br />

211-220<br />

221-230<br />

231-240<br />

241-250<br />

Classi <strong>di</strong> Lunghezza (mm)<br />

8.2.5. CONCLUSIONI COMPARATIVE DEI CAMPIONAMENTI ITTICI DEL PERIODO 2006-<br />

2007<br />

Comparando i risultati dei censimenti ittici 2006-2007 risulta evidente come nell’ambito del<br />

popolamento salmonicolo sia sempre chiaramente dominante la trota fario (peraltro supportata da<br />

massicci ripopolamenti). Il temolo, pur essendo presente in tutti i tratti, solo nella stazione più a<br />

monte e solo nel periodo invernale è risultato mostrare una popolazione numericamente adeguata,<br />

a <strong>di</strong>spetto delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> habitat idraulico-morfologico decisamente più sfavorevoli rispetto alle<br />

zone sottostanti; nel periodo tardo-primaverile anche in tale zona la presenza del temolo è<br />

<strong>di</strong>venuta spora<strong>di</strong>ca, come nei restanti punti campionati. Il confronto dei risultati nei <strong>di</strong>fferenti anni<br />

mostra una riduzione complessiva delle catture (sia in termini <strong>di</strong> densità che <strong>di</strong> biomassa) nel 2007<br />

rispetto al 2006; le maggiori <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> campionamento incontrate nel 2007, invitano però alla<br />

cautela, nell’interpretare tale dato come un’effettiva riduzione della quantità <strong>di</strong> pesci presenti nel<br />

Mera.<br />

251-260<br />

261-270<br />

271-280<br />

281-290<br />

291-300<br />

301-310<br />

311-320<br />

321-330<br />

331-340<br />

341-350<br />

351-360<br />

361-370<br />

371-380<br />

381-390<br />

391-400


Figura 72: riepilogo dei dati sulla densità delle specie ittiche salmonicole nel tratto <strong>di</strong> F. Mera indagato<br />

Densità (numero / ha)<br />

1100<br />

1000<br />

900<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

0<br />

ST1 - 2006 ST1 - 2007 ST2 - 2006 ST2 - 2007 ST3 - 2006 ST3 - 2007 ST4 - 2006<br />

Stazione <strong>di</strong> campionamento<br />

Figura 73: riepilogo dei dati sulla densità lineare delle specie ittiche salmonicole nel tratto <strong>di</strong> F. Mera indagato<br />

Densità (numero / km)<br />

1600<br />

1500<br />

1400<br />

1300<br />

1200<br />

1100<br />

1000<br />

900<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

0<br />

Trota fario<br />

Temolo<br />

Trota marmorata<br />

Ibrido marmorata x fario<br />

Trota iridea<br />

ST1 - 2006 ST1 - 2007 ST2 - 2006 ST2 - 2007 ST3 - 2006 ST3 - 2007 ST4 - 2006<br />

Stazione <strong>di</strong> campionamento<br />

Trota fario<br />

Temolo<br />

Trota marmorata<br />

Ibrido marmorata x fario<br />

Trota iridea<br />

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Figura 74: riepilogo dei dati sulla biomassa delle specie ittiche salmonicole nel tratto <strong>di</strong> F. Mera indagato<br />

Biomassa (kg / ha)<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

ST1 - 2006 ST1 - 2007 ST2 - 2006 ST2 - 2007 ST3 - 2006 ST3 - 2007 ST4 - 2006<br />

Stazione <strong>di</strong> campionamento<br />

Figura 75: riepilogo dei dati sulla biomassa lineare delle specie ittiche salmonicole nel tratto <strong>di</strong> F. Mera indagato<br />

Biomassa (kg / km)<br />

140<br />

130<br />

120<br />

110<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

Trota fario<br />

Temolo<br />

Trota marmorata<br />

Ibrido marmorata x fario<br />

Trota iridea<br />

ST1 - 2006 ST1 - 2007 ST2 - 2006 ST2 - 2007 ST3 - 2006 ST3 - 2007 ST4 - 2006<br />

Stazione <strong>di</strong> campionamento<br />

Trota fario<br />

Temolo<br />

Trota marmorata<br />

Ibrido marmorata x fario<br />

Trota iridea<br />

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8.3. VALUTAZIONI SULL’ANDAMENTO DELLA COMUNITÀ ITTICA DEL<br />

F. MERA<br />

Innanzi tutto occorre ricordare nuovamente come il tratto <strong>di</strong> F. Mera tra Chiavenna e la foce nel<br />

Lago <strong>di</strong> Mezzola appartenga, dal punto <strong>di</strong> vista della vocazionalità ittica naturale, alla zona dei<br />

Salmoni<strong>di</strong> e più propriamente a quella della “trota marmorata e temolo”. Nella realtà tale<br />

vocazionalità è <strong>di</strong>sattesa per la presenza poco più spora<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> una <strong>di</strong> queste due specie guida, la<br />

trota marmorata, che è stata sostituita nel suo ruolo ecologico dalla trota fario; questa anomalia<br />

rispetto alla con<strong>di</strong>zione originaria è dovuta alla sinergia tra le alterazioni ambientali che affliggono<br />

il Mera, con conseguente degrado dell’habitat della marmorata, e i massicci ripopolamenti a trota<br />

fario <strong>di</strong> cui il fiume è oggetto da decenni. Quest’ultima gode <strong>di</strong> un buono stato <strong>di</strong> salute, con<br />

popolazioni adeguatamente numerose e ben strutturate, evidenziate anche dalla presenza <strong>di</strong><br />

numerosi avannotti <strong>di</strong> frega naturale nel periodo primaverile.<br />

La situazione del temolo, almeno nella parte terminale del tratto in questione (a valle <strong>di</strong> Ponte S.<br />

Pietro in Comune <strong>di</strong> Samolaco), è senza dubbio meno compromessa <strong>di</strong> quella della trota<br />

marmorata, anche se nel complesso vi sono dei segnali allarmanti. I dati dei campionamenti ittici,<br />

per quanto da interpretarsi con cautela per via delle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> lavoro in corsi d’acqua delle<br />

<strong>di</strong>mensioni del Mera, e le in<strong>di</strong>cazioni dei pescatori evidenziano che, dopo un miglioramento nella<br />

seconda metà degli anni ’90 grazie al rilascio dei deflussi minimi, la situazione è peggiorata alla<br />

fine degli anni ’90 soprattutto nei tratti <strong>di</strong> Mese e Gordona. Nel <strong>di</strong>cembre del 1998 lo sversamento<br />

catastrofico <strong>di</strong> limo a seguito dello svaso del bacino <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong> Chiavenna è con tutta probabilità il<br />

responsabile della netta riduzione <strong>di</strong> densità e biomassa <strong>di</strong> temolo registrata rispetto agli anni<br />

precedenti; successivamente nel 2001 l’entrata in funzione dell’impianto Mera IV ha ridotto<br />

ulterioremente la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> habitat fruibile per il temolo, sia in termini <strong>di</strong> spazio vitale che <strong>di</strong><br />

temperature nel periodo estivo. A ciò si è poi aggiunto il problema crescente degli uccelli ittiofagi,<br />

airone cenerino e cormorano, la cui predazione costituisce un ulteriore fattore <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo per la<br />

popolazione <strong>di</strong> temolo, particolarmente esposta a questo tipo <strong>di</strong> minaccia. I fattori citati appaiono<br />

ampiamente in grado <strong>di</strong> giustificare la mancata ripresa del temolo nel tratto tra Mese e Gordona,<br />

mentre le notizie riportate dai pescatori sul tratto terminale (non campionabile adeguatamente con<br />

l’elettropesca per via delle <strong>di</strong>mensioni dell’alveo) evidenziano una situazione più confortante per<br />

questa pregiata specie.<br />

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0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550 600 650<br />

Densità (numero / ha)<br />

Samolaco<br />

(02-2007)<br />

Gordona<br />

monte<br />

MeraIV<br />

(02-2007)<br />

Gordona<br />

monte<br />

MeraIII<br />

(02-2007)<br />

Samolaco<br />

(03-2006)<br />

Gordona<br />

monte<br />

Mer aIV<br />

(03-2006)<br />

Stazione <strong>di</strong> campionamento<br />

Gordona<br />

monte<br />

Mera III Mese (03-<br />

(03-2006) 2006)<br />

Gordona<br />

(03-2002)<br />

Samolaco<br />

(03-2002)<br />

Gordona<br />

(01-99)<br />

del bacino <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong> Chiavenna<br />

imme<strong>di</strong>atamente dopo lo svaso<br />

Samolaco<br />

(01-99)<br />

Campionamenti<br />

Samolaco<br />

(02-1997)<br />

Gordona<br />

(09-1996)<br />

Gordona<br />

(08-1994)<br />

Samolaco<br />

(08-1994)<br />

Figura 76: andamento dei dati storici <strong>di</strong> densità del temolo nel F. Mera


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0 5 10 15 20 25 30 35 40<br />

Biomassa (kg / ha)<br />

Samolaco<br />

(02-2007)<br />

Gordona<br />

monte<br />

MeraIV<br />

(02-2007)<br />

Gordona<br />

monte<br />

MeraIII<br />

(02-2007)<br />

Samolaco<br />

(03-2006)<br />

Gordona<br />

monte<br />

Mer aIV<br />

(03-2006)<br />

Gordona<br />

monte<br />

Mera III<br />

(03-2006)<br />

Stazione <strong>di</strong> campionamento<br />

Mese (03-<br />

2006)<br />

Gordona<br />

(03-2002)<br />

Samolaco<br />

(03-2002)<br />

Gordona<br />

(01-99)<br />

del bacino <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong> Chiavenna<br />

imme<strong>di</strong>atamente dopo lo svaso<br />

Samolaco<br />

(01-99)<br />

Campionamenti<br />

Samolaco<br />

(02-1997)<br />

Gordona<br />

(09-1996)<br />

Gordona<br />

(08-1994)<br />

Samolaco<br />

(08-1994)<br />

Figura 77: andamento dei dati storici <strong>di</strong> biomassa del temolo nel F. Mera


8.4. LE PROVE DI CATTURA, MARCATURA E RICATTURA DEI TEMOLI<br />

Il giorno 22-05-06, durante le operazioni <strong>di</strong> cattura e spremitura <strong>di</strong> riproduttori selvatici <strong>di</strong> temolo<br />

nel T. Spool a Livigno, una consistente aliquota degli esemplari adulti spremuti è stata reimmessa<br />

nel Fiume Mera. Prima <strong>di</strong> rilasciare gli esemplari, ognuno <strong>di</strong> essi è stato marcato sul ventre<br />

me<strong>di</strong>ante colorante blu iniettato tramite l’apposito strumento “panjet”. Sono stati marcati due<br />

gruppi <strong>di</strong> esemplari:<br />

- il primo gruppo, composto da 200 in<strong>di</strong>vidui, è stato marcato con un unico bollino blu sul<br />

ventre e rilasciato nel tratto imme<strong>di</strong>atamente a monte della restituzione della centrale Mera<br />

IV (tratto corrispondente alla stazione <strong>di</strong> campionamento ittico ST2).<br />

- Il secondo gruppo, composto da 246 in<strong>di</strong>vidui, è stato marcato con 2 bollini blu sul ventre e<br />

rilasciato nel tratto imme<strong>di</strong>atamente a monte del vecchio punto <strong>di</strong> rilascio della centrale <strong>di</strong><br />

Gordona (tratto corrispondente alla stazione <strong>di</strong> campionamento ittico ST3).<br />

Durante i campionamenti del mese <strong>di</strong> febbraio 2007 è stato rinvenuto a valle del ponte <strong>di</strong> S. Pietro<br />

uno degli esemplari marcati con un bollino e rilasciato presso la zona ST2. Testimonianze da parte<br />

dei pescatori sportivi riportano catture <strong>di</strong> esemplari marcati nel tratto terminale del Mera presso la<br />

foce nel Lago <strong>di</strong> Mezzola. Questo spostamento verso valle potrebbe essere motivato dalle<br />

migliori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> habitat che il Mera offrirebbe ai temoli adulti nella sua parte<br />

terminale. Nell’autunno 2006 si sono inoltre verificate alcune piene intense che potrebbero avere<br />

ulteriormente contribuito a muovere a valle gli esemplari immessi.<br />

Figura 78: marcatura dei temolo catturati nel T. Spool con il sistema panjet<br />

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Figura 79: temoli marchiati con il colorante alcian blue me<strong>di</strong>ante il sistema panjet<br />

Figura 80: uno dei temoli marchiati ricatturato nel febbraio 207<br />

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8.5. I RIPOPOLAMENTI<br />

Il F. Mera è oggetto <strong>di</strong> ripopolamenti annuali con novellame <strong>di</strong> temolo piuttosto consistenti, come<br />

si può osservare dalla Figura 81. Nella Tabella 30 sono riportati sia i quantitativi assoluti, sia quelli<br />

espressi in termini <strong>di</strong> densità per unità <strong>di</strong> superficie dell’alveo bagnato che <strong>di</strong> densità lineare per<br />

metro <strong>di</strong> corso d’acqua. Nel 2003 e nel 2004 si sono avute le immissioni più consistenti, con 25000<br />

temolini, corrispondenti ad 0.09 esemplari per metro quadro <strong>di</strong> alveo bagnato (considerando 13.4<br />

km <strong>di</strong> fiume e una larghezza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 20 m) e a 1.87 per metro lineare. Si tratta <strong>di</strong> quantitativi<br />

piuttosto elevati; a titolo <strong>di</strong> confronto, nel periodo 1974-1998 nel F. Adda i massimi raggiunti sono<br />

stati rispettivamente 1.17 temolini per metro lineare nel 1992 e 1.03 nel 1997. Sempre nel F.<br />

Adda, negli anni a seguire l’alluvione del 1987, la densità lineare dei semolini immessi fu<br />

me<strong>di</strong>amente intorno ai 0.5 per metro; tali ripopolamenti ebbero un evidente successo, come<br />

testimonia l’attuale abbondanza del temolo in Adda. Si può quin<strong>di</strong> escludere che nel caso del<br />

F. Mera l’entità dei ripopolamenti sia troppo esigua per ripristinare l’abbondanza<br />

originaria della popolazione <strong>di</strong> temolo.<br />

Figura 81: andamento dei ripopolamenti <strong>di</strong> novellame <strong>di</strong> temolo e trota marmorata<br />

Numero <strong>di</strong> pesci immessi<br />

28000<br />

26000<br />

24000<br />

22000<br />

20000<br />

18000<br />

16000<br />

14000<br />

12000<br />

10000<br />

8000<br />

6000<br />

4000<br />

2000<br />

0<br />

temoli<br />

marmorata<br />

1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005<br />

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Tabella 30: riepilogo dei ripopolamenti con novellame <strong>di</strong> temolo e trota marmorata<br />

Anno<br />

Temoli<br />

(numero)<br />

Marmorata<br />

(numero)<br />

Temoli<br />

(n°/m2 )<br />

Marmorata<br />

(n°/m2 )<br />

Temoli<br />

(n°/m)<br />

marmorata<br />

(n°/m)<br />

1985 2200 0 0.01 0.00 0.16 0.00<br />

1992 15000 6000 0.06 0.02 1.12 0.45<br />

1993 7500 9000 0.03 0.03 0.56 0.67<br />

1994 17000 0 0.06 0.00 1.27 0.00<br />

1995 19000 0 0.07 0.00 1.42 0.00<br />

1996 21000 0 0.08 0.00 1.57 0.00<br />

1997 20050 0 0.07 0.00 1.50 0.00<br />

1998 ND ND ND ND ND ND<br />

1999 10000 6000 0.04 0.02 0.75 0.45<br />

2000 15000 7000 0.06 0.03 1.12 0.52<br />

2001 20000 9000 0.07 0.03 1.49 0.67<br />

2002 20000 10000 0.07 0.04 1.49 0.75<br />

2003 25000 10000 0.09 0.04 1.87 0.75<br />

2004 25000 11000 0.09 0.04 1.87 0.82<br />

2005 4500 0 0.02 0.00 0.34 0.00<br />

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9. CONCLUSIONI<br />

Il presente stu<strong>di</strong>o ha riguardato il tratto <strong>di</strong> Fiume Mera, in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong>, che presenta una<br />

vocazionalità ittica naturale a trota marmorata e temolo, e che corrisponde alla porzione <strong>di</strong> asta<br />

fluviale compresa tra la confluenza da destra del T. Liro, a valle <strong>di</strong> Chiavenna, e la foce nel Lago <strong>di</strong><br />

Mezzola, per un totale <strong>di</strong> circa 13.4 km.<br />

L’habitat del F. Mera è pesantemente con<strong>di</strong>zionato dalle derivazioni idroelettriche; l’attuale<br />

situazione idrologica vede il tratto tra Chiavenna e lo scarico della centrale “Mera IV”, lungo circa<br />

5.65 km, con una portata costituita sostanzialmente dai DMV rilasciati lungo il Liro e da Villa <strong>di</strong><br />

Chiavenna; a valle dello scarico <strong>di</strong> “Mera IV” la portata può subire fluttuazioni notevolissime in<br />

relazione al funzionamento delle centrali <strong>di</strong> Mese e Prata, e <strong>di</strong> conseguenza <strong>di</strong> Gordona, in grado <strong>di</strong><br />

turbinare fino ad un massimo <strong>di</strong> 45.4 m 3 /s. Il rilascio improvviso <strong>di</strong> consistenti portate comporta<br />

che il tratto <strong>di</strong> Mera fino al Lago <strong>di</strong> Mezzola, lungo circa 7.75 km, sia soggetto al fenomeno<br />

dell’hydropeaking. Il Mera è quasi del tutto privato dell’apporto delle acque dei suoi tributari<br />

principali, in quanto la maggior parte <strong>di</strong> essi sono derivati e nel punto <strong>di</strong> confluenza con il Mera<br />

sono spesso asciutti; anche l’apporto della falda idrica sottoforma <strong>di</strong> ricarica della portata<br />

superficiale e delle cosiddette “Merette” è fortemente <strong>di</strong>minuito negli ultimi anni, soprattutto dopo<br />

le estati siccitose del 2003 e del 2006 e l’entrata in funzione dell’impianto Mera IV.<br />

Dall’analisi del mesohabitat emerge che solo il 50% circa della lunghezza del tratto considerato tra<br />

Gordona e lo scarico <strong>di</strong> Mera IV (circa 5 km) presenta profon<strong>di</strong>tà tali da garantire zone <strong>di</strong> massime<br />

idoneità rispetto alle preferenze del temolo adulto (in sostanza solo le zone a run e a pool); il<br />

restante 50% (i riffle), si può sud<strong>di</strong>videre in un ulteriore 30% in cui le profon<strong>di</strong>tà hanno una<br />

idoneità per lo meno sufficiente ad ospitare il temolo in gran parte della sezione, mentre nel<br />

restante 20% anche le zone <strong>di</strong> minimo gra<strong>di</strong>mento sono molto scarse.<br />

A valle della restituzione della centrale Mera IV invece il principale problema è legato<br />

all’hydropeaking, che genera continue escursioni <strong>di</strong> livello e della superficie dell’alveo bagnato<br />

particolarmente deleterie per gli avannotti, mettendo a rischio il successo della riproduzione<br />

naturale.<br />

Le campagne <strong>di</strong> monitoraggio delle temperature estive hanno mostrato come l’habitat termico del<br />

temolo sia fortemente compromesso a causa della riduzione <strong>di</strong> portata dovuta agli impianti<br />

idroelettrici. L’entrata in funzione della centrale Mera IV ha inoltre esteso in modo evidente verso<br />

valle il problema, rispetto a quanto avveniva in passato. A valle dello scarico <strong>di</strong> Mera IV la<br />

restituzione delle acque mitiga il problema, in quanto avviene normalmente <strong>di</strong> giorno, proprio in<br />

corrispondenza del riscaldamento operato dall’irraggiamento solare. Il problema si può però<br />

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estendere a valle dello scarico <strong>di</strong> Mera IV nei giorni festivi, quando la centrale non funziona o<br />

funziona a regime ridotto, rilasciando portate modeste.<br />

Lo stato della qualità biologica delle acque, pur non essendo ottimale, non sembra rappresentare<br />

un elemento <strong>di</strong> criticità per la fauna ittica e per il temolo nello specifico, anche considerando i dati<br />

storici; in termini <strong>di</strong> risorsa alimentare per l’ittiofauna, l’abbondanza dei macroinvertebrati<br />

osservata durante i campionamenti appare più che sod<strong>di</strong>sfacente e non costituisce un fattore<br />

limitante.<br />

L’ossigeno <strong>di</strong>sciolto, il pH e la conducibilità misurati nel corso della ricerca rientrano nella norma e<br />

non evidenziano situazioni <strong>di</strong> criticità potenziali per la vita dell’ittiofauna.<br />

Dai censimenti ittici 2006-2007 condotti tra Mese e Ponte S. Pietro risulta evidente come<br />

nell’ambito del popolamento salmonicolo sia sempre chiaramente dominante la trota fario<br />

(supportata da massicci ripopolamenti, ma anche da una efficace riproduzione naturale). Il temolo,<br />

pur essendo presente spora<strong>di</strong>camente in tutti i tratti, solo nella stazione più a monte e solo nel<br />

periodo invernale è risultato mostrare una popolazione numericamente adeguata, a <strong>di</strong>spetto delle<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> habitat idraulico-morfologico decisamente più sfavorevoli rispetto alle zone<br />

sottostanti; nel periodo tardo-primaverile anche in tale zona la presenza del temolo è <strong>di</strong>venuta<br />

spora<strong>di</strong>ca, come nei restanti punti campionati.<br />

E’ segnalata la presenza <strong>di</strong> un nucleo <strong>di</strong> aironi cenerini, stimato in circa 50 esemplari, la cui<br />

predazione potrebbe rappresentare un ulteriore fattore limitante per il temolo, soprattutto nel<br />

tratto a monte dello scarico <strong>di</strong> Mera IV, dove le scarse profon<strong>di</strong>tà facilitano la predazione <strong>di</strong> questo<br />

ittiofago. Si tratta pertanto <strong>di</strong> una situazione che merita un opportuno approfon<strong>di</strong>mento, nella<br />

prospettiva <strong>di</strong> intraprendere eventuali azioni <strong>di</strong>ssuasive come nel caso del cormorano.<br />

Le prove <strong>di</strong> marcatura e rilascio <strong>di</strong> temoli adulti hanno evidenziato uno spostamento <strong>di</strong> tali animali<br />

nel tratto terminale del Mera presso la foce, presumibilmente motivato sia dalle migliori con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> habitat che il Mera offrirebbe ai temoli adulti nella sua parte terminale, sia da alcuni eventi <strong>di</strong><br />

piena. A valle del Ponte S. Pietro, in Comune <strong>di</strong> Samolaco, benchè non sia stato possibile<br />

effettuare campionamenti con l’elettropesca per via delle <strong>di</strong>mensioni dell’alveo, le notizie riportate<br />

dai pescatori in<strong>di</strong>cano una situazione migliore sulla presenza <strong>di</strong> temoli.<br />

In conclusione, nello stato attuale <strong>di</strong> degrado delle con<strong>di</strong>zioni dell’habitat idraulico, morfologico e<br />

termico, si sconsiglia <strong>di</strong> effettuare ulteriori ripopolamenti <strong>di</strong> temolo e marmorata nel tratto da<br />

Chiavenna allo scarico della centrale Mera IV, in quanto non più vocazionale per queste specie. In<br />

futuro si possono attendere benefici importanti dall’entrata in vigore della normativa del PTUA<br />

regionale che porterà il DMV al 10% della portata me<strong>di</strong>a annua a partire dal 31 <strong>di</strong>cembre 2008; ciò<br />

dovrebbe garantire un miglioramento dell’habitat per il temolo e rendere quin<strong>di</strong> efficaci gli<br />

interventi <strong>di</strong> ripopolamento; si ritiene quin<strong>di</strong> che le decisioni definitive in merito alla gestione ittica<br />

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del corso d’acqua debbano essere rimandate a tale data, sospendendo comunque le attività <strong>di</strong><br />

ripopolamento con le due specie nel tratto in questione, considerata l’onerosità dell’intervento in<br />

rapporto ai modesti risultati ottenuti.<br />

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