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La memoria di Tristram - The Tristram Shandy Web | IULM

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<strong>La</strong> <strong>memoria</strong> <strong>di</strong> <strong>Tristram</strong><br />

by Patrizia Nerozzi Bellman<br />

Nel romanzo del Settecento la straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong>ffusione del racconto in prima persona, mentre si innesta nella con<strong>di</strong>visa e<br />

<strong>di</strong>chiarata esigenza “anti-romanzesca” <strong>di</strong> presentare al lettore non una finzione ma documenti e testimonianze, costituisce<br />

il rinnovamento delle forme della narrativa in prosa sullo stu<strong>di</strong>o dell’esperienza del soggetto. Contro la pericolosa<br />

arbitrarietà dell’immaginazione, autobiografie, <strong>di</strong>ari, epistolari, esprimono nelle prefazioni e in altri elementi paratestuali<br />

l’impegno <strong>di</strong> mostrare la verità dell’esperienza nella narrazione del rapporto dell’in<strong>di</strong>viduo con il mondo. Se quin<strong>di</strong> la<br />

storia che il libro contiene non è presentata al lettore come un’invenzione, ma come un resoconto, una trascrizione, allora<br />

l’autore deve nascondersi <strong>di</strong>etro le lettere dei suoi personaggi-corrispondenti, accettare <strong>di</strong> vivere nel loro presente,<br />

con<strong>di</strong>viderne l’ignoranza del futuro; oppure può immergersi nelle memorie <strong>di</strong> un narratore-protagonista sulla cui<br />

riconoscibilità effettuale, se non sull’identificazione, necessariamente celata, sa, insieme al suo lettore, <strong>di</strong> poter contare.<br />

Sia nel romanzo epistolare sia nell’autobiografia, il racconto ricorre all’esposizione della testimonianza, registrata in un<br />

tempo presente in formazione o narrata al passato, trasmessa attraverso il filtro della <strong>memoria</strong>. In questo contesto l’uso<br />

della <strong>memoria</strong> può <strong>di</strong>ventare nel <strong>di</strong>battito sui caratteri del nuovo romanzo realistico una questione <strong>di</strong> poetica, allorché per<br />

esempio Richardson ne mette in <strong>di</strong>scussione l’affidabilità, <strong>di</strong>chiarando <strong>di</strong> preferire alla forma dell’autobiografia<br />

l’imme<strong>di</strong>atezza del romanzo epistolare, che non frappone il filtro ingannevole dello sguardo retrospettivo tra<br />

l’acca<strong>di</strong>mento e la suaregistrazione 1 .<br />

www.iulm.it<br />

www.tristramshandyweb.it<br />

Con queste premesse il patto <strong>di</strong> verosimiglianza, stipulato tra l’autore e i suoi lettori, si inscrive nella <strong>di</strong>alettica privatopubblico,<br />

connessa al processo <strong>di</strong> “pubblicazione”, evidenziando clausole analoghe al patto <strong>di</strong> verità sancito dallo storico,<br />

nell’intento comune <strong>di</strong> illustrare finalità interpretative <strong>di</strong> valorizzazione etica. Il racconto, “story”, può allora <strong>di</strong>ventare<br />

Storia, “History”. Gli attestati <strong>di</strong> veri<strong>di</strong>cità, nei quali gli autori gettano le fondamenta del realismo, <strong>di</strong>fendendo, contro i<br />

precetti degli antichi, l’autonomia del loro orizzonte conoscitivo e insieme della loro scelta <strong>di</strong> poetica, assicurano peraltro,<br />

in termini <strong>di</strong> operatività programmatica, l’intenzione <strong>di</strong> contribuire ad un adattamento ai tempi che concorra alla<br />

formazione della cosiddetta sfera pubblica della modernità (Habermas). In questo senso essi intrecciano il concetto <strong>di</strong><br />

modernità a quello <strong>di</strong> storia, definendo la posizione dell’in<strong>di</strong>viduo, non più considerata immutabile, ideale, bensì empirica<br />

e quin<strong>di</strong> storica, determinata dal rapporto tra uomo, mondo e natura, tra storia in<strong>di</strong>viduale e storia sociale.<br />

<strong>La</strong> vicenda <strong>di</strong> personaggi collocati entro precise coor<strong>di</strong>nate temporali, narrata nella prospettiva <strong>di</strong> un processo in<br />

evoluzione, informa il nuovo modello narrativo: nel romanzo, come nella storia, il tempo, ovvero l’elemento <strong>di</strong>namico del<br />

racconto, costituisce la <strong>di</strong>mensione peculiare che permette <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare in una trama <strong>di</strong> eventi la molteplicità dei<br />

fenomeni <strong>di</strong>stribuiti come serie <strong>di</strong> consequenzialità che sono fatti e insieme momenti. 2 Peraltro va notato che nel<br />

Settecento ha luogo un cambiamento nello statuto stesso del tempo che acquista preminenza rispetto allo spazio; al tempo<br />

viene assegnato un nuovo rango e gli viene conferita una giustificazione filosofica. Gli orologi, come ci ricorda spesso<br />

Locke, devono la loro funzione specifica alla struttura meccanica, concreta e percepibile, che fornisce il modello<br />

esplicativo <strong>di</strong> una realtà materiale osservabile e quantificabile. 3 Mentre la questione della sua esatta misurazione rimane<br />

un argomento molto <strong>di</strong>battuto nei circoli scientifici, la fede ottimistica che dallo stu<strong>di</strong>o del passato e del presente si<br />

possano in<strong>di</strong>viduare e tracciare le linee dell’avvenire, favorendo così la <strong>di</strong>ffusione della virtù e della felicità, alimenta il<br />

fervore storiografico che percorre il secolo. Come scrive Condorcet: “Se l’uomo può pre<strong>di</strong>re con sicurezza quasi totale i<br />

fenomeni <strong>di</strong> cui conosce le leggi, se, anche quando gli sono ignote, può, in base all’esperienza del passato, prevedere con<br />

grande probabilità gli avvenimenti dell’avvenire, perché si dovrebbe reputare impresa chimerica quella <strong>di</strong> tracciare con<br />

qualche verosimiglianza il quadro dei futuri destini della specie umana, in base ai risultati della sua storia ?” 4 . Alla fine<br />

del secolo l’ambito della storia si estende a tutto l’insieme delle attività umane e a tutti i campi della pratica culturale,<br />

<strong>di</strong>ventando da <strong>di</strong>sciplina metodo con un vasto campo <strong>di</strong> applicabilità. <strong>La</strong> storia sembra allearsi alla scienza: appare in<br />

questo senso esemplare in campo inglese la posizione <strong>di</strong> Hume per il quale l’interesse per la storia è connesso alla<br />

possibilità <strong>di</strong> trovarvi un repertorio <strong>di</strong> fatti e <strong>di</strong> “esperimenti”, in grado <strong>di</strong> fornire al politico o al filosofo morale il<br />

materiale su cui costruire la sua scienza.


L’inizio <strong>di</strong> <strong>The</strong> Life and Opinions of <strong>Tristram</strong> <strong>Shandy</strong>, Gent., grande romanzo del soggetto, <strong>di</strong>segna ad epigrafe del<br />

racconto l’emblema ossimorico del protagonista intrecciando la misurazione meccanica del tempo con le recenti<br />

investigazioni della fisiologia e della me<strong>di</strong>cina. Ad imitazione <strong>di</strong> quegli esperimenti “in famiglia”, <strong>di</strong>ffusi tra gli umanisti<br />

scienziati negli anni centrali del secolo5 e celebrati da Wright of Derby in “<strong>The</strong> Orrery” (1766) o in “Experiment with an<br />

Air-Pump” (1768) 6 , <strong>La</strong>urence Sterne allestisce in chiave paro<strong>di</strong>ca la rappresentazione <strong>di</strong> un “drawing-room experiment”,<br />

forzando fino all’assurdo le convenzioni della narrativa autobiografica. <strong>Tristram</strong> deve cominciare ab ovo la sua storia, con<br />

il concepimento del suo embrione sotto il segno dell’orologio a pendolo. Ma un’ infausta “interruzione” “spaventa” lo<br />

sperma, guastando il risultato dell’operazione:<br />

Pray, my dear, quoth my mother, have thou not forgot to wind up the clock? — Good God —! cried my father,<br />

making an exclamation, but taking care to moderate his voice at the same time, — Did ever woman, since the<br />

creation of the world, interrupt a man with such a silly question? (I, I)<br />

Generato come “essere razionale” e prova vivente del fatale anacronismo tra la rigida progressione del tempo, scan<strong>di</strong>ta<br />

dagli strumenti della meccanica, e l’incontrollabile misura del tempo in<strong>di</strong>viduale, <strong>Tristram</strong> è collocato in un universo<br />

narrativo dominato da impreve<strong>di</strong>bili svolte e pieghe che annullano ogni tentativo del protagonista/narratore <strong>di</strong> imporre<br />

un or<strong>di</strong>ne sequenziale sulla realtà/narrazione, e quin<strong>di</strong> un lineare svolgimento al racconto della <strong>memoria</strong>. Cavaliere<br />

sentimentale e melanconico, alla ricerca delle origini e delle cause oggettive delle vicende della sua storia, Tristam,<br />

campione <strong>di</strong> soggettivismo umorale, si scontra con le multiformi e molteplici incarnazioni della fatale contrad<strong>di</strong>zione al<br />

principio <strong>di</strong> Leibniz secondo il quale: “Nulla accade senza che vi sia una ragione per cui avvenga così e non altrimenti” 7 .<br />

Come riflette Parson Yorick, la maschera shakespeariana del fool, che, con Walter <strong>Shandy</strong>, aspirante filosofo<br />

enciclope<strong>di</strong>co, è insieme a <strong>Tristram</strong> una delle personificazioni del metodo sterniano, c’è “una fatalità” che si oppone:<br />

But there is a fatality attends the actions of some men: Order them as they will, they pass thro’ a certain<br />

me<strong>di</strong>um which so twists and refracts them from their true <strong>di</strong>rections — that, with all the titles to praise which<br />

a rectitude of heart can give, the doers of them are nevertheless forced to live and <strong>di</strong>e without it. (I, X)<br />

Se "un certo me<strong>di</strong>um" <strong>di</strong>storce e rifrange le azioni <strong>di</strong> “alcuni uomini” dalle <strong>di</strong>rezioni predestinate e l’esperienza non segue<br />

un percorso lineare, ma frastagliato, sfuggendo ad ogni principio <strong>di</strong> determinismo con emergenze <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> soggettività<br />

contingenti e <strong>di</strong>sperse, la <strong>di</strong>sseminazione del rammentare e del raccontare governa il metodo narrativo. Le “opinioni”,<br />

inscritte accanto a vita, nel titolo stesso del libro, segnalano prima dell'apertura del testo un elemento <strong>di</strong> criticità nella<br />

ormai canonica progressione dell’autobiografia e, nella relazione tra la memorizzazione e l'identità, mettono<br />

letteralmente in <strong>di</strong>scussione il concetto <strong>di</strong> soggettività stabile insieme alla possibilità <strong>di</strong> narrare concretizzando la<br />

concatenazione degli eventi secondo un aprioristico e in<strong>di</strong>scusso or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> senso. In <strong>Tristram</strong> <strong>Shandy</strong>, opera, come è stato<br />

più volte detto, interamente post moderna da ogni punto <strong>di</strong> vista eccetto il periodo in cui fu scritta, “antiromanzometaromanzo-iper<br />

romanzo” 8 , “il progenitore <strong>di</strong> tutti i romanzi d’avanguar<strong>di</strong>a del nostro secolo” 9 , l’autore/narratore è<br />

costretto a rifiutare fin dall’inizio una concezione finalistica della <strong>memoria</strong> corrispondente ad un’idea <strong>di</strong> essenza della<br />

persona. Le vicende del protagonista e i suoi pensieri formano una rete <strong>di</strong> fatti inestricabilmente connessi solo nella sua<br />

consapevolezza <strong>di</strong>scontinua e frammentaria, ma resistono con accanimento ad ogni tentativo <strong>di</strong> essere or<strong>di</strong>nati in una<br />

sequenza logica e cronologica. Se la coscienza dell’in<strong>di</strong>viduo non può essere pensata come unità, ma come frammentata<br />

intermittenza, secondo la svolta introspettiva inferta da Shaftesbury all’empirismo associazionista <strong>di</strong> Locke, il metodo<br />

narrativo può tentare <strong>di</strong> procedere solo attraverso due operazioni <strong>di</strong> segno opposto: “scattering”, “<strong>di</strong>sperdendo”, e<br />

“gathering”, “raccogliendo”, come fa Parson Yorick, e Yorick “no doubt, as Shakespear said of his ancestor — “was a man<br />

of jest” “ (IV,XXVII):<br />

he had but too many temptations in life, of scattering his wit and his humour, —— his gibes and his jests<br />

about him —— <strong>The</strong>y were not lost for want of gathering (I, XI)<br />

Nella traiettoria del racconto che si ramifica in acrobatiche volute inseguendo eccentrici punti <strong>di</strong> fuga, la <strong>memoria</strong> rimane<br />

una continua, seppure continuamente imperfetta, interpretazione della vita, e la scrittura del ricordo mantiene per<br />

<strong>Tristram</strong> narratore una funzione terapeutica sulla cui fisiologica concretezza ironizza:<br />

I enter upon this part of my story in the most pensive and melancholy frame of mind, that ever sympathetic<br />

breast was touched with. — My nerves relax as I tell it. — Every line I write, I feel an abatement of the<br />

quickness of my pulse, and of that careless alacrity with it, which everyday of my life prompts me to say and<br />

write a thousands things I should not. — And this moment that I last <strong>di</strong>pped my pen into my ink, I could not


help taking notice what a cautious air of sad composure and solemnity there appeared in my manner of doing<br />

it. — Lord! How <strong>di</strong>fferent from the rash jerks and hare-brained squirts thou art wont, <strong>Tristram</strong>! To transact it<br />

with in other humours, — dropping thy pen — spurting thy ink about thy table and thy books, — as if thy pen<br />

and thy ink, and thy books and thy furniture cost thee nothing. (III, XXVIII)<br />

Ma mentre scrive l’autobiografia, la sua esistenza continua a procedere inesorabilmente. Più vive, più avrà da scrivere, e in<br />

un'impari lotta contro il tempo, cade preda delle teorie e ossessioni nelle quali si articolano le molteplici, multiformi verità<br />

dell'in<strong>di</strong>viduo, soggette ad un movimento <strong>di</strong> inesauribile trasformazione. Nemmeno la filosofia e la retorica possono<br />

tradurre il mondo nella fissità del testo, costringere il flusso dell’esperienza entro le copertine del libro perchè: "Time<br />

wastes too fast: every letter I trace tells me with what rapi<strong>di</strong>ty Life follows my pen" (IX,VIII). Il progetto <strong>di</strong> Walter <strong>Shandy</strong><br />

<strong>di</strong> scrivere un trattato pedagogico per il figlio, la Tristrapae<strong>di</strong>a, si mostra inutile perché sconfitto dal passare del tempo:<br />

mentre egli è assorto nel dogmatismo delle sue eru<strong>di</strong>te speculazioni, intento a razionalizzare e a catalogare, <strong>Tristram</strong><br />

cresce senza un’educazione.<br />

I riferimenti all’inadeguatezza della scrittura, sempre troppo lenta nel seguire e inseguire il percorso della <strong>memoria</strong>,<br />

ricorrono lungo tutto il romanzo e suggeriscono al narratore scorciatoie e détour semantici e cronologici, gli impongono <strong>di</strong><br />

aprire lo spazio della pagina alla sintesi simbolica che l’arte figurativa offre allo sguardo. Ma la materialità del testo<br />

ingabbia il processo autobiografico e, come un monarca assoluto, costringe la co<strong>di</strong>fica della vita entro la camicia <strong>di</strong> Nesso<br />

della composizione tipografica, stabilendo degli itinerari obbligati che, seppure elusi, si scoprono sempre senza uscita.<br />

Perché allora non cambiare le convenzioni della pubblicazione a stampa, mo<strong>di</strong>ficare i segni e le regole della punteggiatura,<br />

annerire una pagina, inserire grafici, <strong>di</strong>segni, <strong>di</strong>agrammi, asterischi, pagine marmorizzate… lasciare al lettore lo spazio <strong>di</strong><br />

una pagina bianca da riempire con il ritratto della donna amata, riprodurre il rigo <strong>di</strong> un motivo musicale perché lo<br />

accenni, mostrargli come non sia la linea retta, ma la serpentina la linea della bellezza e del racconto, perché non creare<br />

insomma un’altra forma possibile <strong>di</strong> romanzo? Perché infine non inabissarsi con lui nello spazio e nel tempo della<br />

<strong>di</strong>gressione, “l’anima, il sole della narrazione”, plagiando per anticipazione il modello dell’iper-romanzo? 10<br />

Il percorso a segmenti della <strong>memoria</strong> resiste al desiderio <strong>di</strong> procedere del racconto, cresce per così <strong>di</strong>re ipertroficamente<br />

nello spazio <strong>di</strong>latorio del <strong>di</strong>fferimento, precipita e si inabissa nelle volute delle <strong>di</strong>gressioni, nelle questioni <strong>di</strong> scienza, <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>cina, <strong>di</strong> teologia, <strong>di</strong> astronomia, tra <strong>di</strong>scussioni scientifiche, atti legali, un contratto <strong>di</strong> matrimonio, controversie<br />

teologiche, un vero sermone, una scomunica…<br />

‘Tis to rebuke a vicious taste…of rea<strong>di</strong>ng straight forwards, more in quest of the adventures, than of the deep<br />

eru<strong>di</strong>tion and knowledge which a book of this cast, if read over as it should be, would infallibly impart with<br />

them. (I, XX)<br />

Con una allusione paro<strong>di</strong>ca alla maschera del "learned wit" 11 nella cui tra<strong>di</strong>zione peraltro sa <strong>di</strong> doversi collocare, <strong>Tristram</strong><br />

situa la congettura, la <strong>di</strong>vagazione in quello che Calvino ed Eco chiameranno l’indugio, creato dallo scarto tra fabula,<br />

trama e <strong>di</strong>scorso. E’ nell’”eru<strong>di</strong>zione profonda” che può impartire un libro, lo spazio dove la narrazione si può allungare<br />

senza tener conto né dell’importanza, né del tempo reale dell’avvenimento, in opposizione alla continuità teleologica, allo<br />

sviluppo della storia, allontanando la fine del racconto, contro la tra<strong>di</strong>zionale strategia <strong>di</strong> "far <strong>di</strong>menticare al lettore <strong>di</strong> star<br />

leggendo un libro". 12 <strong>La</strong> <strong>memoria</strong> personale introduce alla <strong>di</strong>gressione, all’esplorazione dell’autore e del lettore nella<br />

galassia della <strong>memoria</strong> culturale, sfuggendo ad un processo selettivo secondo i fini, gli scopi, le emozioni della scrittura,<br />

inseguita con funamboliche acrobazie dalla <strong>memoria</strong> guida <strong>di</strong> <strong>Tristram</strong>, tra il gusto irridente della citazione eru<strong>di</strong>ta e del<br />

plagiarismo sistematico, in un progetto <strong>di</strong> ibridazione tra testo e contesto:<br />

Your sudden and unexpected arrival…brought the great Stevinus into my head…(II, XII)<br />

Nel dedalo della storia, il lettore deve ritrovare il suo itinerario, richiamato a ricordare, sollecitato all’interno del libro e<br />

del racconto, in una schermaglia che rimette continuamente in <strong>di</strong>scussione il suo ruolo e la sua funzione e ne mo<strong>di</strong>fica la<br />

prospettiva attraverso un <strong>di</strong>alogo che sovrappone e sfalda i piani del suo orizzonte d'attesa:<br />

First, then, the matter which I have to remind you of, is this;… (II,XIX)<br />

This turn of thinking in my father, is what I had to remind you of: — <strong>The</strong> point you are to be informed of, and<br />

which I have reserved for this place, is as follows:… (II, XIX)<br />

When the misfortune of my NOSE fell so heavily upon my father’s head, — the reader remembers that he<br />

walked instantly up stairs, and cast himself down upon his bed…( IV, XVII)<br />

Now it appears, by a memorandum in my father’s pocket- book which now lies upon the table, “That on


<strong>La</strong>dy-Day, which was on the 25th of the same month in which I date my geniture — my father set out upon<br />

his journey to London with my eldest brother Bobby, to fix him at Westminster school… (I, V)<br />

Richiamandosi ironicamente alla pretesa <strong>di</strong> fedeltà a vicende e a documenti, esibita in tanti romanzi dell’epoca da<br />

<strong>di</strong>chiarazioni programmatiche rispondenti ad un’abile strategia pubblicitaria, il narratore si <strong>di</strong>chiara incapace <strong>di</strong> ricordare<br />

il nome <strong>di</strong> alcuni personaggi, e quin<strong>di</strong> ammette <strong>di</strong> doverli inventare:<br />

O the few legitimate sons of Adam , whose breasts never felt what the sting of love …I wish for their sakes I<br />

had the key of my study out of my draw-well, only for five minutes to tell you their names – recollect them I<br />

cannot –– so be content to accept of these, for the present, in their stead.–– (VI,XXX)<br />

D’altra parte tutto il patrimonio della <strong>memoria</strong> collettiva, registrato in cronache, elenchi, albi, genealogie… trabocca dagli<br />

archivi e gli impone la sua inelu<strong>di</strong>bile e ingombrante presenza, rimettendo continuamente in <strong>di</strong>scussione il problema del<br />

rapporto tra la tra<strong>di</strong>zione e il nuovo co<strong>di</strong>ce narrativo: "…there are archives at every stage to be look'd into, and rolls,<br />

records, documents and endless genealogies, which justice ever and anon calls him back to stay the rea<strong>di</strong>ng of" (I, XIV).<br />

<strong>La</strong> battaglia dei libri è sempre in atto e <strong>Tristram</strong>, immerso nella biblioteca <strong>di</strong> Babele del passato, nelle sue tortuose<br />

peregrinazioni lungo gli itinerari <strong>di</strong> un repertorio culturale onnivoro, può anche trovarsi costretto a citare “a <strong>memoria</strong>”<br />

(IV,XV), per esempio, come annuncia sod<strong>di</strong>sfatto, dal saggio <strong>di</strong> Montaigne sul sonno.<br />

In questo senso anche la sua autobiografia può paragonarsi alla definizione che egli dà dell’Essay upon Human<br />

Understan<strong>di</strong>ng <strong>di</strong> Locke , “a history-book, Sir, (which may possibly recommend it to the world) of what passes in a man’s<br />

own mind” (II, II). <strong>La</strong> mente dell’uomo è permeabile al flusso in continuo mutamento dell’esperienza; ma nel folle regno<br />

dell’hobby-horse, dove il tempo della percezione si ferma, i personaggi del romanzo scoprono il completo go<strong>di</strong>mento<br />

dell’identità personale, imponendo sull’esistenza un modello comprensibile e controllabile che però opera solo entro<br />

questo dominio maniacale. Attraverso la reiterata rappresentazione delle manovre militari, degli asse<strong>di</strong> e delle conquiste,<br />

che contrassegnarono le guerre combattute dall’Inghilterra contro la Francia e i suoi alleati, e un ininterrotto riesame<br />

della ferita ricevuta durante l’asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Namur nel 1695, Uncle Toby immobilizza il tempo della Storia inglese e della sua.<br />

Nei campi <strong>di</strong> battaglia in miniatura allestiti sul bowling green della sua residenza, l’elaborata, rituale, messa in scena della<br />

strategia militare, si <strong>di</strong>mostra il sistema più efficace per combattere contro l’eterna attrazione verso la morte:<br />

I must remind the reader, in case he has read the history of King William’s wars, but if he has not, — I then<br />

inform him, that one of the most memorable attacks in that siege, was that which was made by the English<br />

and Dutch upon the point of the advanced counterscarp, before the gate of St. Nicolas… (II, I)<br />

As this was the most memorable attack in the whole war, — the most gallant and obstinate on both sides, —<br />

(VI, XXIV)<br />

Anche le sue manovre <strong>di</strong> avvicinamento all’amata rispondono ad una sistematica strategia <strong>di</strong> attacco, ma, in conformità<br />

con l’antico co<strong>di</strong>ce del cavaliere, <strong>di</strong>latano l’orizzonte <strong>di</strong> attesa inducendo un sempre protratto <strong>di</strong>fferimento della<br />

conquista:<br />

…I was confident the following memoirs of my uncle Toby’s courtship of widow Wadman, whenever I got<br />

time to write them, would turn out one of the most compleat system, both of the elementary and practical<br />

part of love and love-making that ever was addressed to the world — (VI, XXXVI)<br />

Al contrario <strong>di</strong> Walter <strong>Shandy</strong>, “a man of deep rea<strong>di</strong>ng — prompt memory — with Cato, and Seneca, and Epictetus, at his<br />

fingers ends. — (V,VI)”, Uncle Toby non ha molto da ricordare, come il suo attendente, il caporale Trim:<br />

<strong>The</strong> corporal — with nothing — to remember — of no deeper rea<strong>di</strong>ng than his muster-roll — or greater names<br />

at his finger’s end, than the contents of it (V, VI)<br />

Nelle variazioni sulla funzione della <strong>memoria</strong> nei personaggi <strong>di</strong> <strong>Tristram</strong> <strong>Shandy</strong>, Walter <strong>Shandy</strong>, aspirante uomo<br />

enciclope<strong>di</strong>co, è collocato all’estremo opposto, dove la sua mai appagata fissazione <strong>di</strong> investigare, razionalizzare,<br />

catalogare per dominare "la caotica e sconfinata fantasia dell'uomo" (Locke), lo fa scivolare in una vertigine solipsistica<br />

che lo rende totalmente incapace non solo <strong>di</strong> intervenire sulle inezie del reale – il car<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> una porta che ha bisogno <strong>di</strong><br />

essere riparato o lo stemma <strong>di</strong> famiglia <strong>di</strong>pinto sulla carrozza che dovrebbe essere raddrizzato, ma anche <strong>di</strong> percepire la<br />

prematura scomparsa del figlio maggiore. Custode inadeguato dell’antica residenza degli <strong>Shandy</strong>, appare circondato da


oggetti e meccanismi che operano in modo inappropriato – il cattivo funzionamento <strong>di</strong> una finestra a ghigliottina è la<br />

causa della quasi evirazione <strong>di</strong> <strong>Tristram</strong>; sullo sfondo delle vicende della famiglia si accatastano gli avanzi del passato,<br />

abiti, brache, cappelli… che devono essere riadattati, rabberciati, come nella soffitta <strong>di</strong> un trovarobe.<br />

Ma poiché l’uomo è “tra tutti il veicolo più bizzarro” (IV, VIII), <strong>di</strong>viene necessario per capirne i principi costitutivi operare<br />

una “anatomia della mente”, sosteneva un filosofo come Thomas Reid13 : a <strong>Tristram</strong> non rimane altro che mettere in atto<br />

una <strong>di</strong>ssezione investigativa che enumeri le componenti fondanti, seguendo il cosiddetto “iatromeccanismo”, dottrina<br />

assai <strong>di</strong>ffusa nella me<strong>di</strong>cina dell’epoca, che descrive il corpo umano come un sistema <strong>di</strong> pulegge, molle, tubi e canali in cui<br />

scorrono i flui<strong>di</strong> corporei governati dalle leggi dell’idraulica14 :<br />

— the soul of Phutatorius, together with all his ideas, his thoughts, his attention, his imagination, judgment,<br />

resolution, deliberation, ratiocination, memory, fancy, with ten battalions of animal spirits … (IV, XXVII)<br />

…the great gifts and endowments both of wit and judgement, with every thing which usually goes along with<br />

them, — as memory, fancy, genius, eloquence, quick parts, and what not, may…be poured down warm as<br />

each of us could bear it…into the several receptacles, cells, cellules, domiciles, dormitories, refectories, and<br />

spare places of our brains… (III, XX)<br />

Alla <strong>memoria</strong> è affidato il compito <strong>di</strong> trasmettere le regole fondamentali dell’agire umano poiché custo<strong>di</strong>sce le fondamenta<br />

permanenti sulle quali poggia la flui<strong>di</strong>tà della psiche; nella unicità e varietà degli avvenimenti della vita, ciò che<br />

ricor<strong>di</strong>amo determina la percezione dell’esperienza del presente e contribuisce alla costruzione della nostra identità<br />

problematica:<br />

…and I make no doubt but the knowledge of right and wrong is so truly impressed upon the mind of man…<br />

(II, XVII)<br />

Solo gli oggetti possono <strong>di</strong>menticare la loro funzione, e fermarsi immemori in un’atmosfera senza tempo:<br />

<strong>La</strong>bour stood still as he pass’d, the bucket hung suspended in the middle of the well, the spinning wheel<br />

forgot its round…(I, X)<br />

L'uomo è destinato a vivere il passato come per<strong>di</strong>ta; cerca <strong>di</strong> guarire dalla malattia melanconica, ma invano:<br />

You know the event, brother Toby, — ‘tis too melancholy a one to be repeated now, — when the few animal<br />

spirits I was worth in the world, and with which memory, fancy, and quick parts should have been convey’d,<br />

— were all <strong>di</strong>spersed, confused, confounded, scattered, and sent to the devil. — (IV, XIX)<br />

Il tempo cancella le tracce della <strong>memoria</strong> degli uomini, <strong>di</strong>sseminando <strong>di</strong> rovine il paesaggio all'orizzonte del viaggiatore:<br />

— To <strong>di</strong>e, is the great debt and tribute due unto nature: tombs and monuments, which should perpetuate our<br />

memories, pay it themselves; and the proudest pyramid of the all, which wealth and science have erected, has<br />

lost its apex, and stands obtruncated in the traveller’s horizon… Kingdoms and provinces, and town and<br />

cities, have they not their periods? And when those principles and powers, which at first cemented and put<br />

them together, have performed their several evolutions, they fall back…<strong>The</strong> fairest towns that ever the sun<br />

rose upon, are now no more; the names only are left, and those (for many of the are wrong spelt) are falling<br />

themselves by piece-meals to decay, and in length of time will be forgotten, and involved with everything in a<br />

perpetual night: the world itself, brother Toby, must — come to an end. (V, III)<br />

<strong>Tristram</strong> apre a ventaglio l'immaginosa struttura del <strong>di</strong>scorso narrativo ed entra nel territorio della letteratura <strong>di</strong> viaggio<br />

intrecciando in una caleidoscopica e ipnotica scomposizione <strong>di</strong> piani il presente del <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> viaggio, il futuro della tappa<br />

progettata e il ricordo del viaggio precedente con il padre e Uncle Toby. Viaggiatore "come mai ce ne sono stati prima",<br />

non può scan<strong>di</strong>re l'itinerario nei tre momenti canonici, la partenza, la meta, il ritorno e il suo Grand Tour <strong>di</strong> iniziazione<br />

<strong>di</strong>mostra invece come la temporalità dell’uomo sia una temporalità senza <strong>di</strong>rezione nella quale anche Ulisse può perdersi:


…— for in this last chapter, as far at least as it has helped me through Auxerre, I have been getting forwards<br />

in two <strong>di</strong>fferent journies together, and with the same dash of the pen — for I have got entirely out of Auxerre<br />

in this journey which I am writing now, and I am got half way out of Auxerre in that which I shall write<br />

hereafter—….I have brought myself into such a situation, as no traveller ever stood before me; for I am this<br />

moment walking across the market-place of Auxerre with my father and my uncle Toby, in our way back to<br />

<strong>di</strong>nner—and am this moment also entering Lyons with my post-chaise broke into a thousand pieces — and I<br />

am moreover this moment in a handsome pavilion built by Pringello, upon the banks of the Garonne, which<br />

Mons. Sligniac has lent me, and where I now sit rhapso<strong>di</strong>zing all these affairs.<br />

— Let me collect myself, and pursue my journey”(VII,XXVIII)<br />

L'esercizio <strong>di</strong> identificazione dell'io procede a sobbalzi lungo estenuanti percorsi, tra opere d'arte, e<strong>di</strong>fici, gallerie… che<br />

mostrano il loro destino <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssoluzione:<br />

…the freshness of the painting was no more — the gil<strong>di</strong>ng lost its lustre — and the whole affair appeared so<br />

poor in my eyes – so sorry! – so contemptible!...(VII, XXIX)<br />

Ma ormai <strong>Tristram</strong> ha poco da <strong>di</strong>re, la <strong>memoria</strong> non lo aiuta più e vorrebbe che qualcun altro raccogliesse la sua penna e<br />

potesse continuare:<br />

…any one is welcome to take my pen, and go on with the story for me that will — I see the <strong>di</strong>fficulty of the<br />

descriptions I’m going to give — and feel my want of powers.(IX, XXIV)<br />

Niente può rimanere come era stato fatto, bello come era stato creato; solo il mondo <strong>di</strong> carta della scrittura conserva<br />

intatte le immagini del passato e possiede quella <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> permanenza conoscitiva che ci permette <strong>di</strong> sottrarci alla<br />

morte e al tempo:<br />

NOTE<br />

I am heartily glad, said I, that ‘tis all broke to pieces. What a flame will rekindle in the lamp, to snatch a<br />

blushing grape from Hermitage15 …whence courteous knights have whilome rescued the <strong>di</strong>stressed… (VII,<br />

XXIX)<br />

1 Ve<strong>di</strong> su questi temi P. Nerozzi Bellman (a c. <strong>di</strong>),<br />

Alle origini della letteratura moderna. Testi <strong>di</strong> poetica del Settecento inglese: il romanzo e la poesia, Bruno Mondatori,<br />

Milano 1997. [See also the Introduction: Il romanzo nel Settecento inglese by Patrizia Nerozzi]<br />

2 Ve<strong>di</strong> Patrizia Nerozzi Bellman,<br />

“<strong>La</strong> modernità come storia: primitivismo, me<strong>di</strong>evalismo, neogotico”, in Storia della civiltà letteraria inglese, vol. II,<br />

UTET, Torino 1996, pp. 147-162.<br />

3 Cfr. M. Ayers Locke<br />

Ideas and Things, Phoenix, London 1997 e Patrizia Nerozzi Bellman, “<strong>Tristram</strong> <strong>Shandy</strong> e la nuova scienza”, in<br />

Letteratura e scienza, a cura <strong>di</strong> Daniela Carpi, Re Enzo, Bologna 2003. [in this website in English]


4 M.J.A.N. Caritat de Condorcet<br />

Esquisse d’un Tableau Historique des Progrès de l’Esprit Humain, Paris 1794-95. Cit. in Krysztof Pomian, L’or<strong>di</strong>ne del<br />

tempo, Einau<strong>di</strong>, Milano 1992, p. 330.<br />

5 Cfr. Jenny Uglow<br />

<strong>The</strong> Lunar Men. Five Friends Whose Curiosity Changed the World, Farrar, Straus and Giroux, New York 2002.<br />

6 Patrizia Nerozzi Bellman<br />

“<strong>Tristram</strong> <strong>Shandy</strong> e la nuova scienza”, cit.<br />

7 Cit. in Krzysztof Pomian, op. cit., p.310.<br />

8 Nelle parole che Italo Calvino usa per definire il “gemello” francese <strong>di</strong> <strong>Tristram</strong> <strong>Shandy</strong>, Jacques le Fataliste et son<br />

maitre <strong>di</strong> Denis Diderot. In Italo Calvino, Perché leggere i classici?, Arnoldo Mondatori E<strong>di</strong>tore, Milano 1991.<br />

9 Italo Calvino<br />

“Post scritto a <strong>La</strong>urence Sterne”, Un romanzo politico, Einau<strong>di</strong> Torino, 1981.<br />

10 Su <strong>Tristram</strong> <strong>Shandy</strong> come iper-romanzo ve<strong>di</strong> Patrizia Nerozzi Bellman, “Why <strong>Tristram</strong> <strong>Shandy</strong>” in eLiterature<br />

in ePublishing e<strong>di</strong>ted by Paola Carbone, Mimesis, Milano 2002 [also in this website]. Su questo argomento Massimo<br />

Riva (Brown University) ha tenuto un ciclo <strong>di</strong> conferenze nel novembre-<strong>di</strong>cembre 2002 come “visiting professor” presso<br />

l’Università <strong>di</strong> Lingue e Comunicazione <strong>IULM</strong> (Milano). A lui sono debitrice per più <strong>di</strong> un suggerimento.<br />

11 Cfr. Arthur H. Cash<br />

<strong>La</strong>urence Sterne. <strong>The</strong> <strong>La</strong>ter Years, Methuen, London and New York 1986, p. 73.<br />

12 Italo Calvino, op.it.<br />

13 Cit. in Roy Porter<br />

Enlightenment. Britain and the creation of the modern world, Allen <strong>La</strong>ne, <strong>The</strong> Penguin Press, p.163.<br />

14 Ivi, p.158.<br />

15 Vorrei ricordare come in "Arca russa" <strong>di</strong> Sokurov, forse uno dei risultati, anche tecnicamente più originali, della<br />

recente stagione cinematografica, la <strong>memoria</strong> culturale della Russia è rappresentata in un percorso guidato nelle sale<br />

dell'Hermitage.

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