25.12.2012 Views

al di là della pagina. tristram shandy e l'avanguardia futurista a ...

al di là della pagina. tristram shandy e l'avanguardia futurista a ...

al di là della pagina. tristram shandy e l'avanguardia futurista a ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

LIBERA UNIVERSITA’ DI LINGUE E COMUNICAZIONE<br />

IULM<br />

Corso <strong>di</strong> Laurea in Comunicazione e gestione nei mercati dell’arte<br />

e <strong>della</strong> cultura<br />

MILANO<br />

AL DI LÀ DELLA PAGINA.<br />

TRISTRAM SHANDY E L’AVANGUARDIA FUTURISTA A<br />

CONFRONTO.<br />

Docente che ha assegnato l’argomento <strong>della</strong> prova fin<strong>al</strong>e<br />

Chiar.ma Prof.ssa Paola Carbone<br />

Anno Accademico 2010/2011<br />

Prova fin<strong>al</strong>e <strong>di</strong>:<br />

V<strong>al</strong>eria Pitinzano<br />

Matr. N. 1001736


INDICE<br />

INTRODUZIONE ..................................................................................... 2<br />

1. LA RIVOLUZIONE TIPOGRAFICA ..................................................... 7<br />

1.1. Le innovazioni futuriste in letteratura .......................................... 7<br />

1.2. Tristram Shandy e Futurismo: aspetti tipografici ....................... 10<br />

2. OLTRE IL LIBRO: L‟IPERTESTO ...................................................... 26<br />

2.1. La scrittura non-lineare ..................................................................... 26<br />

2.2. L‟ipertesto sensori<strong>al</strong>e e i nuovi materi<strong>al</strong>i ................................... 38<br />

2.3. Declamazione/ Or<strong>al</strong>ità .............................................................. 47<br />

3. LA SPIRALE ..................................................................................... 50<br />

CONCLUSIONI ..................................................................................... 66<br />

BIBLIOGRAFIA ..................................................................................... 67<br />

SITOGRAFIA ........................................................................................ 70<br />

1


INTRODUZIONE<br />

Ogni secolo vede nel proprio fluire cultur<strong>al</strong>e movimenti artistici che frappongono ad<br />

una accademica persistenza <strong>della</strong> tra<strong>di</strong>zione il più <strong>al</strong>to e rivoluzionario slancio <strong>della</strong><br />

fantasia e dell‟invenzione, andando così a costituire un elemento <strong>di</strong> “frattura” nel<br />

ra<strong>di</strong>cato tessuto <strong>di</strong> una sensibilità <strong>di</strong> volta in volta convenzion<strong>al</strong>e.<br />

L‟argomento che intendo affrontare nella mia tesi volge lo sguardo verso t<strong>al</strong>i esempi<br />

innovativi, proponendo l‟an<strong>al</strong>isi comparativa <strong>di</strong> due contesti che possono essere a<br />

pieno titolo inseriti fra questi ultimi: il Tristram Shandy e il Futurismo.<br />

La loro immensa portata è cosa nota, ma raramente essi vengono messi in relazione<br />

ai fini <strong>di</strong> stabilire un gioco <strong>di</strong> influenze e similitu<strong>di</strong>ni, che, lungi d<strong>al</strong> volerli eguagliare,<br />

possa riconfermare il Futurismo nel solco <strong>della</strong> ribellione del Novecento it<strong>al</strong>iano e, in<br />

modo assai più rilevante, mettere in luce l‟incisivo potere precursore dell‟opera<br />

sterniana.<br />

L‟effetto esercitato sul presente d<strong>al</strong> romanzo The Life and Opinions of Tristram<br />

Shandy, gentleman, pubblicato in nove volumi fra il 1759 e il 1767 ad opera del<br />

reverendo Laurence Sterne, è stato indagato in lungo e in largo, con esiti che<br />

portano a definirlo progenitore dell‟avanguar<strong>di</strong>a in quanto antiromanzo, meta-<br />

romanzo ed iper-romanzo, con riferimenti che giungono fino a C<strong>al</strong>vino, a Perec, e,<br />

per quanto riguarda la narrazione umor<strong>al</strong>e, ad<strong>di</strong>rittura a Foscolo e a Pirandello. 1<br />

Inoltre il rapporto con l‟avanguar<strong>di</strong>a, non solo letteraria, fu sottolineato già nei primi<br />

anni Venti d<strong>al</strong> form<strong>al</strong>ista russo Viktor Sklovskij che in Teoria <strong>della</strong> prosa afferma: “è<br />

tutto regolato, come in un quadro <strong>di</strong> Picasso”, rivelando l‟attitu<strong>di</strong>ne decostruttiva e<br />

non lineare dell‟opera, assimilabile con gli oggetti cubisti. 2<br />

La pre<strong>di</strong>lezione per una narrativa <strong>della</strong> “coscienza”, dove il tempo interiore <strong>di</strong>lata<br />

<strong>al</strong>l‟infinito il tempo delle lancette, pone l‟accento su evidenti an<strong>al</strong>ogie riscontrabili, uno<br />

su tutti, in Joyce. E ancora, per le celebri invenzioni tipografiche le pagine <strong>di</strong> Sterne<br />

precedono quelle <strong>di</strong> Tzara, <strong>di</strong> Man Ray, e dei gran<strong>di</strong> Apollinaire e M<strong>al</strong>larmè.<br />

An<strong>al</strong>ogamente non è messa in <strong>di</strong>scussione la matrice rivoluzionaria <strong>di</strong> quella che,<br />

con i suoi manifesti, con le parole in libertà, con i collage ed i <strong>di</strong>pinti, rappresenta<br />

l‟unica avanguar<strong>di</strong>a it<strong>al</strong>iana <strong>della</strong> cultura europea.<br />

1 Per un approfon<strong>di</strong>mento sull‟argomento è possibile fare rifermento a G. Mazzacurati, Effetto Sterne.<br />

La narrazione umoristica in It<strong>al</strong>ia da Foscolo a Pirandello, Pisa, Nistri-Lischi, 1990.<br />

2 V. Sklovskij, Teoria <strong>della</strong> prosa, Torino, Einau<strong>di</strong>, 1976, p. 210.<br />

2


Entrambe le esperienze oggetto <strong>della</strong> presente an<strong>al</strong>isi si caratterizzano quin<strong>di</strong> per<br />

essere quella voce “fuori d<strong>al</strong> coro” che, nei rispettivi contesti <strong>di</strong> appartenenza<br />

<strong>di</strong>fferenti, segnano un punto <strong>di</strong> svolta e <strong>di</strong> rottura con i rigi<strong>di</strong> schemi precostituiti d<strong>al</strong>le<br />

correnti dominanti. Tenendo <strong>di</strong> conseguenza ben presente la <strong>di</strong>stinta essenza<br />

contenutistica, oltre che tempor<strong>al</strong>e e cultur<strong>al</strong>e, <strong>di</strong> cui esse vivono è possibile<br />

accostarle conducendo un <strong>di</strong>scorso in par<strong>al</strong>lelo che andrà ad approfon<strong>di</strong>re, sulla<br />

base <strong>di</strong> evidenti tratti in comune, le reciproche similitu<strong>di</strong>ni struttur<strong>al</strong>i, tipografiche e<br />

non ultime concettu<strong>al</strong>i.<br />

Come già detto in precedenza, non esistono ad oggi stu<strong>di</strong> che si de<strong>di</strong>chino<br />

essenzi<strong>al</strong>mente a questo particolare confronto, e ciò è senza ombra <strong>di</strong> dubbio<br />

imputabile <strong>al</strong>le in<strong>di</strong>scutibili <strong>di</strong>versità che <strong>di</strong>vidono i due contesti tenendoli ben<br />

separati. All‟interno <strong>di</strong> argomentazioni ben più ampie riguardanti le innovazioni<br />

futuriste non è raro, a <strong>di</strong>scapito <strong>di</strong> quanto detto, notare che fra le fonti <strong>della</strong><br />

sconvolgente rivoluzione tipografica, irrompente nel tessuto verb<strong>al</strong>e dell‟avanguar<strong>di</strong>a,<br />

venga inserito un rimando non a caso <strong>al</strong> Tristram Shandy e <strong>al</strong>le sue stranezze <strong>di</strong><br />

im<strong>pagina</strong>zione, fra le qu<strong>al</strong>i trattini <strong>di</strong> varia lunghezza, linee sagomate, grafemi,<br />

asterischi ed elenchi. Ed è proprio <strong>al</strong>l‟interno <strong>di</strong> questa documentata certezza che<br />

intendo inserire l‟avvio del mio lavoro, che partendo d<strong>al</strong>le attestate an<strong>al</strong>ogie in campo<br />

tipografico, si snoderà attraverso il complicato mondo <strong>della</strong> narrazione ipertestu<strong>al</strong>e e<br />

non lineare, intesa essa non solo in senso stretto, ma anche e soprattutto come<br />

commistione <strong>di</strong> sfere sensori<strong>al</strong>i <strong>di</strong>fferenti imprescin<strong>di</strong>bili ai fini <strong>di</strong> una completa<br />

fruizione dell‟opera, per poi concludersi con il fondament<strong>al</strong>e assunto <strong>della</strong> libertà<br />

inventiva, simboleggiata quest‟ultima d<strong>al</strong> comune utilizzo del motivo iconografico, e<br />

non solo, rappresentato d<strong>al</strong>la spir<strong>al</strong>e.<br />

Nel primo capitolo effettuerò un‟inizi<strong>al</strong>e panoramica sulle innovazioni futuriste in<br />

letteratura, prendendo in considerazione lo stu<strong>di</strong>o dei manifesti tecnici pubblicati d<strong>al</strong><br />

caposcuola del movimento, Filippo Tommaso Marinetti, fra i qu<strong>al</strong>i assume congeni<strong>al</strong>e<br />

importanza, per l‟argomento trattato, Distruzione <strong>della</strong> sintassi- Immaginazione senza<br />

fili- Parole in Libertà, databile <strong>al</strong> 1913. In esso infatti viene annunciata la rivoluzione<br />

tipografica <strong>di</strong>retta contro la passatista concezione del libro, ovvia conseguenza <strong>di</strong><br />

un‟impellente e improrogabile necessità <strong>di</strong> cambiamento che avrebbe dovuto<br />

interessare e toccare ogni settore dell‟arte. T<strong>al</strong>e sconvolgimento dello scheletro e<br />

dell‟impianto struttur<strong>al</strong>e <strong>della</strong> <strong>pagina</strong> stampata è <strong>al</strong> servizio <strong>di</strong> quella che è<br />

considerata la vera invenzione e il tratto <strong>di</strong>stintivo del movimento, ovvero la nascita<br />

3


delle “parole in libertà”, attuata essa con l‟abolizione <strong>della</strong> sintassi e dei nessi logico-<br />

struttur<strong>al</strong>i <strong>della</strong> frase. Successivamente il <strong>di</strong>scorso si inoltrerà verso il re<strong>al</strong>e nucleo<br />

tematico, andando ad approfon<strong>di</strong>re l‟importanza che a sua volta l‟inconsueta<br />

im<strong>pagina</strong>zione assume nel Tristram Shandy, nel qu<strong>al</strong>e rivestono un ruolo primario le<br />

scelte figurative, qu<strong>al</strong>i l‟inserimento <strong>di</strong> asterischi e <strong>di</strong> pagine tot<strong>al</strong>mente visive,<br />

connotazioni messe in par<strong>al</strong>lelo con le an<strong>al</strong>oghe sperimentazioni futuriste. Citerò un<br />

variegato numero <strong>di</strong> opere del futurismo e <strong>di</strong>versi passi del libro <strong>di</strong> Sterne, che<br />

testimonieranno verb<strong>al</strong>mente e soprattutto visivamente le similitu<strong>di</strong>ni stilistiche<br />

presenti e comuni ad entrambi. Esse inizieranno a costruire l‟immaginario ponte <strong>di</strong><br />

collegamento fra i due repertori artistici, scopo quest‟ultimo <strong>della</strong> mia tesi.<br />

Acquisterà particolare importanza e sempre maggiore evidenza durante<br />

l‟argomentazione il tratto che forse più <strong>di</strong> tutti sottende e conferma una certa affinità:<br />

la partecipazione attiva del lettore che, coinvolto in un universo <strong>di</strong> caratteri <strong>di</strong> stampa<br />

e <strong>di</strong> illustrazioni a lui estranee durante il norm<strong>al</strong>e percorso <strong>di</strong> fruizione, è costretto a<br />

ricostruire in prima persona i passaggi mancanti e i significati celati. Si vedrà inoltre<br />

come il messaggio, coa<strong>di</strong>uvato dai v<strong>al</strong>ori iconici, acquisterà fisicità, visu<strong>al</strong>ità,<br />

gestu<strong>al</strong>ità e corporeità, mettendo in crisi il modello <strong>della</strong> scrittura lineare e<br />

sconfinando in forme espressive <strong>al</strong>tre, qu<strong>al</strong>i la pittura o il teatro.<br />

A questo proposito mi concentrerò nel secondo capitolo sulla connotazione<br />

ipertestu<strong>al</strong>e, ben riferibile sia <strong>al</strong> Tristram Shandy che <strong>al</strong> futurismo, che preannuncia la<br />

moderna era tecnologica e multime<strong>di</strong><strong>al</strong>e, fatta <strong>di</strong> link e <strong>di</strong> commistioni fra sfere<br />

sensori<strong>al</strong>i <strong>di</strong>fferenti, con la compresenza accanto <strong>al</strong> testo <strong>di</strong> suono/video/immagine.<br />

Il primo paragrafo riguarderà la scrittura non lineare ed in particolare l‟an<strong>al</strong>isi delle<br />

strutture narrative interne <strong>al</strong>l‟opera sterniana, che procedono grazie ad un<br />

meccanismo fatto <strong>di</strong> progressioni e soprattutto <strong>di</strong> <strong>di</strong>gressioni. Queste ultime,<br />

frammentando la linearità del racconto, concorrono a creare la sensazione <strong>di</strong> caos<br />

apparente che ogni lettore avverte approcciandosi <strong>al</strong> romanzo, e determinano quella<br />

che può sembrare una non consequenzi<strong>al</strong>ità fra gli avvenimenti proposti, t<strong>al</strong>i da<br />

poterli leggere nell‟or<strong>di</strong>ne che più si preferisce. Verrà sottolineato però come queste<br />

considerazioni siano errate e frutto <strong>di</strong> un apposito or<strong>di</strong>ne-<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne creato d<strong>al</strong>l‟autore,<br />

con il preciso intento <strong>di</strong> attuare una paro<strong>di</strong>a delle forme proso<strong>di</strong>che tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>i. In<br />

seguito si approfon<strong>di</strong>rà l‟aspetto che caratterizza le opere ipertestu<strong>al</strong>i, ovvero l‟effetto<br />

<strong>di</strong> simultaneità, dato d<strong>al</strong>la “convivenza” tempor<strong>al</strong>e <strong>di</strong> più piani narrativi riguardanti<br />

ambienti lontani nello spazio e a volte anche nel tempo. T<strong>al</strong>e concetto è riconducibile<br />

4


tanto <strong>al</strong>la narrazione <strong>di</strong> Tristram, che procede con un‟orchestrazione quasi teatr<strong>al</strong>e e<br />

cinematografica delle scene, quanto <strong>al</strong>le opere futuriste, che fanno delle visioni<br />

simultanee l‟effige <strong>della</strong> <strong>di</strong>namicità univers<strong>al</strong>e. Dopo una breve parentesi de<strong>di</strong>cata<br />

<strong>al</strong>la pittura, che per prima elabora la tematica in questione, il <strong>di</strong>scorso tornerà ad<br />

occuparsi del campo letterario. In esso Marinetti, con il suo primo libro parolibero<br />

Zang Tumb Tuuum, attua una narrazione che procede per un assemblaggio e<br />

montaggio <strong>di</strong> capitoli. Come si vedrà l‟abolizione <strong>della</strong> sintassi, <strong>della</strong> punteggiatura e<br />

l‟utilizzo <strong>di</strong> uno stile telegrafico catapulta il lettore nel bel mezzo degli avvenimenti,<br />

reg<strong>al</strong>andogli la sensazione <strong>di</strong> simultaneità <strong>di</strong> situazioni, gesti ed acca<strong>di</strong>menti. Pratica<br />

questa che avvicina il romanzo ad un cyber testo dove la fruizione <strong>di</strong>venta “evento”<br />

ed “esperienza”.<br />

Le strutture non lineari inoltre sono le forme testu<strong>al</strong>i più consone a registrare i<br />

tortuosi pensieri umani, e a rendere perfettamente l‟impossibilità <strong>di</strong> ridurre<br />

l‟esperienza a rigi<strong>di</strong> percorsi logico-consequenzi<strong>al</strong>i. L‟IO moderno non è assoluto, ne<br />

esistono molteplici in base <strong>al</strong>le situazioni con le qu<strong>al</strong>i il soggetto entra in contatto, e<br />

ne consegue così che la linea che rappresenta t<strong>al</strong>e percorso non può essere quella<br />

retta. An<strong>al</strong>izzerò in merito la teoria <strong>di</strong> Locke per quanto riguarda il romanzo sterniano<br />

e le “coscienza molteplici e simultanee” in uno stesso in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong> Marinetti.<br />

Nel secondo paragrafo tratterò invece l‟ipertesto nella sua accezione più vasta <strong>di</strong><br />

integrazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi me<strong>di</strong>a, riconducibili a territori <strong>di</strong>fferenti d<strong>al</strong>la letteratura e<br />

sconfinanti soprattutto nella pittura, nel teatro ed in particolare nella musica. Si vedrà<br />

come il futurismo miri <strong>al</strong> raggiungimento <strong>di</strong> un ipertesto sensori<strong>al</strong>e, che unisca <strong>al</strong><br />

testo sfumature mai appartenutegli prima, qu<strong>al</strong>i il tatto, l‟odore e soprattutto il rumore,<br />

secondo quello che viene definito “lirismo multilineo”. Marinetti teorizzando l‟uso<br />

dell‟onomatopea definisce la sua fin<strong>al</strong>ità non solo fonetica, ma anche olfattiva e<br />

tattile. Successivamente ad una serie <strong>di</strong> esempi a riguardo, l‟argomentazione si<br />

poserà nuovamente sul Tristram Shandy, ricordando quanto la veste verbo-fonetica<br />

sia importante anche fra le sue pagine, attitu<strong>di</strong>ne testimoniata d<strong>al</strong> Lillabullero, il<br />

motivetto fischiato d<strong>al</strong>lo zio Toby. Chiuderà il paragrafo un breve riferimento<br />

<strong>al</strong>l‟attenzione posta da Sterne sugli aspetti pittorici, esemplificati d<strong>al</strong>l‟attenta<br />

descrizione visiva delle posture assunte dai personaggi, ed in particolare d<strong>al</strong>la nota<br />

scena <strong>di</strong> W<strong>al</strong>ter Shandy che intento a conversare, mentre scende le sc<strong>al</strong>e, rifà più<br />

volte lo stesso gra<strong>di</strong>no. L‟iconografia del manichino che scende le sc<strong>al</strong>e è nota <strong>al</strong>la<br />

5


produzione dadaista, debitrice del Tristram Shandy 3 , e forse non a caso anche a<br />

quella <strong>futurista</strong>, come testimonia un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Marinetti ad illustrazione del libro Il<br />

suggeritore nudo. Simultaneità <strong>futurista</strong> in un<strong>di</strong>ci sintesi, fin<strong>al</strong>izzato fin da subito <strong>al</strong>la<br />

riproduzione teatr<strong>al</strong>e.<br />

Il terzo paragrafo tratterà infine la forte componente or<strong>al</strong>e che caratterizza i due<br />

contesti artistici, foc<strong>al</strong>izzandosi sulla Declamazione <strong>di</strong>namica e sinottica del<br />

caposcuola <strong>futurista</strong> e sulla presenza <strong>di</strong> trattini <strong>al</strong>l‟interno del testo nel romanzo <strong>di</strong><br />

Sterne, che rendono la gestu<strong>al</strong>ità e il ritmo dell‟incedere <strong>della</strong> lettura <strong>di</strong> un ipotetico<br />

declamatore or<strong>al</strong>e.<br />

Nel terzo ed ultimo capitolo, come anticipato, si evidenzierà l‟importanza<br />

dell‟invenzione fin<strong>al</strong>mente libera e <strong>della</strong> creatività senza limiti precostituiti,<br />

simboleggiata d<strong>al</strong> motivo iconografico <strong>della</strong> spir<strong>al</strong>e. Essa è largamente presente, sia<br />

evocata a parole che <strong>di</strong>segnata sul foglio, nel Tristram Shandy, il cui esempio più<br />

rilevante è la serpentina tratteggiata nell‟aria d<strong>al</strong> bastone del capor<strong>al</strong>e Trim ad<br />

in<strong>di</strong>care le gioie del celibato nel IV capitolo dell‟ultimo volume. Verrà definita<br />

l‟importanza del letterato Jarry, inventore <strong>della</strong> patafisica il cui simbolo è proprio la<br />

spir<strong>al</strong>e, sull‟opera successiva Roi Bombance <strong>di</strong> Marinetti. Jarry a sua volta attinse<br />

d<strong>al</strong>l‟opera sterniana per il suo Gestes et Opinions du Docteur Fraustroll,<br />

pataphysicien. Seguiranno una serie <strong>di</strong> citazioni estrapolate da articoli dell‟epoca per<br />

sottolineare le reciproche influenze. Non mancherà inoltre l‟approfon<strong>di</strong>mento dei<br />

manifesti futuristi nei qu<strong>al</strong>i viene annunciata l‟abolizione <strong>della</strong> linea retta (ad<br />

esclusione <strong>di</strong> Marinetti) a favore <strong>di</strong> quella curviforme e la presenza <strong>di</strong> opere dove è<br />

possibile riscontrare l‟esistenza <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e motivo iconografico.<br />

Il <strong>di</strong>scorso condotto attraverso il procedere ed il susseguirsi dei tre capitoli, <strong>al</strong>l‟interno<br />

dei qu<strong>al</strong>i sono costanti i riferimenti reciproci, spera così in ultimo <strong>di</strong> aver aggiunto <strong>al</strong>lo<br />

stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> esperienze artistiche affrontate sempre e solo singolarmente un<br />

arricchimento dotato <strong>di</strong> comuni influenze e simili corrispondenze, t<strong>al</strong>i da riconferm<strong>al</strong>i<br />

in tutta la loro, seppur in gran parte <strong>di</strong>fferente, carica innovatrice e rivoluzionaria.<br />

3 Per un approfon<strong>di</strong>mento sull‟argomento è possibile fare rifermento a A. Sbrilli, La presenza del<br />

Tristram Shandy sulle soglie del Dada, www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it, sezione Arts. Oppure in Storia<br />

dell‟arte, n.118, settembre-<strong>di</strong>cembre 2007, anno XXXIX, <strong>di</strong>retta da Maurizio C<strong>al</strong>vesi.<br />

6


1. LA RIVOLUZIONE TIPOGRAFICA<br />

1.1. Le innovazioni futuriste in letteratura<br />

“Io inizio una rivoluzione tipografica <strong>di</strong>retta contro la<br />

besti<strong>al</strong>e e nauseante concezione del libro <strong>di</strong> versi<br />

passatista e dannunziana, la carta a mano<br />

secentesca, fregiata <strong>di</strong> g<strong>al</strong>ee, minerve e apolli, <strong>di</strong><br />

inizi<strong>al</strong>i rosse a ghirigori, ortaggi mitologici, nastri da<br />

mess<strong>al</strong>e, epigrafi e numeri romani. Il libro deve<br />

essere l‟espressione <strong>futurista</strong> del nostro pensiero<br />

<strong>futurista</strong>. Non solo. La mia rivoluzione è <strong>di</strong>retta<br />

contro la così detta armonia tipografica <strong>della</strong> <strong>pagina</strong>,<br />

che è contraria <strong>al</strong> flusso e riflusso, ai sobb<strong>al</strong>zi e agli<br />

scoppi dello stile che scorre nella <strong>pagina</strong> stessa. Noi<br />

useremo perciò in una medesima <strong>pagina</strong>, tre o<br />

quattro colori <strong>di</strong>versi d‟inchiostro, e anche venti<br />

caratteri tipografici <strong>di</strong>versi, se occorra”. 4 (FIG.1)<br />

Così tra il rivoluzionario e il <strong>di</strong>ssacrante suona la più complessa delle proposte<br />

marinettiane, che trova un‟inizi<strong>al</strong>e concretizzazione nel completo stravolgimento<br />

dell‟architettura <strong>della</strong> <strong>pagina</strong> per poi finire, dopo anni <strong>di</strong> intese elaborazioni, con il<br />

rifiuto <strong>della</strong> forma fisica stessa del libro. Innovazioni <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e portata precedono non<br />

<strong>di</strong>ssimili enunciazioni <strong>di</strong> successive correnti artistiche e configurano per la prima volta<br />

il quadro <strong>di</strong> un‟avanguar<strong>di</strong>a “tot<strong>al</strong>e”.<br />

Il movimento affonda le proprie ra<strong>di</strong>ci nel manifesto Le Futurisme 5 , redatto d<strong>al</strong><br />

caposcuola Filippo Tommaso Marinetti, e pubblicato d<strong>al</strong> popolare quoti<strong>di</strong>ano<br />

francese Le Figaro nel 1909. È presente fra queste righe un fuoco nuovo: <strong>al</strong> tono<br />

<strong>di</strong>scorsivo e spesso <strong>di</strong>dasc<strong>al</strong>ico se ne sostituisce uno lirico e aggressivo, <strong>al</strong>l‟impianto<br />

raziocinante fa contro un‟affabulazione ricca e movimentata. 6 L‟artista oppone <strong>al</strong>la<br />

bellezza tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>e una nuova bellezza fondata sulla velocità, la tecnologia e la<br />

rivolta. I futuristi, come più tar<strong>di</strong> i surre<strong>al</strong>isti e i dadaisti, furono animati d<strong>al</strong> desiderio<br />

<strong>di</strong> “cambiare vita” ed il furore tecnologico non era fine a se stesso, bensì si<br />

4 F.T. Marinetti, Distruzione <strong>della</strong> sintassi - Immaginazione senza fili - Parole in libertà, 1913, in<br />

Manifesti Futuristi, a cura <strong>di</strong> Guido Davico Bonino, Milano, Pillole Bur Rizzoli, 2009, p. 120. D‟ora in<br />

poi il titolo Manifesti Futuristi viene abbreviato in MF.<br />

5 F.T. Marinetti, Fondazione e Manifesto del Futurismo, 1909, in MF, cit., p. 39.<br />

6 L. De Maria, Marinetti e la letteratura <strong>futurista</strong>, in Futurismo, E. Coen, Firenze-Milano, Art e Dossier,<br />

Giunti E<strong>di</strong>tore, 2008, p. 52<br />

7


accompagnava <strong>al</strong>l‟ansia <strong>di</strong> un rinnovamento tot<strong>al</strong>e che doveva esplicarsi non solo<br />

nell‟arte strettamente intesa, ma in quella particolare commistione fra arte e vita<br />

definita “arte-azione”. 7 L‟appello iconoclasta del primo manifesto, invocante una<br />

necessaria <strong>di</strong>struzione delle fondamenta <strong>di</strong> tutte le arti, propedeutica ad una vera<br />

rinascita, squilla <strong>al</strong> suono delle parole: “E vengano dunque, gli <strong>al</strong>legri incen<strong>di</strong>ari d<strong>al</strong>le<br />

<strong>di</strong>ta carbonizzate! Eccoli! Eccoli!... Suvvia date fuoco agli scaff<strong>al</strong>i delle biblioteche!...<br />

Sviate il corso dei can<strong>al</strong>i per inondare i musei!...”. 8<br />

La crociata combattuta contro la <strong>di</strong>ttatura del libro tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>e è dunque in funzione<br />

dell‟avvento <strong>di</strong> una nuova comunicazione scritta, in cui la <strong>pagina</strong> stampata <strong>di</strong>venta<br />

corpo vivo e parte integrante dell‟opera stessa, non solo mero supporto.<br />

La rivoluzione deve avvenire in tipografia, con gli strumenti <strong>della</strong> stampa, i caratteri,<br />

la carta con il suo peso e il suo colore, l‟inchiostro, la <strong>pagina</strong>, intesa non come<br />

schermo passivo e vincolato a rigide leggi dell‟armonia, ma <strong>al</strong> contrario, vissuta come<br />

campo <strong>di</strong>namico da utilizzare in funzione lirico espressiva. La tipografia si emancipa,<br />

non più ancella <strong>della</strong> scrittura, è chiamata a svolgere un ruolo essenzi<strong>al</strong>e nella<br />

costruzione <strong>di</strong> un‟opera. Questa prassi è maturata nel vivo <strong>di</strong> un <strong>al</strong>tro grande<br />

progetto, forse <strong>di</strong> più ampia portata, ovvero la teoria e la pratica delle “parole in<br />

libertà”, vivamente c<strong>al</strong>deggiata nei due manifesti 9 <strong>di</strong> Marinetti, rispettivamente del<br />

1912 e del 1913. Il letterato abolisce la sintassi e le regole <strong>della</strong> lingua vigenti fino a<br />

quel momento, infrange le rigide strutture <strong>della</strong> frase, m<strong>al</strong>e<strong>di</strong>ce avverbi ed aggettivi<br />

ed impone la creazione <strong>di</strong> uno stile telegrafico. T<strong>al</strong>i presupposti rappresentano un<br />

ass<strong>al</strong>to <strong>al</strong>le forme proso<strong>di</strong>che tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>i, le qu<strong>al</strong>i non solo non sono più rispettate,<br />

ma ad<strong>di</strong>rittura scompaiono in composizioni dove l‟aspetto princip<strong>al</strong>e è basato<br />

princip<strong>al</strong>mente sull‟effetto visivo. Svanita infatti l‟importanza dell‟illustrazione intesa<br />

tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>mente come <strong>al</strong>legato posteriore <strong>al</strong> testo, tutti gli aspetti visivi si risolvono<br />

nell‟ambito <strong>della</strong> scrittura. Strettamente funzion<strong>al</strong>i a questo intento, compaiono così<br />

le parole deformate, composte, <strong>al</strong>lungate, caratterizzate e rigidamente regolarizzate<br />

d<strong>al</strong>l‟uso espressivo dei caratteri e dei corpi delle lettere. Proiettato verso<br />

l‟extraterritori<strong>al</strong>ità <strong>della</strong> scrittura, il paroliberismo, supportato d<strong>al</strong>l‟apparato tipografico,<br />

postula uno sconfinamento nella pittura e nella performance teatr<strong>al</strong>e, coinvolgendo la<br />

tot<strong>al</strong>ità dei cinque sensi nella fruizione.<br />

7 Ibid., p. 52<br />

8 F.T. Marinetti, Fondazione e Manifesto del Futurismo, 1909, in MF, cit., p. 45.<br />

9 Manifesto tecnico <strong>della</strong> letteratura <strong>futurista</strong> del 1912 e L‟immaginazione senza fili- parole in libertà<br />

del 1913.<br />

8


(FIG.1)<br />

9


1.2. Tristram Shandy e Futurismo: aspetti tipografici<br />

La poetica <strong>futurista</strong>, come ogni <strong>al</strong>tro movimento, risentì dell‟influenza dell‟<strong>al</strong>lora<br />

molteplice sostrato cultur<strong>al</strong>e, causa <strong>di</strong> confronto, ispirazione e a volte netto <strong>di</strong>stacco.<br />

Non sono pochi gli elementi desunti d<strong>al</strong>l‟area simbolista e decadentista, fra i qu<strong>al</strong>i le<br />

sinestesie, l‟an<strong>al</strong>ogismo e le corrispondenze.<br />

Per quanto riguarda l‟aspetto visivo e tipografico si può ricordare fra le fonti <strong>di</strong> questa<br />

profonda rivoluzione un‟opera ben più datata del classico esempio m<strong>al</strong>larmeano (il<br />

qu<strong>al</strong>e a sua volta ne attinse a piene mani), un libro considerato prototipo del romanzo<br />

moderno: The life and opinions of Tristram Shandy, gentleman 10 <strong>di</strong> Laurence Sterne,<br />

pubblicato in nove volumi fra il 1759 e il 1767.<br />

Non stupisce che questo singolare romanzo sia stato più volte citato qu<strong>al</strong>e<br />

precursore delle Avanguar<strong>di</strong>e del Novecento, con particolare riferimento <strong>al</strong>lo spirito<br />

del Dada, che d<strong>al</strong> nome agli espe<strong>di</strong>enti tipografici ne ric<strong>al</strong>ca celebri passi.<br />

Allo stesso modo, an<strong>al</strong>izzando quelle che appaiono delle evidenti an<strong>al</strong>ogie, è<br />

possibile attribuire <strong>al</strong> Tristram Shandy, o <strong>al</strong>le correnti artistiche postume che gli sono<br />

debitrici, un posto fra gli scaff<strong>al</strong>i <strong>della</strong> libreria <strong>futurista</strong>.<br />

Sterne gioca con la parola, la <strong>di</strong>sseziona, la sostituisce con pagine vuote e con segni<br />

grafici, rinnovando drasticamente la rigida struttura del libro <strong>di</strong> epoca settecentesca.<br />

A sua volta, come già detto, il futurismo stravolge l‟im<strong>pagina</strong>zione delle parole,<br />

inserisce lettere <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>mensione e carattere, simboli matematici, grafemi,<br />

asterischi, puntini <strong>di</strong> sospensione; in poche parole tutto ciò che il repertorio<br />

tipografico offre.<br />

In maniera del tutto strabiliante Sterne concretizzò nella propria opera, con un largo<br />

scarto tempor<strong>al</strong>e, quello che d<strong>al</strong> Futurismo <strong>al</strong> Dada e d<strong>al</strong> Surre<strong>al</strong>ismo <strong>al</strong>l‟arte<br />

contemporanea <strong>di</strong>venterà l‟assunto fondament<strong>al</strong>e <strong>di</strong> ogni opera: la partecipazione<br />

attiva dello spettatore/ lettore. La presenza <strong>di</strong> elementi estranei <strong>al</strong>la lettura del testo,<br />

<strong>di</strong> simboli per la tra<strong>di</strong>zione inconciliabili con la sintassi delle frasi, implica lo<br />

straniamento del lettore con la conseguente necessità <strong>di</strong> uno sguardo attento, vigile<br />

a ricostruire i passaggi mancanti ed i collegamenti sottintesi. Di questa nuova<br />

responsabilità venne investito tanto l‟autorevole lettore settecentesco del Tristram<br />

Shandy 11 quanto il moderno lettore delle tavole parolibere futuriste. Pagine del<br />

10 L. Sterne, Vita e Opinioni <strong>di</strong> Tristram Shandy, introduzione <strong>di</strong> Attilio Brilli, Milano, BUR, 2008.<br />

11 D‟ora in poi abbreviato in TS.<br />

10


omanzo e opere del movimento d‟avanguar<strong>di</strong>a vengono quin<strong>di</strong> qui <strong>di</strong> seguito<br />

an<strong>al</strong>izzate e confrontate <strong>al</strong> fine <strong>di</strong> metterne in luce i tratti <strong>di</strong>stintivi affini,<br />

privilegiandone l‟aspetto tipografico.<br />

Un primo esempio da cui partire è rappresentato da Zang Tumb Tuuum, scritto nel<br />

1914 da Marinetti secondo la teoria delle “parole in libertà”. Quest‟ultimo descrive le<br />

sensazioni provate durante l‟asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Adrianopoli attuando <strong>al</strong> livello del narrato la<br />

sottrazione <strong>di</strong> ogni elemento relazion<strong>al</strong>e. Non è più riscontrabile un centro a causa<br />

dell‟abolizione <strong>della</strong> punteggiatura e l‟opera risulta così priva <strong>di</strong> un re<strong>al</strong>e svolgimento,<br />

non potendo <strong>di</strong> conseguenza essere intesa <strong>al</strong>la maniera <strong>di</strong> una prosa tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>e. 12<br />

Con l‟an<strong>al</strong>ogo proce<strong>di</strong>mento caratterizzato d<strong>al</strong> mettere lo spettatore <strong>al</strong> centro del<br />

quadro, utilizzato dai pittori futuristi ed assioma primario dell‟arte-azione, Marinetti<br />

introduce il lettore ora nel vivo dell‟asse<strong>di</strong>o <strong>della</strong> città, ora nel porto <strong>di</strong> Rotterdam,<br />

trasportandolo me<strong>di</strong>ante rapi<strong>di</strong> flash da un capo <strong>al</strong>l‟<strong>al</strong>tro del racconto. Significativa, ai<br />

fini dell‟an<strong>al</strong>isi in oggetto, è la presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi caratteri tipografici che<br />

conferiscono ad ogni <strong>pagina</strong> la veste <strong>di</strong> campo <strong>di</strong>namico e plastico, perfetta<br />

attuazione dei para<strong>di</strong>gmi suggeriti nei manifesti. Inoltre, il testo scorre non solo da<br />

sinistra a destra, d<strong>al</strong>l‟<strong>al</strong>to in basso, ma anche vertic<strong>al</strong>mente lungo l‟<strong>al</strong>tezza,<br />

obbligando il lettore a girare il volume. In una <strong>pagina</strong> è riportata un‟esplosione <strong>di</strong><br />

lettere che rappresenta uno scoppio, <strong>al</strong>trove viene inserito con brut<strong>al</strong>e effetto collage<br />

un volantino e in un‟<strong>al</strong>tra <strong>pagina</strong> ancora le parole sono <strong>di</strong>sposte a formare un cerchio<br />

affiancato da caratteri onomatopeici (FIG.2).<br />

(FIG.2)<br />

12 C. S<strong>al</strong>aris, La rivoluzione in biblioteca, in E<strong>di</strong>zioni Elettriche. La rivoluzione e<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e e tipografica<br />

del Futurismo, Roma, E<strong>di</strong>zioni De Luca, 1995, p. 23.<br />

11


Anche i vuoti nelle pagine sono parlanti: in<strong>di</strong>cano la velocità delle parole, l‟attesa del<br />

loro passaggio, il senso dello spazio e <strong>della</strong> durata. La composizione tipografica<br />

<strong>di</strong>venta un luogo <strong>di</strong> invenzione e <strong>di</strong> immaginazione, dove ogni carattere si trasforma<br />

in oggetto che forza i margini e le righe del testo. Sta <strong>al</strong> lettore, come anticipato, il<br />

ruolo <strong>di</strong> riempire gli spazi bianchi, <strong>di</strong> ricostruire l‟or<strong>di</strong>ne e cogliere il significato che si<br />

nasconde nel profondo e non in superficie.<br />

Sottolinea, già d<strong>al</strong> titolo, l‟importanza dell‟impianto tipografico anche la tavola<br />

parolibera Tipografia (FIG.3) <strong>di</strong> Ardengo Soffici del 1916. Pezzi <strong>di</strong> brani sono <strong>di</strong>sposti<br />

senza <strong>al</strong>cun or<strong>di</strong>ne tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>e, ad<strong>di</strong>rittura obliquamente, attorniati da gran<strong>di</strong><br />

caratteri fortemente inchiostrati e d<strong>al</strong>l‟affastellarsi <strong>di</strong> lettere.<br />

(FIG.3)<br />

Meno ra<strong>di</strong>c<strong>al</strong>i sono <strong>al</strong>cune delle scelte tipografiche operate da Paolo Buzzi nel libro<br />

L‟ellisse e la spir<strong>al</strong>e. Film + parole in libertà pubblicato nel 1915.<br />

Il romanzo, de<strong>di</strong>cato a Marinetti, presenta tavole parolibere dove l‟uniformità <strong>della</strong><br />

<strong>pagina</strong> viene interrotta d<strong>al</strong>l‟<strong>al</strong>ternarsi <strong>di</strong> grandezze <strong>di</strong>verse e d<strong>al</strong> reiterarsi,<br />

ortograficamente scorretto, <strong>di</strong> più lettere.<br />

12


L‟aspetto tipografico riveste in egu<strong>al</strong> misura un ruolo primario nel romanzo <strong>di</strong> Sterne,<br />

il qu<strong>al</strong>e, precorrendo i tempi, cercò <strong>di</strong> conferire <strong>al</strong> testo scritto una forte connotazione<br />

gestu<strong>al</strong>e oltre che visiva. Sfogliandolo risulta imme<strong>di</strong>ato accorgersi, senza la<br />

necessità <strong>di</strong> un‟attenta lettura, <strong>di</strong> come l‟impostazione <strong>della</strong> <strong>pagina</strong> non sia conforme<br />

ai comuni testi <strong>di</strong> prosa, or<strong>di</strong>nati e omogenei nella loro stesura.<br />

Nel TS compaiono invece lunghi trattini a separare parti delle frasi, asterischi che<br />

sottraggono parole <strong>al</strong>la lettura, caratteri <strong>di</strong> stampa <strong>di</strong>versi, pagine lasciate<br />

appositamente bianche oppure riempite <strong>di</strong> inchiostro nero, ed infine linee curviformi.<br />

E‟ ormai certo che Sterne de<strong>di</strong>casse particolare attenzione <strong>al</strong>la veste tipografica dei<br />

propri lavori, curando nei minimi dettagli anche quelli che un qu<strong>al</strong>siasi e<strong>di</strong>tore<br />

avrebbe potuto correggere, considerandoli semplici errori <strong>di</strong> scrittura.<br />

Ciò è chiaramente deducibile d<strong>al</strong>la lettera che egli stesso giocosamente <strong>al</strong>legò ad<br />

uno dei suoi libri, Politic<strong>al</strong> Romace, prossimo ad essere mandato in stampa:<br />

“I have only to add…That, at your Peril, you do not<br />

presume to <strong>al</strong>ter or transpose one Word, nor rectify<br />

one f<strong>al</strong>se Spelling, nor so much as add or <strong>di</strong>minish<br />

one Comma or Title, in or to my Romance”. 13<br />

Le pagine del TS, proprio come i libri del futurismo, sono una finestra aperta sul<br />

racconto, il qu<strong>al</strong>e più che da leggere è da vedere.<br />

L‟espe<strong>di</strong>ente tipografico che più ricorre <strong>al</strong>l‟interno del libro è l‟asterisco, utilizzato<br />

d<strong>al</strong>lo scrittore per celare intere frasi del testo ed investito <strong>di</strong> un‟importante funzion<strong>al</strong>ità<br />

<strong>di</strong>egetica.<br />

Particolarmente significativo a questo proposito è il capitolo XIV del VI volume, nel<br />

qu<strong>al</strong>e il narratore Tristram/Sterne ricorda lo spiacevole incidente <strong>della</strong> finestra<br />

ghigliottina, causa <strong>della</strong> sua quasi evirazione, e dell‟indelicatezza del dottor Slop nel<br />

mettere in giro le voci dell‟umiliante accaduto. Contrariamente a quanto si potrebbe<br />

pensare esso non viene mai specificatamente descritto, bensì viene appositamente<br />

negato <strong>al</strong>l‟occhio del lettore d<strong>al</strong>la presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi asterischi. Essi occultando la<br />

parte centr<strong>al</strong>e <strong>della</strong> rivelazione non fanno <strong>al</strong>tro che metterla maggiormente in ris<strong>al</strong>to,<br />

conferendole tutta l‟enfasi <strong>di</strong> un segreto svelato.<br />

Distinto d<strong>al</strong> medesimo ruolo, è possibile ritrovare lo stesso carattere tipografico<br />

anche nel XX capitolo dell‟ultimo volume, nel qu<strong>al</strong>e lo zio Toby, in un <strong>di</strong>vertente<br />

quanto fuori controllo intreccio <strong>di</strong> equivoci, cerca <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care <strong>al</strong>la m<strong>al</strong>iziosa vedova<br />

13 C. Fanning, On Sterne‟s Page: Spati<strong>al</strong> Layout, Spati<strong>al</strong> Form, and Soci<strong>al</strong> Spaces in Tristram<br />

Shandy, in Laurence Sterne, M.W. Longman, Great Britain, Pearson Education, 2002.<br />

13


Wadman il punto esatto del suo ferimento in battaglia. Qui gli asterischi aprono il<br />

capitolo e <strong>al</strong>ludono <strong>al</strong>l‟intima confessione dell‟ingenuo zio <strong>di</strong> Tristram, sottolineando<br />

magistr<strong>al</strong>mente il teatr<strong>al</strong>e frainten<strong>di</strong>mento. (FIG. 4)<br />

(FIG.4)<br />

Così come nel libro <strong>di</strong> Marinetti anche nel TS i vuoti “parlano” e stanno ad in<strong>di</strong>care il<br />

ritmo <strong>di</strong> lettura, l‟incedere del narratore e, non ultima, la sfumatura ironica <strong>di</strong> cui è<br />

pervaso tutto il romanzo. Il provocatorio rivolgersi <strong>al</strong> lettore, interpellato <strong>di</strong>rettamente<br />

nel farsi vero e proprio del libro e non solo nell‟in<strong>di</strong>retta ricostruzione letteraria<br />

dell‟inusu<strong>al</strong>e scheletro tipografico <strong>della</strong> <strong>pagina</strong>, è comune a Sterne tanto quanto <strong>al</strong><br />

repertorio artistico <strong>futurista</strong>. Anzi <strong>di</strong> maggior forza rivoluzionaria è investita la scelta<br />

dello scrittore settecentesco, dato il <strong>di</strong>verso contesto cultur<strong>al</strong>e e tempor<strong>al</strong>e nella<br />

qu<strong>al</strong>e si inserisce.<br />

Sterne opera, nel IV volume, l‟inusu<strong>al</strong>e decisione <strong>di</strong> lasciare <strong>di</strong>eci pagine interamente<br />

vuote, in quanto il relativo capitolo, riuscito troppo bene a detta del narratore,<br />

avrebbe fatto sfigurare tutto il resto. Non si può inoltre non citare a questo punto il<br />

XXXVIII capitolo del VI volume in cui, <strong>al</strong> posto <strong>della</strong> descrizione verb<strong>al</strong>e delle fattezze<br />

<strong>della</strong> vedova Wadman, il lettore trova un invito a chiedere “penna e c<strong>al</strong>amaio”, a<br />

14


sedersi e <strong>di</strong>pingerla secondo il proprio ide<strong>al</strong>e <strong>di</strong> bellezza, nella <strong>pagina</strong> lasciata bianca<br />

a t<strong>al</strong>e scopo (FIG.5). Va così delineandosi sempre più il ruolo centr<strong>al</strong>e <strong>di</strong> colui che, con<br />

la propria lettura, anima i personaggi e ad<strong>di</strong>rittura se ne fa, come in questo caso,<br />

artefice.<br />

(FIG.5)<br />

Con lo stesso proce<strong>di</strong>mento, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> più <strong>di</strong> un secolo, Marinetti in Zang Tumb<br />

Tuum inserì una Carta sincrona dei suoni rumori colori e immagini odori speranze<br />

voleri energie nost<strong>al</strong>gie tracciate d<strong>al</strong>l‟aviatore Y.M., in un formato più grande delle<br />

<strong>al</strong>tre pagine e ripiegata, che il lettore doveva aprire da sé, in cui sono riassunte le<br />

impressioni simultanee <strong>di</strong> un aviatore nel cielo <strong>di</strong> Adrianopoli.<br />

Par<strong>al</strong>lelamente, sul piano <strong>di</strong> un ide<strong>al</strong>e collegamento, con spirito irriverente un‟<strong>al</strong>tra<br />

porzione <strong>della</strong> <strong>pagina</strong> viene lasciata bianca <strong>al</strong> lettore del TS nel capitolo XXXVII del<br />

VII volume: “I leave this void space that the reader may swear into it any oath that he<br />

is most accustomed to”.<br />

L‟utilizzo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> stratagemmi tipografico-visivi del TS è nelle corde dell‟avanguar<strong>di</strong>a<br />

<strong>futurista</strong>, che ne ric<strong>al</strong>ca l‟invito fattivo <strong>al</strong> coinvolgimento del fruitore dell‟opera, senza<br />

la partecipazione del qu<strong>al</strong>e il testo rimarrebbe parzi<strong>al</strong>mente “insod<strong>di</strong>sfatto”.<br />

15


Un <strong>al</strong>tro vistoso caso <strong>di</strong> vuoto del testo e <strong>di</strong> responsabilizzazione del lettore è<br />

Successivement 14 <strong>di</strong> Marinetti, dove parole o brevi frasi <strong>di</strong>stanziate paiono formare<br />

un <strong>di</strong>scorso incoerente, mentre traducono in successione tempor<strong>al</strong>e la descrizione<br />

“sottratta” <strong>di</strong> un tramonto estivo sul mare.<br />

Le profonde innovazioni del TS non si esauriscono solo negli aspetti più strettamente<br />

grafici (i <strong>di</strong>versi caratteri, i grafemi, gli asterischi) o in quelli “assenti” (le sezioni<br />

bianche), bensì sconfinano nel pittorico con l‟aggiunta <strong>di</strong> vere e proprie pagine visive.<br />

L‟immagine, la cui decifrazione è <strong>di</strong> più decisivo impatto rispetto <strong>al</strong>la parola scritta,<br />

concretizza visivamente ciò che nelle frasi è solo immaginabile.<br />

Questa è la grande intuizione <strong>di</strong> Sterne, entrata stabilmente a far parte del tessuto<br />

delle Avanguar<strong>di</strong>e del Novecento. Marinetti nel 1913 scriveva:<br />

“L‟immaginazione del poeta deve <strong>al</strong>lacciare fra loro<br />

le cose lontane senza fili conduttori per mezzo <strong>di</strong><br />

parole essenzi<strong>al</strong>i ed assolutamente in libertà. Per<br />

immaginazione senza fili, io intendo la libertà<br />

assoluta delle immagini o an<strong>al</strong>ogie”. 15<br />

Ovviamente <strong>di</strong> an<strong>al</strong>ogie anche e soprattutto visive qui parla il caposcuola del<br />

movimento <strong>futurista</strong>. Il libro “nuovo” dove essere ricco <strong>di</strong> caratteri aggancia-sguar<strong>di</strong> 16 ,<br />

<strong>di</strong> lettere impazzite <strong>di</strong>sposte a formare immagini e sparse come biglie sul tavolo<br />

bianco <strong>della</strong> <strong>pagina</strong>, ed ognuna <strong>di</strong> esse ha il compito <strong>di</strong> generare una proiezione<br />

concettu<strong>al</strong>e.<br />

Così an<strong>al</strong>ogamente nel TS la figura viene investita <strong>di</strong> una forza comunicativa mai<br />

vista prima, non è più apparato del testo, ma parte sostitutiva delle parole stesse. Ne<br />

è un esempio la <strong>pagina</strong> marmorizzata, inserita nel capitolo XXXVI del III volume ad<br />

emblema dell‟opera. L‟oscuro senso <strong>di</strong> molte opinioni, atti e verità, incompreso d<strong>al</strong><br />

lettore, giace misteriosamente nascosto sotto il velo dell‟illustrazione screziata, effige<br />

visiva <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e incapacità <strong>di</strong> comprensione.<br />

Con la rivoluzione tipografica ed i suoi v<strong>al</strong>ori iconici la materi<strong>al</strong>ità dei riferimenti si<br />

traduce in scrittura visu<strong>al</strong>e, dove il messaggio acquista fisicità, corporeità, gestu<strong>al</strong>ità,<br />

mettendo in crisi il modello <strong>della</strong> scrittura lineare.<br />

14 In Nuovi poeti futuristi, 1925.<br />

15 F.T. Marinetti, Distruzione <strong>della</strong> sintassi - Immaginazione senza fili - Parole in libertà, 1913, in MF,<br />

cit., p.126.<br />

16 F.T. Marinetti, A. Trimarco, L. Scrivo, P. Bellanova, L‟arte tipografica <strong>di</strong> guerra e dopoguerra-<br />

manifesto <strong>futurista</strong>, 1943.<br />

16


L‟orchestrazione dell‟insieme, così come per lo stravolgimento dei caratteri <strong>di</strong> stampa<br />

così, se non maggiormente, per le figure, ha il pregio <strong>di</strong> trattenere lo sguardo sulle<br />

pagine e <strong>di</strong> sedurre il lettore poiché confonde la sensibilità visiva con una<br />

qu<strong>al</strong>sivoglia emozione.<br />

Rilevante è sottolineare come i quadri <strong>di</strong> parole <strong>di</strong> Marinetti rappresentarono uno<br />

stimolo fondament<strong>al</strong>e per il movimento Dada, il qu<strong>al</strong>e a sua volta è stato più volte<br />

accostato <strong>al</strong>l‟opera <strong>di</strong> Sterne. Se non in maniera certa, ciò avv<strong>al</strong>ora ugu<strong>al</strong>mente la<br />

possibilità <strong>di</strong> un legame, quanto meno in<strong>di</strong>retto, fra il TS e la corrente artistica del<br />

futurismo.<br />

Il sempre più netto accostamento del movimento <strong>futurista</strong> ad una poetica visiva è<br />

testimoniato chiaramente da Vitesse élégante- Mots en liberté (1er récord) (FIG.6),<br />

quadro <strong>di</strong> parole del 1918/1919. In una tot<strong>al</strong>e libertà sintattica Marinetti riporta sulla<br />

carta lettere dell‟<strong>al</strong>fabeto, segni matematici, vettori che in<strong>di</strong>cano la <strong>di</strong>rezione del<br />

movimento, parole, oggetti e frammenti <strong>di</strong> frasi. 17 La tipografia cambia<br />

repentinamente e continuamente. L‟autore scrive, <strong>di</strong>segna, ritaglia e incolla.<br />

Il lettore, come in <strong>al</strong>tri casi, non può più seguire un testo unitario parola per parola e<br />

riga per riga. Viene piuttosto investito <strong>di</strong> un contenuto <strong>di</strong> parole e figure, trovandosi<br />

così davanti ad un testo- immagine che gli offre ampie possibilità <strong>di</strong> combinazione ed<br />

associazione.<br />

17 S. Martin, Futurismo, Köln, Tashen, 2005, p. 74.<br />

(FIG.5)<br />

17


Tra i pittori futuristi, i quadri <strong>di</strong> parole <strong>di</strong>ventano oggetto <strong>di</strong> sperimentazione<br />

soprattutto <strong>di</strong> Giacomo B<strong>al</strong>la, Gino Severini e Carlo Carrà, che, intorno <strong>al</strong> 1913/14,<br />

integrano lettere, parole e numeri nei loro <strong>di</strong>pinti o collage.<br />

Da non trascurare è la considerazione che Marinetti nei suoi primi tentativi <strong>di</strong><br />

“liberazione delle parole” ha potuto attingere ai letterati francesi M<strong>al</strong>larmè, già citato,<br />

e soprattutto Alfred Jarry, il cui libro Gestes et Opinions du Docteur Faustroll,<br />

pataphysicien si colloca nella scia dei c<strong>al</strong>chi del titolo sterniano. Questo argomento,<br />

che sarà ripreso ed approfon<strong>di</strong>to in seguito, delinea, in una quasi tot<strong>al</strong>e mancanza <strong>di</strong><br />

riman<strong>di</strong> <strong>di</strong>retti, i contorni <strong>di</strong> un‟influenza sempre più netta.<br />

Per quanto riguarda il TS un mirabile esempio <strong>di</strong> poetica visiva è riscontrabile <strong>al</strong><br />

capitolo XXII del I volume, dove il lettore si trova davanti ad una <strong>pagina</strong><br />

completamente nera (FIG.7). Nessuna frase avrebbe potuto rendere in maniera tanto<br />

<strong>di</strong>retta il lutto per la morte del caro Yorick, parroco del paese. L‟inchiostro nero<br />

<strong>di</strong>venta emblema <strong>della</strong> lapide, ed ancora una volta <strong>al</strong>le frasi viene sostituita<br />

un‟immagine che, nella sua imme<strong>di</strong>atezza, inchioda meglio <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>unque espressione<br />

<strong>al</strong>la superficie del foglio il concetto da evocare.<br />

Nel medesimo capitolo, nella <strong>pagina</strong> speculare a quella nera, le tre parole “ALAS,<br />

POOR YORICK!” fanno da epitaffio e da elegia insieme <strong>al</strong> compianto defunto. La<br />

particolarità sta non <strong>di</strong> certo nelle parole scelte, quanto nell‟im<strong>pagina</strong>zione con cui<br />

sono <strong>di</strong>sposte. Esse sono attorniate da una linea nera a formare un riquadro<br />

rettangolare, proprio come se fossero incise sulla fredda pietra.<br />

(FIG. 7)<br />

18


T<strong>al</strong>i incursioni del visivo nell‟apparato testu<strong>al</strong>e del libro sono evidenti anche nelle<br />

opere <strong>di</strong> Govoni. Senza dubbio infatti i risultati più <strong>al</strong>ti del paroliberismo figurativo<br />

<strong>futurista</strong> si incontrano nelle Rarefazioni e parole in libertà ad opera dell‟artista nel<br />

1915 (FIG.8).<br />

Nella prima sezione, formata da quattro composizioni ( Autoritratto, Specchio,<br />

Camera Sentiment<strong>al</strong>e e Il P<strong>al</strong>ombaro), Govoni accompagna i suoi <strong>di</strong>segni infantilistici<br />

con <strong>di</strong>dasc<strong>al</strong>ie an<strong>al</strong>ogico-esplicative, scritte <strong>di</strong> suo pugno e inserite nel corpo dei<br />

<strong>di</strong>segni. Le iscrizioni c<strong>al</strong>ligrafiche sono strettamente compenetrate d<strong>al</strong>l‟elemento<br />

figurativo: <strong>al</strong>la lettura, i brevi poeticissimi testi, rilevano in tutto il suo splendore<br />

l‟universo naif-an<strong>al</strong>ogi-coba-rocco-magico <strong>di</strong> Govoni. 18<br />

An<strong>al</strong>ogamente, la sezione seguente, quella delle Parole in libertà, mostra come una<br />

particolare tecnica letteraria possa venir piegata <strong>al</strong>le inconfon<strong>di</strong>bili esigenze creative<br />

del poeta. L‟artista non abbandona il suo mondo, le sue tematiche: il paroliberismo gli<br />

consente però una maggiore rapi<strong>di</strong>tà ed incisività.<br />

(FIG. 8)<br />

Un <strong>al</strong>tro esempio rilevante <strong>al</strong>l‟interno del repertorio <strong>futurista</strong> è il romanzo 8 anime in<br />

una bomba, scritto- <strong>di</strong>segnato da Marinetti nel 1919. La centr<strong>al</strong>ità dell‟io narrante<br />

viene smembrata in una plur<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> stati d‟animo, che compongono la bomba<br />

Marinetti <strong>di</strong> 92 chili, “miscela <strong>futurista</strong>” esplodente nell‟ultima <strong>pagina</strong>, con un<br />

fragoroso scoppio <strong>di</strong> lettere <strong>di</strong>segnato a mano d<strong>al</strong>l‟autore.<br />

18 E. Coen, Futurismo, Firenze-Milano, Art e Dossier, Giunti E<strong>di</strong>tore, 2008, p. 53.<br />

19


Percorrendo nuovamente a ritroso l‟invisibile ponte <strong>di</strong> collegamento fra il futurismo e<br />

l‟opera <strong>di</strong> Sterne, è necessario sostare ulteriormente fra le pagine <strong>di</strong> quest‟ultima.<br />

Nel TS assume una rilevanza nettamente visiva il capitolo XL del VI volume, nel<br />

qu<strong>al</strong>e compaiono <strong>di</strong>verse linee d<strong>al</strong>le forme più <strong>di</strong>sparate: curve, a spir<strong>al</strong>e, a zig zag,<br />

ed una sola retta (FIG.9). Esse sono <strong>di</strong>segnate proprio d<strong>al</strong>la penna dello scrittore e<br />

racchiudono nei loro ghirigori il nucleo tematico primario <strong>di</strong> tutti i volumi: la<br />

<strong>di</strong>gressione.<br />

Sterne cerca <strong>di</strong> creare così, <strong>al</strong> pari degli artisti futuristi, un‟an<strong>al</strong>ogia visiva dei percorsi<br />

seguiti dai suoi racconti nei <strong>di</strong>versi capitoli, aspirando ironicamente e in modo non<br />

veritiero <strong>al</strong>la perfezione <strong>della</strong> linea retta.<br />

Con queste parole, strettamente collegate <strong>al</strong>l‟immagine, il narratore commenta così<br />

l‟andamento <strong>della</strong> “linea- grafico” <strong>di</strong>segnata:<br />

“La linea esatta da me seguita è infatti la seguente<br />

(…) D<strong>al</strong> che risulta che, eccettuata la curva A, dove<br />

mi feci una gitarella in Navarra, e la curva B che<br />

corrisponde <strong>al</strong>la breve passeggiata con madama de<br />

Baussière e il suo paggio; non mi sono permesso la<br />

minima stramberia o <strong>di</strong>gressione fino a che i <strong>di</strong>avoli<br />

<strong>di</strong> Giovanni <strong>della</strong> Casa non mi hanno fatto <strong>di</strong>segnare<br />

la curva D; mentre tutti quei c c c c c c c c c c c c c<br />

non sono che parentesi, un po‟ come le entrate e le<br />

uscite tanto comuni nella vita dei più gran<strong>di</strong> ministri<br />

<strong>di</strong> stato.” 19<br />

Sterne utilizza quin<strong>di</strong> la parola “<strong>di</strong>segnare”, che ovviamente appartiene <strong>al</strong> gergo<br />

pittorico e non a quello letterario. Ciò mette in luce quanto sia necessaria la carica<br />

gestu<strong>al</strong>e del simbolo per esplicare concetti che <strong>al</strong>trimenti richiederebbero molte<br />

pagine ed un <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> energia maggiore, con un risultato <strong>di</strong> minor impatto nella<br />

memoria del lettore.<br />

Con lo stesso proce<strong>di</strong>mento il narratore <strong>di</strong>segna sulla <strong>pagina</strong> la celebre “serpentina”,<br />

linea spir<strong>al</strong>iforme, nel IV capitolo dell‟ultimo volume (FIG.10). Il capor<strong>al</strong>e Trim, durante<br />

una conversazione con lo zio Toby, solleva il suo bastone e facendolo girare a<br />

mulinello tratteggia nell‟aria l‟impagabile gioia <strong>della</strong> libertà offerta d<strong>al</strong> celibato. Il gesto<br />

non viene solo raccontato, ma varcata la sottile soglia fra la narrazione e la <strong>pagina</strong>, si<br />

materi<strong>al</strong>izza in tutta la propria carica visiva sul foglio.<br />

19 L. Sterne, Vita e Opinioni <strong>di</strong> Tristram Shandy, introduzione <strong>di</strong> Attilio Brilli, Milano, BUR, 2008, p.468.<br />

20


Ed è sufficiente la sola considerazione <strong>di</strong> Tristram a racchiudere in poche righe<br />

l‟inferiorità delle parole e l‟importanza del visivo sullo scritto: “Mille sottilissimi<br />

sillogismi <strong>di</strong> mio padre non avrebbero potuto <strong>di</strong>re <strong>di</strong> più sul celibato”. 20<br />

20 Ibid., p. 582.<br />

(FIG.9)<br />

(FIG.10)<br />

21


Se si confrontano le pagine del TS con <strong>al</strong>cune delle opere futuriste b<strong>al</strong>za <strong>al</strong>l‟occhio<br />

un <strong>al</strong>tro tratto <strong>di</strong>stintivo comune ad entrambi: la manicula o in<strong>di</strong>ce puntato,<br />

raffigurante un pugno che segn<strong>al</strong>a con il <strong>di</strong>to un punto del testo.<br />

Di certo il simbolo non è nuovo <strong>al</strong>la tra<strong>di</strong>zione letteraria, esso rientra infatti nelle<br />

storie <strong>della</strong> scrittura e <strong>della</strong> letteratura, in quelle <strong>della</strong> tipografia e <strong>della</strong> grafica<br />

commerci<strong>al</strong>e, nei linguaggi pubblicitari e <strong>di</strong> propaganda politica. 21<br />

Viene usato per sottolineare un‟espressione ed attirare l‟attenzione del lettore verso il<br />

preciso frammento in<strong>di</strong>cato d<strong>al</strong>l‟in<strong>di</strong>ce.<br />

Il suo utilizzo rimanda <strong>al</strong> <strong>di</strong>scorso condotto in precedenza riguardo <strong>al</strong>l‟importanza<br />

<strong>al</strong>l‟interno del testo dell‟elemento gestu<strong>al</strong>e, che in quanto <strong>di</strong>segnato ha funzione<br />

enfatica e supera <strong>di</strong> gran lunga il linguaggio espressivo verb<strong>al</strong>e.<br />

Nel TS, ad esempio, il suo inserimento corrisponde a commenti conclusivi,<br />

considerazioni bizzarre, imperativi <strong>di</strong>retti <strong>al</strong> lettore e frasi sentenziose, la cui<br />

importanza Sterne vuole sottolineare accostandogli t<strong>al</strong>e carattere tipografico.<br />

Nonostante l‟esistenza ormai accertata e nota <strong>della</strong> manicula <strong>al</strong>l‟interno del<br />

patrimonio letterario conosciuto, la sua presenza è un elemento che stupisce ancora,<br />

in quanto interrompe la compattezza <strong>della</strong> <strong>pagina</strong> e rimanda ad un campo sensori<strong>al</strong>e<br />

<strong>di</strong>fferente rispetto a quello visivo, necessario da sempre <strong>al</strong>la lettura. Ricorda infatti <strong>al</strong><br />

lettore il nesso fra letteratura e tatto, interpellandolo e rendendolo nuovamente parte<br />

attiva nel processo <strong>di</strong> fruizione del libro.<br />

Così come in precedenza è stato detto per le pagine visive o i segni grafici, così ora<br />

anche per l‟in<strong>di</strong>ce puntato, bisogna riconoscere che la vera innovazione <strong>di</strong> cui è<br />

portatore sta tutta nel mettere in contatto universi sensori<strong>al</strong>i <strong>di</strong>fferenti, nel permettere<br />

<strong>al</strong>la <strong>pagina</strong> <strong>di</strong> superare i propri margini e sconfinare in settori <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa competenza:<br />

la pittura o ad<strong>di</strong>rittura il teatro, con la reiterata importanza dell‟atto gestu<strong>al</strong>e.<br />

La ricorrenza <strong>della</strong> manina nella pubblicistica delle Avanguar<strong>di</strong>e del Novecento è<br />

assai frequente, e se ne trovano <strong>di</strong> ogni forma e <strong>di</strong>mensione soprattutto nella<br />

produzione dadaista, d<strong>al</strong> Manifesto <strong>di</strong> Tzara <strong>al</strong>le riviste. 22<br />

Anche se in misura minore essa è presente nelle opere del repertorio <strong>futurista</strong>,<br />

utilizzata anche in questo caso come segno <strong>di</strong> retorica figurativa, im<strong>pagina</strong>to in<br />

<strong>di</strong>fferenti mo<strong>di</strong> in base <strong>al</strong>l‟elemento da evidenziare, ovviamente sempre <strong>al</strong> fine <strong>di</strong><br />

cat<strong>al</strong>izzare l‟attenzione del lettore o dell‟osservatore.<br />

21 W. H. Sherman, Towards a History of the Manicule, www.livesandletters.ac.uk.<br />

22 A. Sbrilli, La presenza del Tristram Shandy sulle soglie del Dada, www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it,<br />

sezione Arts. Ultima visita: maggio 2011.<br />

22


Nel TS la si ritrova sei volte (FIG.11), fra le qu<strong>al</strong>i in un particolare caso nel XX capitolo<br />

del III volume in corrispondenza del monito “Ricordatevi soltanto questo: non è per<br />

loro che io scrivo”, riferendosi agli uomini <strong>di</strong> giustizia e <strong>al</strong>le loro buffe parrucche.<br />

(FIG.11)<br />

L‟uso plastico <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e carattere tipografico è osservabile nella copertina dell‟opera <strong>di</strong><br />

Ardengo Soffici Bif & Zf + 18 Simultaneità e chimismi lirici (FIG. 12), datata 1915, dove<br />

fra pezzi <strong>di</strong> collage e titoli d<strong>al</strong>le varie <strong>di</strong>mensioni e caratteri compare in <strong>al</strong>to a destra<br />

l‟in<strong>di</strong>ce puntato ad in<strong>di</strong>care il nome dell‟autore, l‟immaginazione creativa del qu<strong>al</strong>e è<br />

così messa in ris<strong>al</strong>to.<br />

(FIG.12)<br />

23


Oltre <strong>al</strong>la manina assume particolare importanza la presenza del marchio e<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e<br />

in rilevo, Tipografia V<strong>al</strong>lecchi, presso cui è stato stampato il libro in formato <strong>di</strong><br />

giorn<strong>al</strong>e. Il tipografo <strong>di</strong>venta quin<strong>di</strong> soggetto chiamato in causa, fautore stesso<br />

dell‟opera e parte integrante <strong>della</strong> sua perfetta riuscita.<br />

Meno appariscenti, ma ugu<strong>al</strong>mente rivoluzionarie, sono le innovazioni e<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>i,<br />

ultimo punto in an<strong>al</strong>isi del presente capitolo.<br />

Nel TS la prefazione non è in<strong>di</strong>viduabile <strong>al</strong>l‟inizio del libro, come comune, ma è<br />

posposta. Tristram <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> poter fin<strong>al</strong>mente de<strong>di</strong>carsi <strong>al</strong>la sua stesura poiché W<strong>al</strong>ter e<br />

Toby si sono addormentati, e gli <strong>al</strong>tri personaggi sono occupati in attività che li<br />

assorbono completamente: può così abbandonarli per occuparsi d‟<strong>al</strong>tro, in quel lasso<br />

<strong>di</strong> tempo essi non faranno nulla che v<strong>al</strong>ga la pena <strong>di</strong> essere raccontato.<br />

Singolari sono anche le tre de<strong>di</strong>che, rispettivamente premesse <strong>al</strong> I, <strong>al</strong> V-VI e <strong>al</strong> IX<br />

volume. Fra queste l‟ultima è in<strong>di</strong>rizzata ad un “grand‟uomo” del qu<strong>al</strong>e l‟autore non fa<br />

mai il nome, anzi lo cambia spesso, da un certo Lord ad un <strong>al</strong>tro, anonimi entrambi,<br />

fino <strong>al</strong>la decisiva conclusione <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care il volume ad un “gentil pastore”.<br />

I poeti futuristi portano <strong>al</strong>le estreme conseguenze t<strong>al</strong>i scelte, tanto che i loro libri non<br />

hanno più prefazioni, de<strong>di</strong>che o in<strong>di</strong>ci tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>i.<br />

Così un gatto può essere il curatore <strong>di</strong> una raccolta <strong>di</strong> versi, come nei Poemi <strong>di</strong><br />

P<strong>al</strong>azzeschi, ed il resoconto <strong>di</strong> una serata <strong>futurista</strong> o i giu<strong>di</strong>zi <strong>della</strong> stampa possono<br />

fungere da introduzione, come nell‟Incen<strong>di</strong>ario, ancora <strong>di</strong> P<strong>al</strong>azzeschi. Inoltre<br />

raccomandazioni per l‟uso sostituiscono le prefazioni, e lunghi elenchi <strong>di</strong> aderenti <strong>al</strong><br />

futurismo possono precedere, in funzione auto promozion<strong>al</strong>e, i testi creativi.<br />

E‟ evidente quin<strong>di</strong> che non esiste più <strong>al</strong>cuno schema da seguire o prassi da<br />

rispettare. L‟artista è libero <strong>di</strong> poter immaginare il libro nella composizione che più<br />

preferisce, nessuna forzatura logica lo limita.<br />

Con la dovuta attenzione <strong>al</strong> periodo storico e cultur<strong>al</strong>e <strong>di</strong>fferente, si possono fare le<br />

stesse considerazioni per l‟opera sterniana, che incurante dei giu<strong>di</strong>zi sfida i dettami<br />

del tempo. In un‟assoluta quanto rigorosa e or<strong>di</strong>natamente organizzata libertà,<br />

Sterne intreccia lo schema del proprio lavoro secondo la person<strong>al</strong>e inventiva e<br />

geni<strong>al</strong>ità espressiva. Non bada infatti <strong>al</strong>le rigide strutture prestabilite e, oltre <strong>al</strong>la già<br />

citata prefazione, <strong>di</strong>spone nei volumi i vari capitoli privi <strong>di</strong> una lunghezza uniforme,<br />

dotati <strong>al</strong>cuni <strong>di</strong> poche righe ed <strong>al</strong>tri invece <strong>di</strong> un susseguirsi <strong>di</strong> intere pagine.<br />

Di tutto ciò si compone la stupefacente rivoluzione tipografica che getta un<br />

immaginario ponte fra due contesti lontani tempor<strong>al</strong>mente, ma sorprendentemente<br />

24


vicini nell‟intento <strong>di</strong> superare il libro, andando oltre il bianco delle sue pagine ed<br />

aprendo un varco <strong>al</strong>la tot<strong>al</strong>ità <strong>della</strong> creazione artistica.<br />

Nessuna frase riassume meglio questo capitolo delle parole <strong>di</strong> Fortunato Depero in A<br />

B C del Futurismo:<br />

“Parole gran<strong>di</strong> e parole piccole; parole vertic<strong>al</strong>i e<br />

parole orizzont<strong>al</strong>i; parole oblique. Parole sdraiate,<br />

parole in pie<strong>di</strong> e parole capovolte. Parole spezzate,<br />

parole <strong>al</strong>lungate, parole ripetute. Parole mo<strong>di</strong>ficate<br />

secondo la sensazione da esprimere. Parole a<br />

spir<strong>al</strong>e come il fumo dei sigari. Parole in fuga come i<br />

treni. Parole scoppianti come le revolverate e le<br />

cannonate. Parole svolazzanti come le farf<strong>al</strong>le.<br />

Parole che fioccano leggere come la neve, che<br />

cadono fitte, come la pioggia”. 23<br />

Riprendendo infine il primo Manifesto Futurista: nietzschianamente <strong>al</strong>l‟insegna <strong>della</strong><br />

leggerezza e del riso, danzando e cantando, l‟incen<strong>di</strong>ario <strong>futurista</strong> si arma per far<br />

s<strong>al</strong>tare il santuario del libro. Forse consapevole che la miccia era stata già accesa.<br />

23 A. M. C., Il libro e la nuova tipografia da Stéphane M<strong>al</strong>larmé <strong>al</strong> Futurismo, in Il linguaggio <strong>della</strong><br />

biblioteca, a cura <strong>di</strong> Mauro Guerrini, Milano, E<strong>di</strong>trice Bibliografica, 1996, p. 598.<br />

25


2.1. La scrittura non- lineare<br />

2. OLTRE IL LIBRO: L‟IPERTESTO<br />

“Definirei l'ipertesto come qu<strong>al</strong>siasi forma <strong>di</strong><br />

testu<strong>al</strong>ità - parole, immagini, suoni - che si presenti<br />

in blocchi o lessie o unità <strong>di</strong> lettura collegati da link.<br />

Si tratta, essenzi<strong>al</strong>mente, <strong>di</strong> una forma <strong>di</strong> testo che<br />

permette <strong>al</strong> lettore <strong>di</strong> abbracciare o <strong>di</strong> percorrere<br />

una grande quantità <strong>di</strong> informazioni in mo<strong>di</strong> scelti<br />

d<strong>al</strong> lettore stesso, e, nel contempo, in mo<strong>di</strong> previsti<br />

d<strong>al</strong>l'autore. Se dovessi definire l'ipertesto con una o<br />

due frasi, <strong>di</strong>rei che l'ipertesto è una forma <strong>di</strong> testo<br />

composta da blocchi <strong>di</strong> "scrittura" e immagini<br />

collegati da link, che permette una lettura<br />

multilineare: non una lettura non lineare o non<br />

sequenzi<strong>al</strong>e, ma una lettura multisequenzi<strong>al</strong>e” 24 .<br />

Secondo la definizione <strong>di</strong> George P. Landow, teorico e stu<strong>di</strong>oso delle strutture<br />

ipertestu<strong>al</strong>i, un testo concepito come un insieme <strong>di</strong> spazi concettu<strong>al</strong>i collegati tra loro<br />

in maniera non lineare può essere a pieno titolo considerato un “ipertesto”.<br />

Il TS è un‟opera interamente costruita su una rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>gressioni e progressioni<br />

t<strong>al</strong>mente complessa da rendere possibile e veritiero il par<strong>al</strong>lelismo con t<strong>al</strong>e<br />

definizione. 25 Ed è proprio la <strong>di</strong>gressione a permettere <strong>al</strong> “congegno princip<strong>al</strong>e” <strong>della</strong><br />

storia <strong>di</strong> andare avanti ed evolversi in tanti frammenti, apparentemente scollegati gli<br />

uni con gli <strong>al</strong>tri, ed in re<strong>al</strong>tà strettamente inter<strong>di</strong>pendenti. Allo stesso modo i futuristi,<br />

che non per nulla scelsero <strong>di</strong> chiamarsi così, arrivarono a certe esigenze espressive<br />

con largo anticipo sui loro tempi, tra<strong>di</strong>ti non tanto d<strong>al</strong>le idee quanto d<strong>al</strong>la tecnologia<br />

stessa, che non gli fornì quei mezzi espressivi che solo <strong>al</strong>la fine del XX secolo<br />

sarebbero stati <strong>di</strong>sponibili. Infatti esclusivamente con l‟avvento dell‟informatica e <strong>della</strong><br />

multime<strong>di</strong><strong>al</strong>ità la tanto agognata simultaneità <strong>di</strong> testo, immagine, suono e movimento<br />

troverà compiuta re<strong>al</strong>izzazione, in un prodotto autenticamente “<strong>futurista</strong>”.<br />

24<br />

G. P. Landow, La grande potenza del testo quando <strong>di</strong>venta ipertesto, www.me<strong>di</strong>amente.rai.it.<br />

Ultima visita: maggio 2011.<br />

25<br />

G. Losi, Tristram Shandy tra <strong>di</strong>gressione e ipertestu<strong>al</strong>ità, www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it, sezione<br />

Hyperts. Ultima visita: maggio 2011.<br />

26


Ancora una volta l‟incedere del movimento d‟avanguar<strong>di</strong>a incontra lungo il proprio<br />

percorso l‟opera <strong>di</strong> Sterne. Tragitti fra <strong>di</strong> loro <strong>di</strong>stanti sul piano tempor<strong>al</strong>e possono<br />

così essere affrontati par<strong>al</strong>lelamente, me<strong>di</strong>ante l‟an<strong>al</strong>isi comparativa <strong>di</strong> quell‟insieme<br />

<strong>di</strong> elementi che funge da trait d‟union fra i due contesti.<br />

Risulta necessaria a questo punto, prima che il <strong>di</strong>scorso si addentri verso il re<strong>al</strong>e<br />

nucleo tematico del presente capitolo, una parentesi riguardante la storia narrata nel<br />

TS. Il romanzo tratteggia le insolite vicende <strong>della</strong> famiglia Shandy e <strong>di</strong> tutti i<br />

personaggi che nel corso <strong>della</strong> lettura vi entrano in contatto. Fra i protagonisti<br />

princip<strong>al</strong>i, oltre <strong>al</strong>la voce narrante <strong>di</strong> Tristram che accompagna lo scorrere delle<br />

pagine in tutta la loro interezza, assume un ruolo primario il padre W<strong>al</strong>ter Shandy,<br />

sempre occupato in speculazioni filosofiche tanto <strong>di</strong>stanti d<strong>al</strong>la re<strong>al</strong>tà da assumere il<br />

più delle volte una netta sfumatura comica e grottesca, e lo zio Toby Shandy,<br />

vecchio soldato in pensione, arroccato fra le fantastiche mura <strong>di</strong> vittoriosi ed eroici<br />

racconti <strong>di</strong> battaglia e ricostruzioni militari in miniatura. Ruotano attorno ad essi,<br />

corollario <strong>di</strong> queste due person<strong>al</strong>ità portanti dello scheletro narrativo, una colorata<br />

serie <strong>di</strong> caratteri, secondari, ma ugu<strong>al</strong>mente determinanti: il capor<strong>al</strong>e Trim, fido<br />

aiutante dello zio Toby; Mr. Yorick, parroco del paese; Dr. Slop, dottore d<strong>al</strong>le dubbie<br />

capacità, artefice del travagliato parto <strong>di</strong> Mrs Shandy e delle ipotetiche future<br />

sciagure del piccolo Tristram; la Vedova Wadman, aspirante sposa dell‟ingenuo<br />

Toby; la levatrice; e per finire la goffa cameriera Susannah , smemorata “colpevole”<br />

dell‟infausto storpiamento del nome del nuovo venuto.<br />

Quello che dovrebbe essere il già visto e rivisto racconto <strong>di</strong> una vita, niente <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferente rispetto <strong>al</strong>le innumerevoli narrazioni biografiche, viene trasformato da<br />

Sterne in un magistr<strong>al</strong>e laboratorio <strong>di</strong> sperimentazioni e riflessioni sulla struttura<br />

stessa del romanzo, che si autodetermina nel suo farsi. La nascita del protagonista<br />

viene sospirata d<strong>al</strong> lettore per ben quattro volumi, ma ciò che più stupisce è<br />

l‟identificazione <strong>della</strong> voce narrante <strong>di</strong> queste pagine proprio con quella del nascituro,<br />

il qu<strong>al</strong>e ab ovo racconta del proprio concepimento e dei lunghi nove mesi precedenti<br />

il tanto atteso lieto evento. Alla storia viene negato un vero e proprio svolgimento,<br />

ampliato quest‟ultimo da avvolgenti <strong>di</strong>ramazioni in sempre nuove <strong>di</strong>rezioni e in mai<br />

ban<strong>al</strong>i scorci su panorami <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri racconti. Potrebbe definirsi impropriamente, per<br />

facilitarne la comprensione, un romanzo <strong>di</strong> continui flash-back e flash-forward, anche<br />

se t<strong>al</strong>e definizione risulterebbe riduttiva oltre che scorretta.<br />

27


Al romanzo viene sottratta inoltre una vera conclusione, con l‟incredula scoperta che<br />

la narrazione ha coperto per la maggior parte dei volumi un solo giorno <strong>di</strong> vita del<br />

protagonista, il qu<strong>al</strong>e in una continua lotta contro la morte <strong>di</strong>lata <strong>al</strong>l‟infinito grazie <strong>al</strong><br />

potere <strong>della</strong> scrittura il tempo <strong>della</strong> propria esistenza.<br />

Come queste poche righe hanno voluto <strong>di</strong>mostrare, appare chiaramente a colui che<br />

vi si cimenta e a chi legge, l‟impossibilità <strong>di</strong> ridurre l‟impianto <strong>di</strong>egetico ai norm<strong>al</strong>i<br />

strumenti in uso nell‟an<strong>al</strong>isi testu<strong>al</strong>e, nel caso contingente il riassunto. 26 Il romanzo<br />

non è infatti riconducibile <strong>al</strong> concetto <strong>di</strong> linearità, sia a livello dei fatti raccontati che a<br />

livello <strong>della</strong> successione tempor<strong>al</strong>e in cui si susseguono. Sterne prende le <strong>di</strong>stanze<br />

durante la stesura del proprio lavoro d<strong>al</strong> canone <strong>di</strong> narrazione teorizzato d<strong>al</strong>le unità<br />

aristoteliche, tanto care <strong>al</strong> filosofo, secondo le qu<strong>al</strong>i ogni testo dovrebbe essere<br />

caratterizzato d<strong>al</strong>l‟uniformità e d<strong>al</strong>l‟unità, ed avere quin<strong>di</strong> un inizio, uno svolgimento<br />

ed una conclusione.<br />

Nelle categorie ipertestu<strong>al</strong>i questo assunto viene meno, con la caduta dello schema<br />

tripartito <strong>di</strong> inizio- centro- fine. L‟occhio del lettore è libero <strong>di</strong> muoversi secondo un<br />

person<strong>al</strong>e iter <strong>di</strong> fruizione, a volte ugu<strong>al</strong>mente guidato da un soggiacente volere<br />

dell‟autore, <strong>al</strong>tre volte invece, nelle sperimentazioni più recenti, in tot<strong>al</strong>e autonomia.<br />

All‟interno <strong>di</strong> questa categoria, con la necessaria cautela dovuta <strong>al</strong> <strong>di</strong>fferente milieu<br />

cultur<strong>al</strong>e e tempor<strong>al</strong>e <strong>di</strong> appartenenza, è possibile <strong>di</strong> conseguenza collocare il TS.<br />

L‟opera a livello <strong>di</strong> superficie sembra essere costituita d<strong>al</strong>l‟insieme delle sue parti,<br />

assemblate in modo eterogeneo e prive <strong>di</strong> una <strong>di</strong>retta consequenzi<strong>al</strong>ità reciproca.<br />

Ovviamente, come verrà sottolineato in seguito, questa non è <strong>al</strong>tro che l‟impressione<br />

appositamente cercata da Sterne <strong>al</strong> fine <strong>di</strong> attuare una pungente quanto riuscita<br />

paro<strong>di</strong>a delle forme proso<strong>di</strong>che tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>i, schematizzate e pe<strong>di</strong>ssequamente<br />

osservate da tutti gli scrittori coevi. L‟apparente caos cela in re<strong>al</strong>tà una fitta<br />

corrispondenza <strong>di</strong> collegamenti, finemente elaborata ed infinitamente ri-costruibile e<br />

ri-leggibile. 27 Tristram/ Sterne articola quella che poi è l‟esigua catena <strong>di</strong> avvenimenti<br />

princip<strong>al</strong>i interv<strong>al</strong>landola con continui s<strong>al</strong>ti in avanti e in<strong>di</strong>etro nel tempo, riguardanti le<br />

tematiche più svariate: da approfon<strong>di</strong>menti sui singoli personaggi a riflessioni sulla<br />

costruzione del romanzo stesso con elaborati commenti metanarrativi, e ancora da<br />

<strong>di</strong>vagazioni sui i più improbabili argomenti scientifici e filosofici ai <strong>di</strong>retti <strong>di</strong><strong>al</strong>oghi con i<br />

lettori fittizi, proiezione <strong>di</strong> quelli re<strong>al</strong>i, ai qu<strong>al</strong>i il narratore in prima persona si rivolge.<br />

26 Ibid., www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it.<br />

28


L‟artificio narrativo con il qu<strong>al</strong>e Sterne permette <strong>al</strong>la propria opera <strong>di</strong> espandersi<br />

quasi <strong>al</strong>l‟inverosimile su se stessa è, come già accennato in precedenza, la<br />

<strong>di</strong>gressione. Essa consiste nell‟inserimento <strong>di</strong> elementi estranei <strong>al</strong>la centr<strong>al</strong>ità del<br />

racconto, che am<strong>al</strong>gamandosi con quest‟ultimo lo portano inevitabilmente a<br />

<strong>di</strong>scostarsi d<strong>al</strong> <strong>di</strong>scorso princip<strong>al</strong>e. E‟ possibile definirla come una parentesi che<br />

l‟autore apre arrivato ad un certo punto <strong>della</strong> linea percorsa d<strong>al</strong>la propria penna, <strong>al</strong><br />

fine <strong>di</strong> inserirvi <strong>al</strong> proprio interno un concetto secondario apparentemente privo <strong>di</strong> un<br />

ruolo protagonista. La <strong>di</strong>gressione è quin<strong>di</strong> associabile, prendendo in prestito il<br />

paragone d<strong>al</strong> vocabolario tecnologico dell‟era informatica, <strong>al</strong> moderno “link” che,<br />

negli attu<strong>al</strong>i fogli elettronici, rimanda con un clic del mouse ai relativi approfon<strong>di</strong>menti<br />

correlati. 28<br />

Un esempio <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e pratica, fra gli innumerevoli presenti nel romanzo, è rappresentato<br />

d<strong>al</strong> VII capitolo del I volume nel qu<strong>al</strong>e Tristram introduce la figura <strong>della</strong> levatrice,<br />

fortemente voluta da Mrs Shandy come assistente dell‟inefficiente dottor Slop. Il<br />

lettore quasi assuefatto <strong>al</strong>le tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>i meto<strong>di</strong>che narrative prevedrebbe facilmente<br />

il proseguo delle seguenti pagine, immaginando in esse la logica continuazione <strong>della</strong><br />

presentazione del nuovo personaggio. L‟attesa è invece prontamente <strong>di</strong>sillusa e<br />

l‟attenzione viene spostata attraverso una serie <strong>di</strong> riman<strong>di</strong> ed associazioni <strong>al</strong>la moglie<br />

<strong>di</strong> Yorick, per essere poi nuovamente <strong>di</strong>stolta d<strong>al</strong>la presentazione del parroco, ed<br />

infine “<strong>di</strong>rottata” su <strong>di</strong>vagazioni riguardanti ad<strong>di</strong>rittura Cervantes e Shakespeare. Per<br />

completare il quadro <strong>della</strong> levatrice è necessario aspettare pazientemente, riga dopo<br />

riga, fino <strong>al</strong> XIII capitolo.<br />

La <strong>di</strong>gressione, arricchendo la narrazione, permette <strong>al</strong>lo scrittore <strong>di</strong> comparare e<br />

collegare argomenti fra <strong>di</strong> loro <strong>di</strong>stanti sia sul piano del tempo che su quello del<br />

concetto. Si viene così a creare un testo che deve essere letto non solo secondo la<br />

<strong>di</strong>mensione tempor<strong>al</strong>e del susseguirsi <strong>di</strong> avvenimenti, ma anche in base <strong>al</strong>la<br />

collocazione spazi<strong>al</strong>e degli stessi <strong>al</strong>l‟interno dell‟opera. Se è indubbiamente vero che<br />

t<strong>al</strong>e artificio contribuisce <strong>al</strong>la progressione <strong>della</strong> vita <strong>di</strong> Tristram, triplicando se non<br />

quadruplicando la misura re<strong>al</strong>e dei giorni vissuti, secondo la bergsoniana<br />

interiorizzazione del tempo che d<strong>al</strong> quadrante dell‟orologio si trasferisce a quello<br />

person<strong>al</strong>e <strong>della</strong> coscienza, è anche vero che le continue <strong>di</strong>vagazioni contribuiscono<br />

ad inficiare il lineare andamento del racconto, frammentandolo in <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>rezioni<br />

più o meno lontane d<strong>al</strong>la “retta via”. Ciò conferisce <strong>al</strong>la narrazione un aspetto<br />

28 Ibid., www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it.<br />

29


<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato, nel qu<strong>al</strong>e gli episo<strong>di</strong> scritti e descritti sembrano susseguirsi gli uni con gli<br />

<strong>al</strong>tri regolati solamente d<strong>al</strong> caso, che imperante li <strong>di</strong>spone sulle pagine prive <strong>di</strong><br />

logicità. La re<strong>al</strong>tà è ben <strong>di</strong>versa, così che ad un‟an<strong>al</strong>isi approfon<strong>di</strong>ta è possibile<br />

ricostruire un preciso schema dei motivi ricorrenti <strong>al</strong>l‟interno dell‟opera, ferreamente<br />

regolati, seppur <strong>di</strong>fferentemente <strong>di</strong>slocati nella fisicità dei fogli, d<strong>al</strong>le regole imposte<br />

d<strong>al</strong>l‟autore. 29 Ricorrono quin<strong>di</strong> spesso dei leitmotiv come l‟innovativo “hobby-horse”,<br />

ad in<strong>di</strong>care la fissazione o mania person<strong>al</strong>e <strong>di</strong> ogni personaggio, il tema del celibato,<br />

quello dei nasi o del nome e così in avanti in un caoticamente organizzato rincorrersi<br />

<strong>di</strong> riferimenti.<br />

Ciò che <strong>di</strong>stingue le forme ipertestu<strong>al</strong>i <strong>di</strong> scrittura, e ne caratterizza l‟aspetto<br />

innovativo ed inusu<strong>al</strong>e rispetto <strong>al</strong>le “vecchie” tecniche, è ovviamente l‟effetto <strong>di</strong><br />

simultaneità. L‟esistenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi collegamenti percorribili a piacere d<strong>al</strong> lettore<br />

determina una tempor<strong>al</strong>e compresenza <strong>di</strong> più piani narrativi, che compenetrandosi<br />

fra <strong>di</strong> loro restituiscono l‟informazione <strong>di</strong> partenza implementata <strong>di</strong> una nuova tot<strong>al</strong>ità.<br />

Si potrebbe affermare che essa è assimilabile <strong>al</strong> concetto cinematografico <strong>di</strong><br />

montaggio, ed in particolare <strong>al</strong>la peculiare variante dello split screen (letter<strong>al</strong>mente<br />

“schermo <strong>di</strong>viso”), dove non è inusu<strong>al</strong>e assistere <strong>al</strong>lo svolgersi <strong>di</strong> scene ambientate<br />

in luoghi <strong>di</strong>versi scorrere affiancate sulla stessa superficie <strong>di</strong> proiezione, tecnica<br />

davanti <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e ormai lo spettatore non si stupisce più, ma che in re<strong>al</strong>tà creò,<br />

<strong>al</strong>l‟esor<strong>di</strong>o <strong>di</strong> t<strong>al</strong>i metodologie, un gran senso <strong>di</strong> ammirata incredulità.<br />

T<strong>al</strong>e concetto è riconducibile anche <strong>al</strong> TS, dove spesso il lettore ha la netta<br />

sensazione che il narratore stia svolgendo due <strong>di</strong>scorsi fra <strong>di</strong> essi par<strong>al</strong>leli e <strong>al</strong><br />

contempo simultanei. Con l‟introduzione delle varie <strong>di</strong>gressioni Sterne agisce come<br />

farebbe un regista contemporaneo, <strong>al</strong>lontanando il focus <strong>della</strong> scena verso <strong>al</strong>tre<br />

“inquadrature” in base <strong>al</strong>la suspense da creare e agli elementi da approfon<strong>di</strong>re,<br />

permettendo però ad esse <strong>di</strong> coesistere congiuntamente. Ne rappresenta un perfetto<br />

esempio la prefazione posposta, già presa in considerazione nel primo capitolo in<br />

merito <strong>al</strong>le innovazioni apportate nel campo e<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e, e riconducibile anche<br />

<strong>al</strong>l‟argomento in oggetto. Nel XX capitolo del III volume W<strong>al</strong>ter Shandy e lo zio Toby<br />

sono colti d<strong>al</strong> narratore in un momento <strong>di</strong> quiete d<strong>al</strong>le loro lunghe conversazioni,<br />

entrambi addormentati e silenti. Tristram comunica quin<strong>di</strong> che avrebbe approfittato <strong>di</strong><br />

t<strong>al</strong>e frangente <strong>di</strong> potenzi<strong>al</strong>e “noia” per introdurre la propria prefazione, sicuro del fatto<br />

che non sarebbe successo nulla <strong>di</strong> rilevante da raccontare.<br />

29 P. Carbone, La lanterna magica <strong>di</strong> Tristram Shandy. Visibilità e informazione, or<strong>di</strong>ne ed entropia,<br />

paradossi e trompe-l‟oeil, Verona, Ombre Corte, 2009.<br />

30


Forse <strong>di</strong> più imme<strong>di</strong>ato effetto è l‟esempio riscontrabile nel V capitolo del V volume,<br />

nel qu<strong>al</strong>e Mrs. Shandy è descritta in corridoio nell‟atto <strong>di</strong> origliare <strong>al</strong>la porta socchiusa<br />

quello che i due fratelli si stanno <strong>di</strong>cendo in s<strong>al</strong>otto riguardo la tragica notizia <strong>della</strong><br />

morte <strong>di</strong> Bobby, fratello maggiore <strong>di</strong> Tristram. Sterne affianca i <strong>di</strong>versi contesti<br />

spazi<strong>al</strong>i, conducendo in par<strong>al</strong>lelo un serrato confronto fra gli ambienti <strong>della</strong> casa e le<br />

relative reazioni dei personaggi in essi ospitati. Sposta poi l‟attenzione d<strong>al</strong> corridoio<br />

<strong>al</strong>la cucina, <strong>al</strong>ternando ai <strong>di</strong>scorsi <strong>di</strong> Mr. Shandy quelli <strong>della</strong> cameriera Susannah, <strong>di</strong><br />

Oba<strong>di</strong>ah, <strong>della</strong> sguattera e del cocchiere. Infine la scena, orchestr<strong>al</strong>mente gestita, si<br />

in<strong>di</strong>rizza nuovamente <strong>al</strong> corridoio, dove simultaneamente ai commenti in cucina ed in<br />

s<strong>al</strong>otto, vi è ancora Mrs. Shandy con l‟orecchio accostato <strong>al</strong>la porta.<br />

Questi, come <strong>al</strong>tri esempi possibili, mettono in luce la sorprendente natura del<br />

romanzo, che va oltre la fissità <strong>della</strong> <strong>pagina</strong>, per connotarsi <strong>di</strong> sempre <strong>di</strong>fferenti<br />

sfumature, siano esse teatr<strong>al</strong>i, pittoriche o perfino cinematografiche.<br />

Non <strong>di</strong>ssimili da quelle appena <strong>di</strong>scusse sono le innovazioni apportate a livello<br />

narrativo- struttur<strong>al</strong>e d<strong>al</strong> movimento <strong>futurista</strong>.<br />

Senza che l‟attenzione si <strong>di</strong>scosti troppo d<strong>al</strong> campo artistico in esame, ovvero quello<br />

letterario, è necessario in via <strong>di</strong> premessa <strong>al</strong>largare la visu<strong>al</strong>e anche ad un <strong>al</strong>tro<br />

linguaggio espressivo caratteristico dell‟avanguar<strong>di</strong>a it<strong>al</strong>iana: la pittura.<br />

L‟estetica <strong>della</strong> simultaneità affonda le proprie ra<strong>di</strong>ci proprio nella manifestazione<br />

pittorica <strong>della</strong> velocità e del <strong>di</strong>namismo univers<strong>al</strong>e, eternato come t<strong>al</strong>e.<br />

Nel Manifesto tecnico <strong>della</strong> pittura <strong>futurista</strong> 30 viene annunciata l‟intenzione <strong>di</strong> voler<br />

superare i limiti <strong>della</strong> visione pittorica tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>e, mimetica, natur<strong>al</strong>istica e <strong>di</strong><br />

considerare l‟uomo non più come centro dell‟universo, ma parte <strong>di</strong> un tutto in<br />

movimento, ponendo così l‟obbiettivo <strong>di</strong> rappresentare in modo nuovo la coscienza<br />

percettiva <strong>della</strong> re<strong>al</strong>tà. 31 Gli artisti futuristi mettono così a punto un linguaggio fatto <strong>di</strong><br />

visioni simultanee e compenetrazioni <strong>di</strong> piani:<br />

“Il gesto per noi, non sarà più un momento fermato<br />

del <strong>di</strong>namismo univers<strong>al</strong>e: sarà decisamente, la<br />

sensazione <strong>di</strong>namica eternata come t<strong>al</strong>e. Tutto si<br />

muove, tutto corre, tutto volge rapido. (…) Per la<br />

persistenza dell‟immagine nella retina, tutte le cose<br />

in movimento si moltiplicano, si deformano,<br />

30<br />

U. Boccioni, C. Carrà, L. Russolo, G. B<strong>al</strong>la, G. Severini, La Pittura Futurista Manifesto tecnico,<br />

1910, in MF, cit., p.71.<br />

31<br />

C. S<strong>al</strong>aris, Futurismo La prima avanguar<strong>di</strong>a, Firenze-Milano, Art e Dossier, Giunti E<strong>di</strong>tore, 2009,<br />

p.14.<br />

31


susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che<br />

percorrono. Così un cav<strong>al</strong>lo in corsa non ha quattro<br />

gambe: ne ha venti”. 32<br />

Seguendo <strong>al</strong>la lettera t<strong>al</strong>i righe, sottoscritte in prima persona, Giacomo B<strong>al</strong>la ne crea<br />

una <strong>di</strong>mostrazione pratica con Dinamismo <strong>di</strong> un cane <strong>al</strong> guinzaglio (FIG.1), <strong>di</strong>pinto olio<br />

su tela del 1912. Esso è infatti il primo quadro <strong>futurista</strong> in cui il pittore espone la sua<br />

posizione <strong>al</strong>la stregua <strong>di</strong> un manifesto. L‟artista sud<strong>di</strong>vide in innumerevoli sequenze il<br />

movimento <strong>di</strong> una donna che passeggia con il suo cane, fissando sulla tela la<br />

simultaneità del movimento, moltiplicato quest‟ultimo d<strong>al</strong>la persistenza retinica<br />

dell‟immagine ottica. I pittori futuristi si prefiggevano <strong>di</strong> ottenere la scomposizione del<br />

colore e del movimento qu<strong>al</strong>e quella che si riteneva essere <strong>al</strong>lora la scomposizione<br />

ed acquisizione natur<strong>al</strong>e dei colori e dei movimenti stessi a livello retinico. Sarà<br />

quin<strong>di</strong> successivamente lo spettatore a dover ricomporre la frammentaria sequenza<br />

<strong>di</strong>namica, resa sulla tela per punti e non nella sua risultante fin<strong>al</strong>e.<br />

( FIG.1)<br />

Il medesimo principio è riscontrabile in un‟<strong>al</strong>tra celebre opera <strong>di</strong> B<strong>al</strong>la: Bambina che<br />

corre sul b<strong>al</strong>cone (FIG.2), anch‟esso olio su tela del 1912-13. Gli esperimenti<br />

dell‟artista con la luce ed il colore sono da ricondursi <strong>al</strong> neoimpressionismo francese,<br />

con esponenti qu<strong>al</strong>i Georges Seurat e Paul Signac. Nei loro quadri i soggetti<br />

32 U. Boccioni, C. Carrà, L. Russolo, G. B<strong>al</strong>la, G. Severini, op.cit., pp. 71-72.<br />

32


appresentati sono composti da v<strong>al</strong>ori cromatici puri e puntini <strong>di</strong> forma ugu<strong>al</strong>e,<br />

accostati fittamente gli uni agli <strong>al</strong>tri, che nell‟occhio dello spettatore si confondono<br />

accorpandosi in un‟unica immagine. Seurat in particolare si ispirò nell‟elaborazione <strong>di</strong><br />

un person<strong>al</strong>e stile artistico <strong>al</strong> chimico Michel-Eugène Chevreul, conosciuto per il<br />

trattato sul colore simultaneo De la loi du contraste simultané des couleurs et de<br />

l‟assortiment des objects coloriés, ris<strong>al</strong>ente <strong>al</strong> 1839. 33 B<strong>al</strong>la, acquisite t<strong>al</strong>i<br />

conoscenze, scompone la scena in innumerevoli unità cromatiche, <strong>di</strong>ssolvendo<br />

completamente il soggetto nel colore e nella moltiplicazione delle forme. 34<br />

(FIG.2)<br />

Marinetti, nel già an<strong>al</strong>izzato primo libro parolibero Zang Tumb Tuuum, trasferì il<br />

principio <strong>di</strong> <strong>di</strong>namismo e <strong>di</strong> visioni simultanee d<strong>al</strong>la pittura <strong>al</strong>la letteratura,<br />

componendo fedelmente le proprie pagine secondo la dominante estetica <strong>della</strong><br />

velocità e <strong>della</strong> compenetrazione <strong>di</strong> piani, ovviamente in questo caso testu<strong>al</strong>i.<br />

La narrazione, riguardante l‟asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Adrianopoli durante il conflitto bulgaro-turco<br />

del 1912, viene condotta d<strong>al</strong> reporter/Marinetti attraverso un montaggio <strong>di</strong> capitoli, la<br />

qu<strong>al</strong>e rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> successione rende il senso simultaneo degli avvenimenti. Il lettore è<br />

continuamente trasportato da una parte <strong>al</strong>l‟<strong>al</strong>tra del racconto attraverso fugaci flash,<br />

la cui stesura supera le regole <strong>della</strong> prosa. Essa viene liberata d<strong>al</strong>la punteggiatura o<br />

33 S. Martin, Futurismo, Köln, Tashen, 2005, p. 44.<br />

34 Ibid., p. 44.<br />

33


dai nessi logici qu<strong>al</strong>i congiunzioni, aggettivi, coniugazioni dei verbi, e per finire<br />

avverbi, definiti “vecchia fibbia che tiene unite l‟una <strong>al</strong>l‟<strong>al</strong>tra le parole (…) conservano<br />

<strong>al</strong>la frase una fasti<strong>di</strong>osa unità <strong>di</strong> tono”. 35 Il romanzo viene contaminato, così come è<br />

stato detto riguardo <strong>al</strong> TS, d<strong>al</strong>la tecnica tipica del cinema, che procede attraverso<br />

l‟assemblaggio <strong>di</strong> frammenti <strong>di</strong>egetici fra <strong>di</strong> loro contemporanei, legati me<strong>di</strong>ante un<br />

frenetico cambio <strong>di</strong> inquadrature e scene. Nell‟opera del caposcuola del movimento<br />

d‟avanguar<strong>di</strong>a t<strong>al</strong>e simultaneità <strong>di</strong> eventi resa con il veloce spostamento del focus<br />

narrativo da una porzione <strong>al</strong>l‟<strong>al</strong>tra del testo, segmenti questi presi ed abbandonati in<br />

continuazione in modo par<strong>al</strong>lelo, deve essere ricostruita d<strong>al</strong> lettore, <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e spetta<br />

nuovamente un ruolo attivo oltre che una buona dose <strong>di</strong> partecipe attenzione. La<br />

sottrazione <strong>di</strong> ogni regola vigente in materia <strong>di</strong> sintassi e lo stravolgimento<br />

dell‟organizzazione <strong>di</strong> pensieri logici e coerenti creano un‟imme<strong>di</strong>ata sensazione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sagio a chi si approccia ad una prima fruizione con occhio <strong>di</strong>sabituato, incapace <strong>di</strong><br />

sostenere il confronto con quello che sembra essere un <strong>di</strong>somogeneo susseguirsi <strong>di</strong><br />

frasi prive <strong>di</strong> scheletro interno. Il cronista Marinetti riporta sulla <strong>pagina</strong> parole quasi<br />

<strong>al</strong>la rinfusa, <strong>al</strong>ternandole con onomatopee e segni grafici, cucendosi addosso un<br />

perfetto stile telegrafico. Grazie ad esso lo scrittore è capace <strong>di</strong> rendere il più<br />

veritiera possibile la sensazione <strong>di</strong> simultaneità <strong>di</strong> situazioni, gesti ed avvenimenti.<br />

Ne è un esempio il capitolo de<strong>di</strong>cato <strong>al</strong> bombardamento <strong>della</strong> città (FIG.3), nel qu<strong>al</strong>e in<br />

una cronaca minuto per minuto il lettore è catapultato in prima persona fra i rumori e<br />

gli odori degli or<strong>di</strong>gni, da una parola <strong>al</strong>l‟<strong>al</strong>tra percorre senza fiato l‟incedere<br />

contemporaneo <strong>di</strong> spari, voci, lampi e suggestioni.<br />

T<strong>al</strong>e stile sintetico, mutevole ed incisivo, regola non solo le singole parole, ma anche<br />

la successione stessa dei vari capitoli, gestiti come se fossero le molteplici parti <strong>di</strong> un<br />

collage. L‟unità del racconto è minata d<strong>al</strong>la tot<strong>al</strong>e imperson<strong>al</strong>ità <strong>della</strong> scrittura e d<strong>al</strong>la<br />

compresenza simultanea <strong>di</strong> piani narrativi. Si passa velocemente d<strong>al</strong> primo capitolo<br />

nel qu<strong>al</strong>e l‟autore è in treno verso la Sicilia e poi in automobile tra Messina e Catania,<br />

a quello riguardante l‟asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Adrianopoli, e ancora senza sosta si arriva <strong>al</strong> porto<br />

<strong>di</strong> Rotterdam, dove si svolge un contrabbando <strong>di</strong> armi, e così oltre con continui s<strong>al</strong>ti<br />

spazi<strong>al</strong>i in avanti e in<strong>di</strong>etro. Si tratta quin<strong>di</strong> sicuramente <strong>di</strong> un ipertesto, nonostante la<br />

ovvia mancanza <strong>di</strong> link elettronici, e più specificatamente <strong>di</strong> cyber testo, nel qu<strong>al</strong>e la<br />

fruizione <strong>di</strong>venta vero e proprio “evento” ed “esperienza”, data quest‟ultima<br />

d<strong>al</strong>l‟impossibilità <strong>di</strong> prevedere ciò che accadrà nell‟<strong>al</strong>ternarsi delle pagine.<br />

35 F.T. Marinetti, Manifesto tecnico <strong>della</strong> letteratura <strong>futurista</strong>, 1912, in MF, cit., p.112.<br />

34


(FIG.3)<br />

35


Le intuizioni ipertestu<strong>al</strong>i ante-litteram appena an<strong>al</strong>izzate in pittura ed in letteratura,<br />

basate sulla simultaneità <strong>di</strong> sezioni narrative e <strong>di</strong> mezzi espressivi, trovano piena<br />

applicazione anche in campo teatr<strong>al</strong>e.<br />

Ris<strong>al</strong>e <strong>al</strong> 1915 il manifesto Teatro <strong>futurista</strong> sintetico, ad opera <strong>di</strong> Marinetti, Settimelli e<br />

Corra, nel qu<strong>al</strong>e vengono teorizzate, <strong>al</strong> pari delle <strong>al</strong>tre arti, le innovazioni apportate <strong>al</strong><br />

genere e le regole da seguire per la creazione <strong>di</strong> una vera e propria messa in scena<br />

<strong>futurista</strong>:<br />

“ Noi otteniamo un <strong>di</strong>namismo assoluto me<strong>di</strong>ante la<br />

compenetrazione <strong>di</strong> ambienti e tempi <strong>di</strong>versi. Es.:<br />

mentre in un dramma come Più che l‟amore, i fatti<br />

importanti (…) non si muovono sulla scena, ma<br />

vengono raccontati con un‟assoluta mancanza <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>namismo; mentre nel primo atto <strong>della</strong> Figlia <strong>di</strong><br />

Jorio i fatti si muovono in un‟unica scena senza b<strong>al</strong>zi<br />

<strong>di</strong> spazio e <strong>di</strong> tempo, nella sintesi <strong>futurista</strong><br />

Simultaneità vi sono due ambienti che si<br />

compenetrano e molti tempi <strong>di</strong>versi messi in azione<br />

simultaneamente”. 36<br />

Queste parole sembrano in parte la trasposizione scritta del capitolo V<br />

precedentemente <strong>di</strong>scusso del TS, nel qu<strong>al</strong>e con guizzo da sceneggiatore Sterne<br />

gestisce par<strong>al</strong>lelamente la narrazione in <strong>di</strong>versi ambienti <strong>della</strong> casa. L‟immaginario<br />

“p<strong>al</strong>co” <strong>della</strong> <strong>pagina</strong> ospita contemporaneamente la conversazione dei due fratelli in<br />

s<strong>al</strong>otto, l‟appostamento <strong>di</strong>etro <strong>al</strong>la porta socchiusa <strong>di</strong> Mrs. Shandy in corridoio e i<br />

commenti <strong>della</strong> servitù in cucina. Spazi <strong>di</strong>fferenti vengono così “messi in azione<br />

simultaneamente”, conferendo <strong>al</strong> racconto l‟irrinunciabile <strong>di</strong>namicità <strong>futurista</strong>.<br />

Le ricerche speriment<strong>al</strong>i <strong>di</strong> Marinetti in merito giungono ad un‟estrema maturazione<br />

nel 1933 con il manifesto Il teatro tot<strong>al</strong>e <strong>futurista</strong>, dove <strong>al</strong>l‟insegna <strong>della</strong> più volte<br />

citata simultaneità lo spettatore è chiamato a seguire attivamente spettacoli<br />

molteplici su <strong>di</strong>versi p<strong>al</strong>coscenici, e proiezioni cinematografiche su <strong>di</strong>fferenti schermi.<br />

Il centro <strong>della</strong> platea avrebbe dovuto contenere “un<strong>di</strong>ci p<strong>al</strong>coscenici roton<strong>di</strong> e senza<br />

quinte <strong>al</strong>ti due metri intorno ai qu<strong>al</strong>i ogni spettatore nella sua poltrona-tavolo girevole<br />

si muove seguendo con successione veloce le <strong>di</strong>verse azioni dei <strong>di</strong>versi p<strong>al</strong>coscenici<br />

intercomunicanti”. 37<br />

36 F. T. Marinetti, E. Settimelli, B. Corra, Il teatro <strong>futurista</strong> sintetico, 1915, in MF, cit., pp. 178-179.<br />

37 C. S<strong>al</strong>aris, Futurismo, Milano, E<strong>di</strong>trice Bibliografica, 1994, p. 45.<br />

36


Un‟ultima caratteristica riflessa d<strong>al</strong>la struttura non-lineare del TS, accostabile <strong>al</strong>le<br />

opere del futurismo, riguarda l‟impossibilità <strong>di</strong> piegare la complessità dell‟esperienza<br />

umana a rigi<strong>di</strong> percorsi logico-consequenzi<strong>al</strong>i.<br />

La scelta <strong>di</strong> privilegiare una composizione complessiva composta da frammenti<br />

apparentemente scollegati, artefici <strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>gressivo e progressivo <strong>al</strong> tempo<br />

stesso, ben si adatta a registrare i pensieri umani in tutta la loro incompletezza e<br />

caoticità. Nelle pagine del romanzo Sterne espone la propria adesione <strong>al</strong>la teoria <strong>di</strong><br />

Locke, secondo la qu<strong>al</strong>e il pensiero procede per una libera e del tutto arbitraria<br />

associazione <strong>di</strong> idee e concetti. I continui cambiamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione nel racconto<br />

esprimono quin<strong>di</strong> il mutevole punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> Tristram, la cui coscienza è in continuo<br />

farsi con la creazione stessa del libro.<br />

Secondo i modernisti l‟IO non è assoluto, ne esistono molteplici in base <strong>al</strong>le<br />

situazioni, <strong>al</strong>le persone o agli oggetti con i qu<strong>al</strong>i la coscienza entra in contatto, e da<br />

ciò si desume quanto la linea ment<strong>al</strong>e tracciata d<strong>al</strong>l‟incedere dell‟esperienza umana<br />

non possa in <strong>al</strong>cun modo essere retta, bensì il più possibile varia e curviforme.<br />

Non si <strong>di</strong>scosta <strong>di</strong> molto da t<strong>al</strong>e proce<strong>di</strong>mento lo stile letterario <strong>futurista</strong>, il qu<strong>al</strong>e d<strong>al</strong><br />

verso libero <strong>al</strong>le parole in libertà, trovò piena re<strong>al</strong>izzazione nel Manifesto<br />

dell‟Aeropoesia, redatto da Marinetti nel 1931. La figura del volo <strong>di</strong>venta metafora <strong>di</strong><br />

una scrittura capace <strong>di</strong> far coesistere parole ed immagini in un flusso simile <strong>al</strong><br />

pensiero parlato. Essendo quest‟ultimo libero, mobile e caotico deve essere<br />

rappresentato da una prosa anch‟essa libera e slegata da convenzioni.<br />

Vengono ad<strong>di</strong>rittura aboliti gli spazi fra le singole parole <strong>al</strong> fine <strong>di</strong> uguagliare la<br />

velocità delle associazioni ment<strong>al</strong>i, formando così blocchi <strong>di</strong> lettere fuse, come ad<br />

esempio “Battagliafiumepontebosco”. 38<br />

Come testimonia l‟osservazione <strong>di</strong> Marinetti, il paroliberismo <strong>di</strong>venta così specchio<br />

<strong>della</strong> trasformazione <strong>della</strong> sensibilità umana, <strong>di</strong>sgregata <strong>al</strong> pari <strong>di</strong> quella modernista e<br />

multiforme <strong>al</strong> livello <strong>di</strong> quella sterniana:<br />

“ 1. Acceleramento <strong>della</strong> vita, che ha oggi, un ritmo<br />

rapido. Equilibrismo fisico, intellettu<strong>al</strong>e e sentiment<strong>al</strong>e<br />

sulla corda tesa <strong>della</strong> velocità fra i magnetismi<br />

contra<strong>di</strong>ttorii. Coscienze molteplici e simultanee in<br />

uno stesso in<strong>di</strong>viduo”. 39<br />

38 Ibid., p. 35.<br />

39 F.T. Marinetti, Distruzione <strong>della</strong> sintassi - Immaginazione senza fili - Parole in libertà, 1913, in MF,<br />

cit., p.121.<br />

37


2.2. L‟ipertesto sensori<strong>al</strong>e e i nuovi materi<strong>al</strong>i<br />

Una delle princip<strong>al</strong>i caratteristiche dell‟e<strong>di</strong>toria informatica è l‟integrazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi<br />

linguaggi espressivi, o meglio me<strong>di</strong>a. È quin<strong>di</strong> ormai assolutamente comune<br />

riscontrare sulla medesima <strong>pagina</strong> elettronica la compresenza <strong>di</strong> elementi<br />

riconducibili a <strong>di</strong>fferenti sfere sensori<strong>al</strong>i: testo, immagini e suoni convivono <strong>al</strong>l‟interno<br />

dello stesso prodotto, integrandosi fra <strong>di</strong> loro e completandosi a vicenda. I risultati<br />

raggiunti d<strong>al</strong>la moderna tecnologia offrono così infinite combinazioni, le qu<strong>al</strong>i aprono<br />

le porte ad una trasmissione del messaggio e <strong>della</strong> comunicazione in senso stretto<br />

senza precedenti. Numerose furono le sperimentazioni condotte in questa <strong>di</strong>rezione<br />

nella storia <strong>della</strong> letteratura e delle arti, spinte d<strong>al</strong>l‟univers<strong>al</strong>e desiderio <strong>di</strong> un‟opera<br />

tot<strong>al</strong>e, mezzo espressivo completo dell‟infinita gamma <strong>di</strong> contenuti da veicolare.<br />

Il concetto <strong>di</strong> ipertesto può essere, meno accademicamente che nel primo paragrafo,<br />

esteso a quelle forme narrative che, oltre <strong>al</strong>la non-linearità, si <strong>di</strong>stinguono anche per<br />

il tentativo <strong>di</strong> inserimento nel tessuto verb<strong>al</strong>e <strong>di</strong> elementi extratestu<strong>al</strong>i, sconfinanti<br />

questi ultimi entro territori <strong>di</strong> proprietà <strong>della</strong> pittura, <strong>della</strong> musica e, non ultimo, del<br />

teatro. L‟ipertestu<strong>al</strong>ità viene <strong>di</strong> conseguenza qui considerata come superamento dei<br />

limiti del testo, come commistione <strong>di</strong> linguaggi non verb<strong>al</strong>i, evasione dai margini del<br />

foglio e ad<strong>di</strong>rittura annientamento del supporto cartaceo stesso. Il libro si tinge delle<br />

sfumature <strong>della</strong> gestu<strong>al</strong>ità, del suono e <strong>della</strong> visu<strong>al</strong>ità. Svincolato d<strong>al</strong>la fissità del<br />

proprio involucro anela <strong>al</strong> raggiungimento <strong>di</strong> una veritiera adesione <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>tà,<br />

raggiungibile solo con un‟irruzione del “materico” e del non-linguistico sulla superficie<br />

del foglio, nera <strong>di</strong> caratteri e parole. 40<br />

Il TS, anche in questo caso, precorre t<strong>al</strong>i elaborazioni e de<strong>di</strong>ca particolare attenzione<br />

<strong>al</strong>la connotazione pittorica, gestu<strong>al</strong>e e verbo-fonetica dei propri capitoli. La forte<br />

caratterizzazione visiva delle sue pagine, <strong>della</strong> qu<strong>al</strong>e si è già <strong>di</strong>scusso nel primo<br />

capitolo, è infatti affiancata da un‟<strong>al</strong>trettanto marcata prev<strong>al</strong>enza <strong>della</strong> comunicazione<br />

<strong>di</strong> tipo music<strong>al</strong>e. Sterne, secondo le peculiarità <strong>di</strong> un nuovo linguaggio, trasforma il<br />

libro in un p<strong>al</strong>coscenico <strong>di</strong> teatro, dove accanto <strong>al</strong>la parola trovano spazio il gesto ed<br />

il suono. Continuando ad intrecciare una fitta maglia <strong>di</strong> possibili collegamenti, non è<br />

una novità che <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e assunto il movimento <strong>futurista</strong> ne fece quasi una religione,<br />

dando libero sfogo ad una sperimentazione ed elaborazione senza sosta, che non<br />

40 C. S<strong>al</strong>aris, La rivoluzione in biblioteca, in E<strong>di</strong>zioni Elettriche. La rivoluzione e<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e e tipografica<br />

del Futurismo, Roma, E<strong>di</strong>zioni De Luca, 1995, p. 22.<br />

38


isparmiò nulla <strong>della</strong> vecchia cultura passatista. A <strong>di</strong>mostrazione <strong>della</strong> continua<br />

ricerca <strong>di</strong> quello che potrebbe essere definito un “ipertesto sensori<strong>al</strong>e”, Marinetti nel<br />

1919 scriveva:<br />

“I paroliberi futuristi che hanno una sensibilità<br />

particolarmente music<strong>al</strong>e la esprimono con rumori e<br />

suoni combinati, deformando i materi<strong>al</strong>i <strong>della</strong> lingua. La<br />

loro ortografia è libera – espressiva, poiché essi<br />

considerano le lettere dell‟<strong>al</strong>fabeto come una plastilina<br />

da plasmare a volontà. Essi inventano parole nuove, e<br />

verb<strong>al</strong>izzano così, astrattamente, le emozioni più<br />

misteriose e meno definibili. Le loro parole in libertà<br />

sono delle vere partiture music<strong>al</strong>i e rumoriste che<br />

esigono il declamatore (…). I paroliberi futuristi che<br />

hanno invece una sensibilità più pittorica che music<strong>al</strong>e<br />

e rumorista la esprimono con linee e colori, caratteri<br />

tipografici deformati e combinati pittorescamente, forme<br />

geometriche, formule aritmetiche, etc. Le loro parole in<br />

libertà <strong>di</strong>ventano Tavole parolibere, cioè veri quadri da<br />

guardare, anziché composizioni letterarie da leggere e<br />

da declamare”. 41<br />

La libertà creativa, che porta lo scrittore ad essere investito contemporaneamente del<br />

ruolo <strong>di</strong> letterato-pittore o musicista a piacimento, nasce nel clima dell‟attuazione<br />

delle parole in libertà, conseguentemente <strong>al</strong>le qu<strong>al</strong>i Marinetti enuncia la teoria del<br />

lirismo multilineo:<br />

“Il poeta lancerà su parecchie linee par<strong>al</strong>lele parecchie<br />

catene <strong>di</strong> colori, suoni, odori, rumori, pesi, spessori,<br />

an<strong>al</strong>ogie. Una <strong>di</strong> queste linee potrà essere per esempio<br />

odorosa, l‟<strong>al</strong>tra music<strong>al</strong>e, l‟<strong>al</strong>tra pittorica”. 42<br />

È un invito quin<strong>di</strong> a creare tavole parolibere che possano essere viste e non lette,<br />

u<strong>di</strong>te, odorate, toccate, e che non parlino <strong>al</strong>l‟intelligenza o <strong>al</strong> pensiero, ma ai sensi.<br />

Alla connotazione verb<strong>al</strong>e del testo vengono accostati, per la prima volta in maniera<br />

tanto ra<strong>di</strong>c<strong>al</strong>e, concetti che non gli appartengono e che richiedono uno stimolo<br />

sensori<strong>al</strong>e <strong>di</strong>fferente rispetto <strong>al</strong>la vista. Alle righe del libro tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>mente inteso non<br />

può in <strong>al</strong>cun modo essere attribuito un rumore, un suono, un peso o ad<strong>di</strong>rittura un<br />

odore, essendo questi prerogativa <strong>di</strong> <strong>al</strong>tre manifestazioni. Comunemente ciò che<br />

possiede un rumore o un suono è la musica, così <strong>di</strong> conseguenza la si ascolta, un<br />

41 F. T. Marinetti, Presentazione <strong>al</strong> Cat<strong>al</strong>ogo <strong>della</strong> “Grande esposizione nazion<strong>al</strong>e <strong>futurista</strong>”, 1919.<br />

42 F.T. Marinetti, Distruzione <strong>della</strong> sintassi - Immaginazione senza fili - Parole in libertà, 1913, in MF,<br />

cit., p.132.<br />

39


profumo ha un odore, e lo si annusa, un oggetto ha un peso, e lo si soppesa. Un<br />

testo è fatto <strong>di</strong> parole e non lo si ascolta né lo si annusa: semplicemente lo si legge.<br />

Niente <strong>di</strong> più ban<strong>al</strong>e e nauseabondo poteva esistere per i futuristi, i qu<strong>al</strong>i sovvertirono<br />

le canoniche leggi <strong>della</strong> percezione, lanciati verso una rivoluzionaria concezione del<br />

libro, che doveva <strong>di</strong>scostarsi il più possibile da quello che d<strong>al</strong>l‟epoca <strong>di</strong> Gutenberg in<br />

avanti <strong>di</strong>ventò il suo solo ed unico modello. 43 La tipografia viene così asservita <strong>al</strong>la<br />

<strong>di</strong>fferenziazione <strong>di</strong> t<strong>al</strong>i catene pittoriche, music<strong>al</strong>i o odorose, <strong>al</strong>le qu<strong>al</strong>i è assegnato un<br />

preciso tipo <strong>di</strong> carattere e <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione in base <strong>al</strong> prev<strong>al</strong>ere dell‟una o dell‟<strong>al</strong>tra<br />

nell‟estro momentaneo dell‟artista. Supponendo che quella delle sensazioni pittoriche<br />

domini sulle <strong>al</strong>tre, essa sarà stampata in un carattere più grosso <strong>di</strong> quelli <strong>della</strong><br />

seconda e terza linea e così via, in un gerarchico susseguirsi <strong>di</strong> an<strong>al</strong>ogie.<br />

Il paroliberismo <strong>futurista</strong>, fondato oltre che sullo statuto visivo anche su quello<br />

fonetico, fa dunque largo uso dell‟onomatopea, ovvero <strong>della</strong> figura retorica ad<br />

imitazione <strong>di</strong> suoni e rumori <strong>di</strong> fenomeni natur<strong>al</strong>i e <strong>della</strong> vita re<strong>al</strong>e. Essa non viene<br />

utilizzata, come si potrebbe credere, solo per quanto riguarda la sfera sensori<strong>al</strong>e<br />

dell‟u<strong>di</strong>to, ma è asservita <strong>al</strong>l‟espressione <strong>di</strong> tutte le <strong>al</strong>tre possibili percezioni, d<strong>al</strong><br />

c<strong>al</strong>ore <strong>al</strong>l‟odore, d<strong>al</strong> peso <strong>al</strong> colore. Marinetti ne identifica l‟esistenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />

tipologie (FIG.4), ovviamente ognuna con una specifica fin<strong>al</strong>ità comunicativa:<br />

l‟onomatopea <strong>di</strong>retta imitativa elementare re<strong>al</strong>istica, l‟onomatopea in<strong>di</strong>retta<br />

complessa an<strong>al</strong>ogica, l‟onomatopea astratta e l‟accordo onomatopeico psichico.<br />

T<strong>al</strong>e vocazione sonora è già presente nel primo libro del caposcuola <strong>futurista</strong>, La<br />

Conquête des étoiles, datato 1902, che si apre con quella che l‟autore specificherà<br />

appartenere <strong>al</strong> secondo tipo sopra elencato:<br />

“b) Onomatopea in<strong>di</strong>retta complessa e an<strong>al</strong>ogica.<br />

Es.: nel mio poema Dune l‟onomatopea dum-dumdum-dum<br />

esprime il rumore rotativo del sole<br />

africano e il peso arancione del cielo, creando un<br />

rapporto fra sensazioni <strong>di</strong> peso, c<strong>al</strong>ore, colore,<br />

odore e rumore. Altro esempio: l‟onomatopea<br />

stri<strong>di</strong>onla stri<strong>di</strong>onla stri<strong>di</strong>onla che si ripete nel primo<br />

capitolo del mio poema epico La Conquête des<br />

étoiles forma un‟an<strong>al</strong>ogia fra lo stridore <strong>di</strong> spade e<br />

l‟agitarsi rabbioso delle onde, prima <strong>di</strong> una grande<br />

battaglia <strong>di</strong> acque in tempesta”. 44<br />

43<br />

Ministero per i beni cultur<strong>al</strong>i e ambient<strong>al</strong>i, E<strong>di</strong>zioni Elettriche. La rivoluzione e<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e e tipografica<br />

del Futurismo, Roma, E<strong>di</strong>zioni De Luca, 1995, p. 12.<br />

44<br />

F.T. Marinetti, Lo splendore geometrico e meccanico e la sensibilità numerica, 1914, in MF, cit.,<br />

p.141.<br />

40


(FIG.4)<br />

41


La poesia tot<strong>al</strong>e, verb<strong>al</strong>e, pittorica, music<strong>al</strong>e, cui aspiravano i simbolisti trova quin<strong>di</strong><br />

una piena form<strong>al</strong>izzazione nelle “parole in libertà” futuriste grazie <strong>al</strong> massiccio uso<br />

dell‟onomatopea, riletta e rivisitata anch‟essa secondo parametri del tutto nuovi e non<br />

convenzion<strong>al</strong>i. 45<br />

Un esempio singolare a questo proposito è rappresentato dai Poemi in onom<strong>al</strong>ingua<br />

<strong>di</strong> Fortunato Depero, ris<strong>al</strong>enti <strong>al</strong> 1915, definiti esempi <strong>di</strong> poesia “rumorista”, nei qu<strong>al</strong>i<br />

a detta dell‟autore i testi dovevano rappresentare la “verb<strong>al</strong>izzazione astratta <strong>di</strong><br />

colori-forme-so-stanze-velocità-lu-ci-temperatura-stati d‟animo”. 46 L‟artista, non<br />

sod<strong>di</strong>sfatto <strong>della</strong> resa fonetica <strong>della</strong> sola onomatopea, in un‟incessante <strong>al</strong>ternarsi <strong>di</strong><br />

proposte mirate <strong>al</strong> superamento dello statuto visivo-verb<strong>al</strong>e del libro, sviluppa un<br />

progetto rimasto purtroppo incompiuto: New York-film vissuto, ovvero “I° libro<br />

parolibero sonoro”. Dagli appunti/schizzi <strong>di</strong> Depero appren<strong>di</strong>amo che sarebbe stata<br />

una raccolta <strong>di</strong> tavole parolibere, fotomontaggi, <strong>di</strong>segni, corredata da due <strong>di</strong>schi, con<br />

cui l‟autore avrebbe voluto raccontare in tre <strong>di</strong>mensioni (la scrittura, il segno, e la<br />

voce) la person<strong>al</strong>e esperienza vissuta nella metropoli americana.<br />

L‟idea delle pagine-<strong>di</strong>sco non è nuova <strong>al</strong> repertorio <strong>futurista</strong>, essa era stata infatti più<br />

volte proposta in passato da <strong>al</strong>tri artisti, senza trovare una fin<strong>al</strong>e re<strong>al</strong>izzazione. Ciò<br />

sottolinea chiaramente la volontà <strong>futurista</strong> <strong>di</strong> abolire la fisicità stessa del mezzo<br />

espressivo- libro, ritenuto ormai incongruo e inadatto <strong>al</strong>le nuove esigenze artistiche <strong>di</strong><br />

un movimento in continuo subbuglio. Le sperimentazioni si in<strong>di</strong>rizzano così verso la<br />

ricerca <strong>di</strong> nuovi materi<strong>al</strong>i, con i qu<strong>al</strong>i sostituire le monotone pagine rilegate, capaci<br />

fin<strong>al</strong>mente <strong>di</strong> es<strong>al</strong>tare le potenzi<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> un ipertesto a tutto tondo, onomatopea<br />

completa <strong>della</strong> gamma dei cinque sensi. In questa <strong>di</strong>rezione si colloca il primo libro <strong>di</strong><br />

latta, la raccolta <strong>di</strong> Parole in libertà futuriste olfattive tattili termiche <strong>di</strong> Marinetti, del<br />

1932. Oltre <strong>al</strong>l‟autore si afferma qui l‟importanza dell‟ideatore <strong>della</strong> veste grafica, il<br />

tipografo Tullio d‟Albisola, il qu<strong>al</strong>e decide <strong>di</strong> ripiegare i bor<strong>di</strong> interni delle pagine su fili<br />

<strong>di</strong> rame, perni <strong>di</strong> rotazione entro una tubolare <strong>di</strong> latta cromata, che funge da dorso. 47<br />

Il paroliberismo, espressione sensori<strong>al</strong>e completa, è dovuto in questo caso <strong>al</strong>la<br />

collaborazione <strong>di</strong> un poeta e <strong>di</strong> un pittore-grafico, che in base <strong>al</strong>le scelte liriche del<br />

primo determina la veste <strong>di</strong> supporto sulla qu<strong>al</strong>e saranno esse fruibili. I futuristi,<br />

entusiasti, vedono nella “lito-latta” la concretizzazione <strong>della</strong> tanto agognata unione<br />

45 C. S<strong>al</strong>aris, Futurismo, Milano, E<strong>di</strong>trice Bibliografica, 1994, p. 31.<br />

46 E. Coen, Futurismo, Firenze-Milano, Art e Dossier, Giunti E<strong>di</strong>tore, 2008, p.53.<br />

47 C. S<strong>al</strong>aris, La rivoluzione in biblioteca, in E<strong>di</strong>zioni Elettriche. La rivoluzione e<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e e tipografica<br />

del Futurismo, Roma, E<strong>di</strong>zioni De Luca, 1995, pp. 31-32.<br />

42


simultanea <strong>di</strong> tatto e suono, resa possibile d<strong>al</strong>la forzatura materica del libro stesso,<br />

così come specificato da Marinetti nel 1933:<br />

“ Le parole in libertà e le tavole parolibere non erano<br />

sod<strong>di</strong>sfatte <strong>di</strong> essere stampate sulla carta, ma<br />

esigevano l‟elasticità met<strong>al</strong>lica (…) trovano così un<br />

armonioso accompagnamento rumorista nel tinnire<br />

dello sfogliare delle pagine”. 48<br />

Come è intuibile da queste parole assume un ruolo fondament<strong>al</strong>e ai fini <strong>della</strong> perfetta<br />

riuscita dell‟opera il processo <strong>di</strong> fruizione da parte del lettore, il qu<strong>al</strong>e con la propria<br />

partecipazione crea il giusto sottofondo sonoro re<strong>al</strong>e <strong>al</strong>le onomatopee contenute<br />

nelle righe <strong>di</strong> latta, fittizie riproduzioni non solo verbo-fonetiche. Con l‟introduzione <strong>di</strong><br />

una nuova fisicità met<strong>al</strong>lica viene inoltre resa fattiva la presenza, fino <strong>al</strong> quel<br />

momento assente, <strong>della</strong> sensibilità tattile. Quest‟ultima ignorata in precedenza data<br />

l‟assuefazione <strong>al</strong> mezzo cartaceo, viene invece così messa in ris<strong>al</strong>to d<strong>al</strong>l‟atipicità del<br />

nuovo materi<strong>al</strong>e utilizzato. 49<br />

La qu<strong>al</strong>ità sonora del testo è particolarmente sviluppata anche da Francesco<br />

Cangiullo, con Pie<strong>di</strong>grotta, poema parolibero rumorista e onomatopeico del 1916<br />

ispirato <strong>al</strong>l‟omonima festa partenopea, e speci<strong>al</strong>mente in Poesia Pentagrammata<br />

(FIG.5) del 1923. L‟artista non solo sperimenta l‟uso dell‟onomatopea e dei suoni lirico-<br />

espressivi, ma prende anche in prestito d<strong>al</strong> repertorio music<strong>al</strong>e lo schema grafico<br />

entro i qu<strong>al</strong>i essi sono organizzati. Il testo scorre infatti come una partitura music<strong>al</strong>e<br />

sul pentagramma.<br />

Alla produzione artistica <strong>di</strong> Cangiullo è ascrivibile un <strong>al</strong>tro mirabile esempio <strong>di</strong><br />

commistione fra due linguaggi artistici <strong>di</strong>fferenti, in questo caso letterario e teatr<strong>al</strong>e:<br />

Caffeconcerto. Alfabeto a sorpresa (FIG.6), opera del 1919. La copertina blu stellata<br />

evoca le luci dei cafè-chantant ed è seguita nella prima <strong>pagina</strong> d<strong>al</strong> fac-simile del<br />

biglietto d‟ingresso. La narrazione, proprio come uno opera teatr<strong>al</strong>e, si <strong>di</strong>vide in due<br />

tempi che iniziano e finiscono con un sipario chiuso. Sui fogli si <strong>al</strong>ternano figure<br />

composte con lettere, rappresentanti cantanti, giocolieri e b<strong>al</strong>lerine. Il libro, così<br />

mutato in spettacolo e le sue pagine in p<strong>al</strong>coscenico, sconfina nella<br />

performance, da sempre utilizzata dai futuristi per conferire una compiuta attuazione<br />

<strong>al</strong>la fusione fra arte e vita, <strong>al</strong>la base <strong>della</strong> stesura <strong>di</strong> ogni manifesto.<br />

48 F. T. Marinetti, I libri met<strong>al</strong>lici, in “L‟Impero”, Roma, 3 gennaio 1933.<br />

49 E. Coen, Futurismo, Firenze-Milano, Art e Dossier, Giunti E<strong>di</strong>tore, 2008, p. 47.<br />

43


(FIG.5)<br />

(FIG.6)<br />

44


Tornando ora <strong>al</strong> TS, la propensione <strong>al</strong>la citazione fonetica onomatopeica nell‟opera<br />

sterniana è <strong>di</strong>rettamente sottolineata in area <strong>futurista</strong> d<strong>al</strong>lo scrittore Giovanni Papini,<br />

che successivamente <strong>al</strong>la clamorosa rottura con Marinetti cerca <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>mensionare la<br />

portata delle sue innovazioni letterarie, tentando <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare attraverso un elenco <strong>di</strong><br />

fonti quanto esse fossero in re<strong>al</strong>tà già precostituite. Per quanto riguarda l‟uso<br />

dell‟onomatopea in poesia Papini fa proprio il nome <strong>di</strong> Sterne, ricordando che:<br />

“Un capitolo del Tristram Shandy <strong>di</strong> Lorenzo Sterne<br />

comincia in questa maniera: „Pt-r-ing-twing-prutprut.<br />

Er. a…. e…. i….o…. u-twang-twing, <strong>di</strong>ddle,<br />

<strong>di</strong>ddle, <strong>di</strong>ddle, <strong>di</strong>ddle…”. 50<br />

Il riferimento è <strong>al</strong> capitolo XV del V volume, nel qu<strong>al</strong>e utilizzando la metafora delle<br />

corde del violino Sterne risponde <strong>al</strong>le critiche negative rivolte <strong>al</strong>la propria opera.<br />

Riproducendo le note stonate <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e strumento l‟autore ricollega il TS ad un accordo<br />

in apparenza lontano d<strong>al</strong>la grazia armonica, la più grande stramberia music<strong>al</strong>e che si<br />

sia mai suonata, sottolineando però l‟opinabilità <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e giu<strong>di</strong>zio. Reputa quin<strong>di</strong> lo<br />

spartito degno <strong>di</strong> essere “suonato” tanto quanto lo è la sua storia <strong>di</strong> essere<br />

“raccontata”.<br />

Nel TS ricorre spesso non solo l‟uso dell‟onomatopea, ma anche l‟utilizzo <strong>di</strong> una<br />

terminologia music<strong>al</strong>e atta <strong>al</strong>la definizione del lavoro stesso, come nel caso sopra<br />

descritto. La musica e la relativa terminologia integrano il potere spesso limitato delle<br />

parole, <strong>al</strong> pari delle illustrazioni visive, creando così reti <strong>di</strong> perfette an<strong>al</strong>ogie. 51<br />

L‟attitu<strong>di</strong>ne fonetica del romanzo è esemplificata da un <strong>al</strong>tro elemento ricorrente<br />

<strong>al</strong>l‟interno delle sue pagine, ovvero d<strong>al</strong> motivetto più volte fischiato d<strong>al</strong>lo zio <strong>di</strong><br />

Tristram: il Lillabullero. T<strong>al</strong>e canzoncina popolare irlandese, nota <strong>al</strong>la fine del 1600,<br />

parla del m<strong>al</strong>governo del conte Tyrconnel, ed è utilizzata come commento music<strong>al</strong>e<br />

evocato da Toby Shandy quando una determinata situazione gli crea uno stato <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>gnazione che non riesce ad esprimere a parole sue. 52 Il comportamento poco<br />

lusinghiero del conte <strong>di</strong>venta metafora <strong>di</strong> un‟an<strong>al</strong>oga situazione, reputata riprovevole<br />

secondo l‟opinione del vecchio militare.<br />

Non da meno, rispetto <strong>al</strong> futurismo, nell‟opera è presente l‟evocazione <strong>di</strong> contesti<br />

artistici <strong>al</strong>tri rispetto <strong>al</strong>la letteratura, in particolare modo il teatro. La ricorrenza del<br />

gesto e <strong>di</strong> scenografie orchestrate secondo la tecnica teatr<strong>al</strong>e è un argomento<br />

50 G. Papini, L‟antichità del futurismo, Firenze, V<strong>al</strong>lecchi, 1919.<br />

51 G. Losi, Tristram Shandy tra <strong>di</strong>gressione e ipertestu<strong>al</strong>ità, www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it.<br />

52 Ibid., www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it.<br />

45


evidenziato in <strong>di</strong>versi esempi del paragrafo precedente. In egu<strong>al</strong> misura sono<br />

presenti anche elementi pittorici riconducibili <strong>al</strong>le minuziose descrizioni dei<br />

personaggi e delle loro posture. Inoltre l‟attenzione posta <strong>al</strong>la resa dell‟aspetto<br />

postur<strong>al</strong>e rimanda ancora una volta <strong>al</strong>la sfera dello spettacolo d<strong>al</strong> vivo, nel qu<strong>al</strong>e le<br />

posizioni degli attori sul p<strong>al</strong>co sono minuziosamente stabilite e regolate d<strong>al</strong>la<br />

sceneggiatura.<br />

A <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> ciò è possibile citare il XII capitolo del IV volume, nel qu<strong>al</strong>e W<strong>al</strong>ter<br />

Shandy conversa sulle sc<strong>al</strong>e rifacendo più volte lo stesso sc<strong>al</strong>ino, reiterando<br />

teatr<strong>al</strong>mente la scena e scomponendola in più unità tempor<strong>al</strong>i. L‟iconografia del<br />

manichino che scende le sc<strong>al</strong>e è largamente ravvisabile nella produzione dadaista,<br />

debitrice del TS, in particolar modo nel <strong>di</strong>pinto Nu descendant un esc<strong>al</strong>ier no.2 <strong>di</strong><br />

Marchel Duchamp. 53<br />

Non è forse un caso che t<strong>al</strong>e soggetto sia riprodotto anche da un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Marinetti<br />

ad illustrazione del libro Il suggeritore nudo. Simultaneità <strong>futurista</strong> in un<strong>di</strong>ci sintesi,<br />

pubblicato nel 1929 sulla rivista “Comoe<strong>di</strong>a”, e d<strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e venne tratta nello stesso<br />

anno una rappresentazione teatr<strong>al</strong>e <strong>al</strong> Teatro degli In<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> Roma, con la<br />

regia <strong>di</strong> Carlo Ludovico Bragaglia e la supervisione dello stesso Marinetti. Il bozzetto<br />

raffigurante uno dei siparietti che sarebbero stati messi in scena rappresenta proprio<br />

la stilizzazione <strong>di</strong> due manichini intenti a scendere o cadere lungo una sc<strong>al</strong>a (FIG.7).<br />

(FIG.7)<br />

53 A. Sbrilli, La presenza del Tristram Shandy sulle soglie del Dada, www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it,<br />

sezione Arts. Ultima visita: maggio 2011.<br />

46


2.3. Declamazione/Or<strong>al</strong>ità<br />

“Col nuovo lirismo <strong>futurista</strong>, espressione dello<br />

splendore geometrico, il nostro io letterario brucia e si<br />

<strong>di</strong>strugge nella grande vibrazione cosmica, così che il<br />

declamatore deve anch‟esso sparire, in qu<strong>al</strong>che modo,<br />

nella manifestazione <strong>di</strong>namica e sinottica delle parole in<br />

libertà. (…) Il declamatore <strong>futurista</strong> dovrà dunque:<br />

1. Vestire un abito anonimo (possibilmente, <strong>di</strong> sera, uno<br />

smoking) evitando tutti gli abiti che suggeriscono<br />

ambienti speci<strong>al</strong>i (…).<br />

2. Disumanizzare completamente la voce, togliendole<br />

sistematicamente ogni modulazione o sfumatura.<br />

3. Disumanizzare completamente la faccia, evitare ogni<br />

smorfia, ogni effetto d‟occhi.<br />

4. Met<strong>al</strong>lizzare, liquefare, veget<strong>al</strong>izzare, pietrificare ed<br />

elettrizzare la voce,fondendola colle vibrazioni stesse<br />

<strong>della</strong> materia, espresse d<strong>al</strong>le parole in libertà.<br />

5. Avere una gesticolazione geometrica, dando così <strong>al</strong>le<br />

braccia delle rigi<strong>di</strong>tà taglienti <strong>di</strong> semafori e <strong>di</strong> raggi <strong>di</strong><br />

fari per in<strong>di</strong>care le <strong>di</strong>rezioni delle forze, o <strong>di</strong> stantuffi e <strong>di</strong><br />

ruote, per esprimere il <strong>di</strong>namismo delle parole in libertà.<br />

6. Avere una gesticolazione <strong>di</strong>segnante e topografica<br />

che sinteticamente crei nell‟aria dei cubi, dei coni, delle<br />

spir<strong>al</strong>i, delle ellissi, ecc.<br />

7. Servirsi <strong>di</strong> una certa quantità <strong>di</strong> strumenti elementari<br />

come martelli, tavolette <strong>di</strong> legno, trombette d‟automobili,<br />

tamburi, tamburelli, seghe, campanelli elettrici”. 54<br />

Questo estratto appartiene <strong>al</strong> manifesto La declamazione <strong>di</strong>namica e sinottica, nel<br />

qu<strong>al</strong>e Marinetti co<strong>di</strong>fica in termini <strong>di</strong> performance l‟azione del poeta che<br />

spettacolarizza la poesia parolibera. Essa è caratterizzata da una forte<br />

pre<strong>di</strong>sposizione <strong>al</strong>l‟or<strong>al</strong>ità e <strong>al</strong> recupero nella scrittura <strong>della</strong> concretezza del rumore. 55<br />

Ne è un esempio la declamazione <strong>della</strong> già citata opera Pie<strong>di</strong>grotta <strong>di</strong> Cangiullo<br />

avvenuta nel 1914 nella g<strong>al</strong>leria Sprovieri a Roma e a Napoli, e non è inoltre<br />

irrilevante notare che questo tipo <strong>di</strong> azione costituisce il canovaccio delle future<br />

serate dadaiste.<br />

L‟accento, posto quin<strong>di</strong> sulla <strong>di</strong>zione vera e propria oltre che sulla <strong>pagina</strong> scritta,<br />

pone nuovamente <strong>al</strong> centro <strong>della</strong> riflessione lo statuto del libro <strong>futurista</strong> che, in linea<br />

con le scelte fonetiche in esso attuate, è in<strong>di</strong>rizzato <strong>al</strong>la lettura ad <strong>al</strong>ta voce ed <strong>al</strong>la<br />

54 F. T. Marinetti, La declamazione <strong>di</strong>namica e sinottica, 1916.<br />

55 C. S<strong>al</strong>aris, Futurismo, Milano, E<strong>di</strong>trice Bibliografica, 1994, p. 52.<br />

47


declamazione. Sc<strong>al</strong>zata la fruizione silenziosa, la struttura narrativa si articola attorno<br />

a suoni e onomatopee scritte appositamente per essere ascoltate.<br />

Non esiste infatti una lirica priva <strong>di</strong> voce e gesto, e così la nuova sensibilità moderna<br />

sente il bisogno <strong>di</strong> una fruizione più integr<strong>al</strong>e, <strong>di</strong> un‟espressione completa che non si<br />

esaurisca nella semplice lettura fatta in silenzio, ma che si completi con la volontà <strong>di</strong><br />

poter u<strong>di</strong>re. L‟or<strong>al</strong>ità restituisce quin<strong>di</strong> <strong>al</strong> testo quelle sfumature che gli sono state<br />

sottratte d<strong>al</strong>la <strong>pagina</strong> scritta. Il volume, nella logica <strong>futurista</strong>, sarà <strong>di</strong> conseguenza<br />

destinato a sparire e le pagine <strong>di</strong>venteranno sottili fogli <strong>di</strong> fonografo che oltre a dare<br />

<strong>al</strong> lettore le parole gli faranno sentire anche il tono <strong>della</strong> voce del poeta. 56 Come è<br />

stato detto, tentativi <strong>di</strong> libro-<strong>di</strong>sco sono stati a questo proposito annunciati, ma mai<br />

compiutamente re<strong>al</strong>izzati, come per esempio il primo libro parolibero sonoro <strong>di</strong><br />

Depero, an<strong>al</strong>izzato nel paragrafo precedente. Le varie sperimentazioni si<br />

concretizzano nelle declamazioni parolibere incise con la voce <strong>di</strong> Marinetti o <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri<br />

scrittori.<br />

Il caposcuola <strong>futurista</strong> si accorge presto delle enormi potenzi<strong>al</strong>ità espressive offerte<br />

d<strong>al</strong> mezzo ra<strong>di</strong>ofonico <strong>al</strong>le composizioni <strong>di</strong> parole in libertà:<br />

“Occorre che la parola sia ricaricata <strong>di</strong> tutta la sua<br />

potenza quin<strong>di</strong> parola essenzi<strong>al</strong>e e tot<strong>al</strong>itaria ciò che<br />

nella teoria <strong>futurista</strong> si chiama parola-atmosfera. Le<br />

parole in libertà (…) contengono un‟orchestra <strong>di</strong><br />

rumori e <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> rumoristi (re<strong>al</strong>isti e astratti) che<br />

soli possono aiutare la parola colorata e plastica<br />

nella rappresentazione fulminea <strong>di</strong> ciò che non si<br />

vede”. 57<br />

Così scrive nel manifesto La Ra<strong>di</strong>a del 1933 in<strong>di</strong>cando la via <strong>di</strong> un superamento del<br />

libro basato sulla voce, il rumore, la simultaneità creando un “puro organismo <strong>di</strong><br />

sensazioni ra<strong>di</strong>ofoniche”. 58<br />

L‟or<strong>al</strong>ità è un tratto <strong>di</strong>stintivo che caratterizza anche il TS, con particolare interesse<br />

<strong>al</strong>l‟aspetto non verb<strong>al</strong>e <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e or<strong>al</strong>ità, ovvero il silenzio. 59 L‟opera <strong>di</strong> Sterne,<br />

similmente a quelle futuriste, è appositamente destinata <strong>al</strong>la lettura declamatoria,<br />

lontana d<strong>al</strong>le silenziose atmosfere dei comuni romanzi. A questa considerazione è<br />

56 Ibid., p. 52.<br />

57 F.T. Marinetti, La Ra<strong>di</strong>a, 1933, in MF, cit., p.239.<br />

58 Ibid., p. 238.<br />

59 C. Fanning, On Sterne‟s Page: Spati<strong>al</strong> Layout, Spati<strong>al</strong> Form, and Soci<strong>al</strong> Spaces in Tristram<br />

Shandy, in Laurence Sterne, M.W. Longman, Great Britain, Pearson Education, 2002.<br />

48


iconducibile la grande presenza <strong>di</strong> sermoni <strong>al</strong>l‟interno del testo, quasi sempre letti ad<br />

<strong>al</strong>ta voce d<strong>al</strong> parroco Yorick, ed im<strong>pagina</strong>ti appositamente a t<strong>al</strong>e scopo. Le parole<br />

sono infatti <strong>di</strong>vise da lunghi trattini, i qu<strong>al</strong>i dettano non solo il ritmo e le pause <strong>di</strong><br />

silenzio da rispettare durante l‟incedere, ma anche la gestu<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> un ipotetico lettore.<br />

Sterne ha dovuto così stu<strong>di</strong>are una forma appropriata <strong>al</strong> fine <strong>di</strong> conferire a t<strong>al</strong>i<br />

frammenti narrativi la connotazione enfatica che solo la voce e il gesto riescono a<br />

restituire. Sono quin<strong>di</strong> proprio gli spazi vuoti a produrre molti degli effetti contenuti nel<br />

TS, tangente anch‟esso i confini <strong>della</strong> performance.<br />

L‟importanza rivolta <strong>al</strong>l‟or<strong>al</strong>ità è messa inoltre in luce dai numerosi <strong>di</strong><strong>al</strong>oghi che il<br />

narratore conduce con i fittizi ascoltatori ai qu<strong>al</strong>i, durante le pause d<strong>al</strong>la lettura dei<br />

vari capitoli, si rivolge con i titoli <strong>di</strong> Sir e Madam. Sterne, con l‟abile artificio del<br />

commento metanarrativo, lascia intendere <strong>al</strong> lettore che nello stesso momento in cui<br />

egli scorre silenziosamente la <strong>pagina</strong>, essa è contemporaneamente letta ad <strong>al</strong>ta voce<br />

d<strong>al</strong>lo stesso narratore ad un immaginario pubblico astante.<br />

Questo aspetto non sfugge a Nietzsche che, in Umano troppo umano II, in poche ed<br />

incisive frasi concentra lo spirito poliedrico, libero ed infinitamente molteplice del<br />

romanzo <strong>di</strong> colui che il filosofo tedesco stesso definisce “der freiste Schriftsteller”:<br />

“Sterne inverte improvvisamente i ruoli ed è tosto<br />

<strong>al</strong>trettanto lettore che autore; il suo libro è come uno<br />

spettacolo nello spettacolo, un pubblico <strong>di</strong> teatro<br />

davanti ad un <strong>al</strong>tro pubblico <strong>di</strong> teatro”. 60<br />

60 A. Sbrilli, La presenza del Tristram Shandy sulle soglie del Dada, www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it.<br />

49


3. LA SPIRALE<br />

3.1. La spir<strong>al</strong>e vs la linea retta: libertà e <strong>di</strong>namicità<br />

“La pittura dei suoni, dei rumori e degli odori vuole:<br />

(…) 7. La sfera, l‟ellissi che turbina, il cono<br />

rovesciato, la spir<strong>al</strong>e e tutte le forme <strong>di</strong>namiche che<br />

la potenza infinita del genio dell‟artista saprà<br />

scoprire”. 61<br />

Con queste parole il <strong>futurista</strong> Carrà, attraverso l‟assai noto espe<strong>di</strong>ente dell‟elenco,<br />

sottolinea le caratteristiche che la nuova pittura deve rispecchiare per svincolarsi<br />

d<strong>al</strong>le passatiste connotazioni accademiche e tingersi così delle travolgenti sfumature<br />

<strong>della</strong> modernità. L‟artista cita in <strong>di</strong>versi punti l‟importanza <strong>di</strong> integrare nel proprio<br />

repertorio simbolico forme nuove, fino a quel momento inusu<strong>al</strong>i, capaci <strong>di</strong><br />

racchiudere la <strong>di</strong>versità concettu<strong>al</strong>e <strong>al</strong>la base dell‟avanguar<strong>di</strong>a.<br />

Come più volte esplicitato, l‟assunto pre<strong>di</strong>letto dai futuristi è strettamente collegato<br />

<strong>al</strong>le innovazioni apportate d<strong>al</strong>la tecnologia, fautrice dell‟avvento <strong>di</strong> una nuova<br />

“velocità”. Identificabile quest‟ultima non <strong>di</strong> certo negli statici schemi figurativi coevi,<br />

ma in un tripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> illustrazioni <strong>di</strong>namiche, mutevoli, ribelli ed impreve<strong>di</strong>bili, e, a t<strong>al</strong>e<br />

proposito, non è un caso che fra tutte assuma particolare rilevanza un motivo<br />

iconografico ben <strong>di</strong>stinto: la spir<strong>al</strong>e.<br />

Viaggiando attraverso una rete <strong>di</strong> collegamenti a ritroso nel tempo è possibile<br />

in<strong>di</strong>viduare le ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e simbologia in contesti artistici <strong>al</strong>tri, che da Marinetti a Jarry<br />

conducono fino a Sterne. Nel TS infatti l‟autore de<strong>di</strong>ca <strong>di</strong>versi commenti <strong>di</strong>gressivi<br />

<strong>al</strong>la metafora <strong>della</strong> linea, che retta o curva, si fa effige dell‟andamento narrativo del<br />

romanzo stesso. Ad ulteriore <strong>di</strong>mostrazione, il lettore si imbatte inoltre nella<br />

raffigurazione <strong>di</strong> una vera e propria serpentina, ovvero la spir<strong>al</strong>e che il capor<strong>al</strong>e Trim<br />

<strong>di</strong>segna brandendo il bastone in aria, già citata nel primo capitolo in merito <strong>al</strong>la<br />

prev<strong>al</strong>enza <strong>della</strong> trasmissione visiva del messaggio su quella <strong>di</strong> tipo verb<strong>al</strong>e.<br />

Sarà quin<strong>di</strong> nuovamente possibile accostare, limitatamente <strong>al</strong> piano <strong>della</strong><br />

rivoluzionaria portata concettu<strong>al</strong>e, l‟opera sterniana <strong>al</strong> movimento <strong>futurista</strong>,<br />

61 C. Carrà, La pittura dei suoni, rumori e odori, 1913, in MF, cit., p.89.<br />

50


elaborando, questa volta con riferimento ad un comune tratto iconografico, due<br />

<strong>di</strong>scorsi par<strong>al</strong>leli e complementari.<br />

In mancanza <strong>di</strong> riferimenti <strong>di</strong>retti, è opportuno volgere lo sguardo <strong>al</strong>la catena <strong>di</strong><br />

influenze che per proprietà transitiva risulta tangente ad entrambe le esperienze, così<br />

da ricostruire un tessuto <strong>di</strong> riman<strong>di</strong> veritiero ai fini dell‟an<strong>al</strong>isi in oggetto.<br />

Il TS risuona per lo scarto <strong>della</strong> linea retta <strong>della</strong> rappresentazione, per la<br />

commistione <strong>di</strong> linguaggi giuri<strong>di</strong>ci, parascientifici, ecclesiastici e la creazione <strong>di</strong><br />

personaggi buffoneschi 62 , nell‟opera del drammaturgo francese Alfred Jarry, scritta<br />

nel 1898: Gestes et Opinions du Docteur Faustroll, pataphysicien.<br />

È sufficiente il solo titolo ad evidenziare chiaramente i confini <strong>di</strong> una netta ispirazione<br />

<strong>di</strong> matrice shan<strong>di</strong>ana: in esso ricorrono, infatti, sia il termine “opinioni” sia la<br />

specificazione <strong>della</strong> con<strong>di</strong>zione del protagonista del libro, apposta dopo la virgola. In<br />

simmetria con Tristram, la cui nascita è posticipata per molte pagine, il dottor<br />

Faustroll nasce <strong>al</strong>la paradoss<strong>al</strong>e età <strong>di</strong> sessantatré anni, che manterrà per tutta la<br />

durata del romanzo. Fra le sue pagine Jarry approfon<strong>di</strong>sce i principi e i limiti <strong>della</strong><br />

patafisica, co<strong>di</strong>ficandola in termini <strong>di</strong> scienza, e come t<strong>al</strong>e definendola con l‟esattezza<br />

che le compete. Il libro si ricollega <strong>al</strong>la trilogia ubuesca (Ubu Roi, Ubu Enchainé, Ubu<br />

Cocu) e ne costituisce la matura evoluzione. Il protagonista è dottore in patafisica in<br />

quanto si faceva gener<strong>al</strong>mente sentire, sempre più impellente, il bisogno <strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>re il ramo inesplorato delle eccezioni e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are tutto ciò che risiede oltre<br />

la metafisica:<br />

“La patafisica è la scienza <strong>di</strong> ciò che si aggiunge <strong>al</strong>la<br />

metafisica, sia in essa, sia fuori <strong>di</strong> essa,<br />

estendendosi così ampiamente <strong>al</strong> <strong>di</strong> <strong>là</strong> <strong>di</strong> questa<br />

quanto <strong>al</strong> <strong>di</strong> <strong>là</strong> <strong>della</strong> fisica. (…) Stu<strong>di</strong>erà le leggi che<br />

reggono le eccezioni e spiegherà l‟universo<br />

supplementare a questo (…). DEFINIZIONE. - La<br />

patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie,<br />

che accorda simbolicamente ai lineamenti le<br />

proprietà degli oggetti descritti per la loro<br />

virtu<strong>al</strong>ità”. 63<br />

62<br />

A. Sbrilli, La presenza del Tristram Shandy sulle soglie del Dada, www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it,<br />

sezione Arts. Ultima visita: maggio 2011.<br />

63<br />

A. Jarry, Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico, Milano, Adelphi, 2002, p.71.<br />

51


Si tratta <strong>di</strong> un‟opera <strong>di</strong> non facile lettura, non solo a causa dei continui rinvii, citazioni,<br />

richiami filosofici, artistici e matematici, ma anche e soprattutto per l‟atipicità del<br />

co<strong>di</strong>ce linguistico. L‟autore inserisce caratteri in greco, conduce complessi c<strong>al</strong>coli<br />

matematici e inserisce nella trama linguistica sfere sensori<strong>al</strong>i <strong>di</strong>fferenti, proprio come<br />

nel TS. Ne è un esempio l‟integrazione nel tessuto verb<strong>al</strong>e <strong>di</strong> uno spartito music<strong>al</strong>e,<br />

visiva testimonianza dell‟Isola Sonante, visitata d<strong>al</strong>lo strambo dottore nel XXIII<br />

capitolo (FIG.1).<br />

(FIG.1)<br />

Il meccanismo narrativo viene messo in azione nelle prime pagine con il testo <strong>di</strong> una<br />

notifica giu<strong>di</strong>ziaria <strong>di</strong> sequestro, con tanto <strong>di</strong> bollo e firme, presentata d<strong>al</strong>l‟uscire<br />

Panmuphle nei confronti <strong>di</strong> Faustroll. Segue una descrizione del personaggio, le cui<br />

misure fisiche sono espresse in atomi, e una spiegazione quasi fantascientifica del<br />

veicolo sul qu<strong>al</strong>e viene compiuto il viaggio, l‟ “as”, imbarcazione panciuta lunga do<strong>di</strong>ci<br />

metri. Essa, secondo una particolare proiezione “trinitaria”, è destinata a portare tre<br />

persone: Faustroll, lo stesso usciere Panmuphle, eletto a cronista delle gesta del<br />

dottore, e il babbuino Bosse-de Nage, il qu<strong>al</strong>e ha la singolare dote <strong>di</strong> non riuscire a<br />

pronunciare <strong>al</strong>tra parola che “ „ha „ha”. 64 Quella <strong>della</strong> satirica o<strong>di</strong>ssea, assunta come<br />

apparente oggetto del romanzo, è in re<strong>al</strong>tà una metafora utilizzata d<strong>al</strong> poeta per farsi<br />

esploratore e portavoce dei meandri del proprio tempo. La “navigazione” <strong>di</strong> Jarry<br />

conduce infatti a delle “isole” ben delimitate cultur<strong>al</strong>mente, definite più con<br />

connotazioni letterarie che paesaggistiche. Quasi ogni capitolo reca una de<strong>di</strong>ca, che<br />

64 V. Accame, Jarry, Firenze, La Nuova It<strong>al</strong>ia, 1974, pp. 68-69.<br />

52


funge da in<strong>di</strong>cazione del “luogo”, così che ogni isola-capitolo non è <strong>al</strong>tro che un<br />

insieme <strong>di</strong> caratteristiche linguistiche e citazioni tratte d<strong>al</strong>le opere del de<strong>di</strong>catario. 65<br />

Ovviamente la patafisica rimane comunque l‟elemento unificatore <strong>di</strong> tanto<br />

peregrinare, esplicitata a più riprese d<strong>al</strong>le grottesche lezioni tenute d<strong>al</strong> protagonista,<br />

le qu<strong>al</strong>i trovano degna conclusione proprio nell‟ultimo capitolo de<strong>di</strong>cato <strong>al</strong> c<strong>al</strong>colo<br />

<strong>della</strong> superficie <strong>di</strong> Dio, definito come punto tangente fra zero e l‟infinito. Come si può<br />

notare si tratta del trionfo <strong>di</strong> una “logica” che va ben oltre i propri confini, che vive <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferenti regole, le qu<strong>al</strong>i, seppure dominate d<strong>al</strong> non-sense, non sono prive <strong>di</strong> un<br />

preciso or<strong>di</strong>ne interno. Le speculazioni scientifiche fin<strong>al</strong>i richiamano le considerazioni<br />

trattate nel XIV capitolo del VII volume del TS riguardanti la misura delle anime e la<br />

vasta superficie che esse occupano. 66<br />

T<strong>al</strong>i <strong>di</strong>vagazioni sul nucleo tematico del libro e sull‟essenza <strong>della</strong> patafisica risultano<br />

necessarie ai fini dell‟introduzione <strong>di</strong> quello che ormai ne è uffici<strong>al</strong>mente considerato<br />

il simbolo, ovvero la “giduglia”. Quest‟ultima, d<strong>al</strong> francese gidouille, è rappresentata<br />

da una vorticosa spir<strong>al</strong>e, apparsa per la prima volta nell‟illustrazione che lo stesso<br />

Jarry appose come copertina <strong>della</strong> sua creazione più celebre, il già citato Ubu Roi,<br />

dramma in cinque atti in prosa. Pubblicata nel 1896 e protagonista <strong>di</strong> innumerevoli<br />

riproduzioni teatr<strong>al</strong>i, essa è riconosciuta come l‟opera che più ha influito sul teatro<br />

moderno e, in particolare, sulle rivoluzionarie innovazioni operate d<strong>al</strong>le avanguar<strong>di</strong>e<br />

del Novecento, fra le qu<strong>al</strong>i non manca certamente quella <strong>futurista</strong>.<br />

Invenzione celebre dell‟autore, tanto da <strong>di</strong>ventarne quasi un suo <strong>al</strong>ter ego, è la<br />

marionetta mostruosa <strong>di</strong> Padre Ubu, personaggio ispirato <strong>al</strong>l‟insegnante <strong>di</strong> fisica del<br />

liceo <strong>di</strong> Rennes frequentato d<strong>al</strong>l‟<strong>al</strong>lora quin<strong>di</strong>cenne Jarry. 67 La vicenda è tanto<br />

semplice quanto “drammaticamente” inesistente. Con un complotto Ubu si<br />

impadronisce del trono <strong>di</strong> Polonia, definita come una terra utopica, facendo uccidere<br />

il vecchio re Venceslas, con tutta la famiglia. Alla strage sfugge il figlio minore<br />

Bougrelas che, con l‟aiuto dello zar <strong>di</strong> Russia, riuscirà a tornare sul trono, mentre<br />

Ubu sfuggito <strong>al</strong>la punizione si imbarca <strong>al</strong>la volta <strong>di</strong> Parigi. 68 Durante il periodo da<br />

regnante egli si contrad<strong>di</strong>stingue per il fare <strong>di</strong>spotico e tirannico, spogliando nobili e<br />

popolo <strong>di</strong> tutte le loro sostanze e <strong>di</strong>spensando atrocità ed ingiustizie. La sua figura è<br />

65<br />

Ibid., pag. 70.<br />

66<br />

A. Sbrilli, La presenza del Tristram Shandy sulle soglie del Dada, www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it,<br />

sezione Arts. Ultima visita: maggio 2011.<br />

67<br />

E. Sanguineti, Scribilli, Milano, Feltrinelli, 1985, p. 257.<br />

68<br />

V. Accame, Jarry, Firenze, La Nuova It<strong>al</strong>ia, 1974, p. 51.<br />

53


così tratteggiata come quella <strong>di</strong> un personaggio abnorme, che rivela in una<br />

<strong>di</strong>mensione grottesca e surre<strong>al</strong>e la sconcertante nu<strong>di</strong>tà dei meccanismi <strong>di</strong>ttatori<strong>al</strong>i e<br />

dell‟ingor<strong>di</strong>gia umana. 69 Alla prima dell‟Ubu Roi, lo scrittore presenta così il<br />

personaggio <strong>al</strong> pubblico del Théâtre de l‟Oeuvre:<br />

“Voi sarete liberi <strong>di</strong> vedere nel signor Ubu le<br />

molteplici <strong>al</strong>lusioni che vorrete vederci, o un<br />

semplice fantoccio, la deformazione fatta da uno<br />

studente <strong>di</strong> uno dei suoi professori, che<br />

rappresentava per lui tutto il grottesco possibile a<br />

questo mondo”. 70<br />

Jarry colloca l‟anima e l‟essenza stessa del personaggio proprio nella giduglia,<br />

spir<strong>al</strong>e ospitata d<strong>al</strong>la pancia <strong>di</strong> quest‟ultimo (FIG.2), secondo una convinzione non<br />

<strong>di</strong>stante da quella <strong>di</strong> Platone, ad opinione del qu<strong>al</strong>e il ventre sarebbe la sede <strong>della</strong><br />

struttura emotiva umana. 71 La coscienza e la percezione <strong>di</strong> essa, partendo da basi<br />

bergsoniane, è collocabile quin<strong>di</strong> <strong>al</strong>l‟interno dell‟in<strong>di</strong>viduo, il qu<strong>al</strong>e è regolato da<br />

principi <strong>di</strong>stanti d<strong>al</strong>la razion<strong>al</strong>e tempor<strong>al</strong>ità esterna degli avvenimenti, definita d<strong>al</strong>la<br />

severità dell‟orologio.<br />

(FIG.2)<br />

69 F. Cappa, P. Gelli, M. Mattarozzi, Dizionario dello spettacolo del „900, Milano, B<strong>al</strong><strong>di</strong>ni & Castol<strong>di</strong>,<br />

1998, p. 558.<br />

70 E. Sanguineti, Scribilli, Milano, Feltrinelli, 1985, pp. 257-258.<br />

71 E. Sanguineti, Scribilli, Milano, Feltrinelli, 1985, p. 258.<br />

54


Non lontano è collocabile anche il TS, nel qu<strong>al</strong>e la struttura frammentaria e non<br />

lineare dello scheletro narrativo, come specificato nel capitolo precedente, si<br />

ricollega <strong>al</strong>la teoria delle associazioni <strong>di</strong> idee <strong>di</strong> Locke e <strong>al</strong>l‟interiorizzazione <strong>della</strong><br />

sfera tempor<strong>al</strong>e, <strong>di</strong>latata a piacimento dell‟autore con l‟intento <strong>di</strong> <strong>al</strong>lontanare il più<br />

possibile la morte.<br />

Per Jarry la linea retta non potendo arrivare ad una meta definitiva si ripiega su se<br />

stessa dando così vita <strong>al</strong>l‟infinita spir<strong>al</strong>e <strong>della</strong> patafisica. Da ciò ne consegue che i<br />

principi <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e scienza, le azioni e i comportamenti umani, gli acca<strong>di</strong>menti, così come<br />

anche il fluire del pensiero non possano in <strong>al</strong>cun modo essere esemplificati da una<br />

forma lineare orizzont<strong>al</strong>e, ma siano <strong>di</strong> contro espressi <strong>al</strong> meglio d<strong>al</strong>l‟impreve<strong>di</strong>bilità<br />

dell‟incedere <strong>della</strong> linea curva. Essa in ogni sua evoluzione, d<strong>al</strong>la spir<strong>al</strong>e <strong>al</strong>l‟ellissi,<br />

rappresenta la <strong>di</strong>namicità <strong>di</strong> un nuovo sentire e l‟avvento <strong>di</strong> una sorprendente<br />

modernità, che permette tanto <strong>al</strong>l‟artista <strong>futurista</strong> quanto <strong>al</strong> letterato francese <strong>di</strong><br />

forzare le rigide convezioni, dando così ampia espressione ad una libertà inventiva<br />

svincolata sia sul piano concettu<strong>al</strong>e che su quello pratico.<br />

La spir<strong>al</strong>e compare anche fra le pagine del Dottor Faustroll, il protagonista del qu<strong>al</strong>e<br />

la utilizza come simbolo dell‟or<strong>di</strong>ne patafisico del qu<strong>al</strong>e è fondatore:<br />

“A guisa <strong>di</strong> cravatta, si mise <strong>al</strong> collo un gran cordone<br />

<strong>della</strong> Grande-Gidouille, or<strong>di</strong>ne da lui inventato e<br />

brevettato, perché non venisse svilito”. 72<br />

La pre<strong>di</strong>lezione <strong>di</strong> Jarry per le forme sferiche si esplicita con maggior forza nell‟VIII<br />

capitolo, nel qu<strong>al</strong>e sottolinea la centr<strong>al</strong>ità dell‟ellisse:<br />

“Occorre dunque necessariamente ammettere che il<br />

volgo (contando i bambini e le donne) è troppo<br />

grossolano per capire le figure ellittiche, e che i suoi<br />

membri si accordano nel consenso detto univers<strong>al</strong>e<br />

perché non percepiscono le curve con un solo<br />

fuoco, essendo più facile coincidere in un punto che<br />

in due. Comunicano e si equilibrano me<strong>di</strong>ante il<br />

bordo dei loro ventri, tangenzi<strong>al</strong>mente. Ora persino il<br />

volgo ha imparato che l‟universo vero è fatto <strong>di</strong><br />

ellissi, e i borghesi stessi conservano il loro vino in<br />

botti e non in cilindri”.<br />

72 A. Jarry, Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico, Milano, Adelphi, 2002, p.16.<br />

55


Nella forma curva ed ondulata è racchiusa anche l‟anima del movimento <strong>futurista</strong>,<br />

come è testimoniato d<strong>al</strong>l‟esperienza <strong>di</strong> molti suoi esponenti.<br />

Marinetti e Jarry si conoscevano <strong>di</strong> persona, ed il caposcuola dell‟avanguar<strong>di</strong>a<br />

nutriva grande ammirazione per il letterato francese, il qu<strong>al</strong>e invece era assai più<br />

prudente nei giu<strong>di</strong>zi sul giovane franco-it<strong>al</strong>iano che, <strong>al</strong>l‟epoca del loro incontro, era<br />

immerso in un ambiente ancora simbolista e sarebbe stato colpito solo<br />

successivamente d<strong>al</strong>la folgore <strong>futurista</strong>. 73<br />

Proprio <strong>al</strong>l‟Ubu roi si ispira Marinetti per la stesura <strong>di</strong> un an<strong>al</strong>ogo dramma satirico in<br />

quattro atti, Roi Bombance, tradotto in it<strong>al</strong>iano come Re B<strong>al</strong>doria, pubblicato nel 1905<br />

per le e<strong>di</strong>zioni del “Mercure de France”. In esso lo strumento <strong>della</strong> metafora viene<br />

portata <strong>al</strong>le estreme conseguenze ed ogni singolo elemento sfiora l‟ipertrofia<br />

comunicativa, andando a minare l‟unità complessiva del testo e la sua struttura<br />

interna, tanto da acquistare connotazioni grottesche se non ri<strong>di</strong>cole. 74 T<strong>al</strong>i scelte<br />

possono essere inserite <strong>al</strong>l‟interno <strong>di</strong> un‟embrion<strong>al</strong>e sperimentazione che porterà<br />

successivamente <strong>al</strong>l‟esplosione delle parole in libertà.<br />

Il tema dominante dell‟opera è quello <strong>della</strong> fame e dell‟ingor<strong>di</strong>gia, che <strong>di</strong>lania le<br />

viscere dei ricchi e dei poveri, determinando con una logica implacabile le loro azioni.<br />

La vicenda si svolge in un immaginario Me<strong>di</strong>oevo nel regno dei Citrulli, dove per<br />

<strong>di</strong>sgrazia viene a mancare Panciarguta, cuciniere <strong>di</strong> corte, il qu<strong>al</strong>e riusciva a saziare<br />

con lauti pranzi il re B<strong>al</strong>doria e i potenti, oltre che a <strong>di</strong>strarre subdolamente d<strong>al</strong>la loro<br />

fame i sud<strong>di</strong>ti citrulli, detti gli Affamati. Essi però straziati d<strong>al</strong>le pance vuote danno<br />

vita, sotto l‟egida del tribuno Famone, ad una rivoluzione intestin<strong>al</strong>e. Il racconto,<br />

scan<strong>di</strong>to secondo la norma lirica del <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo tipica delle convenzioni teatr<strong>al</strong>i,<br />

prosegue con la morte del re, ucciso apparentemente dai crampi del <strong>di</strong>giuno, e con lo<br />

sconforto <strong>di</strong> tutto il popolo. Alla notizia che il sovrano era invece morto a causa <strong>di</strong> una<br />

coloss<strong>al</strong>e in<strong>di</strong>gestione ris<strong>al</strong>ente a qu<strong>al</strong>che tempo prima, decidono <strong>di</strong> stufarlo e<br />

portarlo a tavola. L‟opera pare concludersi con gli appetiti fin<strong>al</strong>mente saziati dei non<br />

più Affamati, ma il fantasma <strong>di</strong> Santa Putre<strong>di</strong>ne riporta in vita il cadavere del re<br />

B<strong>al</strong>doria e dei suoi ministri, i qu<strong>al</strong>i emergono faticosamente dagli intestini dei loro<br />

<strong>di</strong>voratori, che in un ciclo senza fine sono costretti a masticarli nuovamente per poi<br />

rivomitarli e così via. 75<br />

73 B. Eruli, D<strong>al</strong> futurismo <strong>al</strong>la patafisica. Percorsi dell‟avanguar<strong>di</strong>a, Pisa, Pacini E<strong>di</strong>tore, 1994, p. 183.<br />

74 D. Quarta, Il teatro pre<strong>futurista</strong> <strong>di</strong> Marinetti: Dramma senza titolo, Roi Bombance, Poupées<br />

électriques, www.tidsskrift.dk. Ultima visita: maggio 2011.<br />

75 Ibid., www.tidsskrift.dk.<br />

56


Il personaggio <strong>di</strong> re B<strong>al</strong>doria è chiaramente desunto d<strong>al</strong>la figura <strong>di</strong> Padre Ubu, con il<br />

qu<strong>al</strong>e ha in comune la monument<strong>al</strong>e apparizione scenica, e meno invece la<br />

maschera vile e cinica. Oltre <strong>al</strong> titolo Marinetti fa <strong>della</strong> prima rappresentazione<br />

teatr<strong>al</strong>e del Roi Bombance una copia identica <strong>al</strong>l‟Ubu Roi, medesimi sono infatti il<br />

teatro nel qu<strong>al</strong>e avviene la messa in scena, i costumi, la scenografia e la <strong>di</strong>rezione<br />

artistica.<br />

Il successo dell‟opera è riconosciuto d<strong>al</strong>lo stesso Jarry, che nel 1907 sulla rivista<br />

Poesia pubblica un articolo (FIG.3) de<strong>di</strong>cato <strong>al</strong> dramma satirico marinettiano:<br />

“Le ho dato il mio Ubu Re? È da tanto che non ci<br />

incontriamo più <strong>al</strong> ʽMercureʼ! A rileggerlo, il Re<br />

B<strong>al</strong>doria provoca la stessa vivissima impressione a<br />

causa <strong>della</strong> sua straor<strong>di</strong>naria forma e <strong>della</strong><br />

esattezza delle parole. Lei si ricorderà che io le <strong>di</strong>ssi<br />

come ben pochi francesi avrebbero saputo scrivere,<br />

per esempio, in ʽguisa <strong>di</strong> acchiappafarf<strong>al</strong>leʼ e <strong>al</strong>tre<br />

immagini inattese e formidabili (…). Forse mi spiace<br />

solo che <strong>al</strong>l‟inizio non si possa seguire più a lungo il<br />

Re B<strong>al</strong>doria nel mezzo delle sue b<strong>al</strong>dorie, ma basta<br />

il suo nome, che è una sintesi, a <strong>di</strong>re già tutto”. 76<br />

Il padre <strong>della</strong> patafisica sottolinea uno degli aspetti fondament<strong>al</strong>i che caratterizzerà le<br />

vere e proprie opere futuriste successive del caposcuola del movimento, ovvero la<br />

scrittura “in guisa <strong>di</strong> acchiappafarf<strong>al</strong>le”. Con essa si intende uno stile narrativo libero,<br />

che procede per continui movimenti circolari ed ondulatori, proprio come si fa<br />

librando nell‟aria il retino <strong>al</strong>la ricerca <strong>di</strong> fantasiose fogge e sgargianti colori. Jarry ne<br />

apprezza quin<strong>di</strong>, come specificato precedentemente, la capacità <strong>di</strong> definire continue<br />

spir<strong>al</strong>i, an<strong>al</strong>ogie delle mutevoli esperienze inventive e <strong>della</strong> non linearità dei processi<br />

logico-conoscitivi. Prendendo in prestito t<strong>al</strong>e similitu<strong>di</strong>ne terminologica si potrebbe<br />

così definire anche la serpentina <strong>di</strong>segnata nel vuoto d<strong>al</strong> capor<strong>al</strong>e Trim, il qu<strong>al</strong>e<br />

agitando il proprio bastone delinea un andamento spir<strong>al</strong>iforme <strong>al</strong> pari <strong>di</strong> un<br />

ricercatore <strong>di</strong> farf<strong>al</strong>le, libero artefice delle proprie traiettorie.<br />

La linea retta, tanto es<strong>al</strong>tata da Marinetti contrad<strong>di</strong>ttoriamente <strong>al</strong> proprio operato,<br />

come si vedrà in seguito, sembra quin<strong>di</strong> condannata ad auto<strong>di</strong>struggersi in una sorta<br />

<strong>di</strong> <strong>al</strong>legra e del tutto libera autorità creativa dell‟artista, il qu<strong>al</strong>e infrange schemi,<br />

regole e convenzioni.<br />

76 F. T. Marinetti, Marinetti Futurista: ine<strong>di</strong>ti, pagine <strong>di</strong>sperse, documenti e antologia critica, a cura <strong>di</strong><br />

“ES”, Napoli, Guida, 1977, p. 330.<br />

57


(FIG.3)<br />

58


Come anticipato, il Futurismo riprende la figura <strong>della</strong> spir<strong>al</strong>e in quanto forma<br />

<strong>di</strong>namica, e vi de<strong>di</strong>ca <strong>di</strong>verso spazio <strong>al</strong>l‟interno dei manifesti.<br />

Carrà in particolare ne delinea una chiara definizione ed un preciso uso:<br />

“3. Qu<strong>al</strong>siasi succedersi <strong>di</strong> suoni, rumori odori<br />

stampa nella mente un arabesco <strong>di</strong> forme e colori.<br />

Bisogna dunque misurare queste intensità e intuire<br />

questo arabesco. (…) La pittura dei suoni, dei<br />

rumori e degli odori vuole:<br />

4. L‟arabesco <strong>di</strong>namico come l‟unica re<strong>al</strong>tà creata<br />

d<strong>al</strong>l‟artista nel fondo <strong>della</strong> sua sensibilità.<br />

5. Le linee oblique che cadono sull‟animo<br />

dell‟osservatore come tante saette d<strong>al</strong> cielo, e le<br />

linee <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà.<br />

12. La linea a zig-zag e la linea ondulata.<br />

13. Le curve ellissoi<strong>di</strong> considerate come rette in<br />

movimento”. 77<br />

Appare netta la preferenza <strong>della</strong> linea spir<strong>al</strong>iforme, definita come l‟arabesco che<br />

appare nella mente dell‟artista in base <strong>al</strong>le sensazioni da esprimere. Come per<br />

l‟onomatopea così anche per le forme va notato quanto esse siano accostate a sensi<br />

<strong>di</strong>versi da quelli ai qu<strong>al</strong>i vengono tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>mente riferite. Le linee curve esprimono<br />

non solo un movimento o una determinata connotazione visiva, ma servono anche a<br />

definire un suono, un rumore o ad<strong>di</strong>rittura un odore:<br />

“D<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista <strong>della</strong> forma: vi sono suoni, rumori<br />

e odori concavi e convessi, triangolari, ellissoid<strong>al</strong>i,<br />

oblunghi, conici, sferici, spir<strong>al</strong>ici, ecc”. 78<br />

Viene invece abolita, stranamente in <strong>di</strong>saccordo con l‟opinione <strong>di</strong> Marinetti, la<br />

staticità <strong>della</strong> linea retta, appartenente ad una cultura ormai vecchia e incapace <strong>di</strong><br />

restituire la forza <strong>della</strong> velocità e <strong>della</strong> simultaneità:<br />

“La pittura dei suoni, dei rumori e degli odori nega:<br />

4. L‟uso dell‟orizzont<strong>al</strong>e pura, <strong>della</strong> vertic<strong>al</strong>e pura e<br />

<strong>di</strong> tutte le linee morte”. 79<br />

77 C. Carrà, La pittura dei suoni, rumori e odori, 1913, in MF, cit., pp. 88-89.<br />

78 Ibid., p. 90.<br />

79 Ibid., p. 88.<br />

59


Dello stesso parere è Antonio Sant‟Elia, che nel manifesto L‟architettura <strong>futurista</strong><br />

redatto <strong>di</strong> proprio pugno nel 1914, afferma:<br />

“IO COMBATTO E DISPREZZO:<br />

4. Le linee perpen<strong>di</strong>colari e orizzont<strong>al</strong>i, le forme<br />

cubiche e piramid<strong>al</strong>i che sono statiche, gravi,<br />

opprimenti ed assolutamente fuori d<strong>al</strong>la nostra<br />

nuovissima sensibilità.<br />

E PROCLAMO:<br />

3. Che le linee oblique e quelle ellittiche sono<br />

<strong>di</strong>namiche, per la loro stessa natura hanno una<br />

potenza emotiva mille volte superiore a quella delle<br />

perpen<strong>di</strong>colari e delle orizzont<strong>al</strong>i, e che non vi può<br />

essere un‟architettura <strong>di</strong>namicamente integratrice<br />

<strong>al</strong>l‟infuori <strong>di</strong> esse”. 80<br />

Solo una forma <strong>di</strong>namica può quin<strong>di</strong> rispettare lo spirito rivoluzionario <strong>futurista</strong>,<br />

caratterizzato d<strong>al</strong> guizzo dell‟invenzione e <strong>della</strong> fantasia, uccisa quest‟ultima d<strong>al</strong>la<br />

rigida linearità <strong>della</strong> retta.<br />

Marinetti invece, <strong>di</strong>sattendendo le aspettative, la glorifica sostenendo che essa sia la<br />

sola degna <strong>di</strong> riassumere il potere sintetico <strong>della</strong> letteratura d‟avanguar<strong>di</strong>a:<br />

“16. Nausea <strong>della</strong> linea curva, <strong>della</strong> spir<strong>al</strong>e e del<br />

tourniquet. Amore <strong>della</strong> retta e del tunnel. Abitu<strong>di</strong>ne<br />

delle visioni in scorcio e delle sintesi visu<strong>al</strong>i create<br />

d<strong>al</strong>la velocità dei treni e delle automobili che<br />

guardano d<strong>al</strong>l‟<strong>al</strong>to città e campagne. Orrore <strong>della</strong><br />

lentezza, delle minuzie, delle an<strong>al</strong>isi e delle<br />

spiegazioni minute. Amore <strong>della</strong> velocità,<br />

dell‟abbreviazione e del riassunto. ʽRaccontami<br />

tutto, presto, in due parole!ʼ ”.<br />

È verosimile che qui Marinetti utilizzi la metafora <strong>della</strong> linea retta non tanto in qu<strong>al</strong>ità<br />

<strong>di</strong> elemento visivo, in questo caso sarebbe infatti in posizione contrad<strong>di</strong>ttoria nei<br />

confronti degli assunti <strong>di</strong> velocità e <strong>di</strong>namicità, quanto come esemplificazione del<br />

concetto <strong>di</strong> rapi<strong>di</strong>tà dello stile e <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> sintesi delle parole in libertà.<br />

Figurativamente il caposcuola <strong>futurista</strong> non <strong>di</strong>sdegna affatto i motivi curviformi e a<br />

<strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> ciò vi sono <strong>di</strong>verse opere <strong>al</strong>l‟interno delle qu<strong>al</strong>i è possibile osservare<br />

la presenza <strong>di</strong> giochi <strong>di</strong> linee ondulate, in perfetta armonia con la nuova sensibilità<br />

inventiva e moderna teorizzata da Carrà e da Sant‟Elia.<br />

80 A. Sant‟Elia, L‟Architettura <strong>futurista</strong>, 1914, in MF, cit., pp. 105-106.<br />

60


Ne è un esempio la tavola parolibera Après la Marne, Joffre visita le front en auto<br />

(FIG.4), inserita nella collezione Les mots en liberté futuristes del 1919. Essa<br />

rappresenta il viaggio del protagonista del collage <strong>di</strong> parole fra le montagne e le v<strong>al</strong>li<br />

<strong>di</strong> un paesaggio descritto senza confini fra l‟immagine e le lettere. Non vi è una<br />

prospettiva fissa e quin<strong>di</strong> il lettore può girare la <strong>pagina</strong> a proprio piacimento, sulla<br />

qu<strong>al</strong>e oltre ai caratteri tipografici sono visibili linee curve, a spir<strong>al</strong>e e a zig zag,<br />

raffigurazioni stilizzate dei monti e delle v<strong>al</strong>late percorse da Joffre. 81<br />

(FIG.4)<br />

An<strong>al</strong>ogamente Marinetti tratteggia il particolare <strong>di</strong> una spir<strong>al</strong>e (FIG.5) <strong>al</strong>l‟interno <strong>di</strong><br />

un‟<strong>al</strong>tra tavola parolibera, già citata nel primo capitolo, Vitesse élégante- mots en<br />

liberté (1er récord), ris<strong>al</strong>ente <strong>al</strong> 1918-1919.<br />

(FIG.5)<br />

81 W. Strauven, A Fourth Dimension in Marinetti‟s Writing, in On Verb<strong>al</strong>/ Visu<strong>al</strong> Representation,<br />

M.Heusser, M. Hannoosh, E. Haskell, L. Hoek, D. Scott, P. de Voogd, Amsterdam-New York, Rodopi<br />

B.V., 2005, p. 212.<br />

61


L‟utilizzo del motivo iconico <strong>della</strong> spir<strong>al</strong>e non si limita <strong>al</strong>la pittura e <strong>al</strong>l‟architettura, ma<br />

viene esteso anche <strong>al</strong> cinema, con un perfetto esempio <strong>di</strong> intrusione dell‟elemento<br />

figurativo nel filmico, anche se in misura debole rispetto <strong>al</strong>le opere espressioniste,<br />

impossibile non citare a questo proposito le sequenze del Gabinetto del dottor<br />

C<strong>al</strong>igari <strong>di</strong> Robert Wiene, film muto del 1920. 82<br />

In Thaïs del <strong>futurista</strong> Anton Giulio Bragaglia, datato 1918, si nota infatti il tentativo <strong>di</strong><br />

integrazione tra lo spazio pittoricamente organizzato grazie <strong>al</strong>le scenografie <strong>di</strong><br />

Prampolini e l‟azione filmica. L‟attrice è attorniata da ingombranti ambientazioni<br />

recanti motivi geometrici, fra i qu<strong>al</strong>i spicca una doppia spir<strong>al</strong>e, simboli dell‟opprimente<br />

mondo <strong>della</strong> protagonista (FIG.6). 83<br />

(FIG.6)<br />

Necessaria risulta una breve incursione nella produzione dadaista, come più volte<br />

<strong>di</strong>scusso debitrice del TS, <strong>al</strong>l‟interno <strong>della</strong> qu<strong>al</strong>e non manca <strong>di</strong> assumere una<br />

fondament<strong>al</strong>e importanza l‟elemento spir<strong>al</strong>iforme, come evidenziato, per rimanere in<br />

campo cinematografico, d<strong>al</strong>l‟opera Anémic cinéma <strong>di</strong> Marcel Duchamp del 1926.<br />

Quest‟ultimo riproduce il movimento <strong>di</strong> nove <strong>di</strong>schi rotanti con spir<strong>al</strong>i, <strong>al</strong>ternato a<br />

quello <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri nove <strong>di</strong>schi con scritte tracciate in modo da formare <strong>al</strong>trettante spir<strong>al</strong>i,<br />

che <strong>al</strong>ternandosi riproducono un effetto <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà/rilievo. 84<br />

T<strong>al</strong>e elemento figurativo è chiaramente ispirato <strong>al</strong>l‟Ubu Roi <strong>di</strong> Jarry, il qu<strong>al</strong>e a sua<br />

volta trae ispirazione d<strong>al</strong>l‟opera sterniana.<br />

82 A. Costa, Il cinema e le arti visive, Piacenza, Piccola Biblioteca Einau<strong>di</strong>, 2008, p. 173.<br />

83 Ibid., p. 171.<br />

84 Ibid., pp. 178-179.<br />

62


Foc<strong>al</strong>izzando nuovamente l‟attenzione sul secondo termine <strong>di</strong> paragone, ovvero il<br />

TS, è possibile in<strong>di</strong>viduare <strong>di</strong>verse citazioni nelle qu<strong>al</strong>i Sterne chiarisce la propria<br />

propensione per la linea curva:<br />

“Uno storiografo potrebbe anche trascinare la sua<br />

storia come un mulattiere trascina il suo mulo, dritto<br />

filato, senza mai sostare, per esempio da Roma a<br />

Loreto, e senza mai voltare né a destra né a<br />

sinistra; <strong>al</strong>lora forse potrebbe riuscire a prevedere<br />

l‟ora in cui pensa <strong>di</strong> terminare il viaggio. Ma un t<strong>al</strong><br />

comportamento, mor<strong>al</strong>mente parlando, è<br />

impossibile perché, se è una persona dotata <strong>di</strong> un<br />

po‟ <strong>di</strong> spirito, devierà <strong>al</strong>meno cinquanta volte d<strong>al</strong><br />

cammino <strong>di</strong>ritto per unirsi, durante il viaggio, ora a<br />

una compagnia ora a un‟<strong>al</strong>tra, e questo<br />

inconveniente, se così vi piace chiamarlo, non potrà<br />

essere evitato”. 85<br />

Utilizzando queste parole, nel XIV capitolo del I volume, l‟autore chiarifica e spiega<br />

l‟essenza del romanzo. Sfruttando la metafora del viaggio, con le sue pause e<br />

<strong>di</strong>vagazioni d<strong>al</strong>l‟itinerario princip<strong>al</strong>e, crea un‟an<strong>al</strong>ogia con quello che è considerato il<br />

vero meccanismo che d<strong>al</strong>l‟interno permette <strong>al</strong>l‟opera <strong>di</strong> farsi, ovvero la <strong>di</strong>gressione.<br />

Senza <strong>di</strong> essa la storia non avrebbe senso <strong>di</strong> esistere e <strong>di</strong> essere raccontata.<br />

L‟andamento <strong>di</strong>gressivo e progressivo <strong>al</strong> tempo stesso si accosta perfettamente<br />

<strong>al</strong>l‟immagine <strong>della</strong> spir<strong>al</strong>e e <strong>della</strong> linea ondulata, mutevole ed impreve<strong>di</strong>bile, mai<br />

ugu<strong>al</strong>e a se stessa. La serpentina è quin<strong>di</strong> la linea dell‟intreccio, che collega tutti i<br />

frammenti narrativi e gli oggetti, che esprime vit<strong>al</strong>ità perché traduce il movimento. 86<br />

T<strong>al</strong>e concetto <strong>al</strong>tro non è che quello <strong>della</strong> <strong>di</strong>namicità <strong>futurista</strong>, <strong>della</strong> velocità del<br />

movimento contro la staticità <strong>della</strong> regola ferrea privata dell‟ingegno, delle parole a<br />

“guisa <strong>di</strong> acchiappafarf<strong>al</strong>le” <strong>di</strong> Jarry.<br />

Sterne non si limita a farne un‟an<strong>al</strong>ogia concettu<strong>al</strong>e, ma la utilizza anche come<br />

elemento figurativo vero e proprio, inserendola, come <strong>di</strong>scusso più volte, nel IV<br />

capitolo dell‟ultimo volume. La spir<strong>al</strong>e tratteggiata d<strong>al</strong> capor<strong>al</strong>e Trim (FIG.7), durante<br />

una conversazione con lo zio Toby, ha la funzion<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> esprimere in tutta la sua<br />

imme<strong>di</strong>ata carica visiva le gioie offerte d<strong>al</strong> celibato. Essa è quin<strong>di</strong> la linea <strong>della</strong><br />

85 L. Sterne, Vita e Opinioni <strong>di</strong> Tristram Shandy, introduzione <strong>di</strong> Attilio Brilli, Milano, BUR, 2008, p. 84.<br />

86 R. Loretelli, Intreccio romanzesco e intreccio pittorico in Henry Fiel<strong>di</strong>ng and William Hogarth,<br />

www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it, sezione Arts. Ultima visita: maggio 2011.<br />

63


leggerezza, <strong>della</strong> bizzarria e non ultima <strong>della</strong> già citata libertà inventiva, <strong>della</strong> qu<strong>al</strong>e<br />

l‟artista si riappropria nonostante domini ancora una mor<strong>al</strong>e “accademica”.<br />

(FIG.7)<br />

Sterne riprende in parte il motivo iconografico d<strong>al</strong>la “linea <strong>della</strong> bellezza” <strong>di</strong> Hogarth,<br />

ovvero la linea serpentinata manierista e barocca che ha l‟intento <strong>di</strong> coniugare<br />

varietà e unità:<br />

“(…) the serpentine line, by its waving and win<strong>di</strong>ng<br />

at the same time <strong>di</strong>fferent ways, leads the eye in a<br />

pleasing manner <strong>al</strong>ong the continuity of its variety<br />

(…) and which by its twisting so many <strong>di</strong>fferent<br />

ways, may be said (tho' but a single line) to inclose<br />

varied contents”. 87<br />

La linea curva si contrappone così a quella retta <strong>della</strong> logica, che ha un inizio ed<br />

una fine preve<strong>di</strong>bili. La spir<strong>al</strong>e con il suo ondeggiare e attardarsi può tessere rapporti<br />

imprevisti e senza gerarchia fra gli avvenimenti. 88 Quest‟ultima è riconosciuta <strong>di</strong><br />

conseguenza come la linea <strong>della</strong> sorpresa e dell‟intrico, la <strong>di</strong>fficoltà del qu<strong>al</strong>e suscita<br />

il vivo interesse intellettu<strong>al</strong>e e l‟attenta partecipazione <strong>di</strong> chi legge.<br />

Il narratore del TS cita più volte lo scrittore e illustratore inglese, speci<strong>al</strong>mente nel IX<br />

capitolo del II volume, nel qu<strong>al</strong>e fa riferimento <strong>al</strong>l‟opera The An<strong>al</strong>ysis of Beauty del<br />

1753. Nel capitolo “Of Attidude” Hogarth con l‟aiuto <strong>di</strong> un‟illustrazione che raffigura un<br />

gruppo <strong>di</strong> persone intente a danzare espone la propria teoria sulla scelta <strong>della</strong> forma<br />

figurativa in base <strong>al</strong> criterio che più si adatta a quello <strong>della</strong> bellezza. Le persone che<br />

87 Ibid., www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it.<br />

88 Ibid., www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it.<br />

64


nel loro muoversi assumono posizioni assimilabili <strong>al</strong>la linea circolare o retta sono<br />

definite con connotazioni ri<strong>di</strong>cole, mentre quelle che più si avvicinano nei <strong>di</strong>segni<br />

creati dai corpi <strong>al</strong>la serpentina vengono elogiate in quanto aggraziate. 89<br />

Sterne si attiene a t<strong>al</strong>i parametri nelle innumerevoli descrizioni delle posture assunte<br />

nel corso delle pagine dai personaggi, caratteristica che, come sottolineato nel<br />

secondo capitolo, fa del romanzo una commistione <strong>di</strong> linguaggi artistici <strong>di</strong>fferenti,<br />

spaziando d<strong>al</strong> pittorico <strong>al</strong> teatr<strong>al</strong>e.<br />

Come i molteplici esempi e le reciproche influenze hanno voluto <strong>di</strong>mostrare, è quin<strong>di</strong><br />

possibile conferire anche <strong>al</strong>l‟iconografia <strong>della</strong> spir<strong>al</strong>e un posto rilevante e in parte<br />

comune ad entrambi i contesti in an<strong>al</strong>isi, quello dell‟avanguar<strong>di</strong>a <strong>futurista</strong> e quello del<br />

TS, uniti, seppure nelle loro evidenti <strong>di</strong>fferenze, d<strong>al</strong>l‟impareggiabile carica<br />

dell‟invenzione, dominata d<strong>al</strong>lo spirito <strong>della</strong> novità:<br />

“Al <strong>di</strong>avolo tutte le regole che mi dovrebbero guidare<br />

nello scrivere questo libro, ammesso che ne abbia<br />

mai seguita una; per abitu<strong>di</strong>ne infatti me ne infischio<br />

<strong>di</strong> tutte! Dovrei strappare questo capitolo, una volta<br />

scritto, farlo a pezzi e gettarlo nel fuoco. (…) Ma che<br />

bella storia! È l‟uomo che deve seguire le regole o<br />

sono le regole che devono seguire l‟uomo?”. 90<br />

89 Sterne, Tristram Shandy: appunti e suggerimenti, www.m<strong>al</strong>dura.unipd.it. Ultima visita: maggio 2011.<br />

90 L. Sterne, Vita e Opinioni <strong>di</strong> Tristram Shandy, introduzione <strong>di</strong> Attilio Brilli, Milano, BUR, 2008, p.305.<br />

65


CONCLUSIONI<br />

Come specificato nell‟introduzione, mi auguro che il presente lavoro sia riuscito a<br />

mettere in luce l‟immensa e travolgente portata rivoluzionaria <strong>di</strong> due contesti artistici<br />

che hanno dato vita ad un nuovo linguaggio espressivo, prev<strong>al</strong>entemente person<strong>al</strong>e<br />

e scevro d<strong>al</strong>la ban<strong>al</strong>ità delle convenzioni vigenti.<br />

L‟argomentazione si è sviluppata grazie ad una continua e fertile an<strong>al</strong>isi comparativa,<br />

che ha permesso <strong>di</strong> evidenziare tratti <strong>di</strong>stintivi in comune, chiari esempi <strong>di</strong><br />

un‟influenza quanto meno in<strong>di</strong>retta dell‟opera sterniana sul repertorio <strong>futurista</strong>.<br />

Partendo d<strong>al</strong>la documentata rivoluzione tipografica, connotazione ben visibile e<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> più facile in<strong>di</strong>viduazione, t<strong>al</strong>e confronto ha trovato successivamente linfa<br />

vit<strong>al</strong>e nella non-linearità narrativa tanto dell‟opera sterniana quanto <strong>di</strong> quella <strong>futurista</strong>,<br />

esempi <strong>di</strong> ipertesto ante litteram, ed in conclusione ha posto l‟accento sull‟importanza<br />

<strong>della</strong> libertà inventiva, simboleggiata quest‟ultima da una vorticosa spir<strong>al</strong>e.<br />

T<strong>al</strong>i considerazioni possono sembrare quasi scontate per quanto riguarda il<br />

movimento <strong>futurista</strong>, forgiatosi in un clima d‟avanguar<strong>di</strong>a internazion<strong>al</strong>e in continua<br />

evoluzione, lo sono invece <strong>di</strong> gran lunga meno per il Tristram Shandy, pubblicato in<br />

un‟ancora rigorosa cultura settecentesca.<br />

Non si può quin<strong>di</strong> non riconoscere <strong>al</strong> reverendo Sterne quel quid che lo portò ad<br />

intuire e a fare propri quelli che sarebbero stati i punti <strong>di</strong> forza <strong>di</strong> un‟arte <strong>di</strong> un futuro a<br />

lui non prossimo.<br />

66


Opere<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Sterne, Laurence, Vita e opinioni <strong>di</strong> Tristram Shandy, gentiluomo, Milano, BUR, 2008<br />

Sterne, Laurence, The life and opinions of Tristram Shandy, gentleman, Houndmills,<br />

Macmillan, 1992<br />

Jarry, Alfred, Gestes et Opinions du Docteur Faustroll, pataphysicien, Paris, E.<br />

Fasquelle, 1911<br />

Marinetti, Filippo Tommaso, Fondazione e Manifesto del Futurismo: pubblicato d<strong>al</strong><br />

Figaro <strong>di</strong> Parigi il 20 Febbraio 1909, Milano, Direzione del Movimento Futurista, 1911<br />

Carrà, Carlo, La pittura dei suoni, rumori, odori: manifesto <strong>futurista</strong>, Milano, Direzione<br />

del movimento <strong>futurista</strong>, 1913<br />

Opere metodologiche e bibliografia critica su The Life and Opinions of<br />

Tristram Shandy, gentleman<br />

Bertoni, Federico, Il testo a quattro mani, Milano, L E<strong>di</strong>zioni, 2010<br />

Carbone, Paola, La lanterna magica <strong>di</strong> Tristram Shandy. Visibilità e informazione,<br />

or<strong>di</strong>ne ed entropia, paradossi e trompe-l‟oeil, Verona, Ombre Corte, 2009<br />

Fanning, Christopher, “On Sterne‟s Page: Spati<strong>al</strong> Layout, Spati<strong>al</strong> Form, and Soci<strong>al</strong><br />

Spaces in Tristram Shandy”, in Laurence Sterne, M. W. Longman, Great Britain,<br />

Pearson Education, 2002<br />

Genette, Gerard, Soglie: i <strong>di</strong>ntorni del testo, G. Einau<strong>di</strong>, 1989<br />

Landow, George P., La grande potenza del testo quando <strong>di</strong>venta ipertesto,<br />

consultabile presso il sito www.me<strong>di</strong>amente.rai.it (maggio 2011)<br />

Loretelli, Rosamaria, Intreccio romanzesco e intreccio pittorico in Henry Fiel<strong>di</strong>ng e<br />

William Hogarth, consultabile presso il sito www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it, sezione Arts<br />

(maggio 2011)<br />

Losi, Giulia, Tristram Shandy tra <strong>di</strong>gressione e ipertestu<strong>al</strong>ità, consultabile presso il<br />

sito www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it, sezione Hyperts (maggio 2011)<br />

Mazzacurati, Giancarlo, Effetto Sterne. La narrazione umoristica in It<strong>al</strong>ia da Foscolo<br />

a Pirandello, Pisa, Nistri-Lischi, 1990<br />

67


Polletti, Carla, Lo scrittore e il suo doppio. Saggio sul Tristram Shandy, Roma,<br />

Bulzoni E<strong>di</strong>tore, 1999<br />

Ruggieri, Franca, Oltre il romanzo: da Sterne a Joyce, Napoli, E<strong>di</strong>zioni scientifiche<br />

it<strong>al</strong>iane, 1995<br />

Sbrilli, Antonella, La presenza del Tristram Shandy sulle soglie del Dada,<br />

consultabile presso il sito www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it, sezione Arts (aprile 2011)<br />

Sherman, W. H., Towards a History of the Manicule, consultabile presso il sito<br />

www.livesandletters.ac.uk (aprile 2011)<br />

Sklovskij, Viktor, Teoria <strong>della</strong> Prosa, Torino, Einau<strong>di</strong>, 1976<br />

Testa, Francesca, Tristram Shandy in It<strong>al</strong>ia: critica, traduzioni, influenze, Roma,<br />

Bulzoni E<strong>di</strong>tore, 1999<br />

Anonymous, Sterne, Tristram Shandy: appunti e suggerimenti, consultabile presso il<br />

sito www.m<strong>al</strong>dura.unipd.it (maggio 2011)<br />

Opere metodologiche e critiche sul Futurismo<br />

Accame, Vincenzo, Jarry, Bologna, La Nuova It<strong>al</strong>ia, 1974<br />

Bonino, Guido Dovico, Manifesti Futuristi, Milano, Pillole BUR Rizzoli, 2009<br />

Cappa, Felice, Gelli, Piero, Mattarozzi, Marco, Dizionario dello spettacolo del „900,<br />

Milano, B<strong>al</strong><strong>di</strong>ni & Castol<strong>di</strong>, 1998<br />

Caproni, Attilio Mauro, “Il libro e la nuova tipografia da Stéphane M<strong>al</strong>larmé <strong>al</strong><br />

Futurismo”, in Linguaggio <strong>della</strong> biblioteca. Scritti in onore <strong>di</strong> Diego M<strong>al</strong>tese, a cura <strong>di</strong><br />

Mario Guerrini, Milano, E<strong>di</strong>trice Bibliografica, 1996, pp. 585-600<br />

Caproni, Attilio Mauro, “Il libro nell‟Avanguar<strong>di</strong>a <strong>futurista</strong> e la tipografia <strong>futurista</strong> nei<br />

cat<strong>al</strong>oghi delle Esposizioni”, in Fogli <strong>di</strong> taccuino. Appunti e spunti vari <strong>di</strong><br />

Biblioteconomia, Roma, Vecchiarelli E<strong>di</strong>tore, 1988, pp. 190-213<br />

Coen, Ester, Futurismo, Firenze-Milano, Art e Dossier, Giunti E<strong>di</strong>tore, 2008<br />

Costa, Mario, L‟estetica dei me<strong>di</strong>a: avanguar<strong>di</strong>e e tecnologia, Roma, Castelvecchi,<br />

1999<br />

Costa, Antonio, Il cinema e le arti visive, Piacenza, Piccola Biblioteca Einau<strong>di</strong>, 2008<br />

Del Puppo, Alessandro, Lacerba 1913-1915: arte e critica d‟arte, Bergamo, Lubrina<br />

E<strong>di</strong>tore, 2000<br />

Eruli, Brunella, D<strong>al</strong> futurismo <strong>al</strong>la patafisica. Percorsi dell‟avanguar<strong>di</strong>a, Pisa, Pacini<br />

E<strong>di</strong>tore, 1994<br />

68


ES, F.T. Marinetti Futurista: ine<strong>di</strong>ti, pagine <strong>di</strong>sperse, documenti e antologia critica,<br />

Napoli, Guida, 1977<br />

Evola, Julius, Julius Evola e l‟arte delle avanguar<strong>di</strong>e tra Futurismo, Dada e Alchimia,<br />

Milano, S.B.E., 1998<br />

Fanelli, Giovanni, Godoli, Ezio, Il futurismo e la grafica, Milano, E<strong>di</strong>zioni Comunità,<br />

1988<br />

Gazzotti, Melania, Villeri, Anna, Futurismo e Dada. Da Marinetti a Tzara. Mantova e<br />

l‟Europa nel segno dell‟Avanguar<strong>di</strong>a, Milano, Silvana E<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e, 2009<br />

Grisi, Francesco, I futuristi: i manifesti, la poesia, le parole in libertà, i <strong>di</strong>segni e le<br />

fotografie <strong>di</strong> un movimento “rivoluzionario” che fu l‟unica avanguar<strong>di</strong>a it<strong>al</strong>iana <strong>della</strong><br />

cultura europea, Roma, New Compton E<strong>di</strong>tori, 1990<br />

Lista, Giovanni, Cinema e fotografia <strong>futurista</strong>, Milano, Skira, 2001<br />

Martin, Sylvia, Futurismo, Köln, Taschen, 2005<br />

Masi, Alessandro, Zig Zag: il romanzo <strong>futurista</strong>, Milano, Il Saggiatore, 2009<br />

Ministero per i beni cultur<strong>al</strong>i e ambient<strong>al</strong>i, E<strong>di</strong>zioni Elettriche. La rivoluzione e<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e<br />

e tipografica del Futurismo, Roma, E<strong>di</strong>zioni De Luca, 1995<br />

Quarta, Daniela, Il teatro pre<strong>futurista</strong> <strong>di</strong> Marinetti: Dramma senza titolo, Roi<br />

Bombance, Poupées électriques, consultabile presso il sito www.tidsskrift.dk (maggio<br />

2011)<br />

S<strong>al</strong>aris, Clau<strong>di</strong>a, Storia del Futurismo. Libri, giorn<strong>al</strong>i, manifesti, Roma, E<strong>di</strong>tori Riuniti,<br />

1992<br />

S<strong>al</strong>aris Clau<strong>di</strong>a, Futurismo. La prima avanguar<strong>di</strong>a, Firenze-Milano, Art e Dossier,<br />

Giunti E<strong>di</strong>tore, 2009<br />

S<strong>al</strong>aris, Clau<strong>di</strong>a, La rivoluzione tipografica, Milano, Sylvestre Bonnard, 2001<br />

S<strong>al</strong>aris, Clau<strong>di</strong>a, Futurismo, Milano, E<strong>di</strong>trice Bibliografica, 1994<br />

S<strong>al</strong>aris, Clau<strong>di</strong>a, Dada in Svizzera, Germania e Francia attraverso le riviste, in Dada.<br />

L‟arte <strong>della</strong> negazione, E. Torelli Lan<strong>di</strong>ni, Roma, E<strong>di</strong>zioni De Luca, 1994<br />

Sanguineti, Edoardo, Scribilli, Milano, Feltrinelli, 1985<br />

Schwarz, Arturo, Almanacco Dada: antologia letteraria-artistica, cronologia,<br />

repertorio delle riviste, Milano, Feltrinelli, 1976<br />

Strauven, Wanda, “A Fourth Dimension in Marinetti‟s Writing”, in On verb<strong>al</strong>/ Visu<strong>al</strong><br />

Representation, Amsterdam-New York, Rodopi B.V., 2005, pp. 207-217<br />

Verdone, Mario, Cinema e letteratura del futurismo, Roma, E<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Bianco e nero,<br />

1968<br />

Anonymous, Lacerba: Firenze, 1913-1915, Milano, Mazzotta, 1970<br />

69


SITOGRAFIA<br />

CIRCE- Cat<strong>al</strong>ogo Informatico Riviste Cultur<strong>al</strong>i Europee, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Trento, www.circe.lett.unitn.it (ultimo contatto marzo 2011)<br />

Dada & Modernist Magazines, www.dada-companion.com/journ<strong>al</strong>s (ultimo contatto<br />

<strong>di</strong>cembre 2010)<br />

Centre for E<strong>di</strong>ting Lives and Letters, www.livesandletters.ac.uk (ultimo contatto aprile<br />

2011)<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova, www.m<strong>al</strong>dura.unipd.it/dllgs/brunetti/TS_appunti. pdf<br />

(ultimo contatto maggio 2011)<br />

www.tidsskrift.dk/visning.jsp?markup=&print=no&id=95182 (ultimo contatto maggio<br />

2011)<br />

Tristram Shandy Web, Università <strong>di</strong> Lingue e Comunicazione IULM,<br />

www.<strong>tristram</strong><strong>shandy</strong>web.it (ultimo contatto maggio 2011)<br />

70

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!