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• 5 luglio 2004 • 2 <strong>Europiù</strong><br />
Sei mesi senza slancio per le Borse<br />
ma l’Europa ora può accelerare<br />
BILANCI/1. I mercati continentali chiudono il semestre sui livelli <strong>di</strong> fine anno, nonostante<br />
non siano mancate eccezioni tra i titoli più soli<strong>di</strong>. La minore inflazione e il miglioramento<br />
economico possono dare adesso una spinta maggiore alle piazze azionarie continentali<br />
P er<br />
le Borse del Vecchio<br />
Continente, purtroppo<br />
sempre al traino dei listini<br />
d’oltre Atlantico, si chiude<br />
un semestre piuttosto incolore,<br />
caratterizzato da un<br />
andamento laterale, ritornato<br />
punto e a capo, dopo mesi<br />
senza <strong>di</strong>rezione. Alle poche<br />
sod<strong>di</strong>sfazioni per i risparmiatori<br />
che hanno investito in<br />
prevalenza su in<strong>di</strong>ci nazionali<br />
o <strong>di</strong>rettamente sull’Eurostoxx,<br />
hanno corrisposto<br />
buone performance per chi ha<br />
saputo <strong>di</strong>versificare su singoli<br />
settori o azioni.<br />
ENERGETICI IN PROGRESSO<br />
Hanno brillato, in particolare,<br />
le azioni petrolifere e quelle<br />
legate al settore energia.<br />
Non a caso, anche in Italia,<br />
si è vista <strong>di</strong> recente l’Eni arrotondare<br />
i massimi storici,<br />
avendo inoltre garantito agli<br />
azionisti un corposo <strong>di</strong>videndo.<br />
Stesso copione per altre<br />
utility <strong>di</strong>fensive, dalla tedesca<br />
Eon alla francese Suez (per citare<br />
solo due esempi), non ritornate<br />
ai massimi storici, ma<br />
capaci <strong>di</strong> performance nell’or<strong>di</strong>ne<br />
del 20-30% nel 2004<br />
o, nel caso italiano, i buoni<br />
ren<strong>di</strong>menti offerti in termini<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>videndo e capital gain,<br />
da titoli quali Snam, Saipem,<br />
Autostrade o Enel. In generale<br />
il ciclo economico europeo<br />
si è rivelato molto più debole<br />
<strong>di</strong> quello dei cugini americani,<br />
ma è anche vero che, stante<br />
le regole <strong>di</strong> Maastricht, i<br />
singoli Paesi non hanno potuto<br />
realizzare politiche <strong>di</strong><br />
sfondamento dei deficit paragonabili<br />
a quelle messe in<br />
campo da Bush.<br />
EUROPA MENO RISCHIOSA<br />
Ora però qualche avvisaglia<br />
<strong>di</strong> ripresa sta raggiungendo i<br />
Paesi dell’Unione Europea e,<br />
secondo numerosi analisti, i<br />
mercati azionari si presentano<br />
a sconto rispetto a Wall<br />
Street. Per chi non ragiona in<br />
una logica <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>ng, la scelta<br />
<strong>di</strong> fon<strong>di</strong> legati agli in<strong>di</strong>ci<br />
potrebbe rivelarsi quella giusta,<br />
privilegiando magari l’Ibex<br />
spagnolo o il Cac francese,<br />
rispetto al Dax tedesco,<br />
Piazza<br />
Affari<br />
Mib 30<br />
28500<br />
28350<br />
28150<br />
28000<br />
SEI MESI DI BORSE NEL MONDO<br />
BORSE INDICE<br />
VAR.%<br />
1 GEN<br />
ITALIA MIB30 6,43<br />
LONDRA FTSE 100 0,20<br />
PARIGI CAC40 5,97<br />
FRANCOFORTE DAX 3,35<br />
MADRID IBEX 35 5,06<br />
ZURIGO SWISS MARKET INDEX 3,18<br />
STATI UNITI DOW JONES -0,18<br />
STATI UNITI S&P500 2,60<br />
STATI UNITI NASDAQ COMPOSITE 2,22<br />
TOKIO NIKKEI 225 11,42<br />
HONG KONG HANG SENG INDEX -2,31<br />
autore <strong>di</strong> una performance<br />
straor<strong>di</strong>naria nel 2003. Il bilancio<br />
del semestre si chiude<br />
quin<strong>di</strong> pari e patta fra rialzisti<br />
e ribassisti. Anche dal punto<br />
<strong>di</strong> vista obbligazionario<br />
l’Europa dovrebbe riservare<br />
meno sorprese degli Usa, non<br />
tanto per i meriti della politica<br />
monetaria della Bce, quanto<br />
per il fatto che la minore<br />
ripresa economica presenta<br />
ora un conto meno salato in<br />
termini <strong>di</strong> rischi inflativi.<br />
Per quanto riguarda, in particolare,<br />
Piazza Affari si è po-<br />
18/06 21/06 23/06 25/06 29/06 01/07 02/07<br />
tuto notare come, dopo lo<br />
scotto pagato dal segmento<br />
bancario, in relazione al calo<br />
<strong>di</strong> fiducia legato agli scandali<br />
<strong>di</strong> Cirio e Parmalat, si sia registrata<br />
nelle ultime settimane<br />
una buona performance<br />
da parte dei titoli del cre<strong>di</strong>to,<br />
del resto largamente presenti<br />
nel principale listino italiano,<br />
considerata la scarsa presenza<br />
<strong>di</strong> grande industria e tecnologia.<br />
LIBERI TUTTI DAGLI USA<br />
Resta da chiedersi se davvero<br />
l’Europa sarà in grado <strong>di</strong> ritrovare<br />
una sua capacità autonoma<br />
<strong>di</strong> sviluppo economico,<br />
senza andare solamente a<br />
traino degli Usa. Quel fenomeno<br />
che gli economisti chiamano<br />
<strong>di</strong> “decoupling”, sganciamento,<br />
e per il quale occorre<br />
risalire agli anni Settanta,<br />
Piazza<br />
Affari<br />
Numtel<br />
1330<br />
1320<br />
1310<br />
1300<br />
quando era il marco tedesco e<br />
non il dollaro a dettare legge.<br />
Le con<strong>di</strong>zioni per un’accelerazione<br />
vi sono tutte, soprattutto<br />
ora che il mercato unico si<br />
appresta a raggiungere i 500<br />
milioni <strong>di</strong> abitanti, chiamati<br />
ad avere in tasca gli euro. La<br />
speranza è che accada.<br />
MARIA TERESA RIDOLFI<br />
Anche Wall Street si è fermata dopo la lunga corsa<br />
Nulla <strong>di</strong> fatto anche a Wall Street.<br />
Si può sintetizzare così l’andamento<br />
dei principali listini azio-<br />
nari statunitensi nei primi sei mesi del<br />
2004. Una situazione <strong>di</strong> stallo, chiamata<br />
in gergo tecnico fase laterale, che ha<br />
riguardato, salvo modeste eccezioni, l’intero<br />
panorama azionario mon<strong>di</strong>ale.<br />
Di sicuro il nuovo anno era partito<br />
sotto auspici migliori, dopo l’ottima<br />
performance realizzata nel 2003, che<br />
faceva ben sperare in una prosecuzione<br />
del “bull market” iniziato a<br />
marzo, pochi giorni dopo l’attacco<br />
degli americani in Irak.<br />
COSA HA BLOCCATO I LISTINI?<br />
Conviene tornare a quei giorni, alle ansie<br />
e alle incertezze legate alla paura della<br />
guerra e del terrorismo, quando erano<br />
ancora vive nel ricordo quoti<strong>di</strong>ano le terribili<br />
immagini del crollo delle Torri Gemelle.<br />
Dopo tre anni <strong>di</strong> caduta verticale<br />
delle quotazioni, sembrava impossibile<br />
sottrarsi a scenari ancora più catastrofici<br />
per le economie dell’intero Occidente.<br />
Ma come accade spesso nella storia<br />
delle Borse, quando il pessimismo <strong>di</strong>ffuso<br />
raggiunge il punto più basso, proprio<br />
dai mercati azionari è partita una<br />
reazione capace <strong>di</strong> anticipare <strong>di</strong> sei-nove<br />
mesi uno scenario <strong>di</strong>verso della congiuntura.<br />
Complice la politica espansiva<br />
della Federal Riserve, <strong>di</strong>sposta ad ab-<br />
BILANCI/2. In<strong>di</strong>ci a riposo nel 2003 sugli alti valori <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>cembre. Il futuro <strong>di</strong>penderà dai risultati aziendali e<br />
dalla capacità dell’economia americana <strong>di</strong> dare ulteriori<br />
segnali <strong>di</strong> una forte crescita<br />
bassare i tassi ai livelli minimi degli ultimi<br />
50 anni, ma anche la politica <strong>di</strong> sgravi<br />
fiscali e forte deficit pubblico, messa<br />
in campo dall’amministrazione Bush, la<br />
locomotiva della più grande economia<br />
del pianeta si è rimessa in moto con vigore,<br />
trainando i vagoni <strong>di</strong> altre economie<br />
più fragili e impacciate. E i mercati<br />
azionari hanno festeggiato, facendo ritrovare<br />
il sorriso anche ai più incauti investitori<br />
dei tempi della bolla internet.<br />
Cosa è successo, dunque, da gennaio in<br />
poi che ha bloccato ulteriori salite dei listini?<br />
Le interpretazioni si sprecano. Tra<br />
i pessimisti vi è chi sostiene che il meglio<br />
della recente crescita Usa sia ormai alle<br />
spalle. Il dato recente <strong>di</strong> una salita del Pil<br />
al 3,9% nel secondo trimestre, a fronte<br />
del 4,6% del primo, sarebbe già la <strong>di</strong>mostrazione<br />
<strong>di</strong> un ciclo in via <strong>di</strong> rallentamento.<br />
Da qui lo scetticismo <strong>di</strong> operatori<br />
e risparmiatori, stimolati a rialzare<br />
i livelli <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà presenti nei portafogli.<br />
In aggiunta, si sottolineano le <strong>di</strong>fficoltà<br />
del Grande Drago cinese, <strong>di</strong>venuto<br />
officina del mondo ed entrato nella<br />
classifica dei maggior consumatori mon<strong>di</strong>ali<br />
<strong>di</strong> petrolio e cemento, costretto tuttavia<br />
a rallentare la folle corsa <strong>di</strong> un’economia<br />
che vola al 10% annuo, con il<br />
rischio che si schianti sotto il peso <strong>di</strong> un<br />
eccesso <strong>di</strong> investimenti, in grado <strong>di</strong> generare<br />
<strong>di</strong>ssesti nel sistema bancario.<br />
UN TORO PRONTO A RIPARTIRE<br />
Tra gli ottimisti si sostiene, invece, che<br />
quella in corso è solo una pausa salutare<br />
prima <strong>di</strong> raggiungere nuove vette: è il<br />
legittimo riposino <strong>di</strong> un Toro che ha scalpitato<br />
troppo nel 2003 ma è ora pronto<br />
a ripartire. Resta il fatto che da mesi gli<br />
in<strong>di</strong>ci maggiori, Dow Jones, S&P500 e<br />
Nasdaq in testa, traccheggiano sugli stessi<br />
livelli, incapaci <strong>di</strong> prendere una chia-<br />
I TITOLI CHE HANNO<br />
FATTO MEGLIO<br />
A PIAZZA AFFARI<br />
AZIONI<br />
VAR.%<br />
1 GEN<br />
ENEL<br />
SAIPEM<br />
AUTOSTRADE<br />
MEDIOBANCA<br />
BANCA ANTONVENETA<br />
FIAT<br />
CAPITALIA<br />
RAS<br />
ENI<br />
TELECOM ITALIA<br />
22,26<br />
18,87<br />
17,42<br />
16,33<br />
14,79<br />
13,12<br />
11,44<br />
10,74<br />
10,63<br />
9,36<br />
ra <strong>di</strong>rezione. Sono settimane che non accade<br />
nulla e dei tre in<strong>di</strong>ci, il tecnologico<br />
Nasdaq appare quello meno convincente,<br />
il meno orientato a suggerire futuri<br />
strappi rialzisti. Del resto, le quotazioni<br />
dei titoli hi tech, pur <strong>di</strong>stanti dall’esuberanza<br />
irrazionale degli anni ‘90,<br />
non appaiono certo a buon mercato.<br />
Solo un’improbabile e straor<strong>di</strong>naria crescita<br />
degli utili potrebbe offrire lo spunto<br />
ad un nuovo rally: un test che arriverà<br />
nelle prossime settimane da Wall Street<br />
con i report delle trimestrali aziendali.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista settoriale, appare con<br />
evidenza la forza <strong>di</strong>mostrata dal settore<br />
petrolifero e, in generale, da energia e<br />
utility. Una forza che potrebbe ripresentarsi<br />
nel caso <strong>di</strong> nuove impennate del<br />
prezzo del petrolio. Anche quello dell’auto,<br />
al contrario delle previsioni, si è<br />
rivelato un settore trainante. Secondo la<br />
maggioranza degli analisti, soprattutto<br />
per chi investe in fon<strong>di</strong> in<strong>di</strong>ce, l’atteggiamento<br />
migliore resta quello <strong>di</strong> non<br />
farsi prendere dal panico, ma nemmeno<br />
<strong>di</strong> illudersi troppo. Nella migliore<br />
delle ipotesi un 5-10% <strong>di</strong> salita, da qui<br />
a fine anno, per Dow Jones ed S&P500,<br />
dovrebbe rappresentare il bottino migliore.<br />
Sempre che la Fed, ritornata ad<br />
una politica <strong>di</strong> tassi in salita, non si ritrovi<br />
a dover correre <strong>di</strong>etro ad una inflazione<br />
più alta del previsto.<br />
M. T. R.<br />
18/06 21/06 23/06 25/06 29/06 01/07 02/07