luglio/agosto - Caritas Diocesana di Palermo

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attualità di Pino Grasso Il dramma dei senza casa Il Comune non riesce a risolvere un problema atavico Hanno scelto un proscenio di grande visibilità come il Festino in onore di Santa Rosalia per fare riemergere il problema dei senza casa. Un gruppo di senza casa, dopo avere bivaccato per giorni interi a piazza Pretoria, davanti palazzo delle Aquile, ha poi appeso alcuni striscioni ai Quattro Canti, lungo il percorso della processione del carro, con la scritta “La casa è un diritto”. In precedenza erano stati fatti sgomberare dalla polizia dall’ex centro di formazione regionale occupato abusivamente. I apertura del corteo ha sfilato un carro, realizzato da Comitato per la casa, Laboratorio Zeta e Ubuntu, che rievocava la barca “Molla” del sindaco Diego Cammarata addobbato con alcuni sacchi di spazzatura e dentro il carro un manichino con la fascia tricolore. Il riferimento è all’indagine sul dipendente della Gesip accusato di assenteismo, Franco Alioto, che si sarebbe prestato a fare da skipper al sindaco e ai figli. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta in cui è indagato lo stesso sindaco. All’indomani della festa una caduta di stile del consulente artistico del sindaco Philippe Daverio che aveva apostrofato un gruppo di indigenti che lo aveva contestato con una frase da condannare: “Mentecatti che non sono in grado di ottenere una casa”. Lo stesso poi ha rassegnato le dimissioni. 8 InformaCaritas luglio/agosto duemiladieci Di diverso tenore il sostegno morale che aveva manifestato l’Arcivescovo agli indigenti. “Il Festino è il momento in cui i palermitani avvertono di avere una nobile protettrice che continua ad abitare con loro, a rimanere loro vicina, ad accompagnare ogni loro angustia, in mezzo a quelle tante problematiche che, come pestilenze antiche e nuove, attanagliano la Città limitandone lo sviluppo sereno e il progresso autentico. A Rosalia chiediamo, in questo nostro tempo così carico di contraddizioni e di limiti, che tutti possiamo impegnarci con rinnovato slancio e con cuore sincero per una corretta ed efficiente ripresa della nostra Città, a vantaggio della comunità, al di sopra di ogni interesse privato, in uno sforzo che deve essere nobilitato da un’autentica tensione per una vita pienamente cristiana, coerentementeevangelica, in uno spirito di civile collaborazione, in un desiderio di autentica fratellanza. Guarda chi, avversato dall’ingiustizia, è preda dello scoraggiamento. Guarda gli ammalati e i sofferenti nel corpo e nello spirito, gli emarginati e gli esclusi, i poveri, i disoccupati, i senza tetto e i carcerati”. Il problema dei senza casa era riesploso in maniera eclatante dopo lo sgombero da un immobile del centro storico di Palermo di 40 persone che facevano avanti e indietro tra gli alberghi e le tende piazzate davanti al municipio. “La giunta municipale – spiega Toni Pellicane, capo del “Comitato 12 luglio” – non è andata oltre l’ipotesi di concedere a otto famiglie un immobile confiscato alla mafia”. Secondo lo stesso Comitato, nella graduatoria degli alloggi comunali sarebbero iscritte diecimila persone, di queste, 750 famiglie (oltre tremila senzatetto) sono inserite in un elenco di emergenza, sorto due anni fa e aggiornato ogni sei mesi. “Ma in questi due anni – sottolinea Pellicane – sono state assegnate soltanto 12 case confiscate ad altrettanti nuclei familiari”. Il Comune avrebbe individuato due immobili da concedere ai quaranta che protestano davanti al municipio. “Quello che sorprende – dice Fabrizio Ferrandelli, caporuppo di Italia dei valori – è il clima d’indifferenza che si respira nel palazzo. Sindaco e assessori prima di imboccare la porta del municipio sono costretti a fare lo slalom tra gli accampati. Ma il tema non ha alcuna priorità, come se fosse normale lasciare donne, bambini e malati al loro destino”.
Vivere ed abitare a Palermo oggi, è una questione estremamente complicata, sia dal punto di vista politico sia sociale. La Costituzione della Repubblica Italiana agli articoli 2 e 3 riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale investe la Repubblica Italiana di un compito fondamentale, quello di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono lo sviluppo della persona umana e la partecipazione di tutti all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. La questione abitativa ha sempre sollevato notevoli polemiche tra il dovere di assegnare ai legittimi proprietari l’abitazione e la necessità di sgomberare gli abusivi, tra le liste di assegnatari non aggiornate da anni e tanti nuovi nuclei familiari che si iscrivono nelle liste di emergenza dello IACP. La situazione nel quartiere San Filippo Neri è diventata sempre più grave; abitanti ed operatori denunciano da anni la verificabile assenza dell’amministrazione comunale in tutte le questioni di carattere sociale relative a questo territorio. Le uniche soluzioni messe in campo sono stati interventi tampone, saltuari, scostanti o emergenziali. L’esito di ciò è una città governata dalla provvisorietà, dall’incapacità di elaborare un piano reale che sappia promuovere il recupero e la crescita secondo una programmazione a medio e lungo termine di interventi che partano dai reali bisogni della cittadinanza. Dal mese di gennaio sino a pochi giorni fa, siamo stati quotidianamente bersagliati dalla stampa locale che riportava le notizie relative allo sgombero degli abusivi occupanti l’insula 3 allo “Zen2”, complesso abitativo ancora da completare, compreso tra le Vie Rocky Marciano e Tazio Nuvolari. Gli abusivi che “occupano”, “disocuppano e “rioccupano” gli alloggi si tro- vano in una situazione da sfollati, è chiaro che la collaborazione, l’aiuto e la vicinanza non sono a favore di una pratica illegale ma per un aiuto concreto a donne, uomini e bambini. Il paradosso è che molti degli occupanti hanno la residenza anagrafica proprio nelle case occupate, altri invece hanno richiesto ed ottenuto in quegli alloggi gli arresti domiciliari ! Il quartiere San Filippo Neri è stanco. Stanco dei continui silenzi, delle continue assenze, delle promesse. È necessario oggi dare voce a chi non ce l’ha, denunciare le barbarie di un’amministrazione (locale e nazionale) incapace di gestire il bisogno e l’emergenza abitativa. Ritengo che lo sgombero di per sé è un intervento legittimo, ma che è stato effettuato con modalità non corrette, ai fini del ripristino della legalità. Uno sgombero effettuato senza soluzioni alternative, senza un confronto, un dialogo, senza una reale considerazione dei bisogni e delle problematiche dei nuclei familiari non può avere un valore, un significato in un quartiere con problemi di regolarizzazione dell’acqua e dell’energia elettrica, con l’assenza della rete del gas, di spazi verdi curati e gestiti, dei servizi sociali ed amministrativi. Tanti e continui sono ancora oggi i tentativi di manipolazione legati a questa vicenda che gli abitanti subiscono; dietro l’etichetta di “abusivi” ci sono individui, persone, cittadini, abitanti di questo quartiere per il quale (i quali) tutti noi ci attualità di Claudia Casella La situazione abitativa nel quartiere San Filippo Neri a Palermo: CASA DIRITTO O CONQUISTA? spendiamo. Tantissime le dichiarazioni, le comunicazioni ufficiali e l’improvvisa attenzione di soggetti che si sono interessati al problema. Molti di loro si sono però soffermati sulla questione ma si sono dimenticati delle persone, dei visi, dei volti, degli sguardi. Diverse le Associazioni del territorio che si sono occupate di creare una rete solidale intorno a questa problematica al fine di garantire i normali diritti civili di cittadinanza. Salvo Riso, Presidente dell’Associazione Lievito onlus, in seguito al primo episodio di sgombero in una lettera ai membri della Rete Interistituzionale San Filippo Neri scrive: “[…] nessuno può appoggiare un atto illegale come l’occupazione abusiva di un alloggio eludendo regole e norme che proteggono il cittadino e gli garantiscono il diritto alla casa. Sia chiaro che io per primo appoggio e sostengo il ripristino di una situazione di legalità. Ma sia altrettanto chiaro che il diritto all’alloggio appartiene a tutti; sia altrettanto chiaro che provocare una guerra tra poveri non è, e non sarà mai, un intervento sociale; sia altrettanto chiaro che il principio di legalità non passa attraverso un atto di forza su un’insula ignorando continuamente quello che succede in tutte le altre […]”. Proprio perché la legalità deve essere per tutti uno stile che ci deve contraddistinguere in tutto ciò che facciamo è opportuno ribadire in tutte le sedi la nostra posizione istituzionale. È responsabilità, di chi abita, vive e lavora per, nel e con il quartiere San Filippo Neri, nei confronti del quartiere stesso e dei suoi abitanti. Il sistema italiano, dovrebbe garantire i diritti fondamentali di cittadinanza, La casa non può essere un lusso, bensì deve rimanere un diritto tutelato dalla legge: migliaia di famiglie italiane ne sono prive e non esiste alcuna politica orientata a promuoverne l’effettivo godimento. luglio/agosto duemiladieci InformaCaritas 9
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