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luglio/agosto - Caritas Diocesana di Palermo

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Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento postale - Legge 662/96 - CMP <strong>Palermo</strong> Foto: Stu<strong>di</strong>o Camera<br />

SE OGNUNO<br />

FA QUALCOSA<br />

informa<strong>Caritas</strong> <strong>Palermo</strong><br />

www.caritaspalermo.it<br />

LUGLIO/AGOSTO 2010<br />

ANNO 10 - NUMERO 4<br />

10 °<br />

anno<br />

La sfida antropologica alla ra<strong>di</strong>ce della sfida educativa<br />

Il 3 ottobre il Santo Padre a <strong>Palermo</strong><br />

Don Puglisi martire, lo chiedono 13 associazioni<br />

Il dramma dei senza casa<br />

Chiude i battenti l’ex Onpi<br />

Borsellino, riprendere il filo della memoria


Arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong><br />

<strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong><br />

90134 <strong>Palermo</strong> - Via Matteo Bonello, 2<br />

www.caritaspalermo.it<br />

Direttore responsabile:<br />

<strong>di</strong>ac. Pino Grasso<br />

Direttore e<strong>di</strong>toriale:<br />

mons. Benedetto Genual<strong>di</strong><br />

Redazione:<br />

Maria Butera<br />

Giuseppa Calò<br />

Fernanda Di Monte<br />

Sara Gallo<br />

Giuseppe Gianbusso<br />

Salvo Grasso<br />

Progetto grafico e impaginazione:<br />

Tony Aiello<br />

informacaritas@caritaspalermo.it<br />

Redazione e Amministrazione:<br />

Via M. Bonello, 2 - 90134 <strong>Palermo</strong><br />

Tel. 091.6077261 - Fax 091.335437<br />

Stampa:<br />

Officine Tipografiche Aiello & Provenzano<br />

Bagheria (<strong>Palermo</strong>)<br />

Spe<strong>di</strong>zione in Abbonamento Postale<br />

Registrazione Tribunale <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>,<br />

n. 12 del 2001, decreto 6/12-6-2001<br />

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c.c.p. 11297900 - <strong>Palermo</strong><br />

oppure:<br />

C/C BANCARIO S. PAOLO IMI<br />

AG. N. 8 - Via E. Restivo, 85<br />

90041 <strong>Palermo</strong><br />

Conto Corrente n. 961<br />

Coord. Banc. ABI 1025 - CAB 4608<br />

Specificare la causale del versamento<br />

in<strong>di</strong>ce<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2010<br />

La <strong>Caritas</strong> si prepara ad accogliere gli orientamenti pastorali<br />

per il prossimo decennio ............................ 3<br />

Aspettando il Papa ................................<br />

Sua Santità Benedetto XVI a <strong>Palermo</strong>, un programma incontri<br />

<strong>di</strong> preghiera e catechesi con testimonianze<br />

4<br />

con i Vescovi <strong>di</strong> Sicilia ..............................<br />

Tre<strong>di</strong>ci associazioni sollecitano il Papa a riconoscere la sua morte<br />

5<br />

per la fedeltà a Cristo ..............................<br />

La celebrazione per il 17° anniversario dell’uccisione<br />

<strong>di</strong> padre Pino Puglisi. Un busto ligneo realizzato a Betlemme<br />

6<br />

raffigurerà il prete ucciso dalla mafia ................... 7<br />

Il Comune non riesce a risolvere il problema atavico ........<br />

La situazione abitativa nel quartiere San Filippo Neri a <strong>Palermo</strong>:<br />

8<br />

Casa <strong>di</strong>ritto o conquista? . ........................... 9<br />

Chiusura dell’ex ONPI <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>: il saluto ai nonni <strong>di</strong> Partanna .. 10<br />

Il centro storico, dal bisogno alla risorsa ................. 11<br />

Alla città manca un grande progetto .................... 12<br />

La passione per il bene comune: l’esperienza del Centro Arrupe .. 13<br />

Riprendere il filo della memoria .......................<br />

“Gli uomini passano ma le loro idee restano e continueranno<br />

14<br />

a camminare sulle gambe <strong>di</strong> altri uomini . ................ 15<br />

Alluvioni in Pakistan: la preghiera e l’aiuto della Chiesa ...... 16<br />

Servizio pastorale <strong>di</strong>sabili ...........................<br />

Il ruolo profetico della vita religiosa <strong>di</strong> fronte al fenomeno<br />

17<br />

della “Tratta delle nuove schiave” ...................... 18<br />

Verso un’impresa <strong>di</strong> comunità . ........................ 19<br />

Educazione e prevenzione ad Aspra .................... 20<br />

Rigenerare il tessuto del Paese, organizzare la speranza ...... 21<br />

Stand up - Take action 2010 ..........................<br />

La televisione: <strong>di</strong>ffusore <strong>di</strong> nuovi valori o specchio<br />

22<br />

della realtà o<strong>di</strong>erna ................................ 23<br />

Quando la scuola <strong>di</strong>venta comunità .................... 24<br />

Grest - attività con i bambini ......................... 25<br />

È lo Spirito che dà testimonianza, perchè lo Spirito è la verità ..<br />

Monastero della Visitazione: un polmone <strong>di</strong> preghiera<br />

26<br />

per la Chiesa e per la città <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> .................. 27<br />

Educare le relazioni ............................... 28<br />

La <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong> Piazza Armerina ........................ 29<br />

Fuochi d’artificio . ................................. 30<br />

Bianca come il latte, rossa come il sangue . ............... 31<br />

Io, loro e Lara .................................... 31


La società <strong>di</strong> oggi è una società<br />

frammentata in mille interessi<br />

<strong>di</strong>versi tra loro, anzi spesso contrapposti.<br />

Avviene come in un gran<br />

bazar o in un supermercato, dove la<br />

merce viene esposta in tanti reparti<br />

<strong>di</strong>stinti tra loro, che facilitano l’acquirente<br />

a fare il giro degli scaffali per<br />

prendere i prodotti e riempire il carrello.<br />

Spesso però accade che si va <strong>di</strong><br />

fretta, per cui non si <strong>di</strong>spone del tempo<br />

necessario per verificare la qualità<br />

della merce in rapporto al prezzo e alla<br />

sua scadenza, tanto meno per leggere<br />

la tracciabilità del prodotto a garanzia<br />

<strong>di</strong> una scelta fatta con intelligenza.<br />

Lo stesso stile del supermercato rischia<br />

<strong>di</strong> essere utilizzato anche nell’orientamento<br />

della propria vita rispetto alla<br />

scelta dei valori, per cui si fanno entrare,<br />

per così <strong>di</strong>re, nel carrello della propria<br />

vita, e comunque della propria giornata,<br />

le idee e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vivere non solo più<br />

<strong>di</strong>versi, ma anche tra loro contrastanti e<br />

quin<strong>di</strong> anche spesso contrad<strong>di</strong>ttori. Alla<br />

fine si pensa <strong>di</strong> potere cambiare “prodotto”,<br />

così come al supermercato anche<br />

nella vita, rispetto a principi etici, a scelte<br />

religiose, a legami sentimentali, senza<br />

riuscire più a esprimere una coerenza <strong>di</strong><br />

pensiero rispetto a una visione <strong>di</strong> vita e a<br />

uno stile <strong>di</strong> vita nel quale la stessa persona<br />

fa fatica a riconoscersi, ma anche con<br />

la stessa complessità a essere riconosciuti<br />

da parte delle persone con cui si<br />

entra in relazione.<br />

L’essere umano così sperimenta la <strong>di</strong>visione<br />

da se stesso, dal proprio io, come<br />

pure dagli altri esseri umani, e finanche<br />

da Dio stesso. La persona umana,<br />

pur sentendo un profondo anelito<br />

all’armonia con se stesso e il cosmo,<br />

alla comunione con Dio e con gli uomini,<br />

sperimenta con dolore spesso, ma<br />

ciò che è peggio con <strong>di</strong>sinvoltura la sua<br />

estraneità da sé, dal prossimo e da Dio.<br />

E così si rischia <strong>di</strong> vivere l’alienazione<br />

più profonda e la frantumazione <strong>di</strong> sé,<br />

sperimentano il peso del male, che è lo<br />

stesso del peso del peccato.<br />

“Così l’uomo si trova in se stesso <strong>di</strong>viso.<br />

Per questo tutta la vita umana, sia in<strong>di</strong>viduale<br />

che collettiva, presenta i caratteri<br />

<strong>di</strong> una lotta drammatica tra il bene<br />

e il male, tra la luce e le tenebre. Anzi<br />

l’uomo si trova incapace <strong>di</strong> superare efficacemente<br />

da se medesimo gli assalti<br />

del male, così che ognuno si sente come<br />

incatenato … Il peccato è una <strong>di</strong>minuzione<br />

per l’uomo stesso, impedendogli <strong>di</strong><br />

conseguire la propria pienezza” (Concilio<br />

vaticano II, Gu<strong>di</strong>um et Spes, Costituzione<br />

pastorale sulla Chiesa nel<br />

mondo contemporaneo, n.13, 1965).<br />

Questa <strong>di</strong>sgregazione dell’uomo in se<br />

stesso produce una profonda <strong>di</strong>varicazione<br />

tra gli uomini, cosicchè viene<br />

gravemente compromessa la in<strong>di</strong>spensabile<br />

<strong>di</strong>mensione comunitaria<br />

della vita sociale in vista della costruzione<br />

del bene comune a causa dell’offuscamento<br />

dei principi e dei valori<br />

inerenti alla <strong>di</strong>gnità della persona<br />

umana. Ciò produce un esasperato<br />

in<strong>di</strong>vidualismo che genera egoismi<br />

personali e corporativismi sociali fino<br />

a negare <strong>di</strong> fatto il valore della solidarietà<br />

e della integrazione sociale. In<br />

questo contesto che <strong>di</strong>venta sempre<br />

più ideologico si ha sempre meno spazio<br />

per la persona in <strong>di</strong>fficoltà, per la<br />

persona <strong>di</strong>versa, per lo straniero.<br />

Questo clima culturale non favorisce<br />

l’aggregazione tra gruppi sociali <strong>di</strong>ver-<br />

e<strong>di</strong>toriale<br />

<strong>di</strong> Benedetto Genual<strong>di</strong><br />

La sfida antropologica alla ra<strong>di</strong>ce della sfida educativa<br />

LA CARITAS SI PREPARA AD ACCOGLIERE GLI ORIENTAMENTI PASTORALI<br />

PER IL PROSSIMO DECENNIO<br />

si e la coesione tra citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> territori<br />

e regioni <strong>di</strong>verse. È questa anche la<br />

preoccupazione della Chiesa, che<br />

guarda al futuro cercando <strong>di</strong> cogliere<br />

nelle contrad<strong>di</strong>zioni del presente i<br />

segni su cui costruire la speranza del<br />

domani. Ma la Chiesa per prima deve<br />

dare al suo interno dei chiari segnali<br />

che manifestano al mondo che è animata<br />

dalla Grazia, cioè dalla presenza<br />

<strong>di</strong> un Dio, che è Unità <strong>di</strong> vita nelle sue<br />

relazioni interpersonali, che è assolutamente<br />

Altro nella sua Trascendenza<br />

mentre vive la ferialità della sua<br />

immanenza, che sa <strong>di</strong>stribuire con<br />

abbondanza carismi ma solo per l’utilità<br />

comune. La Chiesa deve essere<br />

Maestra che educa alla Bellezza che<br />

sa accogliere le brutture e le miserie<br />

del cuore dell’uomo, che educa al<br />

Bene comune perché segue le orme<br />

del Sommo Bene che include ogni<br />

cosa buona uscita dalle sue mani<br />

sapienti, ma che allontana l’alterigia<br />

<strong>di</strong> chi vuole ancora oggi far credere<br />

all’uomo che è possibile farsi <strong>di</strong>o a se<br />

stesso, illudendolo che è possibile<br />

entrare nella Sapienza mettendosi<br />

contro la sua Parola. La Chiesa è chiamata,<br />

in un mondo <strong>di</strong> egoismi, a testimoniare<br />

Dio che è Carità, e cioè è<br />

chiamata a promuovere sempre più<br />

chiari processi <strong>di</strong> inclusione nei confronti<br />

delle persone più fragili ed<br />

escluse, superando ogni tentazione<br />

che possa contrad<strong>di</strong>re l’agire <strong>di</strong> Dio,<br />

che non fa preferenze <strong>di</strong> persone. È su<br />

questa <strong>di</strong>rezione che intende muoversi<br />

la nostra Chiesa <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> continuando<br />

il suo impegno pastorale a partire<br />

dalla Parola e volendo sperimentare<br />

le stesse parole <strong>di</strong> Sapienza con le<br />

quali Dio vuole continuare a nutrire i<br />

suoi figli. E allora la pausa estiva ci<br />

ritempri per proseguire il cammino<br />

intrapreso, perché sappiamo affrontare<br />

nel nuovo anno e nel nuovo decennio<br />

pastorale la sfida educativa, che<br />

ha nella sfida antropologica la sua<br />

vera e più profonda ra<strong>di</strong>ce.<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 3


arci<strong>di</strong>ocesi<br />

<strong>di</strong> Mario Se<strong>di</strong>a<br />

Aspettando il Papa<br />

Insieme Giovani e Famiglie <strong>di</strong> Sicilia<br />

Il 3 <strong>di</strong> Ottobre prossimo le chiese <strong>di</strong><br />

Sicilia incontreranno Benedetto<br />

XVI a <strong>Palermo</strong>. Le chiese e le comunità<br />

si stanno preparando in <strong>di</strong>versi<br />

mo<strong>di</strong> ad accogliere la presenza del<br />

Sommo Pontefice, nella sua prima visita<br />

in Sicilia, in un momento storico<br />

molto particolare per il mezzogiorno e<br />

per tutto il sud d’Italia. La<br />

visita del Santo Padre<br />

infatti, che viene per<br />

incontrare le Famiglie ed i<br />

Giovani, si realizza subito<br />

dopo il documento dell’episcopato<br />

italiano “Per un<br />

paese solidale. Chiesa italiana<br />

e mezzogiorno” e<br />

imme<strong>di</strong>atamente prima<br />

della quarantaseiesima<br />

settimana sociale dei cattolici<br />

italiani dal titolo<br />

“Cattolici nell’Italia <strong>di</strong><br />

oggi. Una agenda <strong>di</strong> speranza<br />

per il futuro del<br />

paese”, che quest’anno si<br />

svolgerà a Reggio Calabria,<br />

al sud quin<strong>di</strong>, dal 14 al 17<br />

<strong>di</strong> ottobre. La lettera dei<br />

Vescovi, la visita del Papa,<br />

la Settimana Sociale dei<br />

cattolici italiani , ci sembrano<br />

appuntamenti<br />

comuni <strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong><br />

prospettiva per un sud nel<br />

quale la Chiesa possa essere<br />

e <strong>di</strong>ventare, con sempre<br />

maggiore chiarezza, segno<br />

<strong>di</strong> speranza al servizio <strong>di</strong><br />

Dio, dell’uomo, e <strong>di</strong> ogni uomo.<br />

Dobbiamo sforzarci <strong>di</strong> entrare, allora,<br />

nella prospettiva <strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> impegno<br />

possibili, così da accogliere tutta la<br />

portata <strong>di</strong> queste occasioni <strong>di</strong> grazia per<br />

tutta la comunità ecclesiale e civile.<br />

Per questo vogliamo evidenziare alcuni<br />

appuntamenti in preparazione alla<br />

visita del santo Padre:<br />

• Sabato 18 Ottobre ore 09.30/12.00 -<br />

4 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

Convegno <strong>di</strong> spiritualità laicale<br />

promosso dall’Azione Cattolica<br />

presso la Casa <strong>Diocesana</strong> <strong>di</strong> Baida -<br />

Relazione dal titolo Benedetto XVI<br />

a <strong>Palermo</strong>: la Chiesa segno <strong>di</strong> speranza<br />

per il sud.<br />

Ci sembra una buona occasione<br />

per riflettere sulla figura <strong>di</strong> Bene-<br />

detto XVI, sul suo pontificato, sul<br />

significato della visita del sommo<br />

Pontefice in Sicilia, al sud per in<strong>di</strong>care<br />

percorsi <strong>di</strong> servizio ecclesiale.<br />

• Trasmissione Mosaico <strong>di</strong> TV 2000,<br />

nei 4 venerdì precedenti la visita<br />

del santo Padre, visibile su <strong>di</strong>gitale<br />

terrestre e streaming – Speciale<br />

visita del Papa a <strong>Palermo</strong>.<br />

Nei 4 speciali avremo modo <strong>di</strong><br />

osservare più da vicino la città e la<br />

<strong>di</strong>ocesi che ospita la visita. <strong>Palermo</strong>,<br />

la sua storia, la sua arte, i suoi<br />

colori ed i suoi sapori, la sua cultura,<br />

la sua chiesa e i servizi <strong>di</strong> carità.<br />

• Venerdì e Sabato 1-2 Ottobre 2010<br />

Convegno Giovani e Famiglie <strong>di</strong><br />

Sicilia - Hotel Saracen –<br />

Lo sguardo del coraggio…per<br />

una educazione<br />

alla speranza.<br />

• Sabato 2 Ottobre<br />

2010 ore 18.00/20.00 Fontane<br />

<strong>di</strong> luce. Con i Vescovi<br />

<strong>di</strong> Sicilia in 20 chiese <strong>di</strong><br />

<strong>Palermo</strong>, riflettiamo e preghiamo.<br />

Ambiti <strong>di</strong> rifessione:<br />

Ambiente, Citta<strong>di</strong>nanza<br />

attiva, Giustizia e Legalità,<br />

Lavoro, Scuola e università.<br />

Alcune chiese<br />

saranno pre<strong>di</strong>sposte per<br />

l’Adorazione Eucaristica,<br />

le Confessioni;<br />

• Sabato 2 Ottobre<br />

2010 ore 21.00 Concerto in<br />

Piazza Poiliteama – “Noi<br />

migliaia <strong>di</strong> luci in festa”<br />

• IL PAPA A PALER-<br />

MO DOMENICA 3 OTTO-<br />

BRE 2010<br />

Ore 10.00 Santa<br />

Messa al Foro Italico presieduta<br />

da Benedetto XVI<br />

Ore 17.00 Incontro <strong>di</strong> Benedetto<br />

XVI con il clero, i seminaristi e la<br />

vita consacrata in Cattedrale<br />

Ore 18.00 Incontro <strong>di</strong> Benedetto XVI<br />

con i giovani a Piazza Politeama.<br />

www.ilpapaapalermo.it<br />

info@ilpapaapalermo.it<br />

segreteria@ilpapaapalermo.it<br />

ufficiostampa@ilapapaapalermo.it


La visita del Santo Padre Benedetto<br />

XVI che ha accolto l’invito<br />

dei vescovi <strong>di</strong> Sicilia con una lettera<br />

del 23 maggio del 2009 sarà preceduta<br />

da una serie <strong>di</strong> incontri <strong>di</strong> preghiera<br />

e <strong>di</strong> catechesi con i presuli siciliani.<br />

“Questa visita si inserisce nel cammino<br />

delle Chiese <strong>di</strong> Sicilia. Vogliamo presentare<br />

al Santo Padre e al mondo – sottolinea<br />

monsignor Paolo Romeo, Arcivescovo<br />

<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> e presidente della Conferenza<br />

Episcopale Siciliana – il vero volto<br />

della Sicilia, che non è fatto solo dall’emergenza<br />

rifiuti, dalla mafia e dai problemi<br />

sociali, ma da una storia che<br />

hanno segnato i nostri santi”. E ha ricordato<br />

quello che i Vescovi italiani hanno<br />

detto nel documento “Per un Paese solidale.<br />

Chiesa italiana e Mezzogiorno” in<br />

riferimento a tre “luminose testimonianze,<br />

come quella <strong>di</strong> don Pino Puglisi,<br />

<strong>di</strong> don Giuseppe Diana e del giu<strong>di</strong>ce<br />

Rosario Livatino, i quali ribellandosi alla<br />

prepotenza della malavita organizzata<br />

hanno vissuto la loro lotta in termini<br />

specificamente cristiani: armando, cioè,<br />

il loro animo <strong>di</strong> eroico coraggio per non<br />

arrendersi al male, ma pure consegnandosi<br />

con tutto il cuore a Dio”.<br />

Momento centrale della visita del<br />

Santo Padre sarà la solenne celebrazione<br />

Eucaristica prevista alle ore 10<br />

nella spianata del Foro Italico Umberto<br />

I. Accanto al Papa per la santa<br />

Messa tutti i Vescovi <strong>di</strong> Sicilia. Sarà<br />

folta, poi, la delegazione <strong>di</strong> giovani e<br />

famiglie provenienti da tutta l’Isola.<br />

Questi, peraltro, già nelle due giornate<br />

precedenti alla visita, saranno impegnati<br />

in manifestazioni culturali, occasioni<br />

<strong>di</strong> riflessione, confronto e intensi<br />

momenti <strong>di</strong> preghiera.<br />

Inoltre, l’Ufficio regionale <strong>di</strong> Pastorale<br />

Giovanile e quello per la Pastorale<br />

Familiare della Conferenza Episcopale<br />

Siciliana organizzeranno un convegno<br />

rivolto alle équipes <strong>di</strong>ocesane, ai<br />

responsabili <strong>di</strong> movimenti, associazioni,<br />

gruppi ecclesiali presenti nelle<br />

Chiese <strong>di</strong> Sicilia. Il tema della riflessione<br />

sarà “Si FIDA<strong>di</strong>TE... Lo sguardo<br />

del coraggio.. per una educazione alla<br />

speranza”.<br />

Nel pomeriggio <strong>di</strong> giorno 3 ottobre, alle<br />

17, Benedetto XVI incontrerà il clero, i<br />

membri <strong>di</strong> vita consacrata e i seminaristi<br />

in Cattedrale. Alle 18, in piazza<br />

Politeama, si svolgerà l’happening con<br />

i giovani provenienti da tutta l’Isola.<br />

Per l’appuntamento a loro rivolto,<br />

sabato 2 ottobre, i giovani incontre-<br />

arci<strong>di</strong>ocesi<br />

<strong>di</strong> Pino Grasso<br />

Sua Santità Benedetto XVI a <strong>Palermo</strong>,<br />

un programma incontri <strong>di</strong> preghiera e catechesi<br />

con testimonianze con i Vescovi <strong>di</strong> Sicilia<br />

ranno i Vescovi <strong>di</strong> Sicilia per l’iniziativa<br />

“Fontane <strong>di</strong> Luce, che avrà<br />

luogo in 20 chiese del centro <strong>di</strong><br />

<strong>Palermo</strong>. In programma laboratori e<br />

riflessioni degli esperti che daranno<br />

elementi concreti per la programmazione<br />

dell’azione pastorale nell’Isola.<br />

I relatori e gli esperti invitati<br />

al convegno sono persone <strong>di</strong> alto<br />

spessore culturale, sociale e religioso,<br />

che vivono e operano nella<br />

nostra regione.<br />

I giovani, insieme con i Vescovi <strong>di</strong> Sicilia<br />

rifletteranno e pregheranno su una<br />

serie <strong>di</strong> ambiti, ma soprattutto avranno<br />

la possibilità <strong>di</strong> accedere al Sacramento<br />

della Riconciliazione nella<br />

chiesa <strong>di</strong> Santa Ninfa ai Crociferi e <strong>di</strong><br />

fare adorazione Eucaristica continua<br />

nella chiesa <strong>di</strong> Santa Lucia dove per<br />

tutti l’inverno i giovani palermitani si<br />

sono ritrovati davanti al Santissimo.<br />

INCONTRI DI PREGHIERA E CATECHESI DEI GIOVANI CON I VESCOVI<br />

AMBIENTE<br />

Lo Sguardo del Coraggio … e la custo<strong>di</strong>a del creato<br />

1. S. Anna La Misericor<strong>di</strong>a - Piazza S. Anna<br />

2. S. Lucia V. e M. - Via Enrico Albanese, 2<br />

3. SS. Salvatore - Via Vittorio Emanuele, 395<br />

CITTADINANZA ATTIVA<br />

Lo Sguardo del Coraggio…e la responsabilità nella città<br />

4. S. Domenico – Piazza S. Domenico<br />

5. S. Francesco d’Assisi – Piazza S. Francesco<br />

6. S. Giuseppe dei Padri Teatini – Via Vittorio Emanuele - Quattro Canti<br />

7. S. Maria degli Angeli - La Gancia - Via Alloro, 27<br />

GIUSTIZIA E LEGALITÀ<br />

Lo Sguardo del Coraggio… e la giustizia nel bene comune<br />

8. S. Caterina d’Alessandria - Piazza Bellini<br />

9. S. Ignazio Martire all’Olivella - Piazza Olivella<br />

10. S. Maria della Pietà - Via Torremuzza, 1<br />

11. S. Nicolò da Tolentino - Via Maqueda, 157<br />

LAVORO<br />

Lo sguardo del Coraggio… e la <strong>di</strong>gnità del lavoro<br />

12. S. Antonio <strong>di</strong> Padova - Corso Tukory, 2<br />

13. S. Espe<strong>di</strong>to - Via Nicolò Garzilli, 28/B<br />

14. S. Mamiliano Vescovo e Martire - Via Squarcialupo, 1<br />

SCUOLA E UNIVERSITÀ<br />

Lo Sguardo del Coraggio … e la ricerca della Sapienza<br />

15. S. Agostino - Via Francesco Raimondo<br />

16. S. Francesco <strong>di</strong> Paola - Piazza S. Oliva<br />

17. S. Maria della Catena - Piazzetta delle Dogane ang. Via Vitt. Emanuele<br />

18. S. Teresa alla Kalsa - Piazza Kalsa<br />

19. Badìa del Monte (S. Lucia) - Via Ruggero Settimo - Adorazione Eucaristica<br />

20. S. Ninfa ai Crociferi - Via Maqueda - Confessioni<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 5


arci<strong>di</strong>ocesi<br />

<strong>di</strong> Salvo Grasso<br />

DON PINO PUGLISI È UN MARTIRE.<br />

Tre<strong>di</strong>ci associazioni sollecitano il Papa<br />

a riconoscere la sua morte per la Fedeltà a Cristo<br />

Le associazioni “Chiesa e Città”,<br />

“Presenza del Vangelo”, “Comunità<br />

<strong>di</strong> Sant’Egi<strong>di</strong>o”, “Istituto<br />

Santa Famiglia”, “Milizia dell’Immacolata<br />

<strong>di</strong> Sicilia”, “Agesci Conca d’Oro”,<br />

“Movimento dei Focolari”, “Equipes<br />

Notre Dame”, “Associazione P. Giuseppe<br />

Puglisi Sì, ma verso dove?”, “Azione<br />

Cattolica <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>”, “Centro Arrupe”,<br />

“Serra Club <strong>Palermo</strong>” e “Associazione<br />

Amici <strong>di</strong> 3P”, sono convinte che<br />

la proclamazione del martirio <strong>di</strong> don<br />

Pino Puglisi, ucciso dalla mafia il 15<br />

settembre 1993 e per il quale è in<br />

corso il processo <strong>di</strong> beatificazione,<br />

avrebbe un significato particolare per<br />

l’intera Sicilia. Per questo motivo<br />

hanno inviato una lettera al Santo<br />

Padre Benedetto XVI, per il tramite<br />

del segretario <strong>di</strong> Stato, il car<strong>di</strong>nale<br />

Tarcisio Bertone, con cui chiedono il<br />

riconoscimento del martirio del parroco<br />

<strong>di</strong> “San Gaetano Maria Santissima<br />

del Divino Amore” a Brancaccio.<br />

“Beatissimo Padre, poiché il martirio<br />

è un dono dell’amore <strong>di</strong> Dio, questa<br />

nostra Chiesa Palermitana – si legge<br />

nell’incipit della nota – fermamente<br />

consapevole <strong>di</strong> avere ricevuto questo<br />

dono, ha iniziato l’itinerario previsto<br />

dai canoni della Chiesa perché venga<br />

riconosciuta la morte <strong>di</strong> don Giuseppe<br />

Puglisi, presbitero <strong>di</strong> questa Chiesa<br />

ucciso dalla mafia, come martirio cristiano.<br />

I vescovi siciliani hanno <strong>di</strong>chiarato<br />

nel 1994 che la «incompatibilità<br />

con il Vangelo è intrinseca alla mafia<br />

per se stessa, per le sue motivazioni<br />

e per le sue finalità, oltre che per i<br />

mezzi e per i meto<strong>di</strong> adoperati. La<br />

mafia appartiene, senza possibilità <strong>di</strong><br />

eccezione, al regno del peccato e fa<br />

dei suoi operatori altrettanti operai<br />

del Maligno. Per questa ragione, tutti<br />

coloro che, in qualsiasi modo deliberatamente,<br />

fanno parte della mafia o a<br />

essa aderiscono o pongono atti <strong>di</strong> connivenza<br />

con essa, debbono sapere <strong>di</strong><br />

essere e <strong>di</strong> vivere in insanabile opposi-<br />

6 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

zione al Vangelo <strong>di</strong> Gesù Cristo e, per<br />

conseguenza, <strong>di</strong> essere fuori della<br />

comunione della sua Chiesa».<br />

“Una profonda ispirazione evangelica –<br />

continua la nota - permeava l’azione<br />

pastorale <strong>di</strong> questo parroco della borgata<br />

palermitana <strong>di</strong> Brancaccio. L’annunzio<br />

<strong>di</strong> Gesù Cristo desiderava<br />

incarnarlo nel territorio, assumendone<br />

tutti i problemi per farli propri della<br />

comunità cristiana. Ma questo significava<br />

evidenziare le piaghe <strong>di</strong> sofferenza<br />

e <strong>di</strong> sfruttamento, significava inserire<br />

nel territorio fermenti evangelici<br />

nuovi, attenzioni nuove che turbavano<br />

equilibri e interessi consolidati, aprivano<br />

varchi nel controllo del territorio<br />

da parte della mafia, sollecitavano una<br />

fede religiosa che si traduceva in processi<br />

<strong>di</strong> liberazione dal male. Ma questa<br />

fedeltà a Cristo e al suo vangelo<br />

segnò la sua condanna a morte. Don<br />

Giuseppe Puglisi ha realizzato quella<br />

“coraggiosa testimonianza” <strong>di</strong> fede cristiana<br />

<strong>di</strong> cui aveva parlato papa Giovanni<br />

Paolo II pochi mesi prima ad<br />

Agrigento: «La vera forza in grado <strong>di</strong><br />

vincere queste tendenze <strong>di</strong>struttive<br />

sgorga dalla fede. Questa però esige<br />

non solo un’intima adesione personale<br />

ma anche una coraggiosa testimonianza<br />

esteriore, che si esprime in una convinta<br />

condanna del male. Essa esige<br />

qui, nella vostra terra, una chiara riprovazione<br />

della cultura della mafia, che è<br />

una cultura <strong>di</strong> morte, profondamente<br />

<strong>di</strong>sumana, antievangelica, nemica della<br />

<strong>di</strong>gnità delle persone e della convivenza<br />

civile». Il Papa poi aggiungeva l’invito a<br />

testimoniare Gesù Cristo fino al martirio:<br />

«La chiesa siciliana è chiamata,<br />

oggi come ieri, a con<strong>di</strong>videre l’impegno,<br />

la fatica e i rischi <strong>di</strong> coloro che lottano,<br />

anche con <strong>di</strong>scapito personale, per gettare<br />

le premesse <strong>di</strong> un futuro <strong>di</strong> progresso,<br />

<strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong> pace per l’intera<br />

isola». Pochi giorni dopo l’uccisione <strong>di</strong><br />

Puglisi, il papa augurava: «Che il sangue<br />

innocente <strong>di</strong> questo sacerdote porti<br />

pace alla cara Sicilia».<br />

In questa nostra terra <strong>di</strong> Sicilia il riconoscimento<br />

ecclesiale <strong>di</strong> questo martirio<br />

ha valore <strong>di</strong> segno e costituisce una<br />

svolta verso una pietà popolare orientata<br />

alla esemplarità evangelica. Raccontare<br />

della morte <strong>di</strong> un uomo che<br />

non ha piegato la testa al potere<br />

mafioso per fedeltà a Cristo e ai fratelli<br />

annunzia con linguaggio propriamente<br />

ecclesiale che l’unica signoria<br />

nella storia è quella del Signore Gesù<br />

Crocifisso, da cui hanno inizio la<br />

libertà del cristiano e la liberazione da<br />

ogni sistema <strong>di</strong> potere che opprime<br />

l’uomo e, nel nostro caso, dal potere<br />

mafioso, pericolosamente intriso <strong>di</strong><br />

ambiguo ateismo devoto”.<br />

I credenti che hanno sottoscritto la lettera,<br />

per il bene che ne può derivare a<br />

tutta la comunità ecclesiale e in modo<br />

particolare a tutti i presbiteri in questo<br />

anno ad essi de<strong>di</strong>cato, nel rispetto delle<br />

modalità previste dalla Chiesa, chiedono<br />

al Papa che, in occasione della sua<br />

venuta in Sicilia nel prossimo mese <strong>di</strong><br />

ottobre, venga solennemente riconosciuta<br />

dalla Chiesa come martirio cristiano<br />

la morte del presbitero don Giuseppe<br />

Puglisi, ucciso dalla mafia.


arci<strong>di</strong>ocesi<br />

<strong>di</strong> Pino Grasso<br />

Le celebrazioni per il 17° anniversario<br />

dell’uccisione <strong>di</strong> padre Pino Puglisi.<br />

Un busto ligneo realizzato a Betlemme raffigurerà<br />

il prete ucciso dalla mafia<br />

Un busto ligneo raffigurante<br />

padre Pino Puglisi, realizzato<br />

dagli artigiani <strong>di</strong> Betlemme,<br />

sarà inaugurato giovedì 16 settembre<br />

alle ore 18, nella parrocchia San Gaetano<br />

- Maria Santissima del Divino<br />

Amore, nel quartiere Brancaccio a<br />

<strong>Palermo</strong>. È una delle tante iniziative<br />

previste nell’ambito delle celebrazioni<br />

in occasione del 17° anniversario della<br />

sacrilega uccisione del parroco <strong>di</strong><br />

Brancaccio, dalla mafia il 15 settembre<br />

1993, il giorno del suo 56° compleanno,<br />

a motivo del suo costante<br />

impegno evangelico e sociale. Il busto<br />

è stato donato al Centro <strong>di</strong> accoglienza<br />

“Padre Nostro Onlus, <strong>di</strong>retto da<br />

Maurizio Artale e fondato nel 1991 dal<br />

sacerdote palermitano, dalla Fondazione<br />

Giovanni Paolo II” <strong>di</strong> Fiesole e<br />

sarà scoperto nel corso <strong>di</strong> una solenne<br />

celebrazione Eucaristica presieduta<br />

dall’arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, mons.<br />

Paolo Romeo e concelebrata, fra gli<br />

altri, dal vescovo ausiliare mons. Car-<br />

melo Cuttitta, dal presidente della<br />

Fondazione “Giovanni Paolo II” e<br />

vescovo <strong>di</strong> Fiesole mons. Luciano Giovannetti,<br />

da mons. Rodolfo Cetoloni,<br />

vescovo <strong>di</strong> Montepulciano - Chiusi -<br />

Pienza, da padre Ibraim Falthas, vicepresidente<br />

della fondazione ed economo<br />

della Custo<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Terra Santa a<br />

Gerusalemme e dal parroco <strong>di</strong> San<br />

Gaetano don Maurizio Francoforte.<br />

Il programma delle iniziative per<br />

ricordare padre Puglisi prevede il 14<br />

settembre alle ore 21 una fiaccolata<br />

che muoverà dalla parrocchia San<br />

Gaetano fino al luogo dell’omici<strong>di</strong>o a<br />

piazza Anita Garibal<strong>di</strong> dove il biblista<br />

don Giuseppe Bellia, terrà una<br />

testimonianza. Il 15 settembre, come<br />

consuetu<strong>di</strong>ne, nella Cattedrale <strong>di</strong><br />

<strong>Palermo</strong>, alle ore 18, si svolgerà una<br />

solenne celebrazione Eucaristica,<br />

che quest’anno sarà presieduta dal<br />

car<strong>di</strong>nale Salvatore De Giorgi. In tale<br />

circostanza, la comunità <strong>di</strong>ocesana<br />

formulerà all’Arcivescovo Emerito <strong>di</strong><br />

<strong>Palermo</strong> gli auguri per il suo 80°<br />

compleanno che compirà il prossimo<br />

6 settembre.<br />

Alle ore 21 serata spettacolo Al Bab <strong>di</strong><br />

piazza San Giorgio dei Genovesi con<br />

Ivan Fiore e Lello Analfino dei Tinturia<br />

e i ragazzi del Centro Padre nostro.<br />

Con<strong>di</strong>ce la serata lo showman Massimo<br />

Minutella. Giovedì 16 settembre<br />

alle ore 10 al cimitero <strong>di</strong> Sant’Orsola,<br />

“Un pensiero e un fiore per padre<br />

Puglisi. Un corteo si snoderà dal piazzale<br />

antistante il Policlinico fino a raggiungere<br />

la tomba dove riposa padre<br />

Puglisi.<br />

Venerdì 17 settembre alle ore 16 avrà<br />

luogo uno spettacolo teatrale dal titolo:<br />

I sette nani e Biancaneve” presso<br />

l’au<strong>di</strong>torium comunale in via San Ciro<br />

realizzato dagli adolescenti e dai<br />

volontari in servizio civile del Centro<br />

<strong>di</strong> accoglienza Padre nostro. Infine<br />

domenica 18 settembre alle ore 10<br />

animazione territoriale a piazza Politeama<br />

Ricordando Padre Puglisi.<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 7


attualità<br />

<strong>di</strong> Pino Grasso<br />

Il dramma dei senza casa<br />

Il Comune non riesce a risolvere un problema atavico<br />

Hanno scelto un proscenio <strong>di</strong><br />

grande visibilità come il Festino<br />

in onore <strong>di</strong> Santa Rosalia per<br />

fare riemergere il problema dei senza<br />

casa. Un gruppo <strong>di</strong> senza casa, dopo<br />

avere bivaccato per giorni interi a piazza<br />

Pretoria, davanti palazzo delle Aquile,<br />

ha poi appeso alcuni striscioni ai<br />

Quattro Canti, lungo il percorso della<br />

processione del carro, con la scritta “La<br />

casa è un <strong>di</strong>ritto”. In precedenza erano<br />

stati fatti sgomberare dalla polizia dall’ex<br />

centro <strong>di</strong> formazione regionale<br />

occupato abusivamente. I apertura del<br />

corteo ha sfilato un carro, realizzato da<br />

Comitato per la casa, Laboratorio Zeta<br />

e Ubuntu, che rievocava la barca<br />

“Molla” del sindaco Diego Cammarata<br />

addobbato con alcuni sacchi <strong>di</strong> spazzatura<br />

e dentro il carro un manichino con<br />

la fascia tricolore. Il riferimento è all’indagine<br />

sul <strong>di</strong>pendente della Gesip accusato<br />

<strong>di</strong> assenteismo, Franco Alioto, che<br />

si sarebbe prestato a fare da skipper al<br />

sindaco e ai figli. Sulla vicenda è stata<br />

aperta un’inchiesta in cui è indagato lo<br />

stesso sindaco. All’indomani della festa<br />

una caduta <strong>di</strong> stile del consulente artistico<br />

del sindaco Philippe Daverio che<br />

aveva apostrofato un gruppo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>genti<br />

che lo aveva contestato con una frase<br />

da condannare: “Mentecatti che non<br />

sono in grado <strong>di</strong> ottenere una casa”. Lo<br />

stesso poi ha rassegnato le <strong>di</strong>missioni.<br />

8 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

Di <strong>di</strong>verso tenore il sostegno morale<br />

che aveva manifestato l’Arcivescovo<br />

agli in<strong>di</strong>genti. “Il Festino è il momento<br />

in cui i palermitani avvertono <strong>di</strong> avere<br />

una nobile protettrice che continua ad<br />

abitare con loro, a rimanere loro vicina,<br />

ad accompagnare ogni loro angustia, in<br />

mezzo a quelle tante problematiche<br />

che, come pestilenze antiche e nuove,<br />

attanagliano la Città limitandone lo sviluppo<br />

sereno e il progresso autentico. A<br />

Rosalia chie<strong>di</strong>amo, in questo nostro<br />

tempo così carico <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni e <strong>di</strong><br />

limiti, che tutti possiamo impegnarci<br />

con rinnovato slancio e con cuore sincero<br />

per una corretta ed efficiente<br />

ripresa della nostra Città, a vantaggio<br />

della comunità, al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> ogni interesse<br />

privato, in uno sforzo che deve<br />

essere nobilitato<br />

da un’autentica<br />

tensione per una<br />

vita pienamente<br />

cristiana, coerentementeevangelica,<br />

in uno spirito<br />

<strong>di</strong> civile collaborazione,<br />

in un desiderio<br />

<strong>di</strong> autentica<br />

fratellanza. Guarda<br />

chi, avversato<br />

dall’ingiustizia, è<br />

preda dello scoraggiamento.<br />

Guarda<br />

gli ammalati e i<br />

sofferenti nel<br />

corpo e nello spirito, gli emarginati e<br />

gli esclusi, i poveri, i <strong>di</strong>soccupati, i<br />

senza tetto e i carcerati”.<br />

Il problema dei senza casa era riesploso<br />

in maniera eclatante dopo lo sgombero<br />

da un immobile del centro storico<br />

<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> <strong>di</strong> 40 persone che facevano<br />

avanti e in<strong>di</strong>etro tra gli alberghi e le<br />

tende piazzate davanti al municipio.<br />

“La giunta municipale – spiega Toni<br />

Pellicane, capo del “Comitato 12<br />

<strong>luglio</strong>” – non è andata oltre l’ipotesi <strong>di</strong><br />

concedere a otto famiglie un immobile<br />

confiscato alla mafia”. Secondo lo stesso<br />

Comitato, nella graduatoria degli<br />

alloggi comunali sarebbero iscritte<br />

<strong>di</strong>ecimila persone, <strong>di</strong> queste, 750 famiglie<br />

(oltre tremila senzatetto) sono<br />

inserite in un elenco <strong>di</strong> emergenza,<br />

sorto due anni fa e aggiornato ogni sei<br />

mesi. “Ma in questi due anni – sottolinea<br />

Pellicane – sono state assegnate<br />

soltanto 12 case confiscate ad altrettanti<br />

nuclei familiari”. Il Comune<br />

avrebbe in<strong>di</strong>viduato due immobili da<br />

concedere ai quaranta che protestano<br />

davanti al municipio. “Quello che sorprende<br />

– <strong>di</strong>ce Fabrizio Ferrandelli,<br />

caporuppo <strong>di</strong> Italia dei valori – è il<br />

clima d’in<strong>di</strong>fferenza che si respira nel<br />

palazzo. Sindaco e assessori prima <strong>di</strong><br />

imboccare la porta del municipio sono<br />

costretti a fare lo slalom tra gli accampati.<br />

Ma il tema non ha alcuna priorità,<br />

come se fosse normale lasciare donne,<br />

bambini e malati al loro destino”.


Vivere ed abitare a <strong>Palermo</strong> oggi,<br />

è una questione estremamente<br />

complicata, sia dal punto <strong>di</strong><br />

vista politico sia sociale.<br />

La Costituzione della Repubblica Italiana<br />

agli articoli 2 e 3 riconosce e<br />

garantisce i <strong>di</strong>ritti inviolabili dell’uomo,<br />

richiede l’adempimento dei doveri<br />

inderogabili <strong>di</strong> solidarietà politica,<br />

economica e sociale investe la Repubblica<br />

Italiana <strong>di</strong> un compito fondamentale,<br />

quello <strong>di</strong> rimuovere gli ostacoli<br />

<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne economico e sociale, che<br />

impe<strong>di</strong>scono lo sviluppo della persona<br />

umana e la partecipazione <strong>di</strong> tutti<br />

all’organizzazione politica, economica<br />

e sociale del Paese.<br />

La questione abitativa ha sempre sollevato<br />

notevoli polemiche tra il dovere<br />

<strong>di</strong> assegnare ai legittimi proprietari<br />

l’abitazione e la necessità <strong>di</strong> sgomberare<br />

gli abusivi, tra le liste <strong>di</strong> assegnatari<br />

non aggiornate da anni e tanti<br />

nuovi nuclei familiari che si iscrivono<br />

nelle liste <strong>di</strong> emergenza dello IACP.<br />

La situazione nel quartiere San Filippo<br />

Neri è <strong>di</strong>ventata sempre più grave;<br />

abitanti ed operatori denunciano da<br />

anni la verificabile assenza dell’amministrazione<br />

comunale in tutte le questioni<br />

<strong>di</strong> carattere sociale relative a<br />

questo territorio.<br />

Le uniche soluzioni messe in campo<br />

sono stati interventi tampone, saltuari,<br />

scostanti o emergenziali. L’esito <strong>di</strong><br />

ciò è una città governata dalla provvisorietà,<br />

dall’incapacità <strong>di</strong> elaborare<br />

un piano reale che sappia promuovere<br />

il recupero e la crescita secondo una<br />

programmazione a me<strong>di</strong>o e lungo termine<br />

<strong>di</strong> interventi che partano dai<br />

reali bisogni della citta<strong>di</strong>nanza.<br />

Dal mese <strong>di</strong> gennaio sino a pochi giorni<br />

fa, siamo stati quoti<strong>di</strong>anamente<br />

bersagliati dalla stampa locale che<br />

riportava le notizie relative allo sgombero<br />

degli abusivi occupanti l’insula 3<br />

allo “Zen2”, complesso abitativo ancora<br />

da completare, compreso tra le Vie<br />

Rocky Marciano e Tazio Nuvolari.<br />

Gli abusivi che “occupano”, “<strong>di</strong>socuppano<br />

e “rioccupano” gli alloggi si tro-<br />

vano in una situazione da sfollati, è<br />

chiaro che la collaborazione, l’aiuto e<br />

la vicinanza non sono a favore <strong>di</strong> una<br />

pratica illegale ma per un aiuto concreto<br />

a donne, uomini e bambini. Il<br />

paradosso è che molti degli occupanti<br />

hanno la residenza anagrafica proprio<br />

nelle case occupate, altri invece<br />

hanno richiesto ed ottenuto in quegli<br />

alloggi gli arresti domiciliari !<br />

Il quartiere San Filippo Neri è stanco.<br />

Stanco dei continui silenzi, delle continue<br />

assenze, delle promesse. È<br />

necessario oggi dare voce a chi non ce<br />

l’ha, denunciare le barbarie <strong>di</strong> un’amministrazione<br />

(locale e nazionale)<br />

incapace <strong>di</strong> gestire il bisogno e l’emergenza<br />

abitativa.<br />

Ritengo che lo sgombero <strong>di</strong> per sé è<br />

un intervento legittimo, ma che è<br />

stato effettuato con modalità non<br />

corrette, ai fini del ripristino della<br />

legalità. Uno sgombero effettuato<br />

senza soluzioni alternative, senza un<br />

confronto, un <strong>di</strong>alogo, senza una<br />

reale considerazione dei bisogni e<br />

delle problematiche dei nuclei familiari<br />

non può avere un valore, un<br />

significato in un quartiere con problemi<br />

<strong>di</strong> regolarizzazione dell’acqua<br />

e dell’energia elettrica, con l’assenza<br />

della rete del gas, <strong>di</strong> spazi ver<strong>di</strong> curati<br />

e gestiti, dei servizi sociali ed<br />

amministrativi. Tanti e continui sono<br />

ancora oggi i tentativi <strong>di</strong> manipolazione<br />

legati a questa vicenda che gli<br />

abitanti subiscono; <strong>di</strong>etro l’etichetta<br />

<strong>di</strong> “abusivi” ci sono in<strong>di</strong>vidui, persone,<br />

citta<strong>di</strong>ni, abitanti <strong>di</strong> questo quartiere<br />

per il quale (i quali) tutti noi ci<br />

attualità<br />

<strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>a Casella<br />

La situazione abitativa nel quartiere San Filippo Neri a <strong>Palermo</strong>: CASA DIRITTO O CONQUISTA?<br />

spen<strong>di</strong>amo. Tantissime le <strong>di</strong>chiarazioni,<br />

le comunicazioni ufficiali e<br />

l’improvvisa attenzione <strong>di</strong> soggetti<br />

che si sono interessati al problema.<br />

Molti <strong>di</strong> loro si sono però soffermati<br />

sulla questione ma si sono <strong>di</strong>menticati<br />

delle persone, dei visi, dei volti,<br />

degli sguar<strong>di</strong>. Diverse le Associazioni<br />

del territorio che si sono occupate <strong>di</strong><br />

creare una rete solidale intorno a<br />

questa problematica al fine <strong>di</strong> garantire<br />

i normali <strong>di</strong>ritti civili <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza.<br />

Salvo Riso, Presidente dell’Associazione<br />

Lievito onlus, in seguito<br />

al primo episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sgombero in<br />

una lettera ai membri della Rete<br />

Interistituzionale San Filippo Neri<br />

scrive: “[…] nessuno può appoggiare<br />

un atto illegale come l’occupazione<br />

abusiva <strong>di</strong> un alloggio eludendo<br />

regole e norme che proteggono il citta<strong>di</strong>no<br />

e gli garantiscono il <strong>di</strong>ritto<br />

alla casa. Sia chiaro che io per<br />

primo appoggio e sostengo il ripristino<br />

<strong>di</strong> una situazione <strong>di</strong> legalità.<br />

Ma sia altrettanto chiaro che il<br />

<strong>di</strong>ritto all’alloggio appartiene a<br />

tutti; sia altrettanto chiaro che provocare<br />

una guerra tra poveri non è,<br />

e non sarà mai, un intervento sociale;<br />

sia altrettanto chiaro che il principio<br />

<strong>di</strong> legalità non passa attraverso<br />

un atto <strong>di</strong> forza su un’insula<br />

ignorando continuamente quello<br />

che succede in tutte le altre […]”.<br />

Proprio perché la legalità deve essere<br />

per tutti uno stile che ci deve contrad<strong>di</strong>stinguere<br />

in tutto ciò che facciamo è<br />

opportuno riba<strong>di</strong>re in tutte le se<strong>di</strong> la<br />

nostra posizione istituzionale.<br />

È responsabilità, <strong>di</strong> chi abita, vive e<br />

lavora per, nel e con il quartiere San<br />

Filippo Neri, nei confronti del quartiere<br />

stesso e dei suoi abitanti.<br />

Il sistema italiano, dovrebbe garantire<br />

i <strong>di</strong>ritti fondamentali <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza,<br />

La casa non può essere un lusso, bensì<br />

deve rimanere un <strong>di</strong>ritto tutelato dalla<br />

legge: migliaia <strong>di</strong> famiglie italiane ne<br />

sono prive e non esiste alcuna politica<br />

orientata a promuoverne l’effettivo<br />

go<strong>di</strong>mento.<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 9


attualità<br />

<strong>di</strong> Giuseppe Giambusso<br />

Ha avuto fine giorno 4 Giugno<br />

2010 la lunga agonia, durata<br />

per oltre due anni, dell’ultima<br />

struttura <strong>di</strong> proprietà comunale che<br />

accoglieva anziani con basso red<strong>di</strong>to.<br />

Sono stati trasferiti presso altre case<br />

<strong>di</strong> riposo gli ultimi nove anziani, dei<br />

trentotto ospitati in origine, che<br />

caparbiamente desideravano <strong>di</strong>fendere<br />

quella che ormai sentivano come la<br />

loro casa, la loro famiglia, il loro spazio<br />

dove trascorrere “serenamente la<br />

loro vecchiaia”.<br />

La struttura è stata chiusa ufficialmente<br />

per la ristrutturazione dell’intero<br />

complesso denominato Ex Onpi<br />

(Opera Nazionale Pensionati d’Italia)<br />

che verte in un grave stato <strong>di</strong> degrado.<br />

Già nel 2002 venne convocata a Villa<br />

Niscemi una conferenza <strong>di</strong> servizi per<br />

<strong>di</strong>scutere sulla ristrutturazione dell’intero<br />

complesso che oltre alla Casa <strong>di</strong><br />

riposo è composta da un’altra pa<strong>di</strong>glione<br />

con giar<strong>di</strong>no, un teatro e una chiesa.<br />

Dopo una rimodulazione del progetto<br />

originario già nel 2003 partirono<br />

i primi lavori <strong>di</strong> adeguamento dei soli<br />

locali che ospitavano la casa <strong>di</strong> riposo,<br />

conclusi nel 2005. La vicenda ha una<br />

svolta nel Gennaio 2009 quando il<br />

Comune, avendo <strong>di</strong>fficoltà a coprire le<br />

spese <strong>di</strong> gestione, ma potendo contare<br />

sulla possibilità <strong>di</strong> coinvolgere fon<strong>di</strong><br />

privati per la ristrutturazione dell’a-<br />

CHIUSURA DELL’EX ONPI DI PALERMO:<br />

il saluto ai nonni <strong>di</strong> Partanna<br />

10 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

rea, decise <strong>di</strong><br />

chiudere la struttura<br />

e pre<strong>di</strong>sporre<br />

il trasferimento<br />

dei 32 anziani<br />

presenti, non<br />

avendo però fatto<br />

i conti con l’inaspettata<br />

reazione<br />

degli “arzilli<br />

ottantenni” che<br />

non volevano<br />

saperne <strong>di</strong> uscire<br />

fuori. Vane sono<br />

state le rassicurazionidell’amministrazione<br />

comunale sul loro “futuro”.<br />

Di fatto non tutti hanno compreso le<br />

motivazioni dei “vecchietti arzilli” che<br />

irriducibilmente hanno cercato <strong>di</strong><br />

resistere al trasferimento e hanno<br />

occupato i locali; bastava lo sforzo <strong>di</strong><br />

ascoltare le loro motivazioni decisamente<br />

chiare e degne <strong>di</strong> essere con<strong>di</strong>vise:<br />

«siamo una famiglia. Non potete<br />

<strong>di</strong>viderci. I lavori possono essere fatti<br />

con noi qui dentro, come in passato»;<br />

«qui tutti ci vogliono bene… sono la<br />

nostra famiglia. E dove andremo? A<br />

questa età non possono portarci via da<br />

un posto all’ altro, non ci credo. Vogliono<br />

farci morire? Vogliono trasferirci?<br />

Noi allora occuperemo l’e<strong>di</strong>ficio».<br />

Queste alcune<br />

delle domande e<br />

degli sfoghi più<br />

ripetuti e che<br />

possono riassumere<br />

il non voler<br />

lasciare un<br />

luogo, pur se<br />

“decadente” per<br />

essere trasferiti<br />

in altre strutture<br />

più “idonee”.<br />

Per molti <strong>di</strong> loro<br />

dopo 20 anni<br />

quella struttura<br />

era <strong>di</strong>ventata la<br />

loro casa, la loro borgata. Essere trasferiti<br />

significava perdere <strong>di</strong> nuovo la<br />

loro famiglia. Un forte legame si era<br />

istaurato negli anni con i volontari, le<br />

scuole, la parrocchia e i commercianti<br />

che si sono adoperati affinché i loro<br />

vecchietti potessero godere <strong>di</strong><br />

momenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>strazione. Si erano<br />

organizzati spettacoli, fiere <strong>di</strong> beneficenza,<br />

canti natalizi, cene per il Natale<br />

e la Pasqua, momenti in cui i nonni<br />

si erano sentiti parte integrante della<br />

comunità. Venivano assistiti con<br />

amore anche dal punto <strong>di</strong> vista spirituale,<br />

accompagnati ogni domenica e<br />

nelle festività, nella chiesa dell’area<br />

Ex Onpi, dove quasi tutti gli anziani<br />

partecipavano volentieri alla Santa<br />

Messa.<br />

Il legame con la borgata è anche testimoniato<br />

dalla petizione popolare con<br />

una sorprendente raccolta <strong>di</strong> firme<br />

per dare una speranza ad un trasferimento<br />

che appariva ormai deciso o<br />

alla solidarietà <strong>di</strong>mostrata durante la<br />

sospensione dell’assistenza ai caparbi<br />

vecchietti che si rifiutavano <strong>di</strong> lasciare<br />

l’ospizio.<br />

Pur se le nuove sistemazioni degli<br />

anziani sembrano migliori la vicenda<br />

dell’Ex-Onpi <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> sembra aver<br />

lasciato una ferita profonda e tanta<br />

amarezza nei protagonisti.


Il progetto <strong>di</strong> riqualificazione <strong>di</strong><br />

alcune aree del centro storico,<br />

approvato all’Assemblea della<br />

Rete Interistituzionale della Prima<br />

Circoscrizione “Bene Comune”, ha<br />

visto impegnato, per la sua elaborazione,<br />

il 4° gruppo <strong>di</strong> lavoro tematico<br />

“Territorio e Legalità” della stessa<br />

rete.<br />

Questo elaborato non vuole e non può<br />

essere un progetto puntuale <strong>di</strong> piano<br />

per la riqualificazione del nostro Centro<br />

Storico, è, piuttosto, un contributo<br />

<strong>di</strong> idee per delle linee <strong>di</strong> intervento<br />

utili a far sì che lo stesso possa rinascere<br />

a risorsa <strong>di</strong> sviluppo per tutta la<br />

città.<br />

L’esperienza, confermata dai dati e<br />

dagli in<strong>di</strong>ci statistici, ci fa affermare,<br />

senza smentite, che il nostro CENTRO<br />

STORICO, testimonianza <strong>di</strong> due millenni<br />

<strong>di</strong> storia civile e culturale e <strong>di</strong><br />

tra<strong>di</strong>zioni popolari, anziché essere<br />

OPPORTUNITÀ <strong>di</strong> benessere civile ed<br />

economico della Città, come avviene<br />

in molte città storiche d’Italia e del<br />

mondo, ne è il CENTRO DELLA MAR-<br />

GINALITÀ SOCIALE. Alcuni suoi quartieri,<br />

come l’Albergheria ed il Capo,<br />

mantengono questo triste primato fin<br />

dalla loro costituzione: dal tempo dei<br />

Normanni. Sono stati i luoghi degli<br />

ultimi fino alla seconda metà del 700’<br />

perché malsani per l’aria resa irrespirabile<br />

dai due maleodoranti corsi d’acqua<br />

Papireto e Kemonia e successivamente<br />

per il progressivo abbandono<br />

dovuto all’espansione della città verso<br />

la Piana dei Colli e verso l’Oreto. I<br />

bombardamenti della seconda guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale lo hanno consegnato alla<br />

drammaticità percepita ancor oggi,<br />

sebbene il largo recupero del suo tessuto<br />

urbanistico è stato avviato negli<br />

anni 80.<br />

Malgrado gran parte degli e<strong>di</strong>fici siano<br />

stati restaurati e recuperati, il nostro<br />

Centro Storico appare fortemente<br />

degradato e questo si avverte ancor <strong>di</strong><br />

più nei quartieri Albergheria e Capo<br />

rispetto ai quartieri Tribunali e<br />

Castellamare da sempre i quarti nobi-<br />

li, insieme al Cassero, della antica<br />

“<strong>Palermo</strong> Felix”.<br />

Il degrado urbanistico è, secondo la<br />

nostra esperienza suffragata da stu<strong>di</strong><br />

sociologici fatti anche dalla nostra<br />

università, causa ed effetto del degrado<br />

del vissuto della gente che lo abita;<br />

è conseguenza <strong>di</strong> un sottosviluppo culturale<br />

che alimenta e si alimenta <strong>di</strong>,<br />

deficit <strong>di</strong> conoscenze, <strong>di</strong> elaborazione<br />

e <strong>di</strong> fantasia, <strong>di</strong> capacità inespresse<br />

e/o non coltivate, <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong> professionalità,<br />

<strong>di</strong> orizzonti limitati nel<br />

tempo e nello spazio, <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong><br />

senso della responsabilità nella partecipazione<br />

alla costruzione del bene<br />

comune. Se il nostro Centro storico<br />

versa in questo stato, il deficit culturale<br />

non è solo <strong>di</strong> chi vi abita ma <strong>di</strong> tutta<br />

la città. Tale degrado è ancor più colpevole<br />

perché penalizza e rende<br />

improduttiva quella che può essere<br />

una delle principali risorse per lo sviluppo<br />

economico della Città: il turismo.<br />

E’ questo un territorio ricco <strong>di</strong><br />

testimonianze storiche, culturali, artistiche,<br />

<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni popolari, <strong>di</strong> scorci<br />

paesaggistici <strong>di</strong> notevole bellezza che<br />

hanno pochi eguali nel mondo, una<br />

ricchezza su cui molte città hanno<br />

costruito e mantenuto nel tempo il<br />

proprio benessere.<br />

caritas e territorio<br />

<strong>di</strong> Tommaso Calamia<br />

Il centro storico,dal bisogno alla risorsa<br />

Il 4° gruppo della Rete Interistituzionale<br />

della Prima Circoscrizione<br />

“BENE COMUNE ritiene, per le considerazioni<br />

sopra fatte, che le due<br />

finalità su cui si è costituito: promozione<br />

della legalità e del territorio<br />

possano e vadano coniugate e perseguite<br />

con un progetto unico che chiamiamo<br />

<strong>di</strong> “riqualificazione del territorio”<br />

e che si articola in iniziative <strong>di</strong><br />

intervento sul tessuto urbano ed iniziative<br />

<strong>di</strong> promozione culturale e<br />

sociale.<br />

Noi non vogliamo solo denunciare una<br />

situazione per tanti versi paradossale<br />

ma avanziamo, come sopra detto, delle<br />

proposte e vogliamo collaborare alla<br />

rinascita del nostro Centro Storico<br />

riqualificandone il Territorio:<br />

per educare al rispetto <strong>di</strong> se stessi,<br />

per educare alla citta<strong>di</strong>nanza attiva,<br />

per educare ai valori della legalità e<br />

della giustizia,<br />

per favorire lo sviluppo economico<br />

della Città favorendo la creazione <strong>di</strong><br />

impresa e <strong>di</strong> occasioni <strong>di</strong> lavoro per i<br />

giovani nell’industria turistica, in<br />

quella del tempo libero, della ristorazione,<br />

dell’artigianato, dei servizi alla<br />

persona,<br />

per creare occasioni <strong>di</strong> autofinanziamento<br />

delle imprese sociali.<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 11


notizia dalle associazioni<br />

<strong>di</strong> Gianni Notari<br />

ALLA CITTÀ MANCA UN GRANDE PROGETTO<br />

Negli ultimi anni ci siamo soffermati<br />

<strong>di</strong>verse volte sui problemi<br />

della città. Le analisi che si sono<br />

succedute hanno delineato un quadro<br />

abbastanza nitido delle criticità presenti,<br />

del degrado e dei mali sociali che<br />

affliggono il contesto urbano. La piaga<br />

del precariato, la <strong>di</strong>soccupazione, il<br />

problema della casa, l’emarginazione<br />

sociale, l’emergenza rifiuti, la viabilità;<br />

sono solo alcuni dei problemi con cui i<br />

citta<strong>di</strong>ni si confrontano quoti<strong>di</strong>anamente<br />

e che possono considerarsi conseguenze<br />

della mancanza <strong>di</strong> adeguate<br />

politiche pubbliche. Manca un “progetto<br />

<strong>di</strong> città”. Si cercano soluzioni per<br />

tamponare le emergenze e l’esito <strong>di</strong> ciò<br />

è una città patchwork, senza un <strong>di</strong>segno<br />

e senza coerenza ma provvisoria e<br />

improvvisata. Questa incapacità <strong>di</strong> elaborare<br />

un piano strategico <strong>di</strong> sviluppo<br />

che caratterizza la nostra classe politica,<br />

però, è spesso ravvisabile anche<br />

nella società civile. Ci lamentiamo soltanto<br />

e non muoviamo un <strong>di</strong>to per cambiare<br />

le cose. Senza mettere in <strong>di</strong>scussione<br />

certezze e abitu<strong>di</strong>ni consolidate.<br />

Pensiamo alla vicenda <strong>di</strong> Bellolampo:<br />

una situazione tragica che richiederebbe<br />

la mobilitazione <strong>di</strong> tutta la città.<br />

Per fortuna accade anche altro. Da tre<br />

anni a questa parte, cresce il numero <strong>di</strong><br />

citta<strong>di</strong>ni che sceglie <strong>di</strong> non limitarsi<br />

alla sterile lamentela ma decide <strong>di</strong><br />

impegnarsi in prima persona nell’elaborazione<br />

<strong>di</strong> piani <strong>di</strong> intervento. Si tratta<br />

<strong>di</strong> “minoranze creative” che cercano un<br />

proprio spazio <strong>di</strong> azione e rappresentano<br />

un “lievito” importante per la crescita<br />

democratica e lo sviluppo <strong>di</strong> questa<br />

città. L’elemento critico, però, è la frammentazione<br />

che caratterizza anche questa<br />

essenziale componente sociale. Non<br />

ci si riesce, infatti, a compattare intorno<br />

ad uno sbocco “politico” comune.<br />

Tali fondamentali minoranze creative,<br />

infatti, spesso rimangono intrappolate<br />

nella ricerca <strong>di</strong> un proprio spazio <strong>di</strong><br />

azione e nelle loro visioni parziali. La<br />

fisiologica attenzione ai propri percorsi<br />

settoriali, infatti, si traduce in patologica<br />

frammentazione, nell’incapacità <strong>di</strong><br />

armonizzare le proprie specificità in un<br />

complessivo progetto <strong>di</strong> città realistica-<br />

12 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

mente percorribile. Questo possibile<br />

progetto urbano, infatti, non può essere<br />

solo la somma <strong>di</strong> tutte le varie iniziative<br />

elaborate dalle minoranze creative,<br />

ma dovrebbe essere qualcosa <strong>di</strong> più e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>verso, che favorisca sviluppo attraverso<br />

adeguate politiche pubbliche e<br />

armonizzi politiche settoriali: dalla<br />

mobilità ai rifiuti alle politiche sociali.<br />

Il rischio, in tal senso, è <strong>di</strong> riproporre le<br />

stesse logiche che hanno condotto a<br />

questo stato <strong>di</strong> cose, cioè la tendenza<br />

dell’amministrazione pubblica a produrre<br />

politiche frammentate e prive <strong>di</strong><br />

un obiettivo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o-lungo periodo. Si<br />

deve rammentare, innanzitutto, che è<br />

troppo banale imputare le criticità della<br />

politica comunale al solo Cammarata. Il<br />

problema non è il singolo uomo – con<br />

tutti i suoi limiti – ma l’assenza <strong>di</strong> un’idea<br />

<strong>di</strong> città, il perpetuarsi <strong>di</strong> un tipo <strong>di</strong><br />

politica che non pianifica, non va oltre<br />

la durata dei mandati elettorali e la<br />

logica delle clientele. Appare erroneo<br />

ritenere che sostituire Cammarata rappresenti<br />

tout court un cambiamento<br />

nel corso politico. Perdurando questo<br />

stato <strong>di</strong> cose, infatti, è altamente probabile<br />

che chi gli succederà riproporrà un<br />

medesimo modus operan<strong>di</strong>. Sostituire<br />

l’uomo, infatti, è inutile se non si sostituiscono<br />

le logiche che egli rappresenta.<br />

E la società civile non deve rischiare<br />

<strong>di</strong> rimanerne anch’essa invischiata.<br />

Pertanto, a segnare la <strong>di</strong>scontinuità<br />

deve essere l’assunzione <strong>di</strong> una logica<br />

progettuale. Elaborare un progetto <strong>di</strong><br />

città e avviare una sinergia fra soggetti<br />

<strong>di</strong>fferenti ed eterogenei. È necessario, in<br />

un certo senso, fare un passo in<strong>di</strong>etro<br />

nella <strong>di</strong>fesa delle <strong>di</strong>verse visioni parziali<br />

per fare mille passi avanti nella costruzione<br />

<strong>di</strong> una “<strong>Palermo</strong> possibile”. L’idea<br />

<strong>di</strong> città, infatti, deve favorire il raccordo<br />

<strong>di</strong> quegli orientamenti specialistici evidenziati<br />

dalle minoranze creative, ma<br />

deve essere <strong>di</strong> più e altro che la “confu-<br />

sa” somma delle parti. Bisogna cominciare<br />

a lavorare per <strong>di</strong>segnare delle politiche<br />

pubbliche armonizzate da un rigoroso<br />

quadro analitico e orientate ad un<br />

progetto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o-lungo periodo.<br />

Si tratta <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare competitivi e per<br />

far questo è importante pianificare politiche<br />

coerenti, elaborare strategie, dotare<br />

la “<strong>Palermo</strong> possibile” <strong>di</strong> un proprio<br />

ruolo e <strong>di</strong> proprie specificità, avendo<br />

come riferimento non solo il contesto<br />

regionale ma anche nazionale, europeo,<br />

me<strong>di</strong>terraneo. Elaborare una mission e<br />

una vision significa, pertanto, uscire<br />

dall’indeterminatezza, formare una politica<br />

citta<strong>di</strong>na non più caotica ma armonica.<br />

Significa anche andare oltre le limitate<br />

politiche settoriali in<strong>di</strong>viduando<br />

innanzitutto un minimo comune denominatore<br />

che possa esprimere un’idea <strong>di</strong><br />

città capace <strong>di</strong> aggregare e <strong>di</strong> coinvolgere.<br />

Le minoranze creative e l’intera<br />

società civile sono i soggetti da cui si<br />

auspica il superamento della frammentazione<br />

e l’attuazione <strong>di</strong> una sinergia.<br />

Al loro fianco, su questa sinergia, dovrebbero<br />

confluire anche altri attori, come i<br />

partiti riformisti (spesso appiattiti su<br />

logiche <strong>di</strong> poltrone e <strong>di</strong> spartizione <strong>di</strong><br />

potere), il sindacato, le agenzie educative,<br />

il mondo dell’impresa (piccola e<br />

me<strong>di</strong>a) e quello della finanza. Questi<br />

ultimi due soggetti hanno un ruolo <strong>di</strong> primaria<br />

importanza nell’attuale congiuntura<br />

storica; essi hanno l’obbligo etico <strong>di</strong><br />

cambiare rotta e <strong>di</strong> sostenere tutte quelle<br />

realtà che guardano al bene comune,<br />

prendendo consapevolezza che è “conveniente”<br />

investire su un impianto urbano<br />

innovativo. Senza retorica. Attraverso<br />

azioni concrete. Inoltre il mondo del cre<strong>di</strong>to<br />

dovrebbe sostenere quelle imprese<br />

che vogliono uscire dall’asfissia che le<br />

uccide e soprattutto spezzare le logiche<br />

della <strong>di</strong>pendenza dal denaro pubblico.<br />

La finanza dovrebbe anche proporre alle<br />

imprese in <strong>di</strong>fficoltà delle opportunità<br />

per poter sopravvivere alla situazione<br />

debitoria, specialmente nei riguar<strong>di</strong><br />

della pubblica amministrazione. La<br />

“<strong>Palermo</strong> possibile” nascerà quando tutti<br />

insieme decideremo <strong>di</strong> intraprendere la<br />

faticosa, ma esaltante, strada del cambiamento.


notizia dalle associazioni<br />

<strong>di</strong> Anna Staropoli*<br />

LA PASSIONE PER IL BENE COMUNE:<br />

L’ESPERIENZA DELL’ ISTITUTO ARRUPE<br />

<strong>di</strong> Formazione Politica<br />

“Pedro Arrupe” è un’istituzione<br />

L’Istituto<br />

formativa le cui origini risalgono<br />

al 1958 - anno <strong>di</strong> fondazione del<br />

Centro Stu<strong>di</strong> Sociali da parte dei<br />

gesuiti siciliani - che si ispira all’impianto<br />

metodologico della ratio stu<strong>di</strong>orum:<br />

analisi rigorosa della realtà,<br />

stu<strong>di</strong>o qualificato ed esigente, insegnamento<br />

efficace, accompagnamento<br />

personalizzato. L’Istituto Arrupe, ideato<br />

come scuola sul modello universitario,<br />

d’ispirazione cristiana ma non<br />

confessionale, non scuola <strong>di</strong> partito,<br />

adottando le scienze sociali come<br />

strumento <strong>di</strong> analisi, ha sempre avuto<br />

come oggetto la politica in senso stretto<br />

in vista del suo rinnovamento etico.<br />

I settori in cui l’Istituto<br />

attualmente opera sono:<br />

l’alta formazione post<br />

lauream; la ricerca scientifica<br />

ed il laboratorio<br />

politico. L’Istituto Arrupe<br />

offre un’articolata offerta<br />

<strong>di</strong> master ideata per<br />

rispondere alle esigenze <strong>di</strong><br />

formazione <strong>di</strong> giovani siciliani<br />

nel tentativo <strong>di</strong> bloccare<br />

la fuga dei cervelli e<br />

<strong>di</strong> creare capitale sociale<br />

nel nostro territorio. I<br />

master dell’Arrupe offrono<br />

faculty <strong>di</strong> alto profilo,<br />

accompagnamento personalizzato,<br />

approccio etico, contesto internazionale<br />

e un costante <strong>di</strong>alogo con le esigenze<br />

poste dal territorio e dal mercato<br />

del lavoro. Per quanto riguarda l’<br />

obiettivo della ricerca scientifica,<br />

accanto all’offerta qualificata della<br />

Biblioteca <strong>di</strong> Scienze Sociali, sono<br />

stati proposti i “Percorsi <strong>di</strong> Idea-Azione”<br />

che pongono al centro dell’interesse<br />

le potenzialità <strong>di</strong> soggettività sociali<br />

spesso isolate e frammentate e lo<br />

sviluppo socio-economico del territorio.<br />

L’Istituto con il contributo della<br />

Fondazione Banco <strong>di</strong> Sicilia ha pubblicato<br />

recentemente una ricerca sulle<br />

buone prassi dell’associazionismo culturale<br />

a <strong>Palermo</strong>. Il laboratorio poli-<br />

tico denominato “Alveare. Progetto<br />

per una democrazia responsabile”<br />

insieme alla rivista “I Quaderni <strong>di</strong><br />

Alveare” , è stato avviato con l’intento<br />

<strong>di</strong> realizzare una comunicazione<br />

significativa tanto a livello orizzontale,<br />

fra citta<strong>di</strong>ni, che a livello verticale,<br />

fra citta<strong>di</strong>ni e politica. Infine grazie<br />

alla collaborazione con la <strong>Caritas</strong><br />

<strong>Diocesana</strong> <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, il CeSVoP ed il<br />

Jesuit Social Network ( rete dei centri<br />

sociali dei gesuiti in Italia) l’Istituto<br />

sta portando avanti un laboratorio<br />

sul welfare, un percorso <strong>di</strong> riflessione<br />

e progettuale fra operatori del<br />

terzo settore locale e nazionale al<br />

fine <strong>di</strong> migliorare la qualità dei servizi.<br />

Il denominatore comune <strong>di</strong> tutte le<br />

attività è la passione per il bene<br />

comune ed il tentativo <strong>di</strong> lottare e<br />

resistere eticamente alla <strong>di</strong>struzione<br />

del territorio in nome <strong>di</strong> interessi privatistici<br />

ed illeciti da parte <strong>di</strong> poteri<br />

mafiosi e <strong>di</strong> connivenze politiche,<br />

costruendo uno spazio <strong>di</strong> incontro per<br />

la minoranza creativa del nostro territorio,<br />

un’agorà, una piazza <strong>di</strong> riferimento<br />

dove in modo trasversale ci si<br />

educa e si costruisce citta<strong>di</strong>nanza<br />

attiva.<br />

Responsabile laboratorio<br />

welfare dell’Istituto<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 13


attualità<br />

<strong>di</strong> Fernanda Di Monte<br />

“RIPRENDERE IL FILO DELLA MEMORIA”<br />

Ricordando Paolo Borsellino a 18 anni dalla morte<br />

<strong>Palermo</strong>. Ancora una volta, nel<br />

mese <strong>di</strong> <strong>luglio</strong>, si è ricordato<br />

prima la morte <strong>di</strong> Giovanni Falcone<br />

(23 maggio 1993) e poi, quella <strong>di</strong><br />

Paolo Borsellino (19 <strong>luglio</strong> 1993).<br />

Ancora una volta, non mancano polemiche,<br />

conteggi sui partecipanti alle<br />

fiaccolate, <strong>di</strong>battiti, proiezioni; appropriazione<br />

<strong>di</strong> chi era amico o a quale<br />

schieramento appartenessero. A ciò si<br />

è aggiunta il vandalico gesto <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere<br />

le statue raffiguranti i due colleghi<br />

e amici, nell’atto <strong>di</strong> conversare,<br />

come del resto li ritrae la foto che più<br />

viene usata e che siamo più abituati a<br />

vedere: vicini, col sorriso, che <strong>di</strong>scorrono...<br />

Ebbene che senso ha ricordarli<br />

ogni anno? Cosa ne sanno veramente<br />

oggi i ragazzi <strong>di</strong> 20 anni <strong>di</strong> Paolo Borsellino<br />

o <strong>di</strong> Giovanni Falcone?<br />

“Fare memoria <strong>di</strong> qualcuno, significa<br />

che lo conosci”. Paolo Borsellino, al <strong>di</strong><br />

là della retorica è conosciuto veramente?<br />

Oggi parliamo <strong>di</strong> lui, a 18 anni dalla<br />

sua morte violenta, e con lui ricor<strong>di</strong>amo<br />

i tanti che hanno testimoniato con<br />

la loro vita il senso profondo del servire<br />

le persone, <strong>di</strong> lottare per il bene<br />

comune. E’ importante non <strong>di</strong>menticare<br />

i drammi e le passioni <strong>di</strong> tanti, dare<br />

la possibilità a tutti <strong>di</strong> capire cosa è<br />

successo in una città come <strong>Palermo</strong>.<br />

«Oggi c’è la gente - ha affermato Rita<br />

14 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

Borsellino - che sceglie <strong>di</strong> esserci. La<br />

vera antimafia comunque si fa ogni<br />

giorno senza stare attenti ai numeri».<br />

A proposito delle statue che raffigurano<br />

Paolo Borsellino e Giovanni<br />

Falcone danneggiate nei giorni scorsi<br />

e riparate, Rita Borsellino ha sottolineato:<br />

«È una <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong><br />

quanto Giovanni e Paolo facciano<br />

ancora paura se c’è chi si scaglia contro<br />

delle statue». Sulla partecipazione<br />

delle istituzioni alle manifestazioni<br />

per la strage <strong>di</strong> via D’Amelio, Rita Borsellino<br />

ha osservato: «La loro in<strong>di</strong>fferenza<br />

è forse da attribuire alla paura<br />

<strong>di</strong> ricevere delle contestazioni da<br />

parte della società civile. Comunque<br />

proprio nelle istituzioni e negli alti<br />

vertici ci sono personaggi che hanno<br />

perso il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> piangere Paolo».<br />

Parole forti per una persona come<br />

Paolo Borsellino, uomo umile e questa<br />

umiltà era la sua forza. Tutta la sua vita<br />

era caratterizzata dalla riservatezza:<br />

“Gli piaceva definirsi un “secondo”,<br />

stava sempre un passo <strong>di</strong>etro agli<br />

altri. E intanto cercava <strong>di</strong> capire”.<br />

La realtà della mafia in Sicilia e altrove<br />

ha bisogno per essere sgominata <strong>di</strong><br />

un “nuovo movimento <strong>di</strong> opinione che<br />

parta dalle scuole, dai centri nevralgici<br />

dello stato, perché <strong>di</strong>menticare<br />

quello che è successo è regalare la vit-<br />

toria a quella mafia” che Paolo Borsellino<br />

ha combattuto con coscienza e<br />

decisione. “Io non vedrò i risultati del<br />

mio lavoro”, scrisse Borsellino, “li<br />

vedrete voi dopo la mia morte, perché<br />

la gente si ribellerà, si ribelleranno le<br />

coscienze degli uomini <strong>di</strong> buona<br />

volontà “.<br />

Sapeva bene che la sola repressione<br />

non avrebbe portato lontano per questo<br />

riconosceva che l’urgenza per la Sicilia,<br />

“nostra terra bellissima e <strong>di</strong>sgraziata”<br />

, era far nascere “ un movimento culturale<br />

e morale che coinvolgesse tutti e<br />

specialmente le giovani generazioni, le<br />

più adatte a sentire subito la bellezza<br />

del fresco profumo <strong>di</strong> libertà che fa<br />

rifiutare il puzzo del compromesso<br />

morale, dell’in<strong>di</strong>fferenza, della contiguità<br />

e quin<strong>di</strong> della complicità”.<br />

Ricordare, dunque Paolo Borsellino, a<br />

18 anni dalla sua morte, significa<br />

impegnarsi in prima persona, nel<br />

seguire la sua testimonianza, data fino<br />

al dono della sua vita. “Nessuno ha un<br />

amore più grande <strong>di</strong> colui che da’ la<br />

vita per i suoi amici”, parole <strong>di</strong> Gesù<br />

e che Paolo Borsellino ha incarnato,<br />

non solo il giorno della sua morte ma,<br />

giorno per giorno, facendo il suo dovere<br />

<strong>di</strong> magistrato.<br />

“Abbiamo tutti il dovere <strong>di</strong> fare la<br />

nostra parte” , ci ricorda il figlio Manfre<strong>di</strong>,<br />

“c’è ancora tanta strada da percorrere<br />

insieme, il sacrificio <strong>di</strong> molti<br />

servitori dello Stato non potrà mai<br />

essere sufficiente a riscattare questa<br />

terra bellissima ma anche <strong>di</strong>sgraziata<br />

come la definì mio padre, se non si<br />

fa in modo che ad esso seguano veri e<br />

ra<strong>di</strong>cali cambiamenti”.


attualità<br />

<strong>di</strong> Rossella Russella<br />

“GLI UOMINI PASSANO MA LE LORO IDEE RESTANO<br />

E CONTINUERANNO A CAMMINARE SULLE GAMBE DI ALTRI UOMINI”<br />

19 <strong>luglio</strong> 1992: <strong>di</strong>ciotto anni fa in<br />

via D’Amelio, alle ore 16:58, l’esplosione<br />

<strong>di</strong> 100 chilogrammi <strong>di</strong><br />

tritolo uccisero il giu<strong>di</strong>ce Paolo Borsellino<br />

e 5 uomini della sua scorta.<br />

Una ferita ancora aperta nel cuore<br />

degli italiani che vissero in quei giorni<br />

una delle pagine più buie della storia<br />

recente del Paese.<br />

Per non <strong>di</strong>menticare, ma anzi per tenere<br />

sempre vivo e acceso questo ricordo,<br />

<strong>Palermo</strong>, come ogni anno, <strong>di</strong>viene teatro<br />

<strong>di</strong> manifestazioni, fiaccolate, celebrazioni<br />

e incontri, volti a testimoniare<br />

come quel sacrificio non sia stato vano.<br />

Purtroppo quest’anno i giorni precedenti<br />

all’anniversario sono stati macchiati<br />

da un atto vandalico carico <strong>di</strong> ignoranza<br />

e forse anche <strong>di</strong> paura, visto che le figure<br />

<strong>di</strong> Borsellino e Falcone fanno tremare<br />

ancora oggi gli esponenti <strong>di</strong> Cosa Nostra:<br />

infatti la notte tra il 16 ed il 17 <strong>luglio</strong><br />

2010 sono state danneggiate le due statue<br />

in gesso, raffiguranti Giovanni Falcone<br />

e Paolo Borsellino, che erano state<br />

installate a <strong>Palermo</strong>, nella centrale via<br />

Libertà, alla vigilia dell’anniversario<br />

della strage <strong>di</strong> via D’Amelio.<br />

Le due figure in gesso, realizzate dall’artista<br />

palermitano Tommaso Domina,<br />

sono state presentate lo scorso 23<br />

maggio in occasione del <strong>di</strong>ciottesimo<br />

anniversario della strage <strong>di</strong> Capaci. Le<br />

forze dell’or<strong>di</strong>ne sono ancora al lavoro<br />

per cercare <strong>di</strong> identificare i colpevoli<br />

<strong>di</strong> questo gesto tanto gretto quanto<br />

preoccupante, se infatti le istituzioni a<br />

partire dal Capo <strong>di</strong> Stato fino agli<br />

esponenti <strong>di</strong> partito hanno prontamente<br />

condannato l’episo<strong>di</strong>o dall’altro<br />

lato, desta preoccupazione l’atteggiamento<br />

<strong>di</strong> approvazione al gesto <strong>di</strong><br />

molte persone riunite in un gruppo su<br />

Facebook scrivono sulla bacheca:<br />

“Finalmente qualcuno ha migliorato<br />

le orribili sculture <strong>di</strong> Tommaso<br />

Domina. Ora sì, che quelle statue<br />

ricordano i giu<strong>di</strong>ci palermitani”.<br />

La giornata della memoria ha avuto<br />

inizio, come da programma, con il<br />

messaggio del Presidente della Repub-<br />

blica Giorgio Napolitano che ha riba<strong>di</strong>to<br />

la necessità <strong>di</strong> fare chiarezza<br />

sulle stragi mafiose che hanno sconvolto<br />

l’Italia nei primi anni novanta e<br />

<strong>di</strong> non rimanere in<strong>di</strong>fferenti o peggio<br />

ancora, finire collusi con le cosche<br />

mafiose in quanto l’attenzione e la<br />

verità sono le armi per sconfiggere la<br />

mafia. La mattinata non ha riscosso<br />

molta partecipazione popolare, a stento<br />

un centinaio <strong>di</strong> persone presenti in<br />

via D’Amelio e presenti molti bambini,<br />

delle scuole, <strong>di</strong> età compresa fra i tre<br />

e i sette anni che hanno dato vita a<br />

giochi e canti. Con loro i volontari<br />

delle associazioni Ubuntu, Santa Chiara,<br />

e Ragazzi <strong>di</strong> strada dello Zen.<br />

“E’ un atto vile e <strong>di</strong>sgustoso […] e’ un<br />

atto -spiega don Luigi Ciotti, presidente<br />

<strong>di</strong> Libera- che <strong>di</strong>mostra paradossalmente<br />

quanto sia intensa la forza simbolica<br />

<strong>di</strong> quei volti, che lo scultore ha<br />

deciso giustamente <strong>di</strong> raffigurare su<br />

una panchina, in un contesto <strong>di</strong> vita<br />

urbana e <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>anità, a segno <strong>di</strong><br />

come Giovanni e Paolo siano ormai<br />

dentro la coscienza <strong>di</strong> tanti <strong>di</strong> noi. A<br />

18 anni da Capaci e via d’Amelio quella<br />

memoria, come quella <strong>di</strong> tutte le vittime<br />

innocenti delle mafie, si poggia<br />

non su pie<strong>di</strong>stalli, non su parole d’occasione,<br />

non su celebrazioni retoriche,<br />

ma sull’impegno <strong>di</strong> tutte le persone<br />

che si mettono ogni giorno in gioco<br />

per costruire democrazia e giustizia<br />

sociale, <strong>di</strong>cendo no alle mafie e a tutte<br />

le forme <strong>di</strong> illegalità, <strong>di</strong> sfruttamento e<br />

<strong>di</strong> corruzione che delle mafie sono<br />

l’anticamera”. “Ed e’ un impegno -<br />

prosegue Ciotti - che non può essere<br />

vandalizzato ne’ fermato. Che anzi<br />

trova da queste offese una ragione <strong>di</strong><br />

più per allargarsi e rafforzarsi, per<br />

fare in modo che il nostro paese assomigli<br />

a quello che avevano nel cuore<br />

Giovanni, Paolo e tutte le persone che<br />

hanno dato la vita per la democrazia”.<br />

Il numero dei manifestanti è sensibilmente<br />

aumentato nel pomeriggio, sono<br />

giunti infatti da tutta Italia rappresentanti<br />

del “popolo dell’agenda rossa”,<br />

movimento ispirato alla famosa agenda<br />

scomparsa <strong>di</strong> Paolo Borsellino <strong>di</strong>ventata<br />

il simbolo della verità da cercare<br />

sulle stragi <strong>di</strong> mafia del ‘92. Il tutto si è<br />

concluso con la fiaccolata della legalità<br />

la sera per le vie del centro.<br />

Così anche la <strong>di</strong>ciottesima giornata<br />

della memoria è volata via, tra promesse<br />

e contrad<strong>di</strong>zioni, tra la commozione<br />

e il paradosso <strong>di</strong> una società in piena<br />

lotta al suo interno. La lotta contro la<br />

mafia è la lotta della pazienza dove a<br />

vincere sarà colui che avrà perseverato,<br />

sarà libero solo chi arriverà alla fine<br />

del percorso avendoci creduto sempre,<br />

portando con sé le idee <strong>di</strong> Falcone e<br />

Borsellino perché il senso del loro<br />

lavoro era semplicemente questo: “gli<br />

uomini passano ma le loro idee restano<br />

e continueranno a camminare sulle<br />

gambe <strong>di</strong> altri uomini”.<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 15


16<br />

caritas italiana<br />

ALLUVIONI IN PAKISTAN:<br />

LA PREGHIERA E L’AIUTO DELLA CHIESA<br />

PAKISTAN<br />

Martedì 24 <strong>agosto</strong> è stata la giornata<br />

del raccoglimento e della<br />

preghiera. I cristiani del Pakistan<br />

vi hanno aderito su invito del presidente<br />

della Conferenza episcopale del<br />

Paese asiatico, monsignor Lawrence<br />

Saldanha. Nell’ora del «più grande <strong>di</strong>sastro<br />

naturale» della storia del paese, ha<br />

<strong>di</strong>chiarato il presule, «è nostro dovere <strong>di</strong><br />

cristiani rimanere fianco a fianco con i<br />

nostri fratelli musulmani e indù per<br />

fronteggiare la calamità comune con<br />

coraggio e determinazione».<br />

Le parole <strong>di</strong> monsignor Saldanha suggellano<br />

l’impegno della Chiesa e della<br />

rete <strong>Caritas</strong> a favore delle popolazioni<br />

colpite dalle alluvioni. Ai danni umani<br />

(migliaia <strong>di</strong> morti, milioni <strong>di</strong> sfollati, 20<br />

milioni <strong>di</strong> persone colpite) e infrastrutturali<br />

(e<strong>di</strong>fici pubblici e privati<br />

<strong>di</strong>strutti, vie <strong>di</strong> comunicazione interrotte)<br />

si aggiungono i guasti arrecati all’agricoltura<br />

del paese: nel solo Punjab<br />

almeno 1,7 milioni <strong>di</strong> ettari <strong>di</strong> campi<br />

coltivati sono stati danneggiati o<br />

<strong>di</strong>strutti, molti dei quali coltivati a riso,<br />

base dell’alimentazione nazionale.<br />

Governo e agenzie umanitarie stanno<br />

producendo intensi sforzi per fare<br />

fronte ai bisogni, ma intanto – come<br />

confermato da tutti gli operatori umanitari,<br />

compresa <strong>Caritas</strong> Pakistan –<br />

moltissime comunità non sono state<br />

ancora raggiunte, in particolare nelle<br />

regioni del Sindh e del Punjab, e altre<br />

sono raggiungibili con <strong>di</strong>fficoltà. Tra<br />

coloro che soffrono maggiormente ci<br />

sono le madri in fase <strong>di</strong> allattamento e<br />

i bambini al <strong>di</strong> sotto dei 5 anni <strong>di</strong> età.<br />

Rimangono molto forti anche le necessità<br />

<strong>di</strong> ricoveri provvisori e <strong>di</strong> attrezzature<br />

per l’approvvigionamento <strong>di</strong><br />

acqua pulita, unico baluardo contro il<br />

rischio del <strong>di</strong>ffondersi <strong>di</strong> epidemie.<br />

Intanto, le agenzie umanitarie e la rete<br />

<strong>Caritas</strong> segnalano altri effetti preoccupanti<br />

delle alluvioni. Il <strong>di</strong>sastro ha<br />

infatti causato anche una fiammata dei<br />

Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

prezzi <strong>di</strong> tutti i beni <strong>di</strong> prima necessità.<br />

Inoltre, il movimento <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> sfollati<br />

sta causando una fortissima pressione<br />

logistica e sociale su città e territori<br />

che non sono stati <strong>di</strong>rettamente<br />

toccati dalle inondazioni.<br />

<strong>Caritas</strong> Pakistan, con il supporto<br />

delle altre <strong>Caritas</strong>, tra cui anche <strong>Caritas</strong><br />

Italiana, sta proseguendo il suo<br />

intenso lavoro <strong>di</strong> assistenza alle vittime<br />

delle alluvioni in cinque <strong>di</strong>ocesi<br />

colpite (Multan, Quetta, Faisalabad,<br />

Rawalpin<strong>di</strong>-Islamabad e Hyderabad).<br />

Funziona ormai a pieno regime il programma<br />

<strong>di</strong> emergenza, messo a punto<br />

per i primi tre mesi, che vede impegnati<br />

sul territorio centinaia <strong>di</strong> operatori e<br />

volontari e che raggiungerà almeno<br />

250 mila persone, cristiane e musulmane.<br />

Il programma prevede la fornitura<br />

<strong>di</strong> cibo e tende, interventi <strong>di</strong> prima<br />

assistenza sanitaria e me<strong>di</strong>ca, la riparazione<br />

dei sistemi <strong>di</strong> approvvigionamento<br />

<strong>di</strong> acqua, la ricostruzione <strong>di</strong><br />

alcune infrastrutture. Seguirà, nei<br />

mesi successivi, un più robusto e articolato<br />

piano <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> ricostruzione<br />

e assistenza <strong>di</strong> vittime e sfollati,<br />

cui parteciperà anche <strong>Caritas</strong> Italiana.<br />

Per sostenere gli interventi in corso si<br />

possono inviare offerte a <strong>Caritas</strong> Italiana<br />

tramite<br />

C/C POSTALE N. 347013 specificando<br />

nella causale: Pakistan.<br />

Offerte sono possibili anche tramite<br />

altri canali, tra cui:<br />

• UniCre<strong>di</strong>t Banca <strong>di</strong> Roma Spa, via<br />

Taranto 49, Roma – Iban: IT 50 H<br />

03002 05206 000011063119<br />

• Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A,<br />

Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098<br />

100000005384<br />

• Banca Popolare Etica, via Parigi<br />

17, Roma – Iban: IT 29 U 05018<br />

03200 000000011113<br />

• CartaSi e Diners telefonando a<br />

<strong>Caritas</strong> Italiana tel. 06 66177001<br />

(orario d’ufficio)<br />

INDIA<br />

Nel Kashmir in<strong>di</strong>ano, secondo fonti sul<br />

posto, le vittime sarebbero circa 450.<br />

La notte del 7 <strong>agosto</strong> si è abbattuta<br />

sulla città <strong>di</strong> Leh un’onda <strong>di</strong> fango alta<br />

più <strong>di</strong> tre metri che, in soli 20 minuti,<br />

ha <strong>di</strong>strutto case, strade, vie <strong>di</strong> comunicazione,<br />

mezzi <strong>di</strong> trasporto. Il tutto<br />

in una regione già particolarmente<br />

povera. Queste con<strong>di</strong>zioni e la <strong>di</strong>fficoltà<br />

nelle comunicazioni hanno permesso<br />

a <strong>Caritas</strong> In<strong>di</strong>a <strong>di</strong> mettersi in<br />

contatto con le <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong>ocesane del<br />

Kashmir solo alcuni giorni dopo.<br />

Testimonianze raccolte parlano <strong>di</strong><br />

«una <strong>di</strong>struzione immane e piani bassi<br />

delle case completamente sommersi<br />

dal fango». <strong>Caritas</strong> Italiana si sta attivando<br />

a sostegno <strong>di</strong> <strong>Caritas</strong> In<strong>di</strong>a.<br />

CINA<br />

Inondazioni hanno colpito <strong>di</strong>verse<br />

regioni della Cina, tra cui lo Yunnan ed<br />

il Gansu, dove una frana <strong>di</strong> rocce, terra<br />

e fango ha sommerso tre villaggi nella<br />

contea <strong>di</strong> Zhouqu. È stata colpita<br />

anche la regione al confine con la<br />

Corea del Nord. Qui le inondazioni<br />

hanno causato gravi danni nella città<br />

<strong>di</strong> Sinuiju, sul lato nordcoreano del<br />

fiume Yalu. Più contenuti i danni nella<br />

città cinese <strong>di</strong> Dandong, che è stata<br />

efficacemente protetta dagli argini<br />

innalzati a partire dagli anni ‘30, e che<br />

invece sul versante coreano sono stati<br />

smantellati nel corso degli anni. Anche<br />

in questo caso <strong>Caritas</strong> Italiana segue<br />

con attenzione l’evolversi del <strong>di</strong>sastro.


pastorale <strong>di</strong>ocesana<br />

<strong>di</strong> Rosa Buzzi<br />

SERVIZIO PASTORALE DISABILI<br />

INCONTRO SEMINARIALE DI CONOSCENZA, SCAMBIO E PROGRAMMAZIONE - 5 e 6 Luglio 2010<br />

avvenuto a Baida, presso<br />

la casa Sant’Anna, è nato dal<br />

L’incontro<br />

desiderio <strong>di</strong> mettere in <strong>di</strong>alogo la<br />

comunità ecclesiale e le <strong>di</strong>verse realtà<br />

che nel territorio si occupano <strong>di</strong> persone<br />

con <strong>di</strong>sabilità. Due le domande sulle<br />

quali riflettere: quale la situazione<br />

attuale dell’integrazione e cosa fare<br />

insieme perché l’inclusione della persona<br />

con <strong>di</strong>sabilità <strong>di</strong>venti la norma e non<br />

l’eccezione <strong>di</strong> quella che viene percepita<br />

come una super –comunità.<br />

Mons. Benedetto Genual<strong>di</strong>, consapevole<br />

del grave <strong>di</strong>sagio che vivono le persone<br />

con <strong>di</strong>sabilità e le loro famiglie, ci ha rassicurato<br />

sull’impegno della <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong>ocesana<br />

verso <strong>di</strong> loro. Questo lo scopo dell’<br />

appoggio ai C’entri Anch’io e alla Casa<br />

Anch’io e il progetto “Ortocircuito” in<br />

collaborazione con il <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong><br />

salute mentale dell’ASP.<br />

Il prof. Giuseppe Re, che con la moglie<br />

Lia Mulia <strong>di</strong>rige l’Ufficio <strong>di</strong> Pastorale<br />

Familiare, ha puntato l’accento sull’importanza<br />

del sostenere la coppia genitoriale.<br />

La presenza <strong>di</strong> una persona con<br />

<strong>di</strong>sabilità può <strong>di</strong>ventare più facilmente<br />

uno stimolo educativo per l’intera comunità<br />

se ben accolta in famiglia. Si spera <strong>di</strong><br />

portare avanti una partecipazione <strong>di</strong> operatori<br />

del servizio pastorale <strong>di</strong>sabili ai<br />

corsi <strong>di</strong> preparazione al matrimonio.<br />

Don Fulvio Iervolino, esponendoci le<br />

<strong>di</strong>verse ed interessanti attività della pastorale<br />

giovanile ci ha proposto la presenza <strong>di</strong><br />

alcune persone <strong>di</strong>sabili nella commissione<br />

dell’ufficio e un assistente alla comunicazione<br />

negli incontri mensili.<br />

La dott. Paola Geraci ha riferito dell’esperienza<br />

della scuola <strong>di</strong> formazione per<br />

operatori della salute che il prossimo<br />

anno si svolgerà presso la parrocchia San<br />

Raffaele Arcangelo e che prevede alcuni<br />

incontri proprio sul tema della <strong>di</strong>sabilità.<br />

Per sperimentare la “<strong>di</strong>versa” ma non per<br />

questo meno efficace, possibilità <strong>di</strong> comunicare<br />

<strong>di</strong> persone con gravi <strong>di</strong>sabilità, la<br />

nostra riflessione è stata arricchita da una<br />

rappresentazione teatrale offerta dall’<br />

Associazione Recupero Cerebrolesi.<br />

Don Alfonso Liotta, parroco <strong>di</strong> Santa<br />

Luisa De Marillac, ha testimoniato come<br />

l’abbattimento <strong>di</strong> alcune barriere architettoniche<br />

unitamente a dei percorsi <strong>di</strong> cate-<br />

chesi nei quali sono stati integrati bambini<br />

con gravi <strong>di</strong>sabilità hanno permesso alla<br />

comunità <strong>di</strong> fare esperienze <strong>di</strong> crescita<br />

umana e spirituale.<br />

I vicari episcopali Mons. Giovanni Oliva,<br />

Don Michele Polizzi e padre Roberto<br />

Zambolin hanno sottolineato l’importanza<br />

<strong>di</strong> un’animazione pastorale integrata<br />

affinchè le persone <strong>di</strong>sabili possano sollecitare<br />

nella Chiesa una delle sue imprescin<strong>di</strong>bili<br />

caratteristiche: l’accoglienza.<br />

Per raggiungere questi obiettivi occorre,<br />

però, lavorare maggiormente per<br />

“coscientizzare” le comunità, attraverso i<br />

consigli pastorali parrocchiali.<br />

Don Filippo Custode parroco dell’ Imma-<br />

colata Concezione <strong>di</strong> Ventimiglia ha in<strong>di</strong>cato<br />

tra i fattori “han<strong>di</strong>cappanti” delle<br />

nostre comunità il senso <strong>di</strong> vergogna delle<br />

famiglie <strong>di</strong>sabili e la superficialità dell’uomo<br />

d’oggi. Per abbattere queste barriere<br />

culturali la comunità parrocchiale organizzerà<br />

una giornata <strong>di</strong> sensibilizzazione<br />

in ottobre con la collaborazione dell’associazione<br />

“Uniti verso la meta” , rappresentata<br />

all’incontro da Antonella Corsello.<br />

Don Francesco Di Pasquale, parroco <strong>di</strong><br />

Santa Chiara alle Stimmate, ha riferito<br />

dell’esperienza della comunità con le persone<br />

<strong>di</strong>sabili nell’ oratorio e nell’assistenza<br />

alle famiglie e ci ha detto del grande <strong>di</strong>sagio<br />

generato dall’insufficienza dei servizi<br />

socio-assistenziali del nostro territorio.<br />

La dott.ssa Anna Salone, <strong>di</strong>rigente dell’ufficio<br />

H ha comunicato la nascita <strong>di</strong> un<br />

“ufficio citta<strong>di</strong>nanza” che possa potenziare<br />

il lavoro <strong>di</strong> rete e l’informazione\<br />

nel territorio. Ci ha anche informato dell’avvio<br />

<strong>di</strong> attività finanziate dal Comune<br />

<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> presso dei centri <strong>di</strong>urni per<br />

<strong>di</strong>sabili, dei quali ci ha parlato più <strong>di</strong>ffusamente<br />

Fiorella Acanfora dell’ associazione<br />

Futuro Semplice. Fiorella,<br />

mamma <strong>di</strong> una ragazza con <strong>di</strong>sabilità<br />

intellettiva ha chiesto che le persone<br />

con <strong>di</strong>sabilità non vengano trattate come<br />

“note stonate” e a chi chiedeva come<br />

comportarsi <strong>di</strong>nanzi una persona con<br />

ritardo mentale ha suggerito <strong>di</strong> comportarsi<br />

normalmente perché il “pensarci<br />

su” può immobilizzare e creare barriere.<br />

Presente anche per l’Unione Ciechi (UIC)<br />

il Prof. Giuseppe Scaccia e per l’Ente<br />

Nazionale Sordomuti (ENS) Diego Bonaccorso.<br />

Entrambe le associazioni ci hanno<br />

chiesto <strong>di</strong> lavorare in rete e hanno dato la<br />

loro <strong>di</strong>sponibilità per incrementare l’integrazione<br />

nelle comunità ecclesiali.<br />

P. Alessandro Manzone , che è stato<br />

presente entrambe le giornate con operatori<br />

pastorali della Sacra Famiglia, ha<br />

chiesto una collaborazione nella formazione<br />

<strong>di</strong> assistenti alla comunicazione al<br />

Gruppo Effatà , che opera con le persone<br />

sorde. Clara Milone del San Giuseppe<br />

Cottolengo ci ha testimoniato come<br />

il sostegno del gruppo famiglie alle attività<br />

del C’entro Anch’io 1 e la presenza<br />

del gruppo Effatà in parrocchia siano<br />

state esperienze che sebbene all’inizio<br />

hanno creato delle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> adattamento<br />

poi sono <strong>di</strong>venute occasione <strong>di</strong><br />

crescita per l’intera comunità.<br />

Vincenzo Giglio del gruppo <strong>Caritas</strong> della<br />

parrocchia Sant’Oliva ci ha detto che la<br />

sua attività con le persone <strong>di</strong>sabili non<br />

nasce dalla professionalità ma dalla coerenza<br />

al suo essere cristiano.<br />

Il pomeriggio ci ha visti impegnati nella<br />

programmazione e più <strong>di</strong> una volta è<br />

emerso il <strong>di</strong>sagio <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse parrocchie<br />

causato dalla carenza <strong>di</strong> persone che<br />

riescano a sviluppare un senso <strong>di</strong> corresponsabilità<br />

nella propria comunità .<br />

A conclusione la Messa celebrata presso<br />

la parrocchia <strong>di</strong> Baida da Don Michele<br />

Giuffrida e con la presenza delle tre<br />

suore <strong>di</strong> Sant’Anna che ci hanno amorevolmente<br />

accolti e “coccolati” . La gioia<br />

e la consolazione più grande, sottolineata<br />

dal celebrante durante l’omelia, la<br />

risposta ai nostri interrogativi dataci dal<br />

Vangelo del giorno nel quale si racconta<br />

della compassione <strong>di</strong> Gesù per le folle <strong>di</strong><br />

ammalati e infermi e la sua richiesta a<br />

pregare perché “ la messe è abbondante,<br />

ma sono pochi gli operai” (Mt 9,38).<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 17


promozione umana<br />

<strong>di</strong> Valeria Gan<strong>di</strong>ni<br />

Il Ruolo Profetico della Vita Religiosa<br />

<strong>di</strong> fronte al fenomeno della “Tratta<br />

delle Nuove Schiave”<br />

Èil Titolo dell’Incontro tenutosi il<br />

19 Giugno presso l’Istituto delle<br />

suore Figlie della Croce in<br />

Corso Tukory 204.<br />

L’Incontro è stato organizzato dall’U-<br />

SMI <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> in collaborazione con<br />

Sr. Eugenia Bonetti, responsabile dell’Ufficio<br />

Tratta dell’USMI a Roma, e vi<br />

hanno partecipato una settantina <strong>di</strong><br />

suore della Diocesi, e altre persone<br />

interessate al fenomeno.<br />

Abbiamo dato uno sguardo alla situazione<br />

della donna nel mondo oggi e<br />

abbiamo visto come il volto della<br />

povertà, dell’emarginazione, della<br />

<strong>di</strong>scriminazione e dello sfruttamento<br />

nel mondo, è assunto dalle donne.<br />

Esse rappresentano l’80 % <strong>di</strong> quanti<br />

vivono in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> assoluta povertà<br />

e circa i due terzi degli 850 milioni <strong>di</strong><br />

analfabeti presenti nel mondo. Più<br />

della metà delle persone colpite dal<br />

virus dell’AIDS sono donne tra i 15 e i<br />

24 anni; la maggior parte <strong>di</strong> loro vivono<br />

nei Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo. Infatti è la<br />

donna che in molti paesi deve pensare<br />

al sostentamento della famiglia.<br />

È la donna che soffre a causa della<br />

carestia, della scarsità d’acqua, delle<br />

guerre e delle lotte tribali.<br />

È la donna che soffre per la mancanza<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine e per il contagio dell’AIDS.<br />

È la donna che non può frequentare la<br />

scuola ed è esclusa da compiti <strong>di</strong><br />

18 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

responsabilità, ed è ancora lei che<br />

spesso è costretta a lasciare la sua<br />

patria per cercare altrove sicurezza e<br />

benessere per sé e per la famiglia.<br />

E’ la donna che subisce atti <strong>di</strong> violenza,<br />

in maggior parte sessuali, ed è lei<br />

che spesso è costretta a vendere il suo<br />

corpo per essere usato come oggetto <strong>di</strong><br />

piacere e fonte <strong>di</strong> guadagno per altri.<br />

La povertà più umiliante per una<br />

donna è certamente quella <strong>di</strong> essere<br />

venduta e comprata…<br />

La prostituzione non è un fenomeno<br />

nuovo, ma ciò che è nuovo è che questo<br />

commercio globale sfrutta l’estrema<br />

povertà e vulnerabilità <strong>di</strong> molte donne<br />

e minorenni immigrate: le schiave del<br />

XXI secolo. Ingannate, schiavizzate e<br />

gettate sui nostri marciapie<strong>di</strong> o in locali<br />

notturni, “le prostitute” sono l’ennesimo<br />

esempio della ingiusta <strong>di</strong>scriminazione<br />

imposta alle donne dalla<br />

nostra società del consumismo, da cui<br />

nessuno <strong>di</strong> noi è escluso.<br />

All’inizio degli anni 80, come conseguenza<br />

delle continue <strong>di</strong>fficoltà economiche<br />

nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo,<br />

migliaia <strong>di</strong> donne emigrarono in Europa<br />

in cerca <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> una migliore<br />

qualità <strong>di</strong> vita. Molte <strong>di</strong> queste donne,<br />

clandestine e vulnerabili, <strong>di</strong>vennero<br />

preda <strong>di</strong> organizzazioni criminali connesse<br />

con l’industria del sesso. L’Italia<br />

non fu esente da tale fenomeno <strong>di</strong>venendo<br />

paese <strong>di</strong> “transito” e <strong>di</strong> “destinazione”<br />

per migliaia <strong>di</strong> giovani donne<br />

comprate e vendute<br />

come merce.<br />

È <strong>di</strong>fficile quantificare<br />

le donne<br />

trafficate. Secondo<br />

un report <strong>di</strong><br />

“Save the children”,<br />

emanato il<br />

22 Agosto 2008, si<br />

<strong>di</strong>ce che nel<br />

mondo siano<br />

circa 2,7 milioni<br />

le vittime della<br />

Tratta <strong>di</strong> esseri umani, <strong>di</strong> cui l’80% è<br />

costituito da donne e bambini. Un affare<br />

che, secondo le Nazioni Unite, smuove<br />

32 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari l’anno. In un<br />

altro report dell’ONU, si parla <strong>di</strong> quattro<br />

milioni <strong>di</strong> donne trafficate da una<br />

nazione all’altra oppure spostate all’interno<br />

della stessa nazione.<br />

Solo in Europa, secondo l’Organizzazione<br />

Internazionale delle Migrazioni,<br />

transitano ogni anno per lo stesso motivo<br />

500.000 donne e minori. Anche l’Italia<br />

ha la sua parte <strong>di</strong> vittime, attualmente<br />

si considera che siano tra le 50 e<br />

le 70 mila le donne provenienti dall’Africa<br />

Orientale, dall’America Latina,<br />

dall’Europa e dall’Asia, che vivono e<br />

lavorano sulle nostre strade oppure nei<br />

locali notturni e <strong>di</strong> queste, il 30 – 40 %<br />

sono minori tra i 14 e 18 anni <strong>di</strong> età.<br />

Le Congregazioni Religiose Femminili,<br />

insieme alle <strong>Caritas</strong> Diocesane e ai<br />

gruppi <strong>di</strong> volontariato, furono tra le<br />

prime in Italia a leggere il fenomeno,<br />

a mettere insieme le forze nel combattere<br />

questa schiavitù e ad offrire soluzioni<br />

alternative alla strada. Sono nate<br />

così tre reti: a livello nazionale l’<br />

“USMI” <strong>di</strong> Roma, a livello europeo<br />

“RENATE” e a livello Internazionale<br />

“INTRATIP”.<br />

La <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> sta organizzando<br />

una serie <strong>di</strong> incontri <strong>di</strong> formazione<br />

per Operatori <strong>Caritas</strong> e Volontari interessati<br />

al fenomeno, partendo dal<br />

prossimo Ottobre.


promozione umana<br />

<strong>di</strong> Manfre<strong>di</strong> Sanfilippo<br />

VERSO UN’IMPRESA DI COMUNITÀ<br />

che stiamo vivendo ci<br />

porta a cercare in<strong>di</strong>vidualmen-<br />

L’epoca<br />

te soluzioni a problemi che<br />

hanno origine dal vivere in questa<br />

società, problemi strutturali o sistemici,<br />

e questo non fa che ampliare l’insicurezza<br />

nell’in<strong>di</strong>viduo che, per questo,<br />

si sente sempre più “solo”; il risultato<br />

<strong>di</strong> tutto ciò è che il nemico <strong>di</strong>venta<br />

l’altro, l’estraneo sul quale possiamo<br />

scagliare come pietre tutte le nostre<br />

ansie. È così che ci attacchiamo a<br />

qualsiasi promessa <strong>di</strong> semplificazione<br />

e omogeneizzazione <strong>di</strong> una realtà che<br />

ci intimorisce proprio per la sua eterogeneità.<br />

I risultati sono sotto gli occhi<br />

<strong>di</strong> tutti: nevrosi e depressione, <strong>di</strong>sturbi<br />

<strong>di</strong> personalità non sono più nomi <strong>di</strong><br />

complicate patologie che capiscono<br />

solo gli psichiatri ma esperienze purtroppo<br />

a noi sempre più vicine, le cui<br />

soluzioni non sono sempre facili come<br />

spesso ci vogliono far credere.<br />

Il 7 Luglio scorso si è tenuta a <strong>Palermo</strong>,<br />

presso il centro Agape, una riunione-seminario<br />

dal titolo “Verso<br />

un’impresa <strong>di</strong> comunità”. Si è trattato<br />

<strong>di</strong> un primo passo verso una possibile<br />

nascita <strong>di</strong> un’attività che insieme<br />

possa essere un modo per essere utili,<br />

iniziare un percorso lavorativo e nello<br />

stesso tempo costruire delle relazioni<br />

psichicamente sane, il che non vuol<br />

<strong>di</strong>re escludere dalla nostra vita la<br />

malattia il conflitto e il <strong>di</strong>sagio, ma<br />

dare a queste esperienze accoglienza<br />

e potenzialità <strong>di</strong> superamento.<br />

L’ambito da cui si è partiti è stato<br />

appunto quello del <strong>di</strong>sagio psichico;<br />

ma forse è più corretto <strong>di</strong>re della salute<br />

mentale poiché, già in questo incontro,<br />

in cui erano presenti alcuni “utenti”<br />

dei servizi <strong>di</strong> salute mentale impegnati<br />

nel progetto “ortocircuito” e nelle<br />

attività riabilitative <strong>di</strong> un Centro Diurno<br />

del Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale<br />

della città <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, si è subito<br />

instaurato un clima <strong>di</strong> buona collaborazione<br />

e ascolto reciproco, in cui ogni<br />

partecipante ha avuto modo <strong>di</strong> presentare<br />

brevemente la sua esperienza <strong>di</strong><br />

vita, <strong>di</strong> lavoro e le proprie aspirazioni<br />

per migliorare l’una e l’altra.<br />

Importante, nella giornata è stato il<br />

confronto con esperienze <strong>di</strong> cooperative<br />

sociali già operanti a <strong>Palermo</strong> (la<br />

Cooperativa Solidarietà che gestisce il<br />

Vivaio Ibervillea) e in provincia (Cooperativa<br />

Girasole impegnata nel settore<br />

della raccolta <strong>di</strong>fferenziata nel territorio<br />

<strong>di</strong> Castelbuono).<br />

È stata una bella esperienza <strong>di</strong> partecipazione<br />

dal basso, in un momento in<br />

cui la crisi mon<strong>di</strong>ale dell’attuale<br />

modello economico capitalista, sembra<br />

avere spento ogni speranza verso<br />

un mondo <strong>di</strong>verso, in cui sempre più<br />

appare insensato cercare un lavoro<br />

fuori dalla logica delle clientele, delle<br />

mafie e delle raccomandazioni, facen-<br />

do tesoro delle competenze e delle<br />

risorse <strong>di</strong> ciascuno. Ma proprio sul<br />

tema della speranza si è incentrato il<br />

messaggio iniziale <strong>di</strong> Don Benedetto<br />

Genual<strong>di</strong>, <strong>di</strong>rettore della <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>.<br />

“Si può fare” è il titolo <strong>di</strong> un film che<br />

racconta la storia <strong>di</strong> una cooperativa<br />

<strong>di</strong> Pordenone, fondata da ex ricoverati<br />

in manicomio dopo l’emanazione della<br />

legge 180. Ed è questo il messaggio<br />

che si è rinforzato durante i lavori<br />

durati tutta la giornata, in cui è arrivata<br />

l’eco degli interventi dei vescovi del<br />

meri<strong>di</strong>one che già da alcuni anni spingono<br />

e sostengono esperienze <strong>di</strong><br />

riscatto come quelle del Consorzio <strong>di</strong><br />

Cooperative “Goel” fondato a Locri da<br />

Monsignor Bregantini. Ecco allora<br />

che, anche in un sistema che tende<br />

sempre più ad una visione in<strong>di</strong>vidualistica,<br />

un sistema sociale malato come<br />

quello dominato dalla mafia, la speranza<br />

è già <strong>di</strong>ventata realtà.<br />

Così anche a <strong>Palermo</strong>, un gruppo <strong>di</strong><br />

persone <strong>di</strong> varie esperienze ed età, si<br />

sono messe insieme, in cerchio, guardandosi<br />

negli occhi, per raccontarsi e<br />

cercare <strong>di</strong> mettere in comune vissuti<br />

<strong>di</strong>versi cercando <strong>di</strong> tirare fuori qualcosa<br />

<strong>di</strong> buono, cercando forme nuove<br />

<strong>di</strong> lavoro, per cambiare sia la propria<br />

con<strong>di</strong>zione che quella del territorio in<br />

cui vivono.<br />

Per questo si è cercato <strong>di</strong> partire proprio<br />

da una base eterogenea, guardando<br />

alla <strong>di</strong>versità come una ricchezza<br />

piuttosto che un problema. La composizione<br />

del gruppo dei partecipanti al<br />

seminario è stata davvero varia, sotto<br />

tutti i punti <strong>di</strong> vista, anagrafico, esperienziale,<br />

formativo e culturale, vite<br />

<strong>di</strong>verse mosse però da una comune<br />

voglia <strong>di</strong> comunità, voglia <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre,<br />

<strong>di</strong>alogare, confrontarsi, esplorare<br />

insieme nuovi percorsi possibili.<br />

Certo fare comunità non è sempre<br />

facile e me<strong>di</strong>are le <strong>di</strong>fferenze a volte<br />

può essere complicato, ma la sintesi<br />

delle <strong>di</strong>versità, se prodotta da un confronto<br />

paritario, è sempre sicuramente<br />

fattore <strong>di</strong> crescita e accrescimento<br />

per ogni parte coinvolta e, ancor più,<br />

per il gruppo stesso nel suo insieme. È<br />

stata posta una prima pietra per la<br />

costruzione <strong>di</strong> qualcosa che nessuno<br />

dei partecipanti ha ancora chiaro, ma<br />

il semplice fatto <strong>di</strong> essersi messi insieme,<br />

ed averlo fatto in questo modo, è il<br />

primo passo per creare qualcosa <strong>di</strong><br />

solido, creativo ed interessante, un<br />

piccolo miracolo nella o<strong>di</strong>erna<br />

“società liquida”.<br />

Il contesto del Centro Agape, che pure<br />

fa riferimento ad una specifica identità<br />

cristiana, in cui molti <strong>di</strong> noi si<br />

riconoscono, è sembrato a tutti un<br />

contesto aperto al <strong>di</strong>alogo e alla collaborazione<br />

e a quella “convivialità delle<br />

<strong>di</strong>fferenze” tanto cara al Vescovo Don<br />

Tonino Bello, che con la sua testimonianza<br />

<strong>di</strong> impegno per la Chiesa meri<strong>di</strong>onale<br />

è rimasto nel cuore <strong>di</strong> tanti.<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 19


caritas <strong>di</strong>ocesana<br />

<strong>di</strong> Maria Pagano ed Edoardo Lembo<br />

Educazione e prevenzione ad Aspra<br />

Nel mese <strong>di</strong> giugno sono stati<br />

organizzati dall’equipe del centro<br />

d’ascolto per le <strong>di</strong>pendenze<br />

patologiche dell’Opera Don Calabria e<br />

della <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong> <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, in<br />

collaborazione con il Centro Prevenzione<br />

dell’Opera don Calabria <strong>di</strong> Termini<br />

Imerese, degli incontri <strong>di</strong> prevenzione<br />

sulla problematica della droga e<br />

dell’alcool per ragazzi adolescenti<br />

appartenenti alla parrocchia <strong>di</strong> Aspra.<br />

Sono stati programmati tre incontri: i<br />

primi due nell’oratorio della suddetta<br />

parrocchia, il terzo si è svolto all’interno<br />

della Comunità Terapeutica sita<br />

in contrada S.Onofrio a Trabia.<br />

Gli incontri si sono svolti nell’ottica<br />

della Peer Education che cerca <strong>di</strong> informare<br />

e educare i giovani tramite incontri<br />

tra pari, dove cioè gli operatori coinvolti<br />

e i destinatari dell’intervento tramite<br />

un interazione circolare si trovano<br />

allo stesso livello. L’obiettivo è stato<br />

quello <strong>di</strong> farci raccontare le motivazioni<br />

e i bisogni interni che spingono i giovani<br />

della società a fare uso <strong>di</strong> sostanze<br />

20 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

stupefacenti per favorire una riflessione<br />

critica e una messa in <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong><br />

tutte le informazioni e gli stereotipi che<br />

i ragazzi hanno in merito all’uso e all’a-<br />

buso <strong>di</strong> alcool e droga. Gli strumenti utilizzati<br />

sono stati quelli dell’ascolto non<br />

giu<strong>di</strong>cante e meto<strong>di</strong> psicologici come il<br />

brain storming e il role playing che consentono<br />

<strong>di</strong> far emergere in modo lu<strong>di</strong>co<br />

i pensieri consapevoli e non sui comportamenti<br />

da abuso. L’obiettivo dell’ultimo<br />

incontro è stato quello <strong>di</strong> mettere<br />

a confronto questi adolescenti con gli<br />

utenti della comunità per la cura della<br />

tossico<strong>di</strong>pendenza, per porli a contatto<br />

con la realtà e con i problemi che la<br />

<strong>di</strong>pendenza porta (psicologici, giu<strong>di</strong>ziari,<br />

me<strong>di</strong>ci e economici) tramite testimonianze<br />

<strong>di</strong>rette, <strong>di</strong>alogo e con<strong>di</strong>visione<br />

<strong>di</strong> esperienze. I giovani hanno partecipato<br />

con <strong>di</strong>sponibilità e serietà, con<strong>di</strong>videndo<br />

con noi le loro esperienze, le<br />

loro paure e le tante possibilità che il<br />

mondo <strong>di</strong> oggi propone senza però dare<br />

sostegno emotivo e morale a ragazzi<br />

che devono ancora costruirsi un’identità<br />

matura e responsabile e che vengono<br />

continuamente ammaliati dalla<br />

strategia del tutto e subito e soprattutto<br />

del facile e senza sforzo e rinunce.<br />

Mons. Giallombardo festeggia il 60° genetliaco de<strong>di</strong>cato agli ultimi<br />

Raggiungere la veneranda età <strong>di</strong> novanta anni è certamente un traguardo che soltanto un ristretto numero<br />

<strong>di</strong> persone può festeggiare. È quello che è successo a Monsignor Giovan Battista Giallombardo che lo<br />

scorso 7 <strong>luglio</strong> ha ringraziato il Signore per i doni che gli ha concesso nella lunga e feconda vita umana<br />

e sacerdotale: il successivo 16 <strong>luglio</strong> infatti ha ricordato anche il sessantaseiesimo anniversario <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione<br />

presbiterale. Monsignor Giallombardo ha speso la sua lunga vita per 24 anni nella pastorale parrocchiale come<br />

parroco, successivamente in quella <strong>di</strong>ocesana come vicario episcopale nel servizio della carità (è stato il primo<br />

<strong>di</strong>rettore della <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong> <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>) e infine come Segretario degli Arcivescovi Card. Pappalardo e<br />

Card. De Giorgi.<br />

È stato l’Arcivescovo Paolo Romeo che ha voluto per primo coinvolgere la comunità <strong>di</strong>ocesana negli auguri a<br />

Monsignore, il 2 <strong>luglio</strong> in Cattedrale, alla fine della celebrazione per l’or<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong> tre nuovi sacerdoti <strong>di</strong>ocesani<br />

(nella stessa celebrazione è stato ricordato il cinquantesimo <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione dell’in<strong>di</strong>menticato e amato<br />

Don Pino Puglisi). L’applauso dei presenti ha voluto esprimere la riconoscenza della Chiesa <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> per il tanto bene che ha ricevuto dallo zelo<br />

e dall’abnegazione <strong>di</strong> Monsignor Giallombardo. Il giorno del compleanno gli auguri gli sono stati fatti in Curia dall’Arcivescovo, dal Vescovo Ausiliare,<br />

dai sacerdoti e dai laici che vi prestano servizio.<br />

A pranzo Monsignore è stato ospite della <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong> che ha voluto ricordarlo come colui che, in armonia con il Car<strong>di</strong>nale Pappalardo, ne ha<br />

posto le basi e ne ha creato le con<strong>di</strong>zioni per lo sviluppo.<br />

Nel pomeriggio è stato festeggiato dai suoi familiari (sorella e nipoti) riuniti in occasione del matrimonio della figlia <strong>di</strong> un nipote. I festeggiamenti si sono<br />

conclusi sabato 10 <strong>luglio</strong> con una messa <strong>di</strong> ringraziamento, presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata da numerosi sacerdoti, presso il seminario arcivescovile<br />

nella cappella della casa <strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> Baida. Al termine l’agape fraterna è stata rallegrata dalla presenza degli amici e <strong>di</strong> tutti i seminaristi.<br />

Giovanni Cascino


Il prossimo autunno, i cattolici italiani<br />

converranno a Reggio Calabria<br />

dal 14 al 17 ottobre per vivere<br />

un importante occasione <strong>di</strong> riflessione<br />

e <strong>di</strong> progettazione: la Settimana Sociale.<br />

È la 46^ che viene promossa dal<br />

movimento cattolico italiano che, con<br />

vicende alterne e premesse molto <strong>di</strong>fferenti,<br />

ne ha curato e animato lo svolgimento<br />

sin dal secolo scorso.<br />

Non vuole essere una celebrazione, ma<br />

piuttosto un’occasione <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento<br />

e <strong>di</strong> progettazione da vivere secondo<br />

lo stile del laboratorio e della con<strong>di</strong>visione<br />

<strong>di</strong> idee, competenze, sensibilità,<br />

analisi e proposte: una sfida lanciata<br />

dal Comitato promotore che ha innescato<br />

un processo <strong>di</strong> ascolto e <strong>di</strong> coinvolgimento<br />

della realtà ecclesiale a<br />

livello <strong>di</strong>ocesano e nazionale, ma che<br />

ha anche promosso incontri e confronti<br />

a vario livello con tante forze culturali,<br />

sociali e produttive del paese.<br />

Anche la nostra <strong>di</strong>ocesi ha accolto tale<br />

sfida, vivendola soprattutto come<br />

occasione per dare attuazione alle<br />

linee pastorali <strong>di</strong>ocesane che guardano<br />

al territorio come priorità.<br />

Stiamo vivendo una stagione molto <strong>di</strong>fficile<br />

per la città e per l’intera nazione:<br />

ci ren<strong>di</strong>amo conto che il <strong>di</strong>battito<br />

pubblico è terribilmente impoverito e<br />

ridotto a pettegolezzo. Il <strong>di</strong>sincanto<br />

sembra essere l’orizzonte <strong>di</strong> molti<br />

<strong>di</strong>scorsi e <strong>di</strong> molti <strong>di</strong>aloghi che ascoltiamo<br />

ogni giorno.<br />

La comunità cristiana, e ogni credente<br />

personalmente, deve assumere il compito<br />

<strong>di</strong> vivere “dentro” la propria porzione<br />

<strong>di</strong> storia per aiutare i fratelli e le<br />

sorelle che riconosce come prossimo<br />

ad alzare lo sguardo, a rialzarsi e a<br />

prendere coscienza che “oggi” è tempo<br />

<strong>di</strong> cambiamento.<br />

La prossima settimana sociale può<br />

essere un’occasione per riaffermare<br />

che il ruolo dei cattolici nello spazio<br />

pubblico è quello <strong>di</strong> cercare – insieme<br />

a tutti – il Bene comune e <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>care<br />

tale ricerca dentro un’autentica spiritualità<br />

eucaristica.<br />

Non ci sono “valori cattolici” da <strong>di</strong>fendere<br />

per creare steccati, escludere,<br />

isolare… vaccinarsi dai virus venefici<br />

della società post-moderna, ma ci sono<br />

valori evangelici da <strong>di</strong>ffondere, viven-<br />

chiesa cattolica italiana<br />

<strong>di</strong> Giuseppe Notarstefano<br />

Rigenerare il tessuto sociale del Paese, organizzare la Speranza<br />

Il contributo dei cattolici italiani<br />

doli personalmente “dentro” le scelte<br />

personali, familiari, professionali, politiche,<br />

economiche.. e quin<strong>di</strong> testimoniandoli<br />

con coraggio e tenacia.<br />

Pertanto non ci sono “temi” cattolici,<br />

ma tutte le questioni della città dell’uomo<br />

ci stanno a cuore: così come<br />

l’anonimo della celebre Lettera a Diognéto<br />

ricorda: siamo anima nel<br />

mondo.<br />

Animare evangelicamente questa<br />

società, in questo tempo e riconoscere,<br />

così, il nostro kairos ri-nominando<br />

la crisi come opportunità, assumendo<br />

le sfide con responsabilità, non rassegnandoci<br />

al <strong>di</strong>sincanto delle politica<br />

politicante e della finanziarizzazione<br />

<strong>di</strong>lagante che misura la vita dell’uomo<br />

in unità <strong>di</strong> tempo, pretendendo così <strong>di</strong><br />

trasformare il tempo in denaro.<br />

An<strong>di</strong>amo a Reggio con molta speranza,<br />

con il cuore e la mente fissi su <strong>Palermo</strong>:<br />

sulla nostra terra così bella e così<br />

generosa, dominata da frivoli e me<strong>di</strong>ocri<br />

valvassori che gestiscono il potere<br />

come usurpatori <strong>di</strong> un territorio che<br />

non è più un regno e che certamente<br />

ha <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> essere democrazia.<br />

DAL CONTRIBUTO DIOCESANO AL LAVORO PREPARATORIO DELLA 46^ SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI ITALIANI*<br />

Abbiamo accolto l’invito a partecipare al cammino <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento verso la 46^ Settimana Sociale dei Cattolici italiani riconoscendo in esso una sfida e una provocazione.<br />

Una sfida a <strong>di</strong>latare il nostro sguardo <strong>di</strong> credenti, spesso eccessivamente fiaccato e ripiegato sulle piccole questioni intra-ecclesiali; una provocazione ad<br />

allargare il cuore delle nostre comunità cristiane alle questioni e ai problemi che sono <strong>di</strong> tutti, andando oltre la risposta imme<strong>di</strong>ata alle urgenze e alle contingenze,<br />

ma impegnandoci per lavorare ad un profondo e reale cambiamento civile e politico, assumendo, secondo lo stile del Concilio Vaticano II, sino in fondo le fatiche,<br />

le speranze, le gioie e le angosce degli uomini del nostro tempo. [..] Il documento è, pertanto, il frutto e la sintesi dei contributi raccolti. È il risultato <strong>di</strong> quello che –<br />

per noi – è stato davvero un cammino con<strong>di</strong>viso <strong>di</strong> ascolto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento, compiuto non tanto con l’intento <strong>di</strong> rilevare criticità e no<strong>di</strong> problematici, ma con lo sguardo<br />

appassionato <strong>di</strong> chi vuole cogliere i germi <strong>di</strong> speranza e <strong>di</strong> novità presenti nella nostra realtà. Non si tratta <strong>di</strong> una “mappatura <strong>di</strong> criticità sociali”, ma il risultato <strong>di</strong><br />

un pensiero comune, alla ricerca paziente <strong>di</strong> una progettualità suggerita da un tessuto <strong>di</strong> relazioni che, con gra<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> densità e intensità, evidenziano un principio<br />

<strong>di</strong> novità in atto. […] Dobbiamo, in franchezza, rilevare la <strong>di</strong>fficoltà oggi a tradurre il cuore e i principi della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) in progetti e itinerari<br />

che sappiano comunicarsi con la grammatica della quoti<strong>di</strong>anità e con il ritmo dell’esperienza. I valori cui essa continuamente ci richiama spesso rischiano <strong>di</strong> restare<br />

questioni teoriche, con la tentazione (sempre presente) <strong>di</strong> tradursi in pregiu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> vago sapore ideologico: tutto ciò non ci aiuta nell’annunciare con limpi<strong>di</strong>tà e freschezza<br />

il messaggio evangelico che è il fondamento <strong>di</strong> tale Dottrina. Cre<strong>di</strong>amo, pertanto, che occorra ricominciare da qui: dalla paziente cura della formazione sociale<br />

ispirata alla DSC, dal coscienzioso stile del <strong>di</strong>scernimento (personale e comunitario), dalla esigente testimonianza che non fa sconti a noi stessi ma che si fa prossima<br />

con quanti hanno un passo <strong>di</strong>fferente dal nostro nel cammino della storia […] Con riferimento alla storia recente del Sud, ci sembra <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare due segni che,<br />

nel loro intrecciarsi, sono lievito <strong>di</strong> rinnovamento. In primo luogo l’alleanza, sincera e decisa, stipulata tra la “parte migliore della Chiesa del Sud” 4 e la società civile meri<strong>di</strong>onale<br />

più coraggiosa, contro la criminalità organizzata e le mafie, per un nuovo patto etico da costituire nel rispetto della legalità e della democrazia. In secondo luogo<br />

la rinnovata consapevolezza delle comunità ecclesiali che la pastorale or<strong>di</strong>naria debba sempre più essere orientata all’evangelizzazione e alla missionarietà, riscoprendo<br />

il territorio e la storia come luogo dell’incontro privilegiato tra Dio e l’uomo: la scelta <strong>di</strong> una pastorale <strong>di</strong> integrazione, l’attenzione agli ambiti e ambienti <strong>di</strong> vita come<br />

<strong>di</strong>spositivi organizzativi delle proposte pastorali sono passi importanti verso una <strong>di</strong>rezione profetica e <strong>di</strong> Speranza. […]<br />

Il testo completo si può trovare sul sito www.pastoralesociale.<strong>di</strong>ocesipa.it<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 21


22<br />

promozione umana<br />

<strong>di</strong> Tiziana Di Gristina<br />

STAND UP - TAKE ACTION 2010<br />

Nel Settembre del 2000, in occasione<br />

del Vertice del Millennio<br />

indetto dalle Nazioni Unite,<br />

189 leader mon<strong>di</strong>ali, si sono impegnati<br />

a liberare ogni essere umano dalla<br />

“con<strong>di</strong>zione abietta e <strong>di</strong>sumana della<br />

povertà estrema” ed a “rendere il<br />

<strong>di</strong>ritto allo sviluppo una realtà per<br />

ogni in<strong>di</strong>viduo”. Questa ampia varietà<br />

<strong>di</strong> impegni, nota come gli Obiettivi <strong>di</strong><br />

Sviluppo del Millennio, mira a <strong>di</strong>mezzare<br />

la povertà estrema e la fame, raggiungere<br />

l’istruzione primaria universale,<br />

promuovere l’uguaglianza <strong>di</strong><br />

genere, <strong>di</strong>minuire la mortalità infantile,<br />

migliorare la salute materna, combattere<br />

l’HIV/AIDS, la malaria e le<br />

altre malattie, assicurare la sostenibilità<br />

ambientale, sviluppare un partenariato<br />

globale per lo sviluppo. Tutti i<br />

capi <strong>di</strong> Stato che hanno aderito, si<br />

sono impegnati a raggiungere questi<br />

obiettivi entro il 2015. A sostegno<br />

degli Obiettivi <strong>di</strong> Sviluppo del Millennio,<br />

le Nazioni Unite hanno lanciato la<br />

Campagna del Millennio che mira al<br />

cambiamento delle politiche <strong>di</strong> lotta<br />

alla povertà e collabora con paesi <strong>di</strong><br />

tutto il mondo per aiutare in<strong>di</strong>vidui e<br />

società civili a chiedere conto ai propri<br />

governanti degli impegni presi<br />

verso gli Obiettivi <strong>di</strong> Sviluppo del Millennio<br />

e a lottare per ottenere il<br />

rispetto dei <strong>di</strong>ritti umani per ogni<br />

in<strong>di</strong>viduo. L’accordo che è stato preso<br />

tra gli stati prevede che i paesi poveri<br />

possano raggiungere i primi 7 obiettivi,<br />

promuovendo delle riforme che<br />

mettano al centro la lotta alla povertà<br />

Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

e realizzando strategie che permettano<br />

ad ogni in<strong>di</strong>viduo l’accesso ai servizi<br />

<strong>di</strong> base. Per i paesi ricchi invece<br />

l’impegno riguarda incremento per<br />

l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo ( APS),<br />

il miglioramento della qualità degli<br />

aiuti, allineandosi con le consegne<br />

stabilite alla Dichiarazione i Parigi,<br />

realizzando regole del commercio<br />

internazionale con più equità, e prevedendo<br />

la cancellazione del debito.<br />

I promotori degli Obiettivi del Millennio<br />

ritengono che il raggiungimento<br />

<strong>di</strong> questo traguardo nel 2015 è possibile<br />

solo se ogni citta<strong>di</strong>no è a conoscenza<br />

delle promesse e degli impegni<br />

presi dal proprio governo,e al contempo,<br />

richiede che questi vengano<br />

mantenuti. Anche in Italia l’interesse<br />

a questi temi è molto forte e molto<br />

sentito, ma finora non sono state<br />

adottate misure<br />

<strong>di</strong> intervento concrete<br />

da parte del<br />

governo. Ogni<br />

istituzione<br />

dovrebbe ricordare<br />

che questo<br />

patto ha una rilevante<br />

importanza<br />

, perché per la<br />

prima volta i<br />

paesi ricchi e i<br />

paesi poveri<br />

hanno trovato un accordo e hanno<br />

lavorato insieme per poter garantire<br />

un futuro alle nuove generazioni e a<br />

quelle ancora presenti, tenendo<br />

conto delle proprie responsabilità e<br />

dei ruoli da interpretare per far si<br />

che questo avvenga. Ogni citta<strong>di</strong>no,<br />

<strong>di</strong>versamente da come si crede, può<br />

fare qualcosa, può AGIRE affinché le<br />

ingiustizie vengano sanate. Ma come<br />

? Informando tramite campagne <strong>di</strong><br />

sensibilizzazione sui mezzi <strong>di</strong> informazione<br />

e coorganizzando eventi e<br />

incontri; raccogliendo le voci dei citta<strong>di</strong>ni<br />

contro la povertà; portando<br />

queste voci contro la povertà nelle<br />

se<strong>di</strong> istituzionali e ampliare le richieste<br />

dell’opinione pubblica. L’evento<br />

STAND UP, prevede ogni anno una<br />

mobilitazione mon<strong>di</strong>ale, ricordando a<br />

tutti i capi <strong>di</strong> stato gli impegni presi.<br />

Quest’anno si svolgerà dal 17 al 19<br />

settembre, in occasione del Summit<br />

delle Nazioni Unite de<strong>di</strong>cato agli<br />

Obiettivi del Millennio, dal 20 al 22<br />

Settembre. Anche la <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> si sta impegnando<br />

per far sentire la propria voce in<br />

città, coinvolgendo quante più persone<br />

possibili, e collaborando con<br />

Agesci, Azione Cattolica e Coor<strong>di</strong>namento<br />

<strong>Palermo</strong> Ciclabile. Per info:<br />

mon<strong>di</strong>alita@caritaspalermo.it oppure<br />

Tiziana Di Gristina 091327986.


La televisione: <strong>di</strong>ffusore <strong>di</strong> nuovi valori<br />

o specchio della realtà o<strong>di</strong>erna<br />

La televisione, grazie alla possibilità<br />

<strong>di</strong> raggiungere con facilità le<br />

persone <strong>di</strong>rettamente in casa ed<br />

inoltre, grazie al suo effetto prolungato<br />

nel tempo (un <strong>di</strong>ciottenne ha circa<br />

20.000 ore <strong>di</strong> televisione nel suo curriculum,<br />

un quarantenne circa il doppio),<br />

agisce nelle persone come un<br />

ambiente <strong>di</strong> coltura, in cui si coltivano<br />

atteggiamenti <strong>di</strong> fondo, in cui si<br />

influenzano le relazioni interpersonali<br />

ed in cui si creano degli innesti molto<br />

complessi <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ficazione del messaggio<br />

televisivo con le proprie esperienze<br />

personali. Un tempo, la televisione<br />

presentava una serie <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong><br />

intrattenimento, <strong>di</strong> informazione, con<br />

carattere talvolta pedagogico, cosa che<br />

adesso è venuta totalmente a mancare.<br />

Infatti, coloro che fanno la televisione<br />

oggi non possiedono la responsabilità<br />

sociale <strong>di</strong> un tempo e mirano, piuttosto,<br />

al raggiungimento del maggior<br />

au<strong>di</strong>ance, catturando lo spettatore<br />

con programmi patinati e luccicanti, i<br />

quali non fanno altro che alimentare<br />

l’impressione <strong>di</strong> stare sempre immersi<br />

nel <strong>di</strong>vertimento, totalmente deresponsabilizzati<br />

e alienati <strong>di</strong> fronte<br />

una realtà-non realtà vuota e priva <strong>di</strong><br />

senso, dove l’unico obiettivo è apparire.<br />

Un esempio lampante sono gli show<br />

della domenica, in cui si assiste alla<br />

“fiera delle vacuità”, e dove personaggi<br />

nati dal nulla o da nominati reality<br />

fanno a gara per assicurarsi una inquadratura<br />

<strong>di</strong> telecamera in più, sparando<br />

a zero l’uno sull’altro in una sorta <strong>di</strong><br />

ring in cui il wrestling è fatto a suon <strong>di</strong><br />

insulti. Non si assiste più a spettacoli<br />

fatti <strong>di</strong> “personaggi” capaci <strong>di</strong> inchiodarti<br />

davanti allo schermo per le loro<br />

doti artistiche, si assiste soltanto a litigi<br />

fra semplici persone comuni, bramose<br />

<strong>di</strong> fama e denaro.<br />

La televisione <strong>di</strong>ffonde valori già in<br />

circolo o ne pone degli altri, anticipando,<br />

così, questa involuzione? I pro-<br />

grammi che la televisione ogni giorno<br />

trasmette e che arrivano nelle nostre<br />

case sono davvero lo specchio della<br />

società in cui viviamo?<br />

Quest’ultimo quesito dovrebbe far<br />

riflettere molto, poiché se la risposta<br />

ad esso è affermativa vuol <strong>di</strong>re che<br />

stiamo assistendo all’eclissi della<br />

nostra società e all’alba <strong>di</strong> un futuro in<br />

Oggi chi fa la<br />

televisione mira<br />

al raggiungimento<br />

del maggior au<strong>di</strong>ance<br />

cui saremo sempre più curati e attenti<br />

all’estetica e sempre più abbrutiti e<br />

poveri a livello culturale. Pertanto,<br />

nonostante si tenda a sovrastimare<br />

l’impatto che le idee delle élites<br />

me<strong>di</strong>ali hanno sulla popolazione, non<br />

si deve <strong>di</strong>menticare che la TV è un<br />

forte mezzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione e che raggiunge<br />

chiunque, per cui l’influenza<br />

che in ambiti temporali ristretti appare<br />

irrisoria, <strong>di</strong>venta pregnante se si va<br />

a guardare al lungo termine. Dunque,<br />

questo ridotto numero <strong>di</strong> persone arriva<br />

alle coscienze <strong>di</strong> tutto il mondo, con<br />

un impatto culturale molto marcato,<br />

soprattutto quando i contenuti sono<br />

educazione - scuola<br />

<strong>di</strong> Mimmo Spina<br />

apparentemente <strong>di</strong>simpegnati. Le<br />

scelte <strong>di</strong> tali gruppi, pertanto, sono<br />

influenzate da interessi pecuniari ed<br />

anche ideologici, che si impongono in<br />

maniera silenziosa ma molto pervasiva<br />

sulle fasce più deboli della popolazione,<br />

ovvero i giovani, che assorbono<br />

tutti i messaggi <strong>di</strong>storti che gli si propongono<br />

e li fanno propri. Ecco come<br />

avviene la <strong>di</strong>ffusione e la mo<strong>di</strong>fica dei<br />

valori dei giovani, spesso in senso peggiorativo.<br />

La nostra società è, ormai,<br />

annientata da giovani violenti e spaesati<br />

che vedono come unica via <strong>di</strong> fuga<br />

una carriera televisiva da velina o da<br />

tronista. Il ruolo della famiglia è, pertanto,<br />

centrale nella formazione dell’identità<br />

<strong>di</strong> un ragazzo che, bombardato<br />

da modelli <strong>di</strong>storti ed eccessivi,<br />

dovrebbe poter confidare nell’esperienza<br />

<strong>di</strong> genitori capaci <strong>di</strong> fornire a<br />

questi il giusto in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> vita. In<br />

questa visione me<strong>di</strong>atica post atomica,<br />

a mio parere bisogna andare a<br />

rovistare nel baule della nonna qualche<br />

vecchio valore e trasmetterlo ai<br />

ragazzi <strong>di</strong> modo che l’avanzata del<br />

deserto emozionale e l’anestesia dei<br />

rapporti intergerenazionale possa<br />

essere limitata, ed inoltre facendo in<br />

modo da ripristinare quel senso <strong>di</strong><br />

comunità tanto caro a molti dei nostri<br />

genitori e sconosciuto alla maggior<br />

parte <strong>di</strong> noi.<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 23


educazione - scuola<br />

<strong>di</strong> Giuseppa Calò<br />

QUANDO LA SCUOLA DIVENTA COMUNITÀ<br />

scolastico all’I.P.S.S.A.R.<br />

F. P. Cascino <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, si è<br />

L’anno<br />

concluso con un particolare<br />

momento <strong>di</strong> festa de<strong>di</strong>cato a tre docenti<br />

prossime al pensionamento e a tre<br />

alunni dell’istituto che si sono <strong>di</strong>stinti<br />

positivamente nel corso dell’anno.<br />

Le docenti, Margherita Scardamaglia,<br />

Dorotea Ivech ed Elisa Gariffo, lasciando<br />

il servizio, hanno voluto salutare e<br />

ringraziare la Preside, Lucia Ievolella,<br />

e quanti in questi anni <strong>di</strong> lavoro hanno<br />

interagito e collaborato con loro.<br />

Questo evento, sereno epilogo <strong>di</strong> una<br />

lunga carriera, è stato anche occasione<br />

<strong>di</strong> un bel gesto <strong>di</strong> solidarietà nei<br />

confronti <strong>di</strong> tre alunni della scuola.<br />

Gli alunni, Fabrizio Giangrasso, Elisa<br />

Messina e Nunzia Lo Presti, sono stati<br />

scelti dalle tre docenti per un riconoscimento<br />

particolare e più formale del<br />

loro impegno scolastico e per la loro<br />

<strong>di</strong>sponibilità nei confronto dei compagni.<br />

Si è inoltre voluto dare un segno concreto<br />

<strong>di</strong> tale riconoscimento con una<br />

piccola borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o a ciascuno,<br />

devolvendo, così, la cifra ricevuta in<br />

dono dai tantissimi colleghi.<br />

Sorpresa ed emozione hanno caratterizzato<br />

l’evento. I ragazzi premiati<br />

infatti erano stati invitati a prender<br />

parte al rinfresco, offerto dalle docen-<br />

24<br />

Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

ti, con il pretesto <strong>di</strong> prestare un po’ <strong>di</strong><br />

servizio nella particolare occasione.<br />

«Abbiamo voluto fare questo gesto»<br />

hanno detto le docenti «perché sentivamo<br />

<strong>di</strong> lasciare qualcosa ai nostri<br />

alunni. Simbolicamente abbiamo<br />

in<strong>di</strong>viduato i tre ragazzi per i loro<br />

particolari meriti. Sono alunni che,<br />

come tutti, abbiamo seguito con<br />

affetto in questi anni, proprio perché<br />

la relazione educativa è stata per noi<br />

e per loro molto importante. Vorremmo<br />

aiutarli per il proseguimento<br />

negli stu<strong>di</strong> e certo ciò che abbiamo<br />

donato loro è poco, ma lo offriamo<br />

con gioia e speriamo che in futuro<br />

possa essere un gesto sentito e ripe-<br />

tuto anche da altri.»<br />

L’entusiasmo delle docenti nel contagiare<br />

tutta la comunità scolastica ha<br />

offerto l’occasione <strong>di</strong> poter cogliere la<br />

riflessione dei ragazzi «sono rimasta<br />

senza parole» ha <strong>di</strong>chiarato Nunzia<br />

Lo Presti, una delle due allieve premiate,<br />

«è un bellissimo gesto, mi ha<br />

commosso molto. E pensare che<br />

avevo pure portato i fiori alla mia<br />

insegnante… una sorpresa unica!<br />

Oggi mi sono sentita parte <strong>di</strong> una<br />

comunità. È importante che a scuola<br />

ci sia la relazione e il contatto<br />

umano. È bello che i professori guar<strong>di</strong>no<br />

oltre la sfera del comportamento<br />

e del ren<strong>di</strong>mento scolastico. In<br />

questo modo senti che gli altri sono<br />

accanto a te e ti vedano come persona<br />

e non come un cognome.»<br />

La cura dell’altro come aspetto imprescin<strong>di</strong>bile<br />

della relazione educativa è<br />

una sfida anche per se stessi. Dare il<br />

proprio contributo professionale significa<br />

avere un animo accogliente capace<br />

<strong>di</strong> guardare alla persona nella sua<br />

interezza e <strong>di</strong> scoprirne non solo i<br />

limiti ma anche le innumerevoli<br />

potenzialità.<br />

La concretezza <strong>di</strong> gesti vissuti nella<br />

quoti<strong>di</strong>anità <strong>di</strong> una comunità educante,<br />

che si fa carico dell’altro, e lo<br />

sostiene nel percorso che in fondo si<br />

fa insieme può dare ancora speranza e<br />

fiducia.


Le Figlie della Croce sono nate in<br />

<strong>Palermo</strong> nel 1893 per volere del<br />

Servo <strong>di</strong> Dio sacerdote Nunzio<br />

Russo, una presenza nella Sicilia<br />

dell’800, determinante per un nuovo<br />

tipo <strong>di</strong> formazione e una nuova evangelizzazione<br />

nel canale tipico della<br />

scuola, della promozione umana, della<br />

missione popolare, della catechesi,<br />

del cammino <strong>di</strong> fede. I fanciulli, i bambini,<br />

l’accoglienza dei giovani, le scuole<br />

<strong>di</strong> cucito, ricamo, le parrocchie e le<br />

famiglie furono l’orizzonte <strong>di</strong> ministero<br />

<strong>di</strong> Nunzio Russo e della comunità<br />

religiosa nascente.<br />

Fedeli al Carisma fondazionale ancora<br />

oggi le Figlie della Croce continuano<br />

la loro iniziale missione con la stessa<br />

passione per l’educazione e l’evangelizzazione<br />

non solo attraverso la scuola,<br />

primo canale per educare i ragazzi<br />

e i giovani al rispetto per una civile<br />

convivenza, ai sani principi umani,<br />

morali e religiosi, ma soprattutto<br />

attraverso la catechesi parrocchiale e<br />

in piena sintonia con i parroci delle<br />

parrocchie <strong>di</strong> appartenenza.<br />

Le nostre comunità in Sicilia sono presenti<br />

nelle <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, Cefalù,<br />

Patti. Le Suore in <strong>Palermo</strong> lavorano<br />

nelle comunità parrocchiali della Cat-<br />

tedrale, San Giuseppe Cafasso, Sant’Agata<br />

La Pedata con il servizio della<br />

catechesi, l’animazione liturgica<br />

domenicale e festiva, l’accompagnamento<br />

dei giovani.<br />

I ragazzi, gli adolescenti, i giovani vengono<br />

seguiti tutto l’anno con incontri<br />

perio<strong>di</strong>ci. Il compito per la realizzazione<br />

degli incontri è affidato dalla Congregazione<br />

in modo specifico alla<br />

Commissione Vocazionale scelta dal<br />

Consiglio Generale<br />

La commissione vocazionale promuove<br />

la chiamata <strong>di</strong> Dio all’uomo, attraverso<br />

le <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> vita: religiosa, sacerdotale,<br />

matrimoniale e celibe vissute<br />

nella comune chiamata all’amore,<br />

rivolta da Dio ad ogni uomo. Ciò avviene<br />

attraverso il seguimento spirituale -<br />

vocazionale dei ragazzi e dei giovani<br />

che frequentano le nostre parrocchie e<br />

le nostre comunità. Le consorelle infatti,<br />

svolgono mensilmente degli incontri<br />

spirituali dove partecipano i ragazzi dei<br />

<strong>di</strong>versi paesi dove siamo presenti. Tali<br />

incontri offrono, attraverso la riflessione,<br />

la preghiera, le <strong>di</strong>namiche, il<br />

gioco e i canti, un itinerario <strong>di</strong> <strong>di</strong>scerni-<br />

mento vocazionale. Generalmente i<br />

centri <strong>di</strong> spiritualità dove si svolgono i<br />

ritiri sono: Cefalù e Altavilla ma le consorelle<br />

si recano pure nelle <strong>di</strong>verse<br />

parrocchie dove svolgiamo il nostro<br />

apostolato (<strong>Palermo</strong>, Cefalù, Castelbuono,<br />

Campofelice, Bolognetta,<br />

Mistretta e Altavilla Milicia, per incontrare<br />

ragazzi e giovani ed animare giornate<br />

<strong>di</strong> ritiro). A conclusione del cammino<br />

svoltosi durante l’anno, si realizzano<br />

i campi vocazionali con i ragazzi,<br />

gli adolescenti e giovani nel periodo<br />

estivo, nel nostro centro <strong>di</strong> spiritualità<br />

in Castelbuono. Questi momenti forti <strong>di</strong><br />

ascolto, <strong>di</strong> preghiera, <strong>di</strong> conoscenza <strong>di</strong><br />

Dio e <strong>di</strong> conoscenza personale reciproca,<br />

attraverso le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> gruppo,<br />

sono fondati sui temi che il centro<br />

nazionale Vocazioni propone annualmente<br />

in preparazione alle giornate<br />

mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> preghiera per le vocazioni.<br />

Certamente l’apostolato che la commissione<br />

svolge, è sostenuto dalla preghiera.<br />

La Preghiera infatti è il motore<br />

del loro operare, il loro sostegno per far<br />

fruttificare il seme sparso della Parola.<br />

caritas e territorio<br />

<strong>di</strong> Maria Inzinna<br />

Grest - attività con i bambini<br />

Tutto possono compiere perchè sostenute<br />

dalla preghiera assidua delle consorelle,<br />

le quali accompagnano il<br />

nostro apostolato con l’adorazione<br />

eucaristica per le vocazioni, mettendo<br />

al primo posto l’insegnamento del Maestro:<br />

“Pregate il Padrone della messe<br />

perchè man<strong>di</strong> operai nella Sua messe”.<br />

Quest’anno, oltre ai campi scuola<br />

della Congregazione la Commissione,<br />

con la partecipazione <strong>di</strong> altra consorelle,<br />

ha avuto la gioia <strong>di</strong> animare l’incontro<br />

degli adolescenti e dei giovani<br />

a livello <strong>di</strong>ocesano, nella nostra comunità<br />

<strong>di</strong> Collesano e <strong>di</strong> animare il<br />

Campo Scuola <strong>di</strong>ocesano presso il<br />

Centro <strong>di</strong> Poggio Maria, in Cefalù.<br />

Le esperienze fatte con i giovani sono<br />

sempre motivo <strong>di</strong> riflessione e ricchezza<br />

non solo per loro che vivono un<br />

incontro particolare con il Signore, ma<br />

soprattutto per noi animatrici ed animatori<br />

perché ci permettono <strong>di</strong> entrare<br />

nell’animo <strong>di</strong> questi ragazzi molto<br />

spesso ad<strong>di</strong>tati e criticati ma in fondo<br />

portatori <strong>di</strong> una ricchezza inesauribile<br />

<strong>di</strong> energia, <strong>di</strong> bontà e <strong>di</strong> altruismo, una<br />

grande sete <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> serenità che<br />

erroneamente cercano su piste senza<br />

uscite. A noi, religiosi, sacerdoti e laici<br />

impegnati, il compito arduo <strong>di</strong> entrare<br />

in punta <strong>di</strong> pie<strong>di</strong>, nel massimo rispetto<br />

nel loro mondo, per tirarne fuori tutte<br />

le ricchezze interiori e aiutarli a incanalare<br />

le loro energie nelle giuste<br />

piste del dono, facendo percepire noi<br />

per primi che c’è più gioia nel dare<br />

che nel ricevere.<br />

In tutto quello che fate abbiate sempre<br />

e solo <strong>di</strong> mira: “La Gloria <strong>di</strong> Dio,<br />

la salvezza delle anime, la nostra<br />

umiliazione”. (Padre Nunzio Russo<br />

alle Figlie).<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 25


spiritualità<br />

<strong>di</strong> Angelo Tomasello<br />

È lo Spirito che dà testimonianza,<br />

perché lo Spirito è la verità<br />

L’in<strong>di</strong>menticabile esperienza <strong>di</strong> due seminaristi a Rimini<br />

Spirito che dà testimonianza,<br />

perché lo Spirito<br />

«Èlo<br />

è la verità», con questo<br />

tema si è svolta dal 29 aprile a 2 maggio<br />

’10, nella tra<strong>di</strong>zionale cornice della<br />

Fiera <strong>di</strong> Rimini, la 33ª Convocazione<br />

Nazionale del Rinnovamento nello Spirito.<br />

Il Pastorale <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, quest’anno,<br />

ha offerto a due giovani del nostro<br />

Seminario la possibilità <strong>di</strong> partecipare<br />

all’Incontro e sono stati scelti Salvatore<br />

Biancorrosso e Angelo Tomasello.<br />

Per i due giovani seminaristi è stata<br />

un’esperienza davvero in<strong>di</strong>menticabile<br />

che lascerà segni indelebili nel loro<br />

cammino formativo.<br />

Nei quattro giorni <strong>di</strong> attività assembleare,<br />

l’immancabile Celebrazione<br />

eucaristica quoti<strong>di</strong>ana è stata presieduta,<br />

via via, dai Car<strong>di</strong>nali Sandri,<br />

Herranz Casado e Dias e l’ultimo giorno<br />

da mons. Lambiasi, vescovo <strong>di</strong><br />

Rimini. Il Card. Sandri, Prefetto della<br />

Congregazione per le Chiese Orientali,<br />

nella sua omelia, ha invitato i presenti<br />

a rispondere alla richiesta «dateci del<br />

vostro olio» che proviene dal mondo<br />

<strong>di</strong> oggi, dando una testimonianza <strong>di</strong><br />

fede nel Signore Risorto.<br />

Nell’omelia della Celebrazione del<br />

secondo giorno, il Card. Herranz Casado,<br />

presidente emerito del Pontificio<br />

Consiglio per i Testi Legislativi, ha<br />

ricordato come, in virtù del battesimo,<br />

tutti siamo chiamati ad annunziare il<br />

Vangelo.<br />

Sulla stessa scia si è collocato il Card.<br />

Dias, prefetto della Congregazione per<br />

l’Evangelizzazione dei popoli, che ha<br />

affermato: «testimoniare Cristo<br />

significa portare al mondo il suo profumo».<br />

L’ultimo giorno, infine mons.<br />

Lambiasi, nella sua omelia ha detto<br />

che «il cristiano non è amato perché<br />

amabile, ma è amabile perché è<br />

amato da Dio».<br />

Degne <strong>di</strong> nota le due me<strong>di</strong>tazioni <strong>di</strong><br />

padre Raniero Cantalamessa, Pre<strong>di</strong>catore<br />

della Casa pontificia. Nella prima,<br />

26<br />

Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

sul senso del peccato, il frate ha<br />

accompagnato per mano i presenti nel<br />

ricercare dentro <strong>di</strong> sé il «fittone», una<br />

specie <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ce madre dell’albero<br />

peccato, del peccato ra<strong>di</strong>cale, che<br />

consiste nel non riconoscere Dio, nel<br />

rifiutarsi <strong>di</strong> dargli la gloria che gli<br />

spetta. Nella seconda me<strong>di</strong>tazione sul<br />

sacerdozio, il cappuccino ha ricordato<br />

ai sacerdoti presenti che la Chiesa<br />

deve avere umiltà «perché possa<br />

risplendere <strong>di</strong> Cristo».<br />

Proprio con la seconda relazione <strong>di</strong> p.<br />

Cantalamessa ha preso il via la Festa<br />

sacerdotale, importantissimo momento<br />

dell’incontro <strong>di</strong> RnS. I ventimila<br />

partecipanti hanno potuto rendere<br />

grazie al Signore per il dono dei sacerdoti<br />

che fa alla sua Chiesa. Grazie alla<br />

testimonianza <strong>di</strong> cinque sacerdoti<br />

(don Fortunato Di Noto, fondatore<br />

della Associazione «Meter» per la<br />

tutela dell’infanzia, p. Felice Sciannameo,<br />

M.C.C.J., missionario in Uganda,<br />

il cistercense Dom Pietro Maria Bacillari,<br />

p. Mario Marafioti, S.J., che de<strong>di</strong>ca<br />

il suo servizio a tutti quelli che si<br />

sentono ultimi e don Giosy Cento,<br />

sacerdote e cantautore cristiano) si è<br />

potuto riflettere sull’alta <strong>di</strong>gnità del<br />

Ministero or<strong>di</strong>nato.<br />

A segnare la giornata del Primo maggio<br />

c’è stata, invece, la preghiera <strong>di</strong><br />

guarigione con Damian Stayne, laico,<br />

fondatore della comunità «Cor et<br />

Lumen Christi», impegnato da <strong>di</strong>versi<br />

anni nel ministero <strong>di</strong> guarigione in<br />

tutto il mondo. Stayne ha improntato<br />

la sua relazione sulla riscoperta del<br />

valore della Parola <strong>di</strong> Dio, che non<br />

deve essere solo ascoltata nella mente<br />

o suscitare emozioni, ma che deve<br />

essere e <strong>di</strong>ventare Parola <strong>di</strong> rivelazione.<br />

Stayne ha anche reso testimonianza<br />

<strong>di</strong> come il Signore, attraverso il suo<br />

ministero <strong>di</strong> guarigione, abbia guarito<br />

in sette anni oltre 35.000 persone in<br />

tutto il mondo.<br />

A <strong>di</strong>mostrare l’importanza della testimonianza<br />

del RnS per la Chiesa italiana,<br />

la Convocazione ha de<strong>di</strong>cato una<br />

tavola rotonda alla «Evangelizzazione<br />

del sociale» e alla «Emergenza educativa».<br />

Prendendo spunto dall’enciclica<br />

«<strong>Caritas</strong> in veritate» <strong>di</strong> Benedetto<br />

XVI e moderati da Domenico Delle<br />

Foglie, portavoce <strong>di</strong> «Scienza e vita»,<br />

sono intervenuti Francis Campbell,<br />

ambasciatore della Gran Bretagna<br />

presso la Santa Sede, l’onorevole<br />

Alfredo Mantovano, sottosegretario al<br />

ministero dell’Interno e Ettore Gotti<br />

Tedeschi, presidente dello Ior.<br />

Così ha concluso: «Come può un credente<br />

<strong>di</strong>re <strong>di</strong> avere lo Spirito Santo e<br />

non vivere <strong>di</strong> Spirito Santo? Non portare<br />

lo Spirito Santo agli altri? Il<br />

senso è proprio lo Spirito è la verità<br />

che ricevuta ti fa vivere, camminare,<br />

servire e testimoniare. Questa è l’effusione<br />

dello Spirito Santo: la scelta <strong>di</strong><br />

essere, e per sempre, <strong>di</strong> Cristo».<br />

Molti, vuoi per non conoscenza, vuoi<br />

per le errate declinazioni del Movimento<br />

in cui si sono imbattuti, hanno<br />

finito per ridurre il RnS alle espressioni<br />

esteriori, riti, canti, gestualità vivace.<br />

Ad uno sguardo più attento si vede<br />

invece che <strong>di</strong>etro la gestualità tipica e<br />

i canti coinvolgenti, caratteristici del<br />

movimento, c’è il bisogno <strong>di</strong> amare<br />

Dio, la necessità <strong>di</strong> lodarlo in modo<br />

non convenzionale e uniforme e l’urgenza<br />

<strong>di</strong> mostrare e testimoniare al<br />

mondo l’appartenenza al Signore.


notiziee dalla <strong>di</strong>ocesi<br />

<strong>di</strong> Maria Butera<br />

MONASTERO DELLA VISITAZIONE:<br />

UN POLMONE DI PREGHIERA<br />

PER LA CHIESA E PER LA CITTÀ DI PALERMO<br />

ultratrentennale che<br />

mi lega all’attuale Madre supe-<br />

L’amicizia<br />

riora del Monastero della Visitazione,<br />

Suor Maria Eletta Demma,<br />

mi ha consentito domenica 30 maggio<br />

2010 <strong>di</strong> vivere una profonda esperienza<br />

spirituale. Sono stata infatti invitata<br />

a partecipare alla celebrazione<br />

eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo<br />

Mons. Paolo Romeo, in occasione<br />

del 400° anniversario <strong>di</strong> fondazione<br />

della famiglia religiosa delle Visitan<strong>di</strong>ne,<br />

avvenuta nella solennità<br />

della SS. Trinità ad Annecy nel 1610.<br />

Può apparire singolare che un vescovo,<br />

come lo era San Francesco <strong>di</strong><br />

Sales, attento alle necessità concrete<br />

degli uomini del suo tempo, dopo<br />

avere creato, insieme a Santa Francesca<br />

Giovanna Chantal, una comunità<br />

<strong>di</strong> suore de<strong>di</strong>te alla carità verso gli<br />

ultimi, abbia poi trasformato la sua<br />

fondazione in un or<strong>di</strong>ne monastico <strong>di</strong><br />

vita claustrale. Il Vangelo però ci <strong>di</strong>ce<br />

che non c’è contrad<strong>di</strong>zione tra vita<br />

attiva e contemplazione, ma la preghiera<br />

è l’anima <strong>di</strong> tutta la missionarietà<br />

della Chiesa. Infatti Mons.<br />

Romeo ha sottolineato nell’omelia la<br />

grandezza del dono che sono le 26 visitan<strong>di</strong>ne<br />

per la nostra Chiesa locale,<br />

perchè dalle mura del monastero <strong>di</strong><br />

via San Francesco <strong>di</strong> Sales, l’orazione<br />

elevata a Dio passa<br />

attraverso l’offerta<br />

della loro vita e questo<br />

naturalmente arricchisce<br />

<strong>di</strong> grazie feconde la<br />

nostra comunità ecclesiale<br />

<strong>di</strong>ocesana. Inoltre<br />

L’Arcivescovo ha ricordato<br />

che Gesù ha voluto<br />

che si <strong>di</strong>ffondesse la<br />

devozione al Suo Sacro<br />

Cuore, oggi patrimonio<br />

spirituale della Chiesa<br />

universale, attraverso la<br />

rivelazione privata ad<br />

una visitan<strong>di</strong>na: Santa<br />

Margherita Maria Alacoque. Personalmente<br />

credo molto nel valore dei<br />

claustrali anche nella vita frenetica<br />

vita contemporanea. Infatti quasi<br />

sempre all’interno della preparazione<br />

alla Cresima accompagno una volta<br />

questi fratelli che il Signore mi affida<br />

temporaneamente per la catechesi<br />

presso il monastero <strong>di</strong> clausura. La<br />

prima cosa che colpisce chi non è abituato<br />

a frequentare tali luoghi è quella<br />

<strong>di</strong> trovare donne “normali” che parlano,sorridono<br />

con una luminosità che<br />

viene dal profondo e che sono “stranamente”<br />

aggiornatissime sugli eventi<br />

della città e del mondo. Allora coloro<br />

che stanno approfondendo la catechesi,<br />

incontrando le monache fanno<br />

un secondo passaggio: clausura non è<br />

fuga vigliacca dai problemi, non è isolamento<br />

autoreferenziale, ma è un<br />

cuore che si <strong>di</strong>lata fino ad accogliere<br />

il mondo intero e portarlo davanti a<br />

Dio attraverso il dono <strong>di</strong> sé. Comprendono<br />

inoltre che il monastero<br />

può essere anche un luogo <strong>di</strong> ascolto<br />

per le proprie angosce, <strong>di</strong> profonda<br />

con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> senso per la<br />

propria vita nel momento in cui si<br />

pensa <strong>di</strong> averne smarrito il baricentro.<br />

Infine quelle grate, che poi vengono<br />

regolarmente aperte per salutare<br />

amabilmente i visitatori, sono solo<br />

in<strong>di</strong>catrici del cielo, dell’eternità. I<br />

valori <strong>di</strong> questo mondo se sono autenticamente<br />

umani e cristiani vanno<br />

perseguiti con tutta la coerenza e l’impegno<br />

possibili, ma non sono realtà<br />

definitive. Noi camminiamo tra il “già”<br />

e il “non ancora”, siamo nel mondo,<br />

ma come scrive l’autore della lettera a<br />

Diogneto, il compimento della nostra<br />

vita non è quaggiù. E i claustrali ci<br />

testimoniano con il loro stile <strong>di</strong> vita<br />

che la loro separazione non è reale,ma<br />

simbolica. Quin<strong>di</strong> essa ci invita a pensare<br />

che il Regno <strong>di</strong> Dio che inizia su<br />

questa terra non si conclude su <strong>di</strong><br />

essa, ma va verso la<br />

Città santa, la Gerusalemme<br />

celeste. E domenica<br />

30 maggio il canto<br />

celestiale delle suore,<br />

nascoste agli occhi <strong>di</strong><br />

tutti, ma fortemente<br />

presenti al mio cuore,<br />

mi ha aiutato a pregustare,<br />

mentre sono<br />

ancora nel tempo, un<br />

pezzetto <strong>di</strong> quel Para<strong>di</strong>so<br />

nel quale Gesù è<br />

andato a preparare un<br />

posto per ciascuno <strong>di</strong><br />

noi.<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 27


formazione<br />

<strong>di</strong> Massimiliano Lo Chirco e Angelo Tomasello<br />

EDUCARE LE RELAZIONI<br />

le relazioni», con<br />

questo tema si è svolto dal<br />

«Educare<br />

16 al 21 <strong>luglio</strong> ’10, a San<br />

Lorenzo <strong>di</strong> Sebato, vicino Bolzano,<br />

l’ormai tra<strong>di</strong>zionale Corso breve <strong>di</strong><br />

pastorale integrata riservato ai seminaristi<br />

italiani. L’organizzazione del<br />

Corso ha visto la collaborazione <strong>di</strong><br />

quattro uffici pastorali della CEI, Ufficio<br />

Liturgico Nazionale, Ufficio Nazionale<br />

per la Pastorale della Famiglia,<br />

l’Ufficio Nazionale per la Pastorale<br />

della Sanità e l’Ufficio Catechetico<br />

Nazionale, e due organismi collegati<br />

alla CEI, <strong>Caritas</strong> italiana e il Centro<br />

Nazionale Vocazione.<br />

La <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> ha<br />

offerto a Massimiliano Lo Chirco e<br />

Angelo Tomasello, due giovani del<br />

Seminario <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, la possibilità <strong>di</strong><br />

partecipare all’appuntamento bolzanese.<br />

La proposta del Corso voluto dalla CEI<br />

nasce dal desiderio <strong>di</strong> dare una testimonianza<br />

semplice e concreta del<br />

cammino pastorale in<strong>di</strong>cato alle comunità<br />

nella nota dei Vescovi dopo il Convegno<br />

<strong>di</strong> Verona “Rigenerati per una<br />

speranza viva”. Al numero 25 della<br />

nota del 2007 i vescovi scrivevano:<br />

«Alla base della pastorale “integrata”<br />

sta quella “spiritualità <strong>di</strong> comunione”<br />

che precede le iniziative concrete e<br />

purifica la testimonianza dalla tentazione<br />

<strong>di</strong> cedere a competizioni e personalismi.<br />

Una pastorale “integrata”<br />

mette in campo tutte le energie <strong>di</strong> cui<br />

il popolo <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong>spone, valorizzandole<br />

nella loro specificità e al tempo stesso<br />

facendole confluire entro progetti<br />

comuni, definiti e realizzati insieme».<br />

La giornata del 16 è stata riservata agli<br />

arrivi e alle sistemazioni presso l’Hotel<br />

Mondschein Luna <strong>di</strong> San Lorenzo.<br />

I lavori del corso sono iniziati sabato 17<br />

con la prima relazione dal titolo «A<br />

immagine del Dio relazione» curata da<br />

Mons. Pietro M. Fragnelli, vescovo <strong>di</strong><br />

Castellaneta. Nel suo intervento, iniziato<br />

con l’invocazione allo Spirito santo<br />

«artista delle relazioni», Mons. Fragnelli<br />

ha cercato <strong>di</strong> connettere il tema asse-<br />

28 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

gnatogli al sapere teologico, antropologico<br />

e psicologico. Tra le altre cose il<br />

vescovo pugliese ha affermato: «La relazione<br />

nasce nella tenda della solitu<strong>di</strong>ne.<br />

La vera con<strong>di</strong>zione per imparare a stare<br />

con gli altri è imparare a stare da soli».<br />

La seconda relazione, nel pomeriggio<br />

della stessa giornata, è stata proposta<br />

da don Nico Dal Molin, <strong>di</strong>rettore del<br />

Centro nazionale Vocazioni, che ha<br />

sviluppato il tema «La relazione prima<br />

del ruolo: la <strong>di</strong>namica del cuore accogliente».<br />

Don Dal Molin ha ricordato<br />

agli oltre sessanta seminaristi presenti<br />

nella sala messa a <strong>di</strong>sposizione dal<br />

Comune <strong>di</strong> San Lorenzo, quale è la<br />

sfida educativa che li vede protagonisti.<br />

«Credo - ha detto il Direttore CNV<br />

- sia in<strong>di</strong>spensabile capire se il seminarista,<br />

persona in formazione ama <strong>di</strong><br />

più il personaggio che sarà o la persona<br />

vera che può essere; se cercherà <strong>di</strong><br />

più l’emergere del proprio ruolo nella<br />

autorealizzazione e nella visibilità o<br />

una identità profondamente umana e<br />

relazionale; se la tensione tra il personaggio<br />

e la persona la porterà maggiormente<br />

a spostare l’ago della propria<br />

vita verso l’esibizionismo o verso<br />

la verità profonda del suo essere e del<br />

suo servizio apostolico».<br />

Domenica 18 <strong>luglio</strong>, i lavori del Corso<br />

hanno avuto una giornata <strong>di</strong> pausa. Ai<br />

seminaristi è stata offerta, infatti, la<br />

possibilità <strong>di</strong> visitare la deliziosa citta<strong>di</strong>na<br />

austriaca <strong>di</strong> Innsbruck, sede <strong>di</strong><br />

una delle più antiche facoltà teologiche<br />

d’Europa. Nel corso dell’escursione<br />

capoluogo del Tirolo Settentrionale,<br />

i partecipanti hanno sostato e pregato<br />

presso la tomba del teologo tedesco<br />

Karl Rahner, tra i protagonisti del Concilio<br />

Vaticano II, sepolto nella cripta<br />

della Chiesa dei Gesuiti, proprio dentro<br />

la facoltà teologica austriaca.<br />

Alla ripresa dei lavori, il 19 <strong>luglio</strong>, è stata<br />

proposta ai seminaristi una relazione a<br />

più voci dal titolo «Costruire la Chiesa<br />

educando le relazioni». A fare da moderatore<br />

Don Paolo Gentili, da poco meno<br />

<strong>di</strong> un anno <strong>di</strong>rettore dell’Ufficio Nazionale<br />

per la Pastorale della Famiglia. Corelatori<br />

don Marco Trivisonne, Vicario<br />

Episcopale per la Pastorale della Diocesi<br />

<strong>di</strong> Teramo–Atri e i coniugi Oreglia partendo<br />

dalla loro esperienza <strong>di</strong> vita <strong>di</strong><br />

coppia hanno suggerito ai seminaristi <strong>di</strong><br />

stare attenti al «ragioniere che è in noi<br />

che ci fa stare sempre dell’idea che gli<br />

altri ci devono sempre qualcosa». I<br />

coniugi, genitori <strong>di</strong> cinque splen<strong>di</strong><strong>di</strong><br />

bambini hanno inoltre sottolineato l’importanza<br />

per costruire delle vere relazioni,<br />

del praticare «L’arte del ringraziare<br />

che ci permette <strong>di</strong> archiviare le cose<br />

belle che avvengono nella nostra vita,<br />

non limitandoci alle cose brutte».<br />

Nella stessa giornata, nel pomeriggio, i<br />

lavori del corso hanno previsto una<br />

tavola rotonda dal titolo «Dire il vangelo<br />

negli ambiti della vita della persona».<br />

Relatori sono stati don Franco Magnani,<br />

Direttore dell’Ufficio Liturgico<br />

Nazionale, don Salvatore Fer<strong>di</strong>nan<strong>di</strong>, <strong>di</strong><br />

<strong>Caritas</strong> italiana e Guido Benzi, Direttore<br />

dell’Ufficio catechistico Nazionale.<br />

Le ultime due relazioni del Corso sono<br />

state affidate a Don Andrea Manto,<br />

Direttore l’Ufficio Nazionale per la<br />

Pastorale della Sanità e a Mons.


Mariano Crociata, Segretario generale<br />

della CEI.<br />

L’intervento proposto da Don Manto, dal<br />

titolo «Fragilità scuola <strong>di</strong> speranza», è<br />

stato a più voci, con le testimonianza <strong>di</strong><br />

Lino e Maria Le Voci e <strong>di</strong> fra’ Marco, religioso<br />

dei Fatebenefratelli. I due coniugi,<br />

visibilmente commossi, hanno raccontato<br />

la loro vita con quattro figli, <strong>di</strong> cui<br />

una, la primogenita Chiarafrancesca,<br />

<strong>di</strong>versamente abile, soffermandosi sulle<br />

<strong>di</strong>fficoltà incontrate in ambito sanitario<br />

e non. Fra’ Marco, invece, impegnato da<br />

<strong>di</strong>versi anni nella Pastorale con i malati<br />

<strong>di</strong> Alzheimer, ha suggerito ai seminaristi<br />

<strong>di</strong> «guardare gli ospedali con meno pietismo<br />

e più realismo, cercando <strong>di</strong> non<br />

abusare, nella pastorale sanitaria, della<br />

parola umanizzazione e soprattutto <strong>di</strong><br />

non ritenere che l’umanizzazione sia<br />

solo aggiungere un bagno in più o colorare<br />

a tinte vive una parete del reparto».<br />

La relazione affidata a Mons. Crociata,<br />

chiamata a concludere il Corso, aveva<br />

il titolo «Generare relazioni per nuovi<br />

cammini educativi» è stata.<br />

Il segretario generale della CEI ha in<strong>di</strong>cato<br />

nelle relazioni e nell’impegno politico,<br />

i due ambiti in cui, «per l’urgenza che<br />

denotano», la Chiesa italiana è chiamata<br />

a proporre nuovi cammini educativi.<br />

Essenziale in ogni percorso educativo è<br />

secondo Crociata la testimonianza. «La<br />

pre<strong>di</strong>cazione ecclesiale abbia il banco <strong>di</strong><br />

prova della sua veri<strong>di</strong>cità nella testimonianza<br />

della comunità cristiana» in<br />

quanto «non c’è spazio per alcuna opera<br />

educativa nell’azione pastorale della<br />

Chiesa al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> una coerenza cercata<br />

tra fede e vita da parte dei credenti».<br />

Piazza Armerina sorge su un’altura<br />

ripartita <strong>di</strong> tre colli dei<br />

monti Erei. E’ un comune della<br />

provincia <strong>di</strong> Enna, nella Sicilia centrale.<br />

Le interessanti ricerche<br />

archeologiche condotte a Montagna<br />

<strong>di</strong> Marzo e a Monte Navone, ci testimoniano<br />

anche la presenza <strong>di</strong> stanziamenti<br />

abitativi e materiali databili<br />

VI, V, III sec. a.C. e ancora resti <strong>di</strong><br />

e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> età ellenistica, romanorepubblicana<br />

e tardo romana. La<br />

città <strong>di</strong> Piazza, il cui toponimo<br />

“Armerina” fu aggiunto nel 1862, fu<br />

in epoca romana un interessante e<br />

florido centro urbano come ci testimonia<br />

il sito archeologico posto in<br />

Contrada Casale.<br />

In questo meraviglioso panorama<br />

archeologico si inserisce l’azione <strong>di</strong><br />

animazione della carità della <strong>Caritas</strong><br />

<strong>Diocesana</strong> <strong>di</strong> Piazza Armerina che<br />

opera come organismo pastorale dal<br />

1977. Il <strong>di</strong>rettore, don Giuseppe Giugno<br />

ci ha raccontato e spiegato come<br />

si concretizza, nel territorio, l’impegno<br />

della <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong> finalizzato<br />

alla promozione umana e alla<br />

<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> uno spirito <strong>di</strong> co-responsabilità<br />

e solidarietà nei confronti<br />

dei fratelli più bisognosi.<br />

La <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong> Piazza Armerina,<br />

afferma don Giugno, ha un centro <strong>di</strong><br />

ascolto <strong>di</strong>ocesano, quattro zonali e<br />

quattro sportelli immigrati ed<br />

opera in collaborazione con le <strong>Caritas</strong><br />

Parrocchiali, laddove esistono,<br />

con<strong>di</strong>videndo i problemi che via via<br />

notizie dalle altre <strong>di</strong>ocesi<br />

<strong>di</strong> Giuseppe Longo<br />

LA CARITAS DI PIAZZA ARMERINA<br />

si presentano. Inoltre le caritas parrocchiali<br />

mantengono i contatti con<br />

la <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong> per avere<br />

orientamento, sostegno e accompagnamento.<br />

Le famiglie che vengono seguite<br />

tramite i centri <strong>di</strong> ascolto (CdA)<br />

sono circa 500 l’anno. Le problematiche<br />

più ricorrenti sono: richiesta<br />

<strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong> alimenti, pagamento <strong>di</strong><br />

bollette, problemi economici,<br />

accompagnamento per visite specialistiche,<br />

abitazioni precarie,<br />

<strong>di</strong>sgregamenti familiari e relativi<br />

problemi dei minori.<br />

La <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong> collabora anche<br />

con i servizi sociali del Comune, con i<br />

servizi territoriali dell’ASP (Azienda<br />

Sanitaria Provinciale), con l’Istituto<br />

Penitenziario e con le comunità residenziali<br />

del territorio. Le associazioni<br />

<strong>di</strong> volontariato più vicine alla <strong>Caritas</strong><br />

<strong>Diocesana</strong> sono: AVULSS, Il Girasole,<br />

AGEDI, Nuovi Orizzonti, Centro<br />

Madre Teresa, La Tenda, Fondazione<br />

Mons. Di Vincenzo, Comunità Frontiere<br />

Lillo Zarba, e le Cooperative Raggio<br />

<strong>di</strong> Sole e Nuovi Percorsi, promossi<br />

dalla <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong>.<br />

Il territorio della <strong>Caritas</strong> si estende<br />

su 75 parrocchie, 12 Vicarie foranee<br />

e 12 Comuni della provincia <strong>di</strong><br />

Enna e Caltanissetta.<br />

Per ciò che concerne la presenza<br />

della popolazione immigrata nella<br />

Diocesi, il <strong>di</strong>rettore ci spiega che il<br />

numero degli extracomunitari rilevati<br />

dagli sportelli immigrati è <strong>di</strong> circa<br />

250 ma che il numero sarà certamente<br />

maggiore. I paesi <strong>di</strong> provenienza<br />

sono: Romania il 40%, Tunisia il 20%,<br />

Marocco il 20%, Polonia il 10%, Albania<br />

il 9% e Grecia l’ 1%.<br />

I progetti, a me<strong>di</strong>o e lungo termine,<br />

portati avanti dalla <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong>ocesana<br />

sono quelli dell’INCI (Immigrati<br />

Integrati In Città) e del SC (Servizio<br />

Civile); in cantiere ci sono dei<br />

progetti per il Micro-Cre<strong>di</strong>to e con<br />

le Scuole per la sensibilizzazione<br />

alla solidarietà e alla cultura dell’amore.<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 29


arte e cultura<br />

<strong>di</strong> Fabrizio Mocciaro<br />

FUOCHI D’ARTIFICIO<br />

“Fuochi d’artifizio”,<br />

l’ultima fatica letteraria della<br />

S’intitola<br />

poetessa Adalpina Fabra<br />

Bignardelli. Il volume, pubblicato per<br />

i tipi della casa e<strong>di</strong>trice ‘Il Bandolo’, è<br />

stato presentato nei giorni scorsi nei<br />

locali dell’Associazione Impiegati in<br />

Quiscenza della Regione Siciliana alla<br />

presenza dell’autrice, della poetessa<br />

Anna Maida Adragna, autrice dell’introduzione<br />

alla silloge, dell’attore<br />

Pippo Romeres, che ha letto alcune<br />

poesie dell’autrice, del pianista Piero<br />

Terranova, che ha sottolineato la lettura<br />

dei versi della signora Bignardelli<br />

con adeguati sottofon<strong>di</strong> musicali, e<br />

dell’e<strong>di</strong>tore.<br />

“E’ con grande sod<strong>di</strong>sfazione che presentiamo<br />

questo volumetto” scrive<br />

Luigi Gianfranco Consiglio, e<strong>di</strong>tore sia<br />

del volume che della rivista ‘Il Bandolo’,<br />

“il primo <strong>di</strong> una collana che abbiamo<br />

voluto chiamare Fuochi ispirandoci<br />

proprio ai ‘Fuochi d’artifizio’, nome<br />

che viene dato da Adalpina Bignardelli<br />

alla raccolta <strong>di</strong> liriche contenute in<br />

questo primo tomo. Le sue poesie<br />

compaiono normalmente in ogni<br />

numero de ‘Il Bandolo’, perio<strong>di</strong>co culturale<br />

palermitano”.<br />

“Siamo perciò lusingati”, scrive ancora<br />

Luigi Consiglio, “che l’Autrice ci abbia<br />

preferito come e<strong>di</strong>tori della sua produzione<br />

letteraria. Dobbiamo anche<br />

ammettere che la sua stima nasce dal<br />

fatto che ha apprezzato, fin dal<br />

momento che ci ha conosciuto, la<br />

nostra meticolosità nel curare i particolari<br />

dell’originale pubblicazione che<br />

possiede quel certo gusto retrò che a<br />

lei (ma non solo a lei) piace”.<br />

30 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />

“La presente silloge” conclude l’e<strong>di</strong>tore<br />

de ‘Il Bandolo’, presenta in or<strong>di</strong>ne<br />

cronologico le liriche polimetriche<br />

composte nei suoi anni giovanili.<br />

Siamo certi che il lettore, nel gustarle,<br />

con<strong>di</strong>viderà sia i contenuti espressi in<br />

modo gradevole che il nostro pensiero<br />

a riguardo”.<br />

Ma chi è Adalpina Fabra Bignardelli?<br />

Palermitana, già insegnante e <strong>di</strong>pendente<br />

della Regione Siciliana, Adalpina<br />

Fabra Bignardelli è presente in<br />

numerosi salotti culturali della città e<br />

alterna la produzione lirica con la collaborazione<br />

al perio<strong>di</strong>co culturale<br />

palermitano “Il Bandolo” che con assiduità<br />

pubblica le sue poesie.<br />

Nel mondo culturale palermitano è<br />

anche nota per l’affabilità nel ricevere<br />

gli amici con raffinate cene e la sua<br />

passione per i ricami miniaturizzati<br />

che hanno destato l’attenzione <strong>di</strong><br />

importanti etnologi.<br />

Ma per tornare alla silloge qui presentata,<br />

la poetessa Anna Maida Adragna,<br />

nell’introduzione al volume, la definisce<br />

“smagliante e sorprendente pirotecnia”<br />

aggiungendo che “mai titolo fu<br />

più adeguato alle piacevoli scorribande<br />

nei temi più <strong>di</strong>versi e alla variopinta<br />

ricchezza del linguaggio”.<br />

“Ora nostalgica”, scrive ancora la<br />

sig.ra Maida Adragna, “Adalpina<br />

attinge al dolce stil novo ed ama troncare<br />

gli infiniti….ora avveniristica<br />

inventa splen<strong>di</strong><strong>di</strong> neologismi…..Ne<br />

risultano quadretti accurati, talvolta,<br />

quasi miniature…. Tesori artistici, le<br />

sue tante realizzazioni ancora più<br />

impreziosite, spesso, da oro <strong>di</strong> pendenti<br />

e spilloni oppure da argento <strong>di</strong><br />

cornicette….”<br />

“A molte poesie della maturità”<br />

annota ancora Anna Maida Adragna,<br />

“si alternano altre, scritte da<br />

‘ragazzetta’, come Adalpina confessa<br />

e i fuochi scoppiettano amabilmente<br />

qua e là in allegria e in tristezza.<br />

Salti mortali o piccoli attenti<br />

passi; ma è sempre il patrimonio<br />

<strong>di</strong> sincerità, <strong>di</strong> ingenuità – protetto<br />

nella cassaforte del suo carattere,<br />

del suo estrinsecarsi – che li guida,<br />

questi suoi gran<strong>di</strong> e piccoli passiversi,<br />

li protegge, quasi e forse ne è<br />

protetta. Il tutto è pervaso da un<br />

sottile ma tangibile filo <strong>di</strong> religiosità……<br />

A chi legge le sue poesie, il<br />

piacere <strong>di</strong> scoprirne tante altre<br />

…<strong>di</strong> perle”.


Alessandro D’Avenia,<br />

Bianca come il latte, rossa come il sangue<br />

Bianca come il latte, rossa come<br />

il sangue è il titolo della struggente<br />

storia narrata da Alessandro<br />

D’Avenia.<br />

L’autore, molto vicino al mondo dei<br />

giovani, ha saputo raccontare secondo<br />

modalità autobiografiche, l’esperienza<br />

<strong>di</strong> un giovane professore <strong>di</strong> filosofia<br />

che propone quoti<strong>di</strong>anamente ai suoi<br />

allievi l’utopia <strong>di</strong> un mondo valoriale<br />

che renda l’esistenza degna <strong>di</strong> essere<br />

vissuta. Fa da contrappunto Leo, il<br />

protagonista del romanzo ribelle e<br />

innamorato, l’io narrante che conduce<br />

il lettore attraverso la trama.<br />

È la storia <strong>di</strong> una ragazza ginnasiale<br />

colpita da leucemia che vede svanire<br />

tutti i suoi sogni e le sue speranze per il<br />

futuro. Leo la ama ed è <strong>di</strong>sposto anche<br />

a donare il suo sangue perché lei viva.<br />

Il sangue appunto è rosso ed è per Leo<br />

un colore positivo. Ma nella vita Leo<br />

incontra anche il bianco, il colore del<br />

il libro<br />

<strong>di</strong> Giuseppa Calò<br />

IO, LORO E LARA<br />

Italia, 2009, Comme<strong>di</strong>a, 115’. Di Carlo Verdone, con Carlo Verdone, Laura Chiatti, Anna Bonaiuto, Marco Giallini,<br />

Sergio Fiorentini, Angela Finocchiaro.<br />

Carlo Verdone<br />

ci regala<br />

una<br />

comme<strong>di</strong>a, seria<br />

nei temi (Valori,<br />

famiglia, immigrazione,<br />

tutti<br />

argomenti che si<br />

sentono spesso<br />

rimbalzare nei Mass me<strong>di</strong>a, ma che è<br />

<strong>di</strong>fficile trovare mescolati insieme in un<br />

film), ma in cui non rinuncia alla risata.<br />

Padre Carlo Mascolo è un sacerdote.<br />

Dal villaggio africano dove è missionario<br />

torna a Roma, per prendersi una<br />

pausa <strong>di</strong> riflessione e interrogarsi su<br />

alcuni dubbi <strong>di</strong> fede sorti con lo scorrere<br />

degli anni. Consigliato dai suoi superiori,<br />

decide <strong>di</strong> rientrare in famiglia; ma<br />

qui, anziché trovare il conforto dei suoi<br />

vuoto, del<br />

niente, della<br />

malattia.<br />

Una percezioneattenuata<br />

dalla<br />

responsabilità<br />

e del<br />

coraggio che<br />

sorprendentementescopre<br />

<strong>di</strong> avere.<br />

A quel punto il bianco <strong>di</strong>venterà il colore<br />

della purezza accanto al rosso dei<br />

suoi capelli e dell’amore. Una storia <strong>di</strong><br />

amore e <strong>di</strong> solidarietà ispirata ad un<br />

fatto veramente accaduto nel 2004. Il<br />

premio Ali<strong>di</strong>rene, recentemente istituito<br />

è destinato a tutti quei ragazzi<br />

che come la protagonista abbiano<br />

<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> possedere la stessa passione<br />

per il teatro e lo stesso spirito <strong>di</strong><br />

gruppo nel lavoro comune. Tale iniziati-<br />

familiari, trova una situazione molto<br />

ingarbugliata. L’anziano padre, vedovo,<br />

ha sposato la badante ucraina; il fratello,<br />

nel settore della finanza, sniffa droghe,<br />

la sorella, psicologa, é <strong>di</strong>vorziata e<br />

ha una figlia adolescente chiusa e introversa.<br />

I fratelli <strong>di</strong> padre Carlo temono<br />

che la “straniera” si porti via tutta l’ere<strong>di</strong>tà<br />

e gli chiedono aiuto per far inter<strong>di</strong>re<br />

il padre. All’improvviso muore la<br />

badante e al suo funerale si presenta la<br />

figlia, la Lara del titolo, che nessuno<br />

aveva mai conosciuto.<br />

Alla fine tutti si rivolgono a lui e lo coinvolgono<br />

e la tanta sospirata pace si <strong>di</strong>legua.<br />

Padre Carlo farà del suo meglio<br />

<strong>di</strong>fendendo i propri doveri <strong>di</strong> prete, cercando<br />

<strong>di</strong> instaurare un <strong>di</strong>alogo tra i vari<br />

“mon<strong>di</strong>” in guerra e inseguendo una via<br />

d’uscita. Alla fine, stanchissimo, se ne<br />

va, nata per ricordare la giovane, è<br />

stata sostenuta negli anni da Loretta<br />

Goggi, Fabrizio Frizzi e Carlo delle<br />

Piane.<br />

Attraverso un lessico semplice e familiare<br />

ai giovani, D’Avenia ha riproposto una<br />

storia drammatica affidandola non solo<br />

all’emotività, ma anche alla riflessione<br />

del lettore. È un invito rivolto ai ragazzi<br />

perché realizzino i propri sogni attraverso<br />

il coraggio della crescita e scoprono i<br />

valori dell’amore e della solidarietà proprio<br />

perché scelti e vissuti in prima persona.<br />

È un’occasione per gli adulti per<br />

conoscere i giovani e amarli <strong>di</strong> più. Per<br />

affiancarli e non prevaricarli, in questo<br />

<strong>di</strong>fficile passaggio dell’età adolescenziale,<br />

quando anche l’apatia in realtà è una<br />

richiesta <strong>di</strong> aiuto. La fatica, l’incertezza,<br />

il dolore permeano il transito, ma la<br />

creatura nuova, uomo o donna, saprà<br />

affrontare tutte le inquietu<strong>di</strong>ni che<br />

un’esistenza umana comporta.<br />

il film<br />

<strong>di</strong> Angelo Tomasello<br />

tornerà in Africa e il ritorno alla Missione<br />

è quasi un sollievo. Deluso ma anche<br />

fiducioso che domani, chissà, qualcosa<br />

cambi. La constatazione finale <strong>di</strong>ce,<br />

forse, che l’Italia é, per motivi <strong>di</strong>versi<br />

dall’Africa, scenario <strong>di</strong> una <strong>di</strong>versa ma<br />

altrettanto necessaria missione, per il<br />

recupero <strong>di</strong> valori. E in questo scenario,<br />

il ruolo del sacerdote assume connotati,<br />

ad<strong>di</strong>rittura, fondamentali.<br />

Io, loro e Lara è un film che si vede<br />

con piacere e si fa apprezzare non solo<br />

per l’intrattenimento e le buone prove<br />

dei suoi interpreti, ma anche per il<br />

suo umorismo per nulla volgare. La<br />

trama è complessa e articolata, ma<br />

regge per tutto il film. Verdone é bravo<br />

a suscitare <strong>di</strong>vertimento <strong>di</strong> fronte ad<br />

argomenti per i quali, in fondo, c’è ben<br />

poco da ridere.<br />

<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 31


“NOVITA E PROFEZIA” DI DON PINO PUGLISI<br />

<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, ha voluto ricordare i 50 anni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione presbiterale <strong>di</strong> don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia,<br />

il giorno del suo compleanno, il 15 settembre 1993, con una tavola rotonda, presso la Chiesa del SS. Salvatore, lo scor-<br />

L’Arci<strong>di</strong>ocesi<br />

so maggio. Frutto <strong>di</strong> essa un piccolo libro <strong>di</strong> circa 90 pagine dal titolo Padre Pino Puglisi…quale pastorale? che<br />

l’arcivescovo, mons. Paolo Romeo, ha voluto donare alla Diocesi per “confrontarci con una testimonianza o, meglio, con un<br />

testimone”.<br />

Scorrendo le pagine vi troviamo la relazione del prof. Giuseppe Savagnone, Un prete del piano-terra, nel senso <strong>di</strong> essere<br />

stato, “un sacerdote “normale”, capace <strong>di</strong> portare la “nobiltà” <strong>di</strong> una profon<strong>di</strong>tà spirituale, <strong>di</strong> una umanità <strong>di</strong> una carica innovatrice…La<br />

sua normalità ci comunica il senso <strong>di</strong> quello che un vero pastore deve essere”.<br />

Segue la relazione, più estesa (45 pagine) <strong>di</strong> don Carmelo Torvivia, L’itinerario pastorale <strong>di</strong> don Pino Puglisi, che ricostruisce,<br />

attraverso i suoi scritti e la conoscenza personale, la personalità <strong>di</strong> don Pino e il suo impegno sia teologico che pastorale.<br />

Giusy Caldarella, insegnante <strong>di</strong> religione, riprende una espressione <strong>di</strong> don Puglisi che scherzosamente usava per definirsi: “Il<br />

parroco più altolocato della <strong>di</strong>ocesi” dato che Godrano è un paese <strong>di</strong> montagna e “il prete del papa” alludendo ad un<br />

noto mafioso della zona <strong>di</strong> Brancaccio, dove era situata la sua seconda e ultima parrocchia, San Gaetano. Sapeva essere ironico<br />

e questo l’aiutava nelle <strong>di</strong>fficoltà del suo ministero. La sua esperienza <strong>di</strong> parroco non è stata facile né a Godrano, né a<br />

Brancaccio. La sua forza: la preghiera e la capacità <strong>di</strong> coinvolgere nel cammino <strong>di</strong> fede, dapprima i bambini e poi gli adulti.<br />

Gli Atti della tavola rotonda si chiudono con la relazione della professoressa Ina Siviglia, “La profezia <strong>di</strong> padre Puglisi”: “A chi come me, è stato da lui chiamato<br />

a varie forme <strong>di</strong> collaborazione si offre l’occasione <strong>di</strong> ri-me<strong>di</strong>tare esperienze e vissuti, che sul momento avevano tutta l’aria <strong>di</strong> normalità e che, invece, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

tempo, mostrano uno spessore <strong>di</strong> novità e <strong>di</strong> profezia che ha arricchito la nostra Chiesa palermitana”.<br />

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Fernanda Di Monte

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