luglio/agosto - Caritas Diocesana di Palermo
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Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento postale - Legge 662/96 - CMP <strong>Palermo</strong> Foto: Stu<strong>di</strong>o Camera<br />
SE OGNUNO<br />
FA QUALCOSA<br />
informa<strong>Caritas</strong> <strong>Palermo</strong><br />
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LUGLIO/AGOSTO 2010<br />
ANNO 10 - NUMERO 4<br />
10 °<br />
anno<br />
La sfida antropologica alla ra<strong>di</strong>ce della sfida educativa<br />
Il 3 ottobre il Santo Padre a <strong>Palermo</strong><br />
Don Puglisi martire, lo chiedono 13 associazioni<br />
Il dramma dei senza casa<br />
Chiude i battenti l’ex Onpi<br />
Borsellino, riprendere il filo della memoria
Arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong><br />
<strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong><br />
90134 <strong>Palermo</strong> - Via Matteo Bonello, 2<br />
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Direttore responsabile:<br />
<strong>di</strong>ac. Pino Grasso<br />
Direttore e<strong>di</strong>toriale:<br />
mons. Benedetto Genual<strong>di</strong><br />
Redazione:<br />
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Giuseppe Gianbusso<br />
Salvo Grasso<br />
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Redazione e Amministrazione:<br />
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in<strong>di</strong>ce<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2010<br />
La <strong>Caritas</strong> si prepara ad accogliere gli orientamenti pastorali<br />
per il prossimo decennio ............................ 3<br />
Aspettando il Papa ................................<br />
Sua Santità Benedetto XVI a <strong>Palermo</strong>, un programma incontri<br />
<strong>di</strong> preghiera e catechesi con testimonianze<br />
4<br />
con i Vescovi <strong>di</strong> Sicilia ..............................<br />
Tre<strong>di</strong>ci associazioni sollecitano il Papa a riconoscere la sua morte<br />
5<br />
per la fedeltà a Cristo ..............................<br />
La celebrazione per il 17° anniversario dell’uccisione<br />
<strong>di</strong> padre Pino Puglisi. Un busto ligneo realizzato a Betlemme<br />
6<br />
raffigurerà il prete ucciso dalla mafia ................... 7<br />
Il Comune non riesce a risolvere il problema atavico ........<br />
La situazione abitativa nel quartiere San Filippo Neri a <strong>Palermo</strong>:<br />
8<br />
Casa <strong>di</strong>ritto o conquista? . ........................... 9<br />
Chiusura dell’ex ONPI <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>: il saluto ai nonni <strong>di</strong> Partanna .. 10<br />
Il centro storico, dal bisogno alla risorsa ................. 11<br />
Alla città manca un grande progetto .................... 12<br />
La passione per il bene comune: l’esperienza del Centro Arrupe .. 13<br />
Riprendere il filo della memoria .......................<br />
“Gli uomini passano ma le loro idee restano e continueranno<br />
14<br />
a camminare sulle gambe <strong>di</strong> altri uomini . ................ 15<br />
Alluvioni in Pakistan: la preghiera e l’aiuto della Chiesa ...... 16<br />
Servizio pastorale <strong>di</strong>sabili ...........................<br />
Il ruolo profetico della vita religiosa <strong>di</strong> fronte al fenomeno<br />
17<br />
della “Tratta delle nuove schiave” ...................... 18<br />
Verso un’impresa <strong>di</strong> comunità . ........................ 19<br />
Educazione e prevenzione ad Aspra .................... 20<br />
Rigenerare il tessuto del Paese, organizzare la speranza ...... 21<br />
Stand up - Take action 2010 ..........................<br />
La televisione: <strong>di</strong>ffusore <strong>di</strong> nuovi valori o specchio<br />
22<br />
della realtà o<strong>di</strong>erna ................................ 23<br />
Quando la scuola <strong>di</strong>venta comunità .................... 24<br />
Grest - attività con i bambini ......................... 25<br />
È lo Spirito che dà testimonianza, perchè lo Spirito è la verità ..<br />
Monastero della Visitazione: un polmone <strong>di</strong> preghiera<br />
26<br />
per la Chiesa e per la città <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> .................. 27<br />
Educare le relazioni ............................... 28<br />
La <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong> Piazza Armerina ........................ 29<br />
Fuochi d’artificio . ................................. 30<br />
Bianca come il latte, rossa come il sangue . ............... 31<br />
Io, loro e Lara .................................... 31
La società <strong>di</strong> oggi è una società<br />
frammentata in mille interessi<br />
<strong>di</strong>versi tra loro, anzi spesso contrapposti.<br />
Avviene come in un gran<br />
bazar o in un supermercato, dove la<br />
merce viene esposta in tanti reparti<br />
<strong>di</strong>stinti tra loro, che facilitano l’acquirente<br />
a fare il giro degli scaffali per<br />
prendere i prodotti e riempire il carrello.<br />
Spesso però accade che si va <strong>di</strong><br />
fretta, per cui non si <strong>di</strong>spone del tempo<br />
necessario per verificare la qualità<br />
della merce in rapporto al prezzo e alla<br />
sua scadenza, tanto meno per leggere<br />
la tracciabilità del prodotto a garanzia<br />
<strong>di</strong> una scelta fatta con intelligenza.<br />
Lo stesso stile del supermercato rischia<br />
<strong>di</strong> essere utilizzato anche nell’orientamento<br />
della propria vita rispetto alla<br />
scelta dei valori, per cui si fanno entrare,<br />
per così <strong>di</strong>re, nel carrello della propria<br />
vita, e comunque della propria giornata,<br />
le idee e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vivere non solo più<br />
<strong>di</strong>versi, ma anche tra loro contrastanti e<br />
quin<strong>di</strong> anche spesso contrad<strong>di</strong>ttori. Alla<br />
fine si pensa <strong>di</strong> potere cambiare “prodotto”,<br />
così come al supermercato anche<br />
nella vita, rispetto a principi etici, a scelte<br />
religiose, a legami sentimentali, senza<br />
riuscire più a esprimere una coerenza <strong>di</strong><br />
pensiero rispetto a una visione <strong>di</strong> vita e a<br />
uno stile <strong>di</strong> vita nel quale la stessa persona<br />
fa fatica a riconoscersi, ma anche con<br />
la stessa complessità a essere riconosciuti<br />
da parte delle persone con cui si<br />
entra in relazione.<br />
L’essere umano così sperimenta la <strong>di</strong>visione<br />
da se stesso, dal proprio io, come<br />
pure dagli altri esseri umani, e finanche<br />
da Dio stesso. La persona umana,<br />
pur sentendo un profondo anelito<br />
all’armonia con se stesso e il cosmo,<br />
alla comunione con Dio e con gli uomini,<br />
sperimenta con dolore spesso, ma<br />
ciò che è peggio con <strong>di</strong>sinvoltura la sua<br />
estraneità da sé, dal prossimo e da Dio.<br />
E così si rischia <strong>di</strong> vivere l’alienazione<br />
più profonda e la frantumazione <strong>di</strong> sé,<br />
sperimentano il peso del male, che è lo<br />
stesso del peso del peccato.<br />
“Così l’uomo si trova in se stesso <strong>di</strong>viso.<br />
Per questo tutta la vita umana, sia in<strong>di</strong>viduale<br />
che collettiva, presenta i caratteri<br />
<strong>di</strong> una lotta drammatica tra il bene<br />
e il male, tra la luce e le tenebre. Anzi<br />
l’uomo si trova incapace <strong>di</strong> superare efficacemente<br />
da se medesimo gli assalti<br />
del male, così che ognuno si sente come<br />
incatenato … Il peccato è una <strong>di</strong>minuzione<br />
per l’uomo stesso, impedendogli <strong>di</strong><br />
conseguire la propria pienezza” (Concilio<br />
vaticano II, Gu<strong>di</strong>um et Spes, Costituzione<br />
pastorale sulla Chiesa nel<br />
mondo contemporaneo, n.13, 1965).<br />
Questa <strong>di</strong>sgregazione dell’uomo in se<br />
stesso produce una profonda <strong>di</strong>varicazione<br />
tra gli uomini, cosicchè viene<br />
gravemente compromessa la in<strong>di</strong>spensabile<br />
<strong>di</strong>mensione comunitaria<br />
della vita sociale in vista della costruzione<br />
del bene comune a causa dell’offuscamento<br />
dei principi e dei valori<br />
inerenti alla <strong>di</strong>gnità della persona<br />
umana. Ciò produce un esasperato<br />
in<strong>di</strong>vidualismo che genera egoismi<br />
personali e corporativismi sociali fino<br />
a negare <strong>di</strong> fatto il valore della solidarietà<br />
e della integrazione sociale. In<br />
questo contesto che <strong>di</strong>venta sempre<br />
più ideologico si ha sempre meno spazio<br />
per la persona in <strong>di</strong>fficoltà, per la<br />
persona <strong>di</strong>versa, per lo straniero.<br />
Questo clima culturale non favorisce<br />
l’aggregazione tra gruppi sociali <strong>di</strong>ver-<br />
e<strong>di</strong>toriale<br />
<strong>di</strong> Benedetto Genual<strong>di</strong><br />
La sfida antropologica alla ra<strong>di</strong>ce della sfida educativa<br />
LA CARITAS SI PREPARA AD ACCOGLIERE GLI ORIENTAMENTI PASTORALI<br />
PER IL PROSSIMO DECENNIO<br />
si e la coesione tra citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> territori<br />
e regioni <strong>di</strong>verse. È questa anche la<br />
preoccupazione della Chiesa, che<br />
guarda al futuro cercando <strong>di</strong> cogliere<br />
nelle contrad<strong>di</strong>zioni del presente i<br />
segni su cui costruire la speranza del<br />
domani. Ma la Chiesa per prima deve<br />
dare al suo interno dei chiari segnali<br />
che manifestano al mondo che è animata<br />
dalla Grazia, cioè dalla presenza<br />
<strong>di</strong> un Dio, che è Unità <strong>di</strong> vita nelle sue<br />
relazioni interpersonali, che è assolutamente<br />
Altro nella sua Trascendenza<br />
mentre vive la ferialità della sua<br />
immanenza, che sa <strong>di</strong>stribuire con<br />
abbondanza carismi ma solo per l’utilità<br />
comune. La Chiesa deve essere<br />
Maestra che educa alla Bellezza che<br />
sa accogliere le brutture e le miserie<br />
del cuore dell’uomo, che educa al<br />
Bene comune perché segue le orme<br />
del Sommo Bene che include ogni<br />
cosa buona uscita dalle sue mani<br />
sapienti, ma che allontana l’alterigia<br />
<strong>di</strong> chi vuole ancora oggi far credere<br />
all’uomo che è possibile farsi <strong>di</strong>o a se<br />
stesso, illudendolo che è possibile<br />
entrare nella Sapienza mettendosi<br />
contro la sua Parola. La Chiesa è chiamata,<br />
in un mondo <strong>di</strong> egoismi, a testimoniare<br />
Dio che è Carità, e cioè è<br />
chiamata a promuovere sempre più<br />
chiari processi <strong>di</strong> inclusione nei confronti<br />
delle persone più fragili ed<br />
escluse, superando ogni tentazione<br />
che possa contrad<strong>di</strong>re l’agire <strong>di</strong> Dio,<br />
che non fa preferenze <strong>di</strong> persone. È su<br />
questa <strong>di</strong>rezione che intende muoversi<br />
la nostra Chiesa <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> continuando<br />
il suo impegno pastorale a partire<br />
dalla Parola e volendo sperimentare<br />
le stesse parole <strong>di</strong> Sapienza con le<br />
quali Dio vuole continuare a nutrire i<br />
suoi figli. E allora la pausa estiva ci<br />
ritempri per proseguire il cammino<br />
intrapreso, perché sappiamo affrontare<br />
nel nuovo anno e nel nuovo decennio<br />
pastorale la sfida educativa, che<br />
ha nella sfida antropologica la sua<br />
vera e più profonda ra<strong>di</strong>ce.<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 3
arci<strong>di</strong>ocesi<br />
<strong>di</strong> Mario Se<strong>di</strong>a<br />
Aspettando il Papa<br />
Insieme Giovani e Famiglie <strong>di</strong> Sicilia<br />
Il 3 <strong>di</strong> Ottobre prossimo le chiese <strong>di</strong><br />
Sicilia incontreranno Benedetto<br />
XVI a <strong>Palermo</strong>. Le chiese e le comunità<br />
si stanno preparando in <strong>di</strong>versi<br />
mo<strong>di</strong> ad accogliere la presenza del<br />
Sommo Pontefice, nella sua prima visita<br />
in Sicilia, in un momento storico<br />
molto particolare per il mezzogiorno e<br />
per tutto il sud d’Italia. La<br />
visita del Santo Padre<br />
infatti, che viene per<br />
incontrare le Famiglie ed i<br />
Giovani, si realizza subito<br />
dopo il documento dell’episcopato<br />
italiano “Per un<br />
paese solidale. Chiesa italiana<br />
e mezzogiorno” e<br />
imme<strong>di</strong>atamente prima<br />
della quarantaseiesima<br />
settimana sociale dei cattolici<br />
italiani dal titolo<br />
“Cattolici nell’Italia <strong>di</strong><br />
oggi. Una agenda <strong>di</strong> speranza<br />
per il futuro del<br />
paese”, che quest’anno si<br />
svolgerà a Reggio Calabria,<br />
al sud quin<strong>di</strong>, dal 14 al 17<br />
<strong>di</strong> ottobre. La lettera dei<br />
Vescovi, la visita del Papa,<br />
la Settimana Sociale dei<br />
cattolici italiani , ci sembrano<br />
appuntamenti<br />
comuni <strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong><br />
prospettiva per un sud nel<br />
quale la Chiesa possa essere<br />
e <strong>di</strong>ventare, con sempre<br />
maggiore chiarezza, segno<br />
<strong>di</strong> speranza al servizio <strong>di</strong><br />
Dio, dell’uomo, e <strong>di</strong> ogni uomo.<br />
Dobbiamo sforzarci <strong>di</strong> entrare, allora,<br />
nella prospettiva <strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> impegno<br />
possibili, così da accogliere tutta la<br />
portata <strong>di</strong> queste occasioni <strong>di</strong> grazia per<br />
tutta la comunità ecclesiale e civile.<br />
Per questo vogliamo evidenziare alcuni<br />
appuntamenti in preparazione alla<br />
visita del santo Padre:<br />
• Sabato 18 Ottobre ore 09.30/12.00 -<br />
4 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
Convegno <strong>di</strong> spiritualità laicale<br />
promosso dall’Azione Cattolica<br />
presso la Casa <strong>Diocesana</strong> <strong>di</strong> Baida -<br />
Relazione dal titolo Benedetto XVI<br />
a <strong>Palermo</strong>: la Chiesa segno <strong>di</strong> speranza<br />
per il sud.<br />
Ci sembra una buona occasione<br />
per riflettere sulla figura <strong>di</strong> Bene-<br />
detto XVI, sul suo pontificato, sul<br />
significato della visita del sommo<br />
Pontefice in Sicilia, al sud per in<strong>di</strong>care<br />
percorsi <strong>di</strong> servizio ecclesiale.<br />
• Trasmissione Mosaico <strong>di</strong> TV 2000,<br />
nei 4 venerdì precedenti la visita<br />
del santo Padre, visibile su <strong>di</strong>gitale<br />
terrestre e streaming – Speciale<br />
visita del Papa a <strong>Palermo</strong>.<br />
Nei 4 speciali avremo modo <strong>di</strong><br />
osservare più da vicino la città e la<br />
<strong>di</strong>ocesi che ospita la visita. <strong>Palermo</strong>,<br />
la sua storia, la sua arte, i suoi<br />
colori ed i suoi sapori, la sua cultura,<br />
la sua chiesa e i servizi <strong>di</strong> carità.<br />
• Venerdì e Sabato 1-2 Ottobre 2010<br />
Convegno Giovani e Famiglie <strong>di</strong><br />
Sicilia - Hotel Saracen –<br />
Lo sguardo del coraggio…per<br />
una educazione<br />
alla speranza.<br />
• Sabato 2 Ottobre<br />
2010 ore 18.00/20.00 Fontane<br />
<strong>di</strong> luce. Con i Vescovi<br />
<strong>di</strong> Sicilia in 20 chiese <strong>di</strong><br />
<strong>Palermo</strong>, riflettiamo e preghiamo.<br />
Ambiti <strong>di</strong> rifessione:<br />
Ambiente, Citta<strong>di</strong>nanza<br />
attiva, Giustizia e Legalità,<br />
Lavoro, Scuola e università.<br />
Alcune chiese<br />
saranno pre<strong>di</strong>sposte per<br />
l’Adorazione Eucaristica,<br />
le Confessioni;<br />
• Sabato 2 Ottobre<br />
2010 ore 21.00 Concerto in<br />
Piazza Poiliteama – “Noi<br />
migliaia <strong>di</strong> luci in festa”<br />
• IL PAPA A PALER-<br />
MO DOMENICA 3 OTTO-<br />
BRE 2010<br />
Ore 10.00 Santa<br />
Messa al Foro Italico presieduta<br />
da Benedetto XVI<br />
Ore 17.00 Incontro <strong>di</strong> Benedetto<br />
XVI con il clero, i seminaristi e la<br />
vita consacrata in Cattedrale<br />
Ore 18.00 Incontro <strong>di</strong> Benedetto XVI<br />
con i giovani a Piazza Politeama.<br />
www.ilpapaapalermo.it<br />
info@ilpapaapalermo.it<br />
segreteria@ilpapaapalermo.it<br />
ufficiostampa@ilapapaapalermo.it
La visita del Santo Padre Benedetto<br />
XVI che ha accolto l’invito<br />
dei vescovi <strong>di</strong> Sicilia con una lettera<br />
del 23 maggio del 2009 sarà preceduta<br />
da una serie <strong>di</strong> incontri <strong>di</strong> preghiera<br />
e <strong>di</strong> catechesi con i presuli siciliani.<br />
“Questa visita si inserisce nel cammino<br />
delle Chiese <strong>di</strong> Sicilia. Vogliamo presentare<br />
al Santo Padre e al mondo – sottolinea<br />
monsignor Paolo Romeo, Arcivescovo<br />
<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> e presidente della Conferenza<br />
Episcopale Siciliana – il vero volto<br />
della Sicilia, che non è fatto solo dall’emergenza<br />
rifiuti, dalla mafia e dai problemi<br />
sociali, ma da una storia che<br />
hanno segnato i nostri santi”. E ha ricordato<br />
quello che i Vescovi italiani hanno<br />
detto nel documento “Per un Paese solidale.<br />
Chiesa italiana e Mezzogiorno” in<br />
riferimento a tre “luminose testimonianze,<br />
come quella <strong>di</strong> don Pino Puglisi,<br />
<strong>di</strong> don Giuseppe Diana e del giu<strong>di</strong>ce<br />
Rosario Livatino, i quali ribellandosi alla<br />
prepotenza della malavita organizzata<br />
hanno vissuto la loro lotta in termini<br />
specificamente cristiani: armando, cioè,<br />
il loro animo <strong>di</strong> eroico coraggio per non<br />
arrendersi al male, ma pure consegnandosi<br />
con tutto il cuore a Dio”.<br />
Momento centrale della visita del<br />
Santo Padre sarà la solenne celebrazione<br />
Eucaristica prevista alle ore 10<br />
nella spianata del Foro Italico Umberto<br />
I. Accanto al Papa per la santa<br />
Messa tutti i Vescovi <strong>di</strong> Sicilia. Sarà<br />
folta, poi, la delegazione <strong>di</strong> giovani e<br />
famiglie provenienti da tutta l’Isola.<br />
Questi, peraltro, già nelle due giornate<br />
precedenti alla visita, saranno impegnati<br />
in manifestazioni culturali, occasioni<br />
<strong>di</strong> riflessione, confronto e intensi<br />
momenti <strong>di</strong> preghiera.<br />
Inoltre, l’Ufficio regionale <strong>di</strong> Pastorale<br />
Giovanile e quello per la Pastorale<br />
Familiare della Conferenza Episcopale<br />
Siciliana organizzeranno un convegno<br />
rivolto alle équipes <strong>di</strong>ocesane, ai<br />
responsabili <strong>di</strong> movimenti, associazioni,<br />
gruppi ecclesiali presenti nelle<br />
Chiese <strong>di</strong> Sicilia. Il tema della riflessione<br />
sarà “Si FIDA<strong>di</strong>TE... Lo sguardo<br />
del coraggio.. per una educazione alla<br />
speranza”.<br />
Nel pomeriggio <strong>di</strong> giorno 3 ottobre, alle<br />
17, Benedetto XVI incontrerà il clero, i<br />
membri <strong>di</strong> vita consacrata e i seminaristi<br />
in Cattedrale. Alle 18, in piazza<br />
Politeama, si svolgerà l’happening con<br />
i giovani provenienti da tutta l’Isola.<br />
Per l’appuntamento a loro rivolto,<br />
sabato 2 ottobre, i giovani incontre-<br />
arci<strong>di</strong>ocesi<br />
<strong>di</strong> Pino Grasso<br />
Sua Santità Benedetto XVI a <strong>Palermo</strong>,<br />
un programma incontri <strong>di</strong> preghiera e catechesi<br />
con testimonianze con i Vescovi <strong>di</strong> Sicilia<br />
ranno i Vescovi <strong>di</strong> Sicilia per l’iniziativa<br />
“Fontane <strong>di</strong> Luce, che avrà<br />
luogo in 20 chiese del centro <strong>di</strong><br />
<strong>Palermo</strong>. In programma laboratori e<br />
riflessioni degli esperti che daranno<br />
elementi concreti per la programmazione<br />
dell’azione pastorale nell’Isola.<br />
I relatori e gli esperti invitati<br />
al convegno sono persone <strong>di</strong> alto<br />
spessore culturale, sociale e religioso,<br />
che vivono e operano nella<br />
nostra regione.<br />
I giovani, insieme con i Vescovi <strong>di</strong> Sicilia<br />
rifletteranno e pregheranno su una<br />
serie <strong>di</strong> ambiti, ma soprattutto avranno<br />
la possibilità <strong>di</strong> accedere al Sacramento<br />
della Riconciliazione nella<br />
chiesa <strong>di</strong> Santa Ninfa ai Crociferi e <strong>di</strong><br />
fare adorazione Eucaristica continua<br />
nella chiesa <strong>di</strong> Santa Lucia dove per<br />
tutti l’inverno i giovani palermitani si<br />
sono ritrovati davanti al Santissimo.<br />
INCONTRI DI PREGHIERA E CATECHESI DEI GIOVANI CON I VESCOVI<br />
AMBIENTE<br />
Lo Sguardo del Coraggio … e la custo<strong>di</strong>a del creato<br />
1. S. Anna La Misericor<strong>di</strong>a - Piazza S. Anna<br />
2. S. Lucia V. e M. - Via Enrico Albanese, 2<br />
3. SS. Salvatore - Via Vittorio Emanuele, 395<br />
CITTADINANZA ATTIVA<br />
Lo Sguardo del Coraggio…e la responsabilità nella città<br />
4. S. Domenico – Piazza S. Domenico<br />
5. S. Francesco d’Assisi – Piazza S. Francesco<br />
6. S. Giuseppe dei Padri Teatini – Via Vittorio Emanuele - Quattro Canti<br />
7. S. Maria degli Angeli - La Gancia - Via Alloro, 27<br />
GIUSTIZIA E LEGALITÀ<br />
Lo Sguardo del Coraggio… e la giustizia nel bene comune<br />
8. S. Caterina d’Alessandria - Piazza Bellini<br />
9. S. Ignazio Martire all’Olivella - Piazza Olivella<br />
10. S. Maria della Pietà - Via Torremuzza, 1<br />
11. S. Nicolò da Tolentino - Via Maqueda, 157<br />
LAVORO<br />
Lo sguardo del Coraggio… e la <strong>di</strong>gnità del lavoro<br />
12. S. Antonio <strong>di</strong> Padova - Corso Tukory, 2<br />
13. S. Espe<strong>di</strong>to - Via Nicolò Garzilli, 28/B<br />
14. S. Mamiliano Vescovo e Martire - Via Squarcialupo, 1<br />
SCUOLA E UNIVERSITÀ<br />
Lo Sguardo del Coraggio … e la ricerca della Sapienza<br />
15. S. Agostino - Via Francesco Raimondo<br />
16. S. Francesco <strong>di</strong> Paola - Piazza S. Oliva<br />
17. S. Maria della Catena - Piazzetta delle Dogane ang. Via Vitt. Emanuele<br />
18. S. Teresa alla Kalsa - Piazza Kalsa<br />
19. Badìa del Monte (S. Lucia) - Via Ruggero Settimo - Adorazione Eucaristica<br />
20. S. Ninfa ai Crociferi - Via Maqueda - Confessioni<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 5
arci<strong>di</strong>ocesi<br />
<strong>di</strong> Salvo Grasso<br />
DON PINO PUGLISI È UN MARTIRE.<br />
Tre<strong>di</strong>ci associazioni sollecitano il Papa<br />
a riconoscere la sua morte per la Fedeltà a Cristo<br />
Le associazioni “Chiesa e Città”,<br />
“Presenza del Vangelo”, “Comunità<br />
<strong>di</strong> Sant’Egi<strong>di</strong>o”, “Istituto<br />
Santa Famiglia”, “Milizia dell’Immacolata<br />
<strong>di</strong> Sicilia”, “Agesci Conca d’Oro”,<br />
“Movimento dei Focolari”, “Equipes<br />
Notre Dame”, “Associazione P. Giuseppe<br />
Puglisi Sì, ma verso dove?”, “Azione<br />
Cattolica <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>”, “Centro Arrupe”,<br />
“Serra Club <strong>Palermo</strong>” e “Associazione<br />
Amici <strong>di</strong> 3P”, sono convinte che<br />
la proclamazione del martirio <strong>di</strong> don<br />
Pino Puglisi, ucciso dalla mafia il 15<br />
settembre 1993 e per il quale è in<br />
corso il processo <strong>di</strong> beatificazione,<br />
avrebbe un significato particolare per<br />
l’intera Sicilia. Per questo motivo<br />
hanno inviato una lettera al Santo<br />
Padre Benedetto XVI, per il tramite<br />
del segretario <strong>di</strong> Stato, il car<strong>di</strong>nale<br />
Tarcisio Bertone, con cui chiedono il<br />
riconoscimento del martirio del parroco<br />
<strong>di</strong> “San Gaetano Maria Santissima<br />
del Divino Amore” a Brancaccio.<br />
“Beatissimo Padre, poiché il martirio<br />
è un dono dell’amore <strong>di</strong> Dio, questa<br />
nostra Chiesa Palermitana – si legge<br />
nell’incipit della nota – fermamente<br />
consapevole <strong>di</strong> avere ricevuto questo<br />
dono, ha iniziato l’itinerario previsto<br />
dai canoni della Chiesa perché venga<br />
riconosciuta la morte <strong>di</strong> don Giuseppe<br />
Puglisi, presbitero <strong>di</strong> questa Chiesa<br />
ucciso dalla mafia, come martirio cristiano.<br />
I vescovi siciliani hanno <strong>di</strong>chiarato<br />
nel 1994 che la «incompatibilità<br />
con il Vangelo è intrinseca alla mafia<br />
per se stessa, per le sue motivazioni<br />
e per le sue finalità, oltre che per i<br />
mezzi e per i meto<strong>di</strong> adoperati. La<br />
mafia appartiene, senza possibilità <strong>di</strong><br />
eccezione, al regno del peccato e fa<br />
dei suoi operatori altrettanti operai<br />
del Maligno. Per questa ragione, tutti<br />
coloro che, in qualsiasi modo deliberatamente,<br />
fanno parte della mafia o a<br />
essa aderiscono o pongono atti <strong>di</strong> connivenza<br />
con essa, debbono sapere <strong>di</strong><br />
essere e <strong>di</strong> vivere in insanabile opposi-<br />
6 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
zione al Vangelo <strong>di</strong> Gesù Cristo e, per<br />
conseguenza, <strong>di</strong> essere fuori della<br />
comunione della sua Chiesa».<br />
“Una profonda ispirazione evangelica –<br />
continua la nota - permeava l’azione<br />
pastorale <strong>di</strong> questo parroco della borgata<br />
palermitana <strong>di</strong> Brancaccio. L’annunzio<br />
<strong>di</strong> Gesù Cristo desiderava<br />
incarnarlo nel territorio, assumendone<br />
tutti i problemi per farli propri della<br />
comunità cristiana. Ma questo significava<br />
evidenziare le piaghe <strong>di</strong> sofferenza<br />
e <strong>di</strong> sfruttamento, significava inserire<br />
nel territorio fermenti evangelici<br />
nuovi, attenzioni nuove che turbavano<br />
equilibri e interessi consolidati, aprivano<br />
varchi nel controllo del territorio<br />
da parte della mafia, sollecitavano una<br />
fede religiosa che si traduceva in processi<br />
<strong>di</strong> liberazione dal male. Ma questa<br />
fedeltà a Cristo e al suo vangelo<br />
segnò la sua condanna a morte. Don<br />
Giuseppe Puglisi ha realizzato quella<br />
“coraggiosa testimonianza” <strong>di</strong> fede cristiana<br />
<strong>di</strong> cui aveva parlato papa Giovanni<br />
Paolo II pochi mesi prima ad<br />
Agrigento: «La vera forza in grado <strong>di</strong><br />
vincere queste tendenze <strong>di</strong>struttive<br />
sgorga dalla fede. Questa però esige<br />
non solo un’intima adesione personale<br />
ma anche una coraggiosa testimonianza<br />
esteriore, che si esprime in una convinta<br />
condanna del male. Essa esige<br />
qui, nella vostra terra, una chiara riprovazione<br />
della cultura della mafia, che è<br />
una cultura <strong>di</strong> morte, profondamente<br />
<strong>di</strong>sumana, antievangelica, nemica della<br />
<strong>di</strong>gnità delle persone e della convivenza<br />
civile». Il Papa poi aggiungeva l’invito a<br />
testimoniare Gesù Cristo fino al martirio:<br />
«La chiesa siciliana è chiamata,<br />
oggi come ieri, a con<strong>di</strong>videre l’impegno,<br />
la fatica e i rischi <strong>di</strong> coloro che lottano,<br />
anche con <strong>di</strong>scapito personale, per gettare<br />
le premesse <strong>di</strong> un futuro <strong>di</strong> progresso,<br />
<strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong> pace per l’intera<br />
isola». Pochi giorni dopo l’uccisione <strong>di</strong><br />
Puglisi, il papa augurava: «Che il sangue<br />
innocente <strong>di</strong> questo sacerdote porti<br />
pace alla cara Sicilia».<br />
In questa nostra terra <strong>di</strong> Sicilia il riconoscimento<br />
ecclesiale <strong>di</strong> questo martirio<br />
ha valore <strong>di</strong> segno e costituisce una<br />
svolta verso una pietà popolare orientata<br />
alla esemplarità evangelica. Raccontare<br />
della morte <strong>di</strong> un uomo che<br />
non ha piegato la testa al potere<br />
mafioso per fedeltà a Cristo e ai fratelli<br />
annunzia con linguaggio propriamente<br />
ecclesiale che l’unica signoria<br />
nella storia è quella del Signore Gesù<br />
Crocifisso, da cui hanno inizio la<br />
libertà del cristiano e la liberazione da<br />
ogni sistema <strong>di</strong> potere che opprime<br />
l’uomo e, nel nostro caso, dal potere<br />
mafioso, pericolosamente intriso <strong>di</strong><br />
ambiguo ateismo devoto”.<br />
I credenti che hanno sottoscritto la lettera,<br />
per il bene che ne può derivare a<br />
tutta la comunità ecclesiale e in modo<br />
particolare a tutti i presbiteri in questo<br />
anno ad essi de<strong>di</strong>cato, nel rispetto delle<br />
modalità previste dalla Chiesa, chiedono<br />
al Papa che, in occasione della sua<br />
venuta in Sicilia nel prossimo mese <strong>di</strong><br />
ottobre, venga solennemente riconosciuta<br />
dalla Chiesa come martirio cristiano<br />
la morte del presbitero don Giuseppe<br />
Puglisi, ucciso dalla mafia.
arci<strong>di</strong>ocesi<br />
<strong>di</strong> Pino Grasso<br />
Le celebrazioni per il 17° anniversario<br />
dell’uccisione <strong>di</strong> padre Pino Puglisi.<br />
Un busto ligneo realizzato a Betlemme raffigurerà<br />
il prete ucciso dalla mafia<br />
Un busto ligneo raffigurante<br />
padre Pino Puglisi, realizzato<br />
dagli artigiani <strong>di</strong> Betlemme,<br />
sarà inaugurato giovedì 16 settembre<br />
alle ore 18, nella parrocchia San Gaetano<br />
- Maria Santissima del Divino<br />
Amore, nel quartiere Brancaccio a<br />
<strong>Palermo</strong>. È una delle tante iniziative<br />
previste nell’ambito delle celebrazioni<br />
in occasione del 17° anniversario della<br />
sacrilega uccisione del parroco <strong>di</strong><br />
Brancaccio, dalla mafia il 15 settembre<br />
1993, il giorno del suo 56° compleanno,<br />
a motivo del suo costante<br />
impegno evangelico e sociale. Il busto<br />
è stato donato al Centro <strong>di</strong> accoglienza<br />
“Padre Nostro Onlus, <strong>di</strong>retto da<br />
Maurizio Artale e fondato nel 1991 dal<br />
sacerdote palermitano, dalla Fondazione<br />
Giovanni Paolo II” <strong>di</strong> Fiesole e<br />
sarà scoperto nel corso <strong>di</strong> una solenne<br />
celebrazione Eucaristica presieduta<br />
dall’arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, mons.<br />
Paolo Romeo e concelebrata, fra gli<br />
altri, dal vescovo ausiliare mons. Car-<br />
melo Cuttitta, dal presidente della<br />
Fondazione “Giovanni Paolo II” e<br />
vescovo <strong>di</strong> Fiesole mons. Luciano Giovannetti,<br />
da mons. Rodolfo Cetoloni,<br />
vescovo <strong>di</strong> Montepulciano - Chiusi -<br />
Pienza, da padre Ibraim Falthas, vicepresidente<br />
della fondazione ed economo<br />
della Custo<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Terra Santa a<br />
Gerusalemme e dal parroco <strong>di</strong> San<br />
Gaetano don Maurizio Francoforte.<br />
Il programma delle iniziative per<br />
ricordare padre Puglisi prevede il 14<br />
settembre alle ore 21 una fiaccolata<br />
che muoverà dalla parrocchia San<br />
Gaetano fino al luogo dell’omici<strong>di</strong>o a<br />
piazza Anita Garibal<strong>di</strong> dove il biblista<br />
don Giuseppe Bellia, terrà una<br />
testimonianza. Il 15 settembre, come<br />
consuetu<strong>di</strong>ne, nella Cattedrale <strong>di</strong><br />
<strong>Palermo</strong>, alle ore 18, si svolgerà una<br />
solenne celebrazione Eucaristica,<br />
che quest’anno sarà presieduta dal<br />
car<strong>di</strong>nale Salvatore De Giorgi. In tale<br />
circostanza, la comunità <strong>di</strong>ocesana<br />
formulerà all’Arcivescovo Emerito <strong>di</strong><br />
<strong>Palermo</strong> gli auguri per il suo 80°<br />
compleanno che compirà il prossimo<br />
6 settembre.<br />
Alle ore 21 serata spettacolo Al Bab <strong>di</strong><br />
piazza San Giorgio dei Genovesi con<br />
Ivan Fiore e Lello Analfino dei Tinturia<br />
e i ragazzi del Centro Padre nostro.<br />
Con<strong>di</strong>ce la serata lo showman Massimo<br />
Minutella. Giovedì 16 settembre<br />
alle ore 10 al cimitero <strong>di</strong> Sant’Orsola,<br />
“Un pensiero e un fiore per padre<br />
Puglisi. Un corteo si snoderà dal piazzale<br />
antistante il Policlinico fino a raggiungere<br />
la tomba dove riposa padre<br />
Puglisi.<br />
Venerdì 17 settembre alle ore 16 avrà<br />
luogo uno spettacolo teatrale dal titolo:<br />
I sette nani e Biancaneve” presso<br />
l’au<strong>di</strong>torium comunale in via San Ciro<br />
realizzato dagli adolescenti e dai<br />
volontari in servizio civile del Centro<br />
<strong>di</strong> accoglienza Padre nostro. Infine<br />
domenica 18 settembre alle ore 10<br />
animazione territoriale a piazza Politeama<br />
Ricordando Padre Puglisi.<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 7
attualità<br />
<strong>di</strong> Pino Grasso<br />
Il dramma dei senza casa<br />
Il Comune non riesce a risolvere un problema atavico<br />
Hanno scelto un proscenio <strong>di</strong><br />
grande visibilità come il Festino<br />
in onore <strong>di</strong> Santa Rosalia per<br />
fare riemergere il problema dei senza<br />
casa. Un gruppo <strong>di</strong> senza casa, dopo<br />
avere bivaccato per giorni interi a piazza<br />
Pretoria, davanti palazzo delle Aquile,<br />
ha poi appeso alcuni striscioni ai<br />
Quattro Canti, lungo il percorso della<br />
processione del carro, con la scritta “La<br />
casa è un <strong>di</strong>ritto”. In precedenza erano<br />
stati fatti sgomberare dalla polizia dall’ex<br />
centro <strong>di</strong> formazione regionale<br />
occupato abusivamente. I apertura del<br />
corteo ha sfilato un carro, realizzato da<br />
Comitato per la casa, Laboratorio Zeta<br />
e Ubuntu, che rievocava la barca<br />
“Molla” del sindaco Diego Cammarata<br />
addobbato con alcuni sacchi <strong>di</strong> spazzatura<br />
e dentro il carro un manichino con<br />
la fascia tricolore. Il riferimento è all’indagine<br />
sul <strong>di</strong>pendente della Gesip accusato<br />
<strong>di</strong> assenteismo, Franco Alioto, che<br />
si sarebbe prestato a fare da skipper al<br />
sindaco e ai figli. Sulla vicenda è stata<br />
aperta un’inchiesta in cui è indagato lo<br />
stesso sindaco. All’indomani della festa<br />
una caduta <strong>di</strong> stile del consulente artistico<br />
del sindaco Philippe Daverio che<br />
aveva apostrofato un gruppo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>genti<br />
che lo aveva contestato con una frase<br />
da condannare: “Mentecatti che non<br />
sono in grado <strong>di</strong> ottenere una casa”. Lo<br />
stesso poi ha rassegnato le <strong>di</strong>missioni.<br />
8 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
Di <strong>di</strong>verso tenore il sostegno morale<br />
che aveva manifestato l’Arcivescovo<br />
agli in<strong>di</strong>genti. “Il Festino è il momento<br />
in cui i palermitani avvertono <strong>di</strong> avere<br />
una nobile protettrice che continua ad<br />
abitare con loro, a rimanere loro vicina,<br />
ad accompagnare ogni loro angustia, in<br />
mezzo a quelle tante problematiche<br />
che, come pestilenze antiche e nuove,<br />
attanagliano la Città limitandone lo sviluppo<br />
sereno e il progresso autentico. A<br />
Rosalia chie<strong>di</strong>amo, in questo nostro<br />
tempo così carico <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni e <strong>di</strong><br />
limiti, che tutti possiamo impegnarci<br />
con rinnovato slancio e con cuore sincero<br />
per una corretta ed efficiente<br />
ripresa della nostra Città, a vantaggio<br />
della comunità, al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> ogni interesse<br />
privato, in uno sforzo che deve<br />
essere nobilitato<br />
da un’autentica<br />
tensione per una<br />
vita pienamente<br />
cristiana, coerentementeevangelica,<br />
in uno spirito<br />
<strong>di</strong> civile collaborazione,<br />
in un desiderio<br />
<strong>di</strong> autentica<br />
fratellanza. Guarda<br />
chi, avversato<br />
dall’ingiustizia, è<br />
preda dello scoraggiamento.<br />
Guarda<br />
gli ammalati e i<br />
sofferenti nel<br />
corpo e nello spirito, gli emarginati e<br />
gli esclusi, i poveri, i <strong>di</strong>soccupati, i<br />
senza tetto e i carcerati”.<br />
Il problema dei senza casa era riesploso<br />
in maniera eclatante dopo lo sgombero<br />
da un immobile del centro storico<br />
<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> <strong>di</strong> 40 persone che facevano<br />
avanti e in<strong>di</strong>etro tra gli alberghi e le<br />
tende piazzate davanti al municipio.<br />
“La giunta municipale – spiega Toni<br />
Pellicane, capo del “Comitato 12<br />
<strong>luglio</strong>” – non è andata oltre l’ipotesi <strong>di</strong><br />
concedere a otto famiglie un immobile<br />
confiscato alla mafia”. Secondo lo stesso<br />
Comitato, nella graduatoria degli<br />
alloggi comunali sarebbero iscritte<br />
<strong>di</strong>ecimila persone, <strong>di</strong> queste, 750 famiglie<br />
(oltre tremila senzatetto) sono<br />
inserite in un elenco <strong>di</strong> emergenza,<br />
sorto due anni fa e aggiornato ogni sei<br />
mesi. “Ma in questi due anni – sottolinea<br />
Pellicane – sono state assegnate<br />
soltanto 12 case confiscate ad altrettanti<br />
nuclei familiari”. Il Comune<br />
avrebbe in<strong>di</strong>viduato due immobili da<br />
concedere ai quaranta che protestano<br />
davanti al municipio. “Quello che sorprende<br />
– <strong>di</strong>ce Fabrizio Ferrandelli,<br />
caporuppo <strong>di</strong> Italia dei valori – è il<br />
clima d’in<strong>di</strong>fferenza che si respira nel<br />
palazzo. Sindaco e assessori prima <strong>di</strong><br />
imboccare la porta del municipio sono<br />
costretti a fare lo slalom tra gli accampati.<br />
Ma il tema non ha alcuna priorità,<br />
come se fosse normale lasciare donne,<br />
bambini e malati al loro destino”.
Vivere ed abitare a <strong>Palermo</strong> oggi,<br />
è una questione estremamente<br />
complicata, sia dal punto <strong>di</strong><br />
vista politico sia sociale.<br />
La Costituzione della Repubblica Italiana<br />
agli articoli 2 e 3 riconosce e<br />
garantisce i <strong>di</strong>ritti inviolabili dell’uomo,<br />
richiede l’adempimento dei doveri<br />
inderogabili <strong>di</strong> solidarietà politica,<br />
economica e sociale investe la Repubblica<br />
Italiana <strong>di</strong> un compito fondamentale,<br />
quello <strong>di</strong> rimuovere gli ostacoli<br />
<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne economico e sociale, che<br />
impe<strong>di</strong>scono lo sviluppo della persona<br />
umana e la partecipazione <strong>di</strong> tutti<br />
all’organizzazione politica, economica<br />
e sociale del Paese.<br />
La questione abitativa ha sempre sollevato<br />
notevoli polemiche tra il dovere<br />
<strong>di</strong> assegnare ai legittimi proprietari<br />
l’abitazione e la necessità <strong>di</strong> sgomberare<br />
gli abusivi, tra le liste <strong>di</strong> assegnatari<br />
non aggiornate da anni e tanti<br />
nuovi nuclei familiari che si iscrivono<br />
nelle liste <strong>di</strong> emergenza dello IACP.<br />
La situazione nel quartiere San Filippo<br />
Neri è <strong>di</strong>ventata sempre più grave;<br />
abitanti ed operatori denunciano da<br />
anni la verificabile assenza dell’amministrazione<br />
comunale in tutte le questioni<br />
<strong>di</strong> carattere sociale relative a<br />
questo territorio.<br />
Le uniche soluzioni messe in campo<br />
sono stati interventi tampone, saltuari,<br />
scostanti o emergenziali. L’esito <strong>di</strong><br />
ciò è una città governata dalla provvisorietà,<br />
dall’incapacità <strong>di</strong> elaborare<br />
un piano reale che sappia promuovere<br />
il recupero e la crescita secondo una<br />
programmazione a me<strong>di</strong>o e lungo termine<br />
<strong>di</strong> interventi che partano dai<br />
reali bisogni della citta<strong>di</strong>nanza.<br />
Dal mese <strong>di</strong> gennaio sino a pochi giorni<br />
fa, siamo stati quoti<strong>di</strong>anamente<br />
bersagliati dalla stampa locale che<br />
riportava le notizie relative allo sgombero<br />
degli abusivi occupanti l’insula 3<br />
allo “Zen2”, complesso abitativo ancora<br />
da completare, compreso tra le Vie<br />
Rocky Marciano e Tazio Nuvolari.<br />
Gli abusivi che “occupano”, “<strong>di</strong>socuppano<br />
e “rioccupano” gli alloggi si tro-<br />
vano in una situazione da sfollati, è<br />
chiaro che la collaborazione, l’aiuto e<br />
la vicinanza non sono a favore <strong>di</strong> una<br />
pratica illegale ma per un aiuto concreto<br />
a donne, uomini e bambini. Il<br />
paradosso è che molti degli occupanti<br />
hanno la residenza anagrafica proprio<br />
nelle case occupate, altri invece<br />
hanno richiesto ed ottenuto in quegli<br />
alloggi gli arresti domiciliari !<br />
Il quartiere San Filippo Neri è stanco.<br />
Stanco dei continui silenzi, delle continue<br />
assenze, delle promesse. È<br />
necessario oggi dare voce a chi non ce<br />
l’ha, denunciare le barbarie <strong>di</strong> un’amministrazione<br />
(locale e nazionale)<br />
incapace <strong>di</strong> gestire il bisogno e l’emergenza<br />
abitativa.<br />
Ritengo che lo sgombero <strong>di</strong> per sé è<br />
un intervento legittimo, ma che è<br />
stato effettuato con modalità non<br />
corrette, ai fini del ripristino della<br />
legalità. Uno sgombero effettuato<br />
senza soluzioni alternative, senza un<br />
confronto, un <strong>di</strong>alogo, senza una<br />
reale considerazione dei bisogni e<br />
delle problematiche dei nuclei familiari<br />
non può avere un valore, un<br />
significato in un quartiere con problemi<br />
<strong>di</strong> regolarizzazione dell’acqua<br />
e dell’energia elettrica, con l’assenza<br />
della rete del gas, <strong>di</strong> spazi ver<strong>di</strong> curati<br />
e gestiti, dei servizi sociali ed<br />
amministrativi. Tanti e continui sono<br />
ancora oggi i tentativi <strong>di</strong> manipolazione<br />
legati a questa vicenda che gli<br />
abitanti subiscono; <strong>di</strong>etro l’etichetta<br />
<strong>di</strong> “abusivi” ci sono in<strong>di</strong>vidui, persone,<br />
citta<strong>di</strong>ni, abitanti <strong>di</strong> questo quartiere<br />
per il quale (i quali) tutti noi ci<br />
attualità<br />
<strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>a Casella<br />
La situazione abitativa nel quartiere San Filippo Neri a <strong>Palermo</strong>: CASA DIRITTO O CONQUISTA?<br />
spen<strong>di</strong>amo. Tantissime le <strong>di</strong>chiarazioni,<br />
le comunicazioni ufficiali e<br />
l’improvvisa attenzione <strong>di</strong> soggetti<br />
che si sono interessati al problema.<br />
Molti <strong>di</strong> loro si sono però soffermati<br />
sulla questione ma si sono <strong>di</strong>menticati<br />
delle persone, dei visi, dei volti,<br />
degli sguar<strong>di</strong>. Diverse le Associazioni<br />
del territorio che si sono occupate <strong>di</strong><br />
creare una rete solidale intorno a<br />
questa problematica al fine <strong>di</strong> garantire<br />
i normali <strong>di</strong>ritti civili <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza.<br />
Salvo Riso, Presidente dell’Associazione<br />
Lievito onlus, in seguito<br />
al primo episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sgombero in<br />
una lettera ai membri della Rete<br />
Interistituzionale San Filippo Neri<br />
scrive: “[…] nessuno può appoggiare<br />
un atto illegale come l’occupazione<br />
abusiva <strong>di</strong> un alloggio eludendo<br />
regole e norme che proteggono il citta<strong>di</strong>no<br />
e gli garantiscono il <strong>di</strong>ritto<br />
alla casa. Sia chiaro che io per<br />
primo appoggio e sostengo il ripristino<br />
<strong>di</strong> una situazione <strong>di</strong> legalità.<br />
Ma sia altrettanto chiaro che il<br />
<strong>di</strong>ritto all’alloggio appartiene a<br />
tutti; sia altrettanto chiaro che provocare<br />
una guerra tra poveri non è,<br />
e non sarà mai, un intervento sociale;<br />
sia altrettanto chiaro che il principio<br />
<strong>di</strong> legalità non passa attraverso<br />
un atto <strong>di</strong> forza su un’insula<br />
ignorando continuamente quello<br />
che succede in tutte le altre […]”.<br />
Proprio perché la legalità deve essere<br />
per tutti uno stile che ci deve contrad<strong>di</strong>stinguere<br />
in tutto ciò che facciamo è<br />
opportuno riba<strong>di</strong>re in tutte le se<strong>di</strong> la<br />
nostra posizione istituzionale.<br />
È responsabilità, <strong>di</strong> chi abita, vive e<br />
lavora per, nel e con il quartiere San<br />
Filippo Neri, nei confronti del quartiere<br />
stesso e dei suoi abitanti.<br />
Il sistema italiano, dovrebbe garantire<br />
i <strong>di</strong>ritti fondamentali <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza,<br />
La casa non può essere un lusso, bensì<br />
deve rimanere un <strong>di</strong>ritto tutelato dalla<br />
legge: migliaia <strong>di</strong> famiglie italiane ne<br />
sono prive e non esiste alcuna politica<br />
orientata a promuoverne l’effettivo<br />
go<strong>di</strong>mento.<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 9
attualità<br />
<strong>di</strong> Giuseppe Giambusso<br />
Ha avuto fine giorno 4 Giugno<br />
2010 la lunga agonia, durata<br />
per oltre due anni, dell’ultima<br />
struttura <strong>di</strong> proprietà comunale che<br />
accoglieva anziani con basso red<strong>di</strong>to.<br />
Sono stati trasferiti presso altre case<br />
<strong>di</strong> riposo gli ultimi nove anziani, dei<br />
trentotto ospitati in origine, che<br />
caparbiamente desideravano <strong>di</strong>fendere<br />
quella che ormai sentivano come la<br />
loro casa, la loro famiglia, il loro spazio<br />
dove trascorrere “serenamente la<br />
loro vecchiaia”.<br />
La struttura è stata chiusa ufficialmente<br />
per la ristrutturazione dell’intero<br />
complesso denominato Ex Onpi<br />
(Opera Nazionale Pensionati d’Italia)<br />
che verte in un grave stato <strong>di</strong> degrado.<br />
Già nel 2002 venne convocata a Villa<br />
Niscemi una conferenza <strong>di</strong> servizi per<br />
<strong>di</strong>scutere sulla ristrutturazione dell’intero<br />
complesso che oltre alla Casa <strong>di</strong><br />
riposo è composta da un’altra pa<strong>di</strong>glione<br />
con giar<strong>di</strong>no, un teatro e una chiesa.<br />
Dopo una rimodulazione del progetto<br />
originario già nel 2003 partirono<br />
i primi lavori <strong>di</strong> adeguamento dei soli<br />
locali che ospitavano la casa <strong>di</strong> riposo,<br />
conclusi nel 2005. La vicenda ha una<br />
svolta nel Gennaio 2009 quando il<br />
Comune, avendo <strong>di</strong>fficoltà a coprire le<br />
spese <strong>di</strong> gestione, ma potendo contare<br />
sulla possibilità <strong>di</strong> coinvolgere fon<strong>di</strong><br />
privati per la ristrutturazione dell’a-<br />
CHIUSURA DELL’EX ONPI DI PALERMO:<br />
il saluto ai nonni <strong>di</strong> Partanna<br />
10 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
rea, decise <strong>di</strong><br />
chiudere la struttura<br />
e pre<strong>di</strong>sporre<br />
il trasferimento<br />
dei 32 anziani<br />
presenti, non<br />
avendo però fatto<br />
i conti con l’inaspettata<br />
reazione<br />
degli “arzilli<br />
ottantenni” che<br />
non volevano<br />
saperne <strong>di</strong> uscire<br />
fuori. Vane sono<br />
state le rassicurazionidell’amministrazione<br />
comunale sul loro “futuro”.<br />
Di fatto non tutti hanno compreso le<br />
motivazioni dei “vecchietti arzilli” che<br />
irriducibilmente hanno cercato <strong>di</strong><br />
resistere al trasferimento e hanno<br />
occupato i locali; bastava lo sforzo <strong>di</strong><br />
ascoltare le loro motivazioni decisamente<br />
chiare e degne <strong>di</strong> essere con<strong>di</strong>vise:<br />
«siamo una famiglia. Non potete<br />
<strong>di</strong>viderci. I lavori possono essere fatti<br />
con noi qui dentro, come in passato»;<br />
«qui tutti ci vogliono bene… sono la<br />
nostra famiglia. E dove andremo? A<br />
questa età non possono portarci via da<br />
un posto all’ altro, non ci credo. Vogliono<br />
farci morire? Vogliono trasferirci?<br />
Noi allora occuperemo l’e<strong>di</strong>ficio».<br />
Queste alcune<br />
delle domande e<br />
degli sfoghi più<br />
ripetuti e che<br />
possono riassumere<br />
il non voler<br />
lasciare un<br />
luogo, pur se<br />
“decadente” per<br />
essere trasferiti<br />
in altre strutture<br />
più “idonee”.<br />
Per molti <strong>di</strong> loro<br />
dopo 20 anni<br />
quella struttura<br />
era <strong>di</strong>ventata la<br />
loro casa, la loro borgata. Essere trasferiti<br />
significava perdere <strong>di</strong> nuovo la<br />
loro famiglia. Un forte legame si era<br />
istaurato negli anni con i volontari, le<br />
scuole, la parrocchia e i commercianti<br />
che si sono adoperati affinché i loro<br />
vecchietti potessero godere <strong>di</strong><br />
momenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>strazione. Si erano<br />
organizzati spettacoli, fiere <strong>di</strong> beneficenza,<br />
canti natalizi, cene per il Natale<br />
e la Pasqua, momenti in cui i nonni<br />
si erano sentiti parte integrante della<br />
comunità. Venivano assistiti con<br />
amore anche dal punto <strong>di</strong> vista spirituale,<br />
accompagnati ogni domenica e<br />
nelle festività, nella chiesa dell’area<br />
Ex Onpi, dove quasi tutti gli anziani<br />
partecipavano volentieri alla Santa<br />
Messa.<br />
Il legame con la borgata è anche testimoniato<br />
dalla petizione popolare con<br />
una sorprendente raccolta <strong>di</strong> firme<br />
per dare una speranza ad un trasferimento<br />
che appariva ormai deciso o<br />
alla solidarietà <strong>di</strong>mostrata durante la<br />
sospensione dell’assistenza ai caparbi<br />
vecchietti che si rifiutavano <strong>di</strong> lasciare<br />
l’ospizio.<br />
Pur se le nuove sistemazioni degli<br />
anziani sembrano migliori la vicenda<br />
dell’Ex-Onpi <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> sembra aver<br />
lasciato una ferita profonda e tanta<br />
amarezza nei protagonisti.
Il progetto <strong>di</strong> riqualificazione <strong>di</strong><br />
alcune aree del centro storico,<br />
approvato all’Assemblea della<br />
Rete Interistituzionale della Prima<br />
Circoscrizione “Bene Comune”, ha<br />
visto impegnato, per la sua elaborazione,<br />
il 4° gruppo <strong>di</strong> lavoro tematico<br />
“Territorio e Legalità” della stessa<br />
rete.<br />
Questo elaborato non vuole e non può<br />
essere un progetto puntuale <strong>di</strong> piano<br />
per la riqualificazione del nostro Centro<br />
Storico, è, piuttosto, un contributo<br />
<strong>di</strong> idee per delle linee <strong>di</strong> intervento<br />
utili a far sì che lo stesso possa rinascere<br />
a risorsa <strong>di</strong> sviluppo per tutta la<br />
città.<br />
L’esperienza, confermata dai dati e<br />
dagli in<strong>di</strong>ci statistici, ci fa affermare,<br />
senza smentite, che il nostro CENTRO<br />
STORICO, testimonianza <strong>di</strong> due millenni<br />
<strong>di</strong> storia civile e culturale e <strong>di</strong><br />
tra<strong>di</strong>zioni popolari, anziché essere<br />
OPPORTUNITÀ <strong>di</strong> benessere civile ed<br />
economico della Città, come avviene<br />
in molte città storiche d’Italia e del<br />
mondo, ne è il CENTRO DELLA MAR-<br />
GINALITÀ SOCIALE. Alcuni suoi quartieri,<br />
come l’Albergheria ed il Capo,<br />
mantengono questo triste primato fin<br />
dalla loro costituzione: dal tempo dei<br />
Normanni. Sono stati i luoghi degli<br />
ultimi fino alla seconda metà del 700’<br />
perché malsani per l’aria resa irrespirabile<br />
dai due maleodoranti corsi d’acqua<br />
Papireto e Kemonia e successivamente<br />
per il progressivo abbandono<br />
dovuto all’espansione della città verso<br />
la Piana dei Colli e verso l’Oreto. I<br />
bombardamenti della seconda guerra<br />
mon<strong>di</strong>ale lo hanno consegnato alla<br />
drammaticità percepita ancor oggi,<br />
sebbene il largo recupero del suo tessuto<br />
urbanistico è stato avviato negli<br />
anni 80.<br />
Malgrado gran parte degli e<strong>di</strong>fici siano<br />
stati restaurati e recuperati, il nostro<br />
Centro Storico appare fortemente<br />
degradato e questo si avverte ancor <strong>di</strong><br />
più nei quartieri Albergheria e Capo<br />
rispetto ai quartieri Tribunali e<br />
Castellamare da sempre i quarti nobi-<br />
li, insieme al Cassero, della antica<br />
“<strong>Palermo</strong> Felix”.<br />
Il degrado urbanistico è, secondo la<br />
nostra esperienza suffragata da stu<strong>di</strong><br />
sociologici fatti anche dalla nostra<br />
università, causa ed effetto del degrado<br />
del vissuto della gente che lo abita;<br />
è conseguenza <strong>di</strong> un sottosviluppo culturale<br />
che alimenta e si alimenta <strong>di</strong>,<br />
deficit <strong>di</strong> conoscenze, <strong>di</strong> elaborazione<br />
e <strong>di</strong> fantasia, <strong>di</strong> capacità inespresse<br />
e/o non coltivate, <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong> professionalità,<br />
<strong>di</strong> orizzonti limitati nel<br />
tempo e nello spazio, <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong><br />
senso della responsabilità nella partecipazione<br />
alla costruzione del bene<br />
comune. Se il nostro Centro storico<br />
versa in questo stato, il deficit culturale<br />
non è solo <strong>di</strong> chi vi abita ma <strong>di</strong> tutta<br />
la città. Tale degrado è ancor più colpevole<br />
perché penalizza e rende<br />
improduttiva quella che può essere<br />
una delle principali risorse per lo sviluppo<br />
economico della Città: il turismo.<br />
E’ questo un territorio ricco <strong>di</strong><br />
testimonianze storiche, culturali, artistiche,<br />
<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni popolari, <strong>di</strong> scorci<br />
paesaggistici <strong>di</strong> notevole bellezza che<br />
hanno pochi eguali nel mondo, una<br />
ricchezza su cui molte città hanno<br />
costruito e mantenuto nel tempo il<br />
proprio benessere.<br />
caritas e territorio<br />
<strong>di</strong> Tommaso Calamia<br />
Il centro storico,dal bisogno alla risorsa<br />
Il 4° gruppo della Rete Interistituzionale<br />
della Prima Circoscrizione<br />
“BENE COMUNE ritiene, per le considerazioni<br />
sopra fatte, che le due<br />
finalità su cui si è costituito: promozione<br />
della legalità e del territorio<br />
possano e vadano coniugate e perseguite<br />
con un progetto unico che chiamiamo<br />
<strong>di</strong> “riqualificazione del territorio”<br />
e che si articola in iniziative <strong>di</strong><br />
intervento sul tessuto urbano ed iniziative<br />
<strong>di</strong> promozione culturale e<br />
sociale.<br />
Noi non vogliamo solo denunciare una<br />
situazione per tanti versi paradossale<br />
ma avanziamo, come sopra detto, delle<br />
proposte e vogliamo collaborare alla<br />
rinascita del nostro Centro Storico<br />
riqualificandone il Territorio:<br />
per educare al rispetto <strong>di</strong> se stessi,<br />
per educare alla citta<strong>di</strong>nanza attiva,<br />
per educare ai valori della legalità e<br />
della giustizia,<br />
per favorire lo sviluppo economico<br />
della Città favorendo la creazione <strong>di</strong><br />
impresa e <strong>di</strong> occasioni <strong>di</strong> lavoro per i<br />
giovani nell’industria turistica, in<br />
quella del tempo libero, della ristorazione,<br />
dell’artigianato, dei servizi alla<br />
persona,<br />
per creare occasioni <strong>di</strong> autofinanziamento<br />
delle imprese sociali.<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 11
notizia dalle associazioni<br />
<strong>di</strong> Gianni Notari<br />
ALLA CITTÀ MANCA UN GRANDE PROGETTO<br />
Negli ultimi anni ci siamo soffermati<br />
<strong>di</strong>verse volte sui problemi<br />
della città. Le analisi che si sono<br />
succedute hanno delineato un quadro<br />
abbastanza nitido delle criticità presenti,<br />
del degrado e dei mali sociali che<br />
affliggono il contesto urbano. La piaga<br />
del precariato, la <strong>di</strong>soccupazione, il<br />
problema della casa, l’emarginazione<br />
sociale, l’emergenza rifiuti, la viabilità;<br />
sono solo alcuni dei problemi con cui i<br />
citta<strong>di</strong>ni si confrontano quoti<strong>di</strong>anamente<br />
e che possono considerarsi conseguenze<br />
della mancanza <strong>di</strong> adeguate<br />
politiche pubbliche. Manca un “progetto<br />
<strong>di</strong> città”. Si cercano soluzioni per<br />
tamponare le emergenze e l’esito <strong>di</strong> ciò<br />
è una città patchwork, senza un <strong>di</strong>segno<br />
e senza coerenza ma provvisoria e<br />
improvvisata. Questa incapacità <strong>di</strong> elaborare<br />
un piano strategico <strong>di</strong> sviluppo<br />
che caratterizza la nostra classe politica,<br />
però, è spesso ravvisabile anche<br />
nella società civile. Ci lamentiamo soltanto<br />
e non muoviamo un <strong>di</strong>to per cambiare<br />
le cose. Senza mettere in <strong>di</strong>scussione<br />
certezze e abitu<strong>di</strong>ni consolidate.<br />
Pensiamo alla vicenda <strong>di</strong> Bellolampo:<br />
una situazione tragica che richiederebbe<br />
la mobilitazione <strong>di</strong> tutta la città.<br />
Per fortuna accade anche altro. Da tre<br />
anni a questa parte, cresce il numero <strong>di</strong><br />
citta<strong>di</strong>ni che sceglie <strong>di</strong> non limitarsi<br />
alla sterile lamentela ma decide <strong>di</strong><br />
impegnarsi in prima persona nell’elaborazione<br />
<strong>di</strong> piani <strong>di</strong> intervento. Si tratta<br />
<strong>di</strong> “minoranze creative” che cercano un<br />
proprio spazio <strong>di</strong> azione e rappresentano<br />
un “lievito” importante per la crescita<br />
democratica e lo sviluppo <strong>di</strong> questa<br />
città. L’elemento critico, però, è la frammentazione<br />
che caratterizza anche questa<br />
essenziale componente sociale. Non<br />
ci si riesce, infatti, a compattare intorno<br />
ad uno sbocco “politico” comune.<br />
Tali fondamentali minoranze creative,<br />
infatti, spesso rimangono intrappolate<br />
nella ricerca <strong>di</strong> un proprio spazio <strong>di</strong><br />
azione e nelle loro visioni parziali. La<br />
fisiologica attenzione ai propri percorsi<br />
settoriali, infatti, si traduce in patologica<br />
frammentazione, nell’incapacità <strong>di</strong><br />
armonizzare le proprie specificità in un<br />
complessivo progetto <strong>di</strong> città realistica-<br />
12 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
mente percorribile. Questo possibile<br />
progetto urbano, infatti, non può essere<br />
solo la somma <strong>di</strong> tutte le varie iniziative<br />
elaborate dalle minoranze creative,<br />
ma dovrebbe essere qualcosa <strong>di</strong> più e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>verso, che favorisca sviluppo attraverso<br />
adeguate politiche pubbliche e<br />
armonizzi politiche settoriali: dalla<br />
mobilità ai rifiuti alle politiche sociali.<br />
Il rischio, in tal senso, è <strong>di</strong> riproporre le<br />
stesse logiche che hanno condotto a<br />
questo stato <strong>di</strong> cose, cioè la tendenza<br />
dell’amministrazione pubblica a produrre<br />
politiche frammentate e prive <strong>di</strong><br />
un obiettivo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o-lungo periodo. Si<br />
deve rammentare, innanzitutto, che è<br />
troppo banale imputare le criticità della<br />
politica comunale al solo Cammarata. Il<br />
problema non è il singolo uomo – con<br />
tutti i suoi limiti – ma l’assenza <strong>di</strong> un’idea<br />
<strong>di</strong> città, il perpetuarsi <strong>di</strong> un tipo <strong>di</strong><br />
politica che non pianifica, non va oltre<br />
la durata dei mandati elettorali e la<br />
logica delle clientele. Appare erroneo<br />
ritenere che sostituire Cammarata rappresenti<br />
tout court un cambiamento<br />
nel corso politico. Perdurando questo<br />
stato <strong>di</strong> cose, infatti, è altamente probabile<br />
che chi gli succederà riproporrà un<br />
medesimo modus operan<strong>di</strong>. Sostituire<br />
l’uomo, infatti, è inutile se non si sostituiscono<br />
le logiche che egli rappresenta.<br />
E la società civile non deve rischiare<br />
<strong>di</strong> rimanerne anch’essa invischiata.<br />
Pertanto, a segnare la <strong>di</strong>scontinuità<br />
deve essere l’assunzione <strong>di</strong> una logica<br />
progettuale. Elaborare un progetto <strong>di</strong><br />
città e avviare una sinergia fra soggetti<br />
<strong>di</strong>fferenti ed eterogenei. È necessario, in<br />
un certo senso, fare un passo in<strong>di</strong>etro<br />
nella <strong>di</strong>fesa delle <strong>di</strong>verse visioni parziali<br />
per fare mille passi avanti nella costruzione<br />
<strong>di</strong> una “<strong>Palermo</strong> possibile”. L’idea<br />
<strong>di</strong> città, infatti, deve favorire il raccordo<br />
<strong>di</strong> quegli orientamenti specialistici evidenziati<br />
dalle minoranze creative, ma<br />
deve essere <strong>di</strong> più e altro che la “confu-<br />
sa” somma delle parti. Bisogna cominciare<br />
a lavorare per <strong>di</strong>segnare delle politiche<br />
pubbliche armonizzate da un rigoroso<br />
quadro analitico e orientate ad un<br />
progetto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o-lungo periodo.<br />
Si tratta <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare competitivi e per<br />
far questo è importante pianificare politiche<br />
coerenti, elaborare strategie, dotare<br />
la “<strong>Palermo</strong> possibile” <strong>di</strong> un proprio<br />
ruolo e <strong>di</strong> proprie specificità, avendo<br />
come riferimento non solo il contesto<br />
regionale ma anche nazionale, europeo,<br />
me<strong>di</strong>terraneo. Elaborare una mission e<br />
una vision significa, pertanto, uscire<br />
dall’indeterminatezza, formare una politica<br />
citta<strong>di</strong>na non più caotica ma armonica.<br />
Significa anche andare oltre le limitate<br />
politiche settoriali in<strong>di</strong>viduando<br />
innanzitutto un minimo comune denominatore<br />
che possa esprimere un’idea <strong>di</strong><br />
città capace <strong>di</strong> aggregare e <strong>di</strong> coinvolgere.<br />
Le minoranze creative e l’intera<br />
società civile sono i soggetti da cui si<br />
auspica il superamento della frammentazione<br />
e l’attuazione <strong>di</strong> una sinergia.<br />
Al loro fianco, su questa sinergia, dovrebbero<br />
confluire anche altri attori, come i<br />
partiti riformisti (spesso appiattiti su<br />
logiche <strong>di</strong> poltrone e <strong>di</strong> spartizione <strong>di</strong><br />
potere), il sindacato, le agenzie educative,<br />
il mondo dell’impresa (piccola e<br />
me<strong>di</strong>a) e quello della finanza. Questi<br />
ultimi due soggetti hanno un ruolo <strong>di</strong> primaria<br />
importanza nell’attuale congiuntura<br />
storica; essi hanno l’obbligo etico <strong>di</strong><br />
cambiare rotta e <strong>di</strong> sostenere tutte quelle<br />
realtà che guardano al bene comune,<br />
prendendo consapevolezza che è “conveniente”<br />
investire su un impianto urbano<br />
innovativo. Senza retorica. Attraverso<br />
azioni concrete. Inoltre il mondo del cre<strong>di</strong>to<br />
dovrebbe sostenere quelle imprese<br />
che vogliono uscire dall’asfissia che le<br />
uccide e soprattutto spezzare le logiche<br />
della <strong>di</strong>pendenza dal denaro pubblico.<br />
La finanza dovrebbe anche proporre alle<br />
imprese in <strong>di</strong>fficoltà delle opportunità<br />
per poter sopravvivere alla situazione<br />
debitoria, specialmente nei riguar<strong>di</strong><br />
della pubblica amministrazione. La<br />
“<strong>Palermo</strong> possibile” nascerà quando tutti<br />
insieme decideremo <strong>di</strong> intraprendere la<br />
faticosa, ma esaltante, strada del cambiamento.
notizia dalle associazioni<br />
<strong>di</strong> Anna Staropoli*<br />
LA PASSIONE PER IL BENE COMUNE:<br />
L’ESPERIENZA DELL’ ISTITUTO ARRUPE<br />
<strong>di</strong> Formazione Politica<br />
“Pedro Arrupe” è un’istituzione<br />
L’Istituto<br />
formativa le cui origini risalgono<br />
al 1958 - anno <strong>di</strong> fondazione del<br />
Centro Stu<strong>di</strong> Sociali da parte dei<br />
gesuiti siciliani - che si ispira all’impianto<br />
metodologico della ratio stu<strong>di</strong>orum:<br />
analisi rigorosa della realtà,<br />
stu<strong>di</strong>o qualificato ed esigente, insegnamento<br />
efficace, accompagnamento<br />
personalizzato. L’Istituto Arrupe, ideato<br />
come scuola sul modello universitario,<br />
d’ispirazione cristiana ma non<br />
confessionale, non scuola <strong>di</strong> partito,<br />
adottando le scienze sociali come<br />
strumento <strong>di</strong> analisi, ha sempre avuto<br />
come oggetto la politica in senso stretto<br />
in vista del suo rinnovamento etico.<br />
I settori in cui l’Istituto<br />
attualmente opera sono:<br />
l’alta formazione post<br />
lauream; la ricerca scientifica<br />
ed il laboratorio<br />
politico. L’Istituto Arrupe<br />
offre un’articolata offerta<br />
<strong>di</strong> master ideata per<br />
rispondere alle esigenze <strong>di</strong><br />
formazione <strong>di</strong> giovani siciliani<br />
nel tentativo <strong>di</strong> bloccare<br />
la fuga dei cervelli e<br />
<strong>di</strong> creare capitale sociale<br />
nel nostro territorio. I<br />
master dell’Arrupe offrono<br />
faculty <strong>di</strong> alto profilo,<br />
accompagnamento personalizzato,<br />
approccio etico, contesto internazionale<br />
e un costante <strong>di</strong>alogo con le esigenze<br />
poste dal territorio e dal mercato<br />
del lavoro. Per quanto riguarda l’<br />
obiettivo della ricerca scientifica,<br />
accanto all’offerta qualificata della<br />
Biblioteca <strong>di</strong> Scienze Sociali, sono<br />
stati proposti i “Percorsi <strong>di</strong> Idea-Azione”<br />
che pongono al centro dell’interesse<br />
le potenzialità <strong>di</strong> soggettività sociali<br />
spesso isolate e frammentate e lo<br />
sviluppo socio-economico del territorio.<br />
L’Istituto con il contributo della<br />
Fondazione Banco <strong>di</strong> Sicilia ha pubblicato<br />
recentemente una ricerca sulle<br />
buone prassi dell’associazionismo culturale<br />
a <strong>Palermo</strong>. Il laboratorio poli-<br />
tico denominato “Alveare. Progetto<br />
per una democrazia responsabile”<br />
insieme alla rivista “I Quaderni <strong>di</strong><br />
Alveare” , è stato avviato con l’intento<br />
<strong>di</strong> realizzare una comunicazione<br />
significativa tanto a livello orizzontale,<br />
fra citta<strong>di</strong>ni, che a livello verticale,<br />
fra citta<strong>di</strong>ni e politica. Infine grazie<br />
alla collaborazione con la <strong>Caritas</strong><br />
<strong>Diocesana</strong> <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, il CeSVoP ed il<br />
Jesuit Social Network ( rete dei centri<br />
sociali dei gesuiti in Italia) l’Istituto<br />
sta portando avanti un laboratorio<br />
sul welfare, un percorso <strong>di</strong> riflessione<br />
e progettuale fra operatori del<br />
terzo settore locale e nazionale al<br />
fine <strong>di</strong> migliorare la qualità dei servizi.<br />
Il denominatore comune <strong>di</strong> tutte le<br />
attività è la passione per il bene<br />
comune ed il tentativo <strong>di</strong> lottare e<br />
resistere eticamente alla <strong>di</strong>struzione<br />
del territorio in nome <strong>di</strong> interessi privatistici<br />
ed illeciti da parte <strong>di</strong> poteri<br />
mafiosi e <strong>di</strong> connivenze politiche,<br />
costruendo uno spazio <strong>di</strong> incontro per<br />
la minoranza creativa del nostro territorio,<br />
un’agorà, una piazza <strong>di</strong> riferimento<br />
dove in modo trasversale ci si<br />
educa e si costruisce citta<strong>di</strong>nanza<br />
attiva.<br />
Responsabile laboratorio<br />
welfare dell’Istituto<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 13
attualità<br />
<strong>di</strong> Fernanda Di Monte<br />
“RIPRENDERE IL FILO DELLA MEMORIA”<br />
Ricordando Paolo Borsellino a 18 anni dalla morte<br />
<strong>Palermo</strong>. Ancora una volta, nel<br />
mese <strong>di</strong> <strong>luglio</strong>, si è ricordato<br />
prima la morte <strong>di</strong> Giovanni Falcone<br />
(23 maggio 1993) e poi, quella <strong>di</strong><br />
Paolo Borsellino (19 <strong>luglio</strong> 1993).<br />
Ancora una volta, non mancano polemiche,<br />
conteggi sui partecipanti alle<br />
fiaccolate, <strong>di</strong>battiti, proiezioni; appropriazione<br />
<strong>di</strong> chi era amico o a quale<br />
schieramento appartenessero. A ciò si<br />
è aggiunta il vandalico gesto <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere<br />
le statue raffiguranti i due colleghi<br />
e amici, nell’atto <strong>di</strong> conversare,<br />
come del resto li ritrae la foto che più<br />
viene usata e che siamo più abituati a<br />
vedere: vicini, col sorriso, che <strong>di</strong>scorrono...<br />
Ebbene che senso ha ricordarli<br />
ogni anno? Cosa ne sanno veramente<br />
oggi i ragazzi <strong>di</strong> 20 anni <strong>di</strong> Paolo Borsellino<br />
o <strong>di</strong> Giovanni Falcone?<br />
“Fare memoria <strong>di</strong> qualcuno, significa<br />
che lo conosci”. Paolo Borsellino, al <strong>di</strong><br />
là della retorica è conosciuto veramente?<br />
Oggi parliamo <strong>di</strong> lui, a 18 anni dalla<br />
sua morte violenta, e con lui ricor<strong>di</strong>amo<br />
i tanti che hanno testimoniato con<br />
la loro vita il senso profondo del servire<br />
le persone, <strong>di</strong> lottare per il bene<br />
comune. E’ importante non <strong>di</strong>menticare<br />
i drammi e le passioni <strong>di</strong> tanti, dare<br />
la possibilità a tutti <strong>di</strong> capire cosa è<br />
successo in una città come <strong>Palermo</strong>.<br />
«Oggi c’è la gente - ha affermato Rita<br />
14 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
Borsellino - che sceglie <strong>di</strong> esserci. La<br />
vera antimafia comunque si fa ogni<br />
giorno senza stare attenti ai numeri».<br />
A proposito delle statue che raffigurano<br />
Paolo Borsellino e Giovanni<br />
Falcone danneggiate nei giorni scorsi<br />
e riparate, Rita Borsellino ha sottolineato:<br />
«È una <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong><br />
quanto Giovanni e Paolo facciano<br />
ancora paura se c’è chi si scaglia contro<br />
delle statue». Sulla partecipazione<br />
delle istituzioni alle manifestazioni<br />
per la strage <strong>di</strong> via D’Amelio, Rita Borsellino<br />
ha osservato: «La loro in<strong>di</strong>fferenza<br />
è forse da attribuire alla paura<br />
<strong>di</strong> ricevere delle contestazioni da<br />
parte della società civile. Comunque<br />
proprio nelle istituzioni e negli alti<br />
vertici ci sono personaggi che hanno<br />
perso il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> piangere Paolo».<br />
Parole forti per una persona come<br />
Paolo Borsellino, uomo umile e questa<br />
umiltà era la sua forza. Tutta la sua vita<br />
era caratterizzata dalla riservatezza:<br />
“Gli piaceva definirsi un “secondo”,<br />
stava sempre un passo <strong>di</strong>etro agli<br />
altri. E intanto cercava <strong>di</strong> capire”.<br />
La realtà della mafia in Sicilia e altrove<br />
ha bisogno per essere sgominata <strong>di</strong><br />
un “nuovo movimento <strong>di</strong> opinione che<br />
parta dalle scuole, dai centri nevralgici<br />
dello stato, perché <strong>di</strong>menticare<br />
quello che è successo è regalare la vit-<br />
toria a quella mafia” che Paolo Borsellino<br />
ha combattuto con coscienza e<br />
decisione. “Io non vedrò i risultati del<br />
mio lavoro”, scrisse Borsellino, “li<br />
vedrete voi dopo la mia morte, perché<br />
la gente si ribellerà, si ribelleranno le<br />
coscienze degli uomini <strong>di</strong> buona<br />
volontà “.<br />
Sapeva bene che la sola repressione<br />
non avrebbe portato lontano per questo<br />
riconosceva che l’urgenza per la Sicilia,<br />
“nostra terra bellissima e <strong>di</strong>sgraziata”<br />
, era far nascere “ un movimento culturale<br />
e morale che coinvolgesse tutti e<br />
specialmente le giovani generazioni, le<br />
più adatte a sentire subito la bellezza<br />
del fresco profumo <strong>di</strong> libertà che fa<br />
rifiutare il puzzo del compromesso<br />
morale, dell’in<strong>di</strong>fferenza, della contiguità<br />
e quin<strong>di</strong> della complicità”.<br />
Ricordare, dunque Paolo Borsellino, a<br />
18 anni dalla sua morte, significa<br />
impegnarsi in prima persona, nel<br />
seguire la sua testimonianza, data fino<br />
al dono della sua vita. “Nessuno ha un<br />
amore più grande <strong>di</strong> colui che da’ la<br />
vita per i suoi amici”, parole <strong>di</strong> Gesù<br />
e che Paolo Borsellino ha incarnato,<br />
non solo il giorno della sua morte ma,<br />
giorno per giorno, facendo il suo dovere<br />
<strong>di</strong> magistrato.<br />
“Abbiamo tutti il dovere <strong>di</strong> fare la<br />
nostra parte” , ci ricorda il figlio Manfre<strong>di</strong>,<br />
“c’è ancora tanta strada da percorrere<br />
insieme, il sacrificio <strong>di</strong> molti<br />
servitori dello Stato non potrà mai<br />
essere sufficiente a riscattare questa<br />
terra bellissima ma anche <strong>di</strong>sgraziata<br />
come la definì mio padre, se non si<br />
fa in modo che ad esso seguano veri e<br />
ra<strong>di</strong>cali cambiamenti”.
attualità<br />
<strong>di</strong> Rossella Russella<br />
“GLI UOMINI PASSANO MA LE LORO IDEE RESTANO<br />
E CONTINUERANNO A CAMMINARE SULLE GAMBE DI ALTRI UOMINI”<br />
19 <strong>luglio</strong> 1992: <strong>di</strong>ciotto anni fa in<br />
via D’Amelio, alle ore 16:58, l’esplosione<br />
<strong>di</strong> 100 chilogrammi <strong>di</strong><br />
tritolo uccisero il giu<strong>di</strong>ce Paolo Borsellino<br />
e 5 uomini della sua scorta.<br />
Una ferita ancora aperta nel cuore<br />
degli italiani che vissero in quei giorni<br />
una delle pagine più buie della storia<br />
recente del Paese.<br />
Per non <strong>di</strong>menticare, ma anzi per tenere<br />
sempre vivo e acceso questo ricordo,<br />
<strong>Palermo</strong>, come ogni anno, <strong>di</strong>viene teatro<br />
<strong>di</strong> manifestazioni, fiaccolate, celebrazioni<br />
e incontri, volti a testimoniare<br />
come quel sacrificio non sia stato vano.<br />
Purtroppo quest’anno i giorni precedenti<br />
all’anniversario sono stati macchiati<br />
da un atto vandalico carico <strong>di</strong> ignoranza<br />
e forse anche <strong>di</strong> paura, visto che le figure<br />
<strong>di</strong> Borsellino e Falcone fanno tremare<br />
ancora oggi gli esponenti <strong>di</strong> Cosa Nostra:<br />
infatti la notte tra il 16 ed il 17 <strong>luglio</strong><br />
2010 sono state danneggiate le due statue<br />
in gesso, raffiguranti Giovanni Falcone<br />
e Paolo Borsellino, che erano state<br />
installate a <strong>Palermo</strong>, nella centrale via<br />
Libertà, alla vigilia dell’anniversario<br />
della strage <strong>di</strong> via D’Amelio.<br />
Le due figure in gesso, realizzate dall’artista<br />
palermitano Tommaso Domina,<br />
sono state presentate lo scorso 23<br />
maggio in occasione del <strong>di</strong>ciottesimo<br />
anniversario della strage <strong>di</strong> Capaci. Le<br />
forze dell’or<strong>di</strong>ne sono ancora al lavoro<br />
per cercare <strong>di</strong> identificare i colpevoli<br />
<strong>di</strong> questo gesto tanto gretto quanto<br />
preoccupante, se infatti le istituzioni a<br />
partire dal Capo <strong>di</strong> Stato fino agli<br />
esponenti <strong>di</strong> partito hanno prontamente<br />
condannato l’episo<strong>di</strong>o dall’altro<br />
lato, desta preoccupazione l’atteggiamento<br />
<strong>di</strong> approvazione al gesto <strong>di</strong><br />
molte persone riunite in un gruppo su<br />
Facebook scrivono sulla bacheca:<br />
“Finalmente qualcuno ha migliorato<br />
le orribili sculture <strong>di</strong> Tommaso<br />
Domina. Ora sì, che quelle statue<br />
ricordano i giu<strong>di</strong>ci palermitani”.<br />
La giornata della memoria ha avuto<br />
inizio, come da programma, con il<br />
messaggio del Presidente della Repub-<br />
blica Giorgio Napolitano che ha riba<strong>di</strong>to<br />
la necessità <strong>di</strong> fare chiarezza<br />
sulle stragi mafiose che hanno sconvolto<br />
l’Italia nei primi anni novanta e<br />
<strong>di</strong> non rimanere in<strong>di</strong>fferenti o peggio<br />
ancora, finire collusi con le cosche<br />
mafiose in quanto l’attenzione e la<br />
verità sono le armi per sconfiggere la<br />
mafia. La mattinata non ha riscosso<br />
molta partecipazione popolare, a stento<br />
un centinaio <strong>di</strong> persone presenti in<br />
via D’Amelio e presenti molti bambini,<br />
delle scuole, <strong>di</strong> età compresa fra i tre<br />
e i sette anni che hanno dato vita a<br />
giochi e canti. Con loro i volontari<br />
delle associazioni Ubuntu, Santa Chiara,<br />
e Ragazzi <strong>di</strong> strada dello Zen.<br />
“E’ un atto vile e <strong>di</strong>sgustoso […] e’ un<br />
atto -spiega don Luigi Ciotti, presidente<br />
<strong>di</strong> Libera- che <strong>di</strong>mostra paradossalmente<br />
quanto sia intensa la forza simbolica<br />
<strong>di</strong> quei volti, che lo scultore ha<br />
deciso giustamente <strong>di</strong> raffigurare su<br />
una panchina, in un contesto <strong>di</strong> vita<br />
urbana e <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>anità, a segno <strong>di</strong><br />
come Giovanni e Paolo siano ormai<br />
dentro la coscienza <strong>di</strong> tanti <strong>di</strong> noi. A<br />
18 anni da Capaci e via d’Amelio quella<br />
memoria, come quella <strong>di</strong> tutte le vittime<br />
innocenti delle mafie, si poggia<br />
non su pie<strong>di</strong>stalli, non su parole d’occasione,<br />
non su celebrazioni retoriche,<br />
ma sull’impegno <strong>di</strong> tutte le persone<br />
che si mettono ogni giorno in gioco<br />
per costruire democrazia e giustizia<br />
sociale, <strong>di</strong>cendo no alle mafie e a tutte<br />
le forme <strong>di</strong> illegalità, <strong>di</strong> sfruttamento e<br />
<strong>di</strong> corruzione che delle mafie sono<br />
l’anticamera”. “Ed e’ un impegno -<br />
prosegue Ciotti - che non può essere<br />
vandalizzato ne’ fermato. Che anzi<br />
trova da queste offese una ragione <strong>di</strong><br />
più per allargarsi e rafforzarsi, per<br />
fare in modo che il nostro paese assomigli<br />
a quello che avevano nel cuore<br />
Giovanni, Paolo e tutte le persone che<br />
hanno dato la vita per la democrazia”.<br />
Il numero dei manifestanti è sensibilmente<br />
aumentato nel pomeriggio, sono<br />
giunti infatti da tutta Italia rappresentanti<br />
del “popolo dell’agenda rossa”,<br />
movimento ispirato alla famosa agenda<br />
scomparsa <strong>di</strong> Paolo Borsellino <strong>di</strong>ventata<br />
il simbolo della verità da cercare<br />
sulle stragi <strong>di</strong> mafia del ‘92. Il tutto si è<br />
concluso con la fiaccolata della legalità<br />
la sera per le vie del centro.<br />
Così anche la <strong>di</strong>ciottesima giornata<br />
della memoria è volata via, tra promesse<br />
e contrad<strong>di</strong>zioni, tra la commozione<br />
e il paradosso <strong>di</strong> una società in piena<br />
lotta al suo interno. La lotta contro la<br />
mafia è la lotta della pazienza dove a<br />
vincere sarà colui che avrà perseverato,<br />
sarà libero solo chi arriverà alla fine<br />
del percorso avendoci creduto sempre,<br />
portando con sé le idee <strong>di</strong> Falcone e<br />
Borsellino perché il senso del loro<br />
lavoro era semplicemente questo: “gli<br />
uomini passano ma le loro idee restano<br />
e continueranno a camminare sulle<br />
gambe <strong>di</strong> altri uomini”.<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 15
16<br />
caritas italiana<br />
ALLUVIONI IN PAKISTAN:<br />
LA PREGHIERA E L’AIUTO DELLA CHIESA<br />
PAKISTAN<br />
Martedì 24 <strong>agosto</strong> è stata la giornata<br />
del raccoglimento e della<br />
preghiera. I cristiani del Pakistan<br />
vi hanno aderito su invito del presidente<br />
della Conferenza episcopale del<br />
Paese asiatico, monsignor Lawrence<br />
Saldanha. Nell’ora del «più grande <strong>di</strong>sastro<br />
naturale» della storia del paese, ha<br />
<strong>di</strong>chiarato il presule, «è nostro dovere <strong>di</strong><br />
cristiani rimanere fianco a fianco con i<br />
nostri fratelli musulmani e indù per<br />
fronteggiare la calamità comune con<br />
coraggio e determinazione».<br />
Le parole <strong>di</strong> monsignor Saldanha suggellano<br />
l’impegno della Chiesa e della<br />
rete <strong>Caritas</strong> a favore delle popolazioni<br />
colpite dalle alluvioni. Ai danni umani<br />
(migliaia <strong>di</strong> morti, milioni <strong>di</strong> sfollati, 20<br />
milioni <strong>di</strong> persone colpite) e infrastrutturali<br />
(e<strong>di</strong>fici pubblici e privati<br />
<strong>di</strong>strutti, vie <strong>di</strong> comunicazione interrotte)<br />
si aggiungono i guasti arrecati all’agricoltura<br />
del paese: nel solo Punjab<br />
almeno 1,7 milioni <strong>di</strong> ettari <strong>di</strong> campi<br />
coltivati sono stati danneggiati o<br />
<strong>di</strong>strutti, molti dei quali coltivati a riso,<br />
base dell’alimentazione nazionale.<br />
Governo e agenzie umanitarie stanno<br />
producendo intensi sforzi per fare<br />
fronte ai bisogni, ma intanto – come<br />
confermato da tutti gli operatori umanitari,<br />
compresa <strong>Caritas</strong> Pakistan –<br />
moltissime comunità non sono state<br />
ancora raggiunte, in particolare nelle<br />
regioni del Sindh e del Punjab, e altre<br />
sono raggiungibili con <strong>di</strong>fficoltà. Tra<br />
coloro che soffrono maggiormente ci<br />
sono le madri in fase <strong>di</strong> allattamento e<br />
i bambini al <strong>di</strong> sotto dei 5 anni <strong>di</strong> età.<br />
Rimangono molto forti anche le necessità<br />
<strong>di</strong> ricoveri provvisori e <strong>di</strong> attrezzature<br />
per l’approvvigionamento <strong>di</strong><br />
acqua pulita, unico baluardo contro il<br />
rischio del <strong>di</strong>ffondersi <strong>di</strong> epidemie.<br />
Intanto, le agenzie umanitarie e la rete<br />
<strong>Caritas</strong> segnalano altri effetti preoccupanti<br />
delle alluvioni. Il <strong>di</strong>sastro ha<br />
infatti causato anche una fiammata dei<br />
Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
prezzi <strong>di</strong> tutti i beni <strong>di</strong> prima necessità.<br />
Inoltre, il movimento <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> sfollati<br />
sta causando una fortissima pressione<br />
logistica e sociale su città e territori<br />
che non sono stati <strong>di</strong>rettamente<br />
toccati dalle inondazioni.<br />
<strong>Caritas</strong> Pakistan, con il supporto<br />
delle altre <strong>Caritas</strong>, tra cui anche <strong>Caritas</strong><br />
Italiana, sta proseguendo il suo<br />
intenso lavoro <strong>di</strong> assistenza alle vittime<br />
delle alluvioni in cinque <strong>di</strong>ocesi<br />
colpite (Multan, Quetta, Faisalabad,<br />
Rawalpin<strong>di</strong>-Islamabad e Hyderabad).<br />
Funziona ormai a pieno regime il programma<br />
<strong>di</strong> emergenza, messo a punto<br />
per i primi tre mesi, che vede impegnati<br />
sul territorio centinaia <strong>di</strong> operatori e<br />
volontari e che raggiungerà almeno<br />
250 mila persone, cristiane e musulmane.<br />
Il programma prevede la fornitura<br />
<strong>di</strong> cibo e tende, interventi <strong>di</strong> prima<br />
assistenza sanitaria e me<strong>di</strong>ca, la riparazione<br />
dei sistemi <strong>di</strong> approvvigionamento<br />
<strong>di</strong> acqua, la ricostruzione <strong>di</strong><br />
alcune infrastrutture. Seguirà, nei<br />
mesi successivi, un più robusto e articolato<br />
piano <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> ricostruzione<br />
e assistenza <strong>di</strong> vittime e sfollati,<br />
cui parteciperà anche <strong>Caritas</strong> Italiana.<br />
Per sostenere gli interventi in corso si<br />
possono inviare offerte a <strong>Caritas</strong> Italiana<br />
tramite<br />
C/C POSTALE N. 347013 specificando<br />
nella causale: Pakistan.<br />
Offerte sono possibili anche tramite<br />
altri canali, tra cui:<br />
• UniCre<strong>di</strong>t Banca <strong>di</strong> Roma Spa, via<br />
Taranto 49, Roma – Iban: IT 50 H<br />
03002 05206 000011063119<br />
• Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A,<br />
Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098<br />
100000005384<br />
• Banca Popolare Etica, via Parigi<br />
17, Roma – Iban: IT 29 U 05018<br />
03200 000000011113<br />
• CartaSi e Diners telefonando a<br />
<strong>Caritas</strong> Italiana tel. 06 66177001<br />
(orario d’ufficio)<br />
INDIA<br />
Nel Kashmir in<strong>di</strong>ano, secondo fonti sul<br />
posto, le vittime sarebbero circa 450.<br />
La notte del 7 <strong>agosto</strong> si è abbattuta<br />
sulla città <strong>di</strong> Leh un’onda <strong>di</strong> fango alta<br />
più <strong>di</strong> tre metri che, in soli 20 minuti,<br />
ha <strong>di</strong>strutto case, strade, vie <strong>di</strong> comunicazione,<br />
mezzi <strong>di</strong> trasporto. Il tutto<br />
in una regione già particolarmente<br />
povera. Queste con<strong>di</strong>zioni e la <strong>di</strong>fficoltà<br />
nelle comunicazioni hanno permesso<br />
a <strong>Caritas</strong> In<strong>di</strong>a <strong>di</strong> mettersi in<br />
contatto con le <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong>ocesane del<br />
Kashmir solo alcuni giorni dopo.<br />
Testimonianze raccolte parlano <strong>di</strong><br />
«una <strong>di</strong>struzione immane e piani bassi<br />
delle case completamente sommersi<br />
dal fango». <strong>Caritas</strong> Italiana si sta attivando<br />
a sostegno <strong>di</strong> <strong>Caritas</strong> In<strong>di</strong>a.<br />
CINA<br />
Inondazioni hanno colpito <strong>di</strong>verse<br />
regioni della Cina, tra cui lo Yunnan ed<br />
il Gansu, dove una frana <strong>di</strong> rocce, terra<br />
e fango ha sommerso tre villaggi nella<br />
contea <strong>di</strong> Zhouqu. È stata colpita<br />
anche la regione al confine con la<br />
Corea del Nord. Qui le inondazioni<br />
hanno causato gravi danni nella città<br />
<strong>di</strong> Sinuiju, sul lato nordcoreano del<br />
fiume Yalu. Più contenuti i danni nella<br />
città cinese <strong>di</strong> Dandong, che è stata<br />
efficacemente protetta dagli argini<br />
innalzati a partire dagli anni ‘30, e che<br />
invece sul versante coreano sono stati<br />
smantellati nel corso degli anni. Anche<br />
in questo caso <strong>Caritas</strong> Italiana segue<br />
con attenzione l’evolversi del <strong>di</strong>sastro.
pastorale <strong>di</strong>ocesana<br />
<strong>di</strong> Rosa Buzzi<br />
SERVIZIO PASTORALE DISABILI<br />
INCONTRO SEMINARIALE DI CONOSCENZA, SCAMBIO E PROGRAMMAZIONE - 5 e 6 Luglio 2010<br />
avvenuto a Baida, presso<br />
la casa Sant’Anna, è nato dal<br />
L’incontro<br />
desiderio <strong>di</strong> mettere in <strong>di</strong>alogo la<br />
comunità ecclesiale e le <strong>di</strong>verse realtà<br />
che nel territorio si occupano <strong>di</strong> persone<br />
con <strong>di</strong>sabilità. Due le domande sulle<br />
quali riflettere: quale la situazione<br />
attuale dell’integrazione e cosa fare<br />
insieme perché l’inclusione della persona<br />
con <strong>di</strong>sabilità <strong>di</strong>venti la norma e non<br />
l’eccezione <strong>di</strong> quella che viene percepita<br />
come una super –comunità.<br />
Mons. Benedetto Genual<strong>di</strong>, consapevole<br />
del grave <strong>di</strong>sagio che vivono le persone<br />
con <strong>di</strong>sabilità e le loro famiglie, ci ha rassicurato<br />
sull’impegno della <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong>ocesana<br />
verso <strong>di</strong> loro. Questo lo scopo dell’<br />
appoggio ai C’entri Anch’io e alla Casa<br />
Anch’io e il progetto “Ortocircuito” in<br />
collaborazione con il <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong><br />
salute mentale dell’ASP.<br />
Il prof. Giuseppe Re, che con la moglie<br />
Lia Mulia <strong>di</strong>rige l’Ufficio <strong>di</strong> Pastorale<br />
Familiare, ha puntato l’accento sull’importanza<br />
del sostenere la coppia genitoriale.<br />
La presenza <strong>di</strong> una persona con<br />
<strong>di</strong>sabilità può <strong>di</strong>ventare più facilmente<br />
uno stimolo educativo per l’intera comunità<br />
se ben accolta in famiglia. Si spera <strong>di</strong><br />
portare avanti una partecipazione <strong>di</strong> operatori<br />
del servizio pastorale <strong>di</strong>sabili ai<br />
corsi <strong>di</strong> preparazione al matrimonio.<br />
Don Fulvio Iervolino, esponendoci le<br />
<strong>di</strong>verse ed interessanti attività della pastorale<br />
giovanile ci ha proposto la presenza <strong>di</strong><br />
alcune persone <strong>di</strong>sabili nella commissione<br />
dell’ufficio e un assistente alla comunicazione<br />
negli incontri mensili.<br />
La dott. Paola Geraci ha riferito dell’esperienza<br />
della scuola <strong>di</strong> formazione per<br />
operatori della salute che il prossimo<br />
anno si svolgerà presso la parrocchia San<br />
Raffaele Arcangelo e che prevede alcuni<br />
incontri proprio sul tema della <strong>di</strong>sabilità.<br />
Per sperimentare la “<strong>di</strong>versa” ma non per<br />
questo meno efficace, possibilità <strong>di</strong> comunicare<br />
<strong>di</strong> persone con gravi <strong>di</strong>sabilità, la<br />
nostra riflessione è stata arricchita da una<br />
rappresentazione teatrale offerta dall’<br />
Associazione Recupero Cerebrolesi.<br />
Don Alfonso Liotta, parroco <strong>di</strong> Santa<br />
Luisa De Marillac, ha testimoniato come<br />
l’abbattimento <strong>di</strong> alcune barriere architettoniche<br />
unitamente a dei percorsi <strong>di</strong> cate-<br />
chesi nei quali sono stati integrati bambini<br />
con gravi <strong>di</strong>sabilità hanno permesso alla<br />
comunità <strong>di</strong> fare esperienze <strong>di</strong> crescita<br />
umana e spirituale.<br />
I vicari episcopali Mons. Giovanni Oliva,<br />
Don Michele Polizzi e padre Roberto<br />
Zambolin hanno sottolineato l’importanza<br />
<strong>di</strong> un’animazione pastorale integrata<br />
affinchè le persone <strong>di</strong>sabili possano sollecitare<br />
nella Chiesa una delle sue imprescin<strong>di</strong>bili<br />
caratteristiche: l’accoglienza.<br />
Per raggiungere questi obiettivi occorre,<br />
però, lavorare maggiormente per<br />
“coscientizzare” le comunità, attraverso i<br />
consigli pastorali parrocchiali.<br />
Don Filippo Custode parroco dell’ Imma-<br />
colata Concezione <strong>di</strong> Ventimiglia ha in<strong>di</strong>cato<br />
tra i fattori “han<strong>di</strong>cappanti” delle<br />
nostre comunità il senso <strong>di</strong> vergogna delle<br />
famiglie <strong>di</strong>sabili e la superficialità dell’uomo<br />
d’oggi. Per abbattere queste barriere<br />
culturali la comunità parrocchiale organizzerà<br />
una giornata <strong>di</strong> sensibilizzazione<br />
in ottobre con la collaborazione dell’associazione<br />
“Uniti verso la meta” , rappresentata<br />
all’incontro da Antonella Corsello.<br />
Don Francesco Di Pasquale, parroco <strong>di</strong><br />
Santa Chiara alle Stimmate, ha riferito<br />
dell’esperienza della comunità con le persone<br />
<strong>di</strong>sabili nell’ oratorio e nell’assistenza<br />
alle famiglie e ci ha detto del grande <strong>di</strong>sagio<br />
generato dall’insufficienza dei servizi<br />
socio-assistenziali del nostro territorio.<br />
La dott.ssa Anna Salone, <strong>di</strong>rigente dell’ufficio<br />
H ha comunicato la nascita <strong>di</strong> un<br />
“ufficio citta<strong>di</strong>nanza” che possa potenziare<br />
il lavoro <strong>di</strong> rete e l’informazione\<br />
nel territorio. Ci ha anche informato dell’avvio<br />
<strong>di</strong> attività finanziate dal Comune<br />
<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> presso dei centri <strong>di</strong>urni per<br />
<strong>di</strong>sabili, dei quali ci ha parlato più <strong>di</strong>ffusamente<br />
Fiorella Acanfora dell’ associazione<br />
Futuro Semplice. Fiorella,<br />
mamma <strong>di</strong> una ragazza con <strong>di</strong>sabilità<br />
intellettiva ha chiesto che le persone<br />
con <strong>di</strong>sabilità non vengano trattate come<br />
“note stonate” e a chi chiedeva come<br />
comportarsi <strong>di</strong>nanzi una persona con<br />
ritardo mentale ha suggerito <strong>di</strong> comportarsi<br />
normalmente perché il “pensarci<br />
su” può immobilizzare e creare barriere.<br />
Presente anche per l’Unione Ciechi (UIC)<br />
il Prof. Giuseppe Scaccia e per l’Ente<br />
Nazionale Sordomuti (ENS) Diego Bonaccorso.<br />
Entrambe le associazioni ci hanno<br />
chiesto <strong>di</strong> lavorare in rete e hanno dato la<br />
loro <strong>di</strong>sponibilità per incrementare l’integrazione<br />
nelle comunità ecclesiali.<br />
P. Alessandro Manzone , che è stato<br />
presente entrambe le giornate con operatori<br />
pastorali della Sacra Famiglia, ha<br />
chiesto una collaborazione nella formazione<br />
<strong>di</strong> assistenti alla comunicazione al<br />
Gruppo Effatà , che opera con le persone<br />
sorde. Clara Milone del San Giuseppe<br />
Cottolengo ci ha testimoniato come<br />
il sostegno del gruppo famiglie alle attività<br />
del C’entro Anch’io 1 e la presenza<br />
del gruppo Effatà in parrocchia siano<br />
state esperienze che sebbene all’inizio<br />
hanno creato delle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> adattamento<br />
poi sono <strong>di</strong>venute occasione <strong>di</strong><br />
crescita per l’intera comunità.<br />
Vincenzo Giglio del gruppo <strong>Caritas</strong> della<br />
parrocchia Sant’Oliva ci ha detto che la<br />
sua attività con le persone <strong>di</strong>sabili non<br />
nasce dalla professionalità ma dalla coerenza<br />
al suo essere cristiano.<br />
Il pomeriggio ci ha visti impegnati nella<br />
programmazione e più <strong>di</strong> una volta è<br />
emerso il <strong>di</strong>sagio <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse parrocchie<br />
causato dalla carenza <strong>di</strong> persone che<br />
riescano a sviluppare un senso <strong>di</strong> corresponsabilità<br />
nella propria comunità .<br />
A conclusione la Messa celebrata presso<br />
la parrocchia <strong>di</strong> Baida da Don Michele<br />
Giuffrida e con la presenza delle tre<br />
suore <strong>di</strong> Sant’Anna che ci hanno amorevolmente<br />
accolti e “coccolati” . La gioia<br />
e la consolazione più grande, sottolineata<br />
dal celebrante durante l’omelia, la<br />
risposta ai nostri interrogativi dataci dal<br />
Vangelo del giorno nel quale si racconta<br />
della compassione <strong>di</strong> Gesù per le folle <strong>di</strong><br />
ammalati e infermi e la sua richiesta a<br />
pregare perché “ la messe è abbondante,<br />
ma sono pochi gli operai” (Mt 9,38).<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 17
promozione umana<br />
<strong>di</strong> Valeria Gan<strong>di</strong>ni<br />
Il Ruolo Profetico della Vita Religiosa<br />
<strong>di</strong> fronte al fenomeno della “Tratta<br />
delle Nuove Schiave”<br />
Èil Titolo dell’Incontro tenutosi il<br />
19 Giugno presso l’Istituto delle<br />
suore Figlie della Croce in<br />
Corso Tukory 204.<br />
L’Incontro è stato organizzato dall’U-<br />
SMI <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> in collaborazione con<br />
Sr. Eugenia Bonetti, responsabile dell’Ufficio<br />
Tratta dell’USMI a Roma, e vi<br />
hanno partecipato una settantina <strong>di</strong><br />
suore della Diocesi, e altre persone<br />
interessate al fenomeno.<br />
Abbiamo dato uno sguardo alla situazione<br />
della donna nel mondo oggi e<br />
abbiamo visto come il volto della<br />
povertà, dell’emarginazione, della<br />
<strong>di</strong>scriminazione e dello sfruttamento<br />
nel mondo, è assunto dalle donne.<br />
Esse rappresentano l’80 % <strong>di</strong> quanti<br />
vivono in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> assoluta povertà<br />
e circa i due terzi degli 850 milioni <strong>di</strong><br />
analfabeti presenti nel mondo. Più<br />
della metà delle persone colpite dal<br />
virus dell’AIDS sono donne tra i 15 e i<br />
24 anni; la maggior parte <strong>di</strong> loro vivono<br />
nei Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo. Infatti è la<br />
donna che in molti paesi deve pensare<br />
al sostentamento della famiglia.<br />
È la donna che soffre a causa della<br />
carestia, della scarsità d’acqua, delle<br />
guerre e delle lotte tribali.<br />
È la donna che soffre per la mancanza<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine e per il contagio dell’AIDS.<br />
È la donna che non può frequentare la<br />
scuola ed è esclusa da compiti <strong>di</strong><br />
18 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
responsabilità, ed è ancora lei che<br />
spesso è costretta a lasciare la sua<br />
patria per cercare altrove sicurezza e<br />
benessere per sé e per la famiglia.<br />
E’ la donna che subisce atti <strong>di</strong> violenza,<br />
in maggior parte sessuali, ed è lei<br />
che spesso è costretta a vendere il suo<br />
corpo per essere usato come oggetto <strong>di</strong><br />
piacere e fonte <strong>di</strong> guadagno per altri.<br />
La povertà più umiliante per una<br />
donna è certamente quella <strong>di</strong> essere<br />
venduta e comprata…<br />
La prostituzione non è un fenomeno<br />
nuovo, ma ciò che è nuovo è che questo<br />
commercio globale sfrutta l’estrema<br />
povertà e vulnerabilità <strong>di</strong> molte donne<br />
e minorenni immigrate: le schiave del<br />
XXI secolo. Ingannate, schiavizzate e<br />
gettate sui nostri marciapie<strong>di</strong> o in locali<br />
notturni, “le prostitute” sono l’ennesimo<br />
esempio della ingiusta <strong>di</strong>scriminazione<br />
imposta alle donne dalla<br />
nostra società del consumismo, da cui<br />
nessuno <strong>di</strong> noi è escluso.<br />
All’inizio degli anni 80, come conseguenza<br />
delle continue <strong>di</strong>fficoltà economiche<br />
nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo,<br />
migliaia <strong>di</strong> donne emigrarono in Europa<br />
in cerca <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> una migliore<br />
qualità <strong>di</strong> vita. Molte <strong>di</strong> queste donne,<br />
clandestine e vulnerabili, <strong>di</strong>vennero<br />
preda <strong>di</strong> organizzazioni criminali connesse<br />
con l’industria del sesso. L’Italia<br />
non fu esente da tale fenomeno <strong>di</strong>venendo<br />
paese <strong>di</strong> “transito” e <strong>di</strong> “destinazione”<br />
per migliaia <strong>di</strong> giovani donne<br />
comprate e vendute<br />
come merce.<br />
È <strong>di</strong>fficile quantificare<br />
le donne<br />
trafficate. Secondo<br />
un report <strong>di</strong><br />
“Save the children”,<br />
emanato il<br />
22 Agosto 2008, si<br />
<strong>di</strong>ce che nel<br />
mondo siano<br />
circa 2,7 milioni<br />
le vittime della<br />
Tratta <strong>di</strong> esseri umani, <strong>di</strong> cui l’80% è<br />
costituito da donne e bambini. Un affare<br />
che, secondo le Nazioni Unite, smuove<br />
32 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dollari l’anno. In un<br />
altro report dell’ONU, si parla <strong>di</strong> quattro<br />
milioni <strong>di</strong> donne trafficate da una<br />
nazione all’altra oppure spostate all’interno<br />
della stessa nazione.<br />
Solo in Europa, secondo l’Organizzazione<br />
Internazionale delle Migrazioni,<br />
transitano ogni anno per lo stesso motivo<br />
500.000 donne e minori. Anche l’Italia<br />
ha la sua parte <strong>di</strong> vittime, attualmente<br />
si considera che siano tra le 50 e<br />
le 70 mila le donne provenienti dall’Africa<br />
Orientale, dall’America Latina,<br />
dall’Europa e dall’Asia, che vivono e<br />
lavorano sulle nostre strade oppure nei<br />
locali notturni e <strong>di</strong> queste, il 30 – 40 %<br />
sono minori tra i 14 e 18 anni <strong>di</strong> età.<br />
Le Congregazioni Religiose Femminili,<br />
insieme alle <strong>Caritas</strong> Diocesane e ai<br />
gruppi <strong>di</strong> volontariato, furono tra le<br />
prime in Italia a leggere il fenomeno,<br />
a mettere insieme le forze nel combattere<br />
questa schiavitù e ad offrire soluzioni<br />
alternative alla strada. Sono nate<br />
così tre reti: a livello nazionale l’<br />
“USMI” <strong>di</strong> Roma, a livello europeo<br />
“RENATE” e a livello Internazionale<br />
“INTRATIP”.<br />
La <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> sta organizzando<br />
una serie <strong>di</strong> incontri <strong>di</strong> formazione<br />
per Operatori <strong>Caritas</strong> e Volontari interessati<br />
al fenomeno, partendo dal<br />
prossimo Ottobre.
promozione umana<br />
<strong>di</strong> Manfre<strong>di</strong> Sanfilippo<br />
VERSO UN’IMPRESA DI COMUNITÀ<br />
che stiamo vivendo ci<br />
porta a cercare in<strong>di</strong>vidualmen-<br />
L’epoca<br />
te soluzioni a problemi che<br />
hanno origine dal vivere in questa<br />
società, problemi strutturali o sistemici,<br />
e questo non fa che ampliare l’insicurezza<br />
nell’in<strong>di</strong>viduo che, per questo,<br />
si sente sempre più “solo”; il risultato<br />
<strong>di</strong> tutto ciò è che il nemico <strong>di</strong>venta<br />
l’altro, l’estraneo sul quale possiamo<br />
scagliare come pietre tutte le nostre<br />
ansie. È così che ci attacchiamo a<br />
qualsiasi promessa <strong>di</strong> semplificazione<br />
e omogeneizzazione <strong>di</strong> una realtà che<br />
ci intimorisce proprio per la sua eterogeneità.<br />
I risultati sono sotto gli occhi<br />
<strong>di</strong> tutti: nevrosi e depressione, <strong>di</strong>sturbi<br />
<strong>di</strong> personalità non sono più nomi <strong>di</strong><br />
complicate patologie che capiscono<br />
solo gli psichiatri ma esperienze purtroppo<br />
a noi sempre più vicine, le cui<br />
soluzioni non sono sempre facili come<br />
spesso ci vogliono far credere.<br />
Il 7 Luglio scorso si è tenuta a <strong>Palermo</strong>,<br />
presso il centro Agape, una riunione-seminario<br />
dal titolo “Verso<br />
un’impresa <strong>di</strong> comunità”. Si è trattato<br />
<strong>di</strong> un primo passo verso una possibile<br />
nascita <strong>di</strong> un’attività che insieme<br />
possa essere un modo per essere utili,<br />
iniziare un percorso lavorativo e nello<br />
stesso tempo costruire delle relazioni<br />
psichicamente sane, il che non vuol<br />
<strong>di</strong>re escludere dalla nostra vita la<br />
malattia il conflitto e il <strong>di</strong>sagio, ma<br />
dare a queste esperienze accoglienza<br />
e potenzialità <strong>di</strong> superamento.<br />
L’ambito da cui si è partiti è stato<br />
appunto quello del <strong>di</strong>sagio psichico;<br />
ma forse è più corretto <strong>di</strong>re della salute<br />
mentale poiché, già in questo incontro,<br />
in cui erano presenti alcuni “utenti”<br />
dei servizi <strong>di</strong> salute mentale impegnati<br />
nel progetto “ortocircuito” e nelle<br />
attività riabilitative <strong>di</strong> un Centro Diurno<br />
del Dipartimento <strong>di</strong> Salute Mentale<br />
della città <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, si è subito<br />
instaurato un clima <strong>di</strong> buona collaborazione<br />
e ascolto reciproco, in cui ogni<br />
partecipante ha avuto modo <strong>di</strong> presentare<br />
brevemente la sua esperienza <strong>di</strong><br />
vita, <strong>di</strong> lavoro e le proprie aspirazioni<br />
per migliorare l’una e l’altra.<br />
Importante, nella giornata è stato il<br />
confronto con esperienze <strong>di</strong> cooperative<br />
sociali già operanti a <strong>Palermo</strong> (la<br />
Cooperativa Solidarietà che gestisce il<br />
Vivaio Ibervillea) e in provincia (Cooperativa<br />
Girasole impegnata nel settore<br />
della raccolta <strong>di</strong>fferenziata nel territorio<br />
<strong>di</strong> Castelbuono).<br />
È stata una bella esperienza <strong>di</strong> partecipazione<br />
dal basso, in un momento in<br />
cui la crisi mon<strong>di</strong>ale dell’attuale<br />
modello economico capitalista, sembra<br />
avere spento ogni speranza verso<br />
un mondo <strong>di</strong>verso, in cui sempre più<br />
appare insensato cercare un lavoro<br />
fuori dalla logica delle clientele, delle<br />
mafie e delle raccomandazioni, facen-<br />
do tesoro delle competenze e delle<br />
risorse <strong>di</strong> ciascuno. Ma proprio sul<br />
tema della speranza si è incentrato il<br />
messaggio iniziale <strong>di</strong> Don Benedetto<br />
Genual<strong>di</strong>, <strong>di</strong>rettore della <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>.<br />
“Si può fare” è il titolo <strong>di</strong> un film che<br />
racconta la storia <strong>di</strong> una cooperativa<br />
<strong>di</strong> Pordenone, fondata da ex ricoverati<br />
in manicomio dopo l’emanazione della<br />
legge 180. Ed è questo il messaggio<br />
che si è rinforzato durante i lavori<br />
durati tutta la giornata, in cui è arrivata<br />
l’eco degli interventi dei vescovi del<br />
meri<strong>di</strong>one che già da alcuni anni spingono<br />
e sostengono esperienze <strong>di</strong><br />
riscatto come quelle del Consorzio <strong>di</strong><br />
Cooperative “Goel” fondato a Locri da<br />
Monsignor Bregantini. Ecco allora<br />
che, anche in un sistema che tende<br />
sempre più ad una visione in<strong>di</strong>vidualistica,<br />
un sistema sociale malato come<br />
quello dominato dalla mafia, la speranza<br />
è già <strong>di</strong>ventata realtà.<br />
Così anche a <strong>Palermo</strong>, un gruppo <strong>di</strong><br />
persone <strong>di</strong> varie esperienze ed età, si<br />
sono messe insieme, in cerchio, guardandosi<br />
negli occhi, per raccontarsi e<br />
cercare <strong>di</strong> mettere in comune vissuti<br />
<strong>di</strong>versi cercando <strong>di</strong> tirare fuori qualcosa<br />
<strong>di</strong> buono, cercando forme nuove<br />
<strong>di</strong> lavoro, per cambiare sia la propria<br />
con<strong>di</strong>zione che quella del territorio in<br />
cui vivono.<br />
Per questo si è cercato <strong>di</strong> partire proprio<br />
da una base eterogenea, guardando<br />
alla <strong>di</strong>versità come una ricchezza<br />
piuttosto che un problema. La composizione<br />
del gruppo dei partecipanti al<br />
seminario è stata davvero varia, sotto<br />
tutti i punti <strong>di</strong> vista, anagrafico, esperienziale,<br />
formativo e culturale, vite<br />
<strong>di</strong>verse mosse però da una comune<br />
voglia <strong>di</strong> comunità, voglia <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre,<br />
<strong>di</strong>alogare, confrontarsi, esplorare<br />
insieme nuovi percorsi possibili.<br />
Certo fare comunità non è sempre<br />
facile e me<strong>di</strong>are le <strong>di</strong>fferenze a volte<br />
può essere complicato, ma la sintesi<br />
delle <strong>di</strong>versità, se prodotta da un confronto<br />
paritario, è sempre sicuramente<br />
fattore <strong>di</strong> crescita e accrescimento<br />
per ogni parte coinvolta e, ancor più,<br />
per il gruppo stesso nel suo insieme. È<br />
stata posta una prima pietra per la<br />
costruzione <strong>di</strong> qualcosa che nessuno<br />
dei partecipanti ha ancora chiaro, ma<br />
il semplice fatto <strong>di</strong> essersi messi insieme,<br />
ed averlo fatto in questo modo, è il<br />
primo passo per creare qualcosa <strong>di</strong><br />
solido, creativo ed interessante, un<br />
piccolo miracolo nella o<strong>di</strong>erna<br />
“società liquida”.<br />
Il contesto del Centro Agape, che pure<br />
fa riferimento ad una specifica identità<br />
cristiana, in cui molti <strong>di</strong> noi si<br />
riconoscono, è sembrato a tutti un<br />
contesto aperto al <strong>di</strong>alogo e alla collaborazione<br />
e a quella “convivialità delle<br />
<strong>di</strong>fferenze” tanto cara al Vescovo Don<br />
Tonino Bello, che con la sua testimonianza<br />
<strong>di</strong> impegno per la Chiesa meri<strong>di</strong>onale<br />
è rimasto nel cuore <strong>di</strong> tanti.<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 19
caritas <strong>di</strong>ocesana<br />
<strong>di</strong> Maria Pagano ed Edoardo Lembo<br />
Educazione e prevenzione ad Aspra<br />
Nel mese <strong>di</strong> giugno sono stati<br />
organizzati dall’equipe del centro<br />
d’ascolto per le <strong>di</strong>pendenze<br />
patologiche dell’Opera Don Calabria e<br />
della <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong> <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, in<br />
collaborazione con il Centro Prevenzione<br />
dell’Opera don Calabria <strong>di</strong> Termini<br />
Imerese, degli incontri <strong>di</strong> prevenzione<br />
sulla problematica della droga e<br />
dell’alcool per ragazzi adolescenti<br />
appartenenti alla parrocchia <strong>di</strong> Aspra.<br />
Sono stati programmati tre incontri: i<br />
primi due nell’oratorio della suddetta<br />
parrocchia, il terzo si è svolto all’interno<br />
della Comunità Terapeutica sita<br />
in contrada S.Onofrio a Trabia.<br />
Gli incontri si sono svolti nell’ottica<br />
della Peer Education che cerca <strong>di</strong> informare<br />
e educare i giovani tramite incontri<br />
tra pari, dove cioè gli operatori coinvolti<br />
e i destinatari dell’intervento tramite<br />
un interazione circolare si trovano<br />
allo stesso livello. L’obiettivo è stato<br />
quello <strong>di</strong> farci raccontare le motivazioni<br />
e i bisogni interni che spingono i giovani<br />
della società a fare uso <strong>di</strong> sostanze<br />
20 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
stupefacenti per favorire una riflessione<br />
critica e una messa in <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong><br />
tutte le informazioni e gli stereotipi che<br />
i ragazzi hanno in merito all’uso e all’a-<br />
buso <strong>di</strong> alcool e droga. Gli strumenti utilizzati<br />
sono stati quelli dell’ascolto non<br />
giu<strong>di</strong>cante e meto<strong>di</strong> psicologici come il<br />
brain storming e il role playing che consentono<br />
<strong>di</strong> far emergere in modo lu<strong>di</strong>co<br />
i pensieri consapevoli e non sui comportamenti<br />
da abuso. L’obiettivo dell’ultimo<br />
incontro è stato quello <strong>di</strong> mettere<br />
a confronto questi adolescenti con gli<br />
utenti della comunità per la cura della<br />
tossico<strong>di</strong>pendenza, per porli a contatto<br />
con la realtà e con i problemi che la<br />
<strong>di</strong>pendenza porta (psicologici, giu<strong>di</strong>ziari,<br />
me<strong>di</strong>ci e economici) tramite testimonianze<br />
<strong>di</strong>rette, <strong>di</strong>alogo e con<strong>di</strong>visione<br />
<strong>di</strong> esperienze. I giovani hanno partecipato<br />
con <strong>di</strong>sponibilità e serietà, con<strong>di</strong>videndo<br />
con noi le loro esperienze, le<br />
loro paure e le tante possibilità che il<br />
mondo <strong>di</strong> oggi propone senza però dare<br />
sostegno emotivo e morale a ragazzi<br />
che devono ancora costruirsi un’identità<br />
matura e responsabile e che vengono<br />
continuamente ammaliati dalla<br />
strategia del tutto e subito e soprattutto<br />
del facile e senza sforzo e rinunce.<br />
Mons. Giallombardo festeggia il 60° genetliaco de<strong>di</strong>cato agli ultimi<br />
Raggiungere la veneranda età <strong>di</strong> novanta anni è certamente un traguardo che soltanto un ristretto numero<br />
<strong>di</strong> persone può festeggiare. È quello che è successo a Monsignor Giovan Battista Giallombardo che lo<br />
scorso 7 <strong>luglio</strong> ha ringraziato il Signore per i doni che gli ha concesso nella lunga e feconda vita umana<br />
e sacerdotale: il successivo 16 <strong>luglio</strong> infatti ha ricordato anche il sessantaseiesimo anniversario <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione<br />
presbiterale. Monsignor Giallombardo ha speso la sua lunga vita per 24 anni nella pastorale parrocchiale come<br />
parroco, successivamente in quella <strong>di</strong>ocesana come vicario episcopale nel servizio della carità (è stato il primo<br />
<strong>di</strong>rettore della <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong> <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>) e infine come Segretario degli Arcivescovi Card. Pappalardo e<br />
Card. De Giorgi.<br />
È stato l’Arcivescovo Paolo Romeo che ha voluto per primo coinvolgere la comunità <strong>di</strong>ocesana negli auguri a<br />
Monsignore, il 2 <strong>luglio</strong> in Cattedrale, alla fine della celebrazione per l’or<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong> tre nuovi sacerdoti <strong>di</strong>ocesani<br />
(nella stessa celebrazione è stato ricordato il cinquantesimo <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione dell’in<strong>di</strong>menticato e amato<br />
Don Pino Puglisi). L’applauso dei presenti ha voluto esprimere la riconoscenza della Chiesa <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> per il tanto bene che ha ricevuto dallo zelo<br />
e dall’abnegazione <strong>di</strong> Monsignor Giallombardo. Il giorno del compleanno gli auguri gli sono stati fatti in Curia dall’Arcivescovo, dal Vescovo Ausiliare,<br />
dai sacerdoti e dai laici che vi prestano servizio.<br />
A pranzo Monsignore è stato ospite della <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong> che ha voluto ricordarlo come colui che, in armonia con il Car<strong>di</strong>nale Pappalardo, ne ha<br />
posto le basi e ne ha creato le con<strong>di</strong>zioni per lo sviluppo.<br />
Nel pomeriggio è stato festeggiato dai suoi familiari (sorella e nipoti) riuniti in occasione del matrimonio della figlia <strong>di</strong> un nipote. I festeggiamenti si sono<br />
conclusi sabato 10 <strong>luglio</strong> con una messa <strong>di</strong> ringraziamento, presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata da numerosi sacerdoti, presso il seminario arcivescovile<br />
nella cappella della casa <strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> Baida. Al termine l’agape fraterna è stata rallegrata dalla presenza degli amici e <strong>di</strong> tutti i seminaristi.<br />
Giovanni Cascino
Il prossimo autunno, i cattolici italiani<br />
converranno a Reggio Calabria<br />
dal 14 al 17 ottobre per vivere<br />
un importante occasione <strong>di</strong> riflessione<br />
e <strong>di</strong> progettazione: la Settimana Sociale.<br />
È la 46^ che viene promossa dal<br />
movimento cattolico italiano che, con<br />
vicende alterne e premesse molto <strong>di</strong>fferenti,<br />
ne ha curato e animato lo svolgimento<br />
sin dal secolo scorso.<br />
Non vuole essere una celebrazione, ma<br />
piuttosto un’occasione <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento<br />
e <strong>di</strong> progettazione da vivere secondo<br />
lo stile del laboratorio e della con<strong>di</strong>visione<br />
<strong>di</strong> idee, competenze, sensibilità,<br />
analisi e proposte: una sfida lanciata<br />
dal Comitato promotore che ha innescato<br />
un processo <strong>di</strong> ascolto e <strong>di</strong> coinvolgimento<br />
della realtà ecclesiale a<br />
livello <strong>di</strong>ocesano e nazionale, ma che<br />
ha anche promosso incontri e confronti<br />
a vario livello con tante forze culturali,<br />
sociali e produttive del paese.<br />
Anche la nostra <strong>di</strong>ocesi ha accolto tale<br />
sfida, vivendola soprattutto come<br />
occasione per dare attuazione alle<br />
linee pastorali <strong>di</strong>ocesane che guardano<br />
al territorio come priorità.<br />
Stiamo vivendo una stagione molto <strong>di</strong>fficile<br />
per la città e per l’intera nazione:<br />
ci ren<strong>di</strong>amo conto che il <strong>di</strong>battito<br />
pubblico è terribilmente impoverito e<br />
ridotto a pettegolezzo. Il <strong>di</strong>sincanto<br />
sembra essere l’orizzonte <strong>di</strong> molti<br />
<strong>di</strong>scorsi e <strong>di</strong> molti <strong>di</strong>aloghi che ascoltiamo<br />
ogni giorno.<br />
La comunità cristiana, e ogni credente<br />
personalmente, deve assumere il compito<br />
<strong>di</strong> vivere “dentro” la propria porzione<br />
<strong>di</strong> storia per aiutare i fratelli e le<br />
sorelle che riconosce come prossimo<br />
ad alzare lo sguardo, a rialzarsi e a<br />
prendere coscienza che “oggi” è tempo<br />
<strong>di</strong> cambiamento.<br />
La prossima settimana sociale può<br />
essere un’occasione per riaffermare<br />
che il ruolo dei cattolici nello spazio<br />
pubblico è quello <strong>di</strong> cercare – insieme<br />
a tutti – il Bene comune e <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>care<br />
tale ricerca dentro un’autentica spiritualità<br />
eucaristica.<br />
Non ci sono “valori cattolici” da <strong>di</strong>fendere<br />
per creare steccati, escludere,<br />
isolare… vaccinarsi dai virus venefici<br />
della società post-moderna, ma ci sono<br />
valori evangelici da <strong>di</strong>ffondere, viven-<br />
chiesa cattolica italiana<br />
<strong>di</strong> Giuseppe Notarstefano<br />
Rigenerare il tessuto sociale del Paese, organizzare la Speranza<br />
Il contributo dei cattolici italiani<br />
doli personalmente “dentro” le scelte<br />
personali, familiari, professionali, politiche,<br />
economiche.. e quin<strong>di</strong> testimoniandoli<br />
con coraggio e tenacia.<br />
Pertanto non ci sono “temi” cattolici,<br />
ma tutte le questioni della città dell’uomo<br />
ci stanno a cuore: così come<br />
l’anonimo della celebre Lettera a Diognéto<br />
ricorda: siamo anima nel<br />
mondo.<br />
Animare evangelicamente questa<br />
società, in questo tempo e riconoscere,<br />
così, il nostro kairos ri-nominando<br />
la crisi come opportunità, assumendo<br />
le sfide con responsabilità, non rassegnandoci<br />
al <strong>di</strong>sincanto delle politica<br />
politicante e della finanziarizzazione<br />
<strong>di</strong>lagante che misura la vita dell’uomo<br />
in unità <strong>di</strong> tempo, pretendendo così <strong>di</strong><br />
trasformare il tempo in denaro.<br />
An<strong>di</strong>amo a Reggio con molta speranza,<br />
con il cuore e la mente fissi su <strong>Palermo</strong>:<br />
sulla nostra terra così bella e così<br />
generosa, dominata da frivoli e me<strong>di</strong>ocri<br />
valvassori che gestiscono il potere<br />
come usurpatori <strong>di</strong> un territorio che<br />
non è più un regno e che certamente<br />
ha <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> essere democrazia.<br />
DAL CONTRIBUTO DIOCESANO AL LAVORO PREPARATORIO DELLA 46^ SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI ITALIANI*<br />
Abbiamo accolto l’invito a partecipare al cammino <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento verso la 46^ Settimana Sociale dei Cattolici italiani riconoscendo in esso una sfida e una provocazione.<br />
Una sfida a <strong>di</strong>latare il nostro sguardo <strong>di</strong> credenti, spesso eccessivamente fiaccato e ripiegato sulle piccole questioni intra-ecclesiali; una provocazione ad<br />
allargare il cuore delle nostre comunità cristiane alle questioni e ai problemi che sono <strong>di</strong> tutti, andando oltre la risposta imme<strong>di</strong>ata alle urgenze e alle contingenze,<br />
ma impegnandoci per lavorare ad un profondo e reale cambiamento civile e politico, assumendo, secondo lo stile del Concilio Vaticano II, sino in fondo le fatiche,<br />
le speranze, le gioie e le angosce degli uomini del nostro tempo. [..] Il documento è, pertanto, il frutto e la sintesi dei contributi raccolti. È il risultato <strong>di</strong> quello che –<br />
per noi – è stato davvero un cammino con<strong>di</strong>viso <strong>di</strong> ascolto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento, compiuto non tanto con l’intento <strong>di</strong> rilevare criticità e no<strong>di</strong> problematici, ma con lo sguardo<br />
appassionato <strong>di</strong> chi vuole cogliere i germi <strong>di</strong> speranza e <strong>di</strong> novità presenti nella nostra realtà. Non si tratta <strong>di</strong> una “mappatura <strong>di</strong> criticità sociali”, ma il risultato <strong>di</strong><br />
un pensiero comune, alla ricerca paziente <strong>di</strong> una progettualità suggerita da un tessuto <strong>di</strong> relazioni che, con gra<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> densità e intensità, evidenziano un principio<br />
<strong>di</strong> novità in atto. […] Dobbiamo, in franchezza, rilevare la <strong>di</strong>fficoltà oggi a tradurre il cuore e i principi della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) in progetti e itinerari<br />
che sappiano comunicarsi con la grammatica della quoti<strong>di</strong>anità e con il ritmo dell’esperienza. I valori cui essa continuamente ci richiama spesso rischiano <strong>di</strong> restare<br />
questioni teoriche, con la tentazione (sempre presente) <strong>di</strong> tradursi in pregiu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> vago sapore ideologico: tutto ciò non ci aiuta nell’annunciare con limpi<strong>di</strong>tà e freschezza<br />
il messaggio evangelico che è il fondamento <strong>di</strong> tale Dottrina. Cre<strong>di</strong>amo, pertanto, che occorra ricominciare da qui: dalla paziente cura della formazione sociale<br />
ispirata alla DSC, dal coscienzioso stile del <strong>di</strong>scernimento (personale e comunitario), dalla esigente testimonianza che non fa sconti a noi stessi ma che si fa prossima<br />
con quanti hanno un passo <strong>di</strong>fferente dal nostro nel cammino della storia […] Con riferimento alla storia recente del Sud, ci sembra <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare due segni che,<br />
nel loro intrecciarsi, sono lievito <strong>di</strong> rinnovamento. In primo luogo l’alleanza, sincera e decisa, stipulata tra la “parte migliore della Chiesa del Sud” 4 e la società civile meri<strong>di</strong>onale<br />
più coraggiosa, contro la criminalità organizzata e le mafie, per un nuovo patto etico da costituire nel rispetto della legalità e della democrazia. In secondo luogo<br />
la rinnovata consapevolezza delle comunità ecclesiali che la pastorale or<strong>di</strong>naria debba sempre più essere orientata all’evangelizzazione e alla missionarietà, riscoprendo<br />
il territorio e la storia come luogo dell’incontro privilegiato tra Dio e l’uomo: la scelta <strong>di</strong> una pastorale <strong>di</strong> integrazione, l’attenzione agli ambiti e ambienti <strong>di</strong> vita come<br />
<strong>di</strong>spositivi organizzativi delle proposte pastorali sono passi importanti verso una <strong>di</strong>rezione profetica e <strong>di</strong> Speranza. […]<br />
Il testo completo si può trovare sul sito www.pastoralesociale.<strong>di</strong>ocesipa.it<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 21
22<br />
promozione umana<br />
<strong>di</strong> Tiziana Di Gristina<br />
STAND UP - TAKE ACTION 2010<br />
Nel Settembre del 2000, in occasione<br />
del Vertice del Millennio<br />
indetto dalle Nazioni Unite,<br />
189 leader mon<strong>di</strong>ali, si sono impegnati<br />
a liberare ogni essere umano dalla<br />
“con<strong>di</strong>zione abietta e <strong>di</strong>sumana della<br />
povertà estrema” ed a “rendere il<br />
<strong>di</strong>ritto allo sviluppo una realtà per<br />
ogni in<strong>di</strong>viduo”. Questa ampia varietà<br />
<strong>di</strong> impegni, nota come gli Obiettivi <strong>di</strong><br />
Sviluppo del Millennio, mira a <strong>di</strong>mezzare<br />
la povertà estrema e la fame, raggiungere<br />
l’istruzione primaria universale,<br />
promuovere l’uguaglianza <strong>di</strong><br />
genere, <strong>di</strong>minuire la mortalità infantile,<br />
migliorare la salute materna, combattere<br />
l’HIV/AIDS, la malaria e le<br />
altre malattie, assicurare la sostenibilità<br />
ambientale, sviluppare un partenariato<br />
globale per lo sviluppo. Tutti i<br />
capi <strong>di</strong> Stato che hanno aderito, si<br />
sono impegnati a raggiungere questi<br />
obiettivi entro il 2015. A sostegno<br />
degli Obiettivi <strong>di</strong> Sviluppo del Millennio,<br />
le Nazioni Unite hanno lanciato la<br />
Campagna del Millennio che mira al<br />
cambiamento delle politiche <strong>di</strong> lotta<br />
alla povertà e collabora con paesi <strong>di</strong><br />
tutto il mondo per aiutare in<strong>di</strong>vidui e<br />
società civili a chiedere conto ai propri<br />
governanti degli impegni presi<br />
verso gli Obiettivi <strong>di</strong> Sviluppo del Millennio<br />
e a lottare per ottenere il<br />
rispetto dei <strong>di</strong>ritti umani per ogni<br />
in<strong>di</strong>viduo. L’accordo che è stato preso<br />
tra gli stati prevede che i paesi poveri<br />
possano raggiungere i primi 7 obiettivi,<br />
promuovendo delle riforme che<br />
mettano al centro la lotta alla povertà<br />
Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
e realizzando strategie che permettano<br />
ad ogni in<strong>di</strong>viduo l’accesso ai servizi<br />
<strong>di</strong> base. Per i paesi ricchi invece<br />
l’impegno riguarda incremento per<br />
l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo ( APS),<br />
il miglioramento della qualità degli<br />
aiuti, allineandosi con le consegne<br />
stabilite alla Dichiarazione i Parigi,<br />
realizzando regole del commercio<br />
internazionale con più equità, e prevedendo<br />
la cancellazione del debito.<br />
I promotori degli Obiettivi del Millennio<br />
ritengono che il raggiungimento<br />
<strong>di</strong> questo traguardo nel 2015 è possibile<br />
solo se ogni citta<strong>di</strong>no è a conoscenza<br />
delle promesse e degli impegni<br />
presi dal proprio governo,e al contempo,<br />
richiede che questi vengano<br />
mantenuti. Anche in Italia l’interesse<br />
a questi temi è molto forte e molto<br />
sentito, ma finora non sono state<br />
adottate misure<br />
<strong>di</strong> intervento concrete<br />
da parte del<br />
governo. Ogni<br />
istituzione<br />
dovrebbe ricordare<br />
che questo<br />
patto ha una rilevante<br />
importanza<br />
, perché per la<br />
prima volta i<br />
paesi ricchi e i<br />
paesi poveri<br />
hanno trovato un accordo e hanno<br />
lavorato insieme per poter garantire<br />
un futuro alle nuove generazioni e a<br />
quelle ancora presenti, tenendo<br />
conto delle proprie responsabilità e<br />
dei ruoli da interpretare per far si<br />
che questo avvenga. Ogni citta<strong>di</strong>no,<br />
<strong>di</strong>versamente da come si crede, può<br />
fare qualcosa, può AGIRE affinché le<br />
ingiustizie vengano sanate. Ma come<br />
? Informando tramite campagne <strong>di</strong><br />
sensibilizzazione sui mezzi <strong>di</strong> informazione<br />
e coorganizzando eventi e<br />
incontri; raccogliendo le voci dei citta<strong>di</strong>ni<br />
contro la povertà; portando<br />
queste voci contro la povertà nelle<br />
se<strong>di</strong> istituzionali e ampliare le richieste<br />
dell’opinione pubblica. L’evento<br />
STAND UP, prevede ogni anno una<br />
mobilitazione mon<strong>di</strong>ale, ricordando a<br />
tutti i capi <strong>di</strong> stato gli impegni presi.<br />
Quest’anno si svolgerà dal 17 al 19<br />
settembre, in occasione del Summit<br />
delle Nazioni Unite de<strong>di</strong>cato agli<br />
Obiettivi del Millennio, dal 20 al 22<br />
Settembre. Anche la <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> si sta impegnando<br />
per far sentire la propria voce in<br />
città, coinvolgendo quante più persone<br />
possibili, e collaborando con<br />
Agesci, Azione Cattolica e Coor<strong>di</strong>namento<br />
<strong>Palermo</strong> Ciclabile. Per info:<br />
mon<strong>di</strong>alita@caritaspalermo.it oppure<br />
Tiziana Di Gristina 091327986.
La televisione: <strong>di</strong>ffusore <strong>di</strong> nuovi valori<br />
o specchio della realtà o<strong>di</strong>erna<br />
La televisione, grazie alla possibilità<br />
<strong>di</strong> raggiungere con facilità le<br />
persone <strong>di</strong>rettamente in casa ed<br />
inoltre, grazie al suo effetto prolungato<br />
nel tempo (un <strong>di</strong>ciottenne ha circa<br />
20.000 ore <strong>di</strong> televisione nel suo curriculum,<br />
un quarantenne circa il doppio),<br />
agisce nelle persone come un<br />
ambiente <strong>di</strong> coltura, in cui si coltivano<br />
atteggiamenti <strong>di</strong> fondo, in cui si<br />
influenzano le relazioni interpersonali<br />
ed in cui si creano degli innesti molto<br />
complessi <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ficazione del messaggio<br />
televisivo con le proprie esperienze<br />
personali. Un tempo, la televisione<br />
presentava una serie <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong><br />
intrattenimento, <strong>di</strong> informazione, con<br />
carattere talvolta pedagogico, cosa che<br />
adesso è venuta totalmente a mancare.<br />
Infatti, coloro che fanno la televisione<br />
oggi non possiedono la responsabilità<br />
sociale <strong>di</strong> un tempo e mirano, piuttosto,<br />
al raggiungimento del maggior<br />
au<strong>di</strong>ance, catturando lo spettatore<br />
con programmi patinati e luccicanti, i<br />
quali non fanno altro che alimentare<br />
l’impressione <strong>di</strong> stare sempre immersi<br />
nel <strong>di</strong>vertimento, totalmente deresponsabilizzati<br />
e alienati <strong>di</strong> fronte<br />
una realtà-non realtà vuota e priva <strong>di</strong><br />
senso, dove l’unico obiettivo è apparire.<br />
Un esempio lampante sono gli show<br />
della domenica, in cui si assiste alla<br />
“fiera delle vacuità”, e dove personaggi<br />
nati dal nulla o da nominati reality<br />
fanno a gara per assicurarsi una inquadratura<br />
<strong>di</strong> telecamera in più, sparando<br />
a zero l’uno sull’altro in una sorta <strong>di</strong><br />
ring in cui il wrestling è fatto a suon <strong>di</strong><br />
insulti. Non si assiste più a spettacoli<br />
fatti <strong>di</strong> “personaggi” capaci <strong>di</strong> inchiodarti<br />
davanti allo schermo per le loro<br />
doti artistiche, si assiste soltanto a litigi<br />
fra semplici persone comuni, bramose<br />
<strong>di</strong> fama e denaro.<br />
La televisione <strong>di</strong>ffonde valori già in<br />
circolo o ne pone degli altri, anticipando,<br />
così, questa involuzione? I pro-<br />
grammi che la televisione ogni giorno<br />
trasmette e che arrivano nelle nostre<br />
case sono davvero lo specchio della<br />
società in cui viviamo?<br />
Quest’ultimo quesito dovrebbe far<br />
riflettere molto, poiché se la risposta<br />
ad esso è affermativa vuol <strong>di</strong>re che<br />
stiamo assistendo all’eclissi della<br />
nostra società e all’alba <strong>di</strong> un futuro in<br />
Oggi chi fa la<br />
televisione mira<br />
al raggiungimento<br />
del maggior au<strong>di</strong>ance<br />
cui saremo sempre più curati e attenti<br />
all’estetica e sempre più abbrutiti e<br />
poveri a livello culturale. Pertanto,<br />
nonostante si tenda a sovrastimare<br />
l’impatto che le idee delle élites<br />
me<strong>di</strong>ali hanno sulla popolazione, non<br />
si deve <strong>di</strong>menticare che la TV è un<br />
forte mezzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione e che raggiunge<br />
chiunque, per cui l’influenza<br />
che in ambiti temporali ristretti appare<br />
irrisoria, <strong>di</strong>venta pregnante se si va<br />
a guardare al lungo termine. Dunque,<br />
questo ridotto numero <strong>di</strong> persone arriva<br />
alle coscienze <strong>di</strong> tutto il mondo, con<br />
un impatto culturale molto marcato,<br />
soprattutto quando i contenuti sono<br />
educazione - scuola<br />
<strong>di</strong> Mimmo Spina<br />
apparentemente <strong>di</strong>simpegnati. Le<br />
scelte <strong>di</strong> tali gruppi, pertanto, sono<br />
influenzate da interessi pecuniari ed<br />
anche ideologici, che si impongono in<br />
maniera silenziosa ma molto pervasiva<br />
sulle fasce più deboli della popolazione,<br />
ovvero i giovani, che assorbono<br />
tutti i messaggi <strong>di</strong>storti che gli si propongono<br />
e li fanno propri. Ecco come<br />
avviene la <strong>di</strong>ffusione e la mo<strong>di</strong>fica dei<br />
valori dei giovani, spesso in senso peggiorativo.<br />
La nostra società è, ormai,<br />
annientata da giovani violenti e spaesati<br />
che vedono come unica via <strong>di</strong> fuga<br />
una carriera televisiva da velina o da<br />
tronista. Il ruolo della famiglia è, pertanto,<br />
centrale nella formazione dell’identità<br />
<strong>di</strong> un ragazzo che, bombardato<br />
da modelli <strong>di</strong>storti ed eccessivi,<br />
dovrebbe poter confidare nell’esperienza<br />
<strong>di</strong> genitori capaci <strong>di</strong> fornire a<br />
questi il giusto in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> vita. In<br />
questa visione me<strong>di</strong>atica post atomica,<br />
a mio parere bisogna andare a<br />
rovistare nel baule della nonna qualche<br />
vecchio valore e trasmetterlo ai<br />
ragazzi <strong>di</strong> modo che l’avanzata del<br />
deserto emozionale e l’anestesia dei<br />
rapporti intergerenazionale possa<br />
essere limitata, ed inoltre facendo in<br />
modo da ripristinare quel senso <strong>di</strong><br />
comunità tanto caro a molti dei nostri<br />
genitori e sconosciuto alla maggior<br />
parte <strong>di</strong> noi.<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 23
educazione - scuola<br />
<strong>di</strong> Giuseppa Calò<br />
QUANDO LA SCUOLA DIVENTA COMUNITÀ<br />
scolastico all’I.P.S.S.A.R.<br />
F. P. Cascino <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, si è<br />
L’anno<br />
concluso con un particolare<br />
momento <strong>di</strong> festa de<strong>di</strong>cato a tre docenti<br />
prossime al pensionamento e a tre<br />
alunni dell’istituto che si sono <strong>di</strong>stinti<br />
positivamente nel corso dell’anno.<br />
Le docenti, Margherita Scardamaglia,<br />
Dorotea Ivech ed Elisa Gariffo, lasciando<br />
il servizio, hanno voluto salutare e<br />
ringraziare la Preside, Lucia Ievolella,<br />
e quanti in questi anni <strong>di</strong> lavoro hanno<br />
interagito e collaborato con loro.<br />
Questo evento, sereno epilogo <strong>di</strong> una<br />
lunga carriera, è stato anche occasione<br />
<strong>di</strong> un bel gesto <strong>di</strong> solidarietà nei<br />
confronti <strong>di</strong> tre alunni della scuola.<br />
Gli alunni, Fabrizio Giangrasso, Elisa<br />
Messina e Nunzia Lo Presti, sono stati<br />
scelti dalle tre docenti per un riconoscimento<br />
particolare e più formale del<br />
loro impegno scolastico e per la loro<br />
<strong>di</strong>sponibilità nei confronto dei compagni.<br />
Si è inoltre voluto dare un segno concreto<br />
<strong>di</strong> tale riconoscimento con una<br />
piccola borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o a ciascuno,<br />
devolvendo, così, la cifra ricevuta in<br />
dono dai tantissimi colleghi.<br />
Sorpresa ed emozione hanno caratterizzato<br />
l’evento. I ragazzi premiati<br />
infatti erano stati invitati a prender<br />
parte al rinfresco, offerto dalle docen-<br />
24<br />
Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
ti, con il pretesto <strong>di</strong> prestare un po’ <strong>di</strong><br />
servizio nella particolare occasione.<br />
«Abbiamo voluto fare questo gesto»<br />
hanno detto le docenti «perché sentivamo<br />
<strong>di</strong> lasciare qualcosa ai nostri<br />
alunni. Simbolicamente abbiamo<br />
in<strong>di</strong>viduato i tre ragazzi per i loro<br />
particolari meriti. Sono alunni che,<br />
come tutti, abbiamo seguito con<br />
affetto in questi anni, proprio perché<br />
la relazione educativa è stata per noi<br />
e per loro molto importante. Vorremmo<br />
aiutarli per il proseguimento<br />
negli stu<strong>di</strong> e certo ciò che abbiamo<br />
donato loro è poco, ma lo offriamo<br />
con gioia e speriamo che in futuro<br />
possa essere un gesto sentito e ripe-<br />
tuto anche da altri.»<br />
L’entusiasmo delle docenti nel contagiare<br />
tutta la comunità scolastica ha<br />
offerto l’occasione <strong>di</strong> poter cogliere la<br />
riflessione dei ragazzi «sono rimasta<br />
senza parole» ha <strong>di</strong>chiarato Nunzia<br />
Lo Presti, una delle due allieve premiate,<br />
«è un bellissimo gesto, mi ha<br />
commosso molto. E pensare che<br />
avevo pure portato i fiori alla mia<br />
insegnante… una sorpresa unica!<br />
Oggi mi sono sentita parte <strong>di</strong> una<br />
comunità. È importante che a scuola<br />
ci sia la relazione e il contatto<br />
umano. È bello che i professori guar<strong>di</strong>no<br />
oltre la sfera del comportamento<br />
e del ren<strong>di</strong>mento scolastico. In<br />
questo modo senti che gli altri sono<br />
accanto a te e ti vedano come persona<br />
e non come un cognome.»<br />
La cura dell’altro come aspetto imprescin<strong>di</strong>bile<br />
della relazione educativa è<br />
una sfida anche per se stessi. Dare il<br />
proprio contributo professionale significa<br />
avere un animo accogliente capace<br />
<strong>di</strong> guardare alla persona nella sua<br />
interezza e <strong>di</strong> scoprirne non solo i<br />
limiti ma anche le innumerevoli<br />
potenzialità.<br />
La concretezza <strong>di</strong> gesti vissuti nella<br />
quoti<strong>di</strong>anità <strong>di</strong> una comunità educante,<br />
che si fa carico dell’altro, e lo<br />
sostiene nel percorso che in fondo si<br />
fa insieme può dare ancora speranza e<br />
fiducia.
Le Figlie della Croce sono nate in<br />
<strong>Palermo</strong> nel 1893 per volere del<br />
Servo <strong>di</strong> Dio sacerdote Nunzio<br />
Russo, una presenza nella Sicilia<br />
dell’800, determinante per un nuovo<br />
tipo <strong>di</strong> formazione e una nuova evangelizzazione<br />
nel canale tipico della<br />
scuola, della promozione umana, della<br />
missione popolare, della catechesi,<br />
del cammino <strong>di</strong> fede. I fanciulli, i bambini,<br />
l’accoglienza dei giovani, le scuole<br />
<strong>di</strong> cucito, ricamo, le parrocchie e le<br />
famiglie furono l’orizzonte <strong>di</strong> ministero<br />
<strong>di</strong> Nunzio Russo e della comunità<br />
religiosa nascente.<br />
Fedeli al Carisma fondazionale ancora<br />
oggi le Figlie della Croce continuano<br />
la loro iniziale missione con la stessa<br />
passione per l’educazione e l’evangelizzazione<br />
non solo attraverso la scuola,<br />
primo canale per educare i ragazzi<br />
e i giovani al rispetto per una civile<br />
convivenza, ai sani principi umani,<br />
morali e religiosi, ma soprattutto<br />
attraverso la catechesi parrocchiale e<br />
in piena sintonia con i parroci delle<br />
parrocchie <strong>di</strong> appartenenza.<br />
Le nostre comunità in Sicilia sono presenti<br />
nelle <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, Cefalù,<br />
Patti. Le Suore in <strong>Palermo</strong> lavorano<br />
nelle comunità parrocchiali della Cat-<br />
tedrale, San Giuseppe Cafasso, Sant’Agata<br />
La Pedata con il servizio della<br />
catechesi, l’animazione liturgica<br />
domenicale e festiva, l’accompagnamento<br />
dei giovani.<br />
I ragazzi, gli adolescenti, i giovani vengono<br />
seguiti tutto l’anno con incontri<br />
perio<strong>di</strong>ci. Il compito per la realizzazione<br />
degli incontri è affidato dalla Congregazione<br />
in modo specifico alla<br />
Commissione Vocazionale scelta dal<br />
Consiglio Generale<br />
La commissione vocazionale promuove<br />
la chiamata <strong>di</strong> Dio all’uomo, attraverso<br />
le <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> vita: religiosa, sacerdotale,<br />
matrimoniale e celibe vissute<br />
nella comune chiamata all’amore,<br />
rivolta da Dio ad ogni uomo. Ciò avviene<br />
attraverso il seguimento spirituale -<br />
vocazionale dei ragazzi e dei giovani<br />
che frequentano le nostre parrocchie e<br />
le nostre comunità. Le consorelle infatti,<br />
svolgono mensilmente degli incontri<br />
spirituali dove partecipano i ragazzi dei<br />
<strong>di</strong>versi paesi dove siamo presenti. Tali<br />
incontri offrono, attraverso la riflessione,<br />
la preghiera, le <strong>di</strong>namiche, il<br />
gioco e i canti, un itinerario <strong>di</strong> <strong>di</strong>scerni-<br />
mento vocazionale. Generalmente i<br />
centri <strong>di</strong> spiritualità dove si svolgono i<br />
ritiri sono: Cefalù e Altavilla ma le consorelle<br />
si recano pure nelle <strong>di</strong>verse<br />
parrocchie dove svolgiamo il nostro<br />
apostolato (<strong>Palermo</strong>, Cefalù, Castelbuono,<br />
Campofelice, Bolognetta,<br />
Mistretta e Altavilla Milicia, per incontrare<br />
ragazzi e giovani ed animare giornate<br />
<strong>di</strong> ritiro). A conclusione del cammino<br />
svoltosi durante l’anno, si realizzano<br />
i campi vocazionali con i ragazzi,<br />
gli adolescenti e giovani nel periodo<br />
estivo, nel nostro centro <strong>di</strong> spiritualità<br />
in Castelbuono. Questi momenti forti <strong>di</strong><br />
ascolto, <strong>di</strong> preghiera, <strong>di</strong> conoscenza <strong>di</strong><br />
Dio e <strong>di</strong> conoscenza personale reciproca,<br />
attraverso le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> gruppo,<br />
sono fondati sui temi che il centro<br />
nazionale Vocazioni propone annualmente<br />
in preparazione alle giornate<br />
mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> preghiera per le vocazioni.<br />
Certamente l’apostolato che la commissione<br />
svolge, è sostenuto dalla preghiera.<br />
La Preghiera infatti è il motore<br />
del loro operare, il loro sostegno per far<br />
fruttificare il seme sparso della Parola.<br />
caritas e territorio<br />
<strong>di</strong> Maria Inzinna<br />
Grest - attività con i bambini<br />
Tutto possono compiere perchè sostenute<br />
dalla preghiera assidua delle consorelle,<br />
le quali accompagnano il<br />
nostro apostolato con l’adorazione<br />
eucaristica per le vocazioni, mettendo<br />
al primo posto l’insegnamento del Maestro:<br />
“Pregate il Padrone della messe<br />
perchè man<strong>di</strong> operai nella Sua messe”.<br />
Quest’anno, oltre ai campi scuola<br />
della Congregazione la Commissione,<br />
con la partecipazione <strong>di</strong> altra consorelle,<br />
ha avuto la gioia <strong>di</strong> animare l’incontro<br />
degli adolescenti e dei giovani<br />
a livello <strong>di</strong>ocesano, nella nostra comunità<br />
<strong>di</strong> Collesano e <strong>di</strong> animare il<br />
Campo Scuola <strong>di</strong>ocesano presso il<br />
Centro <strong>di</strong> Poggio Maria, in Cefalù.<br />
Le esperienze fatte con i giovani sono<br />
sempre motivo <strong>di</strong> riflessione e ricchezza<br />
non solo per loro che vivono un<br />
incontro particolare con il Signore, ma<br />
soprattutto per noi animatrici ed animatori<br />
perché ci permettono <strong>di</strong> entrare<br />
nell’animo <strong>di</strong> questi ragazzi molto<br />
spesso ad<strong>di</strong>tati e criticati ma in fondo<br />
portatori <strong>di</strong> una ricchezza inesauribile<br />
<strong>di</strong> energia, <strong>di</strong> bontà e <strong>di</strong> altruismo, una<br />
grande sete <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> serenità che<br />
erroneamente cercano su piste senza<br />
uscite. A noi, religiosi, sacerdoti e laici<br />
impegnati, il compito arduo <strong>di</strong> entrare<br />
in punta <strong>di</strong> pie<strong>di</strong>, nel massimo rispetto<br />
nel loro mondo, per tirarne fuori tutte<br />
le ricchezze interiori e aiutarli a incanalare<br />
le loro energie nelle giuste<br />
piste del dono, facendo percepire noi<br />
per primi che c’è più gioia nel dare<br />
che nel ricevere.<br />
In tutto quello che fate abbiate sempre<br />
e solo <strong>di</strong> mira: “La Gloria <strong>di</strong> Dio,<br />
la salvezza delle anime, la nostra<br />
umiliazione”. (Padre Nunzio Russo<br />
alle Figlie).<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 25
spiritualità<br />
<strong>di</strong> Angelo Tomasello<br />
È lo Spirito che dà testimonianza,<br />
perché lo Spirito è la verità<br />
L’in<strong>di</strong>menticabile esperienza <strong>di</strong> due seminaristi a Rimini<br />
Spirito che dà testimonianza,<br />
perché lo Spirito<br />
«Èlo<br />
è la verità», con questo<br />
tema si è svolta dal 29 aprile a 2 maggio<br />
’10, nella tra<strong>di</strong>zionale cornice della<br />
Fiera <strong>di</strong> Rimini, la 33ª Convocazione<br />
Nazionale del Rinnovamento nello Spirito.<br />
Il Pastorale <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, quest’anno,<br />
ha offerto a due giovani del nostro<br />
Seminario la possibilità <strong>di</strong> partecipare<br />
all’Incontro e sono stati scelti Salvatore<br />
Biancorrosso e Angelo Tomasello.<br />
Per i due giovani seminaristi è stata<br />
un’esperienza davvero in<strong>di</strong>menticabile<br />
che lascerà segni indelebili nel loro<br />
cammino formativo.<br />
Nei quattro giorni <strong>di</strong> attività assembleare,<br />
l’immancabile Celebrazione<br />
eucaristica quoti<strong>di</strong>ana è stata presieduta,<br />
via via, dai Car<strong>di</strong>nali Sandri,<br />
Herranz Casado e Dias e l’ultimo giorno<br />
da mons. Lambiasi, vescovo <strong>di</strong><br />
Rimini. Il Card. Sandri, Prefetto della<br />
Congregazione per le Chiese Orientali,<br />
nella sua omelia, ha invitato i presenti<br />
a rispondere alla richiesta «dateci del<br />
vostro olio» che proviene dal mondo<br />
<strong>di</strong> oggi, dando una testimonianza <strong>di</strong><br />
fede nel Signore Risorto.<br />
Nell’omelia della Celebrazione del<br />
secondo giorno, il Card. Herranz Casado,<br />
presidente emerito del Pontificio<br />
Consiglio per i Testi Legislativi, ha<br />
ricordato come, in virtù del battesimo,<br />
tutti siamo chiamati ad annunziare il<br />
Vangelo.<br />
Sulla stessa scia si è collocato il Card.<br />
Dias, prefetto della Congregazione per<br />
l’Evangelizzazione dei popoli, che ha<br />
affermato: «testimoniare Cristo<br />
significa portare al mondo il suo profumo».<br />
L’ultimo giorno, infine mons.<br />
Lambiasi, nella sua omelia ha detto<br />
che «il cristiano non è amato perché<br />
amabile, ma è amabile perché è<br />
amato da Dio».<br />
Degne <strong>di</strong> nota le due me<strong>di</strong>tazioni <strong>di</strong><br />
padre Raniero Cantalamessa, Pre<strong>di</strong>catore<br />
della Casa pontificia. Nella prima,<br />
26<br />
Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
sul senso del peccato, il frate ha<br />
accompagnato per mano i presenti nel<br />
ricercare dentro <strong>di</strong> sé il «fittone», una<br />
specie <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ce madre dell’albero<br />
peccato, del peccato ra<strong>di</strong>cale, che<br />
consiste nel non riconoscere Dio, nel<br />
rifiutarsi <strong>di</strong> dargli la gloria che gli<br />
spetta. Nella seconda me<strong>di</strong>tazione sul<br />
sacerdozio, il cappuccino ha ricordato<br />
ai sacerdoti presenti che la Chiesa<br />
deve avere umiltà «perché possa<br />
risplendere <strong>di</strong> Cristo».<br />
Proprio con la seconda relazione <strong>di</strong> p.<br />
Cantalamessa ha preso il via la Festa<br />
sacerdotale, importantissimo momento<br />
dell’incontro <strong>di</strong> RnS. I ventimila<br />
partecipanti hanno potuto rendere<br />
grazie al Signore per il dono dei sacerdoti<br />
che fa alla sua Chiesa. Grazie alla<br />
testimonianza <strong>di</strong> cinque sacerdoti<br />
(don Fortunato Di Noto, fondatore<br />
della Associazione «Meter» per la<br />
tutela dell’infanzia, p. Felice Sciannameo,<br />
M.C.C.J., missionario in Uganda,<br />
il cistercense Dom Pietro Maria Bacillari,<br />
p. Mario Marafioti, S.J., che de<strong>di</strong>ca<br />
il suo servizio a tutti quelli che si<br />
sentono ultimi e don Giosy Cento,<br />
sacerdote e cantautore cristiano) si è<br />
potuto riflettere sull’alta <strong>di</strong>gnità del<br />
Ministero or<strong>di</strong>nato.<br />
A segnare la giornata del Primo maggio<br />
c’è stata, invece, la preghiera <strong>di</strong><br />
guarigione con Damian Stayne, laico,<br />
fondatore della comunità «Cor et<br />
Lumen Christi», impegnato da <strong>di</strong>versi<br />
anni nel ministero <strong>di</strong> guarigione in<br />
tutto il mondo. Stayne ha improntato<br />
la sua relazione sulla riscoperta del<br />
valore della Parola <strong>di</strong> Dio, che non<br />
deve essere solo ascoltata nella mente<br />
o suscitare emozioni, ma che deve<br />
essere e <strong>di</strong>ventare Parola <strong>di</strong> rivelazione.<br />
Stayne ha anche reso testimonianza<br />
<strong>di</strong> come il Signore, attraverso il suo<br />
ministero <strong>di</strong> guarigione, abbia guarito<br />
in sette anni oltre 35.000 persone in<br />
tutto il mondo.<br />
A <strong>di</strong>mostrare l’importanza della testimonianza<br />
del RnS per la Chiesa italiana,<br />
la Convocazione ha de<strong>di</strong>cato una<br />
tavola rotonda alla «Evangelizzazione<br />
del sociale» e alla «Emergenza educativa».<br />
Prendendo spunto dall’enciclica<br />
«<strong>Caritas</strong> in veritate» <strong>di</strong> Benedetto<br />
XVI e moderati da Domenico Delle<br />
Foglie, portavoce <strong>di</strong> «Scienza e vita»,<br />
sono intervenuti Francis Campbell,<br />
ambasciatore della Gran Bretagna<br />
presso la Santa Sede, l’onorevole<br />
Alfredo Mantovano, sottosegretario al<br />
ministero dell’Interno e Ettore Gotti<br />
Tedeschi, presidente dello Ior.<br />
Così ha concluso: «Come può un credente<br />
<strong>di</strong>re <strong>di</strong> avere lo Spirito Santo e<br />
non vivere <strong>di</strong> Spirito Santo? Non portare<br />
lo Spirito Santo agli altri? Il<br />
senso è proprio lo Spirito è la verità<br />
che ricevuta ti fa vivere, camminare,<br />
servire e testimoniare. Questa è l’effusione<br />
dello Spirito Santo: la scelta <strong>di</strong><br />
essere, e per sempre, <strong>di</strong> Cristo».<br />
Molti, vuoi per non conoscenza, vuoi<br />
per le errate declinazioni del Movimento<br />
in cui si sono imbattuti, hanno<br />
finito per ridurre il RnS alle espressioni<br />
esteriori, riti, canti, gestualità vivace.<br />
Ad uno sguardo più attento si vede<br />
invece che <strong>di</strong>etro la gestualità tipica e<br />
i canti coinvolgenti, caratteristici del<br />
movimento, c’è il bisogno <strong>di</strong> amare<br />
Dio, la necessità <strong>di</strong> lodarlo in modo<br />
non convenzionale e uniforme e l’urgenza<br />
<strong>di</strong> mostrare e testimoniare al<br />
mondo l’appartenenza al Signore.
notiziee dalla <strong>di</strong>ocesi<br />
<strong>di</strong> Maria Butera<br />
MONASTERO DELLA VISITAZIONE:<br />
UN POLMONE DI PREGHIERA<br />
PER LA CHIESA E PER LA CITTÀ DI PALERMO<br />
ultratrentennale che<br />
mi lega all’attuale Madre supe-<br />
L’amicizia<br />
riora del Monastero della Visitazione,<br />
Suor Maria Eletta Demma,<br />
mi ha consentito domenica 30 maggio<br />
2010 <strong>di</strong> vivere una profonda esperienza<br />
spirituale. Sono stata infatti invitata<br />
a partecipare alla celebrazione<br />
eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo<br />
Mons. Paolo Romeo, in occasione<br />
del 400° anniversario <strong>di</strong> fondazione<br />
della famiglia religiosa delle Visitan<strong>di</strong>ne,<br />
avvenuta nella solennità<br />
della SS. Trinità ad Annecy nel 1610.<br />
Può apparire singolare che un vescovo,<br />
come lo era San Francesco <strong>di</strong><br />
Sales, attento alle necessità concrete<br />
degli uomini del suo tempo, dopo<br />
avere creato, insieme a Santa Francesca<br />
Giovanna Chantal, una comunità<br />
<strong>di</strong> suore de<strong>di</strong>te alla carità verso gli<br />
ultimi, abbia poi trasformato la sua<br />
fondazione in un or<strong>di</strong>ne monastico <strong>di</strong><br />
vita claustrale. Il Vangelo però ci <strong>di</strong>ce<br />
che non c’è contrad<strong>di</strong>zione tra vita<br />
attiva e contemplazione, ma la preghiera<br />
è l’anima <strong>di</strong> tutta la missionarietà<br />
della Chiesa. Infatti Mons.<br />
Romeo ha sottolineato nell’omelia la<br />
grandezza del dono che sono le 26 visitan<strong>di</strong>ne<br />
per la nostra Chiesa locale,<br />
perchè dalle mura del monastero <strong>di</strong><br />
via San Francesco <strong>di</strong> Sales, l’orazione<br />
elevata a Dio passa<br />
attraverso l’offerta<br />
della loro vita e questo<br />
naturalmente arricchisce<br />
<strong>di</strong> grazie feconde la<br />
nostra comunità ecclesiale<br />
<strong>di</strong>ocesana. Inoltre<br />
L’Arcivescovo ha ricordato<br />
che Gesù ha voluto<br />
che si <strong>di</strong>ffondesse la<br />
devozione al Suo Sacro<br />
Cuore, oggi patrimonio<br />
spirituale della Chiesa<br />
universale, attraverso la<br />
rivelazione privata ad<br />
una visitan<strong>di</strong>na: Santa<br />
Margherita Maria Alacoque. Personalmente<br />
credo molto nel valore dei<br />
claustrali anche nella vita frenetica<br />
vita contemporanea. Infatti quasi<br />
sempre all’interno della preparazione<br />
alla Cresima accompagno una volta<br />
questi fratelli che il Signore mi affida<br />
temporaneamente per la catechesi<br />
presso il monastero <strong>di</strong> clausura. La<br />
prima cosa che colpisce chi non è abituato<br />
a frequentare tali luoghi è quella<br />
<strong>di</strong> trovare donne “normali” che parlano,sorridono<br />
con una luminosità che<br />
viene dal profondo e che sono “stranamente”<br />
aggiornatissime sugli eventi<br />
della città e del mondo. Allora coloro<br />
che stanno approfondendo la catechesi,<br />
incontrando le monache fanno<br />
un secondo passaggio: clausura non è<br />
fuga vigliacca dai problemi, non è isolamento<br />
autoreferenziale, ma è un<br />
cuore che si <strong>di</strong>lata fino ad accogliere<br />
il mondo intero e portarlo davanti a<br />
Dio attraverso il dono <strong>di</strong> sé. Comprendono<br />
inoltre che il monastero<br />
può essere anche un luogo <strong>di</strong> ascolto<br />
per le proprie angosce, <strong>di</strong> profonda<br />
con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> senso per la<br />
propria vita nel momento in cui si<br />
pensa <strong>di</strong> averne smarrito il baricentro.<br />
Infine quelle grate, che poi vengono<br />
regolarmente aperte per salutare<br />
amabilmente i visitatori, sono solo<br />
in<strong>di</strong>catrici del cielo, dell’eternità. I<br />
valori <strong>di</strong> questo mondo se sono autenticamente<br />
umani e cristiani vanno<br />
perseguiti con tutta la coerenza e l’impegno<br />
possibili, ma non sono realtà<br />
definitive. Noi camminiamo tra il “già”<br />
e il “non ancora”, siamo nel mondo,<br />
ma come scrive l’autore della lettera a<br />
Diogneto, il compimento della nostra<br />
vita non è quaggiù. E i claustrali ci<br />
testimoniano con il loro stile <strong>di</strong> vita<br />
che la loro separazione non è reale,ma<br />
simbolica. Quin<strong>di</strong> essa ci invita a pensare<br />
che il Regno <strong>di</strong> Dio che inizia su<br />
questa terra non si conclude su <strong>di</strong><br />
essa, ma va verso la<br />
Città santa, la Gerusalemme<br />
celeste. E domenica<br />
30 maggio il canto<br />
celestiale delle suore,<br />
nascoste agli occhi <strong>di</strong><br />
tutti, ma fortemente<br />
presenti al mio cuore,<br />
mi ha aiutato a pregustare,<br />
mentre sono<br />
ancora nel tempo, un<br />
pezzetto <strong>di</strong> quel Para<strong>di</strong>so<br />
nel quale Gesù è<br />
andato a preparare un<br />
posto per ciascuno <strong>di</strong><br />
noi.<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 27
formazione<br />
<strong>di</strong> Massimiliano Lo Chirco e Angelo Tomasello<br />
EDUCARE LE RELAZIONI<br />
le relazioni», con<br />
questo tema si è svolto dal<br />
«Educare<br />
16 al 21 <strong>luglio</strong> ’10, a San<br />
Lorenzo <strong>di</strong> Sebato, vicino Bolzano,<br />
l’ormai tra<strong>di</strong>zionale Corso breve <strong>di</strong><br />
pastorale integrata riservato ai seminaristi<br />
italiani. L’organizzazione del<br />
Corso ha visto la collaborazione <strong>di</strong><br />
quattro uffici pastorali della CEI, Ufficio<br />
Liturgico Nazionale, Ufficio Nazionale<br />
per la Pastorale della Famiglia,<br />
l’Ufficio Nazionale per la Pastorale<br />
della Sanità e l’Ufficio Catechetico<br />
Nazionale, e due organismi collegati<br />
alla CEI, <strong>Caritas</strong> italiana e il Centro<br />
Nazionale Vocazione.<br />
La <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong> ha<br />
offerto a Massimiliano Lo Chirco e<br />
Angelo Tomasello, due giovani del<br />
Seminario <strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, la possibilità <strong>di</strong><br />
partecipare all’appuntamento bolzanese.<br />
La proposta del Corso voluto dalla CEI<br />
nasce dal desiderio <strong>di</strong> dare una testimonianza<br />
semplice e concreta del<br />
cammino pastorale in<strong>di</strong>cato alle comunità<br />
nella nota dei Vescovi dopo il Convegno<br />
<strong>di</strong> Verona “Rigenerati per una<br />
speranza viva”. Al numero 25 della<br />
nota del 2007 i vescovi scrivevano:<br />
«Alla base della pastorale “integrata”<br />
sta quella “spiritualità <strong>di</strong> comunione”<br />
che precede le iniziative concrete e<br />
purifica la testimonianza dalla tentazione<br />
<strong>di</strong> cedere a competizioni e personalismi.<br />
Una pastorale “integrata”<br />
mette in campo tutte le energie <strong>di</strong> cui<br />
il popolo <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong>spone, valorizzandole<br />
nella loro specificità e al tempo stesso<br />
facendole confluire entro progetti<br />
comuni, definiti e realizzati insieme».<br />
La giornata del 16 è stata riservata agli<br />
arrivi e alle sistemazioni presso l’Hotel<br />
Mondschein Luna <strong>di</strong> San Lorenzo.<br />
I lavori del corso sono iniziati sabato 17<br />
con la prima relazione dal titolo «A<br />
immagine del Dio relazione» curata da<br />
Mons. Pietro M. Fragnelli, vescovo <strong>di</strong><br />
Castellaneta. Nel suo intervento, iniziato<br />
con l’invocazione allo Spirito santo<br />
«artista delle relazioni», Mons. Fragnelli<br />
ha cercato <strong>di</strong> connettere il tema asse-<br />
28 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
gnatogli al sapere teologico, antropologico<br />
e psicologico. Tra le altre cose il<br />
vescovo pugliese ha affermato: «La relazione<br />
nasce nella tenda della solitu<strong>di</strong>ne.<br />
La vera con<strong>di</strong>zione per imparare a stare<br />
con gli altri è imparare a stare da soli».<br />
La seconda relazione, nel pomeriggio<br />
della stessa giornata, è stata proposta<br />
da don Nico Dal Molin, <strong>di</strong>rettore del<br />
Centro nazionale Vocazioni, che ha<br />
sviluppato il tema «La relazione prima<br />
del ruolo: la <strong>di</strong>namica del cuore accogliente».<br />
Don Dal Molin ha ricordato<br />
agli oltre sessanta seminaristi presenti<br />
nella sala messa a <strong>di</strong>sposizione dal<br />
Comune <strong>di</strong> San Lorenzo, quale è la<br />
sfida educativa che li vede protagonisti.<br />
«Credo - ha detto il Direttore CNV<br />
- sia in<strong>di</strong>spensabile capire se il seminarista,<br />
persona in formazione ama <strong>di</strong><br />
più il personaggio che sarà o la persona<br />
vera che può essere; se cercherà <strong>di</strong><br />
più l’emergere del proprio ruolo nella<br />
autorealizzazione e nella visibilità o<br />
una identità profondamente umana e<br />
relazionale; se la tensione tra il personaggio<br />
e la persona la porterà maggiormente<br />
a spostare l’ago della propria<br />
vita verso l’esibizionismo o verso<br />
la verità profonda del suo essere e del<br />
suo servizio apostolico».<br />
Domenica 18 <strong>luglio</strong>, i lavori del Corso<br />
hanno avuto una giornata <strong>di</strong> pausa. Ai<br />
seminaristi è stata offerta, infatti, la<br />
possibilità <strong>di</strong> visitare la deliziosa citta<strong>di</strong>na<br />
austriaca <strong>di</strong> Innsbruck, sede <strong>di</strong><br />
una delle più antiche facoltà teologiche<br />
d’Europa. Nel corso dell’escursione<br />
capoluogo del Tirolo Settentrionale,<br />
i partecipanti hanno sostato e pregato<br />
presso la tomba del teologo tedesco<br />
Karl Rahner, tra i protagonisti del Concilio<br />
Vaticano II, sepolto nella cripta<br />
della Chiesa dei Gesuiti, proprio dentro<br />
la facoltà teologica austriaca.<br />
Alla ripresa dei lavori, il 19 <strong>luglio</strong>, è stata<br />
proposta ai seminaristi una relazione a<br />
più voci dal titolo «Costruire la Chiesa<br />
educando le relazioni». A fare da moderatore<br />
Don Paolo Gentili, da poco meno<br />
<strong>di</strong> un anno <strong>di</strong>rettore dell’Ufficio Nazionale<br />
per la Pastorale della Famiglia. Corelatori<br />
don Marco Trivisonne, Vicario<br />
Episcopale per la Pastorale della Diocesi<br />
<strong>di</strong> Teramo–Atri e i coniugi Oreglia partendo<br />
dalla loro esperienza <strong>di</strong> vita <strong>di</strong><br />
coppia hanno suggerito ai seminaristi <strong>di</strong><br />
stare attenti al «ragioniere che è in noi<br />
che ci fa stare sempre dell’idea che gli<br />
altri ci devono sempre qualcosa». I<br />
coniugi, genitori <strong>di</strong> cinque splen<strong>di</strong><strong>di</strong><br />
bambini hanno inoltre sottolineato l’importanza<br />
per costruire delle vere relazioni,<br />
del praticare «L’arte del ringraziare<br />
che ci permette <strong>di</strong> archiviare le cose<br />
belle che avvengono nella nostra vita,<br />
non limitandoci alle cose brutte».<br />
Nella stessa giornata, nel pomeriggio, i<br />
lavori del corso hanno previsto una<br />
tavola rotonda dal titolo «Dire il vangelo<br />
negli ambiti della vita della persona».<br />
Relatori sono stati don Franco Magnani,<br />
Direttore dell’Ufficio Liturgico<br />
Nazionale, don Salvatore Fer<strong>di</strong>nan<strong>di</strong>, <strong>di</strong><br />
<strong>Caritas</strong> italiana e Guido Benzi, Direttore<br />
dell’Ufficio catechistico Nazionale.<br />
Le ultime due relazioni del Corso sono<br />
state affidate a Don Andrea Manto,<br />
Direttore l’Ufficio Nazionale per la<br />
Pastorale della Sanità e a Mons.
Mariano Crociata, Segretario generale<br />
della CEI.<br />
L’intervento proposto da Don Manto, dal<br />
titolo «Fragilità scuola <strong>di</strong> speranza», è<br />
stato a più voci, con le testimonianza <strong>di</strong><br />
Lino e Maria Le Voci e <strong>di</strong> fra’ Marco, religioso<br />
dei Fatebenefratelli. I due coniugi,<br />
visibilmente commossi, hanno raccontato<br />
la loro vita con quattro figli, <strong>di</strong> cui<br />
una, la primogenita Chiarafrancesca,<br />
<strong>di</strong>versamente abile, soffermandosi sulle<br />
<strong>di</strong>fficoltà incontrate in ambito sanitario<br />
e non. Fra’ Marco, invece, impegnato da<br />
<strong>di</strong>versi anni nella Pastorale con i malati<br />
<strong>di</strong> Alzheimer, ha suggerito ai seminaristi<br />
<strong>di</strong> «guardare gli ospedali con meno pietismo<br />
e più realismo, cercando <strong>di</strong> non<br />
abusare, nella pastorale sanitaria, della<br />
parola umanizzazione e soprattutto <strong>di</strong><br />
non ritenere che l’umanizzazione sia<br />
solo aggiungere un bagno in più o colorare<br />
a tinte vive una parete del reparto».<br />
La relazione affidata a Mons. Crociata,<br />
chiamata a concludere il Corso, aveva<br />
il titolo «Generare relazioni per nuovi<br />
cammini educativi» è stata.<br />
Il segretario generale della CEI ha in<strong>di</strong>cato<br />
nelle relazioni e nell’impegno politico,<br />
i due ambiti in cui, «per l’urgenza che<br />
denotano», la Chiesa italiana è chiamata<br />
a proporre nuovi cammini educativi.<br />
Essenziale in ogni percorso educativo è<br />
secondo Crociata la testimonianza. «La<br />
pre<strong>di</strong>cazione ecclesiale abbia il banco <strong>di</strong><br />
prova della sua veri<strong>di</strong>cità nella testimonianza<br />
della comunità cristiana» in<br />
quanto «non c’è spazio per alcuna opera<br />
educativa nell’azione pastorale della<br />
Chiesa al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> una coerenza cercata<br />
tra fede e vita da parte dei credenti».<br />
Piazza Armerina sorge su un’altura<br />
ripartita <strong>di</strong> tre colli dei<br />
monti Erei. E’ un comune della<br />
provincia <strong>di</strong> Enna, nella Sicilia centrale.<br />
Le interessanti ricerche<br />
archeologiche condotte a Montagna<br />
<strong>di</strong> Marzo e a Monte Navone, ci testimoniano<br />
anche la presenza <strong>di</strong> stanziamenti<br />
abitativi e materiali databili<br />
VI, V, III sec. a.C. e ancora resti <strong>di</strong><br />
e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> età ellenistica, romanorepubblicana<br />
e tardo romana. La<br />
città <strong>di</strong> Piazza, il cui toponimo<br />
“Armerina” fu aggiunto nel 1862, fu<br />
in epoca romana un interessante e<br />
florido centro urbano come ci testimonia<br />
il sito archeologico posto in<br />
Contrada Casale.<br />
In questo meraviglioso panorama<br />
archeologico si inserisce l’azione <strong>di</strong><br />
animazione della carità della <strong>Caritas</strong><br />
<strong>Diocesana</strong> <strong>di</strong> Piazza Armerina che<br />
opera come organismo pastorale dal<br />
1977. Il <strong>di</strong>rettore, don Giuseppe Giugno<br />
ci ha raccontato e spiegato come<br />
si concretizza, nel territorio, l’impegno<br />
della <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong> finalizzato<br />
alla promozione umana e alla<br />
<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> uno spirito <strong>di</strong> co-responsabilità<br />
e solidarietà nei confronti<br />
dei fratelli più bisognosi.<br />
La <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong> Piazza Armerina,<br />
afferma don Giugno, ha un centro <strong>di</strong><br />
ascolto <strong>di</strong>ocesano, quattro zonali e<br />
quattro sportelli immigrati ed<br />
opera in collaborazione con le <strong>Caritas</strong><br />
Parrocchiali, laddove esistono,<br />
con<strong>di</strong>videndo i problemi che via via<br />
notizie dalle altre <strong>di</strong>ocesi<br />
<strong>di</strong> Giuseppe Longo<br />
LA CARITAS DI PIAZZA ARMERINA<br />
si presentano. Inoltre le caritas parrocchiali<br />
mantengono i contatti con<br />
la <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong> per avere<br />
orientamento, sostegno e accompagnamento.<br />
Le famiglie che vengono seguite<br />
tramite i centri <strong>di</strong> ascolto (CdA)<br />
sono circa 500 l’anno. Le problematiche<br />
più ricorrenti sono: richiesta<br />
<strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong> alimenti, pagamento <strong>di</strong><br />
bollette, problemi economici,<br />
accompagnamento per visite specialistiche,<br />
abitazioni precarie,<br />
<strong>di</strong>sgregamenti familiari e relativi<br />
problemi dei minori.<br />
La <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong> collabora anche<br />
con i servizi sociali del Comune, con i<br />
servizi territoriali dell’ASP (Azienda<br />
Sanitaria Provinciale), con l’Istituto<br />
Penitenziario e con le comunità residenziali<br />
del territorio. Le associazioni<br />
<strong>di</strong> volontariato più vicine alla <strong>Caritas</strong><br />
<strong>Diocesana</strong> sono: AVULSS, Il Girasole,<br />
AGEDI, Nuovi Orizzonti, Centro<br />
Madre Teresa, La Tenda, Fondazione<br />
Mons. Di Vincenzo, Comunità Frontiere<br />
Lillo Zarba, e le Cooperative Raggio<br />
<strong>di</strong> Sole e Nuovi Percorsi, promossi<br />
dalla <strong>Caritas</strong> <strong>Diocesana</strong>.<br />
Il territorio della <strong>Caritas</strong> si estende<br />
su 75 parrocchie, 12 Vicarie foranee<br />
e 12 Comuni della provincia <strong>di</strong><br />
Enna e Caltanissetta.<br />
Per ciò che concerne la presenza<br />
della popolazione immigrata nella<br />
Diocesi, il <strong>di</strong>rettore ci spiega che il<br />
numero degli extracomunitari rilevati<br />
dagli sportelli immigrati è <strong>di</strong> circa<br />
250 ma che il numero sarà certamente<br />
maggiore. I paesi <strong>di</strong> provenienza<br />
sono: Romania il 40%, Tunisia il 20%,<br />
Marocco il 20%, Polonia il 10%, Albania<br />
il 9% e Grecia l’ 1%.<br />
I progetti, a me<strong>di</strong>o e lungo termine,<br />
portati avanti dalla <strong>Caritas</strong> <strong>di</strong>ocesana<br />
sono quelli dell’INCI (Immigrati<br />
Integrati In Città) e del SC (Servizio<br />
Civile); in cantiere ci sono dei<br />
progetti per il Micro-Cre<strong>di</strong>to e con<br />
le Scuole per la sensibilizzazione<br />
alla solidarietà e alla cultura dell’amore.<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 29
arte e cultura<br />
<strong>di</strong> Fabrizio Mocciaro<br />
FUOCHI D’ARTIFICIO<br />
“Fuochi d’artifizio”,<br />
l’ultima fatica letteraria della<br />
S’intitola<br />
poetessa Adalpina Fabra<br />
Bignardelli. Il volume, pubblicato per<br />
i tipi della casa e<strong>di</strong>trice ‘Il Bandolo’, è<br />
stato presentato nei giorni scorsi nei<br />
locali dell’Associazione Impiegati in<br />
Quiscenza della Regione Siciliana alla<br />
presenza dell’autrice, della poetessa<br />
Anna Maida Adragna, autrice dell’introduzione<br />
alla silloge, dell’attore<br />
Pippo Romeres, che ha letto alcune<br />
poesie dell’autrice, del pianista Piero<br />
Terranova, che ha sottolineato la lettura<br />
dei versi della signora Bignardelli<br />
con adeguati sottofon<strong>di</strong> musicali, e<br />
dell’e<strong>di</strong>tore.<br />
“E’ con grande sod<strong>di</strong>sfazione che presentiamo<br />
questo volumetto” scrive<br />
Luigi Gianfranco Consiglio, e<strong>di</strong>tore sia<br />
del volume che della rivista ‘Il Bandolo’,<br />
“il primo <strong>di</strong> una collana che abbiamo<br />
voluto chiamare Fuochi ispirandoci<br />
proprio ai ‘Fuochi d’artifizio’, nome<br />
che viene dato da Adalpina Bignardelli<br />
alla raccolta <strong>di</strong> liriche contenute in<br />
questo primo tomo. Le sue poesie<br />
compaiono normalmente in ogni<br />
numero de ‘Il Bandolo’, perio<strong>di</strong>co culturale<br />
palermitano”.<br />
“Siamo perciò lusingati”, scrive ancora<br />
Luigi Consiglio, “che l’Autrice ci abbia<br />
preferito come e<strong>di</strong>tori della sua produzione<br />
letteraria. Dobbiamo anche<br />
ammettere che la sua stima nasce dal<br />
fatto che ha apprezzato, fin dal<br />
momento che ci ha conosciuto, la<br />
nostra meticolosità nel curare i particolari<br />
dell’originale pubblicazione che<br />
possiede quel certo gusto retrò che a<br />
lei (ma non solo a lei) piace”.<br />
30 Informa<strong>Caritas</strong> <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci<br />
“La presente silloge” conclude l’e<strong>di</strong>tore<br />
de ‘Il Bandolo’, presenta in or<strong>di</strong>ne<br />
cronologico le liriche polimetriche<br />
composte nei suoi anni giovanili.<br />
Siamo certi che il lettore, nel gustarle,<br />
con<strong>di</strong>viderà sia i contenuti espressi in<br />
modo gradevole che il nostro pensiero<br />
a riguardo”.<br />
Ma chi è Adalpina Fabra Bignardelli?<br />
Palermitana, già insegnante e <strong>di</strong>pendente<br />
della Regione Siciliana, Adalpina<br />
Fabra Bignardelli è presente in<br />
numerosi salotti culturali della città e<br />
alterna la produzione lirica con la collaborazione<br />
al perio<strong>di</strong>co culturale<br />
palermitano “Il Bandolo” che con assiduità<br />
pubblica le sue poesie.<br />
Nel mondo culturale palermitano è<br />
anche nota per l’affabilità nel ricevere<br />
gli amici con raffinate cene e la sua<br />
passione per i ricami miniaturizzati<br />
che hanno destato l’attenzione <strong>di</strong><br />
importanti etnologi.<br />
Ma per tornare alla silloge qui presentata,<br />
la poetessa Anna Maida Adragna,<br />
nell’introduzione al volume, la definisce<br />
“smagliante e sorprendente pirotecnia”<br />
aggiungendo che “mai titolo fu<br />
più adeguato alle piacevoli scorribande<br />
nei temi più <strong>di</strong>versi e alla variopinta<br />
ricchezza del linguaggio”.<br />
“Ora nostalgica”, scrive ancora la<br />
sig.ra Maida Adragna, “Adalpina<br />
attinge al dolce stil novo ed ama troncare<br />
gli infiniti….ora avveniristica<br />
inventa splen<strong>di</strong><strong>di</strong> neologismi…..Ne<br />
risultano quadretti accurati, talvolta,<br />
quasi miniature…. Tesori artistici, le<br />
sue tante realizzazioni ancora più<br />
impreziosite, spesso, da oro <strong>di</strong> pendenti<br />
e spilloni oppure da argento <strong>di</strong><br />
cornicette….”<br />
“A molte poesie della maturità”<br />
annota ancora Anna Maida Adragna,<br />
“si alternano altre, scritte da<br />
‘ragazzetta’, come Adalpina confessa<br />
e i fuochi scoppiettano amabilmente<br />
qua e là in allegria e in tristezza.<br />
Salti mortali o piccoli attenti<br />
passi; ma è sempre il patrimonio<br />
<strong>di</strong> sincerità, <strong>di</strong> ingenuità – protetto<br />
nella cassaforte del suo carattere,<br />
del suo estrinsecarsi – che li guida,<br />
questi suoi gran<strong>di</strong> e piccoli passiversi,<br />
li protegge, quasi e forse ne è<br />
protetta. Il tutto è pervaso da un<br />
sottile ma tangibile filo <strong>di</strong> religiosità……<br />
A chi legge le sue poesie, il<br />
piacere <strong>di</strong> scoprirne tante altre<br />
…<strong>di</strong> perle”.
Alessandro D’Avenia,<br />
Bianca come il latte, rossa come il sangue<br />
Bianca come il latte, rossa come<br />
il sangue è il titolo della struggente<br />
storia narrata da Alessandro<br />
D’Avenia.<br />
L’autore, molto vicino al mondo dei<br />
giovani, ha saputo raccontare secondo<br />
modalità autobiografiche, l’esperienza<br />
<strong>di</strong> un giovane professore <strong>di</strong> filosofia<br />
che propone quoti<strong>di</strong>anamente ai suoi<br />
allievi l’utopia <strong>di</strong> un mondo valoriale<br />
che renda l’esistenza degna <strong>di</strong> essere<br />
vissuta. Fa da contrappunto Leo, il<br />
protagonista del romanzo ribelle e<br />
innamorato, l’io narrante che conduce<br />
il lettore attraverso la trama.<br />
È la storia <strong>di</strong> una ragazza ginnasiale<br />
colpita da leucemia che vede svanire<br />
tutti i suoi sogni e le sue speranze per il<br />
futuro. Leo la ama ed è <strong>di</strong>sposto anche<br />
a donare il suo sangue perché lei viva.<br />
Il sangue appunto è rosso ed è per Leo<br />
un colore positivo. Ma nella vita Leo<br />
incontra anche il bianco, il colore del<br />
il libro<br />
<strong>di</strong> Giuseppa Calò<br />
IO, LORO E LARA<br />
Italia, 2009, Comme<strong>di</strong>a, 115’. Di Carlo Verdone, con Carlo Verdone, Laura Chiatti, Anna Bonaiuto, Marco Giallini,<br />
Sergio Fiorentini, Angela Finocchiaro.<br />
Carlo Verdone<br />
ci regala<br />
una<br />
comme<strong>di</strong>a, seria<br />
nei temi (Valori,<br />
famiglia, immigrazione,<br />
tutti<br />
argomenti che si<br />
sentono spesso<br />
rimbalzare nei Mass me<strong>di</strong>a, ma che è<br />
<strong>di</strong>fficile trovare mescolati insieme in un<br />
film), ma in cui non rinuncia alla risata.<br />
Padre Carlo Mascolo è un sacerdote.<br />
Dal villaggio africano dove è missionario<br />
torna a Roma, per prendersi una<br />
pausa <strong>di</strong> riflessione e interrogarsi su<br />
alcuni dubbi <strong>di</strong> fede sorti con lo scorrere<br />
degli anni. Consigliato dai suoi superiori,<br />
decide <strong>di</strong> rientrare in famiglia; ma<br />
qui, anziché trovare il conforto dei suoi<br />
vuoto, del<br />
niente, della<br />
malattia.<br />
Una percezioneattenuata<br />
dalla<br />
responsabilità<br />
e del<br />
coraggio che<br />
sorprendentementescopre<br />
<strong>di</strong> avere.<br />
A quel punto il bianco <strong>di</strong>venterà il colore<br />
della purezza accanto al rosso dei<br />
suoi capelli e dell’amore. Una storia <strong>di</strong><br />
amore e <strong>di</strong> solidarietà ispirata ad un<br />
fatto veramente accaduto nel 2004. Il<br />
premio Ali<strong>di</strong>rene, recentemente istituito<br />
è destinato a tutti quei ragazzi<br />
che come la protagonista abbiano<br />
<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> possedere la stessa passione<br />
per il teatro e lo stesso spirito <strong>di</strong><br />
gruppo nel lavoro comune. Tale iniziati-<br />
familiari, trova una situazione molto<br />
ingarbugliata. L’anziano padre, vedovo,<br />
ha sposato la badante ucraina; il fratello,<br />
nel settore della finanza, sniffa droghe,<br />
la sorella, psicologa, é <strong>di</strong>vorziata e<br />
ha una figlia adolescente chiusa e introversa.<br />
I fratelli <strong>di</strong> padre Carlo temono<br />
che la “straniera” si porti via tutta l’ere<strong>di</strong>tà<br />
e gli chiedono aiuto per far inter<strong>di</strong>re<br />
il padre. All’improvviso muore la<br />
badante e al suo funerale si presenta la<br />
figlia, la Lara del titolo, che nessuno<br />
aveva mai conosciuto.<br />
Alla fine tutti si rivolgono a lui e lo coinvolgono<br />
e la tanta sospirata pace si <strong>di</strong>legua.<br />
Padre Carlo farà del suo meglio<br />
<strong>di</strong>fendendo i propri doveri <strong>di</strong> prete, cercando<br />
<strong>di</strong> instaurare un <strong>di</strong>alogo tra i vari<br />
“mon<strong>di</strong>” in guerra e inseguendo una via<br />
d’uscita. Alla fine, stanchissimo, se ne<br />
va, nata per ricordare la giovane, è<br />
stata sostenuta negli anni da Loretta<br />
Goggi, Fabrizio Frizzi e Carlo delle<br />
Piane.<br />
Attraverso un lessico semplice e familiare<br />
ai giovani, D’Avenia ha riproposto una<br />
storia drammatica affidandola non solo<br />
all’emotività, ma anche alla riflessione<br />
del lettore. È un invito rivolto ai ragazzi<br />
perché realizzino i propri sogni attraverso<br />
il coraggio della crescita e scoprono i<br />
valori dell’amore e della solidarietà proprio<br />
perché scelti e vissuti in prima persona.<br />
È un’occasione per gli adulti per<br />
conoscere i giovani e amarli <strong>di</strong> più. Per<br />
affiancarli e non prevaricarli, in questo<br />
<strong>di</strong>fficile passaggio dell’età adolescenziale,<br />
quando anche l’apatia in realtà è una<br />
richiesta <strong>di</strong> aiuto. La fatica, l’incertezza,<br />
il dolore permeano il transito, ma la<br />
creatura nuova, uomo o donna, saprà<br />
affrontare tutte le inquietu<strong>di</strong>ni che<br />
un’esistenza umana comporta.<br />
il film<br />
<strong>di</strong> Angelo Tomasello<br />
tornerà in Africa e il ritorno alla Missione<br />
è quasi un sollievo. Deluso ma anche<br />
fiducioso che domani, chissà, qualcosa<br />
cambi. La constatazione finale <strong>di</strong>ce,<br />
forse, che l’Italia é, per motivi <strong>di</strong>versi<br />
dall’Africa, scenario <strong>di</strong> una <strong>di</strong>versa ma<br />
altrettanto necessaria missione, per il<br />
recupero <strong>di</strong> valori. E in questo scenario,<br />
il ruolo del sacerdote assume connotati,<br />
ad<strong>di</strong>rittura, fondamentali.<br />
Io, loro e Lara è un film che si vede<br />
con piacere e si fa apprezzare non solo<br />
per l’intrattenimento e le buone prove<br />
dei suoi interpreti, ma anche per il<br />
suo umorismo per nulla volgare. La<br />
trama è complessa e articolata, ma<br />
regge per tutto il film. Verdone é bravo<br />
a suscitare <strong>di</strong>vertimento <strong>di</strong> fronte ad<br />
argomenti per i quali, in fondo, c’è ben<br />
poco da ridere.<br />
<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> duemila<strong>di</strong>eci Informa<strong>Caritas</strong> 31
“NOVITA E PROFEZIA” DI DON PINO PUGLISI<br />
<strong>di</strong> <strong>Palermo</strong>, ha voluto ricordare i 50 anni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione presbiterale <strong>di</strong> don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia,<br />
il giorno del suo compleanno, il 15 settembre 1993, con una tavola rotonda, presso la Chiesa del SS. Salvatore, lo scor-<br />
L’Arci<strong>di</strong>ocesi<br />
so maggio. Frutto <strong>di</strong> essa un piccolo libro <strong>di</strong> circa 90 pagine dal titolo Padre Pino Puglisi…quale pastorale? che<br />
l’arcivescovo, mons. Paolo Romeo, ha voluto donare alla Diocesi per “confrontarci con una testimonianza o, meglio, con un<br />
testimone”.<br />
Scorrendo le pagine vi troviamo la relazione del prof. Giuseppe Savagnone, Un prete del piano-terra, nel senso <strong>di</strong> essere<br />
stato, “un sacerdote “normale”, capace <strong>di</strong> portare la “nobiltà” <strong>di</strong> una profon<strong>di</strong>tà spirituale, <strong>di</strong> una umanità <strong>di</strong> una carica innovatrice…La<br />
sua normalità ci comunica il senso <strong>di</strong> quello che un vero pastore deve essere”.<br />
Segue la relazione, più estesa (45 pagine) <strong>di</strong> don Carmelo Torvivia, L’itinerario pastorale <strong>di</strong> don Pino Puglisi, che ricostruisce,<br />
attraverso i suoi scritti e la conoscenza personale, la personalità <strong>di</strong> don Pino e il suo impegno sia teologico che pastorale.<br />
Giusy Caldarella, insegnante <strong>di</strong> religione, riprende una espressione <strong>di</strong> don Puglisi che scherzosamente usava per definirsi: “Il<br />
parroco più altolocato della <strong>di</strong>ocesi” dato che Godrano è un paese <strong>di</strong> montagna e “il prete del papa” alludendo ad un<br />
noto mafioso della zona <strong>di</strong> Brancaccio, dove era situata la sua seconda e ultima parrocchia, San Gaetano. Sapeva essere ironico<br />
e questo l’aiutava nelle <strong>di</strong>fficoltà del suo ministero. La sua esperienza <strong>di</strong> parroco non è stata facile né a Godrano, né a<br />
Brancaccio. La sua forza: la preghiera e la capacità <strong>di</strong> coinvolgere nel cammino <strong>di</strong> fede, dapprima i bambini e poi gli adulti.<br />
Gli Atti della tavola rotonda si chiudono con la relazione della professoressa Ina Siviglia, “La profezia <strong>di</strong> padre Puglisi”: “A chi come me, è stato da lui chiamato<br />
a varie forme <strong>di</strong> collaborazione si offre l’occasione <strong>di</strong> ri-me<strong>di</strong>tare esperienze e vissuti, che sul momento avevano tutta l’aria <strong>di</strong> normalità e che, invece, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />
tempo, mostrano uno spessore <strong>di</strong> novità e <strong>di</strong> profezia che ha arricchito la nostra Chiesa palermitana”.<br />
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