La TRAVIATA 2009 - Il giornale dei Grandi Eventi
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6 <strong>La</strong> Traviata <strong>Il</strong><br />
Giornale <strong>dei</strong> <strong>Grandi</strong> <strong>Eventi</strong><br />
Storia dell’opera<br />
Derisa al debutto ambientato nel ‘600,<br />
osannata alla ripresa 14 mesi dopo<br />
ieri<br />
sera, fiasco. <strong>La</strong><br />
Traviata,<br />
«<strong>La</strong><br />
colpa è mia o <strong>dei</strong><br />
cantanti?...<strong>Il</strong> tempo giudicherà»,<br />
scrisse Verdi, dopo<br />
la disastrosa prima al<br />
Teatro <strong>La</strong> Fenice di Venezia<br />
il 6 marzo 1853.<br />
Come il debutto, la stesura<br />
di Traviata, non fu<br />
tranquilla. Verdi durante<br />
il proprio soggiorno a<br />
Parigi, città dove si era<br />
trasferito con Giuseppina<br />
Strepponi alla fine del<br />
1851 per fuggire alle<br />
chiacchiere degli abitanti<br />
di Busseto, nel febbraio<br />
1852 ebbe modo di assistere<br />
presso il Théâtre du<br />
Vaudeville al dramma di<br />
Alexandre Dumas figlio,<br />
la Dame aux camélias, restandone<br />
positivamente<br />
colpito.<br />
Poco dopo essere tornato<br />
dalla capitale francese,<br />
Verdi il 4 maggio 1852<br />
firmò un contratto con la<br />
Fenice di Venezia con il<br />
quale si impegna a scrivere<br />
un’opera per il<br />
carnevale successivo<br />
ed a consegnare il testo<br />
poetico – il cui autore<br />
doveva essere<br />
scelto e pagato da<br />
Verdi – entro la fine<br />
dell’estate. <strong>La</strong> decisione<br />
sul soggetto si<br />
rivelò, però, più difficile<br />
del previsto ed il<br />
compositore fu costretto<br />
a chiedere una<br />
proroga sulla consegna<br />
del libretto.<br />
A fine estate Piave<br />
stava scrivendo un testo,<br />
probabilmente<br />
quello dell’Ebrea, tratto<br />
dalla Juive de Costantine<br />
di Gautier e<br />
Parfait, che terminò<br />
in ottobre a Sant’Agata,<br />
quando improvvisamente<br />
Verdi s’infiammò per<br />
quella Dame aux camélias<br />
di Alexandre Dumas figlio<br />
che vi aveva narrato<br />
in chiave romanzesca la<br />
propria storia d’amore<br />
con una celebre mantenuta<br />
parigina.<br />
Questo dramma in cinque<br />
atti, ritenuto scabroso<br />
dalla critica per la sua<br />
forte carica autobiografica<br />
e per la sua disarmante<br />
contemporaneità, ve-<br />
<strong>Il</strong> Teatro <strong>La</strong> Fenice di Venezia in una litografia del 1854<br />
deva la figura della protagonista,<br />
Marguerite<br />
Gautier, ispirata ad<br />
Alphonsine Duplessis,<br />
famosa cortigiana parigina<br />
che morì, ventitreenne,<br />
l’anno prima<br />
dell’uscita del romanzo,<br />
nel 1848. Si pensò così di<br />
cambiare i nomi <strong>dei</strong> protagonisti<br />
(Marguerite divenne<br />
Violetta Valery,<br />
Fanny Salvini Donatelli (1815-1891)<br />
Prima Violetta alla Fenice<br />
Armand e Georges Duval<br />
cambiarono in Alfredo<br />
e Giorgio Germont).<br />
Accettando il titolo di<br />
Traviata scelto dalla censura<br />
(che rifiutò quello<br />
di Amore e morte richiesto<br />
dal compositore), Verdi<br />
e Piave pensarono di lasciare<br />
che la storia fosse<br />
simile al dramma, riducendo<br />
i personaggi secondari<br />
per dare maggior<br />
risalto ai tre protagonisti.<br />
In una lettera all’amico<br />
Cesare De Sanc-<br />
tis del 1 gennaio 1853<br />
Verdi scrisse: «A Venezia<br />
faccio la Dame aux Camelias<br />
che avrà per titolo, forse,<br />
Traviata. Un soggetto<br />
dell’epoca. Un altro forse<br />
non l’avrebbe fatto per i costumi,<br />
pei tempi e per mille<br />
altri goffi scrupoli [...].<br />
Tutti gridavano quando io<br />
proposi un gobbo da mettere<br />
in scena. Ebbene ero felice<br />
di scrivere il Rigoletto».<br />
Trovato il soggetto, il<br />
musicista mise mano<br />
alla partitura proprio<br />
nello stesso periodo<br />
in cui stava completando<br />
<strong>Il</strong> Trovatore,<br />
che sarebbe andato<br />
in scena a Roma al<br />
Teatro Apollo il 19<br />
gennaio 1853 e che<br />
avrebbe riscosso<br />
grande successo come<br />
il Rigoletto l’11<br />
marzo 1851. Terzo e<br />
ultimo “tassello” della<br />
cosiddetta “Trilogia<br />
popolare”, <strong>La</strong><br />
Traviata fu scritta,<br />
quindi, tra Roma e<br />
Venezia. Mentre il<br />
librettista Francesco Maria<br />
Piave modificava alcune<br />
parti del libretto<br />
perché giudicate troppo<br />
noiose per il pubblico,<br />
Verdi si trovò alle prese<br />
con i problemi della scelta<br />
<strong>dei</strong> cantanti. <strong>La</strong> ricerca<br />
di una «donna di prima<br />
forza» per la protagonista,<br />
come chiesto al direttore<br />
della Fenice Carlo<br />
Marzari, si concluse<br />
con un insuccesso ed il<br />
disastroso debutto del 6<br />
marzo 1853. <strong>Il</strong> soprano<br />
Fanny Salvini Donatelli,<br />
il tenore<br />
Ludovico Graziani<br />
nel ruolo di Alfredo<br />
ed il baritono<br />
Felice Varesi in<br />
quello di Germont,<br />
si rivelarono<br />
inadeguati,<br />
non in voce e non<br />
a loro agio in<br />
un’opera così particolare<br />
e fuori dagli<br />
schemi, e divennero<br />
gli elementi<br />
negativi<br />
della serata. Le<br />
cronache riportarono<br />
come notizia<br />
principale le risate<br />
del pubblico veneziano,<br />
nel vedere la giunonica<br />
protagonista morire di<br />
consunzione: «<strong>La</strong> Traviata<br />
ha fatto un fiascone e,<br />
peggio, hanno riso», disse<br />
Verdi. «Eppure, che vuoi?<br />
Non ne sono turbato. Ho<br />
torto io o hanno torto loro?<br />
Per me credo che l’ultima<br />
parola sulla Traviata non<br />
Lodovico Graziani (1820-1885)<br />
Primo Alfredo alla Fenice<br />
sia quella di ieri sera. <strong>La</strong> rivedranno<br />
e vedremo!». <strong>Il</strong><br />
compositore, infatti, credeva<br />
molto nel valore<br />
dell’opera, così come l’aveva<br />
pensata (ambientata<br />
nell’Ottocento, quasi a<br />
denunciare l’ipocrisia di<br />
certa società del tempo,<br />
con una trama priva di<br />
intrighi e di duelli e con<br />
un suo contesto “privato”<br />
e domestico, tutte<br />
novità per l’epoca): «Un<br />
soggetto dell’epoca. Un altro<br />
forse non l’avrebbe fatto<br />
per i costumi, pei tempi e<br />
per mille altri goffi scrupoli…Io<br />
lo faccio con tutto il<br />
piacere. Tutti gridavano<br />
quando proposi un gobbo<br />
da mettere in scena. Ebbene,<br />
io ero felice di scrivere il<br />
Rigoletto». Con le critiche<br />
non del tutto sfavorevoli,<br />
Verdi decise di<br />
cercare una compagnia<br />
vocale all’altezza per il<br />
secondo allestimento,<br />
vietando, intanto, le repliche<br />
dell’opera fino al<br />
reperimento di un cast di<br />
suo gradimento.<br />
<strong>Il</strong> secondo debutto<br />
<strong>La</strong> Traviata venne, dunque,<br />
ripresa, con alcuni<br />
cambiamenti di lieve entità,<br />
il 5 maggio 1854 al<br />
Teatro San Benedetto<br />
sempre a Venezia, dopo<br />
aver contemplato l’ipotesi<br />
di portare l’opera a<br />
Roma. Questa volta Verdi<br />
scelse i cantanti che<br />
più si adattavano alle<br />
singole parti: Maria<br />
Spezia, Francesco<br />
<strong>La</strong>ndi come Alfredo e<br />
Filippo Coletti come<br />
Papà Germont. <strong>Il</strong> debutto<br />
del nuovo cast,<br />
il 6 maggio 1854, fu<br />
un immediato, grandissimo,<br />
successo, che<br />
portò Verdi ad esclamare:<br />
«Tutto quello che<br />
esisteva per la Fenice<br />
esiste ora pel S. Benedetto.<br />
Allora fece fiasco; ora<br />
fa furore. Concludete<br />
voi!». Con pochissimi<br />
cambiamenti, non tali<br />
da ribaltare il giudizio<br />
precedente in così<br />
poco tempo, <strong>La</strong> Traviata<br />
piacque, con i<br />
suoi personaggi “normali”,<br />
con una protagonista<br />
ritenuta scandalosa,<br />
con una ambientazione<br />
quasi dimessa e<br />
non ridondante, riscuotendo<br />
un successo particolare:<br />
nel giro di quattordici<br />
mesi aveva fatto<br />
cambiare idea al medesimo<br />
pubblico ed iniziò<br />
da qui ad essere rappresentata<br />
in tutta Italia ed<br />
in Europa, senza smettere<br />
mai di essere discussa<br />
e criticata.<br />
M. M.