1963 parte I (file pdf - Kb. 5053) - Biblioteca Provinciale di Foggia La ...
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la Capitanata<br />
Rassegna <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />
Anno I (<strong>1963</strong>) N. 1-2 (gennaio-aprile)<br />
Intorno ad alcuni problemi<br />
dell'organizzazione<br />
<strong>di</strong> Università internazionali<br />
1. - E' noto che nel periodo che ha preceduto la fine del<br />
conflitto 1939-1945, le prime forme <strong>di</strong> organizzazione internazionale,<br />
derivate dai 14 punti <strong>di</strong> Wilson, non configurarono mai tipi <strong>di</strong> scuole<br />
comuni a citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Stati <strong>di</strong>versi, capaci <strong>di</strong> creare il presupposto<br />
unitario per una <strong>di</strong>sciplinata e meto<strong>di</strong>ca collaborazione tra i popoli.<br />
E' soltanto a S. Francisco che nell'art. 55 della Carta delle<br />
Nazioni Unite il 26 giugno 1945 viene solennemente sancita « la<br />
collaborazione internazionale culturale ed educativa ».<br />
Si delineò allora la possibilità <strong>di</strong> creare centri internazionali <strong>di</strong><br />
cultura e si affermò soprattutto l'idea secondo cui la formazione <strong>di</strong><br />
una coscienza sopranazionale (che, mentre non estranea l'uomo dal<br />
patrimonio spirituale della storia del suo popolo, lo arricchisce dei<br />
valori superiori della umanità nel senso più lato) costituisce la più<br />
valida, la più concreta ed efficace base per l'intesa solidale ed operosa<br />
<strong>di</strong> tutti nella comunità unitaria della famiglia umana.<br />
1
E' così che negli ultimi cinquanta anni non solo l'Europa, cui<br />
sembra andare limitato il tema in questa sede, ma il mondo intero ha<br />
mo<strong>di</strong>ficato ra<strong>di</strong>calmente il suo in<strong>di</strong>rizzo, passando da uno stato <strong>di</strong><br />
inerzia organizzativa per tutte le iniziative <strong>di</strong>rette a stabilire contatti e<br />
rapporti duraturi tra le attività <strong>di</strong> cultura e ricerca scientifica, ad uno<br />
stato <strong>di</strong> preoccupazione, talvolta agitata, per ogni ritardo, daltronde<br />
inevitabile finchè non si hanno le idee chiare, alla istituzione <strong>di</strong><br />
organizzazioni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> a carattere supernazionale, specialmente postuniversitari.<br />
2. - Indubbiamente, però, quando dalle vaghe aspirazioni si passa<br />
all'applicazione pratica ed all'impegno realizzatore, ciò che è sembrato<br />
ovvio ed estremamente facile <strong>di</strong>venta ostico ed estremamente <strong>di</strong>fficile,<br />
sicchè quell'ottimismo così debordante nei convegni dei letterati anche<br />
insigni (chi non ricorda la presenza puntuale <strong>di</strong> Thomas Mann e <strong>di</strong><br />
François Mauriac, <strong>di</strong> Jeann Maritain e Daniel Rops, <strong>di</strong> Benda e <strong>di</strong><br />
Bammate nei convegni della Società Europea <strong>di</strong> Cultura e nei<br />
Rencontres Internationales <strong>di</strong> Ginevra?) appare, più che ingiustificato,<br />
non ancora proporzionato alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> tempo e <strong>di</strong> ambiente che<br />
ostacolano, nella situazione attuale, assai duramente il fiorire <strong>di</strong><br />
or<strong>di</strong>namenti e <strong>di</strong> istituzioni adeguate.<br />
E del resto, proprio mentre in queste riunioni - che hanno visto e<br />
tuttora vedono costantemente la <strong>parte</strong>cipazione delle menti più<br />
rappresentative della cultura, quasi sempre non togata -, si afferma la<br />
supremazia del <strong>di</strong>alogo su ogni altro mezzo <strong>di</strong> risoluzione dei conflitti ed<br />
il valore <strong>di</strong>alettico dei convincimenti, degli apprezzamenti, dei giu<strong>di</strong>zi<br />
in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> chi ha una propria fede ma è soprattutto rispettoso della<br />
fede altrui e rifiuta, comunque, <strong>di</strong> usare la forza per conculcare l'altrui<br />
libertà, proprio mentre l'aspetto migliore della vita è colto nella comune<br />
speranza <strong>di</strong> pace, e nel concorde cammino degli uomini verso un nobile<br />
ideale. <strong>di</strong> bene, proprio ora ed in sede altamente qualificata (Società<br />
Europea <strong>di</strong> Cultura) è insorta la alta voce <strong>di</strong> Na<strong>di</strong>m Bammate che<br />
riconferma sostanzialmente, sia<br />
2
pure nella speranza e nell'attesa <strong>di</strong> un superamento, la persistente<br />
frattura tra le tra<strong>di</strong>zioni culturali e la formazione educativa<br />
dell'Occidente nei confronti dell'Oriente, dell'Occidente che rappresenta<br />
per l'Oriente il mondo dell'azione creatrice alimentata<br />
dall'insod<strong>di</strong>sfazione dell'uomo che strappa all'ignoto gradualmente i suoi<br />
segreti, dell'Oriente che rappresenta per l'Occidente la paziente<br />
accettazione <strong>di</strong> quanto è stato nelle previsioni dei profeti e che quin<strong>di</strong><br />
dovrà accadere.<br />
3. - Nonostante queste antinomie che sono incontrovertibile<br />
remora al facile ottimismo, si può tuttavia concordare, si deve anzi<br />
concordare, nella necessità del colloquio, nella vali<strong>di</strong>tà del metodo per la<br />
produttività del colloquio, nella esigenza <strong>di</strong> precisare, insegnare,<br />
<strong>di</strong>ffondere questo metodo in scuole ad alto livello adatte a dare un<br />
crisma alla coscienza degli stu<strong>di</strong>osi più eminenti, sotto la sollecitazione<br />
del fatto che civiltà e cultura non possono rimanere e non rimangono,<br />
infatti, mai ferme, che sono in realtà in costante <strong>di</strong>venire, e debbono, per<br />
ciò, essere legate tra loro; solo questo facilita l'evolvere insieme e il<br />
<strong>di</strong>minuire delle <strong>di</strong>stanze: la chiusura - ha scritto Jemolo - «<br />
significherebbe, con ogni probabilità il <strong>di</strong>sseccamento <strong>di</strong> quella <strong>parte</strong> <strong>di</strong><br />
civiltà cristiana o rinascimentale che è ancora viva nei Paesi <strong>di</strong> oltre<br />
cortina; significherebbe porre in essere la con<strong>di</strong>zione sicura perchè tra 50<br />
anni avvenire si <strong>di</strong>ssolvano le posizioni così faticosamente raggiunte nei<br />
50 anni passati, le <strong>di</strong>stanze si facciano più rilevanti e gli allacciamenti più<br />
<strong>di</strong>fficili ».<br />
<strong>La</strong> volontà <strong>di</strong> dar mano a centri unitari <strong>di</strong> ricerca scientifica può<br />
forse agevolare il legame tra cultura e storia, ma non è sufficiente del<br />
tutto al conseguimento <strong>di</strong> tale scopo, non basta perchè queste antinomie<br />
si compongano; giacchè, come la storia sta <strong>di</strong>mostrando, sono proprio le<br />
cennate autonomie che non solo non consentono la valida costituzione<br />
<strong>di</strong> centri universitari internazionali, ma che, perfino nei progetti del loro<br />
or<strong>di</strong>namento, operano negativamente ed in modo tale da far augurare (a<br />
coloro che hanno più il senso della responsabilità) che, se si debbono<br />
attuare nella maniera<br />
3
programmata, è meglio che non sorgano mai perchè<br />
accentuerebbero e non eliminerebbero le incongruenze <strong>di</strong> una certa<br />
formazione educativa.<br />
4. - Abbiamo sott'occhio il rapporto Killian per la fondazione<br />
dell'Istituto Internazionale <strong>di</strong> Tecnologia. <strong>La</strong> NATO metterebbe a<br />
<strong>di</strong>sposizione per la sua costituzione 150 miliar<strong>di</strong> a fondo perduto e<br />
50 miliar<strong>di</strong> per il funzionamento annuale.<br />
Si tratta del più poderoso sforzo che verrebbe tentato per dar<br />
vita ad un centro <strong>di</strong> preparazione tecnica <strong>di</strong> proporzioni gran<strong>di</strong>ose.<br />
Nessun uomo che abbia a cuore il destino della nostra società può<br />
porre riserve al realizzarsi <strong>di</strong> un intento nobile come quello che<br />
ispira il progetto, tuttavia occorre che esso affi<strong>di</strong> il suo successo alle<br />
garanzie che saprà dare perchè la ricerca scientifica venga<br />
metodologicamente inserita nella coscienza della unità della vita e<br />
non isolata ed impoverita nella mera applicazione <strong>di</strong> tecniche e <strong>di</strong><br />
proce<strong>di</strong>menti produttivi; solo così, tenendo presenti in ogni aspetto<br />
della organizzazione <strong>di</strong>dattica e della strutturazione della ricerca, i<br />
valori fondamentali <strong>di</strong> cui è l'uomo portatore nella vita, sarà<br />
possibile far convergere in questa grande istituzione gli interessi del<br />
mondo occidentale e <strong>di</strong> quello orientale, sarà favorito<br />
l'avvicinamento vero dei popoli cui dovrà essere fatta palese la<br />
comune natura anche nella testimonianza <strong>di</strong> una realtà universitaria<br />
che, se si realizzerà, consegnerà alla storia il più alto documento<br />
della volontà <strong>di</strong> pace ispiratrice dell'epoca in cui viviamo.<br />
PASQUALE DEL PRETE<br />
Prof. PASQUALE DEL PRETE, rettore della Università degli stu<strong>di</strong>, Bari.<br />
4
* Notices sur le Centre International de Hautes ttudes Agronomiques<br />
A la suite de 1'initiative prise, en<br />
1960, par 1'AEP-OECE (actuellement<br />
OCDE) les Gouvernements de<br />
1'Espagne, de la France, de la Grèce,<br />
de l'Italie, du Portugal, de la Turquie<br />
et de la Yougoslavie, décidèrent de<br />
fonder le "Centre International de<br />
Hautes Etudes Agronomiques des<br />
Pays Mé<strong>di</strong>terranéens ". On a atteint<br />
cette conclusion après avoir constaté<br />
que 1'agriculture est l'activité<br />
fondamentale du bassin de la<br />
Mé<strong>di</strong>terranée et qu'il est opportun<br />
d'établir, au sein de 1'enseignement<br />
agricole supérieur, une collaboration<br />
entre les Pays de ce bassin;<br />
1'agriculture mé<strong>di</strong>terranéenne a en<br />
outre besoin de former des cadres de<br />
personnel spécialisé, formation qui ne<br />
peut étre obtenue qu'au moyen d'un<br />
enseignement supérieur complétant<br />
celle qui est, donnée p ar les Facultés<br />
ou par les Ecoles Supérieures<br />
instituées auprès des <strong>di</strong>fférents Pays<br />
Mé<strong>di</strong>terranéens, grate à<br />
1'enseignement de professeurs de<br />
renommée internationale.<br />
Le but du Centre est d'apporter un<br />
enseignement complémentaire - qui ne<br />
doit pas être, par conséquent, une<br />
répétition des études précédentes -<br />
aussi bien économique que technique,<br />
et de développer 1'esprit de<br />
coopération internationale au sein des<br />
cadres d'e l'agriculture des pays<br />
mé<strong>di</strong>terranéens. Son siège légal est à<br />
Paris, auprès de 1'OCDE. Il est<br />
constitué de deux "Instituts<br />
Mé<strong>di</strong>terranéens », l'un siégeant à Bari<br />
(Italie), l'autre à .Montpellier (France);<br />
on a prévu la création d'Instituts<br />
"annexes " auprès d'autres Etats,<br />
pour le per-<br />
des Pays Mé<strong>di</strong>terranéens.<br />
fectionnement pratique concernant<br />
certains problèmes particuliers.<br />
D'après le Statut, le Centre est<br />
<strong>di</strong>rigé par un Conseil d'Administration<br />
et par un Comité consultatif, assistés<br />
par un Secrétariat; chaque Institut du<br />
Centre est <strong>di</strong>rigé par un Directeur.<br />
Le nombre des élèves du Centre est<br />
limité et i1 est fixé chaque année. On y<br />
accepte les licenciés, ou ceux qui sont<br />
fournis d'un <strong>di</strong>plôme équivalent, en<br />
Sciences Agraires ou Forestières,<br />
provenant des Facultés ou des Instituts<br />
Supérieurs de tous les Pays du bassin<br />
mé<strong>di</strong>terranéen. Les élèves, soumis à un<br />
régime de Collège, bénéficient d'une<br />
bourse d'étude offerte soit par les Etats<br />
Membres, soit, éventuellement, par<br />
d'autres Etats, par des organisations<br />
internationales ou des Sociétés<br />
publiques. En ce qui concerne les f rais,<br />
le statut prévoit ceux des bâtiments et<br />
des appareillages à la charge de<br />
1'Etathóte, tan<strong>di</strong>s que les frais de<br />
fonctionnement sont répartis, en<br />
mesure <strong>di</strong>verse, entre 1'Etat-hôte et<br />
1'OCDE.<br />
<strong>La</strong> durée de tout le Cours d'Etudes<br />
est prévue, en principe, de 12 mois,<br />
dont 5 mois à 1'Institut de Bari, 5 à<br />
celui de Montpellier, et 2 auprès des<br />
"annexes ".<br />
L'activité <strong>di</strong>dactique du Centre<br />
comprend des cours, des conférences,<br />
des séminaires, des applications<br />
pratiques, des recherches personnelles<br />
et de nombreuses sorties instructives.<br />
Les Cours et les Conférences sont<br />
tenus par des professeurs ou d'autres<br />
personnalités possédant une renommée<br />
assurée et invités en considération de<br />
leur<br />
5
compétence, choisis, après<br />
1'approbation, du Conseil<br />
d'Admnistration,dans une très vaste<br />
étendue géographique.<br />
L’activité du Centre International<br />
de Hautes Etudes Agronomiques des<br />
Pays .Mé<strong>di</strong>terranéens a débuté à Bari<br />
avec la Session tenue pendant 1’ -<br />
Année Académique 1961-62. Cette<br />
première session a été inaugrée le 18<br />
Novembre 1961 et a duré.<br />
exceptionnellement, jusqu'au 4 Juin<br />
1962.<br />
Les inscrits, au nombre de 38,<br />
provenaient de 1'Egypte, de la<br />
France, de la Jordanie, de la Grèce,<br />
de la Yougoslavie, du Liban, de Malte,<br />
du Maroc, du Portugal, de la Syrie, de<br />
1'Espagne, de la Tunisie et de la<br />
Turquie; 33 d'entre eux étaient des<br />
ingénieurs agronomes, 5 des<br />
ingénieurs forestiers.<br />
Le <strong>di</strong>scours d'ouverture du Cours a<br />
été tenu par le Professeur Giuseppe DI<br />
NARDI, de 1'Université de Rome, sur le<br />
sujet: "L'Agriculture dans la stratégie<br />
du développement économique ".<br />
Pendant tout le Cours, des<br />
professeurs, provenant de 7 Pays<br />
<strong>di</strong>fférents, ont tenu 243 leçons,<br />
chacune suivre d'une <strong>di</strong>scussion libre.<br />
Pour suivre ces cours, qui pouvaient<br />
être tenus en Italien, en Français ou<br />
en Anglais, on a adopté la traduction<br />
simultanée dans tes deux langues<br />
contraires, tan<strong>di</strong>s que les élèves ont<br />
été fournis non seulement du texte<br />
dans sa langue originale, mais aussi<br />
du texte traduit dans l'une des deux<br />
autres langues.<br />
Dans le développement du cycle<br />
des séminaires, chaque étu<strong>di</strong>ant a<br />
préparé et <strong>di</strong>rigé la <strong>di</strong>scussion sur un<br />
sujet choisi par lui-même, d'accord<br />
avec les Professeurs de la Faculté<br />
d'Agronomie, concernant des<br />
problèmes qui touchent particuliè-<br />
rement tous les Pays de la<br />
Mé<strong>di</strong>terranée, ce qui a souvent suscité<br />
d'intéressantes comparaisons et de<br />
profitables échanges de vue sur des<br />
aspects, des problèmes, des<br />
techniques et des réalisations des<br />
<strong>di</strong>fférents Pays.<br />
Pendant le temps libre,<br />
généralement l'après-mi<strong>di</strong>, les élèves<br />
ont fait des études et des recherches<br />
personnelles auprès des Instituts de<br />
la Faculté d'Agronomie ou auprès des<br />
Sociétés locales (pour la Réforme<br />
Agraire et pour 1'Irrigation).<br />
Pendant ce Cours, on a fait 21<br />
sorties instructives et pratiques (une<br />
par semaine) qui ont permis de visiter<br />
les zones agricoles les plus typiques,<br />
les centres et les ouvrages réalisés<br />
par les Sociétés de Réforme Agraire,<br />
d'Irrigation et de Bonification,<br />
concernant les ouvrages d'irrigation,<br />
les installations industrielles<br />
ap<strong>parte</strong>nant à des Coopératives et à<br />
des particuliers, à des Stations de<br />
recherches, etc.; deux sorties, chacune<br />
d'une durée de quelques jours, ont<br />
permis aux élèves de visiter la foire de<br />
Milan, ainsi que plusieurs fabriques<br />
de moteurs et de machines agricoles<br />
de l'Italie du Nord (Turin, Milan,<br />
Parme, Vicence, etc.).<br />
A la fin du Cours, les élèves ont<br />
été soumis au jugement d'un jury<br />
formé de professeurs de la Faculté<br />
d'Agronomie par des entrevues qui ont<br />
duré trois jours,<br />
<strong>La</strong> Session s'est terminée par une<br />
cérémonie finale au cours de laquelle<br />
la ville de Bari a voulu offrir, aux<br />
in<strong>di</strong>vidus participant à ce premier<br />
Cours du Centre et aux personnalités<br />
qui ont le plus contribué à sa<br />
réalisation, une médaille-souvenir en<br />
or.<br />
Les élèves, après une dernière<br />
6
sortie instructive, ont commencé les<br />
vacances d'été. Pendant ces vacances,<br />
21 d'entre eux front en Espagne pour un<br />
stage d'instruction offert par le<br />
Gouvernement Espagnol. Tous les élèves<br />
reprendront leurs études à Montpellier<br />
(France), en automne prochain.<br />
Dans l'ensemble, malgré les<br />
<strong>di</strong>fficultés et les incertitudes du début,<br />
dues à la nouveauté de 1'initiative, on<br />
peut souligner les résultats satisfaisants<br />
de cette première année aussi bien au<br />
point de vue de 1'enseignement<br />
technique qu'au point de vue de l'esprit<br />
de collaboration et de compréhension qui<br />
s'est profondément développé parmi les<br />
participants.<br />
PASQUALE DEL PRETE<br />
Estratto dal volume: Science et tecninique pour les régions<br />
peu développées. Rapports recueillis et publiés par le<br />
Conseil National de Recherche d'Italie à 1'occasion de la<br />
Conférence des Nations Unies sur 1'Application de la<br />
Science et de la Technique dans 1'Intérêt des Régions peu<br />
Développées, Genève, <strong>1963</strong>. - Roma,<br />
Consiglio Nazionale delle Ricerche, <strong>1963</strong>.<br />
7
Gli stu<strong>di</strong> locali<br />
e la Pubblica Amministrazione<br />
I tempi ci sembrano propizi. Nella lunga nostra esistenza<br />
abbiamo dalla prima giovinezza assistito ad un trito e per noi<br />
angoscioso <strong>di</strong>scutere in Parlamento, nei convegni e nella stampa,<br />
intorno a quella che si è voluto chiamare « questione meri<strong>di</strong>onale»,<br />
come se non fosse anche nazionale, spesso restringendola in<br />
angusti confini, o mortificandola e mortificandoci con inopportuni<br />
pietismi, o con sprezzanti rilievi, o con ingiuste recriminazioni. Ma<br />
ora, forse per una maggiore maturità <strong>di</strong> eventi, ed anche per una<br />
più comprensiva azione dei responsabili, ci sembra che la<br />
risoluzione della « questione » sia uscita dal vago e<br />
dall'indeterminato e sia stata portata sulla via giusta verso una<br />
meta concreta. Si è finalmente compreso che il Nord, anche per fare<br />
i suoi interessi, deve adoperarsi a portare il Sud al suo livello; il<br />
Nord si è reso conto della grande riserva <strong>di</strong> energie esistenti negli<br />
uomini e nelle terre meri<strong>di</strong>onali e gli uomini del Sud hanno mostrato<br />
e mostrano <strong>di</strong> volere e <strong>di</strong> saper fare quanto e come i loro antenati<br />
del tempo migliore.<br />
Ed ecco che le civiche Autorità sono chiamate a collaborare<br />
attivamente e <strong>di</strong>rettamente a quest'opera <strong>di</strong> rinascita che abbraccia<br />
tutti i problemi che interessano particolarmente e collettivamente<br />
ogni provincia, ogni città, ogni paese del Mezzogiorno. In questa<br />
opera la Puglia non può e non deve essere seconda a nessuna altra<br />
regione e la Capitanata deve sentire la spinta e l'orgoglio <strong>di</strong><br />
riprendere quel posto <strong>di</strong> preminenza che meritatamente ha tenuto<br />
per secoli.<br />
Non debbo ricordare ai lettori <strong>di</strong> questa rivista le attività in<br />
ogni branca <strong>di</strong> cultura che hanno mantenuto ad alto livello la vita<br />
intellettuale della nostra terra nel Regno delle Due Sicilie, reame a<br />
torto, per lo meno in <strong>parte</strong>, vituperato, <strong>di</strong>scono-<br />
8
GINEVRA <strong>1963</strong> - Conferenza delle Nazioni Unite su l'applicazione della scienza<br />
e della tecnica a favore delle regioni poco sviluppate
scendosi le iniziative e i primati che poteva ben vantare pur tra gli<br />
errori politici in quella tormentosa e tormentata epoca della storia<br />
d'Italia, e ben lo possiamo <strong>di</strong>r noi, con animo finalmente sereno, noi<br />
figli e nipoti <strong>di</strong> patrioti.<br />
Dal torpore fu <strong>di</strong> nuovo risvegliata precisamente nel periodo<br />
che si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> oscurantismo, in cui apparvero la « <strong>Biblioteca</strong> del<br />
Risorgimento Pugliese » e la prima serie della « Raccolta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />
foggiani e<strong>di</strong>ta a cura del Comune », benemerenze che oggi si<br />
debbono lealmente ricordare e lodare, anche da chi, come lo<br />
scrivente, non ha nelle linee generali approvato il regime del «<br />
ventennio ».<br />
Or dunque, nel rinnovato clima <strong>di</strong> libertà democratica, ci<br />
sembra un buon segno la nascita <strong>di</strong> questa rivista che, ancora per<br />
iniziativa <strong>di</strong> nostre Autorità provinciali, riaccende la fiamma,<br />
inserendosi nei filoni culturali del passato vicino e lontano. Oggi,<br />
nel risveglio <strong>di</strong> ogni sana energia, s'impone la necessità <strong>di</strong><br />
collaborare alla educazione ed all'istruzione delle masse, allo<br />
stu<strong>di</strong>o ed alle soluzioni dei problemi locali, alla conoscenza delle<br />
risorse e delle possibilità della propria regione, ed anche alla<br />
umanistica ricerca e conservazione delle notizie e delle materiali<br />
vestigia della sua storia millenaria ed insigne. Di qui dunque il<br />
dovere delle nostre locali Autorità d'incrementare i centri <strong>di</strong> cultura<br />
e le biblioteche e <strong>di</strong> favorire convegni, pubblicazioni, scavi<br />
archeologici.<br />
Con un tale miraggio l'azione della nostra Amministrazione<br />
<strong>Provinciale</strong> (che conta al suo attivo altre notevoli e<strong>di</strong>zioni apparse in<br />
questi ultimi decenni) è oggi <strong>di</strong>retta appunto verso questi alti e<br />
concreti ideali; quin<strong>di</strong> noi ci auguriamo che oltre al resto, ed innanzi<br />
tutto, questa rassegna annunci una nuova e lunga giornata fattiva<br />
e proficua <strong>di</strong> bene per la nostra Gente<br />
Stato.<br />
MICHELE VOCINO<br />
On. avv. MICHELE VOCINO, presidente onorario <strong>di</strong> sezione del Consiglio <strong>di</strong><br />
9
Il Consiglio <strong>Provinciale</strong> del 1861 1<br />
Il 14 settembre 1860 Garibal<strong>di</strong> decretava che lo « statuto costituzionale<br />
piemontese, vigente anche nelle provincie precedentemente annesse », fosse<br />
legge fondamentale <strong>di</strong> questa Italia meri<strong>di</strong>onale. Due giorni prima egli aveva<br />
destituito gli intendenti dal governo delle provincie, conferendone le<br />
attribuzioni, accresciute col successivo provve<strong>di</strong>mento del giorno <strong>di</strong>ciassette,<br />
a governatori <strong>di</strong>chiarati prime autorità civili ed amministrative <strong>di</strong> quelle<br />
circoscrizioni 2. Si uniformava così alla legge piemontese 23 ottobre 1859<br />
sull'or<strong>di</strong>namento provinciale, non ancora promulgata nel Mezzogiorno 3 . Col<br />
secondo dei cennati decreti, il Dittatore destinava a <strong>Foggia</strong> un suo figlio,<br />
Giuseppe Ricciar<strong>di</strong> 4 , benemerito della rivoluzione meri<strong>di</strong>onale; per il suo<br />
inspiegabile rifiuto, nominava poi Gaetano del Giu<strong>di</strong>ce, che sarebbe stato<br />
presto collocato a riposo e sostituito da Cesare Bardesono.<br />
LA CAPITANATA PROVINCIA ITALIANA<br />
Finalmente, per effetto del Plebiscito (votato il 21 ottobre e accettato<br />
l'8 novembre) la Capitanata, insieme con le altre provincie napoletane,<br />
entrava a far <strong>parte</strong> integrante dello Stato italiano. Lo stabiliva il decreto reale<br />
17 <strong>di</strong>cembre, in relazione alla legge in data tre dello stesso mese, « con cui il<br />
Governo del Re era autorizzato ad accettare e stabilire per decreti reali<br />
l'annessione allo Stato <strong>di</strong> quelle provincie dell'Italia Centrale e Meri<strong>di</strong>onale,<br />
nelle quali si manifesti liberamente per suffragio <strong>di</strong>retto universale la volontà<br />
<strong>di</strong> far <strong>parte</strong> integrante della nostra Monarchia costituzionale » 5. Col decreto<br />
due gennaio dell'anno successivo a firma Farini, luogotenente g.le, era pro-<br />
10
RISULTATI DELLE ELEZIONI PROVINCIALI DEL 19 MAGGIO 1861<br />
(« Giornale del Governo <strong>di</strong> Capitanata », 1861, vol. V, p. 148).<br />
11
mulgata e resa esecutiva la legge 23 ottobre 1859 sull'Amministrazione<br />
provinciale e comunale, vigente nelle altre provincie del Regno, « salvo alcune<br />
deroghe e nuove <strong>di</strong>sposizioni » 6.<br />
Al suo ingresso nello Stato italiano, la provincia dauna, nella<br />
circoscrizione territoriale del 2 maggio 1816, comprendeva 63 comuni, or<strong>di</strong>nati<br />
in 3 <strong>di</strong>stretti e 32 circondari, con una popolazione complessiva <strong>di</strong> 355.179<br />
abitanti 7; ma il grande evento unitario non si era ancora moralmente<br />
consolidato, che tra gli altri sacrifici le s'imponeva quello <strong>di</strong> gravi per<strong>di</strong>te<br />
territoriali. Già dal 1811 il suo <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> <strong>La</strong>rino faceva <strong>parte</strong> del Molise: per il<br />
decreto luogotenenziale <strong>di</strong> Eugenio <strong>di</strong> Savoia Carignano 17 febbraio 1861 i<br />
circondari <strong>di</strong> S. Bartolomeo in Galdo e Castelfranco andavano a incrementare<br />
la nuova provincia <strong>di</strong> Benevento 8, e i circondari <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> Orsara con<br />
Savignano (in tutto un<strong>di</strong>ci comuni) erano assegnati alla provincia <strong>di</strong> Avellino.<br />
Pertanto il quoziente <strong>di</strong> popolazione si riduceva a 312.127 9.<br />
ELEZIONE E INSEDIAMENTO DEL CONSIGLIO<br />
Per le ministeriali <strong>di</strong> Spaventa 27 marzo e 16 aprile 1861 10, in base alla<br />
legge 23 ottobre 1859 11, il 19 maggio '61 si svolsero le elezioni per il Consiglio<br />
<strong>Provinciale</strong> 12. Con decreto 20 giugno il governatore Bardesono, riconosciuta la<br />
regolarità delle operazioni in tutti i comuni, ad eccezione <strong>di</strong> Rignano (mancata<br />
elezione), tenuta presente la nuova ripartizione, proclamò gli eletti nelle<br />
persone dei can<strong>di</strong>dati compresi nella tabella che segue 13. Quin<strong>di</strong>, per costituire<br />
l'ufficio <strong>di</strong> presidenza e la deputazione provinciale, li convocò il 30 giugno alle<br />
ore 10 in seduta straor<strong>di</strong>naria che, per mancanza del numero legale, fu rinviata<br />
senza verbale al dì seguente in seconda convocazione.<br />
Il primo luglio, nel salone settecentesco della Intendenza a Palazzo<br />
Dogana, risposero all'appello la metà esatta dei proclamati Amicarelli, Bucci,<br />
Campanella, D'Amelii, De Ambrosio, De Martinis, D'Errico, Di Sabato, Fusilli,<br />
Granata, Juso, <strong>La</strong> Bianca, Lepore, Lolatte, Macchiarella, Paolella, Pitta, Ricca,<br />
Ripandelli, Vinciguerra. L'assemblea, presieduta provvisoriamente dal<br />
consigliere anziano De Martinis, segretario Juso, con l'assistenza degli<br />
scrutatori De Ambrosio e <strong>La</strong> Bianca, « con assoluta maggioranza » elesse<br />
presidente De Luca, (v. 19), vice presidente D'Amelii (v. 17), segretario Pitta (v.<br />
11), vice segretario Ripandelli (v. 12) e deputati provinciali effettivi, anch'essi<br />
con maggioranza assoluta: Amicarelli, De Ambrosio, De Martinis e<br />
Macchiarella (tutti con v. 19), Paolella e Del Sorbo (rispettivamente<br />
12
con v. 17 e 12); designò a supplenti Campanella e Granata, ciascuno con v. 12 14.<br />
<strong>La</strong> sessione or<strong>di</strong>naria si aprì il 16 settembre, e non la prima domenica del<br />
mese, come prescritto, anche questa volta per mancanza del numero legale,<br />
presente il nuovo governatore, dottor Alessandro Strada 15, quale commissario<br />
del Re, e con se<strong>di</strong>ci consiglieri: Bucci, Campanella, Curato, D'Amelii, De<br />
Ambrosio, De Luca, De Martinis, Granata, Lepore, Lolatte, Macchiarelli,<br />
Paolella, Pitta, Ricca, Vinciguerra, Vasciminno.<br />
Verificatosi il numero legale dei presenti, il cav. Strada, per <strong>di</strong>chiarare<br />
aperta la sessione or<strong>di</strong>naria, e il Presidente, per inaugurare i lavori, celebrarono<br />
l'Unità ed enunciarono l'or<strong>di</strong>ne del giorno, proclamando i propositi più sal<strong>di</strong><br />
intorno « agl'immegliamenti morali e materiali della Provincia ». Si fissò il<br />
calendario delle riunioni, si delegarono tre membri a re<strong>di</strong>gere gli in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> saluto<br />
al Re, al suo luogotenente, a Garibal<strong>di</strong> e al Ricasoli, presidente del Consiglio dei<br />
ministri, e si nominarono sei commissioni perché riferissero sull'or<strong>di</strong>ne del<br />
giorno.<br />
Con questo esor<strong>di</strong>o l'attività pubblica dell'assemblea procedette in do<strong>di</strong>ci<br />
sedute, <strong>parte</strong>cipandovi ventidue consiglieri con duecentoventi presenze 16. <strong>La</strong><br />
legge del '59 fissava in quin<strong>di</strong>ci giorni la durata della sessione or<strong>di</strong>naria dei<br />
Consigli provinciali, consentendone la proroga, che nella do<strong>di</strong>cesima seduta (30<br />
sett.) fu deliberata nel massimo <strong>di</strong> otto giorni (ma ne assorbì soltanto uno). Se ne<br />
tentano qui <strong>di</strong> costa gli argomenti, raggruppandoli per materia.<br />
LA « RIFORMA DEL TAVOLIERE »<br />
<strong>La</strong> « riforma del Tavoliere » costituì l'oggetto principe <strong>di</strong> questa assise. Il<br />
Presidente, che lo aveva impostato, franco e deciso, nel <strong>di</strong>scorso inaugurale del<br />
Consiglio, lo svolse poi in sede <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione e <strong>di</strong> voto in apertura della XV<br />
sessione (2 ottobre). <strong>La</strong> sua requisitoria contro l'arcaico sistema del Regal corpo,<br />
attingendo alla critica dei novatori, le dà il crisma <strong>di</strong> un'adesione che, per<br />
provenire da un nobile, acquista significato particolare 17.<br />
Nell'introdurre il <strong>di</strong>scorso con la rievocazione della Dogana, giustificando<br />
l'Aragonese, che <strong>di</strong>sciplinò la pastorizia là dove gli eventi avevano fatto il deserto,<br />
il marchese De Luca biasima la « privata inerzia », che consentì il passaggio<br />
nell'uso pubblico dei pre<strong>di</strong> non tenuti a pascolo o a semina, e la « malizia o la<br />
ignoranza » dei Fiscali,<br />
13
che attribuirono in gran <strong>parte</strong> i mali del sistema « alla natura delle contrade », così<br />
lasciando lontana l'agricoltura e impedendo che con questa rifiorisse la pianta<br />
umana, <strong>di</strong>strutta dalle guerre. Nè a suo giu<strong>di</strong>zio la legge 3 maggio 1806 adempì i<br />
voti dei doganati e le esigenze economico-sociali della Provincia. Alla deliberata<br />
censuazione re<strong>di</strong>mibile delle terre fecero riscontro la per<strong>di</strong>ta dei privilegi e delle<br />
esenzioni e la tassa <strong>di</strong> entratura, che insieme con i canoni annuali ridusse al<br />
minimo le risorse degli armentari, e purtuttavia la loro con<strong>di</strong>zione migliorò nel<br />
Decennio con incremento <strong>di</strong> culture e <strong>di</strong> popolazione, tanto quanto non lo era<br />
stato per l'intero secolo precedente.<br />
A queste premesse <strong>di</strong> rinascita, che sembrò fossero accolte dalla<br />
Restaurazione, venne però a mancare la tenacia dei Borboni. <strong>La</strong> legge 13 gennaio<br />
1817 18, respingendo il Tavoliere al 1789, lo consegnava all'Unità nelle con<strong>di</strong>zioni<br />
meno idonee ad accoglierne i vantaggi.<br />
« Ma ora che l'Astro italiano brilla più puro, rallegriamoci nella speranza <strong>di</strong><br />
un migliore avvenire, e cerchiamo i mezzi che a noi lo procurino e ne affrettino<br />
l'arrivo ».<br />
<strong>La</strong> certezza della proprietà e la libertà dell'industria sono i primi necessari<br />
elementi <strong>di</strong> ogni pubblica prosperità. Questo canone fondamentale <strong>di</strong> civile progresso<br />
è anche più valido per la Capitanata, tuttora vittima <strong>di</strong> « clamorosa ingiustizia »,<br />
che soltanto il Governo può rimuovere con idonei provve<strong>di</strong>menti. Il marchese<br />
De Luca formula pertanto una serie <strong>di</strong> conclusioni, affinché le terre vadano in<br />
libero uso ai censluari, e per il regolmento finanziario della affrancazione si apra<br />
una partita nel gran Libro del debito pubblico o intervenga una « società <strong>di</strong><br />
banchieri con una operazione dalla quale potrebbe anche sorgere un istituto <strong>di</strong><br />
cre<strong>di</strong>to a <strong>Foggia</strong> ». L'assemblea unanime accolse il <strong>di</strong>scorso, or<strong>di</strong>nandone la<br />
notificazione al Parlamento nazionale.<br />
I LAVORI DELL 'ASSEMBLEA<br />
Un altro problema, anch'esso fondamentale del governo nuovo, era quello<br />
stradale. Ne trattò più volte il De Ambrosio con interventi sul restauro della<br />
provinciale <strong>Foggia</strong>-San Severo, sulla progettazione <strong>di</strong> una rete garganica e la<br />
costituzione in consorzio dei comuni interessati, sul passaggio graduale alle cure<br />
della Provincia della « San Severo-Serracapriola ». I bisogni e le aspirazioni del<br />
Promontorio ebbero in lui un fervido, efficace e fortunato interprete e<br />
patrocinatore. Delle strade Manfredonia-Cerignola, Santagata-.Bovino-Ponte<br />
(Albanito) e Lucera per Troia e per San Severo (rettifiche, manutenzione,<br />
provincializzazione)<br />
14
si occuparono il Paolella, il Vinciguerra e il Pitta. Per il tracciato della ferrovia si<br />
nominò una commissione. Si stanziò dunque in bilancio il primo contributo <strong>di</strong><br />
interessati alle seguenti strade: da Santagata a Candela; da Cerignola duc. 20.000<br />
per la garganica, oltre un sussi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> duc. 17.200 in favore dei Comuni all'Ofanto<br />
per la Basilicata; da Faeto per Castelluccio Valmaggiore a Troia; da Casalnuovo<br />
per Castelvecchio, Castelnuovo, Pietra fino al bivio <strong>di</strong> Lucera ; da Roseto ad<br />
Alberona per la sannitica; da Orta a Castelluccio dei Sauri per completare la<br />
congiunzione della consolare al Ponte <strong>di</strong> S. Venere; da Biccari a Montaratro; da<br />
Volturino alla sannitica; da Deliceto a Candela; da Serracapriola al bivio <strong>di</strong><br />
Civitate 19.<br />
Non meno impegnative per le commissioni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e per l’assemblea<br />
deliberante, risultano un gruppo <strong>di</strong> « vertenze ». A conclusione dei rapporti svolti<br />
dai singoli relatori: fu accolta la istanza del Comune <strong>di</strong> Lucera, per « sottrarre<br />
l'amministrazione <strong>di</strong> 150 versure <strong>di</strong> terre 20, destinate alla festività <strong>di</strong> S. Maria la<br />
Patrona <strong>di</strong> quella città, dalla <strong>di</strong>pendenza (sic) del Consiglio generale degli Ospizi »<br />
(rel. Campanella); si <strong>di</strong>sconobbe la spesa suppletoria a carico dell'Orfanotrofio<br />
dei proietti <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> per la facciata della Chiesa delle Croci (rel. Lepore); si <strong>di</strong>e’<br />
atto che l'Opera pia istituita in Cerignola dal sacerdote Vincenzo Tonti « dovesse<br />
continuare ad amministrarsi dalla commissione speciale in<strong>di</strong>cata in testamento e<br />
sotto la sorveglianza e <strong>di</strong>pendenza del Consiglio comunale » (rel. Granata); fu<br />
deciso <strong>di</strong> proporre al Governo la nomina <strong>di</strong> una commissione, per conciliare il<br />
giu<strong>di</strong>zio insorto nella costruzione del grande Orfanotrofio provinciale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />
(rel. Campanella).<br />
Una questione sottile, che <strong>di</strong>vise fino al voto i <strong>di</strong>ciotto presenti alla XI<br />
seduta (28 settembre), sollevò il Paolella (riscuotendo tre<strong>di</strong>ci suffragi contro<br />
cinque, sostenuti dal Commissario reale) per chiedere che la Provincia «<br />
riven<strong>di</strong>casse la ren<strong>di</strong>ta intestata sul Gran Libro, all'Orfanotrofio provinciale, dopo<br />
aver liquidato ciò ch'essa avrebbe da lui a ripetere in capitali ed interessi, per<br />
sussi<strong>di</strong>o annuo <strong>di</strong> duc. 3.000, pagatogli senza necessità dal 1845 al 1861 e fino<br />
alla concorrenza <strong>di</strong> detta liquidazione ».<br />
<strong>La</strong> cultura e l'istruzione scolastica ebbero la loro <strong>parte</strong>, ma oltre gli omaggi<br />
dei <strong>di</strong>scorsi <strong>di</strong> apertura, non fecero luogo a <strong>di</strong>battito. Si adottarono<br />
provve<strong>di</strong>menti per: la nomina dei rappresentanti in seno alla Commissione voluta<br />
dalla legge sulla istruzione secondaria; l'elevazione da duc. 400 a 480 delle<br />
pensioni per gli studenti <strong>di</strong> belle arti; il contributo <strong>di</strong> duc. 2.400 per le istituende<br />
scuole tecniche in aggiunta a quella agraria esistente; l'approvazione del conto<br />
morale della Società Economica. <strong>La</strong> proposta De Ambrosio d'istituire in S.<br />
Marco<br />
15
in <strong>La</strong>mis e Vieste collegi <strong>di</strong> scienze, lettere e arti belle, fu respinta per<br />
incompetenza a provvedere.<br />
In tema <strong>di</strong> circoscrizione territoriale, il consigliere Paolella espose il<br />
rapporto della Commissione incaricata <strong>di</strong> occuparsene, concludendo per la<br />
conservazione dello statu quo, che non poteva essere mo<strong>di</strong>ficato senza grave<br />
danno dei comuni condannati al <strong>di</strong>stacco, e della economia, già misera, della<br />
provincia 21. Il Consiglio si occupò anche dei voti <strong>di</strong> S. Marco la Catola, per<br />
essere trasferito dal circondario <strong>di</strong> S. Severo a quello <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, e <strong>di</strong> Stornara,<br />
frazione <strong>di</strong> Stornarella, per erigersi a comune.<br />
Poco <strong>di</strong> beneficenza e nulla <strong>di</strong> elargizioni, osservandosi <strong>di</strong> stretto rigore i<br />
limiti dell'istituto. Soltanto allo « stampatore del Governo » Michele Russo un<br />
sussi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ducati 240 « in considerazione dei lavori e delle spese straor<strong>di</strong>narie<br />
sopportate nel biennio '60-'61, e alla con<strong>di</strong>zione che usi la massima accuratezza<br />
nella stampa degli Atti del Consiglio ».<br />
Furono approvati con osservazioni ed eccezioni i conti morali della «<br />
Provincia » e dei « Fon<strong>di</strong> speciali » (rel. Lepore), del Consiglio generale degli<br />
Ospizi (rel. Lolatte), dell'Orfanotrofio « Maria Cristina » (rel. Lepore), della<br />
Società economica (id.) e non anche, per incompetenza, quello dell'Ospedale<br />
delle donne.<br />
SUL BILANCIO DI PREVISIONE<br />
Si deliberò sul bilancio (stato <strong>di</strong>scusso) <strong>di</strong> previsione del 1862 in base al<br />
progetto elaborato dalla Deputazione provinciale ed esaminato dalla VI<br />
Commissione. Ne riferì (X, 27 sett.) il consigliere delegato Ricca e subito s'iniziò<br />
la <strong>di</strong>scussione degli articoli, invertendone l'or<strong>di</strong>ne per l'esame preliminare <strong>di</strong><br />
alcune voci.<br />
Circa le partite d'introito si indugiò sul timonaggio, dazio « per il consumo<br />
delle strade esterne ed interne ». Intervennero il Ricca, proponendo che la<br />
Provincia rinunciasse al balzello perché era conteso dal Municipio del<br />
Capoluogo; il De Ambrosio, per sostenere che « nessuno dovesse godere <strong>di</strong> quel<br />
beneficio, tanto più che a <strong>Foggia</strong> si era costretti a ridursi per affari governativi » ;<br />
il Vinciguerra, che opinò l'introito dovesse ripartirsi tra la Provincia e quella città.<br />
Il Consiglio respinse i tre voti ed approvò tutte le partite <strong>di</strong> introito ad eccezione<br />
<strong>di</strong> quella relativa al ratizzo a carico dei Comuni, rinviata alla seduta <strong>di</strong> chiusura.<br />
Le partite d'introito risultarono dei duc. 79.226 contemplati nel progetto <strong>di</strong><br />
bilancio, della <strong>di</strong>fferenza sull'imponibile fon<strong>di</strong>ario <strong>di</strong> duc. 4.137,20<br />
16
e degli avanzi <strong>di</strong>sponibili sugli esercizi precedenti in duc. 10.056,52: in tutto duc.<br />
93.419,72.<br />
Detratta questa somma dal totale delle partite <strong>di</strong> esito che, dopo le<br />
proposte consiliari ascendevano a duc. 101.780,92, risultò un deficit <strong>di</strong> duc.<br />
8.361,20. Per la sua copertura si deliberò <strong>di</strong> aumentare <strong>di</strong> due grana ad<strong>di</strong>zionali<br />
la imposta fon<strong>di</strong>aria del 1862 22.<br />
Molti altri interessi e problemi particolari e generali arrivarono alla<br />
tribuna <strong>di</strong> Palazzo Dogana. Chiestosi l'impianto <strong>di</strong> un faro sulla spiaggia <strong>di</strong><br />
Manfredonia, si accoppiò questo oggetto alla proposta presidenziale <strong>di</strong> «<br />
costruire » il porto, accolta col voto d'intervenire a tal riguardo presso il<br />
Governo. A quel medesimo comune, insieme con Volturino e Lesina, era<br />
negato però un sussi<strong>di</strong>o, per la creazione <strong>di</strong> monti frumentari.<br />
Sempre in tema <strong>di</strong> lavori pubblici et similia, proponente De Luca, si<br />
stanziò in bilancio la spesa <strong>di</strong> duc. 2.600, per l'adattamento e l'arredamento <strong>di</strong><br />
una sala consiliare, mentre si incaricò la Deputazione <strong>di</strong> reclamare l'indennizzo<br />
della manutenzione della strada delle Saline » e <strong>di</strong> curare l'illuminazione del<br />
Palazzo Dogana. Alla Commissione del bilancio (che non ne riferì mai) si<br />
rinviò il progetto della sede governativa <strong>di</strong> Bovino. Si previde anche la spesa,<br />
onde si riempissero le cave <strong>di</strong> brecciame intorno a <strong>Foggia</strong>.<br />
<strong>La</strong> Deputazione fu incaricata <strong>di</strong>: 1) riscuotere dall'Amministrazione delle<br />
Bonifiche una somma prestatale dalla Provincia e <strong>di</strong> liquidare al R. Liceo <strong>di</strong><br />
Lucera un cre<strong>di</strong>to vantato verso la Tesoreria generale, chiedendo a questa la<br />
relativa rivalsa; 2) <strong>di</strong> esaminare una « domanda <strong>di</strong> ratizzi » <strong>di</strong> quella stessa città.<br />
Per il « rimpiazzo » <strong>di</strong> sei giu<strong>di</strong>ci effettivi e due supplenti al Tribunale <strong>di</strong><br />
commercio, il Consiglio formò otto terne <strong>di</strong> can<strong>di</strong>dati per il Governo; nominò<br />
il tesoriere provinciale, elogiò e gratificò gli impiegati che avevano collaborato<br />
con l'Assemblea e sorteggiò i consiglieri uscenti, che furono D'Amelii, Juso,<br />
Perna, Paolucci, Ripandelli, Torella, Visciola e Zaccagnino.<br />
*<br />
Così riempiti i primi giorni del suo nuovo ciclo, questa volta italico,<br />
l'Assemblea si aggiornava. Molto breve, senza dubbio, rispetto alle istanze della<br />
cosa pubblica, fu quella sessione. Ma all'adempimento del precetto legislativo<br />
presiedettero buon costume e competenza, che fecero quegli uomini degni del<br />
mandato popolare.<br />
Con i loro deliberati, essi verificarono il vaticinio <strong>di</strong> Mazzini e <strong>di</strong><br />
17
Gioberti, che l'Unità sarebbe stata affermazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto e strumento <strong>di</strong><br />
giustizia; col voto sul Tavoliere e la circoscrizione territoriale, iniziarono la<br />
lunga serie delle patrie riven<strong>di</strong>cazioni, qualificando politicamente il Consiglio.<br />
Fino alla sua riconvocazione trascorrerà un anno, calamitoso per la<br />
gente dauna; molte altre stagioni politiche sfioriranno alle sue spalle,<br />
seppellendone speranze e fiducia, con i problemi ignorati, misconosciuti o<br />
mal curati dal centralismo statale.<br />
Verrà in fine la Repubblica, col retaggio del Risorgimento, a impostare<br />
le soluzioni ra<strong>di</strong>cali, per concludere l'interrotta rivoluzione patriottica. I tempi<br />
nuovi consentiranno <strong>di</strong> accogliere e riecheggiare gli auspici, che in quello<br />
storico 1861 si levarono da Palazzo Dogana, quale messaggio antelucano a<br />
una posterità, che siamo chiamati a testimoniare.<br />
NOTAZIONI<br />
MARIO SIMONE<br />
Il 1961 la celebrazione governativa dell'Unità d'Italia coincise con una lunga vacanza<br />
democratica della nostra « Provincia ». Ai commissari della gestione straor<strong>di</strong>naria spettò<br />
prendere atto del pa<strong>di</strong>gione pugliese nell'Italia 61, dove la Capitanata era presente con una<br />
sua modesta e inefficace rappresentazione, che non poteva esau<strong>di</strong>re specialmente gli<br />
amministratori delle patrie memorie. Quella <strong>di</strong>sagevole situazione non fece promuovere<br />
dall'Ente manifestazioni adeguate all'apporto risorgimentale della Capitanata, tuttora<br />
largamente ine<strong>di</strong>to. Si tennero purtuttavia, conferenze, con la <strong>parte</strong>cipazione anche <strong>di</strong><br />
personalità ufficiali della politica, degli stu<strong>di</strong> e della pubblica amministrazione. A Torino, per<br />
L'Unione delle Provincie pugliesi, tenne la celebrazione ufficiale il presidente del Consiglio<br />
<strong>di</strong> Stato pro tempore, on. Petrilli, e parlarono a <strong>Foggia</strong> i professori De Miro D'Ayeta, allora<br />
sindaco della Città, e Antonio Regina, preside del Liceo classico « Vincenzo <strong>La</strong>nza »; a<br />
Lucera lo stesso on. Petrilli e il prof. M. Viterbo, a Manfredonia e a S. Marco in <strong>La</strong>mis il<br />
preside prof. Soccio, a Monte S. Angelo il preside prof. Ciuffreda, a San Giovanni Rotondo<br />
fu allestita una piccola mostra con materiali dell'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>; a Ischitella fu<br />
inaugurato un busto del Giannone e Manfredonia decorò la sede civica <strong>di</strong> una lapide<br />
celebrativa. Nel campo della e<strong>di</strong>toria germinarono a cura <strong>di</strong> chi scrive un gruppo <strong>di</strong> lavori,<br />
che inaspettatamente spinsero la Provincia all'altezza delle più fortunate consorelle.<br />
In « Raccolta <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>ni » a cura del Comune, iniziandosi la seconda serie,<br />
apparve Cronistoria <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> 1848-1870 <strong>di</strong> Carlo Villani, riveduta e annotata in nuova<br />
e<strong>di</strong>zione col titolo Risorgimento Dauno ; due Quaderni <strong>di</strong> "Risorgimento Meri<strong>di</strong>onale„<br />
furono de<strong>di</strong>cati rispettivamente a Gian Tommaso Giordani e il liberalismo dauno nel 1820 e<br />
a Vincenzo <strong>La</strong>nza e la vita universitaria e ospedaliera a Napoli nel primo Ottocento; nel vol.<br />
XII degli Atti dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> per il 1961 fu inserito il nostro scritto <strong>La</strong><br />
Capitanata eretta a provincia dello Stato italiano (apparso anche in estratto con lo stesso<br />
titolo). Ad esso, e particolarmente alle prime due parti, si rimandano quei lettori curiosi <strong>di</strong><br />
trovare una traccia del cammino storico della pubblica amministrazione dauna.<br />
MARIO SIMONE, pubblicista.<br />
18
2 Atti governativi per le provincie napoletane raccolti dall'Avv.To GIUSEPPE<br />
D'ETTORE. Napoli, Stamp. del Fibreno 1861, vol. I, 1860, p. 131.<br />
3 Atti, l. c., p. 125. Ma i poteri « illimitati » dei governatori meri<strong>di</strong>onali (decreto 18<br />
settembre 1860) rientrarono nelle attribuzioni dei vecchi intendenti col decreto 8 ottobre 1860<br />
del pro<strong>di</strong>ttatore Pallavicino (Atti, l. e.).<br />
4 Atti, l. c., p. 156. « I foggiani esultarono nel vedere elevato a tale ufficio un loro<br />
stimato citta<strong>di</strong>no, che per meriti personali e precedenti politici riscuoteva la fiducia <strong>di</strong><br />
Garibal<strong>di</strong>, e rimasero delusi, apprendendo che non aveva accettato » (VILLANI CARLO, op. cit.,<br />
p. 137; v. anche CARLO GENTILE, Giuseppe Ricciar<strong>di</strong>, <strong>Foggia</strong>, Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno 1941,<br />
in « <strong>Biblioteca</strong> del Risorgimento Pugliese » <strong>di</strong>retta da Mario Simone sotto gli auspici<br />
dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano).<br />
5 Atti, l. c., p. 430.<br />
6 Atti, l. c., p. 382.<br />
7 Atti, 1862, vol. I, p. 5 s., ed anche in « Giornale del Governo <strong>di</strong> Capitanata »<br />
(<strong>Foggia</strong>, Tip. Russo) 1861, pp. 25 s.<br />
7 In tabella allegata al decreto 7 gennaio 1861: Distretto <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> - Circondari 11<br />
con 18 comuni: <strong>Foggia</strong>, Orta, Stornarella, Cerignola, Casaltrinità e Saline, S. Fer<strong>di</strong>nando,<br />
Manfredonia, Montesantangelo, Vieste, Lucera, Biccari, Alberona, Roseto, Volturara,<br />
Volturino, Motta, Montecorvino, S. Bartolomeo in Galdo. Distretto <strong>di</strong> Sansevero - Circondari<br />
12 con 25 comuni: Sansevero, S. Marco in <strong>La</strong>mis, Rignano, S. G. Rotondo, S. Nicandro,<br />
Cagnano, Carpino, Vico, Peschici, Ro<strong>di</strong>, Ischitella, Apricena, Lesina, Poggimperiale,<br />
Torremaggiore, S. Paolo, Serracaprio. la, Chieuti e Tremiti, Castelnuovo, Casalvecchio,<br />
Casalnuovo, Pietra, Celenza, Carlantino, S. Marco la Catola. Distretto <strong>di</strong> Bovino - Circondari<br />
9 con 21 comuni: Bovino, Panni, Castelluccio Sauri, Savignano, Deliceto, S. Agata, Ascoli,<br />
Candela, Troia, Celle, Castelluccio Valm., Faeto, Castelfranco, Montefalcone, Ginestra,<br />
Acca<strong>di</strong>a, Monteleone, Anzano, Orsara, Montaguto, Greci.<br />
8 « Circoscrizione della nuova provincia <strong>di</strong> Principato Ultra (Avellino) ».<br />
Questo decreto si richiama a quello del 25 ottobre 1860, che proclama la<br />
Delegazione <strong>di</strong> Benevento incorporata al nuovo Regno (Atti 1861, pp. 250 s. con la<br />
Relazione <strong>di</strong> Liborio Romano, consigliere incaricato dei Dicasteri dell'Interno,<br />
dell'Agricoltura e del Commercio).<br />
9 Ibidem, pp. 253 s. Per effetto <strong>di</strong> tali mutilazioni, con decreto del 1 aprile 1861 <strong>di</strong><br />
quello stesso Principe, su relazione <strong>di</strong> Spaventa (Atti, ib., p. 437), si annullava e sostituiva<br />
con altra « aggiornata », la tabella della circoscrizione dauna unita al decreto che promulgava<br />
tra noi la legge « Sul Municipio » 23 ottobre 1859. Ne riproduciamo gli elementi nella tavola<br />
a pag. 11 con i risultati delle elezioni provinciali. Il censimento del 31 gennaio 1861 in base<br />
alla nuova circoscrizione, darà i seguenti risultati: Circondario <strong>di</strong> Bovino (Km.2 1.077,31,<br />
comuni 21) pop. 46.131; cir. <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> (Km. 2 3.639,84, comuni 18) pop. 140.588;circ. <strong>di</strong> S.<br />
Severo (Km.2 3.318,78, comuni 25) pop. 126.166: totale ab. 312.885).<br />
10 Atti, 1861, II, pp. 425 e 463.<br />
11 A capo della provincia (<strong>di</strong>visa in circondari, mandamenti e comuni), quale<br />
rappresentante del potere secutivo, è il Governatore (con un suo vice e il Consiglio<br />
<strong>di</strong> Governo). Vi è anche il Consiglio provinciale che nelle circoscrizioni con<br />
popolazione non superiore a 200 mila ab., come la Capitanata, consta <strong>di</strong> 40 membri,<br />
nominati dagli elettori dei mandamenti insieme con i consiglieri comunali. Esso<br />
dura in carica cinque anni ed è annualmente rinnovabile per un quinto; le sue<br />
sessioni annuali durano 15 gg., dal primo lunedì <strong>di</strong> settembre, sono aperte e chiuse<br />
dal Governatore, quale regio commissario, con facoltà <strong>di</strong> sospenderle,, e il<br />
Consiglio elegge la deputazione prov.le <strong>di</strong> quattro membri, che dura un anno.<br />
12 Ecco il panorama <strong>di</strong> quella consultazione: <strong>Foggia</strong>, iscr. 3277, vot. 2133, me<strong>di</strong>a per<br />
100 iscr. 65.09; Sansevero, iscr. 3199, vot. 2313, me<strong>di</strong>a 72,30; Bovino, iscr. 1467, vot. 1030,<br />
me<strong>di</strong>a 70,21.<br />
13 Estratto dal « Giornale del Governo della Capitanata » 1861, n. V, p. 148.<br />
14 De<strong>di</strong>cheremmo a ciascuno degli eletti un cenno biografico se non vietassero lo<br />
spazio e le angustie, che tuttora da noi ostacolano la ricerca storica.<br />
15 Per il decreta reale 31 agosto 1861 al Bardesono successe l'avvocato Alessandro<br />
Strada, già <strong>di</strong>rettore presso il Dicastero dell'interno e della polizia (« Gior.<br />
19
nale del Governo <strong>di</strong> Capitanata », 1861, p. 203). Con lui si iniziò la serie dei funzionari, che<br />
all'esor<strong>di</strong>o del Regno d'Italia fecero in Capitanata un « cinematografo prefettizio » (CARLO<br />
VILLANI, op. cit., cap. XVII. Su la imparzialità <strong>di</strong> quest'opera del facoltoso autore foggiano,<br />
si veda l'ampio resoconto critico <strong>di</strong> TOMMASO FIORE: <strong>La</strong> formazione dell'Unità d'Italia<br />
attraverso la Capitanata 184870, in « Montecitorio », Roma, lu.- ag. 1961, pp. 5-16).<br />
16 Quattor<strong>di</strong>ci su quaranta eletti al Consiglio <strong>di</strong>sertarono i lavori: Caruso, Cessa,<br />
D'Addetta, Giuliani, Paolucci, Perna, Torella, Tozzi, Visciola, Zaccagnino. Nel suo<br />
intervento del 1 ottobre il De Ambrosio rilevò l'assenza <strong>di</strong> quasi tutti i suoi colleghi del<br />
circondario <strong>di</strong> San Severo, « intimi<strong>di</strong>ti ragionevolmente dal brigantaggio ». Si vorrebbe dare<br />
ingresso a questa spiegazione, per giustificare coloro che non risposero mai, o <strong>di</strong>ssero una<br />
sola volta «presente » (furono in quattro: Del Sordo, Jusi, <strong>La</strong>bianca, Ripandelli) nel primo<br />
consesso italico della loro provincia. Ma la scusa del brigantaggio, se poteva essere valida - e<br />
fino a un certo punto a <strong>di</strong>scolpa <strong>di</strong> chi era investito <strong>di</strong> un mandato, - per i consiglieri del<br />
Gargano e del Subappennino (non impe<strong>di</strong>ti del resto, <strong>di</strong> chiedere la protezione delle Autorità<br />
o <strong>di</strong> <strong>di</strong>mettersi), non calzava, invece, per quelli <strong>di</strong> Manfredonia, Cerignola, Casaltrinità e San<br />
Severo (<strong>di</strong> cui rimase... contumace l'altro eletto, il Del Sordo), che non erano infestate da<br />
fuori legge.<br />
17 Il titolo marchionale dei De Luca, legato alla terra <strong>di</strong> Roseto Valfortore, rimontava<br />
al 1797, anno del soggiorno dei Reali in <strong>Foggia</strong> per le nozze del principe ere<strong>di</strong>tario Francesco<br />
con Clementina d'Austria. Don Luigi d. L., sindaco <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> nel gennaio 1848, tenne<br />
onorevolmente la carica, poi non sdegnando anche la vice presidenza del comitato foggiano<br />
che, dopo la reazione del 15 maggio <strong>di</strong> quello stesso anno, accarezzò la illusione <strong>di</strong> un<br />
governo provvisorio (CARLO VILLANI, Scrittori ed artisti pugliesi antichi, moderni e<br />
contemporanei. Trani, Vecchi 1904, p. 533; Risorgimento dauno, p. 54).<br />
I8 Queste e altre leggi sul Tavoliere in FRANCESCO DIAS, Corso completo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />
amministrativo del Regno delle Due Sicilie. Napoli, ed. Rossi-Romano, 1854. Cospicua la<br />
letteratura intorno alla Dogana e al Tavoliere, nonostante l'in<strong>di</strong>fferenza che fino a un<br />
decennio fa mostrava per l'argomento la cultura ufficiale. Tra i nuovi contributi, notevole<br />
quello <strong>di</strong> Raffaele Colapietra in « Rassegna <strong>di</strong> Politica e <strong>di</strong> Storia» (Roma): Vicende<br />
storiche ed or<strong>di</strong>namento della Dogana <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> fino a Carlo <strong>di</strong> Borbone (n. 57); Gli<br />
economisti settecenteschi <strong>di</strong>nanzi al problema del Tavoliere (n. 58-59); Riforma e<br />
restaurazíone del Sistema del Tavoliere <strong>di</strong> Puglia (n. 60); <strong>La</strong> grande polemica ottocentesca<br />
intorno al Tavoliere <strong>di</strong> Puglia (n. 74-75). Per esau<strong>di</strong>re le istanze della cultura, appare<br />
quest'anno una « Miscellanea della Dogana e del Tavoliere <strong>di</strong> Puglia », affidata a chi nel<br />
1950, a traverso le Società <strong>di</strong> Storia Patria e Dauna <strong>di</strong> Cultura, ottenne il risveglio degli stu<strong>di</strong><br />
intorno a quel colossale istituto, che il reggente Capace <strong>La</strong>tro definì « nervos nostrae<br />
Neapolis » (MARIO SIMONE, Una singolare istituzione della pastorizia: la Dogana <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong>, in «Giornale del Levante», Bari, 2 maggio 1961, n.ro de<strong>di</strong>cato alla Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>,<br />
e in « <strong>La</strong> Martinella », Milano, vol. XVI).<br />
19 A proposito <strong>di</strong> strade, in sede <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> bilancio (XI, 28 sett.) il Paolella<br />
avanzò e ritirò la proposta che quelle provinciali si <strong>di</strong>chiarassero consortili e che in avvenire,<br />
costruite da consorzi <strong>di</strong> comuni e sussi<strong>di</strong>ate dallo Stato e dalla Provincia, questa imprendesse<br />
a manutenerle soltanto a rete compiuta.<br />
20 <strong>La</strong> questione ha ra<strong>di</strong>ci in un istituto « sui generis » (v. ALFONSO LA CAVA, Il<br />
terraggio lucerino, in « Archivio Storico per le Provincie Napoletane », vol. XXIX 1938,<br />
pp. 29 s.).<br />
21 Vana protesta. Ma quelle mutilazioni, giu<strong>di</strong>cate quanto meno frettolose, non<br />
lasciarono cheta la Provincia fino a quando non furono indennizzate.<br />
22 Sarebbe interessante, oltre che doveroso, soffermarci ad analizzare quel<br />
fondamentale documento contabile, che non risulta nella raccolta degli atti provinciali<br />
antichi. D'altra <strong>parte</strong> il fascicolo a stampa, de<strong>di</strong>cato a quella prima assemblea, non ne<br />
riproduce integralmente i lavori, nè contiene gli allegati, compreso i1 bilancio, cui si<br />
richiama nella <strong>parte</strong> narrativa e in quella <strong>di</strong>spositiva dei processi verbali. (Atti del Consiglio<br />
<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata per l'anno 1861. <strong>Foggia</strong>, Tip, <strong>Provinciale</strong>, 1862).<br />
20
Sanità morale e fisica<br />
dell' antica gente <strong>di</strong> Puglia<br />
Un senso d'orgoglio per la regione che gli dette i natali ci è possibile cogliere<br />
in Orazio, particolarmente nel libro IV delle O<strong>di</strong>, il libro cioè delle celebrazioni,<br />
composto dopo che, con l'incarico conferitogli della composizione del carmen<br />
saeculare, aveva avuto, per così <strong>di</strong>re, il riconoscimento ufficiale della sua grandezza<br />
<strong>di</strong> poeta. <strong>La</strong> grave <strong>di</strong>savventura <strong>di</strong> Filippi, le dure, deludenti amarezze che ne<br />
seguirono sono soltanto un ricordo lontano; l'amicizia <strong>di</strong> Mecenate, il dono della<br />
villa Sabina, il favore e la stima <strong>di</strong> cui gode a corte e presso lo stesso Augusto,<br />
frutto della sua eporosità poetica, lo hanno ricompensato ad usura <strong>di</strong> quelle<br />
<strong>di</strong>savventure e <strong>di</strong> quelle amarezze, e lo hanno riempito, a ragione, d'orgoglio.<br />
D'altra <strong>parte</strong>, il nuovo regime, sorto dal sangue e dalle stragi delle guerre civili,<br />
dopo tanti anni <strong>di</strong> lotte e <strong>di</strong> <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e furenti, assicurava la pace, la prosperità e lo<br />
splendore al vasto impero, e veniva attuando il geniale programma unitario <strong>di</strong><br />
Giulio Cesare. In questo clima, con le sue particolari <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> spirito, Orazio<br />
era, a grado a grado, venuto a riconciliarsi con la vita e a riconoscere il nuovo<br />
regime. Sostanza dei suoi canti non potrà essere più la polemica vivace e pungente<br />
dei suoi primi scritti, nè più il semplice edonismo epicureo, che gli assicuri l'oblio<br />
degli affanni. Senza dubbio, la dottrina epicurea, stu<strong>di</strong>ata e fatta propria alla scuola<br />
<strong>di</strong> Filodemo, <strong>di</strong>venne, come vuole il Marchesi, in Orazio una fede, dopo la<br />
dolorosa e dura esperienza <strong>di</strong> vita vissuta nella sua giovinezza.<br />
Parlare dunque, per il tempo della composizione delle Epistole e del IV libro<br />
delle O<strong>di</strong>, d'una vera e propria conversione, è, per <strong>di</strong>rla col Rostagni, « parola<br />
troppo forte ». Ma, come ammettono sia il Rostagni che il Marchesi, col mutare<br />
degli anni e degli eventi, quella fede, che pure non svanì mai del tutto, si andò<br />
illanguidendo e il Poeta, scostandosi da alcuni princìpi dell'epicureismo, andò<br />
avvicinandosi a correnti <strong>di</strong> altre scuole e vide, particolarmente nello stoicismo, il<br />
più sicuro approdo alla vera via della vita, il campo consueto e quasi obbligatorio<br />
delle esercitazioni spirituali, per ogni uomo desideroso <strong>di</strong> sostegno mo-<br />
2I
ale. Innegabilmente in queste nuove concezioni etiche ch'egli veniva<br />
accettando, in contemporaneo sviluppo con la sua evoluzione politica,<br />
trovano, con maggiore o minore consapevolezza, la loro base d'ispirazione i<br />
carmi celebrativi della virtus romana e dei fasti dell'Impero. Il rifiorire del<br />
ricordo nostalgico della sua terra d'origine, proprio in questa fase <strong>di</strong> poesia<br />
celebrativa, quando cerca <strong>di</strong> dare alla vita un valore etico e politico, io credo<br />
che trovi la sua ragion d'essere nell'ammirazione che egli, qua e là, in tutta la<br />
sua opera, sia pure in cenni rapi<strong>di</strong> e fugaci, ma a note ben chiare, <strong>di</strong>mostra<br />
per la sanità morale e fisica dell'antica gente <strong>di</strong> Puglia.<br />
Il pugliese è sempre per lui agricoltore solerte, e, all'occorrenza,<br />
valoroso soldato. Inpiger è detto l'agricoltore <strong>di</strong> Puglia nell'Ode 16 del Libro<br />
III, e militaris la Daunia in Od. I 22, v. 17. Il 27 a. C., quando l'imperatore<br />
manifestava il proposito <strong>di</strong> muovere guerra ai Britanni e ai Parti, il Poeta,<br />
nella più famosa delle o<strong>di</strong> romane, se ne rallegra, perchè, una buona volta,<br />
sarà lavata la grave onta della sconfitta <strong>di</strong> Carre, e sarà posto termine alla<br />
vergogna d'aver abbandonato, in lunga e ignominiosa prigionia, i più<br />
valorosi legionari romani, costretti a nozze barbare e a militare in barbari<br />
eserciti. Tra quei soldati egli non <strong>di</strong>mentica d'annoverare, con fiero senso <strong>di</strong><br />
sdegno, l'apulo accanto al marso:<br />
E tra l'armi <strong>di</strong> suoceri nemici<br />
sotto re Medo invecchiò il marso e 1'àpulo,<br />
della toga del nome degli ancìlii<br />
<strong>di</strong>mèntico e della dea Vesta,<br />
mentre ancora eran Roma e il Campidoglio?<br />
(Od. III 5, vv. 8-12)<br />
Esempio vivente <strong>di</strong> sanità morale, <strong>di</strong> buon senso, d'equilibrio, <strong>di</strong><br />
spirito <strong>di</strong> sacrificio, d'attaccamento alla famiglia e alla prole resterà sempre,<br />
nell'animo del Poeta, la dolce figura del padre. Questo modesto agricoltore<br />
(macro pauper agello) delle terre <strong>di</strong> Puglia e <strong>di</strong> Lucania, abbandonando la sua<br />
Venosa e i modesti agi d'una posizione faticosamente raggiunta, si trasferì a<br />
Roma e con l'esempio, coi consigli, coll'istruzione, che ebbe cura che gli<br />
s'impartisse, mirò a fare del figlio, <strong>di</strong> cui aveva evidentemente intuito le<br />
capacità, non un ricco o un potente, superiore alla con<strong>di</strong>zione sociale ed<br />
economica della sua umile origine, ma soprattutto, anzi unicamente, un<br />
galantuomo:<br />
Egli mi guidava a scuola, maestro tra tutti incorrotto,<br />
egli in persona. Che più? Serbare pu<strong>di</strong>co ei mi seppe –<br />
ch'è primo pregio d'un uomo dabbene - non solo nei fatti<br />
ma anche nel parlare. Nè fece così per timore<br />
che alcun lo biasimasse, se un giorno io mi fossi ridotto<br />
ad esser, come lui, strillone o esattor <strong>di</strong> gabelle,<br />
e guadagnarne pochini.<br />
(Sat. I 6, vv. 81-.87)<br />
* <strong>La</strong> versione dei passi è <strong>di</strong> Ettore Romagnoli per le Satire e le Epistole, <strong>di</strong> Guido Vitali per le<br />
O<strong>di</strong> e gli Epo<strong>di</strong> (da « I poeti <strong>di</strong> Roma » e<strong>di</strong>to da Zanichelli).<br />
22
E con la figura <strong>di</strong> un tal padre, umile galantuomo che egli non<br />
<strong>di</strong>menticherà mai, nei momenti più solenni della sua operosità poetica,<br />
rivivranno, nei suoi ricor<strong>di</strong>, ugualmente luminose per moderazione, per<br />
frugalità e attaccamento al lavoro, altre figure d'agricoltori pugliesi, che lo<br />
stesso Poeta conobbe nella sua infanzia o che gli erano noti, attraverso i<br />
<strong>di</strong>scorsi e gli esempi parlanti, con cui il padre era venuto educandolo.<br />
Quelle figure ora, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> anni, nella piena virilità, quando a ideale <strong>di</strong><br />
vita più non gli basta l'edonistica atarassia degli epicurei, si cingevano <strong>di</strong><br />
nuova e più viva luce, tornavano a parlargli, come ai bei tempi<br />
degl'insegnamenti paterni, il linguaggio del buon senso, e conferivano<br />
nuove attrattive e più viva simpatia ai ricor<strong>di</strong> della sua terra lontana.<br />
Agricoltore pugliese è certamente Ofello della satira 2a del libro II.<br />
Egli è<br />
dottor senza regole, scarpe<br />
grosse e cervello fine.<br />
(vv. 3-4)<br />
Dunque « vir sapiens atque insita virtute », <strong>di</strong>ce l'Orelli; pieno « <strong>di</strong> un<br />
ingenuo buon senso, anche se sminuzza i suoi concetti in particolari più<br />
triti, e cerca <strong>di</strong> farsi intendere per approssimazione con gli esempi più<br />
spiccioli », secondo il Ronconi.<br />
Orazio l'aveva conosciuto, come afferma egli stesso, nella sua<br />
infanzia lontana (vv. 112-13). Dovette essere vicino del padre a Venosa,<br />
possessore anche lui, come questi, <strong>di</strong> un campicello. Forse col Poeta militò<br />
nell'esercito <strong>di</strong> Bruto; certo fu privato del suo podere, quando una <strong>parte</strong><br />
dell'agro venosino fu confiscata e assegnata ai veterani dei triumviri, dopo<br />
Filippi. Orazio lo vide, un tempo, a Venosa, fare uso dei suoi beni con<br />
moderazione e parsimonia; dopo la confisca, lo vede, con animo uguale,<br />
sopportare l'avversa sorte, in ferma e tranquilla rassegnazione. Per tanta<br />
moderazione nella prosperità e tanta fermezza nella sventura, lo fa dunque,<br />
nella satira, ban<strong>di</strong>tore dei precetti e delle lo<strong>di</strong> della frugalità. Fu questa virtù<br />
che seppe, nella prospera fortuna, fargli godere la gioia semplice e serena<br />
dei pasti sobri e d'una vita agiata, lontana da inutili sperperi e da eccessi<br />
dannosi; è questa stessa virtù che ora, nell'avversa, sa renderlo forte e<br />
rassegnato contro le dure conseguenze della confisca. A lui e ai suoi figli,<br />
abituati alle modeste esigenze d'una vita frugale, potrà mai mancare, nel<br />
lavoro, il parco sostentamento giornaliero, <strong>di</strong> cui hanno bisogno? Gli hanno<br />
tolto il podere, e ora lavora a mercede quel campo <strong>di</strong> cui fu proprietario. -<br />
Ebbene - egli osserva - della terra la natura nessuno fece padrone;<br />
Umbreno scacciò lui, in seguito alle confische; la <strong>di</strong>ssolutezza, qualche<br />
cavillo legale o, senza meno, un erede <strong>di</strong> più lunga vita scaccerà Umbreno -.<br />
E in tono quasi <strong>di</strong> sfida o risolutamente eroico, come vuole il Turolla,<br />
conclude:<br />
Incrudelisca fortuna, ci opprima <strong>di</strong> nuovi scompigli,<br />
(v. 126)<br />
23
mentre ai figli raccomanda severo e solenne<br />
... Per questo, figliuoli, coraggio<br />
ed opponete il cuore gagliardo alle avverse vicende.<br />
(vv. 135-36)<br />
Un altro agricoltore <strong>di</strong> Puglia è il canosino Servio Oppi<strong>di</strong>o, del tutto<br />
sconosciuto per altra via. Di lui (Sat. II, 3) parla il filosofo stoico Stertinio;<br />
ma è evidente, come osserva con l'usata finezza il Marchesi, che si tratta <strong>di</strong><br />
un ricordo paesano <strong>di</strong> Orazio, che s'insinua nel <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Stertinio. Egli<br />
ricco, a stare alla misura del buon tempo antico (<strong>di</strong>ves antiquo censu), quando<br />
cioè, con poco si era ricchi, era dotato d'un così grande buon senso, che il<br />
poeta fa <strong>di</strong> lui il soggetto <strong>di</strong> un quadro simbolico e assai significativo.<br />
Consapevole che l'uno dei figli era proclive alla pro<strong>di</strong>galità, l'altro<br />
all'avarizia ed entrambi, per <strong>di</strong>versa via, <strong>di</strong>sposti a cedere alle folli e<br />
pericolose lusinghe dell'ambizione, in punto <strong>di</strong> morte li chiama intorno a sè,<br />
e li ammonisce severamente proprio con quei precetti stessi, che sono stati<br />
norma costante <strong>di</strong> tutta la vita del nostro Poeta: equilibrio e misura in tutte<br />
le cose e in<strong>di</strong>fferenza assoluta per le cariche e gli onori pubblici:<br />
... Da quando,<br />
Aulo, vi<strong>di</strong> che tu le noci portavi nel grembo<br />
tutto sbadato, te le giocavi, le davi in regalo,<br />
e tu, Tiberio, te le contavi, e scendevi in cantina<br />
a rimpiattarle tutto guar<strong>di</strong>ngo, temei che doveste<br />
per un opposto cammino sviarvi, e seguir tu l'esempio<br />
<strong>di</strong> Nomentano e tu <strong>di</strong> Cicuta. E perciò, vi scongiuro<br />
entrambi per i sacri Penati, tu guardati bene<br />
dallo stremare, e tu dall'arrotondar la sostanza<br />
che vostro padre presume che possa bastarvi, e le stesse<br />
necessità naturali richiedono. Perchè poi non debba<br />
solleticarvi l'ambizione, vi lego con questo<br />
mio giuramento: quello <strong>di</strong> voi che <strong>di</strong>venga pretore<br />
oppure e<strong>di</strong>le, sia maledetto, sia <strong>di</strong>seredato.<br />
(vv. 171-82)<br />
Di questa sanità morale della sua gente si vanta scherzosamente<br />
d'essere <strong>parte</strong>cipe egli stesso, in una breve battuta <strong>di</strong>alogica (Epist. I, 16).<br />
Ivi sostiene, tra l'altro, che al virtuoso, per esser tale, non basta non<br />
incorrere nelle punizioni sancite dalle leggi o dalla comune morale.<br />
Altrimenti si corre il rischio <strong>di</strong> fare come il suo schiavo che, <strong>di</strong> fronte al<br />
padrone, si vanta d'esser un galantuomo, sol perchè non ha commesso<br />
delitti tali, che lo facciano incappare in pene corporali. Ma egli, da buon<br />
sabellus, nega e respinge la pretesa del servo:<br />
... - Mi si presenta uno schiavo e mi <strong>di</strong>ce:<br />
« Non ho rubato, io no, non ho <strong>di</strong>sertato (il tuo premio<br />
l’hai già - <strong>di</strong>co io -: la sferza non t'ha scorticata la schiena);<br />
non ho le mani lorde <strong>di</strong> sangue (e per questo non stai<br />
24
in croce, a pascer corvi): son dunque un fior <strong>di</strong> galantuomo ».<br />
« No, cento volte no », gli risponde il Sabello.<br />
(vv. 46-49)<br />
Con la denominazione Sabelli Orazio, come ho cercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare<br />
altrove, in<strong>di</strong>ca sempre gli abitanti della sua terra. Qui con l'aggettivo Sabellus,<br />
riferito alla sua persona, contrappone, alla morale facile e accomodante del<br />
suo servo, i sani e rigi<strong>di</strong> principi etici della gente apula e lucana.<br />
Se per Sabellus è da intendere 1'apulo-lucano, una nuova ed<br />
entusiastica esaltazione del vigore fisico insieme con la sanità morale della<br />
medesima gente, potremo scorgere nel nostro Poeta, quando, all'imbelle e<br />
fiacca gioventù contemporanea, contrappone quella che sconfisse Pirro,<br />
Antioco e Annibale, educata nei campi alla semplice e dura vita delle<br />
popolazioni sabelliche:<br />
Non <strong>di</strong> tal seme sorse la progenie<br />
che il mare imporporò <strong>di</strong> sangue punico,<br />
che Pirro sconfisse e il potente<br />
Antioco ed Annibale feroce;<br />
fu <strong>di</strong> rurali eroi maschia progenie,<br />
esercitata a franger con sabellici<br />
aratri le glebe e a portare<br />
al cenno della madre alberi tronchi,<br />
allor che il sole sui montani vertici<br />
mutava l'ombre, e i gioghi facea togliere<br />
dai buoi faticosi, e le dolci<br />
ore adduceva con l'occiduo carro » …<br />
(Od. III 6, vv. 33-44)<br />
L'elogio forse più caldo ed entusiastico dei costumi semplici ma sani<br />
della sua terra, è quello che incidentalmente il Poeta, in ancor giovine età,<br />
mette sulle labbra dell'usuraio Alfio nell'epodo secondo. L'usuraio pensa <strong>di</strong><br />
cambiare tenor <strong>di</strong> vita, ed è tutto preso d'entusiasmo per i costumi semplici<br />
e sereni della campagna, nei confronti degli affanni, delle cure e delle beghe<br />
citta<strong>di</strong>ne. Il finale, per così <strong>di</strong>re, epigrammatico fa pensare, in qualche<br />
modo, a una vera e propria caricatura dei ruris amatores. S'è parlato <strong>di</strong><br />
paro<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> aprosdóketon (cioè <strong>di</strong> uscita inattesa), <strong>di</strong> gaminerie <strong>di</strong> fronte alla<br />
posizione <strong>di</strong> Alfio, che del suo entusiasmo georgico non dev'essere proprio<br />
convinto, se, dopo aver ritirato, alle i<strong>di</strong>, il suo danaro, per comperare<br />
poderi, alle successive calende, si stu<strong>di</strong>a come collocarlo meglio a usura!<br />
Tuttavia non può negarsi che la descrizione sia fatta con colori vivaci e in<br />
tono nostalgico, che ci richiamano alla memoria passi noti e famosi delle<br />
Georgiche virgiliane. Al quadro dà spicco essenziale e concreto l'immagine<br />
della famiglia sana e rigogliosa, a significare la quale il Poeta si richiama<br />
bensì, senza alcun dubbio, alla donna sabina, ma le mette accanto, con più<br />
ricche note veristiche e significative a un tempo, abbronzata com'è dal sole<br />
<strong>di</strong> Puglia, la moglie dell'Apulo, dalle buone gambe:<br />
25
Se poi, anch'ella, una pia sposa vigili<br />
la casa e i dolci figli,<br />
come moglie sabina o moglie d'alacre<br />
apulo al sol riarsa,<br />
e al sacro fuoco secca legna accumuli<br />
per l'uom che stanco torna,<br />
e nei recinti al chiuso gregge pingue<br />
munga le gonfie poppe,<br />
e vin nuovo spillando al dolce doglio<br />
non compre dapi appresti<br />
non del Lucrino io bramerei più l'ostriche,<br />
non rombi, e non gli scari ...<br />
(vv. 39-50)<br />
<strong>La</strong> descrizione sembra quasi un'altra scena <strong>di</strong> quel quadro che, poco<br />
fa, abbiamo visto tracciato da Orazio (Od. III, 6, 33-44) e ha tratti così<br />
realisticamente vivaci nelle determinazioni vetustis lignis, lassi viri, laetum<br />
pecus, horna vina, che lascia in noi, senz'altro, l'impressione che il Poeta, per<br />
via, si sia del tutto <strong>di</strong>menticato dei suoi intenti satirici o paro<strong>di</strong>ci, cui<br />
abbiamo or ora accennato, per abbandonarsi, in pieno go<strong>di</strong>mento, alla<br />
contemplazione della vita operosa e tranquilla <strong>di</strong> una sana e semplice<br />
famiglia <strong>di</strong> modesti agricoltori. Il Carducci, con tutta probabilità, se ne<br />
ricordò nel tracciare le scene iniziali della sua ode Alle fonti del Clitumno; il<br />
Campbell vi scorge una idyllic vein, che invano gli ultimi quattro versi<br />
vorrebbero trasformare in satira; e il Sedgwick, il quale pur parla <strong>di</strong><br />
gaminerie, aggiunge tuttavia che quel pizzico evidente <strong>di</strong> monelleria non<br />
<strong>di</strong>sturba nè riesce, comunque, a <strong>di</strong>struggere l'impressione che quei versi<br />
rappresentino i sentimenti del Poeta.<br />
Mancano in<strong>di</strong>zi sicuri, che permettano <strong>di</strong> dare, con precisione, una<br />
data al componimento. Lo Zielinski affaccia l'ipotesi che il Poeta, con<br />
l'elogio della vita dei campi, in<strong>di</strong>rettamente reclamasse, per così <strong>di</strong>re, un<br />
pezzo <strong>di</strong> terra, che lo compensasse, subito dopo Filippi, del podere<br />
confiscatogli. Ma, non senza ragione, esso, per finezza e garbo, è stato<br />
ritenuto uno degli epo<strong>di</strong> più riusciti, anzi, per <strong>di</strong>rla con l'Arnal<strong>di</strong>, il più fresco<br />
e vivace, perchè si possa annoverarlo tra i primi dettati dal Poeta. Inoltre vi<br />
spira un tal senso <strong>di</strong> serenità e la stessa ironia è così garbatamente<br />
scherzosa, che ci è <strong>di</strong>fficile collocarlo tra le composizioni polemiche e<br />
satiriche dei primi momenti, dopo il burrascoso ritorno a Roma, e ci fa<br />
piuttosto pensare a qualche anno dopo la sua presentazione a Mecenate.<br />
Anzi il Villeneuve ritiene che, nei primi sessantasei versi dell'epodo, il Poeta<br />
vada esprimendo la première joie du propriétaire, appena Mecenate gli ebbe<br />
fatto dono della villa sabina.<br />
Comunque, tra il fasto della Roma imperiale, anche se non ancora<br />
<strong>di</strong>rettamente a contatto con gli splendori <strong>di</strong> una corte, che cercava <strong>di</strong> far<br />
<strong>di</strong>menticare, con la liberalità, col fasto e col lusso, i recenti orrori delle<br />
guerre civili e far tacere il rimpianto della perduta libertà, il Poeta, ancora in<br />
età giovanile, innalza certamente un inno alla vita semplice, alle sane gioie<br />
della famiglia, alla giocon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> una mensa,<br />
26
allietata dai prodotti delle proprie fatiche e dall'affetto dei congiunti, e<br />
siffatti gau<strong>di</strong>i, un tale tenore <strong>di</strong> vita egli vede attuati, in modo particolare,<br />
presso la sua lontana gente <strong>di</strong> Puglia (186).<br />
Bisognerà dunque, senza esitazioni, in maniera del tutto contraria a<br />
quanto volle affermare e lamentare qualche scrittore del posto, concludere<br />
che Orazio, come pochi altri poeti, volse frequentemente, in tutta la sua<br />
vita, uno sguardo memore, pieno d'affetto e, <strong>di</strong>rei, <strong>di</strong> devozione, alla sua<br />
terra d'origine, che aveva lasciato, definitivamente, in ancor tenera età. Il<br />
suo animo tornava spesso, per <strong>di</strong>rla col Rostagni, alla piccola città natia, al<br />
torrente Aufidus, a questo o a quell'aspetto della Daunia boscosa. Vi<br />
tornava ora per trarvi soltanto spunti e immagini nella creazione dei suoi<br />
fantasmi poetici, ora anche per fare dell'ironia sulle costumanze e sui<br />
caratteri primitivi <strong>di</strong> quella sua lontana regione, ora, più spesso, per<br />
cercarvi, nostalgicamente, un rifugio riposante al suo animo stanco del<br />
tumulto affaticante della capitale, ora, ancor meglio, per attingervi esempi<br />
efficaci e inobliabili d'una concezione <strong>di</strong> vita sana, anche se ancora<br />
alquanto semplice e rude, per ritemprare e arricchire in essi, nella maniera<br />
concreta che gli derivava dagl'insegnamenti paterni, le fonti d'energia<br />
morale o, più semplicemente, le comuni norme del vivere bene e<br />
onestamente.<br />
E come spesso accade ai veri geni dell'Arte e della Poesia, Orazio,<br />
con fine intuito, riuscì a cogliere nelle genti <strong>di</strong> Puglia le doti più vive e più<br />
profondamente ra<strong>di</strong>cate, quelle doti che rimasero perenni attraverso i<br />
secoli, quali note precipue e salienti della stirpe.<br />
Nelle nostre popolazioni, prevalentemente agricole, con<br />
ammirevole tenacia profondamente attaccate a quella terra, che coltivano<br />
e da cui traggono la loro ragione <strong>di</strong> vita, e, per ciò stesso, sempre,<br />
alquanto semplici e primitive, Orazio rilevò, persino con toni<br />
scherzosamente ironici e, talvolta, con ingenuo senso <strong>di</strong> rivalità<br />
campanilistiche, note <strong>di</strong> rozzezza e <strong>di</strong> superstiziosa credulità; ma, accanto<br />
ad esse, colse e celebrò, pieno d'ammirazione e d'orgoglio, le doti<br />
d'instancabile operosità, <strong>di</strong> fattiva solerzia, <strong>di</strong> moderazione, <strong>di</strong> sobrietà,<br />
d'equilibrio, <strong>di</strong> sanità fisica e morale, <strong>di</strong> religioso attaccamento alla<br />
famiglia, quelle doti cioè che costituiscono e costituiranno la ricchezza<br />
spirituale e materiale della gente <strong>di</strong> Puglia.<br />
RAFFAELE PERNA<br />
Prof. RAFFAELE PERNA, già or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Lettere classiche nel Liceo « Q. Orazio<br />
Flacco » <strong>di</strong> Bari e ora in pensione.<br />
27
<strong>Foggia</strong> romanica<br />
Dalla II e<strong>di</strong>zione, in corso <strong>di</strong> stampa, del-<br />
l'opera «CATTEDRALI DI PUGLIA» <strong>di</strong> Alfredo<br />
Petrucci (« E<strong>di</strong>zioni d'Arte Bestetti », Roma)<br />
Anche <strong>Foggia</strong> prese le mosse, per l'erezione della sua Chiesa Madre,<br />
intitolata a S. M. Assunta ed elevata a Cattedrale solo nel 1854 (quando la città<br />
poté avere finalmente la Diocesi a cui aspirava da gran tempo) da Siponto e da<br />
Monte S. Angelo; ma aveva lì presso, a Troia, un modello più evoluto e fastoso,<br />
portato a termine da poco, per non essere toccata, essa, città allora in via <strong>di</strong><br />
sviluppo e già ricca, dal sentimento dell'emulazione. Ed in ciò forse mise il suo<br />
zampino anche Guglielmo, detto il Buono, figlio <strong>di</strong> Ruggero Borsa, cui non<br />
<strong>di</strong>spiaceva che l'antinormanna Troia ricevesse una mortificazione. Fu così che<br />
<strong>Foggia</strong> incominciò ad innalzare le mura della sua Chiesa Madre, sotto la<br />
protezione dei Normanni, intorno al 1170, con un <strong>di</strong>segno gran<strong>di</strong>oso che<br />
sarebbe stato portato a compimento solo più tar<strong>di</strong>, allorché, tramontata la<br />
<strong>di</strong>nastia normanna (per colpa, si opina, dello stesso Guglielmo II normanno<br />
che aveva promosso il matrimonio <strong>di</strong> sua zia Costanza <strong>di</strong> Sicilia con Enrico <strong>di</strong><br />
Svevia, futuro imperatore), Federico II ne avrebbe fatto la sua sede preferita.<br />
Di quella fabbrica insigne, eretta su <strong>di</strong> una precedente chiesa sotterranea, che<br />
subì a sua volta le vicende delle <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>nastie susseguitesi, sono giunte a noi<br />
solo alcune parti, dalle quali è facile argomentare quale doveva essere il suo<br />
originale aspetto, quale la sua complessità e gran<strong>di</strong>osità. Un terremoto la<br />
conquassò nel 1731 e tutto ciò che era andato perduto fu rifatto in forme<br />
barocche.<br />
Il motivo architettonico fondamentale <strong>di</strong> questa chiesa è quello delle<br />
arcatelle cieche <strong>di</strong> tipo sipontino, quali si vedono ancora pressoché intatte nel<br />
suo fianco destro, mentre quelle del fianco sinistro, anch'esse cieche, volgono<br />
già sensibilmente al gotico. Nella facciata se ne vedono sei, <strong>di</strong> cui quattro nel<br />
piano inferiore a due nel piano superiore. Nel piano inferiore, le<br />
28
estreme racchiudono due finestrelle circolari incassate a mo' <strong>di</strong> piccole rose, e<br />
le interne due bifore. Al centro l'antico portale è stato sostituito da un altro<br />
barocco, cui si accede per una scalinata più alta <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Troia. Anche le due<br />
arcatelle del piano superiore racchiudono due finestrelle circolari uguali a quelle<br />
sottostanti e due monofore; ma della grande arcata centrale, concepita come<br />
quella <strong>di</strong> Troia, non sono rimaste che le sole colonne binate <strong>di</strong> sostegno, e della<br />
rosa originaria, sostituita da un me<strong>di</strong>ocrissimo finestrone barocco, non è<br />
rimasta alcuna traccia. In alto l'ultima deturpazione: un timpano barocco, come<br />
barocco, ma meno sgradevole, è il campanile che taglia, nascendo, l'ottava<br />
arcata della fiancata destra dell'e<strong>di</strong>ficio. Ma la <strong>parte</strong> più bella e pura <strong>di</strong> questa<br />
Cattedrale è rappresentata dal cornicione del piano inferiore, straricco <strong>di</strong><br />
sculture a grappoli, richiamanti per la loro <strong>di</strong>sposizione, la « Tomba <strong>di</strong> Rotari »<br />
e S. Leonardo <strong>di</strong> Siponto, ma più raffinati ed infusi <strong>di</strong> spirito classico: lo spirito<br />
<strong>di</strong> una città <strong>di</strong> alta cultura quale già era <strong>Foggia</strong>, dove i notai usavano re<strong>di</strong>gere,<br />
con più frequenza ed insistenza che altrove, le invocazioni e le sottoscrizioni<br />
dei loro atti in versi leonini e trinini, unisoni e collaterali, non senza l'aggiunta<br />
<strong>di</strong> una qualche arguta coda, prima che il giovinetto Enzo imparasse lì stesso a<br />
modulare in canto il suo volgare italiano, per poi concluderlo <strong>di</strong> lontano con la<br />
nostalgica « canzonetta » alla « Puglia piana ».<br />
Questo cornicione, scompartito in larghezza da alti e stretti mensoloni<br />
con figure vere ed immaginarie nel fronte, reca nei vani altre figure, qualcuna<br />
delle quali pendente capopie', come a Monte S. Angelo, viluppi ornamentali,<br />
capitelli pensili lavorati al trapano, tutti staccanti su sottofon<strong>di</strong> ornati con<br />
delicatezza già quasi rinascimentale a bassissimo rilievo. Si pensa, osservando<br />
queste sculture, una delle quali parve ad Adolfo Venturi « ricavata da un vaso<br />
greco o greco-apulo », ed il fogliame dei capitelli in cima alle lesene, che tanta<br />
rispondenza trovano, per stile e per tecnica, nell'arco a doppio or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> foglie<br />
sostenuto da due aquile ad ali spiegate del palazzo <strong>di</strong> Federico II in questa città,<br />
alla <strong>parte</strong> che poterono avere, nel compimento della Cattedrale, Bartolomeo, «<br />
protomagister » dell'Imperatore, ed i suoi figli ed allievi. Di quel palazzo non si<br />
salvò che questo solo arco, che i posteri adattarono, per conservarlo, sulla<br />
facciata <strong>di</strong> una comune casa nei pressi <strong>di</strong> Porta Arpana, insieme con alcuni<br />
frammenti <strong>di</strong> cornicione.<br />
* * *<br />
Federico II, puer Apuliae, fu, com'è noto, particolarmente attaccato a<br />
<strong>Foggia</strong>, che elesse a sua « inclita sede ». Il suo attaccamento, anzi, era tale che<br />
egli non si rassegnava all'idea <strong>di</strong> vederlo misconosciuto, e quando, dopo la sua<br />
rottura con la Chiesa, <strong>Foggia</strong> gli chiuse per un momento le porte, un vero gri-<br />
29
do <strong>di</strong> dolore gli uscì dall'anima: Fogia, cur me fugis, cum te fecit mea manus? Di<br />
questo amore <strong>di</strong> Federico per <strong>Foggia</strong> e della cura con cui egli vi costruì il suo<br />
più bel palazzo, è rimasta testimonianza nelle seguenti tre iscrizioni tuttora<br />
visibili sotto l'arco:<br />
SIC CESAR FIERI IUSSIT OPUS ISTUD<br />
PROTO(MAGISTER) BARTHOLOMEUS SIC CONSTRUXIT ILLUD.<br />
ANNO AB INCARNATIONE MCCXXIII MENSE<br />
JUNII, XI INDICTIONE, REGNANTE DOMINO NOSTRO<br />
FREDERICO IMPERATORE ROMANORUM SEMPER AUGUSTO<br />
ANNO III ET REGE SICILIAE ANNO XXVI,<br />
HOC OPUS FELICITER INCEPTUM EST,<br />
PREFATO DOMINO PRECIPIENTE.<br />
HOC FIERI IUSSIT FREDERICUS CESAR UT URBIS SIT<br />
FOGIA REGALIS SEDES INCLITA IMPERIALIS.<br />
Altro « protomagister » <strong>di</strong> Federico fu Anseramo da Trani, il quale operò<br />
pure a <strong>Foggia</strong>, alle cui porte costruì un altro palazzo federiciano: quello <strong>di</strong> Orta,<br />
lasciandovi scritto il suo nome. E' probabile quin<strong>di</strong> (e ciò sia detto per quanti,<br />
senza guardarsi intorno, vanno sempre in cerca <strong>di</strong> nomi lontani) che tanto<br />
Bartolomeo quanto Anseramo abbiano lavorato a Castel del Monte, come vi<br />
lavorarono certamente da giovani Giordano e Marando da Monte S. Angelo,<br />
portandone con loro un così cocente ricordo da riprodurne un particolare (una,<br />
cioè, delle otto torri ottagonali) nel campanile del Santuario della loro città.<br />
D'altra <strong>parte</strong> fu a <strong>Foggia</strong> che Federico impiantò l'arsenale principale per la<br />
costruzione della domus solatiorum <strong>di</strong> Castel del Monte. L'unico documento che<br />
ci sia rimasto relativo a quell'opera è una sua lettera da Gubbio, in data 28<br />
gennaio 1240, al Giustiziere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, Riccardo da Montefuscolo, con la quale<br />
gli or<strong>di</strong>nava <strong>di</strong> apprestare senza indugio (sine mora) il materiale necessario per il<br />
compimento della copertura dell'e<strong>di</strong>ficio, materiale <strong>di</strong> cui il Giustiziere si<br />
provvedeva evidentemente dalle cave del Gargàno. Federico infatti era stato il<br />
primo ad intuire l'importanza dei marmi decorativi del Gargàno (alabastri,<br />
sieniti, bar<strong>di</strong>gli, brecciati policromi), che aveva appreso a stimare nei suoi<br />
soggiorni ad Apricena ed a Castelpagano, e <strong>di</strong> marmi rosei della chiusa <strong>di</strong> San<br />
Matteo aveva fatto rivestire le mostre degli arma<strong>di</strong> a muro del Castello del<br />
Monte, <strong>di</strong> breccia corallina <strong>di</strong> Castelpirgiano si era servito per quel gran<strong>di</strong>oso<br />
portale, per le decorazioni delle finestre, per le colonne e le lastre <strong>di</strong> cui, a<br />
giu<strong>di</strong>care da quelle superstiti, dovevano ammantarsi le pareti <strong>di</strong> tutte le sale del<br />
pianterreno.<br />
Quanto ad Anseramo ed al suo soggiorno foggiano, noteremo come la<br />
dentellatura a sega dell'arco cieco ogivale scoperto in seguito ad un<br />
bombardamento durante la Guerra mon<strong>di</strong>ale in una fiancata della Cattedrale sia<br />
del tutto uguale a quella che si vede nel solo frammento superstite del Palazzo<br />
30
imperiale da lui costruito ad Orta. L'unica <strong>di</strong>fferenza sta nel sesto, che ad Orta<br />
è tondo e qui è acuto, ma della familiarità che Anseramo aveva con il sesto<br />
acuto è testimonianza il suo capolavoro: il portale dell'Oratorio del Rosario in<br />
Terlizzi, proveniente dalla <strong>di</strong>strutta Chiesa Madre <strong>di</strong> quella città.<br />
Di brecciati delle cave garganiche si servì anche l'architetto incaricato <strong>di</strong><br />
trasformare nella prima metà del Duecento la primitiva chiesa inferiore, per la<br />
fattura delle robuste colonne che ne reggono oggi la volta, sormontate da<br />
quattro superbi capitelli, finemente intagliati, che vengono attribuiti a Nicola <strong>di</strong><br />
Bartolomeo da <strong>Foggia</strong>.<br />
Qui in antico, dopo essere stata per alcun tempo nella chiesetta<br />
campestre <strong>di</strong> S. Tommaso, era venerata la Madonna detta dell'Icona Vetere o «<br />
Madonna dei sette Veli », cioè una tavoletta bizantina, che al tempo<br />
degl'Iconoclasti era stata sepolta perchè scampasse alla <strong>di</strong>struzione e che poi,<br />
nel 1073, alcuni pastori avrebbero ritrovata, secondo la tra<strong>di</strong>zione, avvolta in<br />
sette veli, nella fovea paludosa su cui i profughi della romana Arpi avrebbero in<br />
seguito fondata la città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. Di questa Madonna, trasferita poi nella chiesa<br />
superiore, eseguì un'accuratissima incisione nel sec. XIX il foggiano Saverio<br />
Pollice. E qui, morto Federico II nel non lontano palazzo <strong>di</strong> Fiorentino,<br />
sarebbe stato deposto in un'urna il suo cuore, prima che la salma proseguisse<br />
per Palermo. Ma più tar<strong>di</strong> quell'urna andò <strong>di</strong>strutta, così come andò <strong>di</strong>strutta<br />
l'altra in cui era conservato un viscere <strong>di</strong> Carlo I d'Angiò, morto a <strong>Foggia</strong> il 7<br />
gennaio 1295. Sic transit gloria mun<strong>di</strong>.<br />
ALFREDO PETRUCCI<br />
Prof. ALFREDO PETRUCCI, <strong>di</strong>rettore onorario del Gabinetto delle stampe<br />
del Ministero della Pubblica Istruzione, Roma.<br />
31
<strong>La</strong> popolazione dei Comuni Dauni<br />
II 2 febbraio la « Gazzetta ufficiale » ha pubblicato nel<br />
supplemento la popolazione legale dei comuni al 1961.<br />
II 1954 sulla « Rivista Tecnica del Mezzogiorno » <strong>di</strong> Bari pubblicai<br />
alcuni appunti sullo stesso argomento pel 1871-1951.<br />
<strong>La</strong> provincia al 1871, formazione dello Stato, aveva 334 mila<br />
abitanti: nei 30 anni, che seguono fino alla fine del secolo, periodo che<br />
chiameremo liberale, la popolazione cresce <strong>di</strong> 91 mila unità, cioè 30 mila<br />
a decennio: nel decennio successivo (1901-11) <strong>di</strong> 42 mila (periodo<br />
dominato dal socialismo); poi (1911-1921) <strong>di</strong> soli 3 mila. Segue il 1921-<br />
31, assettamento post-bellico, che aumenta <strong>di</strong> 36: dopo, nel 1931-51, <strong>di</strong><br />
145, che, nei due perio<strong>di</strong>, dà 77. Infine l'ultimo decennio, 1951-1961,<br />
solo 4.<br />
Così: 30 - 30 - 30 - 42 - 3 - 36 - 77 - 77 - 4: non parlano queste<br />
cifre?<br />
32<br />
1961<br />
1871<br />
1851<br />
COMUNI 1961 1951-61 1871-1951<br />
1 ) 1-1 <strong>Foggia</strong> 118.608 +21.322 +60.717<br />
2) 2-2 Cerignola 49.287 - 704 +26.323<br />
3) 4-3 S. Severo 48.443 + 301 +32.331<br />
4) 4-8 Manfredonia 38.723 + 6.376 +23.471<br />
5) 6-6 Lucera 28.409 - 2.365 +13.030<br />
6) 5-3 Monte S. A. 21.601 - 6.498 +10.267<br />
7) 10-10 S. Giovanni R. 20.226 - 3.290 + 9.499<br />
8) 7-5 S. M. <strong>La</strong>mis 19.014 - 2.775 + 7.265<br />
9) 11-8 Torremaggiore 17.318 - 1.065 +11.975
FOGGIA - <strong>La</strong> Cattedrale prima del recente restauro<br />
(da PETRUCCI, Cattedrali <strong>di</strong> Puglia)
Questa tabella ci <strong>di</strong>ce parecchie cose.<br />
<strong>La</strong> prima colonna <strong>di</strong> numeri è la Capitanata <strong>di</strong> oggi; v'è un centro che<br />
assorbe 1/5-6 della popolazione totale; seguono due centri, quasi uguali, ma<br />
molto minori del primo, meno <strong>di</strong> una metà: un altro è ancora minore; poi<br />
vengono 3 <strong>di</strong> 20-30 mila, 10 <strong>di</strong> 10-20 mila (<strong>di</strong> + <strong>di</strong> 10 mila ben 17, cioè quasi<br />
un quarto dei totale dei comuni della provincia) ; 2 <strong>di</strong> nove, 2 <strong>di</strong> otto, 1 <strong>di</strong> sette,<br />
5 <strong>di</strong> sei, 4 <strong>di</strong> cinque, 8 <strong>di</strong> quattro, 9 <strong>di</strong> tre, 11 <strong>di</strong> due, 1 <strong>di</strong> 1 e 2 <strong>di</strong> meno. <strong>La</strong><br />
me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 10 è superata da 17, non raggiunta da 45, cioè il maggior numero è <strong>di</strong><br />
comuni piccoli.<br />
Le altre due colonne <strong>di</strong> numeri in<strong>di</strong>cano il movimento della popolazione<br />
nell'ultimo decennio e negli 80 anni precedenti dalla costituzione dello Stato,<br />
cioè 1871 -1951.<br />
Nell'ultimo decennio ( 1951 - 1961 ) il movimento è stato attivo<br />
(aumento <strong>di</strong> popolazione) solo per 12 comuni, dei quali il maggiore molto,<br />
quasi un sesto, S. Severo pochissimo, Manfredonia parecchio, piccoli e sparsi<br />
gli altri aumenti. Invece le <strong>di</strong>minuzioni sono moltissime e forti: anche nei centri<br />
maggiori (Monte S. Angelo, Lucera, S. Giovanni, S. M. <strong>La</strong>mis), ma anche nei<br />
minori (Troia e Bovino) e piccoli Stornarella (più <strong>di</strong> una metà), Castelnuovo e<br />
tutti i minimi.<br />
L'ultima colonna è il movimento negli 80 anni della costituzione.<br />
34
Qui è l'opposto: solo 9 comuni <strong>di</strong>minuiscono e sembrano eccezioni: S. Marco in<br />
<strong>La</strong>mis solo fra i gran<strong>di</strong>, e poi fra i piccoli e minimi e per poco. Invece gli aumenti<br />
sono per quasi tutti i comuni, gran<strong>di</strong> e piccoli: al capoluogo per una metà, così e<br />
più i due seguenti, altri ancora più, anzi quasi tutti i gran<strong>di</strong>, S. Paolo ancora più e<br />
così Lesina. In tutti i 90 anni (71-61 ) chi ha avuto 2 aumenti, chi 2 <strong>di</strong>minuzioni, chi<br />
1 e 1 : es.: <strong>Foggia</strong>, S. Marco.<br />
<strong>La</strong> graduatoria dei comuni al 61, al 51 e al 71 è in<strong>di</strong>cata nelle cifre che<br />
precedono il nome del comune: non cambia molto in generale; ma Manfredonia è<br />
salita, moltiplicandosi per quattro, S. Marco in <strong>La</strong>mis e Vico <strong>di</strong>scesi, come esempi.<br />
<strong>La</strong> lettura orizzontale della tabella ci dà la storia <strong>di</strong> ogni comune; chi sempre<br />
aumenta: <strong>Foggia</strong>, S. Severo e altri 5, ma raramente fra i piccoli. Ben 39 hanno<br />
aumento e <strong>di</strong>minuzione e quin<strong>di</strong> solo 15 hanno due <strong>di</strong>minuzioni: Rocchetta è<br />
ridotta quasi a una metà.<br />
Dunque la provincia dalla costituzione del Regno si è raddoppiata; ma<br />
nell'ultimo decennio è quasi stazionaria (aumento <strong>di</strong> 1/166), mentre ben 32/92<br />
altre province sono <strong>di</strong>minuite.<br />
II capoluogo, che al 71 assorbiva 1/9 della popolazione provinciale, è ora <strong>di</strong><br />
1/5-6 e noi abbiamo 62 comuni. Altri capoluoghi danno altre cifre.<br />
Napoli e Milano assorbono 1/2 ed hanno 89 e 247 (27 meno <strong>di</strong> 7.000)<br />
comuni.<br />
Genova ha 4/5 con 67 e finalmente Roma ha 11/14 con 114: gran<strong>di</strong>ssimo<br />
accentramento e molti comuni.<br />
II nostro capoluogo ha una popolazione, che uguaglia quella dei 30 (cioè<br />
1/2) comuni più piccoli.<br />
Il comune me<strong>di</strong>o è fra Ascoli e Troia.<br />
Prof. GIULIO CURATO, docente universitario in pensione.<br />
GIULIO CURATO<br />
35
LIBRERIA<br />
« Terra salda » <strong>di</strong> Domenico <strong>La</strong> mura *<br />
« Appunti per una biografia della grande pianura » qualifica il <strong>La</strong>mura queste<br />
sue pagine meri<strong>di</strong>onali de<strong>di</strong>cate al Tavoliere <strong>di</strong> Puglia. Accettando questa<br />
definizione, non vorremmo però essere fraintesi; chè non vorremmo restringere in<br />
termini troppo angusti questa nobile fatica dell'autore, ispirata da fervido amore<br />
filiale e da me<strong>di</strong>tato approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> e secolari problemi.<br />
Quello del Tavoliere, la più estesa pianura del Sud, è uno dei maggiori e più<br />
complessi. Indagarlo nei <strong>di</strong>versi aspetti, raffrontato con l'altra pianura, quella<br />
campana, del versante tirrenico, investirebbe in pieno l'essenza della questione<br />
meri<strong>di</strong>onale.<br />
Quella storia, anche se per secoli adombrata da zone <strong>di</strong> silenzi e <strong>di</strong><br />
incertezze, sarebbe assai interessante, e se ne avverte vivo il bisogno, ora<br />
soprattutto che le gran<strong>di</strong> opere in corso o già compiute, rendendo possibile<br />
l'irrigazione <strong>di</strong> un terzo del Tavoliere, la trasformazione agraria e un notevole<br />
sviluppo dell'Italia meri<strong>di</strong>onale, finiranno per mo<strong>di</strong>ficarne profondamente la<br />
fisionomia tra<strong>di</strong>zionale.<br />
Di quella terra il <strong>La</strong>mura ci dà non la storia, ma la « biografia », come egli<br />
<strong>di</strong>ce con termine più intimamente umano. E cioè non la esposizione degli<br />
avvenimenti nei quali essa fu implicata, delle cause politiche ed economiche che<br />
operarono e degli effetti derivati; ma una storia colta a volo più che esposta, degli<br />
uomini che furono gli attori, siano essi i pastori, i latifon<strong>di</strong>sti o i minuscoli<br />
proprietari « quotisti », « le formiche», i zappaterra. E' una storia <strong>di</strong> sforzi e <strong>di</strong><br />
sofferenze umane, intuita e carezzata da uno spirito che sente e « patisce » le<br />
vicende e i problemi <strong>di</strong> quelle terre, che palpita all'unisono con quegli uomini che<br />
lottarono, che vinsero o che furono travolti. Storia <strong>di</strong> uomini al loro lavoro <strong>di</strong> ieri e<br />
<strong>di</strong> oggi; quasi, se è permessa la parola, storia <strong>di</strong> lacerti <strong>di</strong> anime, sia che si rifaccia<br />
agli elementi mitici e storici, religiosi e culturali <strong>di</strong> epoche remote, sia che prospetti<br />
il dramma dell'uomo moderno nella sua vicenda con la terra e con la tecnica.<br />
Avere delineata a rapi<strong>di</strong> tratti suggestivi questa storia, non cerebrale ed<br />
astratta, ma impregnata <strong>di</strong> profonda umanità, è uno dei più spiccati meriti delle<br />
pagine che seguono.<br />
A questo intento sono volti anche gli elementi che l'A. attinge<br />
* DOMENICO LAMURA, Terra salda.. Presentazione <strong>di</strong> Raffaele Ciasca e<br />
<strong>di</strong>segni originali <strong>di</strong> Francesco Galante. Napoli, Simone, s.d. « Temi e tempi - Biografie<br />
del Sud », n. 1 - In 8°, pp. 132 con cop. fig. e 4 tav. ill. f.t. - L. 700.<br />
36
dall'atmosfera incantata del mito cui egli ci sospinge nella sua rievocazione, fino agli<br />
estremi, incerti limiti dell'orizzonte. Ne è come simbolo il semi<strong>di</strong>o Diomede, l'eroe<br />
della guerra <strong>di</strong> Troia, fondatore <strong>di</strong> città appule e, secondo la tra<strong>di</strong>zione, <strong>di</strong><br />
Benevento.<br />
E dopo il mito pagano, ecco fiorire le leggende cristiane. Anche queste<br />
vengono dall'Oriente, ma si inseriscono nella storia delle genti pugliesi. Alla<br />
famosissima Iconavetere, la Madonna dei Sette Veli, la più celebrata tra le madonne<br />
bizantine <strong>di</strong> Puglia, si ricollega l'origine <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>; all'apparizione al santo Vescovo<br />
<strong>di</strong> Siponto, Lorenzo, durante il sec. V, si ricollega l'origine del santuario <strong>di</strong> S.<br />
Michele del Gargano, uno dei più celebri dell'alto Me<strong>di</strong>oevo, meta <strong>di</strong> pellegrinaggi<br />
<strong>di</strong> papi, imperatori e santi.<br />
Dal mito e dalle leggende in cui si rispecchiano le vicende del monte e del<br />
piano, dalla incerta realtà storica dei secoli remoti entriamo in una meno remota o<br />
ad<strong>di</strong>rittura attuale realtà agronomica. Chè la pianura del Tavoliere, spoglia ed arida<br />
in confronto della verdeggiante pianura campana, fin dai secoli remoti fu,<br />
all'opposto <strong>di</strong> questa, adatta alle colture che i primitivi consacrarono agli dei e che<br />
ritennero essenziali alla vita degli uomini.<br />
Dipendente dalla coltura cerealicola, necessaria sua integrazione, è il pascolo<br />
col conseguente allevamento <strong>di</strong> animali. Perciò dal mitico troiano Diomede<br />
allevatore <strong>di</strong> cavalli, possiamo giungere, in una continuità ideale <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong><br />
stagioni, ad Alfonso <strong>di</strong> Aragona, che facendo della facoltà <strong>di</strong> vendere liberamente i<br />
pascoli un <strong>di</strong>ritto privativo fiscale, affinchè essi non fossero sottratti agli animali<br />
transumanti d'inverno nella Puglia, assoggettando alle stesse norme anche i fon<strong>di</strong><br />
dei particolari a<strong>di</strong>biti per consuetu<strong>di</strong>ne a pascolo, formò degli uni e degli altri ciò<br />
che fu detto il Tavoliere <strong>di</strong> Puglia, lungo 70 miglia da Civitella ad Andria. Là ogni<br />
anno calavano dalle montagne <strong>di</strong> Abruzzo varie centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> pecore (un<br />
milione e 700 mila furono annoverate nel 1474), e il Doganiere vi destinava buon<br />
numero <strong>di</strong> ufficiali ad invitare e scortare i negozianti dell'Umbria, della Romagna,<br />
della Toscana, che venivano a comprare i castrati. Era un sistema <strong>di</strong> conduzione<br />
che aveva il vantaggio <strong>di</strong> utilizzare proficuamente i pascoli estivi delle regioni<br />
montane, naturalmente povere, <strong>di</strong> sorreggere perciò l'economia <strong>di</strong> vaste regioni<br />
come gli Abruzzì, stendentisi fin quasi alle porte <strong>di</strong> Roma e <strong>di</strong> concorrere alla<br />
formazione <strong>di</strong> quel largo ceto <strong>di</strong> fittuari, molti dei quali, scesi in Puglia e nelle terre<br />
attigue della Lucania quali proprietari <strong>di</strong> pecore e fittuari <strong>di</strong> pascoli, vi trovarono<br />
agiatezza e ricchezza, comprarono terre e presero stanza nel Tavoliere e nei paesi<br />
contermini, innalzarono la propria famiglia nella società e nella vita politica del loro<br />
tempo.<br />
Fu un sistema <strong>di</strong> conduzione agraria, che rimase in vigore fin dopo la prima<br />
guerra mon<strong>di</strong>ale, quando l'in<strong>di</strong>rizzo autarchico della politica fascista con la<br />
conseguente « battaglia del grano » restrinse sempre più le aree tenute a pascolo, e<br />
che ora va cedendo il passo alla nuova organizzazione agraria e sociale poggiante<br />
sulla proprietà conta<strong>di</strong>na e sulla trasformazione delle colture.<br />
39
<strong>La</strong> vicenda eterna e sempre uguale della transumanza dalla montagna<br />
<strong>di</strong> Abruzzo verso le Puglie, dal monte al piano, dal Gargano al Tavoliere, è<br />
rappresentata dall'A. con una vivacità, una robustezza, una felicità che solo<br />
sa chi conosce e « patisce » nel profondo quella vicenda, chi sa cogliere<br />
quell'atmosfera creata dall'arido e dal basso, dalla stagione secca ed arsa, dal<br />
Tavoliere mai sazio <strong>di</strong> acqua, chi sa cogliere l'intima correlazione fra il<br />
destino dell'uomo che calpesta da secoli quelle contrade e quello della terra,<br />
chi sa cogliere il dramma umano delle generazioni che hanno lavorato fino<br />
a spezzarsi la spina dorsale, e che spesso sono rimaste uccise in mezzo al<br />
solco, stroncate dalla febbre, o travolte col cumulo delle loro delusioni; il<br />
dramma oscuro della « formica » che si perde in quella <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> terre dove<br />
il sole dardeggia implacabile, e dove il terrazzano cammina e cammina e gli<br />
pare <strong>di</strong> rimanere sempre nello stesso posto.<br />
Questo senso drammatico della storia del Tavoliere il nostro A. ha in<br />
grado altissimo, sorretto da acuta sensibilità, da forma colorita e<br />
plasticamente vivace.<br />
Ecco perchè ben volentieri abbiamo aderito al desiderio dell'E<strong>di</strong>tore,<br />
<strong>di</strong> presentare le pagine che seguono ed invitiamo a leggere ed a me<strong>di</strong>tare.<br />
RAFFAELE CIASCA<br />
* Sen. prof. RAFFAELE CIASCA, presidente dell'Istituto Storico Italiano per<br />
l'Età Moderna e Contemporanea.<br />
L'AUTORE A CHI LEGGE<br />
Su invito dell'E<strong>di</strong>tore ho raccolto e rior<strong>di</strong>nato <strong>parte</strong> <strong>di</strong> quanto in questi ultimi anni<br />
mi è capitato <strong>di</strong> scrivere sulle cose meri<strong>di</strong>onali, sul Tavoliere soprattutto.<br />
Pagine sparse, scritte in tempi <strong>di</strong>versi, ma <strong>di</strong> cui l'ispirazione appare ed è unica,<br />
questi "appunti per una biografia della grande pianura" vogliono richiamare l'attenzione<br />
del lettore, se un qualche lettore essi avranno, sulle possibilità ch'essa offre <strong>di</strong> sviluppo del<br />
colloquio umano, più che sulla ricapitolazione rapida <strong>di</strong> una economia pastorale agricola, o<br />
sul complesso e lento avvio del meri<strong>di</strong>one tecnico. Gli stessi elementi mitici e storici, religiosi<br />
e culturali, vengono sentiti e rivissuti in funzione <strong>di</strong> quell'unica ispirazione, niente affatto<br />
estranei, come potrebbe apparire a uno sguardo superficiale che li consideri come elementi<br />
intellettuali e cerebrali: niente affatto estranei, <strong>di</strong>cevo, all'uomo <strong>di</strong> oggi e al suo lavoro,<br />
anzi! (perchè un tale uomo, nella sua appassionante vicenda con la terra e con la tecnica, ci<br />
appare <strong>di</strong>fatti come l'erede ultimo <strong>di</strong> tanti profon<strong>di</strong> e lontani richiami <strong>di</strong> umanità, ultimo<br />
in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo, e quin<strong>di</strong> più giovine, e quin<strong>di</strong> più generoso <strong>di</strong> forze e <strong>di</strong> vigore poetico <strong>di</strong><br />
rievocazione).<br />
Alcuni <strong>di</strong> questi capitoli accennano a quella che potrebb'essere, per una formica <strong>di</strong><br />
Puglia, e cioè per un qualsiasi campagnolo, la saga <strong>di</strong><br />
40
Terra salda: dall'età remotissima dei pastori a questa dei conta<strong>di</strong>ni, in cui si son<br />
visti sorgere e silenziosamente moltiplicarsi nella pianura, e in appena 150 anni,<br />
ben do<strong>di</strong>ci fra citta<strong>di</strong>ne e borgate, da S. Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong> Puglia a Borgo Libertà,<br />
da Ortanova a Segezia. Altri capitoli tentano <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare nella loro atmosfera,<br />
le virtù terragne e i <strong>di</strong>fetti dei "piccoli proprietari <strong>di</strong> oggi, che sono i braccianti <strong>di</strong><br />
ieri" (virtù e <strong>di</strong>fetti sorpresi in quella mentalità da latifondo, che in <strong>parte</strong> resiste<br />
ancora in questi stessi uomini della terra). E cercano <strong>di</strong> cogliere alle origini il<br />
fenomeno del progresso, nelle sue proporzioni naturalmente elementari, e i valori<br />
umani che vi sono fatalmente in gioco.<br />
Le pagine raccolte nella terza <strong>parte</strong>, Vento sul Tavoliere, conservano<br />
anche qui l'imme<strong>di</strong>atezza con cui nacquero, scritte per così <strong>di</strong>re, sulle foglie <strong>di</strong><br />
quelle stagioni. Alcune <strong>di</strong> esse accennano alla "cronaca calda" del 48-52, ai fatti<br />
<strong>di</strong> sangue <strong>di</strong> S. Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong> Puglia, alle vittime <strong>di</strong> Torremaggiore, alla<br />
occupazione simbolica <strong>di</strong> terre; altre ad alcune polemiche e alla linea politica e<br />
sociale <strong>di</strong> quegli anni; che sono, le une e l'altra, <strong>di</strong> piena attualità. Nei più<br />
violenti contrasti sociali, come nel <strong>di</strong>vampare delle passioni politiche, le possibilità<br />
del colloquio umano che sembrano andar sommerse e travolte, vengono<br />
paradossalmente sottolineate, con frego <strong>di</strong> fuoco, da quella che a un Donoso Cortès<br />
sembrava una delle dominanti del giuoco severo della storia: dal fatto cioè che<br />
quando gli uni, quelli che possono, <strong>di</strong>menticano <strong>di</strong> esser fratelli agli altri uomini,<br />
Dio permette che quello ch'è misconosciuto sul piano della carità, venga riscoperto,<br />
e talora con nuovo tragico versamento <strong>di</strong> sangue, sul piano della giustizia.<br />
<strong>La</strong> riscoperta dell'ere<strong>di</strong>tà cristiana nella crisi sociale del tempo presente,<br />
scrive Ignazio Silone, resta <strong>di</strong>fatti l'acquisto più importante della nostra coscienza<br />
negli ultimi anni.<br />
Di tutte queste pagine le uniche ine<strong>di</strong>te sono quelle del racconto <strong>La</strong><br />
Fabbrica (e cioè "<strong>La</strong> scuola"), nel quale, nell'atto stesso in cui ho cercato, per<br />
così <strong>di</strong>re, <strong>di</strong> raggiungere una documentazione obbiettiva e pacata della realtà, anzi<br />
proprio per questo, ho voluto avvicinarmi al cuore delle umili creature che vi si<br />
muovono, circostanziate in avvenimenti (la guerra la miseria il dopoguerra il<br />
rifarsi una famiglia) che ne liberano appieno il carattere e l'umanità. Il racconto<br />
avrebbe dovuto far <strong>parte</strong> <strong>di</strong> un altro volume, <strong>di</strong> prossima pubblicazione, Lucia<br />
<strong>La</strong>gonegro, ma mi è sembrato che esso ritornasse, intimo e <strong>di</strong>messo, su quella<br />
ispirazione unica <strong>di</strong> cui più su si <strong>di</strong>scorre, e allora ho pensato <strong>di</strong> porlo in fondo a<br />
questo volume, quasi a riepilogare, con l'interrogativo pieno <strong>di</strong> speranza con cui<br />
termina, quanto vengo <strong>di</strong>cendo nelle pagine precedenti.<br />
d. I.<br />
41
CRONACHE DELLA CULTURA<br />
Il prof. Luigi Tocchetti<br />
parla delle autostrade meri<strong>di</strong>onali<br />
Lo scorso <strong>di</strong>cembre il salone <strong>di</strong> Palazzo Dogana si riaprì alle<br />
manifestazioni culturali <strong>di</strong> alto livello, inaugurate dal memorando Convegno <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong> fridericiani, per accogliere un pubblico <strong>di</strong> eccezione intorno ai prof. Luigi<br />
Tocchetti. Il chiaro preside della Facoltà <strong>di</strong> ingegneria dell'Ateneo napoletano,<br />
aderendo all'invito del nostro Presidente, trattò il tema delle Autostrade<br />
meri<strong>di</strong>onali, con speciale riferimento a quelle Napoli-Bari e Pescara-Canosa.<br />
All'epoca del progetto della Napoli-Bari - egli <strong>di</strong>sse - si credette<br />
opportuno non polarizzare l'attenzione su <strong>di</strong> una soluzione per l'attuazione<br />
dell'autostrada stessa, bensì si pensò a tre <strong>di</strong>versi tracciati e si cercò <strong>di</strong> stabilire<br />
quale fosse il più vantaggioso: dei tre tracciati il primo prevedeva il passaggio<br />
per Benevento, il secondo per Avellino, il terzo giungeva a Bari attraverso<br />
Potenza.<br />
Ci si accorse ben presto che la soluzione migliore era la seconda; la<br />
prima infatti andava troppo a Nord mentre la terza oltre a spingersi troppo a<br />
Sud avrebbe <strong>di</strong>viso il traffico <strong>di</strong> due tronconi ben definiti e cioè da Napoli a<br />
Potenza e da Potenza a Bari, andando così lontano dallo scopo precipuo<br />
dell'autostrada che è quello <strong>di</strong> unire la città iniziale e quella terminale con il più<br />
breve percorso. Inoltre il secondo tracciato avrebbe accontentato un po' tutti in<br />
quanto, passando ad una <strong>di</strong>stanza relativamente breve da Benevento, sarebbe<br />
stato utilizzato abbastanza agevolmente anche da coloro che ne avrebbero<br />
usufruito se fosse stato realizzato il primo percorso ed avrebbe anche<br />
accontentato con l'attraversamento della <strong>parte</strong> nord della Basilicata gli abitanti<br />
lucani, che erano senz'altro favoriti dalla realizzazione del terzo percorso.<br />
Si stabilì la soluzione interme<strong>di</strong>a che prevedeva il seguente percorso:<br />
Napoli, Avellino, Grottamiranda, Candela, Canosa, Bari. <strong>La</strong> <strong>di</strong>stanza<br />
chilometrica tra Napoli e Bari attraverso tale percorso sarebbe circa 240 Km.,<br />
con notevole risparmio <strong>di</strong> tempo per le comunicazioni tra il centro pugliese e<br />
quello campano. Il progetto prevede l'attraversamento a nord della città <strong>di</strong><br />
Avellino, considerando il fatto che Avellino si estende verso sud. Non solo per<br />
Avellino si è cercato <strong>di</strong> non <strong>di</strong>sturbare la zona <strong>di</strong> espansione della città, bensì<br />
per tutti i centri toccati da vicino dall'autostrada.<br />
<strong>La</strong> concessione per la costruzione e la esecuzione dell'autostrada è stata<br />
affidata a una società <strong>di</strong> emanazione dell'I.R.I. (la stessa cui fu affidato<br />
l'incarico della costruzione della Napoli-Milano). Nel tratto iniziale (Napoli-<br />
Avellino) ed in quello terminale (<strong>Foggia</strong>-Bari) il progetto prevede una<br />
carreggiata della larghezza <strong>di</strong> 24 mt., mentre il tratto interme<strong>di</strong>o sarà del tipo B<br />
e cioè della larghezza <strong>di</strong> 19 mt. Le stazioni saranno poste a Baiano, nei pressi <strong>di</strong><br />
Avel-<br />
42
lino (questa località avrà due stazioni: una nord, l'altra sud), a Castel del <strong>La</strong>go<br />
(località <strong>di</strong>stante da Benevento 10 Km.), a Grottamiranda (presso la S.S. n. 90),<br />
a Candela (questa sarà la stazione per <strong>Foggia</strong> e per Potenza), a Canosa (sulla<br />
S.S. n. 93) ed altre stazioni vi saranno per Andria, Molfetta ecc. fino a Bari<br />
(Modugno) sulla S.S. 96.<br />
Ogni comune dei più importanti, quin<strong>di</strong>, avrà un suo raccordo stradale<br />
che lo collegherà in breve tempo all'autostrada. Il termine dei lavori è previsto<br />
per il 1968, ma nulla esclude che essi potranno terminare anche prima, come<br />
già è successo per la Napoli-Milano.<br />
Il prof. Tocchetti quin<strong>di</strong> passò a parlare della Canosa-Pescara. Anche<br />
questa autostrada riguarda molto da vicino la Capitanata. Infatti il tracciato,<br />
nella <strong>parte</strong> iniziale, avrà un percorso che toccherà da vicino la Miniera <strong>di</strong><br />
bauxite <strong>di</strong> S. Giovanni Rotondo, il porto <strong>di</strong> Manfredonia e le zone ricche e<br />
pianeggianti del Tavoliere. Anche in questa autostrada si è badato a non<br />
compromettere le zone <strong>di</strong> espansione dei centri abitati con una attenzione<br />
particolare, in questo senso, ai centri turistico-balneari tra Termoli e Pescara.<br />
Dopo essersi occupato dei progetti <strong>di</strong> ammodernamento e <strong>di</strong><br />
sistemazione <strong>di</strong> numerose strade statali, tra cui la S.S. S. Severo-Cerignola, il prof.<br />
Tocchetti vivamente applau<strong>di</strong>to, concluse il suo <strong>di</strong>re manifestando la certezza<br />
che le autorità competenti <strong>di</strong> Capitanata non trascureranno occasione, per<br />
rendere più confortevole la situazione della viabilità nella loro provincia.<br />
43
Primi passi e prospettive<br />
della nuova Amministrazione<br />
a Palazzo Dogana<br />
Ho inteso ed intendo tenere presenti quelle proposizioni<br />
programmatiche da me formulate come un viatico non solo<br />
amministrativo, ma anche morale e politico.<br />
<strong>La</strong> mia amministrazione non nasce da « un anno zero », a <strong>di</strong>spetto<br />
<strong>di</strong> tutte le mode correnti. Ho parlato con significativa insistenza del<br />
concetto della « continuità » appunto per non creare pericolosi <strong>di</strong>aframmi<br />
tra il passato e l'avvenire.<br />
<strong>La</strong> continuità, ebbi a <strong>di</strong>re in quella occasione, non è certamente<br />
remora al progresso, ma è legame naturale e storico tra il passato che<br />
evolve e l'avvenire che l'ansia umana attende ed anticipa.<br />
Quello che noi speriamo che vada a caratterizzare la nostra<br />
amministrazione è lo spirito nuovo che anima le nostre coscienze e che è<br />
* Alla fine dello scorso anno « il Popolo Dauno », organo ufficiale della D.C. <strong>di</strong> Capitanata,<br />
ha condotto una inchiesta sui primi mesi della nuova Amministrazione provinciale, succeduta<br />
a una non breve gestione straor<strong>di</strong>naria. Col consenso <strong>di</strong> quell'autorevole perio<strong>di</strong>co, si<br />
riproduce il testo della intervista concessagli dall'avvocato Gabriele Consiglio, che il 13<br />
settembre si è inse<strong>di</strong>ato alla presidenza dell'Ente. Le sue risposte - che richiamano il<br />
programma del « Centro-Sinistra » e le <strong>di</strong>chiarazioni da lui rese all'assemblea consiliare (l'uno e<br />
le altre a suo tempo raccolti in opuscolo) - si riferiscono alle seguenti domande rivoltegli<br />
dall'intervistatore: 1) <strong>La</strong> Provincia ha mosso i primi passi, compatibilmente alla brevità del<br />
tempo a <strong>di</strong>sposizione, lungo quelle <strong>di</strong>rettrici generali da Lei tracciate all'atto dell'inse<strong>di</strong>amento?<br />
2) Quali sono stati gli interventi determinanti, nei quali ha operato la Provincia? 3) Questa<br />
come si è mossa, avuto riguardo ai suoi compiti <strong>di</strong> istituto? 4) Per l'assistenza si seguiranno i<br />
vecchi criteri? 5) Ha speranze <strong>di</strong> pervenire a concreti risultati in questa sua opera? 6) Come<br />
44
destinato a lasciare, me lo auguro, impronte durature alle nuove imprese.<br />
I primi passi da noi compiuti, anche se si ricollegano<br />
burocraticamente a in<strong>di</strong>rizzi passati, nella realtà vengono sollecitati da<br />
un ritmo più fecondo e sostenuti da uno spirito che, più che <strong>di</strong><br />
collaborazione con gli altri enti amministrativi, economici e del lavoro,<br />
vogliono attribuire all'ente « provincia » una funzione <strong>di</strong> presenza<br />
costante nella vita della Capitanata. Ed in questo nostro operare credo<br />
che stiamo dando quoti<strong>di</strong>ane e personali testimonianze dell'attiva<br />
presenza del nostro ente nel deciso miglioramento dei rapporti con tutti<br />
gli altri enti che operano in provincia.<br />
Si ricor<strong>di</strong> soltanto la nostra attiva presenza alle recenti iniziative<br />
del Centro Stu<strong>di</strong> ed il <strong>di</strong>namico interesse con il quale il Consiglio<br />
<strong>Provinciale</strong> ha <strong>di</strong>scusso ed ha affrontato il problema della costituzione<br />
<strong>di</strong> una libera facoltà <strong>di</strong> Magistero. Oltre ai nostri interventi nella vita del<br />
nucleo <strong>di</strong> industrializzazione, del Poligrafico dello Stato, dell'Ente del<br />
Turismo e <strong>di</strong> altri similari organismi.<br />
Ci tengo a sottolineare che tutto questo non deve, nè può<br />
significare fuga <strong>di</strong> propositi, nè eversione <strong>di</strong> compiti, nè sperpero <strong>di</strong><br />
contributi, perché non vorrei che si creassero equivoci in tal senso. Vi<br />
sono indubbiamente attività e dei problemi che si muovono al <strong>di</strong> là dei<br />
compiti <strong>di</strong> istituto. Ed è chiaro che per questi problemi, che comunque<br />
interessano sostanzialmente, l'economia e lo sviluppo sociale <strong>di</strong> tutta la<br />
Capitanata, l'Ente persegue fini <strong>di</strong> collaborazione e <strong>di</strong> stimolo insieme.<br />
In questo campo <strong>di</strong> attività bisogna che la « Provincia » concentri il suo<br />
interesse lungo quelle prospettive <strong>di</strong> sviluppo e <strong>di</strong> progresso<br />
<strong>di</strong>fferenziate che ebbi già modo <strong>di</strong> tracciare <strong>di</strong>stintamente per il<br />
Gargano, per il Tavoliere, per il Subappennino.<br />
E' chiaro che bisogna innanzitutto risolvere i problemi <strong>di</strong> estrema<br />
urgenza. <strong>La</strong> Pubblica Istruzione ci ha subito impegnato. Bisogna fare in<br />
modo che per quest'anno - e comunque - le popolazioni scolastiche<br />
degli istituti, i cui oneri gravano sulla « Provincia », trovino una<br />
decorosa sistemazione, compatibilmente con le attuali <strong>di</strong>sponibilità.<br />
L'altro problema urgente è stato quello sorto con le adulterazioni e le<br />
contraffazioni salite alla ribalta della cronaca. Abbiamo dovuto<br />
fronteggiare una situazione <strong>di</strong> emergenza.<br />
può interpretarsi la sua istanza morale, proiettata in settori amministrativi che, per loro natura,<br />
possono non essere considerati in chiave morale? 7) Può riferirci qualche novità relativa, per<br />
esempio, all'autocamionabile <strong>Foggia</strong>-Roma-Via Campobasso-Cassino e alla strada « dei cent'anni<br />
»: la Cagnano-S. Giovanni Rotondo? E più particolarmente sui raccor<strong>di</strong> da <strong>Foggia</strong> alle autostrade<br />
Bari-Napoli e Pescara-Canosa?<br />
45
Ma anche in altri settori abbiamo già una visione chiara <strong>di</strong> quanto occorre<br />
operare. Per esempio, per l'ospedale <strong>di</strong> maternità, siamo in attesa <strong>di</strong> un ulteriore<br />
contributo statale che ci possa consentire l'inizio almeno in stralcio, della<br />
costruzione, la cui spesa è preventivata in oltre un miliardo <strong>di</strong> lire.<br />
V'è tutta una politica nuova da sperimentare e da portare avanti. Il<br />
concetto nuovo, che è scientifico ed amministrativo ad un tempo, è<br />
precisamente questo : potenziare al massimo le attività profilattiche e<br />
preventive, al fine <strong>di</strong> affrontare più efficacemente, nonché più<br />
tempestivamente, il male al suo insorgere. Naturalmente, ciò va inteso non<br />
soltanto per gli infermi <strong>di</strong> mente.<br />
In particolare, proprio per gli infermi <strong>di</strong> mente, devo <strong>di</strong>re che a <strong>Foggia</strong> non<br />
è mai esistito un Centro <strong>di</strong> igiene mentale e questo a me pare una enormità <strong>di</strong><br />
fronte ai nuovi postulati scientifici ed al cammino che in questo senso hanno fatto<br />
altre provincie.<br />
Ho soprattutto una grande fede nella Provvidenza, nella <strong>di</strong>ligenza degli<br />
stu<strong>di</strong>osi, nel senso <strong>di</strong> responsabilità degli uomini. Sono certo, comunque, che<br />
faremo meglio <strong>di</strong> quanto non sia stato fatto finora. Ripeto, c'è in noi un'ansia<br />
morale particolarmente per l'assistenza, ma anche per gli altri numerosi campi <strong>di</strong><br />
interventi della Provincia ci sentiamo sostenuti da questa forza morale.<br />
Il problema morale sorge in ogni atto della nostra vita e quin<strong>di</strong> ricompare in<br />
ogni attività dell'amministrazione. Potrei <strong>di</strong>re, ad esempio, che anche nel settore dei<br />
lavori pubblici, che pare il più arido, prevale il concetto morale. Infatti, la mia<br />
Giunta ha deliberato <strong>di</strong> adottare un sistema <strong>di</strong> gare d'appalto che è il più idoneo ad<br />
assicurare la tutela degli interessi della Provincia e ad evitare, in maniera quasi<br />
matematica, ogni possibilità <strong>di</strong> collusione fra <strong>di</strong>tte <strong>parte</strong>cipanti e <strong>di</strong> qualsiasi altra<br />
sorte <strong>di</strong> turbamento degli incanti. Si tratta del sistema il meno imperfetto <strong>di</strong><br />
aggiu<strong>di</strong>cazione dei lavori con la me<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ata ed il coefficiente <strong>di</strong> correzione.<br />
Per l'autostrada Pescara-Canosa non vi sarà bisogno <strong>di</strong> un vero e proprio<br />
raccordo che quando l'autostrada passerà a 3 o 4 chilometri da <strong>Foggia</strong>. Per il<br />
raccordo alla Napoli-Bari non ci faremo certamente trovare impreparati. Ci stiamo<br />
già muovendo per realizzare la formula più spe<strong>di</strong>ta e meno <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>osa.<br />
Per la camionabile Puglia-Roma è interessata l'ANAS e la nostra Provincia,<br />
unitamente a quella <strong>di</strong> Campobasso, non trascura occasione per sollecitare la<br />
realizzazione almeno <strong>di</strong> quei lavori <strong>di</strong> variante e <strong>di</strong> ammodernamento resisi ormai<br />
in<strong>di</strong>lazionabili.<br />
Infine per la Cagnano-S. Giovanni si è giunti al punto cruciale.<br />
46
Infatti, si aspetta dalla Cassa per il Mezzogiorno il finanziamento per la bitumatura<br />
dell'intero tratto.<br />
Posso concludere che ogni problema <strong>di</strong> settore postula soluzioni <strong>di</strong> estrema<br />
urgenza, che però presuppongono prospettive chiare <strong>di</strong> azione sulle quali noi<br />
inten<strong>di</strong>amo procedere.<br />
GABRIELE CONSIGLIO<br />
Avv. GABRIELE CONSIGLIO, presidente dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
47
<strong>La</strong> viabilità della Capitanata<br />
Il tema postomi, la viabilità della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, mi impegnerebbe<br />
a trattare tutta la rete viabile che insiste nel territorio della nostra Provincia,<br />
ma, per essermi sempre occupato della viabilità provinciale, mi limiterò ad<br />
illustrare soltanto questa con pochi accenni alle altre strade.<br />
L'ATTUALE RETE PROVINCIALE<br />
A <strong>parte</strong> le due autostrade, che fra qualche anno attraverseranno la<br />
nostra Provincia - una da Nord a Sud, la Pescara Canosa, che segue il<br />
secondo tracciato proposto dal Lyon's Club <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> alla considerazione<br />
del progettista prof. Tocchetti, e l'altra, la Napoli-Bari, che interessa la<br />
nostra Provincia nella Zona Torrente Calaggio, Candela, Cerignola -, la rete<br />
stradale della nostra Provincia comprende oggi complessivamente circa<br />
Km. 3.700, dei quali 720 circa <strong>di</strong> strade statali, 1780 c. <strong>di</strong> strade provinciali e<br />
1.200 c. <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> bonifica.<br />
Non sono comprese le strade <strong>di</strong> trasformazione fon<strong>di</strong>aria e poderali,<br />
trattandosi <strong>di</strong> strade con traffico limitato ai bisogni agricoli locali, e le<br />
strade comunali, pochissime e quasi tutte allo stato <strong>di</strong> sentiero.<br />
<strong>La</strong> rete provinciale ha quin<strong>di</strong> oggi uno sviluppo che rappresenta il<br />
50% circa delle strade che insistono nella nostra Provincia e che è all'incirca<br />
<strong>di</strong> due volte e mezzo quello delle strade statali ed una volta e mezzo quello<br />
delle strade <strong>di</strong> bonifica.<br />
Nè può essere <strong>di</strong>versamente perchè, per legge, mentre sono statali le<br />
strade che costituiscono le gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> traffico nazionale ed<br />
internazionale o servono traffici interprovinciali, mentre sono comunali<br />
soltanto le strade che allacciano i Comuni alle loro frazioni e quelle interne<br />
agli abitati, tutte le altre sono da considerarsi provinciali. Le stesse strade <strong>di</strong><br />
bonifica sono destinate a <strong>di</strong>ventare statali, o provinciali, o comunali a<br />
seconda della loro importanza. Si vede chiaro quin<strong>di</strong> l'importanza che ha la<br />
viabilità provinciale per facilitare il traffico nell'interno della Provincia, per<br />
allacciare i Comuni fra <strong>di</strong> loro e per<br />
48
valorizzare le zone <strong>di</strong> particolare interesse turistico, industriale, agricolo.<br />
In rapporto alla superficie della Capitanata, (Kmq. 7184) ed alla<br />
popolazione (665.286 abitanti) riferita al censimento del 1961, abbiamo in<br />
Provincia il seguente sviluppo stradale relativo: 1) Km. 5,15 <strong>di</strong> strade per ogni<br />
10 Kmq. <strong>di</strong> cui: Km. 1 <strong>di</strong> strade statali, Km. 2,48 <strong>di</strong> strade provinciali, Km.<br />
1,67 <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> bonifica; 2) Km. 5,56 <strong>di</strong> strade per ogni 1.000 abitanti, <strong>di</strong> cui:<br />
Km. 1,07 <strong>di</strong> strade statali, Km. 2,68 <strong>di</strong> strade provinciali, Km. 1,81 <strong>di</strong> strade<br />
<strong>di</strong> bonifica.<br />
Fino al 1960 la rete stradale provinciale era <strong>di</strong> circa 1.100 Km., <strong>di</strong> cui<br />
900 Km. circa <strong>di</strong> strade classificate provinciali a seguito <strong>di</strong> leggi o decreti, e<br />
Km. 200 circa non classificate ma per le quali l'Amministrazione <strong>Provinciale</strong><br />
ha sempre curato la manutenzione.<br />
Con legge 12 febbraio 1958 n. 126 furono emanate nuove norme per la<br />
classificazione <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> uso pubblico; in virtù <strong>di</strong> essa il Consiglio<br />
<strong>Provinciale</strong> nel luglio 1958 approvò il piano generale per la classificazione <strong>di</strong><br />
nuove strade ritenute <strong>di</strong> interesse provinciale, per un totale complessivo <strong>di</strong><br />
Km. 970, così sud<strong>di</strong>viso: a) strade tenute in manutenzione dalla Provincia e<br />
mai classificate provinciali Km. 233; b) strade <strong>di</strong> bonifica Km. 558; c) strade<br />
comunali Km. 179.<br />
Di queste, con D.P. 23 gennaio 1960 e 26 settembre 1960 sono state<br />
provincializzate strade per complessivi Km. 655, dei quali 218 <strong>di</strong> strade<br />
mantenute dalla Provincia e mai classificate; Km. 350 <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> bonifica e<br />
Km. 87 <strong>di</strong> strade comunali.<br />
A seguito <strong>di</strong> una nuova legge, la n. 181 del 21 aprile 1962, è imminente<br />
la classificazione a provinciali <strong>di</strong> tutte le altre strade comprese nel piano<br />
generale.<br />
Con il passaggio quin<strong>di</strong> alla Provincia delle suddette strade <strong>di</strong> bonifica e<br />
comunali, la rete provinciale è oggi <strong>di</strong> Km. 1780, cioè il doppio <strong>di</strong> quella<br />
classificata tale fino al 1960 e la nostra Provincia occupa oggi il settimo posto,<br />
fra tutte le altre d'Italia, per l'estensione della rete stradale provinciale.<br />
<strong>La</strong> <strong>di</strong>stribuzione della rete stradale provinciale nelle tre zone in cui è<br />
<strong>di</strong>visa la Capitanata - pianura al centro, Sub-appennino da una <strong>parte</strong> e<br />
Gargano dall'altra, in relazione anche alla superficie ed alla popolazione <strong>di</strong><br />
ogni singola zona, è la seguente:<br />
la zona <strong>di</strong> pianura, con popolazione relativa <strong>di</strong> 114 abitanti per Kmq., è<br />
servita oggi da Km. 630 <strong>di</strong> strade provinciali, mentre fino al 1960 erano <strong>di</strong><br />
Km. 200 circa; lo sviluppo stradale relativo è <strong>di</strong> Km. 1,77 per ogni 10 Kmq. e<br />
<strong>di</strong> Km. 1,55 per ogni 1000 abitanti;<br />
il Sub-appennino, con popolazione relativa <strong>di</strong> 63 abitanti per Kmq., è<br />
attraversato da 690 Km. <strong>di</strong> strade provinciali, mentre prima del 1960 erano <strong>di</strong><br />
Km. 450; lo sviluppo stradale relativo è <strong>di</strong> Km. 4 per ogni 10 Kmq. e <strong>di</strong> Km.<br />
6,35 per ogni 1.000 abitanti;<br />
il Gargano, con popolazione relativa <strong>di</strong> 79 abitanti per Kmq., è<br />
attraversato da 460 Km. <strong>di</strong> strade provinciali, mentre prima del 1960 erano <strong>di</strong><br />
Km. 250 circa; lo sviluppo stradale relativo è <strong>di</strong> Km. 2,4 per ogni 10 Kmq. E<br />
<strong>di</strong> Km. 3 per ogni 1.000 abitanti.<br />
In percentuale la rete viabile provinciale è <strong>di</strong>visa per il 35,39% in<br />
pianura, per il 38,76% nel Sub-appennino e per il 25,85% nel Gargano.<br />
49
Il maggiore incremento si è avuto, quin<strong>di</strong>, nella zona <strong>di</strong> pianura, che<br />
ha visto più che triplicato (da 200 a 630 Km.) il patrimonio stradale<br />
provinciale, mentre questo è quasi raddoppiato sul Gargano (da 250 a 460<br />
Km.) ed è <strong>di</strong>ventato circa una volta e mezza nel Sub-appennino (da 450 a<br />
650 Km.), Questo si spiega, considerando che le strade classificate<br />
provinciali con le citate leggi 126 e 181 sono state, per la maggior <strong>parte</strong>,<br />
costruite dal Consorzio Generale <strong>di</strong> Bonifica, che, come è noto, opera<br />
principalmente in pianura. L'aumento invece del patrimonio stradale<br />
provinciale nel Sub-appennino e nel Gargano è dovuto per piccola <strong>parte</strong><br />
alle strade <strong>di</strong> bonifica o comunali ma, principalmente, alla<br />
provincializzazione delle strade comunali obbligatorie e <strong>di</strong> quelle costruite<br />
<strong>di</strong>rettamente dalla Provincia, che sono state sempre tenute in manutenzione<br />
dall'Ente Provincia ma che solo ora sono state classificate.<br />
Rispetto alla pavimentazione, i 1.780 Km. <strong>di</strong> strade provinciali sono<br />
così sud<strong>di</strong>visi: bitumati Km. 720, non bitumati Km. 1.060. Da notare che<br />
dei 720 Km. <strong>di</strong> strade bitumate, circa 600 Km. erano tali già prima della<br />
legge 126, per cui, mentre nel 1960 il rapporto era del 70% circa <strong>di</strong> strade<br />
bitumate e del 30% circa <strong>di</strong> strade non bitumate, ora, con la<br />
provincializzazione <strong>di</strong> nuove strade, tali percentuali sono <strong>di</strong>ventate<br />
rispettivamente il 40% ed il 60%. Non meravigli questa eccessiva estensione<br />
<strong>di</strong> strade non bitumate, oggi assolutamente non rispondenti al moderno<br />
traffico veloce, in quanto, con le stesse leggi n. 126 e n. 181 lo Stato ha<br />
concesso alle singole Provincie contributi sulla spesa necessaria per la<br />
sistemazione e bitumatura <strong>di</strong> nuove strade provinciali, da corrispondersi in<br />
<strong>di</strong>versi esercizi finanziari fino a quello del 1968-1969.<br />
CONTRIBUTI E FINANZIAMENTI<br />
Con la legge n.ro 181, operante dall'esercizio 1965-66 in poi, il<br />
contributo è stato esteso anche alle vecchie strade provinciali. Alla nostra<br />
Provincia il contributo totale concesso dallo Stato è <strong>di</strong> L. 6.478.000.000; <strong>di</strong><br />
cui 3 miliar<strong>di</strong> ai sensi della L. n. 126 e L. 3.478.000.000 a norma della L. n.<br />
181; esso è stato concesso nella misura massima dell'80% per cui a tale<br />
contributo corrisponde, tenendo conto del 20% a carico della Provincia, un<br />
programma <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> L. 8.097.500.000 per l'ammodernamento e la<br />
sistemazione <strong>di</strong> strade provinciali vecchie e nuove. Con detta somma si<br />
prevede <strong>di</strong> poter sistemare, entro il 1970, circa 800 Km. <strong>di</strong> strade; la rete a<br />
pavimentazione protetta raggiungerà allora l'85% della estensione generale.<br />
Sono del parere che, dandone facoltà la legge n. 181, prima fra tutte devono<br />
essere sistemate le vecchie strade provinciali ancora a macadam, che<br />
indubbiamente hanno per la viabilità provinciale un interesse maggiore, e le<br />
strade comprese nel piano stralcio relativo alla legge 126, che, fra le nuove<br />
strade, sono quelle che rivestono maggiormente le caratteristiche <strong>di</strong><br />
provincialità e per le quali, dato l'aumento dei prezzi verificatosi in questi<br />
ultimi tempi, non bastano più i fon<strong>di</strong> a suo tempo assegnati.<br />
Per migliorare, qualitativamente e quantitativamente, la viabilità<br />
provinciale non sono mancati altre provvidenze, come i finanziamenti avuti<br />
dalla Cassa per il Mezzogiorno ed i contributi concessi dallo Stato<br />
50
in virtù della legge 589, conosciuta come legge Tupini. L'intervento della Cassa è<br />
stato molto notevole fin dall'atto della sua istituzione, circa 3 miliar<strong>di</strong> finora; con<br />
questi fon<strong>di</strong> è stato possibile bitumare circa 500 Km. <strong>di</strong> strade e costruire alcune<br />
strade importanti per la viabilità provinciale. E' recente la notizia che la Cassa<br />
provvederà alla ricostruzione del ponte sul Fortore lungo la strada interprovinciale<br />
tra Casalnuovo Monterotaro e Colletorto, crollato sin dal gennaio 1957 a seguito <strong>di</strong><br />
alluvione. Ciò si deve, mi piace <strong>di</strong>rlo, all'interessamento del capo della nostra<br />
Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, avv. Consiglio. E' inoltre alla approvazione della<br />
Cassa un progetto per la costruzione <strong>di</strong> una strada che dalla stazione <strong>di</strong> Candela<br />
raggiungerà la stazione <strong>di</strong> Rocchetta S. Antonio, che, quasi del tutto pianeggiante,<br />
faciliterà le comunicazioni tra le Provincie <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e <strong>di</strong> Potenza.<br />
Con il contributo dello Stato ai sensi della legge n. 589 sono in corso <strong>di</strong><br />
costruzione alcune strade che serviranno a rendere più <strong>di</strong>rette ed agevoli le<br />
comunicazioni fra alcuni paesi della Provincia, e, quin<strong>di</strong>, fra le zone che gravitano<br />
su questi paesi, come la Faeto-Roseto Valfortore, che ridurrà a meno della metà il<br />
percorso attuale per recarsi da un paese all'altro; la Volturino-Alberona, che ridurrà a<br />
circa 10 Km. un percorso che oggi è <strong>di</strong> 40 Km. Queste due strade completeranno<br />
la dorsale Sub-appenninica che da Casalnuovo arriverà fino a Faeto.<br />
E' recente, poi, le comunicazioni che sono state ammesse al contributo dello<br />
Stato altre tre strade della massima importanza: la Bovino-Acca<strong>di</strong>a, che ridurrà a<br />
meno <strong>di</strong> 10 Km. Il percorso attuale fra i due paesi, oggi <strong>di</strong> 25 Km. circa, ciò <strong>di</strong>ce<br />
molto se si pensa che Bovino è sede della Diocesi e dei più importanti uffici statali;<br />
la Acca<strong>di</strong>a-Bastia, che permetterà <strong>di</strong> raggiungere più facilmente da Acca<strong>di</strong>a, Anzano,<br />
Monteleone la zona <strong>di</strong> Candela, Ascoli e Rocchetta, oltre che a ridurre <strong>di</strong> circa 10<br />
Km. Il percorso tra Acca<strong>di</strong>a e <strong>Foggia</strong>; la Manacore-Sfinale, che serve a chiudere la<br />
litoranea Peschici-Vieste-Mattinata in corso <strong>di</strong> costruzione da <strong>parte</strong> del Consorzio<br />
<strong>di</strong> Bonifica Montana del Gargano. Anche la realizzazione <strong>di</strong> queste tre strade si<br />
deve all'interessamento dell'avv. Consiglio.<br />
Con i fon<strong>di</strong> propri <strong>di</strong> bilancio, l'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> va<br />
conducendo lavori per l'allargamento e bitumatura della strada Monte S. Angelo-<br />
Macchia e sono in fase <strong>di</strong> ultimazione i lavori per la costruzione della strada Peschici-<br />
Manacore, il primo tratto cioè, della Litoranea garganica. Si sta per iniziare, infine, la<br />
strada che attraverserà l'isola <strong>di</strong> S. Domino alle Tremiti e che servirà a collegare<br />
l'approdo con l'albergo e con il Camping; strada questa <strong>di</strong> notevole interesse<br />
turistico.<br />
Ma se la costruzione <strong>di</strong> nuove strade e l'ammodernamento <strong>di</strong> quelle vecchie<br />
è oggi una necessità imposta dal traffico moderno, imperniato esclusivamente sui<br />
mezzi veloci, ancor più necessaria è la loro manutenzione, che rappresenta la spina<br />
<strong>di</strong> chiunque, amministratore o tecnico, abbia governo <strong>di</strong> strade.<br />
<strong>La</strong> spesa dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> per la manutenzione or<strong>di</strong>naria<br />
delle sue strade, dai 300.000.000 circa del 1960 è salita ai 400.000.000 circa del 1961<br />
e del 1962, ed ai 500.000.000 previsti per<br />
51
l'esercizio in corso. Questa somma non basta; occorrerebbero non meno <strong>di</strong><br />
700.000.000, ma, purtroppo all'aumentato chilometraggio <strong>di</strong> strade hanno<br />
fatto riscontro altrettanti notevoli aumenti negli altri compiti della<br />
Provincia, come quelli assistenziali, quelli scolastici, etc. Non va<br />
<strong>di</strong>menticato che oltre alla manutenzione or<strong>di</strong>naria, esiste anche quella<br />
straor<strong>di</strong>naria, che quest'anno è particolarmente gravosa per le frane<br />
verificatesi lungo molte strade del Sub-appennino dopo le abbondanti<br />
nevicate dell'inverno scorso e che richiede una spesa non inferiore a L.<br />
200.000.000.<br />
Non essendo le Amministrazioni locali che vi sono obbligate in<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> poter provvedere alla manutenzione delle proprie strade con i<br />
normali fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> bilancio, bisogna che lo Stato intervenga ad incrementare<br />
la spesa occorrente per la or<strong>di</strong>naria manutenzione stradale. Si è avuta, è<br />
vero, la legge n. 1014 del 16 settembre 1960 con la quale si prevede <strong>di</strong> dare<br />
un contributo, fino al massimo <strong>di</strong> L. 300.000 al Km., per la manutenzione<br />
delle strade provinciali classificate tali dopo la entrata in vigore della legge<br />
n. 126, ma è anche vero che tale contributo è stato finora pagato a gocce e<br />
con notevole ritardo, tanto che in tutti i congressi stradali che si sono tenuti<br />
dal 1961 in poi vi è stata una continua lamentela per la mancata sollecita<br />
applicazione del testo legislativo, sul quale tutti gli Enti avevano fatto<br />
legittimo affidamento. Basti pensare che la Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong> avrebbe dovuto avere, dall'esercizio finanziario 1961-62 in poi, oltre<br />
L. 150.000.000 l'anno, e, finora, ha avuto solo circa 15 milioni e soltanto<br />
l'annunzio telegrafico dell'arrivo <strong>di</strong> altri 12 milioni.<br />
Da quanto ho esposto credo si possa affermare che la viabilità della<br />
nostra Provincia può essere considerata, dopo i lavori <strong>di</strong> ammodernamento<br />
in corso <strong>di</strong> esecuzione più o meno prossima, abbastanza sod<strong>di</strong>sfacente.<br />
L'A.N.A.S., infatti, con la grande variante che eliminerà le salite <strong>di</strong><br />
Serracapriola e <strong>di</strong> S. Paolo Civitate, con l'allargamento del tratto da S. Severo a<br />
Cerignola e con la nuova circumvallazione <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, posta ad una <strong>di</strong>stanza<br />
me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> circa 5 Km. dal capoluogo, sta trasformando la statale n. 16 in una<br />
strada <strong>di</strong> grande comunicazione a traffico veloce.<br />
UNO SGUARDO AL FUTURO<br />
Le strade provinciali, quando saranno completati i lavori <strong>di</strong><br />
ammodernamento previsti nei piani, saranno comode se<strong>di</strong> agevolmente<br />
percorribili.<br />
Non conosco i futuri possibili miglioramenti delle strade <strong>di</strong> bonifica,<br />
però, una raccomandazione vorrei fare agli Enti prepostivi: nel costruire le<br />
loro strade non le facciano con il piano viabile inferiore al minimo<br />
in<strong>di</strong>spensabile <strong>di</strong> 6 m., specie quelle che, per legge, dopo il collaudo devono<br />
essere classificate provinciali. Bene ha fatto il Consorzio <strong>di</strong> Bonifica<br />
Montana del Gargano a costruire la Litoranea garganica con caratteristiche<br />
<strong>di</strong> strada provinciale.<br />
Dando uno sguardo al futuro, si ha bisogno, a mio avviso, <strong>di</strong> qualche<br />
altra opera per completare e migliorare la viabilità interprovinciale<br />
52
e quella interna alla Provincia. Prima <strong>di</strong> ogni cosa occorre che venga<br />
riconosciuta la necessità <strong>di</strong> avere una stazione <strong>di</strong> accesso all'autostrada<br />
Pescara-Canosa nei pressi <strong>di</strong> Lesina. <strong>La</strong> stazione <strong>di</strong> Lesina è in<strong>di</strong>spensabile<br />
per il futuro sviluppo turistico del Gargano; il turista che proviene dal Nord<br />
per recarsi sul Gargano non deve arrivare fino a San Severo, per poi<br />
percorrere la tortuosa e <strong>di</strong>sagevole statale n. 89, quando a Lesina può<br />
trovare una comoda strada pianeggiante, ora in corso <strong>di</strong> ammodernamento<br />
da <strong>parte</strong> dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, che in meno <strong>di</strong> un'ora può<br />
portarlo fino a Ro<strong>di</strong>. Il Presidente della Provincia non ha mancato <strong>di</strong> fare i<br />
necessari passi presso il Capo del Governo, il Ministro dei LL.PP., i<br />
Parlamentari, l'A.N.A.S., la Società Costruzioni Autostrade, ed io<br />
personalmente delegato dal mio Presidente, ho fatto presente a viva voce al<br />
Direttore Generale dell'A.N.A.S. l'assoluta necessità della stazione <strong>di</strong><br />
Lesina. Si è ottenuta la promessa verbale <strong>di</strong> prendere in considerazione la<br />
convenienza <strong>di</strong> un accesso all'area <strong>di</strong> servizio, prevista nei pressi <strong>di</strong> Lesina, e<br />
quin<strong>di</strong> all'autostrada.<br />
Occorre inoltre ammodernare, fino a portarla al livello <strong>di</strong> una superstrada,<br />
la provinciale <strong>Foggia</strong>-Quadrivio <strong>di</strong> Candela, la strada <strong>di</strong> accesso, cioè,<br />
alla stazione autostradale <strong>di</strong> Candela sulla Napoli-Bari, e, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong><br />
collegamento tra le due autostrade. Tutti vedono l'assoluta necessità <strong>di</strong><br />
questa strada <strong>di</strong> rapido scorrimento, la cui realizzazione non presenta<br />
<strong>di</strong>fficoltà tecniche; si tratta <strong>di</strong> allargare convenientemente l'attuale strada<br />
provinciale, e <strong>di</strong> costruire una variante fra la stazione <strong>di</strong> Ascoli Satriano e il<br />
sottopassaggio <strong>di</strong> Ponte Parrozzo per evitare il doppio attraversamento<br />
della ferrovia per Potenza. L'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> sin dall'ottobre<br />
scorso ha avanzato istanza al Ministero dei LL.PP., alla Cassa per il<br />
Mezzogiorno ed alla Direzione Generale dell'A.N.A.S. per vedere realizzata<br />
questa arteria.<br />
Alla viabilità interprovinciale occorrono <strong>di</strong> urgenza il completamento<br />
della strada statale 90 bis e la variante alla statale 17, che elimini le salite ed i<br />
tornanti <strong>di</strong> Motta Montecorvino e <strong>di</strong> Volturara. L'apertura al traffico della<br />
90 bis è <strong>di</strong>venuta ormai una questione annosa, a nulla finora sono valse le<br />
numerose interrogazioni fatte alla Camera dai nostri rappresentanti al<br />
Parlamento.<br />
Anche per la variante alla statale 17 molto si è parlato e scritto. Le<br />
Amministrazioni Provinciali e le Camere <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e <strong>di</strong><br />
Campobasso, in una riunione tenuta a <strong>Foggia</strong> nella primavera del 1962,<br />
avevano deciso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are un progetto per conto proprio e <strong>di</strong> riunirsi in<br />
consorzio per la costruzione della strada; dopo pochi giorni da tale riunione<br />
si seppe che l'A.N.A.S. aveva stanziato la somma <strong>di</strong> oltre 2 miliar<strong>di</strong> per la<br />
variante, da costruirsi a seguito <strong>di</strong> appaltoconcorso. Sembra che l'appaltoconcorso<br />
è scaduto il 15 giugno e che i fon<strong>di</strong> non siano sufficienti.<br />
Per la viabilità nell'interno della nostra Provincia mi sembra sia<br />
necessario costruire alcune strade che ritengo essenziali per la facilità <strong>di</strong><br />
collegamento, l'economia, la valorizzazione turistica delle zone.<br />
Nel Sub-appennino occorrono una strada pedesubappenninica e la<br />
strada Casalnuovo Monterotaro-Carlantino. <strong>La</strong> prima, che dalla contrada <strong>di</strong><br />
Tertiveri (5 Km. da Biccari) raggiungerebbe la provinciale Torre-<br />
53
maggiore-Casalvecchio, permettendo a tutti i paesi del Sub-appennino che<br />
gravitano su Lucera <strong>di</strong> comunicare fra loro senza dover prima raggiungere tale<br />
centro, come avviene ora. <strong>La</strong> seconda, unendo <strong>di</strong>rettamente tra <strong>di</strong> loro due zone<br />
ora non collegate, apporterebbe un gran vantaggio economico ad un vasto<br />
territorio, ora sprovvisto <strong>di</strong> strade. Esso chiuderebbe la maglia fra la dorsale e la<br />
pede-subappenninica. Da molti anni per entrambe queste strade l'Amministrazione<br />
<strong>Provinciale</strong> chiede <strong>di</strong> poterle costruire con i benefici della legge Tupini.<br />
Sul Gargano occorrono una strada che colleghi la foresta Umbra alla statale<br />
89, nel tratto tra Peschici e Vieste, ed una strada lungo la Valle Carbonara che<br />
congiunga la località <strong>di</strong> Ponte S. Raffaele alla statale 89 nei pressi <strong>di</strong> Mattinata. <strong>La</strong><br />
prima è la strada che, a mio modesto avviso, manca alla sostanziale valorizzazione<br />
turistica del Gargano, servendo essa a collegare, con un percorso <strong>di</strong> circa 10 Km.,<br />
le belle spiaggie da Peschici a Vieste ed oltre - dove si attuano iniziative <strong>di</strong> notevole<br />
importanza -, alla foresta Umbra. L'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> ha chiesto con<br />
insistenza alla Cassa il finanziamento per la realizzazione dell'opera. <strong>La</strong> seconda<br />
permetterebbe, ai mezzi provenienti dall'interno del Gargano e <strong>di</strong>retti verso<br />
Mattinata e Vieste, <strong>di</strong> ridurre il percorso <strong>di</strong> almeno 15 Km. ma, principalmente, <strong>di</strong><br />
evitare <strong>di</strong> dover salire fino a Monte S. Angelo per poi ri<strong>di</strong>scendere a Mattinata.<br />
UNA PROPOSTA<br />
Per avere nel futuro un più organico sviluppo della viabilità minore nella<br />
nostra Provincia vorrei concludere con una proposta: quella della istituzione <strong>di</strong> un<br />
comitato provinciale permanente per il coor<strong>di</strong>namento della viabilità stessa. Nella<br />
nostra Provincia vi sono <strong>di</strong>versi Enti che costruiscono strade, l'uno<br />
in<strong>di</strong>pendentemente dall'altra; la Provincia, due Consorzi <strong>di</strong> Bonifica, prossimi a<br />
<strong>di</strong>ventare tre con il riconoscimento del Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Montana del Subappennino,<br />
l'Ente Riforma. Perchè, prima <strong>di</strong> iniziare lo stu<strong>di</strong>o del progetto <strong>di</strong> una<br />
nuova strada, non si riuniscono gli organi responsabili della viabilità, per vedere<br />
come può essere inserita questa nuova strada in rapporto a tutta la viabilità? Mi<br />
sembra una cosa necessaria per rendere la rete stradale utile non solo a certe<br />
determinate zone, ma a tutta la nostra Provincia; alle volte, basta spostare <strong>di</strong> poco<br />
una strada per evitare che un altro Ente nel domani sia costretto a costruirne<br />
un'altra; basta innestarsi su una strada esistente, in un punto anzicchè in un altro,<br />
per rendere più agevole il traffico in un dato senso, e ciò non credo sia cosa da<br />
poco. Il Comitato che propongo <strong>di</strong> istituire dovrebbe cioè essere inteso come un<br />
Comitato per il piano regolatore della viabilità minore, nel quale non dovrebbero<br />
mancare il rappresentante dell'A.N.A.S., come massimo organo stradale, e del<br />
Genio Civile, come organo tutorio degli Enti locali.<br />
LUIGI TRICARICO<br />
Dott. LUIGI TRICARICO, ingegnere capo dell'Ufficio Tecnico <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
54
FORO DAUNO<br />
L'elezione del Consiglio Com.le <strong>di</strong> Mattinata<br />
Annullata dalla G. P. A., è all' esame della Cassazione<br />
Con atto in data 3 <strong>di</strong>cembre 1960 il<br />
signor Francesco Armillotta, nella qualità<br />
<strong>di</strong> elettore del Comune <strong>di</strong> Mattinata,<br />
ricorreva al Consiglio comunale, a<br />
termini dell'art. 83 T. U. 16 maggio 1960<br />
n. 570, affinché si pronunziasse sulla<br />
legittimità delle operazioni relative alle<br />
elezioni amministrative del 6 novembre<br />
1960 <strong>di</strong> quel Comune.<br />
In particolare l’Armillotta sosteneva<br />
che illegalmente la Commissione<br />
elettorale mandamentale <strong>di</strong><br />
Montesantangelo aveva omesso <strong>di</strong><br />
ricusare le liste n. 1 (Tromba impugnata)<br />
e n. 2 (Cerchio con Croce e la scritta<br />
Giustizia) la prima comprendente<br />
elementi socialisti e comunisti, la<br />
seconda democristiani <strong>di</strong>ssidenti, avendo<br />
dette liste raccolto un numero <strong>di</strong><br />
presentatori superiore a quello prescritto<br />
per i Comuni dai duemila ai cinquemila<br />
abitanti dall'art. 28 del citato T. U.<br />
Con deliberazione n. 2 del 18 <strong>di</strong>cembre<br />
1960 in sede giuris<strong>di</strong>zionale, il Consiglio<br />
comunale <strong>di</strong> Mattinata decise <strong>di</strong> rigettare<br />
il ricorso, <strong>di</strong>chiarandosi incompetente ad<br />
esaminare la questione.<br />
Contro detta decisione I'Armillotta,<br />
presentò ricorso alla G.P.A. in sede<br />
giuris<strong>di</strong>zionale, reiterando la richiesta<br />
fatta avanti al Consiglio comunale. <strong>La</strong><br />
G.P.A. con deliberazione del 16 giugno<br />
1961 annullò la decisione <strong>di</strong> primo grado<br />
e <strong>di</strong>chiarò la competenza del Consiglio<br />
comunale <strong>di</strong> Mattinata per l'esame in<br />
primo grado del ricorso.<br />
II 16 ottobre il Consiglio comunale <strong>di</strong><br />
Mattinata, rifacendosi alla notifica della<br />
decisione della G.P.A., <strong>di</strong>chiarò <strong>di</strong> non<br />
aver più alcun provve<strong>di</strong>mento da<br />
adottare in merito al ricorso prodotto<br />
dall'Armillotta, perchè lo stesso a dopo la<br />
decisione della G.P.A. non ha riproposto<br />
un nuovo ricorso per l'esame sulla<br />
legittimità della elezione dei consiglieri<br />
comunali componenti la lista n. 1 ».<br />
Con ricorso 18 ottobre, notificato alle<br />
controparti, I'Armillotta successivamente,<br />
richia-<br />
mandosi alla decisione della G.P.A.<br />
riassumeva il giu<strong>di</strong>zio « de quo » avanti al<br />
Consiglio comunale e chiedeva che questo<br />
<strong>di</strong>chiarasse illegittima la elezione dei<br />
consiglieri Prencipe Giovanni ed altri,<br />
correggendo i risultati delle elezioni del 6<br />
novembre 1960. Non avendo il Consiglio<br />
comunale adottato alcuna determinazione<br />
in merito ed essendo largamente decorsi i<br />
due mesi previsti dal Testo Unico,<br />
l'Armillotta produceva apposita istanza<br />
alla G.P.A., in sede giuris<strong>di</strong>zionale,<br />
affinché avocasse a sé la controversia<br />
pronunziandosi in merito ai fatti dedotti<br />
in giu<strong>di</strong>zio.<br />
Con decreto 1 febbraio 1962 n. 262 del<br />
Prefetto <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, presidente della G.P.A.<br />
in sede giuris<strong>di</strong>zionale, veniva fissata<br />
l'u<strong>di</strong>enza pubblica del 7 marzo 1962 per<br />
la <strong>di</strong>scussione dell'istanza stessa.<br />
II Consiglio comunale <strong>di</strong> Mattinata,<br />
però, riunitosi straor<strong>di</strong>nariamente <strong>di</strong><br />
urgenza, il pomeriggio del 15 febbraio<br />
1962, prendeva in esame il ricorso in<br />
questione e, <strong>di</strong>sattendendo il decreto <strong>di</strong><br />
fissazione <strong>di</strong> u<strong>di</strong>enza della G.P.A., io<br />
respingeva per irrecevibilità perchè<br />
proposto oltre i termini <strong>di</strong> legge, « in<br />
quanto notificata a tutti gli interessati<br />
nell'aula consiliare ed esattamente 5<br />
minuti prima che si aprissero i lavori del<br />
Consiglio ».<br />
L'Armillotta avverso detta decisione<br />
reputava opportuno gravarsi con regolare<br />
ricorso depositato alla Segreteria della<br />
G.P.A. D'altro canto la cennata<br />
deliberazione, sottoposta all'esame del<br />
Prefetto <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, veniva da questo<br />
annullata per illegittimità sul presupposto<br />
che, essendo intervenuto nella specie un<br />
valido atto <strong>di</strong> avocazione alla G.P.A. in<br />
sede giuris<strong>di</strong>zionale, il Consiglio comunale<br />
non poteva più conoscere della relativa<br />
controversia, giusta il <strong>di</strong>sposto dell'art.<br />
83, 3 ° comma, del T. U. delle leggi per la<br />
composizione e l'elezione degli Organi<br />
delle Amministrazioni comunali. Avverso<br />
tale provve<strong>di</strong>mento il Sindaco <strong>di</strong><br />
55
Mattinata, in nome e per conto del<br />
Consiglio comunale, proponeva<br />
ricorso gerarchico al Ministero<br />
dell'Interno, chiedendo<br />
l'annullamento sotto il profilo<br />
dell'incompetenza e della violazione<br />
della legge. Venivano pertanto a<br />
trovarsi innanzi la G.P.A. due<br />
gravami: il primo, costituito dalla<br />
istanza <strong>di</strong> avocazione prodotta<br />
dall'Armillotta, ed il secondo<br />
costituito dal ricorso depositato dal<br />
medesimo alla Segreteria della G.P.A.<br />
contro la deliberazione consiliare.<br />
Avverso l'istanza <strong>di</strong> avocazione, si<br />
costituivano in giu<strong>di</strong>zio i consiglieri<br />
della lista n. 1 e richiedevano a mezzo<br />
dei loro <strong>di</strong>fensori avv.ti Pasquale<br />
d'Errico e Melpignano, il rigetto, per<br />
le seguenti considerazioni:<br />
1 ) Dopo aver notificato la decisione<br />
della G. P. A., I'Armillotta non aveva<br />
provveduto a riassumere il ricorso<br />
avanti al Giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rinvio (Consiglio<br />
Comunale) nel termine <strong>di</strong> 30 giorni<br />
dal 10 agosto, data <strong>di</strong> notifica della<br />
decisione;<br />
2) Infondatezza della istanza per<br />
l'avocazione del ricorso, in quanto il<br />
Consiglio Comunale aveva deciso<br />
prima che della questione fosse<br />
investita la G.P.A.;<br />
3) Infondatezza nel merito, in<br />
quanto l'inesatta presentazione della<br />
lista (per l'eccesso del numero dei<br />
presentatori) non comportava le<br />
nullità delle votazioni e comunque,<br />
qualora avesse carattere rilevante,<br />
comporterebbe la nullità <strong>di</strong> tutte le<br />
operazioni elettorali, e non mai la<br />
sostituzione degli eletti <strong>di</strong> tutta una<br />
lista, in favore dei can<strong>di</strong>dati <strong>di</strong><br />
un'altra lista ».<br />
Premesse queste considerazioni, i<br />
resistenti, nel concludere per il rigetto<br />
dell'istanza <strong>di</strong> avocazione, chiedevano<br />
altresí che venisse sospesa la<br />
pronunzia in attesa della decisione<br />
del ricorso gerarchico del Consiglio <strong>di</strong><br />
Mattinata al Ministro dell'Interno.<br />
Gli argomenti venivano oppugnati<br />
nelle note <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa conclusionali<br />
prodotte dallo Armillotta, il quale,<br />
dopo aver sostenuto la vali<strong>di</strong>tà nel rito<br />
e nel merito del suo ricorso al<br />
Consiglio comunale <strong>di</strong> Mattinata,<br />
chiedeva altresì la riunione dei due<br />
proce<strong>di</strong>menti stante l'evidente<br />
connessione oggettiva e soggettiva dei<br />
proce<strong>di</strong>menti stessi.<br />
Analoghe argomentazioni<br />
I'Armillotta rivolgeva nel secondo<br />
gravame <strong>di</strong> cui si è fatto cenno, contro<br />
la ripetuta deliberazione n. 61 del 15<br />
febbraio 1962 ponendo<br />
particolarmente l'accento sulla<br />
tar<strong>di</strong>vità e mancanza <strong>di</strong> operatività<br />
della decisione consiliare adottata<br />
quando il Giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> primo grado era<br />
stato già spogliato del potere <strong>di</strong><br />
decidere la controversia per la<br />
intervenuta istanza <strong>di</strong> avocazione.<br />
Nel giu<strong>di</strong>zio si inseriva altresì il consi-<br />
gliere neo eletto Giu<strong>di</strong>lli Matteo, il<br />
quale, pur facendo <strong>parte</strong> della schiera<br />
dei consiglieri della quale era stata<br />
contestata la vali<strong>di</strong>tà delle elezioni,<br />
sosteneva la richiesta dell'Armillotta,<br />
chiedendone l'accoglimento.<br />
I due ricorsi venivano definitivamente<br />
introitati nell'u<strong>di</strong>enza del 9 maggio<br />
1962. Intanto, con decreto del 15<br />
ottobre 1962, il Ministero dell'Interno,<br />
accogliendo il proposto gravame,<br />
<strong>di</strong>chiarava la nullità del decreto del<br />
Prefetto <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> del 10 marzo 1962 n.<br />
1426 Gab.<br />
In base a questi fatti, la G.P.A. ha<br />
emesso la seguente decisione,<br />
depositata in Segreteria il 4 <strong>di</strong>cembre<br />
1962.<br />
e 1) Dispone la riunione dei giu<strong>di</strong>zi<br />
relativi alla istanza <strong>di</strong> avocazione ed al<br />
ricorso depositato contro la<br />
deliberazione n. 61 del 15 febbraio<br />
1962, adottata dal Consiglio Comunale<br />
<strong>di</strong> Mattinata, entrambi proposti<br />
dall'Armillotta; 2) <strong>di</strong>chiara la propria<br />
competenza in sede <strong>di</strong> avocazione a<br />
decidere, in sostituzione del Consiglio<br />
Comunale <strong>di</strong> Mattinata su ricorso<br />
prodotto dallo stesso Armillotta; 3)<br />
accoglie per quanto <strong>di</strong> ragione, il<br />
ricorso prodotto dallo stesso Armillotta,<br />
come proposto in data 18 ottobre 1961<br />
davanti al Consiglio comunale <strong>di</strong><br />
Mattinata, ed annulla le elezioni<br />
svoltesi nel Comune <strong>di</strong> Mattinata nei<br />
giorni 6, 7 novembre 1960; 4) <strong>di</strong>chiara<br />
compensate tra le parti le spese<br />
processuali e gli onorari ».<br />
Per la sua peculiarità, ne riportiamo<br />
col <strong>di</strong>spositivo le<br />
Considerazioni in <strong>di</strong>ritto<br />
« Preso atto che il ricorso al Ministero,<br />
dell'Interno del Sindaco <strong>di</strong> Mattinata è<br />
stato definito con l'annullamento del<br />
decreto prefettizio, n. 1426 Gab, del 10<br />
marzo 1962, vengono meno i motivi che<br />
avevano consigliato questo Collegio a<br />
soprassedere da ogni decisione sui<br />
ricorsi <strong>di</strong> cui in narrativa in pendenza<br />
<strong>di</strong> detto gravame. Questa G.P.A. quin<strong>di</strong>,<br />
può prendere in esame entrambi i<br />
ricorsi e preliminarmente, per esigenze<br />
<strong>di</strong> carattere processuale, deve<br />
pronunziarsi sulla opportunità che<br />
venga <strong>di</strong>sposto o meno la riunione dei<br />
due proce<strong>di</strong>menti proposti<br />
dall'Armillotta.<br />
« Atteso che con il primo proce<strong>di</strong>mento<br />
I'Armillotta ha chiesto l'avocazione del<br />
ricorso, con il quale la controversia è<br />
stata riassunta davanti al Consiglio<br />
comunale <strong>di</strong> Mattinata e tendente a far<br />
<strong>di</strong>chiarare la nullità delle elezioni<br />
svoltesi nel 1960 a Mattinata e con il<br />
secondo proce<strong>di</strong>mento ha chiesto<br />
l'annullamento della decisione 15<br />
febbraio 1962 del Consiglio Comunale<br />
<strong>di</strong> Mattinata, che <strong>di</strong>chiarava<br />
improponibile detto ri-<br />
56
corso perché presentato fuori del<br />
termine <strong>di</strong> legge, non v'ha luogo a<br />
dubbio che detta riunione debba essere<br />
<strong>di</strong>sposta. I due gravami infatti sono<br />
stati proposti entrambi dalI'Armillotta<br />
contro le stesse parti e tendono nel<br />
merito allo stesso risultato: la nullità<br />
delle operazioni elettorali svoltesi nel<br />
Comune <strong>di</strong> Mattinata il 6 novembre<br />
1960. Essi infine sono sorretti dalla<br />
stessa causa peten<strong>di</strong> : illegittimità della<br />
omessa ricusazione delle liste elettorali<br />
n. 1 e n. 2 da <strong>parte</strong> della Commissione<br />
elettorale mandamentale <strong>di</strong><br />
Montesantangelo. Ciò fatto, però, va<br />
imme<strong>di</strong>atamente precisato che tale<br />
riunione dei due giu<strong>di</strong>zi viene<br />
effettuata da questo Collegio ai fini<br />
meramente processuali <strong>di</strong> considerare<br />
decisi e definiti, per quanto <strong>di</strong><br />
competenza, entrambi i giu<strong>di</strong>zi : per<br />
quanto concerne, invece, i lineamenti<br />
sostanziali della vertenza, la<br />
deliberazione adottata dal Consiglio <strong>di</strong><br />
Mattinata il 15 febbraio 1962 (rigetto<br />
del ricorso dell'Armillotta in rito per<br />
tar<strong>di</strong>va presentazione), va considerata «<br />
inutiliter data » e quin<strong>di</strong> nulla, in<br />
quanto adottata dal predetto Consiglio,<br />
quando già pendeva da tempo ricorso<br />
per avocazione del giu<strong>di</strong>zio avanzato a<br />
questo collegio e a <strong>di</strong>rittura quando la<br />
<strong>parte</strong> interessata aveva notificato il<br />
decreto <strong>di</strong> fissazione <strong>di</strong> u<strong>di</strong>enza emesso<br />
dal Prefetto per la <strong>di</strong>scussione della<br />
istanza <strong>di</strong> avocazione dell'Armillotta.<br />
« AI riguardo appare superfluo<br />
porre in rilievo che il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> chiedere<br />
la avocazione alla G.P.A. del ricorso<br />
avverso le operazioni elettorali per<br />
omessa pronunzia del Consiglio<br />
comunale, si configura come un vero e<br />
proprio <strong>di</strong>ritto potestativo della <strong>parte</strong><br />
cui giova, con la conseguenza che, una<br />
volta che esso sia stato esercitato, non<br />
può essere paralizzato da un<br />
comportamento <strong>di</strong> resipiscenza del<br />
Consiglio comunale ».<br />
Unico presupposto per l'esercizio <strong>di</strong><br />
detto <strong>di</strong>ritto è l'effettivo decorso del<br />
termine al quale si connette l'inerzia<br />
del Consiglio comunale ad ottemperare<br />
al <strong>di</strong>sposto della legge, presupposto<br />
questo da accertarsi dall'Organo<br />
Superiore che viene investito della<br />
controversia. Basta quin<strong>di</strong> la semplice<br />
notifica della istanza <strong>di</strong> avocazione a<br />
spogliare il Consiglio comunale del suo<br />
« ius deciden<strong>di</strong> ».<br />
Ciò premesso, perché questa G.P.A.<br />
possa esaminare il merito della<br />
controversia stessa, occorre<br />
preliminarmente stabilire se il ricorso<br />
del quale si chiede l'avocazione, sia<br />
stato dall'Armillotta riassunto nei<br />
termini <strong>di</strong> legge. Al riguardo,<br />
sostengono i resistenti, che<br />
I'Armillotta, una volta notificata la<br />
decisione della G.P.A. alla contro<strong>parte</strong>,<br />
avrebbe dovuto procedere nel termine<br />
<strong>di</strong> 30 giorni<br />
alla riassunzione del ricorso davanti al<br />
Giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rinvio (nella fattispecie il<br />
Consiglio comunale), e ciò in analogia<br />
al termine fissato dal combinato<br />
<strong>di</strong>sposto degli articoli 82 e 83 T. U. 16<br />
maggio 1960, n. 570, che è <strong>di</strong> 30 giorni<br />
dalla data <strong>di</strong> proclamazione degli eletti.<br />
Ora non è chi non veda come tale tesi<br />
si appalesi in contrasto con i principi<br />
generali che regolano la materia: sia le<br />
leggi che regolano il proce<strong>di</strong>mento<br />
avanti alla G.P.A., che quelle che<br />
regolano il proce<strong>di</strong>mento avanti al<br />
Consiglio <strong>di</strong> Stato non prevedono alcun<br />
termine nei casi in cui, a seguito <strong>di</strong><br />
rinvio <strong>di</strong>sposto dal Giu<strong>di</strong>ce Superiore, il<br />
giu<strong>di</strong>zio debba essere riassunto avanti<br />
ad un giu<strong>di</strong>ce inferiore,<br />
D'altra <strong>parte</strong>, anche in materia <strong>di</strong><br />
procedura civile, ove un tale termine è<br />
previsto (art. 353 C.P.C. ), esso è<br />
dell'ampiezza <strong>di</strong> mesi sei e quin<strong>di</strong> tale<br />
da risultare ben più ampio dei termini<br />
normalmente concessi per le<br />
impugnazioni avanti ad un giu<strong>di</strong>ce<br />
superiore degli atti emessi dai giu<strong>di</strong>ci<br />
inferiori.<br />
Per convalidata ed autorevole<br />
giurisprudenza del Consiglio <strong>di</strong> Stato,<br />
nei casi <strong>di</strong> riassunzione avanti alla G.<br />
P. A. dei giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> rinvio emessi dal<br />
Consigli o<strong>di</strong> Stato medesimo, sono<br />
ritenuti vali<strong>di</strong> ed applicabili i termini<br />
per la perenzione del proce<strong>di</strong>mento<br />
amministrativo. In mancanza infatti <strong>di</strong><br />
un termine apposito previsto dal<br />
legislatore, non è dato all'interprete <strong>di</strong><br />
creare o <strong>di</strong> innovare in una materia<br />
tanto delicata e tassativa come quella<br />
dei termini.<br />
Ove mai si volesse far ricorso a<br />
proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> interpretazione<br />
analogica, questa non potrebbe che<br />
ricollegarsi alle norme del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />
proc. civ., che in tanti casi sopperisce<br />
alle lacune della legislazione<br />
amministrativa. Richiamare invece - e<br />
per i soli proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> carattere<br />
elettorale - nei casi <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi rinviati a<br />
Giu<strong>di</strong>ce Inferiore, i termini previsti<br />
dagli articoli 82 e 83 dei T.U. 16<br />
maggio 1960 n. 570, per la<br />
proposizione dei ricorsi avanti al<br />
Giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> primo grado, costituirebbe<br />
quanto meno una interpretazione del<br />
tutto singolare ed in contrasto con i<br />
lineamenti generali dell'or<strong>di</strong>namento<br />
giuri<strong>di</strong>co, interpretazione che questo<br />
Collegio non sente <strong>di</strong> poter con<strong>di</strong>videre.<br />
« Da quanto sopra deriva che il ricorso<br />
dell'Armillotta per la riassunzione del<br />
giu<strong>di</strong>zio avanti al Consiglio comunale <strong>di</strong><br />
Mattinata, è da considerarsi tempestivo<br />
e valido, sia che si ritengano applicabili<br />
in materia i termini della perenzione<br />
(come opina questo collegio), sia che si<br />
ritengano applicabili i termini previsti<br />
dall'art. 253 del C. C. P., come si<br />
ritiene da altre fonti.<br />
« Quanto al merito della controversia,<br />
il ricorrente sostiene che illegalmente la<br />
Com-<br />
57
missione elettorale mandamentale <strong>di</strong><br />
Montesantangelo omise <strong>di</strong> ricusare la<br />
lista n. 1 e n. 2, avendo dette liste<br />
raccolto un numero <strong>di</strong> presentatori<br />
superiore a quello previsto dal Testo<br />
Unico.<br />
« <strong>La</strong> questione riguarda<br />
principalmente la lista n. 1 risultata<br />
vincente nelle elezioni amministrative<br />
del 1960. A tale censura, i resistenti<br />
obbiettano che l'art. 28 del T. U. pur<br />
contenendo precise <strong>di</strong>sposizioni circa il<br />
numero <strong>di</strong> presentatori <strong>di</strong> lista, non<br />
conterrebbe alcuna sanzione per il caso<br />
che dette prescrizioni non vengano<br />
osservate: rilevante comunque sarebbe<br />
un <strong>di</strong>fetto nel numero dei presentatori e<br />
non mai un eccesso in quanto lo scopo<br />
della presentazione della lista sarebbe<br />
ugualmente raggiunto. Tale tesi non è<br />
con<strong>di</strong>visa da questo Collegio; occorre<br />
considerare in primo luogo, che lo art.<br />
28 succitato precisa tassativamente, sia<br />
nel minimo che nel massimo, il numero<br />
dei presentatori <strong>di</strong> lista per ciascuna<br />
categoria <strong>di</strong> Comuni. In secondo luogo,<br />
l'art. 30 successivo, riba<strong>di</strong>sce tale<br />
concetto, comminando ad<strong>di</strong>rittura una<br />
chiara sanzione, per le liste che non<br />
siano sottoscritte dal numero prescritto<br />
<strong>di</strong> presentatori, la eliminazione dalla<br />
competizione elettorale. E si noti che la<br />
legge non <strong>di</strong>stingue se la violazione del<br />
numero prescritto debba essere intesa<br />
nel senso che non venga raggiunto il<br />
numero minimo prescritto, ovvero nel<br />
senso che sia superato il numero<br />
massimo prescritto. Se queste quin<strong>di</strong><br />
sono le sanzioni da applicarsi « ex ante<br />
» e cioè in sede preparatoria della<br />
campagna elettorale, perchè ritenere<br />
che le medesime sanzioni non siano<br />
applicabili « ex post », quando cioè le<br />
operazioni elettorali si siano già svolte e<br />
in modo <strong>di</strong>fforme dal modello<br />
pre<strong>di</strong>sposto dal legislatore? Che il<br />
legislatore sia stato altrettanto rigoroso<br />
e severo da vietare un eccesso nel<br />
numero <strong>di</strong> presentatori <strong>di</strong> lista, <strong>di</strong><br />
quanto lo è stato nel prescrivere a pena<br />
<strong>di</strong> nullità il raggiungimento <strong>di</strong> un<br />
minimo <strong>di</strong> presentatori stessi, non deve<br />
costituire motivo <strong>di</strong> meraviglia, ove si<br />
consideri che per il 5 ° comma dell'art.<br />
28 succitato, ciascun elettore non può<br />
sottoscrivere più <strong>di</strong> una <strong>di</strong>chiarazione<br />
<strong>di</strong> presentazione <strong>di</strong> lista e che un<br />
eccessivo impegno <strong>di</strong> presentazioni può<br />
seriamente ostacolare, se non<br />
ad<strong>di</strong>rittura impe<strong>di</strong>re la presentazione <strong>di</strong><br />
altre liste da <strong>parte</strong> <strong>di</strong> altre correnti e<br />
partiti che intendano concorrere alla<br />
competizione elettorale.<br />
« Infine non va sottaciuta la<br />
considerazione che il ritenere, in sede<br />
giurisprudenziale, non tassativo, il<br />
<strong>di</strong>sposto dell'art. 28, che fissa nel<br />
minimo e nel massimo il numero dei<br />
presentatori <strong>di</strong> lista, significa togliere<br />
ogni pratica vali<strong>di</strong>tà ed ogni efficacia<br />
al <strong>di</strong>sposto <strong>di</strong> cui al successivo art. 30,<br />
che prescrive la eliminazione <strong>di</strong> quelle<br />
liste che non siano state sottoscritte dal<br />
prescritto numero <strong>di</strong> elettori, con la<br />
conseguenza <strong>di</strong> autorizzare le<br />
Commissioni elettorali mandamentali a<br />
non tener conto del precetto stesso, o <strong>di</strong><br />
rendere incerta e contrad<strong>di</strong>ttoria<br />
l'applicazione della legge con il rimettere<br />
ogni decisione alla <strong>di</strong>screzionalità delle<br />
varie Commissioni elettorali<br />
mandamentali.<br />
« Da ciò deriva che male ha fatto la<br />
Commissione elettorale mandamentale<br />
<strong>di</strong> Montesantangelo, in contrasto anche<br />
con il pensiero espresso nel verbale dal<br />
suo Presidente, a non ricusare le liste n.<br />
1 e n. 2 che non avevano i requisiti<br />
prescritti per <strong>parte</strong>cipare alla<br />
competizione elettorale. Tale grave<br />
omissione ha completamente sovvertito<br />
quello che avrebbe dovuto essere la<br />
impostazione legale della campagna<br />
elettorale, la quale avrebbe dovuto<br />
vedere in lizza soltanto la lista n. 3 con<br />
la conseguenza <strong>di</strong> rendere applicabile al<br />
caso la particolare <strong>di</strong>sciplina prevista<br />
dell'art. 60 del Testo Unico, per le<br />
ipotesi della <strong>parte</strong>cipazione alle elezioni<br />
<strong>di</strong> una sola lista.<br />
« II gravame dell'Armillotta è da<br />
ritenere fondato, per quanto attiene alla<br />
rivelata violazione <strong>di</strong> precise norme<br />
fondamentali che devono regolare la<br />
forma e la procedura della competizione<br />
elettorale; è del tutto infondato invece e<br />
non merita accoglimento la richiesta<br />
dell'Armillotta che venga operata la<br />
sostituzione dei can<strong>di</strong>dati non eletti<br />
della lista n. 3 a quelli proclamati eletti<br />
nella lista n. 1 vincente. Per operare<br />
una tale sostituzione <strong>di</strong> can<strong>di</strong>dati, non<br />
basta un fatto negativo <strong>di</strong> carattere<br />
formale addebitabile alla lista<br />
avversaria, ma è in<strong>di</strong>spensabile il fatto<br />
positivo del conseguimento <strong>di</strong> una<br />
sufficiente votazione da <strong>parte</strong> del corpo<br />
elettorale a favore dei can<strong>di</strong>dati della<br />
lista propria, il che non si è verificato<br />
nella fattispecie. Ne deriva che l'unica<br />
conseguenza dei fatti dedotti in giu<strong>di</strong>zio<br />
dall'Armillotta è l'annullamento delle<br />
elezioni svoltesi nel Comune <strong>di</strong><br />
Mattinata in data 6 e 7 novembre 1960.<br />
Stante la natura della controversia e<br />
le ragioni che hanno determinato il<br />
comportamento delle parti<br />
contrapposte, sussistono giusti motivi<br />
per <strong>di</strong>chiarare del tutto compensate tra<br />
le parti spese ed onorari <strong>di</strong> lite ».<br />
<strong>La</strong> G.P.A. era presieduta dal comm.<br />
dott. Leopoldo Carnaglia, vice prefetto<br />
vicario, e composta dai dott. Giuseppe<br />
Castelli e Massimo Pisano, <strong>di</strong>rettori <strong>di</strong><br />
Sezione della Prefettura, e dai<br />
componenti elettivi, avvocati Mario<br />
Follieri e Daniele Ungaro. Segretario il<br />
dott. Antonio Cavallo.<br />
58
FOGGIA<br />
Il servizio pubblico dei trasporti urbani<br />
VITA COMUNALE<br />
L'incremento demografico e urbanistico <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, l'intensificarsi con la<br />
sua attività in ogni campo dei rapporti umani con l'agro e con gli altri comuni<br />
della provincia, determinarono l'istituzione <strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong> trasporti con<br />
autobus. Per iniziativa privata, favorita dal Comune, il 13 marzo 1949, esso ebbe<br />
inizio con due linee circolari e fu subito ampliato quando, l'anno successivo, la<br />
gestione fu rilevata dai <strong>di</strong>pendenti della <strong>di</strong>tta assuntrice, costituitisi in cooperativa.<br />
Ma questa, pur avendolo sensibilmente sviluppato, all'inizio del corrente anno<br />
esercitava appena nove linee urbane e tre extraurbane, tutte <strong>di</strong>urne.<br />
Per una serie <strong>di</strong> consideranda, fondati sul ren<strong>di</strong>mento, sproporzionato<br />
agli ottanta milioni <strong>di</strong> contributo, erogati dal Comune alla Società negli ultimi<br />
anni, il Consiglio comunale, presieduto dall'avv. Forcella, ha assunto<br />
<strong>di</strong>rettamente, con la costituzione <strong>di</strong> un'azienda speciale, l'impianto e il servizio nei<br />
mo<strong>di</strong> stabiliti dal T.U. 15 ottobre 1925 n. 2578 ed in base al progetto tecnicofinanziario<br />
redatto dal dott. ing. Michelangelo Sorrentino, vice <strong>di</strong>rettore<br />
dell'Azienda municipalizzata delle tranvie ed autofilovie <strong>di</strong> Napoli, designato dalla<br />
Federazione nazionale delle aziende municipalizzate dei trasporti.<br />
L'atto deliberativo 8 marzo <strong>1963</strong> n. 20, che ha concluso un ampio e<br />
approfon<strong>di</strong>to esame da <strong>parte</strong> del predetto consesso, premette che l'onere per la<br />
istituzione dell'azienda ammonta a L. 210 milioni, i costi a L. 144.579,907,09, con<br />
incidenza <strong>di</strong> L. 172,23, i ricavi a L. 151.000.000, con incidenza chilometrica <strong>di</strong> L.<br />
179,76. Prevede, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> finanziare la spesa me<strong>di</strong>ante contrattazione <strong>di</strong> mutuo<br />
con la Cassa DD.PR, da ammortizzarsi in 35 anni, al tasso d'interesse del 5,50<br />
per cento, mutuo da garantirsi sulla sovrimposta fon<strong>di</strong>aria. Al pagamento delle<br />
annualità <strong>di</strong> ammortamento, comprensive <strong>di</strong> capitale ed interesse, che si<br />
presumono <strong>di</strong> L. 3.339.048 ciascuno, sarà fatto fronte: fino alla concorrenza <strong>di</strong> L.<br />
10.000.000 con l'economia conseguita dalla soppressione in bilancio del<br />
contributo <strong>di</strong> pari importo, annualmente corrisposto alla Società concessionaria<br />
del servizio, per la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> L. 3.339.048 con imputazione ai bilanci <strong>1963</strong> e<br />
seguenti nei quali saranno portate in <strong>di</strong>minuzione per lo stesso importo le spese<br />
facoltative.<br />
Il Consiglio ha quin<strong>di</strong> approvato il regolamento circa il funzionamento<br />
amministrativo, contabile e tecnico dell'azienda ai sensi degli artt. 3 e 13 del T.U.<br />
15 ottobre 1925, n. 2578; ha demandato alla Giunta Municipale <strong>di</strong> trattare con la<br />
società al fine <strong>di</strong> pervenire, ove sia possibile e conveniente, all'acquisizione del<br />
materiale mobile, attrezzature ed immobili giu<strong>di</strong>cati idonei e suscettibili <strong>di</strong><br />
ulteriore impiego, ed ha accolto il voto <strong>di</strong> utilizzare le maestranze da essa<br />
<strong>di</strong>pendenti, nell'Azienda Trasporti Urbani alla data del 31 <strong>di</strong>cembre 1962, salvo,<br />
59
possesso dei requisiti <strong>di</strong> legge, con l'anzianità da dette maestranze acquisite alla<br />
data <strong>di</strong> inizio del servizio <strong>di</strong>retto da <strong>parte</strong> del Comune, ove la Società predetta<br />
deliberi <strong>di</strong> sciogliersi a seguito della municipalizzazione del servizio.<br />
<strong>La</strong> importante deliberazione, che mette il Comune <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />
all'avanguar<strong>di</strong>a del processo <strong>di</strong> municipalizzazione dei servizi pubblici gestiti da<br />
privati in provincia, è risultata approvata con l'astensione <strong>di</strong> 4 consiglieri (Braccio,<br />
Monaco, Notarangelo, Piacqua<strong>di</strong>o), 34 voti favorevoli ed 1 contrario (Piccapane)<br />
su 50 consiglieri assegnati ed in carica, 39 presenti e 35 votanti. [m. s.]<br />
MANFREDONIA<br />
Il VII centenario della città<br />
A Capodanno, tra i Comuni protesi alla riconquista <strong>di</strong> un primato civile,<br />
Manfredonia ha fatto sentire la sua voce a traverso un manifesto, per inaugurare<br />
le celebrazioni ufficiali del suo fausto natale.<br />
« CITTADINI! - si legge nel documento sindacale - Ricorre quest'anno il<br />
settimo centenario del <strong>di</strong>ploma Datum Orte della VII in<strong>di</strong>zione, novembre 1263,<br />
col quale Re Manfre<strong>di</strong> inaugurava la vita storica <strong>di</strong> questa Città da Lui fondata.<br />
« Con gli auspici del Comune e ad opera <strong>di</strong> autorevole Comitato, cui<br />
presiede il gen.le dott. Raffaele Castriotta, la ricorrenza avrà degna celebrazione.<br />
All'uopo si è stabilito un programma che, fuori <strong>di</strong> retorica, persegue il duplice<br />
scopo <strong>di</strong> rievocare fedelmente il passato e <strong>di</strong> proporlo quale esperienza, per<br />
consolidare gli ideali democratici ed elevare il tono della vita pubblica ai fini del<br />
buongoverno citta<strong>di</strong>no.<br />
« L'iniziativa chiama dunque a raccolta noi tutti, senza dubbio amanti del<br />
nostro Paese, e sensibili alla lezione della Storia e alle sollecitazioni della Cultura.<br />
Nel contempo essa è occasione più che propizia perché nel comune, indefettibile<br />
ideale patrio, si realizzi l'auspicata unità d'intenti e <strong>di</strong> opere, in<strong>di</strong>spensabile alla<br />
rinascita meri<strong>di</strong>onale ».<br />
« CITTADINI! la <strong>di</strong>vina Provvidenza ci ha riservato l'onore e la gioia <strong>di</strong><br />
celebrare la data più solenne della nostra patria natale. Pertanto mostriamoci<br />
degni e capaci <strong>di</strong> adempiere il dovere, scaturente dalla mirabile concomitanza<br />
degli eventi, che ci designano protagonisti del presente e fabbri dell'avvenire.<br />
Viva sempre Manfredonia con grande onore nei secoli!».<br />
Il « Comitato generale delle celebrazioni » fu costituito su relazione <strong>di</strong><br />
Mario Simone il 19 aprile 1962 con rogito del notaio dott. Finizia, reg.to il 2<br />
maggio al n. 916, mod. I, vol. 57. Vi concorsero quali promotori le Società <strong>di</strong><br />
Cultura « Dauna » <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e « Michele Bellucci » <strong>di</strong> Manfredonia, il Centro <strong>di</strong><br />
Cultura Popolare « Antonio Simone », il Circolo « Unione », il Comitato per<br />
l'Incremento Turistico e quello per le Feste Patronali della stessa Città sveva.<br />
Dallo statuto sociale a stampa e dal cartello qui riprodotto rileviamo il<br />
programma delle manifestazioni, che comprende: « Archivio storico <strong>di</strong> Siponto<br />
e Manfredonia », repertorio a schede mobili con le notizie e le immagini delle<br />
cose, dei fatti e degli uomini più notevoli della progenitrice Siponto e <strong>di</strong><br />
Manfredonia dal 1263 al <strong>1963</strong>; « Albo » figurato col titolo Manfredonia. Sette<br />
secoli<br />
60
(1263-<strong>1963</strong>) - Ricor<strong>di</strong> e auspici; Mostra storica iconografica e documentaria su lo<br />
stesso periodo; Ciclo <strong>di</strong> conferenze a livello eru<strong>di</strong>to e popolare; Concorsi per tesi<br />
<strong>di</strong> laurea e per componimenti nelle scuole me<strong>di</strong>e e primarie; Convegni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e<br />
concerti musicali; Mostre d'arte figurativa e <strong>di</strong> fotografie.<br />
L'iniziativa ha suscitato unanimi consensi e adesioni in ogni ambiente e<br />
nella stampa, che ne ha messo in rilievo il concetto informatore, il metodo e la<br />
tempestività. In vero non si può <strong>di</strong>re che si tratti <strong>di</strong> improvvisazione<br />
estemporanea se, quale presupposto e premessa delle celebrazioni, fin dal 30<br />
maggio dello scorso anno si teneva a Manfredonia il Terzo Convegno per la<br />
protezione e la valorizzazione del patrimonio storico artistico archeologico della Daunia, con<br />
l'intervento del prof. Bruno Molajoli, <strong>di</strong>rettore generale alle A.B.A. presso il M.ro<br />
della P.I. In quella occasione, così come aveva auspicato la promotrice Società<br />
Dauna <strong>di</strong> Cultura, nel quadro generale della situazione obiettiva e dei problemi,<br />
spiccarono quelli <strong>di</strong> Manfredonia. Legittimamente, apprestandosi a celebrare il<br />
suo passato, essa chiese che dagli organi locali e centrali ne fossero valorizzate le<br />
testimonianze.<br />
Nella sede <strong>di</strong> quel convegno, che fu presieduto dal v. prefetto vicario dr.<br />
Carneglia, si fece l'inse<strong>di</strong>amento ufficiale del Comitato generale. In successive<br />
adunanze se ne svolsero i propositi e si iniziò l'in<strong>di</strong>spensabile colloquio con la<br />
citta<strong>di</strong>nanza, perché la celebrazione fosse corale. Il 20 <strong>di</strong>cembre, in una<br />
conferenza informativa a Palazzo San Domenico, il Sindaco, facendosi interprete<br />
delle aspirazioni dei promotori, autorevolmente riba<strong>di</strong>va che l'anniversario<br />
impegnava il Comune e i Citta<strong>di</strong>ni in tutti i loro atti, perché le manifestazioni<br />
fossero sostenute da una matura coscienza civica e si avvantaggiassero <strong>di</strong> una<br />
degna cornice <strong>di</strong> opere pubbliche e private. Che i fatti seguano le parole!<br />
Il primo ciclo <strong>di</strong> Conferenze, d'interesse archeologico, ha avuto inizio il 30<br />
marzo nel salone consiliare, presenti per il Governo lo stesso dr. Carneglia e il<br />
prof. Agresti, vice <strong>di</strong>rettore g.le alle A.B.A., che testimoniava il patrocinio del suo<br />
superiore Ministero alle celebrazioni, oltre S.E. l'Arcivescovo, il Provve<strong>di</strong>tore agli<br />
stu<strong>di</strong> e altre personalità. Dopo l'intervento del Sindaco e del Presidente del<br />
Comitato generale, ha tenuto la prolusione il prof. Nevio Degrassi,<br />
soprintendente alle Antichità <strong>di</strong> Puglia e del Materano. Quin<strong>di</strong> il prof. Silvio<br />
Ferri, <strong>di</strong>rettore dell'Istituto d'Archeologia dell'Università <strong>di</strong> Pisa, ha svolto una<br />
relazione su Siponto nella protostoria italiana. Per la seconda conferenza il 6 aprile è<br />
venuto il prof. Ettore Lepore dell'Università <strong>di</strong> Bari. Egli ha trattato il tema:<br />
Siponto nell'economia della Daunia.<br />
Alle varie manifestazioni non è mai mancata la presenza dei rappresentanti<br />
delle autorità civili e militari, degli uffici, delle categorie citta<strong>di</strong>ne professionali<br />
produttive e lavoratrici. Particolarmente rilevabile l'adesione corale dei<br />
Manfredoni domiciliati in altre provincie, come quelli della Capitale dove si è<br />
costituito un sottocomitato con la presidenza del dr. Carlo Frattarolo, ispettore<br />
g.le presso il Ministero della P. I. [Sipontinus]<br />
63
la Capitanata<br />
Rassegna <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />
Anno I (<strong>1963</strong>) N. 3-4 (maggio-agosto)<br />
Dopo Bruxelles<br />
Le previsioni <strong>di</strong>chiarate alla vigilia del nostro viaggio <strong>di</strong> lavoro a<br />
Bruxelles sono state esattamente confermate. Le speranze che avevamo<br />
espresse non sono andate deluse. Le riserve che avevamo formulate sono<br />
rimaste perfettamente valide nel confronto con la realtà.<br />
Non siamo andati a Bruxelles per scoprire l'America e tanto meno,<br />
in vacanza ... a comprare merletti fiamminghi!<br />
Sarebbe stato perciò una grave colpa rimanere a casa e in<strong>di</strong>fferenti<br />
<strong>di</strong> fronte alla <strong>di</strong>chiarata iniziativa della Comunità Economica Europea <strong>di</strong><br />
promuovere uno sviluppo industriale, destinato ad interessare le regioni<br />
lucana e pugliese.<br />
Bruxelles ha significato due cose <strong>di</strong> estrema importanza:<br />
1 ) Ha confermato l'impegno della C.E.E. a in<strong>di</strong>viduare e a realizzare<br />
un polo industriale <strong>di</strong> sviluppo nel Meri<strong>di</strong>one d'Italia lungo l'asse<br />
Bari-Taranto;<br />
2) Ha <strong>di</strong>mostrato la necessità <strong>di</strong> prevedere, <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre e <strong>di</strong><br />
incoraggiare tutte le possibili iniziative <strong>di</strong> sviluppo economico e sociale,<br />
che nell'ambito delle due regioni meri<strong>di</strong>onali l'asse industriale certamente<br />
provocherà.<br />
Un asse presuppone una ruota che vi giri attorno. Poiché vi sarà<br />
certamente l'asse industriale Bari-Taranto, tutte le altre province pugliesi e<br />
lucane saranno impegnate da un sicuro processo <strong>di</strong> sviluppo.<br />
Il progetto comunitario mira sostanzialmente a creare un polo <strong>di</strong> altissima<br />
concentrazione industriale, utilizzando al massimo le risorse<br />
65
produttive dell'Italsider <strong>di</strong> Taranto e della Breda <strong>di</strong> Bari. Si tratta <strong>di</strong> dar<br />
vita a investimenti <strong>di</strong> base, a complessi industriali a livello comunitario,<br />
capaci <strong>di</strong> determinare i piú ampi circuiti monetari e <strong>di</strong> guadagnare, oltre<br />
quelli interni, i piú estesi mercati del Me<strong>di</strong>terraneo orientale.<br />
Un progetto <strong>di</strong> cosí vasta portata, affidato alla elaborazione delI'Italconsult<br />
e all'intervento della Banca Europea per gli investimenti, non<br />
può essere frainteso o sacrificato da vedute particolari e da superati provincialismi.<br />
E' una assur<strong>di</strong>tà concepire una industria accanto ad ogni campanile.<br />
Ciò va detto non soltanto sotto il profilo tecnico-scientifico (che<br />
non è da confondere con quello tecnocratico e aprioristico), ma anche<br />
sotto il piú vasto profilo economico e sociale. L'importante è però che<br />
un sano e lungimirante programma <strong>di</strong> industrializzazione non prescinda<br />
dalla realtà economica e sociale <strong>di</strong> una regione o <strong>di</strong> piú regioni omogenee,<br />
ma che anzi la presupponga, la interpreti e la traduca in termini industriali<br />
e moderni, tenendo conto delle ragioni storiche e geografiche<br />
della sua depressione, delle sue con<strong>di</strong>zioni climatiche e ambientali, della<br />
sua agricoltura, risolvendone i problemi <strong>di</strong> infrastruttura, moltiplicandone<br />
le energie <strong>di</strong> sviluppo, incentivando le industrie complementari e dì<br />
trasformazione, localizzando dei « poli satelliti » <strong>di</strong> sviluppo.<br />
In questo senso abbiamo detto a Bruxelles, intervenendo sulla relazione<br />
dell'ing. Giry, che prima ancora <strong>di</strong> procedere alla <strong>di</strong>agnosi delle<br />
con<strong>di</strong>zioni depresse della regione lucano-pugliese, occorre fare I'« anamnesi<br />
».<br />
E se la <strong>di</strong>agnosi compete ai tecnici, l'anamnesi possono farla solo<br />
il malato o i suoi familiari.<br />
Alla luce <strong>di</strong> questo criterio, dobbiamo ora porci una domanda ed<br />
un problema.<br />
Dopo Bruxelles, che cosa dobbiamo fare? In attesa che lo schema<br />
<strong>di</strong> programmazione dell'asse industriale Bari-Taranto sia pronto, cosa<br />
deve fare la Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>? Sino al 1964 e, poi, fino a che non si<br />
tradurrà in realtà operante la concentrazione industriale, cosa devono<br />
fare le altre province lucane e pugliesi? Posto per un momento, come<br />
pure è stato già escluso, che l'asse Bari-Taranto si estenda e sì trasformi<br />
nel quadrilatero Bari, Taranto, Brin<strong>di</strong>si, Ferran<strong>di</strong>na, quali sono i compiti<br />
che incombono sulla provincia dauna, e con quali strumenti affrontarli?<br />
Appare evidente che un piano <strong>di</strong> sviluppo regionale, inquadrato<br />
66
in una visione globale dei problemi nazionali e ad<strong>di</strong>rittura europei, non può essere<br />
elaborato e portato avanti da organizzazioni <strong>di</strong>verse che si muovano per proprio<br />
conto. Si impone sin da ora l’esigenza <strong>di</strong> un organismo rappresentativo, che utilizzando<br />
istituzioni, comunità, tecnici, enti pubblici e privati, abbia il titolo giuri<strong>di</strong>co,<br />
la capacità tecnica e la forza politica <strong>di</strong> impegnarsi a fondo in una programmazione.<br />
<strong>La</strong> Costituzione in<strong>di</strong>ca nell’Ente Regione l’organismo politico-amministrativo più<br />
qualificato. Ma la domanda ritorna: che cosa faremo noi fino a quando non si sarà<br />
creato l’Ente Regione e non saranno pronti i piani regionali?<br />
Se è vero che le province non possono e non debbono elaborare dei propri<br />
piani <strong>di</strong> sviluppo, è utile tuttavia che esse si preparino con le necessarie analisi e le<br />
necessarie ra<strong>di</strong>ografie a verificare le proprie insufficienze e ad in<strong>di</strong>care le proprie<br />
necessità, in vista delle programmazioni regionali.<br />
Per programmare bisogna conoscere.<br />
Se una politica <strong>di</strong> sviluppo implica e presuppone una serie <strong>di</strong> analisi e <strong>di</strong> ricerche,<br />
una elaborazione <strong>di</strong> dati e <strong>di</strong> progetti, una determinazione <strong>di</strong> valori e <strong>di</strong><br />
priorità, la provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> deve completare lo stu<strong>di</strong>o della propria realtà economico-sociale,<br />
deve migliorare le infrastrutture, deve promuovere e incoraggiare<br />
ogni iniziativa <strong>di</strong> sviluppo. Se fino al 1965 non è dato prevedere la possibilità <strong>di</strong><br />
industrie motrici o <strong>di</strong> investimenti-base (acciaierie, pozzi <strong>di</strong> petrolio, gran<strong>di</strong> invasi<br />
per raccolta <strong>di</strong> acque), dobbiamo per ora, da una <strong>parte</strong>, approfon<strong>di</strong>re gli stu<strong>di</strong> e,<br />
dall'altra, ricercare e sfruttare tutte le possibili occasioni <strong>di</strong> investimento industriale<br />
presenti nella struttura produttiva della Daunia. Quest'opera ci consentirà non solo<br />
<strong>di</strong> offrire le conclusioni <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o, ma anche <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care le concrete soluzioni<br />
dei nostri problemi provinciali, sia che essi siano destinati a inserirsi nel contesto<br />
delle programmazioni regionali, sia ad enuclearsi e a roteare nella maniera piú prossima<br />
e positiva possibile attorno all'asse comunitario Bari-Taranto.<br />
Quest'opera si è felicemente iniziata col piano regolatore del Nucleo Industriale<br />
<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
Se è vero che il piano interessa per ora il solo Capoluogo, è pur vero che esso<br />
ha esaminato la componente demografica, la struttura economica e le occasioni<br />
<strong>di</strong> sviluppo dell'intera provincia. Il Nucleo Industriale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> è destinato ad espandersi,<br />
a interessare in maniera <strong>di</strong>retta altri territori, a provocare altri poli « satelliti<br />
» <strong>di</strong> sviluppo, altre iniziative industriali <strong>di</strong> complemento.<br />
Occorre estendere il piano regolatore a tutto l'agro della Pro-<br />
67
vincia per coglierne organicamente tutti gli aspetti economici e sociali, per in<strong>di</strong>viduare<br />
tutte le occasioni <strong>di</strong> sviluppo agricolo, industriale e turistico, <strong>di</strong>stinguendo<br />
tempi e priorità, confrontando le esigenze tecniche con quelle piú profonde e sofferte,<br />
rappresentate dal mondo del bisogno e del lavoro.<br />
Dopo Bruxelles, ed in attesa dei piani regionali, questa opera bisogna che<br />
noi compiamo. Con ogni possibile urgenza. Seguendo la strada già intrapresa. Con<br />
gli strumenti tecnici e amministrativi che abbiamo a <strong>di</strong>sposizione. Senza demagogia.<br />
Con senso <strong>di</strong> concretezza e <strong>di</strong> responsabilità.<br />
GABRIELE CONSIGLIO<br />
__________<br />
Avv. GABRIELE CONSIGLIO, presidente dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
68
PER UN POLO INDUSTRIALE DI SVILUPPO<br />
NEL MEZZOGIORNO D'ITALIA<br />
Il 12 febbraio u. s, quaranta rappresentanti <strong>di</strong> Puglia e Lucania; accompagnati<br />
dal ministro Codacci - Pisanelli, presidente del Centro Stu<strong>di</strong> e Informazioni<br />
sulle Comunità Europee, si sono recati nel Belgio, per una serie <strong>di</strong><br />
incontri nell'ambito della C.E.C.A. e della C.E.E., al fine <strong>di</strong> creare un polo <strong>di</strong><br />
sviluppo industriale in quelle regioni.<br />
Della delegazione <strong>di</strong> Capitanata ha fatto <strong>parte</strong> anche l'avv. Gabriele<br />
Consiglio che, prima <strong>di</strong> lasciare <strong>Foggia</strong>, ha reso le seguenti <strong>di</strong>chiarazioni a « Il<br />
Popolo Dauno »:<br />
« Ho deciso <strong>di</strong> accompagnarmi con il mio assessore alle Pubbliche Relazioni,<br />
avv. Capobianco, in questa missione <strong>di</strong> lavoro a Bruxelles e a Lussemburgo,<br />
in rappresentanza dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, in considerazione<br />
dell'estremo interesse che il nostro ente può e deve esprimere in or<strong>di</strong>ne<br />
al problema dello sviluppo industriale della Capitanata.<br />
« Oggetto dell'incontro è esattamente questo: "Polo industriale <strong>di</strong> sviluppo<br />
nel Mezzogiorno d'Italia ". Posso <strong>di</strong>re che vi sarà una prima riunione <strong>di</strong><br />
lavoro presso l'Alta Autorità della CECA a Lussemburgo sui problemi della<br />
politica regionale <strong>di</strong> sviluppo. Ch'io sappia in questo primo contatto si <strong>di</strong>scuterà,<br />
particolarmente, del settore siderurgico e, allo stato, non ho idea <strong>di</strong> come<br />
la nostra provincia possa positivamente e concretamente inserirsi in un'organica<br />
visione regionale in questo settore. A Bruxelles, invece, fra gli altri<br />
contatti, è prevista una visita alla Banca Europea per gli investimenti, per <strong>di</strong>scutere<br />
la possibilità d'interventi della Banca stessa nel Mezzogiorno d'Italia.<br />
« Come si vede la nostra provincia non può rimanere assente <strong>di</strong> fronte<br />
ad iniziative a cosí alto livello. E' certo che, in vista dei piani regionali <strong>di</strong> sviluppo,<br />
non può prescindersi da tutto ciò che in fatto <strong>di</strong> programmazioni si va<br />
elaborando nell'ambito del MEC.<br />
« Personalmente sono contrario alla tendenza, che, purtroppo, va già<br />
manifestandosi, <strong>di</strong> impostare i piani <strong>di</strong> sviluppo in ambiti settoriali, comunali<br />
o provinciali, perché sono fermamente convinto che tali piani possano seriamente<br />
enuclearsi soltanto a livello regionale e per zone omogene. Tuttavia,<br />
inten<strong>di</strong>amoci bene, ciò non toglie che la Provincia non si preoccupi <strong>di</strong> affrontare<br />
tutti gli elementi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> indagini e <strong>di</strong> ricerche che intanto serviranno<br />
a dare a noi stessi un'esatta fotografia dell'economia della Daunia e che domani<br />
costituiranno il presupposto per la formulazione e la esecuzione dei<br />
piani regionali <strong>di</strong> sviluppo.<br />
« In proposito, posso aggiungere che la nostra provincia sta rapidamente<br />
accelerando i tempi tecnici ed amministrativi per la realizzazione del<br />
Nucleo <strong>di</strong> Sviluppo Industriale. Il che costituirà un primo e decisivo passo<br />
nella politica <strong>di</strong> sviluppo. Ma non vi è dubbio che non solo a <strong>Foggia</strong>, ma anche<br />
in altre zone della Capitanata, dovranno sorgere nuclei satelliti, onde estendere<br />
il processo <strong>di</strong> trasformazione industriale in maniera piú adeguata alle<br />
nostre esigenze, il che significa che dobbiamo proporci, sin da ora, una volta<br />
realizzato il nucleo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, l'obiettivo <strong>di</strong> ottenere anche per la Daunia il<br />
riconoscimento dell'e area industriale ».<br />
« Il problema è <strong>di</strong> scottante attualità e ci rende profondamente responsabile<br />
non soltanto <strong>di</strong> fronte al processo <strong>di</strong> trasformazione industriale, ma <strong>di</strong><br />
fronte all'aspetto assai piú vasto <strong>di</strong> tutto lo sviluppo economico e sociale della<br />
Daunia. Queste non sono conclusioni d'or<strong>di</strong>ne politico-amministrativo, ma<br />
esprimono la sintesi degli stu<strong>di</strong> e dei lavori rassegnati dai tecnici.<br />
« Parto per il Belgio con la piú viva speranza che in seno alla CECA ed<br />
alla CEE<br />
69
possiamo incontrare la migliore comprensione e solidarietà per le esigenze<br />
della nostra regione e <strong>di</strong> quella lucana ».<br />
Numerosi, ed alcuni rilevanti, sono stati gli interventi dei nostri corregionali.<br />
Per <strong>Foggia</strong>, hanno parlato il presidente dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong><br />
avv. Consiglio, il quale ha instistito sulla necessità <strong>di</strong> estendere a<br />
tutta la Capitanata la zona d'influenza del polo <strong>di</strong> sviluppo industriale; gli<br />
assessori comunali Giuffreda e Imbimbo; il commissario governativo del<br />
Consorzio <strong>di</strong> Bonifica, prof. Nobili, con il segretario generale prof. Curatolo,<br />
i <strong>di</strong>rigenti dott. Rotella e ing. Salvatori; l'assessore provinciale avv. Capobianco.<br />
Del gruppo barese hanno parlato il v. sindaco Formica; il provve<strong>di</strong>tore<br />
agli Stu<strong>di</strong> prof. Cassano sulla qualificazione tecnica e sul finanziamento<br />
alle scuole prefabbricate; l'assessore comunale Trisorio-Liuzzi sul finanziamento<br />
dei servizi pubblici municipalizzati attraverso la Banca Europea; il<br />
dott. Donatelli che ha trattato delle sovvenzioni all'e<strong>di</strong>lizia popolare; il dott.<br />
Primiano <strong>La</strong>sorsa, segretario generale della Camera <strong>di</strong> Commercio; il dott.<br />
Milella, <strong>di</strong>rettore delle Acciaierie Pugliesi e l'assessore provinciale avv. Ventura<br />
che ha posto vari quesiti in materia <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to industriale.<br />
Per il gruppo brin<strong>di</strong>sino, sono intervenuti il sindaco Bruno, l'avv.<br />
Palma v. presidente dell'Amministrazione provinciale, il dott. Montagna<br />
<strong>di</strong>rettore della Associazione Industriali ; l'avv. De Guido presidente del<br />
Consorzio del Porto.<br />
Di Taranto erano presenti il sindaco ing. Spallitta e il segretario generale<br />
dell'Amministrazione provinciale, prof. Guernieri, i quali sono intervenuti<br />
nella <strong>di</strong>scussione. Di leccesi, dopo la forzata rinunzia dell'avv. Vergine,<br />
soltanto il consigliere provinciale doti. Gorgone. Ma l'intero Salento è stato<br />
autorevolmente rappresentato dal ministro Codacci-Pisanelli, al quale ha<br />
rivolto parole <strong>di</strong> viva amicizia il sen. Caron, che ha anche lodato l'attività<br />
del « Centro stu<strong>di</strong> » <strong>di</strong> Bari e il <strong>di</strong>namismo del suo vice presidente Marrone.<br />
Questi ha preso la parola per ringraziare il presidente della B.E.I. prof.<br />
Formentini, al quale ha illustrato fra l'altro le varie inziative <strong>di</strong> collegamento<br />
tra la Puglia e le Comunità europee attualmente in preparazione al « Centro<br />
».<br />
Per il gruppo materano hanno parlato il presidente della Camera <strong>di</strong><br />
Commercio comm. Annunziata, che si è occupato dello sviluppo del « polo<br />
» in relazione agli impianti <strong>di</strong> Ferran<strong>di</strong>na, e il Consigliere provinciale D'Amelio.<br />
70
Nuove ricerche e documenti ine<strong>di</strong>ti<br />
per la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />
1. IL LIBRO ROSSO DELLA CITTÀ<br />
Il 28 aprile 1898, giorno triste per <strong>Foggia</strong>, una turba <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni affamati,<br />
spinta alla rivolta dal prezzo rincarato del pane, appiccava il fuoco al Palazzo <strong>di</strong><br />
Città, nell'antica Piazza Mercantile, provocando cosí, fra l'altro, la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong><br />
gran <strong>parte</strong> dello storico archivio civico 1.<br />
Oltre alle molte scritture originali, scomparve nell'incen<strong>di</strong>o anche il Libro<br />
degli Statuti della Città, detto comunemente il Libro Rosso. Anche <strong>Foggia</strong>,<br />
infatti, cosí come molte importanti Università pugliesi (Bari, Lecce, Trani, Barletta,<br />
Molfetta, Manfredonia e altre città della stessa Capitanata) non aveva trascurato<br />
la compilazione <strong>di</strong> quell'importante documento che era il Libro Rosso<br />
o magno, in cui erano trascritti, in forma ufficiale, i privilegi, i <strong>di</strong>plomi, gli statuti<br />
citta<strong>di</strong>ni ed, in generale, tutti gli atti emanati da principi e sovrani a favore<br />
della città, o prodotti dal consesso deliberativo della stessa 2.<br />
Anche <strong>Foggia</strong> era stata indotta a questa raccolta degli elementi normativi,<br />
su cui s'impiantava la vita comunale, dalle solite cause, e precisamente dal<br />
desiderio <strong>di</strong> evitare che gli originali piú importanti dell'archivio dell'Università,<br />
per la frequente consultazione, soffrissero un qualche deperimento, oppure<br />
potessero essere trafugati o scomparire irreparabilmente per altre cause 3, e dalla<br />
decisione <strong>di</strong> ovviare, una buona volta, alle <strong>di</strong>fficoltà d'interpretazione, che,<br />
col passare degli anni, gli originali presentavano fatalmente al lettore anche non<br />
sprovveduto.<br />
<strong>La</strong> maggior <strong>parte</strong> delle Università del Regno <strong>di</strong> Sicilia formò il<br />
71
proprio Libro Rosso tra la fine del secolo XV e la prima metà del secolo successivo,<br />
e l'Università foggiana non derogò a tali limiti temporali 4.<br />
Le fiamme del 1898, <strong>di</strong>struggendo anche il Libro Rosso <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, privarono<br />
i cultori della storia citta<strong>di</strong>na d'una importantissima fonte <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, ricca <strong>di</strong><br />
documenti e facile a consultarsi. Le scritture che lo componevano rimasero perfettamente<br />
ine<strong>di</strong>te, anche se soccorrevano a far conoscere il contenuto <strong>di</strong> alcune<br />
<strong>di</strong> esse le rare menzioni, spesso <strong>di</strong> seconda e <strong>di</strong> terza mano, che apparivano in<br />
qualche lavoro <strong>di</strong> storia locale 5.<br />
Oggi, però, è possibile allo stu<strong>di</strong>oso avere a <strong>di</strong>sposizione, in copia integrale<br />
almeno, <strong>parte</strong> degli atti che fecero scomparire gli avvenimenti dello scorcio del<br />
secolo passato.<br />
Nella <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> 6 è ottimamente conservato un<br />
grosso volume manoscritto, ricoperto in pergamena, ed intitolato « Capitoli e<br />
Statuti della Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ». E' formato da 380 fogli scritti e numerati, cui tengono<br />
<strong>di</strong>etro altri 19 fogli non muniti <strong>di</strong> numerazione (qualcuno <strong>di</strong> essi è bianco),<br />
nonché due esemplari <strong>di</strong> un manifesto a stampa, riguardante le cattedre <strong>di</strong> legge,<br />
filosofia e retorica stabilite in <strong>Foggia</strong> nel 1750 7.<br />
In verità, il titolo del volume <strong>di</strong>ce molto meno del suo contenuto: in esso,<br />
infatti, non appaiono solamente i capitoli e gli statuti citta<strong>di</strong>ni, ma anche, ed in<br />
gran numero, provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> vario genere, quali ban<strong>di</strong> e prammatiche viceregnali,<br />
provvisioni dei Governatori della Provincia <strong>di</strong> Capitanata e del Contado <strong>di</strong><br />
Molise, or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> autorità <strong>di</strong>verse, <strong>di</strong>chiarazioni comunali sui capitoli delle gabelle,<br />
suppliche ed istanze <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni e provve<strong>di</strong>menti relativi, ecc.<br />
Nel manoscritto sono riportati, in trascrizione completa e sino al f. 352 r.,<br />
l'uno dopo l'altro, sovente senza alcun segno <strong>di</strong> separazione (i c. d. « occhi » marginali<br />
sono pochi), moltissimi documenti interessanti l'Università <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e la<br />
sua vita nei secoli XIV-XVII: l'atto piú antico infatti rimonta al 1334, quello piú<br />
recente è del 1645. Un solo documento vi appare in originale, ed è una lettera in<br />
spagnolo dell'imperatore Carlo V, datata da Pavia il 12 giugno 1543, scritta ai<br />
governati <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, quale testimonianza <strong>di</strong> stima affettuosa 8.<br />
<strong>La</strong> fonte su cui è stata esemplata la <strong>parte</strong> piú importante del manoscritto fu, senza<br />
dubbio, il Libro Rosso citta<strong>di</strong>no. Di questo, ormai perduto per sempre, il manoscritto<br />
può fare degnamente le veci, per l'abbondanza e l'interesse dei documenti<br />
che racchiude e per l'esattezza ed atten<strong>di</strong>bilità della copia, qualche errore<br />
della quale è patentemente imputabile ai <strong>di</strong>fetti usuali delle trascrizioni eseguite<br />
sotto det-<br />
72
O M I S S I S<br />
Parte 1, pag. 105 - Nel prospetto dei Parlamentari, nati o residenti in Provincia <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong>, va compreso il nome della on. Bal<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Vittorio in Berti dei P.C.I. che,<br />
nata in Cerignola, ha <strong>di</strong>ritto a figurare in questa prima presentazione. Di tutti gli<br />
eletti il 28 aprile nella circoscrizione Bari-<strong>Foggia</strong> forniremo nel p.f. fascicolo i dati<br />
biografici e, <strong>di</strong> quelli tra essi che hanno risposto alla nostra preghiera, <strong>di</strong>chiarazioni<br />
programmatiche e ritratti.<br />
Parte 1, pag. 72, dopo l'ultimo rigo: tura. Altra fonte dovette essere il « Libro delle<br />
Capitolazioni e rego-
BRUXELLES – Parla il Presidente dell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata
lamenti della Città »: questa mia ipotesi si enuclea dalla considerazione che<br />
le copie ufficiali dei capitoli sulle gabelle citta<strong>di</strong>ne della farina e del pane<br />
grosso, che appaiono in alcune scritture della Dogana delle Pecore, risultano<br />
derivate dal Libro delle Capitolazioni e Regolamenti, e mai dal Libro<br />
Rosso, da cui, invece, sono sempre ricavate le copie dei capitoli delle altre<br />
gabelle 9.<br />
Ai ff. 352 t.-353 r. del manoscritto possono leggersi notizie <strong>di</strong> fatti<br />
del 1675 e del 1676, come la numerazione dei fuochi al tempo del mastrogiurato<br />
Domenico Stango e la lite per i cuscini <strong>di</strong> velluto verde del bancone<br />
della Chiesa Madre 10; seguono poi (ff. 354 r.-359 r.) i capitoli <strong>di</strong> fondazione<br />
del Sacro Monte della Pietà <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> del 26 aprile 1588, approvati<br />
con regio assenso, essendo Viceré Giovanni Zunica, Conte <strong>di</strong> Miranda<br />
11, ed altre <strong>di</strong>sposizioni del gennaio 1663 <strong>di</strong> Gaspare de Bracamonte, Conte<br />
<strong>di</strong> Peñaranda, sullo stesso istituto; al f. 360 r. comincia la copia dei decreti<br />
del Reggente d'Andrea per la causa vertente nel 1706 fra il popolo ed<br />
i Reggimentari <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
Nelle pagine seguenti sono menzionati alcuni notevoli avvenimenti<br />
citta<strong>di</strong>ni del sec. XVIII: erezione delle tre cattedre; nomina del governo<br />
del 1738-1739; risoluzione della lite per l’ius elettivo fra il Vescovo <strong>di</strong><br />
Troia ed il Capitolo foggiano nel 1771; morte <strong>di</strong> Monsignor De Simone,<br />
presule troiano, e successione in persona <strong>di</strong> Monsignor G. Giacomo Onorati.<br />
Alcune altre pagine (ff. 397 r.-399 t.) presentano brani desunti da<br />
Golzio e da Cluerio, e riguardanti l'antica città <strong>di</strong> Arpi, da cui si vuole abbia<br />
tratto le prime origini <strong>Foggia</strong>.<br />
Gli atti trascritti in « Capitoli e Statuti della Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> » concernono<br />
le piú svariate materie e sono offerti senza molto rispetto <strong>di</strong> una<br />
rigorosa successione cronologica. Lumeggiando vicende poco o affatto<br />
note, e personaggi da tempo <strong>di</strong>menticati, sono essenziali allo scopo della<br />
definizione <strong>di</strong> un quadro della vita foggiana dal Trecento al Settecento.<br />
Certo, i piú interessanti della ricca teoria <strong>di</strong> documenti del manoscritto<br />
sono quegli atti che furono fondamentali per <strong>Foggia</strong>, quali i Capitoli<br />
<strong>di</strong> Re Federico del 1499, le grazie e franchigie concesse da Consalvo<br />
Ferrante, primo Viceré del Regno, nel 1504, quelle <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando il Cattolico<br />
del 1507, i privilegi <strong>di</strong> Carlo V del 1533, e quelli <strong>di</strong> Pietro <strong>di</strong> Toledo,<br />
marchese <strong>di</strong> Villafranca, del 1538, le concessioni dello stesso Toledo del<br />
1541, le provvisioni del Reggente Villanova del 1559, ed infine, i vari capitoli<br />
sui dazi, che illustrano utilmente la <strong>parte</strong> economica dell'Università.<br />
Ma rilievo <strong>di</strong> certo non minore assumono molti altri che pure esso contiene:<br />
si vedano, ad esempio, i capitoli<br />
73
sulla Fiera (1551), i documenti sui censi della città (1548) e sul suo <strong>di</strong>stretto<br />
(1534), il bando del Viceré Duca d'Alcalà sul danaro alla voce per grano<br />
(1560), e quello sul prezzo dei cereali in vari luoghi <strong>di</strong> Puglia (1560), i molti<br />
provve<strong>di</strong>menti in tema <strong>di</strong> gabelle, le scritture riguardanti la Dogana delle Pecore<br />
(dall'or<strong>di</strong>ne per il Doganiero <strong>di</strong> far residenza in <strong>Foggia</strong> agli atti sulla<br />
competenza giuris<strong>di</strong>zionale fra l'u<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> Dogana ed il Capitano della Città,<br />
sulla esenzione dai dazi civici e sui vari altri privilegi goduti dai locati), le<br />
franchigie degli ecclesiastici (1548), le reali cacce in Capitanata (1544) la riforma<br />
dei vestiti (1552), ecc. ecc. Un posto a sé occupa, per la sua interessante,<br />
pittorica vivezza, la « Discrittione <strong>di</strong> quanto deve fare il Mastro Giurato, e<br />
suoi compagni nell'anno del suo governo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> », <strong>di</strong>sgraziatamente incompleta.<br />
Ovviamente, non è possibile in<strong>di</strong>care tutti gli atti che sono nel volume,<br />
ma ciò che si è scritto finora è sufficiente a dare un'idea, sia pure approssimativa,<br />
<strong>di</strong> quanto vario e prezioso sia il suo materiale, peraltro ine<strong>di</strong>to 12.<br />
Ma a chi si deve la raccolta <strong>di</strong> tanti documenti relativi a <strong>Foggia</strong>? E' opportuno<br />
precisare subito che il manoscritto non è opera <strong>di</strong> una sola persona.<br />
Esso presenta, infatti, <strong>di</strong>verse mani (sei, per l'esattezza), che, quasi tutte, anche<br />
dopo il piú accurato esame, continuano a conservare il completo anonimato.<br />
Una <strong>di</strong> esse tende a <strong>di</strong>fferenziarsi dalle altre solo in virtú <strong>di</strong> una sigla,<br />
G. P., che, incorporata in un ghirigoro conclusivo, pone termine ad una <strong>parte</strong><br />
della copia, ma niente <strong>di</strong> piú.<br />
Un'altra invece, ap<strong>parte</strong>nne, <strong>di</strong> certo, al giurista foggiano Saverio Celentano<br />
13, ed è precisamente quella che ci fornisce, tra l'altro, alcune interessanti<br />
notizie sulle tre cattedre istituite nel XVIII secolo.<br />
Questa attribuzione <strong>di</strong> <strong>parte</strong> del manoscritto, imposta dal raffronto<br />
con pagine autografe del Celentano, è convalidata anche dal fatto che il volume<br />
« Capitoli e Statuti », assieme a vari altri, pervenne alla <strong>Biblioteca</strong> Comunale,<br />
e da questa alla <strong>Provinciale</strong>, me<strong>di</strong>ante una donazione, effettuata dai<br />
<strong>di</strong>scendenti dell'illustre giurista.<br />
Benedetto Biagi, che ebbe occasione, molti anni fa, <strong>di</strong> esaminare i vari<br />
manoscritti della donazione, e li elencò e descrisse in un suo lavoro 14, è convinto<br />
che il volume « Capitoli e Statuti della città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> », che cita, d'altronde,<br />
sempre in una forma piú ridotta, sia tutto opera del Celentano 15. Ma<br />
una tale opinione, cui forse si giunse a causa <strong>di</strong> una troppo superficiale indagine<br />
sulle varie calligrafie, che<br />
74
pure chiaramente compaiono nel manoscritto, è da considerare erronea.<br />
L'apporto del Celentano alla composizione del volume fu molto limitato,<br />
e si concretizzò non nella trascrizione <strong>di</strong> documenti, ma nella semplice<br />
annotazione <strong>di</strong> alcuni fatti citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> un certo interesse. A questa conclusione<br />
spinge necessariamente un particolareggiato esame del volume.<br />
Il Biagi, già influenzato dalla provenienza della donazione alla <strong>Biblioteca</strong>,<br />
credeva <strong>di</strong> trovar conferma alla sua idea <strong>di</strong> attribuire al Celentano<br />
la paternità del manoscritto in un appunto esistente nella prima pagina<br />
dello stesso, che <strong>di</strong>ce testualmente: « Addí 7 febbraio 1727, essendo io<br />
Capo eletto si è celebrata la Santa Messa del Canonico Lignelli nel nuovo<br />
Capo Altare <strong>di</strong> marmo della Chiesa Madre, con mia consolazione medesima.<br />
Detto Capo Altare fu trattato da me tre anni sono che fui pure Capo<br />
eletto e per grazia del Signore e nostri Santi Protettori Guglielmo e Pellegrino<br />
l'ho veduto compito, confidando nell'aiuto de' predetti Santi <strong>di</strong> vedere<br />
altra opera in Chiesa ».<br />
E su questo appunto anonimo, che il Biagi, invece, ricostruendo un<br />
profilo biografico dell'illustre foggiano, accre<strong>di</strong>tava con eccessiva sicurezza,<br />
si basava sostanzialmente per affermare che il Celentano « nel 1724<br />
ricopre la carica <strong>di</strong> Capo eletto, poi ritorna ad avere la stessa carica nel<br />
1727 » 16.<br />
Affermazione che, è facile <strong>di</strong>mostrarlo, rappresentava una grossa<br />
svista in cui egli, stranamente, incorreva.<br />
E' vero che Saverio Celentano, <strong>di</strong> antica famiglia, esplicò una considerevole<br />
attività pubblica nella sua città. Fu, infatti, Reggimentario per<br />
lunghi anni e nel 1728-1729 lo troviamo percettore dell'Università. Nel<br />
1731, dopo il funesto terremoto che stese al suolo <strong>Foggia</strong>, viene prescelto,<br />
assieme a Niccolò Tortorelli, per designare una sede idonea per le sacre<br />
funzioni e la custo<strong>di</strong>a della Sacra Iconavetere 17. Qualche anno dopo, nel<br />
1738-1739 fa <strong>parte</strong> nuovamente del governo citta<strong>di</strong>no in qualità <strong>di</strong> eletto,<br />
lo <strong>di</strong>viene ancora nel 1744-1745, e, come esattamente asseriva anche il<br />
Biagi, nel 1749-1750 egli è il mastrogiurato della città. In seguito resta<br />
sempre alla ribalta della vita pubblica foggiana nel 1750 è uno degli esaminatori,<br />
con <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto, agli esami per le tre cattedre; nel 1751, con<br />
Giuseppe Manna, è deputato per le spese dei festeggiamenti per la nascita<br />
del Principe Fer<strong>di</strong>nando; nel 1752 viene scelto con Fabrizio Tafuri per<br />
acquistare un busto d'argento per le statue lignee dei Santi protettori Guglielmo<br />
e Pellegrino 18, e l'anno dopo, infine, è uno dei governatori della<br />
Cappella della Santissima Iconavetere.<br />
Ma nel 1724 e nel 1727 non ebbe nessuna carica <strong>di</strong> governo: l'an-<br />
75
notazione del manoscritto non può, quin<strong>di</strong>, essere sua, e l'asserzione del Biagi<br />
risulta infondata.<br />
Chi ebbe, allora, l'idea <strong>di</strong> far riportare in un volume i documenti del Libro<br />
Rosso, e, pertanto, chi può considerarsi, in un certo senso, Fautore del<br />
manoscritto della <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong>? Secondo me, esso fu redatto per iniziativa<br />
<strong>di</strong> un altro foggiano, del dottore in giurisprudenza Saverio Coda 19, e si<br />
può ipotizzare che egli, Reggimentario dell'Università, abbia fatto eseguire il<br />
lavoro <strong>di</strong> copia, reputando utile avere sotto mano i documenti piú importanti<br />
dell'Archivio Comunale, al tempo in cui <strong>parte</strong>cipava attivamente alle vicende<br />
pubbliche della sua città.<br />
Certo è, però, che a lui si deve la notizia della prima pagina del manoscritto.<br />
A <strong>parte</strong>, infatti, ogni considerazione <strong>di</strong> carattere calligrafico, che anche<br />
conferma ciò che <strong>di</strong>co, il Capo eletto dell'Università <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> nel 1724 e nel<br />
1727 fu Saverio Coda, che già negli anni precedenti aveva ricoperto la medesima<br />
carica, ed era stato anche mastrogiurato.<br />
Egli curò la trascrizione dal Libro Rosso avvalendosi, con ogni probabilità,<br />
<strong>di</strong> amanuensi del suo stu<strong>di</strong>o legale, o anche <strong>di</strong> qualche notaio. Poi, non so<br />
quando, né per qual motivo (forse dopo che il Coda ebbe rinunziato alla piazza<br />
nel Reggimento), il manoscritto, che doveva aver assunto, grosso modo, la sua<br />
struttura attuale, ma in cui erano pagine bianche per rendere possibili nuove<br />
aggiunte e consentire eventuali inserimenti, passò nelle mani del Celentano, che<br />
nel 1738 ne appare, senza dubbio, il possessore.<br />
Quest'ultimo si contentò <strong>di</strong> arricchirlo con notizie <strong>di</strong> storia locale (ff.<br />
393 t.-396 r.; f. 400 t. e 401 t.), considerandole degne <strong>di</strong> comparire insieme ai<br />
documenti piú importanti per <strong>Foggia</strong>, e lo stesso criterio, parzialmente almeno,<br />
seguí colui che, dopo la morte del Celentano, avvenuta nel 1760, si preoccupò<br />
<strong>di</strong> dotare il manoscritto <strong>di</strong> annotazioni per gli anni successivi a quella data, sino<br />
al 1777.<br />
PASQUALE DI CICCO<br />
__________<br />
Dott. PASQUALE Di Cicco, <strong>di</strong>rettore dell'Archivio <strong>di</strong> Stato in <strong>Foggia</strong>.<br />
(Nel p. f. fascicolo n. 5-6 pubblicheremo la seconda <strong>parte</strong> (Il governo ed il reggimento<br />
della Università nei secoli XV-XIX) <strong>di</strong> questo originale contributo del dott. Di Cicco alla storia<br />
del nostro <strong>di</strong>ritto pubblico. I documenti da lui stu<strong>di</strong>ati e trascritti appariranno in volume, per le sue<br />
stesse cure).<br />
76
N O T E<br />
1 CARLO VILLANI, <strong>Foggia</strong> nella storia, <strong>Foggia</strong>, 1930, pp. 290-291;<br />
ROMOLO CAGGESE, <strong>Foggia</strong> e la Capitanata, Bergamo, 1910, pp. 70-73.<br />
2 Qualche notizia sul Libro Rosso esistente nell'Archivio comunale <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong> è fornita da una scrittura conservata nel locale Archivio <strong>di</strong> Stato. In essa<br />
(A.S.F., Dogana, serie II, fascio n. 957, incarto n. 19744) si legge che, a seguito<br />
<strong>di</strong> deliberazione del Consiglio citta<strong>di</strong>no del 30 maggio 1738, i governanti Michele<br />
Coda e Paolo Brayda incaricarono Andrea Ioele <strong>di</strong> copiare tutto il Libro<br />
Rosso « nel quale sono descritti e notati tutti li privilegi, grazie, capitoli, immunità,<br />
ed altro, ecc., concessi da retro Re, consistentino in fogli quattrocento...<br />
per essere molto lacero, appena regibile, <strong>di</strong> carattere antico, e quasi invisibile... »<br />
ed in cui sono le « gabelle <strong>di</strong> questa Città senza veruno or<strong>di</strong>ne e regola e molte<br />
cose <strong>di</strong> buonissime notizie alla rinfusa, tutte confacentino per l'affari universali...<br />
».<br />
<strong>La</strong> trascrizione, che impegnò l'Ioele per molti mesi, e fu terminata nello<br />
stesso anno 1738, risultò <strong>di</strong> 239 fogli « <strong>di</strong> mano posata, senza abbreviature », e<br />
fu corredata <strong>di</strong> due repertori, «uno che chiama lo che sta in detto originale, e<br />
l'altro ciò che vi è in essa copia, con li loro folii, respettivi capi, e natura <strong>di</strong> cose<br />
ascritte in quelli ».<br />
L'Ioele era uno scritturale dell'Università (cfr.: A.S.F., Dogana, serie V,<br />
fascio n. 133, inc. n. 6151).<br />
3 <strong>La</strong> cosa avveniva meno raramente <strong>di</strong> quanto si potrebbe pensare. Le<br />
scritture scomparivano spesso dall'Archivio comunale foggiano, sprovvisto <strong>di</strong><br />
inventario ancora nei primi anni del XVIII secolo. Nel 1705, l'Archivario dell'Università<br />
Clau<strong>di</strong>o Pisani, ritenuto responsabile dell'involamento <strong>di</strong> alcuni atti,<br />
si vide togliere le chiavi del suo ufficio, per or<strong>di</strong>ne del Presidente Governatore<br />
della Dogana, Francesco Milano. Sempre per volere del Milano, il governo del<br />
tempo, capeggiato dal Cuoci, commise al notaio Nicola Cavalluccio il compito<br />
<strong>di</strong> inventariare, a spese dell'Università, tutte le carte dell'Archivio (A.S.F., Dogana,<br />
serie V, fascio n, 130, inc. n. 6017).<br />
4 <strong>La</strong> compilazione del Libro Rosso foggiano, o, per <strong>di</strong>r meglio, il suo inizio,<br />
si ebbe al tempo in cui la città fu retta da Prospero della Bastia, che ne <strong>di</strong>venne<br />
mastrogiurato varie volte. All'interessamento <strong>di</strong> questo benemerito si<br />
dovette un « conservatorio » <strong>di</strong> capitoli, privilegi e grazie, concesse all'Università,<br />
composto nel 1537, nonché il recupero <strong>di</strong> molte scritture comunali <strong>di</strong>sperse<br />
durante le guerre. Ebbene, questo « conservatorio » era rappresentato da un «<br />
quodam libro magno, vulgo votato Libro Rosso huius magnificae Universitatis<br />
<strong>Foggia</strong>e » (A.S.F., Dogana, serie II, fascio n. 115, inc. n. 3031).<br />
5 FERDINANDO VILLANI, <strong>La</strong> nuova Arpi - Cenni storici e biografici riguardanti<br />
la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, Salerno, 1876; CARLO VILLANI, op. cit.<br />
6 Rivolgo un vivo ringraziamento a Mario Simone, promotore della nuova<br />
e<strong>di</strong>toria dauna, il quale mi ha segnalato il manoscritto e invitato a stu<strong>di</strong>arlo e<br />
descriverlo, e inoltre al prof. Angelo Celuzza, <strong>di</strong>rettore della <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong>,<br />
per le molte cortesie usatemi durante il mio lavoro.<br />
7 <strong>La</strong> città ebbe il regio assenso per l'erezione delle tre cattedre nel 1744,<br />
ma gli esami dei concorrenti si tennero soltanto sei anni dopo, ed esse cominciarono<br />
a funzionare nel 1751. Oltre alle notizie che possono attingersi dal manoscritto,<br />
si veda anche: A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 132, inc. n. 6104, in<br />
cui sono dati interessanti sull'argomento e le copie delle tesi svolte dai can<strong>di</strong>dati.<br />
8 Essa è riportata in varie opere a stampa, in originale o in traduzione.<br />
Cfr.:<br />
77
Difesa per la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e per le famiglie nobili della medesima da riconoscersi per S.E.,<br />
e suo Regio Collaterale Conseglio, s.l., s.d (ma datata: Napoli, 15 giugno 1728), pp.<br />
8-9; CASIMIRO PERIFANO, Cenni storici sulla origine <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, <strong>Foggia</strong>, 1831,<br />
pp. 113-14; FERDINANDO VILLANI, op. cit., p. 88; CARLO VILLANI,<br />
op. cit., p. 82; MICHELE PAPA, Economia ed economisti <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, <strong>Foggia</strong>, 1933,<br />
pp. 103-104.<br />
9 Cfr. A.S.F., Dogana, serie I, fascio n. 306, inc. n. 10967; serie II, fasci<br />
nn. 115 e 960, incc. 3031 e 19840; serie V, fascio n. 128, inc. n. 5990.<br />
10 Secondo il computo del 1675, <strong>Foggia</strong> aveva 1000 fuochi, mentre la<br />
precedente numerazione del 1669 aveva dato un risultato <strong>di</strong> 1185. I dati del<br />
censimento del 1669, presenti nel manoscritto, trovano esatto riscontro in:<br />
LORENZO GIUSTINIANI, Dizionario geografico ragionato del Regno <strong>di</strong> Napoli,<br />
voll. 10, Napoli, 1797, vol. IV, p. 302. Quanto alla famosa lite per i cuscini della<br />
Chiesa Madre fra citta<strong>di</strong>ni e governo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, si veda: A.S.F., Dogana, serie V,<br />
fascio n. 83, inc. n. 5389.<br />
11 Questo Monte, il primo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ed uno dei primi del Regno (PA-<br />
PA, op. cit., p. 110), sorse per iniziativa <strong>di</strong> Rosa del Vento, con un capitale <strong>di</strong><br />
6000 ducati. Ad esso, nel 1797, ad opera del marchese Giovambattista Filiasi, si<br />
unirono altri monti citta<strong>di</strong>ni, fondati in epoche <strong>di</strong>verse. Sull'istituto: A.S.F., Dogana,<br />
serie II, fascio n. 955, inc. n. 1968 (elenco dei governatori del Monte dal<br />
1587, anno in cui morí la del Vento, al 1706); fascio n. 118, inc. n. 3079; ib., inc.<br />
n. 3089 (capitoli <strong>di</strong> fondazione); TOMMASO PERIFANO, Madonna Rosa del<br />
Vento - Cronaca del secolo XVI, Napoli, 1874.<br />
12 Si prescinde dal considerare la lettera <strong>di</strong> Carlo V, ed alcuni documenti<br />
del manoscritto <strong>di</strong> carattere generale, quali le prammatiche, che appaiono in<br />
note raccolte.<br />
13 Nato da Tommaso e da Anna Talento il 15 novembre 169'8 e morto il<br />
26 maggio 1760, fu dottore in utroque ed esperto latinista. Dati piú <strong>di</strong>ffusi sono<br />
in: F. VILLANI, op. cit., pp. 107 e 261; CARLO VILLANI, Daunia inclita -<br />
Memorie storico-biografiche, Napoli, 1890, p. 20; IDEM, Scrittori ed artisti pugliesi,<br />
Trani, 1904, p. 235; BENEDETTO BIAGI, Saverio Celentano e le sue opere, in<br />
GEROLAMO CALVANESE, Memorie per la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, a cura <strong>di</strong> B. B.,<br />
<strong>Foggia</strong>, 1931, pp. 51-60.<br />
14 BIAGI, op. cit., pp. 54.60.<br />
15 IBIDEM, p. 55. Per il BIAGI, dei manoscritti componenti la donazione,<br />
il solo Memorie per la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> è parzialmente <strong>di</strong> Saverio Celentano.<br />
16 Ibidem, p. 53.<br />
17 FRANCESCO TARGIANI - TOMMASO PERIFANO, Documenti<br />
per la fedelissima città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, Napoli, 1843, pp. 7-9.<br />
18 A.S.F., Dogana, serie II, fascio n. 261, inc. n. 6118.<br />
19 Il Coda, figlio <strong>di</strong> Ignazio e <strong>di</strong> Anna Corigliano, nacque a <strong>Foggia</strong> nel<br />
1689. Ancora minore, occupò la piazza <strong>di</strong> Reggimentario, che era stata già del<br />
padre, il quale varie volte fece <strong>parte</strong> del governo e nel 1685-1686 fu mastrogiurato.<br />
Si laureò a Napoli il 22 agosto 1710 e tre anni dopo, per la prima volta, fu<br />
uno degli attuali del governo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. Nel novembre del 1727, forse perché<br />
<strong>di</strong>sgustato dalle <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e citta<strong>di</strong>ne, rinunziò, con il consenso del Collaterale, al<br />
posto nel Consiglio: il VII del I ceto. Esercitò l'avvocatura presso il Tribunale<br />
della Dogana, come già suo zio Ottavio, poi <strong>di</strong>venuto sacerdote, ed il nonno<br />
Marcantonio, noto autore <strong>di</strong> un Breve <strong>di</strong>scorso, ecc. sulla Dogana. <strong>La</strong> famiglia Coda,<br />
<strong>di</strong> nobile lignaggio, originario della Francia, si estinse agli inizi del secolo<br />
scorso. (A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 131, inc. n. 6044; Difesa per la Città <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong>, ecc. pp. 18-27; C. VILLANI, <strong>Foggia</strong> nella storia, p. 99).<br />
78
Importanza archeologica della Daunia<br />
e sue esigenze pratiche<br />
Che la terra dauna, e in particolare il Gargano e il Subappennino, siano<br />
tra le zone archeologicamente più importanti d'Italia, proprio per la sovrapposizione<br />
<strong>di</strong> varie civiltà - preistorica, in<strong>di</strong>gena, greca, romana ecc. -, è stato più<br />
volte detto e i loro abitatori lo sanno bene, tanto che molti <strong>di</strong> essi sperano che<br />
in un improvviso rifiorire <strong>di</strong> scavi archeologici, le città antiche, gli antichi monumenti,<br />
che sono numerosi, si possano scoprire in breve volgere <strong>di</strong> tempo,<br />
attirando col loro interesse migliaia <strong>di</strong> turisti, e portando quin<strong>di</strong> in questo campo<br />
benefici anche economici.<br />
Credo <strong>di</strong> aver parlato vent'anni or sono, tra i primi, se non per primo, <strong>di</strong><br />
turismo archeologico. In un convegno turistico che si è tenuto a <strong>Foggia</strong>, se ben<br />
ricordo, nel 1954 o 1956, in cui, naturalmente, si parlava <strong>di</strong> alberghi, <strong>di</strong> organizzazione<br />
<strong>di</strong> viaggi ecc. - tutte cose, del resto, bellissime e necessarie, anzi in<strong>di</strong>spensabili<br />
- presi la parola per <strong>di</strong>re che avevo sentito <strong>di</strong>ssertare tanto <strong>di</strong> mezzi<br />
turistici, ma non avevo sentito parlare <strong>di</strong> quello che del turismo italiano è la<br />
materia prima essenziale: il suo patrimonio archeologico e artistico; e osservai<br />
che noi italiani, oltre che non curarci <strong>di</strong> questo patrimonio, lo stiamo allegramente<br />
<strong>di</strong>struggendo. E' per questo che su autorevoli giornali inglesi si è scritto:<br />
affrettatevi a visitare l'Italia finchè siete in tempo, prima che la smania <strong>di</strong> rinnovamento<br />
non abbia <strong>di</strong>strutto i suoi tesori d'arte e i suoi paesaggi.<br />
Ma torniamo alla provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. <strong>La</strong> provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> è archeologicamente<br />
importante, e la provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, sono io il primo a <strong>di</strong>rlo, è stata<br />
talvolta trascurata, <strong>di</strong>ciamolo francamente, dalla Soprintendenza. Proprio per<br />
ovviare a questo inconveniente, da tempo in Capitanata si auspica una sezione<br />
del mio Ufficio. Il voto risale al I Convegno organizzato nel<br />
79
1955 dalla benemerita Società Dauna <strong>di</strong> Cultura, per la protezione e valorizzazione<br />
del patrimonio storico-artistico-archeologico della Capitanata, e fu rinnovato<br />
l'anno scorso a Manfredonia, in occasione del III Convegno in cui il Direttore<br />
Generale alle Antichità e Belle Arti, prof. Molajoli, <strong>di</strong>sse che questo<br />
problema era alla sua attenzione.<br />
NUOVI MEZZI DI RICERCA<br />
Ma è <strong>di</strong>fficile trovare le persone adatte. In Italia gli archeologi sono pochi,<br />
perchè i giovani preferiscono in genere altre carriere, e si sud<strong>di</strong>vidono come<br />
meglio possono. D'altra <strong>parte</strong>, per poter scavare e capire quello che si scava,<br />
ci vogliono quattro anni <strong>di</strong> università, almeno tre <strong>di</strong> specializzazione, e, più<br />
importante della specializzazione, alcuni anni <strong>di</strong> esperienza pratica presso una<br />
Soprintendenza. Sapete quanti sono in Italia gli archeologi in grado <strong>di</strong> eseguire<br />
uno scavo razionalmente? non più <strong>di</strong> una sessantina circa, nemmeno uno per<br />
provincia, e molti sono impegnati in missioni all'estero. Aggiungiamoci una<br />
ventina <strong>di</strong> assistenti, che per la loro lunga esperienza sanno molte volte scavare<br />
come un archeologo, ma hanno sempre bisogno <strong>di</strong> avere il controllo dell'archeologo.<br />
Le provincie, gli enti che abbiano interesse ad avere qualche archeologo<br />
(i trasferimenti d'obbligo ci possono essere, ma danno pessimi risultati) bisogna<br />
che se li formino, che se li curino, che <strong>di</strong>ano loro le possibilità economiche e le<br />
possibilità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, che essi avrebbero altrove; altrimenti continueranno ad<br />
acentrarsi dove possono continuare brillantemente le loro carriere.<br />
Ma non si deve credere che il compito delle Soprintendenze alle Antichità<br />
sia soltanto quello <strong>di</strong> scavare: esse debbono anche conservare il nostro patrimonio<br />
archeologico, impe<strong>di</strong>re cioè manomissioni, scavi irrazionali, sempre più<br />
dannosi che utili, tener conto <strong>di</strong> tutti i rinvenimenti, anche <strong>di</strong> quelli che, al<br />
momento, possono parere meno importanti: ognuno <strong>di</strong> essi è una pietruzza, è<br />
un tasello del grande mosaico che costituisce lo stu<strong>di</strong>o delle nostre antichità e<br />
che, ahimè, è ancora tanto lacunoso. Per questo, in molti comuni abbiamo ispettori<br />
onorari, degnissime persone, che godono la estimazione dei loro concitta<strong>di</strong>ni,<br />
che insieme ai Sindaci e alle autorità <strong>di</strong> polizia e ai carabinieri, avrebbero<br />
appunto il compito <strong>di</strong> segnalare alle Soprintendenze tutto quello che si<br />
trova fortuitamente nella loro zona, tutte le iniziative che vengono prese in<br />
campo archeologico, perchè le competenti Soprintendenze, sentito, se del caso,<br />
il superiore Ministero, possano prendere le loro decisioni al riguardo, possano<br />
intervenire in quest'opera <strong>di</strong> conservazione, oltre che <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, del nostro patrimonio<br />
archeologico. Dico « avrebbero » volutamente, perchè quanti <strong>di</strong> loro<br />
lo fanno? E<br />
80
allora il povero Soprintendente come fa a sapere che nel terreno del signor<br />
Rossi si sono scoperte delle tombe, che in quello del signor Ver<strong>di</strong> si è trovato<br />
un tesoretto monetale, che in quello del signor Bianchi è venuto alla luce un<br />
tratto <strong>di</strong> muro antico?<br />
Altro argomento doloroso è quello degli scavi. Molte volte, troppe volte,<br />
qui si sbaglia per troppo amore. A un certo punto un ente, un privato, un comune,<br />
pensa, per quelle ragioni economico-turistiche cui si è accennato, che è<br />
bene scavare comunque, purchè si scavi - magari per attirare, come si <strong>di</strong>ce, l'interesse<br />
dell'autorità competente - e allora succedono i guai più grossi. <strong>La</strong> Puglia,<br />
e la provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, sono state, nel campo degli scavi male organizzati, ai<br />
primi posti in Italia: i famigerati cantieri <strong>di</strong> lavoro sono ricordati ancora in pubblicazioni<br />
archeologiche con raccapriccio; dati fondamentali sono andati perduti,<br />
molti oggetti archeologici <strong>di</strong> alto interesse sono andati <strong>di</strong>spersi.<br />
RESPONSABILITA' DEGLI SCAVATOR I<br />
Ma, a proposito degli scavi archeologici in generale, perchè non sembri<br />
che queste possano essere le mie idee personali, vorrei ripetere le parole <strong>di</strong> alcuni<br />
tra i nostri maggiori archeologi.<br />
Nel maggio dell'anno scorso si è tenuto a Venezia un convegno archeologico<br />
(credo ne abbia accennato a suo tempo anche il prof. Molajoli a Manfredonia).<br />
L'occasione era data dalla scoperta <strong>di</strong> recenti mezzi <strong>di</strong> ricerche (prospezioni<br />
geofisiche, occhio <strong>di</strong> Minosse, magnetometro a protoni, ecc.) che costituiscono<br />
un indubbio prezioso ausilio dell'archeologia - e su questo tutti quanti<br />
siamo ovviamente d'accordo - ma che, secondo l'inten<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> alcuni scienziati,<br />
avrebbero permesso in determinate circostanze <strong>di</strong> accelerare in Italia gli<br />
scavi archeologici. Ebbene, la reazione unanime degli archeologi ad un acceleramento<br />
degli scavi italiani è stata, concordemente, negativa, per le ragioni che<br />
sono nelle stesse parole che vi riporterò. Il prof. <strong>La</strong>mboglia, <strong>di</strong>rettore dell'Istituto<br />
internazionale <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> liguri, ha scritto sull'argomento un promemoria <strong>di</strong><br />
una ventina <strong>di</strong> pagine. Il prof. R. Bianchi Ban<strong>di</strong>nelli, or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Archeologia e<br />
Storia dell'arte all'Università <strong>di</strong> Roma, ha così telegrafato: « Presenti con<strong>di</strong>zioni<br />
richiesta accelerare rinvenimento valori archeologici equivale votarli <strong>di</strong>struzione<br />
e accrescere dannosa opera saccheggiatori autorizzati e no; significa indulgere<br />
smanioso attivismo nettamente contrario serietà stu<strong>di</strong> e favorire sostituzione<br />
non <strong>di</strong>sinteressata <strong>di</strong> privati a in<strong>di</strong>rizzi e doveri dello Stato ».<br />
Il prof. Roton<strong>di</strong>, <strong>di</strong>rettore dell'Istituto Centrale del Restauro <strong>di</strong> Roma, ha<br />
così detto, tra l'altro:<br />
« Nella mia relazione io ho posto in rilievo soprattutto una esigenza:<br />
81
quella che ogni campagna <strong>di</strong> scavi sia prima stu<strong>di</strong>ata soprattutto dal punto <strong>di</strong> vista della<br />
conservazione, prima ancora che essa abbia luogo. Mi sono permesso <strong>di</strong> asserire, e forse i<br />
colleghi archeologi se ne saranno persino risentiti con me, che al momento del rinvenimento<br />
<strong>di</strong> un oggetto archeologico la prima persona chiamata a toccare questo oggetto, e cioè a reperirlo,<br />
ad esaminarlo per prima, dovrebbe essere un restauratore, e non lo stesso archeologo.<br />
Quando <strong>di</strong>co restauratore, io non intendo i restauratori cosiddetti empirici, che purtroppo<br />
esistono ancora, soprattutto in Italia, ma intendo degli esperti, degli specialisti che siano<br />
educati a questo genere <strong>di</strong> lavoro sotto un piano strettamente, rigorosamente scientifico.<br />
«Il prof. Romanelli, in un suo sopralluogo <strong>di</strong> moltissimi anni fa rilevava, e questo<br />
suo rilievo è un pò in contrasto con un'affermazione contenuta in una pubblicazione più<br />
recente dell'ing. Lerici, che lo stato <strong>di</strong> conservazione dei <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> Tarquinia rimessi in luce<br />
aveva in pochi anni raggiunto - cito a memoria, credo <strong>di</strong> ricordare la frase – “un deterioramento<br />
superiore a quello a cui i <strong>di</strong>pinti stessi erano pervenuti durante tutti i secoli della<br />
loro sepoltura”. Il clima, l'aria, la luce sono degli elementi che contribuiscono al rapido<br />
deterioramento <strong>di</strong> queste opere.<br />
« Basterebbe tener conto <strong>di</strong> questa constatazione, per andare molto cauti nell'opera<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>ssotterramento. Bisogna che la nostra opera tecnico-scientifica per raffinare i mezzi <strong>di</strong><br />
restauro sia favorita soprattutto da questo: accelerare i lavori <strong>di</strong> scavo significa togliere a<br />
questa ricerca la possibilità <strong>di</strong> maturare in modo <strong>di</strong> renderci certi della efficienza dei mezzi<br />
che usiamo».<br />
Il prof. Romanelli, accademico dei Lincei, presidente della Pontificia Accademia<br />
d'Archeologia, presidente dell'Istituto <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Romani, ispettore generale<br />
per l'Archeologia in Italia, <strong>di</strong>ce fra l'altro:<br />
«In una comunicazione che feci al Congresso <strong>di</strong> archeologia del 1958, <strong>di</strong>ssi che forse<br />
noi archeologi siamo <strong>di</strong>struttori delle Antichità, perchè, per il fatto stesso che molte volte le<br />
portiamo alla luce, finiamo per farle <strong>di</strong>struggere. Paragonavo un pò l'opera nostra a quello<br />
dello sperimentatore, che per curare una malattia, uccide, sia pure un animale. E così, forse<br />
molte volte facciamo noi, che per conoscere l'antichità, molte volte, scavando, finiamo col<br />
rovinare il monumento antico. Quin<strong>di</strong> il problema della conservazione è effettivamente un<br />
problema che ci riempie <strong>di</strong> ansia e perciò mi rifaccio a quanto <strong>di</strong>ceva poco f a Roton<strong>di</strong>, cioè<br />
che questo accelerare, eccessivamente (con questo non voglio <strong>di</strong>re che non si debba scavare: io<br />
stesso ho scavato, e credo che tutti i nostri colleghi scavano) significa anche accelerare, in<br />
certo modo, la <strong>di</strong>struzione del patrimonio archeologico, anche perchè molte volte noi non<br />
abbiamo questo personale e questi elementi che ci aiutino e ci gui<strong>di</strong>no a restaurare e a conservare<br />
questo materiale<br />
82
Il compianto prof. Maiuri:<br />
« Volevo soltanto far osservare che scoprire, scavare è una operazione abbastanza<br />
facile, ma conservare è <strong>di</strong>fficile. E io putroppo, dopo i miei 37-38 anni <strong>di</strong> scavi, debbo <strong>di</strong>re<br />
che qualche volta mi domando se non assistiamo forse alla seconda e definitiva <strong>di</strong>struzione<br />
<strong>di</strong> Pompei».<br />
Il prof. Griffo, a proposito degli scavi <strong>di</strong> Gela:<br />
«Abbiamo dovuto scavare qualche anno fa sotto pressioni in<strong>di</strong>cibili, pressioni della<br />
politica, della opportunità locale, pressione <strong>di</strong> una massa <strong>di</strong> denaro, fornitoci dalla Cassa<br />
del Mezzogiorno che doveva spendere per scavare e scavare; abbiamo scavato queste fortificazioni<br />
sotto terra per 2 millenni e mezzo circa, e noi avremmo dovuto scavarle soltanto in<br />
<strong>parte</strong>; abbiamo dovuto scavare tutto, e quelle fortificazioni in mattoni cru<strong>di</strong> così delicati,<br />
così assolutamente impossibili a conservarsi nel tempo, abbiamo dovuto metterli sotto una<br />
lastra <strong>di</strong> cristallo, con una tettoia; quanto ci resisteranno? Sarebbe stato più prudente scavarle<br />
in <strong>parte</strong>, o scavarle e reinterrarle; ora così non riusciremo a conservarle, ce le godremo<br />
per qualche generazione e basta».<br />
Il prof. Mustilli, or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> archeologia dell'Università <strong>di</strong> Napoli e Presidente<br />
<strong>di</strong> sezione del Consiglio Superiore alle Antichità e Belle Arti, parlando<br />
del metodo stratigrafico, comunemente impiegato negli scavi archeologici:<br />
«Ma questo metodo - ed è l'unico che oggi ancora possa essere applicato a uno scavo<br />
- si fonda principalmente sull'elemento umano, su una lunga minuziosa indagine del terreno<br />
da scavare, su una continua sorveglianza da <strong>parte</strong> dello scavatore, su una estesa, talvolta<br />
esasperante, raccolta <strong>di</strong> dati, su una dovizia <strong>di</strong> tempo senza limiti. Se indubbiamente<br />
l'elemento drammatico dello scavo è costituito dalla scoperta dell'oggetto che appare dopo<br />
secoli o millenni alla luce, il vero dramma consiste però nel fatto che lo scavo è un atto che<br />
non può essere mai ripetuto nelle stesse con<strong>di</strong>zioni: dove si è fermato l'uomo, gli anni, le<br />
guerre, la sabbia, la pioggia, il vento, l'opera <strong>di</strong>struttrice e costruttrice delle generazioni<br />
successive hanno impresso il loro segno, segno che l'archeologo deve ricostruire, indagare,<br />
rendere chiaro agli altri. Scavare significa <strong>di</strong>struggere una <strong>parte</strong> <strong>di</strong> questi segni e lasciare<br />
sul terreno solo quelli che sembrano più vali<strong>di</strong> e importanti: la scelta deve essere lungamente<br />
me<strong>di</strong>tata, perchè non esistono regole, non essendo alcun caso uguale ad un altro. Perciò uno<br />
scavatore <strong>di</strong> gran fama, sir Mortimer Wheeler, ha potuto affermare che non esiste un metodo<br />
giusto <strong>di</strong> scavo ma che ne esistono molti errati ed il principale è quello <strong>di</strong> trascurare le<br />
esperienze acquisite. Perciò, fin dal 1847 Boucher de Perthes scriveva: “si ha quasi il rimorso<br />
che le vestigia del passato siano strappate alla terra, dove un giorno esse sarebbero<br />
state utili per constatare fatti che non sarà più possibile constatare”. Il grande archeologo<br />
svedese O. Montelius raccomandava <strong>di</strong> non intraprendere scavi se non<br />
83
quando tutti i dati scientifici potessero essere conservati. Infine, il grande egittologo Flinders<br />
Petrie affermava che, eseguire lo scavo senza le adeguate precauzioni, significa operare da<br />
barbari senza nemmeno avere l'attenuante <strong>di</strong> essere barbari. Perchè quello che tanti hanno<br />
deprecato non avvenga è necessario un'opera lunga, una attrezzatura umana che è impossibile<br />
apprestare in breve tempo nelle nostre con<strong>di</strong>zioni».<br />
E cito ancora, per finire, una recente conversazione del prof. Romanelli,<br />
che ho prima ricordato, al Rotary Club <strong>di</strong> Roma, e intitolata appunto: « Perchè<br />
scaviamo? ».<br />
«Purtroppo molti degli scavi che oggi si eseguono sono, potremmo <strong>di</strong>re, scavi obbligati,<br />
non scelti e intrapresi secondo un programma e con uno scopo prestabilito. E mi spiego:<br />
uno scavo può essere reso necessario, anzi improrogabile, dal rinvenimento fortuito <strong>di</strong> resti<br />
archeologici in un'area nella quale si è iniziata la costruzione <strong>di</strong> un fabbricato, o della<br />
quale occorre avviare la bonifica e la messa a coltura: lo scavo ha allora uno scopo imme<strong>di</strong>ato<br />
e contingente: quello <strong>di</strong> accertare se il reperto archeologico è tale da obbligare a sconsigliare<br />
o a vietare la costruzione e la messa a coltura, o quanto meno <strong>di</strong> riconoscerne la consistenza<br />
e l'importanza prima <strong>di</strong> permetterne la <strong>di</strong>struzione o la rimozione: tale scopo non<br />
sempre, anzi molto <strong>di</strong> rado, coincide con un interesse specificatamente scientifico, nel senso<br />
che, se è necessario, per la più compiuta conoscenza del volto antico della nostra terra, tener<br />
conto <strong>di</strong> ogni scoperta, anche <strong>di</strong> limitata importanza, non sempre da tale scoperta scaturiscono<br />
elementi nuovi, scientificamente <strong>di</strong> rilievo.<br />
«Di ancora minore valore a questo fine sono gli scavi che si intraprndono per motivi,<br />
che chiameremo politici o turistici o campanilistici: perchè occorre sod<strong>di</strong>sfare qualche<br />
ambizioncella locale, per far piacere ad un sindaco o ad un autorevole parlamentare, per<br />
dar lavoro a <strong>di</strong>soccupati, per avere domani la possibilità <strong>di</strong> allestire, in un modesto centro<br />
<strong>di</strong> provincia, un più modesto spettacolo cui dare a sfondo la cavea <strong>di</strong> un teatro romano».<br />
Ma, attenzione, tutta questa deprecazione degli scavi archeologici - <strong>di</strong> alcuni<br />
scavi archeologici - da <strong>parte</strong> degli stessi archeologi, si riferisce a scavi archeologici<br />
organizzati, a scavi archeologici seri, fatti nella maniera cioè più<br />
scientifica possibile, compatibilmente con la nostra attuale conoscenza. E vorrei<br />
aggiungere che il metodo attuale <strong>di</strong> scavo è ben <strong>di</strong>verso da duello che poteva<br />
essere 40, o 20, o 10 anni or sono, e noi tutti deploriamo, per esempio i meto<strong>di</strong><br />
con cui il Boni ha scavato il Foro Romano (e per cui dati preziosi sull'età<br />
imperiale sono andati <strong>di</strong>spersi) e rimpiangiamo <strong>di</strong> non poter oggi, <strong>1963</strong>, scavare<br />
con ben <strong>di</strong>versi criteri quelle zone. Ed è certo che, col progre<strong>di</strong>re delle nostre<br />
conoscenze, ben <strong>di</strong>versi e più raffinati saranno i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> scavo che potremo<br />
impiegare negli anni a venire.<br />
Ma, ripeto, parliamo <strong>di</strong> scavi archeologici, <strong>di</strong>ciamo così,<br />
84
ufficiali. E quelli fatti dai <strong>di</strong>lettanti, che credono <strong>di</strong> conoscere la tecnica <strong>di</strong><br />
uno scavo archeologico solo perchè hanno una laurea in lettere o in architettura,<br />
o magari hanno seguito un corso universitario <strong>di</strong> archeologia? Hanno<br />
tenuto i rilievi, <strong>di</strong>stinti per strato, <strong>di</strong> tutte le zone scavate? Hanno setacciato<br />
il terreno? Hanno fotografato lo scavo in tutti i suoi particolari? Hanno<br />
recuperato, classificato, consolidato, restaurato tutti i reperti, esattamente<br />
ubicandoli? Hanno tenuto il regolare giornale <strong>di</strong> scavo, e l'elenco degli<br />
oggetti rinvenuti nei singoli strati?<br />
Se lo scavo archeologico in genere può essere dannoso, uno scavo<br />
fatto da un <strong>di</strong>lettante lo è sempre. E' un caso classico, credetemi, <strong>di</strong> delitto<br />
passionale. E qui anche dovrei citare l'art. 45 della legge 1° giugno 1939 n.<br />
1089, che vieta a chiunque - ente o privato che sia - <strong>di</strong> eseguire ricerche archeologiche<br />
senza una particolare autorizzazione del Ministero della Pubblica<br />
Istruzione, non, si ba<strong>di</strong>, della Soprintendenza.<br />
GLI SCAVI IN PROVINCIA DI FOGGIA<br />
Ma non voglio terminare senza <strong>di</strong>re, dopo tutte queste considerazioni<br />
negative, anche qualcosa <strong>di</strong> positivo. <strong>La</strong> prima cosa positiva, per il <strong>Foggia</strong>no,<br />
sono proprio i risultati ottenuti dall'amico prof. Ferri, negli scavi a<br />
Monte Saraceno e per le stele sipontine. <strong>La</strong> seconda, è che in Capitanata, e<br />
precisamente ad Ordona, l'antica Herdonia, sta lavorando, molto seriamente,<br />
da alcuni mesi, una missione archeologica belga, costituita da professori e<br />
assistenti delle quattro Università del Belgio: già notevoli risultati si sono<br />
raggiunti per quanto riguarda l'andamento e la forma della cerchia muraria,<br />
e la datazione <strong>di</strong> alcuni strati archeologici; mentre nuovi problemi <strong>di</strong> interpretazione<br />
dei reperti sono sorti, ma, come <strong>di</strong>ceva argutamente il prof. Mertèns,<br />
dell'Università <strong>di</strong> Lovanio, che <strong>di</strong>rige gli scavi, finchè non si scava,<br />
l'archeologo sa tutto; quando si comincia a scavare, l'archeologo sa molto<br />
meno. Naturalmente anche la missione Belga ha un regolare permesso ministeriale.<br />
Il terzo dato positivo è costituito da alcuni risultati <strong>di</strong> scavo ottenuti<br />
da un breve saggio eseguito recentemente in località Passo <strong>di</strong> Corvo dal<br />
dott. Trump del Museo <strong>di</strong> Malta e da alcuni altri stu<strong>di</strong>osi della Scuola Britannica<br />
<strong>di</strong> Roma, anche essi, naturalmente, con regolare permesso ministeriale.<br />
Si trattava cioè <strong>di</strong> chiarire alcuni dati <strong>di</strong> scavo relativi alle ricerche archeologiche<br />
eseguite subito dopo la guerra dal prof. Bradford, che con l'ausilio<br />
della fotografia aerea aveva identificato, nella pianura foggiana, numerosi<br />
inse<strong>di</strong>amenti preistorici e importanti impianti agricoli e <strong>di</strong> irrigazione,<br />
nonchè sistemi <strong>di</strong> centuriazione <strong>di</strong> età romana. I recenti saggi del Trump<br />
hanno appunto permesso <strong>di</strong> chiarire alcuni problemi <strong>di</strong> datazione relativi<br />
alla cultura neoeneolitica,<br />
85
particolarmente importante in questa zona. Ed i risultati saranno al più presto<br />
pubblicati.<br />
Ma io sento un interrogativo al quale non posso non rispondere: « Siponto,<br />
bisogna scavarla o non bisogna scavarla? ». Rispondo con un altro passo<br />
della conversazione del prof. Romanelli, che ho prima ricordato:<br />
«Ma oggi quello che interessa gli archeologi e gli stu<strong>di</strong>osi dell'antichità, e che essi<br />
cercano <strong>di</strong> recuperare attraverso lo scavo, è ben altro: è la ricostruzione della vita e della<br />
storia passata, considerate nella loro integrità, e quin<strong>di</strong> sotto tutti gli aspetti, <strong>di</strong> una o <strong>di</strong><br />
altra regione, <strong>di</strong> uno o <strong>di</strong> altro popolo, attraverso le testimonianze materiali che possono<br />
essere rimaste <strong>di</strong> esse: e tale ricostruzione non può ottenersi se noti con una ricerca attenta<br />
e meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> quelle testimonianze, ricerca che osservi ogni pur minimo elemento che<br />
da essa possa scaturire, nella sua essenza, nella sua relazione con gli elementi vicini,<br />
sovrapposti, e tutto sottoponga al vaglio <strong>di</strong> una critica severa e scevra da ogni idea e da<br />
ogni tesi preconcetta».<br />
AVVENIRE ARCHEOLOGICO DELLA DAUNIA<br />
Ecco, come bisogna scavare Siponto; e se volessimo ripetere le troppo<br />
citate parole <strong>di</strong> don Ferrer, « Adelante, ma con juicio ». Ma, attenzione, l'opera<br />
<strong>di</strong> scavo <strong>di</strong> una città importa decenni <strong>di</strong> lavoro e miliar<strong>di</strong>, <strong>di</strong>co miliar<strong>di</strong>, <strong>di</strong> spesa,<br />
sia pure ripartiti in lungo tempo. E bisogna anzitutto, come <strong>di</strong>cevo prima,<br />
conservare: impe<strong>di</strong>re, cioè nel caso nostro, che le possibilità <strong>di</strong> scavo siano <strong>di</strong>strutte<br />
da mo<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> terreni, da costruzioni abusive. Già parecchi anni or<br />
sono il nostro Ministero ha vincolato un'ampia estensione dell'antica Siponto a<br />
<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ogni costruzione; nel rispettare tale <strong>di</strong>vieto il nostro Ministero, penso,<br />
sarà ben fermo, ma i primi a volerlo rispettare debbono essere proprio i citta<strong>di</strong>ni<br />
<strong>di</strong> Manfredonia. In secondo luogo, bisogna avere la <strong>di</strong>sponibilità dei terreni:<br />
credo che alcuni siano ancora <strong>di</strong> proprietà privata: penso che il Consorzio <strong>di</strong><br />
Bonifica farebbe opera santa acquistandoli tutti, nell'interesse generale. Terzo,<br />
avere la possibilità e i fon<strong>di</strong> per poter avere sul posto il personale necessario: e<br />
quando si dovrà iniziare lo scavo, ci dovranno essere assistenti specializzati,<br />
<strong>di</strong>segnatori, restauratori, oltre all'archeologo o agli archeologi (e, se necessario,<br />
il preistorico, il topografo, l'epigrafista, il me<strong>di</strong>oevalista). Ma qui torniamo al<br />
punto <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza: alla necessità <strong>di</strong> avere anzitutto quella sezione archeologica foggiana,<br />
perchè l'archeologo cominci intanto a stu<strong>di</strong>are dove sia più importante ed<br />
opportuno cominciare lo scavo, quali sono i mezzi e le persone necessarie alla<br />
prima campagna <strong>di</strong> scavo, nonchè alle conseguenti opere <strong>di</strong> restauro e consolidamento<br />
dei monumenti rimessi in luce, <strong>di</strong> conservazione, <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a: problemi<br />
questi,<br />
86
più importanti dello scavo stesso. Per finire con un'ultima citazione, vi ricorderò<br />
che il prof. Lugli, già or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> topografia romana e topografia dell'Italia<br />
antica nella Università <strong>di</strong> Roma, calcolava che, in uno scavo archeologico, il<br />
vero e proprio scavo incideva solo per 1/20 in me<strong>di</strong>a sul totale delle spese <strong>di</strong><br />
conservazione, restauro, manutenzione: altrimenti, davvero, è molto meglio<br />
non scavare; ed è questa la conclusione.<br />
Avrei potuto <strong>di</strong>re, tante belle parole, ho preferito <strong>di</strong>re la verità, confermando<br />
così, quanto <strong>di</strong>ceva Barbacci, che i Soprintendenti, se vogliono fare il loro dovere,<br />
devono essere impopolari.<br />
Vorrei solo che queste mie parole fossero tra noi talvolta me<strong>di</strong>tate, nell'interesse<br />
della serietà degli stu<strong>di</strong> italiani e dell'avvenire anche archeologico <strong>di</strong><br />
questa provincia.<br />
NEVIO DEGRASSI<br />
Prof. NEVIO DEGRASSI, soprintendente in Taranto alle Antichità <strong>di</strong> Puglia e<br />
del Materano.<br />
__________<br />
Fin dai primor<strong>di</strong> della ricostruzione democratica, i grossi problemi della protezione<br />
e valorizzazione storico -artistico -archeologica, comuni a tutte le regioni d'Italia,<br />
hanno insolitamente mobilitato nella nostra provincia una vasta zona <strong>di</strong> opinione pubblica.<br />
« Il 1949 - ricordava « Corriere Meri<strong>di</strong>onale » (10 giugno 1962, pag. 4) - nella<br />
seduta inaugurale della Società Dauna <strong>di</strong> Cultura, presente l'on. Perrone-Capano, sottosegretario<br />
alla P.I., Mario Simone impostò il problema dei monumenti e degli istituti <strong>di</strong><br />
cultura danneggiati a causa della guerra. Il risveglio della coscienza pubblica e le misure<br />
riparatorie derivano da quella iniziativa. Dopo, son venuti quelli della sesta giornata a<br />
scoprire il merlo bianco. Non si deve credere, purtuttavia, che null'altro più ci sia da<br />
fare. Le tre Soprintendenze sono lontane (quella Bibliografica e l'altra per i Monumenti<br />
e le Gallerie a Bari, quella per le Antichità a Taranto) e non <strong>di</strong>spongono dei funzionari<br />
sufficienti ai bisogni delle due regioni <strong>di</strong>pendenti, Puglia e Lucania. Che <strong>di</strong>re, poi, degli<br />
ispettori onorari? Salvo qualcuno, sono dormienti o esautorati dal potere locale. Nel 54<br />
si volle dunque intensificare l'azione a suo tempo iniziata: la Società tenne due convegni<br />
(il primo convocato dal prefetto dott. D'Aiuto, sensibile a questi problemi) che<br />
intitolò « per la protezione e la valorizzazione del patrimonio storico artistico archeologico<br />
». Con i soprintendenti, professori Degrassi e Schettini, intervenne Amedeo Maiuri<br />
(tanto nomini... ) che oltre un <strong>di</strong>scorso in assemblea, scrisse in « Corriere della Sera »<br />
un articolo sulla Daunia archeologica. Si <strong>di</strong>sse che quelle furono manifestazioni « tipiche<br />
» della nuova cultura, perchè si parlò poco e bene, non si banchettò e vennero subito<br />
i primi provve<strong>di</strong>menti. Si sottrassero gli scavi archeologici al presuntuoso arbìtrio<br />
degli enti assuntori dei cantieri <strong>di</strong> lavoro; per i futuri <strong>di</strong>rigenti dei cantieri <strong>di</strong> scavo archeologico<br />
si tenne un corso d'istruzione; si spinse l'Amm.ne provinciale a nominare<br />
una commissione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per costituire un museo centrale, carente quello comunale<br />
del Capoluogo, nonostante le cure del conservatore « pro-tempore », il benemerito<br />
prof. Santol-<br />
87
lino. Si nominò un Comitato, per la costituzione all'uopo <strong>di</strong> un consorzio <strong>di</strong> enti pubblici<br />
e <strong>di</strong> società private.<br />
« Passavano quin<strong>di</strong> otto anni non certamente inutili. <strong>La</strong> coscienza pubblica per<br />
questi problemi si è approfon<strong>di</strong>ta, gli interessi culturali sono aumentati, sono sorti altri<br />
sodalizi (Lyon's, Rotary...) che non trascurano <strong>di</strong> occuparsi <strong>di</strong> quel patrimonio: ma non<br />
si è fatto tutto quanto è necessario e si attende dalla classe intellettuale e <strong>di</strong>rigente della<br />
nostra provincia ».<br />
Perciò il 30 maggio dell'anno scorso, la medesima Società, col patrocinio del<br />
M.ro della P.I., tenne il terzo dei suoi convegni, con l'intervento <strong>di</strong> Bruno Molaioli, da<br />
poco tempo chiamato alla <strong>di</strong>rezione delle Antichità e Belle Arti. <strong>La</strong> importante assise<br />
riba<strong>di</strong>va i concetti fondamentali della benemerita azione co ndotta dall'ente promotore:<br />
sviluppo della coscienza a favore del patrimonio storico-artistico-archeologico, vigilanza delle Autorità<br />
locali, interventi governativi, tra i quali la istituzione in <strong>Foggia</strong> <strong>di</strong>. un ufficio delle due Soprintendenze<br />
<strong>di</strong> Bari e <strong>di</strong> Taranto.<br />
Mentre si attende alla pubblicazione in volume degli atti <strong>di</strong> quel Convegno e si<br />
annunzia la convocazione del quarto, siamo lieti <strong>di</strong> raccogliere in queste pagine la voce<br />
autorevole del prof. Degrassi, fiduciosi che vogliano tenerla <strong>di</strong> conto quei privati ed<br />
enti ai quali la suggestione dell'antiquaria, non controllata da sapienza e da prudenza, fa<br />
spesso produrre danni rilevanti e irreparabili alle patrie memorie.<br />
Sui tentativi più recenti d'indagine archeologica in provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, e particolarmente<br />
su quelli <strong>di</strong> Manfredonia, si consulti quanto riferì lo zelante e colto ispettore<br />
locale dei Monumenti e Scavi, can. teol. prof. Silvestro Mastrobuoni in « il Rievocatore<br />
» <strong>di</strong> Napoli, anno VI e, in estratto, Antichità Sipontine - Documenti e illustrazioni con note<br />
d'arte e <strong>di</strong> storia. Napoli, Tip. « Flori<strong>di</strong>ana », 1955. (n. d. r.).<br />
88
Realizzazioni e previsioni<br />
dell'Istituto Autonomo per le Case Popolari <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> *<br />
L'e<strong>di</strong>lizia popolare ed economica costituisce ormai uno dei car<strong>di</strong>ni<br />
<strong>di</strong> maggiore interesse della politica economica e sociale del nostro Paese,<br />
ed i piani che si susseguono <strong>di</strong>mostrano quale importanza rivesta oggi, per<br />
gli uomini <strong>di</strong> Governo e per le famiglie dei lavoratori, il problema della<br />
casa.<br />
Dopo quattor<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> intensa attività svolta dalla Gestione INA-<br />
Casa attraverso la <strong>di</strong>retta collaborazione degli Istituti Case Popolari, la<br />
legge del 14 febbraio <strong>1963</strong>, n. 60 imposta un programma decennale <strong>di</strong> lavori<br />
ed apre la porta a molte soluzioni veramente apprezzabili sotto il<br />
profilo umano e sociale. Esso, oltre ad agevolare coloro che già occupano<br />
alloggi della Gestione Ina-Casa, prevede l'impiego del cospicuo finanziamento<br />
<strong>di</strong> mille miliar<strong>di</strong>, <strong>di</strong> cui il 40% è destinato all'Italia Meri<strong>di</strong>onale ed<br />
Insulare.<br />
Senza dubbio la Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, con il suo piú alto coefficiente<br />
<strong>di</strong> affollamento, sarà considerata fra quelle maggiormente bisognose e non<br />
potrà non beneficiare, nel corso del nuovo decennio, <strong>di</strong> un tangibile e<br />
concreto stanziamento, che le consentirà <strong>di</strong> alleviare in modo notevole le<br />
preoccupanti situazioni già accertate e piú volte denunziate.<br />
I compiti che la nuova legge attribuisce agli Istituti sono <strong>di</strong> portata<br />
molto ampia, sia per quanto riguarda le operazioni connesse con<br />
__________<br />
* Debitamente autorizzati, avendola ridotta in forma <strong>di</strong> articolo, pubblichiamo<br />
la relazione presidenziale al bilancio <strong>di</strong> previsione <strong>1963</strong>-64 dell'Istituto Autonomo<br />
per le Case Popolari <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
89
la liquidazione del vecchio patrimonio dell'Ina-Casa, sia per l'attuazione<br />
dei nuovi piani costruttivi.<br />
E' questo un giusto riconoscimento dell'attività e della specifica<br />
competenza dei nostri Enti, i quali hanno dato prova inconfutabile <strong>di</strong><br />
assolvere con senso <strong>di</strong> alta responsabilità i complessi e delicati incarichi<br />
loro affidati.<br />
Nuovi incarichi, quin<strong>di</strong>, ulteriori attribuzioni e problemi <strong>di</strong> piú vasta<br />
portata dovranno essere affrontati dal nostro Ente nell'imminente<br />
futuro, e <strong>di</strong> ciò non possiamo che rallegrarci perché la nostra organizzazione<br />
ed i nostri servizi, creati e potenziati per un <strong>di</strong>namico sviluppo<br />
della e<strong>di</strong>lizia popolare in Capitanata, saranno in grado <strong>di</strong> svolgere, con<br />
serenità e passione, tutte le delicate e complesse funzioni previste dalla<br />
legge.<br />
Ma, perché possa operarsi con tranquillità, in un'atmosfera <strong>di</strong> sereno<br />
e proficuo lavoro, sarà necessario rivedere e adeguare alcune <strong>di</strong>sposizioni<br />
ritenute pregiu<strong>di</strong>zievoli al regolare svolgersi dei programmi <strong>di</strong><br />
opere, favorendo e facilitando tutte quelle possibili iniziative atte a snellire<br />
le complesse procedure burocratiche.<br />
L'esperienza ci spinge a sollevare un argomento <strong>di</strong> estrema delicatezza<br />
e <strong>di</strong> grande interesse: quello della in<strong>di</strong>scriminata determinazione<br />
dei costi massimi a vano, finora ammessi nella elaborazione dei progetti.<br />
A <strong>parte</strong> la incerta e mutevole situazione, che giornalmente si manifesta<br />
nel settore e<strong>di</strong>lizio per effetto degli adeguamenti <strong>di</strong> merce<strong>di</strong> alle<br />
maestranze ed agli operai e per il continuo rialzo dei costi dei materiali,<br />
è in<strong>di</strong>spensabile che ogni progettista sia messo in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> prevedere,<br />
ogni utile particolare delle opere, rifinite e complete <strong>di</strong> tutti gli in<strong>di</strong>spensabili<br />
servizi, che una moderna e confortevole casa oggi richiede.<br />
Deve considerarsi superato il tempo in cui si costruivano fabbricati<br />
-ricovero od alloggi, aventi il solo scopo <strong>di</strong> ospitare famiglie senza tetto;<br />
la evoluzione sociale, il piú alto livello economico raggiunto dai nostri<br />
lavoratori, le migliorate con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita del popolo italiano, impongono<br />
un deciso e costante orientamento verso soluzioni architettoniche<br />
piú apprezzabili e con funzionalità sempre maggiori.<br />
Non può inoltre, essere sottovalutato il grande <strong>di</strong>vario esistente<br />
tra le varie zone anche <strong>di</strong> una stessa Provincia, prescelte per le costruzioni<br />
<strong>di</strong> case popolari, sia per quanto riguarda la natura geologica del<br />
terreno, che per la presenza <strong>di</strong> materiali e<strong>di</strong>lizi sul posto. Sono tutti fattori<br />
determinanti ed essenziali, che devonsi considerare con ogni assoluta<br />
attenzione se si vuol portare l'e<strong>di</strong>lizia popolare ad un<br />
90
livello piú consono ai nostri tempi e piú aderente alle esigenze delle<br />
masse dei lavoratori. Maggiore elasticità, quin<strong>di</strong>, nella preventiva determinazione<br />
dei posti-vano, ed attento controllo da <strong>parte</strong> degli Organi<br />
preposti all'accertamento <strong>di</strong> tutte quelle obiettive valutazioni considerate<br />
in sede <strong>di</strong> progettazione.<br />
Sarà, cosí, possibile operare con maggiore spe<strong>di</strong>tezza, assicurando<br />
nel contempo alle <strong>di</strong>tte appaltatrici la necessaria tranquillità nella remunerazione<br />
del lavoro. In proposito qualche Istituto ha richiamato l'attenzione<br />
degli Organi Centrali su un problema <strong>di</strong> cosí vivo interesse per<br />
tutti gli Enti che operano in un settore tanto delicato; si nutre fiducia<br />
che, con la collaborazione <strong>di</strong> tutti, esso sia favorevolmente definito.<br />
II programma <strong>di</strong> lavori previsto dalla richiamata legge deve comunque<br />
ancora avviarsi, ed il suo rodaggio sarà abbastanza laborioso,<br />
richiedendo una organizzazione <strong>di</strong> servizi centrali e periferici per la applicazione<br />
delle recenti norme, per cui molto <strong>di</strong>fficilmente, nel nuovo<br />
esercizio finanziario potranno cominciare a raccogliersi i primi frutti.<br />
D'altra <strong>parte</strong> mancano elementi concreti sulla entità <strong>di</strong> finanziamenti che<br />
nella prima fase <strong>di</strong> applicazione della Legge, potranno essere impiegati.<br />
Sarà, comunque, necessario ed opportuno ri<strong>di</strong>mensionare la pianta<br />
organica, potenziando i servizi in quei settori dove l'Ente sarà piú impegnato,<br />
in modo da assicurare ogni volta il suo tempestivo e concreto intervento.<br />
Per ora, restando in uno sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> maggiore concretezza, nella<br />
elaborazione del bilancio <strong>di</strong> previsione ci si è riferiti unicamente ai piani<br />
costruttivi autorizzati e finanziati, sud<strong>di</strong>videndo questi a seconda che<br />
trattasi <strong>di</strong> alloggi popolari dì proprietà dell'Istituto, del Ministero dei LL.<br />
PP. o della Gestione <strong>di</strong> Case per <strong>La</strong>voratori.<br />
Costruzione <strong>di</strong> case popolari.<br />
II finanziamento <strong>di</strong> L. 800 milioni autorizzato in applicazione della<br />
Legge 26 ottobre 1960 n. 1327 è stato quasi completamente impiegato<br />
e la maggior <strong>parte</strong> delle opere è in fase <strong>di</strong> ultimazione. Restano da appaltare,<br />
solamente, due lavori che interessano il Comune <strong>di</strong> S. Severo per L.<br />
37.500.000 e quello <strong>di</strong> Serracapriola per L. 20 milioni, le cui licitazioni<br />
private, andate ripetutamente deserte, hanno obbligato l'Istituto a rielaborare<br />
ed aggiornare i progetti.<br />
E' stato recentemente appaltato un lavoro <strong>di</strong> L. 30 milioni per costruzione<br />
<strong>di</strong> case popolari in Cerignola, assistito dal contributo statale<br />
del 4% ai sensi della legge 2 luglio 1949 n. 408, contributo ch'è<br />
91
stato revocato all'Amministrazione Comunale del posto, mentre analogo<br />
programma <strong>di</strong> L. 70 milioni, il cui contributo è stato revocato all'Amministrazione<br />
<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, risulta qui realizzato. Sono, inoltre, da<br />
impiegare due residui <strong>di</strong> finanziamenti autorizzati in base alle leggi 2 luglio<br />
1949 n. 408 e 24 luglio 1959 n. 622, ammontanti complessivamente ad<br />
oltre L. 66,5 milioni, derivanti da economie conseguite per due programmi<br />
costruttivi già realizzati nella zona del « Tratturo dei Preti » e del « Viale<br />
Ofanto » nello stesso Capoluogo.<br />
In base all'art. 12 della Legge 2 luglio 1949 n. 408 risultano, in fase<br />
<strong>di</strong> ultimazione, lavori per un complesso <strong>di</strong> L. 480 milioni, nella zona del<br />
Viale Candelaro in <strong>Foggia</strong>, mentre un altro programma <strong>di</strong> L. 328 milioni,<br />
già progettato, che si presume possa andare in appalto con imminenza,<br />
comporta la costruzione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> abitazioni a carattere estensivo<br />
nella nuova zona del « Tratturo S. Lorenzo ».<br />
Il piano e<strong>di</strong>lizio <strong>di</strong> maggiore consistenza è rappresentato da quello<br />
finanziato in applicazione della legge 21 aprile 1962 n. 195, per un ammontare<br />
complessivo <strong>di</strong> L. 1.270 milioni. Di questi 321 rappresentano un<br />
primo intervento per il risanamento del Quartiere Borgo Croci, 400 sono<br />
destinati alla costruzione <strong>di</strong> alloggi popolari nella città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e 529 sono<br />
ripartiti, per la realizzazione <strong>di</strong> medesimi alloggi, tra 12 Comuni della<br />
Provincia.<br />
A tutt'oggi risultano appaltate e consegnate opere per L. 721 milioni,<br />
che interessano il solo Capoluogo, mentre le licitazioni private <strong>di</strong> alcuni<br />
lavori riferiti a Comuni della Provincia sono state <strong>di</strong>chiarate deserte,<br />
per mancanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>tte <strong>parte</strong>cipanti.<br />
Purtroppo, devesi constatare con vivo <strong>di</strong>sappunto come frequentemente<br />
gare <strong>di</strong> appalto anche <strong>di</strong> importo notevole vanno deserte, e questo<br />
assenteismo <strong>di</strong> imprese non può non essere messo in relazione alla incertezza<br />
economica del momento, alla <strong>di</strong>namica dei costi, sempre in continuo<br />
aumento, ed alla limitata o pressocché nulla remunerazione delle opere<br />
circoscritte da un teorico e massimo costo per vano.<br />
Sempre per la soluzione del problema <strong>di</strong> Borgo Croci, il Ministero<br />
dei LL. PP. ha recentemente assegnato al nostro Ente il contributo statale<br />
del 5% su un programma <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> un miliardo <strong>di</strong> lire. Esso dovrà essere<br />
integrato, per <strong>di</strong>sposizioni del prefato Dicastero, da un concorso dell'1 %<br />
a carico dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> e del Comune <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ragguagliato<br />
alla spesa complessiva, per tutta la durata dell'ammortamento del<br />
mutuo, stabilita in 35 anni, e ciò allo scopo <strong>di</strong> ottenere, dagli alloggi che<br />
andranno a costruirsi, canoni <strong>di</strong> locazione <strong>di</strong> modesta entità.<br />
Il Comune <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ha già provveduto ad adottare le necessarie<br />
92
deliberazioni per la concessione del predetto contributo trentacinquennale,<br />
il quale è stato esteso anche al programma <strong>di</strong> L. 321 milioni, già<br />
appaltato, mentre l'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> non è stata ancora in<br />
grado <strong>di</strong> poter adottare alcuna determinazione ed ha rinviato la <strong>di</strong>scussione<br />
dell'argomento alle prossime riunioni del Consiglio.<br />
In<strong>di</strong>pendentemente da queste ultime concessioni, mi piace sottolineare<br />
che già i predetti Enti locali hanno <strong>parte</strong>cipato tangibilmente ai<br />
programmi costruttivi realizzati dal nostro Istituto, per un miliardo <strong>di</strong><br />
lire, nella zona del Viale Candelaro, corrispondendo un altro analogo<br />
contributo annuo <strong>di</strong> L. 10 milioni ognuno, contributo che, pur essendo<br />
stato deliberato annualmente, dovrebbe essere ora stanziato nei bilanci<br />
dei predetti Enti, per tutto il periodo <strong>di</strong> ammortamento del mutuo.<br />
Costruzione <strong>di</strong> case per conto del Ministero dei LL. PP.<br />
Esaurito quasi totalmente il programma <strong>di</strong> lavori finanziato ai sensi<br />
della legge 9 agosto 1954 n. 640, restano da eseguire solo alcune costruzioni<br />
interessanti pochi Comuni della Provincia e precisamente: Trinitapoli<br />
L. 70 milioni; Candela L. 50 m.; M. S. Angelo L. 35 m.; Cagnano<br />
L. 20 m.; Acca<strong>di</strong>a L. 7,5 m.; S. Giovanni R. L. 35 m.; totale L. 217, 5<br />
milioni.<br />
I lavori riferiti ai primi quattro Comuni sono stati da tempo appaltati,<br />
ma non hanno potuto avere pratico inizio oltre che per ragioni <strong>di</strong><br />
or<strong>di</strong>ne vario, anche a causa dell'eccessivo ritardo con cui sono state approvate<br />
alcune perizie suppletive da <strong>parte</strong> degli Organi Centrali: ritardo<br />
che ha comportato la presentazione <strong>di</strong> richieste <strong>di</strong> riserve da <strong>parte</strong> delle<br />
imprese appaltatrici, con evidenti ripercussioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne amministrativo<br />
ed economico fino a quando non si ad<strong>di</strong>verrà ad una soluzione definitiva<br />
delle singole questioni. Gli altri lavori, benché portati in gara, non è<br />
stato possibile poterli affidare in appalto per la assenza delle imprese<br />
invitate alle licitazioni private: assenza che si è ripetutamente manifestata<br />
anche dopo aver rielaborato i progetti ed aver aggiornato i prezzi.<br />
Un programma, che impegnerà a fondo il nostro Istituto, è quello<br />
connesso con la costruzione <strong>di</strong> alloggi in favore dei lavoratori agricoli<br />
<strong>di</strong>pendenti (legge 30 <strong>di</strong>cembre 1960, n. 1676). Per la nostra Provincia,<br />
nel primo triennio <strong>di</strong> applicazione del Piano, è stata stanziata la somma<br />
<strong>di</strong> L. 1 miliardo <strong>di</strong> cui L. 700 milioni affidati all'Istituto, per costruzioni<br />
da eseguire <strong>di</strong>rettamente in 15 centri. Con successivo provve<strong>di</strong>mento è<br />
stato <strong>di</strong>sposto un ulteriore stanziamento <strong>di</strong> L. 100 mi-<br />
93
lioni in favore <strong>di</strong> quattro Comuni colpiti dal movimento tellurico dello<br />
scorso anno. Superate le prime formalità, elaborati i relativi progetti,<br />
reperite le necessarie aree e<strong>di</strong>lizie, si è passati rapidamente alla fase <strong>di</strong><br />
materiale esecuzione della legge ma, putroppo, anche in questo settore si<br />
sono dovute constatare <strong>di</strong>serzioni <strong>di</strong> gare <strong>di</strong> appalto, che hanno comportato<br />
un arresto nei programmi prestabiliti.<br />
Non resta che augurarsi la sollecita normalizzazione <strong>di</strong> tutto il<br />
mercato e<strong>di</strong>lizio ed il ritorno <strong>di</strong> quella necessaria tranquillità in tutti gli<br />
operatori economici, che sono da considerarsi gli elementi principali ed<br />
in<strong>di</strong>spensabili per l'attuazione della politica sociale impostata dal nostro<br />
Governo.<br />
Costruzione <strong>di</strong> case per lavoratori.<br />
Utilizzati anzitempo tutti i finanziamenti assegnati dalla ex-<br />
Gestione Ina-Casa, restano da realizzare alcuni residui lavori per la costruzione<br />
<strong>di</strong> alloggi nei seguenti Comuni della Provincia, per i quali solo<br />
<strong>di</strong> recente sono state <strong>di</strong>sposte le prime autorizzazioni all'appalto: Ischitella<br />
12 milioni; S. Nicandro G.co 37 m.; Orsara <strong>di</strong> P. 12 m.; Troia<br />
240 m.; Ro<strong>di</strong> 25 m.; S. Marco in L. 70 m.; Trinitapoli 12 m. In totale<br />
L. 408 milioni.<br />
Per completare il piano <strong>di</strong> assestamento del 2° settennio, la nostra<br />
Provincia dovrebbe beneficiare ancora <strong>di</strong> uno stanziamento <strong>di</strong> L. 1.459<br />
milioni, cosí ripartito: <strong>Foggia</strong> 265 milioni; S. Severo 600 m.; Cerignola<br />
189 m.; Manfredonia 300 m.; Margherita S. 150 milioni.<br />
Ma sembra che questi ultimi finanziamenti saranno stornati dagli<br />
organi deliberanti, per fronteggiare altre situazioni particolari in campo<br />
nazionale. Inoltre sono in corso <strong>di</strong> elaborazione le perizie particolari,<br />
riguardanti i lavori <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria manutenzione degli immobili realizzati<br />
nel 1° e nel 2° settennio nella intera Provincia, per metterli in con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> piena e completa efficienza, prima <strong>di</strong> trasferirli a riscatto a<br />
favore degli inquilini, ovvero in proprietà degli I.A.C.P., cosí come previsto<br />
dalla nuova legge.<br />
Per quanto riguarda i programmi <strong>di</strong> massa, si attendono istruzioni<br />
dall'Ente « Gestione Case per <strong>La</strong>voratori » in relazione alle norme <strong>di</strong><br />
applicazione e <strong>di</strong> esecuzione della legge testè pubblicata.<br />
Si prevede, comunque, un vasto programma <strong>di</strong> lavori che il nostro<br />
Ente svolgerà nel prossimo esercizio finanziario, come si rileva dal seguente<br />
riepilogo:<br />
94
Situazione finanziaria.<br />
<strong>La</strong> situazione finanziaria dell'Istituto è <strong>di</strong>venuta assai pesante, e<br />
minaccia <strong>di</strong> compromettere il regolare svolgimento <strong>di</strong> tutta la or<strong>di</strong>naria<br />
attività. Le principali cause si possono cosí riassumere:<br />
1) Enorme ritardo con cui si rende funzionale ed abitabile il<br />
complesso e<strong>di</strong>lizio del Quartiere Residenziale, i cui alloggi, ultimati da<br />
molti anni, non sono ancora stati consegnati agli assegnatari per la mancanza<br />
dei servizi generali e delle opere sociali, la cui esecuzione ricade a<br />
carico del Comune<br />
Poiché gran <strong>parte</strong> <strong>di</strong> esse risulta eseguita dalla nuova civica Amministrazione,<br />
si prevede che nel prossimo autunno tutte le famiglie interessate<br />
prenderanno possesso degli appartamenti loro assegnati.<br />
L'Istituto, impegnato con 900 milioni <strong>di</strong> mutui concessi dalla Cassa<br />
DD. PP., per case popolari costruite al predetto Quartiere, fino al<br />
mese <strong>di</strong> aprile <strong>1963</strong> ha sostenuto un onere <strong>di</strong> ben lire 104.198.328 a titolo<br />
<strong>di</strong> rate d'ammortamento, senza che sia stato compensato da alcun<br />
provento. <strong>La</strong> situazione appare ancor piú grave ove si considerino le enormi<br />
spese che occorreranno per mettere gli alloggi costruiti e gli impianti<br />
in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> piena efficienza, dopo un cosí lungo periodo <strong>di</strong><br />
abbandono, e quelle che si sopportano, per la guar<strong>di</strong>ania degli immobli,<br />
dopo che n'è cessato l'obbligo a carico delle Imprese fino all'approvazione<br />
degli atti <strong>di</strong> collaudo.<br />
2) Mancato sincronismo tra l'inizio dell'ammortamento dei mu-<br />
95
tui e la red<strong>di</strong>tività degli immobili costruiti con i mutui stessi. Normalmente<br />
la concessione del prestito coincide con l'approvazione del progetto<br />
e con la successiva aggiu<strong>di</strong>cazione dei lavori. Ma, mentre gli oneri<br />
relativi al finanziamento ottenuto sono imme<strong>di</strong>ati, in quanto vengono<br />
subito ad imputarsi all'Istituto gli interessi <strong>di</strong> pre-ammortamento in relazione<br />
alle somme erogate nel corso dei lavori e, dal l° gennaio dell'anno<br />
successivo, anche le or<strong>di</strong>narie rate d'ammortamento, le costruzioni appaltate<br />
producono i loro effetti positivi non prima <strong>di</strong> 16 o 18 mesi, sempre<br />
quando le cose procedono regolarmente.<br />
Ma la norma è quasi sempre sostituita dalla eccezione poiché nella<br />
quasi totalità dei casi occorrono due anni ed oltre per conseguire il red<strong>di</strong>to<br />
dai fabbricati realizzati e ciò non per colpa dell'Istituto o delle imprese,<br />
ma generalmente o per circostanze <strong>di</strong> forza maggiore o per tar<strong>di</strong>vi<br />
interventi delle Amministrazioni Comunali nelle opere rientranti nella<br />
loro competenza.<br />
Questo stato <strong>di</strong> cose comporta la necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferire l'inizio dell'ammortamento<br />
dei mutui al momento in cui gli alloggi sono in con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> produrre un equivalente red<strong>di</strong>to. Solo cosí potrà essere evitata<br />
una costante erosione della limitata capacità finanziaria degli Istituti, che<br />
non possono piú fronteggiare la situazione <strong>di</strong> squilibrio economico e<br />
finanziario che, essendo comune a tutti gli Istituti d'Italia, è stata da<br />
tempo segnalata agli Organi <strong>di</strong> Governo.<br />
3) Terza causa è quella che può definirsi « la politica delle pigioni<br />
».<br />
Il complesso e<strong>di</strong>lizio del Viale Candelaro, in <strong>Foggia</strong>, è stato realizzato<br />
in base all'art. 12 della legge 2 luglio 1949 n. 408, per una complessiva<br />
spesa <strong>di</strong> un miliardo <strong>di</strong> lire, fronteggiata con un mutuo <strong>di</strong> pari importo,<br />
concesso a con<strong>di</strong>zioni sensibilmente onerose, dallo INAIL e dall'INPS.<br />
Poiché i fitti derivanti da tali costruzioni erano notevolmente alti<br />
e non sostenibili dalle con<strong>di</strong>zioni economiche degli assegnatari, l' Istituto<br />
fu costretto apportare la riduzione <strong>di</strong> circa il 50% alle pigioni cosí<br />
determinate.<br />
Anche se una <strong>parte</strong> della per<strong>di</strong>ta è stato possibile riversarla sulle<br />
Amministrazioni <strong>Provinciale</strong> e Comunale, con la concessione del contributo<br />
dell 1% <strong>di</strong> cui si è detto innanzi, il bilancio dell'Istituto ha risentito<br />
della minore entrata, derivante dal provve<strong>di</strong>mento adottato, con le conseguenze<br />
che oggi si presentano nella situazione in esame.<br />
4) <strong>La</strong> costruzione della sede dell'Istituto, che senza prestiti e<br />
contributo statale è costata oltre 50 milioni, è stata un'altra compomente<br />
determinante dell'attuale stato finanziario. Essa, pur tuttavia, non ci<br />
preoccupa eccessivamente, anzi ci porta a considerare con ottimismo<br />
96
e sod<strong>di</strong>sfazione l'investimento ed il consolidamento <strong>di</strong> quella somma in immobili,<br />
nonostante che siano produttivi soltanto <strong>di</strong> red<strong>di</strong>ti fittizi.<br />
Alle predette cause <strong>di</strong> maggior rilievo si potrebbero aggiungere molte altre<br />
complementari e <strong>di</strong> natura <strong>di</strong>versa che, pur essendo singolarmente non determinanti,<br />
nel complesso hanno portato la loro ripercussione negativa.<br />
Elencate cause ed effetti, si prevede che ad arginare la situazione potrà concorrere<br />
il mutuo <strong>di</strong> L. 200 milioni, concesso dalla Direzione Generale degli Istituti<br />
<strong>di</strong> Previdenza, mentre si auspica la normalizzazione <strong>di</strong> tutte le situazioni illustrate e<br />
il pronto intervento degli organi <strong>di</strong> Stato, per <strong>di</strong>sciplinare in modo piú razionale o<br />
meno gravoso il sistema <strong>di</strong> ammortamento dei mutui.<br />
Riscatto degli alloggi.<br />
<strong>La</strong> legge 27 aprile 1962 n. 231 sul riscatto degli alloggi ha stabilito norme innovative<br />
rispetto a quelle previste dal D.P.R. 17 gennaio 1959 n. 2, obbligando<br />
('Ufficio Amministrativo ad un notevole lavoro <strong>di</strong> aggiornamento e <strong>di</strong> riorganizzazione<br />
<strong>di</strong> tutto il settore. Si è ritenuto, perciò, urgente ed in<strong>di</strong>spensabile creare un<br />
apposito ufficio in grado <strong>di</strong> poter assolvere il servizio del riscatto anche in vista<br />
degli ulteriori compiti attribuiti all'Istituto dalla nuova legge 14 febbraio <strong>1963</strong>, n. 60<br />
sulla liquidazione del patrimonio e<strong>di</strong>lizio dell'Ina-Casa.<br />
<strong>La</strong> situazione riguardante le pratiche <strong>di</strong> riscatto dei soli alloggi popolari risulta<br />
essere la seguente: alloggi popolari in red<strong>di</strong>to al 28 febbraio 1962 n. 2.218; quota<br />
<strong>di</strong> riserva spettante all'Istituto in ragione del 20% n. 439; alloggi soggetti al riscatto<br />
n. 1.770.<br />
Le domande finora presentate ammontano a n. 722; i contratti stipulati o in<br />
corso <strong>di</strong> definizione sono 201. E' certo, però, che le procedure subiranno un notevole<br />
acceleramento per effetto della nuova impostazione data al servizio, per cui si<br />
spera <strong>di</strong> poter sod<strong>di</strong>sfare le legittime aspettative dei richiedenti entro un ristretto<br />
limite <strong>di</strong> tempo.<br />
Per quanto riguarda gli alloggi dello Stato, sono stati esclusi dal riscatto quelli<br />
per senza tetto, trasferiti in proprietà <strong>di</strong> questo Istituto per effetto dell'art. 12 della<br />
legge 2 luglio 1949 n. 408.<br />
Le richieste <strong>di</strong> alloggio dei senza tetto, per i quali è previsto il riscatto, sono<br />
589 ed a cura dell'Ufficio competente sono state istruite n. 43 pratiche.<br />
97
Conclusione.<br />
II bilancio si presenta per la prima volta in una nuova e<strong>di</strong>zione, che riporta i<br />
dati rilevati dai tre precedenti bilanci consuntivi e quelli considerati nel bilancio <strong>di</strong><br />
previsione dello scorso anno.<br />
Tale impostazione, che aderisce alle istruzioni impartite dal Ministero del<br />
Tesoro, consente <strong>di</strong> poter rilevare con una <strong>di</strong>retta comparazione gli elementi riferiti<br />
all'attività svolta dall'Istituto nel corso dell'ultimo quadriennio, traendone tutte quelle<br />
necessarie considerazioni, che giustificano lo svolgimento dell'attività futura.<br />
L'elaborato comprende una <strong>parte</strong> or<strong>di</strong>naria nella quale è stata considerata,<br />
come <strong>di</strong> consueto, la gestione <strong>di</strong>retta degli alloggi <strong>di</strong> proprietà e quella delle case <strong>di</strong><br />
competenza dello Stato e del Comune <strong>di</strong> Cerignola, che rappresenta l'attività a carattere<br />
permanente. Di contro, nelle uscite si sono impegnate tutte le spese che<br />
interessano <strong>di</strong>rettamente tali gestioni. Nella <strong>parte</strong> straor<strong>di</strong>naria si sono riportati i<br />
proventi e le spese riferiti all'attività costruttiva ed a tutte le altre operazioni, che<br />
non hanno una presumibile continuità nel tempo.<br />
Le ren<strong>di</strong>te patrimoniali, pur non avendo avuto quell'incremento proporzionato<br />
al complesso <strong>di</strong> nuove costruzioni realizzate, hanno tuttavia subito un sostanziale<br />
aumento, portandosi a L. 218.647.000, ivi compresi i red<strong>di</strong>ti derivanti dalle<br />
case per S. T., trasferite in proprietà dell'Istituto per effetto dell'art. 12 della Legge 2<br />
luglio 1949 n. 408 ed i fitti figurativi degli immobili destinati ad uffici ed a portinerie.<br />
Aumento notevole rispetto ai consuntivi dei precedenti esercizi si rileva anche<br />
nelle ren<strong>di</strong>te delle case <strong>di</strong> proprietà dello Stato, che nel complesso ammontano a L.<br />
75.386.000. Nelle spese generali <strong>di</strong> amministrazione or<strong>di</strong>naria, unico incremento <strong>di</strong><br />
notevole rilievo emerge nelle spese relative al personale, dovuto oltre che all'adeguamento<br />
delle retribuzioni ed al conseguente maggiore onere dei contributi assicurativi<br />
e previdenziali, anche all'assunzione <strong>di</strong> due nuovi impiegati. Per le considerazioni<br />
<strong>di</strong> cui sopra anche le spese del personale <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a sono sensibilmente<br />
aumentate, in seguito alle altre assunzioni per la sorveglianza degli e<strong>di</strong>fizi recentemente<br />
ultimati.<br />
Gli interessi passivi hanno subito anch'essi un aumento sensibile, dovuto sia<br />
all'entrata in ammortamento <strong>di</strong> nuovi prestiti concessi e sia alla esposizione <strong>di</strong> cassa<br />
presso il tesoriere, per effetto della già illustrata delicata e particolare situazione<br />
finanziaria.<br />
Nella <strong>parte</strong> straor<strong>di</strong>naria i proventi <strong>di</strong> maggior rilievo - rappresentati dalle<br />
percentuali derivanti dalla realizzazione dei nuovi piani costruttivi, - ammontano a<br />
L. 121.500.00 per case <strong>di</strong> proprietà e per<br />
98
opere eseguite per conto del Ministero dei LL. PP. e della Gestione Case per lavoratori.<br />
Mentre le altre voci sono rimaste quasi immutate rispetto al precedente bilancio<br />
<strong>di</strong> previsione, un notevole incremento si rileva tra i contributi straor<strong>di</strong>nari a<br />
carico degli enti locali, per un importo <strong>di</strong> L. 46.420.000, che è un notevole e sostanziale<br />
apporto all'equilibrio generale del bilancio. Ridotte risultano alcune voci <strong>di</strong><br />
spese straor<strong>di</strong>narie, come ad esempio quelle afferenti le costruzioni, aumentate<br />
quelle del personale, per effetto degli ultimi miglioramenti.<br />
Pur considerando che non si è ancora raggiunto l'equilibrio della <strong>parte</strong> or<strong>di</strong>naria<br />
del bilancio, pur tuttavia si può ritenere ugualmente sod<strong>di</strong>sfacente il conseguimento<br />
<strong>di</strong> un presunto risultato generale positivo, che scaturisce dalle seguenti<br />
cifre riepilogative<br />
- Totale generale delle entrate L. 781.043.000<br />
- Totale generale delle uscite » 780.953.000<br />
Saldo positivo <strong>di</strong> esercizio L. 90.000<br />
Si è certi che questo apprezzabile risultato, nonostante le <strong>di</strong>fficoltà che si<br />
dovranno superare, potrà essere agevolmente conseguito se tutti continueremo ad<br />
operare con passione e con responsabile collaborazione.<br />
BERARDINO TIZZANI<br />
__________<br />
Avv. BERARDINO TIZZANI, consigliere provinciale, presidente dell'Istituto<br />
Autonomo per le Case Popolari <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
99
Le “ragioni,, <strong>di</strong> una Fiera<br />
In questi ultimi anni si sta assistendo ad un evolversi delle manifestazioni<br />
fieristiche e ad un loro notevole ri<strong>di</strong>mensionarsi per adattarsi alle mutate<br />
con<strong>di</strong>zioni del mercato attuale.<br />
Il tramonto delle gran<strong>di</strong> campionarie (che ebbero il loro momento nel<br />
periodo fra le guerre e che erano giustificate da una economia ancora avida <strong>di</strong><br />
qualsiasi bene <strong>di</strong> manufatti e <strong>di</strong> consumo) e il successo sempre più incalzante<br />
dei Saloni Specializzati, specie nei paesi ad alta industrializzazione, la necessità<br />
<strong>di</strong> offrire agli operatori economici sempre più moderni e adatti strumenti<br />
commerciali per le loro ven<strong>di</strong>te (il che comporta una notevole entità <strong>di</strong> servizi<br />
a loro <strong>di</strong>sposizione) hanno creato gravi problemi agli Enti fieristici che sono<br />
<strong>di</strong>venuti degli organismi non solamente commerciali, ma costretti ad assolvere<br />
complesse funzioni che vanno dalla in<strong>di</strong>viduazione e ricerca <strong>di</strong> mercato a<br />
funzioni « promotive » e, ad<strong>di</strong>rittura, a contribuire, con la loro azione, alla<br />
ricerca dei problemi economici <strong>di</strong> interesse nazionale, attuando una particolare<br />
politica che risponda alle necessità del paese in quel momento.<br />
Questa nuova <strong>di</strong>mensione dell'attività fieristica ha portato ad. una selezione<br />
accentuata e ad una riorganizzazione delle basi strutturali degli Enti<br />
fieristici.<br />
Non siamo perciò troppo pessimisti sulle « troppe fiere » che si svolgono<br />
in Italia e nel mondo, secondo gli allarmi già fatti molte volte presenti<br />
dagli organismi e dalla stampa qualificata in quanto le « troppe fiere » si ri<strong>di</strong>mensioneranno<br />
da sé in base alle giuste leggi dell'economia per cui la moneta<br />
buona scaccia la cattiva. Certo la situazione o<strong>di</strong>erna presenta il fianco a numerose<br />
critiche e abbiamo assistito, anche recentemente,<br />
100
allo scatenarsi <strong>di</strong> una vera e propria guerra fra le fiere con aspetti, in certi episo<strong>di</strong>,<br />
ad<strong>di</strong>rittura grotteschi.<br />
A nostro parere si può <strong>di</strong>re, sulla serietà delle Fiere, quello delle vecchie<br />
<strong>di</strong>tte commerciali che per essere, appunto, serie devono poter contare su<br />
tre elementi: tra<strong>di</strong>zione, vali<strong>di</strong>tà commerciale, serietà organizzativa.<br />
Questi tre elementi sono in<strong>di</strong>spensabili a formare la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> una manifestazione<br />
fieristica.<br />
Quante Fiere hanno in questo le carte in regola?<br />
Alcune hanno dalla loro tra<strong>di</strong>zioni ed efficienza ma nessuna vali<strong>di</strong>tà<br />
commerciale, altre potrebbero ben affermarsi sul piano commerciale ma sono<br />
carenti dal punto <strong>di</strong> vista organizzativo, altre, infine, pur avendo tutte le possibilità<br />
commerciali ed organizzative per giustificare la effettuazione <strong>di</strong> un<br />
mercato fieristico non possono giovarsi <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione e <strong>di</strong> un ambiente,<br />
per cui « quella » Fiera « si fa così da secoli ».<br />
Potremmo fare molti esempi e citare numerose cifre a questo proposito.<br />
<strong>La</strong> storia delle Fiere in Italia è piena <strong>di</strong> fatti che possono offrire il destro<br />
a profonde critiche.<br />
E 42, Fiera d'Oltremare, Torino 61... miliar<strong>di</strong> spesi, perché? Ed ancora,<br />
Fiera del Mare <strong>di</strong> Taranto, Fiera del Vino <strong>di</strong> Lecce, Fiera del <strong>La</strong>tte <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, il<br />
Salone della macchina agricola <strong>di</strong> Torino etc. etc. ed ora, pare, la Fiera della<br />
Casa <strong>di</strong> Napoli. Dove sono finite? E perché?<br />
Potremmo ancora citare altri esempi fra le Fiere che ancora oggi si<br />
svolgono in Italia; Fiere senza alcuna vali<strong>di</strong>tà commerciale, fatte <strong>di</strong> rassegne<br />
<strong>di</strong> negozi che è più facile trovare in un corso citta<strong>di</strong>no, <strong>di</strong> Luna Park, <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimenti,<br />
<strong>di</strong> chioschi <strong>di</strong> frittelle, <strong>di</strong> falsi marocchini con i fez in testa, <strong>di</strong> rassegne<br />
<strong>di</strong> 20-30 nazioni (?) fra cui repubbliche africane ed asiatiche tipo « vedova<br />
allegra » che vengono a vendere portasigarette e tappetini « originali », con «<br />
missioni commerciali » che vengono a passare una settimana <strong>di</strong> vacanza «<br />
tutta pagata » in Italia.<br />
Si svolgono in Italia ad<strong>di</strong>rittura Fiere che dovrebbero essere proibite<br />
perché dannose alla nostra economia.<br />
Fiere me<strong>di</strong>ante le quali si chiama la concorrenza in casa, per merci <strong>di</strong><br />
cui vi è sovrapproduzione in Italia, per il solo piacere <strong>di</strong> definirsi « internazionali<br />
».<br />
Manifestazioni <strong>di</strong> questo genere sono comunque destinate,<br />
101
è chiaro, a scomparire, ma allo stato attuale esse pompano sol<strong>di</strong> alle amministrazioni<br />
locali, allo Stato, agli Enti locali, <strong>di</strong>sorientano produttori ed espositori,<br />
scontentano il pubblico.<br />
<strong>La</strong> verità è che è tempo che si instauri anche in Italia « una politica fieristica<br />
» che, se non è possibile <strong>di</strong>sciplinare dall'alto, trovi negli ambienti fieristici<br />
stessi il proprio delinearsi e <strong>di</strong>mensionarsi.<br />
Quanto alla Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> « le ragioni » per una affermazione e per la<br />
sua giustificazione sono abbastanza valide, poiché sono anni che essa attua<br />
una sua precisa politica in<strong>di</strong>viduabile in una sfera d'azione ben netta.<br />
<strong>La</strong> sua rigida specializzazione, le sue caratteristiche <strong>di</strong> mercato per il<br />
Mezzogiorno agricolo, la sua funzione <strong>di</strong> guida e <strong>di</strong> sprone per un'economia<br />
agricola evoluta, con le sue mostre particolari e i suoi convegni tecnici, il suo<br />
rinunciare alle gran<strong>di</strong> folle non qualificate, la sua capillare penetrazione presso<br />
le aziende agrarie e gli allevatori meri<strong>di</strong>onali, i precisi programmi stabiliti<br />
da <strong>di</strong>rettive provenienti dagli organismi tecnici qualificati che formano l'ossatura<br />
del suo Consiglio e della sua Giunta Esecutiva, le hanno dato una fisionomia<br />
chiara e precisa. Una « tra<strong>di</strong>zione » che si perde nella notte dei tempi,<br />
una « vali<strong>di</strong>tà commerciale » evidenziata dalla presenza della maggior <strong>parte</strong><br />
delle <strong>di</strong>tte interessate all'agricoltura che, se vengono qui ad esporre e a spendere<br />
centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> lire, non lo fanno certo per fare un favore agli<br />
organi <strong>di</strong>rettivi; infine la sua « struttura organizzativa » modesta ma in<strong>di</strong>rizzata<br />
in maniera precisa, sono gli elementi che concorrono a fare della Fiera dell'Agricoltura<br />
<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> una delle manifestazioni più valide della nostra nazione.<br />
ANTONIO VITULLI<br />
__________<br />
Dott. ANTONIO VITULLI, segretario generale dell'Ente «Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>»,<br />
102
Appunti sulle elezioni politiche<br />
del <strong>1963</strong> in Capitanata<br />
<strong>La</strong> « scienza dei gran<strong>di</strong> numeri » applicata alla moderna tecnica delle consultazioni<br />
elettorali si rivela fondamentale, per esaminare l'andamento politico generale<br />
in una regione.<br />
All'indagine « per campione », così tanto generalizzata oggi, può attribuirsi<br />
efficacia, sia pure relativa, soltanto nelle previsioni o negli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> mercato Il dato<br />
elettorale acquisito, invece, è storia e può costituire sicura anticipazione - con molta<br />
buona approssimazione - anche dell'orientamento futuro del corpo elettorale, da<br />
cui trarre somme <strong>di</strong> elementi correttivi vali<strong>di</strong> ad articolare i « quadri » <strong>di</strong> manovra a<br />
<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> ogni partito.<br />
Soltanto in questi ultimi anni si va <strong>di</strong>mostrando che la macchina elettorale è<br />
un congegno da tenere sempre in moto e perfettamente lubrificato, sia pure usando<br />
« l'acceleratore del minimo » nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> apparente stasi e facendola marciare<br />
a tutto gas quando il citta<strong>di</strong>no è chiamato al voto.<br />
<strong>La</strong> valutazione del dato elettorale, dunque, è sempre attuale e in<strong>di</strong>ca ancor<br />
più se avviene a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo, proprio, lo stato <strong>di</strong> salute del corpo politico.<br />
L'elemento <strong>di</strong> valutazione più recente dell'orientamente elettorale della provincia<br />
dauna è dato dai risultati delle consultazioni politiche generali del 28 aprile u.<br />
s.<br />
Capitanata Capoluogo<br />
Democrazia Cristiana 130.185 23.524<br />
Partito Comunista Italiano 118.538 12.922<br />
Partito Socialista Italiano 28.926 7.585<br />
Movimento Sociale Italiano 21.120 5.609<br />
Partito Liberale Italiano 10.126 3.104<br />
Partito Democrat. Italiano <strong>di</strong> Unità Monarchica 9.789 3.387<br />
Partito Socialista Democratico Italiano 9.535 1.987<br />
103
Concentrazione Un. Rurale 6.534 639<br />
Partito Aut. Pens Italiani 1.735 893<br />
Partito Repubblicano Italiano 1.559 375<br />
Fronte Rinascita Nazionale 320 60<br />
Rinnovamento Sociale 133 25<br />
Su <strong>di</strong> una popolazione censita in 665.286 abitanti (che nel 1958 erano<br />
684.223) gli aventi <strong>di</strong>ritto al voto furono 388.860 e lo esercitarono 347.076<br />
elettori. <strong>La</strong> percentuale dei votanti, dunque, fu del 92,4 per cento: esattamente<br />
il 2 per cento in più del 1958.<br />
Questo dato positivo <strong>di</strong>mostra un'accentuata formazione della coscienza<br />
politica delle popolazioni daune; una maggiore fiducia negli istituti<br />
democratici e quin<strong>di</strong> una <strong>parte</strong>cipazone della base a determinare gli in<strong>di</strong>rizzi<br />
<strong>di</strong> politica generale, che non era nel passato.<br />
Maggior valore, poi acquista l'incremento percentuale dei votanti, se<br />
si considera la <strong>di</strong>minuzione subita dalla popolazione dauna in questi ultimi<br />
cinque anni, essenzialmente per l'accentuarsi del fenomeno emigratorio.<br />
Per l'ultimo decennio, cioè dalle elezioni generali del 1953 a quelle<br />
del <strong>1963</strong>, cerchiamo <strong>di</strong> raffigurare le scelte del corpo elettorale <strong>di</strong> Capitanata<br />
in tre serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>agrammi, prendendo in considerazione i risultati elettorali<br />
per la Camera dei Deputati. <strong>La</strong> prima serie, che comprende le linee ascensionali,<br />
nell'or<strong>di</strong>ne, del PLI, del PSDI, del MSI, del PCI, rivela una costante<br />
tendenza all'incremento dei voti; la seconda (PDIUM) in<strong>di</strong>ca un costante<br />
regresso; la terza (PSI, DC, PRI), infine, in<strong>di</strong>ca instabilità.<br />
Fermo restante il dato elettorale del 1948, che vide raccolta intorno<br />
alla DC la maggioranza assoluta dei voti, il 1953 si manifestò nel Mezzogiorno<br />
quel fenomeno qualunquista <strong>di</strong> ritorno, per il quale in Capitanata<br />
oltre 20 mila voti, già affidati alla DC, passarono a destra tanto che MSI,<br />
PNM insieme ne totalizzarono 62.013, risultato in appresso mai più raggiunto<br />
e, cre<strong>di</strong>amo, non più raggiungibile, come fanno prevedere i dati statistici,<br />
che hanno registrato il grave tracollo subìto dai monarchici.<br />
Per altro nelle elezioni del 1958 quei ventimila voti tornarono alla<br />
DC, per riallontanarsene, almeno per il 70 per cento, il <strong>1963</strong>. E' indubbiamente<br />
questo il dato più caratteristico, fornitoci dall'analisi statistica, della<br />
esistenza in provincia d <strong>Foggia</strong> <strong>di</strong> una imponente aliquota <strong>di</strong> elettori instabili,<br />
che alimentarono il quoziente dell'estrema destra nel 1953, dopo <strong>di</strong> aver<br />
dato la loro fiducia alla DC nel 1948 e nel 1949 all'UQ. Si tratta <strong>di</strong> una massa<br />
<strong>di</strong> elettori senza partito, o <strong>di</strong> iscritti <strong>di</strong>ssidenti, che costituiscono la massa<br />
<strong>di</strong> manovra della quale, come si è visto, si è giovato questo o quel partito, e<br />
che lasciano l'osservatore molto perplesso. Egli infatti si domanda se il fenomeno<br />
registrato <strong>di</strong>penda da non raggiunta consapevolezza politica, oppure<br />
da emancipazione dagli schemi ideologici e dalla <strong>di</strong>sciplina della organizzazione,<br />
immaturità e autarchia che porterebbero a scegliere la scheda nel<br />
primo caso per suggestione e nel secondo per valutazione contingente.<br />
Così rilevato, il prossimo futuro politico della nostra Provincia app are<br />
104
ipotecato all'impegno <strong>di</strong> allargare la sua area democratica, anche se i risultati<br />
elettorali recenti non suffragano con generosità l'esperimento, se è<br />
vero che i due gran<strong>di</strong> partiti promotori hanno subito una flessione <strong>di</strong> circa<br />
ventimila voti (14.117 la DC, 5.203 il PSI). Concetto, questo, confermato,<br />
per altro, dal costante e chiaro accrescimento <strong>di</strong> voti registrato dal PLI,<br />
nonostante la esistenza <strong>di</strong> un concorrente potenziale che esso ha trovato<br />
nella Concentrazione Rurale, con la sua lista risoltasi in <strong>di</strong>sturbo non tanto<br />
per la DC quanto per lo schieramento liberale. <strong>La</strong> convalida delle costanti<br />
progressive delle estreme si è avuta, invece, dai risultati del PCI e<br />
del MSI.<br />
Si può concludere che attualmente il tra<strong>di</strong>zionale schieramento politico<br />
è tutto in fase evolutiva e che, soltanto per configurazione topografica<br />
parlamentare, può parlarsi ancora <strong>di</strong> destra, centro e sinistra. Infatti sono<br />
da considerarsi cadute le vecchie prerogative ed i vecchi schemi, mentre il<br />
fondamento sociale e popolare è alla base <strong>di</strong> ogni schieramento politico e<br />
l'in<strong>di</strong>vidualismo ed il conservatorismo classici possono ritenersi sicuramente<br />
archiviati agi atti della storia politica nazionale, come può <strong>di</strong>rsi <strong>di</strong><br />
un'autentica democrazia parlamentare, ormai sostituita da una democrazia<br />
<strong>di</strong> partito, che non impegna più l'eletto soltanto con i suoi elettori, bensì<br />
solidamente lo lega alla <strong>di</strong>rezione del suo partito<br />
ATTILIO TIBOLLO<br />
__________<br />
* ATTILIO TIBOLLO, giornalista in <strong>Foggia</strong>.<br />
_______________________________________________________________<br />
LA RAPPRESENTANZA DAUNA<br />
PER LA QUARTA LEGISLATURA REPUBBLICANA<br />
In base agli scrutinii e alle intervenute opzioni, sono stati proclamati i seguenti<br />
parlamentari della nostra Provincia<br />
CAMERA:<br />
D.C. (3 seggi): on. avv. Gustavo De Meo; on. avv. Donato De Leonar<strong>di</strong>s;<br />
on. avv. Vincenzo Russo.<br />
P.C.I. (2 seggi): on. rag. Michele Magno: on. dott. Pasquale Pasqualicchio.<br />
M.S.I. (1 seggio): on. Ernesto de Marzio.<br />
SENATO:<br />
D.C. (1 seggio): sen. prof.ssa Graziuccia Giuntoli.<br />
P.C.I. (2 seggi) : sen. Luigi Conte; sen. avv. Federico Kuntze.<br />
Prima del 30 aprile la rappresentanza parlamentare della Daunia era<br />
così c ostituita:<br />
CAMERA<br />
D.C. (4 seggi): on. avv. Gustavo De Meo; on. avv. Stefano Cavaliere; on.<br />
avv. Donato De Leonar<strong>di</strong>s; on. avv. Vincenzo Russo.<br />
P.C.I. (3 seggi): on. dott. Luigi Conte; on. rag. Michele Magno; on. avv. Federico<br />
Kuntze.<br />
P.S.I. (1 seggio) : on. prof.ssa Anna Matera-De <strong>La</strong>uro.<br />
M.S.I. (1 seggio) : on. Ernesto de Marzio.<br />
SENATO:<br />
D.C. (1 seggio): sen. avv. Alfonso De Giovine.<br />
P.C.I. (2 seggi): sen. Giuseppe Imperiale; sen. dott. Pasqualino Pasqualicchio.<br />
105
O M I S S I S<br />
Parte 1, pag. 105 - Nel prospetto dei Parlamentari, nati o residenti in Provincia <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong>, va compreso il nome della on. Bal<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Vittorio in Berti dei P.C.I. che,<br />
nata in Cerignola, ha <strong>di</strong>ritto a figurare in questa prima presentazione. Di tutti gli<br />
eletti il 28 aprile nella circoscrizione Bari-<strong>Foggia</strong> forniremo nel p.f. fascicolo i dati<br />
biografici e, <strong>di</strong> quelli tra essi che hanno risposto alla nostra preghiera, <strong>di</strong>chiarazioni<br />
programmatiche e ritratti.<br />
Parte 1, pag. 72, dopo l'ultimo rigo: tura. Altra fonte dovette essere il « Libro delle<br />
Capitolazioni e rego-
LIBRERIA<br />
Gli «Atti» dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong>*<br />
A proposito <strong>di</strong> questa produzione, non è fuori luogo ricordare che<br />
fu merito <strong>di</strong> un consesso elettivo la ripresa della pubblicazione sistematica<br />
degli atti ufficiali dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, cessata durante<br />
il fascismo. <strong>La</strong> deliberazione relativa fu adottata infatti nel '54, durante<br />
la significativa presidenza del Sen -Allegato, che risulta poi riassunta,<br />
in suo onore dopo la morte, nel IX volume della raccolta (2° del '58).<br />
In pari tempo, va riconosciuto che la traduzione in pratica - in maniera<br />
organica, moderna e <strong>di</strong>gnitosa - dell'apprezzata iniziativa, ha avuto<br />
luogo grazie anche alle prestazioni dello Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno che ha<br />
fatto <strong>di</strong> tale opera a carattere continuativo, una serie « ad hoc » delle sue<br />
collane, nell'intento <strong>di</strong> raccogliere così - per il controllo della pubblica<br />
opinione, con particolare riferimento ai giovani ed agli stu<strong>di</strong>osi - il primo<br />
« corpus » <strong>di</strong> fonti del governo postfascista della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. E<br />
non poteva essere altrimenti, dato che anima dello Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno<br />
è Mario Simone, del quale non è ecessivo la dare, unitamente al buon<br />
gusto, soprattutto l'ansia <strong>di</strong> convogliare ogni motivo locale <strong>di</strong> cultura verso<br />
lo sviluppo della vita democratica, come <strong>di</strong>mostrano parallelamente, tra<br />
altre e<strong>di</strong>zioni che egli cura a Napoli, i Quaderni <strong>di</strong> « Risorgimento Meri<strong>di</strong>onale<br />
»<br />
Da quanto innanzi è facile desumere non soltanto l'encomiabile impegno<br />
democratico, ma anche il valore culturale della pubblicazione nel<br />
suo complesso. Basti comunque chiarire che la e<strong>di</strong>zione in esame, pur nel<br />
rispetto <strong>di</strong> canoni estetici, non ha mancato <strong>di</strong> aver presenti le necessità del<br />
lettore ai fini <strong>di</strong> un'agevole consultazione il più possibile esauriente. Perciò<br />
ciascun volume è corredato, oltre che da dati precisi circa la composizione<br />
degli organi elettivi deliberanti, <strong>di</strong> tutti i documenti richiamati nei<br />
verbali <strong>di</strong> seduta - a loro volta riportati per intero - e <strong>di</strong> tre in<strong>di</strong>ci particolari<br />
delle deliberazione - in or<strong>di</strong>ne numerico, cronologico e <strong>di</strong> materia -<br />
riepilogati in un in<strong>di</strong>ce generale.<br />
Il volume XII - quello dal quale più imme<strong>di</strong>atamente trae origine<br />
__________<br />
(*) AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI CAPITANATA, Atti<br />
del Consiglio, Atti della gestione straor<strong>di</strong>naria (voll. 14 in 8°, <strong>Foggia</strong>, Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale<br />
Dauno, 1952-<strong>1963</strong>, s.p. (« Atti, documenti e stu<strong>di</strong> dauni: serie amministrativa »,<br />
n. I-XIV). SIMONE M., <strong>La</strong> Capitanata eretta a provincia dello Stato Italiano, nel primo<br />
centenario: 1861-1961. Presentazione <strong>di</strong> E. Cerza, presidente della Comm.ne per<br />
l'Amm.ne str. della Provincia, <strong>Foggia</strong>, Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno, s.d. (ma <strong>1963</strong>),<br />
ill. s.p.<br />
106
la nostra recensione - contiene anche una celebrazione del primo centenario<br />
della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> nello Stato Italiano, ricorrenza che è spiacevolmente<br />
capitata durante una gestione straor<strong>di</strong>naria, la quale tuttavia non<br />
ha impe<strong>di</strong>to il prosieguo della iniziativa democratica; come è peraltro registrato<br />
dalla presentazione, a firma proprio del Presidente della stessa<br />
Commissione straor<strong>di</strong>naria.<br />
Il volume è inoltre arricchito da una monografia commessa dall'Ente<br />
a Mario Simone, in cui questi pregevolmente utilizza storia, <strong>di</strong>ritto e<br />
politica, nella composizione <strong>di</strong> un tanto agile quanto compiuto profilo<br />
storico politico amministrativo della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> il quale, <strong>parte</strong>ndo<br />
dalle origini - cioè dal tempo del catapano bizantino - arriva al primo<br />
Consiglio dopo l'Unità, sorto in applicazione del decreto regio 23 ottobre<br />
1859, esteso anche alle province napoletane; sintesi che chiameremmo «<br />
alla Bovio » se amassimo l'iperbole e non temessimo <strong>di</strong> ferire il costume<br />
<strong>di</strong> modestia dell'autore.<br />
Al testo - che ricorda pure chi ricoprì per la prima volta la carica <strong>di</strong><br />
presidente del Consiglio provinciale, il marchese Luigi de Luca, non nuovo<br />
alle cronache risorgimentali - fa seguito una elaborata e cospicua esposizione<br />
commentata delle fonti, il cui pregio, in specie per gli stu<strong>di</strong>osi, è<br />
accentuato dal fatto che questa <strong>di</strong> Mario Simone è - per quanto ne sappiamo<br />
- la prima seria trattazione in materia.<br />
Detta monografia infine, nella e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>ffusa a <strong>parte</strong> in veste tipografica<br />
non meno accurata, reca in copertina la riproduzione <strong>di</strong> una rara<br />
allegoria sul contributo della Puglia al Risorgimento nazionale e, ciò che<br />
non guasta, anche la testimonianza grafica della prima raccolta degli Atti<br />
provinciali dopo l'Unità.<br />
Concludendo, tali importanti realizzazioni, ben lungi dal rappresentare<br />
dei comuni fatti <strong>di</strong> semplice e<strong>di</strong>toria, costituiscono nel loro insieme<br />
un tipico esempio <strong>di</strong> felice incontro <strong>di</strong> collaborazione tra amministrazione<br />
pubblica ed elementi illuminati e volenterosi della società civile: genere <strong>di</strong><br />
rapporti, questo, che nel nostro Paese dovrebbe essere sommamente incrementato.<br />
MICHELE LANZETTA<br />
__________<br />
Sen. avv. MICHELE LANZETTA, componente del Consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione<br />
de « Il Comune Democratico », organo della Lega Naz. dei Comuni Democratici,<br />
Regioni, Provincie ed Enti minori in Roma.<br />
107
CRONACHE DELLA CULTURA<br />
Prospettive della economia dauna<br />
Al Rotary Club <strong>di</strong> Poggia il <strong>di</strong>rettore della locale sede della Banca d'Italia<br />
ha parlato in una riunione numerosa e qualificata, che lo ha vivamente applautito.<br />
Egli, nel descrivere l'andamento dell'economia della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> nell'anno<br />
1962, ne ha paragonato le caratteristiche ad un quadro, con chiaroscuri e prospettive,<br />
che egli ravvisa nell'espansione della produzione agricola, industriale dell'artigianto,<br />
delle attività terziarie, dei salari, dei consumi, del risparmio, degli investimenti,<br />
dei red<strong>di</strong>ti in<strong>di</strong>viduali, cui fanno riscontro l'abbandono della terra, l'emigrazione,<br />
la <strong>di</strong>soccupazione, l'insufficienza delle infrastrutture e delle abitazioni<br />
private, l'aumento dei prezzi all'ingrosso e al minuto, il rincaro del costo della<br />
vita.<br />
Passando in rassegna tutti gli aspetti congiunturali anzi detti, ha sottolineato<br />
l'incremento della produzione agricola dell'ultimo biennio, anche in rapporto<br />
all'applicazione delle <strong>di</strong>sposizioni legislative del Piano Verde, ponendo in<br />
evidenza il lento, ma progressivo affrancamento dell'agricoltura dauna dal suo<br />
carattere monoculturale.<br />
Rilevato che, nonostante il favorevole andamento dell'agricoltura, persistono<br />
l'abbandono dei poderi e l'emigrazione, il dott. Paolillo ha affermato che le<br />
cause <strong>di</strong> ciò sono da ricercare nelle secolari remore che ostacolano decisi miglioramenti<br />
del tenore <strong>di</strong> vita in alcune zone e nell'allettamento delle maggiori retribuzioni<br />
che si percepiscono al Nord e all'estero.<br />
Passando ad esporre gli aspetti dell'industria e dell'artigianato, dopo un accenno<br />
alle aspettative legittime per la costituzione del Consorzio del nucleo industriale,<br />
ha posto in evidenza tutte le incoraggianti iniziative delle industrie <strong>di</strong> trasformazione<br />
dei prodotti agricoli (zuccherifici, produzione cerealicola), delle industrie<br />
marmifere e dell'e<strong>di</strong>lizia e l'aumento delle imprese artigiane, ormai prossime<br />
alle un<strong>di</strong>cimila unità.<br />
Circa le attività terziarie, ha rilevato l'espansione e l'alta funzionalità delle<br />
aziende <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, del settore commerciale e dei trasporti, il regresso dei fallimenti<br />
e dei protesti, ed auspicato che le belle e salubri coste garganiche e sipontine<br />
accolgano un'attrezzatura turistica adeguata.<br />
Dopo un'approfon<strong>di</strong>ta analisi dei red<strong>di</strong>ti dei consumatori e degli investimenti<br />
pubblici e privati, il relatore ha intrattenuto gli ascoltatori sull'andamento<br />
dei prezzi all'ingrosso ed al minuto del costo della vita.<br />
Nelle conclusioni, dopo aver affermato che gli aumenti dei red<strong>di</strong>ti in<strong>di</strong>viduali<br />
hanno favorito l'espansione della domanda, l'ascesa dei prezzi e la liqui<strong>di</strong>tà,<br />
ha prospettato i problemi <strong>di</strong> impiego e <strong>di</strong> costi, che non mancheranno <strong>di</strong> presentarsi<br />
con la progressiva anche se lenta trasformazione della economia della provincia.<br />
Ha espresso tuttavia la certezza che tale trasformazione delinea una sicura<br />
tendenza che, con l'incremento e le <strong>di</strong>stribuzioni del red<strong>di</strong>to, deter-<br />
108
minerà situazioni nuove, che permetteranno <strong>di</strong> affrontare e risolvere anche i problemi<br />
sociali che incombono.<br />
IL RICONOSCIMENTO GIURIDICO<br />
DELL'AVVIAMENTO COMMERCIALE<br />
Il socio avv. Vittorio Panunzio ha tenuto una brillante conversazione al<br />
Lyon's Club <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. Ricordato che le prime espressioni <strong>di</strong> una tutela dell'avviamento<br />
commerciale si registrano negli statuti <strong>di</strong> alcuni Comuni della Toscana<br />
nel 1300 e dopo aver messo in risalto la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> una chiara legislazione in<br />
materia malgrado l'impegno <strong>di</strong> legislatori, giuristi ed economisti soprattutto negli<br />
ultimi 70 anni, il relatore si è occupato della legge 27 gennaio <strong>1963</strong> n. 19, entrata<br />
in vigore il 5 febbraio successivo.<br />
Un esame <strong>di</strong> carattere <strong>di</strong>vulgativo necessario in quanto « il successo delle<br />
nuove <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong>pende dalla chiara conoscenza <strong>di</strong> esse da <strong>parte</strong> delle categorie<br />
interessate e dal senso <strong>di</strong> onestà col quale esse si porteranno a risolvere le loro<br />
posizioni apparentemente in contrasto ».<br />
Escludendo che la nuova legge rappresenti la vittoria <strong>di</strong> una categoria rispetto<br />
ad un'altra o sia l'espressione <strong>di</strong> esigenze <strong>di</strong> politica del momento, ma chiarendo<br />
come la nuova legge sia l'espressione <strong>di</strong> manifestazioni spontanee nel<br />
campo economico-commerciale, il conferenziere ha messo in risalto pregi e <strong>di</strong>fetti<br />
della legge stessa, augurandosi che l'ambiente abbia a far tesoro dei pregi e superi<br />
con comprensione i <strong>di</strong>fetti.<br />
Sulla relazione sono intervenuti i consoci on. De Leonar<strong>di</strong>s, rag. Mancini,<br />
avv. Follieri, i quali con acute osservazioni hanno contribuito al successo della<br />
riunione, presieduta dal l. Vice Presidente dott. Franco Spinelli il quale, prima<br />
della relazione, ha rivolto parole augurali ai nuovi soci entrati a far <strong>parte</strong> della<br />
famiglia lionistica dauna.<br />
109
MANIFESTAZIONI PROVINCIALI<br />
Il dolore <strong>di</strong>Capitanata<br />
per la morte <strong>di</strong> Giovanni XXIII<br />
Il trapasso <strong>di</strong> S.S. Giovanni XXIII ha segnato anche in terra dauna le<br />
orme profonde della commozione e della preghiera, che in giugno hanno caratterizzato<br />
la vita <strong>di</strong> tutti i popoli, pro<strong>di</strong>giosamente uniti nella venerazione <strong>di</strong><br />
quel grande Pontefice, depositario, interprete, realizzatore dei loro supremi<br />
ideali <strong>di</strong> pace nella libertà con giustizia.<br />
Tra le numerose onoranze é ricordevole la funzione religiosa <strong>di</strong> Monte<br />
S. Angelo, dove, durante le solenni esequie, la <strong>parte</strong>cipazione corale del Gargano<br />
al dolore del mondo fu esternata dal rev.mo Arci<strong>di</strong>acono mitrato della<br />
celeste Basilica, Mons. Prof. Nicola Quitadamo. Egli non poteva concludere<br />
più felicemente la sua dotta e commossa orazione, che rievocando la devozione<br />
particolare verso l'Arcangelo del Principe della Chiesa, destinato ad<br />
essere il Sommo Pontefice, la sua visita a Manfredonia lungo l'itinerario antico<br />
dei pellegrini per S. Leonardo <strong>di</strong> Siponto e Manfredonia al Sacro Speco <strong>di</strong><br />
Monte S. Angelo.<br />
Anche motivi particolari hanno fatto sussultare il cuore dei Garganici<br />
nell'ora triste del ricordo. Infatti Angelo Giuseppe Roncalli, patriarca <strong>di</strong> Venezia,<br />
il 28 agosto 1955 incoronò a Manfredonia quella S.S. Maria <strong>di</strong> Siponto<br />
e pose la prima pietra del nuovo tempio a S. Michele con un blocco <strong>di</strong> roccia<br />
della Grotta Arcangelica.<br />
Il successivo giorno Egli volle ascendere la Montagna, ed in quella circostanza,<br />
memoranda si verificarono tre fatti particolari, così ricordati da<br />
Mons. Quitadamo : -<br />
« 1 - Egli, parlando in Piazza, ritto sull'automobile, pronunziò quelle<br />
inobiliabili parole all'in<strong>di</strong>rizzo del popolo montanaro « Sono commosso della<br />
vostra calorosa accoglienza e vi <strong>di</strong>co che, trovandomi in mezzo a voi, mi sento come<br />
nella mia terra, perchè anche io sono montanaro e figlio <strong>di</strong> umili conta<strong>di</strong>ni »;<br />
2 - Noi, rivolgendoGli un rispettoso in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> omaggio,<br />
110
Gli ricordammo che: « un suo insigne predecessore Patriarca <strong>di</strong> Venezia, il Car<strong>di</strong>nale<br />
Razzonico, era venuto pellegrino a S. Michele, sul Gargano, e poi era stato eletto alla<br />
tiara pontificia, per cui sorgeva spontaneo in noi lo stesso augurio e preconio per la Sua<br />
Venerata Persona » ;<br />
3 - Egli, infine, quasi presago dei <strong>di</strong>segni della Provvidenza adombrato<br />
in questo pellegrinaggio garganico, nel fissare il Suo ricordo sul Libro dei Visitatori,<br />
scrisse quella memorabile preghiera per la Chiesa Universale: « Sancte<br />
Micheel Arcangele, defende nos in proelio, protege Ecclesiam tibi concre<strong>di</strong>tam ».<br />
E quando tre anni dopo si inverò il nostro affettuoso preconio, Egli,<br />
prendendo lo spunto della festa <strong>di</strong> S. Michele dello 8 maggio 1959, con senso<br />
<strong>di</strong> nostalgia e quasi <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne al nostro Santuario garganico, fece pervenire<br />
attraverso S. E. il Car<strong>di</strong>nale Tar<strong>di</strong>ni al nostro amato Arcivescovo il seguente<br />
messaggio: « Augusto Pontefice bene presente con fervida preghìera, memore o<strong>di</strong>erna<br />
commemorazione S. Michele Arcangelo alla cui protezione ancora una volta raccomanda<br />
santa Chiesa tutta et memore del pellegrinaggio Sipontino, con paterno augurio invia<br />
specialissima propiziatrice apostolica bene<strong>di</strong>zione».<br />
<strong>La</strong> secolare Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />
nella sua e<strong>di</strong>zione primaverile<br />
Dal 28 aprile all'8 maggio la secolare Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ha riaperto i suoi cancelli<br />
per la prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> quest'anno (l'altra coincide con la ricorrenza <strong>di</strong> Santa<br />
Caterina, in novembre). Inaugurata in piena campagna elettorale, senza possibilità<br />
<strong>di</strong> rinvio, per la sua tra<strong>di</strong>zionale ed effettiva funzione economica, la manifestazione<br />
ha ricevuto il crisma ufficiale nella sede più adatta - quella del bilancio consuntivo<br />
all'ora della chiusura - dall'on. Sedati, sottosegretario al Ministero dell'Agricoltura<br />
e delle Foreste, in rappresentanza del Governo. Gliene ha fatto relazione<br />
l'on. avvocato Gustavo de Meo, che presiede l'ente fieristico<br />
«<strong>La</strong> XIV e<strong>di</strong>zione della Fiera dell'agricoltura <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>», egli ha detto,<br />
«malgrado la coincidenza sfavorevole delle elezioni, si chiude con un consuntivo<br />
altamente favorevole e lusinghiero. Il numero delle <strong>di</strong>tte <strong>parte</strong>cipanti, che lo scorso<br />
anno era <strong>di</strong> circa 500, è superiore quest'anno <strong>di</strong> oltre il 30 per cento. Questo,<br />
s'intende, per quanto riguarda le <strong>di</strong>tte interessate alla meccanica agraria, alla irrigazione,<br />
alla chimica agraria, alla mangimistica. Fatto da rilevare<br />
111
è che la maggior <strong>parte</strong> <strong>di</strong> tale aumento si riferisce a <strong>di</strong>tte straniere. Possiamo affermare,<br />
pertanto, con orgoglio che il parco macchine agricole, radunato alla Fiera<br />
<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> nel VI salone della macchina agricola, è il più imponente per numero<br />
e varietà, che si sia mai visto nell'Italia centromeri<strong>di</strong>onale. L'aumentato interesse<br />
per la Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, nella sfera del MEC, è <strong>di</strong>mostrato, inoltre, dalla <strong>parte</strong>cipazione<br />
sempre più massiccia, a questa rassegna, <strong>di</strong> <strong>di</strong>tte e <strong>di</strong> paesi esteri.<br />
« Quest'anno, accanto alla Germania, è presente ufficialmente anche la<br />
Repubblica francese, che ha costruito un proprio stand nel quale sono esposti, in<br />
caratteristiche stalle, ovini che hanno suscitato vasto interesse fra gli allevatori<br />
meri<strong>di</strong>onali. Per quanto riguarda il settore zootecnico la <strong>parte</strong>cipazione delle <strong>di</strong>tte<br />
e delle associazioni estere allevatrici <strong>di</strong> bestiame è naturalmente aumentata rispetto<br />
agli anni precedenti. Gli allevatori meri<strong>di</strong>onali hanno potuto così trovare in<br />
Fiera bestiame italiano e <strong>di</strong> provenienza estera <strong>di</strong> alta e pregiata qualità, che ha<br />
ampiamente sod<strong>di</strong>sfatto le loro esigenze. Austria, Svizzera, Germania, Olanda e<br />
Francia hanno esposto bestiame <strong>di</strong> allevamento selezionato, che, insieme a quello<br />
italiano proveniente da tutte le regioni, esposto nel secondo mercato nazionale<br />
del giovane bestiame bovino, ha avuto grande successo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te. Presente, inoltre,<br />
bestiame da ingrasso proveniente dalla Norman<strong>di</strong>a, dalla Iugoslavia e della<br />
Bulgaria, Ci sia consentito <strong>di</strong>re che i mercati zootecnici della Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> sono<br />
da considerarsi tra i più importanti d'Italia per numero <strong>di</strong> soggetti presentati, per<br />
l'alta selezione dei capi, per gli affari conseguiti.<br />
« Gli affari effettuati in Fiera hanno migliorato la pur lusinghiera cifra dello<br />
scorso anno e, dalle prime in<strong>di</strong>cazioni avute, essi hanno largamente superato i<br />
due miliar<strong>di</strong>. Particolarmente trattate, le macchine da raccolto ed i motocoltivatori,<br />
seguiti dagli impianti <strong>di</strong> irrigazione. Nel settore zootecnico, il secondo mercato<br />
internazione bovini, organizzato dalle associazioni degli allevatori <strong>di</strong> razze bruna<br />
alpina e frisona italiana, ha raggiunto la me<strong>di</strong>a del 60 per cento <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta, il che è<br />
abbastanza sod<strong>di</strong>sfacente.<br />
« Durante la fiera del bestiame sono stati trattati e venduti tutti i capi esposti,<br />
che interessano una contrattazione complessiva <strong>di</strong> oltre mille soggetti gran<strong>di</strong>.<br />
Notevole successo ha anche arriso al settore della pollicoltura ed al primo mercato<br />
nazionale del pulcino, che ha fatto registrare la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> oltre 40 mila capi.<br />
Notevole anche la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> volatili e <strong>di</strong> uova da cova.<br />
« Infine, è doveroso un cenno, oltre che al lato commerciale ed affaristico<br />
della Fiera, a quello tecnico e culturale. I numerosi convegni svoltisi quest'anno<br />
in Fiera hanno portato come sempre la nostra manifestazione all'attenzione dei<br />
tecnici e degli stu<strong>di</strong>osi. Il convegno sulla pollicoltura rurale, ha puntualizzato le<br />
con<strong>di</strong>zioni ambientali del Mezzogiorno d'Italia in or<strong>di</strong>ne alla pollicoltura e le sue<br />
possibilità <strong>di</strong> sviluppo. Importante anche quella sulle macchine nella letta antiparassitaria,<br />
volto a lumeggiare l'impiego della macchina nel campo della <strong>di</strong>fesa antiparassitaria<br />
in agricoltura ed, infine, il convegno italo-francese sui problemi dell'allevamento<br />
ovino nel Mezzogiorno d'Italia, che tanto interesse ha suscitato fra<br />
allevatori e tecnici meri<strong>di</strong>onali.<br />
« Mi sia consentito chiudere - ha concluso l'on. De Meo - questa breve<br />
rassegna sulla e<strong>di</strong>zione <strong>1963</strong> della Fiera dell'Agricoltura <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> con un appuntamento<br />
all'anno prossimo per il quin<strong>di</strong>cennio della manifestazione fieristica».<br />
Quin<strong>di</strong> il Sottosegretario Sedati ha espresso il suo compiacimento per i<br />
costanti progressi <strong>di</strong> questa Fiera che, ogni anno che passa, <strong>di</strong>viene sempre più<br />
strumento positivo <strong>di</strong> stimolo al progresso della economia meri<strong>di</strong>onale.<br />
112
<strong>La</strong> nuova Giunta <strong>Provinciale</strong><br />
PALAZZO DOGANA<br />
<strong>La</strong> Giunta <strong>di</strong> Centro sinistra, eletta dal Consiglio <strong>Provinciale</strong> nella seduta<br />
del 13 settembre <strong>1963</strong>, dopo circa sei mesi <strong>di</strong> attività, rassegnò le <strong>di</strong>missioni<br />
nella sua seduta del 28 marzo u.s., a seguito delle intervenute <strong>di</strong>missioni<br />
dal Partito Democratico Cristiano dell'assessore effettivo prof. De Miro, la<br />
cui ulteriore presenza in seno alla Giunta, per concor<strong>di</strong> valutazione dei partiti<br />
<strong>di</strong> Centro sinistra, veniva ad essere in contrasto con la formula politica e con<br />
gli accor<strong>di</strong> programmatici, che avevano dato vita alla Giunta del settembre<br />
<strong>1963</strong>. Rimase in carica l'assessore De Miro, unico non <strong>di</strong>missionario.<br />
Si aprì, quin<strong>di</strong>, una crisi, la cui lunghezza e laboriosità fu originata dalle<br />
<strong>di</strong>verse soluzioni prospettate dai vari gruppi politici rappresentati nel Consiglio,<br />
mentre intervennero, nella seduta consigliare del 28 giugno, le <strong>di</strong>missioni<br />
da assessore del prof. De Miro. <strong>La</strong> D.C. ed il P.S.D.I. proposero la ricostituzione<br />
della Giunta <strong>di</strong> Centro sinistra, anche se non più paritaria ma minoritaria;<br />
il P.C.I. propose la costituzione <strong>di</strong> una nuova Giunta formata dai consiglieri<br />
del P.C.I., del P.S.I. e del P.S.D.I., oppure la ricostituzione della precedente<br />
Giunta <strong>di</strong> Centro sinistra con l'appoggio esterno del gruppo comunista;<br />
il P.S.I. si <strong>di</strong>chiarò contrario alla formazione <strong>di</strong> una Giunta minoritaria, proponendo<br />
l'allargamento della base politica della Giunta dal gruppo democratico<br />
cristiano al gruppo comunista; i consiglieri dei P.L.I., P.D.I.U.M. e M.S.I.<br />
si <strong>di</strong>chiararono <strong>di</strong>sponibili per la costituzione <strong>di</strong> una Giunta basata su <strong>di</strong> una<br />
<strong>di</strong>versa formula politica, mentre il consigliere De Miro, quale in<strong>di</strong>pendente, si<br />
<strong>di</strong>chiarò <strong>di</strong>sposto ad appoggiare qualsiasi Giunta, pur <strong>di</strong> evitare una nuova<br />
gestione commissariale.<br />
Dopo una serie <strong>di</strong> votazioni infruttuose, nella seduta del 21 giugno si<br />
arrivò, per ballottaggio, alla rielezione a presidente dell'avv. Consiglio ed alla<br />
elezione, nella seduta del 6 luglio, <strong>di</strong> una Giunta minoritaria appoggiata dalla<br />
D.C. e dal P.S.D.I. Questi i nomi dei suoi componenti, con le rispettive attribuzioni<br />
assessori effettivi: avv. Stanislao Capobianco (Personale), sig. Salvatore<br />
Comitangelo (<strong>La</strong>vori Pubblici), sig. Alberto De Santis (Sanità e O.M.I.), dott.<br />
Luigi Fiordelisi (Pubblica Istruzione), sig. Primiano Magnocavallo (Finanze) e<br />
dott. Michele Protano (Assistenza e Beneficenza); ass. suppl.: avv. Matteo<br />
Renzulli (<strong>La</strong>voro) e dott. Luigi Rubino (Pubbliche Relazioni).<br />
113
FOGGIA<br />
VITA COMUNALE<br />
Le prime esperienze del Centro-Sinistra<br />
in una relazione del Sindaco al Consiglio<br />
Durante la seduta straor<strong>di</strong>naria del 23 giugno, presentando al Consiglio il<br />
bilancio <strong>di</strong> previsione per l'anno in corso, il sindaco ha concluso la sua relazione<br />
morale con una rapida rassegna dei primi nove mesi <strong>di</strong> attività del CentroSinistra,<br />
con riferimento alle sue <strong>di</strong>chiarazioni programmatiche. In queste si era annunciato<br />
un piano quadriennale. Spiegare il ritardo della sua presentazione da: <strong>parte</strong><br />
della Giunta è sembrato all'avv. Forcella un dovere <strong>di</strong> sincerità e <strong>di</strong> lealtà verso<br />
l'Assemblea e la Citta<strong>di</strong>nanza e con questo adempimento ha iniziato la seconda<br />
<strong>parte</strong> del suo ren<strong>di</strong>conto, dopo aver illustrato alcune cifre della prima. Del documento,<br />
<strong>di</strong>stribuito in bozze anche alla stampa, si riportano qui <strong>di</strong> seguito in<br />
ristretto i passi essenziali.<br />
« Non ci <strong>di</strong>lunghiamo » egli ha detto « sulle ragioni del ritardo nella presentazione<br />
del Piano quadriennale, perché già abbiamo avuto occasione <strong>di</strong> parlarne<br />
sufficientemente. E' noto che in quest'ultimo mese abbiamo convocato la<br />
Commissione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per la programmazione e proseguito i contatti con i rappresentanti<br />
degli Enti operanti nella città, allo scopo <strong>di</strong> documentare le attività<br />
che essi svolgono, per un primo coor<strong>di</strong>namento. Procederemo quanto prima alla<br />
nomina delle sottocommissioni, in quella sede annunciate, in modo da iniziare un<br />
attento esame del Piano. A questo proposito tra le proposte <strong>di</strong> ampliamento della<br />
pianta organica del personale, una riguarda il Piano quadriennale, la proposta cioè<br />
<strong>di</strong> un « Ufficio Stu<strong>di</strong> e Ricerche », per in<strong>di</strong>viduare e stu<strong>di</strong>are lo sviluppo economico<br />
della città ai fini <strong>di</strong> una or<strong>di</strong>nata ed efficace programmazione.<br />
« Le <strong>di</strong>chiarazioni programmatiche contengono tre parti: una relativa al<br />
metodo dell'azione amministrativa, una relativa ai mezzi ed una relativa ad alcuni<br />
problemi che noi ritenevamo <strong>di</strong> poter subito affrontare. Per quanto attiene al<br />
metodo si vuol dare la massima pubblicità all'azione amministrativa: il bollettino<br />
mensile, che ha iniziato le pubblicazioni, adempie a questo compito.<br />
« Sulla giustizia tributaria non ci <strong>di</strong>lunghiamo, ché molte cose ancora <strong>di</strong>remo<br />
nella o<strong>di</strong>erna seduta ed in quella successiva.<br />
« Per quanto attiene ai mezzi il problema è allo stu<strong>di</strong>o attento della Giunta<br />
e in particolare dell'Assessorato ai Tributi, per l'attuazione dell'anagrafe tributaria.<br />
Dell'imposta sulle aree fabbricabili e sulla risoluzione del notevole contenzioso<br />
tributario che abbiamo ere<strong>di</strong>tato, sulle municipalizzazioni e sul po-<br />
116
tenziamento dell'Azienda Gas ed i provve<strong>di</strong>menti che riguardano un investimento<br />
<strong>di</strong> 350 milioni al nostro esame, si <strong>di</strong>scuterà nel presente Consiglio.<br />
« Per quanto attiene ai problemi da risolvere, il Piano regolatore generale è<br />
alla firma del Capo dello Stato e subito dopo si provvederà all'adozione <strong>di</strong> piani<br />
particolareggiati, alcuni dei quali pre<strong>di</strong>sposti dallo stesso progettista secondo impegni<br />
assunti all'atto dell'incarico. Si sta per provvedere anche sulle aree destinate<br />
all'e<strong>di</strong>lizia economico-popolare; a norma della Legge 18-4-1962, n. 167 il Comune<br />
deve allestire un piano per alloggi economici e popolari, in modo da provvedere<br />
al fabbisogno <strong>di</strong> aree per tutto un decennio. Si prevede d'impegnare un'estensione<br />
<strong>di</strong> più <strong>di</strong> 100 ettari, ripartita in 4 unità residenziali <strong>di</strong> circa 6000 abitanti<br />
ciascuna per evitare la espansione <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata della città a macchia d'olio, ed avviarne<br />
una crescita per quartieri in modo da limitare la spesa per le infrastrutture,<br />
per il capitale fisso sociale. Attuando la politica del verde, durante l'inverno e la<br />
primavera scorsi, si è provveduto alla messa a <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> oltre 3.000 piante <strong>di</strong> pini<br />
e <strong>di</strong> 500 piante <strong>di</strong> alto fusto, mentre sono in corso i progetti per la sistemazione<br />
dell'ex Piazza delle Prigioni, e si attende l'approvazione del progetto per la sistemazione<br />
<strong>di</strong> Piazza Libertà e della fontana in fondo alla Villa comunale.<br />
« Nei quartieri ed al CEP i lavori relativi si servizi pubblici del quartiere residenziale<br />
sono in via <strong>di</strong> ultimazione, ed 800 alloggi potranno essere consegnati<br />
entro l'8 settembre p.v. Per il quartiere <strong>di</strong> S. Pio X, è in corso <strong>di</strong> approvazione un<br />
progetto <strong>di</strong> L. 130 milioni per il completamento della rete stradale e della fognatura<br />
bianca, mentre si è già provveduto alla rete idrica, alla fogna nera nonché<br />
all'impianto <strong>di</strong> pubblica illuminazione. Per il Quartiere Tratturo dei Preti sono<br />
stati già eseguiti lavori stradali per L. 25 milioni ed è stata redatta una perizia per<br />
il completamento delle strade del quartiere per un importo <strong>di</strong> L. 15 milioni. Si sta<br />
altresì re<strong>di</strong>gendo il progetto per l'impianto <strong>di</strong> pubblica illuminazione. Per il completamento<br />
della rete idrica e fognante della città, è stato redatto un progetto per<br />
L. 4 miliar<strong>di</strong> e 400 milioni finanziato dalla Cassa del Mezzogiorno.<br />
« Sono stati eseguiti lavori <strong>di</strong> manutenzione stradale per L. 160 milioni,<br />
sono in corso i lavori per la sistemazione <strong>di</strong> Viale Colombo per L. 54 milioni e<br />
delle strade a<strong>di</strong>acenti alla scuola De Amicis per L. 60 milioni. Sono stati redatti i<br />
progetti per il completamento del Viale Fortore, la vecchia circumvallazione foggiana,<br />
per L. 11 milioni e per la costruzione della strada <strong>di</strong> accesso al nuovo Ospedale<br />
per L. 90 milioni. Sono stati appaltati dall'ANAS nei giorni scorsi i lavori<br />
per la costruzione della variante semianulare della statale n. 16, destinata ad essere<br />
la nuova circumvallazione della città. Sono in corso nuovi progetti per manutenzioni<br />
stradali le cui cifre sono contenute in bilancio. Fra giorni si procederà<br />
all'appalto dei lavori <strong>di</strong> ammodernamento e potenziamento , dell'impianto <strong>di</strong> pubblica<br />
illuminazione delle strade centrali, dell'importo <strong>di</strong> L. 60 milioni. Per la eliminazione<br />
dei passaggi a livello <strong>di</strong> via S. Severo, via Trinitapoli e via Lucera sono<br />
state interessate le Amministrazioni dell'ANAS e delle F.S.<br />
« Sul piano dell'e<strong>di</strong>lizia scolastica abbiamo già parlato dell' allestimento <strong>di</strong><br />
106 aule prefabbricate per un impegno <strong>di</strong> spesa <strong>di</strong> L. 330 milioni; sono state recentemente<br />
ultimate opere per L. 135 milioni, mentre sono in corso <strong>di</strong> costruzione<br />
opere per lire 100 milioni; sono inoltre da iniziare opere per L. 125 milioni<br />
e da appaltare nei prossimi giorni i lavori <strong>di</strong> costruzione della scuola <strong>di</strong> via Galliani<br />
per L. 50 milioni, mentre sono in corso <strong>di</strong> approvazione altre<br />
117
opere per un importo <strong>di</strong> L. 175 milioni, oltre a varie domande <strong>di</strong> contributi statali<br />
per complessive L. 2 miliar<strong>di</strong> e 705 milioni.<br />
« Per quanto riguarda gl'impianti sportivi, sono in via <strong>di</strong> completamento i<br />
lavori per 4 campi <strong>di</strong> tennis nel Campo Sportivo scolastico, e sono stati ultimati i<br />
lavori <strong>di</strong> completamento del Campo della Federcalcio, che sarà assunto in gestione<br />
dal Comune. E' pronto il progetto del Palazzetto dello Sport con annessa piscina<br />
al cui finanziamento dovrebbe concorrere anche l'Amministrazione <strong>Provinciale</strong>.<br />
«Per il Cimitero, chiesto un contributo statale, si è già ottenuta la promessa<br />
<strong>di</strong> cento milioni; in bilancio è previsto un mutuo per la istituzione <strong>di</strong> 2 farmacie<br />
comunali. Sul piano delle iniziative culturali è in corso il completamento del Museo<br />
e si opera per il riscatto del Teatro Comunale».<br />
SAN SEVERO<br />
Approvato il bilancio <strong>di</strong> previsione per il <strong>1963</strong><br />
Il Consiglio Comunale si è riunito il 29 giugno in seduta straor<strong>di</strong>naria per<br />
deliberare su numerosi argomenti all'or<strong>di</strong>ne del giorno, tra i quali il bilancio <strong>di</strong><br />
previsione <strong>1963</strong>, che più <strong>di</strong> ogni altro ha impegnato l'Assemblea. Tutti i gruppi<br />
hanno ampliamente <strong>di</strong>scusso sul documento fondamentale amministrativo e per<br />
la prima volta dall'inse<strong>di</strong>amento dell'attuale Amministrazione comunale d. c., il<br />
rappresentante del P.S.I. ha dato voto favorevole.<br />
Il sindaco prof. Pasquale Iantoschi nel presentare il bilancio, ha sottolineato,<br />
tra l'altro, che esso come tutti i bilanci dei Comuni che non hanno entrate<br />
patrimoniali certe, contiene una elencazione <strong>di</strong> entrate il più possibile vicino alle<br />
somme realizzabili ed una elencazione <strong>di</strong> uscite corrispondente alle minime esigenze<br />
del nostro Comune.<br />
Un quadro comparativo degli ultimi sette anni <strong>di</strong>mostra che se pure vi è<br />
stato un costante aumento delle entrate, salite da 296 milioni del 1957 a 497 milioni<br />
del <strong>1963</strong>, vi è stato anche un costante aumento della spesa, che da 474 milioni<br />
del 1957 ha raggiunto un miliardo e centottanta milioni nel <strong>1963</strong>. Tra il bilancio<br />
del 1962 e quello attuale vi è una maggiore entrata <strong>di</strong> circa 77 milioni ed<br />
una maggiore spesa <strong>di</strong> circa 322 milioni, con un peggioramento economico <strong>di</strong><br />
245 milioni, che aggiunti al 325 milioni del 1962 danno un <strong>di</strong>savanzo <strong>di</strong> 570 milioni<br />
da coprire con mutuo.<br />
Il Sindaco ha quin<strong>di</strong> elencato le ragioni dell'aumento del <strong>di</strong>savanzo. In<br />
primo luogo la concessione dei minimi tabellari ai <strong>di</strong>pendenti comunali, l'estensione<br />
dell'assegno temporaneo, l'attribuzione al personale non <strong>di</strong> ruolo dello stesso<br />
trattamento economico <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> ruolo comportanti la spesa annua d: circa<br />
140 milioni; la realizzazione <strong>di</strong> due mercatini rionali (15 milioni) ; la messa in atto<br />
<strong>di</strong> due gabinetti igienici pubblici (9 milioni); l'aumento dello stanziamento per i<br />
cantieri <strong>di</strong> lavoro (da 20 a 40 milioni) considerando nella somma gli aumenti <strong>di</strong><br />
prezzo per gli altri sei cantieri già pre<strong>di</strong>sposti nel 1962 ed in via <strong>di</strong> realizzazione;<br />
la spesa per la manutenzione stradale (da 41 a<br />
118
51 milioni) l'aumento per l'indennità vestiario ai vigili ed ai salariati, la riparazione<br />
della tettoia del Palazzo comunale (2.500.000); l'impianto igienico nei locali dell'Ufficio<br />
sanitario (1.300.000); l'aumento <strong>di</strong> potenza degli organi illuminanti<br />
(3.000.000); l'acquisto <strong>di</strong> un forno inceneritore per il macello (3.000.000); l'acquisto<br />
<strong>di</strong> nuove motociclette per i vigili urbani (1.500.000); la realizzazione del nuovo<br />
piano regolatore (10.000.000); l'aumento del contributo all'Ente comunale <strong>di</strong><br />
assistenza (da 6 a 8 milioni).<br />
A questo si aggiunge il continuo aumento del costo dei materiali da costruzione<br />
e delle forniture <strong>di</strong> materiale vario, che soltanto nell'ultimo anno ha<br />
subito un rialzo <strong>di</strong> circa il 30 per cento. Per la realizzazione <strong>di</strong> opere straor<strong>di</strong>narie,<br />
come acquedotto e fognatura, e<strong>di</strong>fici scolastici periferici, arredamento delle scuole<br />
elementari, sistemazioni stradali, l'Amministrazione comunale deve necessariamente<br />
provvedere con entrate straor<strong>di</strong>narie attraverso mutui per i quali interviene<br />
la garanzia ed il contributo dello Stato.<br />
A conclusione della relazione il Sindaco ha detto: « Tutto ciò non può essere<br />
evitato fino a quando non vi saranno riforme <strong>di</strong> struttura tali da garantire ai<br />
Comuni una entrata sod<strong>di</strong>sfacente, non attraverso nuove imposte, ma attraverso<br />
rinunzie da <strong>parte</strong> dello Stato <strong>di</strong> alcune imposte a favore dei Comuni. Da qualche<br />
tempo si <strong>di</strong>battono gli stessi problemi e solo da qualche tempo vi è stata qualche<br />
iniziativa in tal senso, che se ha potuto evitare il peggio per tanti Comuni come il<br />
nostro, non ha certamente cambiato il volto a quelle strutture amministrative, che<br />
hanno assoluto ed urgente bisogno <strong>di</strong> essere riformate perché non più adeguate<br />
allo sviluppo, che hanno assunto i Comuni con il ritorno alle amministrazioni<br />
democratiche ».<br />
Quin<strong>di</strong> il Sindaco ha riepilogato le cifre essenziali del bilancio.<br />
Aperta la <strong>di</strong>scussione, ha parlato l'avv.to Lufino che, annunciando il voto<br />
favorevole del suo gruppo (P.S.I.), ha detto che le entrate potrebbero essere aumentate<br />
con migliori accertamenti dei red<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> alcuni strati benestanti della citta<strong>di</strong>nanza,<br />
mentre ha protestato, per alcuni contributi elargiti ad orfanotrofi ed<br />
asili gestiti da religiosi.<br />
L'on. Pelosi, annunciando il « no » del suo gruppo (P.C.I.), ha invitato la<br />
Amministrazione a combattere gli evasori, a re<strong>di</strong>stribuire il carico contributivo tra<br />
i citta<strong>di</strong>ni e protestare contro il Governo per le mancate riforme <strong>di</strong> struttura, onde<br />
ottenere una maggiore autonomia comunale e maggiori contributi da <strong>parte</strong><br />
dello Stato.<br />
Il prof. Ceci (P.S.D.I.), aderendo alla relazione <strong>di</strong> maggioranza sul bilancio,<br />
non privo <strong>di</strong> aspetti positivi, che possono riflettersi in bene per la città, ha auspicato<br />
che la Giunta intensifichi la collaborazione tra i consiglieri al fine <strong>di</strong> ottenere<br />
un rinnovamento sostanziale della vita amministrativa, che risponda alle aspettative<br />
della citta<strong>di</strong>nanza. Ha quin<strong>di</strong> riba<strong>di</strong>to la urgente necessità <strong>di</strong> ottenere in sede<br />
governativa concessioni <strong>di</strong> carattere straor<strong>di</strong>nario per migliorare il volto della<br />
città.<br />
L'avv. <strong>La</strong> Donna (Lista Civica), pur rilevando che il <strong>di</strong>savanzo è aumentato,<br />
ha detto che i consiglieri del gruppo civico voteranno a favore del bilancio<br />
perché bisogna onestamente riconoscere che l'attuale Amministrazione ha trasformato<br />
la città in un cantiere, attuando importanti opere pubbliche.<br />
Il prof. Piscitelli (D.C.) ha confutato le tesi del comunista Pelosi, spiegando<br />
le ragioni che inducevano il gruppo democristiano a votare a favore. Dopo<br />
una breve risposta del Sindaco agli oratori intervenuti, il bilancio pre-<br />
119
ventivo, messo in votazione, ha ottenuto il suffragio <strong>di</strong> 22 voti favorevoli (14<br />
D.C., 6 Lista Civica, 1 P.S.D.I., 1 P.S.I.) e 16 contrari (P.C.I., assenti: Amoroso e<br />
Cannelonga).<br />
Sono stati quin<strong>di</strong> approvati all'unanimità i seguenti argomenti: sistemazione<br />
con manto <strong>di</strong> asfalto <strong>di</strong> alcune strade dell'abitato (8 milioni); estinzione <strong>di</strong> mutuo<br />
<strong>di</strong> L. 220 milioni con la gestione INA-Casa; accensione <strong>di</strong> nuovo mutuo <strong>di</strong> L.<br />
60.000.000 per costruzione <strong>di</strong> servizi al quartiere Uliveto; istanza al Ministero per<br />
l'Industria e Commercio per ottenere l'autorizzazione alla istituzione <strong>di</strong> un mercato<br />
all'ingrosso <strong>di</strong> frutta e verdura e la spesa <strong>di</strong> 3 milioni per l'applicazione <strong>di</strong> un<br />
tappetino bituminoso sul capo strada del viale S. Berar<strong>di</strong>no.<br />
Un'accesa polemica ha impegnato i consiglieri avv. Lufino (P.S.I.) e prof.<br />
Piscitelli (D.C.) per la concessione della proroga <strong>di</strong> 15 anni al parroco della chiesa<br />
Cristo Re per l'asilo infantile. Dopo ampio <strong>di</strong>battito, al quale hanno <strong>parte</strong>cipato<br />
pure l'on. Pelosi (P.C.I.) ed il Sindaco, la proroga è passata con il voto contrario<br />
dei consiglieri del P.C.I. e del P.S.I.<br />
Con l'astensione del gruppo comunista è stato approvato il progetto per la<br />
costruzione <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio da a<strong>di</strong>birsi ad Ufficio imposte <strong>di</strong> consumo e pesa pubblica,<br />
per l'importo <strong>di</strong> L. 20.300.000, a Porta S. Marco.<br />
Il Consiglio, infine, ha proceduto alla nomina: 1) della Commissione e<strong>di</strong>lizia<br />
per il quadriennio <strong>1963</strong>-1966 nelle persone dei sigg.: ing. Alfonso Cristalli<br />
(D.C.), ing. Alberto Raffaele Aquilano (D.C.), avv. Michele Castelli (D.C.), dott.<br />
Enrico Vasciminno (Lista Civica), prof. Enrico Pazienza (P.S.D.I.), e Aurelio<br />
Miranda (Lista Civica); 2) del Consiglio <strong>di</strong> amministrazione delle Opere Pie Riunite,<br />
che è risultato così costituito: prof. Dante Zannotti (D.C.), dott. Pasquale<br />
Petrone (Lista Civica), sig.ra Mariannina Masselli (Lista Civica), sig. Elio Cella<br />
(P.S.I.).<br />
120
la Capitanata<br />
Rassegna <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />
Anno I (<strong>1963</strong>) N. 5-6 (settembre-<strong>di</strong>cembre)<br />
Coraggio e<br />
Democrazia<br />
Democrazia vuol <strong>di</strong>re molto <strong>di</strong> piú <strong>di</strong> governo popolare e dominio<br />
della maggioranza, molto <strong>di</strong> piú d'un sistema <strong>di</strong> tecniche politiche<br />
destinate a lusingare o ingannare potenti blocchi <strong>di</strong> votanti. Una<br />
democrazia che non ha un George Norris <strong>di</strong> cui vantarsi, nessun<br />
monumento <strong>di</strong> coscienza in<strong>di</strong>viduale in un mare <strong>di</strong> dominio popolare,<br />
non è degna <strong>di</strong> chiamarsi tale. <strong>La</strong> vera democrazia, vivente e operante,<br />
pone la sua fede nel popolo; la fede che il popolo non eleggerà<br />
semplicemente uomini i quali rappresenteranno le sue opinioni<br />
abilmente e coscienziosamente, ma eleggerà anche uomini i quali<br />
eserciteranno il proprio giu<strong>di</strong>zio coscienzioso; la fede che il popolo non<br />
condannerà coloro che per devozione ai principi saranno indotti a<br />
compiere atti impopolari, ma compenserà il coraggio, rispetterà l'onore<br />
e alla fine riconoscerà il <strong>di</strong>ritto.<br />
... Non soltanto i problemi del coraggio e della coscienza<br />
riguardano ogni funzionario o servitore pubblico (per quanto sia umile o<br />
potente) nella nostra terra, <strong>di</strong>nanzi a chiunque egli sia responsabile: agli<br />
elettori, a un Corpo legislativo, a una<br />
121
macchina politica o ad una organizzazione <strong>di</strong> partito. Riguardano anche<br />
ogni elettore nella nostra terra, e riguardano coloro che non votano,<br />
coloro che non si interessano del governo, coloro che nutrono soltanto<br />
<strong>di</strong>sdegno del politicante e della sua professione. Riguardano chiunque si<br />
sia lamentato almeno una volta della corruzione che si trova in alti<br />
luoghi, o abbia insistito perché il suo rappresentante eseguisse i suoi<br />
desideri. Infatti, in una democrazia ogni citta<strong>di</strong>no, non importa quanto<br />
si interessi <strong>di</strong> politica, « ha una carica »; ognuno <strong>di</strong> noi si trova in una<br />
posizione <strong>di</strong> responsabilità; e, in ultima analisi, la specie <strong>di</strong> governo che<br />
otteniamo <strong>di</strong>pende da come rispettiamo quelle responsabilità. Noi, il<br />
popolo, siamo il padrone, e avremo la specie <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettiva, sia buona sia<br />
cattiva, che esigiamo e meritiamo. Questi problemi non riguardano<br />
soltanto la politica ; infatti la medesima fondamentale scelta <strong>di</strong> coraggio<br />
o <strong>di</strong> conformismo ci affronta tutti continuamente, sia che temiamo l'ira<br />
degli elettori, degli amici, d'un consiglio amministrativo o del nostro<br />
sindacato, ogni volta che resistiamo al peso dell'opinione altrui sopra<br />
questioni fortemente <strong>di</strong>battute. Pur senza voler <strong>di</strong>minuire il coraggio col<br />
quale molti uomini sono morti, non dovremmo <strong>di</strong>menticare quegli atti<br />
<strong>di</strong> coraggio con i quali altri uomini hanno vissuto. II coraggio della vita<br />
è spesso uno spettacolo meno drammatico del coraggio d'un trapasso:<br />
però non è meno sicuramente una stupenda combinazione <strong>di</strong> trionfo e<br />
<strong>di</strong> trage<strong>di</strong>a.<br />
Un uomo fa quel che bisogna ch'egli faccia, nonostante<br />
conseguenze personali, nonostante ostacoli e pericoli e pressioni, e<br />
questo è la base <strong>di</strong> ogni morale umana. L'essere coraggiosi non richiede<br />
nessuna qualità speciale, nessuna formola magica, nessuna speciale<br />
combinazione <strong>di</strong> tempo, luogo e circostanze. E' una occasione che,<br />
presto o tar<strong>di</strong>, si presenta a noi tutti. <strong>La</strong> politica fornisce semplicemente<br />
una delle arene che impongono speciali prove <strong>di</strong> coraggio. In qualunque<br />
arena della vita possiamo incontrare la sfida al coraggio; quali che siano<br />
i sacrifici che egli affronta seguendo la coscienza, la per<strong>di</strong>ta degli amici,<br />
della fortuna, della contentezza, persino della stima dei suoi fratelli e<br />
concitta<strong>di</strong>ni, ciascun uomo bisogna che decida da sé il corso che<br />
seguirà.<br />
I racconti del coraggio passato possono definire quell'ingre<strong>di</strong>ente,<br />
possono insegnare, possono fornire ispirazione. Ma non possono fornire<br />
il coraggio stesso. Per questo, ogni uomo; bisogna che frughi nella<br />
propria anima.<br />
JOHN FITZGERALD KENNEDY<br />
(da «Ritratti del coraggio», nella traduzione <strong>di</strong> Henry Furst).<br />
122
<strong>La</strong> Provincia<br />
nell' or<strong>di</strong>namento regionale<br />
1. - Non è certo privo <strong>di</strong> significato che, nell'avvicinarsi del<br />
Centenario del 1865, <strong>di</strong> quell'anno in cui il giovane Stato italiano,<br />
proclamato nel 1861, seppe darsi, insieme coi co<strong>di</strong>ci, il corpo delle leggi<br />
amministrative fondamentali, ve<strong>di</strong>amo maturare la realizzazione della<br />
Costituzione in rapporto alla Regione, che permetterà alla Repubblica<br />
italiana <strong>di</strong> darsi finalmente un'organica legislazione sull'or<strong>di</strong>namento e<br />
sulle funzioni degli Enti locali.<br />
E questo richiamo ci permette <strong>di</strong> ricordare come la Regione abbia<br />
costituito, per cosí <strong>di</strong>re, il segno della contrad<strong>di</strong>zione nel primo<br />
centennio <strong>di</strong> vita del nostro Stato unitario, motivo intrinseco nello<br />
stesso formarsi dell'Unità nazionale, motivo ricorrente <strong>di</strong> un incrociato<br />
fuoco <strong>di</strong> polemiche. E, per altro verso, esso ci porta anche a sottolineare<br />
come col problema della Regione sia legato quello della Provincia. Se da<br />
un lato i fautori dell'accentramento statale, mentre negavano la Regione,<br />
mortificavano la Provincia, d'altro lato i progetti Minghetti, che, nel<br />
collegamento al lavoro preparatorio del Farini, costituiscono il punto <strong>di</strong><br />
<strong>parte</strong>nza <strong>di</strong> questa vicenda storica, facevano proprio centro nella<br />
Provincia, esaltata dal Minghetti stesso, come punto capitale della sua<br />
proposta.<br />
Nei progetti Minghetti la Regione aveva una impostazione<br />
limitata, come consorzio regionale <strong>di</strong> Province (a <strong>parte</strong> quella <strong>di</strong><br />
territorio <strong>di</strong> decentramento governativo); la Costituzione della<br />
Repubblica italiana ha accolto la Regione nella pienezza della sua<br />
espressione <strong>di</strong> Ente autonomo, con potestà legislativa. In ogni modo si<br />
può <strong>di</strong>re che, anche in questo punto <strong>di</strong> arrivo dell'arco, che lega la prima<br />
espressione a quella piú piena, la Regione è inserita in un quadro che<br />
vede la riaffermazione della Provincia nella sua posizione <strong>di</strong> Ente<br />
autonomo territoriale, centro <strong>di</strong> vita locale, sullo stesso piano <strong>di</strong><br />
autonomia del Comune, in una piú vasta sfera territoriale.<br />
<strong>La</strong> Regione costituisce nella nostra Costituzione uno dei termini in<br />
cui si attuano quelle autonomie locali che, secondo il principio fon-<br />
123
damentale dell'art. 5, la Repubblica, una e in<strong>di</strong>visibile, riconosce e promuove e che<br />
si esprimono appunto nell'enunciazione generale dell'articolo 114, che la<br />
Repubblica si ri<strong>parte</strong> in Regioni, Province e Comuni.<br />
Assumendo come tema <strong>di</strong> relazione generale della nostra Assemblea<br />
or<strong>di</strong>naria « <strong>La</strong> Provincia nell'or<strong>di</strong>namento regionale », noi affrontiamo <strong>di</strong>rettamente<br />
l'impostazione centrale: che nell'attuale or<strong>di</strong>namento italiano, statuito dalla<br />
Costituzione e maturo per la sua piena realizzazione l'approfon<strong>di</strong>mento<br />
dell'or<strong>di</strong>namento regionale non può prescindere dall'approfon<strong>di</strong>mento della<br />
posizione e funzione della Provincia, come del Comune, e che l'approfon<strong>di</strong>mento<br />
della funzione e posizione della Provincia non può avvenire, se non attraverso<br />
quello dell'or<strong>di</strong>namento regionale, nel quale la Provincia è destinata a trovare la sua<br />
piena esplicazione costituzionale.<br />
<strong>La</strong> nostra relazione, ovviamente, non può che considerare la Regione a<br />
statuto or<strong>di</strong>nario, perché le Regioni a statuto speciale rappresentano tante<br />
esperienze in<strong>di</strong>viduate e <strong>di</strong>stinte, nelle quali la <strong>di</strong>fferenziazione arriva alla stessa<br />
esistenza o meno della Provincia. Le Province, che vivono tali <strong>di</strong>stinte esperienze,<br />
potranno nell'Assemblea far sentire la loro voce, recando il contributo che viene<br />
dalla vita vissuta.<br />
Inserimento della Regione<br />
nella politica <strong>di</strong> programmazione.<br />
2. - II problema regionale che, come abbiamo ricordato, può <strong>di</strong>rsi<br />
tra<strong>di</strong>zionale in Italia dalla formazione dello Stato unitario nella <strong>di</strong>alettica che<br />
esprime l'unità nella autonomia, si è approfon<strong>di</strong>to e in certa guisa arricchito, in<br />
rapporto alla politica <strong>di</strong> programmazione.<br />
Sarebbe però grave errore contrapporre questa funzione e posizione della<br />
Regione nella politica <strong>di</strong> sviluppo, come un'impostazione nuova del problema<br />
regionalistico, alla concezione (che si considererebbe allora tra<strong>di</strong>zionale e superata)<br />
del significato e valore della Regione nel quadro delle autonomie, inerenti ad una<br />
concezione pluralistica della società, quale appunto sta a fondamento della nostra<br />
Costituzione, quadro al quale sono termini altrettanto essenziali le Province e i<br />
Comuni.<br />
<strong>La</strong> Regione assolve nella politica <strong>di</strong> programmazione ad un compito<br />
fondamentale, appunto in quanto essa costituisce uno dei centri dell'autonomia<br />
locale e precisamente coincidente con quell'ambito territoriale per il quale assume<br />
un sufficiente respiro la <strong>di</strong>mensione della programmazione regionale. Ciò permette,<br />
da un lato, <strong>di</strong> utilizzare la Regione, che in Italia costituisce una entità storica,<br />
geografica e quin<strong>di</strong> anche economica, per i piani regionali <strong>di</strong> sviluppo, e <strong>di</strong> trovare<br />
nella Regione, come Ente autonomo territoriale a struttura democratica, il fulcro<br />
sul quale una politica <strong>di</strong> programmazione può inserirsi nella vita e articolarsi nella<br />
libertà.<br />
In sostanza, l'esigenza <strong>di</strong> una politica <strong>di</strong> programmazione, da esplicarsi<br />
attraverso piani regionali <strong>di</strong> sviluppo, che costituiscono la <strong>di</strong>mensione in rapporto<br />
alla quale la programmazione si traduce in un vero<br />
124
e proprio piano, nelle piú complesse determinazioni <strong>di</strong> questo (che investono<br />
anche l'aspetto urbanistico), può incorrere nel rischio <strong>di</strong> tradursi in tecnocrazia<br />
(pericolo ben avvertito in paesi che hanno una tra<strong>di</strong>zione accentrata, e in cui le<br />
Regioni economiche debbono essere modellate a questo scopo da organi centrali) ;<br />
ed a questo rischio permette <strong>di</strong> ovviare nel nostro or<strong>di</strong>namento proprio<br />
l'impostazione della Regione, quale è vista nella nostra Costituzione, come uno dei<br />
livelli <strong>di</strong> quelle autonomie, che rappresentano la salvaguar<strong>di</strong>a dell'uomo <strong>di</strong> fronte al<br />
processo <strong>di</strong> centralizzazione e burocratizzazzione dello Stato moderno.<br />
Si potrà soltanto <strong>di</strong>re che la posizione fondamentale, che la Regione<br />
assume in una politica <strong>di</strong> programmazione, rende piú delicato e sensibile il<br />
rapporto del livello regionale con quello nazionale in una linea <strong>di</strong> forze che sale<br />
dal primo al secondo e dal secondo ri<strong>di</strong>scende al primo.<br />
Tutto ciò richiede, se mai, una maggiore caratterizzazione dei <strong>di</strong>versi livelli, e<br />
cioè non soltanto <strong>di</strong> quello regionale nei confronti del livello nazionale, ma anche<br />
<strong>di</strong> quello degli Enti locali piú circoscritti, Province e Comuni, nei confronti <strong>di</strong><br />
quello regionale.<br />
E va ancora particolarmente sottolineato il modo storicamente concreto in<br />
cui la Regione si inserisce nella politica <strong>di</strong> programmazione e <strong>di</strong> sviluppo, la quale,<br />
nel richiamarsi alla Costituzione, fa essenzialmente capo al terzo comma dell'art. 41<br />
(« la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica<br />
pubblica e privata possa essere in<strong>di</strong>rizzata e coor<strong>di</strong>nata a fini sociali ») ; nelle linee<br />
<strong>di</strong> questo quadro <strong>di</strong> carattere nazionale la Regione entra appunto come espressione<br />
<strong>di</strong> autonomia territoriale, con la sua limitata competenza legislativa (e<br />
amministrativa) per le materie elencate nell'art. 117 Cost., che investono<br />
l'urbanistica, una serie <strong>di</strong> attività economiche (tranne l'industria, prevista dagli<br />
Statuti <strong>di</strong> Regioni a statuto speciale, ma non inclusa nell'art. 117 per le Regioni a<br />
statuto or<strong>di</strong>nario), l'istruzione artigiana e professionale, le opere pubbliche relative a<br />
date infrastrutture, cioè con un complesso <strong>di</strong> poteri concreti, che le permettono <strong>di</strong><br />
articolare le linee programmatiche nazionali, nella determinazione del piano<br />
regionale <strong>di</strong> sviluppo, e insieme permettono l'elasticità <strong>di</strong> quel movimento<br />
complesso per cui i piani regionali debbono a loro volta tradurre le linee <strong>di</strong> un<br />
quadro nazionale ed essere inseriti e armonizzati in un quadro nazionale.<br />
Legge <strong>di</strong> coesistenza dei vari livelli delle autonomie.<br />
3. - <strong>La</strong> legge <strong>di</strong> coesistenza dei vari livelli delle autonomie locali (regionale,<br />
provinciale, comunale) è chiaramente definita nella Costituzione e questa<br />
determinazione costituzionale trova la sua ra<strong>di</strong>ce nella stessa vita degli Enti (<strong>di</strong><br />
quelli già esistenti), quale oggi erompe dalle strettoie delle leggi vigenti, in gran <strong>parte</strong><br />
frammenti <strong>di</strong> vecchie leggi che si trascinano, destinate ad essere superate dalla<br />
legislazione organica <strong>di</strong> cui oggi l'esigenza è improrogabile.<br />
Se volessimo concentrare in una formula generale questa legge <strong>di</strong><br />
125
coesistenza tra il livello regionale e quelli provinciale e comunale,<br />
potremmo <strong>di</strong>re che la Regione nella posizione assegnatale dalla<br />
Costituzione e negli sviluppi che ne derivano (secondo i concetti<br />
suesposti) ha fondamentalmente funzioni precettive, pianificatrici, <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>rettiva; mentre Province e Comuni sono gli Enti nei quali<br />
essenzialmente vive la vita amministrativa locale.<br />
Naturalmente questa formula, come tutte le formule generali<br />
orientatrici, non va intesa in senso assoluto, come separazione rigida<br />
(del resto è evidente che esisterà necessariamente una amministrazione<br />
della Regione); essa coglie un nucleo vivo e richiede quella elasticità che,<br />
appunto, fa sí che essa non traduca soltanto una impostazione legislativa<br />
costituzionale, ma rispecchi la realtà della vita.<br />
Essa nasce dai termini semplici e chiari in cui si può esprimere in<br />
sintesi (per i riflessi che qui interessano) la posizione della Regione:<br />
- potestà legislativa su determinate materie nei limiti dei principi<br />
fondamentali stabiliti, singolarmente per ciascuna materia, da leggi della<br />
Repubblica (art. 117 Cost.,; art. 9 legge 10 febbraio 1953, n. 62) ;<br />
- normale esercizio delle funzioni amministrative spettanti alla<br />
Regione, nelle stesse materie, attraverso il delegarle alle Province, ai<br />
Comuni, o ad altri Enti locali, o il valersi dei loro uffici (art. 118, terzo<br />
comma, Cost.); conseguentemente, emanazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettive sull'esercizio<br />
delle funzioni delegate (art. 39 legge 10 febbraio 1953, n. 62) ;<br />
- posizione della Regione nell'elaborazione e realizzazione del<br />
piano regionale <strong>di</strong> sviluppo, che costituisce uno dei car<strong>di</strong>ni della politica<br />
<strong>di</strong> programmazione, nel quadro e nelle linee della programmazione<br />
nazionale (per il quale essa deve chiamare a collaborare tutti gli organi<br />
competenti e le espressioni delle forze vive economiche e sociali<br />
operanti nella Regione) ; questa posizione, che non è <strong>di</strong>rettamente<br />
enunciata con formula generale nella Costituzione, erompe, come<br />
abbiamo detto, dallo spontaneo innestarsi della Regione nella traduzione<br />
in atto della politica <strong>di</strong> sviluppo e programmazione, e si afferma come<br />
chiara esigenza storico-politica in quel complesso <strong>di</strong> « ius condendum »,<br />
che appunto deve fondare tale politica.<br />
Per altro verso, Province e Comuni, oltre all'esplicazione della<br />
propria autonomia, sancita dall'art. 128 della Costituzione, ed<br />
all'assolvimento delle funzioni loro proprie (determinate da leggi<br />
generali della Repubblica, in base agli artt. 118, primo comma, e 128<br />
Cost.), assolvono a funzioni amministrative loro delegate dalla Regione<br />
per delega che la Costituzione qualifica come normale (accanto all'altra<br />
via, per la Regione, <strong>di</strong> valersi degli uffici provinciali e comunali,<br />
proce<strong>di</strong>mento, quest'ultimo, che, come <strong>di</strong>remo, a nostro avviso deve<br />
essere contenuto in posizione complementare e subor<strong>di</strong>nata).<br />
Basta questa proiezione delle <strong>di</strong>verse esplicazioni degli Enti per<br />
prospettare i termini concreti e particolareggiati della formula generale<br />
<strong>di</strong> legge <strong>di</strong> coesistenza che abbiamo enunciata, e per affermare che,<br />
attuando lo spirito della Costituzione, proprio nell'or<strong>di</strong>namento<br />
regionale, e nella piena efficienza dell'esplicazione della Regione, le<br />
126
Province ed i Comuni debbono acquistare la loro posizione <strong>di</strong> Enti nei quali vive la<br />
vita amministrativa, in quanto soprattutto in essi si compie quella che potremmo<br />
<strong>di</strong>re, con espressione lata e comprensiva, l'attuazione amministrativa.<br />
Ciò naturalmente non esclude che la Regione eserciti <strong>di</strong>rettamente talune<br />
sue funzioni, piú <strong>di</strong>rettamente legate all'esplicazione regionale; onde un sottile<br />
compito <strong>di</strong> interpretazione e delimitazione. Resta però la fondamentale<br />
normalità della delega che, insieme coll'altra eventualità, dell'impiego degli<br />
uffici provinciali e comunali, fa sí che la Regione debba avere una burocrazia<br />
limitata e snella. E resta la caratterizzazione che l'attuazione <strong>di</strong> funzioni<br />
amministrative, proprie o delegate, dà alle Province ed ai Comuni nei confronti<br />
della Regione.<br />
Interesse locale nell'ambito provinciale.<br />
E giova ancora sottolineare che, se l'art. 118 della Costituzione, sia per le<br />
funzioni esclusivamente locali, sia per le funzioni delegate dalla Regione, parla<br />
<strong>di</strong> « Province, Comuni od altri Enti locali », è qui preminente, con una propria<br />
in<strong>di</strong>vidualità assorbente, la posizione che i primi hanno nella Costituzione<br />
come <strong>di</strong>versi livelli della autonomia locale, posizione che risulta chiaramente<br />
dall'art. 114 (« <strong>La</strong> Repubblica si ri<strong>parte</strong> in Regioni, Province e Comuni ») e<br />
dall'art. 128. Province e Comuni, nella loro autonomia, esprimono e<br />
rappresentano un'unitaria generalità <strong>di</strong> interessi pubblici localizzati nel loro<br />
territorio; e la creazione <strong>di</strong> altri Enti locali per determinate funzioni o<br />
specifiche rappresentanze <strong>di</strong> dati interessi (Camere <strong>di</strong> Commercio, Industria e<br />
Agricoltura; Enti Provinciali per il Turismo) assume un carattere <strong>di</strong> specificità<br />
nei loro confronti. Né sarà necessario che qui si sottolinei ancora l'inversione <strong>di</strong><br />
posizioni, che avevamo denunciata in una nota circolare che, assecondando un<br />
voto dell'Unione delle Camere <strong>di</strong> Commercio, Industria e Agricoltura, aveva<br />
tentato <strong>di</strong> bloccare ogni intervento della Provincia nel settore economico<br />
(come per esempio nell'agricoltura) attribuendo per tale settore un'esclusiva alle<br />
Camere <strong>di</strong> Commercio, Industria e Agricoltura, in omaggio a norme, oggi<br />
espressamente abrogate, che definivano il Consiglio <strong>Provinciale</strong> dell'Economia<br />
Corporativa, ispirato a ben <strong>di</strong>versa concezione dello Stato.<br />
4. - Occorre però ancora insistere sul rilievo che la delega <strong>di</strong> funzioni<br />
amministrative della Regione non può costituire la <strong>parte</strong> principale delle<br />
funzioni della Provincia (e parliamo soprattutto della Provincia, perché su <strong>di</strong><br />
essa, piú che sul Comune, si sfogano le tendenze contrarie alle autonomie<br />
locali, e per essa si è da taluno tentato <strong>di</strong> porre una alternativa colla Regione);<br />
tale delega costituisce solo un supplemento integrativo, che la Provincia è<br />
essenzialmente qualificata dalla sua autonomia e dalle funzioni sue proprie.<br />
Resta cosí completamente bloccato ogni tentativo <strong>di</strong> sostenere che la<br />
Regione dovrebbe svuotare la Provincia ed ogni prospettiva <strong>di</strong> fare della<br />
Provincia puramente un organo decentrato della Regione (anche « de iure<br />
condendo » costituzionale; ciò porterebbe a svisare la stessa impostazione<br />
autonomistica dell'or<strong>di</strong>namento regionale ed appesanti-<br />
127
ebbe la posizione della Regione. Per le funzioni amministrative, che trovino il loro<br />
ambito <strong>di</strong> esplicazione e determinazione negli interessi locali del territorio<br />
provinciale, la sede naturale, il centro <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> esplicazione, deve essere la<br />
Provincia (e altrettanto è del Comune per l'ambito comunale). E' questa<br />
l'impostazione che la Costituzione detta, a chiari termini, nell'art. 128 in<br />
connessione coll'art. 114 (e non vi contrasta l'articolo 118). E' questa la realtà viva<br />
della posizione attuale della Provincia, che va molto al <strong>di</strong> là dei compiti <strong>di</strong> istituto<br />
fissati dalla legge.<br />
Non vogliamo qui ripetere quanto già ha formato oggetto della relazione<br />
all'Assemblea straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> Salerno, su « Le prospettive <strong>di</strong> una legge provinciale e<br />
comunale e le funzioni delle Province ». Quella relazione, fatta propria<br />
dall'Assemblea, viene qui assunta come punto <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza.<br />
Assumiamo quin<strong>di</strong>, come punto <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza, la formulazione che in quella<br />
relazione abbiamo prospettata per l'enunciazione <strong>di</strong> carattere generale, che nella<br />
legge provinciale e comunale dovrebbe precedere l'elencazione <strong>di</strong> funzioni della<br />
Provincia<br />
« <strong>La</strong> Provincia esprime e rappresenta gli interessi pubblici locali propri<br />
dell'ambito del territorio provinciale e svolge le attività che vi si connettono allo<br />
scopo <strong>di</strong> concorrere allo sviluppo economico e sociale ed al progresso delle<br />
popolazioni ».<br />
<strong>La</strong> formula può usarsi anche per il Comune, colle corrispondenti<br />
sostituzioni.<br />
5. - <strong>La</strong> linea limite per le funzioni proprie della Provincia è rappresentata<br />
dall'interesse locale nell'ambito provinciale. Qui giova brevemente rilevare che,<br />
se l'art. 118 della Costituzione usa l'avverbio « esclusivamente » per l'interesse<br />
locale, ciò non significa che la Costituzione abbia voluto intendere le funzioni<br />
provinciali e comunali in senso restrittivo; essa ha puramente voluto con ciò<br />
alludere all'ambito territoriale della qualifica « locale »: la funzione non deve<br />
eccedere l'interesse locale dell'ambito provinciale e comunale. E, si noti, questa<br />
qualifica «<strong>di</strong> interesse esclusivamente locale », nell'art. 118, va riferita alle<br />
funzioni, non alle materie; le materie possono avere, e normalmente hanno, un<br />
interesse che va al <strong>di</strong> là del territorio della Provincia o del Comune; una data<br />
funzione in rapporto ad esse può invece essere <strong>di</strong> interesse locale. E nel<br />
valutare come <strong>di</strong> interesse esclusivamente locale una funzione, si ha riguardo<br />
alla esplicazione ed organizzazione <strong>di</strong> essa, non al risultato generale che ne<br />
consegue; altrimenti si potrebbe arrivare alla conclusione estrema che <strong>di</strong><br />
funzioni esclusivamente locali non ce ne sarebbero piú, perché il risultato è<br />
sempre un interesse pubblico generale, che investe tutta la comunità. Per fare<br />
un esempio, l'assistenza può per varie esplicazioni essere considerata funzione<br />
<strong>di</strong> interesse esclusivamente locale; il risultato, l'allevamento, la protezione e<br />
l'educazione dell'infanzia, la salute pubblica, ecc. è sempre tale che eccede<br />
l'interesse esclusivamente locale. Può forse all'uopo bastare l'enunciazione della<br />
<strong>di</strong>stinzione fra interesse della materia e interesse della funzione, colla<br />
precisazione qui fatta.<br />
Naturalmente le funzioni che possono essere attribuite alle Pro-<br />
128
KENNEDY IN ITALIA<br />
NAPOLI - 2 luglio <strong>1963</strong>. Dalla statua <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> il saluto popolare al Presidente<br />
della « nuova frontiera »
PALERMO - XXI assemblea dell'Unione delle Provincie. <strong>La</strong> rappresentanza dell'Ente<br />
Provincia <strong>di</strong> Capitanata (da s. a d.): il segr. g.le dott. Basso, I'ass. prof. Fiordalisi, il cons. sig.<br />
Panico, il pres. avv. Consiglio, il suo capo <strong>di</strong> Gab. dott. Di Stefano, i cons. avv. Tizzoni e prof.<br />
Ricciardelli.
vince e ai Comuni, e l'esplicazione dell'autonomia <strong>di</strong> questi, vanno al <strong>di</strong><br />
là delle materie elencate nell'art. 117 della Costituzione; che anzi l'art.<br />
118 vuole appunto stabilire che anche per queste le leggi generali della<br />
Repubblica possono fare <strong>di</strong>retta attribuzione alle Province ed ai Comuni.<br />
Si potrebbe quin<strong>di</strong> affermare che, fuori <strong>di</strong> quelle materie, l'espressione e<br />
rappresentanza degli interessi locali sia piú elastica e piú libera in<br />
rapporto alla delimitazione dell'ambito dell'interesse. Bisogna però tener<br />
presente che gran <strong>parte</strong> delle materie <strong>di</strong> cui all'art. 117, cioè <strong>di</strong> quelle<br />
oggetto <strong>di</strong> potestà legislativa della Regione, sono appunto <strong>di</strong> quelle che<br />
piú si prestano a funzioni <strong>di</strong> interesse locale, e che quin<strong>di</strong>, come<br />
abbiamo detto, anche la formulazione dell'art. 118 vuol essere<br />
interpretata con una certa elasticità.<br />
Materie <strong>di</strong> specifico interesse regionale.<br />
6. - Tra le materie elencate dall'art. 117 della Costituzione, come<br />
formanti oggetto della potestà legislativa della Regione, ne esistono<br />
alcune con chiaro riferimento locale, che rivela che le relative funzioni<br />
amministrative debbono venire <strong>di</strong>rettamente attribuite alle Province o ai<br />
Comuni (e ciò per legge dello Stato). Tale è la « Polizia locale urbana e<br />
rurale »; tali, sono i « Musei e biblioteche <strong>di</strong> Enti locali ».<br />
Per altro verso, tra le stesse materie ve ne sono <strong>di</strong> quelle per le<br />
quali si delimita la potestà della Regione all'interesse regionale: «Tramvie<br />
e linee automobilistiche <strong>di</strong> interesse regionale; Viabilità, acquedotti e<br />
lavori pubblici <strong>di</strong> interesse regionale ». Parrebbe argomentarsene che<br />
tramvie e linee automobilistiche, viabilità, acquedotti e lavori pubblici <strong>di</strong><br />
interesse esclusivamente locale sono fuori della potestà legislativa della<br />
Regione; cosí sarà, p. es., delle tramvie e linee automobilistiche urbane;<br />
cosí sarà della viabilità, degli acquedotti e lavori pubblici <strong>di</strong> interesse<br />
esclusivamente provinciale o comunale.<br />
Potrebbe, è vero, venire il dubbio che nell'art. 117 della<br />
Costituzione l'interesse regionale venga in contrapposto all'interesse<br />
nazionale e non a quello locale, che potrebbe essere assorbito<br />
nell'interesse regionale. Il legislatore costituente ha però usato in questo<br />
articolo il termine « locale » con riferimento agli Enti minori; e<br />
l'interesse regionale si contrappone anche all'interesse esclusivamente<br />
locale.<br />
Ciò premesso, anzitutto deve necessariamente inferirsene a fil <strong>di</strong><br />
logica che, allora, tramvie e linee automobilistiche <strong>di</strong> interesse<br />
esclusivamente provinciale debbono rientrare nella competenza della<br />
Provincia, e non possono continuare ad essere materia <strong>di</strong> concessione<br />
statale, come ancora oggi avviene.<br />
Certo, non può <strong>di</strong>rsi senz'altro facile in<strong>di</strong>viduare la linea che<br />
separa, nei trasporti pubblici, come nella viabilità, negli acquedotti e nei<br />
lavori pubblici, l'interesse regionale da quello puramente locale. Occorre<br />
una certa elasticità; e, soprattutto per i lavori pubblici, notevole<br />
influenza, nella determinazione, ha la stessa scelta concreta da <strong>parte</strong><br />
della legge statale, che attribuisce le funzioni agli Enti locali minori, o,<br />
per converso, della legge regionale, che statuisce sull'opera <strong>di</strong><br />
129
interesse della regione. Un certo criterio limite deve però risultarne, pur<br />
con tutta l'elasticità richiesta.<br />
Un altro punto va però senz'altro risolto e fissato. Posto che la<br />
potestà legislativa della Regione qui investe solo tramvie e linee<br />
automobilistiche d'interesse regionale, e viabilità, acquedotti e lavori<br />
pubblici <strong>di</strong> interesse regionale, dovremmo <strong>di</strong>re che in rapporto a queste<br />
materie non sono ammissibili che funzioni amministrative della Regione<br />
(sia pure delegate nell'esercizio), in quanto verrebbe meno la possibilità <strong>di</strong><br />
quell'interesse esclusivamente locale presupposto per la <strong>di</strong>retta<br />
attribuzione delle funzioni amministrative alle Province, ai Comuni o ad<br />
altri Enti locali? Abbiamo già precisato che la determinazione dell'art. 118,<br />
primo comma, riguarda le funzioni, non le materie, mentre la<br />
determinazione delle voci suin<strong>di</strong>cate nell'art. 117 concerne le materie. E<br />
non è a priori escluso che per materie <strong>di</strong> specifico interesse regionale<br />
possano esistere funzioni <strong>di</strong> interesse esclusivamente locale da attribuirsi<br />
alle Province o ai Comuni.<br />
<strong>La</strong> Provincia, ente qualificato per le funzioni stradali.<br />
Ciò ha risalto soprattutto per la viabilità, per le complesse funzioni<br />
che vi si ricollegano e per la specifica posizione della Provincia in questa<br />
materia. Presupposta una viabilità <strong>di</strong> interesse regionale, è possibile<br />
in<strong>di</strong>viduare, anche rispetto alle strade <strong>di</strong> interesse regionale, funzioni <strong>di</strong><br />
interesse esclusivamente locale da attribuire <strong>di</strong>rettamente alla Provincia?<br />
Osserviamo che se ciò può ammettersi per funzioni che possano<br />
qualificarsi come marginali, piú <strong>di</strong>fficile sembra ammettere che la<br />
competenza amministrativa per la costruzione e la gestione delle strade <strong>di</strong><br />
interesse regionale possa dalla legge dello Stato essere <strong>di</strong>rettamente<br />
attribuita alla competenza delle Province e dei Comuni, in quanto<br />
dovrebbe qualificarsi <strong>di</strong> interesse esclusivamente locale. Sembra consono<br />
che, se la Regione può legiferare su date strade (come su dati acquedotti o<br />
lavori pubblici), in quanto <strong>di</strong> interesse regionale, tali strade (e acquedotti e<br />
lavori pubblici) rientrano anche nella competenza amministrativa della<br />
Regione.<br />
Dobbiamo però senz'altro aggiungere che questa della viabilità <strong>di</strong><br />
interesse regionale è una materia nella quale dovrà comunque operale la<br />
normale delega alle Province dell'esercizio delle funzioni amministrative<br />
delle Regioni: dovranno cioè spettare alla Regione l'iniziativa, coll'onere<br />
dello stanziamento, e le <strong>di</strong>rettive che la Regione stessa deve dare a norma<br />
dell'art. 39 della legge 10 febbraio 1953, n. 62, mentre la costruzione e la<br />
gestione dovranno essere delegate alle Province.<br />
Di fronte all'attrezzatura delle Province, che sono tra<strong>di</strong>zionalmente<br />
qualificate per le funzioni stradali, sarebbe assurda superfetazione<br />
l'impianto <strong>di</strong> uffici tecnici regionali per la costruzione e gestione <strong>di</strong> strade<br />
regionali. E si noti che anche nelle Regioni depresse, dove l'iniziativa della<br />
Regione e la molla dell'interesse regionale della viabilità devono essere piú<br />
forti, il decentrare la esecuzione, cioè la costruzione e gestione delle<br />
strade, contribuisce a tenere viva nelle Province, cioè nei<br />
130
centri locali, la <strong>parte</strong>cipazione a questo impulso regionale e insieme ad<br />
avvicinarne ed adeguarne la realizzazione alla stessa vita locale. <strong>La</strong><br />
costruzione e gestione delle strade deliberate dalla Regione dovrà dunque<br />
essere delegata alle Province.<br />
Può apparire dubbio se costituzionalmente sia lecito (come sarebbe<br />
opportuno) già sancire con legge dello Stato che tale funzione deve essere<br />
in tal senso delegata. Noi non lo esclu<strong>di</strong>amo, in quanto tale legge sarebbe<br />
puramente una determinazione <strong>di</strong> quel « normalmente » dell'art. 118, terzo<br />
comma della Costituzione, che, in taluni casi, come nel nostro, trova i<br />
presupposti per dover avere piena applicazione.<br />
Certo, <strong>di</strong> fronte a questa esigenza, che a nostro avviso potrebbe e<br />
dovrebbe trovare sanzione in una norma legislativa, appare stonata e deve<br />
essere mo<strong>di</strong>ficata la norma del n. 3 dell'art. 1 della legge 10 febbraio 1953,<br />
n. 62, che limita la delega <strong>di</strong> funzioni amministrative della Regione, nel<br />
senso che deve avvenire « per oggetto definito e per tempo determinato ».<br />
Se non già una legge dello Stato, almeno lo Statuto della Regione<br />
dovrebbe appunto determinare che talune funzioni (e tra queste la<br />
costruzione e gestione <strong>di</strong> strade) debbano essere delegate. Abbiamo<br />
quin<strong>di</strong> constatato con piacere, come nel progetto <strong>di</strong> legge, presentato dal<br />
Governo Fanfani, <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica della legge n. 62 del 1953, fosse contenuta<br />
pure l'eliminazione <strong>di</strong> tale limitazione della delegabilità.<br />
Altro punto: è opportuno l'in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un demanio stradale<br />
regionale accanto a quello statale, provinciale e comunale? Non potrebbe<br />
apparire piú opportuno fare attribuire alle Province anche la titolarità<br />
delle strade <strong>di</strong> interesse regionale? Anche se le funzioni amministrative<br />
relative a queste strade rientrano nella delega, non riteniamo<br />
costituzionalmente ammissibile tale soluzione. Le strade regionali faranno<br />
<strong>parte</strong> <strong>di</strong> un demanio regionale (cfr. art. 119, quarto comma Cost.) ; ne<br />
saranno delegate le funzioni relative nel senso che abbiamo in<strong>di</strong>cato.<br />
A completamento <strong>di</strong> quanto abbiamo detto per la viabilità <strong>di</strong><br />
interesse regionale, aggiungiamo ancora che per le tramvie e linee<br />
automobilistiche <strong>di</strong> interesse regionale il problema può apparire in certa<br />
guisa piú semplice; la determinazione per la concessione o la gestione<br />
<strong>di</strong>retta spetterà alla Regione, che nel primo caso potrà anche fare la<br />
concessione ad aziende provinciali o comunali, mentre nel secondo potrà<br />
creare una azienda regionale <strong>di</strong> trasporti. E un <strong>di</strong>scorso in certa guisa<br />
analogo può farsi per gli acquedotti <strong>di</strong> interesse regionale. <strong>La</strong> gamma dei<br />
lavori pubblici <strong>di</strong> interesse regionale è piú vasta e potrà oscillare in varia<br />
guisa fra la <strong>di</strong>retta esecuzione (normalmente valendosi degli uffici tecnici<br />
degli Enti minori) e la delega.<br />
Competenze della Regione<br />
per le funzioni delegate all'Ente Provincia.<br />
7. - Quanto abbiamo detto della viabilità <strong>di</strong>mostra come, se le<br />
funzioni proprie delle Province (e dei Comuni) e quelle delegate dalla<br />
Regione costituiscono categorie nettamente <strong>di</strong>stinte, concretamente esse<br />
131
possono talvolta essere commiste in rapporto a materie unitarie. Certo,<br />
la Provincia non avrà bisogno <strong>di</strong> creare uffici addetti alle strade <strong>di</strong><br />
interesse regionale, accanto a quelli relativi alle strade provinciali.<br />
Resterà pur sempre una <strong>di</strong>versa categoria <strong>di</strong> strade; e in rapporto alle<br />
funzioni delegate la Regione avrà competenza <strong>di</strong> impartire <strong>di</strong>rettive (cfr.<br />
art. 39 legge 10 febbraio 1953, n. 62) e <strong>di</strong> controllare l'esercizio,<br />
competenza, cioè, che non avrà per le strade provinciali e comunali.<br />
E soprattutto resterà una netta <strong>di</strong>stinzione giuri<strong>di</strong>ca fondamentale<br />
che <strong>parte</strong> dalla stessa in<strong>di</strong>viduazione della fonte, che esige una legge<br />
della Repubblica per la determinazione delle funzioni proprie degli Enti,<br />
mentre per la delega la legge della Repubblica potrà regolare la<br />
procedura ed esplicazione della delega, potrà poi anche imporre la<br />
delega per certe funzioni, ma il fondamento dell'attribuzione resterà<br />
sempre la delega da <strong>parte</strong> della Regione.<br />
Compiti istituzionali delle Province.<br />
8. - Già nella relazione all'Assemblea straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> Salerno<br />
abbiamo tracciato uno schema delle categorie <strong>di</strong> funzioni che<br />
dovrebbero spettare alle Province (come funzioni proprie determinate<br />
da leggi dello Stato) <strong>parte</strong>ndo dagli attuali compiti <strong>di</strong> istituto (che il noto<br />
progetto Scelba si era limitato a tradurre dalla visuale delle spese<br />
obbligatorie alla visuale delle funzioni) ed allargando il campo secondo i<br />
postulati delle Assemblee delle Province, che rimangono tuttora vali<strong>di</strong>.<br />
Possiamo presentarne un quadro, che sarà naturalmente<br />
suscettibile <strong>di</strong> sviluppo:<br />
a) cominciamo dalla viabilità, compito tra<strong>di</strong>zionale delle Province:<br />
determinazione, costruzione, manutenzione <strong>di</strong> strade provinciali<br />
costituiscono precisamente una funzione propria della Provincia<br />
(nell'esplicazione della sua autonomia) ; funzione che si incontra nella<br />
sua esplicazione, da un lato, - come abbiamo visto - con quella delegata<br />
dalla Regione, dall'altro lato con la assunzione in manutenzione <strong>di</strong> strade<br />
comunali, per accor<strong>di</strong> o consorzi coi Comuni;<br />
b) altro compito tra<strong>di</strong>zionale della Provincia è quello che riguarda<br />
l'assistenza in certi ambiti qualificati. Per le malattie e anomalie,<br />
l'assistenza agli infermi <strong>di</strong> mente agli anormali ed ai minorati psichici;<br />
quella ai ciechi ed ai sordomuti ed ai postencefalici : campo questo che<br />
si va arricchendo, sia per la gamma delle anomalie psichiche, sia per il<br />
carattere altrettanto assillante, che assumono altre forme (come p. es., i<br />
poliomielitici) che richiedono una organica impostazione;<br />
c) nel campo della sanità piú vaste aperture debbono farsi alle<br />
Province; oltre al settore assistenziale in<strong>di</strong>cato sub b), oltre alla<br />
istituzione e gestione dei <strong>La</strong>boratori provinciali <strong>di</strong> igiene e profilassi, che<br />
già è vigente, deve far capo alla Provincia l'organizzazione sanitaria<br />
provinciale, con a capo un me<strong>di</strong>co provinciale, naturalmente con<br />
l'attribuzione <strong>di</strong> funzioni <strong>di</strong> controllo al Ministero della sanità. Settore<br />
specifico da attribuirsi alle Province (o <strong>di</strong>rettamente o tramite consorzio<br />
presieduto dalla Provincia, del tipo del Consorzio provinciale antitu-<br />
132
ercolare), è particolarmente la <strong>di</strong>agnosi precoce, l'accertamento e la<br />
profilassi delle malattie sociali. Altro settore, la me<strong>di</strong>cina scolastica, in<br />
quei servizi specialistici che esorbitano dalle possibilità dei Comuni<br />
(salvo l'organizzazione sanitaria delle gran<strong>di</strong> città). Ma queste<br />
competenze in materia sanitaria formano oggetto <strong>di</strong> specifica relazione<br />
in questa Assemblea (e il tema della me<strong>di</strong>cina scolastica è stato <strong>di</strong>battuto<br />
in apposito convegno dell'U.P.I. e dell'A.N.C.I.);<br />
d) altro campo assistenziale tra<strong>di</strong>zionale delle Province è<br />
l'assistenza ai minori illegittimi. Già abbiamo piú volte affermato che<br />
ormai è matura l'unificazione dell'assistenza all'infanzia in modo che<br />
faccia capo alla Provincia. Ma anche <strong>di</strong> ciò si parla in apposita relazione;<br />
e) nei compiti scolastici vi è anzitutto l'apprestamento degli e<strong>di</strong>fici<br />
scolastici e i servizi connessi per le Scuole <strong>di</strong> Stato. E' un onere che le Province<br />
tengono a mantenere, in quanto permette loro, sia pure entro certi limiti, <strong>di</strong><br />
influire sulla politica scolastica nel territorio provinciale. E' soltanto necessaria<br />
una piú organica riorganizzazione degli oneri nel riparto fra Province e<br />
Comuni;<br />
f) il campo specifico dell'istruzione artigiana e professionale è<br />
quello che l'art. 117 della Costituzione pone fra gli oggetti della potestà<br />
legislativa della Regione. Per l'articolo 118 spettano alla Regione anche<br />
le relative funzioni amministrative; infatti, per quanto riguarda il<br />
complesso <strong>di</strong> fondo <strong>di</strong> tali funzioni amministrative, non si può pensare<br />
ad un interesse esclusivamente locale; potranno dunque, tutt'al piú,<br />
aversi deleghe alle Province ed ai Comuni per ambiti determinati. Alla<br />
Provincia può invece spettare in questo campo una funzione <strong>di</strong><br />
coor<strong>di</strong>namento delle <strong>di</strong>verse iniziative <strong>di</strong> corsi professionali, che non<br />
possono certo essere tutte assorbite nella classificazione <strong>di</strong> tipi <strong>di</strong> scuole<br />
e che possono essere coor<strong>di</strong>nate in un ambito territoriale che superi<br />
quello del Comune, ma non sia troppo vasto, come sarebbe quello<br />
regionale. L'unico dubbio è se sia, questa, materia <strong>di</strong> funzioni proprie<br />
della Provincia, o non piuttosto <strong>di</strong> delega della Regione; particolare<br />
risalto può avere la posizione della Provincia per quanto attiene alla<br />
istruzione professionale ed alla propaganda nell'agricoltura ;<br />
g) l'assistenza scolastica, che nell'art. 117 della Costituzione viene<br />
parallelamente alla istruzione artigiana e professionale, può però formare<br />
oggetto <strong>di</strong> attribuzione <strong>di</strong>retta alle Province (e anche, su <strong>di</strong>verso piano,<br />
ai Comuni), parallelamente ai compiti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina scolastica;<br />
h) caccia e pesca potranno forse piú utilmente essere regolate a<br />
livello regionale, salva la delega per ciò che può essere esplicato dalle<br />
Province;<br />
i) in materia <strong>di</strong> turismo, già abbiamo detto che si può in<strong>di</strong>viduare<br />
un livello provinciale accanto a quello regionale e che l'Ente <strong>Provinciale</strong><br />
per il Turismo, come espressione <strong>di</strong> compiti prettamente locali nei<br />
confronti dell'ambito regionale, può restare anche dopo la realizzazione<br />
della Regione e deve essere trasformato in organo della Provincia con<br />
amministrazione autonoma, secondo il progetto che già a suo tempo<br />
l'Unione delle Province d'Italia aveva elaborato;<br />
l) la posizione della Provincia nella formazione <strong>di</strong> piani regionali<br />
133
territoriali e <strong>di</strong> sviluppo economico (per i quali abbiamo già detto della<br />
posizione della Regione) forma oggetto <strong>di</strong> una relazione <strong>di</strong>stinta; e cosí<br />
anche per i compiti che possono spettare alle Province in rapporto ai<br />
problemi <strong>di</strong> sviluppo dell'agricoltura. In particolare, in rapporto<br />
all'urbanistica, alle Province dovrà essere riconosciuta una specifica<br />
competenza riguardo ai piani comprensoriali;<br />
m) una voce particolare tra le funzioni delle Province deve<br />
riguardare i lavori pubblici (cioè l'esecuzione e manutenzione <strong>di</strong> opere<br />
pubbliche) <strong>di</strong> interesse provinciale. E' questo un campo elastico in cui<br />
opera essenzialmente l'autonomia dell'ente;<br />
n) basterà appena richiamare che rientrano nella competenza della<br />
Provincia l'organizzazione degli uffici provinciali e l'or<strong>di</strong>namento del<br />
personale e cosí l'amministrazione e conservazione dei beni provinciali,<br />
come, per altro verso, le funzioni inerenti ai tributi provinciali.<br />
Questa elencazione <strong>di</strong> funzioni, che dovrà venire nella legge<br />
provinciale e comunale, potrà essere integrata da successive attribuzioni.<br />
Essa comunque deve essere chiusa da una norma-valvola, che, in omaggio<br />
all'autonomia ed alla posizione <strong>di</strong> espressione e rappresentanza degli<br />
interessi locali che è riconosciuta alla Provincia, sancisca che le Province,<br />
ai fini in<strong>di</strong>cati nell'articolo generale che ne definisce l'ambito<br />
dell'autonomia, possono svolgere altre attività <strong>di</strong> interesse pubblico<br />
provinciale (<strong>di</strong> questa norma, del resto contenuta pure nel citato progetto<br />
Scelba, ci siamo già occupati nella relazione <strong>di</strong> Salerno).<br />
Materie suscettibili <strong>di</strong> delega dalla Regione alla Provincia.<br />
9. - Ve<strong>di</strong>amo ora brevemente delle funzioni che piú facilmente<br />
potranno e dovranno essere delegate dalla Regione alla Provincia.<br />
a) Scorrendo le materie elencate nell'articolo 117 della Costituzione,<br />
cui si riferisce anche l'art. 118, possiamo notare che ve ne sono alcune per<br />
cui le relative funzioni amministrative sono, per la <strong>parte</strong> piú importante,<br />
<strong>di</strong> carattere locale e cioè da attribuirsi <strong>di</strong>rettamente agli Enti locali minori,<br />
come è appunto per la polizia locale urbana e rurale e per le fiere e<br />
mercati (che opportunamente potranno continuare a competere ai<br />
Comuni), come è per i musei e biblioteche <strong>di</strong> Enti locali, la cui gestione<br />
compete <strong>di</strong>rettamente all'Ente relativo (il che non esclude che la Regione<br />
possa creare propri musei e biblioteche). Qui la Regione può attribuirsi<br />
una sovrintendenza, che allora è funzione <strong>di</strong> massima non delegabile<br />
(come alla Regione dovrà, per esempio, passare la specifica competenza<br />
per la creazione <strong>di</strong> biblioteche nei Comuni capoluogo <strong>di</strong> Provincia, a<br />
termini della legge 24 aprile 1941, n. 393);<br />
b) Per altre materie, come le tramvie e le linee automobilistiche, o<br />
gli acquedotti, <strong>di</strong> interesse regionale, abbiamo detto che forse piú<br />
opportunamente si pone l'alternativa fra la concessione e la gestione<br />
attraverso un'azienda propria : la potestà amministrativa, essenzialmente<br />
centrata sulla concessione, non appare facilmente delegabile;<br />
c) Altre materie, come quella delle circoscrizioni comunali, si<br />
esauriscono nella funzione legislativa e quin<strong>di</strong> non se ne può neppure<br />
prospettare la delegabilità;<br />
134
d ) Per le altre materie vi è tutta una gamma concreta in cui vario è<br />
il rapporto tra delegabilità <strong>di</strong> funzioni regionali e spettanza <strong>di</strong> funzioni<br />
proprie a Province, o Comuni. Già abbiamo visto che vi sono materie,<br />
come quella della viabilità <strong>di</strong> interesse regionale, in cui la delega deve<br />
assumere un carattere generale e permanente (opportunamente mo<strong>di</strong>ficato<br />
l'art. 1, n. 3 della legge 10 febbraio 1953, n. 62).<br />
e) Circa la beneficenza pubblica e l'assistenza sanitaria ed<br />
ospedaliera, già abbiamo detto che vasti settori possono essere attribuiti<br />
<strong>di</strong>rettamente, come funzioni proprie, alle Province o ai Comuni. Resta un<br />
margine piú limitato per funzioni amministrative delegabili della Regione:<br />
comunque qui la delega può essere opportunamente attuata;<br />
f) Piú complessa è la materia dell'istruzione artigiana e<br />
professionale. Già abbiamo detto della posizione che assume la Regione<br />
in questo campo, che anche per la competenza amministrativa è<br />
preminente, sí che alla Regione compete la <strong>di</strong>rezione generale<br />
dell'istruzione artigiana e professionale; e sarà questo, osserviamolo, un<br />
modo <strong>di</strong> superare l'attuale dualismo e contrasto tra le branche<br />
dell'Amministrazione statale facenti capo ai due Ministeri : della Pubblica<br />
Istruzione e del <strong>La</strong>voro.<br />
Per quanto riguarda le scuole e i corsi professionali, è questa una<br />
materia in cui dovrà concorrere tutta una ricchezza <strong>di</strong> iniziative, pubbliche<br />
e private. Province e Comuni e loro consorzi, avranno già tutta una libertà<br />
<strong>di</strong> azione nel promuovere e realizzare essi stessi iniziative varie; vario<br />
potrà essere il rapporto nei confronti delle scuole regionali e dei vari tipi<br />
stabiliti dalla legge regionale.<br />
Occorrerà però in un dato ambito territoriale un coor<strong>di</strong>namento<br />
delle iniziative, e per questo sembrano specificamente in<strong>di</strong>cate le<br />
Province. Abbiamo già detto che problema aperto è se ciò possa e debba<br />
essere già funzione propria della Provincia (determinata da legge dello<br />
Stato) o debba fondarsi sulla delega della Regione.<br />
<strong>La</strong> Regione potrà poi delegare la gestione <strong>di</strong> determinati tipi <strong>di</strong><br />
scuole e corsi professionali a Province e Comuni; e particolare delega<br />
potrà essere data alle Province per l'istruzione professionale<br />
nell'agricoltura.<br />
Questa materia, della posizione della Regione e degli Enti<br />
territoriali minori in rapporto all'istruzione artigiana e professionale,<br />
merita <strong>di</strong> essere ampiamente <strong>di</strong>scussa e approfon<strong>di</strong>ta, anche nei rapporti e<br />
nelle linee <strong>di</strong> confine con quella istruzione che rientra nella competenza<br />
dello Stato.<br />
E si noti ancora che l'istruzione artigiana e professionale è tra<br />
quelle materie per cui, a norma dell'art. 9, secondo comma, della citata<br />
legge n. 62, il Consiglio regionale può emettere leggi nei limiti dell'art. 117<br />
della Costituzione, anche prima che per la singola materia sia stata<br />
emanata la legge cornice, cioè la legge della Repubblica che contiene per<br />
quella materia i principi fondamentali. Ciò, se da un lato sembra in<strong>di</strong>care<br />
che si tratta <strong>di</strong> materie in cui i limiti della legislazione regionale sembrano<br />
già abbastanza segnati (le altre sono le circoscrizioni comunali, fiere e<br />
mercati, musei e biblioteche <strong>di</strong> Enti locali, caccia e pesca nelle acque<br />
interne), per altro verso sembra importare una maggiore elasticità ;<br />
135
g) Quanto all'urbanistica, esistono <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> piani, quello<br />
regionale, quello comprensoriale, quello comunale; qui piú che la delega<br />
opera, come abbiamo già detto, l'attribuzione <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> funzioni proprie;<br />
la Provincia deve avere una particolare posizione in rapporto al piano<br />
comprensoriale;<br />
h) Per il Turismo già abbiamo detto che si può ancora in<strong>di</strong>viduare<br />
una funzione propria delle Province, che si esplichi nell'Ente <strong>Provinciale</strong><br />
per il Turismo, nell'ambito <strong>di</strong> un interesse locale. Accanto a questa<br />
attività propria, le Province (appunto <strong>di</strong>sponendo dell'Ente <strong>Provinciale</strong><br />
del Turismo) possono essere ampiamente delegate per l'esercizio <strong>di</strong><br />
quelle funzioni che competono alla Regione, la quale potrà riservare ad<br />
un proprio ufficio un puro compito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo, stimolo e<br />
coor<strong>di</strong>namento;<br />
i) Dei lavori pubblici <strong>di</strong> interesse regionale già abbiamo detto che<br />
varia può essere la gamma delle deleghe e dell'utilizzazione <strong>di</strong> uffici<br />
tecnici provinciali e comunali;<br />
l) Della caccia e pesca abbiamo già detto che è bene che esse siano<br />
<strong>di</strong> competenza regionale; impostate regionalmente le determinazioni col<br />
relativo potere <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nanza, può essere per l'esplicazione delle funzioni<br />
largamente usata la delega alle Province;<br />
m) Per la navigazione e i porti lacuali può <strong>di</strong>rsi che resteranno, per<br />
un verso, competenze specifiche dei Comuni, per altro potrà<br />
determinarsi la competenza amministrativa regionale, in <strong>parte</strong> delegabile;<br />
n) Per le acque minerali e termali le competenze amministrative<br />
della Regione dovranno essere coor<strong>di</strong>nate con quelle del Ministero della<br />
Sanità; per le cave e torbiere (salve ulteriori determinazioni che<br />
dovranno essere riservate alle leggi regionali) spetteranno alla Regione i<br />
provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui all'art. 45 della legge mineraria (R. D. 29 luglio<br />
1927, n. 1443). Potranno essere ammesse specifiche deleghe <strong>di</strong> oggetto<br />
delimitato;<br />
o) <strong>La</strong> materia dell'agricoltura e foreste e quella dell'artigianato<br />
rientrano in quel campo <strong>di</strong> attività economiche che oggi richiedono<br />
interventi nel quadro <strong>di</strong> un piano. <strong>La</strong> competenza amministrativa della<br />
Regione, la competenza propria delle Province e dei Comuni e, per altro<br />
verso, la delegabilità <strong>di</strong> funzioni della Regione a Province e Comuni,<br />
vanno inserite in questo quadro d'insieme che richiede una vasta<br />
impostazione dal punto <strong>di</strong> vista della programmazione.<br />
Notiamo ancora in generale che qui, per le varie funzioni,<br />
abbiamo parlato soprattutto <strong>di</strong> delega a Province e Comuni. Riteniamo<br />
infatti che l'utilizzazione degli uffici degli Enti locali da <strong>parte</strong> della<br />
Regione debba avere un'applicazione piú circoscritta e quasi una<br />
funzione complementare e subor<strong>di</strong>nata. <strong>La</strong> delega risponde meglio<br />
all'autonomia degli Enti locali, mentre d'altra <strong>parte</strong> il valersi degli uffici<br />
<strong>di</strong> questi da <strong>parte</strong> della Regione crea delicati problemi <strong>di</strong> rapporti tra gli<br />
Enti e coi loro uffici.<br />
10. - II quadro che abbiamo prospettato, sia pure con<br />
determinazioni schematiche, del complesso delle funzioni, che dovranno<br />
essere proprie delle Province e <strong>di</strong> quelle che alle Province potranno o<br />
dovranno essere delegate, approfon<strong>di</strong>sce l'impostazione, che vi abbiamo<br />
premessa, della posizione viva della Provincia nella Regione.<br />
136
Il quadro viene, per altro verso, integrato dal sistema dei controlli, previsti<br />
dalla Costituzione, esercitati da un organo della Regione nei confronti <strong>di</strong> Province e<br />
Comuni; controllo <strong>di</strong> legittimità, limitato controllo <strong>di</strong> merito nella forma <strong>di</strong> richiesta<br />
motivata agli Enti deliberanti <strong>di</strong> riesaminare le loro deliberazioni.<br />
L'ampia materia dei controlli (che ha già formato oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o da <strong>parte</strong><br />
<strong>di</strong> un gruppo della Commissione nominata dal Consiglio dell'Unione) potrebbe<br />
formare un tema <strong>di</strong> relazione a sè. Essa, comunque, qualifica piú i rapporti<br />
Regione-Enti locali ed il vasto tema delle autonomie, che non il tema generale della<br />
posizione della Provincia nell'or<strong>di</strong>namento regionale, che è soprattutto qualificato<br />
dalle funzioni della Provincia, in rapporto alla sua qualità <strong>di</strong> Ente autonomo. E cosí<br />
non possiamo affrontare l'ampio problema circa la trasformazione <strong>di</strong> struttura<br />
dell'amministrazione dello Stato che dovrà procedere <strong>di</strong> pari passo con l'istituzione<br />
delle Regioni; per un verso occorrerà una riduzione <strong>di</strong> uffici e <strong>di</strong> strutture in<br />
rapporto a quelle materie che sono <strong>di</strong> competenza della Regione, per altro verso<br />
anche per le funzioni dello Stato dovrà attuarsi ra<strong>di</strong>calmente quel decentramento<br />
autentico negli organi periferici dell'Amministrazione, che l'art. 5 della Costituzione<br />
enuncia come principio generale accanto al riconoscimento delle autonomie.<br />
<strong>La</strong> presente relazione generale, nel suo oggetto, in<strong>di</strong>viduato circa le funzioni<br />
delle Province nell'or<strong>di</strong>namento regionale, presenta sulla materia una vasta<br />
panoramica, che offre ampio tema al <strong>di</strong>battito, il quale dovrà poi determinarsi su<br />
punti specifici che sono stati scelti come temi speciali per questa Assemblea.<br />
Una organica legislazione per l'or<strong>di</strong>namento<br />
statuito dalla costituzione.<br />
Dobbiamo constatare con compiacimento che la nostra voce trova sempre<br />
maggiore eco e considerazione presso il Parlamento ed il Governo: la relazione <strong>di</strong><br />
maggioranza (dell'on. Mattarella sullo stato <strong>di</strong> previsione della spesa del Ministero<br />
dell'Interno per l'esercizio <strong>1963</strong>-64 ha fatto propri i concetti da noi già altre volte<br />
enunciati, che stanno a base <strong>di</strong> questa relazione, con espresso richiamo alle<br />
in<strong>di</strong>cazioni dell'Unione delle Province; e il Ministro dell'Interno, On. Rumor, ha<br />
accolto come raccomandazione un or<strong>di</strong>ne del giorno dell'On. Maulini, che<br />
impegnava il Governo a garantire la presenza dell'A.N.C.I. e dell'U.P.I. in seno alle<br />
Commissioni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per le riforme relative alla struttura degli Enti ed alla<br />
Finanza Locale.<br />
L'approfon<strong>di</strong>mento dei temi che ci siamo proposti, attraverso le <strong>di</strong>scussioni<br />
<strong>di</strong> questa nostra Assemblea, recherà il concorso <strong>di</strong> un contributo determinante a<br />
quella organica legislazione che dovrà pienamente realizzare l'or<strong>di</strong>namento statuito<br />
dalla Costituzione.<br />
GIUSEPPE GROSSO<br />
Prof. GIUSEPPE GROSSO, presidente dell'Unione delle Province d'Italia e<br />
della Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Torino.<br />
137
<strong>La</strong> XXI Assemblea dell'Unione delle Province d'Italia<br />
A norma dello statuto dell'Unione,<br />
che la prevede a ogni biennio,<br />
l'Assemblea dell'Unione delle Province<br />
Italiane si è tenuta nell'ospitale<br />
Palermo. Con il concorso <strong>di</strong> gran<br />
numero <strong>di</strong> rappresentanti, i lavori<br />
hanno occupato i giorni dal 10 al 13<br />
novembre, per lo svolgimento delle<br />
numerose relazioni: quella del<br />
Consiglio <strong>di</strong>rettivo e le altre su vari e<br />
interessanti temi, vitali per la pubblica<br />
Amministrazione.<br />
A conclusione del <strong>di</strong>battito ad alto<br />
livello, si è approvato il seguente<br />
or<strong>di</strong>ne del giorno:<br />
« In relazione agli impegni che le<br />
<strong>di</strong>verse forze politiche italiane hanno<br />
assunto per l'attuazione<br />
dell'or<strong>di</strong>namento regionale, attuazione<br />
che è sempre stata auspicata e viene<br />
sentita dalle Province come la<br />
realizzazione dell'or<strong>di</strong>ne costituzionale<br />
delle autonomie nel quale la Provincia<br />
è uno dei caposal<strong>di</strong> ; in rapporto alla<br />
prospettiva esigenza <strong>di</strong> una organica<br />
politica <strong>di</strong> programmazione; con<br />
riferimento all'ormai in<strong>di</strong>lazionabile<br />
realizzazione dell'or<strong>di</strong>namento dello<br />
Stato italiano nella sua struttura<br />
pluralistica, prevista dalla Costituzione<br />
repubblicana; la XXI Assemblea delle<br />
Province d'Italia riafferma la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />
un'organizzazione degli enti locali alla<br />
luce del dettato costituzionale e delle<br />
crescenti, insopprimibili esigenze <strong>di</strong><br />
autonomia delle Regioni, Province e<br />
Comuni, nel quadro del<br />
consolidamento delle istituzioni<br />
democratiche e nella prospettiva <strong>di</strong> un<br />
armonico e moderno sviluppo<br />
dell'intera società; conviene sul ruolo<br />
degli enti locali nella fase <strong>di</strong><br />
elaborazione ed esecuzione della<br />
politica <strong>di</strong> piano, in modo che tale<br />
politica si sostanzi continuamente<br />
dell'apporto responsabile delle forze<br />
che rappresentano la intelaiatura<br />
essenziale della democrazia italiana;<br />
invita il futuro Governo a pre<strong>di</strong>sporre,<br />
come con<strong>di</strong>zione essenziale per la<br />
compiuta realizzazione dell'<br />
or<strong>di</strong>namento regionale, i relativi<br />
provve<strong>di</strong>menti legislativi,<br />
nonché le norme sulla finanza locale e<br />
sui compiti della Regione, delle<br />
Province e dei Comuni. <strong>La</strong> XXI<br />
Assemblea delle Province d'Italia, nella<br />
consapevolezza dell'eccezionale<br />
momento politico che si sta<br />
attraversando, nell'intento <strong>di</strong> portare il<br />
proprio contributo alla realizzazione <strong>di</strong><br />
una politica <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> progresso,<br />
impegna il nuovo Consiglio <strong>di</strong>rettivo a<br />
formulare, sulla base delle relazioni e<br />
della <strong>di</strong>scussione ed in armonia con i<br />
principi sopraesposti, i documenti<br />
conclusivi che possano consentire una<br />
efficace azione da svolgere affinché le<br />
esigenze che provengono dagli<br />
amministratori delle Province italiane<br />
trovino accoglimento in sede <strong>di</strong><br />
elaborazione legislativa e <strong>di</strong> attuazione<br />
amministrativa del nuovo or<strong>di</strong>namento<br />
pluralistico dello Stato italiano».<br />
II nuovo Consiglio Direttivo è<br />
risultato così composto:<br />
Ing. Borsanti (Lucca), ing.<br />
Carpeggiani (Ferrara), avv. Casati<br />
(Milano), avv. Cattanei (Genova), dott.<br />
Delise (Trieste), ing. Drago (Catania),<br />
avv. Ferrara (Catanzaro), dott.<br />
Gabbuggiani (Firenze), prof. Gava<br />
(Napoli), prof. Grosso (Torino), prof.<br />
<strong>La</strong>zzeroni (Siena), prof. Meloni<br />
(Cagliari), dott. Signorello (Roma),<br />
prof. Torrigiani (Livorno), avv.<br />
Vergine (Lecce), Revisori dei conti<br />
effettivi sono stati eletti: prof.<br />
Ramazzotti (Ascoli Piceno), dott.<br />
Vighi (Bologna). Revisori supplenti :<br />
Scaramucci ( Perugia ), avvocato<br />
Zampini (Campobasso).<br />
Per l'importanza del tema, per la<br />
sapienza della sua trattazione e per<br />
omaggio all'Unione e al prof. Grosso,<br />
ci è gra<strong>di</strong>to <strong>di</strong> riprodurre <strong>di</strong><br />
quest'ultimo la relazione, ricavandola<br />
dall'opuscolo ufficiale, che l'ha<br />
raccolta a cura della stessa Unione. Tra<br />
i resoconti piú autorevoli<br />
dell'Assemblea segnaliamo quello <strong>di</strong><br />
Salvatore Frosina, apparso nel n. 23 ( 1<br />
<strong>di</strong>c. ) <strong>di</strong> « Nuova Rassegna <strong>di</strong><br />
Legislazione, Dottrina e<br />
Giurisprudenza », <strong>di</strong>retta da P. L.<br />
Noccioli.<br />
138
Nuove ricerche e documenti ine<strong>di</strong>ti<br />
per la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />
(Continuazione dal n.ro precedente e fine)<br />
2. IL GOVERNO ED IL REGGIMENTO DELLA UNIVERSITÀ<br />
NEI SECOLI XV-XIX<br />
L'esame del volume «Capitoli e statuti della Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> » fornisce lo<br />
spunto per tratteggiare un profilo delle vicende dell'amministrazione comunale<br />
foggiana dal Quattrocento all'Ottocento.<br />
Sino alla seconda metà del secolo XV la Città fu retta da un governo del<br />
tutto popolare. Questo, <strong>di</strong>fatti, era eletto da tutti i citta<strong>di</strong>ni capi <strong>di</strong> famiglia,<br />
radunati per sonum campanae, in « publico, aperto e general parlamento ». Analoga<br />
riunione si aveva ogni volta che era necessario decidere su cose <strong>di</strong> gran momento<br />
per tutto il corpo citta<strong>di</strong>no, e, spesso, « per la inclinazione poco moderata, anzi<br />
insolente del Ceto popolare, il quale in simili incontri, non la cede a Civile » il<br />
parlamento era caratterizzato da <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni e degenerava in rissa 20.<br />
Nell'ottobre 1496, morto, senza ere<strong>di</strong> <strong>di</strong>retti, Fer<strong>di</strong>nando II d'Aragona, il<br />
regno <strong>di</strong> Napoli passò a suo zio Federico. Correvano giorni <strong>di</strong>fficili per la<br />
monarchia aragonese, che solo qualche tempo prima,e con l'aiuto delle milizie<br />
spagnole, era rientrata in Napoli, donde si era dovuta allontanare alla <strong>di</strong>scesa <strong>di</strong><br />
Carlo VIII. Minacciato nel possesso del regno dalle mire del successore <strong>di</strong><br />
questi, Federico cominciò a prepararsi al nuovo conflitto. Il 4 ottobre del 1498<br />
venne a <strong>Foggia</strong> la Città lo accolse solennemente sotto il pallio <strong>di</strong> broccato e,<br />
presmte tutto il clero, lo scortò sino alla Cattedrale.<br />
Il Sovrano, assieme alla moglie Isabella, soggiornò a lungo in <strong>Foggia</strong>.<br />
<strong>di</strong>morando nel palazzo <strong>di</strong> Carlo d'Angiò 21. Durante la sua perma-<br />
139
nenza, alcuni foggiani attuarono nei suoi confronti un'opera <strong>di</strong> persuasione,<br />
tendente ad ottenere una nuova forma <strong>di</strong> governo per la Città. E l'anno<br />
successivo Federico, interessato, in quei tempi calamitosi per il regno e per la sua<br />
casata, a tenere strettamente fedele una città quale <strong>Foggia</strong>, dominio regio e centro<br />
economico e strategico <strong>di</strong> primaria importanza, approvò i capitoli sulla riforma <strong>di</strong><br />
governo, preparati dall'Università, ed il 10 marzo spedí l'apposito privilegio. In<br />
virtú <strong>di</strong> esso, l'amministrazione citta<strong>di</strong>na era affidata a 24 persone, nominate a<br />
vita e formanti il Reggimento o Consiglio.<br />
Questo organismo sceglieva tra i suoi componenti alcuni degli ufficiali del<br />
potere esecutivo, quali il mastrogiurato, il percettore e quattro eletti, e, al <strong>di</strong> fuori<br />
del suo seno, il credenziere, il sindaco, il giu<strong>di</strong>ce annale ed il catapano. Tutti, ad<br />
eccezione <strong>di</strong> quest'ultimo che durava in carica solo quattro mesi, occupavano il<br />
loro ufficio per un anno. Il Capitano regio o il suo luogotenente doveva<br />
presenziare ogni riunione consiliare, pena la nullità delle decisioni adottate.<br />
I capitoli sulla riforma rivoluzionarono completamente l'assetto pubblico<br />
dell'Università, che d'un colpo passava dal governo popolare nelle mani <strong>di</strong><br />
un'oligarchia aristocratica.In effetti, essi avevano riscosso il plauso generale nel<br />
pubblico parlamento ed incontrato il favore del popolo, poiché a questo era stato<br />
lasciato intendere che la progettata riforma non l'avrebbe reso estraneo<br />
all'amministrazione della cosa pubblica. Inoltre, per presentare la novità in<br />
maniera accettabile, fra i Reggimentari, per lo piú scelti da famiglie cospicue per<br />
nobiltà e censo, erano stati inclusi alcuni soggetti provenienti dalla classe<br />
artigianale: pochi, invero, appena 4 su 24 22.<br />
In realtà, da allora la <strong>parte</strong>cipazione popolare al governo della città fu nulla<br />
ed i Reggimentari <strong>di</strong>vennero una casta chiusa. Quando qualcuno <strong>di</strong> essi, per un<br />
qualsiasi motivo, lasciava libera la piazza nel Consiglio, la surrogazione si aveva<br />
con altro membro della sua stessa famiglia, e, solo allorché ciò non era possibile,<br />
si ammetteva l'accesso al Reggimento <strong>di</strong> un homo novus, in possesso delle qualità<br />
ritenute necessarie, e che offrisse certe garanzie 23.<br />
I <strong>di</strong>scendenti dei primi Reggimentari si resero detentori <strong>di</strong> un'autorità<br />
piena, fondata piú sull'acquiscenza del popolo che sulla lettera del privilegio<br />
fridericiano, che, d'altronde, provvedevano a riformare, appena era loro possibile.<br />
Questo, già si è detto, stabiliva che essi potevano essere eletti alle maggiori<br />
cariche dell'Università, ma erano tassativamente esclusi da altre, spettanti <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ritto ai rimanenti citta<strong>di</strong>ni. Ma i Reggimentari abolirono la figura del<br />
credenziere, istituzionalmente destinato alla funzione <strong>di</strong> controllo del percettore,<br />
o cassiere<br />
140
dell'Università, che era una creatura del Consiglio, ed avocarono al loro collegio<br />
la facoltà <strong>di</strong> scegliere in se stesso quelli ufficiali che, per legge, dovevano<br />
essergli estranei.<br />
Nel 1503, risolta la grande contesa tra Fer<strong>di</strong>nando il Cattolico e Luigi<br />
XII a favore della Spagna, le cui truppe, il 14 maggio, entravano in Napoli,<br />
<strong>Foggia</strong>, che aveva patito l'asse<strong>di</strong>o dell'esercito del Nemours, subito chiedeva a<br />
Consalvo Ferrante la conferma <strong>di</strong> tutti i privilegi, capitoli e grazie sino ad allora<br />
godute.<br />
<strong>La</strong> conferma fu ottenuta l'1 maggio 1504, ma il Viceré e Capitano del<br />
Regno non concedeva il placet per la <strong>parte</strong> riguardante il Reggimento, ed<br />
or<strong>di</strong>nava soltanto « Gubernator Provintialis se informet, et opportune<br />
provideat ».<br />
L'indagine del capo della provincia dovette avere come risultato la<br />
riconsegna al popolo foggiano del potere <strong>di</strong> elezione dei suoi governanti. I<br />
documenti a <strong>di</strong>sposizione non attestano questo nuovo capovolgimento<br />
politico, ma certamente esso avvenne. Sull'argomento, purtroppo, nessuna luce<br />
può ricavarsi dai capitoli concessi nel 1507 da Fer<strong>di</strong>nando, dopo una sua visita<br />
a <strong>Foggia</strong>, in ricompensa della fedeltà prestata alle sue armi. Ciò, peraltro,<br />
induce a credere che una decisione sul governo citta<strong>di</strong>no si sia avuta prima del<br />
1507.<br />
Ma tra le varie prerogative citta<strong>di</strong>ne, per le quali fu chiesta ed ottenuta la<br />
convalida da Carlo V, nel 1533 appare quella attinente al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> nomina <strong>di</strong><br />
tutti gli ufficiali pubblici dell'Università (Praeterea quod <strong>di</strong>cta Universitas consiliarios<br />
Magistrum Iuratum, reliquosque Officiales ad libitum iuxta solitum et stilum antiquum<br />
eligere possit, qui Consiliarii ex <strong>di</strong>cta Terra oriun<strong>di</strong> sint) : non può concludersi se<br />
non che <strong>Foggia</strong>, dopo il 1504 e sino al 1533 almeno, riebbe l'antica facoltà della<br />
scelta <strong>di</strong>retta dei propri governanti 24. In seguito, e per piú <strong>di</strong> un secolo, i<br />
Reggimentari, arrogandosi poteri assoluti, si sottrassero nuovamente ad ogni<br />
possibilità <strong>di</strong> designazione democratica.<br />
L'amministrazione citta<strong>di</strong>na s'istradò lungo i binari della consuetu<strong>di</strong>ne. Ogni<br />
anno, il 15 agosto, il Reggimento eleggeva il nuovo governo. Al mastrogiurato<br />
uscente, e, in mancanza, agli eletti, spettava l’ius nominan<strong>di</strong> : quando i<br />
«terminanti » volevano sottrarsi a tale incombenza, invece <strong>di</strong> fare il nome dei<br />
successori, in<strong>di</strong>cavano quello <strong>di</strong> un. Santo. L'elezione si teneva in vari giorni<br />
nella Camera detta del Consiglio del Palazzo della Regia Corte (sito a mano<br />
destra della Porta Grande, e confinante con la Casa dei Padri Teatini) alla<br />
presenza <strong>di</strong> un ufficiale regio, che prima fu il Capitano, e poi il Governatore.<br />
Si votava prima per il mastrogiurato, o magistrato, e dopo, man mano.<br />
per il Capo eletto, secondo, terzo, quarto eletto e percettore.<br />
141
L'anno degli «attuali» del nuovo governo iniziava l'1 settembre, giorno in cui<br />
ricevevano il possesso della carica con l'assistenza <strong>di</strong> una autorità regia della<br />
provincia e con l'intervento <strong>di</strong> vari testimoni.<br />
Al nuovo mastrogiurato si consegnavano da quello uscente due suggelli<br />
dell'Università, uno grosso ed uno piccolo, scolpiti con le armi citta<strong>di</strong>ne: in<br />
mezzo ed in basso un rivolo d'acqua e del fuoco, al <strong>di</strong> sopra una corona, da un<br />
lato S. Guglielmo, dall'altro S. Pellegrino, e tutto intorno la scritta « Universa<br />
Civitas Fidelissima Civitatis Fogiae ». Gli venivano, inoltre, affidate le chiavi della<br />
città, solitamente tre (la prima detta <strong>di</strong> Porta Grande, la seconda <strong>di</strong> Porta Reale, la<br />
terza <strong>di</strong> Porta <strong>di</strong> Troia), quella del Tesoro dei Santi Protettori, e, infine, il Libro<br />
Rosso, con le « costituzioni, or<strong>di</strong>nationi e capitolationi, con le quali se regula e<br />
vive detta Università ». Nei giorni seguenti, il nuovo governo si riuniva « per<br />
trattare cose in servizio d'Id<strong>di</strong>o, e della Beatissima Vergine, poi del Re N. S., e<br />
finalmente per utile del pubblico », e provvedere alla nomina del Portolano, dei<br />
Governatori o mastri della Cappella della Beatissima Vergine dell'Iconavetere, del<br />
Monte <strong>di</strong> Pietà, dell'Ospedale, e dell'Archivario Comunale 25.<br />
Nel periodo che intercorreva tra l'elezione del nuovo governo e la sua<br />
entrata in carica (15 agosto-1 settembre), bisognava necessariamente dare in fitto<br />
le varie gabelle, essendo essenziale per i nuovi amministratori poter fare<br />
assegnamento, fin dall'inizio, su alcune somme per sod<strong>di</strong>sfare la R. Corte ed i vari<br />
pesi fiscalari, istrumentari e forzosi. A tal fine si emanavano ban<strong>di</strong> per tutta la<br />
città, ed il giorno fissato l'aggiu<strong>di</strong>cazione avveniva ad estinto <strong>di</strong> candela. Quando<br />
le offerte dei <strong>parte</strong>cipanti alla gara per l'affitto non erano ritenute sufficienti, la<br />
gabella non era data in fitto, ma restava in demanio, ed alla sua esazione<br />
provvedeva la stessa Università.<br />
Le gabelle piú antiche erano la porta, poi la piazza, la catapania, la bagliva,<br />
la bolletta, e quella del vino, carne e forno.<br />
Nel corso degli anni qualcuna <strong>di</strong> esse fu abolita, come quella della carne,<br />
soppressa nel 1696, altre ne furono create, ex novo, o per separazione delle piú<br />
antiche, come quella del pane grosso ed i vari ius del timonaggio, zecca, tinazzi,<br />
portolania, ecc. <strong>La</strong> gabella piú sicura, non soggetta a minorazione come le altre,<br />
era quella della farina, che si riscuoteva in <strong>di</strong>es e tertiatim, ed era pagata, in<br />
sostanza, da tutti coloro che prendevano il pane a minuto presso i pubblici<br />
panettieri (« <strong>di</strong> squarcio »), e dai massari <strong>di</strong> campo che seminavano meno <strong>di</strong> 50<br />
versure <strong>di</strong> terreno, sia dentro che fuori il <strong>di</strong>stretto citta<strong>di</strong>no; la riscossione <strong>di</strong> tutte<br />
le altre gabelle, in generale, avveniva in maggio, luglio ed agosto. Altre forme <strong>di</strong><br />
gabelle, per lo piú, però, limitate nel<br />
142
tempo, e del cui affitto beneficiava non l'Università, ma il mastrogiurato pro<br />
tempore, quale mastro <strong>di</strong> fiera, erano il rotolo, la porta, la Guar<strong>di</strong>a ed il gioco.<br />
Giustiniano Freda, mastrogiurato nel 1671, rinunciò, a favore dell'Università, agli<br />
emolumenti derivanti dall'esercizio della giuris<strong>di</strong>zione in tempo <strong>di</strong> fiera, e volle<br />
che la memoria del suo beneficio rimanesse fissata in una lapide murata sotto la<br />
balaustra del Palazzo della Regia Corte. Ma i suoi successori al governo citta<strong>di</strong>no<br />
furono <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso avviso ed ottennero dal Governatore della Dogana Vincenzo<br />
Didman che la lapide fosse tolta e <strong>di</strong>strutta.<br />
Soggetti alle gabelle <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> erano non soltanto i citta<strong>di</strong>ni, ma anche i<br />
forestieri, ancorché privilegiati. Gli stessi napoletani, esenti da ogni dazio quando<br />
la merce ingabellata dall'Università foggiana serviva per il loro consumo, non<br />
godevano franchigia, quando, invece, la negoziavano (ratione industriae et<br />
mercaturae): tanto per l'arresto generale della R. Camera della Sommaria del 3<br />
giugno 1549, confermato sostanzialmente il 18 giugno 1682 26.<br />
Fino al XVII secolo nessun fatto <strong>di</strong> rilievo <strong>di</strong>stinse l'amministrazione<br />
dell'Università <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, fossilizzata nei criteri stabiliti nel secolo XV, tranne che<br />
le lamentele. ognora ricorrenti, dei citta<strong>di</strong>ni per gli abusi <strong>di</strong> cui si rendevano<br />
colpevoli i Reggimentari. Nel 1632, al tempo del Reggente Tappia, la revisione<br />
dei conti dell'Università, per gli ultimi 10 anni, fu affidata al dottor Domenico de<br />
Santis, e questi lasciò intendere molto chiaramente che la città, a causa della sua<br />
deplorevole forma <strong>di</strong> governo, non sarebbe stata mai bene amministrata 27.<br />
Qualche anno dopo. nel 1639, regnando la <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a in <strong>Foggia</strong>, alcuni<br />
citta<strong>di</strong>ni ricorsero in Collaterale. Il Reggente Ettore Capecelatro, marchese <strong>di</strong><br />
Torella, inviato quale Commissario, credette <strong>di</strong> quietare gli animi aumentando le<br />
piazze dei Reggimentari o Decurioni da 24 a 30 28. <strong>La</strong> riforma, però, non sortì<br />
alcun effetto. Nell'agosto del 1642 si ebbe un altro ricorso firmato da molti<br />
citta<strong>di</strong>ni, che si dolevano dell'opprimente imposizione fiscale cui soggiacevano, e<br />
chiedevano non una superficiale mo<strong>di</strong>fica della forma <strong>di</strong> governo citta<strong>di</strong>no, ma la<br />
totale abolizione del Reggimento ed il ritorno all'antica amministrazione<br />
popolare. Fra le varie centinaia <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni firmatari comparivano anche nove<br />
Reggimentari « zelanti del pubblico bene, e non corrotti dal mal'esempio degli<br />
altri ».<br />
Al Preside della provincia, Tiberio Brancaccio, ed all'U<strong>di</strong>tore della<br />
Dogana, Antonio de Pillo, incaricati <strong>di</strong> accertare la sussistenza del ricorso, fu resa<br />
testimonianza da vari citta<strong>di</strong>ni e da alcuni Reggimentari (de Rosa, Saggese, de<br />
Turris, Falciglia e de Maio) sullo stato infelice dell'Università, e fu confermato<br />
pienamente quanto era stato<br />
143
esposto nel memoriale Fu riunita allora, a cura dell'U<strong>di</strong>tore doganale, un<br />
pubblico parlamento in cui venne trattata la riforma del governo ed in un altro<br />
successivo si elessero i vari ufficiali. Ma gli antichi Reggimentari, forti dei loro<br />
privilegi, impugnarono <strong>di</strong> nullità tutto l'operato dell'U<strong>di</strong>tore, e chiesero al<br />
Collaterale <strong>di</strong> riconoscere per legittimo il governo da essi eletto. Il 10 ottobre<br />
1642 il Collaterale decise nel senso desiderato dal Reggimento, con riserva, però,<br />
<strong>di</strong> emettere decreto sulla forma <strong>di</strong> governo, dopo informazione piú accurata. Di li<br />
a poco, riusciti i Decurioni a tirare dalla loro <strong>parte</strong> il Preside provinciale,<br />
ottennero che questi facesse presente a Napoli <strong>di</strong> aver riportato la pace nella città<br />
e, a riprova della cosa, rimettesse un foglio del « figurato aggiustamento »,<br />
sottoscritto da 8 Reggimentari e da 4 citta<strong>di</strong>ni.<br />
I termini dell'accordo fra le due parti litiganti, racchiusi in 10 capitoli,<br />
furono sottoposti per l'approvazione all'esame del Collaterale.<br />
Il nuovo Reggimento sarebbe stato <strong>di</strong> 36 membri. I 12 soggetti aggregati<br />
al Consiglio sarebbero stati scelti in pubblico parlamento, da almeno 50 citta<strong>di</strong>ni,<br />
fra 36 persone nominate dai Reggimentari. <strong>La</strong> surrogazione <strong>di</strong> questi ultimi, in<br />
caso <strong>di</strong> morte, assenza, impe<strong>di</strong>mento o rinuncia, toccava ai citta<strong>di</strong>ni, ma questi<br />
designavano il surrogante sulla base <strong>di</strong> una terna <strong>di</strong> nomi che i Reggimentari<br />
rimasti avrebbero rimesso, per ognuna delle piazze vacanti, al Preside provinciale.<br />
Al governo in carica si confermava il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> scegliere i successori, finito<br />
l'anno della propria amministrazione; ai citta<strong>di</strong>ni, ed esclusivamente, quello <strong>di</strong><br />
nominare ogni 2 settembre, alla presenza del Governatore, 2 razionali per la<br />
revisione dei conti della passata gestione. I 2 razionali non potevano essere scelti<br />
fra i Reggimentari, i quali non avevano alcuna ingerenza nella loro nomina,<br />
rimanendo, peraltro, loro anche vietato <strong>di</strong> intervenirvi. Il governo dell'anno,<br />
eletto dagli antichi Reggimentari e composto da Adriano Brancia, Cola Francesco<br />
Scarnesa, Orazio Saggese, Francesco Serena, Francesco de Iulianis e Berar<strong>di</strong>no<br />
Belvedere, avrebbe continuato legittimamente la sua amministrazione, fino<br />
all'agosto del 1643, nel qual tempo si sarebbe proceduto a nuova elezione da<br />
<strong>parte</strong> del Consiglio, ormai integrato.<br />
Ma il Collaterale, con decreto del 19 novembre 1642, non approvò <strong>di</strong><br />
questi capitoli se non le parti riguardati i razionali. Quanto ai Reggimentari, stabilí<br />
che non fossero 36, ma prescrisse: Augeatur numerus illorum de regimine, usque ad<br />
quadraginta, et propterea sexdecim ad<strong>di</strong>ti eligantur per totam Universitatem, convocato<br />
Consilio, cum interventu tamen Ministri Regii, destinan<strong>di</strong> per praefatum Illustrissimum et<br />
Exellentissimum Dominum, ex quibus quadraginta, adveniente prima <strong>di</strong>e mensis<br />
septembris eligi debeat Magister luratus, Electi, ac<br />
144
Perceptor, iuxta stilum hactenus observatum, exclusis tamen debitoribus <strong>di</strong>ctae<br />
Universitatis, significatis, vel qui non red<strong>di</strong>derunt computa earum administrationum, vel<br />
aliter impe<strong>di</strong>tis, servata forma Regiae Pragmaticae, et sic continuari debeat quolibet anno<br />
in futurum, et quando defecerit unus de <strong>di</strong>cto numero de Regimine, nominentur per totam<br />
Universitatem tres, quam nominationem transmittere habeant ad Excellentissimum<br />
Dominum, sive Spectabilem Regentem Commissarium Provinciae, vel alium per S. E.<br />
destinandum, ex quibus debeat eligi unus in locum deficientis. Insuper Rationales,<br />
providen<strong>di</strong>s computis <strong>di</strong>ctorum Administratorum, eligantur per totam Universitatem,<br />
convocato Consilio, et eligantur extra , numerum illorum de Regimine 29.<br />
L'anno seguente, nel luglio, i citta<strong>di</strong>ni fecero istanza perché il decreto del<br />
Collaterale avesse attuazione. Il Reggente Capecelatro, incaricato dell'accesso in<br />
<strong>Foggia</strong>, or<strong>di</strong>nò che l'attuale Consiglio <strong>di</strong> 24 Reggimentari amministrasse sino ad<br />
agosto. Ma i Reggimentari non desideravano la riforma, e denunciarono<br />
l'accordo concluso con i citta<strong>di</strong>ni, pretendendo il mantenimento dello statu quo.<br />
Riproposta la causa nel Collaterale, e da questo confermato il decreto del<br />
novembre 1642, il Capecelatro, fu inviato a <strong>Foggia</strong> per curarne l'esecuzione. In<br />
un pubblico parlamento del 14 gennaio 1644 si votò a scrutinio segreto per i<br />
nuovi Reggimentari, i cui nomi erano stati in<strong>di</strong>cati dal Reggente Commissario.<br />
Questi ricevette nelle sue mani anche i suffragi. Rimasero eletti 15 nuovi soggetti<br />
che uniti quelli già in carica formarono un Consiglio <strong>di</strong> 36 membri 30. <strong>La</strong><br />
mancanza <strong>di</strong> persone idonee impedí per allora <strong>di</strong> ricoprire tutte le 40 piazze 31, ed<br />
il Capecelatro, nel tempo stesso che <strong>di</strong>sponeva la stretta osservanza del decreto<br />
del Collaterale, si riservava <strong>di</strong> provvedere al completamento del Consiglio<br />
dell'Università.<br />
Ma, terminato l'accesso del Reggente Commissario, fu ripreso<br />
vigorosamente il solito andazzo: il Reggimento non provvedeva al rimpiazzo<br />
delle se<strong>di</strong> vacanti, lasciando scoperti i posti resisi liberi per morte o per altri<br />
motivi. Nel 1645 il Reggimento si ridusse a 30 membri 32 e solo 3 anni dopo era<br />
già ritornato all'antica composizione <strong>di</strong> 24 persone 33. In base al dettato del<br />
decreto del 1642, si sarebbe dovuto provvedere alla surrogazione in pubblico<br />
parlamento, ma i Reggimentari, gelosi delle loro prerogative, che reputavano lese<br />
dalle decisioni del Collaterale, proposero <strong>di</strong> incaricare del rimpiazzo non tutti i<br />
citta<strong>di</strong>ni, ma il Presidente <strong>di</strong> R. Camera e Governatore della Dogana <strong>di</strong> allora, il<br />
Conte de Mola. Ma il Tribunale napoletano <strong>di</strong>ssentì apertamente, impose <strong>di</strong><br />
tenersi in <strong>Foggia</strong> la pubblica elezione, e questa si svolse regolarmente con la<br />
<strong>parte</strong>cipazione <strong>di</strong> 135 citta<strong>di</strong>ni.<br />
145
Purtroppo, negli anni seguenti, il decreto del Collaterale cadde nel<br />
<strong>di</strong>menticatoio ed i Reggimentari poterono manipolare a loro piacimento<br />
l'importante operazione del rimpiazzo. Si continuò ad in<strong>di</strong>re il pubblico<br />
parlamento per l'occasione, ed in esso i citta<strong>di</strong>ni intervenienti votarono per i<br />
nomi preor<strong>di</strong>nati dal Reggimento, ma all'autorità regia, sottratta la possibilità<br />
dell'esame preventivo dei soggetti preposti, non restò altro potere che quello<br />
della ratifica dell'elezione.<br />
Quanto ai Razionali, il Consiglio dell'Università, tradendo la norma, riuscí<br />
a porre sotto il suo stretto controllo la loro nomina: i citta<strong>di</strong>ni furono facoltati a<br />
scegliere i due ufficiali fra quattro soggetti abusivamente loro imposti.<br />
<strong>La</strong> situazione conservò questi caratteri sino alla fine del XVII secolo, e<br />
non subí scosse neppure al tempo della rivolta <strong>di</strong> Sabato Pastore, che fece<br />
rivivere in <strong>Foggia</strong> lo spirito <strong>di</strong> Masaniello nel febbraio del 1648, e trovò vigorose<br />
ra<strong>di</strong>ci nel malcontento popolare 34. <strong>La</strong> cattiva amministrazione, punteggiata da<br />
abusi che aumentavano con il passare degli anni, rese sempre piú solidali tra loro<br />
i vari Reggimentari, che arrivarono al punto <strong>di</strong> « ripartir fra loro quel che<br />
avanzava del pubblico peculio », e <strong>di</strong> pretendere, in segno <strong>di</strong> nobiltà, un posto<br />
separato perfino in Chiesa 35.<br />
Un documento del 1696 illustra a sufficienza alcuni lati del malcostume<br />
regnante nell'amministrazione foggiana, che possono riassumersi brevemente<br />
cosí : il 15 agosto si eleggevano soggetti inabili « che tengono bisogno piuttosto<br />
<strong>di</strong> essere governati, che governare un publico » ; fra i consiliari elettori si<br />
ammettevano debitori e litiganti con l'Università, per legge privi <strong>di</strong> voce attiva e<br />
passiva; nell'elezione dei magistrati la vacanza dei cinque e dei tre anni non<br />
veniva rispettata, e l'Università era governata « a mero capriccio » <strong>di</strong> pochi<br />
Reggimentari eletti con i voti dei loro stessi parenti; finita l'amministrazione, i<br />
governanti non davano conti, né i loro successori se ne curavano, e i Consiliarii, «<br />
usandosi convenienza l'un l'altro », e contro la prammatica V de administratione<br />
Universitatum, eleggevano persone che mai avevano ricevuto liberatoria per le<br />
precedenti gestioni 36.<br />
Ed ecco quanto si legge in una relazione del 20 luglio del 1697 del<br />
Governatore doganale Andrea Guerrero de Torres al Presidente Sierra della<br />
Sommaria: « ... s'è conosciuto che tutti i detti <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni vengono cagionati dalla<br />
mala administratione del governo del Mastro Giurato <strong>di</strong> detta Città, il quale si<br />
elegge ogni anno dalli 30 Decurioni, seu Consiliarii <strong>di</strong> essa, per li quali da mano in<br />
mano passa detta administratione, dandosi tra <strong>di</strong> loro medesimi li conti, e con ciò<br />
l'entrate non vengono governate con quella rettitu<strong>di</strong>ne si deve, tanto piú che<br />
detto<br />
146
offizio <strong>di</strong> Mastro Giurato si vede riuscire in persone giovani, et inesperte nel<br />
governare e con detto impiego se li somministra il modo <strong>di</strong> poter vivere in<br />
pregiu<strong>di</strong>zio de’ poveri, quali esclamano che l'entrate sono avanzate alli pesi, e non<br />
se ne vede nissuno sollievo, quando si potrebbe levare qualche gabella ... » 37.<br />
<strong>La</strong> <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a fra citta<strong>di</strong>ni e Reggimentari rimase, insanabile, allo stato<br />
latente fino al 1704, quando sfociò in una nuova lite, che rese necessaria, qualche<br />
tempo dopo, la venuta a <strong>Foggia</strong> del Reggente Gennaro d'Andrea, che, con vari<br />
decreti, cercò <strong>di</strong> sanare la situazione, ma inutilmente 38.<br />
Nel gennaio del 1705 varie centinaia <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni ricorsero per l'ennesima<br />
volta in Collaterale, chiedendo la revisione dei conti comunali degli ultimi anni, e,<br />
vecchia aspirazione, la trasformazione della o<strong>di</strong>erna forma <strong>di</strong> governo citta<strong>di</strong>no.<br />
Al Presidente Governatore della Dogana pervenne l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> far<br />
esaminare i bilanci esibiti dagli amministratori <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> negli ultimi <strong>di</strong>eci anni, e<br />
<strong>di</strong> affidare a persona sicura la cassa del peculio universale 39 Nessun<br />
provve<strong>di</strong>mento circa la forma <strong>di</strong> governo fu emesso, ma il Collaterale rinviò la<br />
sua decisione a dopo sentite le parti in lite.<br />
L'esame dei conti <strong>di</strong> cinque anni (settembre 1698-agosto 1703) portò alla<br />
spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> significatorie per circa 4000 ducati, mentre i Reggimentari furono «<br />
quasi tutti inquisiti <strong>di</strong> mala administratione, e con istanza fiscale <strong>di</strong> essere amossi<br />
dalle loro piazze, e significati già debitori » 40.<br />
Creatasi questa situazione, ne derivò come conseguenza che i governanti<br />
dell'Università non furono piú tratti dai soli Reggimentari, né a questi ultimi solo<br />
spettò la nomina degli amministratori annuali. Ed, infatti, prima a cura del<br />
Collaterale e poi del Viceré Car<strong>di</strong>nale Grimani, i governi pro tempore, fino al<br />
1710, furono costituiti anche da persone estranee al Reggimento, talvolta<br />
forestiere, ed elette persino da semplici citta<strong>di</strong>ni 41.<br />
Dal 1711 in poi, per il <strong>di</strong>spaccio del Viceré del 19 settembre, le elezioni del<br />
governo, invece, si svolsero, in generali parlamenti, convocati, secondo l'antico<br />
costume, con tre ban<strong>di</strong> pubblicati in tre giorni festivi, e previo or<strong>di</strong>ne del<br />
Reggente Commissario del tempo per la lite vertente in Collaterale fra citta<strong>di</strong>ni e<br />
Reggimento 42.<br />
In pratica, per circa quin<strong>di</strong>ci anni queste elezioni in <strong>Foggia</strong> furono<br />
commesse al severo controllo delle massime autorità regie locali, al Presidente o<br />
all'U<strong>di</strong>tore della Dogana, e al Governatore e giu<strong>di</strong>ce della città. In questo periodo<br />
ai nuovi governi il possesso della carica non fu piú dato dagli amministratori «<br />
terminanti », ma da una delle<br />
147
dette autorità, delegate dal Commissario della lite, che per vari anni fu il Reggente<br />
Tommaso Mazzaccara, duca <strong>di</strong> Castelgaragnone 43.<br />
Furono questi gli anni in cui l'intera citta<strong>di</strong>nanza cadde in preda alle<br />
fazioni, mentre l'erario comunale, eccettuati brevi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong>stinti dall'opera <strong>di</strong><br />
oculati amministratori, come il Cuoci, continuò a precipitare sulla china del<br />
deficit, aggravato sovente oltre misura dalle spese per la retribuzione dei<br />
Commissari 44. Solo nel 1724, pendente ancora la lite annosa, fu condotto in<br />
<strong>Foggia</strong> un tentativo <strong>di</strong> pacificazione degli animi, in cui si fecero notare il<br />
marchese Michele Rullan, Presidente doganale, ed il padre gesuita G. Maria<br />
Crivelli.<br />
Il risultato fu che nel gennaio 1725 vari citta<strong>di</strong>ni e Reggimentari<br />
sottoscrissero questa proposta <strong>di</strong> riforma e la fecero tenere al Car<strong>di</strong>nale Altham,<br />
nuovo Viceré, ed al duca Mazzaccara 45: « D. O. M. - Avendo l'esperienza<br />
<strong>di</strong>mostrato che il presente sistema del governo <strong>di</strong> questo publico<br />
provisionalmente introdotto, invece <strong>di</strong> togliere e <strong>di</strong>struggere gl'o<strong>di</strong> e rancori tra i<br />
citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> questa Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> dalla nota lite cagionati, ha partorito effetti<br />
totalmente contrari; perciò si è comunemente giu<strong>di</strong>cato necessario stabilire il<br />
seguente modo <strong>di</strong> vivere, e governare questa Città per prevenire non meno le<br />
perniciose conseguenze, che li sovrastano, che per fondare una durevole, e<br />
sincera concor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> questa Città, in cui principalmente consiste la felicità dei<br />
citta<strong>di</strong>ni, che la compongono, perché poi possa coll'aiuto <strong>di</strong>vino, e de' SS.<br />
Protettori <strong>di</strong> questa sudetta Città corroborarsi con autorità de' superiori la sua<br />
fermezza e vali<strong>di</strong>tà.<br />
1) Devono eliggersi 50, o al piú 60 citta<strong>di</strong>ni che si chiameranno Decurioni<br />
che formeranno il publico Consiglio, e rappresenteranno il Comune della Città,<br />
nell'elezione de’ quali si dovrà riguardare principalmente l'abiltà de' soggetti<br />
eligen<strong>di</strong>, necessaria al buon governo del publico, e non già lo stato, e qualità <strong>di</strong><br />
essi; et in questa prima generale elezione solamente, si possino nel sudetto<br />
numero ammettere citta<strong>di</strong>ni legittimamente aggregati, restando per l'avvenire nel<br />
loro vigore, e forza li Privilegi della Città, che restringono l'elezione a tal carica<br />
nelli citta<strong>di</strong>ni nativi et oriun<strong>di</strong> solamente.<br />
2) Nel sudetto numero <strong>di</strong> 50 o 60 al piú eligen<strong>di</strong> poss'ammettersi ogni<br />
ceto <strong>di</strong> persone a riserva del ceto della maestranza in sotto, mentre la persona che<br />
sarà eletta in detto Conseglio, sincome non acquistarà qualità niuna per detta<br />
carica <strong>di</strong> Decurione, cosí per contrario niuna qualità perderà, <strong>di</strong> quella la persona<br />
tiene; quali Decurioni che compongono il publico Conseglio, o sia del Comune<br />
tratteranno e risolveranno ogni maggiore affare della Città, senza che vi sia<br />
bisogno <strong>di</strong> convocazione <strong>di</strong> publico parlamento, mentre ogni risoluzione che<br />
uscirà,<br />
148
e sarà fatta nel detto Consiglio <strong>di</strong> Decurioni, s'habia come se fusse publico, e<br />
general parlamento, giacché detto Conseglio de' Decurioni deve rappresentare il<br />
Comune, e publico della Città, nonostante qualsivoglia uso e decreto in contrario,<br />
a quali formalmente rinunciano.<br />
3) Che delli sudetti Decurioni si debbiano eliggere nelli quin<strong>di</strong>ci d'agosto<br />
<strong>di</strong> ciaschedun anno non meno gl'annuali governanti, cioè mastro giurato, quattro<br />
Eletti e Percettore, seu Cassiere dell'Università, che gli altri ufficiali dell'Università<br />
eletti cioè li due governanti della Cappella della Santissima Vergine<br />
dell'Iconavetere, principal Protettrice <strong>di</strong> questa Città, li due governatori del Sacro<br />
Monte della Pietà (poiché l'altro, che sono tre, deve restare a continuare la sua<br />
carica per altro anno, secondo la pia <strong>di</strong>sposizione della Fondatrice <strong>di</strong> detto Sacro<br />
Monte), e lì due governanti dell'Ospedale; giacché per l'officio <strong>di</strong> Portolano la<br />
Città deve far nomina <strong>di</strong> tre Decurioni in Regia Camera, dalla quale si eligge uno.<br />
In questo modo cioè ponessi in un sacchetto, o bussola tante cartelle continenti li<br />
nomi <strong>di</strong> ciascun Decurione, quanti sono i Decurioni non impe<strong>di</strong>ti dalle Regie<br />
Prammatiche per la voce passiva, ed estratte a sorte do<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> dette cartelle, che<br />
contineranno li nuovi do<strong>di</strong>ci officiali suddetti, eletti li <strong>di</strong> loro nomi, e descritti in<br />
un foglio alla presenza <strong>di</strong> tutti dal Cancelliere, si bussolino dagli suddetti altri<br />
Decurioni non usciti nell'estrazione, tutti do<strong>di</strong>ci ad uno ad uno per Mastro<br />
Giurato, e si descriverà il numero dei voti affirmativi, che ciascuno averà, perché<br />
quello averà maggior numero affirmativi resti Mastro Giurato; <strong>di</strong> poi si bussolino<br />
li restanti un<strong>di</strong>ci per Percettore dello stesso modo, e quello averrà piú voti<br />
affirmativi resti Percettore, cossì gli quattro eletti li governatori suddetti, e cossì<br />
continuarsi anno per anno; e fatta l'elezione <strong>di</strong> detti officiali, dagl'annuali<br />
governatori poi eligersi due Catapani del ceto della Maestranza per assistere, et<br />
invigilare per lo giusto peso, e misura de' comestibili, perché non siano in quello<br />
li citta<strong>di</strong>ni aggravati, e ritrovando mancanza nelli ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> detti comestibili,<br />
esigersi le pene, da dvidersi, mità a beneficio <strong>di</strong> detti Catapani, e l'altra mità a<br />
beneficio della Venerabile Cappella dei SS. Guglielmo e Pellegrino, Protettori<br />
anche <strong>di</strong> questa Città.<br />
4) Che nel caso <strong>di</strong> morte, o lung'assenza, o altro impe<strong>di</strong>mento, per cui<br />
venisse a mancare qualche piazza d'essi Decurioni, in tal caso, si debbia quella<br />
provedere, con nominarsi e proporsi dall'attual Mastro Giurato pro tempore in<br />
pieno Conseglio tre soggetti abili ad esercitar detta carica come sopra coll'istesso<br />
riguardo all'abiltà personale da ogni ceto <strong>di</strong> persone, e <strong>di</strong> quelli eligersi da essi<br />
Decurioni uno per supplire detta piazza vacata, acciò resti sempre pieno il detto<br />
numero <strong>di</strong> De-<br />
149
curioni per magior servizio <strong>di</strong> Dio, del Re N. S., e del publico, rimettendo il<br />
tutto, ed ogn'altra providenza, alla rettitu<strong>di</strong>ne, e giustizia del Regio Ministro, che<br />
sarà deputato a tal'affare. <strong>Foggia</strong> li 2 gennaro 1725 ».<br />
Il progetto, che voleva significare il superamento dei motivi della <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a<br />
tra citta<strong>di</strong>ni e Reggimento, e mo<strong>di</strong>ficava sensibilmente l'assetto amministrativo<br />
foggiano, ottenne l'approvazione del Collaterale.<br />
Il Marchese Rullan compilò una lista dei soggetti idonei per il<br />
Decurionato, ed in essa si scelsero sessanta persone d'ogni classe, cui il 16<br />
novembre 1726 furono spe<strong>di</strong>ti gli or<strong>di</strong>ni per le patenti. Per iniziativa <strong>di</strong> Saverio<br />
Coda, e volendosi eliminare ogni causa <strong>di</strong> attrito, il Rullan <strong>di</strong>vise l'accresciuto<br />
Decurionato in tre or<strong>di</strong>ni o ceti. Nel primo incluse gli antichi Reggimentari, i figli<br />
dei Reggimentari morti, i dottori ed altri gentiluomini; nel secondo situò i me<strong>di</strong>ci,<br />
i massari <strong>di</strong> campo ed i mercanti; nel terzo i notai ed altre persone dello stesso<br />
grado.<br />
Benché questa ripartizione fosse approvata, nel marzo 1727, dal<br />
Collaterale 46, non mancarono ricorsi <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni che lamentavano <strong>di</strong> essere stati<br />
inclusi in un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>verso da quello loro spettante. Le cose arrivarono al punto<br />
che il Conte <strong>di</strong> Hanach, con or<strong>di</strong>ne del gennaio 1729, dovette vietare ai<br />
Decurioni, ormai in causa fra loro, <strong>di</strong> scrivere o dare alle stampe memorie ed<br />
altro sulla situazione dei tre ceti 47.<br />
Per evitare altri inconvenienti, si adottò anche il criterio <strong>di</strong> nominare i<br />
governi, scegliendone i membri fra tutti e tre i ceti. Nel 1726 e nel 1727, infatti, il<br />
mastrogiurato ed i primi due eletti furono ricavati dal primo ceto, mentre dal<br />
secondo e dal terzo ceto uscirono, rispettivamente, gli altri due 48<br />
Il terremoto devastatore del 1731 fece placare, anche se solo per un<br />
certo tempo, le <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e citta<strong>di</strong>ne, giacché impose problemi <strong>di</strong> vita ben piú<br />
pressanti <strong>di</strong> quelli derivanti dal puntiglio <strong>di</strong> voler ap<strong>parte</strong>nere a questo o a quel<br />
ceto, e <strong>di</strong> possedere questa o quella piazza del Decurionato.<br />
I cre<strong>di</strong>tori fiscalari ed istrumentari, a garanzia del loro avere, fecero<br />
or<strong>di</strong>nare il sequestro delle ren<strong>di</strong>te della città, <strong>di</strong>venuta una enorme materia, e<br />
questo provve<strong>di</strong>mento fu revocato solo nel 1748. Durante tutto questo tempo,<br />
l'autonomia citta<strong>di</strong>na subí una notevole minorazione: né il governo, né il<br />
Decurionato poteva ad<strong>di</strong>venire a mutamenti o a nuove nomine <strong>di</strong> ufficiali, senza<br />
il beneplacito del Commissario, e a conservatore e cassiere del peculio universale<br />
fu destinato il Percettore della Dogana.<br />
Nessun mutamento strutturale interessò il governo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> fino al<br />
150
tempo della Repubblica napoletana. Allora anche il capoluogo della Capitanata<br />
<strong>parte</strong>cipò al movimento rinnovatore ed innalzò nelle sue piazze l'albero della<br />
libertà. Il Palazzo civico fu saccheggiato, il Governatore scappò via.<br />
Il 6 febbraio 1799; accompagnato dal deputato Giovanni Ricciar<strong>di</strong>, giunse<br />
in <strong>Foggia</strong> il Commissario della Repubblica <strong>parte</strong>nopea Zefiro Marone, che il<br />
giorno successivo, da uno dei balconi del Palazzo Dogana, rendeva <strong>parte</strong>cipe il<br />
popolo, radunato in piazza, della avvenuta nomina dei civici amministratori. A<br />
capo <strong>di</strong> questi non piú il mastrogiurato, ma un presidente, eletto in persona <strong>di</strong><br />
Ludovico Freda, <strong>di</strong>stintosi per temperanza in quel periodo <strong>di</strong> semianarchia. Una<br />
deputazione <strong>di</strong> 17 membri, in cui facevano bella mostra i nomi piú illustri della<br />
città, sostituiva l'antico Reggimento. Altri ufficiali erano i 4 giu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> pace, il<br />
tesoriere, i 4 grascieri e i 2 invigilatori della città -50.<br />
Ma questa nuova amministrazione ebbe vita breve. Le truppe russe e<br />
turche, sbarcate a Manfredonia con il Micheroux, occuparono presto <strong>Foggia</strong> e, si<br />
tenne l'elezione <strong>di</strong> altri amministratori, denominati ancora una volta<br />
mastrogiurato ed eletti.<br />
Con Giuseppe Buona<strong>parte</strong>, <strong>Foggia</strong>, come del resto tutte le altre Università<br />
del Regno, ebbe una nuova amministrazione civica in virtú delle leggi dell'8<br />
agosto e del 18 ottobre 1806. Il suo corpo rappresentativo assunse<br />
definitivamente il nome <strong>di</strong> Decurionato. <strong>La</strong> novità <strong>di</strong> maggior rilievo fu che i<br />
Decurioni erano scelti a sorte fra i proprietari aventi un certo censo ed almeno 21<br />
anni <strong>di</strong> età, ed erano in numero strettamente proporzionale a quello degli<br />
abitanti. <strong>La</strong> loro elezione avveniva in pubblico parlamento ad opera dei capi <strong>di</strong><br />
famiglia inclusi nel ruolo delle contribuzioni. Nel mese <strong>di</strong> maggio i Decurioni<br />
eleggevano gli amministratori della città, il sindaco e due eletti (per essere tali<br />
bisognava godere <strong>di</strong> una ren<strong>di</strong>ta maggiore <strong>di</strong> un terzo <strong>di</strong> quella necessaria per<br />
accedere al Decurionato), e tutti gli altri ufficiali comunali.<br />
Altri compiti precisi dei Decurioni, oltre alla elezione dei governanti,<br />
erano: la proposta dei soggetti per i Consigli <strong>di</strong>strettuali e provinciali, l'elezione<br />
dei deputati per la revisione dei conti e la ripartizione delle imposte, <strong>di</strong> concerto<br />
con il sindaco e gli eletti. Questi ultimi, che non potevano essere del corpo<br />
decurionale. duravano in carica un anno, ma potevano essere confermati, e per<br />
un solo altro anno, se ottenevano una maggioranza dei due terzi dei voti. Il<br />
sindaco era incaricato, esclusivamente, dell'amministrazione del Comune<br />
propriamente detta; dei due eletti, uno curava la polizia municipale e rurale e<br />
l'altro assisteva il sindaco ed assumeva, se necessario, mansioni <strong>di</strong> sup-<br />
151
Plente. Il sindaco e gli eletti, sottoposti alla provvisoria sospensione dalla<br />
funzione per or<strong>di</strong>ne dell'Intendente provinciale, potevano essere destituiti<br />
soltanto con provve<strong>di</strong>mento sovrana. Con questa nuova organizzazione<br />
comunale cosí accentrata i caratteri peculiari <strong>di</strong> autonomia, che <strong>Foggia</strong> aveva<br />
conservato nei secoli, furono del tutto <strong>di</strong>ssolti.<br />
Dott. Pasquale Di Cicco, <strong>di</strong>rettore dell'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
N O T E<br />
PASQUALE DI CICCO<br />
20 Nel XV secolo l'autorità regia in <strong>Foggia</strong> era rappresentata dal Capitano,<br />
nominato ogni anno, che esercitava una sensibile ingerenza nel parlamento citta<strong>di</strong>no e<br />
curava l'esecuzione della legge. Questo ufficiale (in seguito si chiamò governatore) era<br />
capo del Tribunale Regio o Regia Corte, ed aveva alla sua <strong>di</strong>pendenza il mastrodatti.<br />
Organo d'appello nei confronti della Regia Corte era l'U<strong>di</strong>enza provinciale con sede in<br />
Lucera, retta dal Governatore o Preside della Capitanata e del Contado <strong>di</strong> Molise, e da<br />
alcuni U<strong>di</strong>tori, con funzioni biennali. Di utile lettura sul. l'argomento: NICOLA<br />
BECCIA, <strong>La</strong> R. U<strong>di</strong>enza <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata e Lucera, Bari, 1942; G. B. GIFUNI,<br />
Lucera, sede <strong>di</strong> Giustizia, Lucera, 1945, e Ancora della R. U<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> Capitanata, Bari, 1942.<br />
21 F. VILLANI, op. cit., p. 82; C. VILLANI, <strong>Foggia</strong> nella storia, p. 77.<br />
22 Sulla controversa interpretazione <strong>di</strong> qualche <strong>parte</strong> del privilegio del 1499, si<br />
veda la citata Difesa per la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, ecc., p. 11.<br />
23 Il 28 marzo 1754 la R. Camera <strong>di</strong> S. Chiara, con appuntamento, stabilì che<br />
potevano eleggersi a Reggimentari: i figli <strong>di</strong> famiglia con il consenso dei genitori; i<br />
congiunti dei Reggimentari <strong>di</strong> grado superiore al secondo; gli assenti che non avevano<br />
manifestato <strong>di</strong> non voler piú tornare; i decrepiti e gli impe<strong>di</strong>ti non inabilitati ad<br />
intervenire nei parlamenti. L'elezione dei Reggimentari avveniva con suffragio segreto,<br />
ricevuto nella bussola dal Sindaco, previa designazione dei nomi fatta dal<br />
mastrogiurato: restava incluso nel Reggimento il nome che riportava la maggioranza<br />
assoluta dei voti (A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 134, inc. n. 6183) Quanto ai<br />
governanti, i ban<strong>di</strong> per le elezioni ammonivano <strong>di</strong> votare per «persone timorose<br />
d'Id<strong>di</strong>o, delle migliori e benestanti <strong>di</strong> questa Città, e non impe<strong>di</strong>te dalle Regie<br />
Prammatiche ». Queste escludevano da tutte le cariche <strong>di</strong> governo i forestieri, coloro<br />
che non avevano lasciato trascorrere il quinquennio od il triennio prescritti per essere<br />
ammessi allo stesso o ad altro ufficio, i governanti dei luoghi pii, i militari, i chierici,<br />
ecc., ma le loro norme molto spesso erano eluse.<br />
24; Carlo V, riconfermando gli antichi privilegi <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e facendo altre<br />
concessioni, intese premiare la città per l'aiuto dato alle sue armate nel conflitto con i<br />
Francesi. Giova rammentare che <strong>Foggia</strong> fu teatro, l'8 marzo 1528, <strong>di</strong> un sanguinoso<br />
scontro fra le truppe <strong>di</strong> Francesco I, comandate da <strong>La</strong>utrech, e quelle imperiali, che,<br />
infine, furono costrette alla fuga.<br />
25 A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 130, inc. n. 6027.<br />
26 Per interessanti notizie sulle gabelle <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, cfr.: A.S.F., Dogana, serie II,<br />
fascio n. 960, inc. n. 19840; serie V, fasci nn. 70, 125, 130, 131, 133, 135, incc. nn.<br />
4858, 6023, 6026, 6039, 6043, 6081, 6119, 6137, 6201.<br />
152
27 FRANCESCO ONOFRI, Nota per li Citta<strong>di</strong>ni ed Università <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, s.l., 1710,<br />
pp. 19-20.<br />
28 A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 131, inc. n. 6044.<br />
29 ONOFRI, op. cit., p. 31.<br />
30 Uno dei vecchi Reggimentari, il duca <strong>di</strong> Roseto, aveva rinunziato alla piazza. ed<br />
altri due, Francesco Serena ed Antonio Perla, erano morti (ONOFRI, op. cit., p. 34).<br />
31 Difesa ecc., op. cit., p. 12.<br />
32 Ibidem.<br />
33 ONOFRI, op. cit., p. 35.<br />
34 F. VILLANI, op. c it., pp. 97-101; RAFFAELE PETROSILLO, <strong>La</strong> ribellione<br />
<strong>di</strong> Sabato Pastore in <strong>Foggia</strong> nell'anno 1648, <strong>Foggia</strong>, 1897; ORONZO MARANGELLI,<br />
Relazione della ribellione <strong>di</strong> Sabato Pastore in <strong>Foggia</strong> nell'anno 1648 del padre fra Gabriele da<br />
Cerignola, <strong>Foggia</strong>, 1932.<br />
35 A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 130, inc. n. 6019.<br />
36 Ibidem, serie II, fascio n. 118, inc. n. 3079.<br />
37 Ibidem, inc. n. 3080.<br />
38 Uno dei motivi della nuova lite fra citta<strong>di</strong>ni e Reggimento era sorto in<br />
conseguenza della pubblicazione, nel 1703, della nota opera <strong>di</strong> G. B. PACICHELLI, Il<br />
Regno <strong>di</strong> Napoli in prospettiva. Alcuni citta<strong>di</strong>ni protestarono contro il testo che « va dando<br />
motivo a <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> voler pretendere nobiltà, e separatione », mentre <strong>Foggia</strong> « non vanta<br />
né gode nobiltà separata, o <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> famiglia ». Nel 1705 il Collaterale or<strong>di</strong>nò la<br />
rimozione dalla Chiesa Madre del bancone separato che i Reggimentari vi avevano fatto<br />
costruire a spese della Università (A.S.F„ Dogana, serie V, fascio n. 130, incc, nn. 6019 e<br />
6021).<br />
39 Il Governatore della Dogana, Milano, nominò cassiere dell'Università una<br />
persona estranea al Reggimento, Giuseppe Cuoci. Questi amministrò cosí bene in sei<br />
mesi che, oltre a pagare i pesi fiscali, poté vantare un attivo <strong>di</strong> 2500 ducati, e fare anche<br />
un prestito <strong>di</strong> 1500 ducati, per alcuni bisogni della R. Corte, al Milano (ONOFRI, op.<br />
cit., p. 41).<br />
40 <strong>La</strong> revisione dei conti del governo del 1698-1699 si concluse con l'arresto del<br />
Sindaco dell'Università, Antonio Consolo, accusato <strong>di</strong> occultazione della verità e <strong>di</strong><br />
reticente testimonianza (A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 130, inc. n. 6024)<br />
41 A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 130, inc. n. 6021).<br />
42 Ibidem, inc. n. 6027.<br />
43 Ibidem, fasci nn. 130-131, incc. nn. 6037, 6038, 6040, 6041, 6042.<br />
44 Ibidem, fascio n. 131, inc. n. 6044. Dal 1707 al 1720 si creò un arretrato nelle<br />
ren<strong>di</strong>te comunali, che, in me<strong>di</strong>a, ascendevano a duc. 18500 l'anno, <strong>di</strong> 7700 ducati (4000<br />
per pagamenti alla Regia Corte, e fiscalari, e 3700 per istrumentari, decime, carrea dei sali,<br />
provvisionati ed altri pezi forzosi). L'amministrazione Cuoci non solo pagò le somme<br />
maturate nell'anno del suo governo, ma versò in conto dell'attrasso duc. 5500, e per tale<br />
motivo venne riconfermata per un altro anno (A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 130, inc.<br />
n. 6040).<br />
45 Ibidem, inc. n. 5044.<br />
46 Difesa ecc. op. cit., pp. 14-15.<br />
47 A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 131, inc. n. 6047.<br />
48 Difesa ecc., op. cit., p. 17.<br />
49 A,S.F., Dogana, serie V, fascio n. 72, inc. n. 4933.<br />
50 F. VILLANI, op. cit., pp. 113-114.<br />
153
……« allora » : quando fu allora ?<br />
Un pianto nella notte<br />
scorre qual nero fiume,<br />
sotto l'argentea<br />
tempesta delle stelle;<br />
nenie <strong>di</strong> femmine,<br />
grido <strong>di</strong> mamma<br />
in una casa scura,<br />
senza morto e senza lume.<br />
»<br />
VENT' ANNI DA « ALLORA<br />
Un saluto a <strong>Foggia</strong><br />
Umberto Fraccacreta, "Mistral del Tavoliere ", aveva già levato per tutti la<br />
protesta, anticipando la rivolta, auspicando la pace. Non combatteva con la spada, sempre<br />
vittoriosa, della universale e immortale Poesia? <strong>La</strong> sua voce non era <strong>di</strong> menestrello, ma <strong>di</strong><br />
uomo libero e fedele: per questo superò il muro della in<strong>di</strong>fferenza e della <strong>di</strong>ffidenza.<br />
Ecco unirsi a lui un altro poeta, sergente nella RAF, John Gawsworth, al quale<br />
piaceva farsi fotografare con un mazzolino <strong>di</strong> vischio: il simbolo della " non violenza ".<br />
Egli offrì un omaggio qualificato alla Puglia, svelatasi giusto allora nella ra<strong>di</strong>ce scoperta<br />
dalla guerra Tu piangevi ogni città <strong>di</strong>strutta,<br />
i villaggi dove la carestia strisciando ha spento<br />
le native canzoni nel cuore del tuo popolo...<br />
Ma non è questo tutto quanto voleva donarle quel sognatore, trasvolante<br />
all'infinito, come le ron<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Umberto. Con la sua avventura umana e poetica a traverso<br />
l'amore per la Gradogna, cantò l'Italia, la Puglia, <strong>Foggia</strong>:<br />
Green Adriatic eyes : hair like combed flax,<br />
gold as Apulian corn on <strong>Foggia</strong> palin...<br />
She is the Italy of a vernal heart<br />
that slumbered blossomless an age too long...<br />
154
Quali pensieri acuti e sentimenti nobili guadagnati da codesta terra, dopo che fu<br />
tanto percorsa dal fascismo e dalla guerra!<br />
E non le mancò nemmeno Fiorello la Guar<strong>di</strong>a (si sarebbe potuto forse giustificare la<br />
sua contumacia?) : « Difendete i vostri <strong>di</strong>ritti, così come avete combattuto per la vostra<br />
liberazione! ». Se l'eccelso maestro Giordano succhiò l'humus delle severe maggesi e dei<br />
mandorli ridenti, possiamo <strong>di</strong>re che il rampollo del trombetta foggiano si stagionò alla prima<br />
scuola aviatoria su lo stesso Tavoliere.<br />
Il ricordo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> attinge questi tre Uomini (io li conobbi da vicino) perché risale<br />
i vent'anni, che si compiono questo settembre, da allora. E fa tanto piacere scriverlo<br />
adesso, che il pensiero s'insinua tra i grumi del passato. Esso è trepido, come era la mano<br />
frugante nelle rovine della vostra città, per <strong>di</strong>sseppellire quelle orribili cose giu<strong>di</strong>cate,<br />
che sono i frutti <strong>di</strong> ogni guerra, <strong>di</strong> qualsiasi, tipo ed età.<br />
Dove si trova incorporata la Cavalleria, quel cortile dugentesco, <strong>di</strong> fianco al<br />
Cavalcavia, oltre il quale avete lanciato fabbriche e ville lungo la via <strong>di</strong> Manfredonia,<br />
quasi a congiungervi col mare? Sopra e <strong>di</strong>ntorno al cubetto <strong>di</strong> tufi, tal quale i<br />
bombardamenti ridussero la stazione della " Bologna meri<strong>di</strong>onale", insiste uno dei più<br />
autorevoli monumenti della nuova e<strong>di</strong>lizia democratica. Questo ben si ammira <strong>di</strong> lontano,<br />
ma pochi sanno che in quel transito internazionale, quasi ad onorare i viaggiatori innocenti<br />
e sacrificati, si annuncia il vostro buon costume, che lascia ammuffire le guar<strong>di</strong>e del<br />
presi<strong>di</strong>o.<br />
155
Si celebra, invece, la Repubblica su l'antico Piano delle Fosse. <strong>La</strong> via che le<br />
s'intitola non è rue, strasse, street e i palazzi nuovi che la formano hanno schivato<br />
l'allineamento rettilineo, manifestando che il conformismo è finito. Mi piace <strong>di</strong> più, anche<br />
se gli urbanisti possono essere <strong>di</strong> parer contrario. Vedo in essi una in<strong>di</strong>vidualità...<br />
compromettente, foriera <strong>di</strong> sviluppi originali.<br />
Via della Repubblica costeggia un INCIS <strong>di</strong>venuto famoso nella topografia<br />
storica, anche se non come il Ghetto <strong>di</strong> Varsavia. Tommaso Fiore vi ha maledetta la<br />
guerra ed esaltata la virtù endogena dei <strong>Foggia</strong>ni (bene vi starebbe una lapide).<br />
Questa ammirazione vale anche per il Borgo Scopari. Lo avete sventrato per farvi<br />
passare il Padre Dante tra la doppia fila dei portici; una via congeniale, come si <strong>di</strong>ce con<br />
frase ricercata. Nell'area abbacinante <strong>di</strong> Puglia Piana essa è come un tubo <strong>di</strong> ombra e <strong>di</strong><br />
silenzio. Lì vicino risalutiamo la storica Dogana, che accolse la giustizia militare alleata e<br />
fu il meeting dove si scontrarono e meglio si conobbero uomini <strong>di</strong> tanti paesi e oggi si<br />
esercita la nuova Democrazia e Vi giunge questo saluto, in nome degli Ideali che ci<br />
uniscono da allora.<br />
Cosa e come <strong>di</strong>re della grande esperienza che venne, credo a tutti, dalle prove<br />
sofferte in quella vita approssimativa durante l'A.M.G. (Alleato Militare Governo) e<br />
poi con la C.C. (Commissione Controllo)? Soltanto questo: che non ci conoscemmo<br />
abbastanza, per liberarci delle prevenzioni e della conseguente esitanza, e risolvere con<br />
migliore giustizia i rapporti tra gli ospiti e gli ospitanti. Il nostro linguaggio ufficiale non fu<br />
sempre <strong>di</strong>steso e per tutti comprensibile. E poi si sarebbe dovuto continuare il <strong>di</strong>scorso, non<br />
conchiuso dall'esodo militare, tanto più che continuava un <strong>di</strong>alogo privato, per i rapporti <strong>di</strong><br />
parentela e <strong>di</strong> amicizia, che si stabilirono tra <strong>Foggia</strong>ni e Inglesi e Americani. Anche prima<br />
che in codesta città, nei campi <strong>di</strong> prigionia, essi non collaborarono, forse, per la verace<br />
Europa?<br />
Ma dove vado a finire? che la vostra, e anche nostra città è uscita dalla visuale <strong>di</strong><br />
rovina in cui si offrì alla pietosa matita degli amici Schingo e Fatigato e alla mia penna<br />
ven<strong>di</strong>catrice; che ha saputo guadagnare gli anni perduti, anche se il suo sviluppo appare<br />
senza un piano bene or<strong>di</strong>nato.<br />
Io non so quanti errori abbia potuto commettere con questi pensieri al vento. Ma<br />
ve li mando lo stesso, quali sono arrivati alla carta, semplici e schietti, come l'amore che li<br />
ha dettati e come il Popolo al quale sono de<strong>di</strong>cati.<br />
(Trad. <strong>di</strong> Mario Simone).<br />
SIR JOMAN<br />
156
Testimonianze d'Arte e <strong>di</strong> Cultura<br />
STELE SIPONTINE<br />
E' cosa per noi gra<strong>di</strong>tissima - parlo<br />
anche a nome del collega prof.<br />
Rittatore - pubblicare in questo<br />
fascicolo <strong>di</strong> « <strong>La</strong> Capitanata »<br />
l'immagine della prima stele<br />
Sipontina, che è stato possibile<br />
restaurare al completo (Fig. 1; alt.<br />
complessiva m. 1,30). E ringraziamo<br />
l'amico avv. Simone <strong>di</strong> avere tanto<br />
insistito affinché esponessimo ai<br />
lettori quello che abbiamo fatto in<br />
questi ultimi tre anni per<br />
l'archeologia della Daunia.<br />
Fu il prof. Rittatore a iniziare le<br />
ricerche nel territorio <strong>di</strong> Mattinata a<br />
Monte Saraceno, dove egli redasse<br />
un catalogo topografico <strong>di</strong> circa 300<br />
tombe - tutte devastate -, tombe a<br />
sacco , scavate nella roccia, spesso<br />
con se<strong>di</strong>le o cuscino per il morto; la<br />
forma precisa della copertura è<br />
ancora incerta. In tutte queste<br />
ricerche e in tutta l'attività seguente<br />
è state <strong>di</strong> valido e prezioso aiuto<br />
l'oculata presenza <strong>di</strong> Metteo<br />
Sansone, il farmacista <strong>di</strong> Mattinata.<br />
Il poco materiale bronzeo trovato -<br />
fibule a doppia spirale, spilloni etc. -<br />
in<strong>di</strong>cava l'età approssimativa del VII-<br />
VI secolo a.C. Nel prosiego della<br />
ricerca un giorno Rittatore trovò un<br />
paio <strong>di</strong> teste calcaree; le mise<br />
gelosamente da <strong>parte</strong> e mi portò una<br />
fotografia chiedendomi lumi. Da quel<br />
giorno abbiamo lavorato assieme; le<br />
teste sono salite a sette; altro<br />
materiale si è aggiunto e quello prima<br />
recuperato e altro se ne aggiungerà<br />
certamente a lavoro ultimato; si spera<br />
quest'estate <strong>di</strong> poter dare II colpo<br />
decisivo.<br />
Contemporaneamente era successo<br />
un fatto nuovo. Nella zona delle<br />
lagune sipontine i lavori degli aratri<br />
meccanici, del '54 in poi, avevano<br />
messo alla luce vari frammenti <strong>di</strong><br />
pietra con figurazioni a rilievo piú o<br />
meno visibili. Buona <strong>parte</strong> <strong>di</strong> essi<br />
sono andati a finire nella<br />
costruzione delle masserie, nelle<br />
massicciate delle strade e può<br />
ritenersi perduta; ma alcune lastre,<br />
a<strong>di</strong>bite a soglia <strong>di</strong> porta o per<br />
pavimentazione <strong>di</strong> stalle, porcili e<br />
pollai fu vista e acquistata, con<br />
scambio <strong>di</strong> munizioni da caccia, da<br />
vari cacciatori emiliani e lombar<strong>di</strong><br />
che ogni anno, d'inverno,<br />
frequentano la zone. Fortuna volle<br />
che in qualche caso i coltivatori<br />
proprietari, prima <strong>di</strong> far partire i<br />
pezzi, li fecero fotografare. Una<br />
serie <strong>di</strong> queste fotografie ci capitò<br />
un giorno sott'occhio. Fu una<br />
rivelazione. <strong>La</strong> novità dei<br />
monumenti ci spinse a febbrili<br />
indagini; gli stessi operatori agricoli,<br />
che avevan finora trascurato questi<br />
reperti, ignorandone l'importanza, ci<br />
furono e sono ancora <strong>di</strong> valido<br />
aiuto. AI giorno d'oggi sono stati<br />
recuperati o identificati piú <strong>di</strong> 150<br />
pezzi ; alcuni dei quali sono piccoli e<br />
puramente geometrici, ma altri sono<br />
gran<strong>di</strong> e portano figurazioni del piú<br />
alto interesse - ad<strong>di</strong>rittura nuove per<br />
l'area italica. Ne è coinvolta anche la<br />
questione etnografica generale. Si<br />
tratta evidentemente <strong>di</strong> popolazioni<br />
indoeuropee con gli stessi riti, gli<br />
stessi miti, le stesse credenze dei<br />
popoli che noi chiamiamo classici;<br />
ma questi riti e queste credenze<br />
sono ancora allo stato primitivo:<br />
come dovettero essere quelle «<br />
classiche » prima che i loro<br />
157
depositari - della stessa razza dei<br />
nostri - arrivassero in Grecia.<br />
Ognun vede l'importanza storica <strong>di</strong><br />
queste nostre stele sipontine: da esse<br />
potranno essere spiegati tanti punti<br />
oscuri nella storia genetica <strong>di</strong> tutte e<br />
tre le gran<strong>di</strong> penisole me<strong>di</strong>terranee -<br />
Anatolia, Grecia, Italia -, per l'Italia<br />
poi, esse vengono a costituire il primo<br />
capitolo della nostra storia dell'arte,<br />
parallelamente al tanto <strong>di</strong>scusso<br />
fenomeno etrusco, col quale esse<br />
presentano molti punti <strong>di</strong> contatto. E'<br />
facilmente preve<strong>di</strong>bile che tutta la<br />
nostra protostoria debba essere<br />
profondamente riveduta alla luce <strong>di</strong><br />
questi inaspettati documenti; nei quali,<br />
per esempio, troviamo qualche<br />
episo<strong>di</strong>o della guerra <strong>di</strong> Troia, come il<br />
riscatto del corpo <strong>di</strong> Ettore; ma nella<br />
figurazione sipontina i Troiani sono<br />
veri anatolici col loro copricapo<br />
hittita; ciò significa che la fonte<br />
figurata <strong>di</strong> questa scena non deriva -<br />
come le nostre errate abitu<strong>di</strong>ni<br />
metodologiche farebber pensare -<br />
dalle analoghe rappresentazioni dei<br />
vasi greci del VI e V secolo, ma<br />
proviene <strong>di</strong>rettamente dall'area stessa<br />
dove la guerra è stata combattuta.<br />
Anche il rito funebre ci ha dato<br />
inaspettata documentazione <strong>di</strong> riti<br />
indoeuropei antichissimi, che,<br />
perdutisi per istrada, non sono arrivati<br />
nella Grecia classica. Tutto un<br />
complesso insomma <strong>di</strong> dati nuovi a<br />
largo raggio documentario.<br />
Lungo è stato il lavoro <strong>di</strong> ripulitura,<br />
restauro e catalogazione, lavoro tutto<br />
eseguito da studenti assistenti e<br />
restauratore pisani. Mentre continua<br />
la fatica del ricercatore, tocca ora alle<br />
Autorità competenti a preoccuparti<br />
della loro conservazione. <strong>La</strong> quale,<br />
augurabilmente, deve essere assicurata<br />
nello stesso ambiente dove le stele<br />
stesse vennero alla luce.<br />
Tocca ai Dauni o<strong>di</strong>erni a <strong>di</strong>mostrare<br />
<strong>di</strong> voler nobilmente onorare i<br />
documenti della loro storia. Tanto piú<br />
in questo caso quando si tratta <strong>di</strong><br />
documenti <strong>di</strong> capitale importanza.<br />
(Silvio Ferri )<br />
D'ANNUNZIO E LA PUGLIA<br />
Non venne fra noi, nella nostra Puglia,<br />
che una sola volta: nell'autunno 1917, per<br />
preparare e condurre quin<strong>di</strong> audacemente a<br />
termine l'incursione su Cattaro.<br />
Sceso a Gioia del Colle il 25 settembre<br />
1917, vi si trattenne sino al 10 ottobre<br />
successivo, ospite nella villa del cav. Paolo<br />
Cassano.<br />
Dopo alcuni giorni <strong>di</strong> intensa ed<br />
affannosa preparazione, nella tarda serata<br />
del 4 ottobre - festa <strong>di</strong> S. Francesco <strong>di</strong><br />
Assisi, che egli vede bene<strong>di</strong>cente<br />
sull'Adriatico! - spicca il volo coi quin<strong>di</strong>ci<br />
biplani destinati all'azione, affrontando con<br />
un pugno <strong>di</strong> audaci i 400 chilometri <strong>di</strong> mare<br />
aperto della trasvolata « col solo aiuto delle<br />
bussole e delle stelle », al canto dell'inno<br />
della spe<strong>di</strong>zione - francescano e guerriero<br />
ad un tempo<br />
Per frate vento che non ci avverserà<br />
eia eia ! eia ! alalà !<br />
Per frate focu che non ci arderà<br />
eia eia ! eia ! alalà !<br />
Per sora acqua che non ci affogherà<br />
eia eia ! eia ! alalà !<br />
Dei quin<strong>di</strong>ci apparecchi, do<strong>di</strong>ci<br />
raggiunsero l'obbiettivo, colpirono<br />
sommergibili e siluranti ancorati alle<br />
Bocche <strong>di</strong> Cattaro e, sfuggendo quin<strong>di</strong><br />
all'intensa reazione antiaerea del nemico,<br />
ritornarono a Gioia del Colle, dove<br />
Gabriele D'Annunzio si fermò ancora<br />
qualche giorno, e dove lo raggiunse la<br />
notizia della morte <strong>di</strong> Edoardo Scarfoglio,<br />
amico carissimo della sua prima giovinezza<br />
(nell'opuscolo del prof. Giuseppe<br />
Petraglione, de<strong>di</strong>cato a « Gabriele<br />
D'Annunzio e la Puglia », è la riproduzione<br />
della minuta autografa del telegramma<br />
inviato dal Poeta ad Antonio Scarfoglio,<br />
figlio del grande giornalista scomparso: «<br />
L'altra notte in armi sul mare, avvistando la<br />
costa nemica, ripensai all'Ulisside<br />
compagno intrepido delle mie esperienze<br />
stop E non era ch e un presagio della vigilia<br />
stop <strong>La</strong> vita lo aveva separato da me<br />
duramente stop <strong>La</strong> morte me lo riconduce<br />
stop Abbraccio te e i tuoi fratelli con<br />
infinita tristezza »).<br />
158
Oltre che a Gioia, in quel periodo egli fu<br />
a Brin<strong>di</strong>si e a Taranto, cui <strong>di</strong>ede l'ad<strong>di</strong>o poi<br />
il 10 ottobre con un volo destinato a<br />
lanciare due messaggi al Comando navale<br />
ed a ringraziare i «compagni del mare, che<br />
in una notte memorabile, trascurando se<br />
stessi tra le insi<strong>di</strong>e nemiche, vigilarono<br />
audaci il ruggente ritorno dell'antico leone<br />
alato verso la sua Cattaro veneziana».<br />
Altri contatti <strong>di</strong>retti egli non ebbe colla<br />
nostra terra; ma uomini, città, storie, simboli,<br />
leggende della « Puglia piana » sono presenti<br />
nella sua vita e nella sua opera dalle prime<br />
alle ultime esperienze.<br />
Pugliesi sono i compagni a lui piú cari nella<br />
precoce e turbolenta adolescenza vissuta al<br />
Cicognini <strong>di</strong> Prato: <strong>di</strong> S. Agata, <strong>di</strong> Molfetta,<br />
<strong>di</strong> Minervino, <strong>di</strong> Conversano, <strong>di</strong> Gallipoli i<br />
piú pronti ad unirsi a lui nelle birichinate,<br />
negli « ammutinamenti clamorosi, con<br />
nacchere <strong>di</strong> scodelle e pifferi <strong>di</strong> caraffe,<br />
contro la triplice ed anche quadruplice<br />
portata settimanale delle polpette a mensa »;<br />
<strong>di</strong> Andria il pre<strong>di</strong>letto Frontino <strong>di</strong> « Faville<br />
del Maglio », il solo « che io cercassi quando<br />
avevo le paturne, quando talvolta la mia sete<br />
<strong>di</strong> vivere somigliava alla sete <strong>di</strong> morire,<br />
quando con troppa insistenza riu<strong>di</strong>vo in me<br />
la melo<strong>di</strong>a delle zampogne che nella mia<br />
infanzia mi risvegliavano all'alba con le<br />
novene »; <strong>di</strong> Barletta l'amico che gli racconta<br />
« come avesse conosciuto ... un certo Matteo,<br />
il quale <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> aver secent'anni ed essere<br />
stato ai tempi <strong>di</strong> Manfre<strong>di</strong> quando il re<br />
andava cantando strambotti <strong>di</strong> notte sotto le<br />
finestre delle donne <strong>di</strong> Barletta ».<br />
Ricor<strong>di</strong> veri, che si confondono con<br />
antiche leggende e con piú recenti<br />
reminiscenze storiche, cos( come in tanta<br />
<strong>parte</strong> dell'opera dannunziana !<br />
Pugliese, <strong>di</strong> stirpe salentina, è Eugenio<br />
Rubichi, il celebre Richel, umorista sommo -<br />
come sommo avvocato il fratello Francesco -<br />
, che Gabriele conosce ed ammira a Roma,<br />
mentre anch'egli collabora, cronista<br />
mondano, alla « Tribuna »,<br />
Pugliese è Nicolò Van Vesterhout, il fine<br />
musicista che a Napoli lo inizia ai segreti ed<br />
alla bellezza della musica <strong>di</strong> Wagner, che egli<br />
trasfonderà poi nel « Trionfo della morte » e<br />
nel « Fuoco ».<br />
Pugliese è ancora Nicola <strong>La</strong>gravinese,<br />
che gli sarà vicino come me<strong>di</strong>co curante alla<br />
« Casa rossa » sul Canal Grande dopo il<br />
tragico volo del 16 gennaio 1916, e che<br />
invano cercherà <strong>di</strong> convincerlo a desistere<br />
da nuove spericolate imprese <strong>di</strong> guerra.<br />
Pugliesi sono ancora Ricciotto Canudo-colla<br />
sua passione e col suo ar<strong>di</strong>mento a lui vicino<br />
nei momenti piú delicati della vigilia<br />
guerriera e della gesta fiumana; Arturo De<br />
Anna - che <strong>di</strong>rottò la sua nave su Fiume, ed<br />
a Fiume mori, colpito « da cieca sorte<br />
improvvisa »; Pasquale <strong>La</strong> Rotella - l'autore<br />
dell'inno per l'impresa fiumana, che in<br />
Fiume il 19 marzo 1920, superando gli<br />
sbarramenti con tutta la sua orchestra, tenne<br />
un concerto benefico. E pugliese, <strong>di</strong><br />
Gallipoli, Umberto Biancamano, il prode<br />
cannoniere della « Beffa » <strong>di</strong> Buccari, che si<br />
affianca ai marinai pugliesi delle « Canzoni<br />
della gesta d'oltremare », dal Poeta celebrati<br />
ed esaltati come eroi purissimi della gente<br />
italica.<br />
Di particolare interesse infine i suoi rapporti<br />
con Antonio Salandra all'epoca del <strong>di</strong>scorso<br />
<strong>di</strong> Quarto - <strong>di</strong> cui ha parlato <strong>di</strong>ffusamente,<br />
con profonda conoscenza Ettore Cozzani -<br />
ed ancora delle sue ripulse ai consigli <strong>di</strong><br />
prudenza e delle sue insistenze per l'azione<br />
guerriera.<br />
II carattere volutamente sintetico <strong>di</strong> queste<br />
brevi note non consente piú ampi<br />
riferimenti: ci sia consentito però ricordare a<br />
conclusione-accanto ai vivi entusiasmi<br />
suscitati nella nostra terra dall'opera e dalla<br />
gesta dannunziana - come egli volle, nella<br />
villa che « fu approdo ed eremo del suo<br />
spirito inesausto », incastrata come « gemma<br />
rara » al cospetto del Garda, tra i lauri ed i<br />
cipressi del Vittoriale, la « grande prora<br />
tragica della nave Puglia ». (Dino Marinelli)<br />
159
Dialetto <strong>di</strong> Alberona<br />
V VERTEMENTE<br />
Oje nénna, ché de màmmete hi pahure,<br />
de mé vuje 'nte n'aviva 'nnammurane !<br />
Se te min'a parlà, parle 'mpahure,<br />
com'a se stisse a lu pass'a rrubbanne ;<br />
te véde de caggnà tanta chelure,<br />
com'a lu sole ché sta pe' ccalane<br />
cchjù te faje rossce, e cchjù me daje delure,<br />
cchjù te faje janche, e cchjù me faje penane!<br />
L'ACQUE D'I PISSCIAREDDE<br />
L'acque d'i Pissciaréddhe è 'n'acque frésche,<br />
jè 'n'acqua crestallin'e cruccarèddhe<br />
ché tutt'i jorne, d'a matine a' sére, redènne,<br />
spenzarate, a sckaccarèddhe, jéggne<br />
quartare, cicen'e varlèddhe.<br />
Jè 'n'acqua ché 'nde vérne jè tupèddhe<br />
e 'nd'a staggione, pe la sua fréschézze,<br />
t'appanne li bbuchére e te li spèzze.<br />
Qualunque velleggiante t'à pruvate<br />
a mmènte t'à tenute e jè turnate,<br />
acqua ché d'Alberone si' lu vante,<br />
acqua strafenisseme, acqua sbrafante !<br />
(canto popolare)<br />
MICHELE CARUSO<br />
AVVERTIMENTO - Oje nénna, o fanciulla; se te min'a parlà,<br />
se cominci a parlare; a lu passe, al valico; pe ccalane, per tramontare.<br />
L'ACQUA DEI PISCIARELLI - L'acqua dei Pisciarelli è<br />
un'acqua fresca, è un'acqua cristallina e croccante che ogni giorno,<br />
da mane a sera, ridendo spensierata a crepapelle, riempie anfore,<br />
orciuoli e barili. E' un'acqua tiepida d'inverno ma che d'estate, con<br />
la sua freschezza, appanna e spezza i bicchieri. Qualunque<br />
villeggiante ti ha assaggiata, non ti ha <strong>di</strong>menticato ed è tornato,<br />
acqua che sei il vanto <strong>di</strong> Alberona, acqua strafinissima, acqua<br />
alteramente bella!<br />
160
SCAVI ARCHEOLOGICI<br />
A SIPONTO
MANFREDONIA - II prof. Silvio Ferri (al centro) salutato (da s. a d.) dal dott.<br />
Pasqua, segr. del Comitato delle Celebrazioni citta<strong>di</strong>ne, dal rev. prof. Albino S. J.,<br />
dall'ass. prov.le prof. De Miro D'Ayeta e da Mario Simone.
ALBERONA - L'antica fontana dei Pisciarelli
ALBERONA - II rione Muta
CASA MIJE<br />
Ohje casa, casa mije, 'nte si' cagnate<br />
'nd'a tutte quistu témpe ! I stésse cose<br />
o' stésse pòste : i cocce appise, i rose<br />
de plàsteche, i centrine arrecamate.<br />
Sèmpe Musscione ché fa 'u morte; tate<br />
ché vularrije celà 'ddh'àrja penzose;<br />
mamme, p'u 'uàje séje, ché ze repose,<br />
sop'a spaddhér'a sègge accapucciate.<br />
Pèppe ché méne punte e ché ze lagne<br />
e tè i celìzje e spètte, ddrét'a pòrte,<br />
a llamb'a llambe 'u fiscke d'i cumpagne.<br />
E i mure, i luce, Parche antiche e forte,<br />
'u sprècchje... e me so' miss'a rid'e a chjagne,<br />
premat'u fronte 'nfacci-a mostr'a pòrte.<br />
Dialetto <strong>di</strong> Alberona<br />
VINCENZO D'ALTERIO<br />
CASA MIA - O casa, casa mia, non sei cambiata durante tutto questo tempo!<br />
Le stesse cose allo stesso posto: le bagattelle appese, le rose <strong>di</strong> plastica, i centrini<br />
ricamati.<br />
Sempre Micione che fa il morto; mio padre che vorrebbe celare la sua aria<br />
pensosa; mia madre, col solito male, che riposa, poggiato il capo sulla spalliera<br />
della se<strong>di</strong>a.<br />
Peppino che infila punti e brontola: sembra avere i cilici addosso e aspetta,<br />
<strong>di</strong>etro la porta, con ansia, il fischio degli amici.<br />
E le pareti, le luci, gli archi antichi e forti, lo specchio... e mi son messo a<br />
ridere e a piangere, la fronte schiacciata contro lo stipite della porta.<br />
161
I <strong>di</strong>ssesti franosi del Subappennino dauno<br />
con riguardo alle strade provinciali<br />
Quello <strong>di</strong> oggi deve considerarsi un primo incontro <strong>di</strong> lavoro fra coloro<br />
che, animati dalla volontà <strong>di</strong> agire nell'interesse <strong>di</strong> questa Provincia, un contributo<br />
vogliono e possono dare alla risoluzione dei problemi che in Capitanata<br />
sussistono, agli effetti della conservazione e della stabilità del suolo, del<br />
sottosuolo e, soprattutto, delle opere stradali alle predette con<strong>di</strong>zioni geotecniche<br />
connesse.<br />
Ciò premesso, è mio dovere richiamare alla vostra attenzione la<br />
notevolissima importanza che la geologia e la geotecnica hanno nelle opere<br />
pubbliche in questa Provincia, per il particolare infido ambiente geologico che la<br />
caratterizza. Mi riferisco, in particolare, a quelle estreme propaggini<br />
dell'Appennino che, volgendosi verso il Tavoliere, rappresentano il naturale<br />
proseguimento sì nella costituzione, sì nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stabilità dell'Alta Irpinia<br />
e dell'Appennino Molisano.<br />
Di questa vasta zona dell'Appennino Meri<strong>di</strong>onale, comprendente<br />
sostanzialmente le parti me<strong>di</strong>e e alte dei bacini dei fiumi Fortore ed Ofanto<br />
nonché gli altri corsi dei sottobacini confluenti nel Candelaro, molto scarse sono<br />
le conoscenze geologiche a tutt'oggi acquisite, talché lo stu<strong>di</strong>oso, chiamato a<br />
risolvere particolareggiati problemi geologico-tecnici, deve, in ogni caso, partire<br />
col risolvere innanzi tutto problemi <strong>di</strong> stratigrafia, <strong>di</strong> geologia in generale, dai<br />
quali possa passare in maniera sufficientemente documentata agli aspetti<br />
geologico-applicativi, riguardanti la realizzazione <strong>di</strong> una strada come <strong>di</strong> una<br />
qualsiasi altra opera pubblica.<br />
E perché ci si possa meglio rendere conto dell'accennata scarsità <strong>di</strong><br />
elementi geologici <strong>di</strong>sponibili, devo segnalarvi che l'alta Capitanata, con buona<br />
<strong>parte</strong> dell'Irpinia e del Molise, è l'unica zona d'Italia che non sia stata fatta mai<br />
oggetto <strong>di</strong> rilevamenti ufficiali da <strong>parte</strong> del servizio geologico d'Italia. Cosicché,<br />
mentre in tutta l'Italia, esistono rilevamenti geologici ufficiali alla stampa alla scala<br />
1:100.000, per alcune particolari zone al 25.000, i fogli n. 162, 163, 173, 174, 175,<br />
186, 187, fra i ben 277 fogli rilevati e pubblicati dal 1890 in poi, in Italia, sono gli<br />
unici a non avere visto mai la luce. Di altre Province e<br />
162
paesi italiani esistono rilievi geologici ufficiali <strong>di</strong> Stato, molti anche revisionati<br />
successivamente per adattarli alle moderne teorie e renderli piú rispondenti alla<br />
scienza; nonché esistono abbondanti stu<strong>di</strong> sommamente particolareggiati svolti<br />
da organizzazioni varie, scientifiche e industriali. Qui nulla è avvenuto <strong>di</strong> tutto<br />
questo, se si eccettuano i rilevamenti piuttosto banali svolti nel basso Tavoliere e<br />
gli ormai superati fogli geologici riguardanti il Gargano.<br />
Questa mia precisazione vale tanto più se si pensa che nella zona<br />
dell'Appennino <strong>di</strong>nanzi accennata, limitrofa al vasto Tavoliere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, gravi<br />
sono i problemi <strong>di</strong> interpretazione geologica, nei quali probabilmente è insita la chiave<br />
<strong>di</strong> volta delle interpretazioni <strong>di</strong> buona <strong>parte</strong> dell'ancora sconosciuta struttura geologica<br />
dell'Appennino meri<strong>di</strong>onale.<br />
E per quanto <strong>di</strong> pratico in questa sede interessa, nella struttura geologica<br />
dell'Appennino, più che nella costituzione, sono insite le cause prime dei <strong>di</strong>ssesti<br />
franosi che, con manifestazioni assai varie, affliggono le arterie stradali, gli abitati<br />
e l'intera economia agricola della zona che qui si esamina. Questi complessi e non<br />
ancora chiari problemi <strong>di</strong> interpretazione geologica, interessano formazioni che<br />
in buona <strong>parte</strong> sono note al tecnico sotto la denominazione generica <strong>di</strong> « argille<br />
scagliose », una vasta intricata gamma <strong>di</strong> terreni se<strong>di</strong>mentari <strong>di</strong> varie età,<br />
generalmente attribuibili al Terziario.<br />
Essa è il risultato o il derivato <strong>di</strong> terreni originariamente <strong>di</strong>sposti in forme<br />
certo piú regolari e tranquille, successivamente più o meno rimossi dalla loro<br />
serie originaria, per cause tettoniche, sovrascorsi gli uni sugli altri sui pen<strong>di</strong>i<br />
geologici, <strong>di</strong>laniati infine dalle erosioni. Questo <strong>di</strong>fficile « iter » geologico, cui si<br />
deve una <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> siffatti terreni spesso frammentaria, probabilmente<br />
ancora oggi in molti casi si esplica, come in passato, in maniera certamente<br />
impercettibile ai nostri occhi, in virtù <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni instabili che in geologia si è<br />
soliti definire plastico-gravitative. Addentrarmi nelle teorie che spiegano questi<br />
fenomeni non mi è certo consentito in questa sede. Tuttavia questi fenomeni<br />
non riguardano solo lo stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> scienze pure, bensì anche il tecnico, in quanto<br />
costituiscono la base dei caratteri cedevoli e propriamente franosi dell'Appennino<br />
<strong>di</strong> Capitanata. Di talché solo l'esperto che abbia <strong>di</strong>mestichezza con le vicissitu<strong>di</strong>ni<br />
geologiche della Vostra regione pub vedere laddove altri hanno viceversa<br />
l'impressione che tutto stia in pie<strong>di</strong> e possa rimanere in pie<strong>di</strong>, dopo il turbamento<br />
delle con<strong>di</strong>zioni statiche prodotte dalla realizzazione <strong>di</strong> un'opera pubblica. Non è<br />
vano, quin<strong>di</strong>, spendere qualche parola <strong>di</strong> più sulla funzione che nelle gran<strong>di</strong> linee,<br />
la geologia ha nelle opere <strong>di</strong> pubblico interesse. Questo argomento formava<br />
oggetto l'anno scorso <strong>di</strong> un convegno internazionale, specificatamente promosso<br />
dall'Accademia dei Lincei.<br />
L'attualità e l'importanza del ruolo che la geologia viene ad assumere<br />
nell'argomento della presente trattazione derivano soprattutto da due circostanze,<br />
la prima inerente all'ar<strong>di</strong>tezza tecnica della concezione delle opere pubbliche<br />
moderne, l'altra circostanza riguarda la costatazione che oggi più frequentemente<br />
d'un tempo ci si imbatte in ambienti geologici e morfologici <strong>di</strong>fficili. Se ci si<br />
riferisce in particolare alle strade, va riconosciuto che quelle esistenti prima che si<br />
desse impulso nell'ultimo decennio alla realizzazione <strong>di</strong> nuove vie <strong>di</strong><br />
comunicazione nell'Appennino, con tracciati sotto l'aspetto del traffico aventi<br />
scarse pretese, seguono, in <strong>parte</strong> tracciati derivati da mulattiere, la cui prima<br />
realizzazione si perde nella notte dei tempi.<br />
163
Probabilmente buona <strong>parte</strong> <strong>di</strong> queste strade venivano attuate laddove la<br />
esperienza più spicciola dei nostri avi riscontrava la presenza <strong>di</strong> un viottolo<br />
duraturo, che avesse retto al tempo. Quante volte è accaduto infatti <strong>di</strong> recente<br />
che, per allontanarsi da un vecchio tracciato, per mo<strong>di</strong>ficarlo secondo varianti<br />
dettate dall'interesse del traffico moderno, si è andati incontro a fallimenti!<br />
Quante volte ci è dato constatare che vecchi tracciati, realizzati coi modesti mezzi<br />
d'un tempo, rimangono ancora oggi i soli possibili, malgrado i ben <strong>di</strong>versi mezzi<br />
<strong>di</strong> cui oggi si <strong>di</strong>spone. Tuttavia le esigenze del traffico moderno sono ben altre,<br />
donde l'ar<strong>di</strong>tezza <strong>di</strong> certe opere nei confronti delle inadatte con<strong>di</strong>zioni geologiche<br />
dell'ambiente meri<strong>di</strong>onale e, <strong>di</strong> conseguenza, la in<strong>di</strong>spensabilità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are<br />
profondamente i fenomeni <strong>di</strong> instabilità che ne derivano.<br />
Inoltre, come avviene per le fonti <strong>di</strong> energia (i serbatoi idroelettrici più<br />
facili e meno onerosi, risultano già tutti attuati, onde quelli che oggi si realizzano<br />
sono quelli sotto l'aspetto geologico piú <strong>di</strong>fficili e costosi), così <strong>di</strong> frequente<br />
anche nel campo delle costruzioni stradali taluni collegamenti non ancora attuati<br />
sono quelli più <strong>di</strong>fficili, anche se sulla base della sola topografia spesso appaiono<br />
abbastanza facili. Per giunta si esigono con<strong>di</strong>zioni plano-altimetriche che, per<br />
agevolare il traffico moderno (con pendenze ridotte, curve larghe,<br />
attraversamenti ar<strong>di</strong>ti), pongono problemi geologici e geotecnici che talvolta<br />
sono ad<strong>di</strong>rittura privi <strong>di</strong> soluzioni. Questi problemi vanno stu<strong>di</strong>ati<br />
convenientemente, perché l'indagine apporta un indubbio e determinante<br />
contributo all'efficacia, alla sicurezza, alla durevolezza delle opere che si<br />
realizzano.<br />
<strong>La</strong> mancanza <strong>di</strong> indagine e stu<strong>di</strong> geognostici, non soltanto in «fase<br />
preventiva», bensì anche in quella «curativa» - sebbene questa ultima non porti<br />
sempre ad un risultato positivo - nell'Appennino <strong>di</strong> Capitanata pregiu<strong>di</strong>ca gli<br />
effetti della spesa pubblica. Nel campo delle opere stradali sono numerosi i casi<br />
<strong>di</strong> insuccessi, ai quali conviene in questa sede accennare con la dovuta<br />
obbiettività. Nella casistica rientrano tracciati che, già in fase <strong>di</strong> realizzazione,<br />
subivano gravi ed irrime<strong>di</strong>abili <strong>di</strong>ssesti. Un esempio interessante che si vuole qui<br />
segnalare, anche se al <strong>di</strong> fuori della rete stradale provinciale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, è quello<br />
della SS. 90 bis, fra Savignano e Benevento, della lunghezza <strong>di</strong> circa 43<br />
chilometri, che l'ANAS cerca vanamente <strong>di</strong> portare a termine da oltre un<br />
decennio. Si tratta <strong>di</strong> strada che interessa per buona <strong>parte</strong> del suo sviluppo e<br />
soprattutto nei tratti peggiori le argille scagliose varicolori, come quelle che in<br />
svariati affioramenti interessano l'Appennino e le altre strade <strong>di</strong> Capitanata.<br />
Con una morfologia apparentemente dolce e tranquilla, con pen<strong>di</strong>i poco<br />
acclivi, senza segni vistosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto, il complesso delle argille scagliose<br />
interessate dalla 90 Bis presentava, prima dell'intervento della mano dell'uomo,<br />
una stabilità limite capace <strong>di</strong> mutamenti solo per eventi metereologici <strong>di</strong> carattere<br />
eccezionale. Con i tagli e con l'appoggio <strong>di</strong> rilevati, cui ha dato luogo la<br />
realizzazione dell'opera, si è in taluni tratti turbata in maniera irrime<strong>di</strong>abile la<br />
stabilità <strong>di</strong> pen<strong>di</strong>i che hanno incominciato a scorrere in forma plasticogravitativa<br />
; cosiccché, data la estensione dei subdoli affioramenti <strong>di</strong> argilla<br />
scagliosa del posto, non si trova soluzione al grave <strong>di</strong>ssesto prodotto ed al<br />
conseguente fallimento dell'opera intrapresa.<br />
Tra le forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesti idro-geologici più gravi frequenti nell'Appennino<br />
<strong>di</strong> Capitanata, vanno menzionate, insieme ai lenti ed estesi colamenti plastici<br />
gravitativi, le cosiddette lave, gli scoscen<strong>di</strong>menti e localmente le colate <strong>di</strong> fan-<br />
164
go, tutte forme agenti soprattutto laddove il complesso itoide si presenta come<br />
una pasta fondamentalmente argillosa, con materiali lapidei caoticamente inclusi.<br />
Il caso della strada <strong>di</strong>nanzi descritta interessa molto il tecnico perché rappresenta<br />
un tipico esempio <strong>di</strong> quelle con<strong>di</strong>zioni geo-morfologiche che possono facilmente<br />
trarre in inganno, chi, ignorando la geologia, è chiamato a decidere il tracciato <strong>di</strong><br />
una siffatta opera.<br />
Nello stesso ambiente geologico altrettanto allettanti appaiono talora gli<br />
spuntoni lapidei che perforano la coltre detritico-argillosa. Questi spuntoni<br />
vengono spesso ritenuti come massi rocciosi ra<strong>di</strong>cati e, quin<strong>di</strong>, stabili; viceversa<br />
essi sono, come nel gergo geologico si usa <strong>di</strong>re, alloctoni, cioè sra<strong>di</strong>cati e <strong>di</strong>spersi<br />
nell'impasto argilloso. Sicché ogni opera che su essi s'imposta, come ad esempio<br />
la pila o la spalla <strong>di</strong> un ponte, è soggetta ad un inevitabile <strong>di</strong>ssesto.<br />
Errori del genere sarebbero invero da evitarsi in fase <strong>di</strong> progettazione delle<br />
opere, ciò perché è ovviamente preferibile, al pari del me<strong>di</strong>co, l'intervento del<br />
tecnico-geologo in sede preventiva piuttosto che in sede curativa. Anche perché<br />
spesso, dalla consultazione dell'esperto, può emergere una soluzione <strong>di</strong> tracciato<br />
<strong>di</strong>verso. Con ciò non si esclude, però, l'enorme vantaggio <strong>di</strong> affrontare la cura <strong>di</strong><br />
un <strong>di</strong>ssesto, avvenuto su una vecchia strada, o la scelta <strong>di</strong> una variante,<br />
suffragando il progetto delle opere con una preventiva ed esauriente indagine<br />
geologico-tecnica; e, quando si tratti <strong>di</strong> casi gravi, con una costante assistenza<br />
sopraluogo, durante i lavori.<br />
A questo punto per non mancare <strong>di</strong> riferimenti specifici alla rete stradale<br />
provinciale sviluppantesi sull'arco appenninico <strong>di</strong> Capitanata, scelgo un pò a caso<br />
fra quei <strong>di</strong>ssesti che ho avuto modo <strong>di</strong> constatare qua e là ad un rapido e<br />
sommario esame <strong>di</strong> superficie.<br />
Lungo il tratto <strong>di</strong> strada compreso fra Ponte Celone e Castelluccio<br />
Valmaggiore, in prossimità dell'abitato <strong>di</strong> Castelluccio Valmaggiore, è in atto un<br />
esteso movimento franoso nel complesso delle argille scagliose. Si ha ricordo, ed<br />
esistono le tracce, <strong>di</strong> più remoti <strong>di</strong>ssesti; sicché quello in atto rappresenta la<br />
ripresa <strong>di</strong> altri più antichi. <strong>La</strong> sistemazione <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>ssesto è in corso, ma i<br />
criteri cui questa sistemazione deve rispondere abbisognerebbero <strong>di</strong> indagine<br />
geologiche-tecniche preventive, per chiarire le caratteristiche geologiche del<br />
<strong>di</strong>ssesto e poter decidere sulle opere allo scopo più idonee. Gli interventi, in<br />
verità scarsi, che si stanno ivi attuando molto probabilmente non raggiungeranno<br />
le finalità desiderate; essi avranno una efficacia temporanea onde la sistemazione<br />
ha carattere <strong>di</strong> pronto intervento. Se non s'indaga sulla natura del <strong>di</strong>ssesto, sulla<br />
sua effettiva estensione e profon<strong>di</strong>tà, qualunque opera potrà scoscendere<br />
successivamente a valle insieme ai detriti della frana.<br />
Stu<strong>di</strong> geologici-tecnici occorrono ovunque sul tracciato della strada<br />
Castelluccio Valmaggiore-Faeto, laddove segni manifesti <strong>di</strong> instabilità locale<br />
preludono probabilmente a piú vasti e gravi movimenti delle pen<strong>di</strong>ci. Lungo i<br />
tratti in argille scagliose si rilevano impronte <strong>di</strong> antichissime frane con bacini <strong>di</strong><br />
alimentazione ancora lontani dall'esaurirsi. Uno scoscen<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> cospicue<br />
<strong>di</strong>mensioni si rileva a 300 metri prima del bivio per Celle. Nei pressi del bivio per<br />
Roseto Valfortore si è verificata, nello inverno del 1960, una spettacolare frana<br />
per crollo, sulla quale chi vi parla ha in corso, per conto <strong>di</strong> questa<br />
Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, delle particolari indagini geognostiche i cui ri-<br />
165
sultati potrebbero valere per casi analoghi in altri punti della zona. Menzione<br />
particolare merita la strada che si sviluppa tra Faeto e Roseto Valfortore<br />
attraverso il bosco <strong>di</strong> Faeto, laddove la mano dell'uomo ha purtroppo dato luogo<br />
a smottamenti e scoscen<strong>di</strong>menti, soprattutto per l'azione <strong>di</strong> tagli sconsiderati e<br />
per l'appoggio <strong>di</strong> pesanti rilevati su pen<strong>di</strong>i costituiti da impasto <strong>di</strong> argille e detriti<br />
lapidei. I rilevati appaiono realizzati con lo stesso materiale detritico del posto e<br />
qui l'intervento del geologo in sede curativa dovrà mirare a proporre un insieme<br />
<strong>di</strong> opere sistematorie, soprattutto a carattere idraulicoforestale, nonché alla<br />
progettazione <strong>di</strong> qualche variante, allo scopo <strong>di</strong> evitare danni futuri <strong>di</strong> entità più<br />
grave <strong>di</strong> quelli presenti.<br />
Sulla Scampitella-Anzano frequentissime sono delle formazioni ed<br />
ondulazioni trasversali della sede stradale, adagiata su versanti in lento<br />
movimento plastico-gravitatvio. Le deformazioni predette sono croniche, donde<br />
il ricaricamento e la risagomatura continua dell'opera. Lungo la strada Bivio <strong>di</strong><br />
Monteleone-Acca<strong>di</strong>a, fra tratti abbastanza stabili adagiati sulle alternanze<br />
regolarmente stratificate <strong>di</strong> arenaria e marne, saltuariamente l'arteria si snoda su<br />
estesi lembi <strong>di</strong> argille scagliose che assommano a ben quattro chilometri sullo<br />
sviluppo complessivo dell'opera <strong>di</strong> 6,3 chilometri. Per i lenti colamenti <strong>di</strong> argille<br />
scagliose precedentemente accennate, le cunette vengono colmate e i detriti<br />
invadono la carreggiata.<br />
Anche lungo la strada Acca<strong>di</strong>a-Deliceto, non appena l'arteria esce dal<br />
bosco della Difesa e passa sulle argille scagliose, una grossa frana per<br />
scorrimento strozza la sede viaria. Il <strong>di</strong>ssesto è ancora in corso <strong>di</strong> sistemazione<br />
ma i rime<strong>di</strong> possono, tutt'al più, considerarsi un pronto e certamente non<br />
duraturo intervento. Il fenomeno franoso va convenientemete investigato con<br />
indagini <strong>di</strong>rette ed in<strong>di</strong>rette; cosí pure è da considerare che il provve<strong>di</strong>mento<br />
attualmente in corso <strong>di</strong> arretrare con una variante la strada, senza un<br />
preliminare esame geo-tecnico, potrebbe pregiu<strong>di</strong>care la stabilità dell'appen<strong>di</strong>ce.<br />
Ancora forti ce<strong>di</strong>menti e frequenti affossamenti del piano rotabile si<br />
riscontrano sino a Deliceto, sul complesso delle argille scagliose. Come or<strong>di</strong>ne<br />
<strong>di</strong> grandezza si può affermare che ben otto chilometri, su un totale <strong>di</strong> 15+700,<br />
appaiono <strong>di</strong>ssestati. Ben 5 su 7 Km. appaiono gravemente <strong>di</strong>ssestati sulla strada<br />
provinciale Deliceto-Ponte Radogna. Analogamente lungo i tratti in argille<br />
scagliose della strada Biccari-Roseto Valfortore, il piano rotabile è affetto da<br />
tutte le forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto accennate. Sono <strong>di</strong>ssestate anche molte opere d'arte;<br />
smottamenti della scarpa <strong>di</strong> monte, colamenti, congelazioni e cancellazione<br />
delle opere <strong>di</strong> drenaggio superficiali, stanno a rappresentare le con<strong>di</strong>zioni assai<br />
precarie della arteria viaria. E' probabile che da un esame <strong>di</strong>agnostico<br />
approfon<strong>di</strong>to, possano scaturire alcune utili varianti, per i tratti <strong>di</strong> strada<br />
maggiormente <strong>di</strong>ssestati. Le forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesti elencate per i tratti <strong>di</strong> strade<br />
menzionate si ritrovano anche lungo le strade Roseto-Castelfranco al limite<br />
della Provincia, fra Celenza e Ponte Tre<strong>di</strong>ci Archi, fra San Marco <strong>La</strong> Catola e<br />
Celenza, fra Neviera <strong>di</strong> Motta e San Marco <strong>La</strong> Catola, nella zona <strong>di</strong> Rocchetta<br />
Sant'Antonio.<br />
<strong>La</strong> rapida e sommaria elencazione <strong>di</strong> notizie, che vi ho potuto qui fornire,<br />
valga a porre in risalto e la conoscenza geologica con la quale bisogna procedere<br />
nella bonifica dei <strong>di</strong>ssesti prodottisi sulle vecchie strade, e, ancora <strong>di</strong> più, la<br />
sensibilità geologico-tecnica occorrente nel prevedere innanzitempo e pre-<br />
166
<strong>di</strong>sporre conseguentemente le misure possibili, caso per caso, nella realizzazione<br />
<strong>di</strong> nuove vie <strong>di</strong> comunicazione. Ho detto prevedere, in quanto è evidente dalla<br />
mia esposizione, che in queste zone <strong>di</strong> Appennino il <strong>di</strong>ssesto è quasi sempre in<br />
agguato, onde non sempre può evitarsi. In determinati casi, evitare il <strong>di</strong>ssesto<br />
vuol <strong>di</strong>re rinunziare alla realizzazione delle strade. In siffatte con<strong>di</strong>zioni, se dati i<br />
due punti, si pone che, per determinati motivi, inderogabilmente si deve attuare il<br />
collegamento stradale, il meglio che è dato fare in certi casi è prevedere il<br />
<strong>di</strong>ssesto, ridurlo nelle proporzioni, nella estensione, ritardarne gli effetti.<br />
Pren<strong>di</strong>amo un caso, fra i più recenti; per esempio il collegamento fra<br />
l'abitato <strong>di</strong> Carlantino e la località <strong>di</strong> Occhito sul fiume Fortore, resosi<br />
in<strong>di</strong>spensabile per raggiungere il cantiere della <strong>di</strong>ga colà in costruzione. Sono noti<br />
i ripetuti gravi inconvenienti e i conseguenti oneri cui nel giro <strong>di</strong> pochi anni si è<br />
andati incontro per evitare l'interruzione del traffico, a seguito degli<br />
scoscen<strong>di</strong>menti e gli scorrimenti plastico-gravitativi delle zone franose, che<br />
necessariamente la strada ha dovuto attraversare. E poiché questo tratto <strong>di</strong> strada<br />
ha anche la funzione <strong>di</strong> collegare Carlantino e Colletorto, abitati posti<br />
rispettivamente sulle sponde opposte del fiume Fortore, mentre da un verso a<br />
cura del Consorzio <strong>di</strong> Bonifica <strong>di</strong> Capitanata, si è provveduto ad una conveniente<br />
progettazione del tratto <strong>di</strong> collegamento fra Occhito e Colletorto, in destra<br />
Fortore, non si esclude la possibilità - da sottoporre a stu<strong>di</strong>, invero non con la<br />
certezza <strong>di</strong> riuscirvi - <strong>di</strong> una decisiva variante della Carlantino-Occhito, che eviti<br />
possibilmente le argille scagliose tutte della sponda destra del fiume Fortore. Per<br />
entrambi i tronchi della strada predetta è superfluo accennare che le con<strong>di</strong>zioni<br />
plano-altimetriche dei tracciati sono quelle compatibili con le con<strong>di</strong>zioni<br />
geologiche e geotemiche delle pen<strong>di</strong>ci. Questi casi certo non sorprendono chi ha<br />
avuto modo <strong>di</strong> rendersi conto del lungo e <strong>di</strong>fficile iter <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> geologici compiuti<br />
in merito al progetto del canale derivatore irriguo del lago <strong>di</strong> Occhito. Pur<br />
sussistendo, infatti, la possibilità topografica <strong>di</strong> agevoli sviluppi a cielo aperto <strong>di</strong><br />
condotte in pressione lungo l'agro del Fortore, fra Occhito e la località<br />
Finocchito (e cioè, già nel primo tratto dei canali derivatori), si è dovuto, dopo<br />
tante ricerche, decidere per un tracciato in galleria provvisto peraltro <strong>di</strong> poche<br />
finestre su uno sviluppo <strong>di</strong> circa 15 km.<br />
E, tornando alle strade, <strong>di</strong>fficoltà geologiche non trascurabili s'incontrano<br />
oggi nel tracciamento <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> accesso ai cantieri d'imbocco e sbocco delle<br />
finestre, malgrado dette strade rivestano, nel caso in esame, carattere <strong>di</strong><br />
provvisorietà. Dicevo, anzi, dati i due punti da congiungere, non è sempre<br />
possibile rispondere insieme alle esigenze plano-altimetriche e a quelle<br />
geotecniche del collegamento da realizzare.<br />
Di frequente oggi si pone anche il caso che i due punti siano già collegati,.<br />
ma si desidera effettuare una variante, consona alle attuali esigenze del traffico.<br />
Allora sorge <strong>di</strong> frequente la necessità che i due punti si stabiliscano soprattutto in<br />
base a criteri geologico-tecnici. In proposito cito il caso della SS. 17, afflitta come<br />
tutti sappiamo dai tornanti <strong>di</strong> Motta Montecorvino e Volturara Appula. Su<br />
entrambi i versanti della Crocella <strong>di</strong> Motta la Cassa del Mezzogiorno, questa<br />
Amministrazione <strong>Provinciale</strong> e <strong>di</strong> recente l'A.N.A.S., si sono occupati per la<br />
realizzazione <strong>di</strong> una variante, prendendo a base come punti estremi <strong>di</strong> essa<br />
all'incirca i Km. 285 e 305 della rete stradale. Nella previsione <strong>di</strong> progettazione è<br />
stato per me giocoforza spostare una delle punte estreme<br />
167
della variante, dal Km. 285 al Km. 277. Da un primo stu<strong>di</strong>o geologico compiuto<br />
entro un largo raggio nella zona, mi è stato dato proporre un tracciato <strong>di</strong> variante,<br />
sviluppantesi in tutte altre località, secondo con<strong>di</strong>zioni plano-altimetriche<br />
veramente accettabili, ma con uno sviluppo cospicuo e con opere d'arte che<br />
certamente danno luogo a un onere non previsto dagli Organi che hanno<br />
promosso l'iniziativa.<br />
Naturalmente, vuoi che si tratti <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre varianti convenientemente<br />
rispondenti alle esigenze tecniche della Regione, vuoi che si tratti <strong>di</strong> porre<br />
rime<strong>di</strong>o razionalmente a un <strong>di</strong>ssesto avvenuto, o <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre i mezzi necessari<br />
perché esso non si verifichi, è frequente il caso che il tutto si traduca in una<br />
<strong>di</strong>latazione della spesa; e in questo senso il <strong>di</strong>scorso ci trascina su un terreno<br />
insi<strong>di</strong>oso. Non è un mistero che nella maggior <strong>parte</strong> dei casi la pratica<br />
amministrativa vuole che le proposte <strong>di</strong> nuove opere, <strong>di</strong> sistemazioni, <strong>di</strong> varianti,<br />
si allineino su basi finanziarie prefissate; il che, ovviamente, costituisce un<br />
assillante vincolo per il progettista o per il Direttore dei lavori. Di conseguenza<br />
molte delle modalità <strong>di</strong> esecuzione delle opere, come per esempio l'adozione <strong>di</strong><br />
gallerie, <strong>di</strong> viadotti, <strong>di</strong> drenaggi, vanno sacrificate; non vanno purtroppo<br />
egualmente sacrificate le esigenze plano-altimetriche con<strong>di</strong>zionanti la<br />
progettazione, con quelli abusi geotecnici - mi si perdoni l'espressione - derivanti<br />
da tagli troppo profon<strong>di</strong>, rilevati <strong>di</strong> grosse entità, ecc. Così non va analogamente<br />
dato giusto risalto alle opere <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> conservazione, per non accennare<br />
poi alla manutenzione. L'onere <strong>di</strong> quest'ultima andrebbe particolarmente<br />
considerata, almeno per i primi anni, in quanto per le strade che hanno sede negli<br />
ambienti geologici descritti, il trattamento <strong>di</strong> manutenzione è un vero e proprio<br />
completamento della costruzione della strada, e come tale comporta quasi<br />
sempre oneri non irrilevanti.<br />
Queste considerazioni, scaturite dalla breve elencazione dei dati esposti,<br />
sono con<strong>di</strong>vise certamente da molti fra quelli che hanno acquisito una lunga e<br />
<strong>di</strong>retta esperienza nel campo delle costruzioni stradali in questa <strong>parte</strong> così infida<br />
dell'Appennino Meri<strong>di</strong>onale. Questi convinti assertori del profilo geologico sotto<br />
il quale vuoi il tecnico e vuoi l'amministratore debbono guardare alla<br />
realizzazione <strong>di</strong> uria nuova strada od alla sistemazione <strong>di</strong> una vecchia, auspicano<br />
che nel prossimo futuro, chiunque operi nell'Appennino oggi allarghi le sue<br />
conoscenze geologiche ovvero, ancora meglio, che nelle strutture delle nostre<br />
organizzazioni tecniche, non manchi l'esperto specifico <strong>di</strong> tali problemi. Ciò per<br />
gli enormi vantaggi che in questo modo deriverebbero ai fini dell'utilizzazione del<br />
pubblico danaro.<br />
VINCENZO COTECCHIA<br />
Prof. ing. VINCENZO COTECCHIA, <strong>di</strong>rettore dell'Istituto <strong>di</strong> Geologia<br />
applicata della Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria dell'Università <strong>di</strong> Bari.<br />
168
Aria ed arie <strong>di</strong> Alberona *<br />
LIBRERIA<br />
Gli autori <strong>di</strong> Aria ed arie <strong>di</strong> Alberona non avranno il piacere <strong>di</strong><br />
parlare a molta gente. Per due motivi. Primo, perché fanno della poesia.<br />
Secondo, perché questa poesia è stata immaginata e scritta, in buona<br />
<strong>parte</strong>, nel <strong>di</strong>aletto del loro paese. Una poesia <strong>di</strong> piccole cose espressa per<br />
giunta in una lingua che sarà intesa soltanto da pochi.<br />
Un giu<strong>di</strong>zio negativo dunque, se dovessimo misurare il valore del<br />
libro <strong>parte</strong>ndo dalla risonanza del successo, dalla vastità del pubblico,<br />
dalla valanga degli applausi. Per buona fortuna però questo libro va<br />
giu<strong>di</strong>cato nella sua sostanza, utilizzando una misura <strong>di</strong>versa dalle usuali.<br />
Va giu<strong>di</strong>cato attraverso la testimonianza della sua lingua, attraverso il<br />
contenuto della sua poesia.<br />
Siamo allora <strong>di</strong>nnanzi ad un lavoro che interessa lingua e letteratura.<br />
Finalmente abbiamo un lavoro <strong>di</strong>vulgativo che ci mette a contatto con la<br />
<strong>parte</strong> più viva <strong>di</strong> una comunità: la sua capacità espressiva, il segreto del<br />
suo mondo sentimentale, la sostanza e la storia della sua educazione<br />
letteraria.<br />
L'anima del libro è nei vari autori che cantano ognuno a modo<br />
proprio, ma sempre con uno stesso fondo <strong>di</strong> un non so che <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nato, <strong>di</strong><br />
serio e <strong>di</strong> profondamente affettivo.<br />
Il popolo canta nel metro delle epiche ottave <strong>di</strong> un Ariosto o <strong>di</strong> un<br />
Tasso. Per lo piú a versi alterni che vengono ripetuti (purtroppo ora<br />
soltanto da pochi!) nelle campagne o anche nei sereni convegni,<br />
carnascialeschi. Dei motivi che sono stati elaborati attraverso i secoli! Sì,<br />
perché vi sono immagini e sentimenti che si <strong>di</strong>stanziano da noi talvolta <strong>di</strong><br />
circa un millennio. « Ho camminato il mondo a palmo a palmo (riferisco<br />
traducendo dal <strong>di</strong>aletto), le donne le ho trovate a mille a mille; ed ho<br />
trovato due sorelle belle, l'una si chiama Rosa e l'altra si chiama Giglio ».<br />
E poi: « Ti vedo cambiare tanti colori, come il sole che sta per tramontare.<br />
Più <strong>di</strong>venti rossa e più dolore mi dai; più <strong>di</strong>venti pallida e più pena mi dai<br />
». Gli stessi spasimi <strong>di</strong> un cantastorie degli albori della nostra letteratura.<br />
C'è dunque anche nei canti popolari <strong>di</strong> Alberona qualcosa che va<br />
oltre i confini della letteratura locale. Si è cantato sin da quando il primo<br />
Signore <strong>di</strong> Alberona, Messere Amelio de Molisio, si era innamorato della<br />
M. CARUSO, G. DE MATTEIS, V. D'ALTERIO, Aria ed arie <strong>di</strong><br />
Alberona, <strong>Foggia</strong>, Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno, <strong>1963</strong>. Un vol. in 8°, pp. 190, 16 ill.ni<br />
(«<strong>Biblioteca</strong> del Turista», 3).<br />
169
zitella più bella <strong>di</strong> Barletta. E che la vita culturale e sociale del nostro piccolo centro<br />
viva in comunione con gli altri stanno a <strong>di</strong>mostrarlo i cantori che verranno dopo.<br />
Tutti intonati alle correnti letterarie in voga. Un pò tutti leopar<strong>di</strong>ani o carducciani, o<br />
anche l'una cosa e l'altra insieme. Carducciano il me<strong>di</strong>co Gazzi che canta i « palpiti<br />
giocon<strong>di</strong> della speranza ». Piuttosto leopar<strong>di</strong>ano, ma non insensibile alle forme<br />
carducciane, l'insegnante Pietro Lombar<strong>di</strong> che canta le valli e i vigneti della sua «<br />
dolce terra e la gloria consacrata ». Tutto leopar<strong>di</strong>ano l'inarrivabile Giacomo Strizzi<br />
(cui va rivolto un pensiero <strong>di</strong> profondo commosso rimpianto). Sulla stessa scia in<br />
fondo, anche se con dei ritrovati <strong>di</strong>versi, vedrei svolgersi il realismo classico <strong>di</strong><br />
Michele Caruso e l'efficace parlar <strong>di</strong>ffuso del giovanissimo Vincenzo D'Alterio.<br />
I cantori <strong>di</strong> Alberona hanno spezzato il loro isolamento. E' questo in<br />
fondo il vanto che lo Strizzi attribuiva alla sua poesia. <strong>La</strong> sua abituale<br />
confidenza: « Io non capisco la poesia moderna. A me piace la poesia<br />
classica. Ed io credo <strong>di</strong> essere riuscito ad inserire la lingua del mio paese nel<br />
grande alveo della lingua nazionale ».<br />
Questi uomini del secolo ventesimo hanno compiuto il miracolo <strong>di</strong><br />
sapersi esprimere pienamente in una lingua che ha rallentato il processo<br />
della sua naturale evoluzione. <strong>La</strong> lingua <strong>di</strong> Alberona, per quanto insi<strong>di</strong>ata<br />
sempre più dai contatti con le correnti culturali della vita contemporanea,<br />
conserva ancora i caratteri <strong>di</strong> quella grande comunità linguistica<br />
appenninica o centromeri<strong>di</strong>onale, che nel Me<strong>di</strong>o Evo aveva una cultura ed<br />
una lingua pressoché comuni nelle regioni che si svolgono lungo il dorsale<br />
degli Appennini, dalla Lucania alla Puglia settentrionale, all'Irpinia, agli<br />
Abruzzi e Molise, al <strong>La</strong>zio orientale, alle Marche, all'Umbria. Non si esagera<br />
<strong>di</strong>cendo che ad Alberona e nei centri più conservativi <strong>di</strong> quest'ampio<br />
territorio si parla la stessa lingua in cui fu scritto il Ritmo Cassinese, la<br />
stessa lingua in cui furono concepiti i laudari <strong>di</strong> Perugia e <strong>di</strong> Assisi. Gli<br />
autori del nostro volumetto (non <strong>di</strong>mentichiamo anche la <strong>parte</strong> <strong>di</strong> Giuseppe<br />
De Matteis che ha curato tutte le notizie <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne storico) hanno messo a<br />
<strong>di</strong>sposizione degli stu<strong>di</strong>osi il materiale necessario per rifare un pò la<br />
preistoria della nostra lingua letteraria. Quanti vorranno imitarli, ognuno<br />
per il proprio comune, renderanno opera altamente meritoria nella<br />
illustrazione dei fatti che hanno preparato il miracolo della lingua <strong>di</strong> Dante.<br />
Una nota <strong>di</strong> plauso vada da ultimo alla e<strong>di</strong>zione del sullodato<br />
volumetto veramente molto decorosa, curata con l'abituale zelo e buon<br />
gusto dallo Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Damo. Sono tramontati i tempi delle timide e<br />
rischiose imprese degli autori <strong>di</strong> provincia, meto<strong>di</strong>camente rifiutati dagli<br />
e<strong>di</strong>tori « nazionali » e perciò costretti a elemosinare contributi e subire i<br />
limiti degli stampatori locali. Anche in Capitanata, grazie alla perizia e alla<br />
tenacia <strong>di</strong> quella e<strong>di</strong>trice, si allineano intere collane che in <strong>parte</strong> avviano e in<br />
<strong>parte</strong> concludono importanti capitoli della storia del Mezzogiorno: dagli<br />
ormai vecchi ma sempre attuali opuscoli <strong>di</strong> « Risorgimento Pugliese », alla<br />
nobile « <strong>Biblioteca</strong> musicale », alla ridente raccolta de « la fortunata terra <strong>di</strong><br />
Puglia », nella quale questa canora Alberona è venuta, terza, ad aggiungersi<br />
ai primi ariosi volumetti, e quello <strong>di</strong> Michele Vocino, che la inaugurò,<br />
guidandoci Alla scoperta della Daunia con<br />
170
viaggiatori <strong>di</strong> ogni tempo, e all'altro <strong>di</strong> Pasquale Soccio e Tommaso Nardella<br />
su Stignano.<br />
MICHELE MELILLO<br />
Prof. MICHELE MELILLO, libero docente nella Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Roma.<br />
Miscellanea giuri<strong>di</strong>co-economica meri<strong>di</strong>onale<br />
Ligio al suo programma <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione culturale nel Sud, dopo i<br />
fortunati « Quaderni <strong>di</strong> Risorgimento Meri<strong>di</strong>onale », il Centro per la<br />
E<strong>di</strong>toria Scolastica e Popolare ha iniziato a Napoli una nuova collana, «<br />
Miscellanea giuri<strong>di</strong>co-economica Meri<strong>di</strong>onale », or<strong>di</strong>nata in serie. Una <strong>di</strong><br />
esse è opportunamente de<strong>di</strong>cata alla Dogana e al Tavoliere <strong>di</strong> Puglia, i<br />
nostri famosi istituti, che la prima volta, dopo la riesumazione fattane<br />
dalla Società Dauna <strong>di</strong> Cultura, emergono così alla ribalta della e<strong>di</strong>toria<br />
nazionale.<br />
In attesa <strong>di</strong> poterne trattare in sede <strong>di</strong> recensione, esau<strong>di</strong>amo la<br />
curiosità degli stu<strong>di</strong>osi, comunicando i titoli e il manifesto e<strong>di</strong>toriale, che<br />
li presenta:<br />
Nella rinascita meri<strong>di</strong>onale - che reclama anche una e<strong>di</strong>toria consapevole<br />
dei suoi doveri storici, oltre che istituzionali -, non dovrebbe apparire pretenziosa<br />
una collana come questa che, aperta alla lezione del passato e alle testimonianze<br />
<strong>di</strong> oggi, inviti a " nuova prole " stu<strong>di</strong>osi e politici e "operatori", per le nuove<br />
fortune del Mezzogiorno.<br />
Se <strong>di</strong> esso è ormai superfluo <strong>di</strong>mostrarne il rilievo avuto nella storia<br />
europea, se non trovano più riserve i suoi primati antichi in ogni campo, resta<br />
purtuttavia ine<strong>di</strong>to e privativa <strong>di</strong> pochi iniziati la maggior <strong>parte</strong> del suo<br />
inestimabile patrimonio culturale.<br />
Nell'attesa che, costituendosi le Regioni, i governi locali esau<strong>di</strong>scano le<br />
in<strong>di</strong>lazionabili istanze della cultura, alle altre iniziative, consentite dalle angustie<br />
ambientali, si aggiunge questa da noi curata col fine <strong>di</strong>: 1) riunire in e<strong>di</strong>zioni<br />
critiche i classici del <strong>di</strong>ritto e della economia pubblica del Mezzogiorno; 2)<br />
consegnare al tempo i contributi degli Autori nuovi; 3) accogliere in serie, <strong>di</strong>stinte<br />
per luogo e per soggetto, i documenti della vita giuri<strong>di</strong>co-forense ed economicofinanziaria<br />
delle provincie napoletane.<br />
S'inaugura la MISCELLANEA con una serie che compen<strong>di</strong>a quattro<br />
secoli <strong>di</strong> storia e realizza un'aspirazione lungamente delusa dalle insufficienze<br />
degli istituti e degli enti chiamati all'amministrazione delle memorie patrie e<br />
alla somministrazione della civile sapienza.<br />
Le conferiscono il titolo due singolari istituti, che dal 1443 al 1860<br />
riempirono <strong>di</strong> sé la vita del Regno: la Dogana <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e il Tavoliere <strong>di</strong> Puglia.<br />
Di essi il primo costituì il cespite primario della Corona e il<br />
171
moderatore della Feudalità nell'area economica vitale dello Stato, l'altro<br />
s'identificò con la rinascita politica meri<strong>di</strong>onale, a traverso la riforma napoleonica,<br />
determinata dalla grande polemica degli economisti e dei giuristi meri<strong>di</strong>onali, per<br />
la vasta e profonda trasformazione agraria e sociale della Puglia. Crollati sotto la<br />
ragione dei tempi nuovi e rimasti fuori degli stu<strong>di</strong> ufficiali, da congressi storici<br />
pugliesi del triennio 1951-53, in cui ne auspicammo il risveglio, se n'è ripresa la<br />
interrotta enciclope<strong>di</strong>a.<br />
<strong>La</strong> felice germinazione, secondata dal clima degli stu<strong>di</strong> e della intrapresa<br />
nel Sud, trova in questa sede la sua documentazione e insieme un eccitamento, per<br />
iniziativa della Società Dauna <strong>di</strong> Cultura, confortata dal patrocinio <strong>di</strong><br />
personalità, <strong>di</strong> enti e <strong>di</strong> istituti ai quali si vuol dare qui pubblica testimonianza.<br />
Nella serie "Dogana e Tavoliere" sono apparsi<br />
1) ANGELO CARUSO, sovrintendente archivistico per le Provincie<br />
napoletane: <strong>La</strong> dohana Menae pecudum - o Dogana <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> - e il suo archivio;<br />
2) ADDOLORATA SINISI, I beni dei Gesuiti in Capitanata nei sec. XVII-<br />
XVIII e l'origine dei centri abitati <strong>di</strong> Orta, Ordona, Carapelle, Stornarella e<br />
Stornara. E' in corso <strong>di</strong> stampa: GIUSEPPE CONIGLIO, della Univ. <strong>di</strong><br />
Milano, <strong>di</strong>rettore dell'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Mantova: <strong>La</strong> Dogana <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> nel sec.<br />
XVII. Note e documenti. Sono annunziati: POMPEO NANNINI, Or<strong>di</strong>namento<br />
giuri<strong>di</strong>co del Tavoliere <strong>di</strong> Puglia. Note <strong>di</strong> Giandomenico Romagnosi (a cura <strong>di</strong><br />
Mario Simone); 5) MARIO SIMONE e LUCREZIA Luiso, Bibliografia e<br />
glossario della Dogana e del Tavoliere <strong>di</strong> Puglia (Prefazione del prof. Michele<br />
Melillo della Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma).<br />
172
CRONACHE DELLA CULTURA<br />
Meri<strong>di</strong>onalismo e programmazione<br />
Il 5 novembre è stato ospite della « Provincia » l'avv.to Michele Cifarelli,<br />
esponente del P.R.I. in Puglia, vice presidente della Cassa per il Mezzogiorno.<br />
Nel salone <strong>di</strong> rappresentanza a Palazzo Dogana gli ha dato il saluto<br />
dell'Amministrazione il suo presidente avv.to Consiglio, innanzi a un pubblico<br />
qualificato, presenti il Prefetto <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, dott. Prestipino, personalità del mondo<br />
della cultura, amministratori e tecnici <strong>di</strong> enti pubblici e privati.<br />
E' <strong>di</strong> tutta evidenza - ha esor<strong>di</strong>to l'avvocato Cifarelli - che il meri<strong>di</strong>onalismo<br />
degli anni '60, pur senza rinnegare nulla o quasi <strong>di</strong> quel robusto ma tormentato tronco del<br />
meri<strong>di</strong>onalismo classico, debba superarlo. Ciò, non è chi non vede, deve avvenire attraverso<br />
l'azione <strong>di</strong> una classe <strong>di</strong>rigente oltre che capace, duttile alle mutate con<strong>di</strong>zioni dei tempi,<br />
soprattutto in grado <strong>di</strong> attuare la promozione <strong>di</strong> una coscienza storica più <strong>di</strong>ffusa nel<br />
citta<strong>di</strong>no, bisognevole <strong>di</strong> un nuovo costume civile. Così come deve superare quello provatamente<br />
costruttivo del trascorso decennio. Ciò sta a significare che l'azione per lo sviluppo delle regioni<br />
meri<strong>di</strong>onali deve sustanziarsi <strong>di</strong> esperienze moderne, ai livello europeo, e soprattutto adeguarsi<br />
alle esigenze della programmazione democratica, in<strong>di</strong>spensabile per tutti gli Stati e<br />
specialmente per quelli che hanno problemi <strong>di</strong> arretratezza o <strong>di</strong> sottosviluppo.<br />
In tal senso si potrebbero mettere già a fuoco taluni dei piú urgenti problemi:<br />
coartando il fondo retorico che informa l'esistenza dei più, agendo in or<strong>di</strong>ne ad una forza che<br />
provenga dalla consapevolezza intellettuale. Il Mezzogiorno potrebbe realmente unirsi<br />
moralmente e civilmente al resto del paese facendo coincidere, non più ignaro delle altrui<br />
esperienze, il piano delle sue necessità con la lotta per la democrazia. <strong>La</strong> programmazione,<br />
del resto, implica non solo scelte tecniche sul terreno delle opere pubbliche, degli incentivi, degli<br />
stanziamenti e degli investimenti, quant'anche, e in primo luogo, scelte politiche. Queste, nel<br />
senso dell'adeguamento della classe <strong>di</strong>rigente ai compiti non facili che deve affrontare, nel senso<br />
del ra<strong>di</strong>cale abbandono della improvvisazione, del sottogoverno, <strong>di</strong> tutti quegli atteggiamenti<br />
del clientelismo che tanto hanno nociuto in tutti i tempi e tuttora al Mezzogiorno d'Italia.<br />
L'oratore ha delineato, a questo punto, i nuovi compiti della Cassa del<br />
Mezzogiorno, alla quale le forze politiche democratiche hanno già deciso <strong>di</strong><br />
affidare per altri 15 anni il mandato principale per il definitivo superamento della<br />
situazione deteriore ancora persistente nel Mezzogiorno e nelle isole.<br />
Per realizzare il fine, occorrono subito nuovi stanziamenti che tengano conto per la<br />
Cassa, sia della spesa ad essa accollata nel settembre 1962 per un programma <strong>di</strong> ospedali e<br />
porti, sia del logorio della moneta, in ragione del quale <strong>di</strong> un terzo circa è, ad oggi, ridotta la<br />
entità effettiva dei precedenti stanziamenti <strong>di</strong> legge a favore dell'istituto addetto alla<br />
ristrutturazione materiale e<br />
173
psicologica, oltre che sociale, del popolo meri<strong>di</strong>onale. Altrimenti ancora una volta la<br />
congiuntura si risolverebbe in un danno particolare per il Mezzogiorno. Si pensi, per esempio,<br />
al problema delle autostrade. Se oggi il relativo programma fosse interrotto o solo ritardato, il<br />
danno sarebbe tutto del Sud, e gravissimo, giacché l'Autostrada del Sole è ormai in fase <strong>di</strong><br />
completamento fino a Roma.<br />
Dopo queste premesse sostanziali ha esposto le linee del programma<br />
elaborato dalla Cassa per gli interventi da attuare con gli stanziamenti della legge<br />
del rilancio quin<strong>di</strong>cennale. <strong>La</strong> Cassa, per l'agricoltura, dovrà soprattutto puntare al<br />
completamento degli interventi nelle zone irrigue, con la connessa soluzione del problema della<br />
conservazione, trasformazione, industrializzazione, commercializzazione dei prodotti in gran<br />
massa ottenibili.<br />
Per quanto concerne l'industrializzazione, si dovranno realizzare i piani regolatori,<br />
coor<strong>di</strong>nandoli nella programmazione regionale ed in quella d'insieme per il Mezzogiorno;<br />
inoltre dovranno rapidamente essere realizzate le infrastrutture raggruppando le troppe<br />
numerose localizzazioni finora stabilite per aree e nuclei.<br />
L'esperienza ancora consiglia <strong>di</strong> porre in primo piano l'attività della Cassa attraverso<br />
l'istituto per l'assistenza allo sviluppo del Mezzogiorno, volto a fornire alle imprese che<br />
sorgono nelle regioni meri<strong>di</strong>onali, e specialmente alle me<strong>di</strong>e ed alle piccole, quei sussi<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
conoscenza del mercato, organizzazione aziendale, avvicinamento alle tecniche più avanzate<br />
ed ai più moderni ritrovati delle scienze applicate. L'esperienza impone a tutti gli organi<br />
operanti nel Mezzogiorno, <strong>di</strong> dare priorità assoluta ai problemi del fattore umano, della<br />
formazione dei <strong>di</strong>rigenti, delle maestranze, a quella della preparazione degli amministratori<br />
pubblici e dei funzionari, fino all'adeguamento del personale tecnico-sociale del Mezzogiorno.<br />
E' un complesso <strong>di</strong> esigenze per le quali non basta, o arriva tar<strong>di</strong>, la scuola. Gli è<br />
che, pur potenziando questa in ogni modo, bisogna puntare su interventi massicci extrascolastici,<br />
programmati secondo le esperienze internazionali migliori e da realizzare in<br />
collaborazione tra la pubblica amministrazione e l'attività dei privati.<br />
<strong>La</strong> Cassa non mancherà <strong>di</strong> sviluppare, infine, quanto più ampiamente potrà, nel<br />
prossimo quin<strong>di</strong>cennio, gli interventi per il turismo, soprattutto nei comprensori a particolare<br />
vocazione turistica, già identificati, e che vanno, come il Gargano, salvaguardati e valorizzati.<br />
Per tutte le infrastrutture, le esigenze turistiche dovranno essere considerate (in sede <strong>di</strong><br />
programma e in sede <strong>di</strong> attuazione) sullo stesso piano <strong>di</strong> quelle agricole ed industriali. Il<br />
turismo non dev'essere la <strong>parte</strong> caudale fra i settori <strong>di</strong> azione meri<strong>di</strong>onalistica, pur essendo<br />
questa basata sostanzialmente sull'agricoltura.<br />
L'avv. Cifarielli ha chiuso così la sua conversazione: Giacché per lo sviluppo<br />
del Mezzogiorno, come per la costruzione dell'Europa, è dominante la considerazione<br />
dell'occasione propizia, in definitiva si deve fare una lotta contro il tempo [S. Ciccone].<br />
174
“ Aspetti e prospettive economiche ,,<br />
delle autostrade pugliesi<br />
PROBLEMI REGIONALI<br />
Nel quadro delle manifestazioni <strong>di</strong> contorno della «Fiera del Levante», il<br />
16 settembre si è svolto a Bari un importante convegno su Aspetti e prospettive<br />
economiche delle autostrade nella regione pugliese. Per la Capitanata sono intervenuti: il<br />
presidente dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, avv. Consiglio con l'ing. Tricarico,<br />
<strong>di</strong>rigente l'Ufficio Tecnico dello stesso ente; l'ing. Antonio Miranda, presidente<br />
dell'Or<strong>di</strong>ne degli Ingegneri, con i componenti del Consiglio dell'Or<strong>di</strong>ne: ingg.<br />
Casamassima, Guerrieri e Casiere; l'ing. Arturo Canè, presidente dell'ACI ed il<br />
dott. Nicola De Maria della Camera <strong>di</strong> Commercio.<br />
Il Presidente avv. Consiglio è intervenuto sul tema: «L'integrazione delle<br />
nuove autostrade con le vie <strong>di</strong> comunicazioni terrestri con particolare riguardo<br />
alle regioni del Mezzogiorno» - svolto dall'ing. Piero Grassini, capo servizio<br />
«Viabilità» della Cassa per il Mezzogiorno - per illustrare le due fondamentali<br />
esigenze della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
Nel suo intervento l'avv. Consiglio ha ricordato anzitutto che la nostra provincia sarà<br />
interessata sia dall'autostrada Pescara-Canosa che da quella Bari-Napoli. I loro tracciati<br />
sono definitivi, per cui nessuna riven<strong>di</strong>cazione in proposito può essere avanzata dalla<br />
Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, anche se l'autostrada Bari-Napoli passerà ad una <strong>di</strong>stanza<br />
considerevole dal Capoluogo.<br />
Ciò premesso, è evidente che l'azione della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> può essere <strong>di</strong>retta<br />
esclusivamente ad ottenere l'ubicazione delle stazioni autostradali e la realizzazione delle<br />
strade <strong>di</strong> collegamento.<br />
Per quanto riguarda l'autostrada Adriatica, la Capitanata ha una fondamentale<br />
riven<strong>di</strong>cazione da fare: l'istituzione <strong>di</strong> una stazione autostradale in agro <strong>di</strong> Lesina. Fra gli<br />
abitanti <strong>di</strong> Termoli e S. Severo non sono previste stazioni autostradali, con il risultato <strong>di</strong><br />
escludere completamente l'intero Gargano, in avanzata fase <strong>di</strong> sviluppo turistico, dai benefici<br />
dell'autostrada. Sul Gargano sono in corso svariate ed importanti iniziative turistiche, che<br />
interessano l'intero arco costiero dalla marina <strong>di</strong> Chieuti a Mattinata: la «Città per ferie » a<br />
Manacore, il « Villaggio turistico » dell'E.N.I. a Campi, il « Villaggio E.N.A.L. » a<br />
Calenelle - per citare le iniziative piú importanti - con investimenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ecine <strong>di</strong> miliar<strong>di</strong>;<br />
mentre è in continuo aumento il traffico turistico <strong>di</strong>retto ai laghi <strong>di</strong> Lesina e <strong>di</strong> Varano, alla<br />
Foresta Umbra, alla Pineta Marzini, alle Tremiti. Senza la stazione <strong>di</strong> Lesina, vera e<br />
propria porta <strong>di</strong> accesso al Gargano, i turisti, attratti dai nostri centri costieri, dovrebbero<br />
arrivare fino a S. Severo per poi percorrere a ritroso la SS. 89, con curve a raggio limitato e<br />
pendenze notevoli, mentre troverebbero, uscendo dall'auto-<br />
175
strada a Lesina, una moderna arteria già pre<strong>di</strong>sposta dalla Provincia, da Ripalta fino a<br />
Ro<strong>di</strong> Garganico, articolata in lunghi e como<strong>di</strong> rettilinei pianeggianti, che corrono<br />
panoramicamente sulle coste dei due laghi <strong>di</strong> Lesina e <strong>di</strong> Varano. Il percorso, infine, sarebbe<br />
notevolmente più breve, in quanto si eviterebbe il giro vizioso per S. Severo.<br />
<strong>La</strong> Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> perciò, ha bisogno assolutamente della stazione <strong>di</strong> Lesina e<br />
ha fatto voti in proposito all'A.N.A.S. ed alla Società Concessioni Autostrade per<br />
iniziativa dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, dei Comuni Garganici, della Camera <strong>di</strong><br />
Commercio e dell'Ente Turismo; anche i Parlamentari della Circoscrizione sono intervenuti<br />
con interrogazioni ed interpellanze.<br />
Esiste poi, il problema del collegamento <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> all'autostrada a circa Km. 5 a<br />
nord dell'abitato; per realizzare questo collegamento è stato suggerito all'A.N.A.S.<br />
l'ammodernamento dell'ultimo tratto della SS. 89 da Manfredonia a <strong>Foggia</strong>.<br />
Per quanto riguarda l'autostrada Bari-Napoli, la Capitanata riven<strong>di</strong>ca, invece, la<br />
costruzione <strong>di</strong> una strada moderna, a scorrimento veloce, <strong>di</strong> collegamento fra l'abitato <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong> e la stazione autostradale <strong>di</strong> Candela. E' possibile ammodernare la vecchia strada<br />
provinciale <strong>Foggia</strong>-Candela della lunghezza <strong>di</strong> circa 40 Km., il cui tracciato deve subire<br />
varianti in molti punti, per evitare il doppio attraversamento con la linea ferroviaria <strong>Foggia</strong>-<br />
Potenza; è necessario, inoltre, risolvere adeguatamente il problema dell'incrocio con la SS. 90,<br />
causa <strong>di</strong> frequenti incidenti, ed ammodernare due ponti, la cui costruzione risale ad<strong>di</strong>rittura<br />
all'epoca romana.<br />
Per la sistemazione <strong>di</strong> questa arteria si è preventivata una spesa <strong>di</strong> alcune centinaia<br />
<strong>di</strong> milioni, per la quale, potendosi caricare al bilancio della Provincia, si è chiesto l'intervento<br />
dell'A.N.A.S. Si spera che la sistemazione dell'arteria <strong>di</strong> collegamento coincida con l'entrata<br />
in funzione dell'autostrada.<br />
Nel concludere, l'avv. Consiglio ha espresso la fiducia che le limitate riven<strong>di</strong>cazioni<br />
della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, con l'appoggio delle consorelle provincie pugliesi, verranno<br />
integralmente accolte.<br />
Le richieste della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> sono state inserite in un votoraccomandazione<br />
firmato dai rappresentanti delle cinque province pugliesi, che è<br />
stato consegnato al prof. Luigi Tocchetti, presidente del Convegno.<br />
L'avv. Consiglio ha, poi, interessato, per la risoluzione dei citati problemi,<br />
l'ing. Fedele Cova, amministratore delegato della Società Concessioni e<br />
Costruzioni Autostrade.<br />
176
NUOVA SEDE DELL'ISTITUTO TECNICO e E. MASI » DI FOGGIA
FOGGIA (salone della Provincia) - Convegno per lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>di</strong>ssesti franosi nel<br />
Subappennino dauno (da s. a d.): ing. Tricarico, prof. Cotecchia, avv. Consiglio, assessore<br />
Comitangelo
In memoria <strong>di</strong> John Kennedy<br />
MANIFESTAZIONI PROVINCIALI<br />
<strong>La</strong> Puglia ha accolto con costernazione la incre<strong>di</strong>bile tragica notizia<br />
della uccisione <strong>di</strong> John F. Kennedy. Presente alla loro coscienza la missione<br />
da Lui assuntasi per la Giustizia e per la Pace nel Mondo, i Pugliesi<br />
conservano vivo il ricordo delle <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> amicizia per l'Italia, rinnovate<br />
dal Presidente a proposito <strong>di</strong> una manifestazione che, con quella primaverile<br />
<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, documenta il contributo essenziale della loro Regione alla ripresa<br />
democratica dell'Italia: la Fiera del Levante. « Gli Stati Uniti - egli aveva<br />
ricordato - devono molto della loro vitalità e del loro retaggio culturale all'Italia ed ai<br />
suoi milioni <strong>di</strong> figli, che seguirono Cristoforo Colombo e si stabilirono nel Nuovo<br />
Mondo. Oggi tra i popoli d'Italia e degli Stati Uniti intercorrono rapporti commerciali<br />
su livelli mai prima raggiunti e questa Fiera costituisce un perfetto simbolo del<br />
reciproco progresso economico e culturale dei nostri due Paesi ».<br />
Anche in Capitanata alla memoria <strong>di</strong> Kennedy si sono de<strong>di</strong>cati riti civili e<br />
religiosi. Tra le altre commemorazioni, ricor<strong>di</strong>amo quella del presidente<br />
dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> e l'altra del Sindaco <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, che ha<br />
intitolata al Martire una larga via del Quartiere residenziale. A Palazzo Dogana,<br />
l'avvocato Consiglio ha detto:<br />
«Sento il bisogno e il dovere <strong>di</strong> esprimere il profondo cordoglio delle popolazioni<br />
della Provincia Dauna per la tragica morte <strong>di</strong> Kennedy, il Presidente della «nuova<br />
frontiera», il giovane Presidente cattolico degli Stati Uniti <strong>di</strong> America, il Presidente<br />
simpatico, <strong>di</strong>namico, moderno, prudente e generoso, saggio ed aperto, paziente e coraggioso.<br />
E' morto un autentico combattente, un eroe purissimo, che ha vissuto e sofferto,<br />
consacrandosi fino alla luce dell'estremo sacrificio, per conservare al suo popolo e al mondo<br />
intero la pace nella giustizia e nella libertà. L'uomo che l'ha ucciso - povero e oscuro<br />
strumento del male - non sa che, spenta una vita umana, mille altre vite ardono <strong>di</strong> fede nel<br />
costruire quel mondo migliore che John Kennedy sognò, quel mondo libero, in cui i forti<br />
siano giusti, i deboli siano sicuri e la pace sia preservata per tutte le genti.<br />
A Palazzo <strong>di</strong> Città non meno sentito e commosso è stato l'omaggio<br />
reso dall'avvocato Forcella con le seguenti parole:<br />
177
« Credo <strong>di</strong> interpretare il sentimento dell'intera citta<strong>di</strong>nanza se affermo che tutti noi<br />
siamo dominati da una profonda commozione, molto simile a quella provata sei mesi fa<br />
all'annunzio della scomparsa <strong>di</strong> Papa Giovanni XXIII. Kennedy era innanzitutto un uomo<br />
<strong>di</strong> fede che credeva in ciò che <strong>di</strong>ceva e faceva e la sua opera costituiva una garanzia non solo<br />
per il suo paese, ma per tutte le nazioni. Era l'uomo dei tempi nuovi, che aveva aperto il<br />
cuore dei popoli ad una grande speranza <strong>di</strong> pace. Egli è caduto da combattente. Le nuove<br />
frontiere, verso le quali guardava e marciava con entusiasmo e saggezza, sono le stesse alle<br />
quali tende l'umanità intera. Un avvenimento così tragico, non deve, non può trascorrere<br />
invano. Dio voglia che il sacrificio del grande Presidente si traduca in bene e cioè in un<br />
accrescimento <strong>di</strong> comprensione, <strong>di</strong> tolleranza, in un arricchimento spirituale, in una possibilità<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>aloghi e <strong>di</strong> <strong>di</strong>battiti, pacati e sereni a tutti i livelli, dalle piccole comunità come le nostre a<br />
quelle internazioni ».<br />
Convegno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
dei <strong>di</strong>ssesti franosi nel Subappennino dauno<br />
All'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> non poteva sottrarsi la esigenza <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scutere anche fuori della sua sede deliberante uno dei gravi problemi della<br />
viabilità <strong>di</strong> montagna. Pertanto il 24 novembre ha riunito in convegno a Palazzo<br />
Dogana autorità e tecnici sul tema «Stu<strong>di</strong>o dei <strong>di</strong>ssesti franosi nel Subappennino<br />
dauno con particolare riguardo alle strade provinciali».<br />
<strong>La</strong> relazione introduttiva è stata svolta dal prof. ing. Vincenzo Cotecchia,<br />
titolare della Cattedra <strong>di</strong> Geologia applicata nella Facoltà d'Ingegneria <strong>di</strong> Bari. Nel<br />
presentarlo, l'avv. Consiglio, a nome dell'ente che presiede, ha spiegato che in<br />
quel primo incontro bisognava riconoscere non un'accademia fine a se stessa, e per ciò<br />
destinata a rimanere a livello scientifico, ma la promessa e l'avvio necessari alla risoluzione in<br />
concreto dei problemi ingegneristici e amministrativi che riguardano la costruzione e la<br />
manutenzione delle strade provinciali del Subappennino.<br />
«Noi desideriamo» egli ha proseguito «che il problema delle frane, trattato<br />
etiologicamente dal geologa, passi sul tavolo dei tecnici e degli amministratori per essere<br />
adeguatamente affrontato e risolto, alla luce <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>ti e dettagliati su tutto ciò che<br />
con<strong>di</strong>ziona idro-geologicamente i tracciati delle nostre strade. Noi auspichiamo, peraltro, che<br />
questi stu<strong>di</strong> - se ci soccorreranno i necessari mezzi finanziari - possano essere estesi a tutto<br />
l'agro del Subappennino, compresi i centri abitati, <strong>di</strong> guisa che, non soltanto l'Ente<br />
Provincia, per l'assolvimento dei suoi compiti <strong>di</strong> istituto e in particolare riguardo alle strade,<br />
ma anche i Comuni, i Consorzi e gli altri Enti Pubblici e privati possano attingervi e, sulla<br />
base <strong>di</strong> essi, impostare in maniera illuminata e moderna i problemi <strong>di</strong> propria competenza.<br />
E' inutile <strong>di</strong>re che questo Convegno trae motivo dalla constatata insufficienza dei<br />
mezzi e dei sistemi fin qui adoperati. Non si può programmare se-<br />
178
iamente se non si conoscono a fondo le intime cause <strong>di</strong> un fenomeno, che è fisico, economico,<br />
amministrativo e sociale ad un tempo.<br />
« Quest'anno noi abbiamo aumentato lo stanziamento relativo alla sistemazione delle<br />
frane da <strong>di</strong>eci a circa settanta milioni, e, <strong>di</strong> fronte alla urgenza improrogabile <strong>di</strong> questi<br />
interventi (si trattava della sistemazione delle frane <strong>di</strong> Faeto-Ponte Lucifero; <strong>di</strong> Celenza-<br />
Ponte Tre<strong>di</strong>ci Archi e <strong>di</strong> Ponte Radogna-Acca<strong>di</strong>a), siamo stati costretti a trasferire quasi<br />
tutta la spesa sul bilancio 1964. Ma sappiamo che questa è una terapia «sintomatica», che<br />
non può guarire il male alla ra<strong>di</strong>ce. Abbiamo approntato per l'approvazione del Consiglio<br />
<strong>Provinciale</strong> un progetto <strong>di</strong> pronto intervento per curare, scavalcando le lungaggini burocratiche,<br />
la manutenzione or<strong>di</strong>naria delle strade in maniera tempestiva ed adeguata. Ma non possiamo<br />
illuderci <strong>di</strong> contenere il fenomeno delle frane, assicurando alle nostre strade soltanto un più<br />
rapido intervento nella manutenzione or<strong>di</strong>naria. Sarebbe come voler curare l'eczema con le<br />
creme <strong>di</strong> bellezza. Non si rimuove la causa <strong>di</strong> un fenomeno patologico, intervenendo solo sugli<br />
effetti, se non a con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> fare una operazione <strong>di</strong> plastica demagogica.<br />
«Occorrono, dunque, stu<strong>di</strong> moderni ed elaborati, tanto più moderni ed elaborati,<br />
quanto più è antica la malattia delle frane. Perciò ho chiamato il clinico, che gentilmente ci<br />
aiuterà a condurre l'indagine. Perciò ho invitato VOI; tecnici della Provincia e Sindaci del<br />
Subappennino, che ci aiuterete a fornire dementi <strong>di</strong> elaborazione e dati <strong>di</strong> esperienza.<br />
«Consentitemi, o signori, <strong>di</strong> sperare che questa iniziativa trovi il vostro consenso ed<br />
abbia il suo migliore successo. E consentitemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>re - a conferma <strong>di</strong> un impegno assunto con<br />
il mio <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> presentazione al Consiglio <strong>Provinciale</strong> del 13 settembre dello scorso anno -<br />
che questo Convegno vuol essere un segno <strong>di</strong> comprensione e <strong>di</strong> solidarietà per il nostro<br />
Subappennino, alle cui cure l'Ente Provincia è particolarmente impegnato. Si tratta <strong>di</strong> un<br />
impegno d'onore, che è anche un pegno d'amore. Apprestandoci a stu<strong>di</strong>are - come <strong>di</strong>cono i<br />
tecnici - le con<strong>di</strong>zioni idrogeologiche del Subappennino, desideriamo cogliere più da vicino il<br />
palpito e l'anima <strong>di</strong> quelle popolazioni. Chinandoci umilmente a stu<strong>di</strong>are le viscere <strong>di</strong> quella<br />
terra, desideriamo avvicinarci al cuore dei suoi abitanti».<br />
Quin<strong>di</strong>, tra la più viva attenzione generale, il prof. Cotecchia ha svolto la<br />
relazione, che si pubblica in altra <strong>parte</strong> <strong>di</strong> questa rassegna.<br />
Ha avuto quin<strong>di</strong> inizio un approfon<strong>di</strong>to <strong>di</strong>battito nel corso del quale<br />
hanno preso la parola gli ingegneri Maffei, Cavaliere, Di Pasqua, De Leonar<strong>di</strong>s<br />
e Salvatore, il sindaco <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a dott. Miranda, il sub-commissario del<br />
Consorzio generale <strong>di</strong> Bonifica prof. Paranzino, il segretario della Federazione<br />
provinciale del PSI dott. De Maio e il capo gruppo consiliare comunista a<br />
Palazzo Dogana prof. Vania.<br />
Nelle comunicazioni, il presidente avv. Consiglio, ha dato notizia dei<br />
telegrammi <strong>di</strong> adesione degli on.li Dell'Andro e <strong>La</strong>ttanzio, nonché dei motivi<br />
per i quali il prefetto dott. Prestipino e il questore dott. Annunziata non hanno<br />
potuto <strong>parte</strong>cipare all'importante convegno.<br />
Tra le personalità intervenute: il sottosegretario on. De Meo, il<br />
provve<strong>di</strong>tore regionale alle Opere pubbliche, ing. De Riso, i segretari<br />
provinciali della DC, prof. Curatolo, del PSI dott. De Maio, e del PSDI cav.<br />
Fiume, i sindaci <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a, dott. Miranda, <strong>di</strong> Torremaggiore dr. De Simone, <strong>di</strong><br />
Candela dott.<br />
179
Caporizzo, il presidente dell'EPT avv. Ciampi, gli assessori provinciali<br />
Comitangelo, Capobianco, De Santis e Fiordelisi, il capo reparto dell'Ente<br />
Autonomo Acquedotto Pugliese ing. Modoni, il capo dell'Ufficio <strong>La</strong>vori<br />
dell'Ente Riforma ing. Corsi, il capo gruppo consiliare della DC a Palazzo<br />
Dogana dr. Galasso, l'ing. Tramonte, il capo dell'Ufficio tecnico<br />
dell'Amministrazione provinciale ing. Tricarico, il capo del Genio civile <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />
ing. De Bellis, e numerosi ingegneri degli Uffici tecnici della Amministrazione<br />
provinciale, del Comune <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, del Consorzio Generale <strong>di</strong> Bonifica della<br />
Capitanata e del Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Montana del Gargano, e tutti i<br />
rappresentanti della Stampa. <strong>La</strong> riunione si è conclusa con la votazione del<br />
seguente or<strong>di</strong>ne del giorno:<br />
« I <strong>parte</strong>cipanti al Convegno preliminare, indetto dall'Amministrazione <strong>Provinciale</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, per lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>di</strong>ssesti franosi del Sub Appennino Dauno, con particolare<br />
riguardo alle strade provinciali, sentita la relazione del prof. ing. Vincenzo Cotecchia, titolare<br />
della cattedra <strong>di</strong> Geologia applicata nella Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria presso l'Università <strong>di</strong> Bari;<br />
considerato che dalla presente relazione e dal successivo <strong>di</strong>battito è emersa la necessità <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>re appieno lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>di</strong>ssesti franosi, che sconvolgono il Sub Appennino; mentre<br />
si compiacciono col Presidente dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> della iniziativa presa <strong>di</strong><br />
porre all'attenzione il problema <strong>di</strong> così particolare interesse, fanno propria la proposta per<br />
uno stu<strong>di</strong>o dettagliato delle con<strong>di</strong>zioni idrogeologiche e geotecniche del Sub Appennino e fanno<br />
voti perché l'A. P. <strong>di</strong>sponga un approfon<strong>di</strong>to esame in tale senso e che lo stesso non sia<br />
limitato alle sole strade provinciali, ma sia esteso a tutto l'agro del Subappennino, compresi i<br />
centri abitati ».<br />
180
Sul bilancio <strong>di</strong> previsione <strong>1963</strong><br />
dell' Amministrazione <strong>Provinciale</strong><br />
Signori Consiglieri I<br />
PALAZZO DOGANA<br />
Questo <strong>di</strong>scorso, che è <strong>di</strong> presentazione dei bilancio preventivo <strong>1963</strong>, non<br />
può prescindere dal porre alcune considerazioni in or<strong>di</strong>ne al momento particolare<br />
in cui vive l'Ente Provincia.<br />
Ci troviamo <strong>di</strong> fronte a due gran<strong>di</strong> avvenimenti che si presentano nella<br />
prospettiva storica della vita dello Stato: le Regioni e la Programmazione.<br />
PROVINCIA E REGIONE<br />
È dato credere che, apprestati i necessari strumenti per superare l'attuale<br />
congiuntura economica ed elaborare le riforme relative alla struttura degli Enti<br />
e alla Finanza locale, il Governo darà vita alle Regioni. l'or<strong>di</strong>namento regionale,<br />
cioè, si attuerà non affrettatamente, ma con le debite cautele tecniche, e in<br />
modo da realizzare un autentico decentramento amministrativo in un sistema<br />
pluralistico e democratico.<br />
L'or<strong>di</strong>namento regionale consentirà, inoltre, in una con la nuova<br />
legislazione, la ulteriore valorizzazione della autonomia dei Comuni e delle<br />
Province, determinando le loro funzioni e competenze in applicazione della norma<br />
costituzionale, prevedendo una migliore e piú <strong>di</strong>fferenziata organizzazione interna<br />
ed un sicuro e piú deciso processo <strong>di</strong> espansione delle autonomie locali.<br />
Certo non sono sopiti ancora oggi i tentativi <strong>di</strong> coloro che nella<br />
* Relazione svolta il 10 <strong>di</strong>cembre durante la seduta del Consiglio <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
181
ealizzazione dell'or<strong>di</strong>namento regionale auspicherebbero un ri<strong>di</strong>mensionamento<br />
delle funzioni della Provincia, fino a ridurle nell'ambito della « delega » ex art. 118<br />
della Costituzione. Ma bene ha fatto I'U.P.I. nell'Assemblea <strong>di</strong> Palermo a<br />
richiamare energicamente la necessità che, accanto a quelle funzioni amministrative<br />
che saranno delegate dalle Regioni all'Ente Provincia, da considerarsi soltanto in via<br />
complementare e sussi<strong>di</strong>aria, vengano assolte dalla Provincia, nell'ambito e in<br />
omaggio della sua autonomia, quelle funzioni sue proprie, per le quali essa è<br />
profondamente qualificata e per le quali ha dato prova <strong>di</strong> sensibilità e <strong>di</strong><br />
organizzazione perfettamente adeguate ai bisogni delle popolazioni amministrate.<br />
Basti pensare ai nostri laboratori d'Igiene e Profilassi, che si sono rivelati<br />
strumento <strong>di</strong> collaudata esperienza ed efficacia; basti pensare ai compiti della<br />
assistenza e della viabilità tra<strong>di</strong>zionalmente assolti dalle Amministrazioni<br />
Provinciali, gli uni con fervido senso <strong>di</strong> solidarietà e oltre gli stessi limiti <strong>di</strong> legge, e<br />
gli altri con la sperimentata e valida organizzazione dei nostri uffici tecnici, per<br />
comprendere che sarebbe un errore ed un torto svuotare la Provincia dei suoi<br />
compiti primari e naturali e ridurla ad una mera entità territoriale, destinata ad<br />
assolvere poco piú che le funzioni in delega della Regione.<br />
Noi cre<strong>di</strong>amo e speriamo fermamente invece che la Provincia troverà nel<br />
nuovo or<strong>di</strong>namento regionale la sua piena esplicazione costituzionale.<br />
PROVINCIA E PROGRAMMAZIONE<br />
L'altro grande avvenimento che è davanti a noi è la Programmazione. Al <strong>di</strong> sopra<br />
<strong>di</strong> ogni visione politica, nessuno può pensare seriamente che al futuro della nostra<br />
economia e della crescita sociale possa rimanere estranea una seria e bene or<strong>di</strong>nata<br />
programmazione.<br />
Ora dobbiamo chiederci se la Provincia sia capace, per il modo come essa è<br />
attualmente riconosciuta ed organizzata, <strong>di</strong> assumere compiti propri in rapporto<br />
alla programmazione. Dalla lettura dell'art. 117 della Costituzione si ricava netta<br />
l'opinione che sarà la Regione ad assolvere il ruolo piú importante nella politica <strong>di</strong><br />
programmazione. Del resto, la Regione costituirà l'ambito territoriale e lo<br />
strumento giuri<strong>di</strong>co-amministrativo piú idoneo perché una programmazione possa<br />
assumere un giusto respiro ed una <strong>di</strong>mensione adeguata, e perché, attraverso la<br />
formulazione dei piani regionali <strong>di</strong> sviluppo, sia scongiurato il rischio <strong>di</strong> una<br />
programmazione tecnocratica e accentrata ai vertici della organizzazione statale.<br />
Noi riteniamo, pertanto, sulla scorta <strong>di</strong> quanto si è detto unani-<br />
182
memente a livello della Unione delle Province d'Italia, che i piani <strong>di</strong> sviluppo<br />
saranno elaborati e formulati a livello regionale; che i <strong>di</strong>versi piani regionali saranno<br />
coor<strong>di</strong>nati e integrati nel piano nazionale <strong>di</strong> sviluppo; che, esauritasi cosí la fase <strong>di</strong><br />
elaborazione, il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> esecuzione, attraverso la concreta applicazione<br />
delle linee del piano nazionale, tornerà a svolgersi a livello regionale.<br />
Quale sarà allora, e prima che si realizzi l'or<strong>di</strong>namento regionale, il compito<br />
della Provincia?<br />
A nostro avviso, in attesa <strong>di</strong> quell'evento e in attesa che si compia l'auspicata<br />
riforma destinata a rendere piú flessibili le funzioni della Provincia e piú adeguata la<br />
sua finanza, l'Ente Provincia può e deve concorrere alla elaborazione dei piani<br />
regionali <strong>di</strong> sviluppo, apprestando stu<strong>di</strong>, raccogliendo dati <strong>di</strong> conoscenza e <strong>di</strong><br />
statistica, sollecitando ricerche ed analisi, preparando, in altri termini, la ra<strong>di</strong>ografia<br />
economica e sociale del proprio territorio, e, ad un tempo, approfondendo quei<br />
temi <strong>di</strong> sua competenza specifica <strong>di</strong>retti a creare una situazione ambientale e <strong>di</strong><br />
infrastrutture sempre piú favorevole e sensibile a recepire i fattori <strong>di</strong> sviluppo.<br />
Le esperienze già avviate da qualche Provincia in questi sensi, e le piú<br />
numerose esperienze fatte a livello <strong>di</strong> unioni regionali <strong>di</strong> province stanno a<br />
testimoniare quanto il problema sia sentito dalla Provincia <strong>di</strong> fronte alla necessità <strong>di</strong><br />
<strong>parte</strong>cipare attivamente, con la larghezza dei suoi poteri <strong>di</strong> rappresentanza<br />
democratica, alla politica <strong>di</strong> sviluppo che il Paese attende: e tutto ciò al <strong>di</strong> là dei<br />
limiti formali della legge vigente e per la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> reali interessi, allo stato<br />
non altrimenti sod<strong>di</strong>sfacibili.<br />
GIUNTA MINORITARIA E PROGRAMMAZIONE<br />
Di fronte a questi due ampi temi <strong>di</strong> prospettiva, la nostra Giunta minoritaria non è<br />
stata in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> passivo atten<strong>di</strong>smo, ma ha vissuto responsabilmente<br />
questi tempi <strong>di</strong> vigilia: 1) pre<strong>di</strong>sponendo nell'ambito dei compiti amministrativi<br />
d'istituto degli stu<strong>di</strong> programmatici e settoriali; 2) approntando gli strumenti e le<br />
volontà necessari ad affrontare il piú impegnativo problema della programmazione<br />
in senso subregionale. Certamente è mancata a questa Giunta la forza politica che<br />
caratterizza il ruolo delle maggioranze precostituite e che le era necessaria per<br />
superare piú agevolmente le <strong>di</strong>fficoltà gravi <strong>di</strong> cassa, <strong>di</strong> bilancio e <strong>di</strong> tempo che si<br />
sono attraversate e per dare alla programmazione un in<strong>di</strong>rizzo piú energico ed un<br />
conforto <strong>di</strong> azioni da concepire e intraprendere coralmente, sulla base <strong>di</strong> larghe<br />
convergenze politiche.<br />
183
Ma nessuno può <strong>di</strong>menticare che questa Giunta minoritaria fu determinata da uno<br />
stato <strong>di</strong> necessità, che imponeva, nella mancanza <strong>di</strong> alternative politiche e <strong>di</strong><br />
soluzioni maggioritarie, l'obbligo improrogabile <strong>di</strong> porre fine ad una crisi che,<br />
durata dal 4 aprile al 7 <strong>di</strong> agosto, aveva determinato un eccezionale ed esiziale<br />
vuoto <strong>di</strong> potere. Noi fummo convinti in quell'occasione che l'unica altra soluzione<br />
prospettata dalle forze <strong>di</strong> sinistra con la convergenza tra P.C.I. - D.C. - P.S.I. e<br />
P.S.D.I. sarebbe stata una combinazione confusionaria e qualunquistica e avrebbe<br />
significato il tra<strong>di</strong>mento del nostro mandato politico. Ritenemmo, quin<strong>di</strong>, nel<br />
riassumere la guida dell'Ente con la prospettiva <strong>di</strong> un potere nè comodo e nè felice,<br />
<strong>di</strong> compiere un dovere civico, <strong>di</strong> impegnarci a piú gravosi sacrifici, <strong>di</strong> porre fine alla<br />
crisi, <strong>di</strong> rispettare la volontà del Consiglio <strong>Provinciale</strong>, che si era espresso<br />
ripetutamente ed unanimemente nel senso <strong>di</strong> evitare un ritorno a regimi<br />
commissariali, <strong>di</strong> assicurare, infine, alla Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> quella « continuità » <strong>di</strong><br />
vita e <strong>di</strong> funzioni, che rappresentò il nostro primo <strong>di</strong>chiarato impegno<br />
programmatico all'atto della nostra prima elezione del settembre 1962.<br />
Nonostante, dunque, le sue carenze costituzionali, questa Giunta .<br />
minoritaria, rinnovando l'impegno già assunto dalla Giunta paritaria <strong>di</strong> centrosinistra,<br />
che pure ho avuto l'onore <strong>di</strong> presiedere dal settembre 1962 al marzo <strong>1963</strong>,<br />
ha elaborato degli stu<strong>di</strong> programmatici e settoriali, che intendono segnare, sulla<br />
base delle esperienze fatte e al <strong>di</strong> là degli impegni <strong>di</strong> questo bilancio, da una <strong>parte</strong><br />
l'in<strong>di</strong>viduazione delle lacune, delle carenze e dei vizi d'impostazione sin qui<br />
registrati, e dall'altra la via piú sicura da percorrere per migliorare ed accrescere i<br />
nostri servizi nei vari settori <strong>di</strong> intervento, da quelli piú importanti della viabilità e<br />
dell'assistenza a tutti gli altri che rientrano nei nostri obblighi costituzionali.<br />
In un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> programmazione generale, l'Ente che voglia <strong>parte</strong>ciparvi e<br />
contribuirvi, deve tendere, prima <strong>di</strong> ogni altra cosa, ad avere una chiara visione<br />
programmata nell'assolvimento delle funzioni e dei servizi <strong>di</strong> propria competenza.<br />
L'Amministrazione <strong>di</strong> un ente locale, che riuscisse a portare ad un livello ottimale i<br />
suoi servizi, sarebbe in grado <strong>di</strong> dare il piú serio contributo allo sviluppo<br />
economico-sociale del proprio territorio, in quanto presenterebbe l'ambiente piú<br />
adatto e piú pronto a moltiplicarne i fattori <strong>di</strong> miglioramento e <strong>di</strong> sviluppo.<br />
184
PERSONALE E PROGRAMMAZIONE<br />
Ma lasciatemi subito <strong>di</strong>re che il nostro Ente, a <strong>parte</strong> l'attuale inadeguatezza della sua<br />
organizzazione giuri<strong>di</strong>ca e della sua capacità finanziaria, ha bisogno <strong>di</strong> prepararsi<br />
alla programmazione innanzi tutto migliorando e qualificando il personale,<br />
aumentandone il ren<strong>di</strong>mento e la produttività fino a rendere i nostri collaboratori<br />
<strong>parte</strong>cipi degli interessi vitali dell'Amministrazione.<br />
II problema che questo delicato settore pone non è soltanto nel trattamento<br />
economico o nella concessione <strong>di</strong> miglioramenti o <strong>di</strong> piú vantaggiose progressioni<br />
<strong>di</strong> carriera. Ciò rappresenta un aspetto importante del problema, ma non può e<br />
non deve esaurirlo. Attendere benevolmente le richieste del nostro personale,<br />
esaminare serenamente e compatibilmente con gli interessi generali dell'Ente le<br />
riven<strong>di</strong>cazioni sindacali rientra certo nella buona politica <strong>di</strong> una Amministrazione.<br />
<strong>La</strong> nostra Giunta crede <strong>di</strong> avere adeguatamente risposto a queste esigenze,<br />
bloccando le nuove assunzioni, allargando la pianta organica con posti da mettere a<br />
concorso, inquadrando con stipen<strong>di</strong>o tabellare i salariati con retribuzione<br />
forfettaria, concedendo l'assegno temporaneo, regolamentando e migliorando<br />
l'indennità accessoria, concedendo un assegno mensile <strong>di</strong> adeguamento al<br />
trattamento del Segretario Generale, deliberando provve<strong>di</strong>menti vari in favore <strong>di</strong><br />
categorie o <strong>di</strong> settori particolari. Si può <strong>di</strong>re, salvo migliore controllo, che il nostro<br />
personale che impegna oggi il 30% della spesa obbligatoria or<strong>di</strong>naria del bilancio,<br />
ha avuto un miglioramento reale in questi ultimi tempi, che al netto del 13% in cui<br />
può calcolarsi l'aumento del costo della vita, può considerarsi <strong>di</strong> circa il 50%.<br />
Ma, come <strong>di</strong>cevo, il problema del personale postula, anche in rapporto alla<br />
programmazione, delle esigenze moderne, che vanno da una piú efficiente<br />
riorganizzazione dei servizi e degli uffici, all'in<strong>di</strong>spensabile potenziamento dei<br />
quadri <strong>di</strong>rettivi, dalla istituzione <strong>di</strong> appositi uffici <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> programmazione alla<br />
formazione <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> perfezionamento per i neo-assunti e alla <strong>parte</strong>cipazione dei<br />
funzionari della carriera <strong>di</strong>rettiva ai corsi a livello universitario: il tutto, superando<br />
anacronistici sistemi <strong>di</strong> valutazione e <strong>di</strong> controllo nei ren<strong>di</strong>menti e con<br />
provve<strong>di</strong>menti da adottare, secondo una politica programmata a breve, a me<strong>di</strong>o ed<br />
a lungo termine.<br />
<strong>La</strong> relazione dell'Assessore al personale offre, in proposito, un quadro <strong>di</strong><br />
programmazione davvero interessante, organico e moderno.<br />
Ma il problema del personale è profondamente connesso con quello della<br />
Sede e dei Locali, in cui i nostri funzionari devono lavorare e produrre, dando il<br />
loro insostituibile contributo.<br />
185
Non può legittimamente attendersi un piú qualificato ren<strong>di</strong>mento del<br />
personale se non si risolve il problema dell'ampliamento della sede. Perciò la<br />
Giunta propone <strong>di</strong> contrarre un mutuo <strong>di</strong> L. 250 milioni per i lavori <strong>di</strong><br />
consolidamento, sistemazione e restauro <strong>di</strong> Palazzo Dogana, secondo il<br />
progetto già approntato dal nostro Ufficio Tecnico, e a cui vanno ad<br />
aggiungersi, se non già comprese, le spese per l'impianto <strong>di</strong> amplificazione <strong>di</strong><br />
questa Sala del Consiglio, per la sistemazione della Sala per gli Assessori e per<br />
altre opere minori. Il compimento <strong>di</strong> questi lavori, nel mentre bisognerà<br />
continuare a perseguire il piú ambizioso scopo <strong>di</strong> costruire la nuova sede della<br />
Provincia a piazza Cavour, rappresenterà, oltre ai naturali vantaggi, un passo<br />
decisivo anche in rapporto alla programmazione.<br />
Nè questa Giunta ha inteso, come ho già detto, ridurre il problema della<br />
programmazione al miglioramento ed al potenziamento dei servizi <strong>di</strong> propria<br />
competenza.<br />
In attesa dell'or<strong>di</strong>namento regionale, l'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong>, od in senso autonomo, o <strong>di</strong> concerto con l'Unione delle Province Pugliesi,<br />
intende compiere l'opera preliminare, che le è propria, rilevando dati e ipotesi <strong>di</strong><br />
sviluppo in uno stu<strong>di</strong>o organico che tenga conto del movimento demografico,<br />
degli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> futura occupazione, dei venti, delle acque, delle risorse agricole, della<br />
natura del suolo, delle fonti <strong>di</strong> energia <strong>di</strong>sponibili. Occorrerà per questo lavoro<br />
utilizzare alcuni stu<strong>di</strong> già eseguiti, confrontare il nostro piano con stu<strong>di</strong> già<br />
elaborati, come quello del Piano Regolatore del Nucleo Industriale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, o in<br />
via <strong>di</strong> elaborazione, come quello della Comunità Economica Europea sull'asse<br />
Bari-Taranto, senza atteggiamenti autarchici o <strong>di</strong> esclusivismo, in modo da ottenere<br />
dalla integrazione e dalla coor<strong>di</strong>nazione delle iniziative adeguati ed efficaci risultati.<br />
Vi sono stati, come sapete, dubbi e incertezze e contrasti sui tempi e sulle<br />
procedure da seguire per la nostra programmazione, e ciò soprattutto per la<br />
ingiustificata preoccupazione <strong>di</strong> qualche gruppo politico <strong>di</strong> vedere risolto il<br />
problema a livello puramente tecnico e senza il concorso degli ambienti politici e<br />
del lavoro della nostra Provincia. Noi restiamo convinti che una sana<br />
programmazione comincia in sede tecnica e scientifica e va poi verificata, <strong>di</strong>scussa e<br />
confrontata, nelle se<strong>di</strong> politiche, sindacali e amministrative, alla luce dei bisogni<br />
sociali e delle prospettive economiche e politiche democraticamente espressi.<br />
Comunque, c'è una decisa volontà <strong>di</strong> questa Giunta <strong>di</strong> procedere sulla via della<br />
programmazione e che si esprime concretamente in una apposita voce prevista nel<br />
bilancio con la spesa <strong>di</strong> 30 milioni, a cui può accostarsi, per la istessità delle<br />
impostazioni e dei fini, l'altra spesa<br />
186
prevista <strong>di</strong> L. 20 milioni per contributo alla costruzione <strong>di</strong> un Centro <strong>di</strong><br />
Addestramento per lavoratori.<br />
BILANCIO PREVENTIVO <strong>1963</strong><br />
Ora, parlando piú da vicino <strong>di</strong> questo bilancio preventivo <strong>1963</strong>, che viene<br />
all'approvazione del Consiglio <strong>Provinciale</strong>, dobbiamo <strong>di</strong>re che esso appare<br />
certamente assai piú come un bilancio consuntivo, dato il particolare momento in<br />
cui viene presentato all'Assemblea, e quasi alla scadenza dell'esercizio finanziario.<br />
Sinceramente ci duole che al Consiglio <strong>Provinciale</strong>, come del resto alla stessa<br />
Giunta, sia sfuggito - come si <strong>di</strong>ce nella stessa relazione al bilancio - il controllo<br />
preventivo e la funzione vera e propria della previsione. Sicché, la relazione al<br />
bilancio, piú che sollecitare un giu<strong>di</strong>zio politico o un giu<strong>di</strong>zio sulle cose da fare,<br />
postula soltanto o prevalentemente una presa d'atto e una conferma delle cose già<br />
fatte nel <strong>1963</strong>, delle spese deliberate, degli impegni già assunti. A rendere<br />
contabilmente l'idea <strong>di</strong> ciò, può <strong>di</strong>rsi che questo bilancio per una buona <strong>parte</strong><br />
contiene spese deliberate prima ancora della nostra elezione, altre spese - quelle<br />
dell'assistenza, del personale e delle opere pubbliche - che impegnano rigidamente<br />
e in modo ricorrente ogni esercizio finanziario, altre spese ancora, conseguenti ad<br />
impegni assunti davanti allo stesso Consiglio <strong>Provinciale</strong> e da questo approvate.<br />
Se, dunque, dovete giu<strong>di</strong>carci piú per quanto si è fatto che per quanto<br />
ancora può farsi con gli impegni del bilancio <strong>1963</strong>, non può non tenersi presente la<br />
nostra azione amministrativa nei limiti e nelle con<strong>di</strong>zioni in cui essa si è svolta, ma<br />
alla luce <strong>di</strong> quei principi che stanno alla base del nostro credo politico.<br />
AMMINISTRARE: PROBLEMA MORALE<br />
Abbiamo salvato innanzi tutto quella continuità nella vita amministrativa dell'Ente,<br />
in con<strong>di</strong>zioni paritarie prima e minoritarie poi, convinti come siamo che la<br />
continuità è un bene tanto piú in<strong>di</strong>fferibile, quanto piú <strong>di</strong>rettamente e piú a lungo è<br />
minacciato da vuoti <strong>di</strong> potere, da crisi <strong>di</strong> natura permanente, da regimi straor<strong>di</strong>nari.<br />
Abbiamo amministrato, come ebbi a <strong>di</strong>chiarare col piú profondo impegno<br />
della nostra coscienza, con intransigente onestà, senza <strong>di</strong>stinguere la morale<br />
pubblica da quella privata, per tenere pulita la nostra casa e tutto quello che ci stava<br />
attorno.<br />
Per noi assume un significato morale, prima ancora che amministrativo,<br />
l'avere istituito il sistema della me<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ata col ceffi-<br />
187
ciente <strong>di</strong> correzione nelle gare <strong>di</strong> appalto, l'avere messo al bando il sistema delle<br />
trattative private in maniera rigorosa e senza eccezione, anche se l'aumento dei<br />
prezzi, la <strong>di</strong>serzione dalle gare, il danno dei ritar<strong>di</strong>, l'agitazione delle imprese ci<br />
hanno procurato le piú serie <strong>di</strong>fficoltà. Per noi assume un significato morale il non<br />
avere applicato per il <strong>1963</strong> le supercontribuzioni, perché è un dovere morale,<br />
finché si può, rendere giustizia ed esprimere concreta solidarietà alla nostra gente<br />
dei campi. Per noi assume un significato morale l'aver bloccato per piú <strong>di</strong> un anno<br />
le assunzioni del personale, senza operare nemmeno quel ricambio fisiologico<br />
obbiettivamente necessario a coprire i vuoti lasciati dal personale andato a riposo.<br />
Per noi assume un significato morale anche l'aver bloccato, con le poche<br />
eccezioni passate all'esame del Consiglio <strong>Provinciale</strong>, quella politica dei contributi<br />
che fa piacere ad ogni amministratore e che è stata sempre una prerogativa<br />
dell'Ente Provincia, ma che per questo anno si sarebbe rivelata pericolosa nella<br />
<strong>di</strong>latazione delle spese facoltative. Questa esigenza, che fa dell'Amministrazione<br />
soprattutto un problema morale, noi cre<strong>di</strong>amo, amici Consiglieri, <strong>di</strong> avere<br />
sod<strong>di</strong>sfatta, tenendoci lontano dalle tentazioni dell'orgoglio, del clientelismo, della<br />
faziosità, della ingiusta compiacenza, servendo con quoti<strong>di</strong>ano sacrificio gli interessi<br />
generali della Provincia, con costanza e con fede, ma anche con la tristezza <strong>di</strong><br />
saperci impotenti <strong>di</strong> fronte a tanti, infiniti bisogni insod<strong>di</strong>sfatti.<br />
Davanti a vecchi problemi, esasperati dal tempo o deteriorati dall'incuria,<br />
sarebbe stato davvero condannevole non proporre delle soluzioni nuove e<br />
moderne, e vivere a campare, come suol <strong>di</strong>rsi, nella provvisorietà <strong>di</strong> un mandato e<br />
nella precarietà <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>zione minoritaria, seguendo vecchi schemi e superate<br />
visioni delle cose. Vi erano certi problemi che da troppo tempo potevano essere<br />
impostati e adeguatamente risolti. Da tempo si poteva pensare agli spazzaneve per<br />
le nostre strade <strong>di</strong> montagna; da tempo si poteva creare un centro <strong>di</strong> igiene mentale<br />
per migliorare l'assistenza; da tempo la nostra <strong>Biblioteca</strong> chiedeva <strong>di</strong> crescere e<br />
migliorare; da tempo bisognava pensare alla insufficienza e al consolidamento <strong>di</strong><br />
Palazzo Dogana; da tempo il personale salariato della Maternità attendeva<br />
l'inquadramento tabellare. Piccoli o grossi problemi. Ma che <strong>di</strong>co? Poteva non<br />
essere un problema comprare qualche incubatrice per assicurare la vita e la vitalità a<br />
tanti neonati!<br />
188
PROVINCIA E PUBBLICHE RELAZIONI<br />
Cosí anche, <strong>di</strong> fronte alla vecchia politica autarchica dell'Ente, abbiamo fatto i primi<br />
passi sulla via <strong>di</strong> migliorare le relazioni, espandendo l'interesse della Provincia oltre i<br />
settori <strong>di</strong> competenza ed inserendolo nel piú ampio circuito degli interessi<br />
economici, sociali e culturali <strong>di</strong> tutta la Capitanata.<br />
Abbiamo istituito per la prima volta, pure tra scarsi e tiepi<strong>di</strong> consensi,<br />
l'Assessorato alle Pubbliche Relazioni, convinti come siamo che, in un clima <strong>di</strong><br />
continua e vertiginosa trasformazione sociale, la funzione degli enti locali tende a<br />
superare gli schemi <strong>di</strong> una materiale esecuzione <strong>di</strong> attività minutamente <strong>di</strong>sciplinata<br />
dalla legge per assumere funzioni promotrici del progresso sociale.<br />
Ma le pubbliche relazioni non vanno intese soltanto come uno strumento<br />
per migliorare i rapporti con gli altri enti sul piano formale, o su quello ufficiale o<br />
protocollare, ma anche come un mezzo per sensibilizzare l'Ente soprattutto <strong>di</strong><br />
fronte a quei settori del lavoro e della economia che reclamano maggiore simpatia e<br />
solidarietà da <strong>parte</strong> nostra, anche al <strong>di</strong> là della legge e dei nostri doveri <strong>di</strong> istituto.<br />
PUBBLICHE RELAZIONI E AGRICOLTURA<br />
Vale fermare, in proposito, l'attenzione dell'Assemblea sui rapporti con<br />
l'Agricoltura, che vi saranno ampiamente illustrati dal nostro Assessore Rubino, e<br />
per i quali a me basterà sottolineare la sensibilità <strong>di</strong>mostrata da questa Giunta per il<br />
mondo agricolo e ricordare la serie dei provve<strong>di</strong>menti concreti che si propongono,<br />
con l'approvazione del bilancio, all'esame ed al consenso del Consiglio <strong>Provinciale</strong>.<br />
Nel passato si è sempre guardato all'agricoltura per verificarne le capacità<br />
contributive, con le quali realizzare l'equilibrio dei nostri bilanci attraverso le<br />
supercontribuzioni.<br />
Nel progetto <strong>di</strong> bilancio <strong>1963</strong>, come ho già detto, noi non abbiamo previsto<br />
l'applicazione delle supercontribuzioni. Abbiamo ritenuto cosí, con questo<br />
sacrificio eccezionale delle entrate supercontributive, <strong>di</strong> rendere la piú sicura<br />
testimonianza della nostra solidarietà per il mondo agricolo <strong>di</strong> Capitanata, che ha<br />
ancora bisogno <strong>di</strong> fiducia e <strong>di</strong> ripresa, nel mentre facciamo voti che le gravi<br />
<strong>di</strong>fficoltà del mondo rurale, dallo squilibrio dei red<strong>di</strong>ti agli eso<strong>di</strong> preoccupanti, dalla<br />
arretratezza <strong>di</strong> strutture aziendali alla insufficienza delle cooperazioni, possano<br />
evolvere verso un piú sicuro avvenire. A questo obbiettivo devono tendere volontà<br />
ed energie pubbliche e private, a tutti i livelli.<br />
A livello provinciale, la nostra Giunta propone, in un quadro <strong>di</strong><br />
programmazione pluriennale, dei concreti interventi in favore dell'a-<br />
189
gricoltura da sod<strong>di</strong>sfarsi intanto con gli impegni del bilancio '63. Cosí, sono previsti<br />
contributi per L. 6.700.000 per i lavori <strong>di</strong> completamento e arredamento del<br />
Pa<strong>di</strong>glione della Caccia e della Pesca al Campo Fiera, contributi per L. 30 milioni<br />
per la viabilità rurale, per 7 milioni in <strong>di</strong>fesa delle con<strong>di</strong>zioni sanitarie del bestiame,<br />
per 5 milioni in favore della cooperazione, per 10 milioni per la lotta<br />
antiparassitaria, per 20 milioni a favore del Centro <strong>di</strong> Addestramento Professionale.<br />
LAVORI PUBBLICI<br />
Consentitemi, ora, Signori Consiglieri, <strong>di</strong> portare qualche rapida considerazione sui<br />
piú importanti settori <strong>di</strong> istituto, sempre in rapporto al bilancio <strong>1963</strong>. Dal settore<br />
del Personale abbiamo già parlato. Ma trattando dell'auspicata qualificazione dei<br />
nostri funzionari e <strong>di</strong>pendenti e della necessaria riorganizzazione dei servizi e degli<br />
uffici, non abbiamo potuto fare a meno <strong>di</strong> vedervi una intima connessione con la<br />
necessità dell'ampliamento della sede e <strong>di</strong> una maggiore <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> locali per gli<br />
uffici centrali e per i servizi ed uffici periferici. Siamo nel tema delle opere<br />
pubbliche. Siamo in un settore <strong>di</strong> lavoro, in cui non si fa mai abbastanza per la<br />
inadeguatezza dei mezzi e per la crescita vertiginosa dei bisogni.<br />
Nel quadro della e<strong>di</strong>lizia provinciale, come si è già accennato, l'impegno piú<br />
gravoso ricorrente sul bilancio <strong>1963</strong> me<strong>di</strong>ante la proposta <strong>di</strong> un mutuo <strong>di</strong> L. 205<br />
milioni riguarda le opere <strong>di</strong> consolidamento <strong>di</strong> Palazzo Dogana. Per quanto riflette<br />
la ultimazione delle opere dell'Orfanotrofio <strong>Provinciale</strong> « Maria Cristina »,<br />
l'Amministrazione è già pronta per in<strong>di</strong>re la gara relativa all'impianto <strong>di</strong><br />
riscaldamento, cucina e lavanderia per l'importo <strong>di</strong> L. 48 milioni, ed ha la promessa<br />
del contributo statale per la richiesta <strong>di</strong> un mutuo <strong>di</strong> L. 130 milioni per la prevista<br />
costruzione della Chiesa e <strong>di</strong> 5 aule per laboratori.<br />
I lavori della Caserma dei Vigili del Fuoco per l'importo <strong>di</strong> L. 200 milioni<br />
sono stati appaltati.<br />
Per la costruzione del nuovo Ospedale <strong>di</strong> Maternità e del Brefotrofio,<br />
occorre assolutamente acquisire altro suolo per la esecuzione dell'opera, onde dare<br />
inizio al primo stralcio dei lavori, per il quale abbiamo a <strong>di</strong>sposizione soltanto una<br />
somma <strong>di</strong> L. 150 milioni. Intanto, come sapete, si è realizzato il completamento dei<br />
lavori <strong>di</strong> sopraelevazione della sede del <strong>La</strong>boratorio <strong>Provinciale</strong> d'Igiene e Profilassi<br />
per gli Uffici del Me<strong>di</strong>co provinciale e del Veterinario provinciale; si è assicurata<br />
un'adeguata sistemazione del Centro <strong>di</strong> Igiene Mentale; con la esecuzione <strong>di</strong> un<br />
progetto affidato all'ing. Tramonte, l'Amministrazione è pronta ad assicurare una<br />
definitiva sistemazione della Colonia<br />
190
antitracomatosi <strong>di</strong> Candela e una perfetta agibilità della stessa sotto ogni riguardo;<br />
infine, come rileverete dall'o<strong>di</strong>erno o. d. g., con l'approvazione del Consiglio<br />
<strong>Provinciale</strong>, si pone fine ad una situazione <strong>di</strong> confusione condominiale e<br />
patrimoniale con la <strong>di</strong>visione concordata con il Comune <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> del Centro<br />
d'Igiene, <strong>di</strong> guisa che ai servizi del nostro Consorzio Antitubercolare sia assicurata<br />
una migliore organizzazione.<br />
Tuttavia, a nessuno sfugge il fatto che l'aspetto piú grave ed importante della<br />
e<strong>di</strong>lizia provinciale è rappresentato oggi piú che mai dalla manutenzione, dagli<br />
ampliamenti e sopratutto dalla costruzione delle nuove se<strong>di</strong> per le nostre scuole.<br />
Quanto al problema grosso della viabilità provinciale, desidererei che i<br />
Signori Consiglieri tenessero presenti i motivi, gli argomenti e i risultati che ebbi<br />
l'onore <strong>di</strong> rassegnare, in questa stessa Aula, alla Stampa nella mia conferenza del 24<br />
ottobre <strong>1963</strong>.<br />
In quella occasione avemmo la possibilità <strong>di</strong> fare una messa a punto<br />
doverosa, obbiettiva ed esauriente su tutto il problema della viabilità provinciale.<br />
Giova ricordare che la rete stradale della nostra Provincia è per lunghezza<br />
chilometrica al settimo posto fra tutte le Province d'Italia. Prima della legge 126, la<br />
Provincia <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> Km. 605 <strong>di</strong> strade bitumate su 864 chilometri; che in<br />
esecuzione della legge 126 la Provincia avrà 720 chilometri <strong>di</strong> strade bitumate su <strong>di</strong><br />
una rete viaria provinciale <strong>di</strong> 1480 km.; che quando si saranno completati ed<br />
eseguiti i progetti della 126 e della 181 secondo le scadenze previste dalle due leggi,<br />
su <strong>di</strong> una lunghezza complessiva <strong>di</strong> 1620 chilometri, la Provincia <strong>di</strong>sporrà <strong>di</strong> 1370<br />
km. <strong>di</strong> strade bitumate. Il che significa che alla fine dell'esercizio 1969, con<br />
l'esaurimento <strong>di</strong> tutti i contributi previsti dalle due citate leggi nell'ammontare <strong>di</strong> L.<br />
6 miliar<strong>di</strong> 478 milioni, al netto del 20%, resteranno ancora a macadam 250<br />
chilometri <strong>di</strong> strade. A questo ulteriore bisogno occorrerà far fronte in <strong>parte</strong> con gli<br />
interventi della legge Tupini n. 589, per quanto riguarda la costruzione delle nuove<br />
strade, in gran <strong>parte</strong>, come ci auguriamo, con il rilancio della Cassa del<br />
Mezzogiorno, in <strong>parte</strong>, com'è da prevedere, con un piano da realizzare nel tempo<br />
con i fon<strong>di</strong> or<strong>di</strong>nari del nostro bilancio.<br />
Nessuno potrà <strong>di</strong>re che dal settembre dell'anno scorso la Giunta non abbia<br />
seguito, cosí com'era doveroso, col dovuto scrupolo il problema della viabilità<br />
provinciale. Sin dal primo giorno, ponendo al bando le trattative private, abbiamo<br />
adottato il nuovo sistema della me<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ata per le gare <strong>di</strong> appalto; abbiamo<br />
aumentato lo stanziamento per i lavori <strong>di</strong> or<strong>di</strong>naria manutenzione stradale da 450 a<br />
540 milioni; ab-<br />
191
iamo aumentato da 10 a 70 milioni lo stanziamento per i lavori <strong>di</strong> risanamento<br />
delle frane, e col convegno preliminare sui <strong>di</strong>ssesti franosi del Subappennino del 24<br />
novembre abbiamo inteso <strong>di</strong>chiarare la volontà <strong>di</strong> porre il problema in termini<br />
scientifici, moderni e concreti ad un tempo, per aggre<strong>di</strong>rlo in maniera organica e<br />
globale. Nè abbiamo trascurato una sola occasione <strong>di</strong> interessarci alle nuove<br />
prospettive della viabilità provinciale in rapporto al turismo e in rapporto agli<br />
interessi autostradali della Capitanata, affermando e sostenendo sempre a voce alta,<br />
negli ambienti piú qualificati ed a tutti i livelli, i sacrosanti <strong>di</strong>ritti della Provincia <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong> ad essere servita proficuamente dalle due autostrade: Bologna-Canosa e<br />
Napoli-Bari, particolarmente con la istituzione della stazione <strong>di</strong> servizio a Lesina<br />
per la valorizzazione turistica <strong>di</strong> tutto il Gargano e con il raccordo della <strong>Foggia</strong>-<br />
Candela per un maggiore rispetto degli interessi <strong>di</strong> comunicazione e <strong>di</strong> traffico a<br />
favore del Capoluogo e delle regioni del Subappennino lucerino e del<br />
Preappennino bovinese.<br />
Già in un mio intervento sul problema stradale nella lontana riunione del 20<br />
maggio al Lyons Club <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, e poi in un convegno organizzato dall'ENAL a<br />
Calenelle, in Giunta, nel Consiglio <strong>Provinciale</strong>, al Convegno sulle Autostrade alla<br />
Fiera del Levante <strong>di</strong> Bari, in seno al Comitato esecutivo dell'Unione delle Province<br />
pugliesi, nella conferenza stampa del 24 ottobre, interessando i parlamentari della<br />
Circoscrizione, il Ministero competente, l'ANAS, la Società concessionaria delle<br />
autostrade, il problema è stato posto sempre con tanta sollecitu<strong>di</strong>ne e passione che<br />
oggi possiamo finalmente attendercene fiduciosi una positiva soluzione.<br />
Abbiamo deliberato per l'acquisto <strong>di</strong> altri due spazzaneve nella ferma<br />
convinzione <strong>di</strong> provvedere ad un servizio che le nostre strade provinciali in collina<br />
e in montagna reclamavano da lunghi anni. Desidererei, poi, che l'On.le Consiglio<br />
<strong>Provinciale</strong> considerasse con particolare attenzione altre due iniziative <strong>di</strong> cosí<br />
evidente importanza che non hanno bisogno <strong>di</strong> essere illustrate. Parlo della<br />
segnaletica stradale fornitaci dall'ACI con una convenzione che ci assicura peraltro<br />
una garanzia dai rischi e dalle responsabilità ricadenti a carico dell'Ente per una<br />
spesa <strong>di</strong> 23 milioni e 300 mila lire, e dell'impianto <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> pronto intervento per<br />
la or<strong>di</strong>naria manutenzione stradale per una spesa preventivata <strong>di</strong> L. 20 milioni.<br />
Queste due ultime iniziative sono segnate tra le spese obbligatorie straor<strong>di</strong>narie<br />
previste nel progetto <strong>di</strong> bilancio.<br />
192
PUBBLICA ISTRUZIONE<br />
Per quanto riguarda il settore della Pubblica Istruzione, io <strong>di</strong>rò assai brevemente<br />
che tre sono le proposizioni fondamentali che colgono gli aspetti piú significativi <strong>di</strong><br />
questo delicato settore: 1 ) l'avvertita necessità <strong>di</strong> dare vita ad un istituto scolastico a<br />
livello universitario; 2), la progressiva espansione della istruzione tecnica; 3) il<br />
ricorso a mezzi straor<strong>di</strong>nari per la costruzione degli e<strong>di</strong>fici scolastici.<br />
Le proposte, gli stu<strong>di</strong> e le esemplificazioni che possono farsi riguardo a<br />
questi tre punti essenziali della politica scolastica sono molteplici, devono tendere a<br />
sod<strong>di</strong>sfare necessità sempre piú crescenti, hanno bisogno <strong>di</strong> una azione costante,<br />
graduale e programmata.<br />
Nessuno ha oggi il dubbio che i problemi della istruzione vadano guardati<br />
con assoluta priorità.<br />
Nei primi giorni della nostra gestione portammo all'esame del Consiglio<br />
<strong>Provinciale</strong> il problema della istituzione <strong>di</strong> una facoltà <strong>di</strong> Magistero in <strong>Foggia</strong>. Dalla<br />
<strong>di</strong>scussione che ne seguí, nonostante le numerose riserve e le opposizioni espresse<br />
da piú parti alla iniziativa, rimase tuttavia in pie<strong>di</strong> la possibilità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re il<br />
problema stesso e <strong>di</strong> superare i contrasti che si erano manifestati in maniera tuttavia<br />
non del tutto irriducibile. Io ritengo che si perse allora una buona occasione per<br />
tentare <strong>di</strong> forzare certi limiti o certi tempi da cui è angustiata la Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />
Può darsi che l'iniziativa potesse non conseguire, cosí come era stata voluta e<br />
intrapresa, il miglior risultato, ma, secondo noi, sarebbe sempre rimasta valida a<br />
sensibilizzare l'opinione pubblica a precostituire dei legittimi interessi, a sollecitare<br />
l'intervento delle Autorità superiori, a tonificare intanto gli ambienti culturali della<br />
Provincia e cominciare a porre a livello universitario le nostre esigenze rispetto alla<br />
istruzione, all'arte, alla cultura. Certamente il problema dovrà essere ripreso in<br />
<strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> concerto con il Comune capoluogo e con gli altri enti e organismi<br />
interessati, in modo che, attraverso l'auspicata istituzione <strong>di</strong> un consorzio<br />
universitario, e in armonia con le nostre formulazioni programmatiche, si possa<br />
rendere giustizia ad una legittima e antica aspirazione della città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e <strong>di</strong> tutta<br />
la provincia.<br />
Quanto al secondo punto, che va posto in evidenza, basta scorrere gli in<strong>di</strong>ci<br />
<strong>di</strong> scolarità dal 1952 ad oggi per cogliere in tutta la sua portata la evidente<br />
espansione in provincia della istruzione tecnica e professionale. Di fronte ad un<br />
processo <strong>di</strong> crescita cosí vertiginoso, i compiti dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> si<br />
<strong>di</strong>latano e si fanno sempre piú onerosi. Si è provveduto, in questo periodo, a<br />
completare adeguatamente l'attrezzatura agli uffici degli istituti scolastici; a rendere<br />
agi-<br />
193
ile il nuovo e<strong>di</strong>ficio scolastico in Via Bari per il Liceo Scientifico in <strong>Foggia</strong>; ad<br />
assicurare il funzionamento della nuova sede dell'Istituto Tecnico Commerciale <strong>di</strong><br />
Cerignola, corredandolo delle necessarie attrezzature tecniche; ad assicurare il<br />
completamento della nuova sede del Liceo Scientifico <strong>di</strong> San Severo, ad appaltare i<br />
lavori per la costruzione della nuova sede dell'Istituto Tecnico <strong>di</strong> Lucera sul suolo<br />
acquistato dalla Provincia.<br />
Signori Consiglieri, non ebbero unanime approvazione le delibere che noi<br />
portammo all'Assemblea per l'acquisto dei suoli necessari per la costruzione degli<br />
e<strong>di</strong>fici scolastici, ma io ritengo che a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo Voi non possiate negare alla<br />
Giunta il merito <strong>di</strong> aver provveduto con senso <strong>di</strong> prudenza e <strong>di</strong> lungimiranza ad<br />
acquistare a prezzi convenientissimi a San Severo i suoli per la costruzione della<br />
nuova sede dell'Istituto Tecnico Agrario «M. Di Sangro » e a <strong>Foggia</strong> quelli necessari<br />
per la costruzione delle nuove se<strong>di</strong> per quegli istituti inclusi nel piano generale<br />
trasmesso a suo tempo al Ministero per essere ammessi a contributo dello Stato.<br />
E' appena il caso <strong>di</strong> aggiungere, in materia <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia scolastica, che se i<br />
contributi statali tarderanno a venire o verranno erogati in minima <strong>parte</strong>,<br />
l'Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, senza ostentare <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> programmazione che non<br />
si legittimerebbero <strong>di</strong> fronte ad una soluzione obbligata, dovrà provvedere con un<br />
mutuo straor<strong>di</strong>nario ad assicurare alla crescente popolazione scolastica dei propri<br />
istituti le se<strong>di</strong> e le aule necessarie per oggi e per domani.<br />
Un altro impegno che dovrà essere assolto per il prossimo futuro dagli<br />
Amministratori provinciali è quello che riguarda il conferimento <strong>di</strong> borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
a favore <strong>di</strong> studenti universitari bisognosi. Occorrerà rivedere, penso, ulteriormente<br />
il regolamento già formulato e adeguarne i criteri in armonia e in sussi<strong>di</strong>arietà con<br />
quelli determinati dai provve<strong>di</strong>menti dello Stato.<br />
Quanto alla <strong>Biblioteca</strong> provinciale, abbiamo avvertito dal primo momento la<br />
necessità <strong>di</strong> aumentarne il patrimonio librario, <strong>di</strong> istituirvi un ufficio stampa, <strong>di</strong><br />
assicurare la continuazione della pubblicazione del bollettino « <strong>La</strong> <strong>Biblioteca</strong><br />
<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> », mentre -con l'acquisto <strong>di</strong> alcuni locali abbiamo consentito<br />
una sistemazione piú adeguata delle collezioni dei quoti<strong>di</strong>ani e delle riviste. Ma la<br />
<strong>Biblioteca</strong> provinciale, cosí egregiamente <strong>di</strong>retta, merita da <strong>parte</strong> nostra piú sollecite<br />
e convinte attenzioni e maggiori aiuti. Nonostante oggi sia ancora cosí<br />
congestionata e soffocata, essa rappresenta una fonte <strong>di</strong> beni sicuri e inesauribili<br />
destinati ad essere sempre meglio utilizzati nei tempi moderni con la <strong>di</strong>vulgazione<br />
sempre piú ampia della istru-<br />
194
zione e della cultura. Di tanto, e della sensibilità della nostra <strong>Biblioteca</strong><br />
verso i tempi nuovi, abbiamo avuto una prova lusinghiera in occasione<br />
della realizzazione del piano « L ».<br />
Abbiamo operato con tempestività e solerzia, curando tutti gli<br />
adempimenti che il Piano poneva a nostro carico, promuovendo<br />
l'organizzazione tecnica delle biblioteche comunali, stanziando la somma<br />
necessaria per l'organizzazione <strong>di</strong> un corso per i bibliotecari, acquistando<br />
il Bibliobus per la <strong>di</strong>stribuzione del materiale librario. Insomma, abbiamo<br />
espresso concretamente la nostra volontà decisa <strong>di</strong> concorrere con lo<br />
Stato e con i Comuni alla realizzazione <strong>di</strong> un piano che mirava a creare in<br />
52 comuni della nostra Provincia una biblioteca funzionante. Oggi, con la<br />
sospensione del Piano « L », noi ci impegniamo a essere presenti a<br />
riven<strong>di</strong>care gli interessi ed i <strong>di</strong>ritti della nostra Provincia, che non<br />
riteniamo possano essere sod<strong>di</strong>sfatti con la sola « rete provinciale dei<br />
posti <strong>di</strong> prestito ».<br />
IGIENE E SANITA’ E ASSISTENZA<br />
Per quanto riguarda il settore dell'igiene e sanità, ricordo che noi<br />
desiderammo mantenere <strong>di</strong>stintamente un assessorato specifico,<br />
affidandolo alle vigili cure dell'amico De Santis, con la espressa volontà <strong>di</strong><br />
condurre in questo campo una politica innovatrice. Non vi <strong>di</strong>rò quanto il<br />
nostro spirito d'iniziativa sia rimasto mortificato dai limiti finanziari e<br />
dalla impossibilità <strong>di</strong> intervenire straor<strong>di</strong>nariamente nel solo spazio <strong>di</strong> un<br />
anno per superare delle situazioni pregresse che, non risolte<br />
adeguatamente e gradualmente nei lunghi anni passati, rappresentano oggi<br />
delle pesanti ipoteche per l'ammodernamento dei nostri istituti e per il<br />
miglioramento dei servizi. Si pensi, ad esempio, che la <strong>di</strong>pintura delle<br />
pareti del nostro laboratorio <strong>Provinciale</strong> d'Igiene e Profilassi, fatta<br />
grossolanamente dagli americani, risale a quell'epoca dell'occupazione<br />
alleata, per rendersi conto delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> arretratezza in cui si trovano<br />
oggi i nostri istituti, anche sotto il profilo della semplice ed or<strong>di</strong>naria<br />
manutenzione. Sin dal gennaio <strong>di</strong> questo anno noi abbiamo elaborato uno<br />
stu<strong>di</strong>o realistico e programmatico che prevede una spesa in piú esercizi <strong>di</strong><br />
L. 60.000.000 circa per il miglioramento del <strong>La</strong>boratorio <strong>Provinciale</strong> con<br />
particolare riguardo al riattamente dei locali, all'arredamento,<br />
all'attrezzatura tecnica e scientifica ed all'adeguamento del personale. Una<br />
<strong>parte</strong> <strong>di</strong> questa spesa risulta già prevista in questo bilancio per L.<br />
22.700.000 all'art. 104 delle spese obbligatorie straor<strong>di</strong>narie. Intanto<br />
abbiamo completato i lavori <strong>di</strong> sopraelevazione del <strong>La</strong>boratorio per gli<br />
Uffici del Me<strong>di</strong>co e del Veterinario provinciali, si sono appaltati i lavori<br />
per l'impianto <strong>di</strong> riscaldamento, si è provveduto<br />
195
alla fornitura <strong>di</strong> apparecchi e <strong>di</strong> materiale scientifica, si è curato l'aggiornamento<br />
tecnico dei vigili sanitari comunali e provinciali con la organizzazione dei due corsi<br />
<strong>di</strong> perfezionamento e abilitazione, si è allargata la pianta organica per mettere a<br />
concorso tre posti a vigile sanitario, un posto <strong>di</strong> preparatore tecnico ed un posto <strong>di</strong><br />
aiuto preparatore. Ma se per il potenziamento del laboratorio <strong>Provinciale</strong> è<br />
possibile programmare e realizzare in vista <strong>di</strong> risultati definitivi, non altrettanto può<br />
<strong>di</strong>rsi per l'Ospedale <strong>di</strong> Maternità e per il Brefotrofio, fino a che non si sarà risolto il<br />
problema della costruzione della nuova sede e <strong>di</strong> cui vi ho già parlato trattando dei<br />
settore dei lavori pubblici. In locali così vecchi, mal ridotti e insufficienti, non vi è<br />
altro da fare che intervenire volta a volta, con l'animo pieno <strong>di</strong> tristezza e <strong>di</strong><br />
soggezione, per cercare <strong>di</strong> ridurre il <strong>di</strong>sagio dei sanitari, del personale e dei<br />
ricoverati, facendo la lotta allo spazio, alla promiscuità, alle crepe che si aprono nei<br />
muri, alle infiltrazioni che minacciano, ai <strong>di</strong>ssesti statici che preoccupano. I<br />
provve<strong>di</strong>menti che abbiamo adottati in questo periodo per migliorare le<br />
attrezzature, per acquistare le due culle incubatrici e i 35 lettini per I..P.P.I., per<br />
aumentare le rette <strong>di</strong> degenza nell'Ospedale <strong>di</strong> Maternità, per corrispondere il<br />
trattamento economico tabellare al personale inserviente ed infermieristico, per<br />
mettere a concorso un posto per una terza ostetrica e per un terzo assistente<br />
sanitario, sono dei provve<strong>di</strong>menti modesti che risentono della precarietà <strong>di</strong> tutta<br />
una situazione, che reclama invece delle soluzioni organiche e definitive. Ma<br />
lasciatemi pur <strong>di</strong>re che questi provve<strong>di</strong>menti già adottati e quelli proposti nella<br />
relazione al Bilancio, relativi alle attrezzature scientifiche della Sala parto e della Sala<br />
operatoria dell'Ospedale <strong>di</strong> Maternità, sono segni che testimoniano la sensibilità <strong>di</strong><br />
questa Giunta <strong>di</strong> fronte alla somma dei problemi che riguardano il presente e<br />
l'avvenire <strong>di</strong> questi due istituti.<br />
Cosí pure, per quanto attiene al settore della Assistenza e Beneficenza, la<br />
Giunta ha ragione <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare <strong>di</strong> avere sensibilizzato con passione e con visione<br />
moderna dei problemi il nostro Ente <strong>di</strong> fronte ai compiti nuovi e alle delicate<br />
funzioni che sono propri del ricovero e dell'assistenza dei folli, degli infermi <strong>di</strong><br />
mente, nonché dei ciechi e sordomuti rieducabili e degli infanti illegittimi.<br />
Soprattutto per l'assistenza agli infermi <strong>di</strong> mente, l'attuazione del Centro<br />
d'Igiene Mentale nella nostra provincia rappresenta un passo decisivo per la<br />
prevenzione e la profilassi delle malattie mentali e una migliore assistenza postmanicomiale,<br />
da una <strong>parte</strong>, e dall'altra per rendere piú razionali ed economiche le<br />
spese che cadono a carico dell'Amministrazione.<br />
196
In un tempo in cui si riconosce universalmente e definitivamente superata la<br />
vecchia legge del 14-2-1904, n. 36 sui manicomi e gli alienati e si attende la riforma<br />
della legge, per la quale l'Unione delle Province Italiane ha presentato un organico e<br />
me<strong>di</strong>tato progetto; in un tempo in cui con la prossima attuazione delle Regioni, si<br />
auspica da piú parti che l'intera materia dell'assistenza sia delegata alle province,<br />
cosí altamente qualificate per la loro struttura e per la loro esperienza ad assolvere i<br />
compiti con tempestività ed efficacia; in un tempo in cui, o Signori, i problemi<br />
dell'assistenza scoppiano sempre piú fragorosamente quanto piú si approfon<strong>di</strong>sce il<br />
dépistage clinico e si allarga la zona delle ricerche e delle indagini, la nostra<br />
Amministrazione non può, al pari <strong>di</strong> tutte le Consorelle d'Italia, limitarsi a seguire le<br />
vecchie forme <strong>di</strong> intervento, come non può ritenere esauriti i propri doveri<br />
nell'ambito ristretto della legge. Il <strong>di</strong>scorso sarebbe troppo lungo e impegnativo e<br />
non può svolgersi in questa occasione. Ma chi volesse pensare per un momento<br />
alla necessità <strong>di</strong> assistere gli spastici, o chi volesse por mente alla necessità <strong>di</strong> un<br />
gerontocomio, in considerazione ad esempio che in Italia fra sette anni vi saranno<br />
10 milioni <strong>di</strong> vecchi abbisognevoli <strong>di</strong> cure e <strong>di</strong> ricovero, si darebbe subito conto<br />
della <strong>di</strong>latazione a cui andrà sempre piú soggetta la politica dell'assistenza e delle<br />
maggiori spese che vi occorreranno. Il problema è legislativo, amministrativo e<br />
finanziario ed è già oggi cosí altamente drammatico da rappresentare uno degli<br />
aspetti piú critici della civiltà e della società nostra.<br />
Tuttavia, nella situazione presente io devo avvertire con profondo senso <strong>di</strong><br />
responsabilità, che in questa delicata materia dell'assistenza e beneficenza occorre<br />
per adesso evitare confusioni, conflitti, equivoci, interventi in<strong>di</strong>scriminati e<br />
contributi <strong>di</strong>spersivi, se si vuole regolarmentare e ad un tempo espandere i compiti<br />
della nostra Amministrazione, al riparo <strong>di</strong> clientelismi e <strong>di</strong> facili demagogie.<br />
Signori Consiglieri !<br />
Lo schema dei bilancio preventivo '63 è nelle Vostre mani ed è affidato alle<br />
Vostre decisioni alte e responsabili. Io spero <strong>di</strong> averVi fornita, con questa relazione,<br />
un abbrivo sufficiente per la <strong>di</strong>scussione che se ne farà, con la certezza che il voto<br />
che esprimerete sarà la conclusione <strong>di</strong> nobili sentimenti e consapevoli giu<strong>di</strong>zi, intesi<br />
a riaffermare, con il nostro, il Vostro amore <strong>di</strong>sinteressato per la Provincia <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong>, al <strong>di</strong> sopra delle <strong>di</strong>visioni e dei particolari interessi.<br />
Che Id<strong>di</strong>o ci illumini, ci gui<strong>di</strong> e ci sorregga !<br />
GABRIELE CONSIGLIO<br />
197
VITA COMUNALE<br />
FOGGIA<br />
<strong>La</strong> vitalità della coalizione <strong>di</strong> centro-sinistra<br />
in una conferenza-stampa del Sindaco<br />
<strong>La</strong> fecon<strong>di</strong>tà della collaborazione fra cattolici e socialisti alla guida<br />
dell'amministrazione comunale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> è stata sostenuta dal sindaco Forcella<br />
nel corso della preannunziata conferenza-stampa tenuta al palazzo <strong>di</strong> Città il 23<br />
settembre u. s.<br />
E' stata imbroccata la via giusta - ha detto l'avv. Forcella - soprattutto perché i<br />
partiti che fanno <strong>parte</strong> della coalizione <strong>di</strong> centrosinistra e cioè la D.C., il P.S.I. e il<br />
P.S.D.I., stanno operando con estremo lealismo, evitando nella maniera più assoluta <strong>di</strong> creare<br />
motivi <strong>di</strong> strumentalizzazione e <strong>di</strong> egemonizzare delle situazioni a favore dei propri gruppi.<br />
<strong>La</strong> ragione <strong>di</strong> questi risultati, secondo il sindaco Forcella, è da ricercarsi<br />
anche nel fatto che i partiti della maggioranza hanno chiaramente presente il<br />
senso del limite, non solo, ma conoscono abbastanza bene il significato politico<br />
della coalizione, che significa anche sacrificio <strong>di</strong> una <strong>parte</strong> dei rispettivi<br />
programmi.<br />
E' stata questa la <strong>di</strong>chiarazione piú importante resa dal sindaco Forcella,<br />
perché si attendeva dal primo citta<strong>di</strong>no e responsabile della coalizione del<br />
centrosinistra, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un anno <strong>di</strong> attività, un giu<strong>di</strong>zio politico e<br />
amministrativo su una équipe che per la prima volta regge le sorti della nostra<br />
città. Prima <strong>di</strong> entrare nel vivo della conferenza-stampa, il sindaco ha reso<br />
omaggio alla stampa per la positiva funzione <strong>di</strong> informazione e <strong>di</strong> formazione<br />
della pubblica opinione. Oggi - egli ha detto - viviamo in un mondo <strong>di</strong> cui la stampa è<br />
riuscita a determinare ad<strong>di</strong>rittura un «<strong>di</strong>ritto» alla informazione, e <strong>di</strong> qui la sua importanza<br />
come ponte <strong>di</strong> collegamento fra i pubblici poteri e la opinione pubblica. Riconosciamo alla<br />
stampa - ha soggiunto l'avv. Forcella anche la sua funzione <strong>di</strong> critica, che costituisce per<br />
noi, motivo <strong>di</strong> stimolo a ben operare.<br />
Il sindaco ha quin<strong>di</strong> preso in esame la situazione strettamente<br />
amministrativa, <strong>parte</strong>ndo dalla constatazione che oggi, pur trovandosi <strong>di</strong> fronte<br />
ad una complessità <strong>di</strong> nuovi problemi, la civica amministrazione non è in<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> poterli affrontare, per effetto <strong>di</strong> una carenza legislativa. E' il caso <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>re, ha commentato l'avv. Forcella, che ci troviamo <strong>di</strong> fronte a «vino nuovo da<br />
versare nelle otri vecchie». Continuando su quest'argomento, il Sindaco, dopo<br />
aver riba<strong>di</strong>to la fecon<strong>di</strong>tà dell'opera svolta nel primo anno <strong>di</strong> attività<br />
dall'amministrazione <strong>di</strong> centro-sinistra, ha fatto presente che questi risultati<br />
acquistano maggior valore soprattutto quando si pensi alle numerose defi-<br />
198
cienze esistenti nelle strutture del nostro apparato citta<strong>di</strong>no. L'avv. Forcella ha<br />
lamentato la mancanza <strong>di</strong> un'autentica vita culturale, <strong>di</strong> un vero e proprio<br />
«retroterra» culturale, e questa deficienza, ha aggiunto, ha finito con l'inari<strong>di</strong>re<br />
l'ambiente civico <strong>di</strong> informazione, <strong>di</strong> dati, <strong>di</strong> rilievi statistici, <strong>di</strong> tutto ciò,<br />
insomma, che poteva essere preso a base per condurre seri stu<strong>di</strong> nell'interesse<br />
della città.<br />
Il Sindaco ha quin<strong>di</strong> preannunziata l'istituzione in seno al comune <strong>di</strong> un<br />
ufficio stu<strong>di</strong> e programmazione che avrà appunto il compito <strong>di</strong> colmare quelle<br />
deficienze strutturali nel settore della ricerca <strong>di</strong> informazioni e <strong>di</strong> dati riguardanti<br />
la città, per avviare su basi serie un approfon<strong>di</strong>to stu<strong>di</strong>o sulla programmazione.<br />
Nel quadro <strong>di</strong> questa attività saranno quanto prima inse<strong>di</strong>ate sei<br />
sottocommissioni: economica e sviluppo citta<strong>di</strong>no; urbanistica; servizi; problemi<br />
culturali e sport; finanziaria; amministrativa. Queste sottocommissioni<br />
rappresentano la naturale strutturazione della commissione sulla<br />
programmazione che venne inse<strong>di</strong>ata dal sindaco alcuni mesi fa.<br />
L'avv. Forcella è passato poi ad illustrare alcuni dati statistici relativi<br />
all'attività amministrativa. Nel corso del primo anno <strong>di</strong> attività, sono state<br />
adottate 414 delibere consiliari; 2711 delibere <strong>di</strong> Giunta, <strong>di</strong> cui 269 con i poteri<br />
del Consiglio; 17 riunioni <strong>di</strong> Consiglio; 100 riunioni <strong>di</strong> Giunta. Nel settore dei<br />
lavori pubblici ha affermato che sono stati realizzati lavori per 268 milioni, sono<br />
in corso <strong>di</strong> esecuzione altri per 456 milioni, mentre ne restano da appaltare per<br />
255 milioni. Per quanto riguarda l'e<strong>di</strong>lizia scolastica, ha comunicato che in questi<br />
giorni saranno montati i primi due complessi scolastici prefabbricati,<br />
rispettivamente in via Pestalozzi e S. Pio X, mentre prima dell'inizio del nuovo<br />
anno scolastico si provvederà al montaggio <strong>di</strong> tutti gli altri complessi scolastici<br />
prefabbricati, dei quali, a suo tempo, fu data comunicazione al Consiglio<br />
Il sindaco ha poi parlato dell'impegnativa opera svolta<br />
dall'Amministrazione al C.E.P., dove troveranno sistemazione in larga <strong>parte</strong> gli<br />
abitanti delle « Casermette ». Questo problema è ora <strong>di</strong>venuto quanto mai attuale,<br />
perché le « Casermette» dovranno essere restituite alle autorità militari; entro il<br />
corrente anno, infatti, è previsto l'arrivo a <strong>Foggia</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse centinaia <strong>di</strong> artiglieri<br />
del 9° Reggimento Artiglieria pesante campale, che, come è noto, ha la sua sede<br />
proprio alle « Casermette ».<br />
Il Sindaco ha infine accennato alla soluzione <strong>di</strong> altri problemi citta<strong>di</strong>ni dei<br />
quali, tra l'altro, l'opinione pubblica era già informata, come l'ampliamento e la<br />
bonifica della rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione del gas <strong>di</strong> città, la municipalizzazione dei<br />
servizi <strong>di</strong> pubblico trasporto, che sarà portata a compimento fra qualche<br />
settimana e numerosi altri. Ha annunziato pure che l'Amministrazione comunale<br />
è vivamente interessata alle recenti scoperte energetiche fatte dalla S.N.I.A.-<br />
Viscosa, così come ai lavori <strong>di</strong> costruzione delle nuove carceri giu<strong>di</strong>ziarie <strong>di</strong><br />
<strong>Foggia</strong>.<br />
Un consuntivo <strong>di</strong> attività, com'è facile rilevare, che pone in evidenza la<br />
fecon<strong>di</strong>tà del lavoro svolto dalla Giunta <strong>di</strong> centro-sinistra. Risultati che sono<br />
stati possibile registrare nonostante le numerose <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne locale e <strong>di</strong><br />
carattere generale che l'Amministrazione ha incontrato sul suo cammino.<br />
Alla conferenza stampa hanno presenziato il vicesindaco prof. Salvatore<br />
Imbimbo, gli assessori: p.i. Antonio Tarquinio, Sig. Michele Valentino, sig.<br />
Giuseppe Fariello, dott. Leonardo Procino e geom. Pellegrino Graziano; i<br />
consiglieri on. Anna De <strong>La</strong>uro Matera e sig. Ennio Marino (S. B.).<br />
199
MANFREDONIA<br />
Nuove manifestazioni<br />
per il VII Centenario della Città<br />
Il ciclo delle conferenze ad alto livello ha continuato a svolgersi<br />
felicemente, con la <strong>parte</strong>cipazione del rev. prof. E. Albino S.J. dell'Università <strong>di</strong><br />
Napoli su l'Antica e nuova Siponto in Manfredonia cristiana, del prof. Michele Fuiano<br />
<strong>di</strong> quello stesso Ateneo, su Normanni a Siponto, del prof. Doroteo Forte O.F.M.<br />
su Motivi francescani nella storia <strong>di</strong> Manfredonia, del prof. Alfredo Zazo<br />
dell'Università <strong>di</strong> Napoli su Manfredonia e Benevento nella rievocazione <strong>di</strong> Manfre<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Svevia, e infine del prof. Renzo Frattarolo dell'Università <strong>di</strong> Roma, che ha<br />
concluso il primo ciclo, trattando il tema <strong>di</strong> Manfre<strong>di</strong> <strong>di</strong> Svevia nella Comme<strong>di</strong>a<br />
dantesca.<br />
Alfredo Zazo, invece che nel salone municipale o nell'aula magna del<br />
Seminario, ha parlato <strong>di</strong> mattina e a teatro, dove convennero, ed era tempo,<br />
rappresentanze <strong>di</strong> tutte le scuole me<strong>di</strong>e. Mario Simone, che ricordando gli stu<strong>di</strong> e<br />
il contributo civico dell'eminente Sannita, gli porse il saluto della Cultura<br />
Napoletana. A questa manifestazione, che si è voluto far coincidere con la data<br />
del <strong>di</strong>ploma Datum Orte, è intervenuto anche il Prefetto, che ha inaugurato una<br />
mostra celebrativa <strong>di</strong> pittura e fotografie, or<strong>di</strong>nata dal Comune e finanziata con il<br />
concorso del Ministero della P. I.<br />
L'anno anniversario dell'inizio della vita ufficiale <strong>di</strong> Manfredonia si è in tal<br />
modo concluso, ma senza che si potesse espletare il programma inserito per atto<br />
pubblico nello statuto del Comitato, per il quale il Comune ha assunto impegno<br />
ed ha impegnato il Governo, ottenendone il patrocinio e sovvenzioni. Tra le<br />
cause <strong>di</strong> questa carenza è debito <strong>di</strong> lealtà in<strong>di</strong>care: 1) l'abbandono da <strong>parte</strong> degli<br />
organi competenti della procedura per il restauro del Castello, destinato ad<br />
accogliere la Mostra Storica; 2) le con<strong>di</strong>zioni dell'Archivio antico e della<br />
<strong>Biblioteca</strong> comunale, che rendono problematica ogni e qualsiasi ricerca; 3) la<br />
iniziativa privata, che proprio nell'anno delle celebrazioni, si è sbizzarrita nel<br />
danneggiare su vasta scala il patrimonio storico-artistico citta<strong>di</strong>no, garantita dalla<br />
in<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> coloro che, per legge, dovrebbero <strong>di</strong>sciplinarla.<br />
[Sipontinus]<br />
200