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1963 parte I (file pdf - Kb. 5053) - Biblioteca Provinciale di Foggia La ...

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la Capitanata<br />

Rassegna <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

Anno I (<strong>1963</strong>) N. 1-2 (gennaio-aprile)<br />

Intorno ad alcuni problemi<br />

dell'organizzazione<br />

<strong>di</strong> Università internazionali<br />

1. - E' noto che nel periodo che ha preceduto la fine del<br />

conflitto 1939-1945, le prime forme <strong>di</strong> organizzazione internazionale,<br />

derivate dai 14 punti <strong>di</strong> Wilson, non configurarono mai tipi <strong>di</strong> scuole<br />

comuni a citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Stati <strong>di</strong>versi, capaci <strong>di</strong> creare il presupposto<br />

unitario per una <strong>di</strong>sciplinata e meto<strong>di</strong>ca collaborazione tra i popoli.<br />

E' soltanto a S. Francisco che nell'art. 55 della Carta delle<br />

Nazioni Unite il 26 giugno 1945 viene solennemente sancita « la<br />

collaborazione internazionale culturale ed educativa ».<br />

Si delineò allora la possibilità <strong>di</strong> creare centri internazionali <strong>di</strong><br />

cultura e si affermò soprattutto l'idea secondo cui la formazione <strong>di</strong><br />

una coscienza sopranazionale (che, mentre non estranea l'uomo dal<br />

patrimonio spirituale della storia del suo popolo, lo arricchisce dei<br />

valori superiori della umanità nel senso più lato) costituisce la più<br />

valida, la più concreta ed efficace base per l'intesa solidale ed operosa<br />

<strong>di</strong> tutti nella comunità unitaria della famiglia umana.<br />

1


E' così che negli ultimi cinquanta anni non solo l'Europa, cui<br />

sembra andare limitato il tema in questa sede, ma il mondo intero ha<br />

mo<strong>di</strong>ficato ra<strong>di</strong>calmente il suo in<strong>di</strong>rizzo, passando da uno stato <strong>di</strong><br />

inerzia organizzativa per tutte le iniziative <strong>di</strong>rette a stabilire contatti e<br />

rapporti duraturi tra le attività <strong>di</strong> cultura e ricerca scientifica, ad uno<br />

stato <strong>di</strong> preoccupazione, talvolta agitata, per ogni ritardo, daltronde<br />

inevitabile finchè non si hanno le idee chiare, alla istituzione <strong>di</strong><br />

organizzazioni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> a carattere supernazionale, specialmente postuniversitari.<br />

2. - Indubbiamente, però, quando dalle vaghe aspirazioni si passa<br />

all'applicazione pratica ed all'impegno realizzatore, ciò che è sembrato<br />

ovvio ed estremamente facile <strong>di</strong>venta ostico ed estremamente <strong>di</strong>fficile,<br />

sicchè quell'ottimismo così debordante nei convegni dei letterati anche<br />

insigni (chi non ricorda la presenza puntuale <strong>di</strong> Thomas Mann e <strong>di</strong><br />

François Mauriac, <strong>di</strong> Jeann Maritain e Daniel Rops, <strong>di</strong> Benda e <strong>di</strong><br />

Bammate nei convegni della Società Europea <strong>di</strong> Cultura e nei<br />

Rencontres Internationales <strong>di</strong> Ginevra?) appare, più che ingiustificato,<br />

non ancora proporzionato alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> tempo e <strong>di</strong> ambiente che<br />

ostacolano, nella situazione attuale, assai duramente il fiorire <strong>di</strong><br />

or<strong>di</strong>namenti e <strong>di</strong> istituzioni adeguate.<br />

E del resto, proprio mentre in queste riunioni - che hanno visto e<br />

tuttora vedono costantemente la <strong>parte</strong>cipazione delle menti più<br />

rappresentative della cultura, quasi sempre non togata -, si afferma la<br />

supremazia del <strong>di</strong>alogo su ogni altro mezzo <strong>di</strong> risoluzione dei conflitti ed<br />

il valore <strong>di</strong>alettico dei convincimenti, degli apprezzamenti, dei giu<strong>di</strong>zi<br />

in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> chi ha una propria fede ma è soprattutto rispettoso della<br />

fede altrui e rifiuta, comunque, <strong>di</strong> usare la forza per conculcare l'altrui<br />

libertà, proprio mentre l'aspetto migliore della vita è colto nella comune<br />

speranza <strong>di</strong> pace, e nel concorde cammino degli uomini verso un nobile<br />

ideale. <strong>di</strong> bene, proprio ora ed in sede altamente qualificata (Società<br />

Europea <strong>di</strong> Cultura) è insorta la alta voce <strong>di</strong> Na<strong>di</strong>m Bammate che<br />

riconferma sostanzialmente, sia<br />

2


pure nella speranza e nell'attesa <strong>di</strong> un superamento, la persistente<br />

frattura tra le tra<strong>di</strong>zioni culturali e la formazione educativa<br />

dell'Occidente nei confronti dell'Oriente, dell'Occidente che rappresenta<br />

per l'Oriente il mondo dell'azione creatrice alimentata<br />

dall'insod<strong>di</strong>sfazione dell'uomo che strappa all'ignoto gradualmente i suoi<br />

segreti, dell'Oriente che rappresenta per l'Occidente la paziente<br />

accettazione <strong>di</strong> quanto è stato nelle previsioni dei profeti e che quin<strong>di</strong><br />

dovrà accadere.<br />

3. - Nonostante queste antinomie che sono incontrovertibile<br />

remora al facile ottimismo, si può tuttavia concordare, si deve anzi<br />

concordare, nella necessità del colloquio, nella vali<strong>di</strong>tà del metodo per la<br />

produttività del colloquio, nella esigenza <strong>di</strong> precisare, insegnare,<br />

<strong>di</strong>ffondere questo metodo in scuole ad alto livello adatte a dare un<br />

crisma alla coscienza degli stu<strong>di</strong>osi più eminenti, sotto la sollecitazione<br />

del fatto che civiltà e cultura non possono rimanere e non rimangono,<br />

infatti, mai ferme, che sono in realtà in costante <strong>di</strong>venire, e debbono, per<br />

ciò, essere legate tra loro; solo questo facilita l'evolvere insieme e il<br />

<strong>di</strong>minuire delle <strong>di</strong>stanze: la chiusura - ha scritto Jemolo - «<br />

significherebbe, con ogni probabilità il <strong>di</strong>sseccamento <strong>di</strong> quella <strong>parte</strong> <strong>di</strong><br />

civiltà cristiana o rinascimentale che è ancora viva nei Paesi <strong>di</strong> oltre<br />

cortina; significherebbe porre in essere la con<strong>di</strong>zione sicura perchè tra 50<br />

anni avvenire si <strong>di</strong>ssolvano le posizioni così faticosamente raggiunte nei<br />

50 anni passati, le <strong>di</strong>stanze si facciano più rilevanti e gli allacciamenti più<br />

<strong>di</strong>fficili ».<br />

<strong>La</strong> volontà <strong>di</strong> dar mano a centri unitari <strong>di</strong> ricerca scientifica può<br />

forse agevolare il legame tra cultura e storia, ma non è sufficiente del<br />

tutto al conseguimento <strong>di</strong> tale scopo, non basta perchè queste antinomie<br />

si compongano; giacchè, come la storia sta <strong>di</strong>mostrando, sono proprio le<br />

cennate autonomie che non solo non consentono la valida costituzione<br />

<strong>di</strong> centri universitari internazionali, ma che, perfino nei progetti del loro<br />

or<strong>di</strong>namento, operano negativamente ed in modo tale da far augurare (a<br />

coloro che hanno più il senso della responsabilità) che, se si debbono<br />

attuare nella maniera<br />

3


programmata, è meglio che non sorgano mai perchè<br />

accentuerebbero e non eliminerebbero le incongruenze <strong>di</strong> una certa<br />

formazione educativa.<br />

4. - Abbiamo sott'occhio il rapporto Killian per la fondazione<br />

dell'Istituto Internazionale <strong>di</strong> Tecnologia. <strong>La</strong> NATO metterebbe a<br />

<strong>di</strong>sposizione per la sua costituzione 150 miliar<strong>di</strong> a fondo perduto e<br />

50 miliar<strong>di</strong> per il funzionamento annuale.<br />

Si tratta del più poderoso sforzo che verrebbe tentato per dar<br />

vita ad un centro <strong>di</strong> preparazione tecnica <strong>di</strong> proporzioni gran<strong>di</strong>ose.<br />

Nessun uomo che abbia a cuore il destino della nostra società può<br />

porre riserve al realizzarsi <strong>di</strong> un intento nobile come quello che<br />

ispira il progetto, tuttavia occorre che esso affi<strong>di</strong> il suo successo alle<br />

garanzie che saprà dare perchè la ricerca scientifica venga<br />

metodologicamente inserita nella coscienza della unità della vita e<br />

non isolata ed impoverita nella mera applicazione <strong>di</strong> tecniche e <strong>di</strong><br />

proce<strong>di</strong>menti produttivi; solo così, tenendo presenti in ogni aspetto<br />

della organizzazione <strong>di</strong>dattica e della strutturazione della ricerca, i<br />

valori fondamentali <strong>di</strong> cui è l'uomo portatore nella vita, sarà<br />

possibile far convergere in questa grande istituzione gli interessi del<br />

mondo occidentale e <strong>di</strong> quello orientale, sarà favorito<br />

l'avvicinamento vero dei popoli cui dovrà essere fatta palese la<br />

comune natura anche nella testimonianza <strong>di</strong> una realtà universitaria<br />

che, se si realizzerà, consegnerà alla storia il più alto documento<br />

della volontà <strong>di</strong> pace ispiratrice dell'epoca in cui viviamo.<br />

PASQUALE DEL PRETE<br />

Prof. PASQUALE DEL PRETE, rettore della Università degli stu<strong>di</strong>, Bari.<br />

4


* Notices sur le Centre International de Hautes ttudes Agronomiques<br />

A la suite de 1'initiative prise, en<br />

1960, par 1'AEP-OECE (actuellement<br />

OCDE) les Gouvernements de<br />

1'Espagne, de la France, de la Grèce,<br />

de l'Italie, du Portugal, de la Turquie<br />

et de la Yougoslavie, décidèrent de<br />

fonder le "Centre International de<br />

Hautes Etudes Agronomiques des<br />

Pays Mé<strong>di</strong>terranéens ". On a atteint<br />

cette conclusion après avoir constaté<br />

que 1'agriculture est l'activité<br />

fondamentale du bassin de la<br />

Mé<strong>di</strong>terranée et qu'il est opportun<br />

d'établir, au sein de 1'enseignement<br />

agricole supérieur, une collaboration<br />

entre les Pays de ce bassin;<br />

1'agriculture mé<strong>di</strong>terranéenne a en<br />

outre besoin de former des cadres de<br />

personnel spécialisé, formation qui ne<br />

peut étre obtenue qu'au moyen d'un<br />

enseignement supérieur complétant<br />

celle qui est, donnée p ar les Facultés<br />

ou par les Ecoles Supérieures<br />

instituées auprès des <strong>di</strong>fférents Pays<br />

Mé<strong>di</strong>terranéens, grate à<br />

1'enseignement de professeurs de<br />

renommée internationale.<br />

Le but du Centre est d'apporter un<br />

enseignement complémentaire - qui ne<br />

doit pas être, par conséquent, une<br />

répétition des études précédentes -<br />

aussi bien économique que technique,<br />

et de développer 1'esprit de<br />

coopération internationale au sein des<br />

cadres d'e l'agriculture des pays<br />

mé<strong>di</strong>terranéens. Son siège légal est à<br />

Paris, auprès de 1'OCDE. Il est<br />

constitué de deux "Instituts<br />

Mé<strong>di</strong>terranéens », l'un siégeant à Bari<br />

(Italie), l'autre à .Montpellier (France);<br />

on a prévu la création d'Instituts<br />

"annexes " auprès d'autres Etats,<br />

pour le per-<br />

des Pays Mé<strong>di</strong>terranéens.<br />

fectionnement pratique concernant<br />

certains problèmes particuliers.<br />

D'après le Statut, le Centre est<br />

<strong>di</strong>rigé par un Conseil d'Administration<br />

et par un Comité consultatif, assistés<br />

par un Secrétariat; chaque Institut du<br />

Centre est <strong>di</strong>rigé par un Directeur.<br />

Le nombre des élèves du Centre est<br />

limité et i1 est fixé chaque année. On y<br />

accepte les licenciés, ou ceux qui sont<br />

fournis d'un <strong>di</strong>plôme équivalent, en<br />

Sciences Agraires ou Forestières,<br />

provenant des Facultés ou des Instituts<br />

Supérieurs de tous les Pays du bassin<br />

mé<strong>di</strong>terranéen. Les élèves, soumis à un<br />

régime de Collège, bénéficient d'une<br />

bourse d'étude offerte soit par les Etats<br />

Membres, soit, éventuellement, par<br />

d'autres Etats, par des organisations<br />

internationales ou des Sociétés<br />

publiques. En ce qui concerne les f rais,<br />

le statut prévoit ceux des bâtiments et<br />

des appareillages à la charge de<br />

1'Etathóte, tan<strong>di</strong>s que les frais de<br />

fonctionnement sont répartis, en<br />

mesure <strong>di</strong>verse, entre 1'Etat-hôte et<br />

1'OCDE.<br />

<strong>La</strong> durée de tout le Cours d'Etudes<br />

est prévue, en principe, de 12 mois,<br />

dont 5 mois à 1'Institut de Bari, 5 à<br />

celui de Montpellier, et 2 auprès des<br />

"annexes ".<br />

L'activité <strong>di</strong>dactique du Centre<br />

comprend des cours, des conférences,<br />

des séminaires, des applications<br />

pratiques, des recherches personnelles<br />

et de nombreuses sorties instructives.<br />

Les Cours et les Conférences sont<br />

tenus par des professeurs ou d'autres<br />

personnalités possédant une renommée<br />

assurée et invités en considération de<br />

leur<br />

5


compétence, choisis, après<br />

1'approbation, du Conseil<br />

d'Admnistration,dans une très vaste<br />

étendue géographique.<br />

L’activité du Centre International<br />

de Hautes Etudes Agronomiques des<br />

Pays .Mé<strong>di</strong>terranéens a débuté à Bari<br />

avec la Session tenue pendant 1’ -<br />

Année Académique 1961-62. Cette<br />

première session a été inaugrée le 18<br />

Novembre 1961 et a duré.<br />

exceptionnellement, jusqu'au 4 Juin<br />

1962.<br />

Les inscrits, au nombre de 38,<br />

provenaient de 1'Egypte, de la<br />

France, de la Jordanie, de la Grèce,<br />

de la Yougoslavie, du Liban, de Malte,<br />

du Maroc, du Portugal, de la Syrie, de<br />

1'Espagne, de la Tunisie et de la<br />

Turquie; 33 d'entre eux étaient des<br />

ingénieurs agronomes, 5 des<br />

ingénieurs forestiers.<br />

Le <strong>di</strong>scours d'ouverture du Cours a<br />

été tenu par le Professeur Giuseppe DI<br />

NARDI, de 1'Université de Rome, sur le<br />

sujet: "L'Agriculture dans la stratégie<br />

du développement économique ".<br />

Pendant tout le Cours, des<br />

professeurs, provenant de 7 Pays<br />

<strong>di</strong>fférents, ont tenu 243 leçons,<br />

chacune suivre d'une <strong>di</strong>scussion libre.<br />

Pour suivre ces cours, qui pouvaient<br />

être tenus en Italien, en Français ou<br />

en Anglais, on a adopté la traduction<br />

simultanée dans tes deux langues<br />

contraires, tan<strong>di</strong>s que les élèves ont<br />

été fournis non seulement du texte<br />

dans sa langue originale, mais aussi<br />

du texte traduit dans l'une des deux<br />

autres langues.<br />

Dans le développement du cycle<br />

des séminaires, chaque étu<strong>di</strong>ant a<br />

préparé et <strong>di</strong>rigé la <strong>di</strong>scussion sur un<br />

sujet choisi par lui-même, d'accord<br />

avec les Professeurs de la Faculté<br />

d'Agronomie, concernant des<br />

problèmes qui touchent particuliè-<br />

rement tous les Pays de la<br />

Mé<strong>di</strong>terranée, ce qui a souvent suscité<br />

d'intéressantes comparaisons et de<br />

profitables échanges de vue sur des<br />

aspects, des problèmes, des<br />

techniques et des réalisations des<br />

<strong>di</strong>fférents Pays.<br />

Pendant le temps libre,<br />

généralement l'après-mi<strong>di</strong>, les élèves<br />

ont fait des études et des recherches<br />

personnelles auprès des Instituts de<br />

la Faculté d'Agronomie ou auprès des<br />

Sociétés locales (pour la Réforme<br />

Agraire et pour 1'Irrigation).<br />

Pendant ce Cours, on a fait 21<br />

sorties instructives et pratiques (une<br />

par semaine) qui ont permis de visiter<br />

les zones agricoles les plus typiques,<br />

les centres et les ouvrages réalisés<br />

par les Sociétés de Réforme Agraire,<br />

d'Irrigation et de Bonification,<br />

concernant les ouvrages d'irrigation,<br />

les installations industrielles<br />

ap<strong>parte</strong>nant à des Coopératives et à<br />

des particuliers, à des Stations de<br />

recherches, etc.; deux sorties, chacune<br />

d'une durée de quelques jours, ont<br />

permis aux élèves de visiter la foire de<br />

Milan, ainsi que plusieurs fabriques<br />

de moteurs et de machines agricoles<br />

de l'Italie du Nord (Turin, Milan,<br />

Parme, Vicence, etc.).<br />

A la fin du Cours, les élèves ont<br />

été soumis au jugement d'un jury<br />

formé de professeurs de la Faculté<br />

d'Agronomie par des entrevues qui ont<br />

duré trois jours,<br />

<strong>La</strong> Session s'est terminée par une<br />

cérémonie finale au cours de laquelle<br />

la ville de Bari a voulu offrir, aux<br />

in<strong>di</strong>vidus participant à ce premier<br />

Cours du Centre et aux personnalités<br />

qui ont le plus contribué à sa<br />

réalisation, une médaille-souvenir en<br />

or.<br />

Les élèves, après une dernière<br />

6


sortie instructive, ont commencé les<br />

vacances d'été. Pendant ces vacances,<br />

21 d'entre eux front en Espagne pour un<br />

stage d'instruction offert par le<br />

Gouvernement Espagnol. Tous les élèves<br />

reprendront leurs études à Montpellier<br />

(France), en automne prochain.<br />

Dans l'ensemble, malgré les<br />

<strong>di</strong>fficultés et les incertitudes du début,<br />

dues à la nouveauté de 1'initiative, on<br />

peut souligner les résultats satisfaisants<br />

de cette première année aussi bien au<br />

point de vue de 1'enseignement<br />

technique qu'au point de vue de l'esprit<br />

de collaboration et de compréhension qui<br />

s'est profondément développé parmi les<br />

participants.<br />

PASQUALE DEL PRETE<br />

Estratto dal volume: Science et tecninique pour les régions<br />

peu développées. Rapports recueillis et publiés par le<br />

Conseil National de Recherche d'Italie à 1'occasion de la<br />

Conférence des Nations Unies sur 1'Application de la<br />

Science et de la Technique dans 1'Intérêt des Régions peu<br />

Développées, Genève, <strong>1963</strong>. - Roma,<br />

Consiglio Nazionale delle Ricerche, <strong>1963</strong>.<br />

7


Gli stu<strong>di</strong> locali<br />

e la Pubblica Amministrazione<br />

I tempi ci sembrano propizi. Nella lunga nostra esistenza<br />

abbiamo dalla prima giovinezza assistito ad un trito e per noi<br />

angoscioso <strong>di</strong>scutere in Parlamento, nei convegni e nella stampa,<br />

intorno a quella che si è voluto chiamare « questione meri<strong>di</strong>onale»,<br />

come se non fosse anche nazionale, spesso restringendola in<br />

angusti confini, o mortificandola e mortificandoci con inopportuni<br />

pietismi, o con sprezzanti rilievi, o con ingiuste recriminazioni. Ma<br />

ora, forse per una maggiore maturità <strong>di</strong> eventi, ed anche per una<br />

più comprensiva azione dei responsabili, ci sembra che la<br />

risoluzione della « questione » sia uscita dal vago e<br />

dall'indeterminato e sia stata portata sulla via giusta verso una<br />

meta concreta. Si è finalmente compreso che il Nord, anche per fare<br />

i suoi interessi, deve adoperarsi a portare il Sud al suo livello; il<br />

Nord si è reso conto della grande riserva <strong>di</strong> energie esistenti negli<br />

uomini e nelle terre meri<strong>di</strong>onali e gli uomini del Sud hanno mostrato<br />

e mostrano <strong>di</strong> volere e <strong>di</strong> saper fare quanto e come i loro antenati<br />

del tempo migliore.<br />

Ed ecco che le civiche Autorità sono chiamate a collaborare<br />

attivamente e <strong>di</strong>rettamente a quest'opera <strong>di</strong> rinascita che abbraccia<br />

tutti i problemi che interessano particolarmente e collettivamente<br />

ogni provincia, ogni città, ogni paese del Mezzogiorno. In questa<br />

opera la Puglia non può e non deve essere seconda a nessuna altra<br />

regione e la Capitanata deve sentire la spinta e l'orgoglio <strong>di</strong><br />

riprendere quel posto <strong>di</strong> preminenza che meritatamente ha tenuto<br />

per secoli.<br />

Non debbo ricordare ai lettori <strong>di</strong> questa rivista le attività in<br />

ogni branca <strong>di</strong> cultura che hanno mantenuto ad alto livello la vita<br />

intellettuale della nostra terra nel Regno delle Due Sicilie, reame a<br />

torto, per lo meno in <strong>parte</strong>, vituperato, <strong>di</strong>scono-<br />

8


GINEVRA <strong>1963</strong> - Conferenza delle Nazioni Unite su l'applicazione della scienza<br />

e della tecnica a favore delle regioni poco sviluppate


scendosi le iniziative e i primati che poteva ben vantare pur tra gli<br />

errori politici in quella tormentosa e tormentata epoca della storia<br />

d'Italia, e ben lo possiamo <strong>di</strong>r noi, con animo finalmente sereno, noi<br />

figli e nipoti <strong>di</strong> patrioti.<br />

Dal torpore fu <strong>di</strong> nuovo risvegliata precisamente nel periodo<br />

che si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> oscurantismo, in cui apparvero la « <strong>Biblioteca</strong> del<br />

Risorgimento Pugliese » e la prima serie della « Raccolta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />

foggiani e<strong>di</strong>ta a cura del Comune », benemerenze che oggi si<br />

debbono lealmente ricordare e lodare, anche da chi, come lo<br />

scrivente, non ha nelle linee generali approvato il regime del «<br />

ventennio ».<br />

Or dunque, nel rinnovato clima <strong>di</strong> libertà democratica, ci<br />

sembra un buon segno la nascita <strong>di</strong> questa rivista che, ancora per<br />

iniziativa <strong>di</strong> nostre Autorità provinciali, riaccende la fiamma,<br />

inserendosi nei filoni culturali del passato vicino e lontano. Oggi,<br />

nel risveglio <strong>di</strong> ogni sana energia, s'impone la necessità <strong>di</strong><br />

collaborare alla educazione ed all'istruzione delle masse, allo<br />

stu<strong>di</strong>o ed alle soluzioni dei problemi locali, alla conoscenza delle<br />

risorse e delle possibilità della propria regione, ed anche alla<br />

umanistica ricerca e conservazione delle notizie e delle materiali<br />

vestigia della sua storia millenaria ed insigne. Di qui dunque il<br />

dovere delle nostre locali Autorità d'incrementare i centri <strong>di</strong> cultura<br />

e le biblioteche e <strong>di</strong> favorire convegni, pubblicazioni, scavi<br />

archeologici.<br />

Con un tale miraggio l'azione della nostra Amministrazione<br />

<strong>Provinciale</strong> (che conta al suo attivo altre notevoli e<strong>di</strong>zioni apparse in<br />

questi ultimi decenni) è oggi <strong>di</strong>retta appunto verso questi alti e<br />

concreti ideali; quin<strong>di</strong> noi ci auguriamo che oltre al resto, ed innanzi<br />

tutto, questa rassegna annunci una nuova e lunga giornata fattiva<br />

e proficua <strong>di</strong> bene per la nostra Gente<br />

Stato.<br />

MICHELE VOCINO<br />

On. avv. MICHELE VOCINO, presidente onorario <strong>di</strong> sezione del Consiglio <strong>di</strong><br />

9


Il Consiglio <strong>Provinciale</strong> del 1861 1<br />

Il 14 settembre 1860 Garibal<strong>di</strong> decretava che lo « statuto costituzionale<br />

piemontese, vigente anche nelle provincie precedentemente annesse », fosse<br />

legge fondamentale <strong>di</strong> questa Italia meri<strong>di</strong>onale. Due giorni prima egli aveva<br />

destituito gli intendenti dal governo delle provincie, conferendone le<br />

attribuzioni, accresciute col successivo provve<strong>di</strong>mento del giorno <strong>di</strong>ciassette,<br />

a governatori <strong>di</strong>chiarati prime autorità civili ed amministrative <strong>di</strong> quelle<br />

circoscrizioni 2. Si uniformava così alla legge piemontese 23 ottobre 1859<br />

sull'or<strong>di</strong>namento provinciale, non ancora promulgata nel Mezzogiorno 3 . Col<br />

secondo dei cennati decreti, il Dittatore destinava a <strong>Foggia</strong> un suo figlio,<br />

Giuseppe Ricciar<strong>di</strong> 4 , benemerito della rivoluzione meri<strong>di</strong>onale; per il suo<br />

inspiegabile rifiuto, nominava poi Gaetano del Giu<strong>di</strong>ce, che sarebbe stato<br />

presto collocato a riposo e sostituito da Cesare Bardesono.<br />

LA CAPITANATA PROVINCIA ITALIANA<br />

Finalmente, per effetto del Plebiscito (votato il 21 ottobre e accettato<br />

l'8 novembre) la Capitanata, insieme con le altre provincie napoletane,<br />

entrava a far <strong>parte</strong> integrante dello Stato italiano. Lo stabiliva il decreto reale<br />

17 <strong>di</strong>cembre, in relazione alla legge in data tre dello stesso mese, « con cui il<br />

Governo del Re era autorizzato ad accettare e stabilire per decreti reali<br />

l'annessione allo Stato <strong>di</strong> quelle provincie dell'Italia Centrale e Meri<strong>di</strong>onale,<br />

nelle quali si manifesti liberamente per suffragio <strong>di</strong>retto universale la volontà<br />

<strong>di</strong> far <strong>parte</strong> integrante della nostra Monarchia costituzionale » 5. Col decreto<br />

due gennaio dell'anno successivo a firma Farini, luogotenente g.le, era pro-<br />

10


RISULTATI DELLE ELEZIONI PROVINCIALI DEL 19 MAGGIO 1861<br />

(« Giornale del Governo <strong>di</strong> Capitanata », 1861, vol. V, p. 148).<br />

11


mulgata e resa esecutiva la legge 23 ottobre 1859 sull'Amministrazione<br />

provinciale e comunale, vigente nelle altre provincie del Regno, « salvo alcune<br />

deroghe e nuove <strong>di</strong>sposizioni » 6.<br />

Al suo ingresso nello Stato italiano, la provincia dauna, nella<br />

circoscrizione territoriale del 2 maggio 1816, comprendeva 63 comuni, or<strong>di</strong>nati<br />

in 3 <strong>di</strong>stretti e 32 circondari, con una popolazione complessiva <strong>di</strong> 355.179<br />

abitanti 7; ma il grande evento unitario non si era ancora moralmente<br />

consolidato, che tra gli altri sacrifici le s'imponeva quello <strong>di</strong> gravi per<strong>di</strong>te<br />

territoriali. Già dal 1811 il suo <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> <strong>La</strong>rino faceva <strong>parte</strong> del Molise: per il<br />

decreto luogotenenziale <strong>di</strong> Eugenio <strong>di</strong> Savoia Carignano 17 febbraio 1861 i<br />

circondari <strong>di</strong> S. Bartolomeo in Galdo e Castelfranco andavano a incrementare<br />

la nuova provincia <strong>di</strong> Benevento 8, e i circondari <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> Orsara con<br />

Savignano (in tutto un<strong>di</strong>ci comuni) erano assegnati alla provincia <strong>di</strong> Avellino.<br />

Pertanto il quoziente <strong>di</strong> popolazione si riduceva a 312.127 9.<br />

ELEZIONE E INSEDIAMENTO DEL CONSIGLIO<br />

Per le ministeriali <strong>di</strong> Spaventa 27 marzo e 16 aprile 1861 10, in base alla<br />

legge 23 ottobre 1859 11, il 19 maggio '61 si svolsero le elezioni per il Consiglio<br />

<strong>Provinciale</strong> 12. Con decreto 20 giugno il governatore Bardesono, riconosciuta la<br />

regolarità delle operazioni in tutti i comuni, ad eccezione <strong>di</strong> Rignano (mancata<br />

elezione), tenuta presente la nuova ripartizione, proclamò gli eletti nelle<br />

persone dei can<strong>di</strong>dati compresi nella tabella che segue 13. Quin<strong>di</strong>, per costituire<br />

l'ufficio <strong>di</strong> presidenza e la deputazione provinciale, li convocò il 30 giugno alle<br />

ore 10 in seduta straor<strong>di</strong>naria che, per mancanza del numero legale, fu rinviata<br />

senza verbale al dì seguente in seconda convocazione.<br />

Il primo luglio, nel salone settecentesco della Intendenza a Palazzo<br />

Dogana, risposero all'appello la metà esatta dei proclamati Amicarelli, Bucci,<br />

Campanella, D'Amelii, De Ambrosio, De Martinis, D'Errico, Di Sabato, Fusilli,<br />

Granata, Juso, <strong>La</strong> Bianca, Lepore, Lolatte, Macchiarella, Paolella, Pitta, Ricca,<br />

Ripandelli, Vinciguerra. L'assemblea, presieduta provvisoriamente dal<br />

consigliere anziano De Martinis, segretario Juso, con l'assistenza degli<br />

scrutatori De Ambrosio e <strong>La</strong> Bianca, « con assoluta maggioranza » elesse<br />

presidente De Luca, (v. 19), vice presidente D'Amelii (v. 17), segretario Pitta (v.<br />

11), vice segretario Ripandelli (v. 12) e deputati provinciali effettivi, anch'essi<br />

con maggioranza assoluta: Amicarelli, De Ambrosio, De Martinis e<br />

Macchiarella (tutti con v. 19), Paolella e Del Sorbo (rispettivamente<br />

12


con v. 17 e 12); designò a supplenti Campanella e Granata, ciascuno con v. 12 14.<br />

<strong>La</strong> sessione or<strong>di</strong>naria si aprì il 16 settembre, e non la prima domenica del<br />

mese, come prescritto, anche questa volta per mancanza del numero legale,<br />

presente il nuovo governatore, dottor Alessandro Strada 15, quale commissario<br />

del Re, e con se<strong>di</strong>ci consiglieri: Bucci, Campanella, Curato, D'Amelii, De<br />

Ambrosio, De Luca, De Martinis, Granata, Lepore, Lolatte, Macchiarelli,<br />

Paolella, Pitta, Ricca, Vinciguerra, Vasciminno.<br />

Verificatosi il numero legale dei presenti, il cav. Strada, per <strong>di</strong>chiarare<br />

aperta la sessione or<strong>di</strong>naria, e il Presidente, per inaugurare i lavori, celebrarono<br />

l'Unità ed enunciarono l'or<strong>di</strong>ne del giorno, proclamando i propositi più sal<strong>di</strong><br />

intorno « agl'immegliamenti morali e materiali della Provincia ». Si fissò il<br />

calendario delle riunioni, si delegarono tre membri a re<strong>di</strong>gere gli in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> saluto<br />

al Re, al suo luogotenente, a Garibal<strong>di</strong> e al Ricasoli, presidente del Consiglio dei<br />

ministri, e si nominarono sei commissioni perché riferissero sull'or<strong>di</strong>ne del<br />

giorno.<br />

Con questo esor<strong>di</strong>o l'attività pubblica dell'assemblea procedette in do<strong>di</strong>ci<br />

sedute, <strong>parte</strong>cipandovi ventidue consiglieri con duecentoventi presenze 16. <strong>La</strong><br />

legge del '59 fissava in quin<strong>di</strong>ci giorni la durata della sessione or<strong>di</strong>naria dei<br />

Consigli provinciali, consentendone la proroga, che nella do<strong>di</strong>cesima seduta (30<br />

sett.) fu deliberata nel massimo <strong>di</strong> otto giorni (ma ne assorbì soltanto uno). Se ne<br />

tentano qui <strong>di</strong> costa gli argomenti, raggruppandoli per materia.<br />

LA « RIFORMA DEL TAVOLIERE »<br />

<strong>La</strong> « riforma del Tavoliere » costituì l'oggetto principe <strong>di</strong> questa assise. Il<br />

Presidente, che lo aveva impostato, franco e deciso, nel <strong>di</strong>scorso inaugurale del<br />

Consiglio, lo svolse poi in sede <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione e <strong>di</strong> voto in apertura della XV<br />

sessione (2 ottobre). <strong>La</strong> sua requisitoria contro l'arcaico sistema del Regal corpo,<br />

attingendo alla critica dei novatori, le dà il crisma <strong>di</strong> un'adesione che, per<br />

provenire da un nobile, acquista significato particolare 17.<br />

Nell'introdurre il <strong>di</strong>scorso con la rievocazione della Dogana, giustificando<br />

l'Aragonese, che <strong>di</strong>sciplinò la pastorizia là dove gli eventi avevano fatto il deserto,<br />

il marchese De Luca biasima la « privata inerzia », che consentì il passaggio<br />

nell'uso pubblico dei pre<strong>di</strong> non tenuti a pascolo o a semina, e la « malizia o la<br />

ignoranza » dei Fiscali,<br />

13


che attribuirono in gran <strong>parte</strong> i mali del sistema « alla natura delle contrade », così<br />

lasciando lontana l'agricoltura e impedendo che con questa rifiorisse la pianta<br />

umana, <strong>di</strong>strutta dalle guerre. Nè a suo giu<strong>di</strong>zio la legge 3 maggio 1806 adempì i<br />

voti dei doganati e le esigenze economico-sociali della Provincia. Alla deliberata<br />

censuazione re<strong>di</strong>mibile delle terre fecero riscontro la per<strong>di</strong>ta dei privilegi e delle<br />

esenzioni e la tassa <strong>di</strong> entratura, che insieme con i canoni annuali ridusse al<br />

minimo le risorse degli armentari, e purtuttavia la loro con<strong>di</strong>zione migliorò nel<br />

Decennio con incremento <strong>di</strong> culture e <strong>di</strong> popolazione, tanto quanto non lo era<br />

stato per l'intero secolo precedente.<br />

A queste premesse <strong>di</strong> rinascita, che sembrò fossero accolte dalla<br />

Restaurazione, venne però a mancare la tenacia dei Borboni. <strong>La</strong> legge 13 gennaio<br />

1817 18, respingendo il Tavoliere al 1789, lo consegnava all'Unità nelle con<strong>di</strong>zioni<br />

meno idonee ad accoglierne i vantaggi.<br />

« Ma ora che l'Astro italiano brilla più puro, rallegriamoci nella speranza <strong>di</strong><br />

un migliore avvenire, e cerchiamo i mezzi che a noi lo procurino e ne affrettino<br />

l'arrivo ».<br />

<strong>La</strong> certezza della proprietà e la libertà dell'industria sono i primi necessari<br />

elementi <strong>di</strong> ogni pubblica prosperità. Questo canone fondamentale <strong>di</strong> civile progresso<br />

è anche più valido per la Capitanata, tuttora vittima <strong>di</strong> « clamorosa ingiustizia »,<br />

che soltanto il Governo può rimuovere con idonei provve<strong>di</strong>menti. Il marchese<br />

De Luca formula pertanto una serie <strong>di</strong> conclusioni, affinché le terre vadano in<br />

libero uso ai censluari, e per il regolmento finanziario della affrancazione si apra<br />

una partita nel gran Libro del debito pubblico o intervenga una « società <strong>di</strong><br />

banchieri con una operazione dalla quale potrebbe anche sorgere un istituto <strong>di</strong><br />

cre<strong>di</strong>to a <strong>Foggia</strong> ». L'assemblea unanime accolse il <strong>di</strong>scorso, or<strong>di</strong>nandone la<br />

notificazione al Parlamento nazionale.<br />

I LAVORI DELL 'ASSEMBLEA<br />

Un altro problema, anch'esso fondamentale del governo nuovo, era quello<br />

stradale. Ne trattò più volte il De Ambrosio con interventi sul restauro della<br />

provinciale <strong>Foggia</strong>-San Severo, sulla progettazione <strong>di</strong> una rete garganica e la<br />

costituzione in consorzio dei comuni interessati, sul passaggio graduale alle cure<br />

della Provincia della « San Severo-Serracapriola ». I bisogni e le aspirazioni del<br />

Promontorio ebbero in lui un fervido, efficace e fortunato interprete e<br />

patrocinatore. Delle strade Manfredonia-Cerignola, Santagata-.Bovino-Ponte<br />

(Albanito) e Lucera per Troia e per San Severo (rettifiche, manutenzione,<br />

provincializzazione)<br />

14


si occuparono il Paolella, il Vinciguerra e il Pitta. Per il tracciato della ferrovia si<br />

nominò una commissione. Si stanziò dunque in bilancio il primo contributo <strong>di</strong><br />

interessati alle seguenti strade: da Santagata a Candela; da Cerignola duc. 20.000<br />

per la garganica, oltre un sussi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> duc. 17.200 in favore dei Comuni all'Ofanto<br />

per la Basilicata; da Faeto per Castelluccio Valmaggiore a Troia; da Casalnuovo<br />

per Castelvecchio, Castelnuovo, Pietra fino al bivio <strong>di</strong> Lucera ; da Roseto ad<br />

Alberona per la sannitica; da Orta a Castelluccio dei Sauri per completare la<br />

congiunzione della consolare al Ponte <strong>di</strong> S. Venere; da Biccari a Montaratro; da<br />

Volturino alla sannitica; da Deliceto a Candela; da Serracapriola al bivio <strong>di</strong><br />

Civitate 19.<br />

Non meno impegnative per le commissioni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e per l’assemblea<br />

deliberante, risultano un gruppo <strong>di</strong> « vertenze ». A conclusione dei rapporti svolti<br />

dai singoli relatori: fu accolta la istanza del Comune <strong>di</strong> Lucera, per « sottrarre<br />

l'amministrazione <strong>di</strong> 150 versure <strong>di</strong> terre 20, destinate alla festività <strong>di</strong> S. Maria la<br />

Patrona <strong>di</strong> quella città, dalla <strong>di</strong>pendenza (sic) del Consiglio generale degli Ospizi »<br />

(rel. Campanella); si <strong>di</strong>sconobbe la spesa suppletoria a carico dell'Orfanotrofio<br />

dei proietti <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> per la facciata della Chiesa delle Croci (rel. Lepore); si <strong>di</strong>e’<br />

atto che l'Opera pia istituita in Cerignola dal sacerdote Vincenzo Tonti « dovesse<br />

continuare ad amministrarsi dalla commissione speciale in<strong>di</strong>cata in testamento e<br />

sotto la sorveglianza e <strong>di</strong>pendenza del Consiglio comunale » (rel. Granata); fu<br />

deciso <strong>di</strong> proporre al Governo la nomina <strong>di</strong> una commissione, per conciliare il<br />

giu<strong>di</strong>zio insorto nella costruzione del grande Orfanotrofio provinciale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

(rel. Campanella).<br />

Una questione sottile, che <strong>di</strong>vise fino al voto i <strong>di</strong>ciotto presenti alla XI<br />

seduta (28 settembre), sollevò il Paolella (riscuotendo tre<strong>di</strong>ci suffragi contro<br />

cinque, sostenuti dal Commissario reale) per chiedere che la Provincia «<br />

riven<strong>di</strong>casse la ren<strong>di</strong>ta intestata sul Gran Libro, all'Orfanotrofio provinciale, dopo<br />

aver liquidato ciò ch'essa avrebbe da lui a ripetere in capitali ed interessi, per<br />

sussi<strong>di</strong>o annuo <strong>di</strong> duc. 3.000, pagatogli senza necessità dal 1845 al 1861 e fino<br />

alla concorrenza <strong>di</strong> detta liquidazione ».<br />

<strong>La</strong> cultura e l'istruzione scolastica ebbero la loro <strong>parte</strong>, ma oltre gli omaggi<br />

dei <strong>di</strong>scorsi <strong>di</strong> apertura, non fecero luogo a <strong>di</strong>battito. Si adottarono<br />

provve<strong>di</strong>menti per: la nomina dei rappresentanti in seno alla Commissione voluta<br />

dalla legge sulla istruzione secondaria; l'elevazione da duc. 400 a 480 delle<br />

pensioni per gli studenti <strong>di</strong> belle arti; il contributo <strong>di</strong> duc. 2.400 per le istituende<br />

scuole tecniche in aggiunta a quella agraria esistente; l'approvazione del conto<br />

morale della Società Economica. <strong>La</strong> proposta De Ambrosio d'istituire in S.<br />

Marco<br />

15


in <strong>La</strong>mis e Vieste collegi <strong>di</strong> scienze, lettere e arti belle, fu respinta per<br />

incompetenza a provvedere.<br />

In tema <strong>di</strong> circoscrizione territoriale, il consigliere Paolella espose il<br />

rapporto della Commissione incaricata <strong>di</strong> occuparsene, concludendo per la<br />

conservazione dello statu quo, che non poteva essere mo<strong>di</strong>ficato senza grave<br />

danno dei comuni condannati al <strong>di</strong>stacco, e della economia, già misera, della<br />

provincia 21. Il Consiglio si occupò anche dei voti <strong>di</strong> S. Marco la Catola, per<br />

essere trasferito dal circondario <strong>di</strong> S. Severo a quello <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, e <strong>di</strong> Stornara,<br />

frazione <strong>di</strong> Stornarella, per erigersi a comune.<br />

Poco <strong>di</strong> beneficenza e nulla <strong>di</strong> elargizioni, osservandosi <strong>di</strong> stretto rigore i<br />

limiti dell'istituto. Soltanto allo « stampatore del Governo » Michele Russo un<br />

sussi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ducati 240 « in considerazione dei lavori e delle spese straor<strong>di</strong>narie<br />

sopportate nel biennio '60-'61, e alla con<strong>di</strong>zione che usi la massima accuratezza<br />

nella stampa degli Atti del Consiglio ».<br />

Furono approvati con osservazioni ed eccezioni i conti morali della «<br />

Provincia » e dei « Fon<strong>di</strong> speciali » (rel. Lepore), del Consiglio generale degli<br />

Ospizi (rel. Lolatte), dell'Orfanotrofio « Maria Cristina » (rel. Lepore), della<br />

Società economica (id.) e non anche, per incompetenza, quello dell'Ospedale<br />

delle donne.<br />

SUL BILANCIO DI PREVISIONE<br />

Si deliberò sul bilancio (stato <strong>di</strong>scusso) <strong>di</strong> previsione del 1862 in base al<br />

progetto elaborato dalla Deputazione provinciale ed esaminato dalla VI<br />

Commissione. Ne riferì (X, 27 sett.) il consigliere delegato Ricca e subito s'iniziò<br />

la <strong>di</strong>scussione degli articoli, invertendone l'or<strong>di</strong>ne per l'esame preliminare <strong>di</strong><br />

alcune voci.<br />

Circa le partite d'introito si indugiò sul timonaggio, dazio « per il consumo<br />

delle strade esterne ed interne ». Intervennero il Ricca, proponendo che la<br />

Provincia rinunciasse al balzello perché era conteso dal Municipio del<br />

Capoluogo; il De Ambrosio, per sostenere che « nessuno dovesse godere <strong>di</strong> quel<br />

beneficio, tanto più che a <strong>Foggia</strong> si era costretti a ridursi per affari governativi » ;<br />

il Vinciguerra, che opinò l'introito dovesse ripartirsi tra la Provincia e quella città.<br />

Il Consiglio respinse i tre voti ed approvò tutte le partite <strong>di</strong> introito ad eccezione<br />

<strong>di</strong> quella relativa al ratizzo a carico dei Comuni, rinviata alla seduta <strong>di</strong> chiusura.<br />

Le partite d'introito risultarono dei duc. 79.226 contemplati nel progetto <strong>di</strong><br />

bilancio, della <strong>di</strong>fferenza sull'imponibile fon<strong>di</strong>ario <strong>di</strong> duc. 4.137,20<br />

16


e degli avanzi <strong>di</strong>sponibili sugli esercizi precedenti in duc. 10.056,52: in tutto duc.<br />

93.419,72.<br />

Detratta questa somma dal totale delle partite <strong>di</strong> esito che, dopo le<br />

proposte consiliari ascendevano a duc. 101.780,92, risultò un deficit <strong>di</strong> duc.<br />

8.361,20. Per la sua copertura si deliberò <strong>di</strong> aumentare <strong>di</strong> due grana ad<strong>di</strong>zionali<br />

la imposta fon<strong>di</strong>aria del 1862 22.<br />

Molti altri interessi e problemi particolari e generali arrivarono alla<br />

tribuna <strong>di</strong> Palazzo Dogana. Chiestosi l'impianto <strong>di</strong> un faro sulla spiaggia <strong>di</strong><br />

Manfredonia, si accoppiò questo oggetto alla proposta presidenziale <strong>di</strong> «<br />

costruire » il porto, accolta col voto d'intervenire a tal riguardo presso il<br />

Governo. A quel medesimo comune, insieme con Volturino e Lesina, era<br />

negato però un sussi<strong>di</strong>o, per la creazione <strong>di</strong> monti frumentari.<br />

Sempre in tema <strong>di</strong> lavori pubblici et similia, proponente De Luca, si<br />

stanziò in bilancio la spesa <strong>di</strong> duc. 2.600, per l'adattamento e l'arredamento <strong>di</strong><br />

una sala consiliare, mentre si incaricò la Deputazione <strong>di</strong> reclamare l'indennizzo<br />

della manutenzione della strada delle Saline » e <strong>di</strong> curare l'illuminazione del<br />

Palazzo Dogana. Alla Commissione del bilancio (che non ne riferì mai) si<br />

rinviò il progetto della sede governativa <strong>di</strong> Bovino. Si previde anche la spesa,<br />

onde si riempissero le cave <strong>di</strong> brecciame intorno a <strong>Foggia</strong>.<br />

<strong>La</strong> Deputazione fu incaricata <strong>di</strong>: 1) riscuotere dall'Amministrazione delle<br />

Bonifiche una somma prestatale dalla Provincia e <strong>di</strong> liquidare al R. Liceo <strong>di</strong><br />

Lucera un cre<strong>di</strong>to vantato verso la Tesoreria generale, chiedendo a questa la<br />

relativa rivalsa; 2) <strong>di</strong> esaminare una « domanda <strong>di</strong> ratizzi » <strong>di</strong> quella stessa città.<br />

Per il « rimpiazzo » <strong>di</strong> sei giu<strong>di</strong>ci effettivi e due supplenti al Tribunale <strong>di</strong><br />

commercio, il Consiglio formò otto terne <strong>di</strong> can<strong>di</strong>dati per il Governo; nominò<br />

il tesoriere provinciale, elogiò e gratificò gli impiegati che avevano collaborato<br />

con l'Assemblea e sorteggiò i consiglieri uscenti, che furono D'Amelii, Juso,<br />

Perna, Paolucci, Ripandelli, Torella, Visciola e Zaccagnino.<br />

*<br />

Così riempiti i primi giorni del suo nuovo ciclo, questa volta italico,<br />

l'Assemblea si aggiornava. Molto breve, senza dubbio, rispetto alle istanze della<br />

cosa pubblica, fu quella sessione. Ma all'adempimento del precetto legislativo<br />

presiedettero buon costume e competenza, che fecero quegli uomini degni del<br />

mandato popolare.<br />

Con i loro deliberati, essi verificarono il vaticinio <strong>di</strong> Mazzini e <strong>di</strong><br />

17


Gioberti, che l'Unità sarebbe stata affermazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto e strumento <strong>di</strong><br />

giustizia; col voto sul Tavoliere e la circoscrizione territoriale, iniziarono la<br />

lunga serie delle patrie riven<strong>di</strong>cazioni, qualificando politicamente il Consiglio.<br />

Fino alla sua riconvocazione trascorrerà un anno, calamitoso per la<br />

gente dauna; molte altre stagioni politiche sfioriranno alle sue spalle,<br />

seppellendone speranze e fiducia, con i problemi ignorati, misconosciuti o<br />

mal curati dal centralismo statale.<br />

Verrà in fine la Repubblica, col retaggio del Risorgimento, a impostare<br />

le soluzioni ra<strong>di</strong>cali, per concludere l'interrotta rivoluzione patriottica. I tempi<br />

nuovi consentiranno <strong>di</strong> accogliere e riecheggiare gli auspici, che in quello<br />

storico 1861 si levarono da Palazzo Dogana, quale messaggio antelucano a<br />

una posterità, che siamo chiamati a testimoniare.<br />

NOTAZIONI<br />

MARIO SIMONE<br />

Il 1961 la celebrazione governativa dell'Unità d'Italia coincise con una lunga vacanza<br />

democratica della nostra « Provincia ». Ai commissari della gestione straor<strong>di</strong>naria spettò<br />

prendere atto del pa<strong>di</strong>gione pugliese nell'Italia 61, dove la Capitanata era presente con una<br />

sua modesta e inefficace rappresentazione, che non poteva esau<strong>di</strong>re specialmente gli<br />

amministratori delle patrie memorie. Quella <strong>di</strong>sagevole situazione non fece promuovere<br />

dall'Ente manifestazioni adeguate all'apporto risorgimentale della Capitanata, tuttora<br />

largamente ine<strong>di</strong>to. Si tennero purtuttavia, conferenze, con la <strong>parte</strong>cipazione anche <strong>di</strong><br />

personalità ufficiali della politica, degli stu<strong>di</strong> e della pubblica amministrazione. A Torino, per<br />

L'Unione delle Provincie pugliesi, tenne la celebrazione ufficiale il presidente del Consiglio<br />

<strong>di</strong> Stato pro tempore, on. Petrilli, e parlarono a <strong>Foggia</strong> i professori De Miro D'Ayeta, allora<br />

sindaco della Città, e Antonio Regina, preside del Liceo classico « Vincenzo <strong>La</strong>nza »; a<br />

Lucera lo stesso on. Petrilli e il prof. M. Viterbo, a Manfredonia e a S. Marco in <strong>La</strong>mis il<br />

preside prof. Soccio, a Monte S. Angelo il preside prof. Ciuffreda, a San Giovanni Rotondo<br />

fu allestita una piccola mostra con materiali dell'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>; a Ischitella fu<br />

inaugurato un busto del Giannone e Manfredonia decorò la sede civica <strong>di</strong> una lapide<br />

celebrativa. Nel campo della e<strong>di</strong>toria germinarono a cura <strong>di</strong> chi scrive un gruppo <strong>di</strong> lavori,<br />

che inaspettatamente spinsero la Provincia all'altezza delle più fortunate consorelle.<br />

In « Raccolta <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>ni » a cura del Comune, iniziandosi la seconda serie,<br />

apparve Cronistoria <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> 1848-1870 <strong>di</strong> Carlo Villani, riveduta e annotata in nuova<br />

e<strong>di</strong>zione col titolo Risorgimento Dauno ; due Quaderni <strong>di</strong> "Risorgimento Meri<strong>di</strong>onale„<br />

furono de<strong>di</strong>cati rispettivamente a Gian Tommaso Giordani e il liberalismo dauno nel 1820 e<br />

a Vincenzo <strong>La</strong>nza e la vita universitaria e ospedaliera a Napoli nel primo Ottocento; nel vol.<br />

XII degli Atti dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> per il 1961 fu inserito il nostro scritto <strong>La</strong><br />

Capitanata eretta a provincia dello Stato italiano (apparso anche in estratto con lo stesso<br />

titolo). Ad esso, e particolarmente alle prime due parti, si rimandano quei lettori curiosi <strong>di</strong><br />

trovare una traccia del cammino storico della pubblica amministrazione dauna.<br />

MARIO SIMONE, pubblicista.<br />

18


2 Atti governativi per le provincie napoletane raccolti dall'Avv.To GIUSEPPE<br />

D'ETTORE. Napoli, Stamp. del Fibreno 1861, vol. I, 1860, p. 131.<br />

3 Atti, l. c., p. 125. Ma i poteri « illimitati » dei governatori meri<strong>di</strong>onali (decreto 18<br />

settembre 1860) rientrarono nelle attribuzioni dei vecchi intendenti col decreto 8 ottobre 1860<br />

del pro<strong>di</strong>ttatore Pallavicino (Atti, l. e.).<br />

4 Atti, l. c., p. 156. « I foggiani esultarono nel vedere elevato a tale ufficio un loro<br />

stimato citta<strong>di</strong>no, che per meriti personali e precedenti politici riscuoteva la fiducia <strong>di</strong><br />

Garibal<strong>di</strong>, e rimasero delusi, apprendendo che non aveva accettato » (VILLANI CARLO, op. cit.,<br />

p. 137; v. anche CARLO GENTILE, Giuseppe Ricciar<strong>di</strong>, <strong>Foggia</strong>, Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno 1941,<br />

in « <strong>Biblioteca</strong> del Risorgimento Pugliese » <strong>di</strong>retta da Mario Simone sotto gli auspici<br />

dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano).<br />

5 Atti, l. c., p. 430.<br />

6 Atti, l. c., p. 382.<br />

7 Atti, 1862, vol. I, p. 5 s., ed anche in « Giornale del Governo <strong>di</strong> Capitanata »<br />

(<strong>Foggia</strong>, Tip. Russo) 1861, pp. 25 s.<br />

7 In tabella allegata al decreto 7 gennaio 1861: Distretto <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> - Circondari 11<br />

con 18 comuni: <strong>Foggia</strong>, Orta, Stornarella, Cerignola, Casaltrinità e Saline, S. Fer<strong>di</strong>nando,<br />

Manfredonia, Montesantangelo, Vieste, Lucera, Biccari, Alberona, Roseto, Volturara,<br />

Volturino, Motta, Montecorvino, S. Bartolomeo in Galdo. Distretto <strong>di</strong> Sansevero - Circondari<br />

12 con 25 comuni: Sansevero, S. Marco in <strong>La</strong>mis, Rignano, S. G. Rotondo, S. Nicandro,<br />

Cagnano, Carpino, Vico, Peschici, Ro<strong>di</strong>, Ischitella, Apricena, Lesina, Poggimperiale,<br />

Torremaggiore, S. Paolo, Serracaprio. la, Chieuti e Tremiti, Castelnuovo, Casalvecchio,<br />

Casalnuovo, Pietra, Celenza, Carlantino, S. Marco la Catola. Distretto <strong>di</strong> Bovino - Circondari<br />

9 con 21 comuni: Bovino, Panni, Castelluccio Sauri, Savignano, Deliceto, S. Agata, Ascoli,<br />

Candela, Troia, Celle, Castelluccio Valm., Faeto, Castelfranco, Montefalcone, Ginestra,<br />

Acca<strong>di</strong>a, Monteleone, Anzano, Orsara, Montaguto, Greci.<br />

8 « Circoscrizione della nuova provincia <strong>di</strong> Principato Ultra (Avellino) ».<br />

Questo decreto si richiama a quello del 25 ottobre 1860, che proclama la<br />

Delegazione <strong>di</strong> Benevento incorporata al nuovo Regno (Atti 1861, pp. 250 s. con la<br />

Relazione <strong>di</strong> Liborio Romano, consigliere incaricato dei Dicasteri dell'Interno,<br />

dell'Agricoltura e del Commercio).<br />

9 Ibidem, pp. 253 s. Per effetto <strong>di</strong> tali mutilazioni, con decreto del 1 aprile 1861 <strong>di</strong><br />

quello stesso Principe, su relazione <strong>di</strong> Spaventa (Atti, ib., p. 437), si annullava e sostituiva<br />

con altra « aggiornata », la tabella della circoscrizione dauna unita al decreto che promulgava<br />

tra noi la legge « Sul Municipio » 23 ottobre 1859. Ne riproduciamo gli elementi nella tavola<br />

a pag. 11 con i risultati delle elezioni provinciali. Il censimento del 31 gennaio 1861 in base<br />

alla nuova circoscrizione, darà i seguenti risultati: Circondario <strong>di</strong> Bovino (Km.2 1.077,31,<br />

comuni 21) pop. 46.131; cir. <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> (Km. 2 3.639,84, comuni 18) pop. 140.588;circ. <strong>di</strong> S.<br />

Severo (Km.2 3.318,78, comuni 25) pop. 126.166: totale ab. 312.885).<br />

10 Atti, 1861, II, pp. 425 e 463.<br />

11 A capo della provincia (<strong>di</strong>visa in circondari, mandamenti e comuni), quale<br />

rappresentante del potere secutivo, è il Governatore (con un suo vice e il Consiglio<br />

<strong>di</strong> Governo). Vi è anche il Consiglio provinciale che nelle circoscrizioni con<br />

popolazione non superiore a 200 mila ab., come la Capitanata, consta <strong>di</strong> 40 membri,<br />

nominati dagli elettori dei mandamenti insieme con i consiglieri comunali. Esso<br />

dura in carica cinque anni ed è annualmente rinnovabile per un quinto; le sue<br />

sessioni annuali durano 15 gg., dal primo lunedì <strong>di</strong> settembre, sono aperte e chiuse<br />

dal Governatore, quale regio commissario, con facoltà <strong>di</strong> sospenderle,, e il<br />

Consiglio elegge la deputazione prov.le <strong>di</strong> quattro membri, che dura un anno.<br />

12 Ecco il panorama <strong>di</strong> quella consultazione: <strong>Foggia</strong>, iscr. 3277, vot. 2133, me<strong>di</strong>a per<br />

100 iscr. 65.09; Sansevero, iscr. 3199, vot. 2313, me<strong>di</strong>a 72,30; Bovino, iscr. 1467, vot. 1030,<br />

me<strong>di</strong>a 70,21.<br />

13 Estratto dal « Giornale del Governo della Capitanata » 1861, n. V, p. 148.<br />

14 De<strong>di</strong>cheremmo a ciascuno degli eletti un cenno biografico se non vietassero lo<br />

spazio e le angustie, che tuttora da noi ostacolano la ricerca storica.<br />

15 Per il decreta reale 31 agosto 1861 al Bardesono successe l'avvocato Alessandro<br />

Strada, già <strong>di</strong>rettore presso il Dicastero dell'interno e della polizia (« Gior.<br />

19


nale del Governo <strong>di</strong> Capitanata », 1861, p. 203). Con lui si iniziò la serie dei funzionari, che<br />

all'esor<strong>di</strong>o del Regno d'Italia fecero in Capitanata un « cinematografo prefettizio » (CARLO<br />

VILLANI, op. cit., cap. XVII. Su la imparzialità <strong>di</strong> quest'opera del facoltoso autore foggiano,<br />

si veda l'ampio resoconto critico <strong>di</strong> TOMMASO FIORE: <strong>La</strong> formazione dell'Unità d'Italia<br />

attraverso la Capitanata 184870, in « Montecitorio », Roma, lu.- ag. 1961, pp. 5-16).<br />

16 Quattor<strong>di</strong>ci su quaranta eletti al Consiglio <strong>di</strong>sertarono i lavori: Caruso, Cessa,<br />

D'Addetta, Giuliani, Paolucci, Perna, Torella, Tozzi, Visciola, Zaccagnino. Nel suo<br />

intervento del 1 ottobre il De Ambrosio rilevò l'assenza <strong>di</strong> quasi tutti i suoi colleghi del<br />

circondario <strong>di</strong> San Severo, « intimi<strong>di</strong>ti ragionevolmente dal brigantaggio ». Si vorrebbe dare<br />

ingresso a questa spiegazione, per giustificare coloro che non risposero mai, o <strong>di</strong>ssero una<br />

sola volta «presente » (furono in quattro: Del Sordo, Jusi, <strong>La</strong>bianca, Ripandelli) nel primo<br />

consesso italico della loro provincia. Ma la scusa del brigantaggio, se poteva essere valida - e<br />

fino a un certo punto a <strong>di</strong>scolpa <strong>di</strong> chi era investito <strong>di</strong> un mandato, - per i consiglieri del<br />

Gargano e del Subappennino (non impe<strong>di</strong>ti del resto, <strong>di</strong> chiedere la protezione delle Autorità<br />

o <strong>di</strong> <strong>di</strong>mettersi), non calzava, invece, per quelli <strong>di</strong> Manfredonia, Cerignola, Casaltrinità e San<br />

Severo (<strong>di</strong> cui rimase... contumace l'altro eletto, il Del Sordo), che non erano infestate da<br />

fuori legge.<br />

17 Il titolo marchionale dei De Luca, legato alla terra <strong>di</strong> Roseto Valfortore, rimontava<br />

al 1797, anno del soggiorno dei Reali in <strong>Foggia</strong> per le nozze del principe ere<strong>di</strong>tario Francesco<br />

con Clementina d'Austria. Don Luigi d. L., sindaco <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> nel gennaio 1848, tenne<br />

onorevolmente la carica, poi non sdegnando anche la vice presidenza del comitato foggiano<br />

che, dopo la reazione del 15 maggio <strong>di</strong> quello stesso anno, accarezzò la illusione <strong>di</strong> un<br />

governo provvisorio (CARLO VILLANI, Scrittori ed artisti pugliesi antichi, moderni e<br />

contemporanei. Trani, Vecchi 1904, p. 533; Risorgimento dauno, p. 54).<br />

I8 Queste e altre leggi sul Tavoliere in FRANCESCO DIAS, Corso completo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />

amministrativo del Regno delle Due Sicilie. Napoli, ed. Rossi-Romano, 1854. Cospicua la<br />

letteratura intorno alla Dogana e al Tavoliere, nonostante l'in<strong>di</strong>fferenza che fino a un<br />

decennio fa mostrava per l'argomento la cultura ufficiale. Tra i nuovi contributi, notevole<br />

quello <strong>di</strong> Raffaele Colapietra in « Rassegna <strong>di</strong> Politica e <strong>di</strong> Storia» (Roma): Vicende<br />

storiche ed or<strong>di</strong>namento della Dogana <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> fino a Carlo <strong>di</strong> Borbone (n. 57); Gli<br />

economisti settecenteschi <strong>di</strong>nanzi al problema del Tavoliere (n. 58-59); Riforma e<br />

restaurazíone del Sistema del Tavoliere <strong>di</strong> Puglia (n. 60); <strong>La</strong> grande polemica ottocentesca<br />

intorno al Tavoliere <strong>di</strong> Puglia (n. 74-75). Per esau<strong>di</strong>re le istanze della cultura, appare<br />

quest'anno una « Miscellanea della Dogana e del Tavoliere <strong>di</strong> Puglia », affidata a chi nel<br />

1950, a traverso le Società <strong>di</strong> Storia Patria e Dauna <strong>di</strong> Cultura, ottenne il risveglio degli stu<strong>di</strong><br />

intorno a quel colossale istituto, che il reggente Capace <strong>La</strong>tro definì « nervos nostrae<br />

Neapolis » (MARIO SIMONE, Una singolare istituzione della pastorizia: la Dogana <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>, in «Giornale del Levante», Bari, 2 maggio 1961, n.ro de<strong>di</strong>cato alla Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>,<br />

e in « <strong>La</strong> Martinella », Milano, vol. XVI).<br />

19 A proposito <strong>di</strong> strade, in sede <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> bilancio (XI, 28 sett.) il Paolella<br />

avanzò e ritirò la proposta che quelle provinciali si <strong>di</strong>chiarassero consortili e che in avvenire,<br />

costruite da consorzi <strong>di</strong> comuni e sussi<strong>di</strong>ate dallo Stato e dalla Provincia, questa imprendesse<br />

a manutenerle soltanto a rete compiuta.<br />

20 <strong>La</strong> questione ha ra<strong>di</strong>ci in un istituto « sui generis » (v. ALFONSO LA CAVA, Il<br />

terraggio lucerino, in « Archivio Storico per le Provincie Napoletane », vol. XXIX 1938,<br />

pp. 29 s.).<br />

21 Vana protesta. Ma quelle mutilazioni, giu<strong>di</strong>cate quanto meno frettolose, non<br />

lasciarono cheta la Provincia fino a quando non furono indennizzate.<br />

22 Sarebbe interessante, oltre che doveroso, soffermarci ad analizzare quel<br />

fondamentale documento contabile, che non risulta nella raccolta degli atti provinciali<br />

antichi. D'altra <strong>parte</strong> il fascicolo a stampa, de<strong>di</strong>cato a quella prima assemblea, non ne<br />

riproduce integralmente i lavori, nè contiene gli allegati, compreso i1 bilancio, cui si<br />

richiama nella <strong>parte</strong> narrativa e in quella <strong>di</strong>spositiva dei processi verbali. (Atti del Consiglio<br />

<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata per l'anno 1861. <strong>Foggia</strong>, Tip, <strong>Provinciale</strong>, 1862).<br />

20


Sanità morale e fisica<br />

dell' antica gente <strong>di</strong> Puglia<br />

Un senso d'orgoglio per la regione che gli dette i natali ci è possibile cogliere<br />

in Orazio, particolarmente nel libro IV delle O<strong>di</strong>, il libro cioè delle celebrazioni,<br />

composto dopo che, con l'incarico conferitogli della composizione del carmen<br />

saeculare, aveva avuto, per così <strong>di</strong>re, il riconoscimento ufficiale della sua grandezza<br />

<strong>di</strong> poeta. <strong>La</strong> grave <strong>di</strong>savventura <strong>di</strong> Filippi, le dure, deludenti amarezze che ne<br />

seguirono sono soltanto un ricordo lontano; l'amicizia <strong>di</strong> Mecenate, il dono della<br />

villa Sabina, il favore e la stima <strong>di</strong> cui gode a corte e presso lo stesso Augusto,<br />

frutto della sua eporosità poetica, lo hanno ricompensato ad usura <strong>di</strong> quelle<br />

<strong>di</strong>savventure e <strong>di</strong> quelle amarezze, e lo hanno riempito, a ragione, d'orgoglio.<br />

D'altra <strong>parte</strong>, il nuovo regime, sorto dal sangue e dalle stragi delle guerre civili,<br />

dopo tanti anni <strong>di</strong> lotte e <strong>di</strong> <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e furenti, assicurava la pace, la prosperità e lo<br />

splendore al vasto impero, e veniva attuando il geniale programma unitario <strong>di</strong><br />

Giulio Cesare. In questo clima, con le sue particolari <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> spirito, Orazio<br />

era, a grado a grado, venuto a riconciliarsi con la vita e a riconoscere il nuovo<br />

regime. Sostanza dei suoi canti non potrà essere più la polemica vivace e pungente<br />

dei suoi primi scritti, nè più il semplice edonismo epicureo, che gli assicuri l'oblio<br />

degli affanni. Senza dubbio, la dottrina epicurea, stu<strong>di</strong>ata e fatta propria alla scuola<br />

<strong>di</strong> Filodemo, <strong>di</strong>venne, come vuole il Marchesi, in Orazio una fede, dopo la<br />

dolorosa e dura esperienza <strong>di</strong> vita vissuta nella sua giovinezza.<br />

Parlare dunque, per il tempo della composizione delle Epistole e del IV libro<br />

delle O<strong>di</strong>, d'una vera e propria conversione, è, per <strong>di</strong>rla col Rostagni, « parola<br />

troppo forte ». Ma, come ammettono sia il Rostagni che il Marchesi, col mutare<br />

degli anni e degli eventi, quella fede, che pure non svanì mai del tutto, si andò<br />

illanguidendo e il Poeta, scostandosi da alcuni princìpi dell'epicureismo, andò<br />

avvicinandosi a correnti <strong>di</strong> altre scuole e vide, particolarmente nello stoicismo, il<br />

più sicuro approdo alla vera via della vita, il campo consueto e quasi obbligatorio<br />

delle esercitazioni spirituali, per ogni uomo desideroso <strong>di</strong> sostegno mo-<br />

2I


ale. Innegabilmente in queste nuove concezioni etiche ch'egli veniva<br />

accettando, in contemporaneo sviluppo con la sua evoluzione politica,<br />

trovano, con maggiore o minore consapevolezza, la loro base d'ispirazione i<br />

carmi celebrativi della virtus romana e dei fasti dell'Impero. Il rifiorire del<br />

ricordo nostalgico della sua terra d'origine, proprio in questa fase <strong>di</strong> poesia<br />

celebrativa, quando cerca <strong>di</strong> dare alla vita un valore etico e politico, io credo<br />

che trovi la sua ragion d'essere nell'ammirazione che egli, qua e là, in tutta la<br />

sua opera, sia pure in cenni rapi<strong>di</strong> e fugaci, ma a note ben chiare, <strong>di</strong>mostra<br />

per la sanità morale e fisica dell'antica gente <strong>di</strong> Puglia.<br />

Il pugliese è sempre per lui agricoltore solerte, e, all'occorrenza,<br />

valoroso soldato. Inpiger è detto l'agricoltore <strong>di</strong> Puglia nell'Ode 16 del Libro<br />

III, e militaris la Daunia in Od. I 22, v. 17. Il 27 a. C., quando l'imperatore<br />

manifestava il proposito <strong>di</strong> muovere guerra ai Britanni e ai Parti, il Poeta,<br />

nella più famosa delle o<strong>di</strong> romane, se ne rallegra, perchè, una buona volta,<br />

sarà lavata la grave onta della sconfitta <strong>di</strong> Carre, e sarà posto termine alla<br />

vergogna d'aver abbandonato, in lunga e ignominiosa prigionia, i più<br />

valorosi legionari romani, costretti a nozze barbare e a militare in barbari<br />

eserciti. Tra quei soldati egli non <strong>di</strong>mentica d'annoverare, con fiero senso <strong>di</strong><br />

sdegno, l'apulo accanto al marso:<br />

E tra l'armi <strong>di</strong> suoceri nemici<br />

sotto re Medo invecchiò il marso e 1'àpulo,<br />

della toga del nome degli ancìlii<br />

<strong>di</strong>mèntico e della dea Vesta,<br />

mentre ancora eran Roma e il Campidoglio?<br />

(Od. III 5, vv. 8-12)<br />

Esempio vivente <strong>di</strong> sanità morale, <strong>di</strong> buon senso, d'equilibrio, <strong>di</strong><br />

spirito <strong>di</strong> sacrificio, d'attaccamento alla famiglia e alla prole resterà sempre,<br />

nell'animo del Poeta, la dolce figura del padre. Questo modesto agricoltore<br />

(macro pauper agello) delle terre <strong>di</strong> Puglia e <strong>di</strong> Lucania, abbandonando la sua<br />

Venosa e i modesti agi d'una posizione faticosamente raggiunta, si trasferì a<br />

Roma e con l'esempio, coi consigli, coll'istruzione, che ebbe cura che gli<br />

s'impartisse, mirò a fare del figlio, <strong>di</strong> cui aveva evidentemente intuito le<br />

capacità, non un ricco o un potente, superiore alla con<strong>di</strong>zione sociale ed<br />

economica della sua umile origine, ma soprattutto, anzi unicamente, un<br />

galantuomo:<br />

Egli mi guidava a scuola, maestro tra tutti incorrotto,<br />

egli in persona. Che più? Serbare pu<strong>di</strong>co ei mi seppe –<br />

ch'è primo pregio d'un uomo dabbene - non solo nei fatti<br />

ma anche nel parlare. Nè fece così per timore<br />

che alcun lo biasimasse, se un giorno io mi fossi ridotto<br />

ad esser, come lui, strillone o esattor <strong>di</strong> gabelle,<br />

e guadagnarne pochini.<br />

(Sat. I 6, vv. 81-.87)<br />

* <strong>La</strong> versione dei passi è <strong>di</strong> Ettore Romagnoli per le Satire e le Epistole, <strong>di</strong> Guido Vitali per le<br />

O<strong>di</strong> e gli Epo<strong>di</strong> (da « I poeti <strong>di</strong> Roma » e<strong>di</strong>to da Zanichelli).<br />

22


E con la figura <strong>di</strong> un tal padre, umile galantuomo che egli non<br />

<strong>di</strong>menticherà mai, nei momenti più solenni della sua operosità poetica,<br />

rivivranno, nei suoi ricor<strong>di</strong>, ugualmente luminose per moderazione, per<br />

frugalità e attaccamento al lavoro, altre figure d'agricoltori pugliesi, che lo<br />

stesso Poeta conobbe nella sua infanzia o che gli erano noti, attraverso i<br />

<strong>di</strong>scorsi e gli esempi parlanti, con cui il padre era venuto educandolo.<br />

Quelle figure ora, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> anni, nella piena virilità, quando a ideale <strong>di</strong><br />

vita più non gli basta l'edonistica atarassia degli epicurei, si cingevano <strong>di</strong><br />

nuova e più viva luce, tornavano a parlargli, come ai bei tempi<br />

degl'insegnamenti paterni, il linguaggio del buon senso, e conferivano<br />

nuove attrattive e più viva simpatia ai ricor<strong>di</strong> della sua terra lontana.<br />

Agricoltore pugliese è certamente Ofello della satira 2a del libro II.<br />

Egli è<br />

dottor senza regole, scarpe<br />

grosse e cervello fine.<br />

(vv. 3-4)<br />

Dunque « vir sapiens atque insita virtute », <strong>di</strong>ce l'Orelli; pieno « <strong>di</strong> un<br />

ingenuo buon senso, anche se sminuzza i suoi concetti in particolari più<br />

triti, e cerca <strong>di</strong> farsi intendere per approssimazione con gli esempi più<br />

spiccioli », secondo il Ronconi.<br />

Orazio l'aveva conosciuto, come afferma egli stesso, nella sua<br />

infanzia lontana (vv. 112-13). Dovette essere vicino del padre a Venosa,<br />

possessore anche lui, come questi, <strong>di</strong> un campicello. Forse col Poeta militò<br />

nell'esercito <strong>di</strong> Bruto; certo fu privato del suo podere, quando una <strong>parte</strong><br />

dell'agro venosino fu confiscata e assegnata ai veterani dei triumviri, dopo<br />

Filippi. Orazio lo vide, un tempo, a Venosa, fare uso dei suoi beni con<br />

moderazione e parsimonia; dopo la confisca, lo vede, con animo uguale,<br />

sopportare l'avversa sorte, in ferma e tranquilla rassegnazione. Per tanta<br />

moderazione nella prosperità e tanta fermezza nella sventura, lo fa dunque,<br />

nella satira, ban<strong>di</strong>tore dei precetti e delle lo<strong>di</strong> della frugalità. Fu questa virtù<br />

che seppe, nella prospera fortuna, fargli godere la gioia semplice e serena<br />

dei pasti sobri e d'una vita agiata, lontana da inutili sperperi e da eccessi<br />

dannosi; è questa stessa virtù che ora, nell'avversa, sa renderlo forte e<br />

rassegnato contro le dure conseguenze della confisca. A lui e ai suoi figli,<br />

abituati alle modeste esigenze d'una vita frugale, potrà mai mancare, nel<br />

lavoro, il parco sostentamento giornaliero, <strong>di</strong> cui hanno bisogno? Gli hanno<br />

tolto il podere, e ora lavora a mercede quel campo <strong>di</strong> cui fu proprietario. -<br />

Ebbene - egli osserva - della terra la natura nessuno fece padrone;<br />

Umbreno scacciò lui, in seguito alle confische; la <strong>di</strong>ssolutezza, qualche<br />

cavillo legale o, senza meno, un erede <strong>di</strong> più lunga vita scaccerà Umbreno -.<br />

E in tono quasi <strong>di</strong> sfida o risolutamente eroico, come vuole il Turolla,<br />

conclude:<br />

Incrudelisca fortuna, ci opprima <strong>di</strong> nuovi scompigli,<br />

(v. 126)<br />

23


mentre ai figli raccomanda severo e solenne<br />

... Per questo, figliuoli, coraggio<br />

ed opponete il cuore gagliardo alle avverse vicende.<br />

(vv. 135-36)<br />

Un altro agricoltore <strong>di</strong> Puglia è il canosino Servio Oppi<strong>di</strong>o, del tutto<br />

sconosciuto per altra via. Di lui (Sat. II, 3) parla il filosofo stoico Stertinio;<br />

ma è evidente, come osserva con l'usata finezza il Marchesi, che si tratta <strong>di</strong><br />

un ricordo paesano <strong>di</strong> Orazio, che s'insinua nel <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Stertinio. Egli<br />

ricco, a stare alla misura del buon tempo antico (<strong>di</strong>ves antiquo censu), quando<br />

cioè, con poco si era ricchi, era dotato d'un così grande buon senso, che il<br />

poeta fa <strong>di</strong> lui il soggetto <strong>di</strong> un quadro simbolico e assai significativo.<br />

Consapevole che l'uno dei figli era proclive alla pro<strong>di</strong>galità, l'altro<br />

all'avarizia ed entrambi, per <strong>di</strong>versa via, <strong>di</strong>sposti a cedere alle folli e<br />

pericolose lusinghe dell'ambizione, in punto <strong>di</strong> morte li chiama intorno a sè,<br />

e li ammonisce severamente proprio con quei precetti stessi, che sono stati<br />

norma costante <strong>di</strong> tutta la vita del nostro Poeta: equilibrio e misura in tutte<br />

le cose e in<strong>di</strong>fferenza assoluta per le cariche e gli onori pubblici:<br />

... Da quando,<br />

Aulo, vi<strong>di</strong> che tu le noci portavi nel grembo<br />

tutto sbadato, te le giocavi, le davi in regalo,<br />

e tu, Tiberio, te le contavi, e scendevi in cantina<br />

a rimpiattarle tutto guar<strong>di</strong>ngo, temei che doveste<br />

per un opposto cammino sviarvi, e seguir tu l'esempio<br />

<strong>di</strong> Nomentano e tu <strong>di</strong> Cicuta. E perciò, vi scongiuro<br />

entrambi per i sacri Penati, tu guardati bene<br />

dallo stremare, e tu dall'arrotondar la sostanza<br />

che vostro padre presume che possa bastarvi, e le stesse<br />

necessità naturali richiedono. Perchè poi non debba<br />

solleticarvi l'ambizione, vi lego con questo<br />

mio giuramento: quello <strong>di</strong> voi che <strong>di</strong>venga pretore<br />

oppure e<strong>di</strong>le, sia maledetto, sia <strong>di</strong>seredato.<br />

(vv. 171-82)<br />

Di questa sanità morale della sua gente si vanta scherzosamente<br />

d'essere <strong>parte</strong>cipe egli stesso, in una breve battuta <strong>di</strong>alogica (Epist. I, 16).<br />

Ivi sostiene, tra l'altro, che al virtuoso, per esser tale, non basta non<br />

incorrere nelle punizioni sancite dalle leggi o dalla comune morale.<br />

Altrimenti si corre il rischio <strong>di</strong> fare come il suo schiavo che, <strong>di</strong> fronte al<br />

padrone, si vanta d'esser un galantuomo, sol perchè non ha commesso<br />

delitti tali, che lo facciano incappare in pene corporali. Ma egli, da buon<br />

sabellus, nega e respinge la pretesa del servo:<br />

... - Mi si presenta uno schiavo e mi <strong>di</strong>ce:<br />

« Non ho rubato, io no, non ho <strong>di</strong>sertato (il tuo premio<br />

l’hai già - <strong>di</strong>co io -: la sferza non t'ha scorticata la schiena);<br />

non ho le mani lorde <strong>di</strong> sangue (e per questo non stai<br />

24


in croce, a pascer corvi): son dunque un fior <strong>di</strong> galantuomo ».<br />

« No, cento volte no », gli risponde il Sabello.<br />

(vv. 46-49)<br />

Con la denominazione Sabelli Orazio, come ho cercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare<br />

altrove, in<strong>di</strong>ca sempre gli abitanti della sua terra. Qui con l'aggettivo Sabellus,<br />

riferito alla sua persona, contrappone, alla morale facile e accomodante del<br />

suo servo, i sani e rigi<strong>di</strong> principi etici della gente apula e lucana.<br />

Se per Sabellus è da intendere 1'apulo-lucano, una nuova ed<br />

entusiastica esaltazione del vigore fisico insieme con la sanità morale della<br />

medesima gente, potremo scorgere nel nostro Poeta, quando, all'imbelle e<br />

fiacca gioventù contemporanea, contrappone quella che sconfisse Pirro,<br />

Antioco e Annibale, educata nei campi alla semplice e dura vita delle<br />

popolazioni sabelliche:<br />

Non <strong>di</strong> tal seme sorse la progenie<br />

che il mare imporporò <strong>di</strong> sangue punico,<br />

che Pirro sconfisse e il potente<br />

Antioco ed Annibale feroce;<br />

fu <strong>di</strong> rurali eroi maschia progenie,<br />

esercitata a franger con sabellici<br />

aratri le glebe e a portare<br />

al cenno della madre alberi tronchi,<br />

allor che il sole sui montani vertici<br />

mutava l'ombre, e i gioghi facea togliere<br />

dai buoi faticosi, e le dolci<br />

ore adduceva con l'occiduo carro » …<br />

(Od. III 6, vv. 33-44)<br />

L'elogio forse più caldo ed entusiastico dei costumi semplici ma sani<br />

della sua terra, è quello che incidentalmente il Poeta, in ancor giovine età,<br />

mette sulle labbra dell'usuraio Alfio nell'epodo secondo. L'usuraio pensa <strong>di</strong><br />

cambiare tenor <strong>di</strong> vita, ed è tutto preso d'entusiasmo per i costumi semplici<br />

e sereni della campagna, nei confronti degli affanni, delle cure e delle beghe<br />

citta<strong>di</strong>ne. Il finale, per così <strong>di</strong>re, epigrammatico fa pensare, in qualche<br />

modo, a una vera e propria caricatura dei ruris amatores. S'è parlato <strong>di</strong><br />

paro<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> aprosdóketon (cioè <strong>di</strong> uscita inattesa), <strong>di</strong> gaminerie <strong>di</strong> fronte alla<br />

posizione <strong>di</strong> Alfio, che del suo entusiasmo georgico non dev'essere proprio<br />

convinto, se, dopo aver ritirato, alle i<strong>di</strong>, il suo danaro, per comperare<br />

poderi, alle successive calende, si stu<strong>di</strong>a come collocarlo meglio a usura!<br />

Tuttavia non può negarsi che la descrizione sia fatta con colori vivaci e in<br />

tono nostalgico, che ci richiamano alla memoria passi noti e famosi delle<br />

Georgiche virgiliane. Al quadro dà spicco essenziale e concreto l'immagine<br />

della famiglia sana e rigogliosa, a significare la quale il Poeta si richiama<br />

bensì, senza alcun dubbio, alla donna sabina, ma le mette accanto, con più<br />

ricche note veristiche e significative a un tempo, abbronzata com'è dal sole<br />

<strong>di</strong> Puglia, la moglie dell'Apulo, dalle buone gambe:<br />

25


Se poi, anch'ella, una pia sposa vigili<br />

la casa e i dolci figli,<br />

come moglie sabina o moglie d'alacre<br />

apulo al sol riarsa,<br />

e al sacro fuoco secca legna accumuli<br />

per l'uom che stanco torna,<br />

e nei recinti al chiuso gregge pingue<br />

munga le gonfie poppe,<br />

e vin nuovo spillando al dolce doglio<br />

non compre dapi appresti<br />

non del Lucrino io bramerei più l'ostriche,<br />

non rombi, e non gli scari ...<br />

(vv. 39-50)<br />

<strong>La</strong> descrizione sembra quasi un'altra scena <strong>di</strong> quel quadro che, poco<br />

fa, abbiamo visto tracciato da Orazio (Od. III, 6, 33-44) e ha tratti così<br />

realisticamente vivaci nelle determinazioni vetustis lignis, lassi viri, laetum<br />

pecus, horna vina, che lascia in noi, senz'altro, l'impressione che il Poeta, per<br />

via, si sia del tutto <strong>di</strong>menticato dei suoi intenti satirici o paro<strong>di</strong>ci, cui<br />

abbiamo or ora accennato, per abbandonarsi, in pieno go<strong>di</strong>mento, alla<br />

contemplazione della vita operosa e tranquilla <strong>di</strong> una sana e semplice<br />

famiglia <strong>di</strong> modesti agricoltori. Il Carducci, con tutta probabilità, se ne<br />

ricordò nel tracciare le scene iniziali della sua ode Alle fonti del Clitumno; il<br />

Campbell vi scorge una idyllic vein, che invano gli ultimi quattro versi<br />

vorrebbero trasformare in satira; e il Sedgwick, il quale pur parla <strong>di</strong><br />

gaminerie, aggiunge tuttavia che quel pizzico evidente <strong>di</strong> monelleria non<br />

<strong>di</strong>sturba nè riesce, comunque, a <strong>di</strong>struggere l'impressione che quei versi<br />

rappresentino i sentimenti del Poeta.<br />

Mancano in<strong>di</strong>zi sicuri, che permettano <strong>di</strong> dare, con precisione, una<br />

data al componimento. Lo Zielinski affaccia l'ipotesi che il Poeta, con<br />

l'elogio della vita dei campi, in<strong>di</strong>rettamente reclamasse, per così <strong>di</strong>re, un<br />

pezzo <strong>di</strong> terra, che lo compensasse, subito dopo Filippi, del podere<br />

confiscatogli. Ma, non senza ragione, esso, per finezza e garbo, è stato<br />

ritenuto uno degli epo<strong>di</strong> più riusciti, anzi, per <strong>di</strong>rla con l'Arnal<strong>di</strong>, il più fresco<br />

e vivace, perchè si possa annoverarlo tra i primi dettati dal Poeta. Inoltre vi<br />

spira un tal senso <strong>di</strong> serenità e la stessa ironia è così garbatamente<br />

scherzosa, che ci è <strong>di</strong>fficile collocarlo tra le composizioni polemiche e<br />

satiriche dei primi momenti, dopo il burrascoso ritorno a Roma, e ci fa<br />

piuttosto pensare a qualche anno dopo la sua presentazione a Mecenate.<br />

Anzi il Villeneuve ritiene che, nei primi sessantasei versi dell'epodo, il Poeta<br />

vada esprimendo la première joie du propriétaire, appena Mecenate gli ebbe<br />

fatto dono della villa sabina.<br />

Comunque, tra il fasto della Roma imperiale, anche se non ancora<br />

<strong>di</strong>rettamente a contatto con gli splendori <strong>di</strong> una corte, che cercava <strong>di</strong> far<br />

<strong>di</strong>menticare, con la liberalità, col fasto e col lusso, i recenti orrori delle<br />

guerre civili e far tacere il rimpianto della perduta libertà, il Poeta, ancora in<br />

età giovanile, innalza certamente un inno alla vita semplice, alle sane gioie<br />

della famiglia, alla giocon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> una mensa,<br />

26


allietata dai prodotti delle proprie fatiche e dall'affetto dei congiunti, e<br />

siffatti gau<strong>di</strong>i, un tale tenore <strong>di</strong> vita egli vede attuati, in modo particolare,<br />

presso la sua lontana gente <strong>di</strong> Puglia (186).<br />

Bisognerà dunque, senza esitazioni, in maniera del tutto contraria a<br />

quanto volle affermare e lamentare qualche scrittore del posto, concludere<br />

che Orazio, come pochi altri poeti, volse frequentemente, in tutta la sua<br />

vita, uno sguardo memore, pieno d'affetto e, <strong>di</strong>rei, <strong>di</strong> devozione, alla sua<br />

terra d'origine, che aveva lasciato, definitivamente, in ancor tenera età. Il<br />

suo animo tornava spesso, per <strong>di</strong>rla col Rostagni, alla piccola città natia, al<br />

torrente Aufidus, a questo o a quell'aspetto della Daunia boscosa. Vi<br />

tornava ora per trarvi soltanto spunti e immagini nella creazione dei suoi<br />

fantasmi poetici, ora anche per fare dell'ironia sulle costumanze e sui<br />

caratteri primitivi <strong>di</strong> quella sua lontana regione, ora, più spesso, per<br />

cercarvi, nostalgicamente, un rifugio riposante al suo animo stanco del<br />

tumulto affaticante della capitale, ora, ancor meglio, per attingervi esempi<br />

efficaci e inobliabili d'una concezione <strong>di</strong> vita sana, anche se ancora<br />

alquanto semplice e rude, per ritemprare e arricchire in essi, nella maniera<br />

concreta che gli derivava dagl'insegnamenti paterni, le fonti d'energia<br />

morale o, più semplicemente, le comuni norme del vivere bene e<br />

onestamente.<br />

E come spesso accade ai veri geni dell'Arte e della Poesia, Orazio,<br />

con fine intuito, riuscì a cogliere nelle genti <strong>di</strong> Puglia le doti più vive e più<br />

profondamente ra<strong>di</strong>cate, quelle doti che rimasero perenni attraverso i<br />

secoli, quali note precipue e salienti della stirpe.<br />

Nelle nostre popolazioni, prevalentemente agricole, con<br />

ammirevole tenacia profondamente attaccate a quella terra, che coltivano<br />

e da cui traggono la loro ragione <strong>di</strong> vita, e, per ciò stesso, sempre,<br />

alquanto semplici e primitive, Orazio rilevò, persino con toni<br />

scherzosamente ironici e, talvolta, con ingenuo senso <strong>di</strong> rivalità<br />

campanilistiche, note <strong>di</strong> rozzezza e <strong>di</strong> superstiziosa credulità; ma, accanto<br />

ad esse, colse e celebrò, pieno d'ammirazione e d'orgoglio, le doti<br />

d'instancabile operosità, <strong>di</strong> fattiva solerzia, <strong>di</strong> moderazione, <strong>di</strong> sobrietà,<br />

d'equilibrio, <strong>di</strong> sanità fisica e morale, <strong>di</strong> religioso attaccamento alla<br />

famiglia, quelle doti cioè che costituiscono e costituiranno la ricchezza<br />

spirituale e materiale della gente <strong>di</strong> Puglia.<br />

RAFFAELE PERNA<br />

Prof. RAFFAELE PERNA, già or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Lettere classiche nel Liceo « Q. Orazio<br />

Flacco » <strong>di</strong> Bari e ora in pensione.<br />

27


<strong>Foggia</strong> romanica<br />

Dalla II e<strong>di</strong>zione, in corso <strong>di</strong> stampa, del-<br />

l'opera «CATTEDRALI DI PUGLIA» <strong>di</strong> Alfredo<br />

Petrucci (« E<strong>di</strong>zioni d'Arte Bestetti », Roma)<br />

Anche <strong>Foggia</strong> prese le mosse, per l'erezione della sua Chiesa Madre,<br />

intitolata a S. M. Assunta ed elevata a Cattedrale solo nel 1854 (quando la città<br />

poté avere finalmente la Diocesi a cui aspirava da gran tempo) da Siponto e da<br />

Monte S. Angelo; ma aveva lì presso, a Troia, un modello più evoluto e fastoso,<br />

portato a termine da poco, per non essere toccata, essa, città allora in via <strong>di</strong><br />

sviluppo e già ricca, dal sentimento dell'emulazione. Ed in ciò forse mise il suo<br />

zampino anche Guglielmo, detto il Buono, figlio <strong>di</strong> Ruggero Borsa, cui non<br />

<strong>di</strong>spiaceva che l'antinormanna Troia ricevesse una mortificazione. Fu così che<br />

<strong>Foggia</strong> incominciò ad innalzare le mura della sua Chiesa Madre, sotto la<br />

protezione dei Normanni, intorno al 1170, con un <strong>di</strong>segno gran<strong>di</strong>oso che<br />

sarebbe stato portato a compimento solo più tar<strong>di</strong>, allorché, tramontata la<br />

<strong>di</strong>nastia normanna (per colpa, si opina, dello stesso Guglielmo II normanno<br />

che aveva promosso il matrimonio <strong>di</strong> sua zia Costanza <strong>di</strong> Sicilia con Enrico <strong>di</strong><br />

Svevia, futuro imperatore), Federico II ne avrebbe fatto la sua sede preferita.<br />

Di quella fabbrica insigne, eretta su <strong>di</strong> una precedente chiesa sotterranea, che<br />

subì a sua volta le vicende delle <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>nastie susseguitesi, sono giunte a noi<br />

solo alcune parti, dalle quali è facile argomentare quale doveva essere il suo<br />

originale aspetto, quale la sua complessità e gran<strong>di</strong>osità. Un terremoto la<br />

conquassò nel 1731 e tutto ciò che era andato perduto fu rifatto in forme<br />

barocche.<br />

Il motivo architettonico fondamentale <strong>di</strong> questa chiesa è quello delle<br />

arcatelle cieche <strong>di</strong> tipo sipontino, quali si vedono ancora pressoché intatte nel<br />

suo fianco destro, mentre quelle del fianco sinistro, anch'esse cieche, volgono<br />

già sensibilmente al gotico. Nella facciata se ne vedono sei, <strong>di</strong> cui quattro nel<br />

piano inferiore a due nel piano superiore. Nel piano inferiore, le<br />

28


estreme racchiudono due finestrelle circolari incassate a mo' <strong>di</strong> piccole rose, e<br />

le interne due bifore. Al centro l'antico portale è stato sostituito da un altro<br />

barocco, cui si accede per una scalinata più alta <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Troia. Anche le due<br />

arcatelle del piano superiore racchiudono due finestrelle circolari uguali a quelle<br />

sottostanti e due monofore; ma della grande arcata centrale, concepita come<br />

quella <strong>di</strong> Troia, non sono rimaste che le sole colonne binate <strong>di</strong> sostegno, e della<br />

rosa originaria, sostituita da un me<strong>di</strong>ocrissimo finestrone barocco, non è<br />

rimasta alcuna traccia. In alto l'ultima deturpazione: un timpano barocco, come<br />

barocco, ma meno sgradevole, è il campanile che taglia, nascendo, l'ottava<br />

arcata della fiancata destra dell'e<strong>di</strong>ficio. Ma la <strong>parte</strong> più bella e pura <strong>di</strong> questa<br />

Cattedrale è rappresentata dal cornicione del piano inferiore, straricco <strong>di</strong><br />

sculture a grappoli, richiamanti per la loro <strong>di</strong>sposizione, la « Tomba <strong>di</strong> Rotari »<br />

e S. Leonardo <strong>di</strong> Siponto, ma più raffinati ed infusi <strong>di</strong> spirito classico: lo spirito<br />

<strong>di</strong> una città <strong>di</strong> alta cultura quale già era <strong>Foggia</strong>, dove i notai usavano re<strong>di</strong>gere,<br />

con più frequenza ed insistenza che altrove, le invocazioni e le sottoscrizioni<br />

dei loro atti in versi leonini e trinini, unisoni e collaterali, non senza l'aggiunta<br />

<strong>di</strong> una qualche arguta coda, prima che il giovinetto Enzo imparasse lì stesso a<br />

modulare in canto il suo volgare italiano, per poi concluderlo <strong>di</strong> lontano con la<br />

nostalgica « canzonetta » alla « Puglia piana ».<br />

Questo cornicione, scompartito in larghezza da alti e stretti mensoloni<br />

con figure vere ed immaginarie nel fronte, reca nei vani altre figure, qualcuna<br />

delle quali pendente capopie', come a Monte S. Angelo, viluppi ornamentali,<br />

capitelli pensili lavorati al trapano, tutti staccanti su sottofon<strong>di</strong> ornati con<br />

delicatezza già quasi rinascimentale a bassissimo rilievo. Si pensa, osservando<br />

queste sculture, una delle quali parve ad Adolfo Venturi « ricavata da un vaso<br />

greco o greco-apulo », ed il fogliame dei capitelli in cima alle lesene, che tanta<br />

rispondenza trovano, per stile e per tecnica, nell'arco a doppio or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> foglie<br />

sostenuto da due aquile ad ali spiegate del palazzo <strong>di</strong> Federico II in questa città,<br />

alla <strong>parte</strong> che poterono avere, nel compimento della Cattedrale, Bartolomeo, «<br />

protomagister » dell'Imperatore, ed i suoi figli ed allievi. Di quel palazzo non si<br />

salvò che questo solo arco, che i posteri adattarono, per conservarlo, sulla<br />

facciata <strong>di</strong> una comune casa nei pressi <strong>di</strong> Porta Arpana, insieme con alcuni<br />

frammenti <strong>di</strong> cornicione.<br />

* * *<br />

Federico II, puer Apuliae, fu, com'è noto, particolarmente attaccato a<br />

<strong>Foggia</strong>, che elesse a sua « inclita sede ». Il suo attaccamento, anzi, era tale che<br />

egli non si rassegnava all'idea <strong>di</strong> vederlo misconosciuto, e quando, dopo la sua<br />

rottura con la Chiesa, <strong>Foggia</strong> gli chiuse per un momento le porte, un vero gri-<br />

29


do <strong>di</strong> dolore gli uscì dall'anima: Fogia, cur me fugis, cum te fecit mea manus? Di<br />

questo amore <strong>di</strong> Federico per <strong>Foggia</strong> e della cura con cui egli vi costruì il suo<br />

più bel palazzo, è rimasta testimonianza nelle seguenti tre iscrizioni tuttora<br />

visibili sotto l'arco:<br />

SIC CESAR FIERI IUSSIT OPUS ISTUD<br />

PROTO(MAGISTER) BARTHOLOMEUS SIC CONSTRUXIT ILLUD.<br />

ANNO AB INCARNATIONE MCCXXIII MENSE<br />

JUNII, XI INDICTIONE, REGNANTE DOMINO NOSTRO<br />

FREDERICO IMPERATORE ROMANORUM SEMPER AUGUSTO<br />

ANNO III ET REGE SICILIAE ANNO XXVI,<br />

HOC OPUS FELICITER INCEPTUM EST,<br />

PREFATO DOMINO PRECIPIENTE.<br />

HOC FIERI IUSSIT FREDERICUS CESAR UT URBIS SIT<br />

FOGIA REGALIS SEDES INCLITA IMPERIALIS.<br />

Altro « protomagister » <strong>di</strong> Federico fu Anseramo da Trani, il quale operò<br />

pure a <strong>Foggia</strong>, alle cui porte costruì un altro palazzo federiciano: quello <strong>di</strong> Orta,<br />

lasciandovi scritto il suo nome. E' probabile quin<strong>di</strong> (e ciò sia detto per quanti,<br />

senza guardarsi intorno, vanno sempre in cerca <strong>di</strong> nomi lontani) che tanto<br />

Bartolomeo quanto Anseramo abbiano lavorato a Castel del Monte, come vi<br />

lavorarono certamente da giovani Giordano e Marando da Monte S. Angelo,<br />

portandone con loro un così cocente ricordo da riprodurne un particolare (una,<br />

cioè, delle otto torri ottagonali) nel campanile del Santuario della loro città.<br />

D'altra <strong>parte</strong> fu a <strong>Foggia</strong> che Federico impiantò l'arsenale principale per la<br />

costruzione della domus solatiorum <strong>di</strong> Castel del Monte. L'unico documento che<br />

ci sia rimasto relativo a quell'opera è una sua lettera da Gubbio, in data 28<br />

gennaio 1240, al Giustiziere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, Riccardo da Montefuscolo, con la quale<br />

gli or<strong>di</strong>nava <strong>di</strong> apprestare senza indugio (sine mora) il materiale necessario per il<br />

compimento della copertura dell'e<strong>di</strong>ficio, materiale <strong>di</strong> cui il Giustiziere si<br />

provvedeva evidentemente dalle cave del Gargàno. Federico infatti era stato il<br />

primo ad intuire l'importanza dei marmi decorativi del Gargàno (alabastri,<br />

sieniti, bar<strong>di</strong>gli, brecciati policromi), che aveva appreso a stimare nei suoi<br />

soggiorni ad Apricena ed a Castelpagano, e <strong>di</strong> marmi rosei della chiusa <strong>di</strong> San<br />

Matteo aveva fatto rivestire le mostre degli arma<strong>di</strong> a muro del Castello del<br />

Monte, <strong>di</strong> breccia corallina <strong>di</strong> Castelpirgiano si era servito per quel gran<strong>di</strong>oso<br />

portale, per le decorazioni delle finestre, per le colonne e le lastre <strong>di</strong> cui, a<br />

giu<strong>di</strong>care da quelle superstiti, dovevano ammantarsi le pareti <strong>di</strong> tutte le sale del<br />

pianterreno.<br />

Quanto ad Anseramo ed al suo soggiorno foggiano, noteremo come la<br />

dentellatura a sega dell'arco cieco ogivale scoperto in seguito ad un<br />

bombardamento durante la Guerra mon<strong>di</strong>ale in una fiancata della Cattedrale sia<br />

del tutto uguale a quella che si vede nel solo frammento superstite del Palazzo<br />

30


imperiale da lui costruito ad Orta. L'unica <strong>di</strong>fferenza sta nel sesto, che ad Orta<br />

è tondo e qui è acuto, ma della familiarità che Anseramo aveva con il sesto<br />

acuto è testimonianza il suo capolavoro: il portale dell'Oratorio del Rosario in<br />

Terlizzi, proveniente dalla <strong>di</strong>strutta Chiesa Madre <strong>di</strong> quella città.<br />

Di brecciati delle cave garganiche si servì anche l'architetto incaricato <strong>di</strong><br />

trasformare nella prima metà del Duecento la primitiva chiesa inferiore, per la<br />

fattura delle robuste colonne che ne reggono oggi la volta, sormontate da<br />

quattro superbi capitelli, finemente intagliati, che vengono attribuiti a Nicola <strong>di</strong><br />

Bartolomeo da <strong>Foggia</strong>.<br />

Qui in antico, dopo essere stata per alcun tempo nella chiesetta<br />

campestre <strong>di</strong> S. Tommaso, era venerata la Madonna detta dell'Icona Vetere o «<br />

Madonna dei sette Veli », cioè una tavoletta bizantina, che al tempo<br />

degl'Iconoclasti era stata sepolta perchè scampasse alla <strong>di</strong>struzione e che poi,<br />

nel 1073, alcuni pastori avrebbero ritrovata, secondo la tra<strong>di</strong>zione, avvolta in<br />

sette veli, nella fovea paludosa su cui i profughi della romana Arpi avrebbero in<br />

seguito fondata la città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. Di questa Madonna, trasferita poi nella chiesa<br />

superiore, eseguì un'accuratissima incisione nel sec. XIX il foggiano Saverio<br />

Pollice. E qui, morto Federico II nel non lontano palazzo <strong>di</strong> Fiorentino,<br />

sarebbe stato deposto in un'urna il suo cuore, prima che la salma proseguisse<br />

per Palermo. Ma più tar<strong>di</strong> quell'urna andò <strong>di</strong>strutta, così come andò <strong>di</strong>strutta<br />

l'altra in cui era conservato un viscere <strong>di</strong> Carlo I d'Angiò, morto a <strong>Foggia</strong> il 7<br />

gennaio 1295. Sic transit gloria mun<strong>di</strong>.<br />

ALFREDO PETRUCCI<br />

Prof. ALFREDO PETRUCCI, <strong>di</strong>rettore onorario del Gabinetto delle stampe<br />

del Ministero della Pubblica Istruzione, Roma.<br />

31


<strong>La</strong> popolazione dei Comuni Dauni<br />

II 2 febbraio la « Gazzetta ufficiale » ha pubblicato nel<br />

supplemento la popolazione legale dei comuni al 1961.<br />

II 1954 sulla « Rivista Tecnica del Mezzogiorno » <strong>di</strong> Bari pubblicai<br />

alcuni appunti sullo stesso argomento pel 1871-1951.<br />

<strong>La</strong> provincia al 1871, formazione dello Stato, aveva 334 mila<br />

abitanti: nei 30 anni, che seguono fino alla fine del secolo, periodo che<br />

chiameremo liberale, la popolazione cresce <strong>di</strong> 91 mila unità, cioè 30 mila<br />

a decennio: nel decennio successivo (1901-11) <strong>di</strong> 42 mila (periodo<br />

dominato dal socialismo); poi (1911-1921) <strong>di</strong> soli 3 mila. Segue il 1921-<br />

31, assettamento post-bellico, che aumenta <strong>di</strong> 36: dopo, nel 1931-51, <strong>di</strong><br />

145, che, nei due perio<strong>di</strong>, dà 77. Infine l'ultimo decennio, 1951-1961,<br />

solo 4.<br />

Così: 30 - 30 - 30 - 42 - 3 - 36 - 77 - 77 - 4: non parlano queste<br />

cifre?<br />

32<br />

1961<br />

1871<br />

1851<br />

COMUNI 1961 1951-61 1871-1951<br />

1 ) 1-1 <strong>Foggia</strong> 118.608 +21.322 +60.717<br />

2) 2-2 Cerignola 49.287 - 704 +26.323<br />

3) 4-3 S. Severo 48.443 + 301 +32.331<br />

4) 4-8 Manfredonia 38.723 + 6.376 +23.471<br />

5) 6-6 Lucera 28.409 - 2.365 +13.030<br />

6) 5-3 Monte S. A. 21.601 - 6.498 +10.267<br />

7) 10-10 S. Giovanni R. 20.226 - 3.290 + 9.499<br />

8) 7-5 S. M. <strong>La</strong>mis 19.014 - 2.775 + 7.265<br />

9) 11-8 Torremaggiore 17.318 - 1.065 +11.975


FOGGIA - <strong>La</strong> Cattedrale prima del recente restauro<br />

(da PETRUCCI, Cattedrali <strong>di</strong> Puglia)


Questa tabella ci <strong>di</strong>ce parecchie cose.<br />

<strong>La</strong> prima colonna <strong>di</strong> numeri è la Capitanata <strong>di</strong> oggi; v'è un centro che<br />

assorbe 1/5-6 della popolazione totale; seguono due centri, quasi uguali, ma<br />

molto minori del primo, meno <strong>di</strong> una metà: un altro è ancora minore; poi<br />

vengono 3 <strong>di</strong> 20-30 mila, 10 <strong>di</strong> 10-20 mila (<strong>di</strong> + <strong>di</strong> 10 mila ben 17, cioè quasi<br />

un quarto dei totale dei comuni della provincia) ; 2 <strong>di</strong> nove, 2 <strong>di</strong> otto, 1 <strong>di</strong> sette,<br />

5 <strong>di</strong> sei, 4 <strong>di</strong> cinque, 8 <strong>di</strong> quattro, 9 <strong>di</strong> tre, 11 <strong>di</strong> due, 1 <strong>di</strong> 1 e 2 <strong>di</strong> meno. <strong>La</strong><br />

me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 10 è superata da 17, non raggiunta da 45, cioè il maggior numero è <strong>di</strong><br />

comuni piccoli.<br />

Le altre due colonne <strong>di</strong> numeri in<strong>di</strong>cano il movimento della popolazione<br />

nell'ultimo decennio e negli 80 anni precedenti dalla costituzione dello Stato,<br />

cioè 1871 -1951.<br />

Nell'ultimo decennio ( 1951 - 1961 ) il movimento è stato attivo<br />

(aumento <strong>di</strong> popolazione) solo per 12 comuni, dei quali il maggiore molto,<br />

quasi un sesto, S. Severo pochissimo, Manfredonia parecchio, piccoli e sparsi<br />

gli altri aumenti. Invece le <strong>di</strong>minuzioni sono moltissime e forti: anche nei centri<br />

maggiori (Monte S. Angelo, Lucera, S. Giovanni, S. M. <strong>La</strong>mis), ma anche nei<br />

minori (Troia e Bovino) e piccoli Stornarella (più <strong>di</strong> una metà), Castelnuovo e<br />

tutti i minimi.<br />

L'ultima colonna è il movimento negli 80 anni della costituzione.<br />

34


Qui è l'opposto: solo 9 comuni <strong>di</strong>minuiscono e sembrano eccezioni: S. Marco in<br />

<strong>La</strong>mis solo fra i gran<strong>di</strong>, e poi fra i piccoli e minimi e per poco. Invece gli aumenti<br />

sono per quasi tutti i comuni, gran<strong>di</strong> e piccoli: al capoluogo per una metà, così e<br />

più i due seguenti, altri ancora più, anzi quasi tutti i gran<strong>di</strong>, S. Paolo ancora più e<br />

così Lesina. In tutti i 90 anni (71-61 ) chi ha avuto 2 aumenti, chi 2 <strong>di</strong>minuzioni, chi<br />

1 e 1 : es.: <strong>Foggia</strong>, S. Marco.<br />

<strong>La</strong> graduatoria dei comuni al 61, al 51 e al 71 è in<strong>di</strong>cata nelle cifre che<br />

precedono il nome del comune: non cambia molto in generale; ma Manfredonia è<br />

salita, moltiplicandosi per quattro, S. Marco in <strong>La</strong>mis e Vico <strong>di</strong>scesi, come esempi.<br />

<strong>La</strong> lettura orizzontale della tabella ci dà la storia <strong>di</strong> ogni comune; chi sempre<br />

aumenta: <strong>Foggia</strong>, S. Severo e altri 5, ma raramente fra i piccoli. Ben 39 hanno<br />

aumento e <strong>di</strong>minuzione e quin<strong>di</strong> solo 15 hanno due <strong>di</strong>minuzioni: Rocchetta è<br />

ridotta quasi a una metà.<br />

Dunque la provincia dalla costituzione del Regno si è raddoppiata; ma<br />

nell'ultimo decennio è quasi stazionaria (aumento <strong>di</strong> 1/166), mentre ben 32/92<br />

altre province sono <strong>di</strong>minuite.<br />

II capoluogo, che al 71 assorbiva 1/9 della popolazione provinciale, è ora <strong>di</strong><br />

1/5-6 e noi abbiamo 62 comuni. Altri capoluoghi danno altre cifre.<br />

Napoli e Milano assorbono 1/2 ed hanno 89 e 247 (27 meno <strong>di</strong> 7.000)<br />

comuni.<br />

Genova ha 4/5 con 67 e finalmente Roma ha 11/14 con 114: gran<strong>di</strong>ssimo<br />

accentramento e molti comuni.<br />

II nostro capoluogo ha una popolazione, che uguaglia quella dei 30 (cioè<br />

1/2) comuni più piccoli.<br />

Il comune me<strong>di</strong>o è fra Ascoli e Troia.<br />

Prof. GIULIO CURATO, docente universitario in pensione.<br />

GIULIO CURATO<br />

35


LIBRERIA<br />

« Terra salda » <strong>di</strong> Domenico <strong>La</strong> mura *<br />

« Appunti per una biografia della grande pianura » qualifica il <strong>La</strong>mura queste<br />

sue pagine meri<strong>di</strong>onali de<strong>di</strong>cate al Tavoliere <strong>di</strong> Puglia. Accettando questa<br />

definizione, non vorremmo però essere fraintesi; chè non vorremmo restringere in<br />

termini troppo angusti questa nobile fatica dell'autore, ispirata da fervido amore<br />

filiale e da me<strong>di</strong>tato approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> e secolari problemi.<br />

Quello del Tavoliere, la più estesa pianura del Sud, è uno dei maggiori e più<br />

complessi. Indagarlo nei <strong>di</strong>versi aspetti, raffrontato con l'altra pianura, quella<br />

campana, del versante tirrenico, investirebbe in pieno l'essenza della questione<br />

meri<strong>di</strong>onale.<br />

Quella storia, anche se per secoli adombrata da zone <strong>di</strong> silenzi e <strong>di</strong><br />

incertezze, sarebbe assai interessante, e se ne avverte vivo il bisogno, ora<br />

soprattutto che le gran<strong>di</strong> opere in corso o già compiute, rendendo possibile<br />

l'irrigazione <strong>di</strong> un terzo del Tavoliere, la trasformazione agraria e un notevole<br />

sviluppo dell'Italia meri<strong>di</strong>onale, finiranno per mo<strong>di</strong>ficarne profondamente la<br />

fisionomia tra<strong>di</strong>zionale.<br />

Di quella terra il <strong>La</strong>mura ci dà non la storia, ma la « biografia », come egli<br />

<strong>di</strong>ce con termine più intimamente umano. E cioè non la esposizione degli<br />

avvenimenti nei quali essa fu implicata, delle cause politiche ed economiche che<br />

operarono e degli effetti derivati; ma una storia colta a volo più che esposta, degli<br />

uomini che furono gli attori, siano essi i pastori, i latifon<strong>di</strong>sti o i minuscoli<br />

proprietari « quotisti », « le formiche», i zappaterra. E' una storia <strong>di</strong> sforzi e <strong>di</strong><br />

sofferenze umane, intuita e carezzata da uno spirito che sente e « patisce » le<br />

vicende e i problemi <strong>di</strong> quelle terre, che palpita all'unisono con quegli uomini che<br />

lottarono, che vinsero o che furono travolti. Storia <strong>di</strong> uomini al loro lavoro <strong>di</strong> ieri e<br />

<strong>di</strong> oggi; quasi, se è permessa la parola, storia <strong>di</strong> lacerti <strong>di</strong> anime, sia che si rifaccia<br />

agli elementi mitici e storici, religiosi e culturali <strong>di</strong> epoche remote, sia che prospetti<br />

il dramma dell'uomo moderno nella sua vicenda con la terra e con la tecnica.<br />

Avere delineata a rapi<strong>di</strong> tratti suggestivi questa storia, non cerebrale ed<br />

astratta, ma impregnata <strong>di</strong> profonda umanità, è uno dei più spiccati meriti delle<br />

pagine che seguono.<br />

A questo intento sono volti anche gli elementi che l'A. attinge<br />

* DOMENICO LAMURA, Terra salda.. Presentazione <strong>di</strong> Raffaele Ciasca e<br />

<strong>di</strong>segni originali <strong>di</strong> Francesco Galante. Napoli, Simone, s.d. « Temi e tempi - Biografie<br />

del Sud », n. 1 - In 8°, pp. 132 con cop. fig. e 4 tav. ill. f.t. - L. 700.<br />

36


dall'atmosfera incantata del mito cui egli ci sospinge nella sua rievocazione, fino agli<br />

estremi, incerti limiti dell'orizzonte. Ne è come simbolo il semi<strong>di</strong>o Diomede, l'eroe<br />

della guerra <strong>di</strong> Troia, fondatore <strong>di</strong> città appule e, secondo la tra<strong>di</strong>zione, <strong>di</strong><br />

Benevento.<br />

E dopo il mito pagano, ecco fiorire le leggende cristiane. Anche queste<br />

vengono dall'Oriente, ma si inseriscono nella storia delle genti pugliesi. Alla<br />

famosissima Iconavetere, la Madonna dei Sette Veli, la più celebrata tra le madonne<br />

bizantine <strong>di</strong> Puglia, si ricollega l'origine <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>; all'apparizione al santo Vescovo<br />

<strong>di</strong> Siponto, Lorenzo, durante il sec. V, si ricollega l'origine del santuario <strong>di</strong> S.<br />

Michele del Gargano, uno dei più celebri dell'alto Me<strong>di</strong>oevo, meta <strong>di</strong> pellegrinaggi<br />

<strong>di</strong> papi, imperatori e santi.<br />

Dal mito e dalle leggende in cui si rispecchiano le vicende del monte e del<br />

piano, dalla incerta realtà storica dei secoli remoti entriamo in una meno remota o<br />

ad<strong>di</strong>rittura attuale realtà agronomica. Chè la pianura del Tavoliere, spoglia ed arida<br />

in confronto della verdeggiante pianura campana, fin dai secoli remoti fu,<br />

all'opposto <strong>di</strong> questa, adatta alle colture che i primitivi consacrarono agli dei e che<br />

ritennero essenziali alla vita degli uomini.<br />

Dipendente dalla coltura cerealicola, necessaria sua integrazione, è il pascolo<br />

col conseguente allevamento <strong>di</strong> animali. Perciò dal mitico troiano Diomede<br />

allevatore <strong>di</strong> cavalli, possiamo giungere, in una continuità ideale <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong><br />

stagioni, ad Alfonso <strong>di</strong> Aragona, che facendo della facoltà <strong>di</strong> vendere liberamente i<br />

pascoli un <strong>di</strong>ritto privativo fiscale, affinchè essi non fossero sottratti agli animali<br />

transumanti d'inverno nella Puglia, assoggettando alle stesse norme anche i fon<strong>di</strong><br />

dei particolari a<strong>di</strong>biti per consuetu<strong>di</strong>ne a pascolo, formò degli uni e degli altri ciò<br />

che fu detto il Tavoliere <strong>di</strong> Puglia, lungo 70 miglia da Civitella ad Andria. Là ogni<br />

anno calavano dalle montagne <strong>di</strong> Abruzzo varie centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> pecore (un<br />

milione e 700 mila furono annoverate nel 1474), e il Doganiere vi destinava buon<br />

numero <strong>di</strong> ufficiali ad invitare e scortare i negozianti dell'Umbria, della Romagna,<br />

della Toscana, che venivano a comprare i castrati. Era un sistema <strong>di</strong> conduzione<br />

che aveva il vantaggio <strong>di</strong> utilizzare proficuamente i pascoli estivi delle regioni<br />

montane, naturalmente povere, <strong>di</strong> sorreggere perciò l'economia <strong>di</strong> vaste regioni<br />

come gli Abruzzì, stendentisi fin quasi alle porte <strong>di</strong> Roma e <strong>di</strong> concorrere alla<br />

formazione <strong>di</strong> quel largo ceto <strong>di</strong> fittuari, molti dei quali, scesi in Puglia e nelle terre<br />

attigue della Lucania quali proprietari <strong>di</strong> pecore e fittuari <strong>di</strong> pascoli, vi trovarono<br />

agiatezza e ricchezza, comprarono terre e presero stanza nel Tavoliere e nei paesi<br />

contermini, innalzarono la propria famiglia nella società e nella vita politica del loro<br />

tempo.<br />

Fu un sistema <strong>di</strong> conduzione agraria, che rimase in vigore fin dopo la prima<br />

guerra mon<strong>di</strong>ale, quando l'in<strong>di</strong>rizzo autarchico della politica fascista con la<br />

conseguente « battaglia del grano » restrinse sempre più le aree tenute a pascolo, e<br />

che ora va cedendo il passo alla nuova organizzazione agraria e sociale poggiante<br />

sulla proprietà conta<strong>di</strong>na e sulla trasformazione delle colture.<br />

39


<strong>La</strong> vicenda eterna e sempre uguale della transumanza dalla montagna<br />

<strong>di</strong> Abruzzo verso le Puglie, dal monte al piano, dal Gargano al Tavoliere, è<br />

rappresentata dall'A. con una vivacità, una robustezza, una felicità che solo<br />

sa chi conosce e « patisce » nel profondo quella vicenda, chi sa cogliere<br />

quell'atmosfera creata dall'arido e dal basso, dalla stagione secca ed arsa, dal<br />

Tavoliere mai sazio <strong>di</strong> acqua, chi sa cogliere l'intima correlazione fra il<br />

destino dell'uomo che calpesta da secoli quelle contrade e quello della terra,<br />

chi sa cogliere il dramma umano delle generazioni che hanno lavorato fino<br />

a spezzarsi la spina dorsale, e che spesso sono rimaste uccise in mezzo al<br />

solco, stroncate dalla febbre, o travolte col cumulo delle loro delusioni; il<br />

dramma oscuro della « formica » che si perde in quella <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> terre dove<br />

il sole dardeggia implacabile, e dove il terrazzano cammina e cammina e gli<br />

pare <strong>di</strong> rimanere sempre nello stesso posto.<br />

Questo senso drammatico della storia del Tavoliere il nostro A. ha in<br />

grado altissimo, sorretto da acuta sensibilità, da forma colorita e<br />

plasticamente vivace.<br />

Ecco perchè ben volentieri abbiamo aderito al desiderio dell'E<strong>di</strong>tore,<br />

<strong>di</strong> presentare le pagine che seguono ed invitiamo a leggere ed a me<strong>di</strong>tare.<br />

RAFFAELE CIASCA<br />

* Sen. prof. RAFFAELE CIASCA, presidente dell'Istituto Storico Italiano per<br />

l'Età Moderna e Contemporanea.<br />

L'AUTORE A CHI LEGGE<br />

Su invito dell'E<strong>di</strong>tore ho raccolto e rior<strong>di</strong>nato <strong>parte</strong> <strong>di</strong> quanto in questi ultimi anni<br />

mi è capitato <strong>di</strong> scrivere sulle cose meri<strong>di</strong>onali, sul Tavoliere soprattutto.<br />

Pagine sparse, scritte in tempi <strong>di</strong>versi, ma <strong>di</strong> cui l'ispirazione appare ed è unica,<br />

questi "appunti per una biografia della grande pianura" vogliono richiamare l'attenzione<br />

del lettore, se un qualche lettore essi avranno, sulle possibilità ch'essa offre <strong>di</strong> sviluppo del<br />

colloquio umano, più che sulla ricapitolazione rapida <strong>di</strong> una economia pastorale agricola, o<br />

sul complesso e lento avvio del meri<strong>di</strong>one tecnico. Gli stessi elementi mitici e storici, religiosi<br />

e culturali, vengono sentiti e rivissuti in funzione <strong>di</strong> quell'unica ispirazione, niente affatto<br />

estranei, come potrebbe apparire a uno sguardo superficiale che li consideri come elementi<br />

intellettuali e cerebrali: niente affatto estranei, <strong>di</strong>cevo, all'uomo <strong>di</strong> oggi e al suo lavoro,<br />

anzi! (perchè un tale uomo, nella sua appassionante vicenda con la terra e con la tecnica, ci<br />

appare <strong>di</strong>fatti come l'erede ultimo <strong>di</strong> tanti profon<strong>di</strong> e lontani richiami <strong>di</strong> umanità, ultimo<br />

in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo, e quin<strong>di</strong> più giovine, e quin<strong>di</strong> più generoso <strong>di</strong> forze e <strong>di</strong> vigore poetico <strong>di</strong><br />

rievocazione).<br />

Alcuni <strong>di</strong> questi capitoli accennano a quella che potrebb'essere, per una formica <strong>di</strong><br />

Puglia, e cioè per un qualsiasi campagnolo, la saga <strong>di</strong><br />

40


Terra salda: dall'età remotissima dei pastori a questa dei conta<strong>di</strong>ni, in cui si son<br />

visti sorgere e silenziosamente moltiplicarsi nella pianura, e in appena 150 anni,<br />

ben do<strong>di</strong>ci fra citta<strong>di</strong>ne e borgate, da S. Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong> Puglia a Borgo Libertà,<br />

da Ortanova a Segezia. Altri capitoli tentano <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare nella loro atmosfera,<br />

le virtù terragne e i <strong>di</strong>fetti dei "piccoli proprietari <strong>di</strong> oggi, che sono i braccianti <strong>di</strong><br />

ieri" (virtù e <strong>di</strong>fetti sorpresi in quella mentalità da latifondo, che in <strong>parte</strong> resiste<br />

ancora in questi stessi uomini della terra). E cercano <strong>di</strong> cogliere alle origini il<br />

fenomeno del progresso, nelle sue proporzioni naturalmente elementari, e i valori<br />

umani che vi sono fatalmente in gioco.<br />

Le pagine raccolte nella terza <strong>parte</strong>, Vento sul Tavoliere, conservano<br />

anche qui l'imme<strong>di</strong>atezza con cui nacquero, scritte per così <strong>di</strong>re, sulle foglie <strong>di</strong><br />

quelle stagioni. Alcune <strong>di</strong> esse accennano alla "cronaca calda" del 48-52, ai fatti<br />

<strong>di</strong> sangue <strong>di</strong> S. Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong> Puglia, alle vittime <strong>di</strong> Torremaggiore, alla<br />

occupazione simbolica <strong>di</strong> terre; altre ad alcune polemiche e alla linea politica e<br />

sociale <strong>di</strong> quegli anni; che sono, le une e l'altra, <strong>di</strong> piena attualità. Nei più<br />

violenti contrasti sociali, come nel <strong>di</strong>vampare delle passioni politiche, le possibilità<br />

del colloquio umano che sembrano andar sommerse e travolte, vengono<br />

paradossalmente sottolineate, con frego <strong>di</strong> fuoco, da quella che a un Donoso Cortès<br />

sembrava una delle dominanti del giuoco severo della storia: dal fatto cioè che<br />

quando gli uni, quelli che possono, <strong>di</strong>menticano <strong>di</strong> esser fratelli agli altri uomini,<br />

Dio permette che quello ch'è misconosciuto sul piano della carità, venga riscoperto,<br />

e talora con nuovo tragico versamento <strong>di</strong> sangue, sul piano della giustizia.<br />

<strong>La</strong> riscoperta dell'ere<strong>di</strong>tà cristiana nella crisi sociale del tempo presente,<br />

scrive Ignazio Silone, resta <strong>di</strong>fatti l'acquisto più importante della nostra coscienza<br />

negli ultimi anni.<br />

Di tutte queste pagine le uniche ine<strong>di</strong>te sono quelle del racconto <strong>La</strong><br />

Fabbrica (e cioè "<strong>La</strong> scuola"), nel quale, nell'atto stesso in cui ho cercato, per<br />

così <strong>di</strong>re, <strong>di</strong> raggiungere una documentazione obbiettiva e pacata della realtà, anzi<br />

proprio per questo, ho voluto avvicinarmi al cuore delle umili creature che vi si<br />

muovono, circostanziate in avvenimenti (la guerra la miseria il dopoguerra il<br />

rifarsi una famiglia) che ne liberano appieno il carattere e l'umanità. Il racconto<br />

avrebbe dovuto far <strong>parte</strong> <strong>di</strong> un altro volume, <strong>di</strong> prossima pubblicazione, Lucia<br />

<strong>La</strong>gonegro, ma mi è sembrato che esso ritornasse, intimo e <strong>di</strong>messo, su quella<br />

ispirazione unica <strong>di</strong> cui più su si <strong>di</strong>scorre, e allora ho pensato <strong>di</strong> porlo in fondo a<br />

questo volume, quasi a riepilogare, con l'interrogativo pieno <strong>di</strong> speranza con cui<br />

termina, quanto vengo <strong>di</strong>cendo nelle pagine precedenti.<br />

d. I.<br />

41


CRONACHE DELLA CULTURA<br />

Il prof. Luigi Tocchetti<br />

parla delle autostrade meri<strong>di</strong>onali<br />

Lo scorso <strong>di</strong>cembre il salone <strong>di</strong> Palazzo Dogana si riaprì alle<br />

manifestazioni culturali <strong>di</strong> alto livello, inaugurate dal memorando Convegno <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong> fridericiani, per accogliere un pubblico <strong>di</strong> eccezione intorno ai prof. Luigi<br />

Tocchetti. Il chiaro preside della Facoltà <strong>di</strong> ingegneria dell'Ateneo napoletano,<br />

aderendo all'invito del nostro Presidente, trattò il tema delle Autostrade<br />

meri<strong>di</strong>onali, con speciale riferimento a quelle Napoli-Bari e Pescara-Canosa.<br />

All'epoca del progetto della Napoli-Bari - egli <strong>di</strong>sse - si credette<br />

opportuno non polarizzare l'attenzione su <strong>di</strong> una soluzione per l'attuazione<br />

dell'autostrada stessa, bensì si pensò a tre <strong>di</strong>versi tracciati e si cercò <strong>di</strong> stabilire<br />

quale fosse il più vantaggioso: dei tre tracciati il primo prevedeva il passaggio<br />

per Benevento, il secondo per Avellino, il terzo giungeva a Bari attraverso<br />

Potenza.<br />

Ci si accorse ben presto che la soluzione migliore era la seconda; la<br />

prima infatti andava troppo a Nord mentre la terza oltre a spingersi troppo a<br />

Sud avrebbe <strong>di</strong>viso il traffico <strong>di</strong> due tronconi ben definiti e cioè da Napoli a<br />

Potenza e da Potenza a Bari, andando così lontano dallo scopo precipuo<br />

dell'autostrada che è quello <strong>di</strong> unire la città iniziale e quella terminale con il più<br />

breve percorso. Inoltre il secondo tracciato avrebbe accontentato un po' tutti in<br />

quanto, passando ad una <strong>di</strong>stanza relativamente breve da Benevento, sarebbe<br />

stato utilizzato abbastanza agevolmente anche da coloro che ne avrebbero<br />

usufruito se fosse stato realizzato il primo percorso ed avrebbe anche<br />

accontentato con l'attraversamento della <strong>parte</strong> nord della Basilicata gli abitanti<br />

lucani, che erano senz'altro favoriti dalla realizzazione del terzo percorso.<br />

Si stabilì la soluzione interme<strong>di</strong>a che prevedeva il seguente percorso:<br />

Napoli, Avellino, Grottamiranda, Candela, Canosa, Bari. <strong>La</strong> <strong>di</strong>stanza<br />

chilometrica tra Napoli e Bari attraverso tale percorso sarebbe circa 240 Km.,<br />

con notevole risparmio <strong>di</strong> tempo per le comunicazioni tra il centro pugliese e<br />

quello campano. Il progetto prevede l'attraversamento a nord della città <strong>di</strong><br />

Avellino, considerando il fatto che Avellino si estende verso sud. Non solo per<br />

Avellino si è cercato <strong>di</strong> non <strong>di</strong>sturbare la zona <strong>di</strong> espansione della città, bensì<br />

per tutti i centri toccati da vicino dall'autostrada.<br />

<strong>La</strong> concessione per la costruzione e la esecuzione dell'autostrada è stata<br />

affidata a una società <strong>di</strong> emanazione dell'I.R.I. (la stessa cui fu affidato<br />

l'incarico della costruzione della Napoli-Milano). Nel tratto iniziale (Napoli-<br />

Avellino) ed in quello terminale (<strong>Foggia</strong>-Bari) il progetto prevede una<br />

carreggiata della larghezza <strong>di</strong> 24 mt., mentre il tratto interme<strong>di</strong>o sarà del tipo B<br />

e cioè della larghezza <strong>di</strong> 19 mt. Le stazioni saranno poste a Baiano, nei pressi <strong>di</strong><br />

Avel-<br />

42


lino (questa località avrà due stazioni: una nord, l'altra sud), a Castel del <strong>La</strong>go<br />

(località <strong>di</strong>stante da Benevento 10 Km.), a Grottamiranda (presso la S.S. n. 90),<br />

a Candela (questa sarà la stazione per <strong>Foggia</strong> e per Potenza), a Canosa (sulla<br />

S.S. n. 93) ed altre stazioni vi saranno per Andria, Molfetta ecc. fino a Bari<br />

(Modugno) sulla S.S. 96.<br />

Ogni comune dei più importanti, quin<strong>di</strong>, avrà un suo raccordo stradale<br />

che lo collegherà in breve tempo all'autostrada. Il termine dei lavori è previsto<br />

per il 1968, ma nulla esclude che essi potranno terminare anche prima, come<br />

già è successo per la Napoli-Milano.<br />

Il prof. Tocchetti quin<strong>di</strong> passò a parlare della Canosa-Pescara. Anche<br />

questa autostrada riguarda molto da vicino la Capitanata. Infatti il tracciato,<br />

nella <strong>parte</strong> iniziale, avrà un percorso che toccherà da vicino la Miniera <strong>di</strong><br />

bauxite <strong>di</strong> S. Giovanni Rotondo, il porto <strong>di</strong> Manfredonia e le zone ricche e<br />

pianeggianti del Tavoliere. Anche in questa autostrada si è badato a non<br />

compromettere le zone <strong>di</strong> espansione dei centri abitati con una attenzione<br />

particolare, in questo senso, ai centri turistico-balneari tra Termoli e Pescara.<br />

Dopo essersi occupato dei progetti <strong>di</strong> ammodernamento e <strong>di</strong><br />

sistemazione <strong>di</strong> numerose strade statali, tra cui la S.S. S. Severo-Cerignola, il prof.<br />

Tocchetti vivamente applau<strong>di</strong>to, concluse il suo <strong>di</strong>re manifestando la certezza<br />

che le autorità competenti <strong>di</strong> Capitanata non trascureranno occasione, per<br />

rendere più confortevole la situazione della viabilità nella loro provincia.<br />

43


Primi passi e prospettive<br />

della nuova Amministrazione<br />

a Palazzo Dogana<br />

Ho inteso ed intendo tenere presenti quelle proposizioni<br />

programmatiche da me formulate come un viatico non solo<br />

amministrativo, ma anche morale e politico.<br />

<strong>La</strong> mia amministrazione non nasce da « un anno zero », a <strong>di</strong>spetto<br />

<strong>di</strong> tutte le mode correnti. Ho parlato con significativa insistenza del<br />

concetto della « continuità » appunto per non creare pericolosi <strong>di</strong>aframmi<br />

tra il passato e l'avvenire.<br />

<strong>La</strong> continuità, ebbi a <strong>di</strong>re in quella occasione, non è certamente<br />

remora al progresso, ma è legame naturale e storico tra il passato che<br />

evolve e l'avvenire che l'ansia umana attende ed anticipa.<br />

Quello che noi speriamo che vada a caratterizzare la nostra<br />

amministrazione è lo spirito nuovo che anima le nostre coscienze e che è<br />

* Alla fine dello scorso anno « il Popolo Dauno », organo ufficiale della D.C. <strong>di</strong> Capitanata,<br />

ha condotto una inchiesta sui primi mesi della nuova Amministrazione provinciale, succeduta<br />

a una non breve gestione straor<strong>di</strong>naria. Col consenso <strong>di</strong> quell'autorevole perio<strong>di</strong>co, si<br />

riproduce il testo della intervista concessagli dall'avvocato Gabriele Consiglio, che il 13<br />

settembre si è inse<strong>di</strong>ato alla presidenza dell'Ente. Le sue risposte - che richiamano il<br />

programma del « Centro-Sinistra » e le <strong>di</strong>chiarazioni da lui rese all'assemblea consiliare (l'uno e<br />

le altre a suo tempo raccolti in opuscolo) - si riferiscono alle seguenti domande rivoltegli<br />

dall'intervistatore: 1) <strong>La</strong> Provincia ha mosso i primi passi, compatibilmente alla brevità del<br />

tempo a <strong>di</strong>sposizione, lungo quelle <strong>di</strong>rettrici generali da Lei tracciate all'atto dell'inse<strong>di</strong>amento?<br />

2) Quali sono stati gli interventi determinanti, nei quali ha operato la Provincia? 3) Questa<br />

come si è mossa, avuto riguardo ai suoi compiti <strong>di</strong> istituto? 4) Per l'assistenza si seguiranno i<br />

vecchi criteri? 5) Ha speranze <strong>di</strong> pervenire a concreti risultati in questa sua opera? 6) Come<br />

44


destinato a lasciare, me lo auguro, impronte durature alle nuove imprese.<br />

I primi passi da noi compiuti, anche se si ricollegano<br />

burocraticamente a in<strong>di</strong>rizzi passati, nella realtà vengono sollecitati da<br />

un ritmo più fecondo e sostenuti da uno spirito che, più che <strong>di</strong><br />

collaborazione con gli altri enti amministrativi, economici e del lavoro,<br />

vogliono attribuire all'ente « provincia » una funzione <strong>di</strong> presenza<br />

costante nella vita della Capitanata. Ed in questo nostro operare credo<br />

che stiamo dando quoti<strong>di</strong>ane e personali testimonianze dell'attiva<br />

presenza del nostro ente nel deciso miglioramento dei rapporti con tutti<br />

gli altri enti che operano in provincia.<br />

Si ricor<strong>di</strong> soltanto la nostra attiva presenza alle recenti iniziative<br />

del Centro Stu<strong>di</strong> ed il <strong>di</strong>namico interesse con il quale il Consiglio<br />

<strong>Provinciale</strong> ha <strong>di</strong>scusso ed ha affrontato il problema della costituzione<br />

<strong>di</strong> una libera facoltà <strong>di</strong> Magistero. Oltre ai nostri interventi nella vita del<br />

nucleo <strong>di</strong> industrializzazione, del Poligrafico dello Stato, dell'Ente del<br />

Turismo e <strong>di</strong> altri similari organismi.<br />

Ci tengo a sottolineare che tutto questo non deve, nè può<br />

significare fuga <strong>di</strong> propositi, nè eversione <strong>di</strong> compiti, nè sperpero <strong>di</strong><br />

contributi, perché non vorrei che si creassero equivoci in tal senso. Vi<br />

sono indubbiamente attività e dei problemi che si muovono al <strong>di</strong> là dei<br />

compiti <strong>di</strong> istituto. Ed è chiaro che per questi problemi, che comunque<br />

interessano sostanzialmente, l'economia e lo sviluppo sociale <strong>di</strong> tutta la<br />

Capitanata, l'Ente persegue fini <strong>di</strong> collaborazione e <strong>di</strong> stimolo insieme.<br />

In questo campo <strong>di</strong> attività bisogna che la « Provincia » concentri il suo<br />

interesse lungo quelle prospettive <strong>di</strong> sviluppo e <strong>di</strong> progresso<br />

<strong>di</strong>fferenziate che ebbi già modo <strong>di</strong> tracciare <strong>di</strong>stintamente per il<br />

Gargano, per il Tavoliere, per il Subappennino.<br />

E' chiaro che bisogna innanzitutto risolvere i problemi <strong>di</strong> estrema<br />

urgenza. <strong>La</strong> Pubblica Istruzione ci ha subito impegnato. Bisogna fare in<br />

modo che per quest'anno - e comunque - le popolazioni scolastiche<br />

degli istituti, i cui oneri gravano sulla « Provincia », trovino una<br />

decorosa sistemazione, compatibilmente con le attuali <strong>di</strong>sponibilità.<br />

L'altro problema urgente è stato quello sorto con le adulterazioni e le<br />

contraffazioni salite alla ribalta della cronaca. Abbiamo dovuto<br />

fronteggiare una situazione <strong>di</strong> emergenza.<br />

può interpretarsi la sua istanza morale, proiettata in settori amministrativi che, per loro natura,<br />

possono non essere considerati in chiave morale? 7) Può riferirci qualche novità relativa, per<br />

esempio, all'autocamionabile <strong>Foggia</strong>-Roma-Via Campobasso-Cassino e alla strada « dei cent'anni<br />

»: la Cagnano-S. Giovanni Rotondo? E più particolarmente sui raccor<strong>di</strong> da <strong>Foggia</strong> alle autostrade<br />

Bari-Napoli e Pescara-Canosa?<br />

45


Ma anche in altri settori abbiamo già una visione chiara <strong>di</strong> quanto occorre<br />

operare. Per esempio, per l'ospedale <strong>di</strong> maternità, siamo in attesa <strong>di</strong> un ulteriore<br />

contributo statale che ci possa consentire l'inizio almeno in stralcio, della<br />

costruzione, la cui spesa è preventivata in oltre un miliardo <strong>di</strong> lire.<br />

V'è tutta una politica nuova da sperimentare e da portare avanti. Il<br />

concetto nuovo, che è scientifico ed amministrativo ad un tempo, è<br />

precisamente questo : potenziare al massimo le attività profilattiche e<br />

preventive, al fine <strong>di</strong> affrontare più efficacemente, nonché più<br />

tempestivamente, il male al suo insorgere. Naturalmente, ciò va inteso non<br />

soltanto per gli infermi <strong>di</strong> mente.<br />

In particolare, proprio per gli infermi <strong>di</strong> mente, devo <strong>di</strong>re che a <strong>Foggia</strong> non<br />

è mai esistito un Centro <strong>di</strong> igiene mentale e questo a me pare una enormità <strong>di</strong><br />

fronte ai nuovi postulati scientifici ed al cammino che in questo senso hanno fatto<br />

altre provincie.<br />

Ho soprattutto una grande fede nella Provvidenza, nella <strong>di</strong>ligenza degli<br />

stu<strong>di</strong>osi, nel senso <strong>di</strong> responsabilità degli uomini. Sono certo, comunque, che<br />

faremo meglio <strong>di</strong> quanto non sia stato fatto finora. Ripeto, c'è in noi un'ansia<br />

morale particolarmente per l'assistenza, ma anche per gli altri numerosi campi <strong>di</strong><br />

interventi della Provincia ci sentiamo sostenuti da questa forza morale.<br />

Il problema morale sorge in ogni atto della nostra vita e quin<strong>di</strong> ricompare in<br />

ogni attività dell'amministrazione. Potrei <strong>di</strong>re, ad esempio, che anche nel settore dei<br />

lavori pubblici, che pare il più arido, prevale il concetto morale. Infatti, la mia<br />

Giunta ha deliberato <strong>di</strong> adottare un sistema <strong>di</strong> gare d'appalto che è il più idoneo ad<br />

assicurare la tutela degli interessi della Provincia e ad evitare, in maniera quasi<br />

matematica, ogni possibilità <strong>di</strong> collusione fra <strong>di</strong>tte <strong>parte</strong>cipanti e <strong>di</strong> qualsiasi altra<br />

sorte <strong>di</strong> turbamento degli incanti. Si tratta del sistema il meno imperfetto <strong>di</strong><br />

aggiu<strong>di</strong>cazione dei lavori con la me<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ata ed il coefficiente <strong>di</strong> correzione.<br />

Per l'autostrada Pescara-Canosa non vi sarà bisogno <strong>di</strong> un vero e proprio<br />

raccordo che quando l'autostrada passerà a 3 o 4 chilometri da <strong>Foggia</strong>. Per il<br />

raccordo alla Napoli-Bari non ci faremo certamente trovare impreparati. Ci stiamo<br />

già muovendo per realizzare la formula più spe<strong>di</strong>ta e meno <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>osa.<br />

Per la camionabile Puglia-Roma è interessata l'ANAS e la nostra Provincia,<br />

unitamente a quella <strong>di</strong> Campobasso, non trascura occasione per sollecitare la<br />

realizzazione almeno <strong>di</strong> quei lavori <strong>di</strong> variante e <strong>di</strong> ammodernamento resisi ormai<br />

in<strong>di</strong>lazionabili.<br />

Infine per la Cagnano-S. Giovanni si è giunti al punto cruciale.<br />

46


Infatti, si aspetta dalla Cassa per il Mezzogiorno il finanziamento per la bitumatura<br />

dell'intero tratto.<br />

Posso concludere che ogni problema <strong>di</strong> settore postula soluzioni <strong>di</strong> estrema<br />

urgenza, che però presuppongono prospettive chiare <strong>di</strong> azione sulle quali noi<br />

inten<strong>di</strong>amo procedere.<br />

GABRIELE CONSIGLIO<br />

Avv. GABRIELE CONSIGLIO, presidente dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

47


<strong>La</strong> viabilità della Capitanata<br />

Il tema postomi, la viabilità della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, mi impegnerebbe<br />

a trattare tutta la rete viabile che insiste nel territorio della nostra Provincia,<br />

ma, per essermi sempre occupato della viabilità provinciale, mi limiterò ad<br />

illustrare soltanto questa con pochi accenni alle altre strade.<br />

L'ATTUALE RETE PROVINCIALE<br />

A <strong>parte</strong> le due autostrade, che fra qualche anno attraverseranno la<br />

nostra Provincia - una da Nord a Sud, la Pescara Canosa, che segue il<br />

secondo tracciato proposto dal Lyon's Club <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> alla considerazione<br />

del progettista prof. Tocchetti, e l'altra, la Napoli-Bari, che interessa la<br />

nostra Provincia nella Zona Torrente Calaggio, Candela, Cerignola -, la rete<br />

stradale della nostra Provincia comprende oggi complessivamente circa<br />

Km. 3.700, dei quali 720 circa <strong>di</strong> strade statali, 1780 c. <strong>di</strong> strade provinciali e<br />

1.200 c. <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> bonifica.<br />

Non sono comprese le strade <strong>di</strong> trasformazione fon<strong>di</strong>aria e poderali,<br />

trattandosi <strong>di</strong> strade con traffico limitato ai bisogni agricoli locali, e le<br />

strade comunali, pochissime e quasi tutte allo stato <strong>di</strong> sentiero.<br />

<strong>La</strong> rete provinciale ha quin<strong>di</strong> oggi uno sviluppo che rappresenta il<br />

50% circa delle strade che insistono nella nostra Provincia e che è all'incirca<br />

<strong>di</strong> due volte e mezzo quello delle strade statali ed una volta e mezzo quello<br />

delle strade <strong>di</strong> bonifica.<br />

Nè può essere <strong>di</strong>versamente perchè, per legge, mentre sono statali le<br />

strade che costituiscono le gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> traffico nazionale ed<br />

internazionale o servono traffici interprovinciali, mentre sono comunali<br />

soltanto le strade che allacciano i Comuni alle loro frazioni e quelle interne<br />

agli abitati, tutte le altre sono da considerarsi provinciali. Le stesse strade <strong>di</strong><br />

bonifica sono destinate a <strong>di</strong>ventare statali, o provinciali, o comunali a<br />

seconda della loro importanza. Si vede chiaro quin<strong>di</strong> l'importanza che ha la<br />

viabilità provinciale per facilitare il traffico nell'interno della Provincia, per<br />

allacciare i Comuni fra <strong>di</strong> loro e per<br />

48


valorizzare le zone <strong>di</strong> particolare interesse turistico, industriale, agricolo.<br />

In rapporto alla superficie della Capitanata, (Kmq. 7184) ed alla<br />

popolazione (665.286 abitanti) riferita al censimento del 1961, abbiamo in<br />

Provincia il seguente sviluppo stradale relativo: 1) Km. 5,15 <strong>di</strong> strade per ogni<br />

10 Kmq. <strong>di</strong> cui: Km. 1 <strong>di</strong> strade statali, Km. 2,48 <strong>di</strong> strade provinciali, Km.<br />

1,67 <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> bonifica; 2) Km. 5,56 <strong>di</strong> strade per ogni 1.000 abitanti, <strong>di</strong> cui:<br />

Km. 1,07 <strong>di</strong> strade statali, Km. 2,68 <strong>di</strong> strade provinciali, Km. 1,81 <strong>di</strong> strade<br />

<strong>di</strong> bonifica.<br />

Fino al 1960 la rete stradale provinciale era <strong>di</strong> circa 1.100 Km., <strong>di</strong> cui<br />

900 Km. circa <strong>di</strong> strade classificate provinciali a seguito <strong>di</strong> leggi o decreti, e<br />

Km. 200 circa non classificate ma per le quali l'Amministrazione <strong>Provinciale</strong><br />

ha sempre curato la manutenzione.<br />

Con legge 12 febbraio 1958 n. 126 furono emanate nuove norme per la<br />

classificazione <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> uso pubblico; in virtù <strong>di</strong> essa il Consiglio<br />

<strong>Provinciale</strong> nel luglio 1958 approvò il piano generale per la classificazione <strong>di</strong><br />

nuove strade ritenute <strong>di</strong> interesse provinciale, per un totale complessivo <strong>di</strong><br />

Km. 970, così sud<strong>di</strong>viso: a) strade tenute in manutenzione dalla Provincia e<br />

mai classificate provinciali Km. 233; b) strade <strong>di</strong> bonifica Km. 558; c) strade<br />

comunali Km. 179.<br />

Di queste, con D.P. 23 gennaio 1960 e 26 settembre 1960 sono state<br />

provincializzate strade per complessivi Km. 655, dei quali 218 <strong>di</strong> strade<br />

mantenute dalla Provincia e mai classificate; Km. 350 <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> bonifica e<br />

Km. 87 <strong>di</strong> strade comunali.<br />

A seguito <strong>di</strong> una nuova legge, la n. 181 del 21 aprile 1962, è imminente<br />

la classificazione a provinciali <strong>di</strong> tutte le altre strade comprese nel piano<br />

generale.<br />

Con il passaggio quin<strong>di</strong> alla Provincia delle suddette strade <strong>di</strong> bonifica e<br />

comunali, la rete provinciale è oggi <strong>di</strong> Km. 1780, cioè il doppio <strong>di</strong> quella<br />

classificata tale fino al 1960 e la nostra Provincia occupa oggi il settimo posto,<br />

fra tutte le altre d'Italia, per l'estensione della rete stradale provinciale.<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>stribuzione della rete stradale provinciale nelle tre zone in cui è<br />

<strong>di</strong>visa la Capitanata - pianura al centro, Sub-appennino da una <strong>parte</strong> e<br />

Gargano dall'altra, in relazione anche alla superficie ed alla popolazione <strong>di</strong><br />

ogni singola zona, è la seguente:<br />

la zona <strong>di</strong> pianura, con popolazione relativa <strong>di</strong> 114 abitanti per Kmq., è<br />

servita oggi da Km. 630 <strong>di</strong> strade provinciali, mentre fino al 1960 erano <strong>di</strong><br />

Km. 200 circa; lo sviluppo stradale relativo è <strong>di</strong> Km. 1,77 per ogni 10 Kmq. e<br />

<strong>di</strong> Km. 1,55 per ogni 1000 abitanti;<br />

il Sub-appennino, con popolazione relativa <strong>di</strong> 63 abitanti per Kmq., è<br />

attraversato da 690 Km. <strong>di</strong> strade provinciali, mentre prima del 1960 erano <strong>di</strong><br />

Km. 450; lo sviluppo stradale relativo è <strong>di</strong> Km. 4 per ogni 10 Kmq. e <strong>di</strong> Km.<br />

6,35 per ogni 1.000 abitanti;<br />

il Gargano, con popolazione relativa <strong>di</strong> 79 abitanti per Kmq., è<br />

attraversato da 460 Km. <strong>di</strong> strade provinciali, mentre prima del 1960 erano <strong>di</strong><br />

Km. 250 circa; lo sviluppo stradale relativo è <strong>di</strong> Km. 2,4 per ogni 10 Kmq. E<br />

<strong>di</strong> Km. 3 per ogni 1.000 abitanti.<br />

In percentuale la rete viabile provinciale è <strong>di</strong>visa per il 35,39% in<br />

pianura, per il 38,76% nel Sub-appennino e per il 25,85% nel Gargano.<br />

49


Il maggiore incremento si è avuto, quin<strong>di</strong>, nella zona <strong>di</strong> pianura, che<br />

ha visto più che triplicato (da 200 a 630 Km.) il patrimonio stradale<br />

provinciale, mentre questo è quasi raddoppiato sul Gargano (da 250 a 460<br />

Km.) ed è <strong>di</strong>ventato circa una volta e mezza nel Sub-appennino (da 450 a<br />

650 Km.), Questo si spiega, considerando che le strade classificate<br />

provinciali con le citate leggi 126 e 181 sono state, per la maggior <strong>parte</strong>,<br />

costruite dal Consorzio Generale <strong>di</strong> Bonifica, che, come è noto, opera<br />

principalmente in pianura. L'aumento invece del patrimonio stradale<br />

provinciale nel Sub-appennino e nel Gargano è dovuto per piccola <strong>parte</strong><br />

alle strade <strong>di</strong> bonifica o comunali ma, principalmente, alla<br />

provincializzazione delle strade comunali obbligatorie e <strong>di</strong> quelle costruite<br />

<strong>di</strong>rettamente dalla Provincia, che sono state sempre tenute in manutenzione<br />

dall'Ente Provincia ma che solo ora sono state classificate.<br />

Rispetto alla pavimentazione, i 1.780 Km. <strong>di</strong> strade provinciali sono<br />

così sud<strong>di</strong>visi: bitumati Km. 720, non bitumati Km. 1.060. Da notare che<br />

dei 720 Km. <strong>di</strong> strade bitumate, circa 600 Km. erano tali già prima della<br />

legge 126, per cui, mentre nel 1960 il rapporto era del 70% circa <strong>di</strong> strade<br />

bitumate e del 30% circa <strong>di</strong> strade non bitumate, ora, con la<br />

provincializzazione <strong>di</strong> nuove strade, tali percentuali sono <strong>di</strong>ventate<br />

rispettivamente il 40% ed il 60%. Non meravigli questa eccessiva estensione<br />

<strong>di</strong> strade non bitumate, oggi assolutamente non rispondenti al moderno<br />

traffico veloce, in quanto, con le stesse leggi n. 126 e n. 181 lo Stato ha<br />

concesso alle singole Provincie contributi sulla spesa necessaria per la<br />

sistemazione e bitumatura <strong>di</strong> nuove strade provinciali, da corrispondersi in<br />

<strong>di</strong>versi esercizi finanziari fino a quello del 1968-1969.<br />

CONTRIBUTI E FINANZIAMENTI<br />

Con la legge n.ro 181, operante dall'esercizio 1965-66 in poi, il<br />

contributo è stato esteso anche alle vecchie strade provinciali. Alla nostra<br />

Provincia il contributo totale concesso dallo Stato è <strong>di</strong> L. 6.478.000.000; <strong>di</strong><br />

cui 3 miliar<strong>di</strong> ai sensi della L. n. 126 e L. 3.478.000.000 a norma della L. n.<br />

181; esso è stato concesso nella misura massima dell'80% per cui a tale<br />

contributo corrisponde, tenendo conto del 20% a carico della Provincia, un<br />

programma <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> L. 8.097.500.000 per l'ammodernamento e la<br />

sistemazione <strong>di</strong> strade provinciali vecchie e nuove. Con detta somma si<br />

prevede <strong>di</strong> poter sistemare, entro il 1970, circa 800 Km. <strong>di</strong> strade; la rete a<br />

pavimentazione protetta raggiungerà allora l'85% della estensione generale.<br />

Sono del parere che, dandone facoltà la legge n. 181, prima fra tutte devono<br />

essere sistemate le vecchie strade provinciali ancora a macadam, che<br />

indubbiamente hanno per la viabilità provinciale un interesse maggiore, e le<br />

strade comprese nel piano stralcio relativo alla legge 126, che, fra le nuove<br />

strade, sono quelle che rivestono maggiormente le caratteristiche <strong>di</strong><br />

provincialità e per le quali, dato l'aumento dei prezzi verificatosi in questi<br />

ultimi tempi, non bastano più i fon<strong>di</strong> a suo tempo assegnati.<br />

Per migliorare, qualitativamente e quantitativamente, la viabilità<br />

provinciale non sono mancati altre provvidenze, come i finanziamenti avuti<br />

dalla Cassa per il Mezzogiorno ed i contributi concessi dallo Stato<br />

50


in virtù della legge 589, conosciuta come legge Tupini. L'intervento della Cassa è<br />

stato molto notevole fin dall'atto della sua istituzione, circa 3 miliar<strong>di</strong> finora; con<br />

questi fon<strong>di</strong> è stato possibile bitumare circa 500 Km. <strong>di</strong> strade e costruire alcune<br />

strade importanti per la viabilità provinciale. E' recente la notizia che la Cassa<br />

provvederà alla ricostruzione del ponte sul Fortore lungo la strada interprovinciale<br />

tra Casalnuovo Monterotaro e Colletorto, crollato sin dal gennaio 1957 a seguito <strong>di</strong><br />

alluvione. Ciò si deve, mi piace <strong>di</strong>rlo, all'interessamento del capo della nostra<br />

Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, avv. Consiglio. E' inoltre alla approvazione della<br />

Cassa un progetto per la costruzione <strong>di</strong> una strada che dalla stazione <strong>di</strong> Candela<br />

raggiungerà la stazione <strong>di</strong> Rocchetta S. Antonio, che, quasi del tutto pianeggiante,<br />

faciliterà le comunicazioni tra le Provincie <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e <strong>di</strong> Potenza.<br />

Con il contributo dello Stato ai sensi della legge n. 589 sono in corso <strong>di</strong><br />

costruzione alcune strade che serviranno a rendere più <strong>di</strong>rette ed agevoli le<br />

comunicazioni fra alcuni paesi della Provincia, e, quin<strong>di</strong>, fra le zone che gravitano<br />

su questi paesi, come la Faeto-Roseto Valfortore, che ridurrà a meno della metà il<br />

percorso attuale per recarsi da un paese all'altro; la Volturino-Alberona, che ridurrà a<br />

circa 10 Km. un percorso che oggi è <strong>di</strong> 40 Km. Queste due strade completeranno<br />

la dorsale Sub-appenninica che da Casalnuovo arriverà fino a Faeto.<br />

E' recente, poi, le comunicazioni che sono state ammesse al contributo dello<br />

Stato altre tre strade della massima importanza: la Bovino-Acca<strong>di</strong>a, che ridurrà a<br />

meno <strong>di</strong> 10 Km. Il percorso attuale fra i due paesi, oggi <strong>di</strong> 25 Km. circa, ciò <strong>di</strong>ce<br />

molto se si pensa che Bovino è sede della Diocesi e dei più importanti uffici statali;<br />

la Acca<strong>di</strong>a-Bastia, che permetterà <strong>di</strong> raggiungere più facilmente da Acca<strong>di</strong>a, Anzano,<br />

Monteleone la zona <strong>di</strong> Candela, Ascoli e Rocchetta, oltre che a ridurre <strong>di</strong> circa 10<br />

Km. Il percorso tra Acca<strong>di</strong>a e <strong>Foggia</strong>; la Manacore-Sfinale, che serve a chiudere la<br />

litoranea Peschici-Vieste-Mattinata in corso <strong>di</strong> costruzione da <strong>parte</strong> del Consorzio<br />

<strong>di</strong> Bonifica Montana del Gargano. Anche la realizzazione <strong>di</strong> queste tre strade si<br />

deve all'interessamento dell'avv. Consiglio.<br />

Con i fon<strong>di</strong> propri <strong>di</strong> bilancio, l'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> va<br />

conducendo lavori per l'allargamento e bitumatura della strada Monte S. Angelo-<br />

Macchia e sono in fase <strong>di</strong> ultimazione i lavori per la costruzione della strada Peschici-<br />

Manacore, il primo tratto cioè, della Litoranea garganica. Si sta per iniziare, infine, la<br />

strada che attraverserà l'isola <strong>di</strong> S. Domino alle Tremiti e che servirà a collegare<br />

l'approdo con l'albergo e con il Camping; strada questa <strong>di</strong> notevole interesse<br />

turistico.<br />

Ma se la costruzione <strong>di</strong> nuove strade e l'ammodernamento <strong>di</strong> quelle vecchie<br />

è oggi una necessità imposta dal traffico moderno, imperniato esclusivamente sui<br />

mezzi veloci, ancor più necessaria è la loro manutenzione, che rappresenta la spina<br />

<strong>di</strong> chiunque, amministratore o tecnico, abbia governo <strong>di</strong> strade.<br />

<strong>La</strong> spesa dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> per la manutenzione or<strong>di</strong>naria<br />

delle sue strade, dai 300.000.000 circa del 1960 è salita ai 400.000.000 circa del 1961<br />

e del 1962, ed ai 500.000.000 previsti per<br />

51


l'esercizio in corso. Questa somma non basta; occorrerebbero non meno <strong>di</strong><br />

700.000.000, ma, purtroppo all'aumentato chilometraggio <strong>di</strong> strade hanno<br />

fatto riscontro altrettanti notevoli aumenti negli altri compiti della<br />

Provincia, come quelli assistenziali, quelli scolastici, etc. Non va<br />

<strong>di</strong>menticato che oltre alla manutenzione or<strong>di</strong>naria, esiste anche quella<br />

straor<strong>di</strong>naria, che quest'anno è particolarmente gravosa per le frane<br />

verificatesi lungo molte strade del Sub-appennino dopo le abbondanti<br />

nevicate dell'inverno scorso e che richiede una spesa non inferiore a L.<br />

200.000.000.<br />

Non essendo le Amministrazioni locali che vi sono obbligate in<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> poter provvedere alla manutenzione delle proprie strade con i<br />

normali fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> bilancio, bisogna che lo Stato intervenga ad incrementare<br />

la spesa occorrente per la or<strong>di</strong>naria manutenzione stradale. Si è avuta, è<br />

vero, la legge n. 1014 del 16 settembre 1960 con la quale si prevede <strong>di</strong> dare<br />

un contributo, fino al massimo <strong>di</strong> L. 300.000 al Km., per la manutenzione<br />

delle strade provinciali classificate tali dopo la entrata in vigore della legge<br />

n. 126, ma è anche vero che tale contributo è stato finora pagato a gocce e<br />

con notevole ritardo, tanto che in tutti i congressi stradali che si sono tenuti<br />

dal 1961 in poi vi è stata una continua lamentela per la mancata sollecita<br />

applicazione del testo legislativo, sul quale tutti gli Enti avevano fatto<br />

legittimo affidamento. Basti pensare che la Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong> avrebbe dovuto avere, dall'esercizio finanziario 1961-62 in poi, oltre<br />

L. 150.000.000 l'anno, e, finora, ha avuto solo circa 15 milioni e soltanto<br />

l'annunzio telegrafico dell'arrivo <strong>di</strong> altri 12 milioni.<br />

Da quanto ho esposto credo si possa affermare che la viabilità della<br />

nostra Provincia può essere considerata, dopo i lavori <strong>di</strong> ammodernamento<br />

in corso <strong>di</strong> esecuzione più o meno prossima, abbastanza sod<strong>di</strong>sfacente.<br />

L'A.N.A.S., infatti, con la grande variante che eliminerà le salite <strong>di</strong><br />

Serracapriola e <strong>di</strong> S. Paolo Civitate, con l'allargamento del tratto da S. Severo a<br />

Cerignola e con la nuova circumvallazione <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, posta ad una <strong>di</strong>stanza<br />

me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> circa 5 Km. dal capoluogo, sta trasformando la statale n. 16 in una<br />

strada <strong>di</strong> grande comunicazione a traffico veloce.<br />

UNO SGUARDO AL FUTURO<br />

Le strade provinciali, quando saranno completati i lavori <strong>di</strong><br />

ammodernamento previsti nei piani, saranno comode se<strong>di</strong> agevolmente<br />

percorribili.<br />

Non conosco i futuri possibili miglioramenti delle strade <strong>di</strong> bonifica,<br />

però, una raccomandazione vorrei fare agli Enti prepostivi: nel costruire le<br />

loro strade non le facciano con il piano viabile inferiore al minimo<br />

in<strong>di</strong>spensabile <strong>di</strong> 6 m., specie quelle che, per legge, dopo il collaudo devono<br />

essere classificate provinciali. Bene ha fatto il Consorzio <strong>di</strong> Bonifica<br />

Montana del Gargano a costruire la Litoranea garganica con caratteristiche<br />

<strong>di</strong> strada provinciale.<br />

Dando uno sguardo al futuro, si ha bisogno, a mio avviso, <strong>di</strong> qualche<br />

altra opera per completare e migliorare la viabilità interprovinciale<br />

52


e quella interna alla Provincia. Prima <strong>di</strong> ogni cosa occorre che venga<br />

riconosciuta la necessità <strong>di</strong> avere una stazione <strong>di</strong> accesso all'autostrada<br />

Pescara-Canosa nei pressi <strong>di</strong> Lesina. <strong>La</strong> stazione <strong>di</strong> Lesina è in<strong>di</strong>spensabile<br />

per il futuro sviluppo turistico del Gargano; il turista che proviene dal Nord<br />

per recarsi sul Gargano non deve arrivare fino a San Severo, per poi<br />

percorrere la tortuosa e <strong>di</strong>sagevole statale n. 89, quando a Lesina può<br />

trovare una comoda strada pianeggiante, ora in corso <strong>di</strong> ammodernamento<br />

da <strong>parte</strong> dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, che in meno <strong>di</strong> un'ora può<br />

portarlo fino a Ro<strong>di</strong>. Il Presidente della Provincia non ha mancato <strong>di</strong> fare i<br />

necessari passi presso il Capo del Governo, il Ministro dei LL.PP., i<br />

Parlamentari, l'A.N.A.S., la Società Costruzioni Autostrade, ed io<br />

personalmente delegato dal mio Presidente, ho fatto presente a viva voce al<br />

Direttore Generale dell'A.N.A.S. l'assoluta necessità della stazione <strong>di</strong><br />

Lesina. Si è ottenuta la promessa verbale <strong>di</strong> prendere in considerazione la<br />

convenienza <strong>di</strong> un accesso all'area <strong>di</strong> servizio, prevista nei pressi <strong>di</strong> Lesina, e<br />

quin<strong>di</strong> all'autostrada.<br />

Occorre inoltre ammodernare, fino a portarla al livello <strong>di</strong> una superstrada,<br />

la provinciale <strong>Foggia</strong>-Quadrivio <strong>di</strong> Candela, la strada <strong>di</strong> accesso, cioè,<br />

alla stazione autostradale <strong>di</strong> Candela sulla Napoli-Bari, e, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong><br />

collegamento tra le due autostrade. Tutti vedono l'assoluta necessità <strong>di</strong><br />

questa strada <strong>di</strong> rapido scorrimento, la cui realizzazione non presenta<br />

<strong>di</strong>fficoltà tecniche; si tratta <strong>di</strong> allargare convenientemente l'attuale strada<br />

provinciale, e <strong>di</strong> costruire una variante fra la stazione <strong>di</strong> Ascoli Satriano e il<br />

sottopassaggio <strong>di</strong> Ponte Parrozzo per evitare il doppio attraversamento<br />

della ferrovia per Potenza. L'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> sin dall'ottobre<br />

scorso ha avanzato istanza al Ministero dei LL.PP., alla Cassa per il<br />

Mezzogiorno ed alla Direzione Generale dell'A.N.A.S. per vedere realizzata<br />

questa arteria.<br />

Alla viabilità interprovinciale occorrono <strong>di</strong> urgenza il completamento<br />

della strada statale 90 bis e la variante alla statale 17, che elimini le salite ed i<br />

tornanti <strong>di</strong> Motta Montecorvino e <strong>di</strong> Volturara. L'apertura al traffico della<br />

90 bis è <strong>di</strong>venuta ormai una questione annosa, a nulla finora sono valse le<br />

numerose interrogazioni fatte alla Camera dai nostri rappresentanti al<br />

Parlamento.<br />

Anche per la variante alla statale 17 molto si è parlato e scritto. Le<br />

Amministrazioni Provinciali e le Camere <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e <strong>di</strong><br />

Campobasso, in una riunione tenuta a <strong>Foggia</strong> nella primavera del 1962,<br />

avevano deciso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are un progetto per conto proprio e <strong>di</strong> riunirsi in<br />

consorzio per la costruzione della strada; dopo pochi giorni da tale riunione<br />

si seppe che l'A.N.A.S. aveva stanziato la somma <strong>di</strong> oltre 2 miliar<strong>di</strong> per la<br />

variante, da costruirsi a seguito <strong>di</strong> appaltoconcorso. Sembra che l'appaltoconcorso<br />

è scaduto il 15 giugno e che i fon<strong>di</strong> non siano sufficienti.<br />

Per la viabilità nell'interno della nostra Provincia mi sembra sia<br />

necessario costruire alcune strade che ritengo essenziali per la facilità <strong>di</strong><br />

collegamento, l'economia, la valorizzazione turistica delle zone.<br />

Nel Sub-appennino occorrono una strada pedesubappenninica e la<br />

strada Casalnuovo Monterotaro-Carlantino. <strong>La</strong> prima, che dalla contrada <strong>di</strong><br />

Tertiveri (5 Km. da Biccari) raggiungerebbe la provinciale Torre-<br />

53


maggiore-Casalvecchio, permettendo a tutti i paesi del Sub-appennino che<br />

gravitano su Lucera <strong>di</strong> comunicare fra loro senza dover prima raggiungere tale<br />

centro, come avviene ora. <strong>La</strong> seconda, unendo <strong>di</strong>rettamente tra <strong>di</strong> loro due zone<br />

ora non collegate, apporterebbe un gran vantaggio economico ad un vasto<br />

territorio, ora sprovvisto <strong>di</strong> strade. Esso chiuderebbe la maglia fra la dorsale e la<br />

pede-subappenninica. Da molti anni per entrambe queste strade l'Amministrazione<br />

<strong>Provinciale</strong> chiede <strong>di</strong> poterle costruire con i benefici della legge Tupini.<br />

Sul Gargano occorrono una strada che colleghi la foresta Umbra alla statale<br />

89, nel tratto tra Peschici e Vieste, ed una strada lungo la Valle Carbonara che<br />

congiunga la località <strong>di</strong> Ponte S. Raffaele alla statale 89 nei pressi <strong>di</strong> Mattinata. <strong>La</strong><br />

prima è la strada che, a mio modesto avviso, manca alla sostanziale valorizzazione<br />

turistica del Gargano, servendo essa a collegare, con un percorso <strong>di</strong> circa 10 Km.,<br />

le belle spiaggie da Peschici a Vieste ed oltre - dove si attuano iniziative <strong>di</strong> notevole<br />

importanza -, alla foresta Umbra. L'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> ha chiesto con<br />

insistenza alla Cassa il finanziamento per la realizzazione dell'opera. <strong>La</strong> seconda<br />

permetterebbe, ai mezzi provenienti dall'interno del Gargano e <strong>di</strong>retti verso<br />

Mattinata e Vieste, <strong>di</strong> ridurre il percorso <strong>di</strong> almeno 15 Km. ma, principalmente, <strong>di</strong><br />

evitare <strong>di</strong> dover salire fino a Monte S. Angelo per poi ri<strong>di</strong>scendere a Mattinata.<br />

UNA PROPOSTA<br />

Per avere nel futuro un più organico sviluppo della viabilità minore nella<br />

nostra Provincia vorrei concludere con una proposta: quella della istituzione <strong>di</strong> un<br />

comitato provinciale permanente per il coor<strong>di</strong>namento della viabilità stessa. Nella<br />

nostra Provincia vi sono <strong>di</strong>versi Enti che costruiscono strade, l'uno<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dall'altra; la Provincia, due Consorzi <strong>di</strong> Bonifica, prossimi a<br />

<strong>di</strong>ventare tre con il riconoscimento del Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Montana del Subappennino,<br />

l'Ente Riforma. Perchè, prima <strong>di</strong> iniziare lo stu<strong>di</strong>o del progetto <strong>di</strong> una<br />

nuova strada, non si riuniscono gli organi responsabili della viabilità, per vedere<br />

come può essere inserita questa nuova strada in rapporto a tutta la viabilità? Mi<br />

sembra una cosa necessaria per rendere la rete stradale utile non solo a certe<br />

determinate zone, ma a tutta la nostra Provincia; alle volte, basta spostare <strong>di</strong> poco<br />

una strada per evitare che un altro Ente nel domani sia costretto a costruirne<br />

un'altra; basta innestarsi su una strada esistente, in un punto anzicchè in un altro,<br />

per rendere più agevole il traffico in un dato senso, e ciò non credo sia cosa da<br />

poco. Il Comitato che propongo <strong>di</strong> istituire dovrebbe cioè essere inteso come un<br />

Comitato per il piano regolatore della viabilità minore, nel quale non dovrebbero<br />

mancare il rappresentante dell'A.N.A.S., come massimo organo stradale, e del<br />

Genio Civile, come organo tutorio degli Enti locali.<br />

LUIGI TRICARICO<br />

Dott. LUIGI TRICARICO, ingegnere capo dell'Ufficio Tecnico <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

54


FORO DAUNO<br />

L'elezione del Consiglio Com.le <strong>di</strong> Mattinata<br />

Annullata dalla G. P. A., è all' esame della Cassazione<br />

Con atto in data 3 <strong>di</strong>cembre 1960 il<br />

signor Francesco Armillotta, nella qualità<br />

<strong>di</strong> elettore del Comune <strong>di</strong> Mattinata,<br />

ricorreva al Consiglio comunale, a<br />

termini dell'art. 83 T. U. 16 maggio 1960<br />

n. 570, affinché si pronunziasse sulla<br />

legittimità delle operazioni relative alle<br />

elezioni amministrative del 6 novembre<br />

1960 <strong>di</strong> quel Comune.<br />

In particolare l’Armillotta sosteneva<br />

che illegalmente la Commissione<br />

elettorale mandamentale <strong>di</strong><br />

Montesantangelo aveva omesso <strong>di</strong><br />

ricusare le liste n. 1 (Tromba impugnata)<br />

e n. 2 (Cerchio con Croce e la scritta<br />

Giustizia) la prima comprendente<br />

elementi socialisti e comunisti, la<br />

seconda democristiani <strong>di</strong>ssidenti, avendo<br />

dette liste raccolto un numero <strong>di</strong><br />

presentatori superiore a quello prescritto<br />

per i Comuni dai duemila ai cinquemila<br />

abitanti dall'art. 28 del citato T. U.<br />

Con deliberazione n. 2 del 18 <strong>di</strong>cembre<br />

1960 in sede giuris<strong>di</strong>zionale, il Consiglio<br />

comunale <strong>di</strong> Mattinata decise <strong>di</strong> rigettare<br />

il ricorso, <strong>di</strong>chiarandosi incompetente ad<br />

esaminare la questione.<br />

Contro detta decisione I'Armillotta,<br />

presentò ricorso alla G.P.A. in sede<br />

giuris<strong>di</strong>zionale, reiterando la richiesta<br />

fatta avanti al Consiglio comunale. <strong>La</strong><br />

G.P.A. con deliberazione del 16 giugno<br />

1961 annullò la decisione <strong>di</strong> primo grado<br />

e <strong>di</strong>chiarò la competenza del Consiglio<br />

comunale <strong>di</strong> Mattinata per l'esame in<br />

primo grado del ricorso.<br />

II 16 ottobre il Consiglio comunale <strong>di</strong><br />

Mattinata, rifacendosi alla notifica della<br />

decisione della G.P.A., <strong>di</strong>chiarò <strong>di</strong> non<br />

aver più alcun provve<strong>di</strong>mento da<br />

adottare in merito al ricorso prodotto<br />

dall'Armillotta, perchè lo stesso a dopo la<br />

decisione della G.P.A. non ha riproposto<br />

un nuovo ricorso per l'esame sulla<br />

legittimità della elezione dei consiglieri<br />

comunali componenti la lista n. 1 ».<br />

Con ricorso 18 ottobre, notificato alle<br />

controparti, I'Armillotta successivamente,<br />

richia-<br />

mandosi alla decisione della G.P.A.<br />

riassumeva il giu<strong>di</strong>zio « de quo » avanti al<br />

Consiglio comunale e chiedeva che questo<br />

<strong>di</strong>chiarasse illegittima la elezione dei<br />

consiglieri Prencipe Giovanni ed altri,<br />

correggendo i risultati delle elezioni del 6<br />

novembre 1960. Non avendo il Consiglio<br />

comunale adottato alcuna determinazione<br />

in merito ed essendo largamente decorsi i<br />

due mesi previsti dal Testo Unico,<br />

l'Armillotta produceva apposita istanza<br />

alla G.P.A., in sede giuris<strong>di</strong>zionale,<br />

affinché avocasse a sé la controversia<br />

pronunziandosi in merito ai fatti dedotti<br />

in giu<strong>di</strong>zio.<br />

Con decreto 1 febbraio 1962 n. 262 del<br />

Prefetto <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, presidente della G.P.A.<br />

in sede giuris<strong>di</strong>zionale, veniva fissata<br />

l'u<strong>di</strong>enza pubblica del 7 marzo 1962 per<br />

la <strong>di</strong>scussione dell'istanza stessa.<br />

II Consiglio comunale <strong>di</strong> Mattinata,<br />

però, riunitosi straor<strong>di</strong>nariamente <strong>di</strong><br />

urgenza, il pomeriggio del 15 febbraio<br />

1962, prendeva in esame il ricorso in<br />

questione e, <strong>di</strong>sattendendo il decreto <strong>di</strong><br />

fissazione <strong>di</strong> u<strong>di</strong>enza della G.P.A., io<br />

respingeva per irrecevibilità perchè<br />

proposto oltre i termini <strong>di</strong> legge, « in<br />

quanto notificata a tutti gli interessati<br />

nell'aula consiliare ed esattamente 5<br />

minuti prima che si aprissero i lavori del<br />

Consiglio ».<br />

L'Armillotta avverso detta decisione<br />

reputava opportuno gravarsi con regolare<br />

ricorso depositato alla Segreteria della<br />

G.P.A. D'altro canto la cennata<br />

deliberazione, sottoposta all'esame del<br />

Prefetto <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, veniva da questo<br />

annullata per illegittimità sul presupposto<br />

che, essendo intervenuto nella specie un<br />

valido atto <strong>di</strong> avocazione alla G.P.A. in<br />

sede giuris<strong>di</strong>zionale, il Consiglio comunale<br />

non poteva più conoscere della relativa<br />

controversia, giusta il <strong>di</strong>sposto dell'art.<br />

83, 3 ° comma, del T. U. delle leggi per la<br />

composizione e l'elezione degli Organi<br />

delle Amministrazioni comunali. Avverso<br />

tale provve<strong>di</strong>mento il Sindaco <strong>di</strong><br />

55


Mattinata, in nome e per conto del<br />

Consiglio comunale, proponeva<br />

ricorso gerarchico al Ministero<br />

dell'Interno, chiedendo<br />

l'annullamento sotto il profilo<br />

dell'incompetenza e della violazione<br />

della legge. Venivano pertanto a<br />

trovarsi innanzi la G.P.A. due<br />

gravami: il primo, costituito dalla<br />

istanza <strong>di</strong> avocazione prodotta<br />

dall'Armillotta, ed il secondo<br />

costituito dal ricorso depositato dal<br />

medesimo alla Segreteria della G.P.A.<br />

contro la deliberazione consiliare.<br />

Avverso l'istanza <strong>di</strong> avocazione, si<br />

costituivano in giu<strong>di</strong>zio i consiglieri<br />

della lista n. 1 e richiedevano a mezzo<br />

dei loro <strong>di</strong>fensori avv.ti Pasquale<br />

d'Errico e Melpignano, il rigetto, per<br />

le seguenti considerazioni:<br />

1 ) Dopo aver notificato la decisione<br />

della G. P. A., I'Armillotta non aveva<br />

provveduto a riassumere il ricorso<br />

avanti al Giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rinvio (Consiglio<br />

Comunale) nel termine <strong>di</strong> 30 giorni<br />

dal 10 agosto, data <strong>di</strong> notifica della<br />

decisione;<br />

2) Infondatezza della istanza per<br />

l'avocazione del ricorso, in quanto il<br />

Consiglio Comunale aveva deciso<br />

prima che della questione fosse<br />

investita la G.P.A.;<br />

3) Infondatezza nel merito, in<br />

quanto l'inesatta presentazione della<br />

lista (per l'eccesso del numero dei<br />

presentatori) non comportava le<br />

nullità delle votazioni e comunque,<br />

qualora avesse carattere rilevante,<br />

comporterebbe la nullità <strong>di</strong> tutte le<br />

operazioni elettorali, e non mai la<br />

sostituzione degli eletti <strong>di</strong> tutta una<br />

lista, in favore dei can<strong>di</strong>dati <strong>di</strong><br />

un'altra lista ».<br />

Premesse queste considerazioni, i<br />

resistenti, nel concludere per il rigetto<br />

dell'istanza <strong>di</strong> avocazione, chiedevano<br />

altresí che venisse sospesa la<br />

pronunzia in attesa della decisione<br />

del ricorso gerarchico del Consiglio <strong>di</strong><br />

Mattinata al Ministro dell'Interno.<br />

Gli argomenti venivano oppugnati<br />

nelle note <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa conclusionali<br />

prodotte dallo Armillotta, il quale,<br />

dopo aver sostenuto la vali<strong>di</strong>tà nel rito<br />

e nel merito del suo ricorso al<br />

Consiglio comunale <strong>di</strong> Mattinata,<br />

chiedeva altresì la riunione dei due<br />

proce<strong>di</strong>menti stante l'evidente<br />

connessione oggettiva e soggettiva dei<br />

proce<strong>di</strong>menti stessi.<br />

Analoghe argomentazioni<br />

I'Armillotta rivolgeva nel secondo<br />

gravame <strong>di</strong> cui si è fatto cenno, contro<br />

la ripetuta deliberazione n. 61 del 15<br />

febbraio 1962 ponendo<br />

particolarmente l'accento sulla<br />

tar<strong>di</strong>vità e mancanza <strong>di</strong> operatività<br />

della decisione consiliare adottata<br />

quando il Giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> primo grado era<br />

stato già spogliato del potere <strong>di</strong><br />

decidere la controversia per la<br />

intervenuta istanza <strong>di</strong> avocazione.<br />

Nel giu<strong>di</strong>zio si inseriva altresì il consi-<br />

gliere neo eletto Giu<strong>di</strong>lli Matteo, il<br />

quale, pur facendo <strong>parte</strong> della schiera<br />

dei consiglieri della quale era stata<br />

contestata la vali<strong>di</strong>tà delle elezioni,<br />

sosteneva la richiesta dell'Armillotta,<br />

chiedendone l'accoglimento.<br />

I due ricorsi venivano definitivamente<br />

introitati nell'u<strong>di</strong>enza del 9 maggio<br />

1962. Intanto, con decreto del 15<br />

ottobre 1962, il Ministero dell'Interno,<br />

accogliendo il proposto gravame,<br />

<strong>di</strong>chiarava la nullità del decreto del<br />

Prefetto <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> del 10 marzo 1962 n.<br />

1426 Gab.<br />

In base a questi fatti, la G.P.A. ha<br />

emesso la seguente decisione,<br />

depositata in Segreteria il 4 <strong>di</strong>cembre<br />

1962.<br />

e 1) Dispone la riunione dei giu<strong>di</strong>zi<br />

relativi alla istanza <strong>di</strong> avocazione ed al<br />

ricorso depositato contro la<br />

deliberazione n. 61 del 15 febbraio<br />

1962, adottata dal Consiglio Comunale<br />

<strong>di</strong> Mattinata, entrambi proposti<br />

dall'Armillotta; 2) <strong>di</strong>chiara la propria<br />

competenza in sede <strong>di</strong> avocazione a<br />

decidere, in sostituzione del Consiglio<br />

Comunale <strong>di</strong> Mattinata su ricorso<br />

prodotto dallo stesso Armillotta; 3)<br />

accoglie per quanto <strong>di</strong> ragione, il<br />

ricorso prodotto dallo stesso Armillotta,<br />

come proposto in data 18 ottobre 1961<br />

davanti al Consiglio comunale <strong>di</strong><br />

Mattinata, ed annulla le elezioni<br />

svoltesi nel Comune <strong>di</strong> Mattinata nei<br />

giorni 6, 7 novembre 1960; 4) <strong>di</strong>chiara<br />

compensate tra le parti le spese<br />

processuali e gli onorari ».<br />

Per la sua peculiarità, ne riportiamo<br />

col <strong>di</strong>spositivo le<br />

Considerazioni in <strong>di</strong>ritto<br />

« Preso atto che il ricorso al Ministero,<br />

dell'Interno del Sindaco <strong>di</strong> Mattinata è<br />

stato definito con l'annullamento del<br />

decreto prefettizio, n. 1426 Gab, del 10<br />

marzo 1962, vengono meno i motivi che<br />

avevano consigliato questo Collegio a<br />

soprassedere da ogni decisione sui<br />

ricorsi <strong>di</strong> cui in narrativa in pendenza<br />

<strong>di</strong> detto gravame. Questa G.P.A. quin<strong>di</strong>,<br />

può prendere in esame entrambi i<br />

ricorsi e preliminarmente, per esigenze<br />

<strong>di</strong> carattere processuale, deve<br />

pronunziarsi sulla opportunità che<br />

venga <strong>di</strong>sposto o meno la riunione dei<br />

due proce<strong>di</strong>menti proposti<br />

dall'Armillotta.<br />

« Atteso che con il primo proce<strong>di</strong>mento<br />

I'Armillotta ha chiesto l'avocazione del<br />

ricorso, con il quale la controversia è<br />

stata riassunta davanti al Consiglio<br />

comunale <strong>di</strong> Mattinata e tendente a far<br />

<strong>di</strong>chiarare la nullità delle elezioni<br />

svoltesi nel 1960 a Mattinata e con il<br />

secondo proce<strong>di</strong>mento ha chiesto<br />

l'annullamento della decisione 15<br />

febbraio 1962 del Consiglio Comunale<br />

<strong>di</strong> Mattinata, che <strong>di</strong>chiarava<br />

improponibile detto ri-<br />

56


corso perché presentato fuori del<br />

termine <strong>di</strong> legge, non v'ha luogo a<br />

dubbio che detta riunione debba essere<br />

<strong>di</strong>sposta. I due gravami infatti sono<br />

stati proposti entrambi dalI'Armillotta<br />

contro le stesse parti e tendono nel<br />

merito allo stesso risultato: la nullità<br />

delle operazioni elettorali svoltesi nel<br />

Comune <strong>di</strong> Mattinata il 6 novembre<br />

1960. Essi infine sono sorretti dalla<br />

stessa causa peten<strong>di</strong> : illegittimità della<br />

omessa ricusazione delle liste elettorali<br />

n. 1 e n. 2 da <strong>parte</strong> della Commissione<br />

elettorale mandamentale <strong>di</strong><br />

Montesantangelo. Ciò fatto, però, va<br />

imme<strong>di</strong>atamente precisato che tale<br />

riunione dei due giu<strong>di</strong>zi viene<br />

effettuata da questo Collegio ai fini<br />

meramente processuali <strong>di</strong> considerare<br />

decisi e definiti, per quanto <strong>di</strong><br />

competenza, entrambi i giu<strong>di</strong>zi : per<br />

quanto concerne, invece, i lineamenti<br />

sostanziali della vertenza, la<br />

deliberazione adottata dal Consiglio <strong>di</strong><br />

Mattinata il 15 febbraio 1962 (rigetto<br />

del ricorso dell'Armillotta in rito per<br />

tar<strong>di</strong>va presentazione), va considerata «<br />

inutiliter data » e quin<strong>di</strong> nulla, in<br />

quanto adottata dal predetto Consiglio,<br />

quando già pendeva da tempo ricorso<br />

per avocazione del giu<strong>di</strong>zio avanzato a<br />

questo collegio e a <strong>di</strong>rittura quando la<br />

<strong>parte</strong> interessata aveva notificato il<br />

decreto <strong>di</strong> fissazione <strong>di</strong> u<strong>di</strong>enza emesso<br />

dal Prefetto per la <strong>di</strong>scussione della<br />

istanza <strong>di</strong> avocazione dell'Armillotta.<br />

« AI riguardo appare superfluo<br />

porre in rilievo che il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> chiedere<br />

la avocazione alla G.P.A. del ricorso<br />

avverso le operazioni elettorali per<br />

omessa pronunzia del Consiglio<br />

comunale, si configura come un vero e<br />

proprio <strong>di</strong>ritto potestativo della <strong>parte</strong><br />

cui giova, con la conseguenza che, una<br />

volta che esso sia stato esercitato, non<br />

può essere paralizzato da un<br />

comportamento <strong>di</strong> resipiscenza del<br />

Consiglio comunale ».<br />

Unico presupposto per l'esercizio <strong>di</strong><br />

detto <strong>di</strong>ritto è l'effettivo decorso del<br />

termine al quale si connette l'inerzia<br />

del Consiglio comunale ad ottemperare<br />

al <strong>di</strong>sposto della legge, presupposto<br />

questo da accertarsi dall'Organo<br />

Superiore che viene investito della<br />

controversia. Basta quin<strong>di</strong> la semplice<br />

notifica della istanza <strong>di</strong> avocazione a<br />

spogliare il Consiglio comunale del suo<br />

« ius deciden<strong>di</strong> ».<br />

Ciò premesso, perché questa G.P.A.<br />

possa esaminare il merito della<br />

controversia stessa, occorre<br />

preliminarmente stabilire se il ricorso<br />

del quale si chiede l'avocazione, sia<br />

stato dall'Armillotta riassunto nei<br />

termini <strong>di</strong> legge. Al riguardo,<br />

sostengono i resistenti, che<br />

I'Armillotta, una volta notificata la<br />

decisione della G.P.A. alla contro<strong>parte</strong>,<br />

avrebbe dovuto procedere nel termine<br />

<strong>di</strong> 30 giorni<br />

alla riassunzione del ricorso davanti al<br />

Giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rinvio (nella fattispecie il<br />

Consiglio comunale), e ciò in analogia<br />

al termine fissato dal combinato<br />

<strong>di</strong>sposto degli articoli 82 e 83 T. U. 16<br />

maggio 1960, n. 570, che è <strong>di</strong> 30 giorni<br />

dalla data <strong>di</strong> proclamazione degli eletti.<br />

Ora non è chi non veda come tale tesi<br />

si appalesi in contrasto con i principi<br />

generali che regolano la materia: sia le<br />

leggi che regolano il proce<strong>di</strong>mento<br />

avanti alla G.P.A., che quelle che<br />

regolano il proce<strong>di</strong>mento avanti al<br />

Consiglio <strong>di</strong> Stato non prevedono alcun<br />

termine nei casi in cui, a seguito <strong>di</strong><br />

rinvio <strong>di</strong>sposto dal Giu<strong>di</strong>ce Superiore, il<br />

giu<strong>di</strong>zio debba essere riassunto avanti<br />

ad un giu<strong>di</strong>ce inferiore,<br />

D'altra <strong>parte</strong>, anche in materia <strong>di</strong><br />

procedura civile, ove un tale termine è<br />

previsto (art. 353 C.P.C. ), esso è<br />

dell'ampiezza <strong>di</strong> mesi sei e quin<strong>di</strong> tale<br />

da risultare ben più ampio dei termini<br />

normalmente concessi per le<br />

impugnazioni avanti ad un giu<strong>di</strong>ce<br />

superiore degli atti emessi dai giu<strong>di</strong>ci<br />

inferiori.<br />

Per convalidata ed autorevole<br />

giurisprudenza del Consiglio <strong>di</strong> Stato,<br />

nei casi <strong>di</strong> riassunzione avanti alla G.<br />

P. A. dei giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> rinvio emessi dal<br />

Consigli o<strong>di</strong> Stato medesimo, sono<br />

ritenuti vali<strong>di</strong> ed applicabili i termini<br />

per la perenzione del proce<strong>di</strong>mento<br />

amministrativo. In mancanza infatti <strong>di</strong><br />

un termine apposito previsto dal<br />

legislatore, non è dato all'interprete <strong>di</strong><br />

creare o <strong>di</strong> innovare in una materia<br />

tanto delicata e tassativa come quella<br />

dei termini.<br />

Ove mai si volesse far ricorso a<br />

proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> interpretazione<br />

analogica, questa non potrebbe che<br />

ricollegarsi alle norme del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />

proc. civ., che in tanti casi sopperisce<br />

alle lacune della legislazione<br />

amministrativa. Richiamare invece - e<br />

per i soli proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> carattere<br />

elettorale - nei casi <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi rinviati a<br />

Giu<strong>di</strong>ce Inferiore, i termini previsti<br />

dagli articoli 82 e 83 dei T.U. 16<br />

maggio 1960 n. 570, per la<br />

proposizione dei ricorsi avanti al<br />

Giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> primo grado, costituirebbe<br />

quanto meno una interpretazione del<br />

tutto singolare ed in contrasto con i<br />

lineamenti generali dell'or<strong>di</strong>namento<br />

giuri<strong>di</strong>co, interpretazione che questo<br />

Collegio non sente <strong>di</strong> poter con<strong>di</strong>videre.<br />

« Da quanto sopra deriva che il ricorso<br />

dell'Armillotta per la riassunzione del<br />

giu<strong>di</strong>zio avanti al Consiglio comunale <strong>di</strong><br />

Mattinata, è da considerarsi tempestivo<br />

e valido, sia che si ritengano applicabili<br />

in materia i termini della perenzione<br />

(come opina questo collegio), sia che si<br />

ritengano applicabili i termini previsti<br />

dall'art. 253 del C. C. P., come si<br />

ritiene da altre fonti.<br />

« Quanto al merito della controversia,<br />

il ricorrente sostiene che illegalmente la<br />

Com-<br />

57


missione elettorale mandamentale <strong>di</strong><br />

Montesantangelo omise <strong>di</strong> ricusare la<br />

lista n. 1 e n. 2, avendo dette liste<br />

raccolto un numero <strong>di</strong> presentatori<br />

superiore a quello previsto dal Testo<br />

Unico.<br />

« <strong>La</strong> questione riguarda<br />

principalmente la lista n. 1 risultata<br />

vincente nelle elezioni amministrative<br />

del 1960. A tale censura, i resistenti<br />

obbiettano che l'art. 28 del T. U. pur<br />

contenendo precise <strong>di</strong>sposizioni circa il<br />

numero <strong>di</strong> presentatori <strong>di</strong> lista, non<br />

conterrebbe alcuna sanzione per il caso<br />

che dette prescrizioni non vengano<br />

osservate: rilevante comunque sarebbe<br />

un <strong>di</strong>fetto nel numero dei presentatori e<br />

non mai un eccesso in quanto lo scopo<br />

della presentazione della lista sarebbe<br />

ugualmente raggiunto. Tale tesi non è<br />

con<strong>di</strong>visa da questo Collegio; occorre<br />

considerare in primo luogo, che lo art.<br />

28 succitato precisa tassativamente, sia<br />

nel minimo che nel massimo, il numero<br />

dei presentatori <strong>di</strong> lista per ciascuna<br />

categoria <strong>di</strong> Comuni. In secondo luogo,<br />

l'art. 30 successivo, riba<strong>di</strong>sce tale<br />

concetto, comminando ad<strong>di</strong>rittura una<br />

chiara sanzione, per le liste che non<br />

siano sottoscritte dal numero prescritto<br />

<strong>di</strong> presentatori, la eliminazione dalla<br />

competizione elettorale. E si noti che la<br />

legge non <strong>di</strong>stingue se la violazione del<br />

numero prescritto debba essere intesa<br />

nel senso che non venga raggiunto il<br />

numero minimo prescritto, ovvero nel<br />

senso che sia superato il numero<br />

massimo prescritto. Se queste quin<strong>di</strong><br />

sono le sanzioni da applicarsi « ex ante<br />

» e cioè in sede preparatoria della<br />

campagna elettorale, perchè ritenere<br />

che le medesime sanzioni non siano<br />

applicabili « ex post », quando cioè le<br />

operazioni elettorali si siano già svolte e<br />

in modo <strong>di</strong>fforme dal modello<br />

pre<strong>di</strong>sposto dal legislatore? Che il<br />

legislatore sia stato altrettanto rigoroso<br />

e severo da vietare un eccesso nel<br />

numero <strong>di</strong> presentatori <strong>di</strong> lista, <strong>di</strong><br />

quanto lo è stato nel prescrivere a pena<br />

<strong>di</strong> nullità il raggiungimento <strong>di</strong> un<br />

minimo <strong>di</strong> presentatori stessi, non deve<br />

costituire motivo <strong>di</strong> meraviglia, ove si<br />

consideri che per il 5 ° comma dell'art.<br />

28 succitato, ciascun elettore non può<br />

sottoscrivere più <strong>di</strong> una <strong>di</strong>chiarazione<br />

<strong>di</strong> presentazione <strong>di</strong> lista e che un<br />

eccessivo impegno <strong>di</strong> presentazioni può<br />

seriamente ostacolare, se non<br />

ad<strong>di</strong>rittura impe<strong>di</strong>re la presentazione <strong>di</strong><br />

altre liste da <strong>parte</strong> <strong>di</strong> altre correnti e<br />

partiti che intendano concorrere alla<br />

competizione elettorale.<br />

« Infine non va sottaciuta la<br />

considerazione che il ritenere, in sede<br />

giurisprudenziale, non tassativo, il<br />

<strong>di</strong>sposto dell'art. 28, che fissa nel<br />

minimo e nel massimo il numero dei<br />

presentatori <strong>di</strong> lista, significa togliere<br />

ogni pratica vali<strong>di</strong>tà ed ogni efficacia<br />

al <strong>di</strong>sposto <strong>di</strong> cui al successivo art. 30,<br />

che prescrive la eliminazione <strong>di</strong> quelle<br />

liste che non siano state sottoscritte dal<br />

prescritto numero <strong>di</strong> elettori, con la<br />

conseguenza <strong>di</strong> autorizzare le<br />

Commissioni elettorali mandamentali a<br />

non tener conto del precetto stesso, o <strong>di</strong><br />

rendere incerta e contrad<strong>di</strong>ttoria<br />

l'applicazione della legge con il rimettere<br />

ogni decisione alla <strong>di</strong>screzionalità delle<br />

varie Commissioni elettorali<br />

mandamentali.<br />

« Da ciò deriva che male ha fatto la<br />

Commissione elettorale mandamentale<br />

<strong>di</strong> Montesantangelo, in contrasto anche<br />

con il pensiero espresso nel verbale dal<br />

suo Presidente, a non ricusare le liste n.<br />

1 e n. 2 che non avevano i requisiti<br />

prescritti per <strong>parte</strong>cipare alla<br />

competizione elettorale. Tale grave<br />

omissione ha completamente sovvertito<br />

quello che avrebbe dovuto essere la<br />

impostazione legale della campagna<br />

elettorale, la quale avrebbe dovuto<br />

vedere in lizza soltanto la lista n. 3 con<br />

la conseguenza <strong>di</strong> rendere applicabile al<br />

caso la particolare <strong>di</strong>sciplina prevista<br />

dell'art. 60 del Testo Unico, per le<br />

ipotesi della <strong>parte</strong>cipazione alle elezioni<br />

<strong>di</strong> una sola lista.<br />

« II gravame dell'Armillotta è da<br />

ritenere fondato, per quanto attiene alla<br />

rivelata violazione <strong>di</strong> precise norme<br />

fondamentali che devono regolare la<br />

forma e la procedura della competizione<br />

elettorale; è del tutto infondato invece e<br />

non merita accoglimento la richiesta<br />

dell'Armillotta che venga operata la<br />

sostituzione dei can<strong>di</strong>dati non eletti<br />

della lista n. 3 a quelli proclamati eletti<br />

nella lista n. 1 vincente. Per operare<br />

una tale sostituzione <strong>di</strong> can<strong>di</strong>dati, non<br />

basta un fatto negativo <strong>di</strong> carattere<br />

formale addebitabile alla lista<br />

avversaria, ma è in<strong>di</strong>spensabile il fatto<br />

positivo del conseguimento <strong>di</strong> una<br />

sufficiente votazione da <strong>parte</strong> del corpo<br />

elettorale a favore dei can<strong>di</strong>dati della<br />

lista propria, il che non si è verificato<br />

nella fattispecie. Ne deriva che l'unica<br />

conseguenza dei fatti dedotti in giu<strong>di</strong>zio<br />

dall'Armillotta è l'annullamento delle<br />

elezioni svoltesi nel Comune <strong>di</strong><br />

Mattinata in data 6 e 7 novembre 1960.<br />

Stante la natura della controversia e<br />

le ragioni che hanno determinato il<br />

comportamento delle parti<br />

contrapposte, sussistono giusti motivi<br />

per <strong>di</strong>chiarare del tutto compensate tra<br />

le parti spese ed onorari <strong>di</strong> lite ».<br />

<strong>La</strong> G.P.A. era presieduta dal comm.<br />

dott. Leopoldo Carnaglia, vice prefetto<br />

vicario, e composta dai dott. Giuseppe<br />

Castelli e Massimo Pisano, <strong>di</strong>rettori <strong>di</strong><br />

Sezione della Prefettura, e dai<br />

componenti elettivi, avvocati Mario<br />

Follieri e Daniele Ungaro. Segretario il<br />

dott. Antonio Cavallo.<br />

58


FOGGIA<br />

Il servizio pubblico dei trasporti urbani<br />

VITA COMUNALE<br />

L'incremento demografico e urbanistico <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, l'intensificarsi con la<br />

sua attività in ogni campo dei rapporti umani con l'agro e con gli altri comuni<br />

della provincia, determinarono l'istituzione <strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong> trasporti con<br />

autobus. Per iniziativa privata, favorita dal Comune, il 13 marzo 1949, esso ebbe<br />

inizio con due linee circolari e fu subito ampliato quando, l'anno successivo, la<br />

gestione fu rilevata dai <strong>di</strong>pendenti della <strong>di</strong>tta assuntrice, costituitisi in cooperativa.<br />

Ma questa, pur avendolo sensibilmente sviluppato, all'inizio del corrente anno<br />

esercitava appena nove linee urbane e tre extraurbane, tutte <strong>di</strong>urne.<br />

Per una serie <strong>di</strong> consideranda, fondati sul ren<strong>di</strong>mento, sproporzionato<br />

agli ottanta milioni <strong>di</strong> contributo, erogati dal Comune alla Società negli ultimi<br />

anni, il Consiglio comunale, presieduto dall'avv. Forcella, ha assunto<br />

<strong>di</strong>rettamente, con la costituzione <strong>di</strong> un'azienda speciale, l'impianto e il servizio nei<br />

mo<strong>di</strong> stabiliti dal T.U. 15 ottobre 1925 n. 2578 ed in base al progetto tecnicofinanziario<br />

redatto dal dott. ing. Michelangelo Sorrentino, vice <strong>di</strong>rettore<br />

dell'Azienda municipalizzata delle tranvie ed autofilovie <strong>di</strong> Napoli, designato dalla<br />

Federazione nazionale delle aziende municipalizzate dei trasporti.<br />

L'atto deliberativo 8 marzo <strong>1963</strong> n. 20, che ha concluso un ampio e<br />

approfon<strong>di</strong>to esame da <strong>parte</strong> del predetto consesso, premette che l'onere per la<br />

istituzione dell'azienda ammonta a L. 210 milioni, i costi a L. 144.579,907,09, con<br />

incidenza <strong>di</strong> L. 172,23, i ricavi a L. 151.000.000, con incidenza chilometrica <strong>di</strong> L.<br />

179,76. Prevede, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> finanziare la spesa me<strong>di</strong>ante contrattazione <strong>di</strong> mutuo<br />

con la Cassa DD.PR, da ammortizzarsi in 35 anni, al tasso d'interesse del 5,50<br />

per cento, mutuo da garantirsi sulla sovrimposta fon<strong>di</strong>aria. Al pagamento delle<br />

annualità <strong>di</strong> ammortamento, comprensive <strong>di</strong> capitale ed interesse, che si<br />

presumono <strong>di</strong> L. 3.339.048 ciascuno, sarà fatto fronte: fino alla concorrenza <strong>di</strong> L.<br />

10.000.000 con l'economia conseguita dalla soppressione in bilancio del<br />

contributo <strong>di</strong> pari importo, annualmente corrisposto alla Società concessionaria<br />

del servizio, per la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> L. 3.339.048 con imputazione ai bilanci <strong>1963</strong> e<br />

seguenti nei quali saranno portate in <strong>di</strong>minuzione per lo stesso importo le spese<br />

facoltative.<br />

Il Consiglio ha quin<strong>di</strong> approvato il regolamento circa il funzionamento<br />

amministrativo, contabile e tecnico dell'azienda ai sensi degli artt. 3 e 13 del T.U.<br />

15 ottobre 1925, n. 2578; ha demandato alla Giunta Municipale <strong>di</strong> trattare con la<br />

società al fine <strong>di</strong> pervenire, ove sia possibile e conveniente, all'acquisizione del<br />

materiale mobile, attrezzature ed immobili giu<strong>di</strong>cati idonei e suscettibili <strong>di</strong><br />

ulteriore impiego, ed ha accolto il voto <strong>di</strong> utilizzare le maestranze da essa<br />

<strong>di</strong>pendenti, nell'Azienda Trasporti Urbani alla data del 31 <strong>di</strong>cembre 1962, salvo,<br />

59


possesso dei requisiti <strong>di</strong> legge, con l'anzianità da dette maestranze acquisite alla<br />

data <strong>di</strong> inizio del servizio <strong>di</strong>retto da <strong>parte</strong> del Comune, ove la Società predetta<br />

deliberi <strong>di</strong> sciogliersi a seguito della municipalizzazione del servizio.<br />

<strong>La</strong> importante deliberazione, che mette il Comune <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

all'avanguar<strong>di</strong>a del processo <strong>di</strong> municipalizzazione dei servizi pubblici gestiti da<br />

privati in provincia, è risultata approvata con l'astensione <strong>di</strong> 4 consiglieri (Braccio,<br />

Monaco, Notarangelo, Piacqua<strong>di</strong>o), 34 voti favorevoli ed 1 contrario (Piccapane)<br />

su 50 consiglieri assegnati ed in carica, 39 presenti e 35 votanti. [m. s.]<br />

MANFREDONIA<br />

Il VII centenario della città<br />

A Capodanno, tra i Comuni protesi alla riconquista <strong>di</strong> un primato civile,<br />

Manfredonia ha fatto sentire la sua voce a traverso un manifesto, per inaugurare<br />

le celebrazioni ufficiali del suo fausto natale.<br />

« CITTADINI! - si legge nel documento sindacale - Ricorre quest'anno il<br />

settimo centenario del <strong>di</strong>ploma Datum Orte della VII in<strong>di</strong>zione, novembre 1263,<br />

col quale Re Manfre<strong>di</strong> inaugurava la vita storica <strong>di</strong> questa Città da Lui fondata.<br />

« Con gli auspici del Comune e ad opera <strong>di</strong> autorevole Comitato, cui<br />

presiede il gen.le dott. Raffaele Castriotta, la ricorrenza avrà degna celebrazione.<br />

All'uopo si è stabilito un programma che, fuori <strong>di</strong> retorica, persegue il duplice<br />

scopo <strong>di</strong> rievocare fedelmente il passato e <strong>di</strong> proporlo quale esperienza, per<br />

consolidare gli ideali democratici ed elevare il tono della vita pubblica ai fini del<br />

buongoverno citta<strong>di</strong>no.<br />

« L'iniziativa chiama dunque a raccolta noi tutti, senza dubbio amanti del<br />

nostro Paese, e sensibili alla lezione della Storia e alle sollecitazioni della Cultura.<br />

Nel contempo essa è occasione più che propizia perché nel comune, indefettibile<br />

ideale patrio, si realizzi l'auspicata unità d'intenti e <strong>di</strong> opere, in<strong>di</strong>spensabile alla<br />

rinascita meri<strong>di</strong>onale ».<br />

« CITTADINI! la <strong>di</strong>vina Provvidenza ci ha riservato l'onore e la gioia <strong>di</strong><br />

celebrare la data più solenne della nostra patria natale. Pertanto mostriamoci<br />

degni e capaci <strong>di</strong> adempiere il dovere, scaturente dalla mirabile concomitanza<br />

degli eventi, che ci designano protagonisti del presente e fabbri dell'avvenire.<br />

Viva sempre Manfredonia con grande onore nei secoli!».<br />

Il « Comitato generale delle celebrazioni » fu costituito su relazione <strong>di</strong><br />

Mario Simone il 19 aprile 1962 con rogito del notaio dott. Finizia, reg.to il 2<br />

maggio al n. 916, mod. I, vol. 57. Vi concorsero quali promotori le Società <strong>di</strong><br />

Cultura « Dauna » <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e « Michele Bellucci » <strong>di</strong> Manfredonia, il Centro <strong>di</strong><br />

Cultura Popolare « Antonio Simone », il Circolo « Unione », il Comitato per<br />

l'Incremento Turistico e quello per le Feste Patronali della stessa Città sveva.<br />

Dallo statuto sociale a stampa e dal cartello qui riprodotto rileviamo il<br />

programma delle manifestazioni, che comprende: « Archivio storico <strong>di</strong> Siponto<br />

e Manfredonia », repertorio a schede mobili con le notizie e le immagini delle<br />

cose, dei fatti e degli uomini più notevoli della progenitrice Siponto e <strong>di</strong><br />

Manfredonia dal 1263 al <strong>1963</strong>; « Albo » figurato col titolo Manfredonia. Sette<br />

secoli<br />

60


(1263-<strong>1963</strong>) - Ricor<strong>di</strong> e auspici; Mostra storica iconografica e documentaria su lo<br />

stesso periodo; Ciclo <strong>di</strong> conferenze a livello eru<strong>di</strong>to e popolare; Concorsi per tesi<br />

<strong>di</strong> laurea e per componimenti nelle scuole me<strong>di</strong>e e primarie; Convegni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e<br />

concerti musicali; Mostre d'arte figurativa e <strong>di</strong> fotografie.<br />

L'iniziativa ha suscitato unanimi consensi e adesioni in ogni ambiente e<br />

nella stampa, che ne ha messo in rilievo il concetto informatore, il metodo e la<br />

tempestività. In vero non si può <strong>di</strong>re che si tratti <strong>di</strong> improvvisazione<br />

estemporanea se, quale presupposto e premessa delle celebrazioni, fin dal 30<br />

maggio dello scorso anno si teneva a Manfredonia il Terzo Convegno per la<br />

protezione e la valorizzazione del patrimonio storico artistico archeologico della Daunia, con<br />

l'intervento del prof. Bruno Molajoli, <strong>di</strong>rettore generale alle A.B.A. presso il M.ro<br />

della P.I. In quella occasione, così come aveva auspicato la promotrice Società<br />

Dauna <strong>di</strong> Cultura, nel quadro generale della situazione obiettiva e dei problemi,<br />

spiccarono quelli <strong>di</strong> Manfredonia. Legittimamente, apprestandosi a celebrare il<br />

suo passato, essa chiese che dagli organi locali e centrali ne fossero valorizzate le<br />

testimonianze.<br />

Nella sede <strong>di</strong> quel convegno, che fu presieduto dal v. prefetto vicario dr.<br />

Carneglia, si fece l'inse<strong>di</strong>amento ufficiale del Comitato generale. In successive<br />

adunanze se ne svolsero i propositi e si iniziò l'in<strong>di</strong>spensabile colloquio con la<br />

citta<strong>di</strong>nanza, perché la celebrazione fosse corale. Il 20 <strong>di</strong>cembre, in una<br />

conferenza informativa a Palazzo San Domenico, il Sindaco, facendosi interprete<br />

delle aspirazioni dei promotori, autorevolmente riba<strong>di</strong>va che l'anniversario<br />

impegnava il Comune e i Citta<strong>di</strong>ni in tutti i loro atti, perché le manifestazioni<br />

fossero sostenute da una matura coscienza civica e si avvantaggiassero <strong>di</strong> una<br />

degna cornice <strong>di</strong> opere pubbliche e private. Che i fatti seguano le parole!<br />

Il primo ciclo <strong>di</strong> Conferenze, d'interesse archeologico, ha avuto inizio il 30<br />

marzo nel salone consiliare, presenti per il Governo lo stesso dr. Carneglia e il<br />

prof. Agresti, vice <strong>di</strong>rettore g.le alle A.B.A., che testimoniava il patrocinio del suo<br />

superiore Ministero alle celebrazioni, oltre S.E. l'Arcivescovo, il Provve<strong>di</strong>tore agli<br />

stu<strong>di</strong> e altre personalità. Dopo l'intervento del Sindaco e del Presidente del<br />

Comitato generale, ha tenuto la prolusione il prof. Nevio Degrassi,<br />

soprintendente alle Antichità <strong>di</strong> Puglia e del Materano. Quin<strong>di</strong> il prof. Silvio<br />

Ferri, <strong>di</strong>rettore dell'Istituto d'Archeologia dell'Università <strong>di</strong> Pisa, ha svolto una<br />

relazione su Siponto nella protostoria italiana. Per la seconda conferenza il 6 aprile è<br />

venuto il prof. Ettore Lepore dell'Università <strong>di</strong> Bari. Egli ha trattato il tema:<br />

Siponto nell'economia della Daunia.<br />

Alle varie manifestazioni non è mai mancata la presenza dei rappresentanti<br />

delle autorità civili e militari, degli uffici, delle categorie citta<strong>di</strong>ne professionali<br />

produttive e lavoratrici. Particolarmente rilevabile l'adesione corale dei<br />

Manfredoni domiciliati in altre provincie, come quelli della Capitale dove si è<br />

costituito un sottocomitato con la presidenza del dr. Carlo Frattarolo, ispettore<br />

g.le presso il Ministero della P. I. [Sipontinus]<br />

63


la Capitanata<br />

Rassegna <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

Anno I (<strong>1963</strong>) N. 3-4 (maggio-agosto)<br />

Dopo Bruxelles<br />

Le previsioni <strong>di</strong>chiarate alla vigilia del nostro viaggio <strong>di</strong> lavoro a<br />

Bruxelles sono state esattamente confermate. Le speranze che avevamo<br />

espresse non sono andate deluse. Le riserve che avevamo formulate sono<br />

rimaste perfettamente valide nel confronto con la realtà.<br />

Non siamo andati a Bruxelles per scoprire l'America e tanto meno,<br />

in vacanza ... a comprare merletti fiamminghi!<br />

Sarebbe stato perciò una grave colpa rimanere a casa e in<strong>di</strong>fferenti<br />

<strong>di</strong> fronte alla <strong>di</strong>chiarata iniziativa della Comunità Economica Europea <strong>di</strong><br />

promuovere uno sviluppo industriale, destinato ad interessare le regioni<br />

lucana e pugliese.<br />

Bruxelles ha significato due cose <strong>di</strong> estrema importanza:<br />

1 ) Ha confermato l'impegno della C.E.E. a in<strong>di</strong>viduare e a realizzare<br />

un polo industriale <strong>di</strong> sviluppo nel Meri<strong>di</strong>one d'Italia lungo l'asse<br />

Bari-Taranto;<br />

2) Ha <strong>di</strong>mostrato la necessità <strong>di</strong> prevedere, <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre e <strong>di</strong><br />

incoraggiare tutte le possibili iniziative <strong>di</strong> sviluppo economico e sociale,<br />

che nell'ambito delle due regioni meri<strong>di</strong>onali l'asse industriale certamente<br />

provocherà.<br />

Un asse presuppone una ruota che vi giri attorno. Poiché vi sarà<br />

certamente l'asse industriale Bari-Taranto, tutte le altre province pugliesi e<br />

lucane saranno impegnate da un sicuro processo <strong>di</strong> sviluppo.<br />

Il progetto comunitario mira sostanzialmente a creare un polo <strong>di</strong> altissima<br />

concentrazione industriale, utilizzando al massimo le risorse<br />

65


produttive dell'Italsider <strong>di</strong> Taranto e della Breda <strong>di</strong> Bari. Si tratta <strong>di</strong> dar<br />

vita a investimenti <strong>di</strong> base, a complessi industriali a livello comunitario,<br />

capaci <strong>di</strong> determinare i piú ampi circuiti monetari e <strong>di</strong> guadagnare, oltre<br />

quelli interni, i piú estesi mercati del Me<strong>di</strong>terraneo orientale.<br />

Un progetto <strong>di</strong> cosí vasta portata, affidato alla elaborazione delI'Italconsult<br />

e all'intervento della Banca Europea per gli investimenti, non<br />

può essere frainteso o sacrificato da vedute particolari e da superati provincialismi.<br />

E' una assur<strong>di</strong>tà concepire una industria accanto ad ogni campanile.<br />

Ciò va detto non soltanto sotto il profilo tecnico-scientifico (che<br />

non è da confondere con quello tecnocratico e aprioristico), ma anche<br />

sotto il piú vasto profilo economico e sociale. L'importante è però che<br />

un sano e lungimirante programma <strong>di</strong> industrializzazione non prescinda<br />

dalla realtà economica e sociale <strong>di</strong> una regione o <strong>di</strong> piú regioni omogenee,<br />

ma che anzi la presupponga, la interpreti e la traduca in termini industriali<br />

e moderni, tenendo conto delle ragioni storiche e geografiche<br />

della sua depressione, delle sue con<strong>di</strong>zioni climatiche e ambientali, della<br />

sua agricoltura, risolvendone i problemi <strong>di</strong> infrastruttura, moltiplicandone<br />

le energie <strong>di</strong> sviluppo, incentivando le industrie complementari e dì<br />

trasformazione, localizzando dei « poli satelliti » <strong>di</strong> sviluppo.<br />

In questo senso abbiamo detto a Bruxelles, intervenendo sulla relazione<br />

dell'ing. Giry, che prima ancora <strong>di</strong> procedere alla <strong>di</strong>agnosi delle<br />

con<strong>di</strong>zioni depresse della regione lucano-pugliese, occorre fare I'« anamnesi<br />

».<br />

E se la <strong>di</strong>agnosi compete ai tecnici, l'anamnesi possono farla solo<br />

il malato o i suoi familiari.<br />

Alla luce <strong>di</strong> questo criterio, dobbiamo ora porci una domanda ed<br />

un problema.<br />

Dopo Bruxelles, che cosa dobbiamo fare? In attesa che lo schema<br />

<strong>di</strong> programmazione dell'asse industriale Bari-Taranto sia pronto, cosa<br />

deve fare la Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>? Sino al 1964 e, poi, fino a che non si<br />

tradurrà in realtà operante la concentrazione industriale, cosa devono<br />

fare le altre province lucane e pugliesi? Posto per un momento, come<br />

pure è stato già escluso, che l'asse Bari-Taranto si estenda e sì trasformi<br />

nel quadrilatero Bari, Taranto, Brin<strong>di</strong>si, Ferran<strong>di</strong>na, quali sono i compiti<br />

che incombono sulla provincia dauna, e con quali strumenti affrontarli?<br />

Appare evidente che un piano <strong>di</strong> sviluppo regionale, inquadrato<br />

66


in una visione globale dei problemi nazionali e ad<strong>di</strong>rittura europei, non può essere<br />

elaborato e portato avanti da organizzazioni <strong>di</strong>verse che si muovano per proprio<br />

conto. Si impone sin da ora l’esigenza <strong>di</strong> un organismo rappresentativo, che utilizzando<br />

istituzioni, comunità, tecnici, enti pubblici e privati, abbia il titolo giuri<strong>di</strong>co,<br />

la capacità tecnica e la forza politica <strong>di</strong> impegnarsi a fondo in una programmazione.<br />

<strong>La</strong> Costituzione in<strong>di</strong>ca nell’Ente Regione l’organismo politico-amministrativo più<br />

qualificato. Ma la domanda ritorna: che cosa faremo noi fino a quando non si sarà<br />

creato l’Ente Regione e non saranno pronti i piani regionali?<br />

Se è vero che le province non possono e non debbono elaborare dei propri<br />

piani <strong>di</strong> sviluppo, è utile tuttavia che esse si preparino con le necessarie analisi e le<br />

necessarie ra<strong>di</strong>ografie a verificare le proprie insufficienze e ad in<strong>di</strong>care le proprie<br />

necessità, in vista delle programmazioni regionali.<br />

Per programmare bisogna conoscere.<br />

Se una politica <strong>di</strong> sviluppo implica e presuppone una serie <strong>di</strong> analisi e <strong>di</strong> ricerche,<br />

una elaborazione <strong>di</strong> dati e <strong>di</strong> progetti, una determinazione <strong>di</strong> valori e <strong>di</strong><br />

priorità, la provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> deve completare lo stu<strong>di</strong>o della propria realtà economico-sociale,<br />

deve migliorare le infrastrutture, deve promuovere e incoraggiare<br />

ogni iniziativa <strong>di</strong> sviluppo. Se fino al 1965 non è dato prevedere la possibilità <strong>di</strong><br />

industrie motrici o <strong>di</strong> investimenti-base (acciaierie, pozzi <strong>di</strong> petrolio, gran<strong>di</strong> invasi<br />

per raccolta <strong>di</strong> acque), dobbiamo per ora, da una <strong>parte</strong>, approfon<strong>di</strong>re gli stu<strong>di</strong> e,<br />

dall'altra, ricercare e sfruttare tutte le possibili occasioni <strong>di</strong> investimento industriale<br />

presenti nella struttura produttiva della Daunia. Quest'opera ci consentirà non solo<br />

<strong>di</strong> offrire le conclusioni <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o, ma anche <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care le concrete soluzioni<br />

dei nostri problemi provinciali, sia che essi siano destinati a inserirsi nel contesto<br />

delle programmazioni regionali, sia ad enuclearsi e a roteare nella maniera piú prossima<br />

e positiva possibile attorno all'asse comunitario Bari-Taranto.<br />

Quest'opera si è felicemente iniziata col piano regolatore del Nucleo Industriale<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

Se è vero che il piano interessa per ora il solo Capoluogo, è pur vero che esso<br />

ha esaminato la componente demografica, la struttura economica e le occasioni<br />

<strong>di</strong> sviluppo dell'intera provincia. Il Nucleo Industriale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> è destinato ad espandersi,<br />

a interessare in maniera <strong>di</strong>retta altri territori, a provocare altri poli « satelliti<br />

» <strong>di</strong> sviluppo, altre iniziative industriali <strong>di</strong> complemento.<br />

Occorre estendere il piano regolatore a tutto l'agro della Pro-<br />

67


vincia per coglierne organicamente tutti gli aspetti economici e sociali, per in<strong>di</strong>viduare<br />

tutte le occasioni <strong>di</strong> sviluppo agricolo, industriale e turistico, <strong>di</strong>stinguendo<br />

tempi e priorità, confrontando le esigenze tecniche con quelle piú profonde e sofferte,<br />

rappresentate dal mondo del bisogno e del lavoro.<br />

Dopo Bruxelles, ed in attesa dei piani regionali, questa opera bisogna che<br />

noi compiamo. Con ogni possibile urgenza. Seguendo la strada già intrapresa. Con<br />

gli strumenti tecnici e amministrativi che abbiamo a <strong>di</strong>sposizione. Senza demagogia.<br />

Con senso <strong>di</strong> concretezza e <strong>di</strong> responsabilità.<br />

GABRIELE CONSIGLIO<br />

__________<br />

Avv. GABRIELE CONSIGLIO, presidente dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

68


PER UN POLO INDUSTRIALE DI SVILUPPO<br />

NEL MEZZOGIORNO D'ITALIA<br />

Il 12 febbraio u. s, quaranta rappresentanti <strong>di</strong> Puglia e Lucania; accompagnati<br />

dal ministro Codacci - Pisanelli, presidente del Centro Stu<strong>di</strong> e Informazioni<br />

sulle Comunità Europee, si sono recati nel Belgio, per una serie <strong>di</strong><br />

incontri nell'ambito della C.E.C.A. e della C.E.E., al fine <strong>di</strong> creare un polo <strong>di</strong><br />

sviluppo industriale in quelle regioni.<br />

Della delegazione <strong>di</strong> Capitanata ha fatto <strong>parte</strong> anche l'avv. Gabriele<br />

Consiglio che, prima <strong>di</strong> lasciare <strong>Foggia</strong>, ha reso le seguenti <strong>di</strong>chiarazioni a « Il<br />

Popolo Dauno »:<br />

« Ho deciso <strong>di</strong> accompagnarmi con il mio assessore alle Pubbliche Relazioni,<br />

avv. Capobianco, in questa missione <strong>di</strong> lavoro a Bruxelles e a Lussemburgo,<br />

in rappresentanza dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, in considerazione<br />

dell'estremo interesse che il nostro ente può e deve esprimere in or<strong>di</strong>ne<br />

al problema dello sviluppo industriale della Capitanata.<br />

« Oggetto dell'incontro è esattamente questo: "Polo industriale <strong>di</strong> sviluppo<br />

nel Mezzogiorno d'Italia ". Posso <strong>di</strong>re che vi sarà una prima riunione <strong>di</strong><br />

lavoro presso l'Alta Autorità della CECA a Lussemburgo sui problemi della<br />

politica regionale <strong>di</strong> sviluppo. Ch'io sappia in questo primo contatto si <strong>di</strong>scuterà,<br />

particolarmente, del settore siderurgico e, allo stato, non ho idea <strong>di</strong> come<br />

la nostra provincia possa positivamente e concretamente inserirsi in un'organica<br />

visione regionale in questo settore. A Bruxelles, invece, fra gli altri<br />

contatti, è prevista una visita alla Banca Europea per gli investimenti, per <strong>di</strong>scutere<br />

la possibilità d'interventi della Banca stessa nel Mezzogiorno d'Italia.<br />

« Come si vede la nostra provincia non può rimanere assente <strong>di</strong> fronte<br />

ad iniziative a cosí alto livello. E' certo che, in vista dei piani regionali <strong>di</strong> sviluppo,<br />

non può prescindersi da tutto ciò che in fatto <strong>di</strong> programmazioni si va<br />

elaborando nell'ambito del MEC.<br />

« Personalmente sono contrario alla tendenza, che, purtroppo, va già<br />

manifestandosi, <strong>di</strong> impostare i piani <strong>di</strong> sviluppo in ambiti settoriali, comunali<br />

o provinciali, perché sono fermamente convinto che tali piani possano seriamente<br />

enuclearsi soltanto a livello regionale e per zone omogene. Tuttavia,<br />

inten<strong>di</strong>amoci bene, ciò non toglie che la Provincia non si preoccupi <strong>di</strong> affrontare<br />

tutti gli elementi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> indagini e <strong>di</strong> ricerche che intanto serviranno<br />

a dare a noi stessi un'esatta fotografia dell'economia della Daunia e che domani<br />

costituiranno il presupposto per la formulazione e la esecuzione dei<br />

piani regionali <strong>di</strong> sviluppo.<br />

« In proposito, posso aggiungere che la nostra provincia sta rapidamente<br />

accelerando i tempi tecnici ed amministrativi per la realizzazione del<br />

Nucleo <strong>di</strong> Sviluppo Industriale. Il che costituirà un primo e decisivo passo<br />

nella politica <strong>di</strong> sviluppo. Ma non vi è dubbio che non solo a <strong>Foggia</strong>, ma anche<br />

in altre zone della Capitanata, dovranno sorgere nuclei satelliti, onde estendere<br />

il processo <strong>di</strong> trasformazione industriale in maniera piú adeguata alle<br />

nostre esigenze, il che significa che dobbiamo proporci, sin da ora, una volta<br />

realizzato il nucleo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, l'obiettivo <strong>di</strong> ottenere anche per la Daunia il<br />

riconoscimento dell'e area industriale ».<br />

« Il problema è <strong>di</strong> scottante attualità e ci rende profondamente responsabile<br />

non soltanto <strong>di</strong> fronte al processo <strong>di</strong> trasformazione industriale, ma <strong>di</strong><br />

fronte all'aspetto assai piú vasto <strong>di</strong> tutto lo sviluppo economico e sociale della<br />

Daunia. Queste non sono conclusioni d'or<strong>di</strong>ne politico-amministrativo, ma<br />

esprimono la sintesi degli stu<strong>di</strong> e dei lavori rassegnati dai tecnici.<br />

« Parto per il Belgio con la piú viva speranza che in seno alla CECA ed<br />

alla CEE<br />

69


possiamo incontrare la migliore comprensione e solidarietà per le esigenze<br />

della nostra regione e <strong>di</strong> quella lucana ».<br />

Numerosi, ed alcuni rilevanti, sono stati gli interventi dei nostri corregionali.<br />

Per <strong>Foggia</strong>, hanno parlato il presidente dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong><br />

avv. Consiglio, il quale ha instistito sulla necessità <strong>di</strong> estendere a<br />

tutta la Capitanata la zona d'influenza del polo <strong>di</strong> sviluppo industriale; gli<br />

assessori comunali Giuffreda e Imbimbo; il commissario governativo del<br />

Consorzio <strong>di</strong> Bonifica, prof. Nobili, con il segretario generale prof. Curatolo,<br />

i <strong>di</strong>rigenti dott. Rotella e ing. Salvatori; l'assessore provinciale avv. Capobianco.<br />

Del gruppo barese hanno parlato il v. sindaco Formica; il provve<strong>di</strong>tore<br />

agli Stu<strong>di</strong> prof. Cassano sulla qualificazione tecnica e sul finanziamento<br />

alle scuole prefabbricate; l'assessore comunale Trisorio-Liuzzi sul finanziamento<br />

dei servizi pubblici municipalizzati attraverso la Banca Europea; il<br />

dott. Donatelli che ha trattato delle sovvenzioni all'e<strong>di</strong>lizia popolare; il dott.<br />

Primiano <strong>La</strong>sorsa, segretario generale della Camera <strong>di</strong> Commercio; il dott.<br />

Milella, <strong>di</strong>rettore delle Acciaierie Pugliesi e l'assessore provinciale avv. Ventura<br />

che ha posto vari quesiti in materia <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to industriale.<br />

Per il gruppo brin<strong>di</strong>sino, sono intervenuti il sindaco Bruno, l'avv.<br />

Palma v. presidente dell'Amministrazione provinciale, il dott. Montagna<br />

<strong>di</strong>rettore della Associazione Industriali ; l'avv. De Guido presidente del<br />

Consorzio del Porto.<br />

Di Taranto erano presenti il sindaco ing. Spallitta e il segretario generale<br />

dell'Amministrazione provinciale, prof. Guernieri, i quali sono intervenuti<br />

nella <strong>di</strong>scussione. Di leccesi, dopo la forzata rinunzia dell'avv. Vergine,<br />

soltanto il consigliere provinciale doti. Gorgone. Ma l'intero Salento è stato<br />

autorevolmente rappresentato dal ministro Codacci-Pisanelli, al quale ha<br />

rivolto parole <strong>di</strong> viva amicizia il sen. Caron, che ha anche lodato l'attività<br />

del « Centro stu<strong>di</strong> » <strong>di</strong> Bari e il <strong>di</strong>namismo del suo vice presidente Marrone.<br />

Questi ha preso la parola per ringraziare il presidente della B.E.I. prof.<br />

Formentini, al quale ha illustrato fra l'altro le varie inziative <strong>di</strong> collegamento<br />

tra la Puglia e le Comunità europee attualmente in preparazione al « Centro<br />

».<br />

Per il gruppo materano hanno parlato il presidente della Camera <strong>di</strong><br />

Commercio comm. Annunziata, che si è occupato dello sviluppo del « polo<br />

» in relazione agli impianti <strong>di</strong> Ferran<strong>di</strong>na, e il Consigliere provinciale D'Amelio.<br />

70


Nuove ricerche e documenti ine<strong>di</strong>ti<br />

per la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

1. IL LIBRO ROSSO DELLA CITTÀ<br />

Il 28 aprile 1898, giorno triste per <strong>Foggia</strong>, una turba <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni affamati,<br />

spinta alla rivolta dal prezzo rincarato del pane, appiccava il fuoco al Palazzo <strong>di</strong><br />

Città, nell'antica Piazza Mercantile, provocando cosí, fra l'altro, la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong><br />

gran <strong>parte</strong> dello storico archivio civico 1.<br />

Oltre alle molte scritture originali, scomparve nell'incen<strong>di</strong>o anche il Libro<br />

degli Statuti della Città, detto comunemente il Libro Rosso. Anche <strong>Foggia</strong>,<br />

infatti, cosí come molte importanti Università pugliesi (Bari, Lecce, Trani, Barletta,<br />

Molfetta, Manfredonia e altre città della stessa Capitanata) non aveva trascurato<br />

la compilazione <strong>di</strong> quell'importante documento che era il Libro Rosso<br />

o magno, in cui erano trascritti, in forma ufficiale, i privilegi, i <strong>di</strong>plomi, gli statuti<br />

citta<strong>di</strong>ni ed, in generale, tutti gli atti emanati da principi e sovrani a favore<br />

della città, o prodotti dal consesso deliberativo della stessa 2.<br />

Anche <strong>Foggia</strong> era stata indotta a questa raccolta degli elementi normativi,<br />

su cui s'impiantava la vita comunale, dalle solite cause, e precisamente dal<br />

desiderio <strong>di</strong> evitare che gli originali piú importanti dell'archivio dell'Università,<br />

per la frequente consultazione, soffrissero un qualche deperimento, oppure<br />

potessero essere trafugati o scomparire irreparabilmente per altre cause 3, e dalla<br />

decisione <strong>di</strong> ovviare, una buona volta, alle <strong>di</strong>fficoltà d'interpretazione, che,<br />

col passare degli anni, gli originali presentavano fatalmente al lettore anche non<br />

sprovveduto.<br />

<strong>La</strong> maggior <strong>parte</strong> delle Università del Regno <strong>di</strong> Sicilia formò il<br />

71


proprio Libro Rosso tra la fine del secolo XV e la prima metà del secolo successivo,<br />

e l'Università foggiana non derogò a tali limiti temporali 4.<br />

Le fiamme del 1898, <strong>di</strong>struggendo anche il Libro Rosso <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, privarono<br />

i cultori della storia citta<strong>di</strong>na d'una importantissima fonte <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, ricca <strong>di</strong><br />

documenti e facile a consultarsi. Le scritture che lo componevano rimasero perfettamente<br />

ine<strong>di</strong>te, anche se soccorrevano a far conoscere il contenuto <strong>di</strong> alcune<br />

<strong>di</strong> esse le rare menzioni, spesso <strong>di</strong> seconda e <strong>di</strong> terza mano, che apparivano in<br />

qualche lavoro <strong>di</strong> storia locale 5.<br />

Oggi, però, è possibile allo stu<strong>di</strong>oso avere a <strong>di</strong>sposizione, in copia integrale<br />

almeno, <strong>parte</strong> degli atti che fecero scomparire gli avvenimenti dello scorcio del<br />

secolo passato.<br />

Nella <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> 6 è ottimamente conservato un<br />

grosso volume manoscritto, ricoperto in pergamena, ed intitolato « Capitoli e<br />

Statuti della Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ». E' formato da 380 fogli scritti e numerati, cui tengono<br />

<strong>di</strong>etro altri 19 fogli non muniti <strong>di</strong> numerazione (qualcuno <strong>di</strong> essi è bianco),<br />

nonché due esemplari <strong>di</strong> un manifesto a stampa, riguardante le cattedre <strong>di</strong> legge,<br />

filosofia e retorica stabilite in <strong>Foggia</strong> nel 1750 7.<br />

In verità, il titolo del volume <strong>di</strong>ce molto meno del suo contenuto: in esso,<br />

infatti, non appaiono solamente i capitoli e gli statuti citta<strong>di</strong>ni, ma anche, ed in<br />

gran numero, provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> vario genere, quali ban<strong>di</strong> e prammatiche viceregnali,<br />

provvisioni dei Governatori della Provincia <strong>di</strong> Capitanata e del Contado <strong>di</strong><br />

Molise, or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> autorità <strong>di</strong>verse, <strong>di</strong>chiarazioni comunali sui capitoli delle gabelle,<br />

suppliche ed istanze <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni e provve<strong>di</strong>menti relativi, ecc.<br />

Nel manoscritto sono riportati, in trascrizione completa e sino al f. 352 r.,<br />

l'uno dopo l'altro, sovente senza alcun segno <strong>di</strong> separazione (i c. d. « occhi » marginali<br />

sono pochi), moltissimi documenti interessanti l'Università <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e la<br />

sua vita nei secoli XIV-XVII: l'atto piú antico infatti rimonta al 1334, quello piú<br />

recente è del 1645. Un solo documento vi appare in originale, ed è una lettera in<br />

spagnolo dell'imperatore Carlo V, datata da Pavia il 12 giugno 1543, scritta ai<br />

governati <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, quale testimonianza <strong>di</strong> stima affettuosa 8.<br />

<strong>La</strong> fonte su cui è stata esemplata la <strong>parte</strong> piú importante del manoscritto fu, senza<br />

dubbio, il Libro Rosso citta<strong>di</strong>no. Di questo, ormai perduto per sempre, il manoscritto<br />

può fare degnamente le veci, per l'abbondanza e l'interesse dei documenti<br />

che racchiude e per l'esattezza ed atten<strong>di</strong>bilità della copia, qualche errore<br />

della quale è patentemente imputabile ai <strong>di</strong>fetti usuali delle trascrizioni eseguite<br />

sotto det-<br />

72


O M I S S I S<br />

Parte 1, pag. 105 - Nel prospetto dei Parlamentari, nati o residenti in Provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>, va compreso il nome della on. Bal<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Vittorio in Berti dei P.C.I. che,<br />

nata in Cerignola, ha <strong>di</strong>ritto a figurare in questa prima presentazione. Di tutti gli<br />

eletti il 28 aprile nella circoscrizione Bari-<strong>Foggia</strong> forniremo nel p.f. fascicolo i dati<br />

biografici e, <strong>di</strong> quelli tra essi che hanno risposto alla nostra preghiera, <strong>di</strong>chiarazioni<br />

programmatiche e ritratti.<br />

Parte 1, pag. 72, dopo l'ultimo rigo: tura. Altra fonte dovette essere il « Libro delle<br />

Capitolazioni e rego-


BRUXELLES – Parla il Presidente dell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata


lamenti della Città »: questa mia ipotesi si enuclea dalla considerazione che<br />

le copie ufficiali dei capitoli sulle gabelle citta<strong>di</strong>ne della farina e del pane<br />

grosso, che appaiono in alcune scritture della Dogana delle Pecore, risultano<br />

derivate dal Libro delle Capitolazioni e Regolamenti, e mai dal Libro<br />

Rosso, da cui, invece, sono sempre ricavate le copie dei capitoli delle altre<br />

gabelle 9.<br />

Ai ff. 352 t.-353 r. del manoscritto possono leggersi notizie <strong>di</strong> fatti<br />

del 1675 e del 1676, come la numerazione dei fuochi al tempo del mastrogiurato<br />

Domenico Stango e la lite per i cuscini <strong>di</strong> velluto verde del bancone<br />

della Chiesa Madre 10; seguono poi (ff. 354 r.-359 r.) i capitoli <strong>di</strong> fondazione<br />

del Sacro Monte della Pietà <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> del 26 aprile 1588, approvati<br />

con regio assenso, essendo Viceré Giovanni Zunica, Conte <strong>di</strong> Miranda<br />

11, ed altre <strong>di</strong>sposizioni del gennaio 1663 <strong>di</strong> Gaspare de Bracamonte, Conte<br />

<strong>di</strong> Peñaranda, sullo stesso istituto; al f. 360 r. comincia la copia dei decreti<br />

del Reggente d'Andrea per la causa vertente nel 1706 fra il popolo ed<br />

i Reggimentari <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

Nelle pagine seguenti sono menzionati alcuni notevoli avvenimenti<br />

citta<strong>di</strong>ni del sec. XVIII: erezione delle tre cattedre; nomina del governo<br />

del 1738-1739; risoluzione della lite per l’ius elettivo fra il Vescovo <strong>di</strong><br />

Troia ed il Capitolo foggiano nel 1771; morte <strong>di</strong> Monsignor De Simone,<br />

presule troiano, e successione in persona <strong>di</strong> Monsignor G. Giacomo Onorati.<br />

Alcune altre pagine (ff. 397 r.-399 t.) presentano brani desunti da<br />

Golzio e da Cluerio, e riguardanti l'antica città <strong>di</strong> Arpi, da cui si vuole abbia<br />

tratto le prime origini <strong>Foggia</strong>.<br />

Gli atti trascritti in « Capitoli e Statuti della Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> » concernono<br />

le piú svariate materie e sono offerti senza molto rispetto <strong>di</strong> una<br />

rigorosa successione cronologica. Lumeggiando vicende poco o affatto<br />

note, e personaggi da tempo <strong>di</strong>menticati, sono essenziali allo scopo della<br />

definizione <strong>di</strong> un quadro della vita foggiana dal Trecento al Settecento.<br />

Certo, i piú interessanti della ricca teoria <strong>di</strong> documenti del manoscritto<br />

sono quegli atti che furono fondamentali per <strong>Foggia</strong>, quali i Capitoli<br />

<strong>di</strong> Re Federico del 1499, le grazie e franchigie concesse da Consalvo<br />

Ferrante, primo Viceré del Regno, nel 1504, quelle <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando il Cattolico<br />

del 1507, i privilegi <strong>di</strong> Carlo V del 1533, e quelli <strong>di</strong> Pietro <strong>di</strong> Toledo,<br />

marchese <strong>di</strong> Villafranca, del 1538, le concessioni dello stesso Toledo del<br />

1541, le provvisioni del Reggente Villanova del 1559, ed infine, i vari capitoli<br />

sui dazi, che illustrano utilmente la <strong>parte</strong> economica dell'Università.<br />

Ma rilievo <strong>di</strong> certo non minore assumono molti altri che pure esso contiene:<br />

si vedano, ad esempio, i capitoli<br />

73


sulla Fiera (1551), i documenti sui censi della città (1548) e sul suo <strong>di</strong>stretto<br />

(1534), il bando del Viceré Duca d'Alcalà sul danaro alla voce per grano<br />

(1560), e quello sul prezzo dei cereali in vari luoghi <strong>di</strong> Puglia (1560), i molti<br />

provve<strong>di</strong>menti in tema <strong>di</strong> gabelle, le scritture riguardanti la Dogana delle Pecore<br />

(dall'or<strong>di</strong>ne per il Doganiero <strong>di</strong> far residenza in <strong>Foggia</strong> agli atti sulla<br />

competenza giuris<strong>di</strong>zionale fra l'u<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> Dogana ed il Capitano della Città,<br />

sulla esenzione dai dazi civici e sui vari altri privilegi goduti dai locati), le<br />

franchigie degli ecclesiastici (1548), le reali cacce in Capitanata (1544) la riforma<br />

dei vestiti (1552), ecc. ecc. Un posto a sé occupa, per la sua interessante,<br />

pittorica vivezza, la « Discrittione <strong>di</strong> quanto deve fare il Mastro Giurato, e<br />

suoi compagni nell'anno del suo governo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> », <strong>di</strong>sgraziatamente incompleta.<br />

Ovviamente, non è possibile in<strong>di</strong>care tutti gli atti che sono nel volume,<br />

ma ciò che si è scritto finora è sufficiente a dare un'idea, sia pure approssimativa,<br />

<strong>di</strong> quanto vario e prezioso sia il suo materiale, peraltro ine<strong>di</strong>to 12.<br />

Ma a chi si deve la raccolta <strong>di</strong> tanti documenti relativi a <strong>Foggia</strong>? E' opportuno<br />

precisare subito che il manoscritto non è opera <strong>di</strong> una sola persona.<br />

Esso presenta, infatti, <strong>di</strong>verse mani (sei, per l'esattezza), che, quasi tutte, anche<br />

dopo il piú accurato esame, continuano a conservare il completo anonimato.<br />

Una <strong>di</strong> esse tende a <strong>di</strong>fferenziarsi dalle altre solo in virtú <strong>di</strong> una sigla,<br />

G. P., che, incorporata in un ghirigoro conclusivo, pone termine ad una <strong>parte</strong><br />

della copia, ma niente <strong>di</strong> piú.<br />

Un'altra invece, ap<strong>parte</strong>nne, <strong>di</strong> certo, al giurista foggiano Saverio Celentano<br />

13, ed è precisamente quella che ci fornisce, tra l'altro, alcune interessanti<br />

notizie sulle tre cattedre istituite nel XVIII secolo.<br />

Questa attribuzione <strong>di</strong> <strong>parte</strong> del manoscritto, imposta dal raffronto<br />

con pagine autografe del Celentano, è convalidata anche dal fatto che il volume<br />

« Capitoli e Statuti », assieme a vari altri, pervenne alla <strong>Biblioteca</strong> Comunale,<br />

e da questa alla <strong>Provinciale</strong>, me<strong>di</strong>ante una donazione, effettuata dai<br />

<strong>di</strong>scendenti dell'illustre giurista.<br />

Benedetto Biagi, che ebbe occasione, molti anni fa, <strong>di</strong> esaminare i vari<br />

manoscritti della donazione, e li elencò e descrisse in un suo lavoro 14, è convinto<br />

che il volume « Capitoli e Statuti della città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> », che cita, d'altronde,<br />

sempre in una forma piú ridotta, sia tutto opera del Celentano 15. Ma<br />

una tale opinione, cui forse si giunse a causa <strong>di</strong> una troppo superficiale indagine<br />

sulle varie calligrafie, che<br />

74


pure chiaramente compaiono nel manoscritto, è da considerare erronea.<br />

L'apporto del Celentano alla composizione del volume fu molto limitato,<br />

e si concretizzò non nella trascrizione <strong>di</strong> documenti, ma nella semplice<br />

annotazione <strong>di</strong> alcuni fatti citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> un certo interesse. A questa conclusione<br />

spinge necessariamente un particolareggiato esame del volume.<br />

Il Biagi, già influenzato dalla provenienza della donazione alla <strong>Biblioteca</strong>,<br />

credeva <strong>di</strong> trovar conferma alla sua idea <strong>di</strong> attribuire al Celentano<br />

la paternità del manoscritto in un appunto esistente nella prima pagina<br />

dello stesso, che <strong>di</strong>ce testualmente: « Addí 7 febbraio 1727, essendo io<br />

Capo eletto si è celebrata la Santa Messa del Canonico Lignelli nel nuovo<br />

Capo Altare <strong>di</strong> marmo della Chiesa Madre, con mia consolazione medesima.<br />

Detto Capo Altare fu trattato da me tre anni sono che fui pure Capo<br />

eletto e per grazia del Signore e nostri Santi Protettori Guglielmo e Pellegrino<br />

l'ho veduto compito, confidando nell'aiuto de' predetti Santi <strong>di</strong> vedere<br />

altra opera in Chiesa ».<br />

E su questo appunto anonimo, che il Biagi, invece, ricostruendo un<br />

profilo biografico dell'illustre foggiano, accre<strong>di</strong>tava con eccessiva sicurezza,<br />

si basava sostanzialmente per affermare che il Celentano « nel 1724<br />

ricopre la carica <strong>di</strong> Capo eletto, poi ritorna ad avere la stessa carica nel<br />

1727 » 16.<br />

Affermazione che, è facile <strong>di</strong>mostrarlo, rappresentava una grossa<br />

svista in cui egli, stranamente, incorreva.<br />

E' vero che Saverio Celentano, <strong>di</strong> antica famiglia, esplicò una considerevole<br />

attività pubblica nella sua città. Fu, infatti, Reggimentario per<br />

lunghi anni e nel 1728-1729 lo troviamo percettore dell'Università. Nel<br />

1731, dopo il funesto terremoto che stese al suolo <strong>Foggia</strong>, viene prescelto,<br />

assieme a Niccolò Tortorelli, per designare una sede idonea per le sacre<br />

funzioni e la custo<strong>di</strong>a della Sacra Iconavetere 17. Qualche anno dopo, nel<br />

1738-1739 fa <strong>parte</strong> nuovamente del governo citta<strong>di</strong>no in qualità <strong>di</strong> eletto,<br />

lo <strong>di</strong>viene ancora nel 1744-1745, e, come esattamente asseriva anche il<br />

Biagi, nel 1749-1750 egli è il mastrogiurato della città. In seguito resta<br />

sempre alla ribalta della vita pubblica foggiana nel 1750 è uno degli esaminatori,<br />

con <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto, agli esami per le tre cattedre; nel 1751, con<br />

Giuseppe Manna, è deputato per le spese dei festeggiamenti per la nascita<br />

del Principe Fer<strong>di</strong>nando; nel 1752 viene scelto con Fabrizio Tafuri per<br />

acquistare un busto d'argento per le statue lignee dei Santi protettori Guglielmo<br />

e Pellegrino 18, e l'anno dopo, infine, è uno dei governatori della<br />

Cappella della Santissima Iconavetere.<br />

Ma nel 1724 e nel 1727 non ebbe nessuna carica <strong>di</strong> governo: l'an-<br />

75


notazione del manoscritto non può, quin<strong>di</strong>, essere sua, e l'asserzione del Biagi<br />

risulta infondata.<br />

Chi ebbe, allora, l'idea <strong>di</strong> far riportare in un volume i documenti del Libro<br />

Rosso, e, pertanto, chi può considerarsi, in un certo senso, Fautore del<br />

manoscritto della <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong>? Secondo me, esso fu redatto per iniziativa<br />

<strong>di</strong> un altro foggiano, del dottore in giurisprudenza Saverio Coda 19, e si<br />

può ipotizzare che egli, Reggimentario dell'Università, abbia fatto eseguire il<br />

lavoro <strong>di</strong> copia, reputando utile avere sotto mano i documenti piú importanti<br />

dell'Archivio Comunale, al tempo in cui <strong>parte</strong>cipava attivamente alle vicende<br />

pubbliche della sua città.<br />

Certo è, però, che a lui si deve la notizia della prima pagina del manoscritto.<br />

A <strong>parte</strong>, infatti, ogni considerazione <strong>di</strong> carattere calligrafico, che anche<br />

conferma ciò che <strong>di</strong>co, il Capo eletto dell'Università <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> nel 1724 e nel<br />

1727 fu Saverio Coda, che già negli anni precedenti aveva ricoperto la medesima<br />

carica, ed era stato anche mastrogiurato.<br />

Egli curò la trascrizione dal Libro Rosso avvalendosi, con ogni probabilità,<br />

<strong>di</strong> amanuensi del suo stu<strong>di</strong>o legale, o anche <strong>di</strong> qualche notaio. Poi, non so<br />

quando, né per qual motivo (forse dopo che il Coda ebbe rinunziato alla piazza<br />

nel Reggimento), il manoscritto, che doveva aver assunto, grosso modo, la sua<br />

struttura attuale, ma in cui erano pagine bianche per rendere possibili nuove<br />

aggiunte e consentire eventuali inserimenti, passò nelle mani del Celentano, che<br />

nel 1738 ne appare, senza dubbio, il possessore.<br />

Quest'ultimo si contentò <strong>di</strong> arricchirlo con notizie <strong>di</strong> storia locale (ff.<br />

393 t.-396 r.; f. 400 t. e 401 t.), considerandole degne <strong>di</strong> comparire insieme ai<br />

documenti piú importanti per <strong>Foggia</strong>, e lo stesso criterio, parzialmente almeno,<br />

seguí colui che, dopo la morte del Celentano, avvenuta nel 1760, si preoccupò<br />

<strong>di</strong> dotare il manoscritto <strong>di</strong> annotazioni per gli anni successivi a quella data, sino<br />

al 1777.<br />

PASQUALE DI CICCO<br />

__________<br />

Dott. PASQUALE Di Cicco, <strong>di</strong>rettore dell'Archivio <strong>di</strong> Stato in <strong>Foggia</strong>.<br />

(Nel p. f. fascicolo n. 5-6 pubblicheremo la seconda <strong>parte</strong> (Il governo ed il reggimento<br />

della Università nei secoli XV-XIX) <strong>di</strong> questo originale contributo del dott. Di Cicco alla storia<br />

del nostro <strong>di</strong>ritto pubblico. I documenti da lui stu<strong>di</strong>ati e trascritti appariranno in volume, per le sue<br />

stesse cure).<br />

76


N O T E<br />

1 CARLO VILLANI, <strong>Foggia</strong> nella storia, <strong>Foggia</strong>, 1930, pp. 290-291;<br />

ROMOLO CAGGESE, <strong>Foggia</strong> e la Capitanata, Bergamo, 1910, pp. 70-73.<br />

2 Qualche notizia sul Libro Rosso esistente nell'Archivio comunale <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong> è fornita da una scrittura conservata nel locale Archivio <strong>di</strong> Stato. In essa<br />

(A.S.F., Dogana, serie II, fascio n. 957, incarto n. 19744) si legge che, a seguito<br />

<strong>di</strong> deliberazione del Consiglio citta<strong>di</strong>no del 30 maggio 1738, i governanti Michele<br />

Coda e Paolo Brayda incaricarono Andrea Ioele <strong>di</strong> copiare tutto il Libro<br />

Rosso « nel quale sono descritti e notati tutti li privilegi, grazie, capitoli, immunità,<br />

ed altro, ecc., concessi da retro Re, consistentino in fogli quattrocento...<br />

per essere molto lacero, appena regibile, <strong>di</strong> carattere antico, e quasi invisibile... »<br />

ed in cui sono le « gabelle <strong>di</strong> questa Città senza veruno or<strong>di</strong>ne e regola e molte<br />

cose <strong>di</strong> buonissime notizie alla rinfusa, tutte confacentino per l'affari universali...<br />

».<br />

<strong>La</strong> trascrizione, che impegnò l'Ioele per molti mesi, e fu terminata nello<br />

stesso anno 1738, risultò <strong>di</strong> 239 fogli « <strong>di</strong> mano posata, senza abbreviature », e<br />

fu corredata <strong>di</strong> due repertori, «uno che chiama lo che sta in detto originale, e<br />

l'altro ciò che vi è in essa copia, con li loro folii, respettivi capi, e natura <strong>di</strong> cose<br />

ascritte in quelli ».<br />

L'Ioele era uno scritturale dell'Università (cfr.: A.S.F., Dogana, serie V,<br />

fascio n. 133, inc. n. 6151).<br />

3 <strong>La</strong> cosa avveniva meno raramente <strong>di</strong> quanto si potrebbe pensare. Le<br />

scritture scomparivano spesso dall'Archivio comunale foggiano, sprovvisto <strong>di</strong><br />

inventario ancora nei primi anni del XVIII secolo. Nel 1705, l'Archivario dell'Università<br />

Clau<strong>di</strong>o Pisani, ritenuto responsabile dell'involamento <strong>di</strong> alcuni atti,<br />

si vide togliere le chiavi del suo ufficio, per or<strong>di</strong>ne del Presidente Governatore<br />

della Dogana, Francesco Milano. Sempre per volere del Milano, il governo del<br />

tempo, capeggiato dal Cuoci, commise al notaio Nicola Cavalluccio il compito<br />

<strong>di</strong> inventariare, a spese dell'Università, tutte le carte dell'Archivio (A.S.F., Dogana,<br />

serie V, fascio n, 130, inc. n. 6017).<br />

4 <strong>La</strong> compilazione del Libro Rosso foggiano, o, per <strong>di</strong>r meglio, il suo inizio,<br />

si ebbe al tempo in cui la città fu retta da Prospero della Bastia, che ne <strong>di</strong>venne<br />

mastrogiurato varie volte. All'interessamento <strong>di</strong> questo benemerito si<br />

dovette un « conservatorio » <strong>di</strong> capitoli, privilegi e grazie, concesse all'Università,<br />

composto nel 1537, nonché il recupero <strong>di</strong> molte scritture comunali <strong>di</strong>sperse<br />

durante le guerre. Ebbene, questo « conservatorio » era rappresentato da un «<br />

quodam libro magno, vulgo votato Libro Rosso huius magnificae Universitatis<br />

<strong>Foggia</strong>e » (A.S.F., Dogana, serie II, fascio n. 115, inc. n. 3031).<br />

5 FERDINANDO VILLANI, <strong>La</strong> nuova Arpi - Cenni storici e biografici riguardanti<br />

la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, Salerno, 1876; CARLO VILLANI, op. cit.<br />

6 Rivolgo un vivo ringraziamento a Mario Simone, promotore della nuova<br />

e<strong>di</strong>toria dauna, il quale mi ha segnalato il manoscritto e invitato a stu<strong>di</strong>arlo e<br />

descriverlo, e inoltre al prof. Angelo Celuzza, <strong>di</strong>rettore della <strong>Biblioteca</strong> <strong>Provinciale</strong>,<br />

per le molte cortesie usatemi durante il mio lavoro.<br />

7 <strong>La</strong> città ebbe il regio assenso per l'erezione delle tre cattedre nel 1744,<br />

ma gli esami dei concorrenti si tennero soltanto sei anni dopo, ed esse cominciarono<br />

a funzionare nel 1751. Oltre alle notizie che possono attingersi dal manoscritto,<br />

si veda anche: A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 132, inc. n. 6104, in<br />

cui sono dati interessanti sull'argomento e le copie delle tesi svolte dai can<strong>di</strong>dati.<br />

8 Essa è riportata in varie opere a stampa, in originale o in traduzione.<br />

Cfr.:<br />

77


Difesa per la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e per le famiglie nobili della medesima da riconoscersi per S.E.,<br />

e suo Regio Collaterale Conseglio, s.l., s.d (ma datata: Napoli, 15 giugno 1728), pp.<br />

8-9; CASIMIRO PERIFANO, Cenni storici sulla origine <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, <strong>Foggia</strong>, 1831,<br />

pp. 113-14; FERDINANDO VILLANI, op. cit., p. 88; CARLO VILLANI,<br />

op. cit., p. 82; MICHELE PAPA, Economia ed economisti <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, <strong>Foggia</strong>, 1933,<br />

pp. 103-104.<br />

9 Cfr. A.S.F., Dogana, serie I, fascio n. 306, inc. n. 10967; serie II, fasci<br />

nn. 115 e 960, incc. 3031 e 19840; serie V, fascio n. 128, inc. n. 5990.<br />

10 Secondo il computo del 1675, <strong>Foggia</strong> aveva 1000 fuochi, mentre la<br />

precedente numerazione del 1669 aveva dato un risultato <strong>di</strong> 1185. I dati del<br />

censimento del 1669, presenti nel manoscritto, trovano esatto riscontro in:<br />

LORENZO GIUSTINIANI, Dizionario geografico ragionato del Regno <strong>di</strong> Napoli,<br />

voll. 10, Napoli, 1797, vol. IV, p. 302. Quanto alla famosa lite per i cuscini della<br />

Chiesa Madre fra citta<strong>di</strong>ni e governo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, si veda: A.S.F., Dogana, serie V,<br />

fascio n. 83, inc. n. 5389.<br />

11 Questo Monte, il primo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ed uno dei primi del Regno (PA-<br />

PA, op. cit., p. 110), sorse per iniziativa <strong>di</strong> Rosa del Vento, con un capitale <strong>di</strong><br />

6000 ducati. Ad esso, nel 1797, ad opera del marchese Giovambattista Filiasi, si<br />

unirono altri monti citta<strong>di</strong>ni, fondati in epoche <strong>di</strong>verse. Sull'istituto: A.S.F., Dogana,<br />

serie II, fascio n. 955, inc. n. 1968 (elenco dei governatori del Monte dal<br />

1587, anno in cui morí la del Vento, al 1706); fascio n. 118, inc. n. 3079; ib., inc.<br />

n. 3089 (capitoli <strong>di</strong> fondazione); TOMMASO PERIFANO, Madonna Rosa del<br />

Vento - Cronaca del secolo XVI, Napoli, 1874.<br />

12 Si prescinde dal considerare la lettera <strong>di</strong> Carlo V, ed alcuni documenti<br />

del manoscritto <strong>di</strong> carattere generale, quali le prammatiche, che appaiono in<br />

note raccolte.<br />

13 Nato da Tommaso e da Anna Talento il 15 novembre 169'8 e morto il<br />

26 maggio 1760, fu dottore in utroque ed esperto latinista. Dati piú <strong>di</strong>ffusi sono<br />

in: F. VILLANI, op. cit., pp. 107 e 261; CARLO VILLANI, Daunia inclita -<br />

Memorie storico-biografiche, Napoli, 1890, p. 20; IDEM, Scrittori ed artisti pugliesi,<br />

Trani, 1904, p. 235; BENEDETTO BIAGI, Saverio Celentano e le sue opere, in<br />

GEROLAMO CALVANESE, Memorie per la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, a cura <strong>di</strong> B. B.,<br />

<strong>Foggia</strong>, 1931, pp. 51-60.<br />

14 BIAGI, op. cit., pp. 54.60.<br />

15 IBIDEM, p. 55. Per il BIAGI, dei manoscritti componenti la donazione,<br />

il solo Memorie per la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> è parzialmente <strong>di</strong> Saverio Celentano.<br />

16 Ibidem, p. 53.<br />

17 FRANCESCO TARGIANI - TOMMASO PERIFANO, Documenti<br />

per la fedelissima città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, Napoli, 1843, pp. 7-9.<br />

18 A.S.F., Dogana, serie II, fascio n. 261, inc. n. 6118.<br />

19 Il Coda, figlio <strong>di</strong> Ignazio e <strong>di</strong> Anna Corigliano, nacque a <strong>Foggia</strong> nel<br />

1689. Ancora minore, occupò la piazza <strong>di</strong> Reggimentario, che era stata già del<br />

padre, il quale varie volte fece <strong>parte</strong> del governo e nel 1685-1686 fu mastrogiurato.<br />

Si laureò a Napoli il 22 agosto 1710 e tre anni dopo, per la prima volta, fu<br />

uno degli attuali del governo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. Nel novembre del 1727, forse perché<br />

<strong>di</strong>sgustato dalle <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e citta<strong>di</strong>ne, rinunziò, con il consenso del Collaterale, al<br />

posto nel Consiglio: il VII del I ceto. Esercitò l'avvocatura presso il Tribunale<br />

della Dogana, come già suo zio Ottavio, poi <strong>di</strong>venuto sacerdote, ed il nonno<br />

Marcantonio, noto autore <strong>di</strong> un Breve <strong>di</strong>scorso, ecc. sulla Dogana. <strong>La</strong> famiglia Coda,<br />

<strong>di</strong> nobile lignaggio, originario della Francia, si estinse agli inizi del secolo<br />

scorso. (A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 131, inc. n. 6044; Difesa per la Città <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>, ecc. pp. 18-27; C. VILLANI, <strong>Foggia</strong> nella storia, p. 99).<br />

78


Importanza archeologica della Daunia<br />

e sue esigenze pratiche<br />

Che la terra dauna, e in particolare il Gargano e il Subappennino, siano<br />

tra le zone archeologicamente più importanti d'Italia, proprio per la sovrapposizione<br />

<strong>di</strong> varie civiltà - preistorica, in<strong>di</strong>gena, greca, romana ecc. -, è stato più<br />

volte detto e i loro abitatori lo sanno bene, tanto che molti <strong>di</strong> essi sperano che<br />

in un improvviso rifiorire <strong>di</strong> scavi archeologici, le città antiche, gli antichi monumenti,<br />

che sono numerosi, si possano scoprire in breve volgere <strong>di</strong> tempo,<br />

attirando col loro interesse migliaia <strong>di</strong> turisti, e portando quin<strong>di</strong> in questo campo<br />

benefici anche economici.<br />

Credo <strong>di</strong> aver parlato vent'anni or sono, tra i primi, se non per primo, <strong>di</strong><br />

turismo archeologico. In un convegno turistico che si è tenuto a <strong>Foggia</strong>, se ben<br />

ricordo, nel 1954 o 1956, in cui, naturalmente, si parlava <strong>di</strong> alberghi, <strong>di</strong> organizzazione<br />

<strong>di</strong> viaggi ecc. - tutte cose, del resto, bellissime e necessarie, anzi in<strong>di</strong>spensabili<br />

- presi la parola per <strong>di</strong>re che avevo sentito <strong>di</strong>ssertare tanto <strong>di</strong> mezzi<br />

turistici, ma non avevo sentito parlare <strong>di</strong> quello che del turismo italiano è la<br />

materia prima essenziale: il suo patrimonio archeologico e artistico; e osservai<br />

che noi italiani, oltre che non curarci <strong>di</strong> questo patrimonio, lo stiamo allegramente<br />

<strong>di</strong>struggendo. E' per questo che su autorevoli giornali inglesi si è scritto:<br />

affrettatevi a visitare l'Italia finchè siete in tempo, prima che la smania <strong>di</strong> rinnovamento<br />

non abbia <strong>di</strong>strutto i suoi tesori d'arte e i suoi paesaggi.<br />

Ma torniamo alla provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. <strong>La</strong> provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> è archeologicamente<br />

importante, e la provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, sono io il primo a <strong>di</strong>rlo, è stata<br />

talvolta trascurata, <strong>di</strong>ciamolo francamente, dalla Soprintendenza. Proprio per<br />

ovviare a questo inconveniente, da tempo in Capitanata si auspica una sezione<br />

del mio Ufficio. Il voto risale al I Convegno organizzato nel<br />

79


1955 dalla benemerita Società Dauna <strong>di</strong> Cultura, per la protezione e valorizzazione<br />

del patrimonio storico-artistico-archeologico della Capitanata, e fu rinnovato<br />

l'anno scorso a Manfredonia, in occasione del III Convegno in cui il Direttore<br />

Generale alle Antichità e Belle Arti, prof. Molajoli, <strong>di</strong>sse che questo<br />

problema era alla sua attenzione.<br />

NUOVI MEZZI DI RICERCA<br />

Ma è <strong>di</strong>fficile trovare le persone adatte. In Italia gli archeologi sono pochi,<br />

perchè i giovani preferiscono in genere altre carriere, e si sud<strong>di</strong>vidono come<br />

meglio possono. D'altra <strong>parte</strong>, per poter scavare e capire quello che si scava,<br />

ci vogliono quattro anni <strong>di</strong> università, almeno tre <strong>di</strong> specializzazione, e, più<br />

importante della specializzazione, alcuni anni <strong>di</strong> esperienza pratica presso una<br />

Soprintendenza. Sapete quanti sono in Italia gli archeologi in grado <strong>di</strong> eseguire<br />

uno scavo razionalmente? non più <strong>di</strong> una sessantina circa, nemmeno uno per<br />

provincia, e molti sono impegnati in missioni all'estero. Aggiungiamoci una<br />

ventina <strong>di</strong> assistenti, che per la loro lunga esperienza sanno molte volte scavare<br />

come un archeologo, ma hanno sempre bisogno <strong>di</strong> avere il controllo dell'archeologo.<br />

Le provincie, gli enti che abbiano interesse ad avere qualche archeologo<br />

(i trasferimenti d'obbligo ci possono essere, ma danno pessimi risultati) bisogna<br />

che se li formino, che se li curino, che <strong>di</strong>ano loro le possibilità economiche e le<br />

possibilità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, che essi avrebbero altrove; altrimenti continueranno ad<br />

acentrarsi dove possono continuare brillantemente le loro carriere.<br />

Ma non si deve credere che il compito delle Soprintendenze alle Antichità<br />

sia soltanto quello <strong>di</strong> scavare: esse debbono anche conservare il nostro patrimonio<br />

archeologico, impe<strong>di</strong>re cioè manomissioni, scavi irrazionali, sempre più<br />

dannosi che utili, tener conto <strong>di</strong> tutti i rinvenimenti, anche <strong>di</strong> quelli che, al<br />

momento, possono parere meno importanti: ognuno <strong>di</strong> essi è una pietruzza, è<br />

un tasello del grande mosaico che costituisce lo stu<strong>di</strong>o delle nostre antichità e<br />

che, ahimè, è ancora tanto lacunoso. Per questo, in molti comuni abbiamo ispettori<br />

onorari, degnissime persone, che godono la estimazione dei loro concitta<strong>di</strong>ni,<br />

che insieme ai Sindaci e alle autorità <strong>di</strong> polizia e ai carabinieri, avrebbero<br />

appunto il compito <strong>di</strong> segnalare alle Soprintendenze tutto quello che si<br />

trova fortuitamente nella loro zona, tutte le iniziative che vengono prese in<br />

campo archeologico, perchè le competenti Soprintendenze, sentito, se del caso,<br />

il superiore Ministero, possano prendere le loro decisioni al riguardo, possano<br />

intervenire in quest'opera <strong>di</strong> conservazione, oltre che <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, del nostro patrimonio<br />

archeologico. Dico « avrebbero » volutamente, perchè quanti <strong>di</strong> loro<br />

lo fanno? E<br />

80


allora il povero Soprintendente come fa a sapere che nel terreno del signor<br />

Rossi si sono scoperte delle tombe, che in quello del signor Ver<strong>di</strong> si è trovato<br />

un tesoretto monetale, che in quello del signor Bianchi è venuto alla luce un<br />

tratto <strong>di</strong> muro antico?<br />

Altro argomento doloroso è quello degli scavi. Molte volte, troppe volte,<br />

qui si sbaglia per troppo amore. A un certo punto un ente, un privato, un comune,<br />

pensa, per quelle ragioni economico-turistiche cui si è accennato, che è<br />

bene scavare comunque, purchè si scavi - magari per attirare, come si <strong>di</strong>ce, l'interesse<br />

dell'autorità competente - e allora succedono i guai più grossi. <strong>La</strong> Puglia,<br />

e la provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, sono state, nel campo degli scavi male organizzati, ai<br />

primi posti in Italia: i famigerati cantieri <strong>di</strong> lavoro sono ricordati ancora in pubblicazioni<br />

archeologiche con raccapriccio; dati fondamentali sono andati perduti,<br />

molti oggetti archeologici <strong>di</strong> alto interesse sono andati <strong>di</strong>spersi.<br />

RESPONSABILITA' DEGLI SCAVATOR I<br />

Ma, a proposito degli scavi archeologici in generale, perchè non sembri<br />

che queste possano essere le mie idee personali, vorrei ripetere le parole <strong>di</strong> alcuni<br />

tra i nostri maggiori archeologi.<br />

Nel maggio dell'anno scorso si è tenuto a Venezia un convegno archeologico<br />

(credo ne abbia accennato a suo tempo anche il prof. Molajoli a Manfredonia).<br />

L'occasione era data dalla scoperta <strong>di</strong> recenti mezzi <strong>di</strong> ricerche (prospezioni<br />

geofisiche, occhio <strong>di</strong> Minosse, magnetometro a protoni, ecc.) che costituiscono<br />

un indubbio prezioso ausilio dell'archeologia - e su questo tutti quanti<br />

siamo ovviamente d'accordo - ma che, secondo l'inten<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> alcuni scienziati,<br />

avrebbero permesso in determinate circostanze <strong>di</strong> accelerare in Italia gli<br />

scavi archeologici. Ebbene, la reazione unanime degli archeologi ad un acceleramento<br />

degli scavi italiani è stata, concordemente, negativa, per le ragioni che<br />

sono nelle stesse parole che vi riporterò. Il prof. <strong>La</strong>mboglia, <strong>di</strong>rettore dell'Istituto<br />

internazionale <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> liguri, ha scritto sull'argomento un promemoria <strong>di</strong><br />

una ventina <strong>di</strong> pagine. Il prof. R. Bianchi Ban<strong>di</strong>nelli, or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Archeologia e<br />

Storia dell'arte all'Università <strong>di</strong> Roma, ha così telegrafato: « Presenti con<strong>di</strong>zioni<br />

richiesta accelerare rinvenimento valori archeologici equivale votarli <strong>di</strong>struzione<br />

e accrescere dannosa opera saccheggiatori autorizzati e no; significa indulgere<br />

smanioso attivismo nettamente contrario serietà stu<strong>di</strong> e favorire sostituzione<br />

non <strong>di</strong>sinteressata <strong>di</strong> privati a in<strong>di</strong>rizzi e doveri dello Stato ».<br />

Il prof. Roton<strong>di</strong>, <strong>di</strong>rettore dell'Istituto Centrale del Restauro <strong>di</strong> Roma, ha<br />

così detto, tra l'altro:<br />

« Nella mia relazione io ho posto in rilievo soprattutto una esigenza:<br />

81


quella che ogni campagna <strong>di</strong> scavi sia prima stu<strong>di</strong>ata soprattutto dal punto <strong>di</strong> vista della<br />

conservazione, prima ancora che essa abbia luogo. Mi sono permesso <strong>di</strong> asserire, e forse i<br />

colleghi archeologi se ne saranno persino risentiti con me, che al momento del rinvenimento<br />

<strong>di</strong> un oggetto archeologico la prima persona chiamata a toccare questo oggetto, e cioè a reperirlo,<br />

ad esaminarlo per prima, dovrebbe essere un restauratore, e non lo stesso archeologo.<br />

Quando <strong>di</strong>co restauratore, io non intendo i restauratori cosiddetti empirici, che purtroppo<br />

esistono ancora, soprattutto in Italia, ma intendo degli esperti, degli specialisti che siano<br />

educati a questo genere <strong>di</strong> lavoro sotto un piano strettamente, rigorosamente scientifico.<br />

«Il prof. Romanelli, in un suo sopralluogo <strong>di</strong> moltissimi anni fa rilevava, e questo<br />

suo rilievo è un pò in contrasto con un'affermazione contenuta in una pubblicazione più<br />

recente dell'ing. Lerici, che lo stato <strong>di</strong> conservazione dei <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> Tarquinia rimessi in luce<br />

aveva in pochi anni raggiunto - cito a memoria, credo <strong>di</strong> ricordare la frase – “un deterioramento<br />

superiore a quello a cui i <strong>di</strong>pinti stessi erano pervenuti durante tutti i secoli della<br />

loro sepoltura”. Il clima, l'aria, la luce sono degli elementi che contribuiscono al rapido<br />

deterioramento <strong>di</strong> queste opere.<br />

« Basterebbe tener conto <strong>di</strong> questa constatazione, per andare molto cauti nell'opera<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ssotterramento. Bisogna che la nostra opera tecnico-scientifica per raffinare i mezzi <strong>di</strong><br />

restauro sia favorita soprattutto da questo: accelerare i lavori <strong>di</strong> scavo significa togliere a<br />

questa ricerca la possibilità <strong>di</strong> maturare in modo <strong>di</strong> renderci certi della efficienza dei mezzi<br />

che usiamo».<br />

Il prof. Romanelli, accademico dei Lincei, presidente della Pontificia Accademia<br />

d'Archeologia, presidente dell'Istituto <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Romani, ispettore generale<br />

per l'Archeologia in Italia, <strong>di</strong>ce fra l'altro:<br />

«In una comunicazione che feci al Congresso <strong>di</strong> archeologia del 1958, <strong>di</strong>ssi che forse<br />

noi archeologi siamo <strong>di</strong>struttori delle Antichità, perchè, per il fatto stesso che molte volte le<br />

portiamo alla luce, finiamo per farle <strong>di</strong>struggere. Paragonavo un pò l'opera nostra a quello<br />

dello sperimentatore, che per curare una malattia, uccide, sia pure un animale. E così, forse<br />

molte volte facciamo noi, che per conoscere l'antichità, molte volte, scavando, finiamo col<br />

rovinare il monumento antico. Quin<strong>di</strong> il problema della conservazione è effettivamente un<br />

problema che ci riempie <strong>di</strong> ansia e perciò mi rifaccio a quanto <strong>di</strong>ceva poco f a Roton<strong>di</strong>, cioè<br />

che questo accelerare, eccessivamente (con questo non voglio <strong>di</strong>re che non si debba scavare: io<br />

stesso ho scavato, e credo che tutti i nostri colleghi scavano) significa anche accelerare, in<br />

certo modo, la <strong>di</strong>struzione del patrimonio archeologico, anche perchè molte volte noi non<br />

abbiamo questo personale e questi elementi che ci aiutino e ci gui<strong>di</strong>no a restaurare e a conservare<br />

questo materiale<br />

82


Il compianto prof. Maiuri:<br />

« Volevo soltanto far osservare che scoprire, scavare è una operazione abbastanza<br />

facile, ma conservare è <strong>di</strong>fficile. E io putroppo, dopo i miei 37-38 anni <strong>di</strong> scavi, debbo <strong>di</strong>re<br />

che qualche volta mi domando se non assistiamo forse alla seconda e definitiva <strong>di</strong>struzione<br />

<strong>di</strong> Pompei».<br />

Il prof. Griffo, a proposito degli scavi <strong>di</strong> Gela:<br />

«Abbiamo dovuto scavare qualche anno fa sotto pressioni in<strong>di</strong>cibili, pressioni della<br />

politica, della opportunità locale, pressione <strong>di</strong> una massa <strong>di</strong> denaro, fornitoci dalla Cassa<br />

del Mezzogiorno che doveva spendere per scavare e scavare; abbiamo scavato queste fortificazioni<br />

sotto terra per 2 millenni e mezzo circa, e noi avremmo dovuto scavarle soltanto in<br />

<strong>parte</strong>; abbiamo dovuto scavare tutto, e quelle fortificazioni in mattoni cru<strong>di</strong> così delicati,<br />

così assolutamente impossibili a conservarsi nel tempo, abbiamo dovuto metterli sotto una<br />

lastra <strong>di</strong> cristallo, con una tettoia; quanto ci resisteranno? Sarebbe stato più prudente scavarle<br />

in <strong>parte</strong>, o scavarle e reinterrarle; ora così non riusciremo a conservarle, ce le godremo<br />

per qualche generazione e basta».<br />

Il prof. Mustilli, or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> archeologia dell'Università <strong>di</strong> Napoli e Presidente<br />

<strong>di</strong> sezione del Consiglio Superiore alle Antichità e Belle Arti, parlando<br />

del metodo stratigrafico, comunemente impiegato negli scavi archeologici:<br />

«Ma questo metodo - ed è l'unico che oggi ancora possa essere applicato a uno scavo<br />

- si fonda principalmente sull'elemento umano, su una lunga minuziosa indagine del terreno<br />

da scavare, su una continua sorveglianza da <strong>parte</strong> dello scavatore, su una estesa, talvolta<br />

esasperante, raccolta <strong>di</strong> dati, su una dovizia <strong>di</strong> tempo senza limiti. Se indubbiamente<br />

l'elemento drammatico dello scavo è costituito dalla scoperta dell'oggetto che appare dopo<br />

secoli o millenni alla luce, il vero dramma consiste però nel fatto che lo scavo è un atto che<br />

non può essere mai ripetuto nelle stesse con<strong>di</strong>zioni: dove si è fermato l'uomo, gli anni, le<br />

guerre, la sabbia, la pioggia, il vento, l'opera <strong>di</strong>struttrice e costruttrice delle generazioni<br />

successive hanno impresso il loro segno, segno che l'archeologo deve ricostruire, indagare,<br />

rendere chiaro agli altri. Scavare significa <strong>di</strong>struggere una <strong>parte</strong> <strong>di</strong> questi segni e lasciare<br />

sul terreno solo quelli che sembrano più vali<strong>di</strong> e importanti: la scelta deve essere lungamente<br />

me<strong>di</strong>tata, perchè non esistono regole, non essendo alcun caso uguale ad un altro. Perciò uno<br />

scavatore <strong>di</strong> gran fama, sir Mortimer Wheeler, ha potuto affermare che non esiste un metodo<br />

giusto <strong>di</strong> scavo ma che ne esistono molti errati ed il principale è quello <strong>di</strong> trascurare le<br />

esperienze acquisite. Perciò, fin dal 1847 Boucher de Perthes scriveva: “si ha quasi il rimorso<br />

che le vestigia del passato siano strappate alla terra, dove un giorno esse sarebbero<br />

state utili per constatare fatti che non sarà più possibile constatare”. Il grande archeologo<br />

svedese O. Montelius raccomandava <strong>di</strong> non intraprendere scavi se non<br />

83


quando tutti i dati scientifici potessero essere conservati. Infine, il grande egittologo Flinders<br />

Petrie affermava che, eseguire lo scavo senza le adeguate precauzioni, significa operare da<br />

barbari senza nemmeno avere l'attenuante <strong>di</strong> essere barbari. Perchè quello che tanti hanno<br />

deprecato non avvenga è necessario un'opera lunga, una attrezzatura umana che è impossibile<br />

apprestare in breve tempo nelle nostre con<strong>di</strong>zioni».<br />

E cito ancora, per finire, una recente conversazione del prof. Romanelli,<br />

che ho prima ricordato, al Rotary Club <strong>di</strong> Roma, e intitolata appunto: « Perchè<br />

scaviamo? ».<br />

«Purtroppo molti degli scavi che oggi si eseguono sono, potremmo <strong>di</strong>re, scavi obbligati,<br />

non scelti e intrapresi secondo un programma e con uno scopo prestabilito. E mi spiego:<br />

uno scavo può essere reso necessario, anzi improrogabile, dal rinvenimento fortuito <strong>di</strong> resti<br />

archeologici in un'area nella quale si è iniziata la costruzione <strong>di</strong> un fabbricato, o della<br />

quale occorre avviare la bonifica e la messa a coltura: lo scavo ha allora uno scopo imme<strong>di</strong>ato<br />

e contingente: quello <strong>di</strong> accertare se il reperto archeologico è tale da obbligare a sconsigliare<br />

o a vietare la costruzione e la messa a coltura, o quanto meno <strong>di</strong> riconoscerne la consistenza<br />

e l'importanza prima <strong>di</strong> permetterne la <strong>di</strong>struzione o la rimozione: tale scopo non<br />

sempre, anzi molto <strong>di</strong> rado, coincide con un interesse specificatamente scientifico, nel senso<br />

che, se è necessario, per la più compiuta conoscenza del volto antico della nostra terra, tener<br />

conto <strong>di</strong> ogni scoperta, anche <strong>di</strong> limitata importanza, non sempre da tale scoperta scaturiscono<br />

elementi nuovi, scientificamente <strong>di</strong> rilievo.<br />

«Di ancora minore valore a questo fine sono gli scavi che si intraprndono per motivi,<br />

che chiameremo politici o turistici o campanilistici: perchè occorre sod<strong>di</strong>sfare qualche<br />

ambizioncella locale, per far piacere ad un sindaco o ad un autorevole parlamentare, per<br />

dar lavoro a <strong>di</strong>soccupati, per avere domani la possibilità <strong>di</strong> allestire, in un modesto centro<br />

<strong>di</strong> provincia, un più modesto spettacolo cui dare a sfondo la cavea <strong>di</strong> un teatro romano».<br />

Ma, attenzione, tutta questa deprecazione degli scavi archeologici - <strong>di</strong> alcuni<br />

scavi archeologici - da <strong>parte</strong> degli stessi archeologi, si riferisce a scavi archeologici<br />

organizzati, a scavi archeologici seri, fatti nella maniera cioè più<br />

scientifica possibile, compatibilmente con la nostra attuale conoscenza. E vorrei<br />

aggiungere che il metodo attuale <strong>di</strong> scavo è ben <strong>di</strong>verso da duello che poteva<br />

essere 40, o 20, o 10 anni or sono, e noi tutti deploriamo, per esempio i meto<strong>di</strong><br />

con cui il Boni ha scavato il Foro Romano (e per cui dati preziosi sull'età<br />

imperiale sono andati <strong>di</strong>spersi) e rimpiangiamo <strong>di</strong> non poter oggi, <strong>1963</strong>, scavare<br />

con ben <strong>di</strong>versi criteri quelle zone. Ed è certo che, col progre<strong>di</strong>re delle nostre<br />

conoscenze, ben <strong>di</strong>versi e più raffinati saranno i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> scavo che potremo<br />

impiegare negli anni a venire.<br />

Ma, ripeto, parliamo <strong>di</strong> scavi archeologici, <strong>di</strong>ciamo così,<br />

84


ufficiali. E quelli fatti dai <strong>di</strong>lettanti, che credono <strong>di</strong> conoscere la tecnica <strong>di</strong><br />

uno scavo archeologico solo perchè hanno una laurea in lettere o in architettura,<br />

o magari hanno seguito un corso universitario <strong>di</strong> archeologia? Hanno<br />

tenuto i rilievi, <strong>di</strong>stinti per strato, <strong>di</strong> tutte le zone scavate? Hanno setacciato<br />

il terreno? Hanno fotografato lo scavo in tutti i suoi particolari? Hanno<br />

recuperato, classificato, consolidato, restaurato tutti i reperti, esattamente<br />

ubicandoli? Hanno tenuto il regolare giornale <strong>di</strong> scavo, e l'elenco degli<br />

oggetti rinvenuti nei singoli strati?<br />

Se lo scavo archeologico in genere può essere dannoso, uno scavo<br />

fatto da un <strong>di</strong>lettante lo è sempre. E' un caso classico, credetemi, <strong>di</strong> delitto<br />

passionale. E qui anche dovrei citare l'art. 45 della legge 1° giugno 1939 n.<br />

1089, che vieta a chiunque - ente o privato che sia - <strong>di</strong> eseguire ricerche archeologiche<br />

senza una particolare autorizzazione del Ministero della Pubblica<br />

Istruzione, non, si ba<strong>di</strong>, della Soprintendenza.<br />

GLI SCAVI IN PROVINCIA DI FOGGIA<br />

Ma non voglio terminare senza <strong>di</strong>re, dopo tutte queste considerazioni<br />

negative, anche qualcosa <strong>di</strong> positivo. <strong>La</strong> prima cosa positiva, per il <strong>Foggia</strong>no,<br />

sono proprio i risultati ottenuti dall'amico prof. Ferri, negli scavi a<br />

Monte Saraceno e per le stele sipontine. <strong>La</strong> seconda, è che in Capitanata, e<br />

precisamente ad Ordona, l'antica Herdonia, sta lavorando, molto seriamente,<br />

da alcuni mesi, una missione archeologica belga, costituita da professori e<br />

assistenti delle quattro Università del Belgio: già notevoli risultati si sono<br />

raggiunti per quanto riguarda l'andamento e la forma della cerchia muraria,<br />

e la datazione <strong>di</strong> alcuni strati archeologici; mentre nuovi problemi <strong>di</strong> interpretazione<br />

dei reperti sono sorti, ma, come <strong>di</strong>ceva argutamente il prof. Mertèns,<br />

dell'Università <strong>di</strong> Lovanio, che <strong>di</strong>rige gli scavi, finchè non si scava,<br />

l'archeologo sa tutto; quando si comincia a scavare, l'archeologo sa molto<br />

meno. Naturalmente anche la missione Belga ha un regolare permesso ministeriale.<br />

Il terzo dato positivo è costituito da alcuni risultati <strong>di</strong> scavo ottenuti<br />

da un breve saggio eseguito recentemente in località Passo <strong>di</strong> Corvo dal<br />

dott. Trump del Museo <strong>di</strong> Malta e da alcuni altri stu<strong>di</strong>osi della Scuola Britannica<br />

<strong>di</strong> Roma, anche essi, naturalmente, con regolare permesso ministeriale.<br />

Si trattava cioè <strong>di</strong> chiarire alcuni dati <strong>di</strong> scavo relativi alle ricerche archeologiche<br />

eseguite subito dopo la guerra dal prof. Bradford, che con l'ausilio<br />

della fotografia aerea aveva identificato, nella pianura foggiana, numerosi<br />

inse<strong>di</strong>amenti preistorici e importanti impianti agricoli e <strong>di</strong> irrigazione,<br />

nonchè sistemi <strong>di</strong> centuriazione <strong>di</strong> età romana. I recenti saggi del Trump<br />

hanno appunto permesso <strong>di</strong> chiarire alcuni problemi <strong>di</strong> datazione relativi<br />

alla cultura neoeneolitica,<br />

85


particolarmente importante in questa zona. Ed i risultati saranno al più presto<br />

pubblicati.<br />

Ma io sento un interrogativo al quale non posso non rispondere: « Siponto,<br />

bisogna scavarla o non bisogna scavarla? ». Rispondo con un altro passo<br />

della conversazione del prof. Romanelli, che ho prima ricordato:<br />

«Ma oggi quello che interessa gli archeologi e gli stu<strong>di</strong>osi dell'antichità, e che essi<br />

cercano <strong>di</strong> recuperare attraverso lo scavo, è ben altro: è la ricostruzione della vita e della<br />

storia passata, considerate nella loro integrità, e quin<strong>di</strong> sotto tutti gli aspetti, <strong>di</strong> una o <strong>di</strong><br />

altra regione, <strong>di</strong> uno o <strong>di</strong> altro popolo, attraverso le testimonianze materiali che possono<br />

essere rimaste <strong>di</strong> esse: e tale ricostruzione non può ottenersi se noti con una ricerca attenta<br />

e meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> quelle testimonianze, ricerca che osservi ogni pur minimo elemento che<br />

da essa possa scaturire, nella sua essenza, nella sua relazione con gli elementi vicini,<br />

sovrapposti, e tutto sottoponga al vaglio <strong>di</strong> una critica severa e scevra da ogni idea e da<br />

ogni tesi preconcetta».<br />

AVVENIRE ARCHEOLOGICO DELLA DAUNIA<br />

Ecco, come bisogna scavare Siponto; e se volessimo ripetere le troppo<br />

citate parole <strong>di</strong> don Ferrer, « Adelante, ma con juicio ». Ma, attenzione, l'opera<br />

<strong>di</strong> scavo <strong>di</strong> una città importa decenni <strong>di</strong> lavoro e miliar<strong>di</strong>, <strong>di</strong>co miliar<strong>di</strong>, <strong>di</strong> spesa,<br />

sia pure ripartiti in lungo tempo. E bisogna anzitutto, come <strong>di</strong>cevo prima,<br />

conservare: impe<strong>di</strong>re, cioè nel caso nostro, che le possibilità <strong>di</strong> scavo siano <strong>di</strong>strutte<br />

da mo<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> terreni, da costruzioni abusive. Già parecchi anni or<br />

sono il nostro Ministero ha vincolato un'ampia estensione dell'antica Siponto a<br />

<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ogni costruzione; nel rispettare tale <strong>di</strong>vieto il nostro Ministero, penso,<br />

sarà ben fermo, ma i primi a volerlo rispettare debbono essere proprio i citta<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> Manfredonia. In secondo luogo, bisogna avere la <strong>di</strong>sponibilità dei terreni:<br />

credo che alcuni siano ancora <strong>di</strong> proprietà privata: penso che il Consorzio <strong>di</strong><br />

Bonifica farebbe opera santa acquistandoli tutti, nell'interesse generale. Terzo,<br />

avere la possibilità e i fon<strong>di</strong> per poter avere sul posto il personale necessario: e<br />

quando si dovrà iniziare lo scavo, ci dovranno essere assistenti specializzati,<br />

<strong>di</strong>segnatori, restauratori, oltre all'archeologo o agli archeologi (e, se necessario,<br />

il preistorico, il topografo, l'epigrafista, il me<strong>di</strong>oevalista). Ma qui torniamo al<br />

punto <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza: alla necessità <strong>di</strong> avere anzitutto quella sezione archeologica foggiana,<br />

perchè l'archeologo cominci intanto a stu<strong>di</strong>are dove sia più importante ed<br />

opportuno cominciare lo scavo, quali sono i mezzi e le persone necessarie alla<br />

prima campagna <strong>di</strong> scavo, nonchè alle conseguenti opere <strong>di</strong> restauro e consolidamento<br />

dei monumenti rimessi in luce, <strong>di</strong> conservazione, <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a: problemi<br />

questi,<br />

86


più importanti dello scavo stesso. Per finire con un'ultima citazione, vi ricorderò<br />

che il prof. Lugli, già or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> topografia romana e topografia dell'Italia<br />

antica nella Università <strong>di</strong> Roma, calcolava che, in uno scavo archeologico, il<br />

vero e proprio scavo incideva solo per 1/20 in me<strong>di</strong>a sul totale delle spese <strong>di</strong><br />

conservazione, restauro, manutenzione: altrimenti, davvero, è molto meglio<br />

non scavare; ed è questa la conclusione.<br />

Avrei potuto <strong>di</strong>re, tante belle parole, ho preferito <strong>di</strong>re la verità, confermando<br />

così, quanto <strong>di</strong>ceva Barbacci, che i Soprintendenti, se vogliono fare il loro dovere,<br />

devono essere impopolari.<br />

Vorrei solo che queste mie parole fossero tra noi talvolta me<strong>di</strong>tate, nell'interesse<br />

della serietà degli stu<strong>di</strong> italiani e dell'avvenire anche archeologico <strong>di</strong><br />

questa provincia.<br />

NEVIO DEGRASSI<br />

Prof. NEVIO DEGRASSI, soprintendente in Taranto alle Antichità <strong>di</strong> Puglia e<br />

del Materano.<br />

__________<br />

Fin dai primor<strong>di</strong> della ricostruzione democratica, i grossi problemi della protezione<br />

e valorizzazione storico -artistico -archeologica, comuni a tutte le regioni d'Italia,<br />

hanno insolitamente mobilitato nella nostra provincia una vasta zona <strong>di</strong> opinione pubblica.<br />

« Il 1949 - ricordava « Corriere Meri<strong>di</strong>onale » (10 giugno 1962, pag. 4) - nella<br />

seduta inaugurale della Società Dauna <strong>di</strong> Cultura, presente l'on. Perrone-Capano, sottosegretario<br />

alla P.I., Mario Simone impostò il problema dei monumenti e degli istituti <strong>di</strong><br />

cultura danneggiati a causa della guerra. Il risveglio della coscienza pubblica e le misure<br />

riparatorie derivano da quella iniziativa. Dopo, son venuti quelli della sesta giornata a<br />

scoprire il merlo bianco. Non si deve credere, purtuttavia, che null'altro più ci sia da<br />

fare. Le tre Soprintendenze sono lontane (quella Bibliografica e l'altra per i Monumenti<br />

e le Gallerie a Bari, quella per le Antichità a Taranto) e non <strong>di</strong>spongono dei funzionari<br />

sufficienti ai bisogni delle due regioni <strong>di</strong>pendenti, Puglia e Lucania. Che <strong>di</strong>re, poi, degli<br />

ispettori onorari? Salvo qualcuno, sono dormienti o esautorati dal potere locale. Nel 54<br />

si volle dunque intensificare l'azione a suo tempo iniziata: la Società tenne due convegni<br />

(il primo convocato dal prefetto dott. D'Aiuto, sensibile a questi problemi) che<br />

intitolò « per la protezione e la valorizzazione del patrimonio storico artistico archeologico<br />

». Con i soprintendenti, professori Degrassi e Schettini, intervenne Amedeo Maiuri<br />

(tanto nomini... ) che oltre un <strong>di</strong>scorso in assemblea, scrisse in « Corriere della Sera »<br />

un articolo sulla Daunia archeologica. Si <strong>di</strong>sse che quelle furono manifestazioni « tipiche<br />

» della nuova cultura, perchè si parlò poco e bene, non si banchettò e vennero subito<br />

i primi provve<strong>di</strong>menti. Si sottrassero gli scavi archeologici al presuntuoso arbìtrio<br />

degli enti assuntori dei cantieri <strong>di</strong> lavoro; per i futuri <strong>di</strong>rigenti dei cantieri <strong>di</strong> scavo archeologico<br />

si tenne un corso d'istruzione; si spinse l'Amm.ne provinciale a nominare<br />

una commissione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per costituire un museo centrale, carente quello comunale<br />

del Capoluogo, nonostante le cure del conservatore « pro-tempore », il benemerito<br />

prof. Santol-<br />

87


lino. Si nominò un Comitato, per la costituzione all'uopo <strong>di</strong> un consorzio <strong>di</strong> enti pubblici<br />

e <strong>di</strong> società private.<br />

« Passavano quin<strong>di</strong> otto anni non certamente inutili. <strong>La</strong> coscienza pubblica per<br />

questi problemi si è approfon<strong>di</strong>ta, gli interessi culturali sono aumentati, sono sorti altri<br />

sodalizi (Lyon's, Rotary...) che non trascurano <strong>di</strong> occuparsi <strong>di</strong> quel patrimonio: ma non<br />

si è fatto tutto quanto è necessario e si attende dalla classe intellettuale e <strong>di</strong>rigente della<br />

nostra provincia ».<br />

Perciò il 30 maggio dell'anno scorso, la medesima Società, col patrocinio del<br />

M.ro della P.I., tenne il terzo dei suoi convegni, con l'intervento <strong>di</strong> Bruno Molaioli, da<br />

poco tempo chiamato alla <strong>di</strong>rezione delle Antichità e Belle Arti. <strong>La</strong> importante assise<br />

riba<strong>di</strong>va i concetti fondamentali della benemerita azione co ndotta dall'ente promotore:<br />

sviluppo della coscienza a favore del patrimonio storico-artistico-archeologico, vigilanza delle Autorità<br />

locali, interventi governativi, tra i quali la istituzione in <strong>Foggia</strong> <strong>di</strong>. un ufficio delle due Soprintendenze<br />

<strong>di</strong> Bari e <strong>di</strong> Taranto.<br />

Mentre si attende alla pubblicazione in volume degli atti <strong>di</strong> quel Convegno e si<br />

annunzia la convocazione del quarto, siamo lieti <strong>di</strong> raccogliere in queste pagine la voce<br />

autorevole del prof. Degrassi, fiduciosi che vogliano tenerla <strong>di</strong> conto quei privati ed<br />

enti ai quali la suggestione dell'antiquaria, non controllata da sapienza e da prudenza, fa<br />

spesso produrre danni rilevanti e irreparabili alle patrie memorie.<br />

Sui tentativi più recenti d'indagine archeologica in provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, e particolarmente<br />

su quelli <strong>di</strong> Manfredonia, si consulti quanto riferì lo zelante e colto ispettore<br />

locale dei Monumenti e Scavi, can. teol. prof. Silvestro Mastrobuoni in « il Rievocatore<br />

» <strong>di</strong> Napoli, anno VI e, in estratto, Antichità Sipontine - Documenti e illustrazioni con note<br />

d'arte e <strong>di</strong> storia. Napoli, Tip. « Flori<strong>di</strong>ana », 1955. (n. d. r.).<br />

88


Realizzazioni e previsioni<br />

dell'Istituto Autonomo per le Case Popolari <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> *<br />

L'e<strong>di</strong>lizia popolare ed economica costituisce ormai uno dei car<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> maggiore interesse della politica economica e sociale del nostro Paese,<br />

ed i piani che si susseguono <strong>di</strong>mostrano quale importanza rivesta oggi, per<br />

gli uomini <strong>di</strong> Governo e per le famiglie dei lavoratori, il problema della<br />

casa.<br />

Dopo quattor<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> intensa attività svolta dalla Gestione INA-<br />

Casa attraverso la <strong>di</strong>retta collaborazione degli Istituti Case Popolari, la<br />

legge del 14 febbraio <strong>1963</strong>, n. 60 imposta un programma decennale <strong>di</strong> lavori<br />

ed apre la porta a molte soluzioni veramente apprezzabili sotto il<br />

profilo umano e sociale. Esso, oltre ad agevolare coloro che già occupano<br />

alloggi della Gestione Ina-Casa, prevede l'impiego del cospicuo finanziamento<br />

<strong>di</strong> mille miliar<strong>di</strong>, <strong>di</strong> cui il 40% è destinato all'Italia Meri<strong>di</strong>onale ed<br />

Insulare.<br />

Senza dubbio la Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, con il suo piú alto coefficiente<br />

<strong>di</strong> affollamento, sarà considerata fra quelle maggiormente bisognose e non<br />

potrà non beneficiare, nel corso del nuovo decennio, <strong>di</strong> un tangibile e<br />

concreto stanziamento, che le consentirà <strong>di</strong> alleviare in modo notevole le<br />

preoccupanti situazioni già accertate e piú volte denunziate.<br />

I compiti che la nuova legge attribuisce agli Istituti sono <strong>di</strong> portata<br />

molto ampia, sia per quanto riguarda le operazioni connesse con<br />

__________<br />

* Debitamente autorizzati, avendola ridotta in forma <strong>di</strong> articolo, pubblichiamo<br />

la relazione presidenziale al bilancio <strong>di</strong> previsione <strong>1963</strong>-64 dell'Istituto Autonomo<br />

per le Case Popolari <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

89


la liquidazione del vecchio patrimonio dell'Ina-Casa, sia per l'attuazione<br />

dei nuovi piani costruttivi.<br />

E' questo un giusto riconoscimento dell'attività e della specifica<br />

competenza dei nostri Enti, i quali hanno dato prova inconfutabile <strong>di</strong><br />

assolvere con senso <strong>di</strong> alta responsabilità i complessi e delicati incarichi<br />

loro affidati.<br />

Nuovi incarichi, quin<strong>di</strong>, ulteriori attribuzioni e problemi <strong>di</strong> piú vasta<br />

portata dovranno essere affrontati dal nostro Ente nell'imminente<br />

futuro, e <strong>di</strong> ciò non possiamo che rallegrarci perché la nostra organizzazione<br />

ed i nostri servizi, creati e potenziati per un <strong>di</strong>namico sviluppo<br />

della e<strong>di</strong>lizia popolare in Capitanata, saranno in grado <strong>di</strong> svolgere, con<br />

serenità e passione, tutte le delicate e complesse funzioni previste dalla<br />

legge.<br />

Ma, perché possa operarsi con tranquillità, in un'atmosfera <strong>di</strong> sereno<br />

e proficuo lavoro, sarà necessario rivedere e adeguare alcune <strong>di</strong>sposizioni<br />

ritenute pregiu<strong>di</strong>zievoli al regolare svolgersi dei programmi <strong>di</strong><br />

opere, favorendo e facilitando tutte quelle possibili iniziative atte a snellire<br />

le complesse procedure burocratiche.<br />

L'esperienza ci spinge a sollevare un argomento <strong>di</strong> estrema delicatezza<br />

e <strong>di</strong> grande interesse: quello della in<strong>di</strong>scriminata determinazione<br />

dei costi massimi a vano, finora ammessi nella elaborazione dei progetti.<br />

A <strong>parte</strong> la incerta e mutevole situazione, che giornalmente si manifesta<br />

nel settore e<strong>di</strong>lizio per effetto degli adeguamenti <strong>di</strong> merce<strong>di</strong> alle<br />

maestranze ed agli operai e per il continuo rialzo dei costi dei materiali,<br />

è in<strong>di</strong>spensabile che ogni progettista sia messo in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> prevedere,<br />

ogni utile particolare delle opere, rifinite e complete <strong>di</strong> tutti gli in<strong>di</strong>spensabili<br />

servizi, che una moderna e confortevole casa oggi richiede.<br />

Deve considerarsi superato il tempo in cui si costruivano fabbricati<br />

-ricovero od alloggi, aventi il solo scopo <strong>di</strong> ospitare famiglie senza tetto;<br />

la evoluzione sociale, il piú alto livello economico raggiunto dai nostri<br />

lavoratori, le migliorate con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita del popolo italiano, impongono<br />

un deciso e costante orientamento verso soluzioni architettoniche<br />

piú apprezzabili e con funzionalità sempre maggiori.<br />

Non può inoltre, essere sottovalutato il grande <strong>di</strong>vario esistente<br />

tra le varie zone anche <strong>di</strong> una stessa Provincia, prescelte per le costruzioni<br />

<strong>di</strong> case popolari, sia per quanto riguarda la natura geologica del<br />

terreno, che per la presenza <strong>di</strong> materiali e<strong>di</strong>lizi sul posto. Sono tutti fattori<br />

determinanti ed essenziali, che devonsi considerare con ogni assoluta<br />

attenzione se si vuol portare l'e<strong>di</strong>lizia popolare ad un<br />

90


livello piú consono ai nostri tempi e piú aderente alle esigenze delle<br />

masse dei lavoratori. Maggiore elasticità, quin<strong>di</strong>, nella preventiva determinazione<br />

dei posti-vano, ed attento controllo da <strong>parte</strong> degli Organi<br />

preposti all'accertamento <strong>di</strong> tutte quelle obiettive valutazioni considerate<br />

in sede <strong>di</strong> progettazione.<br />

Sarà, cosí, possibile operare con maggiore spe<strong>di</strong>tezza, assicurando<br />

nel contempo alle <strong>di</strong>tte appaltatrici la necessaria tranquillità nella remunerazione<br />

del lavoro. In proposito qualche Istituto ha richiamato l'attenzione<br />

degli Organi Centrali su un problema <strong>di</strong> cosí vivo interesse per<br />

tutti gli Enti che operano in un settore tanto delicato; si nutre fiducia<br />

che, con la collaborazione <strong>di</strong> tutti, esso sia favorevolmente definito.<br />

II programma <strong>di</strong> lavori previsto dalla richiamata legge deve comunque<br />

ancora avviarsi, ed il suo rodaggio sarà abbastanza laborioso,<br />

richiedendo una organizzazione <strong>di</strong> servizi centrali e periferici per la applicazione<br />

delle recenti norme, per cui molto <strong>di</strong>fficilmente, nel nuovo<br />

esercizio finanziario potranno cominciare a raccogliersi i primi frutti.<br />

D'altra <strong>parte</strong> mancano elementi concreti sulla entità <strong>di</strong> finanziamenti che<br />

nella prima fase <strong>di</strong> applicazione della Legge, potranno essere impiegati.<br />

Sarà, comunque, necessario ed opportuno ri<strong>di</strong>mensionare la pianta<br />

organica, potenziando i servizi in quei settori dove l'Ente sarà piú impegnato,<br />

in modo da assicurare ogni volta il suo tempestivo e concreto intervento.<br />

Per ora, restando in uno sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> maggiore concretezza, nella<br />

elaborazione del bilancio <strong>di</strong> previsione ci si è riferiti unicamente ai piani<br />

costruttivi autorizzati e finanziati, sud<strong>di</strong>videndo questi a seconda che<br />

trattasi <strong>di</strong> alloggi popolari dì proprietà dell'Istituto, del Ministero dei LL.<br />

PP. o della Gestione <strong>di</strong> Case per <strong>La</strong>voratori.<br />

Costruzione <strong>di</strong> case popolari.<br />

II finanziamento <strong>di</strong> L. 800 milioni autorizzato in applicazione della<br />

Legge 26 ottobre 1960 n. 1327 è stato quasi completamente impiegato<br />

e la maggior <strong>parte</strong> delle opere è in fase <strong>di</strong> ultimazione. Restano da appaltare,<br />

solamente, due lavori che interessano il Comune <strong>di</strong> S. Severo per L.<br />

37.500.000 e quello <strong>di</strong> Serracapriola per L. 20 milioni, le cui licitazioni<br />

private, andate ripetutamente deserte, hanno obbligato l'Istituto a rielaborare<br />

ed aggiornare i progetti.<br />

E' stato recentemente appaltato un lavoro <strong>di</strong> L. 30 milioni per costruzione<br />

<strong>di</strong> case popolari in Cerignola, assistito dal contributo statale<br />

del 4% ai sensi della legge 2 luglio 1949 n. 408, contributo ch'è<br />

91


stato revocato all'Amministrazione Comunale del posto, mentre analogo<br />

programma <strong>di</strong> L. 70 milioni, il cui contributo è stato revocato all'Amministrazione<br />

<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, risulta qui realizzato. Sono, inoltre, da<br />

impiegare due residui <strong>di</strong> finanziamenti autorizzati in base alle leggi 2 luglio<br />

1949 n. 408 e 24 luglio 1959 n. 622, ammontanti complessivamente ad<br />

oltre L. 66,5 milioni, derivanti da economie conseguite per due programmi<br />

costruttivi già realizzati nella zona del « Tratturo dei Preti » e del « Viale<br />

Ofanto » nello stesso Capoluogo.<br />

In base all'art. 12 della Legge 2 luglio 1949 n. 408 risultano, in fase<br />

<strong>di</strong> ultimazione, lavori per un complesso <strong>di</strong> L. 480 milioni, nella zona del<br />

Viale Candelaro in <strong>Foggia</strong>, mentre un altro programma <strong>di</strong> L. 328 milioni,<br />

già progettato, che si presume possa andare in appalto con imminenza,<br />

comporta la costruzione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> abitazioni a carattere estensivo<br />

nella nuova zona del « Tratturo S. Lorenzo ».<br />

Il piano e<strong>di</strong>lizio <strong>di</strong> maggiore consistenza è rappresentato da quello<br />

finanziato in applicazione della legge 21 aprile 1962 n. 195, per un ammontare<br />

complessivo <strong>di</strong> L. 1.270 milioni. Di questi 321 rappresentano un<br />

primo intervento per il risanamento del Quartiere Borgo Croci, 400 sono<br />

destinati alla costruzione <strong>di</strong> alloggi popolari nella città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e 529 sono<br />

ripartiti, per la realizzazione <strong>di</strong> medesimi alloggi, tra 12 Comuni della<br />

Provincia.<br />

A tutt'oggi risultano appaltate e consegnate opere per L. 721 milioni,<br />

che interessano il solo Capoluogo, mentre le licitazioni private <strong>di</strong> alcuni<br />

lavori riferiti a Comuni della Provincia sono state <strong>di</strong>chiarate deserte,<br />

per mancanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>tte <strong>parte</strong>cipanti.<br />

Purtroppo, devesi constatare con vivo <strong>di</strong>sappunto come frequentemente<br />

gare <strong>di</strong> appalto anche <strong>di</strong> importo notevole vanno deserte, e questo<br />

assenteismo <strong>di</strong> imprese non può non essere messo in relazione alla incertezza<br />

economica del momento, alla <strong>di</strong>namica dei costi, sempre in continuo<br />

aumento, ed alla limitata o pressocché nulla remunerazione delle opere<br />

circoscritte da un teorico e massimo costo per vano.<br />

Sempre per la soluzione del problema <strong>di</strong> Borgo Croci, il Ministero<br />

dei LL. PP. ha recentemente assegnato al nostro Ente il contributo statale<br />

del 5% su un programma <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> un miliardo <strong>di</strong> lire. Esso dovrà essere<br />

integrato, per <strong>di</strong>sposizioni del prefato Dicastero, da un concorso dell'1 %<br />

a carico dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> e del Comune <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ragguagliato<br />

alla spesa complessiva, per tutta la durata dell'ammortamento del<br />

mutuo, stabilita in 35 anni, e ciò allo scopo <strong>di</strong> ottenere, dagli alloggi che<br />

andranno a costruirsi, canoni <strong>di</strong> locazione <strong>di</strong> modesta entità.<br />

Il Comune <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ha già provveduto ad adottare le necessarie<br />

92


deliberazioni per la concessione del predetto contributo trentacinquennale,<br />

il quale è stato esteso anche al programma <strong>di</strong> L. 321 milioni, già<br />

appaltato, mentre l'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> non è stata ancora in<br />

grado <strong>di</strong> poter adottare alcuna determinazione ed ha rinviato la <strong>di</strong>scussione<br />

dell'argomento alle prossime riunioni del Consiglio.<br />

In<strong>di</strong>pendentemente da queste ultime concessioni, mi piace sottolineare<br />

che già i predetti Enti locali hanno <strong>parte</strong>cipato tangibilmente ai<br />

programmi costruttivi realizzati dal nostro Istituto, per un miliardo <strong>di</strong><br />

lire, nella zona del Viale Candelaro, corrispondendo un altro analogo<br />

contributo annuo <strong>di</strong> L. 10 milioni ognuno, contributo che, pur essendo<br />

stato deliberato annualmente, dovrebbe essere ora stanziato nei bilanci<br />

dei predetti Enti, per tutto il periodo <strong>di</strong> ammortamento del mutuo.<br />

Costruzione <strong>di</strong> case per conto del Ministero dei LL. PP.<br />

Esaurito quasi totalmente il programma <strong>di</strong> lavori finanziato ai sensi<br />

della legge 9 agosto 1954 n. 640, restano da eseguire solo alcune costruzioni<br />

interessanti pochi Comuni della Provincia e precisamente: Trinitapoli<br />

L. 70 milioni; Candela L. 50 m.; M. S. Angelo L. 35 m.; Cagnano<br />

L. 20 m.; Acca<strong>di</strong>a L. 7,5 m.; S. Giovanni R. L. 35 m.; totale L. 217, 5<br />

milioni.<br />

I lavori riferiti ai primi quattro Comuni sono stati da tempo appaltati,<br />

ma non hanno potuto avere pratico inizio oltre che per ragioni <strong>di</strong><br />

or<strong>di</strong>ne vario, anche a causa dell'eccessivo ritardo con cui sono state approvate<br />

alcune perizie suppletive da <strong>parte</strong> degli Organi Centrali: ritardo<br />

che ha comportato la presentazione <strong>di</strong> richieste <strong>di</strong> riserve da <strong>parte</strong> delle<br />

imprese appaltatrici, con evidenti ripercussioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne amministrativo<br />

ed economico fino a quando non si ad<strong>di</strong>verrà ad una soluzione definitiva<br />

delle singole questioni. Gli altri lavori, benché portati in gara, non è<br />

stato possibile poterli affidare in appalto per la assenza delle imprese<br />

invitate alle licitazioni private: assenza che si è ripetutamente manifestata<br />

anche dopo aver rielaborato i progetti ed aver aggiornato i prezzi.<br />

Un programma, che impegnerà a fondo il nostro Istituto, è quello<br />

connesso con la costruzione <strong>di</strong> alloggi in favore dei lavoratori agricoli<br />

<strong>di</strong>pendenti (legge 30 <strong>di</strong>cembre 1960, n. 1676). Per la nostra Provincia,<br />

nel primo triennio <strong>di</strong> applicazione del Piano, è stata stanziata la somma<br />

<strong>di</strong> L. 1 miliardo <strong>di</strong> cui L. 700 milioni affidati all'Istituto, per costruzioni<br />

da eseguire <strong>di</strong>rettamente in 15 centri. Con successivo provve<strong>di</strong>mento è<br />

stato <strong>di</strong>sposto un ulteriore stanziamento <strong>di</strong> L. 100 mi-<br />

93


lioni in favore <strong>di</strong> quattro Comuni colpiti dal movimento tellurico dello<br />

scorso anno. Superate le prime formalità, elaborati i relativi progetti,<br />

reperite le necessarie aree e<strong>di</strong>lizie, si è passati rapidamente alla fase <strong>di</strong><br />

materiale esecuzione della legge ma, putroppo, anche in questo settore si<br />

sono dovute constatare <strong>di</strong>serzioni <strong>di</strong> gare <strong>di</strong> appalto, che hanno comportato<br />

un arresto nei programmi prestabiliti.<br />

Non resta che augurarsi la sollecita normalizzazione <strong>di</strong> tutto il<br />

mercato e<strong>di</strong>lizio ed il ritorno <strong>di</strong> quella necessaria tranquillità in tutti gli<br />

operatori economici, che sono da considerarsi gli elementi principali ed<br />

in<strong>di</strong>spensabili per l'attuazione della politica sociale impostata dal nostro<br />

Governo.<br />

Costruzione <strong>di</strong> case per lavoratori.<br />

Utilizzati anzitempo tutti i finanziamenti assegnati dalla ex-<br />

Gestione Ina-Casa, restano da realizzare alcuni residui lavori per la costruzione<br />

<strong>di</strong> alloggi nei seguenti Comuni della Provincia, per i quali solo<br />

<strong>di</strong> recente sono state <strong>di</strong>sposte le prime autorizzazioni all'appalto: Ischitella<br />

12 milioni; S. Nicandro G.co 37 m.; Orsara <strong>di</strong> P. 12 m.; Troia<br />

240 m.; Ro<strong>di</strong> 25 m.; S. Marco in L. 70 m.; Trinitapoli 12 m. In totale<br />

L. 408 milioni.<br />

Per completare il piano <strong>di</strong> assestamento del 2° settennio, la nostra<br />

Provincia dovrebbe beneficiare ancora <strong>di</strong> uno stanziamento <strong>di</strong> L. 1.459<br />

milioni, cosí ripartito: <strong>Foggia</strong> 265 milioni; S. Severo 600 m.; Cerignola<br />

189 m.; Manfredonia 300 m.; Margherita S. 150 milioni.<br />

Ma sembra che questi ultimi finanziamenti saranno stornati dagli<br />

organi deliberanti, per fronteggiare altre situazioni particolari in campo<br />

nazionale. Inoltre sono in corso <strong>di</strong> elaborazione le perizie particolari,<br />

riguardanti i lavori <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria manutenzione degli immobili realizzati<br />

nel 1° e nel 2° settennio nella intera Provincia, per metterli in con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> piena e completa efficienza, prima <strong>di</strong> trasferirli a riscatto a<br />

favore degli inquilini, ovvero in proprietà degli I.A.C.P., cosí come previsto<br />

dalla nuova legge.<br />

Per quanto riguarda i programmi <strong>di</strong> massa, si attendono istruzioni<br />

dall'Ente « Gestione Case per <strong>La</strong>voratori » in relazione alle norme <strong>di</strong><br />

applicazione e <strong>di</strong> esecuzione della legge testè pubblicata.<br />

Si prevede, comunque, un vasto programma <strong>di</strong> lavori che il nostro<br />

Ente svolgerà nel prossimo esercizio finanziario, come si rileva dal seguente<br />

riepilogo:<br />

94


Situazione finanziaria.<br />

<strong>La</strong> situazione finanziaria dell'Istituto è <strong>di</strong>venuta assai pesante, e<br />

minaccia <strong>di</strong> compromettere il regolare svolgimento <strong>di</strong> tutta la or<strong>di</strong>naria<br />

attività. Le principali cause si possono cosí riassumere:<br />

1) Enorme ritardo con cui si rende funzionale ed abitabile il<br />

complesso e<strong>di</strong>lizio del Quartiere Residenziale, i cui alloggi, ultimati da<br />

molti anni, non sono ancora stati consegnati agli assegnatari per la mancanza<br />

dei servizi generali e delle opere sociali, la cui esecuzione ricade a<br />

carico del Comune<br />

Poiché gran <strong>parte</strong> <strong>di</strong> esse risulta eseguita dalla nuova civica Amministrazione,<br />

si prevede che nel prossimo autunno tutte le famiglie interessate<br />

prenderanno possesso degli appartamenti loro assegnati.<br />

L'Istituto, impegnato con 900 milioni <strong>di</strong> mutui concessi dalla Cassa<br />

DD. PP., per case popolari costruite al predetto Quartiere, fino al<br />

mese <strong>di</strong> aprile <strong>1963</strong> ha sostenuto un onere <strong>di</strong> ben lire 104.198.328 a titolo<br />

<strong>di</strong> rate d'ammortamento, senza che sia stato compensato da alcun<br />

provento. <strong>La</strong> situazione appare ancor piú grave ove si considerino le enormi<br />

spese che occorreranno per mettere gli alloggi costruiti e gli impianti<br />

in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> piena efficienza, dopo un cosí lungo periodo <strong>di</strong><br />

abbandono, e quelle che si sopportano, per la guar<strong>di</strong>ania degli immobli,<br />

dopo che n'è cessato l'obbligo a carico delle Imprese fino all'approvazione<br />

degli atti <strong>di</strong> collaudo.<br />

2) Mancato sincronismo tra l'inizio dell'ammortamento dei mu-<br />

95


tui e la red<strong>di</strong>tività degli immobili costruiti con i mutui stessi. Normalmente<br />

la concessione del prestito coincide con l'approvazione del progetto<br />

e con la successiva aggiu<strong>di</strong>cazione dei lavori. Ma, mentre gli oneri<br />

relativi al finanziamento ottenuto sono imme<strong>di</strong>ati, in quanto vengono<br />

subito ad imputarsi all'Istituto gli interessi <strong>di</strong> pre-ammortamento in relazione<br />

alle somme erogate nel corso dei lavori e, dal l° gennaio dell'anno<br />

successivo, anche le or<strong>di</strong>narie rate d'ammortamento, le costruzioni appaltate<br />

producono i loro effetti positivi non prima <strong>di</strong> 16 o 18 mesi, sempre<br />

quando le cose procedono regolarmente.<br />

Ma la norma è quasi sempre sostituita dalla eccezione poiché nella<br />

quasi totalità dei casi occorrono due anni ed oltre per conseguire il red<strong>di</strong>to<br />

dai fabbricati realizzati e ciò non per colpa dell'Istituto o delle imprese,<br />

ma generalmente o per circostanze <strong>di</strong> forza maggiore o per tar<strong>di</strong>vi<br />

interventi delle Amministrazioni Comunali nelle opere rientranti nella<br />

loro competenza.<br />

Questo stato <strong>di</strong> cose comporta la necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferire l'inizio dell'ammortamento<br />

dei mutui al momento in cui gli alloggi sono in con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> produrre un equivalente red<strong>di</strong>to. Solo cosí potrà essere evitata<br />

una costante erosione della limitata capacità finanziaria degli Istituti, che<br />

non possono piú fronteggiare la situazione <strong>di</strong> squilibrio economico e<br />

finanziario che, essendo comune a tutti gli Istituti d'Italia, è stata da<br />

tempo segnalata agli Organi <strong>di</strong> Governo.<br />

3) Terza causa è quella che può definirsi « la politica delle pigioni<br />

».<br />

Il complesso e<strong>di</strong>lizio del Viale Candelaro, in <strong>Foggia</strong>, è stato realizzato<br />

in base all'art. 12 della legge 2 luglio 1949 n. 408, per una complessiva<br />

spesa <strong>di</strong> un miliardo <strong>di</strong> lire, fronteggiata con un mutuo <strong>di</strong> pari importo,<br />

concesso a con<strong>di</strong>zioni sensibilmente onerose, dallo INAIL e dall'INPS.<br />

Poiché i fitti derivanti da tali costruzioni erano notevolmente alti<br />

e non sostenibili dalle con<strong>di</strong>zioni economiche degli assegnatari, l' Istituto<br />

fu costretto apportare la riduzione <strong>di</strong> circa il 50% alle pigioni cosí<br />

determinate.<br />

Anche se una <strong>parte</strong> della per<strong>di</strong>ta è stato possibile riversarla sulle<br />

Amministrazioni <strong>Provinciale</strong> e Comunale, con la concessione del contributo<br />

dell 1% <strong>di</strong> cui si è detto innanzi, il bilancio dell'Istituto ha risentito<br />

della minore entrata, derivante dal provve<strong>di</strong>mento adottato, con le conseguenze<br />

che oggi si presentano nella situazione in esame.<br />

4) <strong>La</strong> costruzione della sede dell'Istituto, che senza prestiti e<br />

contributo statale è costata oltre 50 milioni, è stata un'altra compomente<br />

determinante dell'attuale stato finanziario. Essa, pur tuttavia, non ci<br />

preoccupa eccessivamente, anzi ci porta a considerare con ottimismo<br />

96


e sod<strong>di</strong>sfazione l'investimento ed il consolidamento <strong>di</strong> quella somma in immobili,<br />

nonostante che siano produttivi soltanto <strong>di</strong> red<strong>di</strong>ti fittizi.<br />

Alle predette cause <strong>di</strong> maggior rilievo si potrebbero aggiungere molte altre<br />

complementari e <strong>di</strong> natura <strong>di</strong>versa che, pur essendo singolarmente non determinanti,<br />

nel complesso hanno portato la loro ripercussione negativa.<br />

Elencate cause ed effetti, si prevede che ad arginare la situazione potrà concorrere<br />

il mutuo <strong>di</strong> L. 200 milioni, concesso dalla Direzione Generale degli Istituti<br />

<strong>di</strong> Previdenza, mentre si auspica la normalizzazione <strong>di</strong> tutte le situazioni illustrate e<br />

il pronto intervento degli organi <strong>di</strong> Stato, per <strong>di</strong>sciplinare in modo piú razionale o<br />

meno gravoso il sistema <strong>di</strong> ammortamento dei mutui.<br />

Riscatto degli alloggi.<br />

<strong>La</strong> legge 27 aprile 1962 n. 231 sul riscatto degli alloggi ha stabilito norme innovative<br />

rispetto a quelle previste dal D.P.R. 17 gennaio 1959 n. 2, obbligando<br />

('Ufficio Amministrativo ad un notevole lavoro <strong>di</strong> aggiornamento e <strong>di</strong> riorganizzazione<br />

<strong>di</strong> tutto il settore. Si è ritenuto, perciò, urgente ed in<strong>di</strong>spensabile creare un<br />

apposito ufficio in grado <strong>di</strong> poter assolvere il servizio del riscatto anche in vista<br />

degli ulteriori compiti attribuiti all'Istituto dalla nuova legge 14 febbraio <strong>1963</strong>, n. 60<br />

sulla liquidazione del patrimonio e<strong>di</strong>lizio dell'Ina-Casa.<br />

<strong>La</strong> situazione riguardante le pratiche <strong>di</strong> riscatto dei soli alloggi popolari risulta<br />

essere la seguente: alloggi popolari in red<strong>di</strong>to al 28 febbraio 1962 n. 2.218; quota<br />

<strong>di</strong> riserva spettante all'Istituto in ragione del 20% n. 439; alloggi soggetti al riscatto<br />

n. 1.770.<br />

Le domande finora presentate ammontano a n. 722; i contratti stipulati o in<br />

corso <strong>di</strong> definizione sono 201. E' certo, però, che le procedure subiranno un notevole<br />

acceleramento per effetto della nuova impostazione data al servizio, per cui si<br />

spera <strong>di</strong> poter sod<strong>di</strong>sfare le legittime aspettative dei richiedenti entro un ristretto<br />

limite <strong>di</strong> tempo.<br />

Per quanto riguarda gli alloggi dello Stato, sono stati esclusi dal riscatto quelli<br />

per senza tetto, trasferiti in proprietà <strong>di</strong> questo Istituto per effetto dell'art. 12 della<br />

legge 2 luglio 1949 n. 408.<br />

Le richieste <strong>di</strong> alloggio dei senza tetto, per i quali è previsto il riscatto, sono<br />

589 ed a cura dell'Ufficio competente sono state istruite n. 43 pratiche.<br />

97


Conclusione.<br />

II bilancio si presenta per la prima volta in una nuova e<strong>di</strong>zione, che riporta i<br />

dati rilevati dai tre precedenti bilanci consuntivi e quelli considerati nel bilancio <strong>di</strong><br />

previsione dello scorso anno.<br />

Tale impostazione, che aderisce alle istruzioni impartite dal Ministero del<br />

Tesoro, consente <strong>di</strong> poter rilevare con una <strong>di</strong>retta comparazione gli elementi riferiti<br />

all'attività svolta dall'Istituto nel corso dell'ultimo quadriennio, traendone tutte quelle<br />

necessarie considerazioni, che giustificano lo svolgimento dell'attività futura.<br />

L'elaborato comprende una <strong>parte</strong> or<strong>di</strong>naria nella quale è stata considerata,<br />

come <strong>di</strong> consueto, la gestione <strong>di</strong>retta degli alloggi <strong>di</strong> proprietà e quella delle case <strong>di</strong><br />

competenza dello Stato e del Comune <strong>di</strong> Cerignola, che rappresenta l'attività a carattere<br />

permanente. Di contro, nelle uscite si sono impegnate tutte le spese che<br />

interessano <strong>di</strong>rettamente tali gestioni. Nella <strong>parte</strong> straor<strong>di</strong>naria si sono riportati i<br />

proventi e le spese riferiti all'attività costruttiva ed a tutte le altre operazioni, che<br />

non hanno una presumibile continuità nel tempo.<br />

Le ren<strong>di</strong>te patrimoniali, pur non avendo avuto quell'incremento proporzionato<br />

al complesso <strong>di</strong> nuove costruzioni realizzate, hanno tuttavia subito un sostanziale<br />

aumento, portandosi a L. 218.647.000, ivi compresi i red<strong>di</strong>ti derivanti dalle<br />

case per S. T., trasferite in proprietà dell'Istituto per effetto dell'art. 12 della Legge 2<br />

luglio 1949 n. 408 ed i fitti figurativi degli immobili destinati ad uffici ed a portinerie.<br />

Aumento notevole rispetto ai consuntivi dei precedenti esercizi si rileva anche<br />

nelle ren<strong>di</strong>te delle case <strong>di</strong> proprietà dello Stato, che nel complesso ammontano a L.<br />

75.386.000. Nelle spese generali <strong>di</strong> amministrazione or<strong>di</strong>naria, unico incremento <strong>di</strong><br />

notevole rilievo emerge nelle spese relative al personale, dovuto oltre che all'adeguamento<br />

delle retribuzioni ed al conseguente maggiore onere dei contributi assicurativi<br />

e previdenziali, anche all'assunzione <strong>di</strong> due nuovi impiegati. Per le considerazioni<br />

<strong>di</strong> cui sopra anche le spese del personale <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a sono sensibilmente<br />

aumentate, in seguito alle altre assunzioni per la sorveglianza degli e<strong>di</strong>fizi recentemente<br />

ultimati.<br />

Gli interessi passivi hanno subito anch'essi un aumento sensibile, dovuto sia<br />

all'entrata in ammortamento <strong>di</strong> nuovi prestiti concessi e sia alla esposizione <strong>di</strong> cassa<br />

presso il tesoriere, per effetto della già illustrata delicata e particolare situazione<br />

finanziaria.<br />

Nella <strong>parte</strong> straor<strong>di</strong>naria i proventi <strong>di</strong> maggior rilievo - rappresentati dalle<br />

percentuali derivanti dalla realizzazione dei nuovi piani costruttivi, - ammontano a<br />

L. 121.500.00 per case <strong>di</strong> proprietà e per<br />

98


opere eseguite per conto del Ministero dei LL. PP. e della Gestione Case per lavoratori.<br />

Mentre le altre voci sono rimaste quasi immutate rispetto al precedente bilancio<br />

<strong>di</strong> previsione, un notevole incremento si rileva tra i contributi straor<strong>di</strong>nari a<br />

carico degli enti locali, per un importo <strong>di</strong> L. 46.420.000, che è un notevole e sostanziale<br />

apporto all'equilibrio generale del bilancio. Ridotte risultano alcune voci <strong>di</strong><br />

spese straor<strong>di</strong>narie, come ad esempio quelle afferenti le costruzioni, aumentate<br />

quelle del personale, per effetto degli ultimi miglioramenti.<br />

Pur considerando che non si è ancora raggiunto l'equilibrio della <strong>parte</strong> or<strong>di</strong>naria<br />

del bilancio, pur tuttavia si può ritenere ugualmente sod<strong>di</strong>sfacente il conseguimento<br />

<strong>di</strong> un presunto risultato generale positivo, che scaturisce dalle seguenti<br />

cifre riepilogative<br />

- Totale generale delle entrate L. 781.043.000<br />

- Totale generale delle uscite » 780.953.000<br />

Saldo positivo <strong>di</strong> esercizio L. 90.000<br />

Si è certi che questo apprezzabile risultato, nonostante le <strong>di</strong>fficoltà che si<br />

dovranno superare, potrà essere agevolmente conseguito se tutti continueremo ad<br />

operare con passione e con responsabile collaborazione.<br />

BERARDINO TIZZANI<br />

__________<br />

Avv. BERARDINO TIZZANI, consigliere provinciale, presidente dell'Istituto<br />

Autonomo per le Case Popolari <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

99


Le “ragioni,, <strong>di</strong> una Fiera<br />

In questi ultimi anni si sta assistendo ad un evolversi delle manifestazioni<br />

fieristiche e ad un loro notevole ri<strong>di</strong>mensionarsi per adattarsi alle mutate<br />

con<strong>di</strong>zioni del mercato attuale.<br />

Il tramonto delle gran<strong>di</strong> campionarie (che ebbero il loro momento nel<br />

periodo fra le guerre e che erano giustificate da una economia ancora avida <strong>di</strong><br />

qualsiasi bene <strong>di</strong> manufatti e <strong>di</strong> consumo) e il successo sempre più incalzante<br />

dei Saloni Specializzati, specie nei paesi ad alta industrializzazione, la necessità<br />

<strong>di</strong> offrire agli operatori economici sempre più moderni e adatti strumenti<br />

commerciali per le loro ven<strong>di</strong>te (il che comporta una notevole entità <strong>di</strong> servizi<br />

a loro <strong>di</strong>sposizione) hanno creato gravi problemi agli Enti fieristici che sono<br />

<strong>di</strong>venuti degli organismi non solamente commerciali, ma costretti ad assolvere<br />

complesse funzioni che vanno dalla in<strong>di</strong>viduazione e ricerca <strong>di</strong> mercato a<br />

funzioni « promotive » e, ad<strong>di</strong>rittura, a contribuire, con la loro azione, alla<br />

ricerca dei problemi economici <strong>di</strong> interesse nazionale, attuando una particolare<br />

politica che risponda alle necessità del paese in quel momento.<br />

Questa nuova <strong>di</strong>mensione dell'attività fieristica ha portato ad. una selezione<br />

accentuata e ad una riorganizzazione delle basi strutturali degli Enti<br />

fieristici.<br />

Non siamo perciò troppo pessimisti sulle « troppe fiere » che si svolgono<br />

in Italia e nel mondo, secondo gli allarmi già fatti molte volte presenti<br />

dagli organismi e dalla stampa qualificata in quanto le « troppe fiere » si ri<strong>di</strong>mensioneranno<br />

da sé in base alle giuste leggi dell'economia per cui la moneta<br />

buona scaccia la cattiva. Certo la situazione o<strong>di</strong>erna presenta il fianco a numerose<br />

critiche e abbiamo assistito, anche recentemente,<br />

100


allo scatenarsi <strong>di</strong> una vera e propria guerra fra le fiere con aspetti, in certi episo<strong>di</strong>,<br />

ad<strong>di</strong>rittura grotteschi.<br />

A nostro parere si può <strong>di</strong>re, sulla serietà delle Fiere, quello delle vecchie<br />

<strong>di</strong>tte commerciali che per essere, appunto, serie devono poter contare su<br />

tre elementi: tra<strong>di</strong>zione, vali<strong>di</strong>tà commerciale, serietà organizzativa.<br />

Questi tre elementi sono in<strong>di</strong>spensabili a formare la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> una manifestazione<br />

fieristica.<br />

Quante Fiere hanno in questo le carte in regola?<br />

Alcune hanno dalla loro tra<strong>di</strong>zioni ed efficienza ma nessuna vali<strong>di</strong>tà<br />

commerciale, altre potrebbero ben affermarsi sul piano commerciale ma sono<br />

carenti dal punto <strong>di</strong> vista organizzativo, altre, infine, pur avendo tutte le possibilità<br />

commerciali ed organizzative per giustificare la effettuazione <strong>di</strong> un<br />

mercato fieristico non possono giovarsi <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione e <strong>di</strong> un ambiente,<br />

per cui « quella » Fiera « si fa così da secoli ».<br />

Potremmo fare molti esempi e citare numerose cifre a questo proposito.<br />

<strong>La</strong> storia delle Fiere in Italia è piena <strong>di</strong> fatti che possono offrire il destro<br />

a profonde critiche.<br />

E 42, Fiera d'Oltremare, Torino 61... miliar<strong>di</strong> spesi, perché? Ed ancora,<br />

Fiera del Mare <strong>di</strong> Taranto, Fiera del Vino <strong>di</strong> Lecce, Fiera del <strong>La</strong>tte <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, il<br />

Salone della macchina agricola <strong>di</strong> Torino etc. etc. ed ora, pare, la Fiera della<br />

Casa <strong>di</strong> Napoli. Dove sono finite? E perché?<br />

Potremmo ancora citare altri esempi fra le Fiere che ancora oggi si<br />

svolgono in Italia; Fiere senza alcuna vali<strong>di</strong>tà commerciale, fatte <strong>di</strong> rassegne<br />

<strong>di</strong> negozi che è più facile trovare in un corso citta<strong>di</strong>no, <strong>di</strong> Luna Park, <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimenti,<br />

<strong>di</strong> chioschi <strong>di</strong> frittelle, <strong>di</strong> falsi marocchini con i fez in testa, <strong>di</strong> rassegne<br />

<strong>di</strong> 20-30 nazioni (?) fra cui repubbliche africane ed asiatiche tipo « vedova<br />

allegra » che vengono a vendere portasigarette e tappetini « originali », con «<br />

missioni commerciali » che vengono a passare una settimana <strong>di</strong> vacanza «<br />

tutta pagata » in Italia.<br />

Si svolgono in Italia ad<strong>di</strong>rittura Fiere che dovrebbero essere proibite<br />

perché dannose alla nostra economia.<br />

Fiere me<strong>di</strong>ante le quali si chiama la concorrenza in casa, per merci <strong>di</strong><br />

cui vi è sovrapproduzione in Italia, per il solo piacere <strong>di</strong> definirsi « internazionali<br />

».<br />

Manifestazioni <strong>di</strong> questo genere sono comunque destinate,<br />

101


è chiaro, a scomparire, ma allo stato attuale esse pompano sol<strong>di</strong> alle amministrazioni<br />

locali, allo Stato, agli Enti locali, <strong>di</strong>sorientano produttori ed espositori,<br />

scontentano il pubblico.<br />

<strong>La</strong> verità è che è tempo che si instauri anche in Italia « una politica fieristica<br />

» che, se non è possibile <strong>di</strong>sciplinare dall'alto, trovi negli ambienti fieristici<br />

stessi il proprio delinearsi e <strong>di</strong>mensionarsi.<br />

Quanto alla Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> « le ragioni » per una affermazione e per la<br />

sua giustificazione sono abbastanza valide, poiché sono anni che essa attua<br />

una sua precisa politica in<strong>di</strong>viduabile in una sfera d'azione ben netta.<br />

<strong>La</strong> sua rigida specializzazione, le sue caratteristiche <strong>di</strong> mercato per il<br />

Mezzogiorno agricolo, la sua funzione <strong>di</strong> guida e <strong>di</strong> sprone per un'economia<br />

agricola evoluta, con le sue mostre particolari e i suoi convegni tecnici, il suo<br />

rinunciare alle gran<strong>di</strong> folle non qualificate, la sua capillare penetrazione presso<br />

le aziende agrarie e gli allevatori meri<strong>di</strong>onali, i precisi programmi stabiliti<br />

da <strong>di</strong>rettive provenienti dagli organismi tecnici qualificati che formano l'ossatura<br />

del suo Consiglio e della sua Giunta Esecutiva, le hanno dato una fisionomia<br />

chiara e precisa. Una « tra<strong>di</strong>zione » che si perde nella notte dei tempi,<br />

una « vali<strong>di</strong>tà commerciale » evidenziata dalla presenza della maggior <strong>parte</strong><br />

delle <strong>di</strong>tte interessate all'agricoltura che, se vengono qui ad esporre e a spendere<br />

centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> lire, non lo fanno certo per fare un favore agli<br />

organi <strong>di</strong>rettivi; infine la sua « struttura organizzativa » modesta ma in<strong>di</strong>rizzata<br />

in maniera precisa, sono gli elementi che concorrono a fare della Fiera dell'Agricoltura<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> una delle manifestazioni più valide della nostra nazione.<br />

ANTONIO VITULLI<br />

__________<br />

Dott. ANTONIO VITULLI, segretario generale dell'Ente «Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>»,<br />

102


Appunti sulle elezioni politiche<br />

del <strong>1963</strong> in Capitanata<br />

<strong>La</strong> « scienza dei gran<strong>di</strong> numeri » applicata alla moderna tecnica delle consultazioni<br />

elettorali si rivela fondamentale, per esaminare l'andamento politico generale<br />

in una regione.<br />

All'indagine « per campione », così tanto generalizzata oggi, può attribuirsi<br />

efficacia, sia pure relativa, soltanto nelle previsioni o negli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> mercato Il dato<br />

elettorale acquisito, invece, è storia e può costituire sicura anticipazione - con molta<br />

buona approssimazione - anche dell'orientamento futuro del corpo elettorale, da<br />

cui trarre somme <strong>di</strong> elementi correttivi vali<strong>di</strong> ad articolare i « quadri » <strong>di</strong> manovra a<br />

<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> ogni partito.<br />

Soltanto in questi ultimi anni si va <strong>di</strong>mostrando che la macchina elettorale è<br />

un congegno da tenere sempre in moto e perfettamente lubrificato, sia pure usando<br />

« l'acceleratore del minimo » nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> apparente stasi e facendola marciare<br />

a tutto gas quando il citta<strong>di</strong>no è chiamato al voto.<br />

<strong>La</strong> valutazione del dato elettorale, dunque, è sempre attuale e in<strong>di</strong>ca ancor<br />

più se avviene a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo, proprio, lo stato <strong>di</strong> salute del corpo politico.<br />

L'elemento <strong>di</strong> valutazione più recente dell'orientamente elettorale della provincia<br />

dauna è dato dai risultati delle consultazioni politiche generali del 28 aprile u.<br />

s.<br />

Capitanata Capoluogo<br />

Democrazia Cristiana 130.185 23.524<br />

Partito Comunista Italiano 118.538 12.922<br />

Partito Socialista Italiano 28.926 7.585<br />

Movimento Sociale Italiano 21.120 5.609<br />

Partito Liberale Italiano 10.126 3.104<br />

Partito Democrat. Italiano <strong>di</strong> Unità Monarchica 9.789 3.387<br />

Partito Socialista Democratico Italiano 9.535 1.987<br />

103


Concentrazione Un. Rurale 6.534 639<br />

Partito Aut. Pens Italiani 1.735 893<br />

Partito Repubblicano Italiano 1.559 375<br />

Fronte Rinascita Nazionale 320 60<br />

Rinnovamento Sociale 133 25<br />

Su <strong>di</strong> una popolazione censita in 665.286 abitanti (che nel 1958 erano<br />

684.223) gli aventi <strong>di</strong>ritto al voto furono 388.860 e lo esercitarono 347.076<br />

elettori. <strong>La</strong> percentuale dei votanti, dunque, fu del 92,4 per cento: esattamente<br />

il 2 per cento in più del 1958.<br />

Questo dato positivo <strong>di</strong>mostra un'accentuata formazione della coscienza<br />

politica delle popolazioni daune; una maggiore fiducia negli istituti<br />

democratici e quin<strong>di</strong> una <strong>parte</strong>cipazone della base a determinare gli in<strong>di</strong>rizzi<br />

<strong>di</strong> politica generale, che non era nel passato.<br />

Maggior valore, poi acquista l'incremento percentuale dei votanti, se<br />

si considera la <strong>di</strong>minuzione subita dalla popolazione dauna in questi ultimi<br />

cinque anni, essenzialmente per l'accentuarsi del fenomeno emigratorio.<br />

Per l'ultimo decennio, cioè dalle elezioni generali del 1953 a quelle<br />

del <strong>1963</strong>, cerchiamo <strong>di</strong> raffigurare le scelte del corpo elettorale <strong>di</strong> Capitanata<br />

in tre serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>agrammi, prendendo in considerazione i risultati elettorali<br />

per la Camera dei Deputati. <strong>La</strong> prima serie, che comprende le linee ascensionali,<br />

nell'or<strong>di</strong>ne, del PLI, del PSDI, del MSI, del PCI, rivela una costante<br />

tendenza all'incremento dei voti; la seconda (PDIUM) in<strong>di</strong>ca un costante<br />

regresso; la terza (PSI, DC, PRI), infine, in<strong>di</strong>ca instabilità.<br />

Fermo restante il dato elettorale del 1948, che vide raccolta intorno<br />

alla DC la maggioranza assoluta dei voti, il 1953 si manifestò nel Mezzogiorno<br />

quel fenomeno qualunquista <strong>di</strong> ritorno, per il quale in Capitanata<br />

oltre 20 mila voti, già affidati alla DC, passarono a destra tanto che MSI,<br />

PNM insieme ne totalizzarono 62.013, risultato in appresso mai più raggiunto<br />

e, cre<strong>di</strong>amo, non più raggiungibile, come fanno prevedere i dati statistici,<br />

che hanno registrato il grave tracollo subìto dai monarchici.<br />

Per altro nelle elezioni del 1958 quei ventimila voti tornarono alla<br />

DC, per riallontanarsene, almeno per il 70 per cento, il <strong>1963</strong>. E' indubbiamente<br />

questo il dato più caratteristico, fornitoci dall'analisi statistica, della<br />

esistenza in provincia d <strong>Foggia</strong> <strong>di</strong> una imponente aliquota <strong>di</strong> elettori instabili,<br />

che alimentarono il quoziente dell'estrema destra nel 1953, dopo <strong>di</strong> aver<br />

dato la loro fiducia alla DC nel 1948 e nel 1949 all'UQ. Si tratta <strong>di</strong> una massa<br />

<strong>di</strong> elettori senza partito, o <strong>di</strong> iscritti <strong>di</strong>ssidenti, che costituiscono la massa<br />

<strong>di</strong> manovra della quale, come si è visto, si è giovato questo o quel partito, e<br />

che lasciano l'osservatore molto perplesso. Egli infatti si domanda se il fenomeno<br />

registrato <strong>di</strong>penda da non raggiunta consapevolezza politica, oppure<br />

da emancipazione dagli schemi ideologici e dalla <strong>di</strong>sciplina della organizzazione,<br />

immaturità e autarchia che porterebbero a scegliere la scheda nel<br />

primo caso per suggestione e nel secondo per valutazione contingente.<br />

Così rilevato, il prossimo futuro politico della nostra Provincia app are<br />

104


ipotecato all'impegno <strong>di</strong> allargare la sua area democratica, anche se i risultati<br />

elettorali recenti non suffragano con generosità l'esperimento, se è<br />

vero che i due gran<strong>di</strong> partiti promotori hanno subito una flessione <strong>di</strong> circa<br />

ventimila voti (14.117 la DC, 5.203 il PSI). Concetto, questo, confermato,<br />

per altro, dal costante e chiaro accrescimento <strong>di</strong> voti registrato dal PLI,<br />

nonostante la esistenza <strong>di</strong> un concorrente potenziale che esso ha trovato<br />

nella Concentrazione Rurale, con la sua lista risoltasi in <strong>di</strong>sturbo non tanto<br />

per la DC quanto per lo schieramento liberale. <strong>La</strong> convalida delle costanti<br />

progressive delle estreme si è avuta, invece, dai risultati del PCI e<br />

del MSI.<br />

Si può concludere che attualmente il tra<strong>di</strong>zionale schieramento politico<br />

è tutto in fase evolutiva e che, soltanto per configurazione topografica<br />

parlamentare, può parlarsi ancora <strong>di</strong> destra, centro e sinistra. Infatti sono<br />

da considerarsi cadute le vecchie prerogative ed i vecchi schemi, mentre il<br />

fondamento sociale e popolare è alla base <strong>di</strong> ogni schieramento politico e<br />

l'in<strong>di</strong>vidualismo ed il conservatorismo classici possono ritenersi sicuramente<br />

archiviati agi atti della storia politica nazionale, come può <strong>di</strong>rsi <strong>di</strong><br />

un'autentica democrazia parlamentare, ormai sostituita da una democrazia<br />

<strong>di</strong> partito, che non impegna più l'eletto soltanto con i suoi elettori, bensì<br />

solidamente lo lega alla <strong>di</strong>rezione del suo partito<br />

ATTILIO TIBOLLO<br />

__________<br />

* ATTILIO TIBOLLO, giornalista in <strong>Foggia</strong>.<br />

_______________________________________________________________<br />

LA RAPPRESENTANZA DAUNA<br />

PER LA QUARTA LEGISLATURA REPUBBLICANA<br />

In base agli scrutinii e alle intervenute opzioni, sono stati proclamati i seguenti<br />

parlamentari della nostra Provincia<br />

CAMERA:<br />

D.C. (3 seggi): on. avv. Gustavo De Meo; on. avv. Donato De Leonar<strong>di</strong>s;<br />

on. avv. Vincenzo Russo.<br />

P.C.I. (2 seggi): on. rag. Michele Magno: on. dott. Pasquale Pasqualicchio.<br />

M.S.I. (1 seggio): on. Ernesto de Marzio.<br />

SENATO:<br />

D.C. (1 seggio): sen. prof.ssa Graziuccia Giuntoli.<br />

P.C.I. (2 seggi) : sen. Luigi Conte; sen. avv. Federico Kuntze.<br />

Prima del 30 aprile la rappresentanza parlamentare della Daunia era<br />

così c ostituita:<br />

CAMERA<br />

D.C. (4 seggi): on. avv. Gustavo De Meo; on. avv. Stefano Cavaliere; on.<br />

avv. Donato De Leonar<strong>di</strong>s; on. avv. Vincenzo Russo.<br />

P.C.I. (3 seggi): on. dott. Luigi Conte; on. rag. Michele Magno; on. avv. Federico<br />

Kuntze.<br />

P.S.I. (1 seggio) : on. prof.ssa Anna Matera-De <strong>La</strong>uro.<br />

M.S.I. (1 seggio) : on. Ernesto de Marzio.<br />

SENATO:<br />

D.C. (1 seggio): sen. avv. Alfonso De Giovine.<br />

P.C.I. (2 seggi): sen. Giuseppe Imperiale; sen. dott. Pasqualino Pasqualicchio.<br />

105


O M I S S I S<br />

Parte 1, pag. 105 - Nel prospetto dei Parlamentari, nati o residenti in Provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>, va compreso il nome della on. Bal<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Vittorio in Berti dei P.C.I. che,<br />

nata in Cerignola, ha <strong>di</strong>ritto a figurare in questa prima presentazione. Di tutti gli<br />

eletti il 28 aprile nella circoscrizione Bari-<strong>Foggia</strong> forniremo nel p.f. fascicolo i dati<br />

biografici e, <strong>di</strong> quelli tra essi che hanno risposto alla nostra preghiera, <strong>di</strong>chiarazioni<br />

programmatiche e ritratti.<br />

Parte 1, pag. 72, dopo l'ultimo rigo: tura. Altra fonte dovette essere il « Libro delle<br />

Capitolazioni e rego-


LIBRERIA<br />

Gli «Atti» dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong>*<br />

A proposito <strong>di</strong> questa produzione, non è fuori luogo ricordare che<br />

fu merito <strong>di</strong> un consesso elettivo la ripresa della pubblicazione sistematica<br />

degli atti ufficiali dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, cessata durante<br />

il fascismo. <strong>La</strong> deliberazione relativa fu adottata infatti nel '54, durante<br />

la significativa presidenza del Sen -Allegato, che risulta poi riassunta,<br />

in suo onore dopo la morte, nel IX volume della raccolta (2° del '58).<br />

In pari tempo, va riconosciuto che la traduzione in pratica - in maniera<br />

organica, moderna e <strong>di</strong>gnitosa - dell'apprezzata iniziativa, ha avuto<br />

luogo grazie anche alle prestazioni dello Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno che ha<br />

fatto <strong>di</strong> tale opera a carattere continuativo, una serie « ad hoc » delle sue<br />

collane, nell'intento <strong>di</strong> raccogliere così - per il controllo della pubblica<br />

opinione, con particolare riferimento ai giovani ed agli stu<strong>di</strong>osi - il primo<br />

« corpus » <strong>di</strong> fonti del governo postfascista della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. E<br />

non poteva essere altrimenti, dato che anima dello Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno<br />

è Mario Simone, del quale non è ecessivo la dare, unitamente al buon<br />

gusto, soprattutto l'ansia <strong>di</strong> convogliare ogni motivo locale <strong>di</strong> cultura verso<br />

lo sviluppo della vita democratica, come <strong>di</strong>mostrano parallelamente, tra<br />

altre e<strong>di</strong>zioni che egli cura a Napoli, i Quaderni <strong>di</strong> « Risorgimento Meri<strong>di</strong>onale<br />

»<br />

Da quanto innanzi è facile desumere non soltanto l'encomiabile impegno<br />

democratico, ma anche il valore culturale della pubblicazione nel<br />

suo complesso. Basti comunque chiarire che la e<strong>di</strong>zione in esame, pur nel<br />

rispetto <strong>di</strong> canoni estetici, non ha mancato <strong>di</strong> aver presenti le necessità del<br />

lettore ai fini <strong>di</strong> un'agevole consultazione il più possibile esauriente. Perciò<br />

ciascun volume è corredato, oltre che da dati precisi circa la composizione<br />

degli organi elettivi deliberanti, <strong>di</strong> tutti i documenti richiamati nei<br />

verbali <strong>di</strong> seduta - a loro volta riportati per intero - e <strong>di</strong> tre in<strong>di</strong>ci particolari<br />

delle deliberazione - in or<strong>di</strong>ne numerico, cronologico e <strong>di</strong> materia -<br />

riepilogati in un in<strong>di</strong>ce generale.<br />

Il volume XII - quello dal quale più imme<strong>di</strong>atamente trae origine<br />

__________<br />

(*) AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI CAPITANATA, Atti<br />

del Consiglio, Atti della gestione straor<strong>di</strong>naria (voll. 14 in 8°, <strong>Foggia</strong>, Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale<br />

Dauno, 1952-<strong>1963</strong>, s.p. (« Atti, documenti e stu<strong>di</strong> dauni: serie amministrativa »,<br />

n. I-XIV). SIMONE M., <strong>La</strong> Capitanata eretta a provincia dello Stato Italiano, nel primo<br />

centenario: 1861-1961. Presentazione <strong>di</strong> E. Cerza, presidente della Comm.ne per<br />

l'Amm.ne str. della Provincia, <strong>Foggia</strong>, Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno, s.d. (ma <strong>1963</strong>),<br />

ill. s.p.<br />

106


la nostra recensione - contiene anche una celebrazione del primo centenario<br />

della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> nello Stato Italiano, ricorrenza che è spiacevolmente<br />

capitata durante una gestione straor<strong>di</strong>naria, la quale tuttavia non<br />

ha impe<strong>di</strong>to il prosieguo della iniziativa democratica; come è peraltro registrato<br />

dalla presentazione, a firma proprio del Presidente della stessa<br />

Commissione straor<strong>di</strong>naria.<br />

Il volume è inoltre arricchito da una monografia commessa dall'Ente<br />

a Mario Simone, in cui questi pregevolmente utilizza storia, <strong>di</strong>ritto e<br />

politica, nella composizione <strong>di</strong> un tanto agile quanto compiuto profilo<br />

storico politico amministrativo della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> il quale, <strong>parte</strong>ndo<br />

dalle origini - cioè dal tempo del catapano bizantino - arriva al primo<br />

Consiglio dopo l'Unità, sorto in applicazione del decreto regio 23 ottobre<br />

1859, esteso anche alle province napoletane; sintesi che chiameremmo «<br />

alla Bovio » se amassimo l'iperbole e non temessimo <strong>di</strong> ferire il costume<br />

<strong>di</strong> modestia dell'autore.<br />

Al testo - che ricorda pure chi ricoprì per la prima volta la carica <strong>di</strong><br />

presidente del Consiglio provinciale, il marchese Luigi de Luca, non nuovo<br />

alle cronache risorgimentali - fa seguito una elaborata e cospicua esposizione<br />

commentata delle fonti, il cui pregio, in specie per gli stu<strong>di</strong>osi, è<br />

accentuato dal fatto che questa <strong>di</strong> Mario Simone è - per quanto ne sappiamo<br />

- la prima seria trattazione in materia.<br />

Detta monografia infine, nella e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>ffusa a <strong>parte</strong> in veste tipografica<br />

non meno accurata, reca in copertina la riproduzione <strong>di</strong> una rara<br />

allegoria sul contributo della Puglia al Risorgimento nazionale e, ciò che<br />

non guasta, anche la testimonianza grafica della prima raccolta degli Atti<br />

provinciali dopo l'Unità.<br />

Concludendo, tali importanti realizzazioni, ben lungi dal rappresentare<br />

dei comuni fatti <strong>di</strong> semplice e<strong>di</strong>toria, costituiscono nel loro insieme<br />

un tipico esempio <strong>di</strong> felice incontro <strong>di</strong> collaborazione tra amministrazione<br />

pubblica ed elementi illuminati e volenterosi della società civile: genere <strong>di</strong><br />

rapporti, questo, che nel nostro Paese dovrebbe essere sommamente incrementato.<br />

MICHELE LANZETTA<br />

__________<br />

Sen. avv. MICHELE LANZETTA, componente del Consiglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione<br />

de « Il Comune Democratico », organo della Lega Naz. dei Comuni Democratici,<br />

Regioni, Provincie ed Enti minori in Roma.<br />

107


CRONACHE DELLA CULTURA<br />

Prospettive della economia dauna<br />

Al Rotary Club <strong>di</strong> Poggia il <strong>di</strong>rettore della locale sede della Banca d'Italia<br />

ha parlato in una riunione numerosa e qualificata, che lo ha vivamente applautito.<br />

Egli, nel descrivere l'andamento dell'economia della provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> nell'anno<br />

1962, ne ha paragonato le caratteristiche ad un quadro, con chiaroscuri e prospettive,<br />

che egli ravvisa nell'espansione della produzione agricola, industriale dell'artigianto,<br />

delle attività terziarie, dei salari, dei consumi, del risparmio, degli investimenti,<br />

dei red<strong>di</strong>ti in<strong>di</strong>viduali, cui fanno riscontro l'abbandono della terra, l'emigrazione,<br />

la <strong>di</strong>soccupazione, l'insufficienza delle infrastrutture e delle abitazioni<br />

private, l'aumento dei prezzi all'ingrosso e al minuto, il rincaro del costo della<br />

vita.<br />

Passando in rassegna tutti gli aspetti congiunturali anzi detti, ha sottolineato<br />

l'incremento della produzione agricola dell'ultimo biennio, anche in rapporto<br />

all'applicazione delle <strong>di</strong>sposizioni legislative del Piano Verde, ponendo in<br />

evidenza il lento, ma progressivo affrancamento dell'agricoltura dauna dal suo<br />

carattere monoculturale.<br />

Rilevato che, nonostante il favorevole andamento dell'agricoltura, persistono<br />

l'abbandono dei poderi e l'emigrazione, il dott. Paolillo ha affermato che le<br />

cause <strong>di</strong> ciò sono da ricercare nelle secolari remore che ostacolano decisi miglioramenti<br />

del tenore <strong>di</strong> vita in alcune zone e nell'allettamento delle maggiori retribuzioni<br />

che si percepiscono al Nord e all'estero.<br />

Passando ad esporre gli aspetti dell'industria e dell'artigianato, dopo un accenno<br />

alle aspettative legittime per la costituzione del Consorzio del nucleo industriale,<br />

ha posto in evidenza tutte le incoraggianti iniziative delle industrie <strong>di</strong> trasformazione<br />

dei prodotti agricoli (zuccherifici, produzione cerealicola), delle industrie<br />

marmifere e dell'e<strong>di</strong>lizia e l'aumento delle imprese artigiane, ormai prossime<br />

alle un<strong>di</strong>cimila unità.<br />

Circa le attività terziarie, ha rilevato l'espansione e l'alta funzionalità delle<br />

aziende <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, del settore commerciale e dei trasporti, il regresso dei fallimenti<br />

e dei protesti, ed auspicato che le belle e salubri coste garganiche e sipontine<br />

accolgano un'attrezzatura turistica adeguata.<br />

Dopo un'approfon<strong>di</strong>ta analisi dei red<strong>di</strong>ti dei consumatori e degli investimenti<br />

pubblici e privati, il relatore ha intrattenuto gli ascoltatori sull'andamento<br />

dei prezzi all'ingrosso ed al minuto del costo della vita.<br />

Nelle conclusioni, dopo aver affermato che gli aumenti dei red<strong>di</strong>ti in<strong>di</strong>viduali<br />

hanno favorito l'espansione della domanda, l'ascesa dei prezzi e la liqui<strong>di</strong>tà,<br />

ha prospettato i problemi <strong>di</strong> impiego e <strong>di</strong> costi, che non mancheranno <strong>di</strong> presentarsi<br />

con la progressiva anche se lenta trasformazione della economia della provincia.<br />

Ha espresso tuttavia la certezza che tale trasformazione delinea una sicura<br />

tendenza che, con l'incremento e le <strong>di</strong>stribuzioni del red<strong>di</strong>to, deter-<br />

108


minerà situazioni nuove, che permetteranno <strong>di</strong> affrontare e risolvere anche i problemi<br />

sociali che incombono.<br />

IL RICONOSCIMENTO GIURIDICO<br />

DELL'AVVIAMENTO COMMERCIALE<br />

Il socio avv. Vittorio Panunzio ha tenuto una brillante conversazione al<br />

Lyon's Club <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>. Ricordato che le prime espressioni <strong>di</strong> una tutela dell'avviamento<br />

commerciale si registrano negli statuti <strong>di</strong> alcuni Comuni della Toscana<br />

nel 1300 e dopo aver messo in risalto la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> una chiara legislazione in<br />

materia malgrado l'impegno <strong>di</strong> legislatori, giuristi ed economisti soprattutto negli<br />

ultimi 70 anni, il relatore si è occupato della legge 27 gennaio <strong>1963</strong> n. 19, entrata<br />

in vigore il 5 febbraio successivo.<br />

Un esame <strong>di</strong> carattere <strong>di</strong>vulgativo necessario in quanto « il successo delle<br />

nuove <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong>pende dalla chiara conoscenza <strong>di</strong> esse da <strong>parte</strong> delle categorie<br />

interessate e dal senso <strong>di</strong> onestà col quale esse si porteranno a risolvere le loro<br />

posizioni apparentemente in contrasto ».<br />

Escludendo che la nuova legge rappresenti la vittoria <strong>di</strong> una categoria rispetto<br />

ad un'altra o sia l'espressione <strong>di</strong> esigenze <strong>di</strong> politica del momento, ma chiarendo<br />

come la nuova legge sia l'espressione <strong>di</strong> manifestazioni spontanee nel<br />

campo economico-commerciale, il conferenziere ha messo in risalto pregi e <strong>di</strong>fetti<br />

della legge stessa, augurandosi che l'ambiente abbia a far tesoro dei pregi e superi<br />

con comprensione i <strong>di</strong>fetti.<br />

Sulla relazione sono intervenuti i consoci on. De Leonar<strong>di</strong>s, rag. Mancini,<br />

avv. Follieri, i quali con acute osservazioni hanno contribuito al successo della<br />

riunione, presieduta dal l. Vice Presidente dott. Franco Spinelli il quale, prima<br />

della relazione, ha rivolto parole augurali ai nuovi soci entrati a far <strong>parte</strong> della<br />

famiglia lionistica dauna.<br />

109


MANIFESTAZIONI PROVINCIALI<br />

Il dolore <strong>di</strong>Capitanata<br />

per la morte <strong>di</strong> Giovanni XXIII<br />

Il trapasso <strong>di</strong> S.S. Giovanni XXIII ha segnato anche in terra dauna le<br />

orme profonde della commozione e della preghiera, che in giugno hanno caratterizzato<br />

la vita <strong>di</strong> tutti i popoli, pro<strong>di</strong>giosamente uniti nella venerazione <strong>di</strong><br />

quel grande Pontefice, depositario, interprete, realizzatore dei loro supremi<br />

ideali <strong>di</strong> pace nella libertà con giustizia.<br />

Tra le numerose onoranze é ricordevole la funzione religiosa <strong>di</strong> Monte<br />

S. Angelo, dove, durante le solenni esequie, la <strong>parte</strong>cipazione corale del Gargano<br />

al dolore del mondo fu esternata dal rev.mo Arci<strong>di</strong>acono mitrato della<br />

celeste Basilica, Mons. Prof. Nicola Quitadamo. Egli non poteva concludere<br />

più felicemente la sua dotta e commossa orazione, che rievocando la devozione<br />

particolare verso l'Arcangelo del Principe della Chiesa, destinato ad<br />

essere il Sommo Pontefice, la sua visita a Manfredonia lungo l'itinerario antico<br />

dei pellegrini per S. Leonardo <strong>di</strong> Siponto e Manfredonia al Sacro Speco <strong>di</strong><br />

Monte S. Angelo.<br />

Anche motivi particolari hanno fatto sussultare il cuore dei Garganici<br />

nell'ora triste del ricordo. Infatti Angelo Giuseppe Roncalli, patriarca <strong>di</strong> Venezia,<br />

il 28 agosto 1955 incoronò a Manfredonia quella S.S. Maria <strong>di</strong> Siponto<br />

e pose la prima pietra del nuovo tempio a S. Michele con un blocco <strong>di</strong> roccia<br />

della Grotta Arcangelica.<br />

Il successivo giorno Egli volle ascendere la Montagna, ed in quella circostanza,<br />

memoranda si verificarono tre fatti particolari, così ricordati da<br />

Mons. Quitadamo : -<br />

« 1 - Egli, parlando in Piazza, ritto sull'automobile, pronunziò quelle<br />

inobiliabili parole all'in<strong>di</strong>rizzo del popolo montanaro « Sono commosso della<br />

vostra calorosa accoglienza e vi <strong>di</strong>co che, trovandomi in mezzo a voi, mi sento come<br />

nella mia terra, perchè anche io sono montanaro e figlio <strong>di</strong> umili conta<strong>di</strong>ni »;<br />

2 - Noi, rivolgendoGli un rispettoso in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> omaggio,<br />

110


Gli ricordammo che: « un suo insigne predecessore Patriarca <strong>di</strong> Venezia, il Car<strong>di</strong>nale<br />

Razzonico, era venuto pellegrino a S. Michele, sul Gargano, e poi era stato eletto alla<br />

tiara pontificia, per cui sorgeva spontaneo in noi lo stesso augurio e preconio per la Sua<br />

Venerata Persona » ;<br />

3 - Egli, infine, quasi presago dei <strong>di</strong>segni della Provvidenza adombrato<br />

in questo pellegrinaggio garganico, nel fissare il Suo ricordo sul Libro dei Visitatori,<br />

scrisse quella memorabile preghiera per la Chiesa Universale: « Sancte<br />

Micheel Arcangele, defende nos in proelio, protege Ecclesiam tibi concre<strong>di</strong>tam ».<br />

E quando tre anni dopo si inverò il nostro affettuoso preconio, Egli,<br />

prendendo lo spunto della festa <strong>di</strong> S. Michele dello 8 maggio 1959, con senso<br />

<strong>di</strong> nostalgia e quasi <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne al nostro Santuario garganico, fece pervenire<br />

attraverso S. E. il Car<strong>di</strong>nale Tar<strong>di</strong>ni al nostro amato Arcivescovo il seguente<br />

messaggio: « Augusto Pontefice bene presente con fervida preghìera, memore o<strong>di</strong>erna<br />

commemorazione S. Michele Arcangelo alla cui protezione ancora una volta raccomanda<br />

santa Chiesa tutta et memore del pellegrinaggio Sipontino, con paterno augurio invia<br />

specialissima propiziatrice apostolica bene<strong>di</strong>zione».<br />

<strong>La</strong> secolare Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

nella sua e<strong>di</strong>zione primaverile<br />

Dal 28 aprile all'8 maggio la secolare Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> ha riaperto i suoi cancelli<br />

per la prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> quest'anno (l'altra coincide con la ricorrenza <strong>di</strong> Santa<br />

Caterina, in novembre). Inaugurata in piena campagna elettorale, senza possibilità<br />

<strong>di</strong> rinvio, per la sua tra<strong>di</strong>zionale ed effettiva funzione economica, la manifestazione<br />

ha ricevuto il crisma ufficiale nella sede più adatta - quella del bilancio consuntivo<br />

all'ora della chiusura - dall'on. Sedati, sottosegretario al Ministero dell'Agricoltura<br />

e delle Foreste, in rappresentanza del Governo. Gliene ha fatto relazione<br />

l'on. avvocato Gustavo de Meo, che presiede l'ente fieristico<br />

«<strong>La</strong> XIV e<strong>di</strong>zione della Fiera dell'agricoltura <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>», egli ha detto,<br />

«malgrado la coincidenza sfavorevole delle elezioni, si chiude con un consuntivo<br />

altamente favorevole e lusinghiero. Il numero delle <strong>di</strong>tte <strong>parte</strong>cipanti, che lo scorso<br />

anno era <strong>di</strong> circa 500, è superiore quest'anno <strong>di</strong> oltre il 30 per cento. Questo,<br />

s'intende, per quanto riguarda le <strong>di</strong>tte interessate alla meccanica agraria, alla irrigazione,<br />

alla chimica agraria, alla mangimistica. Fatto da rilevare<br />

111


è che la maggior <strong>parte</strong> <strong>di</strong> tale aumento si riferisce a <strong>di</strong>tte straniere. Possiamo affermare,<br />

pertanto, con orgoglio che il parco macchine agricole, radunato alla Fiera<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> nel VI salone della macchina agricola, è il più imponente per numero<br />

e varietà, che si sia mai visto nell'Italia centromeri<strong>di</strong>onale. L'aumentato interesse<br />

per la Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, nella sfera del MEC, è <strong>di</strong>mostrato, inoltre, dalla <strong>parte</strong>cipazione<br />

sempre più massiccia, a questa rassegna, <strong>di</strong> <strong>di</strong>tte e <strong>di</strong> paesi esteri.<br />

« Quest'anno, accanto alla Germania, è presente ufficialmente anche la<br />

Repubblica francese, che ha costruito un proprio stand nel quale sono esposti, in<br />

caratteristiche stalle, ovini che hanno suscitato vasto interesse fra gli allevatori<br />

meri<strong>di</strong>onali. Per quanto riguarda il settore zootecnico la <strong>parte</strong>cipazione delle <strong>di</strong>tte<br />

e delle associazioni estere allevatrici <strong>di</strong> bestiame è naturalmente aumentata rispetto<br />

agli anni precedenti. Gli allevatori meri<strong>di</strong>onali hanno potuto così trovare in<br />

Fiera bestiame italiano e <strong>di</strong> provenienza estera <strong>di</strong> alta e pregiata qualità, che ha<br />

ampiamente sod<strong>di</strong>sfatto le loro esigenze. Austria, Svizzera, Germania, Olanda e<br />

Francia hanno esposto bestiame <strong>di</strong> allevamento selezionato, che, insieme a quello<br />

italiano proveniente da tutte le regioni, esposto nel secondo mercato nazionale<br />

del giovane bestiame bovino, ha avuto grande successo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te. Presente, inoltre,<br />

bestiame da ingrasso proveniente dalla Norman<strong>di</strong>a, dalla Iugoslavia e della<br />

Bulgaria, Ci sia consentito <strong>di</strong>re che i mercati zootecnici della Fiera <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> sono<br />

da considerarsi tra i più importanti d'Italia per numero <strong>di</strong> soggetti presentati, per<br />

l'alta selezione dei capi, per gli affari conseguiti.<br />

« Gli affari effettuati in Fiera hanno migliorato la pur lusinghiera cifra dello<br />

scorso anno e, dalle prime in<strong>di</strong>cazioni avute, essi hanno largamente superato i<br />

due miliar<strong>di</strong>. Particolarmente trattate, le macchine da raccolto ed i motocoltivatori,<br />

seguiti dagli impianti <strong>di</strong> irrigazione. Nel settore zootecnico, il secondo mercato<br />

internazione bovini, organizzato dalle associazioni degli allevatori <strong>di</strong> razze bruna<br />

alpina e frisona italiana, ha raggiunto la me<strong>di</strong>a del 60 per cento <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta, il che è<br />

abbastanza sod<strong>di</strong>sfacente.<br />

« Durante la fiera del bestiame sono stati trattati e venduti tutti i capi esposti,<br />

che interessano una contrattazione complessiva <strong>di</strong> oltre mille soggetti gran<strong>di</strong>.<br />

Notevole successo ha anche arriso al settore della pollicoltura ed al primo mercato<br />

nazionale del pulcino, che ha fatto registrare la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> oltre 40 mila capi.<br />

Notevole anche la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> volatili e <strong>di</strong> uova da cova.<br />

« Infine, è doveroso un cenno, oltre che al lato commerciale ed affaristico<br />

della Fiera, a quello tecnico e culturale. I numerosi convegni svoltisi quest'anno<br />

in Fiera hanno portato come sempre la nostra manifestazione all'attenzione dei<br />

tecnici e degli stu<strong>di</strong>osi. Il convegno sulla pollicoltura rurale, ha puntualizzato le<br />

con<strong>di</strong>zioni ambientali del Mezzogiorno d'Italia in or<strong>di</strong>ne alla pollicoltura e le sue<br />

possibilità <strong>di</strong> sviluppo. Importante anche quella sulle macchine nella letta antiparassitaria,<br />

volto a lumeggiare l'impiego della macchina nel campo della <strong>di</strong>fesa antiparassitaria<br />

in agricoltura ed, infine, il convegno italo-francese sui problemi dell'allevamento<br />

ovino nel Mezzogiorno d'Italia, che tanto interesse ha suscitato fra<br />

allevatori e tecnici meri<strong>di</strong>onali.<br />

« Mi sia consentito chiudere - ha concluso l'on. De Meo - questa breve<br />

rassegna sulla e<strong>di</strong>zione <strong>1963</strong> della Fiera dell'Agricoltura <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> con un appuntamento<br />

all'anno prossimo per il quin<strong>di</strong>cennio della manifestazione fieristica».<br />

Quin<strong>di</strong> il Sottosegretario Sedati ha espresso il suo compiacimento per i<br />

costanti progressi <strong>di</strong> questa Fiera che, ogni anno che passa, <strong>di</strong>viene sempre più<br />

strumento positivo <strong>di</strong> stimolo al progresso della economia meri<strong>di</strong>onale.<br />

112


<strong>La</strong> nuova Giunta <strong>Provinciale</strong><br />

PALAZZO DOGANA<br />

<strong>La</strong> Giunta <strong>di</strong> Centro sinistra, eletta dal Consiglio <strong>Provinciale</strong> nella seduta<br />

del 13 settembre <strong>1963</strong>, dopo circa sei mesi <strong>di</strong> attività, rassegnò le <strong>di</strong>missioni<br />

nella sua seduta del 28 marzo u.s., a seguito delle intervenute <strong>di</strong>missioni<br />

dal Partito Democratico Cristiano dell'assessore effettivo prof. De Miro, la<br />

cui ulteriore presenza in seno alla Giunta, per concor<strong>di</strong> valutazione dei partiti<br />

<strong>di</strong> Centro sinistra, veniva ad essere in contrasto con la formula politica e con<br />

gli accor<strong>di</strong> programmatici, che avevano dato vita alla Giunta del settembre<br />

<strong>1963</strong>. Rimase in carica l'assessore De Miro, unico non <strong>di</strong>missionario.<br />

Si aprì, quin<strong>di</strong>, una crisi, la cui lunghezza e laboriosità fu originata dalle<br />

<strong>di</strong>verse soluzioni prospettate dai vari gruppi politici rappresentati nel Consiglio,<br />

mentre intervennero, nella seduta consigliare del 28 giugno, le <strong>di</strong>missioni<br />

da assessore del prof. De Miro. <strong>La</strong> D.C. ed il P.S.D.I. proposero la ricostituzione<br />

della Giunta <strong>di</strong> Centro sinistra, anche se non più paritaria ma minoritaria;<br />

il P.C.I. propose la costituzione <strong>di</strong> una nuova Giunta formata dai consiglieri<br />

del P.C.I., del P.S.I. e del P.S.D.I., oppure la ricostituzione della precedente<br />

Giunta <strong>di</strong> Centro sinistra con l'appoggio esterno del gruppo comunista;<br />

il P.S.I. si <strong>di</strong>chiarò contrario alla formazione <strong>di</strong> una Giunta minoritaria, proponendo<br />

l'allargamento della base politica della Giunta dal gruppo democratico<br />

cristiano al gruppo comunista; i consiglieri dei P.L.I., P.D.I.U.M. e M.S.I.<br />

si <strong>di</strong>chiararono <strong>di</strong>sponibili per la costituzione <strong>di</strong> una Giunta basata su <strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong>versa formula politica, mentre il consigliere De Miro, quale in<strong>di</strong>pendente, si<br />

<strong>di</strong>chiarò <strong>di</strong>sposto ad appoggiare qualsiasi Giunta, pur <strong>di</strong> evitare una nuova<br />

gestione commissariale.<br />

Dopo una serie <strong>di</strong> votazioni infruttuose, nella seduta del 21 giugno si<br />

arrivò, per ballottaggio, alla rielezione a presidente dell'avv. Consiglio ed alla<br />

elezione, nella seduta del 6 luglio, <strong>di</strong> una Giunta minoritaria appoggiata dalla<br />

D.C. e dal P.S.D.I. Questi i nomi dei suoi componenti, con le rispettive attribuzioni<br />

assessori effettivi: avv. Stanislao Capobianco (Personale), sig. Salvatore<br />

Comitangelo (<strong>La</strong>vori Pubblici), sig. Alberto De Santis (Sanità e O.M.I.), dott.<br />

Luigi Fiordelisi (Pubblica Istruzione), sig. Primiano Magnocavallo (Finanze) e<br />

dott. Michele Protano (Assistenza e Beneficenza); ass. suppl.: avv. Matteo<br />

Renzulli (<strong>La</strong>voro) e dott. Luigi Rubino (Pubbliche Relazioni).<br />

113


FOGGIA<br />

VITA COMUNALE<br />

Le prime esperienze del Centro-Sinistra<br />

in una relazione del Sindaco al Consiglio<br />

Durante la seduta straor<strong>di</strong>naria del 23 giugno, presentando al Consiglio il<br />

bilancio <strong>di</strong> previsione per l'anno in corso, il sindaco ha concluso la sua relazione<br />

morale con una rapida rassegna dei primi nove mesi <strong>di</strong> attività del CentroSinistra,<br />

con riferimento alle sue <strong>di</strong>chiarazioni programmatiche. In queste si era annunciato<br />

un piano quadriennale. Spiegare il ritardo della sua presentazione da: <strong>parte</strong><br />

della Giunta è sembrato all'avv. Forcella un dovere <strong>di</strong> sincerità e <strong>di</strong> lealtà verso<br />

l'Assemblea e la Citta<strong>di</strong>nanza e con questo adempimento ha iniziato la seconda<br />

<strong>parte</strong> del suo ren<strong>di</strong>conto, dopo aver illustrato alcune cifre della prima. Del documento,<br />

<strong>di</strong>stribuito in bozze anche alla stampa, si riportano qui <strong>di</strong> seguito in<br />

ristretto i passi essenziali.<br />

« Non ci <strong>di</strong>lunghiamo » egli ha detto « sulle ragioni del ritardo nella presentazione<br />

del Piano quadriennale, perché già abbiamo avuto occasione <strong>di</strong> parlarne<br />

sufficientemente. E' noto che in quest'ultimo mese abbiamo convocato la<br />

Commissione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per la programmazione e proseguito i contatti con i rappresentanti<br />

degli Enti operanti nella città, allo scopo <strong>di</strong> documentare le attività<br />

che essi svolgono, per un primo coor<strong>di</strong>namento. Procederemo quanto prima alla<br />

nomina delle sottocommissioni, in quella sede annunciate, in modo da iniziare un<br />

attento esame del Piano. A questo proposito tra le proposte <strong>di</strong> ampliamento della<br />

pianta organica del personale, una riguarda il Piano quadriennale, la proposta cioè<br />

<strong>di</strong> un « Ufficio Stu<strong>di</strong> e Ricerche », per in<strong>di</strong>viduare e stu<strong>di</strong>are lo sviluppo economico<br />

della città ai fini <strong>di</strong> una or<strong>di</strong>nata ed efficace programmazione.<br />

« Le <strong>di</strong>chiarazioni programmatiche contengono tre parti: una relativa al<br />

metodo dell'azione amministrativa, una relativa ai mezzi ed una relativa ad alcuni<br />

problemi che noi ritenevamo <strong>di</strong> poter subito affrontare. Per quanto attiene al<br />

metodo si vuol dare la massima pubblicità all'azione amministrativa: il bollettino<br />

mensile, che ha iniziato le pubblicazioni, adempie a questo compito.<br />

« Sulla giustizia tributaria non ci <strong>di</strong>lunghiamo, ché molte cose ancora <strong>di</strong>remo<br />

nella o<strong>di</strong>erna seduta ed in quella successiva.<br />

« Per quanto attiene ai mezzi il problema è allo stu<strong>di</strong>o attento della Giunta<br />

e in particolare dell'Assessorato ai Tributi, per l'attuazione dell'anagrafe tributaria.<br />

Dell'imposta sulle aree fabbricabili e sulla risoluzione del notevole contenzioso<br />

tributario che abbiamo ere<strong>di</strong>tato, sulle municipalizzazioni e sul po-<br />

116


tenziamento dell'Azienda Gas ed i provve<strong>di</strong>menti che riguardano un investimento<br />

<strong>di</strong> 350 milioni al nostro esame, si <strong>di</strong>scuterà nel presente Consiglio.<br />

« Per quanto attiene ai problemi da risolvere, il Piano regolatore generale è<br />

alla firma del Capo dello Stato e subito dopo si provvederà all'adozione <strong>di</strong> piani<br />

particolareggiati, alcuni dei quali pre<strong>di</strong>sposti dallo stesso progettista secondo impegni<br />

assunti all'atto dell'incarico. Si sta per provvedere anche sulle aree destinate<br />

all'e<strong>di</strong>lizia economico-popolare; a norma della Legge 18-4-1962, n. 167 il Comune<br />

deve allestire un piano per alloggi economici e popolari, in modo da provvedere<br />

al fabbisogno <strong>di</strong> aree per tutto un decennio. Si prevede d'impegnare un'estensione<br />

<strong>di</strong> più <strong>di</strong> 100 ettari, ripartita in 4 unità residenziali <strong>di</strong> circa 6000 abitanti<br />

ciascuna per evitare la espansione <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata della città a macchia d'olio, ed avviarne<br />

una crescita per quartieri in modo da limitare la spesa per le infrastrutture,<br />

per il capitale fisso sociale. Attuando la politica del verde, durante l'inverno e la<br />

primavera scorsi, si è provveduto alla messa a <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> oltre 3.000 piante <strong>di</strong> pini<br />

e <strong>di</strong> 500 piante <strong>di</strong> alto fusto, mentre sono in corso i progetti per la sistemazione<br />

dell'ex Piazza delle Prigioni, e si attende l'approvazione del progetto per la sistemazione<br />

<strong>di</strong> Piazza Libertà e della fontana in fondo alla Villa comunale.<br />

« Nei quartieri ed al CEP i lavori relativi si servizi pubblici del quartiere residenziale<br />

sono in via <strong>di</strong> ultimazione, ed 800 alloggi potranno essere consegnati<br />

entro l'8 settembre p.v. Per il quartiere <strong>di</strong> S. Pio X, è in corso <strong>di</strong> approvazione un<br />

progetto <strong>di</strong> L. 130 milioni per il completamento della rete stradale e della fognatura<br />

bianca, mentre si è già provveduto alla rete idrica, alla fogna nera nonché<br />

all'impianto <strong>di</strong> pubblica illuminazione. Per il Quartiere Tratturo dei Preti sono<br />

stati già eseguiti lavori stradali per L. 25 milioni ed è stata redatta una perizia per<br />

il completamento delle strade del quartiere per un importo <strong>di</strong> L. 15 milioni. Si sta<br />

altresì re<strong>di</strong>gendo il progetto per l'impianto <strong>di</strong> pubblica illuminazione. Per il completamento<br />

della rete idrica e fognante della città, è stato redatto un progetto per<br />

L. 4 miliar<strong>di</strong> e 400 milioni finanziato dalla Cassa del Mezzogiorno.<br />

« Sono stati eseguiti lavori <strong>di</strong> manutenzione stradale per L. 160 milioni,<br />

sono in corso i lavori per la sistemazione <strong>di</strong> Viale Colombo per L. 54 milioni e<br />

delle strade a<strong>di</strong>acenti alla scuola De Amicis per L. 60 milioni. Sono stati redatti i<br />

progetti per il completamento del Viale Fortore, la vecchia circumvallazione foggiana,<br />

per L. 11 milioni e per la costruzione della strada <strong>di</strong> accesso al nuovo Ospedale<br />

per L. 90 milioni. Sono stati appaltati dall'ANAS nei giorni scorsi i lavori<br />

per la costruzione della variante semianulare della statale n. 16, destinata ad essere<br />

la nuova circumvallazione della città. Sono in corso nuovi progetti per manutenzioni<br />

stradali le cui cifre sono contenute in bilancio. Fra giorni si procederà<br />

all'appalto dei lavori <strong>di</strong> ammodernamento e potenziamento , dell'impianto <strong>di</strong> pubblica<br />

illuminazione delle strade centrali, dell'importo <strong>di</strong> L. 60 milioni. Per la eliminazione<br />

dei passaggi a livello <strong>di</strong> via S. Severo, via Trinitapoli e via Lucera sono<br />

state interessate le Amministrazioni dell'ANAS e delle F.S.<br />

« Sul piano dell'e<strong>di</strong>lizia scolastica abbiamo già parlato dell' allestimento <strong>di</strong><br />

106 aule prefabbricate per un impegno <strong>di</strong> spesa <strong>di</strong> L. 330 milioni; sono state recentemente<br />

ultimate opere per L. 135 milioni, mentre sono in corso <strong>di</strong> costruzione<br />

opere per lire 100 milioni; sono inoltre da iniziare opere per L. 125 milioni<br />

e da appaltare nei prossimi giorni i lavori <strong>di</strong> costruzione della scuola <strong>di</strong> via Galliani<br />

per L. 50 milioni, mentre sono in corso <strong>di</strong> approvazione altre<br />

117


opere per un importo <strong>di</strong> L. 175 milioni, oltre a varie domande <strong>di</strong> contributi statali<br />

per complessive L. 2 miliar<strong>di</strong> e 705 milioni.<br />

« Per quanto riguarda gl'impianti sportivi, sono in via <strong>di</strong> completamento i<br />

lavori per 4 campi <strong>di</strong> tennis nel Campo Sportivo scolastico, e sono stati ultimati i<br />

lavori <strong>di</strong> completamento del Campo della Federcalcio, che sarà assunto in gestione<br />

dal Comune. E' pronto il progetto del Palazzetto dello Sport con annessa piscina<br />

al cui finanziamento dovrebbe concorrere anche l'Amministrazione <strong>Provinciale</strong>.<br />

«Per il Cimitero, chiesto un contributo statale, si è già ottenuta la promessa<br />

<strong>di</strong> cento milioni; in bilancio è previsto un mutuo per la istituzione <strong>di</strong> 2 farmacie<br />

comunali. Sul piano delle iniziative culturali è in corso il completamento del Museo<br />

e si opera per il riscatto del Teatro Comunale».<br />

SAN SEVERO<br />

Approvato il bilancio <strong>di</strong> previsione per il <strong>1963</strong><br />

Il Consiglio Comunale si è riunito il 29 giugno in seduta straor<strong>di</strong>naria per<br />

deliberare su numerosi argomenti all'or<strong>di</strong>ne del giorno, tra i quali il bilancio <strong>di</strong><br />

previsione <strong>1963</strong>, che più <strong>di</strong> ogni altro ha impegnato l'Assemblea. Tutti i gruppi<br />

hanno ampliamente <strong>di</strong>scusso sul documento fondamentale amministrativo e per<br />

la prima volta dall'inse<strong>di</strong>amento dell'attuale Amministrazione comunale d. c., il<br />

rappresentante del P.S.I. ha dato voto favorevole.<br />

Il sindaco prof. Pasquale Iantoschi nel presentare il bilancio, ha sottolineato,<br />

tra l'altro, che esso come tutti i bilanci dei Comuni che non hanno entrate<br />

patrimoniali certe, contiene una elencazione <strong>di</strong> entrate il più possibile vicino alle<br />

somme realizzabili ed una elencazione <strong>di</strong> uscite corrispondente alle minime esigenze<br />

del nostro Comune.<br />

Un quadro comparativo degli ultimi sette anni <strong>di</strong>mostra che se pure vi è<br />

stato un costante aumento delle entrate, salite da 296 milioni del 1957 a 497 milioni<br />

del <strong>1963</strong>, vi è stato anche un costante aumento della spesa, che da 474 milioni<br />

del 1957 ha raggiunto un miliardo e centottanta milioni nel <strong>1963</strong>. Tra il bilancio<br />

del 1962 e quello attuale vi è una maggiore entrata <strong>di</strong> circa 77 milioni ed<br />

una maggiore spesa <strong>di</strong> circa 322 milioni, con un peggioramento economico <strong>di</strong><br />

245 milioni, che aggiunti al 325 milioni del 1962 danno un <strong>di</strong>savanzo <strong>di</strong> 570 milioni<br />

da coprire con mutuo.<br />

Il Sindaco ha quin<strong>di</strong> elencato le ragioni dell'aumento del <strong>di</strong>savanzo. In<br />

primo luogo la concessione dei minimi tabellari ai <strong>di</strong>pendenti comunali, l'estensione<br />

dell'assegno temporaneo, l'attribuzione al personale non <strong>di</strong> ruolo dello stesso<br />

trattamento economico <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> ruolo comportanti la spesa annua d: circa<br />

140 milioni; la realizzazione <strong>di</strong> due mercatini rionali (15 milioni) ; la messa in atto<br />

<strong>di</strong> due gabinetti igienici pubblici (9 milioni); l'aumento dello stanziamento per i<br />

cantieri <strong>di</strong> lavoro (da 20 a 40 milioni) considerando nella somma gli aumenti <strong>di</strong><br />

prezzo per gli altri sei cantieri già pre<strong>di</strong>sposti nel 1962 ed in via <strong>di</strong> realizzazione;<br />

la spesa per la manutenzione stradale (da 41 a<br />

118


51 milioni) l'aumento per l'indennità vestiario ai vigili ed ai salariati, la riparazione<br />

della tettoia del Palazzo comunale (2.500.000); l'impianto igienico nei locali dell'Ufficio<br />

sanitario (1.300.000); l'aumento <strong>di</strong> potenza degli organi illuminanti<br />

(3.000.000); l'acquisto <strong>di</strong> un forno inceneritore per il macello (3.000.000); l'acquisto<br />

<strong>di</strong> nuove motociclette per i vigili urbani (1.500.000); la realizzazione del nuovo<br />

piano regolatore (10.000.000); l'aumento del contributo all'Ente comunale <strong>di</strong><br />

assistenza (da 6 a 8 milioni).<br />

A questo si aggiunge il continuo aumento del costo dei materiali da costruzione<br />

e delle forniture <strong>di</strong> materiale vario, che soltanto nell'ultimo anno ha<br />

subito un rialzo <strong>di</strong> circa il 30 per cento. Per la realizzazione <strong>di</strong> opere straor<strong>di</strong>narie,<br />

come acquedotto e fognatura, e<strong>di</strong>fici scolastici periferici, arredamento delle scuole<br />

elementari, sistemazioni stradali, l'Amministrazione comunale deve necessariamente<br />

provvedere con entrate straor<strong>di</strong>narie attraverso mutui per i quali interviene<br />

la garanzia ed il contributo dello Stato.<br />

A conclusione della relazione il Sindaco ha detto: « Tutto ciò non può essere<br />

evitato fino a quando non vi saranno riforme <strong>di</strong> struttura tali da garantire ai<br />

Comuni una entrata sod<strong>di</strong>sfacente, non attraverso nuove imposte, ma attraverso<br />

rinunzie da <strong>parte</strong> dello Stato <strong>di</strong> alcune imposte a favore dei Comuni. Da qualche<br />

tempo si <strong>di</strong>battono gli stessi problemi e solo da qualche tempo vi è stata qualche<br />

iniziativa in tal senso, che se ha potuto evitare il peggio per tanti Comuni come il<br />

nostro, non ha certamente cambiato il volto a quelle strutture amministrative, che<br />

hanno assoluto ed urgente bisogno <strong>di</strong> essere riformate perché non più adeguate<br />

allo sviluppo, che hanno assunto i Comuni con il ritorno alle amministrazioni<br />

democratiche ».<br />

Quin<strong>di</strong> il Sindaco ha riepilogato le cifre essenziali del bilancio.<br />

Aperta la <strong>di</strong>scussione, ha parlato l'avv.to Lufino che, annunciando il voto<br />

favorevole del suo gruppo (P.S.I.), ha detto che le entrate potrebbero essere aumentate<br />

con migliori accertamenti dei red<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> alcuni strati benestanti della citta<strong>di</strong>nanza,<br />

mentre ha protestato, per alcuni contributi elargiti ad orfanotrofi ed<br />

asili gestiti da religiosi.<br />

L'on. Pelosi, annunciando il « no » del suo gruppo (P.C.I.), ha invitato la<br />

Amministrazione a combattere gli evasori, a re<strong>di</strong>stribuire il carico contributivo tra<br />

i citta<strong>di</strong>ni e protestare contro il Governo per le mancate riforme <strong>di</strong> struttura, onde<br />

ottenere una maggiore autonomia comunale e maggiori contributi da <strong>parte</strong><br />

dello Stato.<br />

Il prof. Ceci (P.S.D.I.), aderendo alla relazione <strong>di</strong> maggioranza sul bilancio,<br />

non privo <strong>di</strong> aspetti positivi, che possono riflettersi in bene per la città, ha auspicato<br />

che la Giunta intensifichi la collaborazione tra i consiglieri al fine <strong>di</strong> ottenere<br />

un rinnovamento sostanziale della vita amministrativa, che risponda alle aspettative<br />

della citta<strong>di</strong>nanza. Ha quin<strong>di</strong> riba<strong>di</strong>to la urgente necessità <strong>di</strong> ottenere in sede<br />

governativa concessioni <strong>di</strong> carattere straor<strong>di</strong>nario per migliorare il volto della<br />

città.<br />

L'avv. <strong>La</strong> Donna (Lista Civica), pur rilevando che il <strong>di</strong>savanzo è aumentato,<br />

ha detto che i consiglieri del gruppo civico voteranno a favore del bilancio<br />

perché bisogna onestamente riconoscere che l'attuale Amministrazione ha trasformato<br />

la città in un cantiere, attuando importanti opere pubbliche.<br />

Il prof. Piscitelli (D.C.) ha confutato le tesi del comunista Pelosi, spiegando<br />

le ragioni che inducevano il gruppo democristiano a votare a favore. Dopo<br />

una breve risposta del Sindaco agli oratori intervenuti, il bilancio pre-<br />

119


ventivo, messo in votazione, ha ottenuto il suffragio <strong>di</strong> 22 voti favorevoli (14<br />

D.C., 6 Lista Civica, 1 P.S.D.I., 1 P.S.I.) e 16 contrari (P.C.I., assenti: Amoroso e<br />

Cannelonga).<br />

Sono stati quin<strong>di</strong> approvati all'unanimità i seguenti argomenti: sistemazione<br />

con manto <strong>di</strong> asfalto <strong>di</strong> alcune strade dell'abitato (8 milioni); estinzione <strong>di</strong> mutuo<br />

<strong>di</strong> L. 220 milioni con la gestione INA-Casa; accensione <strong>di</strong> nuovo mutuo <strong>di</strong> L.<br />

60.000.000 per costruzione <strong>di</strong> servizi al quartiere Uliveto; istanza al Ministero per<br />

l'Industria e Commercio per ottenere l'autorizzazione alla istituzione <strong>di</strong> un mercato<br />

all'ingrosso <strong>di</strong> frutta e verdura e la spesa <strong>di</strong> 3 milioni per l'applicazione <strong>di</strong> un<br />

tappetino bituminoso sul capo strada del viale S. Berar<strong>di</strong>no.<br />

Un'accesa polemica ha impegnato i consiglieri avv. Lufino (P.S.I.) e prof.<br />

Piscitelli (D.C.) per la concessione della proroga <strong>di</strong> 15 anni al parroco della chiesa<br />

Cristo Re per l'asilo infantile. Dopo ampio <strong>di</strong>battito, al quale hanno <strong>parte</strong>cipato<br />

pure l'on. Pelosi (P.C.I.) ed il Sindaco, la proroga è passata con il voto contrario<br />

dei consiglieri del P.C.I. e del P.S.I.<br />

Con l'astensione del gruppo comunista è stato approvato il progetto per la<br />

costruzione <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio da a<strong>di</strong>birsi ad Ufficio imposte <strong>di</strong> consumo e pesa pubblica,<br />

per l'importo <strong>di</strong> L. 20.300.000, a Porta S. Marco.<br />

Il Consiglio, infine, ha proceduto alla nomina: 1) della Commissione e<strong>di</strong>lizia<br />

per il quadriennio <strong>1963</strong>-1966 nelle persone dei sigg.: ing. Alfonso Cristalli<br />

(D.C.), ing. Alberto Raffaele Aquilano (D.C.), avv. Michele Castelli (D.C.), dott.<br />

Enrico Vasciminno (Lista Civica), prof. Enrico Pazienza (P.S.D.I.), e Aurelio<br />

Miranda (Lista Civica); 2) del Consiglio <strong>di</strong> amministrazione delle Opere Pie Riunite,<br />

che è risultato così costituito: prof. Dante Zannotti (D.C.), dott. Pasquale<br />

Petrone (Lista Civica), sig.ra Mariannina Masselli (Lista Civica), sig. Elio Cella<br />

(P.S.I.).<br />

120


la Capitanata<br />

Rassegna <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

Anno I (<strong>1963</strong>) N. 5-6 (settembre-<strong>di</strong>cembre)<br />

Coraggio e<br />

Democrazia<br />

Democrazia vuol <strong>di</strong>re molto <strong>di</strong> piú <strong>di</strong> governo popolare e dominio<br />

della maggioranza, molto <strong>di</strong> piú d'un sistema <strong>di</strong> tecniche politiche<br />

destinate a lusingare o ingannare potenti blocchi <strong>di</strong> votanti. Una<br />

democrazia che non ha un George Norris <strong>di</strong> cui vantarsi, nessun<br />

monumento <strong>di</strong> coscienza in<strong>di</strong>viduale in un mare <strong>di</strong> dominio popolare,<br />

non è degna <strong>di</strong> chiamarsi tale. <strong>La</strong> vera democrazia, vivente e operante,<br />

pone la sua fede nel popolo; la fede che il popolo non eleggerà<br />

semplicemente uomini i quali rappresenteranno le sue opinioni<br />

abilmente e coscienziosamente, ma eleggerà anche uomini i quali<br />

eserciteranno il proprio giu<strong>di</strong>zio coscienzioso; la fede che il popolo non<br />

condannerà coloro che per devozione ai principi saranno indotti a<br />

compiere atti impopolari, ma compenserà il coraggio, rispetterà l'onore<br />

e alla fine riconoscerà il <strong>di</strong>ritto.<br />

... Non soltanto i problemi del coraggio e della coscienza<br />

riguardano ogni funzionario o servitore pubblico (per quanto sia umile o<br />

potente) nella nostra terra, <strong>di</strong>nanzi a chiunque egli sia responsabile: agli<br />

elettori, a un Corpo legislativo, a una<br />

121


macchina politica o ad una organizzazione <strong>di</strong> partito. Riguardano anche<br />

ogni elettore nella nostra terra, e riguardano coloro che non votano,<br />

coloro che non si interessano del governo, coloro che nutrono soltanto<br />

<strong>di</strong>sdegno del politicante e della sua professione. Riguardano chiunque si<br />

sia lamentato almeno una volta della corruzione che si trova in alti<br />

luoghi, o abbia insistito perché il suo rappresentante eseguisse i suoi<br />

desideri. Infatti, in una democrazia ogni citta<strong>di</strong>no, non importa quanto<br />

si interessi <strong>di</strong> politica, « ha una carica »; ognuno <strong>di</strong> noi si trova in una<br />

posizione <strong>di</strong> responsabilità; e, in ultima analisi, la specie <strong>di</strong> governo che<br />

otteniamo <strong>di</strong>pende da come rispettiamo quelle responsabilità. Noi, il<br />

popolo, siamo il padrone, e avremo la specie <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettiva, sia buona sia<br />

cattiva, che esigiamo e meritiamo. Questi problemi non riguardano<br />

soltanto la politica ; infatti la medesima fondamentale scelta <strong>di</strong> coraggio<br />

o <strong>di</strong> conformismo ci affronta tutti continuamente, sia che temiamo l'ira<br />

degli elettori, degli amici, d'un consiglio amministrativo o del nostro<br />

sindacato, ogni volta che resistiamo al peso dell'opinione altrui sopra<br />

questioni fortemente <strong>di</strong>battute. Pur senza voler <strong>di</strong>minuire il coraggio col<br />

quale molti uomini sono morti, non dovremmo <strong>di</strong>menticare quegli atti<br />

<strong>di</strong> coraggio con i quali altri uomini hanno vissuto. II coraggio della vita<br />

è spesso uno spettacolo meno drammatico del coraggio d'un trapasso:<br />

però non è meno sicuramente una stupenda combinazione <strong>di</strong> trionfo e<br />

<strong>di</strong> trage<strong>di</strong>a.<br />

Un uomo fa quel che bisogna ch'egli faccia, nonostante<br />

conseguenze personali, nonostante ostacoli e pericoli e pressioni, e<br />

questo è la base <strong>di</strong> ogni morale umana. L'essere coraggiosi non richiede<br />

nessuna qualità speciale, nessuna formola magica, nessuna speciale<br />

combinazione <strong>di</strong> tempo, luogo e circostanze. E' una occasione che,<br />

presto o tar<strong>di</strong>, si presenta a noi tutti. <strong>La</strong> politica fornisce semplicemente<br />

una delle arene che impongono speciali prove <strong>di</strong> coraggio. In qualunque<br />

arena della vita possiamo incontrare la sfida al coraggio; quali che siano<br />

i sacrifici che egli affronta seguendo la coscienza, la per<strong>di</strong>ta degli amici,<br />

della fortuna, della contentezza, persino della stima dei suoi fratelli e<br />

concitta<strong>di</strong>ni, ciascun uomo bisogna che decida da sé il corso che<br />

seguirà.<br />

I racconti del coraggio passato possono definire quell'ingre<strong>di</strong>ente,<br />

possono insegnare, possono fornire ispirazione. Ma non possono fornire<br />

il coraggio stesso. Per questo, ogni uomo; bisogna che frughi nella<br />

propria anima.<br />

JOHN FITZGERALD KENNEDY<br />

(da «Ritratti del coraggio», nella traduzione <strong>di</strong> Henry Furst).<br />

122


<strong>La</strong> Provincia<br />

nell' or<strong>di</strong>namento regionale<br />

1. - Non è certo privo <strong>di</strong> significato che, nell'avvicinarsi del<br />

Centenario del 1865, <strong>di</strong> quell'anno in cui il giovane Stato italiano,<br />

proclamato nel 1861, seppe darsi, insieme coi co<strong>di</strong>ci, il corpo delle leggi<br />

amministrative fondamentali, ve<strong>di</strong>amo maturare la realizzazione della<br />

Costituzione in rapporto alla Regione, che permetterà alla Repubblica<br />

italiana <strong>di</strong> darsi finalmente un'organica legislazione sull'or<strong>di</strong>namento e<br />

sulle funzioni degli Enti locali.<br />

E questo richiamo ci permette <strong>di</strong> ricordare come la Regione abbia<br />

costituito, per cosí <strong>di</strong>re, il segno della contrad<strong>di</strong>zione nel primo<br />

centennio <strong>di</strong> vita del nostro Stato unitario, motivo intrinseco nello<br />

stesso formarsi dell'Unità nazionale, motivo ricorrente <strong>di</strong> un incrociato<br />

fuoco <strong>di</strong> polemiche. E, per altro verso, esso ci porta anche a sottolineare<br />

come col problema della Regione sia legato quello della Provincia. Se da<br />

un lato i fautori dell'accentramento statale, mentre negavano la Regione,<br />

mortificavano la Provincia, d'altro lato i progetti Minghetti, che, nel<br />

collegamento al lavoro preparatorio del Farini, costituiscono il punto <strong>di</strong><br />

<strong>parte</strong>nza <strong>di</strong> questa vicenda storica, facevano proprio centro nella<br />

Provincia, esaltata dal Minghetti stesso, come punto capitale della sua<br />

proposta.<br />

Nei progetti Minghetti la Regione aveva una impostazione<br />

limitata, come consorzio regionale <strong>di</strong> Province (a <strong>parte</strong> quella <strong>di</strong><br />

territorio <strong>di</strong> decentramento governativo); la Costituzione della<br />

Repubblica italiana ha accolto la Regione nella pienezza della sua<br />

espressione <strong>di</strong> Ente autonomo, con potestà legislativa. In ogni modo si<br />

può <strong>di</strong>re che, anche in questo punto <strong>di</strong> arrivo dell'arco, che lega la prima<br />

espressione a quella piú piena, la Regione è inserita in un quadro che<br />

vede la riaffermazione della Provincia nella sua posizione <strong>di</strong> Ente<br />

autonomo territoriale, centro <strong>di</strong> vita locale, sullo stesso piano <strong>di</strong><br />

autonomia del Comune, in una piú vasta sfera territoriale.<br />

<strong>La</strong> Regione costituisce nella nostra Costituzione uno dei termini in<br />

cui si attuano quelle autonomie locali che, secondo il principio fon-<br />

123


damentale dell'art. 5, la Repubblica, una e in<strong>di</strong>visibile, riconosce e promuove e che<br />

si esprimono appunto nell'enunciazione generale dell'articolo 114, che la<br />

Repubblica si ri<strong>parte</strong> in Regioni, Province e Comuni.<br />

Assumendo come tema <strong>di</strong> relazione generale della nostra Assemblea<br />

or<strong>di</strong>naria « <strong>La</strong> Provincia nell'or<strong>di</strong>namento regionale », noi affrontiamo <strong>di</strong>rettamente<br />

l'impostazione centrale: che nell'attuale or<strong>di</strong>namento italiano, statuito dalla<br />

Costituzione e maturo per la sua piena realizzazione l'approfon<strong>di</strong>mento<br />

dell'or<strong>di</strong>namento regionale non può prescindere dall'approfon<strong>di</strong>mento della<br />

posizione e funzione della Provincia, come del Comune, e che l'approfon<strong>di</strong>mento<br />

della funzione e posizione della Provincia non può avvenire, se non attraverso<br />

quello dell'or<strong>di</strong>namento regionale, nel quale la Provincia è destinata a trovare la sua<br />

piena esplicazione costituzionale.<br />

<strong>La</strong> nostra relazione, ovviamente, non può che considerare la Regione a<br />

statuto or<strong>di</strong>nario, perché le Regioni a statuto speciale rappresentano tante<br />

esperienze in<strong>di</strong>viduate e <strong>di</strong>stinte, nelle quali la <strong>di</strong>fferenziazione arriva alla stessa<br />

esistenza o meno della Provincia. Le Province, che vivono tali <strong>di</strong>stinte esperienze,<br />

potranno nell'Assemblea far sentire la loro voce, recando il contributo che viene<br />

dalla vita vissuta.<br />

Inserimento della Regione<br />

nella politica <strong>di</strong> programmazione.<br />

2. - II problema regionale che, come abbiamo ricordato, può <strong>di</strong>rsi<br />

tra<strong>di</strong>zionale in Italia dalla formazione dello Stato unitario nella <strong>di</strong>alettica che<br />

esprime l'unità nella autonomia, si è approfon<strong>di</strong>to e in certa guisa arricchito, in<br />

rapporto alla politica <strong>di</strong> programmazione.<br />

Sarebbe però grave errore contrapporre questa funzione e posizione della<br />

Regione nella politica <strong>di</strong> sviluppo, come un'impostazione nuova del problema<br />

regionalistico, alla concezione (che si considererebbe allora tra<strong>di</strong>zionale e superata)<br />

del significato e valore della Regione nel quadro delle autonomie, inerenti ad una<br />

concezione pluralistica della società, quale appunto sta a fondamento della nostra<br />

Costituzione, quadro al quale sono termini altrettanto essenziali le Province e i<br />

Comuni.<br />

<strong>La</strong> Regione assolve nella politica <strong>di</strong> programmazione ad un compito<br />

fondamentale, appunto in quanto essa costituisce uno dei centri dell'autonomia<br />

locale e precisamente coincidente con quell'ambito territoriale per il quale assume<br />

un sufficiente respiro la <strong>di</strong>mensione della programmazione regionale. Ciò permette,<br />

da un lato, <strong>di</strong> utilizzare la Regione, che in Italia costituisce una entità storica,<br />

geografica e quin<strong>di</strong> anche economica, per i piani regionali <strong>di</strong> sviluppo, e <strong>di</strong> trovare<br />

nella Regione, come Ente autonomo territoriale a struttura democratica, il fulcro<br />

sul quale una politica <strong>di</strong> programmazione può inserirsi nella vita e articolarsi nella<br />

libertà.<br />

In sostanza, l'esigenza <strong>di</strong> una politica <strong>di</strong> programmazione, da esplicarsi<br />

attraverso piani regionali <strong>di</strong> sviluppo, che costituiscono la <strong>di</strong>mensione in rapporto<br />

alla quale la programmazione si traduce in un vero<br />

124


e proprio piano, nelle piú complesse determinazioni <strong>di</strong> questo (che investono<br />

anche l'aspetto urbanistico), può incorrere nel rischio <strong>di</strong> tradursi in tecnocrazia<br />

(pericolo ben avvertito in paesi che hanno una tra<strong>di</strong>zione accentrata, e in cui le<br />

Regioni economiche debbono essere modellate a questo scopo da organi centrali) ;<br />

ed a questo rischio permette <strong>di</strong> ovviare nel nostro or<strong>di</strong>namento proprio<br />

l'impostazione della Regione, quale è vista nella nostra Costituzione, come uno dei<br />

livelli <strong>di</strong> quelle autonomie, che rappresentano la salvaguar<strong>di</strong>a dell'uomo <strong>di</strong> fronte al<br />

processo <strong>di</strong> centralizzazione e burocratizzazzione dello Stato moderno.<br />

Si potrà soltanto <strong>di</strong>re che la posizione fondamentale, che la Regione<br />

assume in una politica <strong>di</strong> programmazione, rende piú delicato e sensibile il<br />

rapporto del livello regionale con quello nazionale in una linea <strong>di</strong> forze che sale<br />

dal primo al secondo e dal secondo ri<strong>di</strong>scende al primo.<br />

Tutto ciò richiede, se mai, una maggiore caratterizzazione dei <strong>di</strong>versi livelli, e<br />

cioè non soltanto <strong>di</strong> quello regionale nei confronti del livello nazionale, ma anche<br />

<strong>di</strong> quello degli Enti locali piú circoscritti, Province e Comuni, nei confronti <strong>di</strong><br />

quello regionale.<br />

E va ancora particolarmente sottolineato il modo storicamente concreto in<br />

cui la Regione si inserisce nella politica <strong>di</strong> programmazione e <strong>di</strong> sviluppo, la quale,<br />

nel richiamarsi alla Costituzione, fa essenzialmente capo al terzo comma dell'art. 41<br />

(« la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica<br />

pubblica e privata possa essere in<strong>di</strong>rizzata e coor<strong>di</strong>nata a fini sociali ») ; nelle linee<br />

<strong>di</strong> questo quadro <strong>di</strong> carattere nazionale la Regione entra appunto come espressione<br />

<strong>di</strong> autonomia territoriale, con la sua limitata competenza legislativa (e<br />

amministrativa) per le materie elencate nell'art. 117 Cost., che investono<br />

l'urbanistica, una serie <strong>di</strong> attività economiche (tranne l'industria, prevista dagli<br />

Statuti <strong>di</strong> Regioni a statuto speciale, ma non inclusa nell'art. 117 per le Regioni a<br />

statuto or<strong>di</strong>nario), l'istruzione artigiana e professionale, le opere pubbliche relative a<br />

date infrastrutture, cioè con un complesso <strong>di</strong> poteri concreti, che le permettono <strong>di</strong><br />

articolare le linee programmatiche nazionali, nella determinazione del piano<br />

regionale <strong>di</strong> sviluppo, e insieme permettono l'elasticità <strong>di</strong> quel movimento<br />

complesso per cui i piani regionali debbono a loro volta tradurre le linee <strong>di</strong> un<br />

quadro nazionale ed essere inseriti e armonizzati in un quadro nazionale.<br />

Legge <strong>di</strong> coesistenza dei vari livelli delle autonomie.<br />

3. - <strong>La</strong> legge <strong>di</strong> coesistenza dei vari livelli delle autonomie locali (regionale,<br />

provinciale, comunale) è chiaramente definita nella Costituzione e questa<br />

determinazione costituzionale trova la sua ra<strong>di</strong>ce nella stessa vita degli Enti (<strong>di</strong><br />

quelli già esistenti), quale oggi erompe dalle strettoie delle leggi vigenti, in gran <strong>parte</strong><br />

frammenti <strong>di</strong> vecchie leggi che si trascinano, destinate ad essere superate dalla<br />

legislazione organica <strong>di</strong> cui oggi l'esigenza è improrogabile.<br />

Se volessimo concentrare in una formula generale questa legge <strong>di</strong><br />

125


coesistenza tra il livello regionale e quelli provinciale e comunale,<br />

potremmo <strong>di</strong>re che la Regione nella posizione assegnatale dalla<br />

Costituzione e negli sviluppi che ne derivano (secondo i concetti<br />

suesposti) ha fondamentalmente funzioni precettive, pianificatrici, <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>rettiva; mentre Province e Comuni sono gli Enti nei quali<br />

essenzialmente vive la vita amministrativa locale.<br />

Naturalmente questa formula, come tutte le formule generali<br />

orientatrici, non va intesa in senso assoluto, come separazione rigida<br />

(del resto è evidente che esisterà necessariamente una amministrazione<br />

della Regione); essa coglie un nucleo vivo e richiede quella elasticità che,<br />

appunto, fa sí che essa non traduca soltanto una impostazione legislativa<br />

costituzionale, ma rispecchi la realtà della vita.<br />

Essa nasce dai termini semplici e chiari in cui si può esprimere in<br />

sintesi (per i riflessi che qui interessano) la posizione della Regione:<br />

- potestà legislativa su determinate materie nei limiti dei principi<br />

fondamentali stabiliti, singolarmente per ciascuna materia, da leggi della<br />

Repubblica (art. 117 Cost.,; art. 9 legge 10 febbraio 1953, n. 62) ;<br />

- normale esercizio delle funzioni amministrative spettanti alla<br />

Regione, nelle stesse materie, attraverso il delegarle alle Province, ai<br />

Comuni, o ad altri Enti locali, o il valersi dei loro uffici (art. 118, terzo<br />

comma, Cost.); conseguentemente, emanazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettive sull'esercizio<br />

delle funzioni delegate (art. 39 legge 10 febbraio 1953, n. 62) ;<br />

- posizione della Regione nell'elaborazione e realizzazione del<br />

piano regionale <strong>di</strong> sviluppo, che costituisce uno dei car<strong>di</strong>ni della politica<br />

<strong>di</strong> programmazione, nel quadro e nelle linee della programmazione<br />

nazionale (per il quale essa deve chiamare a collaborare tutti gli organi<br />

competenti e le espressioni delle forze vive economiche e sociali<br />

operanti nella Regione) ; questa posizione, che non è <strong>di</strong>rettamente<br />

enunciata con formula generale nella Costituzione, erompe, come<br />

abbiamo detto, dallo spontaneo innestarsi della Regione nella traduzione<br />

in atto della politica <strong>di</strong> sviluppo e programmazione, e si afferma come<br />

chiara esigenza storico-politica in quel complesso <strong>di</strong> « ius condendum »,<br />

che appunto deve fondare tale politica.<br />

Per altro verso, Province e Comuni, oltre all'esplicazione della<br />

propria autonomia, sancita dall'art. 128 della Costituzione, ed<br />

all'assolvimento delle funzioni loro proprie (determinate da leggi<br />

generali della Repubblica, in base agli artt. 118, primo comma, e 128<br />

Cost.), assolvono a funzioni amministrative loro delegate dalla Regione<br />

per delega che la Costituzione qualifica come normale (accanto all'altra<br />

via, per la Regione, <strong>di</strong> valersi degli uffici provinciali e comunali,<br />

proce<strong>di</strong>mento, quest'ultimo, che, come <strong>di</strong>remo, a nostro avviso deve<br />

essere contenuto in posizione complementare e subor<strong>di</strong>nata).<br />

Basta questa proiezione delle <strong>di</strong>verse esplicazioni degli Enti per<br />

prospettare i termini concreti e particolareggiati della formula generale<br />

<strong>di</strong> legge <strong>di</strong> coesistenza che abbiamo enunciata, e per affermare che,<br />

attuando lo spirito della Costituzione, proprio nell'or<strong>di</strong>namento<br />

regionale, e nella piena efficienza dell'esplicazione della Regione, le<br />

126


Province ed i Comuni debbono acquistare la loro posizione <strong>di</strong> Enti nei quali vive la<br />

vita amministrativa, in quanto soprattutto in essi si compie quella che potremmo<br />

<strong>di</strong>re, con espressione lata e comprensiva, l'attuazione amministrativa.<br />

Ciò naturalmente non esclude che la Regione eserciti <strong>di</strong>rettamente talune<br />

sue funzioni, piú <strong>di</strong>rettamente legate all'esplicazione regionale; onde un sottile<br />

compito <strong>di</strong> interpretazione e delimitazione. Resta però la fondamentale<br />

normalità della delega che, insieme coll'altra eventualità, dell'impiego degli<br />

uffici provinciali e comunali, fa sí che la Regione debba avere una burocrazia<br />

limitata e snella. E resta la caratterizzazione che l'attuazione <strong>di</strong> funzioni<br />

amministrative, proprie o delegate, dà alle Province ed ai Comuni nei confronti<br />

della Regione.<br />

Interesse locale nell'ambito provinciale.<br />

E giova ancora sottolineare che, se l'art. 118 della Costituzione, sia per le<br />

funzioni esclusivamente locali, sia per le funzioni delegate dalla Regione, parla<br />

<strong>di</strong> « Province, Comuni od altri Enti locali », è qui preminente, con una propria<br />

in<strong>di</strong>vidualità assorbente, la posizione che i primi hanno nella Costituzione<br />

come <strong>di</strong>versi livelli della autonomia locale, posizione che risulta chiaramente<br />

dall'art. 114 (« <strong>La</strong> Repubblica si ri<strong>parte</strong> in Regioni, Province e Comuni ») e<br />

dall'art. 128. Province e Comuni, nella loro autonomia, esprimono e<br />

rappresentano un'unitaria generalità <strong>di</strong> interessi pubblici localizzati nel loro<br />

territorio; e la creazione <strong>di</strong> altri Enti locali per determinate funzioni o<br />

specifiche rappresentanze <strong>di</strong> dati interessi (Camere <strong>di</strong> Commercio, Industria e<br />

Agricoltura; Enti Provinciali per il Turismo) assume un carattere <strong>di</strong> specificità<br />

nei loro confronti. Né sarà necessario che qui si sottolinei ancora l'inversione <strong>di</strong><br />

posizioni, che avevamo denunciata in una nota circolare che, assecondando un<br />

voto dell'Unione delle Camere <strong>di</strong> Commercio, Industria e Agricoltura, aveva<br />

tentato <strong>di</strong> bloccare ogni intervento della Provincia nel settore economico<br />

(come per esempio nell'agricoltura) attribuendo per tale settore un'esclusiva alle<br />

Camere <strong>di</strong> Commercio, Industria e Agricoltura, in omaggio a norme, oggi<br />

espressamente abrogate, che definivano il Consiglio <strong>Provinciale</strong> dell'Economia<br />

Corporativa, ispirato a ben <strong>di</strong>versa concezione dello Stato.<br />

4. - Occorre però ancora insistere sul rilievo che la delega <strong>di</strong> funzioni<br />

amministrative della Regione non può costituire la <strong>parte</strong> principale delle<br />

funzioni della Provincia (e parliamo soprattutto della Provincia, perché su <strong>di</strong><br />

essa, piú che sul Comune, si sfogano le tendenze contrarie alle autonomie<br />

locali, e per essa si è da taluno tentato <strong>di</strong> porre una alternativa colla Regione);<br />

tale delega costituisce solo un supplemento integrativo, che la Provincia è<br />

essenzialmente qualificata dalla sua autonomia e dalle funzioni sue proprie.<br />

Resta cosí completamente bloccato ogni tentativo <strong>di</strong> sostenere che la<br />

Regione dovrebbe svuotare la Provincia ed ogni prospettiva <strong>di</strong> fare della<br />

Provincia puramente un organo decentrato della Regione (anche « de iure<br />

condendo » costituzionale; ciò porterebbe a svisare la stessa impostazione<br />

autonomistica dell'or<strong>di</strong>namento regionale ed appesanti-<br />

127


ebbe la posizione della Regione. Per le funzioni amministrative, che trovino il loro<br />

ambito <strong>di</strong> esplicazione e determinazione negli interessi locali del territorio<br />

provinciale, la sede naturale, il centro <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> esplicazione, deve essere la<br />

Provincia (e altrettanto è del Comune per l'ambito comunale). E' questa<br />

l'impostazione che la Costituzione detta, a chiari termini, nell'art. 128 in<br />

connessione coll'art. 114 (e non vi contrasta l'articolo 118). E' questa la realtà viva<br />

della posizione attuale della Provincia, che va molto al <strong>di</strong> là dei compiti <strong>di</strong> istituto<br />

fissati dalla legge.<br />

Non vogliamo qui ripetere quanto già ha formato oggetto della relazione<br />

all'Assemblea straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> Salerno, su « Le prospettive <strong>di</strong> una legge provinciale e<br />

comunale e le funzioni delle Province ». Quella relazione, fatta propria<br />

dall'Assemblea, viene qui assunta come punto <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza.<br />

Assumiamo quin<strong>di</strong>, come punto <strong>di</strong> <strong>parte</strong>nza, la formulazione che in quella<br />

relazione abbiamo prospettata per l'enunciazione <strong>di</strong> carattere generale, che nella<br />

legge provinciale e comunale dovrebbe precedere l'elencazione <strong>di</strong> funzioni della<br />

Provincia<br />

« <strong>La</strong> Provincia esprime e rappresenta gli interessi pubblici locali propri<br />

dell'ambito del territorio provinciale e svolge le attività che vi si connettono allo<br />

scopo <strong>di</strong> concorrere allo sviluppo economico e sociale ed al progresso delle<br />

popolazioni ».<br />

<strong>La</strong> formula può usarsi anche per il Comune, colle corrispondenti<br />

sostituzioni.<br />

5. - <strong>La</strong> linea limite per le funzioni proprie della Provincia è rappresentata<br />

dall'interesse locale nell'ambito provinciale. Qui giova brevemente rilevare che,<br />

se l'art. 118 della Costituzione usa l'avverbio « esclusivamente » per l'interesse<br />

locale, ciò non significa che la Costituzione abbia voluto intendere le funzioni<br />

provinciali e comunali in senso restrittivo; essa ha puramente voluto con ciò<br />

alludere all'ambito territoriale della qualifica « locale »: la funzione non deve<br />

eccedere l'interesse locale dell'ambito provinciale e comunale. E, si noti, questa<br />

qualifica «<strong>di</strong> interesse esclusivamente locale », nell'art. 118, va riferita alle<br />

funzioni, non alle materie; le materie possono avere, e normalmente hanno, un<br />

interesse che va al <strong>di</strong> là del territorio della Provincia o del Comune; una data<br />

funzione in rapporto ad esse può invece essere <strong>di</strong> interesse locale. E nel<br />

valutare come <strong>di</strong> interesse esclusivamente locale una funzione, si ha riguardo<br />

alla esplicazione ed organizzazione <strong>di</strong> essa, non al risultato generale che ne<br />

consegue; altrimenti si potrebbe arrivare alla conclusione estrema che <strong>di</strong><br />

funzioni esclusivamente locali non ce ne sarebbero piú, perché il risultato è<br />

sempre un interesse pubblico generale, che investe tutta la comunità. Per fare<br />

un esempio, l'assistenza può per varie esplicazioni essere considerata funzione<br />

<strong>di</strong> interesse esclusivamente locale; il risultato, l'allevamento, la protezione e<br />

l'educazione dell'infanzia, la salute pubblica, ecc. è sempre tale che eccede<br />

l'interesse esclusivamente locale. Può forse all'uopo bastare l'enunciazione della<br />

<strong>di</strong>stinzione fra interesse della materia e interesse della funzione, colla<br />

precisazione qui fatta.<br />

Naturalmente le funzioni che possono essere attribuite alle Pro-<br />

128


KENNEDY IN ITALIA<br />

NAPOLI - 2 luglio <strong>1963</strong>. Dalla statua <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> il saluto popolare al Presidente<br />

della « nuova frontiera »


PALERMO - XXI assemblea dell'Unione delle Provincie. <strong>La</strong> rappresentanza dell'Ente<br />

Provincia <strong>di</strong> Capitanata (da s. a d.): il segr. g.le dott. Basso, I'ass. prof. Fiordalisi, il cons. sig.<br />

Panico, il pres. avv. Consiglio, il suo capo <strong>di</strong> Gab. dott. Di Stefano, i cons. avv. Tizzoni e prof.<br />

Ricciardelli.


vince e ai Comuni, e l'esplicazione dell'autonomia <strong>di</strong> questi, vanno al <strong>di</strong><br />

là delle materie elencate nell'art. 117 della Costituzione; che anzi l'art.<br />

118 vuole appunto stabilire che anche per queste le leggi generali della<br />

Repubblica possono fare <strong>di</strong>retta attribuzione alle Province ed ai Comuni.<br />

Si potrebbe quin<strong>di</strong> affermare che, fuori <strong>di</strong> quelle materie, l'espressione e<br />

rappresentanza degli interessi locali sia piú elastica e piú libera in<br />

rapporto alla delimitazione dell'ambito dell'interesse. Bisogna però tener<br />

presente che gran <strong>parte</strong> delle materie <strong>di</strong> cui all'art. 117, cioè <strong>di</strong> quelle<br />

oggetto <strong>di</strong> potestà legislativa della Regione, sono appunto <strong>di</strong> quelle che<br />

piú si prestano a funzioni <strong>di</strong> interesse locale, e che quin<strong>di</strong>, come<br />

abbiamo detto, anche la formulazione dell'art. 118 vuol essere<br />

interpretata con una certa elasticità.<br />

Materie <strong>di</strong> specifico interesse regionale.<br />

6. - Tra le materie elencate dall'art. 117 della Costituzione, come<br />

formanti oggetto della potestà legislativa della Regione, ne esistono<br />

alcune con chiaro riferimento locale, che rivela che le relative funzioni<br />

amministrative debbono venire <strong>di</strong>rettamente attribuite alle Province o ai<br />

Comuni (e ciò per legge dello Stato). Tale è la « Polizia locale urbana e<br />

rurale »; tali, sono i « Musei e biblioteche <strong>di</strong> Enti locali ».<br />

Per altro verso, tra le stesse materie ve ne sono <strong>di</strong> quelle per le<br />

quali si delimita la potestà della Regione all'interesse regionale: «Tramvie<br />

e linee automobilistiche <strong>di</strong> interesse regionale; Viabilità, acquedotti e<br />

lavori pubblici <strong>di</strong> interesse regionale ». Parrebbe argomentarsene che<br />

tramvie e linee automobilistiche, viabilità, acquedotti e lavori pubblici <strong>di</strong><br />

interesse esclusivamente locale sono fuori della potestà legislativa della<br />

Regione; cosí sarà, p. es., delle tramvie e linee automobilistiche urbane;<br />

cosí sarà della viabilità, degli acquedotti e lavori pubblici <strong>di</strong> interesse<br />

esclusivamente provinciale o comunale.<br />

Potrebbe, è vero, venire il dubbio che nell'art. 117 della<br />

Costituzione l'interesse regionale venga in contrapposto all'interesse<br />

nazionale e non a quello locale, che potrebbe essere assorbito<br />

nell'interesse regionale. Il legislatore costituente ha però usato in questo<br />

articolo il termine « locale » con riferimento agli Enti minori; e<br />

l'interesse regionale si contrappone anche all'interesse esclusivamente<br />

locale.<br />

Ciò premesso, anzitutto deve necessariamente inferirsene a fil <strong>di</strong><br />

logica che, allora, tramvie e linee automobilistiche <strong>di</strong> interesse<br />

esclusivamente provinciale debbono rientrare nella competenza della<br />

Provincia, e non possono continuare ad essere materia <strong>di</strong> concessione<br />

statale, come ancora oggi avviene.<br />

Certo, non può <strong>di</strong>rsi senz'altro facile in<strong>di</strong>viduare la linea che<br />

separa, nei trasporti pubblici, come nella viabilità, negli acquedotti e nei<br />

lavori pubblici, l'interesse regionale da quello puramente locale. Occorre<br />

una certa elasticità; e, soprattutto per i lavori pubblici, notevole<br />

influenza, nella determinazione, ha la stessa scelta concreta da <strong>parte</strong><br />

della legge statale, che attribuisce le funzioni agli Enti locali minori, o,<br />

per converso, della legge regionale, che statuisce sull'opera <strong>di</strong><br />

129


interesse della regione. Un certo criterio limite deve però risultarne, pur<br />

con tutta l'elasticità richiesta.<br />

Un altro punto va però senz'altro risolto e fissato. Posto che la<br />

potestà legislativa della Regione qui investe solo tramvie e linee<br />

automobilistiche d'interesse regionale, e viabilità, acquedotti e lavori<br />

pubblici <strong>di</strong> interesse regionale, dovremmo <strong>di</strong>re che in rapporto a queste<br />

materie non sono ammissibili che funzioni amministrative della Regione<br />

(sia pure delegate nell'esercizio), in quanto verrebbe meno la possibilità <strong>di</strong><br />

quell'interesse esclusivamente locale presupposto per la <strong>di</strong>retta<br />

attribuzione delle funzioni amministrative alle Province, ai Comuni o ad<br />

altri Enti locali? Abbiamo già precisato che la determinazione dell'art. 118,<br />

primo comma, riguarda le funzioni, non le materie, mentre la<br />

determinazione delle voci suin<strong>di</strong>cate nell'art. 117 concerne le materie. E<br />

non è a priori escluso che per materie <strong>di</strong> specifico interesse regionale<br />

possano esistere funzioni <strong>di</strong> interesse esclusivamente locale da attribuirsi<br />

alle Province o ai Comuni.<br />

<strong>La</strong> Provincia, ente qualificato per le funzioni stradali.<br />

Ciò ha risalto soprattutto per la viabilità, per le complesse funzioni<br />

che vi si ricollegano e per la specifica posizione della Provincia in questa<br />

materia. Presupposta una viabilità <strong>di</strong> interesse regionale, è possibile<br />

in<strong>di</strong>viduare, anche rispetto alle strade <strong>di</strong> interesse regionale, funzioni <strong>di</strong><br />

interesse esclusivamente locale da attribuire <strong>di</strong>rettamente alla Provincia?<br />

Osserviamo che se ciò può ammettersi per funzioni che possano<br />

qualificarsi come marginali, piú <strong>di</strong>fficile sembra ammettere che la<br />

competenza amministrativa per la costruzione e la gestione delle strade <strong>di</strong><br />

interesse regionale possa dalla legge dello Stato essere <strong>di</strong>rettamente<br />

attribuita alla competenza delle Province e dei Comuni, in quanto<br />

dovrebbe qualificarsi <strong>di</strong> interesse esclusivamente locale. Sembra consono<br />

che, se la Regione può legiferare su date strade (come su dati acquedotti o<br />

lavori pubblici), in quanto <strong>di</strong> interesse regionale, tali strade (e acquedotti e<br />

lavori pubblici) rientrano anche nella competenza amministrativa della<br />

Regione.<br />

Dobbiamo però senz'altro aggiungere che questa della viabilità <strong>di</strong><br />

interesse regionale è una materia nella quale dovrà comunque operale la<br />

normale delega alle Province dell'esercizio delle funzioni amministrative<br />

delle Regioni: dovranno cioè spettare alla Regione l'iniziativa, coll'onere<br />

dello stanziamento, e le <strong>di</strong>rettive che la Regione stessa deve dare a norma<br />

dell'art. 39 della legge 10 febbraio 1953, n. 62, mentre la costruzione e la<br />

gestione dovranno essere delegate alle Province.<br />

Di fronte all'attrezzatura delle Province, che sono tra<strong>di</strong>zionalmente<br />

qualificate per le funzioni stradali, sarebbe assurda superfetazione<br />

l'impianto <strong>di</strong> uffici tecnici regionali per la costruzione e gestione <strong>di</strong> strade<br />

regionali. E si noti che anche nelle Regioni depresse, dove l'iniziativa della<br />

Regione e la molla dell'interesse regionale della viabilità devono essere piú<br />

forti, il decentrare la esecuzione, cioè la costruzione e gestione delle<br />

strade, contribuisce a tenere viva nelle Province, cioè nei<br />

130


centri locali, la <strong>parte</strong>cipazione a questo impulso regionale e insieme ad<br />

avvicinarne ed adeguarne la realizzazione alla stessa vita locale. <strong>La</strong><br />

costruzione e gestione delle strade deliberate dalla Regione dovrà dunque<br />

essere delegata alle Province.<br />

Può apparire dubbio se costituzionalmente sia lecito (come sarebbe<br />

opportuno) già sancire con legge dello Stato che tale funzione deve essere<br />

in tal senso delegata. Noi non lo esclu<strong>di</strong>amo, in quanto tale legge sarebbe<br />

puramente una determinazione <strong>di</strong> quel « normalmente » dell'art. 118, terzo<br />

comma della Costituzione, che, in taluni casi, come nel nostro, trova i<br />

presupposti per dover avere piena applicazione.<br />

Certo, <strong>di</strong> fronte a questa esigenza, che a nostro avviso potrebbe e<br />

dovrebbe trovare sanzione in una norma legislativa, appare stonata e deve<br />

essere mo<strong>di</strong>ficata la norma del n. 3 dell'art. 1 della legge 10 febbraio 1953,<br />

n. 62, che limita la delega <strong>di</strong> funzioni amministrative della Regione, nel<br />

senso che deve avvenire « per oggetto definito e per tempo determinato ».<br />

Se non già una legge dello Stato, almeno lo Statuto della Regione<br />

dovrebbe appunto determinare che talune funzioni (e tra queste la<br />

costruzione e gestione <strong>di</strong> strade) debbano essere delegate. Abbiamo<br />

quin<strong>di</strong> constatato con piacere, come nel progetto <strong>di</strong> legge, presentato dal<br />

Governo Fanfani, <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica della legge n. 62 del 1953, fosse contenuta<br />

pure l'eliminazione <strong>di</strong> tale limitazione della delegabilità.<br />

Altro punto: è opportuno l'in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un demanio stradale<br />

regionale accanto a quello statale, provinciale e comunale? Non potrebbe<br />

apparire piú opportuno fare attribuire alle Province anche la titolarità<br />

delle strade <strong>di</strong> interesse regionale? Anche se le funzioni amministrative<br />

relative a queste strade rientrano nella delega, non riteniamo<br />

costituzionalmente ammissibile tale soluzione. Le strade regionali faranno<br />

<strong>parte</strong> <strong>di</strong> un demanio regionale (cfr. art. 119, quarto comma Cost.) ; ne<br />

saranno delegate le funzioni relative nel senso che abbiamo in<strong>di</strong>cato.<br />

A completamento <strong>di</strong> quanto abbiamo detto per la viabilità <strong>di</strong><br />

interesse regionale, aggiungiamo ancora che per le tramvie e linee<br />

automobilistiche <strong>di</strong> interesse regionale il problema può apparire in certa<br />

guisa piú semplice; la determinazione per la concessione o la gestione<br />

<strong>di</strong>retta spetterà alla Regione, che nel primo caso potrà anche fare la<br />

concessione ad aziende provinciali o comunali, mentre nel secondo potrà<br />

creare una azienda regionale <strong>di</strong> trasporti. E un <strong>di</strong>scorso in certa guisa<br />

analogo può farsi per gli acquedotti <strong>di</strong> interesse regionale. <strong>La</strong> gamma dei<br />

lavori pubblici <strong>di</strong> interesse regionale è piú vasta e potrà oscillare in varia<br />

guisa fra la <strong>di</strong>retta esecuzione (normalmente valendosi degli uffici tecnici<br />

degli Enti minori) e la delega.<br />

Competenze della Regione<br />

per le funzioni delegate all'Ente Provincia.<br />

7. - Quanto abbiamo detto della viabilità <strong>di</strong>mostra come, se le<br />

funzioni proprie delle Province (e dei Comuni) e quelle delegate dalla<br />

Regione costituiscono categorie nettamente <strong>di</strong>stinte, concretamente esse<br />

131


possono talvolta essere commiste in rapporto a materie unitarie. Certo,<br />

la Provincia non avrà bisogno <strong>di</strong> creare uffici addetti alle strade <strong>di</strong><br />

interesse regionale, accanto a quelli relativi alle strade provinciali.<br />

Resterà pur sempre una <strong>di</strong>versa categoria <strong>di</strong> strade; e in rapporto alle<br />

funzioni delegate la Regione avrà competenza <strong>di</strong> impartire <strong>di</strong>rettive (cfr.<br />

art. 39 legge 10 febbraio 1953, n. 62) e <strong>di</strong> controllare l'esercizio,<br />

competenza, cioè, che non avrà per le strade provinciali e comunali.<br />

E soprattutto resterà una netta <strong>di</strong>stinzione giuri<strong>di</strong>ca fondamentale<br />

che <strong>parte</strong> dalla stessa in<strong>di</strong>viduazione della fonte, che esige una legge<br />

della Repubblica per la determinazione delle funzioni proprie degli Enti,<br />

mentre per la delega la legge della Repubblica potrà regolare la<br />

procedura ed esplicazione della delega, potrà poi anche imporre la<br />

delega per certe funzioni, ma il fondamento dell'attribuzione resterà<br />

sempre la delega da <strong>parte</strong> della Regione.<br />

Compiti istituzionali delle Province.<br />

8. - Già nella relazione all'Assemblea straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> Salerno<br />

abbiamo tracciato uno schema delle categorie <strong>di</strong> funzioni che<br />

dovrebbero spettare alle Province (come funzioni proprie determinate<br />

da leggi dello Stato) <strong>parte</strong>ndo dagli attuali compiti <strong>di</strong> istituto (che il noto<br />

progetto Scelba si era limitato a tradurre dalla visuale delle spese<br />

obbligatorie alla visuale delle funzioni) ed allargando il campo secondo i<br />

postulati delle Assemblee delle Province, che rimangono tuttora vali<strong>di</strong>.<br />

Possiamo presentarne un quadro, che sarà naturalmente<br />

suscettibile <strong>di</strong> sviluppo:<br />

a) cominciamo dalla viabilità, compito tra<strong>di</strong>zionale delle Province:<br />

determinazione, costruzione, manutenzione <strong>di</strong> strade provinciali<br />

costituiscono precisamente una funzione propria della Provincia<br />

(nell'esplicazione della sua autonomia) ; funzione che si incontra nella<br />

sua esplicazione, da un lato, - come abbiamo visto - con quella delegata<br />

dalla Regione, dall'altro lato con la assunzione in manutenzione <strong>di</strong> strade<br />

comunali, per accor<strong>di</strong> o consorzi coi Comuni;<br />

b) altro compito tra<strong>di</strong>zionale della Provincia è quello che riguarda<br />

l'assistenza in certi ambiti qualificati. Per le malattie e anomalie,<br />

l'assistenza agli infermi <strong>di</strong> mente agli anormali ed ai minorati psichici;<br />

quella ai ciechi ed ai sordomuti ed ai postencefalici : campo questo che<br />

si va arricchendo, sia per la gamma delle anomalie psichiche, sia per il<br />

carattere altrettanto assillante, che assumono altre forme (come p. es., i<br />

poliomielitici) che richiedono una organica impostazione;<br />

c) nel campo della sanità piú vaste aperture debbono farsi alle<br />

Province; oltre al settore assistenziale in<strong>di</strong>cato sub b), oltre alla<br />

istituzione e gestione dei <strong>La</strong>boratori provinciali <strong>di</strong> igiene e profilassi, che<br />

già è vigente, deve far capo alla Provincia l'organizzazione sanitaria<br />

provinciale, con a capo un me<strong>di</strong>co provinciale, naturalmente con<br />

l'attribuzione <strong>di</strong> funzioni <strong>di</strong> controllo al Ministero della sanità. Settore<br />

specifico da attribuirsi alle Province (o <strong>di</strong>rettamente o tramite consorzio<br />

presieduto dalla Provincia, del tipo del Consorzio provinciale antitu-<br />

132


ercolare), è particolarmente la <strong>di</strong>agnosi precoce, l'accertamento e la<br />

profilassi delle malattie sociali. Altro settore, la me<strong>di</strong>cina scolastica, in<br />

quei servizi specialistici che esorbitano dalle possibilità dei Comuni<br />

(salvo l'organizzazione sanitaria delle gran<strong>di</strong> città). Ma queste<br />

competenze in materia sanitaria formano oggetto <strong>di</strong> specifica relazione<br />

in questa Assemblea (e il tema della me<strong>di</strong>cina scolastica è stato <strong>di</strong>battuto<br />

in apposito convegno dell'U.P.I. e dell'A.N.C.I.);<br />

d) altro campo assistenziale tra<strong>di</strong>zionale delle Province è<br />

l'assistenza ai minori illegittimi. Già abbiamo piú volte affermato che<br />

ormai è matura l'unificazione dell'assistenza all'infanzia in modo che<br />

faccia capo alla Provincia. Ma anche <strong>di</strong> ciò si parla in apposita relazione;<br />

e) nei compiti scolastici vi è anzitutto l'apprestamento degli e<strong>di</strong>fici<br />

scolastici e i servizi connessi per le Scuole <strong>di</strong> Stato. E' un onere che le Province<br />

tengono a mantenere, in quanto permette loro, sia pure entro certi limiti, <strong>di</strong><br />

influire sulla politica scolastica nel territorio provinciale. E' soltanto necessaria<br />

una piú organica riorganizzazione degli oneri nel riparto fra Province e<br />

Comuni;<br />

f) il campo specifico dell'istruzione artigiana e professionale è<br />

quello che l'art. 117 della Costituzione pone fra gli oggetti della potestà<br />

legislativa della Regione. Per l'articolo 118 spettano alla Regione anche<br />

le relative funzioni amministrative; infatti, per quanto riguarda il<br />

complesso <strong>di</strong> fondo <strong>di</strong> tali funzioni amministrative, non si può pensare<br />

ad un interesse esclusivamente locale; potranno dunque, tutt'al piú,<br />

aversi deleghe alle Province ed ai Comuni per ambiti determinati. Alla<br />

Provincia può invece spettare in questo campo una funzione <strong>di</strong><br />

coor<strong>di</strong>namento delle <strong>di</strong>verse iniziative <strong>di</strong> corsi professionali, che non<br />

possono certo essere tutte assorbite nella classificazione <strong>di</strong> tipi <strong>di</strong> scuole<br />

e che possono essere coor<strong>di</strong>nate in un ambito territoriale che superi<br />

quello del Comune, ma non sia troppo vasto, come sarebbe quello<br />

regionale. L'unico dubbio è se sia, questa, materia <strong>di</strong> funzioni proprie<br />

della Provincia, o non piuttosto <strong>di</strong> delega della Regione; particolare<br />

risalto può avere la posizione della Provincia per quanto attiene alla<br />

istruzione professionale ed alla propaganda nell'agricoltura ;<br />

g) l'assistenza scolastica, che nell'art. 117 della Costituzione viene<br />

parallelamente alla istruzione artigiana e professionale, può però formare<br />

oggetto <strong>di</strong> attribuzione <strong>di</strong>retta alle Province (e anche, su <strong>di</strong>verso piano,<br />

ai Comuni), parallelamente ai compiti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina scolastica;<br />

h) caccia e pesca potranno forse piú utilmente essere regolate a<br />

livello regionale, salva la delega per ciò che può essere esplicato dalle<br />

Province;<br />

i) in materia <strong>di</strong> turismo, già abbiamo detto che si può in<strong>di</strong>viduare<br />

un livello provinciale accanto a quello regionale e che l'Ente <strong>Provinciale</strong><br />

per il Turismo, come espressione <strong>di</strong> compiti prettamente locali nei<br />

confronti dell'ambito regionale, può restare anche dopo la realizzazione<br />

della Regione e deve essere trasformato in organo della Provincia con<br />

amministrazione autonoma, secondo il progetto che già a suo tempo<br />

l'Unione delle Province d'Italia aveva elaborato;<br />

l) la posizione della Provincia nella formazione <strong>di</strong> piani regionali<br />

133


territoriali e <strong>di</strong> sviluppo economico (per i quali abbiamo già detto della<br />

posizione della Regione) forma oggetto <strong>di</strong> una relazione <strong>di</strong>stinta; e cosí<br />

anche per i compiti che possono spettare alle Province in rapporto ai<br />

problemi <strong>di</strong> sviluppo dell'agricoltura. In particolare, in rapporto<br />

all'urbanistica, alle Province dovrà essere riconosciuta una specifica<br />

competenza riguardo ai piani comprensoriali;<br />

m) una voce particolare tra le funzioni delle Province deve<br />

riguardare i lavori pubblici (cioè l'esecuzione e manutenzione <strong>di</strong> opere<br />

pubbliche) <strong>di</strong> interesse provinciale. E' questo un campo elastico in cui<br />

opera essenzialmente l'autonomia dell'ente;<br />

n) basterà appena richiamare che rientrano nella competenza della<br />

Provincia l'organizzazione degli uffici provinciali e l'or<strong>di</strong>namento del<br />

personale e cosí l'amministrazione e conservazione dei beni provinciali,<br />

come, per altro verso, le funzioni inerenti ai tributi provinciali.<br />

Questa elencazione <strong>di</strong> funzioni, che dovrà venire nella legge<br />

provinciale e comunale, potrà essere integrata da successive attribuzioni.<br />

Essa comunque deve essere chiusa da una norma-valvola, che, in omaggio<br />

all'autonomia ed alla posizione <strong>di</strong> espressione e rappresentanza degli<br />

interessi locali che è riconosciuta alla Provincia, sancisca che le Province,<br />

ai fini in<strong>di</strong>cati nell'articolo generale che ne definisce l'ambito<br />

dell'autonomia, possono svolgere altre attività <strong>di</strong> interesse pubblico<br />

provinciale (<strong>di</strong> questa norma, del resto contenuta pure nel citato progetto<br />

Scelba, ci siamo già occupati nella relazione <strong>di</strong> Salerno).<br />

Materie suscettibili <strong>di</strong> delega dalla Regione alla Provincia.<br />

9. - Ve<strong>di</strong>amo ora brevemente delle funzioni che piú facilmente<br />

potranno e dovranno essere delegate dalla Regione alla Provincia.<br />

a) Scorrendo le materie elencate nell'articolo 117 della Costituzione,<br />

cui si riferisce anche l'art. 118, possiamo notare che ve ne sono alcune per<br />

cui le relative funzioni amministrative sono, per la <strong>parte</strong> piú importante,<br />

<strong>di</strong> carattere locale e cioè da attribuirsi <strong>di</strong>rettamente agli Enti locali minori,<br />

come è appunto per la polizia locale urbana e rurale e per le fiere e<br />

mercati (che opportunamente potranno continuare a competere ai<br />

Comuni), come è per i musei e biblioteche <strong>di</strong> Enti locali, la cui gestione<br />

compete <strong>di</strong>rettamente all'Ente relativo (il che non esclude che la Regione<br />

possa creare propri musei e biblioteche). Qui la Regione può attribuirsi<br />

una sovrintendenza, che allora è funzione <strong>di</strong> massima non delegabile<br />

(come alla Regione dovrà, per esempio, passare la specifica competenza<br />

per la creazione <strong>di</strong> biblioteche nei Comuni capoluogo <strong>di</strong> Provincia, a<br />

termini della legge 24 aprile 1941, n. 393);<br />

b) Per altre materie, come le tramvie e le linee automobilistiche, o<br />

gli acquedotti, <strong>di</strong> interesse regionale, abbiamo detto che forse piú<br />

opportunamente si pone l'alternativa fra la concessione e la gestione<br />

attraverso un'azienda propria : la potestà amministrativa, essenzialmente<br />

centrata sulla concessione, non appare facilmente delegabile;<br />

c) Altre materie, come quella delle circoscrizioni comunali, si<br />

esauriscono nella funzione legislativa e quin<strong>di</strong> non se ne può neppure<br />

prospettare la delegabilità;<br />

134


d ) Per le altre materie vi è tutta una gamma concreta in cui vario è<br />

il rapporto tra delegabilità <strong>di</strong> funzioni regionali e spettanza <strong>di</strong> funzioni<br />

proprie a Province, o Comuni. Già abbiamo visto che vi sono materie,<br />

come quella della viabilità <strong>di</strong> interesse regionale, in cui la delega deve<br />

assumere un carattere generale e permanente (opportunamente mo<strong>di</strong>ficato<br />

l'art. 1, n. 3 della legge 10 febbraio 1953, n. 62).<br />

e) Circa la beneficenza pubblica e l'assistenza sanitaria ed<br />

ospedaliera, già abbiamo detto che vasti settori possono essere attribuiti<br />

<strong>di</strong>rettamente, come funzioni proprie, alle Province o ai Comuni. Resta un<br />

margine piú limitato per funzioni amministrative delegabili della Regione:<br />

comunque qui la delega può essere opportunamente attuata;<br />

f) Piú complessa è la materia dell'istruzione artigiana e<br />

professionale. Già abbiamo detto della posizione che assume la Regione<br />

in questo campo, che anche per la competenza amministrativa è<br />

preminente, sí che alla Regione compete la <strong>di</strong>rezione generale<br />

dell'istruzione artigiana e professionale; e sarà questo, osserviamolo, un<br />

modo <strong>di</strong> superare l'attuale dualismo e contrasto tra le branche<br />

dell'Amministrazione statale facenti capo ai due Ministeri : della Pubblica<br />

Istruzione e del <strong>La</strong>voro.<br />

Per quanto riguarda le scuole e i corsi professionali, è questa una<br />

materia in cui dovrà concorrere tutta una ricchezza <strong>di</strong> iniziative, pubbliche<br />

e private. Province e Comuni e loro consorzi, avranno già tutta una libertà<br />

<strong>di</strong> azione nel promuovere e realizzare essi stessi iniziative varie; vario<br />

potrà essere il rapporto nei confronti delle scuole regionali e dei vari tipi<br />

stabiliti dalla legge regionale.<br />

Occorrerà però in un dato ambito territoriale un coor<strong>di</strong>namento<br />

delle iniziative, e per questo sembrano specificamente in<strong>di</strong>cate le<br />

Province. Abbiamo già detto che problema aperto è se ciò possa e debba<br />

essere già funzione propria della Provincia (determinata da legge dello<br />

Stato) o debba fondarsi sulla delega della Regione.<br />

<strong>La</strong> Regione potrà poi delegare la gestione <strong>di</strong> determinati tipi <strong>di</strong><br />

scuole e corsi professionali a Province e Comuni; e particolare delega<br />

potrà essere data alle Province per l'istruzione professionale<br />

nell'agricoltura.<br />

Questa materia, della posizione della Regione e degli Enti<br />

territoriali minori in rapporto all'istruzione artigiana e professionale,<br />

merita <strong>di</strong> essere ampiamente <strong>di</strong>scussa e approfon<strong>di</strong>ta, anche nei rapporti e<br />

nelle linee <strong>di</strong> confine con quella istruzione che rientra nella competenza<br />

dello Stato.<br />

E si noti ancora che l'istruzione artigiana e professionale è tra<br />

quelle materie per cui, a norma dell'art. 9, secondo comma, della citata<br />

legge n. 62, il Consiglio regionale può emettere leggi nei limiti dell'art. 117<br />

della Costituzione, anche prima che per la singola materia sia stata<br />

emanata la legge cornice, cioè la legge della Repubblica che contiene per<br />

quella materia i principi fondamentali. Ciò, se da un lato sembra in<strong>di</strong>care<br />

che si tratta <strong>di</strong> materie in cui i limiti della legislazione regionale sembrano<br />

già abbastanza segnati (le altre sono le circoscrizioni comunali, fiere e<br />

mercati, musei e biblioteche <strong>di</strong> Enti locali, caccia e pesca nelle acque<br />

interne), per altro verso sembra importare una maggiore elasticità ;<br />

135


g) Quanto all'urbanistica, esistono <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> piani, quello<br />

regionale, quello comprensoriale, quello comunale; qui piú che la delega<br />

opera, come abbiamo già detto, l'attribuzione <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> funzioni proprie;<br />

la Provincia deve avere una particolare posizione in rapporto al piano<br />

comprensoriale;<br />

h) Per il Turismo già abbiamo detto che si può ancora in<strong>di</strong>viduare<br />

una funzione propria delle Province, che si esplichi nell'Ente <strong>Provinciale</strong><br />

per il Turismo, nell'ambito <strong>di</strong> un interesse locale. Accanto a questa<br />

attività propria, le Province (appunto <strong>di</strong>sponendo dell'Ente <strong>Provinciale</strong><br />

del Turismo) possono essere ampiamente delegate per l'esercizio <strong>di</strong><br />

quelle funzioni che competono alla Regione, la quale potrà riservare ad<br />

un proprio ufficio un puro compito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo, stimolo e<br />

coor<strong>di</strong>namento;<br />

i) Dei lavori pubblici <strong>di</strong> interesse regionale già abbiamo detto che<br />

varia può essere la gamma delle deleghe e dell'utilizzazione <strong>di</strong> uffici<br />

tecnici provinciali e comunali;<br />

l) Della caccia e pesca abbiamo già detto che è bene che esse siano<br />

<strong>di</strong> competenza regionale; impostate regionalmente le determinazioni col<br />

relativo potere <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nanza, può essere per l'esplicazione delle funzioni<br />

largamente usata la delega alle Province;<br />

m) Per la navigazione e i porti lacuali può <strong>di</strong>rsi che resteranno, per<br />

un verso, competenze specifiche dei Comuni, per altro potrà<br />

determinarsi la competenza amministrativa regionale, in <strong>parte</strong> delegabile;<br />

n) Per le acque minerali e termali le competenze amministrative<br />

della Regione dovranno essere coor<strong>di</strong>nate con quelle del Ministero della<br />

Sanità; per le cave e torbiere (salve ulteriori determinazioni che<br />

dovranno essere riservate alle leggi regionali) spetteranno alla Regione i<br />

provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui all'art. 45 della legge mineraria (R. D. 29 luglio<br />

1927, n. 1443). Potranno essere ammesse specifiche deleghe <strong>di</strong> oggetto<br />

delimitato;<br />

o) <strong>La</strong> materia dell'agricoltura e foreste e quella dell'artigianato<br />

rientrano in quel campo <strong>di</strong> attività economiche che oggi richiedono<br />

interventi nel quadro <strong>di</strong> un piano. <strong>La</strong> competenza amministrativa della<br />

Regione, la competenza propria delle Province e dei Comuni e, per altro<br />

verso, la delegabilità <strong>di</strong> funzioni della Regione a Province e Comuni,<br />

vanno inserite in questo quadro d'insieme che richiede una vasta<br />

impostazione dal punto <strong>di</strong> vista della programmazione.<br />

Notiamo ancora in generale che qui, per le varie funzioni,<br />

abbiamo parlato soprattutto <strong>di</strong> delega a Province e Comuni. Riteniamo<br />

infatti che l'utilizzazione degli uffici degli Enti locali da <strong>parte</strong> della<br />

Regione debba avere un'applicazione piú circoscritta e quasi una<br />

funzione complementare e subor<strong>di</strong>nata. <strong>La</strong> delega risponde meglio<br />

all'autonomia degli Enti locali, mentre d'altra <strong>parte</strong> il valersi degli uffici<br />

<strong>di</strong> questi da <strong>parte</strong> della Regione crea delicati problemi <strong>di</strong> rapporti tra gli<br />

Enti e coi loro uffici.<br />

10. - II quadro che abbiamo prospettato, sia pure con<br />

determinazioni schematiche, del complesso delle funzioni, che dovranno<br />

essere proprie delle Province e <strong>di</strong> quelle che alle Province potranno o<br />

dovranno essere delegate, approfon<strong>di</strong>sce l'impostazione, che vi abbiamo<br />

premessa, della posizione viva della Provincia nella Regione.<br />

136


Il quadro viene, per altro verso, integrato dal sistema dei controlli, previsti<br />

dalla Costituzione, esercitati da un organo della Regione nei confronti <strong>di</strong> Province e<br />

Comuni; controllo <strong>di</strong> legittimità, limitato controllo <strong>di</strong> merito nella forma <strong>di</strong> richiesta<br />

motivata agli Enti deliberanti <strong>di</strong> riesaminare le loro deliberazioni.<br />

L'ampia materia dei controlli (che ha già formato oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o da <strong>parte</strong><br />

<strong>di</strong> un gruppo della Commissione nominata dal Consiglio dell'Unione) potrebbe<br />

formare un tema <strong>di</strong> relazione a sè. Essa, comunque, qualifica piú i rapporti<br />

Regione-Enti locali ed il vasto tema delle autonomie, che non il tema generale della<br />

posizione della Provincia nell'or<strong>di</strong>namento regionale, che è soprattutto qualificato<br />

dalle funzioni della Provincia, in rapporto alla sua qualità <strong>di</strong> Ente autonomo. E cosí<br />

non possiamo affrontare l'ampio problema circa la trasformazione <strong>di</strong> struttura<br />

dell'amministrazione dello Stato che dovrà procedere <strong>di</strong> pari passo con l'istituzione<br />

delle Regioni; per un verso occorrerà una riduzione <strong>di</strong> uffici e <strong>di</strong> strutture in<br />

rapporto a quelle materie che sono <strong>di</strong> competenza della Regione, per altro verso<br />

anche per le funzioni dello Stato dovrà attuarsi ra<strong>di</strong>calmente quel decentramento<br />

autentico negli organi periferici dell'Amministrazione, che l'art. 5 della Costituzione<br />

enuncia come principio generale accanto al riconoscimento delle autonomie.<br />

<strong>La</strong> presente relazione generale, nel suo oggetto, in<strong>di</strong>viduato circa le funzioni<br />

delle Province nell'or<strong>di</strong>namento regionale, presenta sulla materia una vasta<br />

panoramica, che offre ampio tema al <strong>di</strong>battito, il quale dovrà poi determinarsi su<br />

punti specifici che sono stati scelti come temi speciali per questa Assemblea.<br />

Una organica legislazione per l'or<strong>di</strong>namento<br />

statuito dalla costituzione.<br />

Dobbiamo constatare con compiacimento che la nostra voce trova sempre<br />

maggiore eco e considerazione presso il Parlamento ed il Governo: la relazione <strong>di</strong><br />

maggioranza (dell'on. Mattarella sullo stato <strong>di</strong> previsione della spesa del Ministero<br />

dell'Interno per l'esercizio <strong>1963</strong>-64 ha fatto propri i concetti da noi già altre volte<br />

enunciati, che stanno a base <strong>di</strong> questa relazione, con espresso richiamo alle<br />

in<strong>di</strong>cazioni dell'Unione delle Province; e il Ministro dell'Interno, On. Rumor, ha<br />

accolto come raccomandazione un or<strong>di</strong>ne del giorno dell'On. Maulini, che<br />

impegnava il Governo a garantire la presenza dell'A.N.C.I. e dell'U.P.I. in seno alle<br />

Commissioni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per le riforme relative alla struttura degli Enti ed alla<br />

Finanza Locale.<br />

L'approfon<strong>di</strong>mento dei temi che ci siamo proposti, attraverso le <strong>di</strong>scussioni<br />

<strong>di</strong> questa nostra Assemblea, recherà il concorso <strong>di</strong> un contributo determinante a<br />

quella organica legislazione che dovrà pienamente realizzare l'or<strong>di</strong>namento statuito<br />

dalla Costituzione.<br />

GIUSEPPE GROSSO<br />

Prof. GIUSEPPE GROSSO, presidente dell'Unione delle Province d'Italia e<br />

della Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Torino.<br />

137


<strong>La</strong> XXI Assemblea dell'Unione delle Province d'Italia<br />

A norma dello statuto dell'Unione,<br />

che la prevede a ogni biennio,<br />

l'Assemblea dell'Unione delle Province<br />

Italiane si è tenuta nell'ospitale<br />

Palermo. Con il concorso <strong>di</strong> gran<br />

numero <strong>di</strong> rappresentanti, i lavori<br />

hanno occupato i giorni dal 10 al 13<br />

novembre, per lo svolgimento delle<br />

numerose relazioni: quella del<br />

Consiglio <strong>di</strong>rettivo e le altre su vari e<br />

interessanti temi, vitali per la pubblica<br />

Amministrazione.<br />

A conclusione del <strong>di</strong>battito ad alto<br />

livello, si è approvato il seguente<br />

or<strong>di</strong>ne del giorno:<br />

« In relazione agli impegni che le<br />

<strong>di</strong>verse forze politiche italiane hanno<br />

assunto per l'attuazione<br />

dell'or<strong>di</strong>namento regionale, attuazione<br />

che è sempre stata auspicata e viene<br />

sentita dalle Province come la<br />

realizzazione dell'or<strong>di</strong>ne costituzionale<br />

delle autonomie nel quale la Provincia<br />

è uno dei caposal<strong>di</strong> ; in rapporto alla<br />

prospettiva esigenza <strong>di</strong> una organica<br />

politica <strong>di</strong> programmazione; con<br />

riferimento all'ormai in<strong>di</strong>lazionabile<br />

realizzazione dell'or<strong>di</strong>namento dello<br />

Stato italiano nella sua struttura<br />

pluralistica, prevista dalla Costituzione<br />

repubblicana; la XXI Assemblea delle<br />

Province d'Italia riafferma la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

un'organizzazione degli enti locali alla<br />

luce del dettato costituzionale e delle<br />

crescenti, insopprimibili esigenze <strong>di</strong><br />

autonomia delle Regioni, Province e<br />

Comuni, nel quadro del<br />

consolidamento delle istituzioni<br />

democratiche e nella prospettiva <strong>di</strong> un<br />

armonico e moderno sviluppo<br />

dell'intera società; conviene sul ruolo<br />

degli enti locali nella fase <strong>di</strong><br />

elaborazione ed esecuzione della<br />

politica <strong>di</strong> piano, in modo che tale<br />

politica si sostanzi continuamente<br />

dell'apporto responsabile delle forze<br />

che rappresentano la intelaiatura<br />

essenziale della democrazia italiana;<br />

invita il futuro Governo a pre<strong>di</strong>sporre,<br />

come con<strong>di</strong>zione essenziale per la<br />

compiuta realizzazione dell'<br />

or<strong>di</strong>namento regionale, i relativi<br />

provve<strong>di</strong>menti legislativi,<br />

nonché le norme sulla finanza locale e<br />

sui compiti della Regione, delle<br />

Province e dei Comuni. <strong>La</strong> XXI<br />

Assemblea delle Province d'Italia, nella<br />

consapevolezza dell'eccezionale<br />

momento politico che si sta<br />

attraversando, nell'intento <strong>di</strong> portare il<br />

proprio contributo alla realizzazione <strong>di</strong><br />

una politica <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> progresso,<br />

impegna il nuovo Consiglio <strong>di</strong>rettivo a<br />

formulare, sulla base delle relazioni e<br />

della <strong>di</strong>scussione ed in armonia con i<br />

principi sopraesposti, i documenti<br />

conclusivi che possano consentire una<br />

efficace azione da svolgere affinché le<br />

esigenze che provengono dagli<br />

amministratori delle Province italiane<br />

trovino accoglimento in sede <strong>di</strong><br />

elaborazione legislativa e <strong>di</strong> attuazione<br />

amministrativa del nuovo or<strong>di</strong>namento<br />

pluralistico dello Stato italiano».<br />

II nuovo Consiglio Direttivo è<br />

risultato così composto:<br />

Ing. Borsanti (Lucca), ing.<br />

Carpeggiani (Ferrara), avv. Casati<br />

(Milano), avv. Cattanei (Genova), dott.<br />

Delise (Trieste), ing. Drago (Catania),<br />

avv. Ferrara (Catanzaro), dott.<br />

Gabbuggiani (Firenze), prof. Gava<br />

(Napoli), prof. Grosso (Torino), prof.<br />

<strong>La</strong>zzeroni (Siena), prof. Meloni<br />

(Cagliari), dott. Signorello (Roma),<br />

prof. Torrigiani (Livorno), avv.<br />

Vergine (Lecce), Revisori dei conti<br />

effettivi sono stati eletti: prof.<br />

Ramazzotti (Ascoli Piceno), dott.<br />

Vighi (Bologna). Revisori supplenti :<br />

Scaramucci ( Perugia ), avvocato<br />

Zampini (Campobasso).<br />

Per l'importanza del tema, per la<br />

sapienza della sua trattazione e per<br />

omaggio all'Unione e al prof. Grosso,<br />

ci è gra<strong>di</strong>to <strong>di</strong> riprodurre <strong>di</strong><br />

quest'ultimo la relazione, ricavandola<br />

dall'opuscolo ufficiale, che l'ha<br />

raccolta a cura della stessa Unione. Tra<br />

i resoconti piú autorevoli<br />

dell'Assemblea segnaliamo quello <strong>di</strong><br />

Salvatore Frosina, apparso nel n. 23 ( 1<br />

<strong>di</strong>c. ) <strong>di</strong> « Nuova Rassegna <strong>di</strong><br />

Legislazione, Dottrina e<br />

Giurisprudenza », <strong>di</strong>retta da P. L.<br />

Noccioli.<br />

138


Nuove ricerche e documenti ine<strong>di</strong>ti<br />

per la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

(Continuazione dal n.ro precedente e fine)<br />

2. IL GOVERNO ED IL REGGIMENTO DELLA UNIVERSITÀ<br />

NEI SECOLI XV-XIX<br />

L'esame del volume «Capitoli e statuti della Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> » fornisce lo<br />

spunto per tratteggiare un profilo delle vicende dell'amministrazione comunale<br />

foggiana dal Quattrocento all'Ottocento.<br />

Sino alla seconda metà del secolo XV la Città fu retta da un governo del<br />

tutto popolare. Questo, <strong>di</strong>fatti, era eletto da tutti i citta<strong>di</strong>ni capi <strong>di</strong> famiglia,<br />

radunati per sonum campanae, in « publico, aperto e general parlamento ». Analoga<br />

riunione si aveva ogni volta che era necessario decidere su cose <strong>di</strong> gran momento<br />

per tutto il corpo citta<strong>di</strong>no, e, spesso, « per la inclinazione poco moderata, anzi<br />

insolente del Ceto popolare, il quale in simili incontri, non la cede a Civile » il<br />

parlamento era caratterizzato da <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni e degenerava in rissa 20.<br />

Nell'ottobre 1496, morto, senza ere<strong>di</strong> <strong>di</strong>retti, Fer<strong>di</strong>nando II d'Aragona, il<br />

regno <strong>di</strong> Napoli passò a suo zio Federico. Correvano giorni <strong>di</strong>fficili per la<br />

monarchia aragonese, che solo qualche tempo prima,e con l'aiuto delle milizie<br />

spagnole, era rientrata in Napoli, donde si era dovuta allontanare alla <strong>di</strong>scesa <strong>di</strong><br />

Carlo VIII. Minacciato nel possesso del regno dalle mire del successore <strong>di</strong><br />

questi, Federico cominciò a prepararsi al nuovo conflitto. Il 4 ottobre del 1498<br />

venne a <strong>Foggia</strong> la Città lo accolse solennemente sotto il pallio <strong>di</strong> broccato e,<br />

presmte tutto il clero, lo scortò sino alla Cattedrale.<br />

Il Sovrano, assieme alla moglie Isabella, soggiornò a lungo in <strong>Foggia</strong>.<br />

<strong>di</strong>morando nel palazzo <strong>di</strong> Carlo d'Angiò 21. Durante la sua perma-<br />

139


nenza, alcuni foggiani attuarono nei suoi confronti un'opera <strong>di</strong> persuasione,<br />

tendente ad ottenere una nuova forma <strong>di</strong> governo per la Città. E l'anno<br />

successivo Federico, interessato, in quei tempi calamitosi per il regno e per la sua<br />

casata, a tenere strettamente fedele una città quale <strong>Foggia</strong>, dominio regio e centro<br />

economico e strategico <strong>di</strong> primaria importanza, approvò i capitoli sulla riforma <strong>di</strong><br />

governo, preparati dall'Università, ed il 10 marzo spedí l'apposito privilegio. In<br />

virtú <strong>di</strong> esso, l'amministrazione citta<strong>di</strong>na era affidata a 24 persone, nominate a<br />

vita e formanti il Reggimento o Consiglio.<br />

Questo organismo sceglieva tra i suoi componenti alcuni degli ufficiali del<br />

potere esecutivo, quali il mastrogiurato, il percettore e quattro eletti, e, al <strong>di</strong> fuori<br />

del suo seno, il credenziere, il sindaco, il giu<strong>di</strong>ce annale ed il catapano. Tutti, ad<br />

eccezione <strong>di</strong> quest'ultimo che durava in carica solo quattro mesi, occupavano il<br />

loro ufficio per un anno. Il Capitano regio o il suo luogotenente doveva<br />

presenziare ogni riunione consiliare, pena la nullità delle decisioni adottate.<br />

I capitoli sulla riforma rivoluzionarono completamente l'assetto pubblico<br />

dell'Università, che d'un colpo passava dal governo popolare nelle mani <strong>di</strong><br />

un'oligarchia aristocratica.In effetti, essi avevano riscosso il plauso generale nel<br />

pubblico parlamento ed incontrato il favore del popolo, poiché a questo era stato<br />

lasciato intendere che la progettata riforma non l'avrebbe reso estraneo<br />

all'amministrazione della cosa pubblica. Inoltre, per presentare la novità in<br />

maniera accettabile, fra i Reggimentari, per lo piú scelti da famiglie cospicue per<br />

nobiltà e censo, erano stati inclusi alcuni soggetti provenienti dalla classe<br />

artigianale: pochi, invero, appena 4 su 24 22.<br />

In realtà, da allora la <strong>parte</strong>cipazione popolare al governo della città fu nulla<br />

ed i Reggimentari <strong>di</strong>vennero una casta chiusa. Quando qualcuno <strong>di</strong> essi, per un<br />

qualsiasi motivo, lasciava libera la piazza nel Consiglio, la surrogazione si aveva<br />

con altro membro della sua stessa famiglia, e, solo allorché ciò non era possibile,<br />

si ammetteva l'accesso al Reggimento <strong>di</strong> un homo novus, in possesso delle qualità<br />

ritenute necessarie, e che offrisse certe garanzie 23.<br />

I <strong>di</strong>scendenti dei primi Reggimentari si resero detentori <strong>di</strong> un'autorità<br />

piena, fondata piú sull'acquiscenza del popolo che sulla lettera del privilegio<br />

fridericiano, che, d'altronde, provvedevano a riformare, appena era loro possibile.<br />

Questo, già si è detto, stabiliva che essi potevano essere eletti alle maggiori<br />

cariche dell'Università, ma erano tassativamente esclusi da altre, spettanti <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ritto ai rimanenti citta<strong>di</strong>ni. Ma i Reggimentari abolirono la figura del<br />

credenziere, istituzionalmente destinato alla funzione <strong>di</strong> controllo del percettore,<br />

o cassiere<br />

140


dell'Università, che era una creatura del Consiglio, ed avocarono al loro collegio<br />

la facoltà <strong>di</strong> scegliere in se stesso quelli ufficiali che, per legge, dovevano<br />

essergli estranei.<br />

Nel 1503, risolta la grande contesa tra Fer<strong>di</strong>nando il Cattolico e Luigi<br />

XII a favore della Spagna, le cui truppe, il 14 maggio, entravano in Napoli,<br />

<strong>Foggia</strong>, che aveva patito l'asse<strong>di</strong>o dell'esercito del Nemours, subito chiedeva a<br />

Consalvo Ferrante la conferma <strong>di</strong> tutti i privilegi, capitoli e grazie sino ad allora<br />

godute.<br />

<strong>La</strong> conferma fu ottenuta l'1 maggio 1504, ma il Viceré e Capitano del<br />

Regno non concedeva il placet per la <strong>parte</strong> riguardante il Reggimento, ed<br />

or<strong>di</strong>nava soltanto « Gubernator Provintialis se informet, et opportune<br />

provideat ».<br />

L'indagine del capo della provincia dovette avere come risultato la<br />

riconsegna al popolo foggiano del potere <strong>di</strong> elezione dei suoi governanti. I<br />

documenti a <strong>di</strong>sposizione non attestano questo nuovo capovolgimento<br />

politico, ma certamente esso avvenne. Sull'argomento, purtroppo, nessuna luce<br />

può ricavarsi dai capitoli concessi nel 1507 da Fer<strong>di</strong>nando, dopo una sua visita<br />

a <strong>Foggia</strong>, in ricompensa della fedeltà prestata alle sue armi. Ciò, peraltro,<br />

induce a credere che una decisione sul governo citta<strong>di</strong>no si sia avuta prima del<br />

1507.<br />

Ma tra le varie prerogative citta<strong>di</strong>ne, per le quali fu chiesta ed ottenuta la<br />

convalida da Carlo V, nel 1533 appare quella attinente al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> nomina <strong>di</strong><br />

tutti gli ufficiali pubblici dell'Università (Praeterea quod <strong>di</strong>cta Universitas consiliarios<br />

Magistrum Iuratum, reliquosque Officiales ad libitum iuxta solitum et stilum antiquum<br />

eligere possit, qui Consiliarii ex <strong>di</strong>cta Terra oriun<strong>di</strong> sint) : non può concludersi se<br />

non che <strong>Foggia</strong>, dopo il 1504 e sino al 1533 almeno, riebbe l'antica facoltà della<br />

scelta <strong>di</strong>retta dei propri governanti 24. In seguito, e per piú <strong>di</strong> un secolo, i<br />

Reggimentari, arrogandosi poteri assoluti, si sottrassero nuovamente ad ogni<br />

possibilità <strong>di</strong> designazione democratica.<br />

L'amministrazione citta<strong>di</strong>na s'istradò lungo i binari della consuetu<strong>di</strong>ne. Ogni<br />

anno, il 15 agosto, il Reggimento eleggeva il nuovo governo. Al mastrogiurato<br />

uscente, e, in mancanza, agli eletti, spettava l’ius nominan<strong>di</strong> : quando i<br />

«terminanti » volevano sottrarsi a tale incombenza, invece <strong>di</strong> fare il nome dei<br />

successori, in<strong>di</strong>cavano quello <strong>di</strong> un. Santo. L'elezione si teneva in vari giorni<br />

nella Camera detta del Consiglio del Palazzo della Regia Corte (sito a mano<br />

destra della Porta Grande, e confinante con la Casa dei Padri Teatini) alla<br />

presenza <strong>di</strong> un ufficiale regio, che prima fu il Capitano, e poi il Governatore.<br />

Si votava prima per il mastrogiurato, o magistrato, e dopo, man mano.<br />

per il Capo eletto, secondo, terzo, quarto eletto e percettore.<br />

141


L'anno degli «attuali» del nuovo governo iniziava l'1 settembre, giorno in cui<br />

ricevevano il possesso della carica con l'assistenza <strong>di</strong> una autorità regia della<br />

provincia e con l'intervento <strong>di</strong> vari testimoni.<br />

Al nuovo mastrogiurato si consegnavano da quello uscente due suggelli<br />

dell'Università, uno grosso ed uno piccolo, scolpiti con le armi citta<strong>di</strong>ne: in<br />

mezzo ed in basso un rivolo d'acqua e del fuoco, al <strong>di</strong> sopra una corona, da un<br />

lato S. Guglielmo, dall'altro S. Pellegrino, e tutto intorno la scritta « Universa<br />

Civitas Fidelissima Civitatis Fogiae ». Gli venivano, inoltre, affidate le chiavi della<br />

città, solitamente tre (la prima detta <strong>di</strong> Porta Grande, la seconda <strong>di</strong> Porta Reale, la<br />

terza <strong>di</strong> Porta <strong>di</strong> Troia), quella del Tesoro dei Santi Protettori, e, infine, il Libro<br />

Rosso, con le « costituzioni, or<strong>di</strong>nationi e capitolationi, con le quali se regula e<br />

vive detta Università ». Nei giorni seguenti, il nuovo governo si riuniva « per<br />

trattare cose in servizio d'Id<strong>di</strong>o, e della Beatissima Vergine, poi del Re N. S., e<br />

finalmente per utile del pubblico », e provvedere alla nomina del Portolano, dei<br />

Governatori o mastri della Cappella della Beatissima Vergine dell'Iconavetere, del<br />

Monte <strong>di</strong> Pietà, dell'Ospedale, e dell'Archivario Comunale 25.<br />

Nel periodo che intercorreva tra l'elezione del nuovo governo e la sua<br />

entrata in carica (15 agosto-1 settembre), bisognava necessariamente dare in fitto<br />

le varie gabelle, essendo essenziale per i nuovi amministratori poter fare<br />

assegnamento, fin dall'inizio, su alcune somme per sod<strong>di</strong>sfare la R. Corte ed i vari<br />

pesi fiscalari, istrumentari e forzosi. A tal fine si emanavano ban<strong>di</strong> per tutta la<br />

città, ed il giorno fissato l'aggiu<strong>di</strong>cazione avveniva ad estinto <strong>di</strong> candela. Quando<br />

le offerte dei <strong>parte</strong>cipanti alla gara per l'affitto non erano ritenute sufficienti, la<br />

gabella non era data in fitto, ma restava in demanio, ed alla sua esazione<br />

provvedeva la stessa Università.<br />

Le gabelle piú antiche erano la porta, poi la piazza, la catapania, la bagliva,<br />

la bolletta, e quella del vino, carne e forno.<br />

Nel corso degli anni qualcuna <strong>di</strong> esse fu abolita, come quella della carne,<br />

soppressa nel 1696, altre ne furono create, ex novo, o per separazione delle piú<br />

antiche, come quella del pane grosso ed i vari ius del timonaggio, zecca, tinazzi,<br />

portolania, ecc. <strong>La</strong> gabella piú sicura, non soggetta a minorazione come le altre,<br />

era quella della farina, che si riscuoteva in <strong>di</strong>es e tertiatim, ed era pagata, in<br />

sostanza, da tutti coloro che prendevano il pane a minuto presso i pubblici<br />

panettieri (« <strong>di</strong> squarcio »), e dai massari <strong>di</strong> campo che seminavano meno <strong>di</strong> 50<br />

versure <strong>di</strong> terreno, sia dentro che fuori il <strong>di</strong>stretto citta<strong>di</strong>no; la riscossione <strong>di</strong> tutte<br />

le altre gabelle, in generale, avveniva in maggio, luglio ed agosto. Altre forme <strong>di</strong><br />

gabelle, per lo piú, però, limitate nel<br />

142


tempo, e del cui affitto beneficiava non l'Università, ma il mastrogiurato pro<br />

tempore, quale mastro <strong>di</strong> fiera, erano il rotolo, la porta, la Guar<strong>di</strong>a ed il gioco.<br />

Giustiniano Freda, mastrogiurato nel 1671, rinunciò, a favore dell'Università, agli<br />

emolumenti derivanti dall'esercizio della giuris<strong>di</strong>zione in tempo <strong>di</strong> fiera, e volle<br />

che la memoria del suo beneficio rimanesse fissata in una lapide murata sotto la<br />

balaustra del Palazzo della Regia Corte. Ma i suoi successori al governo citta<strong>di</strong>no<br />

furono <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso avviso ed ottennero dal Governatore della Dogana Vincenzo<br />

Didman che la lapide fosse tolta e <strong>di</strong>strutta.<br />

Soggetti alle gabelle <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> erano non soltanto i citta<strong>di</strong>ni, ma anche i<br />

forestieri, ancorché privilegiati. Gli stessi napoletani, esenti da ogni dazio quando<br />

la merce ingabellata dall'Università foggiana serviva per il loro consumo, non<br />

godevano franchigia, quando, invece, la negoziavano (ratione industriae et<br />

mercaturae): tanto per l'arresto generale della R. Camera della Sommaria del 3<br />

giugno 1549, confermato sostanzialmente il 18 giugno 1682 26.<br />

Fino al XVII secolo nessun fatto <strong>di</strong> rilievo <strong>di</strong>stinse l'amministrazione<br />

dell'Università <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, fossilizzata nei criteri stabiliti nel secolo XV, tranne che<br />

le lamentele. ognora ricorrenti, dei citta<strong>di</strong>ni per gli abusi <strong>di</strong> cui si rendevano<br />

colpevoli i Reggimentari. Nel 1632, al tempo del Reggente Tappia, la revisione<br />

dei conti dell'Università, per gli ultimi 10 anni, fu affidata al dottor Domenico de<br />

Santis, e questi lasciò intendere molto chiaramente che la città, a causa della sua<br />

deplorevole forma <strong>di</strong> governo, non sarebbe stata mai bene amministrata 27.<br />

Qualche anno dopo. nel 1639, regnando la <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a in <strong>Foggia</strong>, alcuni<br />

citta<strong>di</strong>ni ricorsero in Collaterale. Il Reggente Ettore Capecelatro, marchese <strong>di</strong><br />

Torella, inviato quale Commissario, credette <strong>di</strong> quietare gli animi aumentando le<br />

piazze dei Reggimentari o Decurioni da 24 a 30 28. <strong>La</strong> riforma, però, non sortì<br />

alcun effetto. Nell'agosto del 1642 si ebbe un altro ricorso firmato da molti<br />

citta<strong>di</strong>ni, che si dolevano dell'opprimente imposizione fiscale cui soggiacevano, e<br />

chiedevano non una superficiale mo<strong>di</strong>fica della forma <strong>di</strong> governo citta<strong>di</strong>no, ma la<br />

totale abolizione del Reggimento ed il ritorno all'antica amministrazione<br />

popolare. Fra le varie centinaia <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni firmatari comparivano anche nove<br />

Reggimentari « zelanti del pubblico bene, e non corrotti dal mal'esempio degli<br />

altri ».<br />

Al Preside della provincia, Tiberio Brancaccio, ed all'U<strong>di</strong>tore della<br />

Dogana, Antonio de Pillo, incaricati <strong>di</strong> accertare la sussistenza del ricorso, fu resa<br />

testimonianza da vari citta<strong>di</strong>ni e da alcuni Reggimentari (de Rosa, Saggese, de<br />

Turris, Falciglia e de Maio) sullo stato infelice dell'Università, e fu confermato<br />

pienamente quanto era stato<br />

143


esposto nel memoriale Fu riunita allora, a cura dell'U<strong>di</strong>tore doganale, un<br />

pubblico parlamento in cui venne trattata la riforma del governo ed in un altro<br />

successivo si elessero i vari ufficiali. Ma gli antichi Reggimentari, forti dei loro<br />

privilegi, impugnarono <strong>di</strong> nullità tutto l'operato dell'U<strong>di</strong>tore, e chiesero al<br />

Collaterale <strong>di</strong> riconoscere per legittimo il governo da essi eletto. Il 10 ottobre<br />

1642 il Collaterale decise nel senso desiderato dal Reggimento, con riserva, però,<br />

<strong>di</strong> emettere decreto sulla forma <strong>di</strong> governo, dopo informazione piú accurata. Di li<br />

a poco, riusciti i Decurioni a tirare dalla loro <strong>parte</strong> il Preside provinciale,<br />

ottennero che questi facesse presente a Napoli <strong>di</strong> aver riportato la pace nella città<br />

e, a riprova della cosa, rimettesse un foglio del « figurato aggiustamento »,<br />

sottoscritto da 8 Reggimentari e da 4 citta<strong>di</strong>ni.<br />

I termini dell'accordo fra le due parti litiganti, racchiusi in 10 capitoli,<br />

furono sottoposti per l'approvazione all'esame del Collaterale.<br />

Il nuovo Reggimento sarebbe stato <strong>di</strong> 36 membri. I 12 soggetti aggregati<br />

al Consiglio sarebbero stati scelti in pubblico parlamento, da almeno 50 citta<strong>di</strong>ni,<br />

fra 36 persone nominate dai Reggimentari. <strong>La</strong> surrogazione <strong>di</strong> questi ultimi, in<br />

caso <strong>di</strong> morte, assenza, impe<strong>di</strong>mento o rinuncia, toccava ai citta<strong>di</strong>ni, ma questi<br />

designavano il surrogante sulla base <strong>di</strong> una terna <strong>di</strong> nomi che i Reggimentari<br />

rimasti avrebbero rimesso, per ognuna delle piazze vacanti, al Preside provinciale.<br />

Al governo in carica si confermava il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> scegliere i successori, finito<br />

l'anno della propria amministrazione; ai citta<strong>di</strong>ni, ed esclusivamente, quello <strong>di</strong><br />

nominare ogni 2 settembre, alla presenza del Governatore, 2 razionali per la<br />

revisione dei conti della passata gestione. I 2 razionali non potevano essere scelti<br />

fra i Reggimentari, i quali non avevano alcuna ingerenza nella loro nomina,<br />

rimanendo, peraltro, loro anche vietato <strong>di</strong> intervenirvi. Il governo dell'anno,<br />

eletto dagli antichi Reggimentari e composto da Adriano Brancia, Cola Francesco<br />

Scarnesa, Orazio Saggese, Francesco Serena, Francesco de Iulianis e Berar<strong>di</strong>no<br />

Belvedere, avrebbe continuato legittimamente la sua amministrazione, fino<br />

all'agosto del 1643, nel qual tempo si sarebbe proceduto a nuova elezione da<br />

<strong>parte</strong> del Consiglio, ormai integrato.<br />

Ma il Collaterale, con decreto del 19 novembre 1642, non approvò <strong>di</strong><br />

questi capitoli se non le parti riguardati i razionali. Quanto ai Reggimentari, stabilí<br />

che non fossero 36, ma prescrisse: Augeatur numerus illorum de regimine, usque ad<br />

quadraginta, et propterea sexdecim ad<strong>di</strong>ti eligantur per totam Universitatem, convocato<br />

Consilio, cum interventu tamen Ministri Regii, destinan<strong>di</strong> per praefatum Illustrissimum et<br />

Exellentissimum Dominum, ex quibus quadraginta, adveniente prima <strong>di</strong>e mensis<br />

septembris eligi debeat Magister luratus, Electi, ac<br />

144


Perceptor, iuxta stilum hactenus observatum, exclusis tamen debitoribus <strong>di</strong>ctae<br />

Universitatis, significatis, vel qui non red<strong>di</strong>derunt computa earum administrationum, vel<br />

aliter impe<strong>di</strong>tis, servata forma Regiae Pragmaticae, et sic continuari debeat quolibet anno<br />

in futurum, et quando defecerit unus de <strong>di</strong>cto numero de Regimine, nominentur per totam<br />

Universitatem tres, quam nominationem transmittere habeant ad Excellentissimum<br />

Dominum, sive Spectabilem Regentem Commissarium Provinciae, vel alium per S. E.<br />

destinandum, ex quibus debeat eligi unus in locum deficientis. Insuper Rationales,<br />

providen<strong>di</strong>s computis <strong>di</strong>ctorum Administratorum, eligantur per totam Universitatem,<br />

convocato Consilio, et eligantur extra , numerum illorum de Regimine 29.<br />

L'anno seguente, nel luglio, i citta<strong>di</strong>ni fecero istanza perché il decreto del<br />

Collaterale avesse attuazione. Il Reggente Capecelatro, incaricato dell'accesso in<br />

<strong>Foggia</strong>, or<strong>di</strong>nò che l'attuale Consiglio <strong>di</strong> 24 Reggimentari amministrasse sino ad<br />

agosto. Ma i Reggimentari non desideravano la riforma, e denunciarono<br />

l'accordo concluso con i citta<strong>di</strong>ni, pretendendo il mantenimento dello statu quo.<br />

Riproposta la causa nel Collaterale, e da questo confermato il decreto del<br />

novembre 1642, il Capecelatro, fu inviato a <strong>Foggia</strong> per curarne l'esecuzione. In<br />

un pubblico parlamento del 14 gennaio 1644 si votò a scrutinio segreto per i<br />

nuovi Reggimentari, i cui nomi erano stati in<strong>di</strong>cati dal Reggente Commissario.<br />

Questi ricevette nelle sue mani anche i suffragi. Rimasero eletti 15 nuovi soggetti<br />

che uniti quelli già in carica formarono un Consiglio <strong>di</strong> 36 membri 30. <strong>La</strong><br />

mancanza <strong>di</strong> persone idonee impedí per allora <strong>di</strong> ricoprire tutte le 40 piazze 31, ed<br />

il Capecelatro, nel tempo stesso che <strong>di</strong>sponeva la stretta osservanza del decreto<br />

del Collaterale, si riservava <strong>di</strong> provvedere al completamento del Consiglio<br />

dell'Università.<br />

Ma, terminato l'accesso del Reggente Commissario, fu ripreso<br />

vigorosamente il solito andazzo: il Reggimento non provvedeva al rimpiazzo<br />

delle se<strong>di</strong> vacanti, lasciando scoperti i posti resisi liberi per morte o per altri<br />

motivi. Nel 1645 il Reggimento si ridusse a 30 membri 32 e solo 3 anni dopo era<br />

già ritornato all'antica composizione <strong>di</strong> 24 persone 33. In base al dettato del<br />

decreto del 1642, si sarebbe dovuto provvedere alla surrogazione in pubblico<br />

parlamento, ma i Reggimentari, gelosi delle loro prerogative, che reputavano lese<br />

dalle decisioni del Collaterale, proposero <strong>di</strong> incaricare del rimpiazzo non tutti i<br />

citta<strong>di</strong>ni, ma il Presidente <strong>di</strong> R. Camera e Governatore della Dogana <strong>di</strong> allora, il<br />

Conte de Mola. Ma il Tribunale napoletano <strong>di</strong>ssentì apertamente, impose <strong>di</strong><br />

tenersi in <strong>Foggia</strong> la pubblica elezione, e questa si svolse regolarmente con la<br />

<strong>parte</strong>cipazione <strong>di</strong> 135 citta<strong>di</strong>ni.<br />

145


Purtroppo, negli anni seguenti, il decreto del Collaterale cadde nel<br />

<strong>di</strong>menticatoio ed i Reggimentari poterono manipolare a loro piacimento<br />

l'importante operazione del rimpiazzo. Si continuò ad in<strong>di</strong>re il pubblico<br />

parlamento per l'occasione, ed in esso i citta<strong>di</strong>ni intervenienti votarono per i<br />

nomi preor<strong>di</strong>nati dal Reggimento, ma all'autorità regia, sottratta la possibilità<br />

dell'esame preventivo dei soggetti preposti, non restò altro potere che quello<br />

della ratifica dell'elezione.<br />

Quanto ai Razionali, il Consiglio dell'Università, tradendo la norma, riuscí<br />

a porre sotto il suo stretto controllo la loro nomina: i citta<strong>di</strong>ni furono facoltati a<br />

scegliere i due ufficiali fra quattro soggetti abusivamente loro imposti.<br />

<strong>La</strong> situazione conservò questi caratteri sino alla fine del XVII secolo, e<br />

non subí scosse neppure al tempo della rivolta <strong>di</strong> Sabato Pastore, che fece<br />

rivivere in <strong>Foggia</strong> lo spirito <strong>di</strong> Masaniello nel febbraio del 1648, e trovò vigorose<br />

ra<strong>di</strong>ci nel malcontento popolare 34. <strong>La</strong> cattiva amministrazione, punteggiata da<br />

abusi che aumentavano con il passare degli anni, rese sempre piú solidali tra loro<br />

i vari Reggimentari, che arrivarono al punto <strong>di</strong> « ripartir fra loro quel che<br />

avanzava del pubblico peculio », e <strong>di</strong> pretendere, in segno <strong>di</strong> nobiltà, un posto<br />

separato perfino in Chiesa 35.<br />

Un documento del 1696 illustra a sufficienza alcuni lati del malcostume<br />

regnante nell'amministrazione foggiana, che possono riassumersi brevemente<br />

cosí : il 15 agosto si eleggevano soggetti inabili « che tengono bisogno piuttosto<br />

<strong>di</strong> essere governati, che governare un publico » ; fra i consiliari elettori si<br />

ammettevano debitori e litiganti con l'Università, per legge privi <strong>di</strong> voce attiva e<br />

passiva; nell'elezione dei magistrati la vacanza dei cinque e dei tre anni non<br />

veniva rispettata, e l'Università era governata « a mero capriccio » <strong>di</strong> pochi<br />

Reggimentari eletti con i voti dei loro stessi parenti; finita l'amministrazione, i<br />

governanti non davano conti, né i loro successori se ne curavano, e i Consiliarii, «<br />

usandosi convenienza l'un l'altro », e contro la prammatica V de administratione<br />

Universitatum, eleggevano persone che mai avevano ricevuto liberatoria per le<br />

precedenti gestioni 36.<br />

Ed ecco quanto si legge in una relazione del 20 luglio del 1697 del<br />

Governatore doganale Andrea Guerrero de Torres al Presidente Sierra della<br />

Sommaria: « ... s'è conosciuto che tutti i detti <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni vengono cagionati dalla<br />

mala administratione del governo del Mastro Giurato <strong>di</strong> detta Città, il quale si<br />

elegge ogni anno dalli 30 Decurioni, seu Consiliarii <strong>di</strong> essa, per li quali da mano in<br />

mano passa detta administratione, dandosi tra <strong>di</strong> loro medesimi li conti, e con ciò<br />

l'entrate non vengono governate con quella rettitu<strong>di</strong>ne si deve, tanto piú che<br />

detto<br />

146


offizio <strong>di</strong> Mastro Giurato si vede riuscire in persone giovani, et inesperte nel<br />

governare e con detto impiego se li somministra il modo <strong>di</strong> poter vivere in<br />

pregiu<strong>di</strong>zio de’ poveri, quali esclamano che l'entrate sono avanzate alli pesi, e non<br />

se ne vede nissuno sollievo, quando si potrebbe levare qualche gabella ... » 37.<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a fra citta<strong>di</strong>ni e Reggimentari rimase, insanabile, allo stato<br />

latente fino al 1704, quando sfociò in una nuova lite, che rese necessaria, qualche<br />

tempo dopo, la venuta a <strong>Foggia</strong> del Reggente Gennaro d'Andrea, che, con vari<br />

decreti, cercò <strong>di</strong> sanare la situazione, ma inutilmente 38.<br />

Nel gennaio del 1705 varie centinaia <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni ricorsero per l'ennesima<br />

volta in Collaterale, chiedendo la revisione dei conti comunali degli ultimi anni, e,<br />

vecchia aspirazione, la trasformazione della o<strong>di</strong>erna forma <strong>di</strong> governo citta<strong>di</strong>no.<br />

Al Presidente Governatore della Dogana pervenne l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> far<br />

esaminare i bilanci esibiti dagli amministratori <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> negli ultimi <strong>di</strong>eci anni, e<br />

<strong>di</strong> affidare a persona sicura la cassa del peculio universale 39 Nessun<br />

provve<strong>di</strong>mento circa la forma <strong>di</strong> governo fu emesso, ma il Collaterale rinviò la<br />

sua decisione a dopo sentite le parti in lite.<br />

L'esame dei conti <strong>di</strong> cinque anni (settembre 1698-agosto 1703) portò alla<br />

spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> significatorie per circa 4000 ducati, mentre i Reggimentari furono «<br />

quasi tutti inquisiti <strong>di</strong> mala administratione, e con istanza fiscale <strong>di</strong> essere amossi<br />

dalle loro piazze, e significati già debitori » 40.<br />

Creatasi questa situazione, ne derivò come conseguenza che i governanti<br />

dell'Università non furono piú tratti dai soli Reggimentari, né a questi ultimi solo<br />

spettò la nomina degli amministratori annuali. Ed, infatti, prima a cura del<br />

Collaterale e poi del Viceré Car<strong>di</strong>nale Grimani, i governi pro tempore, fino al<br />

1710, furono costituiti anche da persone estranee al Reggimento, talvolta<br />

forestiere, ed elette persino da semplici citta<strong>di</strong>ni 41.<br />

Dal 1711 in poi, per il <strong>di</strong>spaccio del Viceré del 19 settembre, le elezioni del<br />

governo, invece, si svolsero, in generali parlamenti, convocati, secondo l'antico<br />

costume, con tre ban<strong>di</strong> pubblicati in tre giorni festivi, e previo or<strong>di</strong>ne del<br />

Reggente Commissario del tempo per la lite vertente in Collaterale fra citta<strong>di</strong>ni e<br />

Reggimento 42.<br />

In pratica, per circa quin<strong>di</strong>ci anni queste elezioni in <strong>Foggia</strong> furono<br />

commesse al severo controllo delle massime autorità regie locali, al Presidente o<br />

all'U<strong>di</strong>tore della Dogana, e al Governatore e giu<strong>di</strong>ce della città. In questo periodo<br />

ai nuovi governi il possesso della carica non fu piú dato dagli amministratori «<br />

terminanti », ma da una delle<br />

147


dette autorità, delegate dal Commissario della lite, che per vari anni fu il Reggente<br />

Tommaso Mazzaccara, duca <strong>di</strong> Castelgaragnone 43.<br />

Furono questi gli anni in cui l'intera citta<strong>di</strong>nanza cadde in preda alle<br />

fazioni, mentre l'erario comunale, eccettuati brevi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong>stinti dall'opera <strong>di</strong><br />

oculati amministratori, come il Cuoci, continuò a precipitare sulla china del<br />

deficit, aggravato sovente oltre misura dalle spese per la retribuzione dei<br />

Commissari 44. Solo nel 1724, pendente ancora la lite annosa, fu condotto in<br />

<strong>Foggia</strong> un tentativo <strong>di</strong> pacificazione degli animi, in cui si fecero notare il<br />

marchese Michele Rullan, Presidente doganale, ed il padre gesuita G. Maria<br />

Crivelli.<br />

Il risultato fu che nel gennaio 1725 vari citta<strong>di</strong>ni e Reggimentari<br />

sottoscrissero questa proposta <strong>di</strong> riforma e la fecero tenere al Car<strong>di</strong>nale Altham,<br />

nuovo Viceré, ed al duca Mazzaccara 45: « D. O. M. - Avendo l'esperienza<br />

<strong>di</strong>mostrato che il presente sistema del governo <strong>di</strong> questo publico<br />

provisionalmente introdotto, invece <strong>di</strong> togliere e <strong>di</strong>struggere gl'o<strong>di</strong> e rancori tra i<br />

citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> questa Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> dalla nota lite cagionati, ha partorito effetti<br />

totalmente contrari; perciò si è comunemente giu<strong>di</strong>cato necessario stabilire il<br />

seguente modo <strong>di</strong> vivere, e governare questa Città per prevenire non meno le<br />

perniciose conseguenze, che li sovrastano, che per fondare una durevole, e<br />

sincera concor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> questa Città, in cui principalmente consiste la felicità dei<br />

citta<strong>di</strong>ni, che la compongono, perché poi possa coll'aiuto <strong>di</strong>vino, e de' SS.<br />

Protettori <strong>di</strong> questa sudetta Città corroborarsi con autorità de' superiori la sua<br />

fermezza e vali<strong>di</strong>tà.<br />

1) Devono eliggersi 50, o al piú 60 citta<strong>di</strong>ni che si chiameranno Decurioni<br />

che formeranno il publico Consiglio, e rappresenteranno il Comune della Città,<br />

nell'elezione de’ quali si dovrà riguardare principalmente l'abiltà de' soggetti<br />

eligen<strong>di</strong>, necessaria al buon governo del publico, e non già lo stato, e qualità <strong>di</strong><br />

essi; et in questa prima generale elezione solamente, si possino nel sudetto<br />

numero ammettere citta<strong>di</strong>ni legittimamente aggregati, restando per l'avvenire nel<br />

loro vigore, e forza li Privilegi della Città, che restringono l'elezione a tal carica<br />

nelli citta<strong>di</strong>ni nativi et oriun<strong>di</strong> solamente.<br />

2) Nel sudetto numero <strong>di</strong> 50 o 60 al piú eligen<strong>di</strong> poss'ammettersi ogni<br />

ceto <strong>di</strong> persone a riserva del ceto della maestranza in sotto, mentre la persona che<br />

sarà eletta in detto Conseglio, sincome non acquistarà qualità niuna per detta<br />

carica <strong>di</strong> Decurione, cosí per contrario niuna qualità perderà, <strong>di</strong> quella la persona<br />

tiene; quali Decurioni che compongono il publico Conseglio, o sia del Comune<br />

tratteranno e risolveranno ogni maggiore affare della Città, senza che vi sia<br />

bisogno <strong>di</strong> convocazione <strong>di</strong> publico parlamento, mentre ogni risoluzione che<br />

uscirà,<br />

148


e sarà fatta nel detto Consiglio <strong>di</strong> Decurioni, s'habia come se fusse publico, e<br />

general parlamento, giacché detto Conseglio de' Decurioni deve rappresentare il<br />

Comune, e publico della Città, nonostante qualsivoglia uso e decreto in contrario,<br />

a quali formalmente rinunciano.<br />

3) Che delli sudetti Decurioni si debbiano eliggere nelli quin<strong>di</strong>ci d'agosto<br />

<strong>di</strong> ciaschedun anno non meno gl'annuali governanti, cioè mastro giurato, quattro<br />

Eletti e Percettore, seu Cassiere dell'Università, che gli altri ufficiali dell'Università<br />

eletti cioè li due governanti della Cappella della Santissima Vergine<br />

dell'Iconavetere, principal Protettrice <strong>di</strong> questa Città, li due governatori del Sacro<br />

Monte della Pietà (poiché l'altro, che sono tre, deve restare a continuare la sua<br />

carica per altro anno, secondo la pia <strong>di</strong>sposizione della Fondatrice <strong>di</strong> detto Sacro<br />

Monte), e lì due governanti dell'Ospedale; giacché per l'officio <strong>di</strong> Portolano la<br />

Città deve far nomina <strong>di</strong> tre Decurioni in Regia Camera, dalla quale si eligge uno.<br />

In questo modo cioè ponessi in un sacchetto, o bussola tante cartelle continenti li<br />

nomi <strong>di</strong> ciascun Decurione, quanti sono i Decurioni non impe<strong>di</strong>ti dalle Regie<br />

Prammatiche per la voce passiva, ed estratte a sorte do<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> dette cartelle, che<br />

contineranno li nuovi do<strong>di</strong>ci officiali suddetti, eletti li <strong>di</strong> loro nomi, e descritti in<br />

un foglio alla presenza <strong>di</strong> tutti dal Cancelliere, si bussolino dagli suddetti altri<br />

Decurioni non usciti nell'estrazione, tutti do<strong>di</strong>ci ad uno ad uno per Mastro<br />

Giurato, e si descriverà il numero dei voti affirmativi, che ciascuno averà, perché<br />

quello averà maggior numero affirmativi resti Mastro Giurato; <strong>di</strong> poi si bussolino<br />

li restanti un<strong>di</strong>ci per Percettore dello stesso modo, e quello averrà piú voti<br />

affirmativi resti Percettore, cossì gli quattro eletti li governatori suddetti, e cossì<br />

continuarsi anno per anno; e fatta l'elezione <strong>di</strong> detti officiali, dagl'annuali<br />

governatori poi eligersi due Catapani del ceto della Maestranza per assistere, et<br />

invigilare per lo giusto peso, e misura de' comestibili, perché non siano in quello<br />

li citta<strong>di</strong>ni aggravati, e ritrovando mancanza nelli ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> detti comestibili,<br />

esigersi le pene, da dvidersi, mità a beneficio <strong>di</strong> detti Catapani, e l'altra mità a<br />

beneficio della Venerabile Cappella dei SS. Guglielmo e Pellegrino, Protettori<br />

anche <strong>di</strong> questa Città.<br />

4) Che nel caso <strong>di</strong> morte, o lung'assenza, o altro impe<strong>di</strong>mento, per cui<br />

venisse a mancare qualche piazza d'essi Decurioni, in tal caso, si debbia quella<br />

provedere, con nominarsi e proporsi dall'attual Mastro Giurato pro tempore in<br />

pieno Conseglio tre soggetti abili ad esercitar detta carica come sopra coll'istesso<br />

riguardo all'abiltà personale da ogni ceto <strong>di</strong> persone, e <strong>di</strong> quelli eligersi da essi<br />

Decurioni uno per supplire detta piazza vacata, acciò resti sempre pieno il detto<br />

numero <strong>di</strong> De-<br />

149


curioni per magior servizio <strong>di</strong> Dio, del Re N. S., e del publico, rimettendo il<br />

tutto, ed ogn'altra providenza, alla rettitu<strong>di</strong>ne, e giustizia del Regio Ministro, che<br />

sarà deputato a tal'affare. <strong>Foggia</strong> li 2 gennaro 1725 ».<br />

Il progetto, che voleva significare il superamento dei motivi della <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a<br />

tra citta<strong>di</strong>ni e Reggimento, e mo<strong>di</strong>ficava sensibilmente l'assetto amministrativo<br />

foggiano, ottenne l'approvazione del Collaterale.<br />

Il Marchese Rullan compilò una lista dei soggetti idonei per il<br />

Decurionato, ed in essa si scelsero sessanta persone d'ogni classe, cui il 16<br />

novembre 1726 furono spe<strong>di</strong>ti gli or<strong>di</strong>ni per le patenti. Per iniziativa <strong>di</strong> Saverio<br />

Coda, e volendosi eliminare ogni causa <strong>di</strong> attrito, il Rullan <strong>di</strong>vise l'accresciuto<br />

Decurionato in tre or<strong>di</strong>ni o ceti. Nel primo incluse gli antichi Reggimentari, i figli<br />

dei Reggimentari morti, i dottori ed altri gentiluomini; nel secondo situò i me<strong>di</strong>ci,<br />

i massari <strong>di</strong> campo ed i mercanti; nel terzo i notai ed altre persone dello stesso<br />

grado.<br />

Benché questa ripartizione fosse approvata, nel marzo 1727, dal<br />

Collaterale 46, non mancarono ricorsi <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni che lamentavano <strong>di</strong> essere stati<br />

inclusi in un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>verso da quello loro spettante. Le cose arrivarono al punto<br />

che il Conte <strong>di</strong> Hanach, con or<strong>di</strong>ne del gennaio 1729, dovette vietare ai<br />

Decurioni, ormai in causa fra loro, <strong>di</strong> scrivere o dare alle stampe memorie ed<br />

altro sulla situazione dei tre ceti 47.<br />

Per evitare altri inconvenienti, si adottò anche il criterio <strong>di</strong> nominare i<br />

governi, scegliendone i membri fra tutti e tre i ceti. Nel 1726 e nel 1727, infatti, il<br />

mastrogiurato ed i primi due eletti furono ricavati dal primo ceto, mentre dal<br />

secondo e dal terzo ceto uscirono, rispettivamente, gli altri due 48<br />

Il terremoto devastatore del 1731 fece placare, anche se solo per un<br />

certo tempo, le <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e citta<strong>di</strong>ne, giacché impose problemi <strong>di</strong> vita ben piú<br />

pressanti <strong>di</strong> quelli derivanti dal puntiglio <strong>di</strong> voler ap<strong>parte</strong>nere a questo o a quel<br />

ceto, e <strong>di</strong> possedere questa o quella piazza del Decurionato.<br />

I cre<strong>di</strong>tori fiscalari ed istrumentari, a garanzia del loro avere, fecero<br />

or<strong>di</strong>nare il sequestro delle ren<strong>di</strong>te della città, <strong>di</strong>venuta una enorme materia, e<br />

questo provve<strong>di</strong>mento fu revocato solo nel 1748. Durante tutto questo tempo,<br />

l'autonomia citta<strong>di</strong>na subí una notevole minorazione: né il governo, né il<br />

Decurionato poteva ad<strong>di</strong>venire a mutamenti o a nuove nomine <strong>di</strong> ufficiali, senza<br />

il beneplacito del Commissario, e a conservatore e cassiere del peculio universale<br />

fu destinato il Percettore della Dogana.<br />

Nessun mutamento strutturale interessò il governo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> fino al<br />

150


tempo della Repubblica napoletana. Allora anche il capoluogo della Capitanata<br />

<strong>parte</strong>cipò al movimento rinnovatore ed innalzò nelle sue piazze l'albero della<br />

libertà. Il Palazzo civico fu saccheggiato, il Governatore scappò via.<br />

Il 6 febbraio 1799; accompagnato dal deputato Giovanni Ricciar<strong>di</strong>, giunse<br />

in <strong>Foggia</strong> il Commissario della Repubblica <strong>parte</strong>nopea Zefiro Marone, che il<br />

giorno successivo, da uno dei balconi del Palazzo Dogana, rendeva <strong>parte</strong>cipe il<br />

popolo, radunato in piazza, della avvenuta nomina dei civici amministratori. A<br />

capo <strong>di</strong> questi non piú il mastrogiurato, ma un presidente, eletto in persona <strong>di</strong><br />

Ludovico Freda, <strong>di</strong>stintosi per temperanza in quel periodo <strong>di</strong> semianarchia. Una<br />

deputazione <strong>di</strong> 17 membri, in cui facevano bella mostra i nomi piú illustri della<br />

città, sostituiva l'antico Reggimento. Altri ufficiali erano i 4 giu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> pace, il<br />

tesoriere, i 4 grascieri e i 2 invigilatori della città -50.<br />

Ma questa nuova amministrazione ebbe vita breve. Le truppe russe e<br />

turche, sbarcate a Manfredonia con il Micheroux, occuparono presto <strong>Foggia</strong> e, si<br />

tenne l'elezione <strong>di</strong> altri amministratori, denominati ancora una volta<br />

mastrogiurato ed eletti.<br />

Con Giuseppe Buona<strong>parte</strong>, <strong>Foggia</strong>, come del resto tutte le altre Università<br />

del Regno, ebbe una nuova amministrazione civica in virtú delle leggi dell'8<br />

agosto e del 18 ottobre 1806. Il suo corpo rappresentativo assunse<br />

definitivamente il nome <strong>di</strong> Decurionato. <strong>La</strong> novità <strong>di</strong> maggior rilievo fu che i<br />

Decurioni erano scelti a sorte fra i proprietari aventi un certo censo ed almeno 21<br />

anni <strong>di</strong> età, ed erano in numero strettamente proporzionale a quello degli<br />

abitanti. <strong>La</strong> loro elezione avveniva in pubblico parlamento ad opera dei capi <strong>di</strong><br />

famiglia inclusi nel ruolo delle contribuzioni. Nel mese <strong>di</strong> maggio i Decurioni<br />

eleggevano gli amministratori della città, il sindaco e due eletti (per essere tali<br />

bisognava godere <strong>di</strong> una ren<strong>di</strong>ta maggiore <strong>di</strong> un terzo <strong>di</strong> quella necessaria per<br />

accedere al Decurionato), e tutti gli altri ufficiali comunali.<br />

Altri compiti precisi dei Decurioni, oltre alla elezione dei governanti,<br />

erano: la proposta dei soggetti per i Consigli <strong>di</strong>strettuali e provinciali, l'elezione<br />

dei deputati per la revisione dei conti e la ripartizione delle imposte, <strong>di</strong> concerto<br />

con il sindaco e gli eletti. Questi ultimi, che non potevano essere del corpo<br />

decurionale. duravano in carica un anno, ma potevano essere confermati, e per<br />

un solo altro anno, se ottenevano una maggioranza dei due terzi dei voti. Il<br />

sindaco era incaricato, esclusivamente, dell'amministrazione del Comune<br />

propriamente detta; dei due eletti, uno curava la polizia municipale e rurale e<br />

l'altro assisteva il sindaco ed assumeva, se necessario, mansioni <strong>di</strong> sup-<br />

151


Plente. Il sindaco e gli eletti, sottoposti alla provvisoria sospensione dalla<br />

funzione per or<strong>di</strong>ne dell'Intendente provinciale, potevano essere destituiti<br />

soltanto con provve<strong>di</strong>mento sovrana. Con questa nuova organizzazione<br />

comunale cosí accentrata i caratteri peculiari <strong>di</strong> autonomia, che <strong>Foggia</strong> aveva<br />

conservato nei secoli, furono del tutto <strong>di</strong>ssolti.<br />

Dott. Pasquale Di Cicco, <strong>di</strong>rettore dell'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

N O T E<br />

PASQUALE DI CICCO<br />

20 Nel XV secolo l'autorità regia in <strong>Foggia</strong> era rappresentata dal Capitano,<br />

nominato ogni anno, che esercitava una sensibile ingerenza nel parlamento citta<strong>di</strong>no e<br />

curava l'esecuzione della legge. Questo ufficiale (in seguito si chiamò governatore) era<br />

capo del Tribunale Regio o Regia Corte, ed aveva alla sua <strong>di</strong>pendenza il mastrodatti.<br />

Organo d'appello nei confronti della Regia Corte era l'U<strong>di</strong>enza provinciale con sede in<br />

Lucera, retta dal Governatore o Preside della Capitanata e del Contado <strong>di</strong> Molise, e da<br />

alcuni U<strong>di</strong>tori, con funzioni biennali. Di utile lettura sul. l'argomento: NICOLA<br />

BECCIA, <strong>La</strong> R. U<strong>di</strong>enza <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata e Lucera, Bari, 1942; G. B. GIFUNI,<br />

Lucera, sede <strong>di</strong> Giustizia, Lucera, 1945, e Ancora della R. U<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> Capitanata, Bari, 1942.<br />

21 F. VILLANI, op. cit., p. 82; C. VILLANI, <strong>Foggia</strong> nella storia, p. 77.<br />

22 Sulla controversa interpretazione <strong>di</strong> qualche <strong>parte</strong> del privilegio del 1499, si<br />

veda la citata Difesa per la Città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, ecc., p. 11.<br />

23 Il 28 marzo 1754 la R. Camera <strong>di</strong> S. Chiara, con appuntamento, stabilì che<br />

potevano eleggersi a Reggimentari: i figli <strong>di</strong> famiglia con il consenso dei genitori; i<br />

congiunti dei Reggimentari <strong>di</strong> grado superiore al secondo; gli assenti che non avevano<br />

manifestato <strong>di</strong> non voler piú tornare; i decrepiti e gli impe<strong>di</strong>ti non inabilitati ad<br />

intervenire nei parlamenti. L'elezione dei Reggimentari avveniva con suffragio segreto,<br />

ricevuto nella bussola dal Sindaco, previa designazione dei nomi fatta dal<br />

mastrogiurato: restava incluso nel Reggimento il nome che riportava la maggioranza<br />

assoluta dei voti (A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 134, inc. n. 6183) Quanto ai<br />

governanti, i ban<strong>di</strong> per le elezioni ammonivano <strong>di</strong> votare per «persone timorose<br />

d'Id<strong>di</strong>o, delle migliori e benestanti <strong>di</strong> questa Città, e non impe<strong>di</strong>te dalle Regie<br />

Prammatiche ». Queste escludevano da tutte le cariche <strong>di</strong> governo i forestieri, coloro<br />

che non avevano lasciato trascorrere il quinquennio od il triennio prescritti per essere<br />

ammessi allo stesso o ad altro ufficio, i governanti dei luoghi pii, i militari, i chierici,<br />

ecc., ma le loro norme molto spesso erano eluse.<br />

24; Carlo V, riconfermando gli antichi privilegi <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e facendo altre<br />

concessioni, intese premiare la città per l'aiuto dato alle sue armate nel conflitto con i<br />

Francesi. Giova rammentare che <strong>Foggia</strong> fu teatro, l'8 marzo 1528, <strong>di</strong> un sanguinoso<br />

scontro fra le truppe <strong>di</strong> Francesco I, comandate da <strong>La</strong>utrech, e quelle imperiali, che,<br />

infine, furono costrette alla fuga.<br />

25 A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 130, inc. n. 6027.<br />

26 Per interessanti notizie sulle gabelle <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, cfr.: A.S.F., Dogana, serie II,<br />

fascio n. 960, inc. n. 19840; serie V, fasci nn. 70, 125, 130, 131, 133, 135, incc. nn.<br />

4858, 6023, 6026, 6039, 6043, 6081, 6119, 6137, 6201.<br />

152


27 FRANCESCO ONOFRI, Nota per li Citta<strong>di</strong>ni ed Università <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, s.l., 1710,<br />

pp. 19-20.<br />

28 A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 131, inc. n. 6044.<br />

29 ONOFRI, op. cit., p. 31.<br />

30 Uno dei vecchi Reggimentari, il duca <strong>di</strong> Roseto, aveva rinunziato alla piazza. ed<br />

altri due, Francesco Serena ed Antonio Perla, erano morti (ONOFRI, op. cit., p. 34).<br />

31 Difesa ecc., op. cit., p. 12.<br />

32 Ibidem.<br />

33 ONOFRI, op. cit., p. 35.<br />

34 F. VILLANI, op. c it., pp. 97-101; RAFFAELE PETROSILLO, <strong>La</strong> ribellione<br />

<strong>di</strong> Sabato Pastore in <strong>Foggia</strong> nell'anno 1648, <strong>Foggia</strong>, 1897; ORONZO MARANGELLI,<br />

Relazione della ribellione <strong>di</strong> Sabato Pastore in <strong>Foggia</strong> nell'anno 1648 del padre fra Gabriele da<br />

Cerignola, <strong>Foggia</strong>, 1932.<br />

35 A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 130, inc. n. 6019.<br />

36 Ibidem, serie II, fascio n. 118, inc. n. 3079.<br />

37 Ibidem, inc. n. 3080.<br />

38 Uno dei motivi della nuova lite fra citta<strong>di</strong>ni e Reggimento era sorto in<br />

conseguenza della pubblicazione, nel 1703, della nota opera <strong>di</strong> G. B. PACICHELLI, Il<br />

Regno <strong>di</strong> Napoli in prospettiva. Alcuni citta<strong>di</strong>ni protestarono contro il testo che « va dando<br />

motivo a <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> voler pretendere nobiltà, e separatione », mentre <strong>Foggia</strong> « non vanta<br />

né gode nobiltà separata, o <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> famiglia ». Nel 1705 il Collaterale or<strong>di</strong>nò la<br />

rimozione dalla Chiesa Madre del bancone separato che i Reggimentari vi avevano fatto<br />

costruire a spese della Università (A.S.F„ Dogana, serie V, fascio n. 130, incc, nn. 6019 e<br />

6021).<br />

39 Il Governatore della Dogana, Milano, nominò cassiere dell'Università una<br />

persona estranea al Reggimento, Giuseppe Cuoci. Questi amministrò cosí bene in sei<br />

mesi che, oltre a pagare i pesi fiscali, poté vantare un attivo <strong>di</strong> 2500 ducati, e fare anche<br />

un prestito <strong>di</strong> 1500 ducati, per alcuni bisogni della R. Corte, al Milano (ONOFRI, op.<br />

cit., p. 41).<br />

40 <strong>La</strong> revisione dei conti del governo del 1698-1699 si concluse con l'arresto del<br />

Sindaco dell'Università, Antonio Consolo, accusato <strong>di</strong> occultazione della verità e <strong>di</strong><br />

reticente testimonianza (A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 130, inc. n. 6024)<br />

41 A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 130, inc. n. 6021).<br />

42 Ibidem, inc. n. 6027.<br />

43 Ibidem, fasci nn. 130-131, incc. nn. 6037, 6038, 6040, 6041, 6042.<br />

44 Ibidem, fascio n. 131, inc. n. 6044. Dal 1707 al 1720 si creò un arretrato nelle<br />

ren<strong>di</strong>te comunali, che, in me<strong>di</strong>a, ascendevano a duc. 18500 l'anno, <strong>di</strong> 7700 ducati (4000<br />

per pagamenti alla Regia Corte, e fiscalari, e 3700 per istrumentari, decime, carrea dei sali,<br />

provvisionati ed altri pezi forzosi). L'amministrazione Cuoci non solo pagò le somme<br />

maturate nell'anno del suo governo, ma versò in conto dell'attrasso duc. 5500, e per tale<br />

motivo venne riconfermata per un altro anno (A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 130, inc.<br />

n. 6040).<br />

45 Ibidem, inc. n. 5044.<br />

46 Difesa ecc. op. cit., pp. 14-15.<br />

47 A.S.F., Dogana, serie V, fascio n. 131, inc. n. 6047.<br />

48 Difesa ecc., op. cit., p. 17.<br />

49 A,S.F., Dogana, serie V, fascio n. 72, inc. n. 4933.<br />

50 F. VILLANI, op. cit., pp. 113-114.<br />

153


……« allora » : quando fu allora ?<br />

Un pianto nella notte<br />

scorre qual nero fiume,<br />

sotto l'argentea<br />

tempesta delle stelle;<br />

nenie <strong>di</strong> femmine,<br />

grido <strong>di</strong> mamma<br />

in una casa scura,<br />

senza morto e senza lume.<br />

»<br />

VENT' ANNI DA « ALLORA<br />

Un saluto a <strong>Foggia</strong><br />

Umberto Fraccacreta, "Mistral del Tavoliere ", aveva già levato per tutti la<br />

protesta, anticipando la rivolta, auspicando la pace. Non combatteva con la spada, sempre<br />

vittoriosa, della universale e immortale Poesia? <strong>La</strong> sua voce non era <strong>di</strong> menestrello, ma <strong>di</strong><br />

uomo libero e fedele: per questo superò il muro della in<strong>di</strong>fferenza e della <strong>di</strong>ffidenza.<br />

Ecco unirsi a lui un altro poeta, sergente nella RAF, John Gawsworth, al quale<br />

piaceva farsi fotografare con un mazzolino <strong>di</strong> vischio: il simbolo della " non violenza ".<br />

Egli offrì un omaggio qualificato alla Puglia, svelatasi giusto allora nella ra<strong>di</strong>ce scoperta<br />

dalla guerra Tu piangevi ogni città <strong>di</strong>strutta,<br />

i villaggi dove la carestia strisciando ha spento<br />

le native canzoni nel cuore del tuo popolo...<br />

Ma non è questo tutto quanto voleva donarle quel sognatore, trasvolante<br />

all'infinito, come le ron<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Umberto. Con la sua avventura umana e poetica a traverso<br />

l'amore per la Gradogna, cantò l'Italia, la Puglia, <strong>Foggia</strong>:<br />

Green Adriatic eyes : hair like combed flax,<br />

gold as Apulian corn on <strong>Foggia</strong> palin...<br />

She is the Italy of a vernal heart<br />

that slumbered blossomless an age too long...<br />

154


Quali pensieri acuti e sentimenti nobili guadagnati da codesta terra, dopo che fu<br />

tanto percorsa dal fascismo e dalla guerra!<br />

E non le mancò nemmeno Fiorello la Guar<strong>di</strong>a (si sarebbe potuto forse giustificare la<br />

sua contumacia?) : « Difendete i vostri <strong>di</strong>ritti, così come avete combattuto per la vostra<br />

liberazione! ». Se l'eccelso maestro Giordano succhiò l'humus delle severe maggesi e dei<br />

mandorli ridenti, possiamo <strong>di</strong>re che il rampollo del trombetta foggiano si stagionò alla prima<br />

scuola aviatoria su lo stesso Tavoliere.<br />

Il ricordo <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> attinge questi tre Uomini (io li conobbi da vicino) perché risale<br />

i vent'anni, che si compiono questo settembre, da allora. E fa tanto piacere scriverlo<br />

adesso, che il pensiero s'insinua tra i grumi del passato. Esso è trepido, come era la mano<br />

frugante nelle rovine della vostra città, per <strong>di</strong>sseppellire quelle orribili cose giu<strong>di</strong>cate,<br />

che sono i frutti <strong>di</strong> ogni guerra, <strong>di</strong> qualsiasi, tipo ed età.<br />

Dove si trova incorporata la Cavalleria, quel cortile dugentesco, <strong>di</strong> fianco al<br />

Cavalcavia, oltre il quale avete lanciato fabbriche e ville lungo la via <strong>di</strong> Manfredonia,<br />

quasi a congiungervi col mare? Sopra e <strong>di</strong>ntorno al cubetto <strong>di</strong> tufi, tal quale i<br />

bombardamenti ridussero la stazione della " Bologna meri<strong>di</strong>onale", insiste uno dei più<br />

autorevoli monumenti della nuova e<strong>di</strong>lizia democratica. Questo ben si ammira <strong>di</strong> lontano,<br />

ma pochi sanno che in quel transito internazionale, quasi ad onorare i viaggiatori innocenti<br />

e sacrificati, si annuncia il vostro buon costume, che lascia ammuffire le guar<strong>di</strong>e del<br />

presi<strong>di</strong>o.<br />

155


Si celebra, invece, la Repubblica su l'antico Piano delle Fosse. <strong>La</strong> via che le<br />

s'intitola non è rue, strasse, street e i palazzi nuovi che la formano hanno schivato<br />

l'allineamento rettilineo, manifestando che il conformismo è finito. Mi piace <strong>di</strong> più, anche<br />

se gli urbanisti possono essere <strong>di</strong> parer contrario. Vedo in essi una in<strong>di</strong>vidualità...<br />

compromettente, foriera <strong>di</strong> sviluppi originali.<br />

Via della Repubblica costeggia un INCIS <strong>di</strong>venuto famoso nella topografia<br />

storica, anche se non come il Ghetto <strong>di</strong> Varsavia. Tommaso Fiore vi ha maledetta la<br />

guerra ed esaltata la virtù endogena dei <strong>Foggia</strong>ni (bene vi starebbe una lapide).<br />

Questa ammirazione vale anche per il Borgo Scopari. Lo avete sventrato per farvi<br />

passare il Padre Dante tra la doppia fila dei portici; una via congeniale, come si <strong>di</strong>ce con<br />

frase ricercata. Nell'area abbacinante <strong>di</strong> Puglia Piana essa è come un tubo <strong>di</strong> ombra e <strong>di</strong><br />

silenzio. Lì vicino risalutiamo la storica Dogana, che accolse la giustizia militare alleata e<br />

fu il meeting dove si scontrarono e meglio si conobbero uomini <strong>di</strong> tanti paesi e oggi si<br />

esercita la nuova Democrazia e Vi giunge questo saluto, in nome degli Ideali che ci<br />

uniscono da allora.<br />

Cosa e come <strong>di</strong>re della grande esperienza che venne, credo a tutti, dalle prove<br />

sofferte in quella vita approssimativa durante l'A.M.G. (Alleato Militare Governo) e<br />

poi con la C.C. (Commissione Controllo)? Soltanto questo: che non ci conoscemmo<br />

abbastanza, per liberarci delle prevenzioni e della conseguente esitanza, e risolvere con<br />

migliore giustizia i rapporti tra gli ospiti e gli ospitanti. Il nostro linguaggio ufficiale non fu<br />

sempre <strong>di</strong>steso e per tutti comprensibile. E poi si sarebbe dovuto continuare il <strong>di</strong>scorso, non<br />

conchiuso dall'esodo militare, tanto più che continuava un <strong>di</strong>alogo privato, per i rapporti <strong>di</strong><br />

parentela e <strong>di</strong> amicizia, che si stabilirono tra <strong>Foggia</strong>ni e Inglesi e Americani. Anche prima<br />

che in codesta città, nei campi <strong>di</strong> prigionia, essi non collaborarono, forse, per la verace<br />

Europa?<br />

Ma dove vado a finire? che la vostra, e anche nostra città è uscita dalla visuale <strong>di</strong><br />

rovina in cui si offrì alla pietosa matita degli amici Schingo e Fatigato e alla mia penna<br />

ven<strong>di</strong>catrice; che ha saputo guadagnare gli anni perduti, anche se il suo sviluppo appare<br />

senza un piano bene or<strong>di</strong>nato.<br />

Io non so quanti errori abbia potuto commettere con questi pensieri al vento. Ma<br />

ve li mando lo stesso, quali sono arrivati alla carta, semplici e schietti, come l'amore che li<br />

ha dettati e come il Popolo al quale sono de<strong>di</strong>cati.<br />

(Trad. <strong>di</strong> Mario Simone).<br />

SIR JOMAN<br />

156


Testimonianze d'Arte e <strong>di</strong> Cultura<br />

STELE SIPONTINE<br />

E' cosa per noi gra<strong>di</strong>tissima - parlo<br />

anche a nome del collega prof.<br />

Rittatore - pubblicare in questo<br />

fascicolo <strong>di</strong> « <strong>La</strong> Capitanata »<br />

l'immagine della prima stele<br />

Sipontina, che è stato possibile<br />

restaurare al completo (Fig. 1; alt.<br />

complessiva m. 1,30). E ringraziamo<br />

l'amico avv. Simone <strong>di</strong> avere tanto<br />

insistito affinché esponessimo ai<br />

lettori quello che abbiamo fatto in<br />

questi ultimi tre anni per<br />

l'archeologia della Daunia.<br />

Fu il prof. Rittatore a iniziare le<br />

ricerche nel territorio <strong>di</strong> Mattinata a<br />

Monte Saraceno, dove egli redasse<br />

un catalogo topografico <strong>di</strong> circa 300<br />

tombe - tutte devastate -, tombe a<br />

sacco , scavate nella roccia, spesso<br />

con se<strong>di</strong>le o cuscino per il morto; la<br />

forma precisa della copertura è<br />

ancora incerta. In tutte queste<br />

ricerche e in tutta l'attività seguente<br />

è state <strong>di</strong> valido e prezioso aiuto<br />

l'oculata presenza <strong>di</strong> Metteo<br />

Sansone, il farmacista <strong>di</strong> Mattinata.<br />

Il poco materiale bronzeo trovato -<br />

fibule a doppia spirale, spilloni etc. -<br />

in<strong>di</strong>cava l'età approssimativa del VII-<br />

VI secolo a.C. Nel prosiego della<br />

ricerca un giorno Rittatore trovò un<br />

paio <strong>di</strong> teste calcaree; le mise<br />

gelosamente da <strong>parte</strong> e mi portò una<br />

fotografia chiedendomi lumi. Da quel<br />

giorno abbiamo lavorato assieme; le<br />

teste sono salite a sette; altro<br />

materiale si è aggiunto e quello prima<br />

recuperato e altro se ne aggiungerà<br />

certamente a lavoro ultimato; si spera<br />

quest'estate <strong>di</strong> poter dare II colpo<br />

decisivo.<br />

Contemporaneamente era successo<br />

un fatto nuovo. Nella zona delle<br />

lagune sipontine i lavori degli aratri<br />

meccanici, del '54 in poi, avevano<br />

messo alla luce vari frammenti <strong>di</strong><br />

pietra con figurazioni a rilievo piú o<br />

meno visibili. Buona <strong>parte</strong> <strong>di</strong> essi<br />

sono andati a finire nella<br />

costruzione delle masserie, nelle<br />

massicciate delle strade e può<br />

ritenersi perduta; ma alcune lastre,<br />

a<strong>di</strong>bite a soglia <strong>di</strong> porta o per<br />

pavimentazione <strong>di</strong> stalle, porcili e<br />

pollai fu vista e acquistata, con<br />

scambio <strong>di</strong> munizioni da caccia, da<br />

vari cacciatori emiliani e lombar<strong>di</strong><br />

che ogni anno, d'inverno,<br />

frequentano la zone. Fortuna volle<br />

che in qualche caso i coltivatori<br />

proprietari, prima <strong>di</strong> far partire i<br />

pezzi, li fecero fotografare. Una<br />

serie <strong>di</strong> queste fotografie ci capitò<br />

un giorno sott'occhio. Fu una<br />

rivelazione. <strong>La</strong> novità dei<br />

monumenti ci spinse a febbrili<br />

indagini; gli stessi operatori agricoli,<br />

che avevan finora trascurato questi<br />

reperti, ignorandone l'importanza, ci<br />

furono e sono ancora <strong>di</strong> valido<br />

aiuto. AI giorno d'oggi sono stati<br />

recuperati o identificati piú <strong>di</strong> 150<br />

pezzi ; alcuni dei quali sono piccoli e<br />

puramente geometrici, ma altri sono<br />

gran<strong>di</strong> e portano figurazioni del piú<br />

alto interesse - ad<strong>di</strong>rittura nuove per<br />

l'area italica. Ne è coinvolta anche la<br />

questione etnografica generale. Si<br />

tratta evidentemente <strong>di</strong> popolazioni<br />

indoeuropee con gli stessi riti, gli<br />

stessi miti, le stesse credenze dei<br />

popoli che noi chiamiamo classici;<br />

ma questi riti e queste credenze<br />

sono ancora allo stato primitivo:<br />

come dovettero essere quelle «<br />

classiche » prima che i loro<br />

157


depositari - della stessa razza dei<br />

nostri - arrivassero in Grecia.<br />

Ognun vede l'importanza storica <strong>di</strong><br />

queste nostre stele sipontine: da esse<br />

potranno essere spiegati tanti punti<br />

oscuri nella storia genetica <strong>di</strong> tutte e<br />

tre le gran<strong>di</strong> penisole me<strong>di</strong>terranee -<br />

Anatolia, Grecia, Italia -, per l'Italia<br />

poi, esse vengono a costituire il primo<br />

capitolo della nostra storia dell'arte,<br />

parallelamente al tanto <strong>di</strong>scusso<br />

fenomeno etrusco, col quale esse<br />

presentano molti punti <strong>di</strong> contatto. E'<br />

facilmente preve<strong>di</strong>bile che tutta la<br />

nostra protostoria debba essere<br />

profondamente riveduta alla luce <strong>di</strong><br />

questi inaspettati documenti; nei quali,<br />

per esempio, troviamo qualche<br />

episo<strong>di</strong>o della guerra <strong>di</strong> Troia, come il<br />

riscatto del corpo <strong>di</strong> Ettore; ma nella<br />

figurazione sipontina i Troiani sono<br />

veri anatolici col loro copricapo<br />

hittita; ciò significa che la fonte<br />

figurata <strong>di</strong> questa scena non deriva -<br />

come le nostre errate abitu<strong>di</strong>ni<br />

metodologiche farebber pensare -<br />

dalle analoghe rappresentazioni dei<br />

vasi greci del VI e V secolo, ma<br />

proviene <strong>di</strong>rettamente dall'area stessa<br />

dove la guerra è stata combattuta.<br />

Anche il rito funebre ci ha dato<br />

inaspettata documentazione <strong>di</strong> riti<br />

indoeuropei antichissimi, che,<br />

perdutisi per istrada, non sono arrivati<br />

nella Grecia classica. Tutto un<br />

complesso insomma <strong>di</strong> dati nuovi a<br />

largo raggio documentario.<br />

Lungo è stato il lavoro <strong>di</strong> ripulitura,<br />

restauro e catalogazione, lavoro tutto<br />

eseguito da studenti assistenti e<br />

restauratore pisani. Mentre continua<br />

la fatica del ricercatore, tocca ora alle<br />

Autorità competenti a preoccuparti<br />

della loro conservazione. <strong>La</strong> quale,<br />

augurabilmente, deve essere assicurata<br />

nello stesso ambiente dove le stele<br />

stesse vennero alla luce.<br />

Tocca ai Dauni o<strong>di</strong>erni a <strong>di</strong>mostrare<br />

<strong>di</strong> voler nobilmente onorare i<br />

documenti della loro storia. Tanto piú<br />

in questo caso quando si tratta <strong>di</strong><br />

documenti <strong>di</strong> capitale importanza.<br />

(Silvio Ferri )<br />

D'ANNUNZIO E LA PUGLIA<br />

Non venne fra noi, nella nostra Puglia,<br />

che una sola volta: nell'autunno 1917, per<br />

preparare e condurre quin<strong>di</strong> audacemente a<br />

termine l'incursione su Cattaro.<br />

Sceso a Gioia del Colle il 25 settembre<br />

1917, vi si trattenne sino al 10 ottobre<br />

successivo, ospite nella villa del cav. Paolo<br />

Cassano.<br />

Dopo alcuni giorni <strong>di</strong> intensa ed<br />

affannosa preparazione, nella tarda serata<br />

del 4 ottobre - festa <strong>di</strong> S. Francesco <strong>di</strong><br />

Assisi, che egli vede bene<strong>di</strong>cente<br />

sull'Adriatico! - spicca il volo coi quin<strong>di</strong>ci<br />

biplani destinati all'azione, affrontando con<br />

un pugno <strong>di</strong> audaci i 400 chilometri <strong>di</strong> mare<br />

aperto della trasvolata « col solo aiuto delle<br />

bussole e delle stelle », al canto dell'inno<br />

della spe<strong>di</strong>zione - francescano e guerriero<br />

ad un tempo<br />

Per frate vento che non ci avverserà<br />

eia eia ! eia ! alalà !<br />

Per frate focu che non ci arderà<br />

eia eia ! eia ! alalà !<br />

Per sora acqua che non ci affogherà<br />

eia eia ! eia ! alalà !<br />

Dei quin<strong>di</strong>ci apparecchi, do<strong>di</strong>ci<br />

raggiunsero l'obbiettivo, colpirono<br />

sommergibili e siluranti ancorati alle<br />

Bocche <strong>di</strong> Cattaro e, sfuggendo quin<strong>di</strong><br />

all'intensa reazione antiaerea del nemico,<br />

ritornarono a Gioia del Colle, dove<br />

Gabriele D'Annunzio si fermò ancora<br />

qualche giorno, e dove lo raggiunse la<br />

notizia della morte <strong>di</strong> Edoardo Scarfoglio,<br />

amico carissimo della sua prima giovinezza<br />

(nell'opuscolo del prof. Giuseppe<br />

Petraglione, de<strong>di</strong>cato a « Gabriele<br />

D'Annunzio e la Puglia », è la riproduzione<br />

della minuta autografa del telegramma<br />

inviato dal Poeta ad Antonio Scarfoglio,<br />

figlio del grande giornalista scomparso: «<br />

L'altra notte in armi sul mare, avvistando la<br />

costa nemica, ripensai all'Ulisside<br />

compagno intrepido delle mie esperienze<br />

stop E non era ch e un presagio della vigilia<br />

stop <strong>La</strong> vita lo aveva separato da me<br />

duramente stop <strong>La</strong> morte me lo riconduce<br />

stop Abbraccio te e i tuoi fratelli con<br />

infinita tristezza »).<br />

158


Oltre che a Gioia, in quel periodo egli fu<br />

a Brin<strong>di</strong>si e a Taranto, cui <strong>di</strong>ede l'ad<strong>di</strong>o poi<br />

il 10 ottobre con un volo destinato a<br />

lanciare due messaggi al Comando navale<br />

ed a ringraziare i «compagni del mare, che<br />

in una notte memorabile, trascurando se<br />

stessi tra le insi<strong>di</strong>e nemiche, vigilarono<br />

audaci il ruggente ritorno dell'antico leone<br />

alato verso la sua Cattaro veneziana».<br />

Altri contatti <strong>di</strong>retti egli non ebbe colla<br />

nostra terra; ma uomini, città, storie, simboli,<br />

leggende della « Puglia piana » sono presenti<br />

nella sua vita e nella sua opera dalle prime<br />

alle ultime esperienze.<br />

Pugliesi sono i compagni a lui piú cari nella<br />

precoce e turbolenta adolescenza vissuta al<br />

Cicognini <strong>di</strong> Prato: <strong>di</strong> S. Agata, <strong>di</strong> Molfetta,<br />

<strong>di</strong> Minervino, <strong>di</strong> Conversano, <strong>di</strong> Gallipoli i<br />

piú pronti ad unirsi a lui nelle birichinate,<br />

negli « ammutinamenti clamorosi, con<br />

nacchere <strong>di</strong> scodelle e pifferi <strong>di</strong> caraffe,<br />

contro la triplice ed anche quadruplice<br />

portata settimanale delle polpette a mensa »;<br />

<strong>di</strong> Andria il pre<strong>di</strong>letto Frontino <strong>di</strong> « Faville<br />

del Maglio », il solo « che io cercassi quando<br />

avevo le paturne, quando talvolta la mia sete<br />

<strong>di</strong> vivere somigliava alla sete <strong>di</strong> morire,<br />

quando con troppa insistenza riu<strong>di</strong>vo in me<br />

la melo<strong>di</strong>a delle zampogne che nella mia<br />

infanzia mi risvegliavano all'alba con le<br />

novene »; <strong>di</strong> Barletta l'amico che gli racconta<br />

« come avesse conosciuto ... un certo Matteo,<br />

il quale <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> aver secent'anni ed essere<br />

stato ai tempi <strong>di</strong> Manfre<strong>di</strong> quando il re<br />

andava cantando strambotti <strong>di</strong> notte sotto le<br />

finestre delle donne <strong>di</strong> Barletta ».<br />

Ricor<strong>di</strong> veri, che si confondono con<br />

antiche leggende e con piú recenti<br />

reminiscenze storiche, cos( come in tanta<br />

<strong>parte</strong> dell'opera dannunziana !<br />

Pugliese, <strong>di</strong> stirpe salentina, è Eugenio<br />

Rubichi, il celebre Richel, umorista sommo -<br />

come sommo avvocato il fratello Francesco -<br />

, che Gabriele conosce ed ammira a Roma,<br />

mentre anch'egli collabora, cronista<br />

mondano, alla « Tribuna »,<br />

Pugliese è Nicolò Van Vesterhout, il fine<br />

musicista che a Napoli lo inizia ai segreti ed<br />

alla bellezza della musica <strong>di</strong> Wagner, che egli<br />

trasfonderà poi nel « Trionfo della morte » e<br />

nel « Fuoco ».<br />

Pugliese è ancora Nicola <strong>La</strong>gravinese,<br />

che gli sarà vicino come me<strong>di</strong>co curante alla<br />

« Casa rossa » sul Canal Grande dopo il<br />

tragico volo del 16 gennaio 1916, e che<br />

invano cercherà <strong>di</strong> convincerlo a desistere<br />

da nuove spericolate imprese <strong>di</strong> guerra.<br />

Pugliesi sono ancora Ricciotto Canudo-colla<br />

sua passione e col suo ar<strong>di</strong>mento a lui vicino<br />

nei momenti piú delicati della vigilia<br />

guerriera e della gesta fiumana; Arturo De<br />

Anna - che <strong>di</strong>rottò la sua nave su Fiume, ed<br />

a Fiume mori, colpito « da cieca sorte<br />

improvvisa »; Pasquale <strong>La</strong> Rotella - l'autore<br />

dell'inno per l'impresa fiumana, che in<br />

Fiume il 19 marzo 1920, superando gli<br />

sbarramenti con tutta la sua orchestra, tenne<br />

un concerto benefico. E pugliese, <strong>di</strong><br />

Gallipoli, Umberto Biancamano, il prode<br />

cannoniere della « Beffa » <strong>di</strong> Buccari, che si<br />

affianca ai marinai pugliesi delle « Canzoni<br />

della gesta d'oltremare », dal Poeta celebrati<br />

ed esaltati come eroi purissimi della gente<br />

italica.<br />

Di particolare interesse infine i suoi rapporti<br />

con Antonio Salandra all'epoca del <strong>di</strong>scorso<br />

<strong>di</strong> Quarto - <strong>di</strong> cui ha parlato <strong>di</strong>ffusamente,<br />

con profonda conoscenza Ettore Cozzani -<br />

ed ancora delle sue ripulse ai consigli <strong>di</strong><br />

prudenza e delle sue insistenze per l'azione<br />

guerriera.<br />

II carattere volutamente sintetico <strong>di</strong> queste<br />

brevi note non consente piú ampi<br />

riferimenti: ci sia consentito però ricordare a<br />

conclusione-accanto ai vivi entusiasmi<br />

suscitati nella nostra terra dall'opera e dalla<br />

gesta dannunziana - come egli volle, nella<br />

villa che « fu approdo ed eremo del suo<br />

spirito inesausto », incastrata come « gemma<br />

rara » al cospetto del Garda, tra i lauri ed i<br />

cipressi del Vittoriale, la « grande prora<br />

tragica della nave Puglia ». (Dino Marinelli)<br />

159


Dialetto <strong>di</strong> Alberona<br />

V VERTEMENTE<br />

Oje nénna, ché de màmmete hi pahure,<br />

de mé vuje 'nte n'aviva 'nnammurane !<br />

Se te min'a parlà, parle 'mpahure,<br />

com'a se stisse a lu pass'a rrubbanne ;<br />

te véde de caggnà tanta chelure,<br />

com'a lu sole ché sta pe' ccalane<br />

cchjù te faje rossce, e cchjù me daje delure,<br />

cchjù te faje janche, e cchjù me faje penane!<br />

L'ACQUE D'I PISSCIAREDDE<br />

L'acque d'i Pissciaréddhe è 'n'acque frésche,<br />

jè 'n'acqua crestallin'e cruccarèddhe<br />

ché tutt'i jorne, d'a matine a' sére, redènne,<br />

spenzarate, a sckaccarèddhe, jéggne<br />

quartare, cicen'e varlèddhe.<br />

Jè 'n'acqua ché 'nde vérne jè tupèddhe<br />

e 'nd'a staggione, pe la sua fréschézze,<br />

t'appanne li bbuchére e te li spèzze.<br />

Qualunque velleggiante t'à pruvate<br />

a mmènte t'à tenute e jè turnate,<br />

acqua ché d'Alberone si' lu vante,<br />

acqua strafenisseme, acqua sbrafante !<br />

(canto popolare)<br />

MICHELE CARUSO<br />

AVVERTIMENTO - Oje nénna, o fanciulla; se te min'a parlà,<br />

se cominci a parlare; a lu passe, al valico; pe ccalane, per tramontare.<br />

L'ACQUA DEI PISCIARELLI - L'acqua dei Pisciarelli è<br />

un'acqua fresca, è un'acqua cristallina e croccante che ogni giorno,<br />

da mane a sera, ridendo spensierata a crepapelle, riempie anfore,<br />

orciuoli e barili. E' un'acqua tiepida d'inverno ma che d'estate, con<br />

la sua freschezza, appanna e spezza i bicchieri. Qualunque<br />

villeggiante ti ha assaggiata, non ti ha <strong>di</strong>menticato ed è tornato,<br />

acqua che sei il vanto <strong>di</strong> Alberona, acqua strafinissima, acqua<br />

alteramente bella!<br />

160


SCAVI ARCHEOLOGICI<br />

A SIPONTO


MANFREDONIA - II prof. Silvio Ferri (al centro) salutato (da s. a d.) dal dott.<br />

Pasqua, segr. del Comitato delle Celebrazioni citta<strong>di</strong>ne, dal rev. prof. Albino S. J.,<br />

dall'ass. prov.le prof. De Miro D'Ayeta e da Mario Simone.


ALBERONA - L'antica fontana dei Pisciarelli


ALBERONA - II rione Muta


CASA MIJE<br />

Ohje casa, casa mije, 'nte si' cagnate<br />

'nd'a tutte quistu témpe ! I stésse cose<br />

o' stésse pòste : i cocce appise, i rose<br />

de plàsteche, i centrine arrecamate.<br />

Sèmpe Musscione ché fa 'u morte; tate<br />

ché vularrije celà 'ddh'àrja penzose;<br />

mamme, p'u 'uàje séje, ché ze repose,<br />

sop'a spaddhér'a sègge accapucciate.<br />

Pèppe ché méne punte e ché ze lagne<br />

e tè i celìzje e spètte, ddrét'a pòrte,<br />

a llamb'a llambe 'u fiscke d'i cumpagne.<br />

E i mure, i luce, Parche antiche e forte,<br />

'u sprècchje... e me so' miss'a rid'e a chjagne,<br />

premat'u fronte 'nfacci-a mostr'a pòrte.<br />

Dialetto <strong>di</strong> Alberona<br />

VINCENZO D'ALTERIO<br />

CASA MIA - O casa, casa mia, non sei cambiata durante tutto questo tempo!<br />

Le stesse cose allo stesso posto: le bagattelle appese, le rose <strong>di</strong> plastica, i centrini<br />

ricamati.<br />

Sempre Micione che fa il morto; mio padre che vorrebbe celare la sua aria<br />

pensosa; mia madre, col solito male, che riposa, poggiato il capo sulla spalliera<br />

della se<strong>di</strong>a.<br />

Peppino che infila punti e brontola: sembra avere i cilici addosso e aspetta,<br />

<strong>di</strong>etro la porta, con ansia, il fischio degli amici.<br />

E le pareti, le luci, gli archi antichi e forti, lo specchio... e mi son messo a<br />

ridere e a piangere, la fronte schiacciata contro lo stipite della porta.<br />

161


I <strong>di</strong>ssesti franosi del Subappennino dauno<br />

con riguardo alle strade provinciali<br />

Quello <strong>di</strong> oggi deve considerarsi un primo incontro <strong>di</strong> lavoro fra coloro<br />

che, animati dalla volontà <strong>di</strong> agire nell'interesse <strong>di</strong> questa Provincia, un contributo<br />

vogliono e possono dare alla risoluzione dei problemi che in Capitanata<br />

sussistono, agli effetti della conservazione e della stabilità del suolo, del<br />

sottosuolo e, soprattutto, delle opere stradali alle predette con<strong>di</strong>zioni geotecniche<br />

connesse.<br />

Ciò premesso, è mio dovere richiamare alla vostra attenzione la<br />

notevolissima importanza che la geologia e la geotecnica hanno nelle opere<br />

pubbliche in questa Provincia, per il particolare infido ambiente geologico che la<br />

caratterizza. Mi riferisco, in particolare, a quelle estreme propaggini<br />

dell'Appennino che, volgendosi verso il Tavoliere, rappresentano il naturale<br />

proseguimento sì nella costituzione, sì nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stabilità dell'Alta Irpinia<br />

e dell'Appennino Molisano.<br />

Di questa vasta zona dell'Appennino Meri<strong>di</strong>onale, comprendente<br />

sostanzialmente le parti me<strong>di</strong>e e alte dei bacini dei fiumi Fortore ed Ofanto<br />

nonché gli altri corsi dei sottobacini confluenti nel Candelaro, molto scarse sono<br />

le conoscenze geologiche a tutt'oggi acquisite, talché lo stu<strong>di</strong>oso, chiamato a<br />

risolvere particolareggiati problemi geologico-tecnici, deve, in ogni caso, partire<br />

col risolvere innanzi tutto problemi <strong>di</strong> stratigrafia, <strong>di</strong> geologia in generale, dai<br />

quali possa passare in maniera sufficientemente documentata agli aspetti<br />

geologico-applicativi, riguardanti la realizzazione <strong>di</strong> una strada come <strong>di</strong> una<br />

qualsiasi altra opera pubblica.<br />

E perché ci si possa meglio rendere conto dell'accennata scarsità <strong>di</strong><br />

elementi geologici <strong>di</strong>sponibili, devo segnalarvi che l'alta Capitanata, con buona<br />

<strong>parte</strong> dell'Irpinia e del Molise, è l'unica zona d'Italia che non sia stata fatta mai<br />

oggetto <strong>di</strong> rilevamenti ufficiali da <strong>parte</strong> del servizio geologico d'Italia. Cosicché,<br />

mentre in tutta l'Italia, esistono rilevamenti geologici ufficiali alla stampa alla scala<br />

1:100.000, per alcune particolari zone al 25.000, i fogli n. 162, 163, 173, 174, 175,<br />

186, 187, fra i ben 277 fogli rilevati e pubblicati dal 1890 in poi, in Italia, sono gli<br />

unici a non avere visto mai la luce. Di altre Province e<br />

162


paesi italiani esistono rilievi geologici ufficiali <strong>di</strong> Stato, molti anche revisionati<br />

successivamente per adattarli alle moderne teorie e renderli piú rispondenti alla<br />

scienza; nonché esistono abbondanti stu<strong>di</strong> sommamente particolareggiati svolti<br />

da organizzazioni varie, scientifiche e industriali. Qui nulla è avvenuto <strong>di</strong> tutto<br />

questo, se si eccettuano i rilevamenti piuttosto banali svolti nel basso Tavoliere e<br />

gli ormai superati fogli geologici riguardanti il Gargano.<br />

Questa mia precisazione vale tanto più se si pensa che nella zona<br />

dell'Appennino <strong>di</strong>nanzi accennata, limitrofa al vasto Tavoliere <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, gravi<br />

sono i problemi <strong>di</strong> interpretazione geologica, nei quali probabilmente è insita la chiave<br />

<strong>di</strong> volta delle interpretazioni <strong>di</strong> buona <strong>parte</strong> dell'ancora sconosciuta struttura geologica<br />

dell'Appennino meri<strong>di</strong>onale.<br />

E per quanto <strong>di</strong> pratico in questa sede interessa, nella struttura geologica<br />

dell'Appennino, più che nella costituzione, sono insite le cause prime dei <strong>di</strong>ssesti<br />

franosi che, con manifestazioni assai varie, affliggono le arterie stradali, gli abitati<br />

e l'intera economia agricola della zona che qui si esamina. Questi complessi e non<br />

ancora chiari problemi <strong>di</strong> interpretazione geologica, interessano formazioni che<br />

in buona <strong>parte</strong> sono note al tecnico sotto la denominazione generica <strong>di</strong> « argille<br />

scagliose », una vasta intricata gamma <strong>di</strong> terreni se<strong>di</strong>mentari <strong>di</strong> varie età,<br />

generalmente attribuibili al Terziario.<br />

Essa è il risultato o il derivato <strong>di</strong> terreni originariamente <strong>di</strong>sposti in forme<br />

certo piú regolari e tranquille, successivamente più o meno rimossi dalla loro<br />

serie originaria, per cause tettoniche, sovrascorsi gli uni sugli altri sui pen<strong>di</strong>i<br />

geologici, <strong>di</strong>laniati infine dalle erosioni. Questo <strong>di</strong>fficile « iter » geologico, cui si<br />

deve una <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> siffatti terreni spesso frammentaria, probabilmente<br />

ancora oggi in molti casi si esplica, come in passato, in maniera certamente<br />

impercettibile ai nostri occhi, in virtù <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni instabili che in geologia si è<br />

soliti definire plastico-gravitative. Addentrarmi nelle teorie che spiegano questi<br />

fenomeni non mi è certo consentito in questa sede. Tuttavia questi fenomeni<br />

non riguardano solo lo stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> scienze pure, bensì anche il tecnico, in quanto<br />

costituiscono la base dei caratteri cedevoli e propriamente franosi dell'Appennino<br />

<strong>di</strong> Capitanata. Di talché solo l'esperto che abbia <strong>di</strong>mestichezza con le vicissitu<strong>di</strong>ni<br />

geologiche della Vostra regione pub vedere laddove altri hanno viceversa<br />

l'impressione che tutto stia in pie<strong>di</strong> e possa rimanere in pie<strong>di</strong>, dopo il turbamento<br />

delle con<strong>di</strong>zioni statiche prodotte dalla realizzazione <strong>di</strong> un'opera pubblica. Non è<br />

vano, quin<strong>di</strong>, spendere qualche parola <strong>di</strong> più sulla funzione che nelle gran<strong>di</strong> linee,<br />

la geologia ha nelle opere <strong>di</strong> pubblico interesse. Questo argomento formava<br />

oggetto l'anno scorso <strong>di</strong> un convegno internazionale, specificatamente promosso<br />

dall'Accademia dei Lincei.<br />

L'attualità e l'importanza del ruolo che la geologia viene ad assumere<br />

nell'argomento della presente trattazione derivano soprattutto da due circostanze,<br />

la prima inerente all'ar<strong>di</strong>tezza tecnica della concezione delle opere pubbliche<br />

moderne, l'altra circostanza riguarda la costatazione che oggi più frequentemente<br />

d'un tempo ci si imbatte in ambienti geologici e morfologici <strong>di</strong>fficili. Se ci si<br />

riferisce in particolare alle strade, va riconosciuto che quelle esistenti prima che si<br />

desse impulso nell'ultimo decennio alla realizzazione <strong>di</strong> nuove vie <strong>di</strong><br />

comunicazione nell'Appennino, con tracciati sotto l'aspetto del traffico aventi<br />

scarse pretese, seguono, in <strong>parte</strong> tracciati derivati da mulattiere, la cui prima<br />

realizzazione si perde nella notte dei tempi.<br />

163


Probabilmente buona <strong>parte</strong> <strong>di</strong> queste strade venivano attuate laddove la<br />

esperienza più spicciola dei nostri avi riscontrava la presenza <strong>di</strong> un viottolo<br />

duraturo, che avesse retto al tempo. Quante volte è accaduto infatti <strong>di</strong> recente<br />

che, per allontanarsi da un vecchio tracciato, per mo<strong>di</strong>ficarlo secondo varianti<br />

dettate dall'interesse del traffico moderno, si è andati incontro a fallimenti!<br />

Quante volte ci è dato constatare che vecchi tracciati, realizzati coi modesti mezzi<br />

d'un tempo, rimangono ancora oggi i soli possibili, malgrado i ben <strong>di</strong>versi mezzi<br />

<strong>di</strong> cui oggi si <strong>di</strong>spone. Tuttavia le esigenze del traffico moderno sono ben altre,<br />

donde l'ar<strong>di</strong>tezza <strong>di</strong> certe opere nei confronti delle inadatte con<strong>di</strong>zioni geologiche<br />

dell'ambiente meri<strong>di</strong>onale e, <strong>di</strong> conseguenza, la in<strong>di</strong>spensabilità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are<br />

profondamente i fenomeni <strong>di</strong> instabilità che ne derivano.<br />

Inoltre, come avviene per le fonti <strong>di</strong> energia (i serbatoi idroelettrici più<br />

facili e meno onerosi, risultano già tutti attuati, onde quelli che oggi si realizzano<br />

sono quelli sotto l'aspetto geologico piú <strong>di</strong>fficili e costosi), così <strong>di</strong> frequente<br />

anche nel campo delle costruzioni stradali taluni collegamenti non ancora attuati<br />

sono quelli più <strong>di</strong>fficili, anche se sulla base della sola topografia spesso appaiono<br />

abbastanza facili. Per giunta si esigono con<strong>di</strong>zioni plano-altimetriche che, per<br />

agevolare il traffico moderno (con pendenze ridotte, curve larghe,<br />

attraversamenti ar<strong>di</strong>ti), pongono problemi geologici e geotecnici che talvolta<br />

sono ad<strong>di</strong>rittura privi <strong>di</strong> soluzioni. Questi problemi vanno stu<strong>di</strong>ati<br />

convenientemente, perché l'indagine apporta un indubbio e determinante<br />

contributo all'efficacia, alla sicurezza, alla durevolezza delle opere che si<br />

realizzano.<br />

<strong>La</strong> mancanza <strong>di</strong> indagine e stu<strong>di</strong> geognostici, non soltanto in «fase<br />

preventiva», bensì anche in quella «curativa» - sebbene questa ultima non porti<br />

sempre ad un risultato positivo - nell'Appennino <strong>di</strong> Capitanata pregiu<strong>di</strong>ca gli<br />

effetti della spesa pubblica. Nel campo delle opere stradali sono numerosi i casi<br />

<strong>di</strong> insuccessi, ai quali conviene in questa sede accennare con la dovuta<br />

obbiettività. Nella casistica rientrano tracciati che, già in fase <strong>di</strong> realizzazione,<br />

subivano gravi ed irrime<strong>di</strong>abili <strong>di</strong>ssesti. Un esempio interessante che si vuole qui<br />

segnalare, anche se al <strong>di</strong> fuori della rete stradale provinciale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, è quello<br />

della SS. 90 bis, fra Savignano e Benevento, della lunghezza <strong>di</strong> circa 43<br />

chilometri, che l'ANAS cerca vanamente <strong>di</strong> portare a termine da oltre un<br />

decennio. Si tratta <strong>di</strong> strada che interessa per buona <strong>parte</strong> del suo sviluppo e<br />

soprattutto nei tratti peggiori le argille scagliose varicolori, come quelle che in<br />

svariati affioramenti interessano l'Appennino e le altre strade <strong>di</strong> Capitanata.<br />

Con una morfologia apparentemente dolce e tranquilla, con pen<strong>di</strong>i poco<br />

acclivi, senza segni vistosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto, il complesso delle argille scagliose<br />

interessate dalla 90 Bis presentava, prima dell'intervento della mano dell'uomo,<br />

una stabilità limite capace <strong>di</strong> mutamenti solo per eventi metereologici <strong>di</strong> carattere<br />

eccezionale. Con i tagli e con l'appoggio <strong>di</strong> rilevati, cui ha dato luogo la<br />

realizzazione dell'opera, si è in taluni tratti turbata in maniera irrime<strong>di</strong>abile la<br />

stabilità <strong>di</strong> pen<strong>di</strong>i che hanno incominciato a scorrere in forma plasticogravitativa<br />

; cosiccché, data la estensione dei subdoli affioramenti <strong>di</strong> argilla<br />

scagliosa del posto, non si trova soluzione al grave <strong>di</strong>ssesto prodotto ed al<br />

conseguente fallimento dell'opera intrapresa.<br />

Tra le forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesti idro-geologici più gravi frequenti nell'Appennino<br />

<strong>di</strong> Capitanata, vanno menzionate, insieme ai lenti ed estesi colamenti plastici<br />

gravitativi, le cosiddette lave, gli scoscen<strong>di</strong>menti e localmente le colate <strong>di</strong> fan-<br />

164


go, tutte forme agenti soprattutto laddove il complesso itoide si presenta come<br />

una pasta fondamentalmente argillosa, con materiali lapidei caoticamente inclusi.<br />

Il caso della strada <strong>di</strong>nanzi descritta interessa molto il tecnico perché rappresenta<br />

un tipico esempio <strong>di</strong> quelle con<strong>di</strong>zioni geo-morfologiche che possono facilmente<br />

trarre in inganno, chi, ignorando la geologia, è chiamato a decidere il tracciato <strong>di</strong><br />

una siffatta opera.<br />

Nello stesso ambiente geologico altrettanto allettanti appaiono talora gli<br />

spuntoni lapidei che perforano la coltre detritico-argillosa. Questi spuntoni<br />

vengono spesso ritenuti come massi rocciosi ra<strong>di</strong>cati e, quin<strong>di</strong>, stabili; viceversa<br />

essi sono, come nel gergo geologico si usa <strong>di</strong>re, alloctoni, cioè sra<strong>di</strong>cati e <strong>di</strong>spersi<br />

nell'impasto argilloso. Sicché ogni opera che su essi s'imposta, come ad esempio<br />

la pila o la spalla <strong>di</strong> un ponte, è soggetta ad un inevitabile <strong>di</strong>ssesto.<br />

Errori del genere sarebbero invero da evitarsi in fase <strong>di</strong> progettazione delle<br />

opere, ciò perché è ovviamente preferibile, al pari del me<strong>di</strong>co, l'intervento del<br />

tecnico-geologo in sede preventiva piuttosto che in sede curativa. Anche perché<br />

spesso, dalla consultazione dell'esperto, può emergere una soluzione <strong>di</strong> tracciato<br />

<strong>di</strong>verso. Con ciò non si esclude, però, l'enorme vantaggio <strong>di</strong> affrontare la cura <strong>di</strong><br />

un <strong>di</strong>ssesto, avvenuto su una vecchia strada, o la scelta <strong>di</strong> una variante,<br />

suffragando il progetto delle opere con una preventiva ed esauriente indagine<br />

geologico-tecnica; e, quando si tratti <strong>di</strong> casi gravi, con una costante assistenza<br />

sopraluogo, durante i lavori.<br />

A questo punto per non mancare <strong>di</strong> riferimenti specifici alla rete stradale<br />

provinciale sviluppantesi sull'arco appenninico <strong>di</strong> Capitanata, scelgo un pò a caso<br />

fra quei <strong>di</strong>ssesti che ho avuto modo <strong>di</strong> constatare qua e là ad un rapido e<br />

sommario esame <strong>di</strong> superficie.<br />

Lungo il tratto <strong>di</strong> strada compreso fra Ponte Celone e Castelluccio<br />

Valmaggiore, in prossimità dell'abitato <strong>di</strong> Castelluccio Valmaggiore, è in atto un<br />

esteso movimento franoso nel complesso delle argille scagliose. Si ha ricordo, ed<br />

esistono le tracce, <strong>di</strong> più remoti <strong>di</strong>ssesti; sicché quello in atto rappresenta la<br />

ripresa <strong>di</strong> altri più antichi. <strong>La</strong> sistemazione <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>ssesto è in corso, ma i<br />

criteri cui questa sistemazione deve rispondere abbisognerebbero <strong>di</strong> indagine<br />

geologiche-tecniche preventive, per chiarire le caratteristiche geologiche del<br />

<strong>di</strong>ssesto e poter decidere sulle opere allo scopo più idonee. Gli interventi, in<br />

verità scarsi, che si stanno ivi attuando molto probabilmente non raggiungeranno<br />

le finalità desiderate; essi avranno una efficacia temporanea onde la sistemazione<br />

ha carattere <strong>di</strong> pronto intervento. Se non s'indaga sulla natura del <strong>di</strong>ssesto, sulla<br />

sua effettiva estensione e profon<strong>di</strong>tà, qualunque opera potrà scoscendere<br />

successivamente a valle insieme ai detriti della frana.<br />

Stu<strong>di</strong> geologici-tecnici occorrono ovunque sul tracciato della strada<br />

Castelluccio Valmaggiore-Faeto, laddove segni manifesti <strong>di</strong> instabilità locale<br />

preludono probabilmente a piú vasti e gravi movimenti delle pen<strong>di</strong>ci. Lungo i<br />

tratti in argille scagliose si rilevano impronte <strong>di</strong> antichissime frane con bacini <strong>di</strong><br />

alimentazione ancora lontani dall'esaurirsi. Uno scoscen<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> cospicue<br />

<strong>di</strong>mensioni si rileva a 300 metri prima del bivio per Celle. Nei pressi del bivio per<br />

Roseto Valfortore si è verificata, nello inverno del 1960, una spettacolare frana<br />

per crollo, sulla quale chi vi parla ha in corso, per conto <strong>di</strong> questa<br />

Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, delle particolari indagini geognostiche i cui ri-<br />

165


sultati potrebbero valere per casi analoghi in altri punti della zona. Menzione<br />

particolare merita la strada che si sviluppa tra Faeto e Roseto Valfortore<br />

attraverso il bosco <strong>di</strong> Faeto, laddove la mano dell'uomo ha purtroppo dato luogo<br />

a smottamenti e scoscen<strong>di</strong>menti, soprattutto per l'azione <strong>di</strong> tagli sconsiderati e<br />

per l'appoggio <strong>di</strong> pesanti rilevati su pen<strong>di</strong>i costituiti da impasto <strong>di</strong> argille e detriti<br />

lapidei. I rilevati appaiono realizzati con lo stesso materiale detritico del posto e<br />

qui l'intervento del geologo in sede curativa dovrà mirare a proporre un insieme<br />

<strong>di</strong> opere sistematorie, soprattutto a carattere idraulicoforestale, nonché alla<br />

progettazione <strong>di</strong> qualche variante, allo scopo <strong>di</strong> evitare danni futuri <strong>di</strong> entità più<br />

grave <strong>di</strong> quelli presenti.<br />

Sulla Scampitella-Anzano frequentissime sono delle formazioni ed<br />

ondulazioni trasversali della sede stradale, adagiata su versanti in lento<br />

movimento plastico-gravitatvio. Le deformazioni predette sono croniche, donde<br />

il ricaricamento e la risagomatura continua dell'opera. Lungo la strada Bivio <strong>di</strong><br />

Monteleone-Acca<strong>di</strong>a, fra tratti abbastanza stabili adagiati sulle alternanze<br />

regolarmente stratificate <strong>di</strong> arenaria e marne, saltuariamente l'arteria si snoda su<br />

estesi lembi <strong>di</strong> argille scagliose che assommano a ben quattro chilometri sullo<br />

sviluppo complessivo dell'opera <strong>di</strong> 6,3 chilometri. Per i lenti colamenti <strong>di</strong> argille<br />

scagliose precedentemente accennate, le cunette vengono colmate e i detriti<br />

invadono la carreggiata.<br />

Anche lungo la strada Acca<strong>di</strong>a-Deliceto, non appena l'arteria esce dal<br />

bosco della Difesa e passa sulle argille scagliose, una grossa frana per<br />

scorrimento strozza la sede viaria. Il <strong>di</strong>ssesto è ancora in corso <strong>di</strong> sistemazione<br />

ma i rime<strong>di</strong> possono, tutt'al più, considerarsi un pronto e certamente non<br />

duraturo intervento. Il fenomeno franoso va convenientemete investigato con<br />

indagini <strong>di</strong>rette ed in<strong>di</strong>rette; cosí pure è da considerare che il provve<strong>di</strong>mento<br />

attualmente in corso <strong>di</strong> arretrare con una variante la strada, senza un<br />

preliminare esame geo-tecnico, potrebbe pregiu<strong>di</strong>care la stabilità dell'appen<strong>di</strong>ce.<br />

Ancora forti ce<strong>di</strong>menti e frequenti affossamenti del piano rotabile si<br />

riscontrano sino a Deliceto, sul complesso delle argille scagliose. Come or<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> grandezza si può affermare che ben otto chilometri, su un totale <strong>di</strong> 15+700,<br />

appaiono <strong>di</strong>ssestati. Ben 5 su 7 Km. appaiono gravemente <strong>di</strong>ssestati sulla strada<br />

provinciale Deliceto-Ponte Radogna. Analogamente lungo i tratti in argille<br />

scagliose della strada Biccari-Roseto Valfortore, il piano rotabile è affetto da<br />

tutte le forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto accennate. Sono <strong>di</strong>ssestate anche molte opere d'arte;<br />

smottamenti della scarpa <strong>di</strong> monte, colamenti, congelazioni e cancellazione<br />

delle opere <strong>di</strong> drenaggio superficiali, stanno a rappresentare le con<strong>di</strong>zioni assai<br />

precarie della arteria viaria. E' probabile che da un esame <strong>di</strong>agnostico<br />

approfon<strong>di</strong>to, possano scaturire alcune utili varianti, per i tratti <strong>di</strong> strada<br />

maggiormente <strong>di</strong>ssestati. Le forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesti elencate per i tratti <strong>di</strong> strade<br />

menzionate si ritrovano anche lungo le strade Roseto-Castelfranco al limite<br />

della Provincia, fra Celenza e Ponte Tre<strong>di</strong>ci Archi, fra San Marco <strong>La</strong> Catola e<br />

Celenza, fra Neviera <strong>di</strong> Motta e San Marco <strong>La</strong> Catola, nella zona <strong>di</strong> Rocchetta<br />

Sant'Antonio.<br />

<strong>La</strong> rapida e sommaria elencazione <strong>di</strong> notizie, che vi ho potuto qui fornire,<br />

valga a porre in risalto e la conoscenza geologica con la quale bisogna procedere<br />

nella bonifica dei <strong>di</strong>ssesti prodottisi sulle vecchie strade, e, ancora <strong>di</strong> più, la<br />

sensibilità geologico-tecnica occorrente nel prevedere innanzitempo e pre-<br />

166


<strong>di</strong>sporre conseguentemente le misure possibili, caso per caso, nella realizzazione<br />

<strong>di</strong> nuove vie <strong>di</strong> comunicazione. Ho detto prevedere, in quanto è evidente dalla<br />

mia esposizione, che in queste zone <strong>di</strong> Appennino il <strong>di</strong>ssesto è quasi sempre in<br />

agguato, onde non sempre può evitarsi. In determinati casi, evitare il <strong>di</strong>ssesto<br />

vuol <strong>di</strong>re rinunziare alla realizzazione delle strade. In siffatte con<strong>di</strong>zioni, se dati i<br />

due punti, si pone che, per determinati motivi, inderogabilmente si deve attuare il<br />

collegamento stradale, il meglio che è dato fare in certi casi è prevedere il<br />

<strong>di</strong>ssesto, ridurlo nelle proporzioni, nella estensione, ritardarne gli effetti.<br />

Pren<strong>di</strong>amo un caso, fra i più recenti; per esempio il collegamento fra<br />

l'abitato <strong>di</strong> Carlantino e la località <strong>di</strong> Occhito sul fiume Fortore, resosi<br />

in<strong>di</strong>spensabile per raggiungere il cantiere della <strong>di</strong>ga colà in costruzione. Sono noti<br />

i ripetuti gravi inconvenienti e i conseguenti oneri cui nel giro <strong>di</strong> pochi anni si è<br />

andati incontro per evitare l'interruzione del traffico, a seguito degli<br />

scoscen<strong>di</strong>menti e gli scorrimenti plastico-gravitativi delle zone franose, che<br />

necessariamente la strada ha dovuto attraversare. E poiché questo tratto <strong>di</strong> strada<br />

ha anche la funzione <strong>di</strong> collegare Carlantino e Colletorto, abitati posti<br />

rispettivamente sulle sponde opposte del fiume Fortore, mentre da un verso a<br />

cura del Consorzio <strong>di</strong> Bonifica <strong>di</strong> Capitanata, si è provveduto ad una conveniente<br />

progettazione del tratto <strong>di</strong> collegamento fra Occhito e Colletorto, in destra<br />

Fortore, non si esclude la possibilità - da sottoporre a stu<strong>di</strong>, invero non con la<br />

certezza <strong>di</strong> riuscirvi - <strong>di</strong> una decisiva variante della Carlantino-Occhito, che eviti<br />

possibilmente le argille scagliose tutte della sponda destra del fiume Fortore. Per<br />

entrambi i tronchi della strada predetta è superfluo accennare che le con<strong>di</strong>zioni<br />

plano-altimetriche dei tracciati sono quelle compatibili con le con<strong>di</strong>zioni<br />

geologiche e geotemiche delle pen<strong>di</strong>ci. Questi casi certo non sorprendono chi ha<br />

avuto modo <strong>di</strong> rendersi conto del lungo e <strong>di</strong>fficile iter <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> geologici compiuti<br />

in merito al progetto del canale derivatore irriguo del lago <strong>di</strong> Occhito. Pur<br />

sussistendo, infatti, la possibilità topografica <strong>di</strong> agevoli sviluppi a cielo aperto <strong>di</strong><br />

condotte in pressione lungo l'agro del Fortore, fra Occhito e la località<br />

Finocchito (e cioè, già nel primo tratto dei canali derivatori), si è dovuto, dopo<br />

tante ricerche, decidere per un tracciato in galleria provvisto peraltro <strong>di</strong> poche<br />

finestre su uno sviluppo <strong>di</strong> circa 15 km.<br />

E, tornando alle strade, <strong>di</strong>fficoltà geologiche non trascurabili s'incontrano<br />

oggi nel tracciamento <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> accesso ai cantieri d'imbocco e sbocco delle<br />

finestre, malgrado dette strade rivestano, nel caso in esame, carattere <strong>di</strong><br />

provvisorietà. Dicevo, anzi, dati i due punti da congiungere, non è sempre<br />

possibile rispondere insieme alle esigenze plano-altimetriche e a quelle<br />

geotecniche del collegamento da realizzare.<br />

Di frequente oggi si pone anche il caso che i due punti siano già collegati,.<br />

ma si desidera effettuare una variante, consona alle attuali esigenze del traffico.<br />

Allora sorge <strong>di</strong> frequente la necessità che i due punti si stabiliscano soprattutto in<br />

base a criteri geologico-tecnici. In proposito cito il caso della SS. 17, afflitta come<br />

tutti sappiamo dai tornanti <strong>di</strong> Motta Montecorvino e Volturara Appula. Su<br />

entrambi i versanti della Crocella <strong>di</strong> Motta la Cassa del Mezzogiorno, questa<br />

Amministrazione <strong>Provinciale</strong> e <strong>di</strong> recente l'A.N.A.S., si sono occupati per la<br />

realizzazione <strong>di</strong> una variante, prendendo a base come punti estremi <strong>di</strong> essa<br />

all'incirca i Km. 285 e 305 della rete stradale. Nella previsione <strong>di</strong> progettazione è<br />

stato per me giocoforza spostare una delle punte estreme<br />

167


della variante, dal Km. 285 al Km. 277. Da un primo stu<strong>di</strong>o geologico compiuto<br />

entro un largo raggio nella zona, mi è stato dato proporre un tracciato <strong>di</strong> variante,<br />

sviluppantesi in tutte altre località, secondo con<strong>di</strong>zioni plano-altimetriche<br />

veramente accettabili, ma con uno sviluppo cospicuo e con opere d'arte che<br />

certamente danno luogo a un onere non previsto dagli Organi che hanno<br />

promosso l'iniziativa.<br />

Naturalmente, vuoi che si tratti <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre varianti convenientemente<br />

rispondenti alle esigenze tecniche della Regione, vuoi che si tratti <strong>di</strong> porre<br />

rime<strong>di</strong>o razionalmente a un <strong>di</strong>ssesto avvenuto, o <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre i mezzi necessari<br />

perché esso non si verifichi, è frequente il caso che il tutto si traduca in una<br />

<strong>di</strong>latazione della spesa; e in questo senso il <strong>di</strong>scorso ci trascina su un terreno<br />

insi<strong>di</strong>oso. Non è un mistero che nella maggior <strong>parte</strong> dei casi la pratica<br />

amministrativa vuole che le proposte <strong>di</strong> nuove opere, <strong>di</strong> sistemazioni, <strong>di</strong> varianti,<br />

si allineino su basi finanziarie prefissate; il che, ovviamente, costituisce un<br />

assillante vincolo per il progettista o per il Direttore dei lavori. Di conseguenza<br />

molte delle modalità <strong>di</strong> esecuzione delle opere, come per esempio l'adozione <strong>di</strong><br />

gallerie, <strong>di</strong> viadotti, <strong>di</strong> drenaggi, vanno sacrificate; non vanno purtroppo<br />

egualmente sacrificate le esigenze plano-altimetriche con<strong>di</strong>zionanti la<br />

progettazione, con quelli abusi geotecnici - mi si perdoni l'espressione - derivanti<br />

da tagli troppo profon<strong>di</strong>, rilevati <strong>di</strong> grosse entità, ecc. Così non va analogamente<br />

dato giusto risalto alle opere <strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> conservazione, per non accennare<br />

poi alla manutenzione. L'onere <strong>di</strong> quest'ultima andrebbe particolarmente<br />

considerata, almeno per i primi anni, in quanto per le strade che hanno sede negli<br />

ambienti geologici descritti, il trattamento <strong>di</strong> manutenzione è un vero e proprio<br />

completamento della costruzione della strada, e come tale comporta quasi<br />

sempre oneri non irrilevanti.<br />

Queste considerazioni, scaturite dalla breve elencazione dei dati esposti,<br />

sono con<strong>di</strong>vise certamente da molti fra quelli che hanno acquisito una lunga e<br />

<strong>di</strong>retta esperienza nel campo delle costruzioni stradali in questa <strong>parte</strong> così infida<br />

dell'Appennino Meri<strong>di</strong>onale. Questi convinti assertori del profilo geologico sotto<br />

il quale vuoi il tecnico e vuoi l'amministratore debbono guardare alla<br />

realizzazione <strong>di</strong> uria nuova strada od alla sistemazione <strong>di</strong> una vecchia, auspicano<br />

che nel prossimo futuro, chiunque operi nell'Appennino oggi allarghi le sue<br />

conoscenze geologiche ovvero, ancora meglio, che nelle strutture delle nostre<br />

organizzazioni tecniche, non manchi l'esperto specifico <strong>di</strong> tali problemi. Ciò per<br />

gli enormi vantaggi che in questo modo deriverebbero ai fini dell'utilizzazione del<br />

pubblico danaro.<br />

VINCENZO COTECCHIA<br />

Prof. ing. VINCENZO COTECCHIA, <strong>di</strong>rettore dell'Istituto <strong>di</strong> Geologia<br />

applicata della Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria dell'Università <strong>di</strong> Bari.<br />

168


Aria ed arie <strong>di</strong> Alberona *<br />

LIBRERIA<br />

Gli autori <strong>di</strong> Aria ed arie <strong>di</strong> Alberona non avranno il piacere <strong>di</strong><br />

parlare a molta gente. Per due motivi. Primo, perché fanno della poesia.<br />

Secondo, perché questa poesia è stata immaginata e scritta, in buona<br />

<strong>parte</strong>, nel <strong>di</strong>aletto del loro paese. Una poesia <strong>di</strong> piccole cose espressa per<br />

giunta in una lingua che sarà intesa soltanto da pochi.<br />

Un giu<strong>di</strong>zio negativo dunque, se dovessimo misurare il valore del<br />

libro <strong>parte</strong>ndo dalla risonanza del successo, dalla vastità del pubblico,<br />

dalla valanga degli applausi. Per buona fortuna però questo libro va<br />

giu<strong>di</strong>cato nella sua sostanza, utilizzando una misura <strong>di</strong>versa dalle usuali.<br />

Va giu<strong>di</strong>cato attraverso la testimonianza della sua lingua, attraverso il<br />

contenuto della sua poesia.<br />

Siamo allora <strong>di</strong>nnanzi ad un lavoro che interessa lingua e letteratura.<br />

Finalmente abbiamo un lavoro <strong>di</strong>vulgativo che ci mette a contatto con la<br />

<strong>parte</strong> più viva <strong>di</strong> una comunità: la sua capacità espressiva, il segreto del<br />

suo mondo sentimentale, la sostanza e la storia della sua educazione<br />

letteraria.<br />

L'anima del libro è nei vari autori che cantano ognuno a modo<br />

proprio, ma sempre con uno stesso fondo <strong>di</strong> un non so che <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nato, <strong>di</strong><br />

serio e <strong>di</strong> profondamente affettivo.<br />

Il popolo canta nel metro delle epiche ottave <strong>di</strong> un Ariosto o <strong>di</strong> un<br />

Tasso. Per lo piú a versi alterni che vengono ripetuti (purtroppo ora<br />

soltanto da pochi!) nelle campagne o anche nei sereni convegni,<br />

carnascialeschi. Dei motivi che sono stati elaborati attraverso i secoli! Sì,<br />

perché vi sono immagini e sentimenti che si <strong>di</strong>stanziano da noi talvolta <strong>di</strong><br />

circa un millennio. « Ho camminato il mondo a palmo a palmo (riferisco<br />

traducendo dal <strong>di</strong>aletto), le donne le ho trovate a mille a mille; ed ho<br />

trovato due sorelle belle, l'una si chiama Rosa e l'altra si chiama Giglio ».<br />

E poi: « Ti vedo cambiare tanti colori, come il sole che sta per tramontare.<br />

Più <strong>di</strong>venti rossa e più dolore mi dai; più <strong>di</strong>venti pallida e più pena mi dai<br />

». Gli stessi spasimi <strong>di</strong> un cantastorie degli albori della nostra letteratura.<br />

C'è dunque anche nei canti popolari <strong>di</strong> Alberona qualcosa che va<br />

oltre i confini della letteratura locale. Si è cantato sin da quando il primo<br />

Signore <strong>di</strong> Alberona, Messere Amelio de Molisio, si era innamorato della<br />

M. CARUSO, G. DE MATTEIS, V. D'ALTERIO, Aria ed arie <strong>di</strong><br />

Alberona, <strong>Foggia</strong>, Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Dauno, <strong>1963</strong>. Un vol. in 8°, pp. 190, 16 ill.ni<br />

(«<strong>Biblioteca</strong> del Turista», 3).<br />

169


zitella più bella <strong>di</strong> Barletta. E che la vita culturale e sociale del nostro piccolo centro<br />

viva in comunione con gli altri stanno a <strong>di</strong>mostrarlo i cantori che verranno dopo.<br />

Tutti intonati alle correnti letterarie in voga. Un pò tutti leopar<strong>di</strong>ani o carducciani, o<br />

anche l'una cosa e l'altra insieme. Carducciano il me<strong>di</strong>co Gazzi che canta i « palpiti<br />

giocon<strong>di</strong> della speranza ». Piuttosto leopar<strong>di</strong>ano, ma non insensibile alle forme<br />

carducciane, l'insegnante Pietro Lombar<strong>di</strong> che canta le valli e i vigneti della sua «<br />

dolce terra e la gloria consacrata ». Tutto leopar<strong>di</strong>ano l'inarrivabile Giacomo Strizzi<br />

(cui va rivolto un pensiero <strong>di</strong> profondo commosso rimpianto). Sulla stessa scia in<br />

fondo, anche se con dei ritrovati <strong>di</strong>versi, vedrei svolgersi il realismo classico <strong>di</strong><br />

Michele Caruso e l'efficace parlar <strong>di</strong>ffuso del giovanissimo Vincenzo D'Alterio.<br />

I cantori <strong>di</strong> Alberona hanno spezzato il loro isolamento. E' questo in<br />

fondo il vanto che lo Strizzi attribuiva alla sua poesia. <strong>La</strong> sua abituale<br />

confidenza: « Io non capisco la poesia moderna. A me piace la poesia<br />

classica. Ed io credo <strong>di</strong> essere riuscito ad inserire la lingua del mio paese nel<br />

grande alveo della lingua nazionale ».<br />

Questi uomini del secolo ventesimo hanno compiuto il miracolo <strong>di</strong><br />

sapersi esprimere pienamente in una lingua che ha rallentato il processo<br />

della sua naturale evoluzione. <strong>La</strong> lingua <strong>di</strong> Alberona, per quanto insi<strong>di</strong>ata<br />

sempre più dai contatti con le correnti culturali della vita contemporanea,<br />

conserva ancora i caratteri <strong>di</strong> quella grande comunità linguistica<br />

appenninica o centromeri<strong>di</strong>onale, che nel Me<strong>di</strong>o Evo aveva una cultura ed<br />

una lingua pressoché comuni nelle regioni che si svolgono lungo il dorsale<br />

degli Appennini, dalla Lucania alla Puglia settentrionale, all'Irpinia, agli<br />

Abruzzi e Molise, al <strong>La</strong>zio orientale, alle Marche, all'Umbria. Non si esagera<br />

<strong>di</strong>cendo che ad Alberona e nei centri più conservativi <strong>di</strong> quest'ampio<br />

territorio si parla la stessa lingua in cui fu scritto il Ritmo Cassinese, la<br />

stessa lingua in cui furono concepiti i laudari <strong>di</strong> Perugia e <strong>di</strong> Assisi. Gli<br />

autori del nostro volumetto (non <strong>di</strong>mentichiamo anche la <strong>parte</strong> <strong>di</strong> Giuseppe<br />

De Matteis che ha curato tutte le notizie <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne storico) hanno messo a<br />

<strong>di</strong>sposizione degli stu<strong>di</strong>osi il materiale necessario per rifare un pò la<br />

preistoria della nostra lingua letteraria. Quanti vorranno imitarli, ognuno<br />

per il proprio comune, renderanno opera altamente meritoria nella<br />

illustrazione dei fatti che hanno preparato il miracolo della lingua <strong>di</strong> Dante.<br />

Una nota <strong>di</strong> plauso vada da ultimo alla e<strong>di</strong>zione del sullodato<br />

volumetto veramente molto decorosa, curata con l'abituale zelo e buon<br />

gusto dallo Stu<strong>di</strong>o E<strong>di</strong>toriale Damo. Sono tramontati i tempi delle timide e<br />

rischiose imprese degli autori <strong>di</strong> provincia, meto<strong>di</strong>camente rifiutati dagli<br />

e<strong>di</strong>tori « nazionali » e perciò costretti a elemosinare contributi e subire i<br />

limiti degli stampatori locali. Anche in Capitanata, grazie alla perizia e alla<br />

tenacia <strong>di</strong> quella e<strong>di</strong>trice, si allineano intere collane che in <strong>parte</strong> avviano e in<br />

<strong>parte</strong> concludono importanti capitoli della storia del Mezzogiorno: dagli<br />

ormai vecchi ma sempre attuali opuscoli <strong>di</strong> « Risorgimento Pugliese », alla<br />

nobile « <strong>Biblioteca</strong> musicale », alla ridente raccolta de « la fortunata terra <strong>di</strong><br />

Puglia », nella quale questa canora Alberona è venuta, terza, ad aggiungersi<br />

ai primi ariosi volumetti, e quello <strong>di</strong> Michele Vocino, che la inaugurò,<br />

guidandoci Alla scoperta della Daunia con<br />

170


viaggiatori <strong>di</strong> ogni tempo, e all'altro <strong>di</strong> Pasquale Soccio e Tommaso Nardella<br />

su Stignano.<br />

MICHELE MELILLO<br />

Prof. MICHELE MELILLO, libero docente nella Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Roma.<br />

Miscellanea giuri<strong>di</strong>co-economica meri<strong>di</strong>onale<br />

Ligio al suo programma <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione culturale nel Sud, dopo i<br />

fortunati « Quaderni <strong>di</strong> Risorgimento Meri<strong>di</strong>onale », il Centro per la<br />

E<strong>di</strong>toria Scolastica e Popolare ha iniziato a Napoli una nuova collana, «<br />

Miscellanea giuri<strong>di</strong>co-economica Meri<strong>di</strong>onale », or<strong>di</strong>nata in serie. Una <strong>di</strong><br />

esse è opportunamente de<strong>di</strong>cata alla Dogana e al Tavoliere <strong>di</strong> Puglia, i<br />

nostri famosi istituti, che la prima volta, dopo la riesumazione fattane<br />

dalla Società Dauna <strong>di</strong> Cultura, emergono così alla ribalta della e<strong>di</strong>toria<br />

nazionale.<br />

In attesa <strong>di</strong> poterne trattare in sede <strong>di</strong> recensione, esau<strong>di</strong>amo la<br />

curiosità degli stu<strong>di</strong>osi, comunicando i titoli e il manifesto e<strong>di</strong>toriale, che<br />

li presenta:<br />

Nella rinascita meri<strong>di</strong>onale - che reclama anche una e<strong>di</strong>toria consapevole<br />

dei suoi doveri storici, oltre che istituzionali -, non dovrebbe apparire pretenziosa<br />

una collana come questa che, aperta alla lezione del passato e alle testimonianze<br />

<strong>di</strong> oggi, inviti a " nuova prole " stu<strong>di</strong>osi e politici e "operatori", per le nuove<br />

fortune del Mezzogiorno.<br />

Se <strong>di</strong> esso è ormai superfluo <strong>di</strong>mostrarne il rilievo avuto nella storia<br />

europea, se non trovano più riserve i suoi primati antichi in ogni campo, resta<br />

purtuttavia ine<strong>di</strong>to e privativa <strong>di</strong> pochi iniziati la maggior <strong>parte</strong> del suo<br />

inestimabile patrimonio culturale.<br />

Nell'attesa che, costituendosi le Regioni, i governi locali esau<strong>di</strong>scano le<br />

in<strong>di</strong>lazionabili istanze della cultura, alle altre iniziative, consentite dalle angustie<br />

ambientali, si aggiunge questa da noi curata col fine <strong>di</strong>: 1) riunire in e<strong>di</strong>zioni<br />

critiche i classici del <strong>di</strong>ritto e della economia pubblica del Mezzogiorno; 2)<br />

consegnare al tempo i contributi degli Autori nuovi; 3) accogliere in serie, <strong>di</strong>stinte<br />

per luogo e per soggetto, i documenti della vita giuri<strong>di</strong>co-forense ed economicofinanziaria<br />

delle provincie napoletane.<br />

S'inaugura la MISCELLANEA con una serie che compen<strong>di</strong>a quattro<br />

secoli <strong>di</strong> storia e realizza un'aspirazione lungamente delusa dalle insufficienze<br />

degli istituti e degli enti chiamati all'amministrazione delle memorie patrie e<br />

alla somministrazione della civile sapienza.<br />

Le conferiscono il titolo due singolari istituti, che dal 1443 al 1860<br />

riempirono <strong>di</strong> sé la vita del Regno: la Dogana <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e il Tavoliere <strong>di</strong> Puglia.<br />

Di essi il primo costituì il cespite primario della Corona e il<br />

171


moderatore della Feudalità nell'area economica vitale dello Stato, l'altro<br />

s'identificò con la rinascita politica meri<strong>di</strong>onale, a traverso la riforma napoleonica,<br />

determinata dalla grande polemica degli economisti e dei giuristi meri<strong>di</strong>onali, per<br />

la vasta e profonda trasformazione agraria e sociale della Puglia. Crollati sotto la<br />

ragione dei tempi nuovi e rimasti fuori degli stu<strong>di</strong> ufficiali, da congressi storici<br />

pugliesi del triennio 1951-53, in cui ne auspicammo il risveglio, se n'è ripresa la<br />

interrotta enciclope<strong>di</strong>a.<br />

<strong>La</strong> felice germinazione, secondata dal clima degli stu<strong>di</strong> e della intrapresa<br />

nel Sud, trova in questa sede la sua documentazione e insieme un eccitamento, per<br />

iniziativa della Società Dauna <strong>di</strong> Cultura, confortata dal patrocinio <strong>di</strong><br />

personalità, <strong>di</strong> enti e <strong>di</strong> istituti ai quali si vuol dare qui pubblica testimonianza.<br />

Nella serie "Dogana e Tavoliere" sono apparsi<br />

1) ANGELO CARUSO, sovrintendente archivistico per le Provincie<br />

napoletane: <strong>La</strong> dohana Menae pecudum - o Dogana <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> - e il suo archivio;<br />

2) ADDOLORATA SINISI, I beni dei Gesuiti in Capitanata nei sec. XVII-<br />

XVIII e l'origine dei centri abitati <strong>di</strong> Orta, Ordona, Carapelle, Stornarella e<br />

Stornara. E' in corso <strong>di</strong> stampa: GIUSEPPE CONIGLIO, della Univ. <strong>di</strong><br />

Milano, <strong>di</strong>rettore dell'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Mantova: <strong>La</strong> Dogana <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> nel sec.<br />

XVII. Note e documenti. Sono annunziati: POMPEO NANNINI, Or<strong>di</strong>namento<br />

giuri<strong>di</strong>co del Tavoliere <strong>di</strong> Puglia. Note <strong>di</strong> Giandomenico Romagnosi (a cura <strong>di</strong><br />

Mario Simone); 5) MARIO SIMONE e LUCREZIA Luiso, Bibliografia e<br />

glossario della Dogana e del Tavoliere <strong>di</strong> Puglia (Prefazione del prof. Michele<br />

Melillo della Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma).<br />

172


CRONACHE DELLA CULTURA<br />

Meri<strong>di</strong>onalismo e programmazione<br />

Il 5 novembre è stato ospite della « Provincia » l'avv.to Michele Cifarelli,<br />

esponente del P.R.I. in Puglia, vice presidente della Cassa per il Mezzogiorno.<br />

Nel salone <strong>di</strong> rappresentanza a Palazzo Dogana gli ha dato il saluto<br />

dell'Amministrazione il suo presidente avv.to Consiglio, innanzi a un pubblico<br />

qualificato, presenti il Prefetto <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, dott. Prestipino, personalità del mondo<br />

della cultura, amministratori e tecnici <strong>di</strong> enti pubblici e privati.<br />

E' <strong>di</strong> tutta evidenza - ha esor<strong>di</strong>to l'avvocato Cifarelli - che il meri<strong>di</strong>onalismo<br />

degli anni '60, pur senza rinnegare nulla o quasi <strong>di</strong> quel robusto ma tormentato tronco del<br />

meri<strong>di</strong>onalismo classico, debba superarlo. Ciò, non è chi non vede, deve avvenire attraverso<br />

l'azione <strong>di</strong> una classe <strong>di</strong>rigente oltre che capace, duttile alle mutate con<strong>di</strong>zioni dei tempi,<br />

soprattutto in grado <strong>di</strong> attuare la promozione <strong>di</strong> una coscienza storica più <strong>di</strong>ffusa nel<br />

citta<strong>di</strong>no, bisognevole <strong>di</strong> un nuovo costume civile. Così come deve superare quello provatamente<br />

costruttivo del trascorso decennio. Ciò sta a significare che l'azione per lo sviluppo delle regioni<br />

meri<strong>di</strong>onali deve sustanziarsi <strong>di</strong> esperienze moderne, ai livello europeo, e soprattutto adeguarsi<br />

alle esigenze della programmazione democratica, in<strong>di</strong>spensabile per tutti gli Stati e<br />

specialmente per quelli che hanno problemi <strong>di</strong> arretratezza o <strong>di</strong> sottosviluppo.<br />

In tal senso si potrebbero mettere già a fuoco taluni dei piú urgenti problemi:<br />

coartando il fondo retorico che informa l'esistenza dei più, agendo in or<strong>di</strong>ne ad una forza che<br />

provenga dalla consapevolezza intellettuale. Il Mezzogiorno potrebbe realmente unirsi<br />

moralmente e civilmente al resto del paese facendo coincidere, non più ignaro delle altrui<br />

esperienze, il piano delle sue necessità con la lotta per la democrazia. <strong>La</strong> programmazione,<br />

del resto, implica non solo scelte tecniche sul terreno delle opere pubbliche, degli incentivi, degli<br />

stanziamenti e degli investimenti, quant'anche, e in primo luogo, scelte politiche. Queste, nel<br />

senso dell'adeguamento della classe <strong>di</strong>rigente ai compiti non facili che deve affrontare, nel senso<br />

del ra<strong>di</strong>cale abbandono della improvvisazione, del sottogoverno, <strong>di</strong> tutti quegli atteggiamenti<br />

del clientelismo che tanto hanno nociuto in tutti i tempi e tuttora al Mezzogiorno d'Italia.<br />

L'oratore ha delineato, a questo punto, i nuovi compiti della Cassa del<br />

Mezzogiorno, alla quale le forze politiche democratiche hanno già deciso <strong>di</strong><br />

affidare per altri 15 anni il mandato principale per il definitivo superamento della<br />

situazione deteriore ancora persistente nel Mezzogiorno e nelle isole.<br />

Per realizzare il fine, occorrono subito nuovi stanziamenti che tengano conto per la<br />

Cassa, sia della spesa ad essa accollata nel settembre 1962 per un programma <strong>di</strong> ospedali e<br />

porti, sia del logorio della moneta, in ragione del quale <strong>di</strong> un terzo circa è, ad oggi, ridotta la<br />

entità effettiva dei precedenti stanziamenti <strong>di</strong> legge a favore dell'istituto addetto alla<br />

ristrutturazione materiale e<br />

173


psicologica, oltre che sociale, del popolo meri<strong>di</strong>onale. Altrimenti ancora una volta la<br />

congiuntura si risolverebbe in un danno particolare per il Mezzogiorno. Si pensi, per esempio,<br />

al problema delle autostrade. Se oggi il relativo programma fosse interrotto o solo ritardato, il<br />

danno sarebbe tutto del Sud, e gravissimo, giacché l'Autostrada del Sole è ormai in fase <strong>di</strong><br />

completamento fino a Roma.<br />

Dopo queste premesse sostanziali ha esposto le linee del programma<br />

elaborato dalla Cassa per gli interventi da attuare con gli stanziamenti della legge<br />

del rilancio quin<strong>di</strong>cennale. <strong>La</strong> Cassa, per l'agricoltura, dovrà soprattutto puntare al<br />

completamento degli interventi nelle zone irrigue, con la connessa soluzione del problema della<br />

conservazione, trasformazione, industrializzazione, commercializzazione dei prodotti in gran<br />

massa ottenibili.<br />

Per quanto concerne l'industrializzazione, si dovranno realizzare i piani regolatori,<br />

coor<strong>di</strong>nandoli nella programmazione regionale ed in quella d'insieme per il Mezzogiorno;<br />

inoltre dovranno rapidamente essere realizzate le infrastrutture raggruppando le troppe<br />

numerose localizzazioni finora stabilite per aree e nuclei.<br />

L'esperienza ancora consiglia <strong>di</strong> porre in primo piano l'attività della Cassa attraverso<br />

l'istituto per l'assistenza allo sviluppo del Mezzogiorno, volto a fornire alle imprese che<br />

sorgono nelle regioni meri<strong>di</strong>onali, e specialmente alle me<strong>di</strong>e ed alle piccole, quei sussi<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

conoscenza del mercato, organizzazione aziendale, avvicinamento alle tecniche più avanzate<br />

ed ai più moderni ritrovati delle scienze applicate. L'esperienza impone a tutti gli organi<br />

operanti nel Mezzogiorno, <strong>di</strong> dare priorità assoluta ai problemi del fattore umano, della<br />

formazione dei <strong>di</strong>rigenti, delle maestranze, a quella della preparazione degli amministratori<br />

pubblici e dei funzionari, fino all'adeguamento del personale tecnico-sociale del Mezzogiorno.<br />

E' un complesso <strong>di</strong> esigenze per le quali non basta, o arriva tar<strong>di</strong>, la scuola. Gli è<br />

che, pur potenziando questa in ogni modo, bisogna puntare su interventi massicci extrascolastici,<br />

programmati secondo le esperienze internazionali migliori e da realizzare in<br />

collaborazione tra la pubblica amministrazione e l'attività dei privati.<br />

<strong>La</strong> Cassa non mancherà <strong>di</strong> sviluppare, infine, quanto più ampiamente potrà, nel<br />

prossimo quin<strong>di</strong>cennio, gli interventi per il turismo, soprattutto nei comprensori a particolare<br />

vocazione turistica, già identificati, e che vanno, come il Gargano, salvaguardati e valorizzati.<br />

Per tutte le infrastrutture, le esigenze turistiche dovranno essere considerate (in sede <strong>di</strong><br />

programma e in sede <strong>di</strong> attuazione) sullo stesso piano <strong>di</strong> quelle agricole ed industriali. Il<br />

turismo non dev'essere la <strong>parte</strong> caudale fra i settori <strong>di</strong> azione meri<strong>di</strong>onalistica, pur essendo<br />

questa basata sostanzialmente sull'agricoltura.<br />

L'avv. Cifarielli ha chiuso così la sua conversazione: Giacché per lo sviluppo<br />

del Mezzogiorno, come per la costruzione dell'Europa, è dominante la considerazione<br />

dell'occasione propizia, in definitiva si deve fare una lotta contro il tempo [S. Ciccone].<br />

174


“ Aspetti e prospettive economiche ,,<br />

delle autostrade pugliesi<br />

PROBLEMI REGIONALI<br />

Nel quadro delle manifestazioni <strong>di</strong> contorno della «Fiera del Levante», il<br />

16 settembre si è svolto a Bari un importante convegno su Aspetti e prospettive<br />

economiche delle autostrade nella regione pugliese. Per la Capitanata sono intervenuti: il<br />

presidente dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, avv. Consiglio con l'ing. Tricarico,<br />

<strong>di</strong>rigente l'Ufficio Tecnico dello stesso ente; l'ing. Antonio Miranda, presidente<br />

dell'Or<strong>di</strong>ne degli Ingegneri, con i componenti del Consiglio dell'Or<strong>di</strong>ne: ingg.<br />

Casamassima, Guerrieri e Casiere; l'ing. Arturo Canè, presidente dell'ACI ed il<br />

dott. Nicola De Maria della Camera <strong>di</strong> Commercio.<br />

Il Presidente avv. Consiglio è intervenuto sul tema: «L'integrazione delle<br />

nuove autostrade con le vie <strong>di</strong> comunicazioni terrestri con particolare riguardo<br />

alle regioni del Mezzogiorno» - svolto dall'ing. Piero Grassini, capo servizio<br />

«Viabilità» della Cassa per il Mezzogiorno - per illustrare le due fondamentali<br />

esigenze della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

Nel suo intervento l'avv. Consiglio ha ricordato anzitutto che la nostra provincia sarà<br />

interessata sia dall'autostrada Pescara-Canosa che da quella Bari-Napoli. I loro tracciati<br />

sono definitivi, per cui nessuna riven<strong>di</strong>cazione in proposito può essere avanzata dalla<br />

Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, anche se l'autostrada Bari-Napoli passerà ad una <strong>di</strong>stanza<br />

considerevole dal Capoluogo.<br />

Ciò premesso, è evidente che l'azione della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> può essere <strong>di</strong>retta<br />

esclusivamente ad ottenere l'ubicazione delle stazioni autostradali e la realizzazione delle<br />

strade <strong>di</strong> collegamento.<br />

Per quanto riguarda l'autostrada Adriatica, la Capitanata ha una fondamentale<br />

riven<strong>di</strong>cazione da fare: l'istituzione <strong>di</strong> una stazione autostradale in agro <strong>di</strong> Lesina. Fra gli<br />

abitanti <strong>di</strong> Termoli e S. Severo non sono previste stazioni autostradali, con il risultato <strong>di</strong><br />

escludere completamente l'intero Gargano, in avanzata fase <strong>di</strong> sviluppo turistico, dai benefici<br />

dell'autostrada. Sul Gargano sono in corso svariate ed importanti iniziative turistiche, che<br />

interessano l'intero arco costiero dalla marina <strong>di</strong> Chieuti a Mattinata: la «Città per ferie » a<br />

Manacore, il « Villaggio turistico » dell'E.N.I. a Campi, il « Villaggio E.N.A.L. » a<br />

Calenelle - per citare le iniziative piú importanti - con investimenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ecine <strong>di</strong> miliar<strong>di</strong>;<br />

mentre è in continuo aumento il traffico turistico <strong>di</strong>retto ai laghi <strong>di</strong> Lesina e <strong>di</strong> Varano, alla<br />

Foresta Umbra, alla Pineta Marzini, alle Tremiti. Senza la stazione <strong>di</strong> Lesina, vera e<br />

propria porta <strong>di</strong> accesso al Gargano, i turisti, attratti dai nostri centri costieri, dovrebbero<br />

arrivare fino a S. Severo per poi percorrere a ritroso la SS. 89, con curve a raggio limitato e<br />

pendenze notevoli, mentre troverebbero, uscendo dall'auto-<br />

175


strada a Lesina, una moderna arteria già pre<strong>di</strong>sposta dalla Provincia, da Ripalta fino a<br />

Ro<strong>di</strong> Garganico, articolata in lunghi e como<strong>di</strong> rettilinei pianeggianti, che corrono<br />

panoramicamente sulle coste dei due laghi <strong>di</strong> Lesina e <strong>di</strong> Varano. Il percorso, infine, sarebbe<br />

notevolmente più breve, in quanto si eviterebbe il giro vizioso per S. Severo.<br />

<strong>La</strong> Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> perciò, ha bisogno assolutamente della stazione <strong>di</strong> Lesina e<br />

ha fatto voti in proposito all'A.N.A.S. ed alla Società Concessioni Autostrade per<br />

iniziativa dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, dei Comuni Garganici, della Camera <strong>di</strong><br />

Commercio e dell'Ente Turismo; anche i Parlamentari della Circoscrizione sono intervenuti<br />

con interrogazioni ed interpellanze.<br />

Esiste poi, il problema del collegamento <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> all'autostrada a circa Km. 5 a<br />

nord dell'abitato; per realizzare questo collegamento è stato suggerito all'A.N.A.S.<br />

l'ammodernamento dell'ultimo tratto della SS. 89 da Manfredonia a <strong>Foggia</strong>.<br />

Per quanto riguarda l'autostrada Bari-Napoli, la Capitanata riven<strong>di</strong>ca, invece, la<br />

costruzione <strong>di</strong> una strada moderna, a scorrimento veloce, <strong>di</strong> collegamento fra l'abitato <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong> e la stazione autostradale <strong>di</strong> Candela. E' possibile ammodernare la vecchia strada<br />

provinciale <strong>Foggia</strong>-Candela della lunghezza <strong>di</strong> circa 40 Km., il cui tracciato deve subire<br />

varianti in molti punti, per evitare il doppio attraversamento con la linea ferroviaria <strong>Foggia</strong>-<br />

Potenza; è necessario, inoltre, risolvere adeguatamente il problema dell'incrocio con la SS. 90,<br />

causa <strong>di</strong> frequenti incidenti, ed ammodernare due ponti, la cui costruzione risale ad<strong>di</strong>rittura<br />

all'epoca romana.<br />

Per la sistemazione <strong>di</strong> questa arteria si è preventivata una spesa <strong>di</strong> alcune centinaia<br />

<strong>di</strong> milioni, per la quale, potendosi caricare al bilancio della Provincia, si è chiesto l'intervento<br />

dell'A.N.A.S. Si spera che la sistemazione dell'arteria <strong>di</strong> collegamento coincida con l'entrata<br />

in funzione dell'autostrada.<br />

Nel concludere, l'avv. Consiglio ha espresso la fiducia che le limitate riven<strong>di</strong>cazioni<br />

della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, con l'appoggio delle consorelle provincie pugliesi, verranno<br />

integralmente accolte.<br />

Le richieste della Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> sono state inserite in un votoraccomandazione<br />

firmato dai rappresentanti delle cinque province pugliesi, che è<br />

stato consegnato al prof. Luigi Tocchetti, presidente del Convegno.<br />

L'avv. Consiglio ha, poi, interessato, per la risoluzione dei citati problemi,<br />

l'ing. Fedele Cova, amministratore delegato della Società Concessioni e<br />

Costruzioni Autostrade.<br />

176


NUOVA SEDE DELL'ISTITUTO TECNICO e E. MASI » DI FOGGIA


FOGGIA (salone della Provincia) - Convegno per lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>di</strong>ssesti franosi nel<br />

Subappennino dauno (da s. a d.): ing. Tricarico, prof. Cotecchia, avv. Consiglio, assessore<br />

Comitangelo


In memoria <strong>di</strong> John Kennedy<br />

MANIFESTAZIONI PROVINCIALI<br />

<strong>La</strong> Puglia ha accolto con costernazione la incre<strong>di</strong>bile tragica notizia<br />

della uccisione <strong>di</strong> John F. Kennedy. Presente alla loro coscienza la missione<br />

da Lui assuntasi per la Giustizia e per la Pace nel Mondo, i Pugliesi<br />

conservano vivo il ricordo delle <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> amicizia per l'Italia, rinnovate<br />

dal Presidente a proposito <strong>di</strong> una manifestazione che, con quella primaverile<br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, documenta il contributo essenziale della loro Regione alla ripresa<br />

democratica dell'Italia: la Fiera del Levante. « Gli Stati Uniti - egli aveva<br />

ricordato - devono molto della loro vitalità e del loro retaggio culturale all'Italia ed ai<br />

suoi milioni <strong>di</strong> figli, che seguirono Cristoforo Colombo e si stabilirono nel Nuovo<br />

Mondo. Oggi tra i popoli d'Italia e degli Stati Uniti intercorrono rapporti commerciali<br />

su livelli mai prima raggiunti e questa Fiera costituisce un perfetto simbolo del<br />

reciproco progresso economico e culturale dei nostri due Paesi ».<br />

Anche in Capitanata alla memoria <strong>di</strong> Kennedy si sono de<strong>di</strong>cati riti civili e<br />

religiosi. Tra le altre commemorazioni, ricor<strong>di</strong>amo quella del presidente<br />

dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> e l'altra del Sindaco <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, che ha<br />

intitolata al Martire una larga via del Quartiere residenziale. A Palazzo Dogana,<br />

l'avvocato Consiglio ha detto:<br />

«Sento il bisogno e il dovere <strong>di</strong> esprimere il profondo cordoglio delle popolazioni<br />

della Provincia Dauna per la tragica morte <strong>di</strong> Kennedy, il Presidente della «nuova<br />

frontiera», il giovane Presidente cattolico degli Stati Uniti <strong>di</strong> America, il Presidente<br />

simpatico, <strong>di</strong>namico, moderno, prudente e generoso, saggio ed aperto, paziente e coraggioso.<br />

E' morto un autentico combattente, un eroe purissimo, che ha vissuto e sofferto,<br />

consacrandosi fino alla luce dell'estremo sacrificio, per conservare al suo popolo e al mondo<br />

intero la pace nella giustizia e nella libertà. L'uomo che l'ha ucciso - povero e oscuro<br />

strumento del male - non sa che, spenta una vita umana, mille altre vite ardono <strong>di</strong> fede nel<br />

costruire quel mondo migliore che John Kennedy sognò, quel mondo libero, in cui i forti<br />

siano giusti, i deboli siano sicuri e la pace sia preservata per tutte le genti.<br />

A Palazzo <strong>di</strong> Città non meno sentito e commosso è stato l'omaggio<br />

reso dall'avvocato Forcella con le seguenti parole:<br />

177


« Credo <strong>di</strong> interpretare il sentimento dell'intera citta<strong>di</strong>nanza se affermo che tutti noi<br />

siamo dominati da una profonda commozione, molto simile a quella provata sei mesi fa<br />

all'annunzio della scomparsa <strong>di</strong> Papa Giovanni XXIII. Kennedy era innanzitutto un uomo<br />

<strong>di</strong> fede che credeva in ciò che <strong>di</strong>ceva e faceva e la sua opera costituiva una garanzia non solo<br />

per il suo paese, ma per tutte le nazioni. Era l'uomo dei tempi nuovi, che aveva aperto il<br />

cuore dei popoli ad una grande speranza <strong>di</strong> pace. Egli è caduto da combattente. Le nuove<br />

frontiere, verso le quali guardava e marciava con entusiasmo e saggezza, sono le stesse alle<br />

quali tende l'umanità intera. Un avvenimento così tragico, non deve, non può trascorrere<br />

invano. Dio voglia che il sacrificio del grande Presidente si traduca in bene e cioè in un<br />

accrescimento <strong>di</strong> comprensione, <strong>di</strong> tolleranza, in un arricchimento spirituale, in una possibilità<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>aloghi e <strong>di</strong> <strong>di</strong>battiti, pacati e sereni a tutti i livelli, dalle piccole comunità come le nostre a<br />

quelle internazioni ».<br />

Convegno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

dei <strong>di</strong>ssesti franosi nel Subappennino dauno<br />

All'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> non poteva sottrarsi la esigenza <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scutere anche fuori della sua sede deliberante uno dei gravi problemi della<br />

viabilità <strong>di</strong> montagna. Pertanto il 24 novembre ha riunito in convegno a Palazzo<br />

Dogana autorità e tecnici sul tema «Stu<strong>di</strong>o dei <strong>di</strong>ssesti franosi nel Subappennino<br />

dauno con particolare riguardo alle strade provinciali».<br />

<strong>La</strong> relazione introduttiva è stata svolta dal prof. ing. Vincenzo Cotecchia,<br />

titolare della Cattedra <strong>di</strong> Geologia applicata nella Facoltà d'Ingegneria <strong>di</strong> Bari. Nel<br />

presentarlo, l'avv. Consiglio, a nome dell'ente che presiede, ha spiegato che in<br />

quel primo incontro bisognava riconoscere non un'accademia fine a se stessa, e per ciò<br />

destinata a rimanere a livello scientifico, ma la promessa e l'avvio necessari alla risoluzione in<br />

concreto dei problemi ingegneristici e amministrativi che riguardano la costruzione e la<br />

manutenzione delle strade provinciali del Subappennino.<br />

«Noi desideriamo» egli ha proseguito «che il problema delle frane, trattato<br />

etiologicamente dal geologa, passi sul tavolo dei tecnici e degli amministratori per essere<br />

adeguatamente affrontato e risolto, alla luce <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>ti e dettagliati su tutto ciò che<br />

con<strong>di</strong>ziona idro-geologicamente i tracciati delle nostre strade. Noi auspichiamo, peraltro, che<br />

questi stu<strong>di</strong> - se ci soccorreranno i necessari mezzi finanziari - possano essere estesi a tutto<br />

l'agro del Subappennino, compresi i centri abitati, <strong>di</strong> guisa che, non soltanto l'Ente<br />

Provincia, per l'assolvimento dei suoi compiti <strong>di</strong> istituto e in particolare riguardo alle strade,<br />

ma anche i Comuni, i Consorzi e gli altri Enti Pubblici e privati possano attingervi e, sulla<br />

base <strong>di</strong> essi, impostare in maniera illuminata e moderna i problemi <strong>di</strong> propria competenza.<br />

E' inutile <strong>di</strong>re che questo Convegno trae motivo dalla constatata insufficienza dei<br />

mezzi e dei sistemi fin qui adoperati. Non si può programmare se-<br />

178


iamente se non si conoscono a fondo le intime cause <strong>di</strong> un fenomeno, che è fisico, economico,<br />

amministrativo e sociale ad un tempo.<br />

« Quest'anno noi abbiamo aumentato lo stanziamento relativo alla sistemazione delle<br />

frane da <strong>di</strong>eci a circa settanta milioni, e, <strong>di</strong> fronte alla urgenza improrogabile <strong>di</strong> questi<br />

interventi (si trattava della sistemazione delle frane <strong>di</strong> Faeto-Ponte Lucifero; <strong>di</strong> Celenza-<br />

Ponte Tre<strong>di</strong>ci Archi e <strong>di</strong> Ponte Radogna-Acca<strong>di</strong>a), siamo stati costretti a trasferire quasi<br />

tutta la spesa sul bilancio 1964. Ma sappiamo che questa è una terapia «sintomatica», che<br />

non può guarire il male alla ra<strong>di</strong>ce. Abbiamo approntato per l'approvazione del Consiglio<br />

<strong>Provinciale</strong> un progetto <strong>di</strong> pronto intervento per curare, scavalcando le lungaggini burocratiche,<br />

la manutenzione or<strong>di</strong>naria delle strade in maniera tempestiva ed adeguata. Ma non possiamo<br />

illuderci <strong>di</strong> contenere il fenomeno delle frane, assicurando alle nostre strade soltanto un più<br />

rapido intervento nella manutenzione or<strong>di</strong>naria. Sarebbe come voler curare l'eczema con le<br />

creme <strong>di</strong> bellezza. Non si rimuove la causa <strong>di</strong> un fenomeno patologico, intervenendo solo sugli<br />

effetti, se non a con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> fare una operazione <strong>di</strong> plastica demagogica.<br />

«Occorrono, dunque, stu<strong>di</strong> moderni ed elaborati, tanto più moderni ed elaborati,<br />

quanto più è antica la malattia delle frane. Perciò ho chiamato il clinico, che gentilmente ci<br />

aiuterà a condurre l'indagine. Perciò ho invitato VOI; tecnici della Provincia e Sindaci del<br />

Subappennino, che ci aiuterete a fornire dementi <strong>di</strong> elaborazione e dati <strong>di</strong> esperienza.<br />

«Consentitemi, o signori, <strong>di</strong> sperare che questa iniziativa trovi il vostro consenso ed<br />

abbia il suo migliore successo. E consentitemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>re - a conferma <strong>di</strong> un impegno assunto con<br />

il mio <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> presentazione al Consiglio <strong>Provinciale</strong> del 13 settembre dello scorso anno -<br />

che questo Convegno vuol essere un segno <strong>di</strong> comprensione e <strong>di</strong> solidarietà per il nostro<br />

Subappennino, alle cui cure l'Ente Provincia è particolarmente impegnato. Si tratta <strong>di</strong> un<br />

impegno d'onore, che è anche un pegno d'amore. Apprestandoci a stu<strong>di</strong>are - come <strong>di</strong>cono i<br />

tecnici - le con<strong>di</strong>zioni idrogeologiche del Subappennino, desideriamo cogliere più da vicino il<br />

palpito e l'anima <strong>di</strong> quelle popolazioni. Chinandoci umilmente a stu<strong>di</strong>are le viscere <strong>di</strong> quella<br />

terra, desideriamo avvicinarci al cuore dei suoi abitanti».<br />

Quin<strong>di</strong>, tra la più viva attenzione generale, il prof. Cotecchia ha svolto la<br />

relazione, che si pubblica in altra <strong>parte</strong> <strong>di</strong> questa rassegna.<br />

Ha avuto quin<strong>di</strong> inizio un approfon<strong>di</strong>to <strong>di</strong>battito nel corso del quale<br />

hanno preso la parola gli ingegneri Maffei, Cavaliere, Di Pasqua, De Leonar<strong>di</strong>s<br />

e Salvatore, il sindaco <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a dott. Miranda, il sub-commissario del<br />

Consorzio generale <strong>di</strong> Bonifica prof. Paranzino, il segretario della Federazione<br />

provinciale del PSI dott. De Maio e il capo gruppo consiliare comunista a<br />

Palazzo Dogana prof. Vania.<br />

Nelle comunicazioni, il presidente avv. Consiglio, ha dato notizia dei<br />

telegrammi <strong>di</strong> adesione degli on.li Dell'Andro e <strong>La</strong>ttanzio, nonché dei motivi<br />

per i quali il prefetto dott. Prestipino e il questore dott. Annunziata non hanno<br />

potuto <strong>parte</strong>cipare all'importante convegno.<br />

Tra le personalità intervenute: il sottosegretario on. De Meo, il<br />

provve<strong>di</strong>tore regionale alle Opere pubbliche, ing. De Riso, i segretari<br />

provinciali della DC, prof. Curatolo, del PSI dott. De Maio, e del PSDI cav.<br />

Fiume, i sindaci <strong>di</strong> Acca<strong>di</strong>a, dott. Miranda, <strong>di</strong> Torremaggiore dr. De Simone, <strong>di</strong><br />

Candela dott.<br />

179


Caporizzo, il presidente dell'EPT avv. Ciampi, gli assessori provinciali<br />

Comitangelo, Capobianco, De Santis e Fiordelisi, il capo reparto dell'Ente<br />

Autonomo Acquedotto Pugliese ing. Modoni, il capo dell'Ufficio <strong>La</strong>vori<br />

dell'Ente Riforma ing. Corsi, il capo gruppo consiliare della DC a Palazzo<br />

Dogana dr. Galasso, l'ing. Tramonte, il capo dell'Ufficio tecnico<br />

dell'Amministrazione provinciale ing. Tricarico, il capo del Genio civile <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong><br />

ing. De Bellis, e numerosi ingegneri degli Uffici tecnici della Amministrazione<br />

provinciale, del Comune <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, del Consorzio Generale <strong>di</strong> Bonifica della<br />

Capitanata e del Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Montana del Gargano, e tutti i<br />

rappresentanti della Stampa. <strong>La</strong> riunione si è conclusa con la votazione del<br />

seguente or<strong>di</strong>ne del giorno:<br />

« I <strong>parte</strong>cipanti al Convegno preliminare, indetto dall'Amministrazione <strong>Provinciale</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, per lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>di</strong>ssesti franosi del Sub Appennino Dauno, con particolare<br />

riguardo alle strade provinciali, sentita la relazione del prof. ing. Vincenzo Cotecchia, titolare<br />

della cattedra <strong>di</strong> Geologia applicata nella Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria presso l'Università <strong>di</strong> Bari;<br />

considerato che dalla presente relazione e dal successivo <strong>di</strong>battito è emersa la necessità <strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>re appieno lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>di</strong>ssesti franosi, che sconvolgono il Sub Appennino; mentre<br />

si compiacciono col Presidente dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> della iniziativa presa <strong>di</strong><br />

porre all'attenzione il problema <strong>di</strong> così particolare interesse, fanno propria la proposta per<br />

uno stu<strong>di</strong>o dettagliato delle con<strong>di</strong>zioni idrogeologiche e geotecniche del Sub Appennino e fanno<br />

voti perché l'A. P. <strong>di</strong>sponga un approfon<strong>di</strong>to esame in tale senso e che lo stesso non sia<br />

limitato alle sole strade provinciali, ma sia esteso a tutto l'agro del Subappennino, compresi i<br />

centri abitati ».<br />

180


Sul bilancio <strong>di</strong> previsione <strong>1963</strong><br />

dell' Amministrazione <strong>Provinciale</strong><br />

Signori Consiglieri I<br />

PALAZZO DOGANA<br />

Questo <strong>di</strong>scorso, che è <strong>di</strong> presentazione dei bilancio preventivo <strong>1963</strong>, non<br />

può prescindere dal porre alcune considerazioni in or<strong>di</strong>ne al momento particolare<br />

in cui vive l'Ente Provincia.<br />

Ci troviamo <strong>di</strong> fronte a due gran<strong>di</strong> avvenimenti che si presentano nella<br />

prospettiva storica della vita dello Stato: le Regioni e la Programmazione.<br />

PROVINCIA E REGIONE<br />

È dato credere che, apprestati i necessari strumenti per superare l'attuale<br />

congiuntura economica ed elaborare le riforme relative alla struttura degli Enti<br />

e alla Finanza locale, il Governo darà vita alle Regioni. l'or<strong>di</strong>namento regionale,<br />

cioè, si attuerà non affrettatamente, ma con le debite cautele tecniche, e in<br />

modo da realizzare un autentico decentramento amministrativo in un sistema<br />

pluralistico e democratico.<br />

L'or<strong>di</strong>namento regionale consentirà, inoltre, in una con la nuova<br />

legislazione, la ulteriore valorizzazione della autonomia dei Comuni e delle<br />

Province, determinando le loro funzioni e competenze in applicazione della norma<br />

costituzionale, prevedendo una migliore e piú <strong>di</strong>fferenziata organizzazione interna<br />

ed un sicuro e piú deciso processo <strong>di</strong> espansione delle autonomie locali.<br />

Certo non sono sopiti ancora oggi i tentativi <strong>di</strong> coloro che nella<br />

* Relazione svolta il 10 <strong>di</strong>cembre durante la seduta del Consiglio <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

181


ealizzazione dell'or<strong>di</strong>namento regionale auspicherebbero un ri<strong>di</strong>mensionamento<br />

delle funzioni della Provincia, fino a ridurle nell'ambito della « delega » ex art. 118<br />

della Costituzione. Ma bene ha fatto I'U.P.I. nell'Assemblea <strong>di</strong> Palermo a<br />

richiamare energicamente la necessità che, accanto a quelle funzioni amministrative<br />

che saranno delegate dalle Regioni all'Ente Provincia, da considerarsi soltanto in via<br />

complementare e sussi<strong>di</strong>aria, vengano assolte dalla Provincia, nell'ambito e in<br />

omaggio della sua autonomia, quelle funzioni sue proprie, per le quali essa è<br />

profondamente qualificata e per le quali ha dato prova <strong>di</strong> sensibilità e <strong>di</strong><br />

organizzazione perfettamente adeguate ai bisogni delle popolazioni amministrate.<br />

Basti pensare ai nostri laboratori d'Igiene e Profilassi, che si sono rivelati<br />

strumento <strong>di</strong> collaudata esperienza ed efficacia; basti pensare ai compiti della<br />

assistenza e della viabilità tra<strong>di</strong>zionalmente assolti dalle Amministrazioni<br />

Provinciali, gli uni con fervido senso <strong>di</strong> solidarietà e oltre gli stessi limiti <strong>di</strong> legge, e<br />

gli altri con la sperimentata e valida organizzazione dei nostri uffici tecnici, per<br />

comprendere che sarebbe un errore ed un torto svuotare la Provincia dei suoi<br />

compiti primari e naturali e ridurla ad una mera entità territoriale, destinata ad<br />

assolvere poco piú che le funzioni in delega della Regione.<br />

Noi cre<strong>di</strong>amo e speriamo fermamente invece che la Provincia troverà nel<br />

nuovo or<strong>di</strong>namento regionale la sua piena esplicazione costituzionale.<br />

PROVINCIA E PROGRAMMAZIONE<br />

L'altro grande avvenimento che è davanti a noi è la Programmazione. Al <strong>di</strong> sopra<br />

<strong>di</strong> ogni visione politica, nessuno può pensare seriamente che al futuro della nostra<br />

economia e della crescita sociale possa rimanere estranea una seria e bene or<strong>di</strong>nata<br />

programmazione.<br />

Ora dobbiamo chiederci se la Provincia sia capace, per il modo come essa è<br />

attualmente riconosciuta ed organizzata, <strong>di</strong> assumere compiti propri in rapporto<br />

alla programmazione. Dalla lettura dell'art. 117 della Costituzione si ricava netta<br />

l'opinione che sarà la Regione ad assolvere il ruolo piú importante nella politica <strong>di</strong><br />

programmazione. Del resto, la Regione costituirà l'ambito territoriale e lo<br />

strumento giuri<strong>di</strong>co-amministrativo piú idoneo perché una programmazione possa<br />

assumere un giusto respiro ed una <strong>di</strong>mensione adeguata, e perché, attraverso la<br />

formulazione dei piani regionali <strong>di</strong> sviluppo, sia scongiurato il rischio <strong>di</strong> una<br />

programmazione tecnocratica e accentrata ai vertici della organizzazione statale.<br />

Noi riteniamo, pertanto, sulla scorta <strong>di</strong> quanto si è detto unani-<br />

182


memente a livello della Unione delle Province d'Italia, che i piani <strong>di</strong> sviluppo<br />

saranno elaborati e formulati a livello regionale; che i <strong>di</strong>versi piani regionali saranno<br />

coor<strong>di</strong>nati e integrati nel piano nazionale <strong>di</strong> sviluppo; che, esauritasi cosí la fase <strong>di</strong><br />

elaborazione, il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> esecuzione, attraverso la concreta applicazione<br />

delle linee del piano nazionale, tornerà a svolgersi a livello regionale.<br />

Quale sarà allora, e prima che si realizzi l'or<strong>di</strong>namento regionale, il compito<br />

della Provincia?<br />

A nostro avviso, in attesa <strong>di</strong> quell'evento e in attesa che si compia l'auspicata<br />

riforma destinata a rendere piú flessibili le funzioni della Provincia e piú adeguata la<br />

sua finanza, l'Ente Provincia può e deve concorrere alla elaborazione dei piani<br />

regionali <strong>di</strong> sviluppo, apprestando stu<strong>di</strong>, raccogliendo dati <strong>di</strong> conoscenza e <strong>di</strong><br />

statistica, sollecitando ricerche ed analisi, preparando, in altri termini, la ra<strong>di</strong>ografia<br />

economica e sociale del proprio territorio, e, ad un tempo, approfondendo quei<br />

temi <strong>di</strong> sua competenza specifica <strong>di</strong>retti a creare una situazione ambientale e <strong>di</strong><br />

infrastrutture sempre piú favorevole e sensibile a recepire i fattori <strong>di</strong> sviluppo.<br />

Le esperienze già avviate da qualche Provincia in questi sensi, e le piú<br />

numerose esperienze fatte a livello <strong>di</strong> unioni regionali <strong>di</strong> province stanno a<br />

testimoniare quanto il problema sia sentito dalla Provincia <strong>di</strong> fronte alla necessità <strong>di</strong><br />

<strong>parte</strong>cipare attivamente, con la larghezza dei suoi poteri <strong>di</strong> rappresentanza<br />

democratica, alla politica <strong>di</strong> sviluppo che il Paese attende: e tutto ciò al <strong>di</strong> là dei<br />

limiti formali della legge vigente e per la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> reali interessi, allo stato<br />

non altrimenti sod<strong>di</strong>sfacibili.<br />

GIUNTA MINORITARIA E PROGRAMMAZIONE<br />

Di fronte a questi due ampi temi <strong>di</strong> prospettiva, la nostra Giunta minoritaria non è<br />

stata in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> passivo atten<strong>di</strong>smo, ma ha vissuto responsabilmente<br />

questi tempi <strong>di</strong> vigilia: 1) pre<strong>di</strong>sponendo nell'ambito dei compiti amministrativi<br />

d'istituto degli stu<strong>di</strong> programmatici e settoriali; 2) approntando gli strumenti e le<br />

volontà necessari ad affrontare il piú impegnativo problema della programmazione<br />

in senso subregionale. Certamente è mancata a questa Giunta la forza politica che<br />

caratterizza il ruolo delle maggioranze precostituite e che le era necessaria per<br />

superare piú agevolmente le <strong>di</strong>fficoltà gravi <strong>di</strong> cassa, <strong>di</strong> bilancio e <strong>di</strong> tempo che si<br />

sono attraversate e per dare alla programmazione un in<strong>di</strong>rizzo piú energico ed un<br />

conforto <strong>di</strong> azioni da concepire e intraprendere coralmente, sulla base <strong>di</strong> larghe<br />

convergenze politiche.<br />

183


Ma nessuno può <strong>di</strong>menticare che questa Giunta minoritaria fu determinata da uno<br />

stato <strong>di</strong> necessità, che imponeva, nella mancanza <strong>di</strong> alternative politiche e <strong>di</strong><br />

soluzioni maggioritarie, l'obbligo improrogabile <strong>di</strong> porre fine ad una crisi che,<br />

durata dal 4 aprile al 7 <strong>di</strong> agosto, aveva determinato un eccezionale ed esiziale<br />

vuoto <strong>di</strong> potere. Noi fummo convinti in quell'occasione che l'unica altra soluzione<br />

prospettata dalle forze <strong>di</strong> sinistra con la convergenza tra P.C.I. - D.C. - P.S.I. e<br />

P.S.D.I. sarebbe stata una combinazione confusionaria e qualunquistica e avrebbe<br />

significato il tra<strong>di</strong>mento del nostro mandato politico. Ritenemmo, quin<strong>di</strong>, nel<br />

riassumere la guida dell'Ente con la prospettiva <strong>di</strong> un potere nè comodo e nè felice,<br />

<strong>di</strong> compiere un dovere civico, <strong>di</strong> impegnarci a piú gravosi sacrifici, <strong>di</strong> porre fine alla<br />

crisi, <strong>di</strong> rispettare la volontà del Consiglio <strong>Provinciale</strong>, che si era espresso<br />

ripetutamente ed unanimemente nel senso <strong>di</strong> evitare un ritorno a regimi<br />

commissariali, <strong>di</strong> assicurare, infine, alla Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> quella « continuità » <strong>di</strong><br />

vita e <strong>di</strong> funzioni, che rappresentò il nostro primo <strong>di</strong>chiarato impegno<br />

programmatico all'atto della nostra prima elezione del settembre 1962.<br />

Nonostante, dunque, le sue carenze costituzionali, questa Giunta .<br />

minoritaria, rinnovando l'impegno già assunto dalla Giunta paritaria <strong>di</strong> centrosinistra,<br />

che pure ho avuto l'onore <strong>di</strong> presiedere dal settembre 1962 al marzo <strong>1963</strong>,<br />

ha elaborato degli stu<strong>di</strong> programmatici e settoriali, che intendono segnare, sulla<br />

base delle esperienze fatte e al <strong>di</strong> là degli impegni <strong>di</strong> questo bilancio, da una <strong>parte</strong><br />

l'in<strong>di</strong>viduazione delle lacune, delle carenze e dei vizi d'impostazione sin qui<br />

registrati, e dall'altra la via piú sicura da percorrere per migliorare ed accrescere i<br />

nostri servizi nei vari settori <strong>di</strong> intervento, da quelli piú importanti della viabilità e<br />

dell'assistenza a tutti gli altri che rientrano nei nostri obblighi costituzionali.<br />

In un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> programmazione generale, l'Ente che voglia <strong>parte</strong>ciparvi e<br />

contribuirvi, deve tendere, prima <strong>di</strong> ogni altra cosa, ad avere una chiara visione<br />

programmata nell'assolvimento delle funzioni e dei servizi <strong>di</strong> propria competenza.<br />

L'Amministrazione <strong>di</strong> un ente locale, che riuscisse a portare ad un livello ottimale i<br />

suoi servizi, sarebbe in grado <strong>di</strong> dare il piú serio contributo allo sviluppo<br />

economico-sociale del proprio territorio, in quanto presenterebbe l'ambiente piú<br />

adatto e piú pronto a moltiplicarne i fattori <strong>di</strong> miglioramento e <strong>di</strong> sviluppo.<br />

184


PERSONALE E PROGRAMMAZIONE<br />

Ma lasciatemi subito <strong>di</strong>re che il nostro Ente, a <strong>parte</strong> l'attuale inadeguatezza della sua<br />

organizzazione giuri<strong>di</strong>ca e della sua capacità finanziaria, ha bisogno <strong>di</strong> prepararsi<br />

alla programmazione innanzi tutto migliorando e qualificando il personale,<br />

aumentandone il ren<strong>di</strong>mento e la produttività fino a rendere i nostri collaboratori<br />

<strong>parte</strong>cipi degli interessi vitali dell'Amministrazione.<br />

II problema che questo delicato settore pone non è soltanto nel trattamento<br />

economico o nella concessione <strong>di</strong> miglioramenti o <strong>di</strong> piú vantaggiose progressioni<br />

<strong>di</strong> carriera. Ciò rappresenta un aspetto importante del problema, ma non può e<br />

non deve esaurirlo. Attendere benevolmente le richieste del nostro personale,<br />

esaminare serenamente e compatibilmente con gli interessi generali dell'Ente le<br />

riven<strong>di</strong>cazioni sindacali rientra certo nella buona politica <strong>di</strong> una Amministrazione.<br />

<strong>La</strong> nostra Giunta crede <strong>di</strong> avere adeguatamente risposto a queste esigenze,<br />

bloccando le nuove assunzioni, allargando la pianta organica con posti da mettere a<br />

concorso, inquadrando con stipen<strong>di</strong>o tabellare i salariati con retribuzione<br />

forfettaria, concedendo l'assegno temporaneo, regolamentando e migliorando<br />

l'indennità accessoria, concedendo un assegno mensile <strong>di</strong> adeguamento al<br />

trattamento del Segretario Generale, deliberando provve<strong>di</strong>menti vari in favore <strong>di</strong><br />

categorie o <strong>di</strong> settori particolari. Si può <strong>di</strong>re, salvo migliore controllo, che il nostro<br />

personale che impegna oggi il 30% della spesa obbligatoria or<strong>di</strong>naria del bilancio,<br />

ha avuto un miglioramento reale in questi ultimi tempi, che al netto del 13% in cui<br />

può calcolarsi l'aumento del costo della vita, può considerarsi <strong>di</strong> circa il 50%.<br />

Ma, come <strong>di</strong>cevo, il problema del personale postula, anche in rapporto alla<br />

programmazione, delle esigenze moderne, che vanno da una piú efficiente<br />

riorganizzazione dei servizi e degli uffici, all'in<strong>di</strong>spensabile potenziamento dei<br />

quadri <strong>di</strong>rettivi, dalla istituzione <strong>di</strong> appositi uffici <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> programmazione alla<br />

formazione <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> perfezionamento per i neo-assunti e alla <strong>parte</strong>cipazione dei<br />

funzionari della carriera <strong>di</strong>rettiva ai corsi a livello universitario: il tutto, superando<br />

anacronistici sistemi <strong>di</strong> valutazione e <strong>di</strong> controllo nei ren<strong>di</strong>menti e con<br />

provve<strong>di</strong>menti da adottare, secondo una politica programmata a breve, a me<strong>di</strong>o ed<br />

a lungo termine.<br />

<strong>La</strong> relazione dell'Assessore al personale offre, in proposito, un quadro <strong>di</strong><br />

programmazione davvero interessante, organico e moderno.<br />

Ma il problema del personale è profondamente connesso con quello della<br />

Sede e dei Locali, in cui i nostri funzionari devono lavorare e produrre, dando il<br />

loro insostituibile contributo.<br />

185


Non può legittimamente attendersi un piú qualificato ren<strong>di</strong>mento del<br />

personale se non si risolve il problema dell'ampliamento della sede. Perciò la<br />

Giunta propone <strong>di</strong> contrarre un mutuo <strong>di</strong> L. 250 milioni per i lavori <strong>di</strong><br />

consolidamento, sistemazione e restauro <strong>di</strong> Palazzo Dogana, secondo il<br />

progetto già approntato dal nostro Ufficio Tecnico, e a cui vanno ad<br />

aggiungersi, se non già comprese, le spese per l'impianto <strong>di</strong> amplificazione <strong>di</strong><br />

questa Sala del Consiglio, per la sistemazione della Sala per gli Assessori e per<br />

altre opere minori. Il compimento <strong>di</strong> questi lavori, nel mentre bisognerà<br />

continuare a perseguire il piú ambizioso scopo <strong>di</strong> costruire la nuova sede della<br />

Provincia a piazza Cavour, rappresenterà, oltre ai naturali vantaggi, un passo<br />

decisivo anche in rapporto alla programmazione.<br />

Nè questa Giunta ha inteso, come ho già detto, ridurre il problema della<br />

programmazione al miglioramento ed al potenziamento dei servizi <strong>di</strong> propria<br />

competenza.<br />

In attesa dell'or<strong>di</strong>namento regionale, l'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>, od in senso autonomo, o <strong>di</strong> concerto con l'Unione delle Province Pugliesi,<br />

intende compiere l'opera preliminare, che le è propria, rilevando dati e ipotesi <strong>di</strong><br />

sviluppo in uno stu<strong>di</strong>o organico che tenga conto del movimento demografico,<br />

degli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> futura occupazione, dei venti, delle acque, delle risorse agricole, della<br />

natura del suolo, delle fonti <strong>di</strong> energia <strong>di</strong>sponibili. Occorrerà per questo lavoro<br />

utilizzare alcuni stu<strong>di</strong> già eseguiti, confrontare il nostro piano con stu<strong>di</strong> già<br />

elaborati, come quello del Piano Regolatore del Nucleo Industriale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, o in<br />

via <strong>di</strong> elaborazione, come quello della Comunità Economica Europea sull'asse<br />

Bari-Taranto, senza atteggiamenti autarchici o <strong>di</strong> esclusivismo, in modo da ottenere<br />

dalla integrazione e dalla coor<strong>di</strong>nazione delle iniziative adeguati ed efficaci risultati.<br />

Vi sono stati, come sapete, dubbi e incertezze e contrasti sui tempi e sulle<br />

procedure da seguire per la nostra programmazione, e ciò soprattutto per la<br />

ingiustificata preoccupazione <strong>di</strong> qualche gruppo politico <strong>di</strong> vedere risolto il<br />

problema a livello puramente tecnico e senza il concorso degli ambienti politici e<br />

del lavoro della nostra Provincia. Noi restiamo convinti che una sana<br />

programmazione comincia in sede tecnica e scientifica e va poi verificata, <strong>di</strong>scussa e<br />

confrontata, nelle se<strong>di</strong> politiche, sindacali e amministrative, alla luce dei bisogni<br />

sociali e delle prospettive economiche e politiche democraticamente espressi.<br />

Comunque, c'è una decisa volontà <strong>di</strong> questa Giunta <strong>di</strong> procedere sulla via della<br />

programmazione e che si esprime concretamente in una apposita voce prevista nel<br />

bilancio con la spesa <strong>di</strong> 30 milioni, a cui può accostarsi, per la istessità delle<br />

impostazioni e dei fini, l'altra spesa<br />

186


prevista <strong>di</strong> L. 20 milioni per contributo alla costruzione <strong>di</strong> un Centro <strong>di</strong><br />

Addestramento per lavoratori.<br />

BILANCIO PREVENTIVO <strong>1963</strong><br />

Ora, parlando piú da vicino <strong>di</strong> questo bilancio preventivo <strong>1963</strong>, che viene<br />

all'approvazione del Consiglio <strong>Provinciale</strong>, dobbiamo <strong>di</strong>re che esso appare<br />

certamente assai piú come un bilancio consuntivo, dato il particolare momento in<br />

cui viene presentato all'Assemblea, e quasi alla scadenza dell'esercizio finanziario.<br />

Sinceramente ci duole che al Consiglio <strong>Provinciale</strong>, come del resto alla stessa<br />

Giunta, sia sfuggito - come si <strong>di</strong>ce nella stessa relazione al bilancio - il controllo<br />

preventivo e la funzione vera e propria della previsione. Sicché, la relazione al<br />

bilancio, piú che sollecitare un giu<strong>di</strong>zio politico o un giu<strong>di</strong>zio sulle cose da fare,<br />

postula soltanto o prevalentemente una presa d'atto e una conferma delle cose già<br />

fatte nel <strong>1963</strong>, delle spese deliberate, degli impegni già assunti. A rendere<br />

contabilmente l'idea <strong>di</strong> ciò, può <strong>di</strong>rsi che questo bilancio per una buona <strong>parte</strong><br />

contiene spese deliberate prima ancora della nostra elezione, altre spese - quelle<br />

dell'assistenza, del personale e delle opere pubbliche - che impegnano rigidamente<br />

e in modo ricorrente ogni esercizio finanziario, altre spese ancora, conseguenti ad<br />

impegni assunti davanti allo stesso Consiglio <strong>Provinciale</strong> e da questo approvate.<br />

Se, dunque, dovete giu<strong>di</strong>carci piú per quanto si è fatto che per quanto<br />

ancora può farsi con gli impegni del bilancio <strong>1963</strong>, non può non tenersi presente la<br />

nostra azione amministrativa nei limiti e nelle con<strong>di</strong>zioni in cui essa si è svolta, ma<br />

alla luce <strong>di</strong> quei principi che stanno alla base del nostro credo politico.<br />

AMMINISTRARE: PROBLEMA MORALE<br />

Abbiamo salvato innanzi tutto quella continuità nella vita amministrativa dell'Ente,<br />

in con<strong>di</strong>zioni paritarie prima e minoritarie poi, convinti come siamo che la<br />

continuità è un bene tanto piú in<strong>di</strong>fferibile, quanto piú <strong>di</strong>rettamente e piú a lungo è<br />

minacciato da vuoti <strong>di</strong> potere, da crisi <strong>di</strong> natura permanente, da regimi straor<strong>di</strong>nari.<br />

Abbiamo amministrato, come ebbi a <strong>di</strong>chiarare col piú profondo impegno<br />

della nostra coscienza, con intransigente onestà, senza <strong>di</strong>stinguere la morale<br />

pubblica da quella privata, per tenere pulita la nostra casa e tutto quello che ci stava<br />

attorno.<br />

Per noi assume un significato morale, prima ancora che amministrativo,<br />

l'avere istituito il sistema della me<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ata col ceffi-<br />

187


ciente <strong>di</strong> correzione nelle gare <strong>di</strong> appalto, l'avere messo al bando il sistema delle<br />

trattative private in maniera rigorosa e senza eccezione, anche se l'aumento dei<br />

prezzi, la <strong>di</strong>serzione dalle gare, il danno dei ritar<strong>di</strong>, l'agitazione delle imprese ci<br />

hanno procurato le piú serie <strong>di</strong>fficoltà. Per noi assume un significato morale il non<br />

avere applicato per il <strong>1963</strong> le supercontribuzioni, perché è un dovere morale,<br />

finché si può, rendere giustizia ed esprimere concreta solidarietà alla nostra gente<br />

dei campi. Per noi assume un significato morale l'aver bloccato per piú <strong>di</strong> un anno<br />

le assunzioni del personale, senza operare nemmeno quel ricambio fisiologico<br />

obbiettivamente necessario a coprire i vuoti lasciati dal personale andato a riposo.<br />

Per noi assume un significato morale anche l'aver bloccato, con le poche<br />

eccezioni passate all'esame del Consiglio <strong>Provinciale</strong>, quella politica dei contributi<br />

che fa piacere ad ogni amministratore e che è stata sempre una prerogativa<br />

dell'Ente Provincia, ma che per questo anno si sarebbe rivelata pericolosa nella<br />

<strong>di</strong>latazione delle spese facoltative. Questa esigenza, che fa dell'Amministrazione<br />

soprattutto un problema morale, noi cre<strong>di</strong>amo, amici Consiglieri, <strong>di</strong> avere<br />

sod<strong>di</strong>sfatta, tenendoci lontano dalle tentazioni dell'orgoglio, del clientelismo, della<br />

faziosità, della ingiusta compiacenza, servendo con quoti<strong>di</strong>ano sacrificio gli interessi<br />

generali della Provincia, con costanza e con fede, ma anche con la tristezza <strong>di</strong><br />

saperci impotenti <strong>di</strong> fronte a tanti, infiniti bisogni insod<strong>di</strong>sfatti.<br />

Davanti a vecchi problemi, esasperati dal tempo o deteriorati dall'incuria,<br />

sarebbe stato davvero condannevole non proporre delle soluzioni nuove e<br />

moderne, e vivere a campare, come suol <strong>di</strong>rsi, nella provvisorietà <strong>di</strong> un mandato e<br />

nella precarietà <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>zione minoritaria, seguendo vecchi schemi e superate<br />

visioni delle cose. Vi erano certi problemi che da troppo tempo potevano essere<br />

impostati e adeguatamente risolti. Da tempo si poteva pensare agli spazzaneve per<br />

le nostre strade <strong>di</strong> montagna; da tempo si poteva creare un centro <strong>di</strong> igiene mentale<br />

per migliorare l'assistenza; da tempo la nostra <strong>Biblioteca</strong> chiedeva <strong>di</strong> crescere e<br />

migliorare; da tempo bisognava pensare alla insufficienza e al consolidamento <strong>di</strong><br />

Palazzo Dogana; da tempo il personale salariato della Maternità attendeva<br />

l'inquadramento tabellare. Piccoli o grossi problemi. Ma che <strong>di</strong>co? Poteva non<br />

essere un problema comprare qualche incubatrice per assicurare la vita e la vitalità a<br />

tanti neonati!<br />

188


PROVINCIA E PUBBLICHE RELAZIONI<br />

Cosí anche, <strong>di</strong> fronte alla vecchia politica autarchica dell'Ente, abbiamo fatto i primi<br />

passi sulla via <strong>di</strong> migliorare le relazioni, espandendo l'interesse della Provincia oltre i<br />

settori <strong>di</strong> competenza ed inserendolo nel piú ampio circuito degli interessi<br />

economici, sociali e culturali <strong>di</strong> tutta la Capitanata.<br />

Abbiamo istituito per la prima volta, pure tra scarsi e tiepi<strong>di</strong> consensi,<br />

l'Assessorato alle Pubbliche Relazioni, convinti come siamo che, in un clima <strong>di</strong><br />

continua e vertiginosa trasformazione sociale, la funzione degli enti locali tende a<br />

superare gli schemi <strong>di</strong> una materiale esecuzione <strong>di</strong> attività minutamente <strong>di</strong>sciplinata<br />

dalla legge per assumere funzioni promotrici del progresso sociale.<br />

Ma le pubbliche relazioni non vanno intese soltanto come uno strumento<br />

per migliorare i rapporti con gli altri enti sul piano formale, o su quello ufficiale o<br />

protocollare, ma anche come un mezzo per sensibilizzare l'Ente soprattutto <strong>di</strong><br />

fronte a quei settori del lavoro e della economia che reclamano maggiore simpatia e<br />

solidarietà da <strong>parte</strong> nostra, anche al <strong>di</strong> là della legge e dei nostri doveri <strong>di</strong> istituto.<br />

PUBBLICHE RELAZIONI E AGRICOLTURA<br />

Vale fermare, in proposito, l'attenzione dell'Assemblea sui rapporti con<br />

l'Agricoltura, che vi saranno ampiamente illustrati dal nostro Assessore Rubino, e<br />

per i quali a me basterà sottolineare la sensibilità <strong>di</strong>mostrata da questa Giunta per il<br />

mondo agricolo e ricordare la serie dei provve<strong>di</strong>menti concreti che si propongono,<br />

con l'approvazione del bilancio, all'esame ed al consenso del Consiglio <strong>Provinciale</strong>.<br />

Nel passato si è sempre guardato all'agricoltura per verificarne le capacità<br />

contributive, con le quali realizzare l'equilibrio dei nostri bilanci attraverso le<br />

supercontribuzioni.<br />

Nel progetto <strong>di</strong> bilancio <strong>1963</strong>, come ho già detto, noi non abbiamo previsto<br />

l'applicazione delle supercontribuzioni. Abbiamo ritenuto cosí, con questo<br />

sacrificio eccezionale delle entrate supercontributive, <strong>di</strong> rendere la piú sicura<br />

testimonianza della nostra solidarietà per il mondo agricolo <strong>di</strong> Capitanata, che ha<br />

ancora bisogno <strong>di</strong> fiducia e <strong>di</strong> ripresa, nel mentre facciamo voti che le gravi<br />

<strong>di</strong>fficoltà del mondo rurale, dallo squilibrio dei red<strong>di</strong>ti agli eso<strong>di</strong> preoccupanti, dalla<br />

arretratezza <strong>di</strong> strutture aziendali alla insufficienza delle cooperazioni, possano<br />

evolvere verso un piú sicuro avvenire. A questo obbiettivo devono tendere volontà<br />

ed energie pubbliche e private, a tutti i livelli.<br />

A livello provinciale, la nostra Giunta propone, in un quadro <strong>di</strong><br />

programmazione pluriennale, dei concreti interventi in favore dell'a-<br />

189


gricoltura da sod<strong>di</strong>sfarsi intanto con gli impegni del bilancio '63. Cosí, sono previsti<br />

contributi per L. 6.700.000 per i lavori <strong>di</strong> completamento e arredamento del<br />

Pa<strong>di</strong>glione della Caccia e della Pesca al Campo Fiera, contributi per L. 30 milioni<br />

per la viabilità rurale, per 7 milioni in <strong>di</strong>fesa delle con<strong>di</strong>zioni sanitarie del bestiame,<br />

per 5 milioni in favore della cooperazione, per 10 milioni per la lotta<br />

antiparassitaria, per 20 milioni a favore del Centro <strong>di</strong> Addestramento Professionale.<br />

LAVORI PUBBLICI<br />

Consentitemi, ora, Signori Consiglieri, <strong>di</strong> portare qualche rapida considerazione sui<br />

piú importanti settori <strong>di</strong> istituto, sempre in rapporto al bilancio <strong>1963</strong>. Dal settore<br />

del Personale abbiamo già parlato. Ma trattando dell'auspicata qualificazione dei<br />

nostri funzionari e <strong>di</strong>pendenti e della necessaria riorganizzazione dei servizi e degli<br />

uffici, non abbiamo potuto fare a meno <strong>di</strong> vedervi una intima connessione con la<br />

necessità dell'ampliamento della sede e <strong>di</strong> una maggiore <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> locali per gli<br />

uffici centrali e per i servizi ed uffici periferici. Siamo nel tema delle opere<br />

pubbliche. Siamo in un settore <strong>di</strong> lavoro, in cui non si fa mai abbastanza per la<br />

inadeguatezza dei mezzi e per la crescita vertiginosa dei bisogni.<br />

Nel quadro della e<strong>di</strong>lizia provinciale, come si è già accennato, l'impegno piú<br />

gravoso ricorrente sul bilancio <strong>1963</strong> me<strong>di</strong>ante la proposta <strong>di</strong> un mutuo <strong>di</strong> L. 205<br />

milioni riguarda le opere <strong>di</strong> consolidamento <strong>di</strong> Palazzo Dogana. Per quanto riflette<br />

la ultimazione delle opere dell'Orfanotrofio <strong>Provinciale</strong> « Maria Cristina »,<br />

l'Amministrazione è già pronta per in<strong>di</strong>re la gara relativa all'impianto <strong>di</strong><br />

riscaldamento, cucina e lavanderia per l'importo <strong>di</strong> L. 48 milioni, ed ha la promessa<br />

del contributo statale per la richiesta <strong>di</strong> un mutuo <strong>di</strong> L. 130 milioni per la prevista<br />

costruzione della Chiesa e <strong>di</strong> 5 aule per laboratori.<br />

I lavori della Caserma dei Vigili del Fuoco per l'importo <strong>di</strong> L. 200 milioni<br />

sono stati appaltati.<br />

Per la costruzione del nuovo Ospedale <strong>di</strong> Maternità e del Brefotrofio,<br />

occorre assolutamente acquisire altro suolo per la esecuzione dell'opera, onde dare<br />

inizio al primo stralcio dei lavori, per il quale abbiamo a <strong>di</strong>sposizione soltanto una<br />

somma <strong>di</strong> L. 150 milioni. Intanto, come sapete, si è realizzato il completamento dei<br />

lavori <strong>di</strong> sopraelevazione della sede del <strong>La</strong>boratorio <strong>Provinciale</strong> d'Igiene e Profilassi<br />

per gli Uffici del Me<strong>di</strong>co provinciale e del Veterinario provinciale; si è assicurata<br />

un'adeguata sistemazione del Centro <strong>di</strong> Igiene Mentale; con la esecuzione <strong>di</strong> un<br />

progetto affidato all'ing. Tramonte, l'Amministrazione è pronta ad assicurare una<br />

definitiva sistemazione della Colonia<br />

190


antitracomatosi <strong>di</strong> Candela e una perfetta agibilità della stessa sotto ogni riguardo;<br />

infine, come rileverete dall'o<strong>di</strong>erno o. d. g., con l'approvazione del Consiglio<br />

<strong>Provinciale</strong>, si pone fine ad una situazione <strong>di</strong> confusione condominiale e<br />

patrimoniale con la <strong>di</strong>visione concordata con il Comune <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> del Centro<br />

d'Igiene, <strong>di</strong> guisa che ai servizi del nostro Consorzio Antitubercolare sia assicurata<br />

una migliore organizzazione.<br />

Tuttavia, a nessuno sfugge il fatto che l'aspetto piú grave ed importante della<br />

e<strong>di</strong>lizia provinciale è rappresentato oggi piú che mai dalla manutenzione, dagli<br />

ampliamenti e sopratutto dalla costruzione delle nuove se<strong>di</strong> per le nostre scuole.<br />

Quanto al problema grosso della viabilità provinciale, desidererei che i<br />

Signori Consiglieri tenessero presenti i motivi, gli argomenti e i risultati che ebbi<br />

l'onore <strong>di</strong> rassegnare, in questa stessa Aula, alla Stampa nella mia conferenza del 24<br />

ottobre <strong>1963</strong>.<br />

In quella occasione avemmo la possibilità <strong>di</strong> fare una messa a punto<br />

doverosa, obbiettiva ed esauriente su tutto il problema della viabilità provinciale.<br />

Giova ricordare che la rete stradale della nostra Provincia è per lunghezza<br />

chilometrica al settimo posto fra tutte le Province d'Italia. Prima della legge 126, la<br />

Provincia <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> Km. 605 <strong>di</strong> strade bitumate su 864 chilometri; che in<br />

esecuzione della legge 126 la Provincia avrà 720 chilometri <strong>di</strong> strade bitumate su <strong>di</strong><br />

una rete viaria provinciale <strong>di</strong> 1480 km.; che quando si saranno completati ed<br />

eseguiti i progetti della 126 e della 181 secondo le scadenze previste dalle due leggi,<br />

su <strong>di</strong> una lunghezza complessiva <strong>di</strong> 1620 chilometri, la Provincia <strong>di</strong>sporrà <strong>di</strong> 1370<br />

km. <strong>di</strong> strade bitumate. Il che significa che alla fine dell'esercizio 1969, con<br />

l'esaurimento <strong>di</strong> tutti i contributi previsti dalle due citate leggi nell'ammontare <strong>di</strong> L.<br />

6 miliar<strong>di</strong> 478 milioni, al netto del 20%, resteranno ancora a macadam 250<br />

chilometri <strong>di</strong> strade. A questo ulteriore bisogno occorrerà far fronte in <strong>parte</strong> con gli<br />

interventi della legge Tupini n. 589, per quanto riguarda la costruzione delle nuove<br />

strade, in gran <strong>parte</strong>, come ci auguriamo, con il rilancio della Cassa del<br />

Mezzogiorno, in <strong>parte</strong>, com'è da prevedere, con un piano da realizzare nel tempo<br />

con i fon<strong>di</strong> or<strong>di</strong>nari del nostro bilancio.<br />

Nessuno potrà <strong>di</strong>re che dal settembre dell'anno scorso la Giunta non abbia<br />

seguito, cosí com'era doveroso, col dovuto scrupolo il problema della viabilità<br />

provinciale. Sin dal primo giorno, ponendo al bando le trattative private, abbiamo<br />

adottato il nuovo sistema della me<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ata per le gare <strong>di</strong> appalto; abbiamo<br />

aumentato lo stanziamento per i lavori <strong>di</strong> or<strong>di</strong>naria manutenzione stradale da 450 a<br />

540 milioni; ab-<br />

191


iamo aumentato da 10 a 70 milioni lo stanziamento per i lavori <strong>di</strong> risanamento<br />

delle frane, e col convegno preliminare sui <strong>di</strong>ssesti franosi del Subappennino del 24<br />

novembre abbiamo inteso <strong>di</strong>chiarare la volontà <strong>di</strong> porre il problema in termini<br />

scientifici, moderni e concreti ad un tempo, per aggre<strong>di</strong>rlo in maniera organica e<br />

globale. Nè abbiamo trascurato una sola occasione <strong>di</strong> interessarci alle nuove<br />

prospettive della viabilità provinciale in rapporto al turismo e in rapporto agli<br />

interessi autostradali della Capitanata, affermando e sostenendo sempre a voce alta,<br />

negli ambienti piú qualificati ed a tutti i livelli, i sacrosanti <strong>di</strong>ritti della Provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong> ad essere servita proficuamente dalle due autostrade: Bologna-Canosa e<br />

Napoli-Bari, particolarmente con la istituzione della stazione <strong>di</strong> servizio a Lesina<br />

per la valorizzazione turistica <strong>di</strong> tutto il Gargano e con il raccordo della <strong>Foggia</strong>-<br />

Candela per un maggiore rispetto degli interessi <strong>di</strong> comunicazione e <strong>di</strong> traffico a<br />

favore del Capoluogo e delle regioni del Subappennino lucerino e del<br />

Preappennino bovinese.<br />

Già in un mio intervento sul problema stradale nella lontana riunione del 20<br />

maggio al Lyons Club <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>, e poi in un convegno organizzato dall'ENAL a<br />

Calenelle, in Giunta, nel Consiglio <strong>Provinciale</strong>, al Convegno sulle Autostrade alla<br />

Fiera del Levante <strong>di</strong> Bari, in seno al Comitato esecutivo dell'Unione delle Province<br />

pugliesi, nella conferenza stampa del 24 ottobre, interessando i parlamentari della<br />

Circoscrizione, il Ministero competente, l'ANAS, la Società concessionaria delle<br />

autostrade, il problema è stato posto sempre con tanta sollecitu<strong>di</strong>ne e passione che<br />

oggi possiamo finalmente attendercene fiduciosi una positiva soluzione.<br />

Abbiamo deliberato per l'acquisto <strong>di</strong> altri due spazzaneve nella ferma<br />

convinzione <strong>di</strong> provvedere ad un servizio che le nostre strade provinciali in collina<br />

e in montagna reclamavano da lunghi anni. Desidererei, poi, che l'On.le Consiglio<br />

<strong>Provinciale</strong> considerasse con particolare attenzione altre due iniziative <strong>di</strong> cosí<br />

evidente importanza che non hanno bisogno <strong>di</strong> essere illustrate. Parlo della<br />

segnaletica stradale fornitaci dall'ACI con una convenzione che ci assicura peraltro<br />

una garanzia dai rischi e dalle responsabilità ricadenti a carico dell'Ente per una<br />

spesa <strong>di</strong> 23 milioni e 300 mila lire, e dell'impianto <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> pronto intervento per<br />

la or<strong>di</strong>naria manutenzione stradale per una spesa preventivata <strong>di</strong> L. 20 milioni.<br />

Queste due ultime iniziative sono segnate tra le spese obbligatorie straor<strong>di</strong>narie<br />

previste nel progetto <strong>di</strong> bilancio.<br />

192


PUBBLICA ISTRUZIONE<br />

Per quanto riguarda il settore della Pubblica Istruzione, io <strong>di</strong>rò assai brevemente<br />

che tre sono le proposizioni fondamentali che colgono gli aspetti piú significativi <strong>di</strong><br />

questo delicato settore: 1 ) l'avvertita necessità <strong>di</strong> dare vita ad un istituto scolastico a<br />

livello universitario; 2), la progressiva espansione della istruzione tecnica; 3) il<br />

ricorso a mezzi straor<strong>di</strong>nari per la costruzione degli e<strong>di</strong>fici scolastici.<br />

Le proposte, gli stu<strong>di</strong> e le esemplificazioni che possono farsi riguardo a<br />

questi tre punti essenziali della politica scolastica sono molteplici, devono tendere a<br />

sod<strong>di</strong>sfare necessità sempre piú crescenti, hanno bisogno <strong>di</strong> una azione costante,<br />

graduale e programmata.<br />

Nessuno ha oggi il dubbio che i problemi della istruzione vadano guardati<br />

con assoluta priorità.<br />

Nei primi giorni della nostra gestione portammo all'esame del Consiglio<br />

<strong>Provinciale</strong> il problema della istituzione <strong>di</strong> una facoltà <strong>di</strong> Magistero in <strong>Foggia</strong>. Dalla<br />

<strong>di</strong>scussione che ne seguí, nonostante le numerose riserve e le opposizioni espresse<br />

da piú parti alla iniziativa, rimase tuttavia in pie<strong>di</strong> la possibilità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re il<br />

problema stesso e <strong>di</strong> superare i contrasti che si erano manifestati in maniera tuttavia<br />

non del tutto irriducibile. Io ritengo che si perse allora una buona occasione per<br />

tentare <strong>di</strong> forzare certi limiti o certi tempi da cui è angustiata la Provincia <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong>.<br />

Può darsi che l'iniziativa potesse non conseguire, cosí come era stata voluta e<br />

intrapresa, il miglior risultato, ma, secondo noi, sarebbe sempre rimasta valida a<br />

sensibilizzare l'opinione pubblica a precostituire dei legittimi interessi, a sollecitare<br />

l'intervento delle Autorità superiori, a tonificare intanto gli ambienti culturali della<br />

Provincia e cominciare a porre a livello universitario le nostre esigenze rispetto alla<br />

istruzione, all'arte, alla cultura. Certamente il problema dovrà essere ripreso in<br />

<strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> concerto con il Comune capoluogo e con gli altri enti e organismi<br />

interessati, in modo che, attraverso l'auspicata istituzione <strong>di</strong> un consorzio<br />

universitario, e in armonia con le nostre formulazioni programmatiche, si possa<br />

rendere giustizia ad una legittima e antica aspirazione della città <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> e <strong>di</strong> tutta<br />

la provincia.<br />

Quanto al secondo punto, che va posto in evidenza, basta scorrere gli in<strong>di</strong>ci<br />

<strong>di</strong> scolarità dal 1952 ad oggi per cogliere in tutta la sua portata la evidente<br />

espansione in provincia della istruzione tecnica e professionale. Di fronte ad un<br />

processo <strong>di</strong> crescita cosí vertiginoso, i compiti dell'Amministrazione <strong>Provinciale</strong> si<br />

<strong>di</strong>latano e si fanno sempre piú onerosi. Si è provveduto, in questo periodo, a<br />

completare adeguatamente l'attrezzatura agli uffici degli istituti scolastici; a rendere<br />

agi-<br />

193


ile il nuovo e<strong>di</strong>ficio scolastico in Via Bari per il Liceo Scientifico in <strong>Foggia</strong>; ad<br />

assicurare il funzionamento della nuova sede dell'Istituto Tecnico Commerciale <strong>di</strong><br />

Cerignola, corredandolo delle necessarie attrezzature tecniche; ad assicurare il<br />

completamento della nuova sede del Liceo Scientifico <strong>di</strong> San Severo, ad appaltare i<br />

lavori per la costruzione della nuova sede dell'Istituto Tecnico <strong>di</strong> Lucera sul suolo<br />

acquistato dalla Provincia.<br />

Signori Consiglieri, non ebbero unanime approvazione le delibere che noi<br />

portammo all'Assemblea per l'acquisto dei suoli necessari per la costruzione degli<br />

e<strong>di</strong>fici scolastici, ma io ritengo che a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo Voi non possiate negare alla<br />

Giunta il merito <strong>di</strong> aver provveduto con senso <strong>di</strong> prudenza e <strong>di</strong> lungimiranza ad<br />

acquistare a prezzi convenientissimi a San Severo i suoli per la costruzione della<br />

nuova sede dell'Istituto Tecnico Agrario «M. Di Sangro » e a <strong>Foggia</strong> quelli necessari<br />

per la costruzione delle nuove se<strong>di</strong> per quegli istituti inclusi nel piano generale<br />

trasmesso a suo tempo al Ministero per essere ammessi a contributo dello Stato.<br />

E' appena il caso <strong>di</strong> aggiungere, in materia <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia scolastica, che se i<br />

contributi statali tarderanno a venire o verranno erogati in minima <strong>parte</strong>,<br />

l'Amministrazione <strong>Provinciale</strong>, senza ostentare <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> programmazione che non<br />

si legittimerebbero <strong>di</strong> fronte ad una soluzione obbligata, dovrà provvedere con un<br />

mutuo straor<strong>di</strong>nario ad assicurare alla crescente popolazione scolastica dei propri<br />

istituti le se<strong>di</strong> e le aule necessarie per oggi e per domani.<br />

Un altro impegno che dovrà essere assolto per il prossimo futuro dagli<br />

Amministratori provinciali è quello che riguarda il conferimento <strong>di</strong> borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

a favore <strong>di</strong> studenti universitari bisognosi. Occorrerà rivedere, penso, ulteriormente<br />

il regolamento già formulato e adeguarne i criteri in armonia e in sussi<strong>di</strong>arietà con<br />

quelli determinati dai provve<strong>di</strong>menti dello Stato.<br />

Quanto alla <strong>Biblioteca</strong> provinciale, abbiamo avvertito dal primo momento la<br />

necessità <strong>di</strong> aumentarne il patrimonio librario, <strong>di</strong> istituirvi un ufficio stampa, <strong>di</strong><br />

assicurare la continuazione della pubblicazione del bollettino « <strong>La</strong> <strong>Biblioteca</strong><br />

<strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> », mentre -con l'acquisto <strong>di</strong> alcuni locali abbiamo consentito<br />

una sistemazione piú adeguata delle collezioni dei quoti<strong>di</strong>ani e delle riviste. Ma la<br />

<strong>Biblioteca</strong> provinciale, cosí egregiamente <strong>di</strong>retta, merita da <strong>parte</strong> nostra piú sollecite<br />

e convinte attenzioni e maggiori aiuti. Nonostante oggi sia ancora cosí<br />

congestionata e soffocata, essa rappresenta una fonte <strong>di</strong> beni sicuri e inesauribili<br />

destinati ad essere sempre meglio utilizzati nei tempi moderni con la <strong>di</strong>vulgazione<br />

sempre piú ampia della istru-<br />

194


zione e della cultura. Di tanto, e della sensibilità della nostra <strong>Biblioteca</strong><br />

verso i tempi nuovi, abbiamo avuto una prova lusinghiera in occasione<br />

della realizzazione del piano « L ».<br />

Abbiamo operato con tempestività e solerzia, curando tutti gli<br />

adempimenti che il Piano poneva a nostro carico, promuovendo<br />

l'organizzazione tecnica delle biblioteche comunali, stanziando la somma<br />

necessaria per l'organizzazione <strong>di</strong> un corso per i bibliotecari, acquistando<br />

il Bibliobus per la <strong>di</strong>stribuzione del materiale librario. Insomma, abbiamo<br />

espresso concretamente la nostra volontà decisa <strong>di</strong> concorrere con lo<br />

Stato e con i Comuni alla realizzazione <strong>di</strong> un piano che mirava a creare in<br />

52 comuni della nostra Provincia una biblioteca funzionante. Oggi, con la<br />

sospensione del Piano « L », noi ci impegniamo a essere presenti a<br />

riven<strong>di</strong>care gli interessi ed i <strong>di</strong>ritti della nostra Provincia, che non<br />

riteniamo possano essere sod<strong>di</strong>sfatti con la sola « rete provinciale dei<br />

posti <strong>di</strong> prestito ».<br />

IGIENE E SANITA’ E ASSISTENZA<br />

Per quanto riguarda il settore dell'igiene e sanità, ricordo che noi<br />

desiderammo mantenere <strong>di</strong>stintamente un assessorato specifico,<br />

affidandolo alle vigili cure dell'amico De Santis, con la espressa volontà <strong>di</strong><br />

condurre in questo campo una politica innovatrice. Non vi <strong>di</strong>rò quanto il<br />

nostro spirito d'iniziativa sia rimasto mortificato dai limiti finanziari e<br />

dalla impossibilità <strong>di</strong> intervenire straor<strong>di</strong>nariamente nel solo spazio <strong>di</strong> un<br />

anno per superare delle situazioni pregresse che, non risolte<br />

adeguatamente e gradualmente nei lunghi anni passati, rappresentano oggi<br />

delle pesanti ipoteche per l'ammodernamento dei nostri istituti e per il<br />

miglioramento dei servizi. Si pensi, ad esempio, che la <strong>di</strong>pintura delle<br />

pareti del nostro laboratorio <strong>Provinciale</strong> d'Igiene e Profilassi, fatta<br />

grossolanamente dagli americani, risale a quell'epoca dell'occupazione<br />

alleata, per rendersi conto delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> arretratezza in cui si trovano<br />

oggi i nostri istituti, anche sotto il profilo della semplice ed or<strong>di</strong>naria<br />

manutenzione. Sin dal gennaio <strong>di</strong> questo anno noi abbiamo elaborato uno<br />

stu<strong>di</strong>o realistico e programmatico che prevede una spesa in piú esercizi <strong>di</strong><br />

L. 60.000.000 circa per il miglioramento del <strong>La</strong>boratorio <strong>Provinciale</strong> con<br />

particolare riguardo al riattamente dei locali, all'arredamento,<br />

all'attrezzatura tecnica e scientifica ed all'adeguamento del personale. Una<br />

<strong>parte</strong> <strong>di</strong> questa spesa risulta già prevista in questo bilancio per L.<br />

22.700.000 all'art. 104 delle spese obbligatorie straor<strong>di</strong>narie. Intanto<br />

abbiamo completato i lavori <strong>di</strong> sopraelevazione del <strong>La</strong>boratorio per gli<br />

Uffici del Me<strong>di</strong>co e del Veterinario provinciali, si sono appaltati i lavori<br />

per l'impianto <strong>di</strong> riscaldamento, si è provveduto<br />

195


alla fornitura <strong>di</strong> apparecchi e <strong>di</strong> materiale scientifica, si è curato l'aggiornamento<br />

tecnico dei vigili sanitari comunali e provinciali con la organizzazione dei due corsi<br />

<strong>di</strong> perfezionamento e abilitazione, si è allargata la pianta organica per mettere a<br />

concorso tre posti a vigile sanitario, un posto <strong>di</strong> preparatore tecnico ed un posto <strong>di</strong><br />

aiuto preparatore. Ma se per il potenziamento del laboratorio <strong>Provinciale</strong> è<br />

possibile programmare e realizzare in vista <strong>di</strong> risultati definitivi, non altrettanto può<br />

<strong>di</strong>rsi per l'Ospedale <strong>di</strong> Maternità e per il Brefotrofio, fino a che non si sarà risolto il<br />

problema della costruzione della nuova sede e <strong>di</strong> cui vi ho già parlato trattando dei<br />

settore dei lavori pubblici. In locali così vecchi, mal ridotti e insufficienti, non vi è<br />

altro da fare che intervenire volta a volta, con l'animo pieno <strong>di</strong> tristezza e <strong>di</strong><br />

soggezione, per cercare <strong>di</strong> ridurre il <strong>di</strong>sagio dei sanitari, del personale e dei<br />

ricoverati, facendo la lotta allo spazio, alla promiscuità, alle crepe che si aprono nei<br />

muri, alle infiltrazioni che minacciano, ai <strong>di</strong>ssesti statici che preoccupano. I<br />

provve<strong>di</strong>menti che abbiamo adottati in questo periodo per migliorare le<br />

attrezzature, per acquistare le due culle incubatrici e i 35 lettini per I..P.P.I., per<br />

aumentare le rette <strong>di</strong> degenza nell'Ospedale <strong>di</strong> Maternità, per corrispondere il<br />

trattamento economico tabellare al personale inserviente ed infermieristico, per<br />

mettere a concorso un posto per una terza ostetrica e per un terzo assistente<br />

sanitario, sono dei provve<strong>di</strong>menti modesti che risentono della precarietà <strong>di</strong> tutta<br />

una situazione, che reclama invece delle soluzioni organiche e definitive. Ma<br />

lasciatemi pur <strong>di</strong>re che questi provve<strong>di</strong>menti già adottati e quelli proposti nella<br />

relazione al Bilancio, relativi alle attrezzature scientifiche della Sala parto e della Sala<br />

operatoria dell'Ospedale <strong>di</strong> Maternità, sono segni che testimoniano la sensibilità <strong>di</strong><br />

questa Giunta <strong>di</strong> fronte alla somma dei problemi che riguardano il presente e<br />

l'avvenire <strong>di</strong> questi due istituti.<br />

Cosí pure, per quanto attiene al settore della Assistenza e Beneficenza, la<br />

Giunta ha ragione <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare <strong>di</strong> avere sensibilizzato con passione e con visione<br />

moderna dei problemi il nostro Ente <strong>di</strong> fronte ai compiti nuovi e alle delicate<br />

funzioni che sono propri del ricovero e dell'assistenza dei folli, degli infermi <strong>di</strong><br />

mente, nonché dei ciechi e sordomuti rieducabili e degli infanti illegittimi.<br />

Soprattutto per l'assistenza agli infermi <strong>di</strong> mente, l'attuazione del Centro<br />

d'Igiene Mentale nella nostra provincia rappresenta un passo decisivo per la<br />

prevenzione e la profilassi delle malattie mentali e una migliore assistenza postmanicomiale,<br />

da una <strong>parte</strong>, e dall'altra per rendere piú razionali ed economiche le<br />

spese che cadono a carico dell'Amministrazione.<br />

196


In un tempo in cui si riconosce universalmente e definitivamente superata la<br />

vecchia legge del 14-2-1904, n. 36 sui manicomi e gli alienati e si attende la riforma<br />

della legge, per la quale l'Unione delle Province Italiane ha presentato un organico e<br />

me<strong>di</strong>tato progetto; in un tempo in cui con la prossima attuazione delle Regioni, si<br />

auspica da piú parti che l'intera materia dell'assistenza sia delegata alle province,<br />

cosí altamente qualificate per la loro struttura e per la loro esperienza ad assolvere i<br />

compiti con tempestività ed efficacia; in un tempo in cui, o Signori, i problemi<br />

dell'assistenza scoppiano sempre piú fragorosamente quanto piú si approfon<strong>di</strong>sce il<br />

dépistage clinico e si allarga la zona delle ricerche e delle indagini, la nostra<br />

Amministrazione non può, al pari <strong>di</strong> tutte le Consorelle d'Italia, limitarsi a seguire le<br />

vecchie forme <strong>di</strong> intervento, come non può ritenere esauriti i propri doveri<br />

nell'ambito ristretto della legge. Il <strong>di</strong>scorso sarebbe troppo lungo e impegnativo e<br />

non può svolgersi in questa occasione. Ma chi volesse pensare per un momento<br />

alla necessità <strong>di</strong> assistere gli spastici, o chi volesse por mente alla necessità <strong>di</strong> un<br />

gerontocomio, in considerazione ad esempio che in Italia fra sette anni vi saranno<br />

10 milioni <strong>di</strong> vecchi abbisognevoli <strong>di</strong> cure e <strong>di</strong> ricovero, si darebbe subito conto<br />

della <strong>di</strong>latazione a cui andrà sempre piú soggetta la politica dell'assistenza e delle<br />

maggiori spese che vi occorreranno. Il problema è legislativo, amministrativo e<br />

finanziario ed è già oggi cosí altamente drammatico da rappresentare uno degli<br />

aspetti piú critici della civiltà e della società nostra.<br />

Tuttavia, nella situazione presente io devo avvertire con profondo senso <strong>di</strong><br />

responsabilità, che in questa delicata materia dell'assistenza e beneficenza occorre<br />

per adesso evitare confusioni, conflitti, equivoci, interventi in<strong>di</strong>scriminati e<br />

contributi <strong>di</strong>spersivi, se si vuole regolarmentare e ad un tempo espandere i compiti<br />

della nostra Amministrazione, al riparo <strong>di</strong> clientelismi e <strong>di</strong> facili demagogie.<br />

Signori Consiglieri !<br />

Lo schema dei bilancio preventivo '63 è nelle Vostre mani ed è affidato alle<br />

Vostre decisioni alte e responsabili. Io spero <strong>di</strong> averVi fornita, con questa relazione,<br />

un abbrivo sufficiente per la <strong>di</strong>scussione che se ne farà, con la certezza che il voto<br />

che esprimerete sarà la conclusione <strong>di</strong> nobili sentimenti e consapevoli giu<strong>di</strong>zi, intesi<br />

a riaffermare, con il nostro, il Vostro amore <strong>di</strong>sinteressato per la Provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>, al <strong>di</strong> sopra delle <strong>di</strong>visioni e dei particolari interessi.<br />

Che Id<strong>di</strong>o ci illumini, ci gui<strong>di</strong> e ci sorregga !<br />

GABRIELE CONSIGLIO<br />

197


VITA COMUNALE<br />

FOGGIA<br />

<strong>La</strong> vitalità della coalizione <strong>di</strong> centro-sinistra<br />

in una conferenza-stampa del Sindaco<br />

<strong>La</strong> fecon<strong>di</strong>tà della collaborazione fra cattolici e socialisti alla guida<br />

dell'amministrazione comunale <strong>di</strong> <strong>Foggia</strong> è stata sostenuta dal sindaco Forcella<br />

nel corso della preannunziata conferenza-stampa tenuta al palazzo <strong>di</strong> Città il 23<br />

settembre u. s.<br />

E' stata imbroccata la via giusta - ha detto l'avv. Forcella - soprattutto perché i<br />

partiti che fanno <strong>parte</strong> della coalizione <strong>di</strong> centrosinistra e cioè la D.C., il P.S.I. e il<br />

P.S.D.I., stanno operando con estremo lealismo, evitando nella maniera più assoluta <strong>di</strong> creare<br />

motivi <strong>di</strong> strumentalizzazione e <strong>di</strong> egemonizzare delle situazioni a favore dei propri gruppi.<br />

<strong>La</strong> ragione <strong>di</strong> questi risultati, secondo il sindaco Forcella, è da ricercarsi<br />

anche nel fatto che i partiti della maggioranza hanno chiaramente presente il<br />

senso del limite, non solo, ma conoscono abbastanza bene il significato politico<br />

della coalizione, che significa anche sacrificio <strong>di</strong> una <strong>parte</strong> dei rispettivi<br />

programmi.<br />

E' stata questa la <strong>di</strong>chiarazione piú importante resa dal sindaco Forcella,<br />

perché si attendeva dal primo citta<strong>di</strong>no e responsabile della coalizione del<br />

centrosinistra, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un anno <strong>di</strong> attività, un giu<strong>di</strong>zio politico e<br />

amministrativo su una équipe che per la prima volta regge le sorti della nostra<br />

città. Prima <strong>di</strong> entrare nel vivo della conferenza-stampa, il sindaco ha reso<br />

omaggio alla stampa per la positiva funzione <strong>di</strong> informazione e <strong>di</strong> formazione<br />

della pubblica opinione. Oggi - egli ha detto - viviamo in un mondo <strong>di</strong> cui la stampa è<br />

riuscita a determinare ad<strong>di</strong>rittura un «<strong>di</strong>ritto» alla informazione, e <strong>di</strong> qui la sua importanza<br />

come ponte <strong>di</strong> collegamento fra i pubblici poteri e la opinione pubblica. Riconosciamo alla<br />

stampa - ha soggiunto l'avv. Forcella anche la sua funzione <strong>di</strong> critica, che costituisce per<br />

noi, motivo <strong>di</strong> stimolo a ben operare.<br />

Il sindaco ha quin<strong>di</strong> preso in esame la situazione strettamente<br />

amministrativa, <strong>parte</strong>ndo dalla constatazione che oggi, pur trovandosi <strong>di</strong> fronte<br />

ad una complessità <strong>di</strong> nuovi problemi, la civica amministrazione non è in<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> poterli affrontare, per effetto <strong>di</strong> una carenza legislativa. E' il caso <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>re, ha commentato l'avv. Forcella, che ci troviamo <strong>di</strong> fronte a «vino nuovo da<br />

versare nelle otri vecchie». Continuando su quest'argomento, il Sindaco, dopo<br />

aver riba<strong>di</strong>to la fecon<strong>di</strong>tà dell'opera svolta nel primo anno <strong>di</strong> attività<br />

dall'amministrazione <strong>di</strong> centro-sinistra, ha fatto presente che questi risultati<br />

acquistano maggior valore soprattutto quando si pensi alle numerose defi-<br />

198


cienze esistenti nelle strutture del nostro apparato citta<strong>di</strong>no. L'avv. Forcella ha<br />

lamentato la mancanza <strong>di</strong> un'autentica vita culturale, <strong>di</strong> un vero e proprio<br />

«retroterra» culturale, e questa deficienza, ha aggiunto, ha finito con l'inari<strong>di</strong>re<br />

l'ambiente civico <strong>di</strong> informazione, <strong>di</strong> dati, <strong>di</strong> rilievi statistici, <strong>di</strong> tutto ciò,<br />

insomma, che poteva essere preso a base per condurre seri stu<strong>di</strong> nell'interesse<br />

della città.<br />

Il Sindaco ha quin<strong>di</strong> preannunziata l'istituzione in seno al comune <strong>di</strong> un<br />

ufficio stu<strong>di</strong> e programmazione che avrà appunto il compito <strong>di</strong> colmare quelle<br />

deficienze strutturali nel settore della ricerca <strong>di</strong> informazioni e <strong>di</strong> dati riguardanti<br />

la città, per avviare su basi serie un approfon<strong>di</strong>to stu<strong>di</strong>o sulla programmazione.<br />

Nel quadro <strong>di</strong> questa attività saranno quanto prima inse<strong>di</strong>ate sei<br />

sottocommissioni: economica e sviluppo citta<strong>di</strong>no; urbanistica; servizi; problemi<br />

culturali e sport; finanziaria; amministrativa. Queste sottocommissioni<br />

rappresentano la naturale strutturazione della commissione sulla<br />

programmazione che venne inse<strong>di</strong>ata dal sindaco alcuni mesi fa.<br />

L'avv. Forcella è passato poi ad illustrare alcuni dati statistici relativi<br />

all'attività amministrativa. Nel corso del primo anno <strong>di</strong> attività, sono state<br />

adottate 414 delibere consiliari; 2711 delibere <strong>di</strong> Giunta, <strong>di</strong> cui 269 con i poteri<br />

del Consiglio; 17 riunioni <strong>di</strong> Consiglio; 100 riunioni <strong>di</strong> Giunta. Nel settore dei<br />

lavori pubblici ha affermato che sono stati realizzati lavori per 268 milioni, sono<br />

in corso <strong>di</strong> esecuzione altri per 456 milioni, mentre ne restano da appaltare per<br />

255 milioni. Per quanto riguarda l'e<strong>di</strong>lizia scolastica, ha comunicato che in questi<br />

giorni saranno montati i primi due complessi scolastici prefabbricati,<br />

rispettivamente in via Pestalozzi e S. Pio X, mentre prima dell'inizio del nuovo<br />

anno scolastico si provvederà al montaggio <strong>di</strong> tutti gli altri complessi scolastici<br />

prefabbricati, dei quali, a suo tempo, fu data comunicazione al Consiglio<br />

Il sindaco ha poi parlato dell'impegnativa opera svolta<br />

dall'Amministrazione al C.E.P., dove troveranno sistemazione in larga <strong>parte</strong> gli<br />

abitanti delle « Casermette ». Questo problema è ora <strong>di</strong>venuto quanto mai attuale,<br />

perché le « Casermette» dovranno essere restituite alle autorità militari; entro il<br />

corrente anno, infatti, è previsto l'arrivo a <strong>Foggia</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse centinaia <strong>di</strong> artiglieri<br />

del 9° Reggimento Artiglieria pesante campale, che, come è noto, ha la sua sede<br />

proprio alle « Casermette ».<br />

Il Sindaco ha infine accennato alla soluzione <strong>di</strong> altri problemi citta<strong>di</strong>ni dei<br />

quali, tra l'altro, l'opinione pubblica era già informata, come l'ampliamento e la<br />

bonifica della rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione del gas <strong>di</strong> città, la municipalizzazione dei<br />

servizi <strong>di</strong> pubblico trasporto, che sarà portata a compimento fra qualche<br />

settimana e numerosi altri. Ha annunziato pure che l'Amministrazione comunale<br />

è vivamente interessata alle recenti scoperte energetiche fatte dalla S.N.I.A.-<br />

Viscosa, così come ai lavori <strong>di</strong> costruzione delle nuove carceri giu<strong>di</strong>ziarie <strong>di</strong><br />

<strong>Foggia</strong>.<br />

Un consuntivo <strong>di</strong> attività, com'è facile rilevare, che pone in evidenza la<br />

fecon<strong>di</strong>tà del lavoro svolto dalla Giunta <strong>di</strong> centro-sinistra. Risultati che sono<br />

stati possibile registrare nonostante le numerose <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne locale e <strong>di</strong><br />

carattere generale che l'Amministrazione ha incontrato sul suo cammino.<br />

Alla conferenza stampa hanno presenziato il vicesindaco prof. Salvatore<br />

Imbimbo, gli assessori: p.i. Antonio Tarquinio, Sig. Michele Valentino, sig.<br />

Giuseppe Fariello, dott. Leonardo Procino e geom. Pellegrino Graziano; i<br />

consiglieri on. Anna De <strong>La</strong>uro Matera e sig. Ennio Marino (S. B.).<br />

199


MANFREDONIA<br />

Nuove manifestazioni<br />

per il VII Centenario della Città<br />

Il ciclo delle conferenze ad alto livello ha continuato a svolgersi<br />

felicemente, con la <strong>parte</strong>cipazione del rev. prof. E. Albino S.J. dell'Università <strong>di</strong><br />

Napoli su l'Antica e nuova Siponto in Manfredonia cristiana, del prof. Michele Fuiano<br />

<strong>di</strong> quello stesso Ateneo, su Normanni a Siponto, del prof. Doroteo Forte O.F.M.<br />

su Motivi francescani nella storia <strong>di</strong> Manfredonia, del prof. Alfredo Zazo<br />

dell'Università <strong>di</strong> Napoli su Manfredonia e Benevento nella rievocazione <strong>di</strong> Manfre<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Svevia, e infine del prof. Renzo Frattarolo dell'Università <strong>di</strong> Roma, che ha<br />

concluso il primo ciclo, trattando il tema <strong>di</strong> Manfre<strong>di</strong> <strong>di</strong> Svevia nella Comme<strong>di</strong>a<br />

dantesca.<br />

Alfredo Zazo, invece che nel salone municipale o nell'aula magna del<br />

Seminario, ha parlato <strong>di</strong> mattina e a teatro, dove convennero, ed era tempo,<br />

rappresentanze <strong>di</strong> tutte le scuole me<strong>di</strong>e. Mario Simone, che ricordando gli stu<strong>di</strong> e<br />

il contributo civico dell'eminente Sannita, gli porse il saluto della Cultura<br />

Napoletana. A questa manifestazione, che si è voluto far coincidere con la data<br />

del <strong>di</strong>ploma Datum Orte, è intervenuto anche il Prefetto, che ha inaugurato una<br />

mostra celebrativa <strong>di</strong> pittura e fotografie, or<strong>di</strong>nata dal Comune e finanziata con il<br />

concorso del Ministero della P. I.<br />

L'anno anniversario dell'inizio della vita ufficiale <strong>di</strong> Manfredonia si è in tal<br />

modo concluso, ma senza che si potesse espletare il programma inserito per atto<br />

pubblico nello statuto del Comitato, per il quale il Comune ha assunto impegno<br />

ed ha impegnato il Governo, ottenendone il patrocinio e sovvenzioni. Tra le<br />

cause <strong>di</strong> questa carenza è debito <strong>di</strong> lealtà in<strong>di</strong>care: 1) l'abbandono da <strong>parte</strong> degli<br />

organi competenti della procedura per il restauro del Castello, destinato ad<br />

accogliere la Mostra Storica; 2) le con<strong>di</strong>zioni dell'Archivio antico e della<br />

<strong>Biblioteca</strong> comunale, che rendono problematica ogni e qualsiasi ricerca; 3) la<br />

iniziativa privata, che proprio nell'anno delle celebrazioni, si è sbizzarrita nel<br />

danneggiare su vasta scala il patrimonio storico-artistico citta<strong>di</strong>no, garantita dalla<br />

in<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> coloro che, per legge, dovrebbero <strong>di</strong>sciplinarla.<br />

[Sipontinus]<br />

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