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Istoria della generazione dell'uomo, e degli animali, se sia da ...

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Parte ll.Cap.Xyi. 143<br />

trasformazioni , e gli afforbimenti delia luce feminale , peichè<br />

non potranno mai dimoftrargli.<br />

5. Effendi) dunque la materia aW infinito divifibile , egli è manifefto,<br />

che ogni fu.j minima parte potrà ogm pi"' tl'^:<br />

effere all'infinito divifa<br />

<strong>da</strong>l moto. Ora la divillone può farli, o in particelle inorga- ,^,7/^7^1'/^<br />

nich'j, o pure organiche . Per generar le prime , bafta, chz infinito.<br />

il moto con certa leggo di velocità fcpari , o flritoli la ma-<br />

teria 3 ma per generar le feconde, conviene , che prima la<br />

dirozzi, cogliendole ciò, qh: ha di fcaiiiO , poi l'effigg; ,<br />

l'inci<strong>da</strong>, e la fcolpifca , feparandoia <strong>da</strong> ciò , che fa corpo<br />

inutilmente con lei , e fi oppone a quel mod.-llo di fimecria, cofi/ìrianhi<br />

che vi a ha <strong>da</strong> imprimere. Così ad un pez^o di marmo roz- per fan partu<br />

20 il moto dello fcalpello dà la ferabianza efleriore d' un "l^' organi-<br />

Animale, o di un'Uomo , e fé la materia non fofTe conta- ''"<br />

mace, fé gli ordigni follerò eftremamente delicati, clamano<br />

dell'Artefice edremaraente fotcile, non vi ha dubbio, che<br />

il moto lavorando nell'interior <strong>della</strong> Statua, potrebbe incavare,<br />

tornire, e sfiUarc certe parti del marmo , d'onde ne<br />

riffulcallero le art;rie, le vene, i nervi, le glaudulc, i vafì<br />

linfitici, e quanto mai vi ha di vifcere, e di mufcoli in uà<br />

Animale : Oltre a ciò potrebbe anche il moto polverizzare uffittidtlma.<br />

in maniera certe parci , traile quali continuamente mifchian- '"•<br />

dofi l'aria, e l'etere, le mantenere in una perpetua inquietudine,<br />

e sbilanciamento, onde acquiflafiero varie contìgurazioni,<br />

e tcfture di fangue, di linfa, di fugonerveo» e <strong>degli</strong><br />

altri liquori , che circolano tra i vali . Non vi ha dua-<br />

^_<br />

^M»<br />

quc difficulcà , dice il V. Malebrance , che col moto C\ poffa<br />

formare un corpo organico ancora nel marmo : la difficuU Moto pui far.<br />

tà è il fapere, quali parci convenga movere, quali togliere, mare un corpo<br />

e quali lafciare. Supponiamo addelTo, che in quella macchi- o'g'"'ico,i,eo.<br />

na l'Artefice s'applichi fopra una picco! iflima particella di '^^S"'^.'"''''-<br />

''^'""•<br />

matcria, e che di nuovo la dirozzi, l'cfiig) , la fcolpifca ,<br />

non firà egli un corpo organico Umile al primo ? E prendendo<br />

di nuovo un'altra parte in quello piccolo corpo gii<br />

fatto, non potrà egli nuovamente intagliare un'altro corpo<br />

organico, e un'altro in un'altro, e cosi fenza fine, poiché<br />

la materia è divifibile all'infinito, e fifuppone, eh' ella non<br />

rcfifta all'Artefice? Per far poi, che quelli corpi infinitamente<br />

piccoli già delincati , fucceflìvamente fifviluppino nonbafla<br />

egli, che il moto s'imprima ne' giri infiniti delle glandule<br />

del cervello, e che quivi acquilli un'infinità d'impeti,<br />

«he finalmente raoltiplicandofi termineranno<br />

H h i<br />

in un'impeto<br />

fcn-<br />

-

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