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ANALISI DEL MOTO DEI ROTABILI LUNGO LE CURVE DI ...

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<strong>ANALISI</strong> <strong>DEL</strong> <strong>MOTO</strong> <strong>DEI</strong> <strong>ROTABILI</strong> <strong>LUNGO</strong> <strong>LE</strong> <strong>CURVE</strong> <strong>DI</strong><br />

TRANSIZIONE FERROVIARIE REALIZZATE CON LA<br />

PARABOLA CUBICA<br />

SOMMARIO<br />

Il tipo di curva di transizione previsto dalla normativa<br />

ferroviaria italiana è la parabola cubica, la cui<br />

equazione si ottiene introducendo alcune<br />

approssimazioni che ne agevolano il computo.<br />

Il presente studio, per mezzo di un modello<br />

semplificato di carrozza ferroviaria, mette in luce le<br />

discontinuità dinamiche che si manifestano nei tratti<br />

iniziale e finale del raccordo parabolico, provocando<br />

la trasmissione di forze impulsive tra assili e binario.<br />

Si propone quindi di adottare curve di transizione<br />

alternative, aventi andamento plano-altimetrico tale<br />

da garantire una continuità cinematica e dinamica di<br />

ordine superiore a quella del tradizionale raccordo<br />

parabolico. Ciò consentirebbe di rendere meno<br />

onerose le operazioni di controllo e di manutenzione<br />

dei veicoli e dell’armamento.<br />

ABSTRACT<br />

Transition curve employed by Italian railway<br />

standards is the cubic parabola: its equation is<br />

obtained by introducing some approximations that<br />

make calculation easier.<br />

This paper, through a simplified model of a railway<br />

coach, points out the dynamic discontinuities that<br />

appear at the beginning and at the end of the<br />

parabolic curve, causing the transmission of<br />

impulsive forces between wheels and track.<br />

The adoption of alternative transition curves, with an<br />

horizontal and vertical alignment which offers a<br />

cinematic and dynamic continuity of higher order<br />

than the cubic parabola, is proposed. This would<br />

allow to keep the control and maintenance<br />

operations of the vehicles and of the superstructure<br />

less onerous.<br />

1. INTRODUZIONE<br />

La necessità di curve di transizione è emersa sin dai<br />

primi tempi in ferrovia, in quanto i treni sono vincolati<br />

a seguire la traiettoria stabilita dalle rotaie e nei punti<br />

di tangenza tra rettifilo e curva circolare, in<br />

mancanza di un graduale raccordo, si verificherebbe<br />

l’istantanea applicazione della forza centrifuga.<br />

Tra i vari tipi di curva di transizione disponibili, le FS<br />

hanno optato per la parabola cubica, detta anche<br />

raccordo parabolico, per la semplicità di calcolo<br />

insita sia nelle operazioni di tracciamento, sia in<br />

quelle di controllo della geometria del binario.<br />

La facilità d’uso dei raccordi parabolici deriva tuttavia<br />

da una serie di approssimazioni riguardanti l’ascissa<br />

MARIO BOR<strong>DI</strong>N<br />

MARCO STEFANUTTI<br />

curvilinea, la curvatura e il posizionamento del centro<br />

della curva circolare. Gli errori che si commettono<br />

utilizzando le formule della parabola cubica,<br />

generalmente considerati trascurabili, danno luogo a<br />

discontinuità dinamiche non irrilevanti: nel punto di<br />

contatto tra parabola cubica e curva circolare infatti<br />

si generano delle forze impulsive che riducono il<br />

comfort dei passeggeri e favoriscono l’usura delle<br />

ruote dei veicoli e dei funghi delle rotaie.<br />

In questa memoria, dopo aver fornito un sintetico<br />

quadro normativo riguardante il progetto delle curve<br />

circolari e delle curve di transizione sulla rete FS, si<br />

esamina il moto di una carrozza ferroviaria che si<br />

inserisce in curva, avvalendosi sia del modello del<br />

corpo rigido puntiforme sia di un modello<br />

tridimensionale semplificato, il quale permette di<br />

analizzare la regolarità di marcia ottenibile con<br />

l’impiego della parabola cubica e della legge di<br />

variazione della sopraelevazione associata.<br />

2. NORME FS PER <strong>LE</strong> <strong>CURVE</strong> CIRCOLARI E PER<br />

<strong>LE</strong> <strong>CURVE</strong> <strong>DI</strong> TRANSIZIONE FERROVIARIE<br />

Il dimensionamento delle curve circolari e delle curve<br />

di transizione segue criteri differenti sulle linee<br />

ordinarie, lungo le quali la velocità di esercizio è<br />

generalmente limitata a 160 km/h, e sulle linee ad<br />

alta velocità, dove sono ammesse velocità di<br />

esercizio superiori.<br />

Si richiamano ora le definizioni di alcune grandezze<br />

e le relazioni tra velocità di tracciato, raggio minimo e<br />

sopraelevazione massima adottate dalle FS, che<br />

saranno utilizzate nel seguito [1] [2] [3] [4].<br />

2.1 Il progetto delle curve circolari sulle linee<br />

ordinarie e sulle linee ad alta velocità<br />

Il parametro che entra in gioco nel dimensionamento<br />

delle curve circolari realizzate sulle linee ordinarie è<br />

l’accelerazione non compensata, la quale può essere<br />

valutata con la seguente espressione:<br />

2<br />

ve<br />

H<br />

anc<br />

? ? g ; (1)<br />

R d<br />

in cui ve è la velocità di esercizio 1 , R il raggio della<br />

curva, H la sopraelevazione della rotaia esterna che<br />

può raggiungere al massimo i 160 mm.<br />

Su una curva avente raggio minimo (Rmin) e<br />

sopraelevazione massima (Hmax), la relazione tra<br />

velocità massima (detta velocità di tracciato) e raggio<br />

minimo è la seguente:<br />

1 Per convenzione qui e nel seguito le velocità in minuscolo<br />

si intendono espresse in m/s, in maiuscolo in km/h.


V max ?<br />

Hmax<br />

? 12.<br />

96 ? anc,<br />

max ?<br />

11.<br />

8<br />

R min ;<br />

scritta più spesso nella forma:<br />

V ? k R ; (2)<br />

max<br />

e<br />

dove ke, denominato coefficiente di esercizio o di<br />

circolazione, dipende dal massimo valore ammesso<br />

per l’accelerazione non compensata sul dato tipo di<br />

treno. Si ha così:<br />

ke=4.62 treni di rango A (anc,max=0.6 m/s 2 );<br />

ke=4.89 treni di rango B (anc,max=0.8 m/s 2 );<br />

ke=5.15 treni di rango C (anc,max=1 m/s 2 ).<br />

Sulle curve di raggio superiore al minimo, stabilita la<br />

velocità di esercizio, per la determinazione della<br />

sopraelevazione si adotta il criterio della<br />

scompensazione proporzionale, che può esprimersi<br />

mediante la seguente relazione geometrica:<br />

min<br />

Hmax<br />

Ve<br />

h ? 11.<br />

8<br />

; (3)<br />

H ? H R<br />

max<br />

in cui Hi è l’insufficienza di sopraelevazione che può<br />

assumere i seguenti valori massimi:<br />

Hi=91.8 mm treni di rango A;<br />

Hi=122.4 mm treni di rango B;<br />

Hi=153 mm treni di rango C.<br />

Introducendo un coefficiente di sopraelevazione<br />

definito come:<br />

Hmax<br />

kh<br />

? 11.<br />

8 ;<br />

H ? H<br />

max<br />

i<br />

la relazione tra sopraelevazione, velocità e raggio<br />

diviene:<br />

2<br />

Ve<br />

h ? k h ; (4)<br />

R<br />

con kh=7.5 (rango A), kh=6.7 (rango B), kh=6.04<br />

(rango C).<br />

Sulle linee ad alta velocità la limitazione<br />

dell’accelerazione non compensata, cui sono<br />

soggetti i treni veloci, viene accompagnata da quella<br />

dell’accelerazione centripeta residua agente sui treni<br />

lenti. Il raggio minimo e la sopraelevazione massima<br />

sono calcolabili attraverso le seguenti relazioni:<br />

R<br />

min<br />

2<br />

max<br />

i<br />

2<br />

2<br />

min<br />

V ? V<br />

? 11.<br />

8 ; (5)<br />

H ? H<br />

e i<br />

2<br />

Vmax<br />

2 2<br />

max ? Vmin<br />

H max ? ( Hi<br />

? He<br />

)<br />

? Hi<br />

; (6)<br />

V<br />

in cui Vmax è la velocità dei treni veloci (passeggeri),<br />

Vmin è la velocità dei treni lenti (merci), Hi<br />

l’insufficienza di sopraelevazione in corrispondenza a<br />

Vmax, He l’eccesso di sopraelevazione alla velocità<br />

Vmin.<br />

Per raggi superiori al minimo la sopraelevazione<br />

della rotaia esterna viene ancora determinata con il<br />

criterio della scompensazione proporzionale (3).<br />

2.2 Il progetto delle curve di transizione sulle linee<br />

ordinarie e sulle linee ad alta velocità<br />

Le curve di transizione in ferrovia svolgono due<br />

funzioni principali:<br />

1) rendere graduale l’applicazione della forza<br />

centrifuga da un valore nullo in rettifilo ad un<br />

valore finito in curva e quindi limitare il<br />

contraccolpo;<br />

2) permettere il sollevamento progressivo della<br />

rotaia esterna fino a raggiungere la<br />

sopraelevazione (H) stabilita per la curva<br />

circolare.<br />

Introducendo un sistema di riferimento cartesiano<br />

avente origine nel punto di inizio del raccordo (Figura<br />

1), la determinazione dell’equazione della curva di<br />

transizione impiegata in ferrovia avviene imponendo<br />

che in ogni suo punto sia soddisfatta la nota<br />

relazione di bilanciamento tra forza centrifuga e forza<br />

peso:<br />

2<br />

h 1 v 1 g<br />

? ? ? h . (7)<br />

d g r r 2<br />

d?<br />

v<br />

Dal momento che lungo il raccordo la rotaia esterna<br />

viene fatta innalzare con sovrapendenza costante<br />

(p), si ha:<br />

h ( s)<br />

? p ? s ; (8)<br />

1 g ? p<br />

? s ; (9)<br />

r 2<br />

d ? v<br />

poiché g, d e v sono costanti lungo l’intero raccordo,<br />

si ottiene una relazione lineare tra curvatura e<br />

ascissa curvilinea corrispondente all’equazione di<br />

una clotoide:<br />

?<br />

?<br />

s 1<br />

; (10)<br />

r<br />

ove si è posto:<br />

1 g ? p<br />

? .<br />

? 2<br />

d ? v<br />

y<br />

O<br />

L/2<br />

? R<br />

L<br />

C<br />

Figura 1 – Parabola cubica.<br />

L’espressione cartesiana della curvatura è:<br />

d y<br />

1<br />

2<br />

? dx<br />

r<br />

3<br />

? 2 2<br />

? dy ? ?<br />

? 1?<br />

? ? ?<br />

? ? dx ? ?<br />

. (11)<br />

Per rendere più agevole il calcolo del raccordo, in<br />

particolare delle coordinate cartesiane dei suoi punti,<br />

si introducono due semplificazioni:<br />

- all’ascissa curvilinea s viene sostituita l’ascissa<br />

cartesiana x ( s ? x );<br />

- nell’espressione della curvatura si trascura il<br />

termine (dy/dx) 2 , cosicché si ha:<br />

2<br />

1 x d y<br />

? ? .<br />

r ? 2<br />

dx<br />

?<br />

2<br />

?<br />

R<br />

x


Dato che y’(0)=0 e y(0)=0, con doppia integrazione si<br />

ricava:<br />

3<br />

x<br />

y(<br />

x)<br />

? ;<br />

6?<br />

che è l’equazione di una parabola cubica.<br />

Con alcuni passaggi si può vedere che ? ? LR , in<br />

cui R è il raggio della curva circolare su cui si innesta<br />

la parabola cubica, L è la lunghezza del raccordo. Si<br />

giunge così alla classica espressione della parabola<br />

cubica impiegata in ferrovia:<br />

x<br />

y(<br />

x)<br />

? . (12)<br />

6LR<br />

Per la precisione, con L si intende la lunghezza<br />

tangente del raccordo, ovvero l’ascissa x del punto<br />

finale della parabola cubica. Tale lunghezza viene<br />

utilizzata in tutte le formule di dimensionamento della<br />

parabola cubica ed è chiaro che risulta differente<br />

dallo sviluppo vero e proprio, che si ottiene invece<br />

con la seguente formula:<br />

L<br />

? ? ? ? 2<br />

? dy ?<br />

?<br />

? ? ? ?<br />

x<br />

S v ? 1?<br />

? dx 1<br />

? ?<br />

?<br />

dx ;<br />

dx<br />

?<br />

2RL<br />

?<br />

0<br />

2<br />

L<br />

L<br />

0<br />

3<br />

2<br />

? ? ?<br />

x<br />

S v 1 dx ; (13)<br />

2 2<br />

4R<br />

L<br />

0<br />

il precedente integrale può essere calcolato per via<br />

numerica utilizzando uno sviluppo in serie binomiale:<br />

? k?<br />

0<br />

4<br />

?<br />

? 0.<br />

5 4k<br />

1<br />

? x<br />

S v ?<br />

?<br />

?<br />

; (14)<br />

? k ?<br />

che risulta convergente se:<br />

x<br />

4R<br />

2<br />

4<br />

L<br />

2<br />

? 1 .<br />

2 2 k ? 4R<br />

L ? ? 4k<br />

? 1?<br />

La lunghezza tangente della curva di transizione (L)<br />

viene determinata con criteri distinti nelle ferrovie<br />

ordinarie e nelle ferrovie ad alta velocità. Nel primo<br />

caso si impone una limitazione alla sovrapendenza<br />

della rotaia esterna con i valori riportati in tabella 1.<br />

Ve ? 75 km/h<br />

75 Ve<br />

100 ? ? km/h<br />

Ve ? 100 km/h<br />

pmax<br />

2‰<br />

1.5‰<br />

1‰<br />

Tabella 1 - Sovrapendenze massime per la rotaia<br />

esterna.<br />

Si giunge quindi al seguente criterio di<br />

dimensionamento:<br />

H<br />

L ?<br />

p<br />

. (15)<br />

max<br />

Sulle linee ad alta velocità, invece, si pone un limite<br />

al contraccolpo, così definito:<br />

? 2<br />

da<br />

?<br />

nc d<br />

?<br />

v max h<br />

C ? ? ? g ? ; (16)<br />

dt dt ? ?<br />

?<br />

r d<br />

?<br />

dove vmax rappresenta la velocità dei treni<br />

passeggeri. Detta inoltre Lmax la lunghezza del<br />

raccordo inserito sulla curva di raggio minimo, con<br />

una serie di passaggi algebrici si giunge a:<br />

V a max nc,<br />

max<br />

C max ? ;<br />

3.<br />

6 L<br />

max<br />

e quindi:<br />

V a max nc,<br />

max<br />

L max ? .<br />

3.<br />

6 C<br />

max<br />

Le attuali norme FS per le linee ad alta velocità<br />

fissano Cmax=0.15 m/s 3 e anc,max= 0.6 m/s 2 , cosicché<br />

si ottiene:<br />

L ? 1.<br />

111?<br />

V . (17)<br />

max<br />

max<br />

Per i raccordi inseriti sulle curve di raggio superiore<br />

al minimo si adotta il seguente criterio di<br />

proporzionalità:<br />

H<br />

L ? 1.<br />

111<br />

H<br />

Vmax;<br />

(18)<br />

max<br />

in cui Hmax è la sopraelevazione associata al raggio<br />

minimo (6).<br />

3. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI GEOMETRICI E<br />

<strong>DI</strong>NAMICI CONSEGUENTI ALL’APPROSSIMA-<br />

ZIONE <strong>DEL</strong>LA PARABOLA CUBICA<br />

Nel paragrafo 2.2 si è visto che l’equazione della<br />

parabola cubica si ottiene sostituendo alla curvatura<br />

la derivata seconda e all’ascissa curvilinea l’ascissa<br />

cartesiana:<br />

2<br />

d y<br />

1<br />

2<br />

?<br />

dx<br />

r<br />

3<br />

? 2 2<br />

? dy ?<br />

?<br />

? 1?<br />

? ? ?<br />

? ? dx ? ?<br />

2<br />

d y<br />

? ?<br />

2<br />

dx<br />

x<br />

.<br />

RL<br />

(19)<br />

Si aggiungono ulteriori semplificazioni riguardanti la<br />

posizione del centro della curva circolare [1] [2] [4]:<br />

x C ? L / 2 ; (20)<br />

L<br />

yC<br />

? R ? ? R ? R ? . (21)<br />

24R<br />

Le approssimazioni introdotte generano tre<br />

discontinuità tra il punto finale della parabola cubica<br />

e il punto iniziale dell'arco di cerchio:<br />

- mancanza di contatto;<br />

- discontinuità angolare;<br />

- discontinuità nella curvatura.<br />

La prima discontinuità è puramente teorica in quanto<br />

il binario viene disposto con continuità e corretto con<br />

il metodo Hallade [9].<br />

Le altre due irregolarità invece non sono eliminabili<br />

con l’applicazione del metodo Hallade; si può solo<br />

ritenere che la deformabilità delle rotaie consenta di<br />

distribuire le discontinuità puntuali lungo un breve<br />

tratto di binario.<br />

Il problema viene esaminato considerando il caso di<br />

una parabola cubica inserita su una curva circolare<br />

di raggio Rmin=516.660 m e con sopraelevazione<br />

Hmax=160 mm, in cui le velocità massime ammesse<br />

sono 2 : per i treni di rango A Vmax=105 km/h, per i<br />

treni di rango B Vmax=110 km/h, per quelli di rango C<br />

Vmax=115 km/h. La lunghezza tangente del raccordo,<br />

ricavata tramite la (15), è di 160 m, a cui corrisponde<br />

2 Le velocità massime, calcolate per mezzo della (2),<br />

vengono arrotondate ai 5 km/h, come è consuetudine<br />

presso le FS [2].<br />

2


uno sviluppo di 160.383 m (calcolato con la (14)).<br />

Per meglio evidenziare l’andamento della curvatura,<br />

dell’accelerazione non compensata e di tutte le altre<br />

grandezze, i domini dei grafici vengono estesi ad un<br />

tratto iniziale di rettifilo della lunghezza di 30 m e ad<br />

un arco di cerchio finale avente sviluppo di 30 m; di<br />

conseguenza si studia il moto su un tratto di linea<br />

ferroviaria lungo complessivamente 220.383 m e le<br />

ascisse curvilinee iniziale e finale del raccordo<br />

parabolico sono rispettivamente 30 e 190.383 m.<br />

Si analizza il solo moto di passaggio da rettifilo a<br />

curva circolare, tralasciando per brevità il caso<br />

inverso di moto di uscita dalla curva.<br />

3.1 La discontinuità nella deviazione angolare<br />

La tangente dell’angolo di deviazione in<br />

corrispondenza della generica ascissa del raccordo<br />

parabolico si ottiene per integrazione<br />

dell’espressione della curvatura (19):<br />

dy x<br />

? tg?<br />

? .<br />

dx 2RL<br />

(22)<br />

Come anticipato, nel punto di contatto (xp, yp) tra<br />

parabola e cerchio esiste una discontinuità<br />

nell’angolo di deviazione (? ). Infatti l’angolo ? lungo il<br />

raccordo cresce senza raggiungere l’angolo ? ’ di<br />

tangenza con l’arco di cerchio:<br />

xp<br />

? xC<br />

? '?<br />

arctg ;<br />

y ? y<br />

(23)<br />

dove xC e yC sono le coordinate del centro del<br />

cerchio, date dalla (20) e dalla (21), e quindi ricavate<br />

da approssimazioni.<br />

L’andamento di tg??per il caso numerico esaminato è<br />

riportato in figura 2; nel passaggio tra curva di<br />

transizione e curva circolare tg? subisce un<br />

repentino aumento, che si traduce in un’irregolarità<br />

nel moto di imbardata della carrozza ferroviaria,<br />

come si vedrà in §4.3. L’incremento relativo di tg? ,<br />

così definito:<br />

tg?<br />

'?<br />

tg?<br />

? tg ? (%) ? ; (24)<br />

tg?<br />

varia dal 2.9% per una velocità di tracciato pari a 60<br />

km/h allo 0.2% per Vmax=160 km/h, mentre per<br />

l’esempio a cui si riferiscono le figure del presente<br />

paragrafo è dell’1.0%.<br />

C<br />

2<br />

p<br />

Figura 2 – Tangente dell’angolo di deviazione lungo la<br />

parabola cubica.<br />

3.2 La discontinuità nella curvatura<br />

Si consideri un rotabile, schematizzato come corpo<br />

rigido, che provenendo dal rettifilo percorre la<br />

parabola cubica per inserirsi nella curva circolare che<br />

segue. L’accelerazione non compensata, data dalla<br />

(1), lungo il raccordo parabolico può così essere<br />

scritta:<br />

a<br />

nc<br />

, par<br />

( x)<br />

2 y"<br />

( x)<br />

h(<br />

x)<br />

? v<br />

, (25)<br />

? g<br />

2 3 / 2<br />

? 1?<br />

y'(<br />

x)<br />

? d<br />

in cui ad 1/r si è sostituita l’espressione (11)<br />

rappresentante la curvatura reale, evitando di<br />

introdurre semplificazioni. In particolare alla fine della<br />

parabola cubica si ha:<br />

1<br />

y " ( x)<br />

? ;<br />

R<br />

L<br />

y '(<br />

x)<br />

? ;<br />

2R<br />

e quindi:<br />

2 1/<br />

R H<br />

anc<br />

, par(<br />

L)<br />

? v<br />

? g . (26)<br />

2<br />

3 / 2<br />

?<br />

d<br />

? L ?<br />

?<br />

? 1?<br />

? ? ?<br />

? 2R<br />

? ? ? ?<br />

L’espressione dell’accelerazione non compensata<br />

lungo l’arco di cerchio è:<br />

v H<br />

anc<br />

, cer ? ? g . (27)<br />

R d<br />

In figura 3 si può osservare l’andamento della<br />

curvatura, mentre in figura 4 sono riportati i valori<br />

dell’accelerazione non compensata cui sono soggetti<br />

i treni di rango A, B e C (anc rA, anc rB, anc rC).<br />

(1/m)<br />

0.0025<br />

0.0020<br />

0.0015<br />

0.0010<br />

0.0005<br />

Curvatura<br />

0.0000<br />

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 3 - Curvatura reale lungo la parabola cubica.<br />

2<br />

s (m)


(m/s^2)<br />

1.0<br />

0.9<br />

0.8<br />

0.7<br />

0.6<br />

0.5<br />

0.4<br />

0.3<br />

0.2<br />

anc rA<br />

anc rB<br />

anc rC<br />

Accelerazione non compensata<br />

0.1<br />

0.0<br />

s (m)<br />

0 15 30 45 60 75 90 105120135 150 165 180 195 210<br />

Figura 4 - Accelerazione non compensata lungo la<br />

parabola cubica.<br />

Sull’asse orizzontale è inserita l’ascissa curvilinea s,<br />

ovvero lo spazio effettivo percorso dal veicolo,<br />

anziché l’ascissa cartesiana x; utilizzando i primi<br />

termini dello sviluppo in serie (14):<br />

5<br />

1 x 1 x<br />

s( x)<br />

? x ? ?<br />

? ... ;<br />

2 2<br />

4 4<br />

40 R L 1152 R L<br />

si trova l’equazione x(s) per la parabola cubica:<br />

5<br />

1 x 1 x<br />

x( s)<br />

? s ? ?<br />

? ... ;<br />

2 2<br />

4 4<br />

40 R L 1152 R L<br />

da risolversi per via iterativa.<br />

In figura 3 si osserva che 1/r cresce allontanandosi<br />

progressivamente dall’andamento lineare, cosicché<br />

in fondo alla curva di transizione si ha una differenza<br />

di curvatura tra l’ultimo punto della parabola cubica<br />

(1/r)par e il primo punto dell’arco di cerchio (1/r)cer.<br />

L’incremento relativo di curvatura in questo punto,<br />

così calcolabile:<br />

? 1?<br />

? 1 ?<br />

? ? ? ? ?<br />

? 1?<br />

? r ? cer ? r ? par<br />

? ? ? (%) ?<br />

100 ; (28)<br />

? r ? ? 1 ?<br />

? ?<br />

? r ?<br />

nell’esempio numerico utilizzato è del 3.6%.<br />

Analizzando il grafico dell’accelerazione non<br />

compensata (Figura 4), si vede che gli effetti delle<br />

approssimazioni introdotte si amplificano<br />

notevolmente: l’accelerazione non compensata<br />

cresce con legge non lineare e alla fine della curva di<br />

transizione subisce un incremento significativo.<br />

(m/s^3)<br />

0.30<br />

0.25<br />

0.20<br />

0.15<br />

0.10<br />

0.05<br />

C rA<br />

C rB<br />

C rC<br />

Contraccolpo<br />

9<br />

9<br />

par<br />

s (m)<br />

0.00<br />

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 5 - Contraccolpo lungo la parabola cubica.<br />

V (km/h) Rmin (m) L (m) ? (1/r) % ? anc % ? C %<br />

60 168.705 80 8.550 27.567 -101.200<br />

65 197.994 80 6.184 19.018 -76.389<br />

70 229.627 80 4.586 13.676 -58.337<br />

75 263.602 80 3.474 10.145 -45.114<br />

80 299.921 106.667 4.781 14.309 -60.765<br />

85 338.582 106.667 3.745 10.992 -48.529<br />

90 379.587 106.667 2.976 8.611 -39.125<br />

95 422.935 106.667 2.395 6.857 -31.834<br />

100 468.626 106.667 1.949 5.536 -26.131<br />

105 516.660 160 3.618 10.594 -47.132<br />

110 567.037 160 3.001 8.687 -39.547<br />

115 619.758 160 2.510 7.201 -33.389<br />

120 674.821 160 2.116 6.026 -28.356<br />

125 732.228 160 1.796 5.086 -24.221<br />

130 791.978 160 1.534 4.326 -20.799<br />

135 854.071 160 1.319 3.704 -17.952<br />

140 918.507 160 1.140 3.191 -15.571<br />

145 985.286 160 0.991 2.765 -13.565<br />

150 1054.408 160 0.865 2.409 -11.873<br />

155 1125.874 160 0.758 2.108 -10.431<br />

160 1199.682 160 0.668 1.854 -9.204<br />

Tabella 2 - Variazioni percentuali della curvatura,<br />

dell'accelerazione non compensata e del contraccolpo<br />

su parabole cubiche inserite su raggi minimi.<br />

Le conseguenze sul comfort dei passeggeri di<br />

questa legge di variazione si possono vedere nella<br />

figura 5, in cui è riportato il diagramma del<br />

contraccolpo, definito con la (16), per treni di rango<br />

A, B e C (in simboli rispettivamente C rA, C rB e C<br />

rC).<br />

Si può osservare che l’andamento qualitativo del<br />

contraccolpo non risulta soddisfacente: lungo la<br />

parabola cubica, infatti, il contraccolpo non è<br />

costante, ma diminuisce in modo evidente al<br />

crescere di s, mentre nel punto di passaggio tra<br />

raccordo e curva circolare diventa teoricamente<br />

infinito per effetto del brusco aumento<br />

dell’accelerazione non compensata.<br />

Per l’esempio riportato l’incremento relativo di<br />

accelerazione non compensata, definito come:<br />

a nc,<br />

cer ? anc,<br />

par(<br />

L)<br />

? anc<br />

(%) ?<br />

100 ; (29)<br />

a ( L)<br />

nc,<br />

par<br />

risulta pari al 10.6% per i treni di rango A, al 9.2%<br />

per i treni di rango B e all’8.2% per quelli di rango C.<br />

L’anomalo andamento del contraccolpo può essere<br />

descritto attraverso la riduzione relativa di C<br />

rilevabile tra l’inizio della parabola cubica (x=0) e la<br />

fine (x=L), ovvero:<br />

C(<br />

x ? L)<br />

? C(<br />

x ? 0)<br />

? C(%)<br />

?<br />

100 ; (30)<br />

C(<br />

x ? 0)<br />

? C giunge a -47.1% per i treni di rango A, a -40.9%<br />

per i treni di rango B e a -36.8% per quelli di rango<br />

C.<br />

In tabella 2 sono riportati gli incrementi relativi di<br />

curvatura e di accelerazione non compensata e la<br />

riduzione di contraccolpo calcolati per i treni di rango<br />

A. Si può notare che in linea generale queste<br />

variazioni relative diminuiscono in valore assoluto al<br />

crescere della velocità di tracciato e quindi del raggio<br />

minimo. Per quanto riguarda ? ? 1/<br />

r?<br />

si passa<br />

dall’8.5% per una velocità di 60 km/h, allo 0.7 % per<br />

V=160 km/h; ? anc<br />

, nello stesso campo di velocità, si<br />

riduce dal 27.6% all’1.9%; ?C varia da –101.2% a –<br />

9.2%.<br />

V (km/h) R (m) L (m) ? (1/r) % ? anc % ? C %<br />

60 269.929 50 1.289 3.619 -17.327


65 316.791 50 0.936 2.610 -12.657<br />

70 367.403 50 0.695 1.931 -9.450<br />

75 421.763 50 0.527 1.461 -7.192<br />

80 479.873 66.667 0.725 2.014 -9.891<br />

85 541.732 66.667 0.568 1.575 -7.783<br />

90 607.339 66.667 0.452 1.250 -6.205<br />

95 676.696 66.667 0.364 1.006 -5.007<br />

100 749.801 66.667 0.297 0.818 -4.083<br />

105 826.656 100 0.549 1.522 -7.561<br />

110 907.260 100 0.456 1.261 -6.286<br />

115 991.612 100 0.382 1.054 -5.269<br />

120 1079.714 100 0.322 0.888 -4.449<br />

125 1171.565 100 0.273 0.754 -3.782<br />

130 1267.164 100 0.234 0.644 -3.235<br />

135 1366.513 100 0.201 0.553 -2.783<br />

140 1469.611 100 0.174 0.478 -2.409<br />

145 1576.457 100 0.151 0.415 -2.093<br />

150 1687.053 100 0.132 0.362 -1.828<br />

155 1801.398 100 0.116 0.318 -1.604<br />

160 1919.492 100 0.102 0.280 -1.413<br />

Tabella 3 - Variazioni percentuali della curvatura,<br />

dell'accelerazione non compensata e del contraccolpo<br />

su parabole cubiche inserite su raggi superiori ai<br />

minimi.<br />

? , ? anc<br />

, ?C si<br />

riducono al crescere del raggio, come si vede in<br />

tabella 3, dove i valori di R sono stati ottenuti<br />

impiegando la (3):<br />

A parità di velocità di esercizio, ? 1/<br />

r?<br />

2<br />

Hmax<br />

Ve<br />

Hmax<br />

Ve<br />

h ? 11.<br />

8<br />

? R ? 11.<br />

8<br />

;<br />

H ? H R<br />

H ? H h<br />

max<br />

i<br />

max<br />

con una sopraelevazione di 100 mm.<br />

Sulle linee ad alta velocità, in cui per la<br />

determinazione del raggio minimo, della<br />

sopraelevazione massima e della lunghezza<br />

tangente della parabola cubica si impiegano<br />

rispettivamente le (5), (6) e (18), gli incrementi e<br />

decrementi di 1/r, anc e C risultano particolarmente<br />

ridotti: ? ? 1/<br />

r?<br />

è sempre inferiore allo 0.8%, ? anc<br />

al<br />

2.2%, ?C a –10.7%.<br />

Nel paragrafo che segue si analizzano altri aspetti<br />

del moto di una carrozza ferroviaria; in §5 si tornerà<br />

sull'argomento delle discontinuità intrinseche della<br />

parabola cubica con ulteriori considerazioni che<br />

consentiranno di individuare il campo di accettabilità<br />

della parabola cubica.<br />

i<br />

2<br />

Figura 6 - Modello semplificato di carrozza ferroviaria.<br />

4. <strong>ANALISI</strong> <strong>DEL</strong> <strong>MOTO</strong> TRI<strong>DI</strong>MENSIONA<strong>LE</strong> <strong>DI</strong><br />

UNA CARROZZA FERROVIARIA <strong>LUNGO</strong> LA<br />

PARABOLA CUBICA<br />

La carrozza ferroviaria è formata da una cassa, due<br />

telai dei carrelli e quattro assili. Lo studio completo<br />

del moto del veicolo richiede la formulazione di<br />

un’equazione per ciascun grado di libertà dei suoi<br />

componenti; dal momento che la carrozza è<br />

suddivisa in 7 parti e ciascuna ha 6 gradi di libertà<br />

nello spazio, se ne deduce che sarebbe necessario<br />

costruire un sistema di 42 equazioni differenziali [5]<br />

[6].<br />

In questa sede si analizzano i moti rigidi che compie<br />

la cassa di una carrozza ferroviaria nel percorrere un<br />

raccordo di transizione realizzato con la parabola<br />

cubica. Allo scopo si adotta un modello cinematico<br />

semplificato del veicolo ferroviario così definito<br />

(Figura 6):<br />

- il veicolo è composto da tre parti: una cassa e<br />

due carrelli;<br />

- i carrelli ruotano attorno a due punti fissi della<br />

cassa detti perni (P1 e P2 in figura), i quali si<br />

trovano sempre in posizione centrata rispetto al<br />

binario 3 ;<br />

- la distanza p tra i perni, detta interperno, è di 19<br />

m (carrozza passeggeri del tipo UIC-X e UIC-Z)<br />

[7].<br />

- la cassa è costituita da un parallelepipedo<br />

avente baricentro (? ) nel suo punto centrale; i<br />

risultati che si ottengono restano<br />

sostanzialmente validi anche se ??? a causa<br />

delle inevitabili asimmetrie nella distribuzione dei<br />

carichi, non coincide esattamente con il centro<br />

del parallelepipedo.<br />

Si introducono inoltre le seguenti ipotesi riguardanti il<br />

veicolo e l’accoppiamento carrelli-binario:<br />

- le quattro ruote degli assili appartenenti ad un<br />

carrello hanno punti di appoggio situati su uno<br />

stesso piano (si trascura così l’effetto dello<br />

sghembo corto);<br />

- ciascun carrello si dispone sempre in modo da<br />

risultare tangente al tracciato del binario in<br />

corrispondenza dei perni;<br />

- non si considerano gli effetti dinamici prodotti<br />

dalle sospensioni, ma si ammette che la<br />

variazione di assetto della cassa rispetto ai<br />

carrelli possa avvenire solo grazie alla loro<br />

presenza.<br />

Per semplicità, si escludono variazioni altimetriche<br />

dell’asse ferroviario diverse dalla sopraelevazione<br />

della rotaia esterna e la velocità di avanzamento del<br />

3 Non si considera quindi lo spostamento trasversale che<br />

può subire il centro del carrello a causa delle sue variazioni<br />

di assetto (inserzione libera, tangente od obbligata) [3] [5].


veicolo si pone costante e pari alla velocità stabilita<br />

per i vari ranghi.<br />

Per lo studio del moto della cassa si impiegano due<br />

sistemi di riferimento:<br />

- un sistema fisso Oxyz con origine nel punto<br />

iniziale della parabola cubica e asse x ivi<br />

tangente; il punto O si trova alla quota del<br />

baricentro della cassa (h ? );<br />

- un sistema mobile ???? solidale alla cassa della<br />

carrozza ferroviaria, avente origine nel suo<br />

baricentro; l’asse ? corrisponde all’asse<br />

longitudinale della cassa, l’asse ? coincide con<br />

l’asse trasversale, l’asse ? è perpendicolare ai<br />

precedenti in modo da formare una terna<br />

destrogira.<br />

La velocità assoluta di un qualunque punto P si<br />

determina con il teorema di composizione delle<br />

velocità [8]:<br />

( P)<br />

? v ( P)<br />

? v ( P)<br />

; (31)<br />

v r t<br />

dove, impiegando la notazione vettoriale, con ( P)<br />

si è indicata la velocità relativa del punto rispetto al<br />

sistema mobile e con v t ( P)<br />

la velocità di<br />

trascinamento, ovvero la velocità assoluta che<br />

avrebbe P se fosse solidale al riferimento mobile,<br />

ovvero:<br />

( P)<br />

? v(<br />

? ) ? ? ? ( P ? ? ) ; (32)<br />

v t<br />

t<br />

in cui v ( ? ) è la velocità assoluta del baricentro della<br />

cassa e ? t è la velocità angolare della cassa attorno<br />

ad ? .<br />

Poiché si considerano i soli punti appartenenti alla<br />

cassa, risulta:<br />

( P)<br />

? 0 ? v(P)<br />

? v (P) ? v(<br />

? ) ? ? ? ( P ? ? ) ;<br />

v r<br />

t<br />

t<br />

pertanto il moto di un generico punto della cassa<br />

dovuto alla geometria del binario sarà nel seguito<br />

chiamato “moto di trascinamento”.<br />

L’accelerazione assoluta a cui è soggetto un punto P<br />

si ottiene dal teorema di composizione delle<br />

accelerazioni:<br />

( P)<br />

? a ( P)<br />

? a ( P)<br />

? a ( P)<br />

; (33)<br />

a r t c<br />

dove:<br />

ar ( P)<br />

è l’accelerazione di P relativa al sistema<br />

mobile;<br />

at ( P)<br />

è l’accelerazione di trascinamento di P,<br />

valutabile con la seguente espressione:<br />

( P)<br />

? a(<br />

? ) ? ? ? ( P ? ? ) ? ? ? ( ? ? ( P ? ? )) ;(34)<br />

at t<br />

t t<br />

ac ( P)<br />

è l’accelerazione di Coriolis:<br />

ac t r<br />

( P)<br />

? 2?<br />

? v ( P)<br />

.<br />

Se P è solidale alla cassa, si ha:<br />

( P)<br />

? v ( P)<br />

? 0 ? a ( P)<br />

? 0 ;<br />

ar r<br />

c<br />

e quindi il punto è soggetto alla sola accelerazione di<br />

trascinamento.<br />

Detti x e , e y , z e i versori degli assi x, y, z e ? ?ˆ , ? ?ˆ ,<br />

?ˆ ? i versori degli assi ??????? , i vettori impiegati nella<br />

(32) e nella (34) possono essere rappresentati nel<br />

modo descritto di seguito.<br />

La velocità assoluta del baricentro della cassa è la<br />

somma della velocità di avanzamento (v), diretta<br />

lungo la tangente della traiettoria curvilinea descritta<br />

dal baricentro (? ), e della velocità di sollevamento<br />

( z ), dovuta all’innalzamento della rotaia esterna:<br />

v r<br />

z ê z<br />

v ( ? ) ? v?<br />

ˆ?<br />

? . (35)<br />

L’accelerazione assoluta di ? è la somma vettoriale<br />

dell’accelerazione di gravità (g), dell’accelerazione<br />

centripeta (v 2 /r) e dell’accelerazione di sollevamento<br />

( z ):<br />

2<br />

v<br />

a ( ? ) ? vers(<br />

C ? ? ) ? gê<br />

z ? zêz<br />

; (36)<br />

r<br />

dove C è il centro del cerchio osculatore.<br />

La velocità angolare di trascinamento ( ? t ) e<br />

l’accelerazione angolare di trascinamento possono<br />

essere scomposte in funzione delle velocità e delle<br />

accelerazioni di rotazione attorno agli assi di<br />

simmetria della cassa:<br />

? t ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ; (37)<br />

? t ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? . (38)<br />

Con tali rappresentazioni vettoriali si osserva che il<br />

moto di un qualunque punto della cassa è il risultato<br />

della composizione del moto del baricentro (moto<br />

curvilineo uniforme nel piano xy e sollevamento<br />

lungo z) e di tre moti rotatori attorno agli assi ??????? ,<br />

detti rispettivamente moti di rollio, di beccheggio e di<br />

imbardata.<br />

Una volta messo a punto il modello semplificato di<br />

veicolo ferroviario, si è condotta una simulazione del<br />

moto della carrozza lungo un raccordo parabolico,<br />

considerando il percorso compiuto dal carrello<br />

anteriore (carrello 1) lungo un tratto rettilineo di 30 m,<br />

poi lungo la curva di transizione e infine sul<br />

successivo arco di circonferenza, per ulteriori 30 m.<br />

L’ascissa curvilinea s è stata fatta variare con passo<br />

costante di 0.5 m e, a seconda dell’elemento di<br />

tracciato su cui si trovava il carrello 1, si sono<br />

determinate le coordinate di P1(x1,y1,z1) nel sistema<br />

di riferimento fisso: le coordinate x, y sono state<br />

ottenute dalle equazioni della parabola cubica e della<br />

circonferenza su cui tale curva è inserita; la<br />

coordinata z, per l’ipotesi di carrello centrato nel<br />

binario, risulta pari a h(s)/2, dove con h(s) si intende<br />

la sopraelevazione della rotaia esterna in<br />

corrispondenza all’ascissa curvilinea s. La posizione<br />

del carrello posteriore (carrello 2), P2(x2,y2,z2), è<br />

stata trovata per via numerica imponendo due<br />

condizioni:<br />

- le coordinate x2, y2, z2 devono soddisfare le<br />

equazioni degli elementi del tracciato e la legge<br />

di sollevamento della rotaia esterna;<br />

- la distanza tra P1 e P2 deve essere pari<br />

all’interperno.<br />

In sintesi:<br />

? x<br />

? 2;<br />

y2<br />

? y(<br />

x2<br />

); z2<br />

? z(<br />

x2<br />

)<br />

?<br />

.<br />

2<br />

2<br />

2<br />

? ( x1<br />

? x2<br />

) ? ( y1<br />

? y2<br />

) ? ( z1<br />

? z2<br />

) ? p<br />

Il baricentro della cassa si trova nel punto medio tra i<br />

perni, pertanto le sue coordinate risultano:<br />

x1<br />

x2<br />

x<br />

2<br />

? y1<br />

y2<br />

? ? ; y<br />

2<br />

? z1<br />

z2<br />

? ? ; z<br />

2<br />

?<br />

? ? . (39)<br />

I grafici che seguono si riferiscono all’esempio<br />

numerico già impiegato in §3 per analizzare<br />

l’accelerazione non compensata e il contraccolpo<br />

agenti sul veicolo puntiforme. Si precisa che con s<br />

viene indicata l’ascissa curvilinea che individua la<br />

posizione del carrello anteriore.


4.1 Moto di rollio<br />

Il moto di rollio consiste nella rotazione del veicolo<br />

attorno al proprio asse longitudinale (asse ?).<br />

Quando la carrozza percorre una curva di<br />

transizione, per effetto del progressivo sollevamento<br />

della rotaia esterna il piano di appoggio di ciascun<br />

carrello ruota di un angolo detto di rollio (Figura 7):<br />

h(<br />

s)<br />

h(<br />

s)<br />

? ? ( s)<br />

? arctg ? ;<br />

d d<br />

(40)<br />

la derivata temporale dell’angolo di rollio viene<br />

denominata velocità angolare di rollio o più<br />

brevemente velocità di rollio:<br />

d 1<br />

? ? ( s)<br />

? ? ? ( s)<br />

? h(<br />

s)<br />

;<br />

dt d<br />

(41)<br />

in cui si vede che ? ? è direttamente proporzionale<br />

alla velocità di sollevamento della rotaia esterna<br />

( h ( s)<br />

).<br />

Se la velocità di rollio è variabile nel tempo, sul<br />

veicolo agisce anche un’accelerazione di rollio così<br />

definita:<br />

2<br />

d 1<br />

? ( s)<br />

? ? ( s)<br />

? h(<br />

s)<br />

; (42)<br />

2<br />

dt d<br />

? ?<br />

dove si osserva il legame tra ? ? e l’accelerazione di<br />

sollevamento ( h ( s)<br />

).<br />

Figura 7 - Moto di rollio.<br />

Gli angoli di rollio dei carrelli sono:<br />

z1<br />

z1<br />

h1<br />

/ 2 h1<br />

? ? , 1 ? arctg ? ? ? ;<br />

d / 2 d / 2 d / 2 d<br />

z2<br />

z2<br />

h2<br />

/ 2 h2<br />

? ? , 2 ? arctg ? ? ? ;<br />

d / 2 d / 2 d / 2 d<br />

mentre l’angolo di rollio della cassa si ipotizza pari<br />

alla media degli angoli di rollio dei carrelli 4 :<br />

? ? , 1 ? ? ? , 2 h1<br />

? h<br />

?<br />

2<br />

? , ? ? ? . (43)<br />

2 2d<br />

La velocità di rollio della cassa risulta pertanto:<br />

h1 ? h2<br />

? , ? ; (44)<br />

2d<br />

? ?<br />

4 Non si considera per semplicità la rotazione della cassa<br />

sollecitata dall’accelerazione trasversale, dovuta alla<br />

cedevolezza delle sospensioni (souplesse).<br />

si nota che ? ? , ? dipende dalla somma delle velocità<br />

di sollevamento dei carrelli.<br />

L’accelerazione di rollio della cassa vale:<br />

h1 ? h2<br />

? , ? ; (45)<br />

2d<br />

? ?<br />

dove si osserva che ? ? , ? è proporzionale alla<br />

somma delle accelerazioni di sollevamento dei<br />

carrelli.<br />

Dalla (32) e dalla (34) si deduce che un generico<br />

punto P della cassa ruota attorno all’asse ? con una<br />

velocità lineare ? ( P ? ? ) , ed è soggetto ad<br />

v l ? ? , ?<br />

un’accelerazione tangenziale a l ? ? ? , ? ( P ? ? ) e ad<br />

un’accelerazione centripeta uguale a<br />

a ? ? ( P ? ? ) . Date le ipotesi assunte per la<br />

2<br />

n ? ? , ?<br />

cassa e per il suo baricentro, le forze centrifughe che<br />

si oppongono ad an costituiscono un sistema centrale<br />

equilibrato di forze, mentre le forze d’inerzia legate<br />

ad al hanno come risultante un momento<br />

M (J ?=momento d’inerzia della cassa<br />

? ? ? J?<br />

? ? , ?<br />

attorno all’asse ?), equivalente ad una coppia di forze<br />

di braccio d, che vanno ad alterare le forze<br />

scambiate tra ruote e rotaie in direzione ? ? . Infatti,<br />

per il principio d’inerzia, se il veicolo subisce<br />

un’accelerazione angolare a causa della geometria<br />

del binario, si origina un momento (M ?) che tende a<br />

riportare il moto rotatorio accelerato ad un moto<br />

circolare uniforme.<br />

In figura 8 è riportato l’andamento degli angoli di<br />

rollio dei carrelli e della cassa; nelle figure 9 e 10 si<br />

vedono, rispettivamente, la velocità di rollio e<br />

l’accelerazione di rollio della cassa per treni di rango<br />

A, B e C ( ? ? , ? ? A,<br />

? ? , ? ? B,<br />

? ? , ? ? C e<br />

? ).<br />

? , ? ? A,<br />

? ? , ? ? B,<br />

? ? , ? ? C<br />

Si può rilevare che la velocità di rollio è una funzione<br />

a gradini; per le ipotesi fatte in precedenza, ? ?<br />

assume un valore dimezzato rispetto al massimo nei<br />

tratti iniziale e finale, in cui solo un carrello si trova<br />

sulla parabola cubica, lungo la quale si modifica la<br />

pendenza trasversale e quindi varia l’angolo di rollio.<br />

I valori massimi della velocità di rollio per tutti i tipi di<br />

treno rientrano nei limiti impiegati dalle FS per la<br />

determinazione della sovrapendenza massima della<br />

rotaia esterna, ovvero 0.02 rad/s (valore normale),<br />

0.03 rad/s (valore eccezionale).<br />

La velocità di rollio, tuttavia, non aumenta<br />

gradualmente lungo lo sviluppo della parabola<br />

cubica, ma subisce due incrementi e due<br />

decrementi, che si verificano quando uno dei due<br />

carrelli entra o esce dal raccordo. Le brusche<br />

variazioni di ? ? , ? si traducono in accelerazioni di<br />

rollio teoricamente infinite e quindi in una coppia M ?<br />

infinita. In altri termini, nei punti di discontinuità della<br />

velocità di rollio le ruote esterne ed interne dei<br />

carrelli sono soggette ad azioni di tipo impulsivo,<br />

dirette secondo ? ?ˆ , che non favoriscono il comfort e<br />

la regolarità di marcia della carrozza ferroviaria.


(rad)<br />

0.12<br />

0.10<br />

0.08<br />

0.06<br />

0.04<br />

0.02<br />

????<br />

????<br />

????<br />

Angolo di rollio<br />

s (m)<br />

0.00<br />

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 8 - Angolo di rollio lungo la parabola cubica.<br />

(rad/s)<br />

0.030<br />

0.025<br />

0.020<br />

0.015<br />

0.010<br />

0.005<br />

Velocità di rollio<br />

????????<br />

????????<br />

?????????<br />

s (m)<br />

0.000<br />

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 9 - Velocità di rollio lungo la parabola cubica.<br />

(rad/s^2)<br />

0.03<br />

0.02<br />

0.01<br />

-0.01<br />

-0.02<br />

-0.03<br />

Accelerazione di rollio<br />

?????????<br />

?????????<br />

?????????<br />

s (m)<br />

0.00<br />

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 10 - Accelerazione di rollio lungo la parabola<br />

cubica.<br />

4.2 Moto di beccheggio<br />

Per moto di beccheggio si intende la rotazione della<br />

cassa attorno all’asse trasversale ?. Determinate le<br />

coordinate z1 e z2 dei due perni, l’angolo di<br />

beccheggio della cassa è così calcolabile (Figura<br />

11):<br />

? ? , ?<br />

? arctg<br />

z1<br />

? z2<br />

z1<br />

? z2<br />

h1<br />

? h2<br />

? ?<br />

2<br />

2<br />

( x ? x ) ? ( y ? y ) p 2p<br />

1<br />

2<br />

1<br />

2<br />

(46)<br />

dove si ricorda che p è l’interperno.<br />

La derivata dell’angolo di beccheggio rispetto al<br />

tempo fornisce la velocità di beccheggio:<br />

d h1<br />

? h2<br />

? , ? ? ? ? , ? ; (47)<br />

dt 2p<br />

? ?<br />

in cui si vede che ? ? , ? è proporzionale alla<br />

differenza tra le velocità di sollevamento dei carrelli 1<br />

e 2.<br />

Derivando due volte rispetto al tempo l’angolo di<br />

beccheggio, si ottiene l’accelerazione di beccheggio:<br />

2<br />

d h1<br />

? h2<br />

? , ? ? ? 2 ? , ? ; (48)<br />

dt 2p<br />

? ?<br />

dove si nota che ? ? , ? è legata alla differenza tra le<br />

accelerazioni di sollevamento dei carrelli.<br />

Se si osservano le espressioni della velocità di<br />

trascinamento (32) e dall’accelerazione di<br />

trascinamento (34), si comprende che ciascun punto<br />

P della cassa compie nel piano ?? un moto rotatorio<br />

attorno all’asse trasversale ?, con una velocità<br />

lineare v l ? ? ? , ? ( P ? ? ) , un’accelerazione<br />

tangenziale a l ? ? ? , ? ( P ? ? ) e un’accelerazione<br />

2 ,<br />

centripeta an<br />

? ? ? ? ? ( P ? ? ) . Mentre le forze<br />

centrifughe che si contrappongono ad an si<br />

equilibrano tra loro, le forze d’inerzia legate ad al<br />

hanno come risultante un momento M ? ? ? J?<br />

? ? , ?<br />

(J ?=momento d’inerzia della cassa attorno all’asse<br />

?), equivalente ad una coppia di forze di braccio p,<br />

che vanno a sovraccaricare e scaricare in direzione<br />

?ˆ i carrelli anteriore e posteriore, a seconda del<br />

?<br />

verso di ? ? , ? .<br />

I diagrammi dell’angolo, della velocità ( ? ? , ? ? A ,<br />

? ? , ? ? B , ? , ? ? C<br />

Figura 11 - Moto di beccheggio.<br />

? ) e dell’accelerazione di beccheggio<br />

( ? ? , ? ? A , ? ? , ? ? B , ? ? , ? ? C ) per treni di rango A, B e C<br />

sono rappresentati nelle figure 12, 13 e 14.<br />

L’angolo di beccheggio della cassa cresce non<br />

appena il carrello 1 inizia a percorrere il raccordo<br />

parabolico, si mantiene costante quando anche il<br />

carrello 2 si trova sulla curva di transizione e<br />

diminuisce dall’istante in cui il carrello 1 transita<br />

sull’arco di cerchio.


(rad)<br />

0.0010<br />

0.0009<br />

0.0008<br />

0.0007<br />

0.0006<br />

0.0005<br />

0.0004<br />

0.0003<br />

0.0002<br />

????<br />

Angolo di beccheggio<br />

0.0001<br />

0.0000<br />

s (m)<br />

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 12 - Angolo di beccheggio lungo la parabola<br />

cubica.<br />

(rad/s)<br />

0.0010<br />

0.0008<br />

0.0006<br />

0.0004<br />

-0.0004<br />

-0.0006<br />

-0.0008<br />

-0.0010<br />

Velocità di beccheggio<br />

?????????<br />

?????????<br />

0.0002<br />

0.0000<br />

?????????<br />

s (m)<br />

0<br />

-0.0002<br />

15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 13 - Velocità di beccheggio lungo la parabola<br />

cubica.<br />

Figura 14 - Accelerazione di beccheggio lungo la<br />

parabola cubica.<br />

Di conseguenza la velocità di beccheggio è diversa<br />

da zero solo in due tratti situati all’inizio e alla fine del<br />

raccordo 5 . Tuttavia le discontinuità nel diagramma di<br />

5 Se si confrontano gli angoli e le velocità di rollio con quelli<br />

di beccheggio, si nota che gli ultimi risultano di due ordini di<br />

? ? , ? meritano attenzione in quanto si traducono in<br />

accelerazioni di beccheggio e quindi in coppie M ?<br />

infinite, ovvero in forze impulsive scambiate tra<br />

carrelli e binario.<br />

4.3 Moto di imbardata<br />

Per moto di imbardata (o di serpeggio) si intende la<br />

rotazione del veicolo attorno al proprio asse ?. Con<br />

riferimento alla figura 15, l’angolo di imbardata della<br />

cassa è così definito:<br />

y1<br />

? y2<br />

y1<br />

? y2<br />

? ? , ? ? arctg ? . (49)<br />

x ? x x ? x<br />

1<br />

Dall’espressione precedente si vede che l’angolo di<br />

imbardata dipende dalle coordinate cartesiane della<br />

traiettoria seguita dai singoli carrelli 6 .<br />

La velocità di imbardata è la derivata temporale<br />

dell’angolo di imbardata:<br />

d<br />

? ? , ? ? ? ? , ? ; (50)<br />

dt<br />

mentre l’accelerazione di imbardata è data dalla<br />

derivata seconda di ? ??? :<br />

2<br />

2<br />

d<br />

? ? , ? ? ? 2 ? , ?<br />

dt<br />

. (51)<br />

Dalle espressioni della v t ( P)<br />

e della at ( P)<br />

si<br />

desume che ogni punto P della cassa compie nel<br />

piano ?? un moto rotatorio attorno all’asse ?, con una<br />

velocità lineare ? ( P ? ? ) , un’accelerazione<br />

v l ? ? , ?<br />

tangenziale a l ? ? ? , ? ( P ? ? ) ed un’accelerazione<br />

centripeta a ? ? ( P ? ? ) .<br />

2<br />

n ? ? , ?<br />

grandezza inferiori rispetto ai primi; se invece si esaminano<br />

le velocità lineari massime si rileva che, per l’esempio<br />

Figura 15 - Moto di numerico imbardata.<br />

considerato, nel moto di rollio vmax ? 26 mm/s,<br />

mentre nel moto di beccheggio vmax ? 10 mm/s, valore non<br />

trascurabile.<br />

6 L’approssimazione dell’arcotangente con il rapporto tra<br />

differenza di ordinate e differenza di ascisse è valida solo<br />

per piccoli valori dell’angolo di imbardata. Il programma<br />

scritto per l’analisi delle componenti di moto della carrozza<br />

impiega sempre le formule esatte.<br />

1<br />

2


Figura 16 - Angolo di imbardata lungo la parabola<br />

cubica.<br />

(rad/s)<br />

0.15<br />

0.13<br />

0.11<br />

0.09<br />

0.07<br />

0.05<br />

0.03<br />

0.01<br />

-0.03<br />

-0.05<br />

?????????<br />

?????????<br />

?????????<br />

Velocità di imbardata<br />

s (m)<br />

-0.01 0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 17 - Velocità di imbardata lungo la parabola<br />

cubica.<br />

Figura 18 - Accelerazione di imbardata lungo la<br />

parabola cubica.<br />

In modo analogo a quanto osservato per i moti di<br />

rollio e di beccheggio, la risultante delle forze<br />

d’inerzia dovute al moto di imbardata è costituita da<br />

un momento M ? ? ? J ? ? ? , ? (J ?=momento d’inerzia<br />

della cassa attorno all’asse ?), equivalente ad una<br />

coppia di forze di braccio p aventi direzione ?ˆ ? , le<br />

quali spingono i carrelli anteriore e posteriore verso<br />

la rotaia esterna o interna, in dipendenza dal verso di<br />

? , .<br />

? ?<br />

Nelle figure 16, 17 e 18 sono rappresentati i grafici<br />

dell’angolo di imbardata, della velocità di imbardata<br />

( ? ? , ? ? A , ? ? , ? ? B , ? ? , ? ? C ) e dell’accelerazione di<br />

imbardata ( ? ? , ? ? A , ? ? , ? ? B , ? ? , ? ? C ) per treni<br />

appartenenti ai ranghi A, B e C.<br />

Si può notare che la velocità di imbardata lungo la<br />

parabola cubica cresce gradualmente, ma alla fine,<br />

quando il carrello 1 si immette sull’arco di cerchio,<br />

per effetto della discontinuità angolare esaminata in<br />

§3, ? ? , ? è teoricamente infinita; ciò avviene anche<br />

quando il carrello 2 transita per lo stesso punto<br />

(seconda discontinuità nel moto); quando entrambi i<br />

carrelli si trovano sull’arco di cerchio, la velocità di<br />

imbardata è costante e pari alla velocità angolare di<br />

rotazione di ciascun carrello attorno al centro della<br />

circonferenza (v/R). L’accelerazione di imbardata con<br />

ogni evidenza è anch’essa infinita nei punti di<br />

discontinuità sopra indicati e ciò comporta<br />

l’improvvisa azione di una coppia M ? e quindi di due<br />

forze impulsive che alterano le forze trasversali<br />

trasmesse dai carrelli al binario. Sul rettifilo e<br />

sull’arco di cerchio, come prevedibile, ? ? , ? è nulla.<br />

4.4 Moto del baricentro della cassa: accelerazione<br />

non compensata, contraccolpo, sollevamento<br />

Note le coordinate occupate dal baricentro della<br />

cassa mentre i carrelli percorrono la parabola cubica,<br />

si possono calcolare le derivate prima e seconda in<br />

funzione di x ? e quindi, tramite la (11), anche la<br />

curvatura (1/r ? ), il cui andamento è mostrato in figura<br />

19.<br />

(1/m)<br />

0.0025<br />

0.0020<br />

0.0015<br />

0.0010<br />

0.0005<br />

Curvatura<br />

s (m)<br />

0.0000<br />

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 19 - Curvatura della traiettoria seguita dalla<br />

cassa.<br />

L’accelerazione non compensata in funzione della<br />

curvatura della traiettoria della cassa e del suo<br />

angolo di rollio (? ??? ) si ottiene tramite la seguente<br />

espressione:<br />

? 1 ? 2<br />

a nc,<br />

? ? ? ? v ? g ? tg?<br />

? , ? ; (52)<br />

? r ? ?<br />

mentre il contraccolpo si ricava derivando la<br />

precedente rispetto al tempo. Nelle figure 20 e 21<br />

sono riportati i grafici dell’accelerazione non<br />

compensata (anc,G rA, anc,G rB, anc,G rC) e del<br />

contraccolpo (CG rA, CG rB, CG rC) cui sono soggetti i<br />

treni di rango A, B e C.


(m/s^2)<br />

1.0<br />

0.9<br />

0.8<br />

0.7<br />

0.6<br />

0.5<br />

0.4<br />

0.3<br />

0.2<br />

0.1<br />

Accelerazione non compensata<br />

anc rA<br />

anc rB<br />

anc rC<br />

s (m)<br />

0.0<br />

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 20 - Accelerazione non compensata agente sulla<br />

cassa.<br />

(m/s^3)<br />

0.25<br />

0.20<br />

0.15<br />

0.10<br />

0.05<br />

C rA<br />

C rB<br />

C rC<br />

Contraccolpo<br />

s (m)<br />

0.00<br />

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 21 – Contraccolpo agente sulla cassa.<br />

Rispetto ai grafici riportati nelle figure 3, 4 e 5, si<br />

osserva che le discontinuità raddoppiano di numero<br />

perché i carrelli anteriore e posteriore della carrozza<br />

passano nel punto finale della parabola cubica in<br />

istanti diversi e quindi la variazione di assetto della<br />

cassa si compie in due fasi; in tal modo il brusco<br />

incremento di accelerazione non compensata<br />

avviene in due tempi, cosicché il contraccolpo tende<br />

all’infinito due volte nel tratto finale del raccordo<br />

parabolico.<br />

La cassa subisce anche un moto di sollevamento,<br />

dettato dall’innalzamento della rotaia esterna. Detti z1<br />

e z2 i sollevamenti dei carrelli, la quota di ? nel<br />

riferimento assoluto è:<br />

z1<br />

? z2<br />

h1<br />

? h2<br />

d<br />

z ? ? ? ? ; (53)<br />

?<br />

2<br />

La derivata temporale di z ? è detta velocità di<br />

sollevamento della cassa e si ricava dalla seguente<br />

espressione:<br />

z1<br />

? z2<br />

h1<br />

? h 2 d<br />

z?<br />

? ? ? ? ? ; (54)<br />

2 4 2<br />

la derivata seconda rappresenta così l’accelerazione<br />

di sollevamento della cassa:<br />

z1<br />

? z2<br />

h1<br />

? h 2 d<br />

z?<br />

? ? ? ? ? . (55)<br />

2 4 2<br />

Nelle precedenti definizioni si è anche evidenziato<br />

che è possibile ottenere z ? , z?<br />

, z?<br />

una volta<br />

determinati l’angolo, la velocità e l’accelerazione di<br />

rollio della cassa.<br />

Nelle figure 22, 23 e 24 sono rappresentati<br />

rispettivamente l’innalzamento, la velocità di<br />

sollevamento e l’accelerazione di sollevamento del<br />

baricentro della cassa. Si può osservare che la<br />

cassa sale descrivendo tre spezzate; nei punti<br />

angolosi si hanno delle discontinuità nella velocità di<br />

sollevamento e quindi in tali punti l’accelerazione di<br />

sollevamento è teoricamente infinita; si manifestano<br />

così delle forze impulsive verticali che generano un<br />

moto oscillatorio del rotabile.<br />

4<br />

?<br />

2<br />

(mm)<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

ZG<br />

z1<br />

z2<br />

Innalzamento carrelli e cassa<br />

10<br />

s (m)<br />

0<br />

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 22 - Sollevamento del baricentro della cassa.<br />

(mm/s)<br />

18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

8<br />

6<br />

4<br />

Velocità di sollevamento della cassa<br />

z.G rA<br />

z.G rB<br />

z.G rC<br />

2<br />

s (m)<br />

0<br />

0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180 195 210<br />

Figura 23 - Velocità di sollevamento della cassa.<br />

(mm/s^2)<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

-20<br />

-30<br />

-40<br />

-50<br />

Accelerazione di sollevamento della cassa<br />

z..G<br />

10<br />

0<br />

s (m)<br />

1<br />

-10<br />

31 61 91 121 151 181 211 241 271 301 331 361 391 421<br />

Figura 24 - Accelerazione di sollevamento della cassa.<br />

5. IN<strong>DI</strong>VIDUAZIONE <strong>DEL</strong> CAMPO <strong>DI</strong><br />

UTILIZZABILITÀ <strong>DEL</strong>LA PARABOLA CUBICA<br />

Nei paragrafi precedenti, sia con lo schema del<br />

veicolo puntiforme sia con un modello cinematico più<br />

complesso, si sono determinate le discontinuità nel<br />

moto di una carrozza ferroviaria e nelle grandezze<br />

dinamiche ad esso associate lungo un raccordo di<br />

transizione realizzato tramite una parabola cubica.<br />

Nel paragrafo 3 si è anche osservato che<br />

l’incremento relativo di curvatura (?(1/r)),<br />

l’incremento relativo di accelerazione non<br />

compensata (?anc) e la riduzione relativa di<br />

contraccolpo (?C) si accentuano notevolmente al<br />

diminuire del raggio di curvatura.<br />

Tenendo conto delle norme FS per il<br />

dimensionamento delle curve circolari sulle linee<br />

ordinarie e su quelle ad alta velocità, si individua ora,<br />

nel piano raggio – velocità di esercizio, il campo di<br />

valori all’interno del quale le approssimazioni sulla<br />

curvatura e sull’ascissa curvilinea producono effetti<br />

dinamici trascurabili e quindi il raccordo parabolico<br />

può essere utilizzato.<br />

Come parametro discriminante si sceglie<br />

l’incremento relativo di accelerazione non<br />

compensata dato dalla (29):


? a<br />

nc<br />

a<br />

?<br />

nc,<br />

cer<br />

a<br />

? a<br />

nc<br />

nc,<br />

par<br />

, par<br />

( L)<br />

(<br />

L)<br />

?<br />

?<br />

?<br />

?<br />

? 1<br />

2<br />

v H ? 2<br />

? g ?<br />

R<br />

? v<br />

R d<br />

3<br />

?<br />

?<br />

2 2<br />

? ? L ?<br />

?<br />

?<br />

?<br />

1 ? ? ? ?<br />

? ? 2R<br />

? ? ? ? ?<br />

1<br />

?<br />

?<br />

?<br />

H ?<br />

? g ?<br />

d ?<br />

?<br />

?<br />

?<br />

;<br />

2<br />

v<br />

R<br />

3<br />

?<br />

2 2<br />

? L ? ?<br />

? 1 ? ? ? ?<br />

? 2R<br />

?<br />

? ? ?<br />

H<br />

? g<br />

d<br />

introducendo nella precedente la (3) ed esprimendo<br />

le velocità in km/h e le sopraelevazioni in mm, dopo<br />

una serie di passaggi che per brevità si omettono, si<br />

giunge alla seguente equazione:<br />

R ?<br />

L<br />

;<br />

2 ?<br />

2 / 3<br />

?<br />

?<br />

?<br />

?<br />

? ? anc<br />

? 1 ? ? 1<br />

? Hmax<br />

?<br />

? 1?<br />

? a nc<br />

?<br />

? Hmax<br />

? Hi<br />

?<br />

posto per semplicità:<br />

2 / 3<br />

?<br />

?<br />

?<br />

?<br />

? ? a nc ? 1<br />

? ?<br />

? ;<br />

? Hmax<br />

?<br />

? 1?<br />

? anc<br />

?<br />

? Hmax<br />

? Hi<br />

?<br />

e ricordando che su linee ordinarie la lunghezza<br />

tangente della parabola cubica deve soddisfare la<br />

(15) e la sopraelevazione la (3), si ha:<br />

R ? V<br />

2<br />

kh<br />

p<br />

;<br />

? ? 1<br />

(56)<br />

dove p va espressa in ‰.<br />

Su linee ad alta velocità, invece, L si determina con<br />

la (18) e la sopraelevazione con il criterio della<br />

scompensazione proporzionale (3), cosicché si<br />

ottiene:<br />

1.<br />

111?<br />

k hV<br />

R ? V<br />

. (57)<br />

2?<br />

H ( V)<br />

? ? 1<br />

max<br />

Fissato l’incremento relativo di accelerazione non<br />

compensata ammissibile tra parabola cubica e arco<br />

di circonferenza, il raggio minimo che deve avere la<br />

curva circolare per una data V può essere<br />

individuato tramite la (56) e la (57). Queste equazioni<br />

sono state diagrammate nelle figure 25 e 26 per<br />

diversi valori dell’incremento relativo di anc per treni<br />

di rango A. Dato il valore di ? anc<br />

che si è disposti a<br />

tollerare, nei diagrammi il campo di valori del raggio<br />

della curva circolare e della velocità di esercizio che<br />

non sono utilizzabili si trova nell’area racchiusa dalle<br />

funzioni Rmin(V) e R( ? a nc ); viceversa il campo dei<br />

valori di R e di V per i quali i raccordi parabolici<br />

presentano discontinuità dinamiche limitate si trova<br />

al di sopra della curva R( ? a nc ).<br />

R (m)<br />

1400<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

Campo di accettabilità della parabola cubica<br />

su linee ordinarie<br />

Rmin<br />

R(Danc=30%)<br />

R(Danc=20%)<br />

R(Danc=10%)<br />

R(Danc=7.5%)<br />

R(Danc=5%)<br />

R(Danc=2.5%)<br />

200<br />

V (km/h)<br />

0<br />

60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160<br />

Figura 25 - Relazione tra raggio e incremento relativo di<br />

accelerazione non compensata su linee ordinarie.<br />

R (m)<br />

6000<br />

5000<br />

4000<br />

3000<br />

2000<br />

Campo di accettabilità della parabola cubica<br />

su linee ad alta velocità<br />

Rmin<br />

R(Danc=30%)<br />

R(Danc=20%)<br />

R(Danc=10%)<br />

R(Danc=7.5%)<br />

R(Danc=5%)<br />

R(Danc=2.5%)<br />

1000<br />

V (km/h)<br />

0<br />

160 180 200 220 240 260 280 300<br />

Figura 26 - Relazione tra raggio e incremento relativo di<br />

accelerazione non compensata su linee ad alta velocità.<br />

Si può vedere che su linee ordinarie, per basse<br />

velocità di esercizio e per raggi vicini al minimo, ?anc<br />

supera anche il 20%, mentre variazioni relative<br />

inferiori al 10% si rilevano per velocità superiori ai<br />

110 km/h; discontinuità dinamiche che si possono<br />

ritenere trascurabili si hanno al di sopra della curva<br />

relativa a ?anc=2.5% e in ogni caso per velocità<br />

maggiori di 145 km/h.<br />

Sulle linee ad alta velocità, invece, si osserva che<br />

con qualunque combinazione di valori del raggio e<br />

della velocità ammessi dalle norme si hanno piccoli<br />

valori di ?anc. Va altresì precisato che nei diagrammi<br />

di figura 25 e di figura 26 si sono individuati dei<br />

campi di accettabilità della parabola cubica con il<br />

solo riferimento alle discontinuità di anc dovute alla<br />

variazione della curvatura nel punto di passaggio tra<br />

la curva di transizione e l’arco di cerchio. L’esame di<br />

tutte le componenti di moto della cassa, eseguito con<br />

un modello cinematico più aderente al reale, ha<br />

messo in luce che in ogni caso sui raccordi parabolici<br />

le leggi di variazione della curvatura e della<br />

sopraelevazione sono tali da provocare delle<br />

discontinuità dinamiche e quindi delle irregolarità nel<br />

moto dei rotabili che possono accentuarsi alle alte<br />

velocità.<br />

6. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE<br />

Lo studio ha dimostrato che la parabola cubica, nel<br />

suo punto finale, presenta delle discontinuità<br />

nell’angolo di deviazione e nella curvatura tali da<br />

originare, al passaggio dei carrelli, valori<br />

teoricamente infiniti del contraccolpo, della velocità di<br />

imbardata e dell’accelerazione di imbardata. La<br />

legge di variazione della sopraelevazione genera<br />

inoltre delle accelerazioni di sollevamento, di rollio e<br />

di beccheggio molto elevate.<br />

Per effetto di tali irregolarità si originano delle forze<br />

impulsive, le quali riducono il comfort dei passeggeri<br />

ed alterano le sollecitazioni scambiate tra assili e<br />

binario.


Sebbene la deformabilità elastica del binario e la<br />

cedevolezza delle sospensioni dei rotabili<br />

permettano di attenuare le discontinuità teoriche<br />

delle grandezze esaminate, si propone di adottare<br />

curve di transizione alternative [10] le cui equazioni<br />

intrinseche offrano una continuità cinematica e<br />

dinamica di ordine superiore. Ciò permetterebbe di<br />

eliminare le anomalie del moto e le forze impulsive<br />

rilevate e quindi di ridurre l’impegno tecnico ed<br />

economico richiesto dalle operazioni di controllo e di<br />

manutenzione delle infrastrutture e dei veicoli<br />

ferroviari.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

[1] G. Tesoriere (1990) – Strade ferrovie aeroporti –<br />

Vol.1 – UTET – Torino.<br />

[2] G. Angeleri (1987) – Le curve delle linee<br />

ferroviarie – Geometria e cinematica – CIFI – Roma.<br />

[3] L. Mayer (1986) – Impianti ferroviari – Tecnica ed<br />

esercizio – CIFI – Roma.<br />

[4] E. Antonucci (1993) – Infrastrutture ferroviarie –<br />

Ed.Pitagora – Bologna.<br />

[5] R. Panagin (1997) – La dinamica del veicolo<br />

ferroviario – Levrotto & Bella – Torino.<br />

[6] A. Bourguet, R. Joly (1996) – Circolazione di un<br />

veicolo ferroviario su curva di raggio costante Rc e di<br />

raggio variabile – Calcolo degli sforzi e delle<br />

accelerazioni trasversali – Ingegneria Ferroviaria,<br />

n.7/96.<br />

[7] G. Vicuna (1992) – Organizzazione e tecnica<br />

ferroviaria – CIFI – Roma.<br />

[8] A. Fasano, V. de Rienzo, A. Messina (1989) –<br />

Corso di meccanica razionale – Laterza – Bari.<br />

[9] M. Zaccaria (1975) – Gli elementi dei tracciati<br />

ferroviari – Vol.II – Scuola Centrale FF.SS. – Roma.<br />

[10] M. Bordin, M. Stefanutti (1999) – Ricerca<br />

dell’equazione intrinseca di una curva di transizione<br />

ferroviaria per la regolarità del moto dei rotabili - Atti<br />

del IX Convegno Nazionale S.I.I.V. “Pianificazione e<br />

gestione di infrastrutture ferroviarie e aeroportuali” –<br />

Cagliari, 28-29 ottobre 1999.

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