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Quinta - IRRE Emilia Romagna

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sortili, con università, con enti e<br />

agenzie culturali operanti nel<br />

territorio.<br />

d) Accordi di rete con centri-risorsa<br />

(laboratori territoriali) intesi<br />

sia come aule didattiche decentrate<br />

(per gli allievi), sia come<br />

teachers centre (per gli insegnanti).<br />

A partire da questa fenomenologia<br />

del modello istituzionale, quali<br />

appaiono i “nodi”prioritari che il<br />

Pof può contribuire a sciogliere in<br />

chiave euristica: vale a dire, chiamando<br />

i docenti a discutere e a<br />

decidere tra le diverse soluzioni<br />

possibili per i singoli problemi?<br />

Questi ci sembrano alcuni ineludibili<br />

punti di domanda<br />

al) Si preferisce mettersi in rete<br />

con istituti dello stesso ciclo<br />

(continuità orizzontale) oppure<br />

con con istituti di altri cicli<br />

scolastici (continuità verticale)?<br />

Sono possibili entrambe<br />

le soluzioni progettuali?<br />

a2) Con quali agenzie intenzionalmente<br />

formative del territorio<br />

si preferisce mettersi in<br />

rete e perché?<br />

a3) Si preferisce mettersi in rete<br />

con centri-risorsa per gli allievi<br />

(aule didattiche decentrate)<br />

oppure con centri-risorsa per<br />

gli insegnanti (laboratori territoriali,<br />

teachers centre)? È<br />

possibile una doppia messa in<br />

rete?<br />

Secondo lato: il modello organizzativo<br />

Il Pof concorre ad introdurre nella<br />

scuola cifre di Efficienza,<br />

Efficacia, Equità (3 E) nella prospettiva<br />

di una sua più elevata produttività<br />

culturale e di una più diffusa<br />

democrazia sociale. In coerenza<br />

con questo postulato, come<br />

si configura la fenomenologia del<br />

suo modello organizzativo?<br />

Ci sembrano quattro i potenziali<br />

“indicatori” organizzativi per<br />

una scuola che intenda essere 3<br />

volte E.<br />

16<br />

Autonomia scolastica e P.O.F.<br />

a) La partecipazione-gestione<br />

sociale della scuola secondo<br />

principi di democrazia comunitaria<br />

e di managerialità<br />

imprenditoriale.<br />

b) Il tempo-scuola.<br />

c) L’organizzazione degli spazi<br />

diponibili nella scuola.<br />

d) L’inserimento di alunni in<br />

situazione di handicap e l’integrazione<br />

delle multietnie culturali.<br />

A partire da questa fenomenologia<br />

del modello organizzativo, quali<br />

appaiono i “nodi” prioritari che il<br />

Pof può contribuire a sciogliere in<br />

chiave euristica: vale a dire, chiamando<br />

i docenti a discutere e a<br />

decidere tra le diverse soluzioni<br />

possibili per i singoli problemi?<br />

Questi ci sembrano alcuni ineludibili<br />

punti di domanda.<br />

al) Si preferisce percorrere il sentiero<br />

della democrazia indiretta<br />

(per delega) oppure il sentiero<br />

della democrazia diretta<br />

(assembleare)? Sono possibili<br />

entrambe le soluzioni progettuali?<br />

a2) Si preferisce lasciare nelle<br />

mani del dirigente scolastico<br />

(direttore o preside) la gestione<br />

manageriale oppure costituire<br />

una giunta esecutiva?<br />

a3) Si preferisce percorrere il sentiero<br />

del monte-ore antimeridiano<br />

oppure quello del<br />

tempo-lungo (mattino più<br />

alcuni rientri pomeridiani)?<br />

a4) Si preferisce optare per la<br />

classe oppure per l’interclasse<br />

(laboratorio, atelier) quale<br />

“capitale” formativa della<br />

scuola? Sono possibili<br />

entrambe le soluzioni progettuali?<br />

a5) Per l’inserimento degli allievi<br />

handicappati o di altre etnie si<br />

preferisce la linea dell’équipe<br />

integrata (con l’insegnante di<br />

sostegno o di altra etnia assimilato<br />

agli altri docenti del<br />

team di classe) oppure la linea<br />

dell’insegnante “specialista”<br />

titolare del rapporto diretto<br />

con gli allievi da inserire?<br />

Terzo lato: il modello curricolare<br />

Il Pof concorre ad introdurre nella<br />

scuola cifre di flessibilità e di<br />

modularità curricolare: sul versante<br />

sia della qualità dell’istruzione,<br />

sia della qualità della didattica. Dal<br />

balcone del curricolo il Pof ha il<br />

compito di rispondere tanto alle<br />

ragioni dell’”oggetto” dell’apprendimento:<br />

la cultura (tramite l’istruzione),<br />

quanto alle ragioni del<br />

“soggetto” dell’apprendimento:<br />

l’allievo (tramite la didattica).<br />

In coerenza con questo postulato,<br />

come si configura la fenomenologia<br />

di un modello curricolare dal<br />

doppio volto: l’istruzione e la<br />

didattica?<br />

a) Per quanto riguarda il volto<br />

dell’istruzione ci sembrano<br />

tre i suoi principali “indicatori”<br />

curricolari.<br />

al) La quota nazionale<br />

obbligatoria dell’istruzione<br />

comprensiva degli<br />

obiettivi generali e specificidell’appendimento,<br />

delle competenze di<br />

fine ciclo e delle relative<br />

discipline comuni.<br />

a2) La quota locale facoltativa<br />

riservata alle istituzioni<br />

scolastiche comprensiva<br />

delle discipline<br />

aggiuntive, dei raddoppi<br />

disciplinari e di competenze<br />

professionali<br />

richieste dal mercato del<br />

lavoro locale.<br />

a3) La quota interdisciplinare<br />

svolta su progetti<br />

culturali e didattici dalle<br />

scuole tramite accordi<br />

di rete multipli con le<br />

agenzie formative del<br />

territorio illustrate nel<br />

modello istituzionale.<br />

b) Per quanto riguarda invece il

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