SPECIALE 22 Seariver Port La laguna veneta vista dal satellite (courtesy: google maps)
gia per la sua dimensione socio-economica e demografica nell’ambito dell’intero Dogado Veneto trova riscontro fin dal XII secolo nel Pactum Clugiae, documento che riconosceva a Chioggia uno specifico livello di autonomia gestionale, amministrativa e giuridica. Nel XVI secolo, però, le crescenti difficoltà vissute dalla Serenissima, si riflettono anche su Chioggia: l’escavo del Canale della Cava (l’attuale canale in cui si trova il Ponte Lungo) che limitava il territorio cittadino a un’isola – pur aumentando la propensione marinara della città – e le politiche europee avverse a Venezia, determinano l’inizio di quell’epopea che renderà Chioggia città della pesca per antonomasia. L’inizio del XIX secolo con la caduta di Venezia e l’arrivo di Napoleone viene vista dalla municipalità locale come un’opportunità di rilancio per la portualità chioggiotta. Viene quindi proposto un progetto per un porto fluvio-marittimo che sia legato alle sorti dei centri veneti e padani della Repubblica Cisalpina, al fine di farlo divenire un elemento chiave, non solo per il recupero delle sorti economico-sociali della città, ma anche per il determinante sostegno all’economia generale della Repubblica Cisalpina stessa. L’avvento dell’Impero Austriaco deve però frustrare queste speranze, unitamente al tentativo di rendere quello di Chioggia un porto franco. La propensione degli asburgici al miglioramento del porto di Trieste geograficamente più vicino determina, inoltre, un progressivo, profondo, decadimento della portualità veneta. Con l’avvento del Regno d’Italia la situazione non migliora; nonostante le grandi potenzialità, il porto di Chioggia mantiene solo un modestro traffico mercantile con Istria e Dalmazia, basato essenzialmente sul trasporto di legname con le barche marinere che fanno riferimento alla riva est del Canal Lombardo interno mentre il traffico fluviale è attuato essenzialmente per materiali sfusi caricati sui tradiziona- li burchi che, passando per le conche di Brondolo, risalgono le antiche vie d’acqua. Il punto di svolta per Chioggia e la sua portualità si ha in coincidenza della realizzazione del collegamento della città con la rete ferroviaria nazionale, sebbene con la tratta per Rovigo anziché quella per Padova, e con la stazione ubicata in località Casale, peraltro non collegata col nascente porto di Isola Saloni. Ma Chioggia deve aspettare gli inizi del XX secolo per vedere finalmente distolte dalla sua laguna le acque del Brenta che, per decisione del Governo centrale, vi sono state immesse nel 1840 determinando interramenti in tutta l’area portuale. Nell’ambito dei provvedimenti decisi per la conservazione della laguna nel 1910 viene, infatti, dato l’avvio alla realizzazione delle dighe foranee. Per tutti coloro che hanno a cuore la portualità chioggiotta ciò rappresenta sicuramente il principio di una nuova speranza. Nonostante l’inizio della I guerra mondiale, che ne rallenta la realizzazione, alla fine del 1915 nell’interesse della difesa militare viene decisa l’immediata attuazione dei lavori considerati necessari ad assicurare l’esercizio della Disegno elebrativo dell’apertura della ferrovia Chioggia-Rovigo Seariver Port 23