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n°25 ok - Comune di Antillo

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Cultura, Tra<strong>di</strong>zione, Costume<br />

mappe che costituiscono oggi la raccolta.<br />

Il 12 Ottobre 1852 l'architetto agrimensore Antonino Benincasa conclude la stesura della Carta Topografica del<br />

<strong>Comune</strong> e del Territorio <strong>di</strong> <strong>Antillo</strong>, primo documento cartografico ufficiale del territorio antillese <strong>di</strong> cui si hanno<br />

notizie.La carta topografica è rappresentata su supporto cartaceo bordato con nastro telato verde con inchiostri<br />

colorati, utilizzando la tecnica a<br />

penna ed acquarello, è senza scala<br />

ed ha una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> mm. 716<br />

x 512. Il territorio viene sud<strong>di</strong>viso<br />

in sette sezioni catastali: la<br />

Sezione A “Circuito <strong>di</strong> <strong>Antillo</strong>”<br />

comprende l'abitato principale, i<br />

nuclei <strong>di</strong> Malatesta, Canigliari,<br />

Ferraro e Marzulli; la Sezione B<br />

“Spirone Ammare”; la Sezione C<br />

“Acquicella-Gerasia”; la Sezione D<br />

“Màttoli”; la Sezione E “Casella”;<br />

la Sezione F “Pinazzo-Groata” e la<br />

S e z i o n e G “ V i s s i ” . N e l l a<br />

cartografia vengono in<strong>di</strong>cati due<br />

mulini: <strong>Antillo</strong> e Serra, una fornace<br />

in prossimità della confluenza tra<br />

il fiume Serra e il fiume <strong>di</strong> <strong>Antillo</strong>,<br />

particolare della carta topografica<br />

un palmento, l'”Antica fonderia”<br />

vicino il fiume omonimo e gli ex-feu<strong>di</strong> riportati nelle singole sezioni.<br />

La mappa del territorio <strong>di</strong> <strong>Antillo</strong> fa parte della raccolta del Marchese, nominato allora Delegato speciale del Re<br />

Fer<strong>di</strong>nando II <strong>di</strong> Borbone per la compilazione dei catasti <strong>di</strong> Sicilia, denominata archivio cartografico Mortillaro <strong>di</strong><br />

Villarena: è composto da 427 carte, perlopiù catastali, relative ai territori e agli abitati dell'Isola e da alcuni<br />

documenti allegati. Le mappe sono redatte da agrimensori, architetti, ingegneri, geometri, periti urbani ed in<br />

ognuna l'eterogenea e variegata stesura delle carte risente della sensibilità, della cultura, dell'esperienza del singolo<br />

redattore. La qualità delle piante topografiche è estremamente <strong>di</strong>versificata così come la metodologia della<br />

rappresentazione, oscillante tra i sommari schizzi topografici, magari ingentiliti da tenui acquerellature, le vedute<br />

assonometriche o a volo d'uccello e le piante <strong>di</strong> tipo geometrico mentre il formato è estremamente variabile.<br />

Frequentemente le carte recano il visto <strong>di</strong> una speciale Commissione appositamente nominata e presieduta da un<br />

“Controlloro” delle Contribuzioni Dirette e, in alcuni casi, anche un timbro dell'organismo provinciale preposto alla<br />

rettifica.<br />

A questa raccolta fanno anche parte le mappe <strong>di</strong> alcuni territori comunali della Val d'Agrò quali Savoca (redatta<br />

dall'ingegner agronomo Eutichio Prestogiovanni il 15 marzo 1845), Casalvecchio (redatta sempre da Prestogiovanni<br />

il 20 <strong>di</strong>cembre 1846), Limina (redatta da Antonino Benincasa il 20 Ottobre 1851) e Roccafiorita (il 5 <strong>di</strong>cembre 1851<br />

da Benincasa) oltre numerose altre cartografie dei Comuni del Comprensorio Jonico della Provincia <strong>di</strong> Messina.<br />

Questo tipo <strong>di</strong> catasto, il “descrittivo siciliano”, rimane in vigore fino poco prima della seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale.<br />

Domenico Costa<br />

architetto e urbanista<br />

Presidente <strong>di</strong> Archeoclub Area Ionica (ME) - onlus<br />

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