Censimenti 2001: il grande flop - Il Foglietto della Ricerca

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Censimenti 2001: il grande flop
Tra il 1991 ed il 2001 si sarebbe verificato a Roma un misterioso fenomeno di
dimensioni gigantesche: la scomparsa di quasi 200.000 persone, il 6,8% della
popolazione. E’ quanto emerge dal 14° Censimento generale della popolazione e
delle abitazioni, la più recente fotografia dell’Italia, scattata dall’Istat il 21 ottobre del
2001.
Sulla base di questo ed altri sconcertanti
risultati, più di qualcuno inizia a sospettare
che al momento del click il fotografo non si
sia accorto che non tutti si erano messi in
posa o che qualcosa sia andato storto
successivamente, nella camera oscura in cui
i dati sono stati raccolti ed elaborati. Fatto
sta che questa istantanea più la si osserva e
meno si è convinti che giustifichi il costo del
servizio fotografico: 430 milioni di euro. Per
non parlare delle polemiche sulle violazioni
della privacy che ha sollevato (si veda il
riquadro Censimenti itineranti con poca
privacy).
Ma il dato censuario è così importante? E’
plausibile che la popolazione della capitale
sia diminuita in misura così consistente o ci
troviamo di fronte all’ennesimo flop
dell’Istat, frutto della sciatteria statistica?
Quali sarebbero le conseguenze se la
popolazione che risiede effettivamente sul
territorio comunale fosse di gran lunga
superiore a quella censuaria? A questo punto
è possibile rettificare i dati e in che modo?
Cercheremo di dare una risposta a questi
interrogativi partendo da alcune
considerazioni di carattere generale e
dall’analisi dei dati per il comune di Roma,
recentemente resi disponibili dall’Istat.
CENSIMENTI ITINERANTI CON POCA PRIVACY
I censimenti generali della popolazione, svoltisi
nell’ottobre del 2001, continuano a tenere banco.
Chi non ricorda le polemiche sui ritardi, sulla
mancanza di questionari, sulle proteste dei
rilevatori: nulla rispetto al contenzioso avviato
dalla società Elsag, che aveva curato la stampa dei
questionari e la registazione dei dati e che ora
chiede all’Istat un risarcimento di quasi 12 milioni
di euro. Nulla, neppure rispetto alle censure mosse
all’Istituto di Statistica nei giorni scorsi dal
Garante della privacy, alla fine di un’istruttoria
durata molti mesi. Era accaduto che alla fine del
2002, a seguito di un articolo-inchiesta del
settimanale Panorama, era venuta alla luce la
stupefacente vicenda dell’invio a Brtonigla, in
Croazia e a Bucarest e dintorni, in Romania, di
milioni di dati censuari per la videocodifica - una
sorta di video correzione - prima di essere rispediti
in Italia per l’elaborazione. L’articolo attirò
l’attenzione del Garante della privacy che avviò
un’istruttoria. A distanza di molto tempo, si
apprende, sempre dal settimanale, che l’Istat,
presieduto da Luigi Biggeri “si è salvato ‘per
decreto’ da una denuncia penale. In barba alla
legge italiana sulla privacy, i dati dell’ultimo
censimento del 2001, sono stati elaborati in Croazia
e Romania, paesi non dell’Unione Europea che non
assicurano livelli di protezione adeguati.
All’istruttoria del Garante sarebbe seguita una
denuncia per omessa o infedele notificazione
(reclusione da 3 mesi a 2 anni) dell’invio all’estero
dei materiali, se non fosse intervenuto già a fine
2001 un decreto legislativo che depenalizzava il
reato. Biggeri l’ha schivata. L’Istat ha fatto
l’ennesima brutta figura”. Per USI/RdB, aver
“esportato” i dati non ha portato alcun beneficio
all’Istat e al Paese. Anzi, rispetto al censimento
della popolazione del 1991, i ritardi si sono
accentuati se è vero, come è, che a tutt’oggi non
una pubblicazione è ancora approdata in libreria.
1

Il censimento della popolazione e delle abitazioni si svolge ogni 10 anni e serve, in
primo luogo, a determinare la popolazione legale, che ha numerose ripercussioni
sulla vita amministrativa del Paese (si veda il riquadro Censimenti e popolazione
legale).
L’Istat, seppure a distanza di quasi 4 anni dall’effettuazione dell’indagine, è stata in
grado di rendere disponibili i risultati, non solo a livello nazionale, ma anche per le
diverse suddivisioni territoriali: Regioni, Province, grandi Comuni. Per questi ultimi,
l’analisi viene spinta fino al livello di circoscrizione territoriale, nel caso di Roma i
dati sono disponibili non solo per Municipio, ma anche per Rioni, Quartieri, Suburbi,
Zone.
Nel 1991, la popolazione residente nel Comune di Roma risultava pari a 2.733.416
(al netto della XIV Circoscrizione, divenuta nel frattempo Comune di Fiumicino).
Secondo i dati del Censimento del 2001 la popolazione capitolina sarebbe scesa a
2.546.804, con una riduzione di 186.612 unità, pari al 6,8%.
Un vero e proprio esodo di massa, che, in assenza di cataclismi o eventi naturali di
portata straordinaria, necessita, per poter essere accettato, di riscontri oggettivi. A
fronte di una così consistente diminuzione si sarebbe dovuto registrare, ad esempio,
un sostanziale miglioramento del traffico cittadino, una minore richiesta di servizi
sanitari con conseguente accorciamento dei tempi di prenotazione delle prestazioni
specialistiche, una minore necessità di aule scolastiche e di insegnanti, e così via.
Insomma, si sarebbe dovuta percepire una decongestione generalizzata della città. Ma
tutto questo non è avvenuto ed è difficile dimostrare il contrario.
Ovviamente questo costituirebbe solo un indizio in base al quale non sarebbe onesto
trarre conclusioni affrettate. Per poter affermare che i dati del Censimento del 2001
sono clamorosamente sbagliati occorrerebbero delle evidenze più nette.
Un primo segnale che qualcosa non fosse andato per il verso giusto si è avuto a
febbraio del 2005 allorquando è apparso su un noto quotidiano romano un articolo dal
titolo “La città fantasma: persi 274 mila romani” (cfr. Il Messaggero del 5/2/2005,
pag.32), che evidenziava l’incoerenza tra i dati censuari e le risultanze anagrafiche. Il
numero, secondo quanto riportato, rappresentava la risultante tra 369.000 cittadini
presenti in anagrafe ma non censiti e 94.000 individui censiti ma non presenti in
anagrafe.
CENSIMENTI E POPOLAZIONE LEGALE
Uno degli obiettivi fondamentali del Censimento della popolazione e delle abitazioni è quello di determinare la popolazione legale
del Paese, con effetti giuridici ed amministrativi davvero rilevanti sia per la vita politica che per gli enti locali.
La popolazione legale viene utilizzata per la determinazione dei collegi elettorali, secondo quanto previsto dagli articoli 56 e 57
della Costituzione. Per la Camera dei Deputati, ad esempio, l’ampiezza media di ciascun collegio elettorale è data dal rapporto tra
la popolazione legale a livello nazionale ed il numero di rappresentanti dei collegi nazionali, pari a 618. Per l’ampiezza di ciascun
collegio elettorale è previsto uno scarto del più o meno 10%. Analogamente si procede per il Senato della Repubblica, così come
per l’elezione del Parlamento europeo, dei consigli regionali, provinciali e comunali.Per i Comuni con popolazione superiore ai
15.000 residenti il sistema elettorale prevede che il Sindaco sia eletto a suffragio universale e diretto, con la maggioranza assoluta
dei voti validi ed eventuale ballottaggio nella seconda domenica successiva, mentre nei comuni minori viene eletto il candidato che
ha ottenuto il maggior numero di voti.La determinazione della popolazione legale è anche importante per determinare la misura
dell’indennità di funzione e dei gettoni di presenza spettanti agli amministratori locali, per l’assegnazione del Segretario comunale,
per il numero di consiglieri, per il numero massimo di assessori che possono essere nominati e per la facoltà, per i comuni tra
30.000 e 100.000 abitanti, o l’obbligo, per i comuni con più di 100.000 abitanti di istituire forme di decentramento amministrativo.
Alla popolazione legale nel comune si fa anche riferimento per il riconoscimento di area metropolitana (città con più di 1.000.000
abitanti) e per l’assegnazione dei trasferimenti dall’amministarzione centrale dello Stato, con particolare riguardo alla
contribuzione alla spesa sanitaria delle Regioni.Insomma, un dato veramente importante e delicato, in grado di smuovere gli
equilibri socio-economici e politici del Paese.
2

L’assessore capitolino alla Semplificazione Mariella Gramaglia, ha attribuito la
discordanza a due cause: i) il Comune di Roma, che dal 1961 non ha più effettuato il
confronto censimento-anagrafe; ii) i residenti stranieri che hanno abbandonato la città
per rientrare nel loro Paese di origine senza notificare il cambio di residenza. A
nessuno sembra essere venuto in mente che il buco potesse essere proprio nel dato
censuario.
Eppure, non occorre una preparazione statistica raffinata per confrontare i dati del
2001 con quelli del censimento precedente. Ma evidentemente a nessuno tra
responsabili, esperti e addetti ai lavori è venuto in mente di effettuare una verifica
così banale.
Nel diagramma sottostante sul territorio del comune di Roma, che ha un’estensione
totale di 128.530,6 ettari, sono riportati i saldi della popolazione residente al
Censimento del 2001 rispetto a quella del 1991, per municipio.
Censimento 2001: popolazione del comune di Roma per municipio – Saldi rispetto al 1991
XVIII
XIII
XIX
XVI
XV
-8772
-7077
-19532
+12165
XVII
-21112
XX
+3105
II
-15280
XII
III
-24216
I -25685
IX
XI
VI
IV
-13817
-28456
-13452
+15958
-13925
V
VII
-24560
X
+3846
-8394
-5409
VIII
+8001
3

Censimento della popolazione – popolazione residente nel comune di Roma per municipio
Municipio Composizione 1991 2001 Saldo Saldo %
I
Rioni: Monti, Trevi, Colonna, Campo Marzio, Ponte, Parione, Regola S. Eustachio, Pigna, Campitelli, S.
Angelo, Ripa, Trastevere, Esquilino, Ludovisi, Sallustiano, Castro Pretorio (parte)
122157 96472 -25685 -21,0
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XV
XVI
XVII
XVIII
IX
XX
Quartieri: Flaminio, Parioli, Pinciano, Salario, Trieste (parte)
Rioni: Cstro Pretorio (parte); Quartieri: Nomentano, Tiburtino (parte)
Quartieri: Monte Sacro, Trieste (parte), Monte Sacro Alto; Zone: Val Melaina, Castel Giubileo,
Marcigliana, Casal Boccone, Tor S. Giovanni
Quartieri: Tiburtino (parte), Pietralata, Collatino (parte), Ponte Mammolo, S. Basilio; Zone: Settecamini,
Tor Cervara (parte), Tor Sapienza (parte), Acqua Vergine (parte), Tiburtino (parte)
Quartieri: Tiburtino (parte), Prenestino Labicano (parte), Tuscolano (parte), Collatino (parte)
Quartieri: Tuscolano (parte), Prenestino Centocelle, Collatino (parte), Alessandrino, Don Bosco (parte);
Zone: La Rustica, Tor Cervara (parte), Tor Sapienza (parte), Torre Spaccata (parte)
Quartieri: Don Bosco (parte); Zone: Acqua Vergine (parte), Lunghezza, S. Vittorino, Torre Spaccata
(parte), Torre Angela, Borghesiana, Torre Maura (parte), Torrenova (parte), Torre Gaia (parte)
Quartieri: Prenestino Labicano (parte), Tuscolano (parte), Appio Latino (parte)
Quartieri: Tuscolano (parte), Don Bosco (parte), Appio Claudio, Appio Pignatelli (parte); Zone: Torre
Maura (parte), Torrenova (parte), Torre Gaia (parte), Capannelle
Quartieri: Appio Latino (parte), Ostiense (parte), Ardeatino (parte), Appio Pignatelli (parte) ; Zone:
Aeroporto di Ciampino (parte), Torricola, Cecchignola (parte)
Quartieri: Ostiense (parte), Giuliano Dalmata, Europa; Zone: Cecchignola (parte), Castel di Leva (parte),
Fonte Ostiense, Vallerano, Castel di Decima, Torrino
Quartieri: Lido di Ostia Ponente, Lido di Ostia Levante, Lido di Castel Fusano; Zone: Tor de' Cenci
(parte), Castel Porziano (parte), Castel Fusano, Mezzocammino (parte)
Quartieri: Portuense (parte), Gianicolense (parte); Suburbi: Portuense, Gianicolense (parte); Zone:
Magliana Vecchia, Ponte Galeria (parte), La Pisana (parte), Portuense (parte), Gianicolense (parte)
Quartieri: Portuense (parte), Gianicolense (parte); Suburbi: Gianicolense (parte); Zone: Maccarese
Nord (parte), La Pisana (parte), Castel di Guido (parte)
Rioni: Borgo, Prati; Quartieri: Trionfale (parte), Della Vittoria (parte)
Quartieri: Aurelio (parte), Trionfale (parte), Primavalle (parte); Suburbi: Aurelio, Trionfale (parte); Zone:
Castel di Guido (parte) Casalotti (parte)
Quartieri: Aurelio (parte), Trionfale (parte), Primavalle (parte); Suburbi: Trionfale (parte), Della Vittoria
(parte); Zone: Casalotti (parte)
Quartieri: Della Vittoria (parte), Tor di Quinto; Suburbi: Tor di Quinto, Della Vittoria (parte); Zone: La
Storta (parte), Cesano, Tomba di Nerone (parte), La Giustiniana
135063 110847 -24216 -17,9
63943 50126 -13817 -21,6
205208 191283 -13925 -6,8
174893 178739 3846 2,2
145902 121342 -24560 -16,8
125677 117283 -8394 -6,7
178671 186672 8001 4,5
150578 122122 -28456 -18,9
176678 171269 -5409 -3,1
142659 129207 -13452 -9,4
133722 149680 15958 11,9
161252 173417 12165 7,5
160791 139679 -21112 -13,1
153908 134376 -19532 -12,7
79462 64182 -15280 -19,2
126828 119751 -7077 -5,6
172394 163622 -8772 -5,1
123630 126735 3105 2,5
Totale
Fonte dei dati Istat, Censimenti della popolazione e delle abitazioni 1991 e 2001;
Composizione territoriale dei municipi: www.comune.roma.it
2733416 2546804 -186612 -6,8
Nel comune di Roma la popolazione residente è scesa tra il 1991 ed il 2001 di 186.612 unità,
pari al 6,8%, con un -8,1% per i maschi e un -5,7% per le femmine (tavola 1 allegata).
La popolazione è diminuita in 14 municipi su 19. La riduzione più consistente è stata registrata nel
IX municipio (-28.456 unità), seguito dal I (-25.685 unità), dal VI (-24.560 unità) e dal II (-24.216
unità).
Viceversa la popolazione è aumentata nel V municipio (+3.846 unità), nell’VIII (+8.001 unità), nel
XII che ha fatto segnare la maggior crescita (+15.958), nel XIII (+12.165 unità) e nel XX (+3.105
unità.
4

Rispetto alle principali suddivisioni toponomastiche della città (tavola 6 allegata) si nota uno
spopolamento di dimensioni bibliche del centro, mentre continua a crescere la periferia.
I rioni perdono 30.592 residenti, avendo tutti un saldo negativo ad eccezione del rione Pigna che
segna una crescita di 1.038 unità. Scomparsi 5.285 residenti all’Esquilino, 4.832 in Prati, 3.353 nel
rione Monti e 2.493 a Trastevere.
Tra i quartieri che in complesso perdono ben 225.924 residenti, forti flessioni si registrano nei
quartieri Portuense (-20.535 unità), Tuscolano (-20.466 unità), Gianicolense (-19.605 unità),
Prenestino-Labicano (-18.687 unità), Ostiense (-14.817 unità), Trionfale (-13.772), Appio-Latino (-
13.195 unità) e Trieste (-12.657 unità). In crescita solo S. Basilio (+5.616 unità), Ponte Mammolo
(+1.126 unità), Ardeatino (+809 unità) e Lido di Castel Fusano (+96 unità).
Anche i suburbi registrano una flessione di 3.812 unità, con l’unica eccezione del Trionfale che
cresce di 2.663 unità.
Le zone periferiche di Roma hanno visto crescere la popolazione residente tra il 1991 ed il
2001 di 73.410 unità. Gli aumenti più consistenti sono al Torrino (+10.784 unità), Settecamini
(+7.721 unità), Borghesiana (+5.976 unità), Acilia Sud (+4.339 unità), Lunghezza (+4.193 unità) e
Castel Fusano (+4.063 unità). In controtendenza le diminuzioni a Val Melaina (-5.274 unità), Fonte
Ostiense (-1.741 unità) e Torre Spaccata (-1.601 unità).
15,0
10,0
5,0
0,0
-5,0
-10,0
-15,0
-20,0
-25,0
Comune di Roma - Censimenti 1991 e 2001 - saldo % popolazione per municipio
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
Fonte: Istat, Censimenti della popolazione e delle abitazioni 1991 e 2001
IX
X
In termini relativi, cioè con riferimento ai saldi percentuali, i 4 municipi centrali I, II, III e XVII
insieme al IX municipio hanno registrato una flessione della popolazione residente tra il 1991
ed il 2001 nell’ordine di circa il 20%. Superiore al 15% la flessione nel VI municipio e al 10% nel
XV e XVI municipio. Una crescita superiore al 10% si è avuta solo nel XII Municipio.
Ancora più forti le flessioni nei rioni Parione (-35,3%), Colonna (-33,4%), Campo Marzio, Ponte e
S.Angelo in cui sfiora in tutti e tre il –30%. Curiosa è la situazione del rione Pigna, con una
popolazione in crescita del 72,5%, di cui +139,8% maschile ed appena +14% femminile.
Tra i quartieri e i suburbi flessioni superiori al 20% si registrano al Flaminio, Tiburtino,
Nomentano, Prenestino-Labicano e Trionfale. Cresce del 30,3% la popolazione di S.Basilio.
Nelle zone periferiche spiccano gli aumenti di Cecchignola (+194,6%), Vallerano (+97,1%),
Settecamini (+91,5%) e Capannelle (+68%).
XI
XII
XIII
XV
XVI
XVII
XVIII
IX
XX
5

Comune di Roma - Censimenti 1991 e 2001 - popolazione per stato civile
1991
numero comp. %
2001
numero comp. %
Saldo Saldo %
Celibi/Nubili 1156504 42,3 1035631 40,7 -120873 -10,5
Coniugati 1308824 47,9 1197686 47,0 -111138 -8,5
Separati 40542 1,5 64611 2,5 24069 59,4
Vedovi 193756 7,1 195775 7,7 2019 1,0
Divorziati 33790 1,2 53101 2,1 19311 57,2
Totale 2733416 100,0 2546804 100,0 -186612 -6,8
Fonte: Istat, Censimenti della popolazione e delle abitazioni 1991 e 2001
La popolazione residente nel comune di Roma per stato civile fornisce alcune indicazioni utili sulle
caratteristiche dei desaparecidos censuari: in 10 anni sono spariti nel nulla 120.873 tra celibi (-
71.021) e nubili (-49.852) e 111.138 coniugati, di cui 52.791 uomini e 58.347 donne.
Da sottolineare l’aumento di separati e divorziati in tutti i municipi, anche quelli a saldo negativo
(tavole 2 e tavola 7 allegate).
Comune di Roma - Censimenti 1991 e 2001 - popolazione per classi di età
Anni
1991
numero comp. %
2001
numero comp. %
Saldo
Saldo %
74 164457 6,0 207631 8,2 43174 26,3
Totale 2733416 100,0 2546804 100,0 -186612 -6,8
Fonte: Istat, Censimenti della popolazione e delle abitazioni 1991 e 2001
La struttura per classi di età della popolazione residente, se ancora ce ne fosse bisogno, mostra
l’assoluta inconsistenza dei dati censuari 2001 rispetto a quelli del 1991.
Ad eccezione della classe 35-44 anni la popolazione romana di età inferiore ai 65 anni è stata
falcidiata nel decennio 1991-2001. Gli individui con età compresa tra i 15 e i 24 anni sono
diminuiti di 168.418 unità, pari al 40,1 %. Dove sono finiti? Non sembrano aver subìto una sorte
migliore gli individui in età compresa tra i 25 e i 34 anni (-52.259 unità, -11,6%) e quelli in età tra i
10 e i 14 anni (-31.383 unità, -22,4%). In compenso aumentano gli anziani, +43.616 nella classe 65-
74 anni (+18,7%) e +43.174 per la popolazione di età superiore ai 74 anni (+26,3%) (tavola 3 e
tavola 8 allegate).
La piramide delle età, già fortemente compromessa, subisce uno stravolgimento completo. L’età
media, calcolata in maniera approssimativa - in assenza della distribuzione puntuale - attribuendo il
valore centrale ad ogni classe ed una speranza di vita residua di ulteriori 7,5 anni per le persone che
hanno raggiunto i 74 anni di età, sarebbe passata dai 39,4 anni del 1991 ai 42,4 anni del 2001, con
un aumento di ben 3 anni in un decennio!
L’indice di vecchiaia, vale a dire il rapporto percentuale tra la popolazione di 65 e più anni e quella
con meno di 14 anni, sarebbe passato da 108,7 del 1991 a 148,3 del 2001, con una crescita di quasi
40 punti.
6

L’indice di dipendenza, vale a dire il rapporto percentuale tra la popolazione inattiva (meno di 14
anni e 65 e più anni) e quella potenzialmente attiva (14-65 anni), sarebbe passato da 38,8 del 1991 a
46,8 del 2001, con una crescita di 8 punti.
L’indice di ricambio sul mercato del lavoro, calcolato come rapporto tra la popolazione prossima
all’uscita (55-64 anni) e quella in entrata (15-24 anni), sarebbe passato da 80,9 del 1991 a 132,6 del
2001, con una crescita di oltre 50 punti.
La popolazione attiva, vale a dire quella compresa tra i 15 e i 64 anni è passata da 1.968.902 a
1.734.766, con un saldo di –234.136 unità, scendendo dal 72% al 68,1%.
Comune di Roma - Censimenti 1991 e 2001 - popolazione per classi di età
(analisi longitudinale)
Classi età
al 2001
1991
numero comp. %
2001
numero comp. %
Saldo
Saldo %
15-24 254605 11,5 251272 12,5 -3333 -1,3
25-34 419690 18,9 398939 19,8 -20751 -4,9
35-44 451198 20,3 406577 20,2 -44621 -9,9
45-54 379717 17,1 344867 17,1 -34850 -9,2
55-64 378587 17,0 333111 16,6 -45476 -12,0
65-74 339710 15,3 277359 13,8 -62351 -18,4
Totale 2223507 100,0 2012125 100,0 -211382 -9,5
Fonte: Istat, Censimenti della popolazione e delle abitazioni 1991 e 2001
Anche l’analisi longitudinale, che mette a confronto la popolazione che al 1991 aveva da 5 a 14
anni con la corrispondente popolazione tra 15 e 24 anni nel 2001 e così via, alimenta ulteriori dubbi
sull’operazione censuaria. Nelle classi centrali, per le quali è possibile il confronto, mancano
all’appello 211.382 individui, con un saldo negativo del –9,5%. Il numero di unità censite in meno
nel 2001 tende ad aumentare con il crescere della classe di età, sia in termini assoluti che relativi. Le
persone che nel 1991 avevano un’età compresa tra i 55 e i 64 anni si ritrovano ad essere 62.351 in
meno tra i 65 e i 74 anni al 2001 (-18,4%). Un bel numero di pensionati che graverebbero in meno
sugli enti di previdenza. Se fosse vero (tavola 4 e tavola 9 allegate).
Un movimento di tale dimensione degli indicatori demografici, in un lasso di tempo così breve,
avrebbe provocato uno sconvolgimento socio-economico nel territorio, che sicuramente non
sarebbe passato inosservato. Eppure, sembra che a nessuno dei suddetti responsabili, esperti e
addetti ai lavori censuari sia venuto in mente di verificare la struttura della popolazione e gli
indicatori demografici fondamentali prima di validare e diffondere i dati del Censimento 2001, ma
soprattutto prima di utilizzarli per la determinazione della popolazione legale.
A questo punto sembrano esserci elementi a sufficienza per liquidare come fallimentare l’attività
dell’Istat per quanto riguarda il Censimento del 2001 nella città di Roma. D’altronde, chiunque a
Roma è in grado di indicare parenti o amici ai quali il modello del Censimento o non è stato affatto
consegnato oppure non è stato successivamente ritirato.
Siamo però in grado di fornire un’ultima prova schiacciante che deriva da una verifica tanto
elementare quanto incontrovertibile.
Supponiamo che effettivamente la popolazione residente sia diminuita di oltre 180.000 unità tra il
1991 ed il 2001, che il centro si sia spopolato, che celibi, nubili e coniugati siano una razza in via
d’estinzione per la quale occorrerà chiedere l’intervento del WWF, che il problema occupazionale
sia stato brillantemente risolto grazie alla decimazione della popolazione nelle classi centrali di età.
Supponiamo che tutto ciò corrisponda alla realtà di Roma. E le abitazioni? Quelle, almeno
dovrebbero essere rimaste al loro posto. E’ difficile credere, a meno di qualche fenomeno esoterico,
che anch’esse siano svanite nel nulla e sarà complicato per l’Assessore alla Semplificazione del
Comune di Roma convincerci che gli stranieri residenti a Roma al momento di lasciare la città per
tornarsene nel loro Paese d’origine abbiano impacchettato anche l’appartamento e se lo siano
portato via con loro. D’altronde, la stessa definizione di immobile avrebbe dovuto scoraggiarli.
7

Poiché contestualmente al censimento della popolazione si è svolto quello delle abitazioni, andiamo
a vedere i risultati.
Comune di Roma - Censimenti 1991 e 2001 – abitazioni edificate fino al 1991 per municipio
Municipio 1991 2001 Saldo Saldo %
I 63627 54516 -9111 -14,3
II 64356 57022 -7334 -11,4
III 32392 28637 -3755 -11,6
IV 82337 83595 1258 1,5
V 67176 68578 1402 2,1
VI 60264 55924 -4340 -7,2
VII 49947 49461 -486 -1,0
VIII 64511 69986 5475 8,5
IX 68926 63065 -5861 -8,5
X 66941 68636 1695 2,5
XI 57933 57011 -922 -1,6
XII 51282 51814 532 1,0
XIII 65737 68584 2847 4,3
XV 62488 59756 -2732 -4,4
XVI 63294 61281 -2013 -3,2
XVII 37237 32289 -4948 -13,3
XVIII 50508 49644 -864 -1,7
IX 70128 69567 -561 -0,8
XX 53850 55350 1500 2,8
Totale 1132934 1104716 -28218 -2,5
Fonte: Istat, Censimenti della popolazione e delle abitazioni 1991 e 2001
Per confrontare in maniera omogenea i dati è necessario depurare dal totale delle abitazioni
risultanti al Censimento 2001, pari a 1.150.547 quelle costruite successivamente al 1991, che sono
45.831, considerando che il numero di edifici fatiscenti che nel corso del decennio sono stati
abbattuti è trascurabile e non altera il confronto.
Le abitazioni edificate fino al 1991 e censite al 2001 risultano essere 1.104.716, quasi 30.000 in
meno rispetto al censimento precedente, con un calo percentuale del 2,5.
8000
6000
4000
2000
0
-2000
-4000
-6000
-8000
-10000
I
II
III
IV
Comune di Roma - Censimenti 1991 e 2001 – saldo
abitazioni edificate fino al 1991 per municipio
V
VI
VII
VIII
Fonte: Istat, Censimenti della popolazione e delle abitazioni 1991 e 2001
IX
X
XI
XII
XIII
XV
XVI
XVII
XVIII
IX
XX
8

In 12 municipi su 19 il numero di abitazioni censite nel 2001 fa registrare una flessione rispetto al
1991. Tutti i municipi, ad eccezione del IV e del X, per i quali è stata riscontrata una diminuzione
della popolazione residente hanno anche un minor numero di abitazioni. Al centro della città si
registrano le diminuzioni più consistenti: municipio I (-9.111 unità), municipio II (-7.334 unità), III
municipio (-3.755 unità), XVII municipio (-4.948 unità). Particolare risulta essere anche la
situazione del IX municipio dove è stata registrata una flessione di 5.861 unità abitative. Anche se
in alcuni casi, soprattutto nelle zone centrali della città, può essersi verificato un cambio di
destinazione d’uso dell’appartamento o dell’intero fabbricato, il calo sembra essere così evidente da
non poter essere giustificato in tal modo. In crescita di 5.875 unità le abitazioni dell’VIII municipio,
che ha fatto anche registrare un consistente aumento della popolazione.
Anche i saldi percentuali confermano la diminuzione delle abitazioni censite, con picchi che
sfiorano il –15% nel I e nel XVII municipio e che superano il -10% nel II e III municipio.
Nei rioni cittadini sono scomparse 11.278 abitazioni, con diminuzioni che in alcuni casi superano
1/4 delle abitazioni censite nel 1991 (Trevi, Colonna, S.Angelo). Significativi i cali riscontrati
all’Esquilino (- 1.996 ; -16,1%), a Prati (-1.894 ; -20,1%), a Campo Marzio (-1.022 ; -23,3%), a
Castro Pretorio (-909 ; -24,3%).
Nei quartieri le abitazioni scomparse sono 37.307. In consistente diminuzione il Prenestino-
Labicano (-3.968 ; -10,4%), il Portuense (-3.919 ; -9,3%), il Trionfale (-3.834 ; -12,5%), il
Tuscolano (-3.392 ; -6,3%), il Nomentano (-2.935 ; -11,6%), il Gianicolense (-2.855 ; -6%).
10,0
5,0
0,0
-5,0
-10,0
-15,0
-20,0
I
II
III
Comune di Roma - Censimenti 1991 e 2001 – saldo %
abitazioni edificate fino al 1991 per municipio
IV
V
VI
VII
VIII
Fonte: Istat, Censimenti della popolazione e delle abitazioni 1991 e 2001
IX
X
XI
XII
XIII
XV
XVI
XVII
XVIII
I suburbi hanno visto un aumento di 532 abitazioni, con un saldo negativo a Tor di Quinto e Della
Vittoria e positivo a Portuense, Gianicolense, Aurelio e Trionfale.
Le zone periferiche hanno visto aumentare il numero di abitazioni censite nel 2001 di 19.710 unità,
con aumenti consistenti a Borghesiana (+1.920 ; +20,4%), Torre Angela (+1.555 ; +6,4%), Casalotti
(+1.508 ; +16%), Casal Palocco (+1.277 ; +15%).
L’analisi delle abitazioni censite per anno di costruzione fornisce risultati ancora più sconcertanti.
IX
XX
9

Comune di Roma - Censimenti 1991 e 2001 – Abitazioni
edificate fino al 1991 per periodo di costruzione e municipio – saldi
Municipio
Prima
del 1919
dal 1919
al 1945
dal 1946
al 1971
dal 1972
al 1981
dal 1982
al 1991
Totale
I -5110 -2454 -1366 -88 -93 -9111
II -818 -3816 -2783 125 -42 -7334
III -468 -2589 -532 -137 -29 -3755
IV 18 -133 600 -366 1139 1258
V 397 -661 -1759 1555 1870 1402
VI -336 -504 -2693 -556 -251 -4340
VII 548 -184 -1782 852 80 -486
VIII 281 -89 399 901 3983 5475
IX -159 -3287 -1936 -447 -32 -5861
X 140 -74 226 1506 -103 1695
XI 163 -246 -2234 375 1020 -922
XII 224 102 -1282 -69 1557 532
XIII 425 -275 -2389 2046 3040 2847
XV 2 -395 -5298 969 1990 -2732
XVI -116 126 -3171 386 762 -2013
XVII -1204 -2599 -1391 262 -16 -4948
XVIII 160 -292 -1560 416 412 -864
IX 181 -1195 -1425 -1047 2925 -561
XX -94 -122 -1132 142 2706 1500
Totale -5766 -18687 -31508 6825 20918 -28218
% -8,1 -12,3 -4,7 4,2 24,9 -2,5
Fonte: Istat, Censimenti della popolazione e delle abitazioni 1991 e 2001
Il numero di abitazioni costruite anteriormente al 1971 e censite in meno nel 2001 rispetto al
1991 è pari a 55.961. Le abitazioni costruite prima del 1919 si riducono dell’8,1%, quelle costruite
tra il 1919 ed il 1945 del 12,3% e quelle costruite dal secondo dopoguerra al 1971 del 4,7%.
Aumentano del 4,2% le abitazioni costruite tra il 1972 ed il 1981 ed addirittura del 24,9% quelle
costruite tra il 1982 ed il 1991.
Numeri davvero incredibili ed inspiegabili, che rendono superfluo qualsiasi ulteriore commento.
Così come privi di qualsiasi logica appaiono i saldi delle abitazioni per municipio e per le
suddivisioni toponomastiche della città (tavola 5 e tavola 10 allegate). Evidentemente, bisogna
giungere alla conclusione che sui dati censuari del 2001 non sono state effettuate neanche le più
elementari verifiche.
Le tavole e i grafici sopra esposti dimostrano in maniera inequivocabile che il
XIV Censimento della popolazione e delle abitazioni svoltosi il 21 ottobre del
2001 nella città di Roma, ha prodotto risultati completamente inattendibili,
frutto di una disorganizzazione generalizzata che non ha risparmiato alcuna fase
dell’indagine.
Un vero e proprio fallimento, che se non provocasse conseguenze gravi potrebbe
essere archiviato come l’ennesimo esempio di sperpero di denaro pubblico e di
inefficienza ed inaffidabilità dell’Istat, che da un po’ di tempo a questa parte
sembrano essere all’ordine del giorno.
Ma così non è. Perché i dati censuari del 2001 vengono utilizzati e stanno provocando
danni gravissimi, in quanto alterano gli equilibri socio-economici e politici del Paese.
In primo luogo, se come appare probabile, saranno ridisegnati, sulla base dei dati
attuali, i collegi elettorali in vista delle elezioni politiche del 2006, Roma si
10

vedrebbe scippata di 2 Deputati e di 1 Senatore. E poiché per ammissione della
stessa Istat, in tutto il territorio nazionale mancano all’appello 961.949 unità, per lo
più nell’Italia centrale e quasi un terzo a Roma, si può concludere che, grazie all’Istat,
le prossime elezioni politiche saranno falsate in partenza.
Si deve anche considerare che la sottostima della popolazione di oltre 200.000 unità
sta comportando un danno di circa 150 milioni di euro in termini di minori
trasferimenti dallo Stato alla Regione Lazio per la spesa sanitaria.
La mancata conoscenza o la visione distorta della struttura demografica ed abitativa
della città rappresentano un ostacolo insormontabile per la programmazione e la
realizzazione di una seria politica sociale, economica, sanitaria ed educativa.
Senza i numeri di base qualsiasi iniziativa di sviluppo urbanistico o di
monitoraggio dell’edilizia abitativa è destinata a fallire.
Passiamo alle statistiche. Tutte le indagini campionarie dell’Istat sulle famiglie
stanno producendo risultati distorti e fuorvianti. Non stiamo parlando di
rilevazioni di poco conto, ma dell’indagine sui consumi o di quella sulle forze di
lavoro, che a loro volta alterano i conti nazionali e gli indici dei prezzi al
consumo. Praticamente, tutta la produzione statistica ufficiale.
Anche la recente affermazione del Sindaco Veltroni (cfr. La Repubblica – Roma del
25/7/2005), sulla maggior crescita occupazionale di Roma rispetto all’Italia appare
inevitabilmente viziata dalle distorsioni strutturali provocate dai dati censuari, che
mostrano una diminuzione degli individui in età lavorativa nella capitale in
controtendenza con il resto d’Italia.
Danni gravissimi. Ai quali occorre porre immediatamente rimedio. In che modo?
Innanzitutto, con il commissariamento dei vertici dell’Istat - a partire dal
presidente Luigi Biggeri, recentemente confermato per un altro quadriennio - e
l’allontanamento dei responsabili dell’Ufficio di Statistica del Comune di Roma,
che avendo entrambi ampiamente dimostrato la loro attuale incapacità di gestione
devono essere sostituiti al più presto per garantire una parvenza di legalità alla
popolazione legale.
In secondo luogo, rimboccandosi le maniche ed avviando una urgente azione di
recupero della voragine statistica provocata dall’ultimo Censimento, andando alla
ricerca – per sezione di censimento – delle abitazioni rilevate nel 1991 ma non nel
2001, partendo dal centro e spostandosi verso la periferia. Si tratta del metodo
certamente meno oneroso per far tornare in vita decine di migliaia di cittadini romani
che l’ultimo censimento si è scordato di fotografare relegandoli al ruolo di
desaparecidos.
USI/RdB-Ricerca, dal canto suo, è pronta ad elaborare, gratuitamente, su richiesta,
analisi censuarie relative ad altri Comuni italiani.
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