Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Cultura<br />
L’analisi di un<br />
nuovo strumento<br />
di comunicazione<br />
di massa<br />
di Gianni Quilici<br />
Quanti tra chi<br />
legge “Arcipelago”<br />
sono<br />
inseriti in<br />
Facebook?<br />
E quanti<br />
sanno che cosa sia precisamente?<br />
Brevemente lo spiego.<br />
FB sono più pagine, di cui<br />
uno può gratuitamente disporre<br />
sul web, sulle quali<br />
può scrivere pensieri, elaborare<br />
note, inserire foto<br />
e video, scrivere e ricevere<br />
posta pubblica o privata,<br />
chattare, interagendo con<br />
altri (gli amici), da cui devi<br />
essere accettato e che deve<br />
accettare.<br />
È uno strumento formidabile<br />
per chi vuole conoscere<br />
persone ed anche per chi<br />
vuole informare delle sue<br />
attività sia singoli che associazioni,<br />
forze politiche, imprese<br />
culturali-commerciali<br />
ecc, ecc.<br />
Detto questo è evidente<br />
che molto dipende da come<br />
uno lo usa o meglio ancora<br />
se ha idee, immagini, desideri<br />
e capacità di interagire<br />
a livelli non banali.<br />
La maggioranza di ciò che<br />
intravedo indossa la maschera<br />
delle battutine, del<br />
commentino o della diffusione<br />
di materiali diversi<br />
(video, quiz, foto, giochini<br />
ecc, ecc).<br />
C’è una minoranza, tuttavia,<br />
che ha motivati interessi<br />
(politici o letterari), che pone<br />
confronti, può consentire<br />
conoscenze profonde,<br />
scambi proficui.<br />
Però, come in ogni fenomeno,<br />
quali sono i tratti dominanti?<br />
Partiamo da un fatto<br />
Leggo che il prof. Jonathan<br />
Zimmerman, della<br />
New York University, sostiene<br />
che tre adolescenti<br />
FACEBOOK:<br />
piaceri e rischi<br />
dei nuovi strumenti<br />
interattivi...<br />
americani su quattro trascorrono<br />
ogni possibile<br />
istante incollati a Facebook<br />
o MySpace... Le chat, sostiene<br />
Zimmerman, sono la<br />
nuova possente droga da cui<br />
questi giovani sono ormai<br />
dipendenti.<br />
Se allarghiamo lo spazio<br />
virtuale ai giochini elettronici<br />
e ai video da un lato; e<br />
dall’altro ai cellulari e agli<br />
sms questo dato appare più<br />
o meno possibile anche per<br />
gli adolescenti italiani ed, in<br />
ogni modo, questo è il profilo<br />
dominante dei nostri<br />
Tempi. Viviamo in un’epoca<br />
in cui alla televisione si<br />
sta progressivamente sostituendo<br />
il computer. Perché<br />
questo consente non solo di<br />
vedere e sentire, ma anche di<br />
connettersi nel mondo. Non<br />
essendo soltanto spettatore,<br />
ma sentendosi protagonista<br />
in prima persona: attraverso<br />
scambi o facendosi conoscere<br />
(video, foto, blog....)<br />
La domanda è: quale<br />
bisogno soddisfa?<br />
Il bisogno di riempire un<br />
vuoto. Il vuoto, sempre difficoltoso,<br />
del rapporto di sé<br />
con sé.<br />
Anche un libro, un film,<br />
una partita a carte, un incontro<br />
riempiono un vuoto.<br />
Qui però c’è molto di più.<br />
Puoi dialogare con altri, con<br />
molti altri, anche con chi<br />
non conoscevi, puoi dialogare<br />
senza fatica, troncando,<br />
con un pretesto, facilmente<br />
e passando ad altro, senza<br />
dover uscire, dover ascoltare,<br />
incontrare i soliti visi. C’è<br />
infine l’attrazione del mistero:<br />
la possibilità di trovare<br />
l’ideale immaginativo.<br />
I rischi sono enormi.<br />
Immaginiamo di togliere<br />
l’accesso ad internet e di<br />
sequestrare il cellulare a milioni<br />
di individui (non solo<br />
adolescenti), che vivono in<br />
simbiosi con questi. Potrebbero<br />
continuare tranquillamente<br />
a vivere?<br />
Il primo rischio è noto:<br />
alla vita reale, alla fatica di<br />
costruire rapporti dinamici<br />
con chi ti sta d’intorno, si<br />
sostituisce una vita virtuale,<br />
che senti più appagante,<br />
perché più facile, più imprevedibile.<br />
Il secondo: si rinuncia alla<br />
solitudine. Ossia a quella<br />
condizione che ti consente<br />
di concentrarti, percepire<br />
il tuo io, raccogliere intuizioni,<br />
elaborarle, creare, che<br />
solo può dare senso alla comunicazione.<br />
Sopra, Alicia e Piccoli<br />
Il terzo rischio: si vive<br />
frammentariamente, pensieri<br />
brevi, desideri brevi,<br />
memoria breve inseguendo<br />
stimoli, non elaborandoli,<br />
continuamente insoddisfatti,<br />
perché nulla o poco diventa<br />
davvero nostro.<br />
E tutto questo non riguarda<br />
soltanto gli adolescenti,<br />
ma tutti coloro che vivono la<br />
modernità. Si può utilizzarla<br />
da padroni, si può utilizzarla<br />
da schiavi. Il problema non<br />
è soltanto individuale è pure<br />
sociale, cioè politico.<br />
Foto di Gianni Quilici