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Alcune<br />
considerazioni<br />
sulle vicende della<br />
Fondazione Cassa<br />
di risparmio, anzi<br />
la Fondazione<br />
e basta. Dietro<br />
il duello di nomi,<br />
lo scontro tra<br />
diverse concezioni<br />
del ruolo di questa<br />
importante<br />
istituzione<br />
cittadina<br />
di Margherita<br />
Valanga<br />
Fondazione<br />
Lucca Du ello per la<br />
era in agenda<br />
per la fine di<br />
aprile. Oggetto,<br />
il rinnovo<br />
L’appuntamento<br />
dei vertici della<br />
Fondazione Cassa di Risparmio,<br />
un gigante da più di mille<br />
milioni di euro di capitalizzazione<br />
le cui funzioni, a Lucca,<br />
hanno un peso a dir poco rilevante<br />
per la vita pubblica e<br />
istituzionale. Sul tavolo c’erano<br />
le nomine del cda e quelle<br />
del presidente e del suo vice.<br />
Ma questa volta, in un clima<br />
molto diverso da quello assai<br />
ovattato che ha da sempre<br />
caratterizzato le vicende di<br />
questo ente importantissimo<br />
per il territorio, la successione<br />
alla poltrona occupata fino<br />
a pochi mesi fa da Giancarlo<br />
Giurlani si è trasformata in<br />
un vero e proprio duello che<br />
ha guadagnato intere pagine<br />
sui giornali.<br />
Se in un primo momento<br />
si era pensato ad una successione<br />
‘soft’, che si sarebbe<br />
tradotta nei fatti nell’ascesa<br />
senza ostacoli alla poltrona<br />
più alta di San Micheletto di<br />
Giovanni Cattani, avvocato<br />
e numero due di Giurlani, la<br />
questione si è concretizzata<br />
in modo assai più complesso,<br />
quando all’orizzonte si è<br />
stagliata un’altra figura ‘pesante’,<br />
quella del manager<br />
Arturo Lattanzi. Andando<br />
per ordine, la vicenda<br />
avrebbe dovuto riguardare<br />
inizialmente la sola vicepresidenza.<br />
Ma le cose sono<br />
precipitate quando, dopo le<br />
prime polemiche sui quotidiani,<br />
l’ingegnere ha deciso<br />
di dimettersi, ufficialmente<br />
per motivi di salute. A quel<br />
punto in ballo è arrivata<br />
la guida della Fondazione.<br />
E i nomi in pista sono rimasti<br />
gli stessi: l’avvocato<br />
lucchese Cattani, per molti<br />
successore ‘naturale’ e il<br />
manager di origini carrarine<br />
Lattanzi, che ha lasciato in<br />
quel periodo le sue cariche<br />
negli organi della Cassa di<br />
Risparmio di Lucca Pisa Livorno<br />
spa, attualmente guidata<br />
da un altro nome forte<br />
dello scenario economico<br />
lucchese, Alberto Varetti.<br />
La banca, dopo le disavventure<br />
dell’era Fiorani, è<br />
controllata dal Banco Popolare<br />
(nata dalla fusione<br />
tra Bpi e Banca popolare di<br />
Verona) e sullo sfondo della<br />
successione lucchese ci sono<br />
due decisioni importanti.<br />
La prima riporta appunto al<br />
periodo della cessione della<br />
CariLucca: la riscossione o<br />
meno della tranche da 300<br />
milioni (l’ultima quota della<br />
put dei tempi di Fiorani per<br />
l’acquisto della Cassa) che<br />
attualmente garantisce alla<br />
Fondazione il controllo di circa<br />
il 20% dell’istituto di credito.<br />
Poi c’è l’eventuale acquisto<br />
di più di 200 milioni di quote<br />
della Agos-Ducato, società<br />
di credito al consumo partecipata<br />
dalla capogruppo, che<br />
impegnerebbe circa il 20%<br />
della capitalizzazione della<br />
Fondazione stessa. Scelte che<br />
pesano anche per il Banco<br />
Popolare, che ha chiuso il bilancio<br />
in perdita. E qualcuno<br />
si interroga sul perché la Fondazione<br />
dovrebbe, per quanto<br />
indirettamente, sostenere la<br />
situazione della capogruppo,<br />
Dal Tirreno. Vignetta di Alessandro Sesti<br />
mantenendo immobilizzata<br />
una grossa fetta di capitale o<br />
impegnandone un’altra parte<br />
importante in un’attività finanziaria<br />
di natura imprenditoriale<br />
e non sociale. Con tutti<br />
i rischi che ne conseguono.<br />
Ma c’è un aspetto ulteriore<br />
che non si può ignorare.<br />
L’avvicendamento si è poi<br />
concluso con quello che in<br />
molti hanno interpretato<br />
come un compromesso: la<br />
presidenza a Cattani (letto<br />
come ideale prosecutore<br />
della linea tenuta da Giurlani),<br />
classe 1939, e la vicepresidenza<br />
a Lattanzi, classe<br />
1935, che è apparso come<br />
più legato all’imprenditoria<br />
(tanti i rumors che volevano<br />
Assindustria schierata col<br />
suo nome per il seggio più<br />
alto, nonostante la smentita<br />
a mezzo stampa del direttore<br />
Armani) e che rappresenterebbe<br />
la discontinuità.<br />
Non è un mistero che in<br />
questo quadro il duello di<br />
San Micheletto abbia assunto<br />
in città sfumature importanti:<br />
erano in tanti a pensare<br />
che in ballo ci fossero<br />
due diverse visioni del ruolo<br />
di un ente essenziale come<br />
la Fondazione, che finivano<br />
per rispecchiarsi nelle due<br />
candidature. Da una parte<br />
chi vorrebbe vederla orientare<br />
le proprie sostanziose<br />
risorse su infrastrutture e<br />
altri settori collegati all’imprenditoria.<br />
Dall’altra chi<br />
invece pensa che con una<br />
svolta di questo genere la<br />
Fondazione finirebbe per<br />
assumersi responsabilità<br />
non proprie e che, nelle sue<br />
attività, l’utilità sociale dovrebbe<br />
prevalere sullo sviluppo<br />
economico.<br />
Per questi ultimi si dovrebbe<br />
navigare su una rotta che<br />
continui a puntare su altri<br />
settori comunque rilevanti,<br />
come l’arte e il volontariato,<br />
secondo una vocazione di<br />
pubblico interesse e sostegno<br />
del tessuto sociale. Ora,<br />
alla luce del risultato del voto<br />
del 30 aprile, c’è da vedere<br />
quale strada imboccherà<br />
la Fondazione. Certo, come<br />
già detto, la soluzione a cui<br />
si è approdati sembra avere<br />
l’aria di un compromesso tra<br />
poteri e interessi diversi e di<br />
una sorta di “male minore”.<br />
È difficile non chiedersi<br />
se sarebbe stato possibile (e<br />
in che modo) arrivare ad un<br />
altro risultato, nel segno di<br />
una discontinuità che fosse<br />
diversa da quella dell’orientamento<br />
che è parso incarnarsi<br />
nella figura di Lattanzi.