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R. Fabbris, La lettura della Bibbia nell'età moderna e contemporanea

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Jean Astruc<br />

www.bicudi.net<br />

L'ipotesi delle fonti del Pentateuco, già proposta da Richard Simon, viene ripresa<br />

da Henning Bernard Witter (1683-1715) e da Jean Astruc (1684-1766) e applicata ai<br />

libri <strong>della</strong> Genesi e dell'Esodo. Chi definisce i criteri letterari e stilistici per<br />

individuare le fonti è Johann Gottfried Eichhorn (1752-1827) nella sua<br />

Introduzione all'Antico Testamento (1780-83). Sulla base delle tesi elaborate da K.H.<br />

Graf (1815-1869) e A. Kuenen (1828-1891), il semitista e storico Julius Wellhausen<br />

(1844-1918) propone per il Pentateuco o Esateuco - con l'inclusione del Libro di<br />

Giosuè - la teoria delle quattro fonti con questa successione cronologica: Jahvista<br />

(J), la più antica (secolo X a.C.), Elohista (E), del IX secolo a.C., il Deuteronomio<br />

(D) del VII secolo, e il Documento sacerdotale (P), del periodo postesilico.<br />

J.Wellhausen<br />

<strong>La</strong> teoria delle quattro fonti proposta da J. Wellhausen, oltre agli<br />

oppositori che fanno capo alla scuola scandinava (Uppsala) - K.I.<br />

Engell (1906-1964), H.S. Nyberg (1889-1974), H. Bikerland (1904-) -<br />

trova anche tenaci sostenitori nell'ambiente di lingua tedesca con<br />

modifiche e integrazioni: E. Sellin (1867-1945), R. Smend (1887-<br />

1913), W. Eichrodt (1890-1978) e M. Noth (1902-1968). In particolare<br />

Rudolf Smend propone di sdoppiare la fonte Jahvista in J1 e J2, in<br />

due racconti paralleli attribuiti a due distinti autori. Su questa linea<br />

si colloca anche Otto Eissfeldt (1887-1978) che nel 1922 propone di<br />

suddividere la fonte Jahvista in una fonte L (<strong>La</strong>ienquelle del IX<br />

secolo), e una fonte J più tardiva.<br />

Martin Noth<br />

Nonostante questa frammentazione degli strati-fonti del Pentateuco la teoria di J. Wellhausen<br />

fino alla seconda guerra mondiale viene sostanzialmente accolta negli studi monografici, nelle<br />

introduzioni e commentari. Ma a partire dagli anni sessanta-setttanta è progressivamente<br />

abbandonata e sostituita con altre ipotesi di metodologia esegetica: Überlieferungsgeschichte,<br />

“storia <strong>della</strong> tradizione”, e Redaktionsgeschichte, “storia <strong>della</strong> redazione”.<br />

Invece godono di maggior consenso le ipotesi relative alla formazione dei testi profetici e<br />

sapienziali combinando insieme la teoria delle fonti con quella <strong>della</strong> redazione e delle successive<br />

riletture nel postesilio e all'epoca persiana. Nel caso del Libro di Isaia si accoglie, sia pure con<br />

qualche riserva, l'ipotesi di una prima raccolta di oracoli risalenti al profeta dell'ottavo secolo<br />

(Isaia 1-39), seguita dalle raccolte del Deuteroisaia (Is 40-55) e Tritoisaia (Is 56-66), attribuite<br />

all'opera di un profeta anonimo del periodo esilico e postesilico. Anche per libro del profeta<br />

Geremia Sigmund Mowinckel (1884-1965), seguito con correzioni e integrazioni da altri autori,<br />

distingue quattro livelli: gli oracoli autentici in versi (fonte A), i racconti in prosa attribuiti a<br />

Baruc (fonte B), i discorsi in prosa attribuiti alla scuola deuteronomistica (fonte C) e le promesse<br />

(fonte D). Lo stesso vale per il libro di Zaccaria, in cui si riconoscono due livelli compositivi: cc. 1-<br />

8 e cc. 9-14. Nel libro di Giobbe si riconoscono le tensioni esistenti tra la parte in prosa del<br />

prologo e dell'epilogo e il corpo poetico centrale attualmente unite in un unico libro. Anche il c.<br />

28 e il discorso di Elihu nei cc. 32-37 interrompono il tessuto letterario del libro. <strong>La</strong> constatazione<br />

di queste tensioni giustifica l'ipotesi <strong>della</strong> presenza di diversi strati e livelli combinati nella<br />

edizione finale del libro.<br />

d. <strong>La</strong> critica delle fonti dei libri del NT - ”<strong>La</strong> questione sinottica”<br />

<strong>La</strong> critica delle fonti del Nuovo Testamento in un primo tempo si limita ai Vangeli e spesso<br />

11 | P a g i n a

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