L'identità e la formazione professionale degli insegnanti - tntee
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dello studio assieme al<strong>la</strong> preparazione effettiva all'esercizio dell'attività <strong>professionale</strong> docente nel<strong>la</strong><br />
scuo<strong>la</strong>.<br />
Un altro aspetto che ritengo importante riguarda <strong>la</strong> prospettiva del<strong>la</strong> mobilità sia verticale sia<br />
orizzontale dell'insegnante. Ciò si connette naturalmente con <strong>la</strong> necessità di una <strong>formazione</strong> multip<strong>la</strong><br />
e flessibile, oltre che specifica, che chiama in causa una riforma, non più di<strong>la</strong>zionabile, dello statuto<br />
<strong>professionale</strong> dell'insegnante.<br />
3. Il curricolo formativo dell'insegnante e il problema dell'apprendimento/insegnamento: i<br />
saperi, il tirocinio, i <strong>la</strong>boratori. Alcune aperture<br />
3.1. Le argomentazioni svolte circa <strong>la</strong> natura dell'insegnamento come educazione e circa il profilo<br />
dell'insegnante come, in sintesi, colui che sa selezionare e rie<strong>la</strong>borare in termini pertinentemente<br />
didattici - e quindi in modi propri e congruenti rispetto all'istituzione scuo<strong>la</strong> - i saperi da insegnare<br />
introducono, appunto, il capitolo dei saperi e delle modalità del loro insegnamento nell'ambito del<strong>la</strong><br />
<strong>formazione</strong> <strong>degli</strong> <strong>insegnanti</strong>.<br />
In tale prospettiva è necessario anzitutto un cenno più preciso ai saperi considerati tanto in sé quanto<br />
soprattutto nel<strong>la</strong> loro valenza/funzione didattica.<br />
I saperi si configurano come insiemi di enunciati e di procedure socialmente costituiti e riconosciuti.<br />
E' grazie al<strong>la</strong> mediazione dei saperi che un soggetto, individuale o collettivo, stabilisce una re<strong>la</strong>zione<br />
significativa con se stesso, con il mondo naturale e con il mondo sociale e li trasforma.<br />
Ciascun sapere può essere racchiuso nell'ambito di una disciplina di studio, ma quest'ultima va vista<br />
come una realtà dinamica perché, nel concreto dell'esperienza quotidiana, entrano in gioco<br />
dimensioni sociali e psicologiche senza le quali non si comprendono l'attività mentale del soggetto,<br />
gli apprendimenti e l'uso delle conoscenze stesse. I saperi, pertanto, quando entrano nel<strong>la</strong> dimensione<br />
pedagogico-didattica, vanno coniugati con i fini del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> e con <strong>la</strong> natura del soggetto e vanno<br />
visti insieme come ”oggetto in sé” e come ”strumento” offerto al soggetto perché egli si costruisca<br />
una propria grammatica di lettura del mondo e del suo valore.<br />
Primo passaggio, quindi, in ordine ai saperi è quello di conoscere gli insiemi di enunciati e di<br />
procedure organizzati, sistematizzati, formalizzati che costituiscono un sapere, da rivisitare, poi, in<br />
termini psico-pedagogici e didattici in re<strong>la</strong>zione alle finalità generali proprie dell'istituzione<br />
interessata e alle specifiche esigenze e necessità del soggetto in <strong>formazione</strong>.<br />
Il discorso, in questo senso, riguarda direttamente <strong>la</strong> <strong>formazione</strong> e <strong>la</strong> professionalità dell'operatore<br />
sco<strong>la</strong>stico, chiamato, nel dare risposte ai bisogni di conoscenza dei soggetti che gli vengono affidati,<br />
a tener conto di certi parametri e di certe acquisizioni. Torna anche qui <strong>la</strong> questione di fondo: quali<br />
saperi/quale sapere per un insegnante?<br />
Il discorso è, quindi, nel<strong>la</strong> direzione dei saperi: si tratta, in sostanza, di definire quali essi siano e<br />
come siano organizzabili nel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>. Per ancorare <strong>la</strong> riflessione a dati concreti: un insegnante ha<br />
bisogno di sapere quali sono le ipotesi più recenti sul<strong>la</strong> nascita e lo sviluppo del linguaggio verbale, di<br />
riflettere sulle nozioni di linguaggio, lingua e sistemi di segni, di conoscere <strong>la</strong> morfologia, <strong>la</strong><br />
grammatica e <strong>la</strong> sintassi, ma anche di saper leggere e giudicare un testo per gli alunni in tutte le<br />
sfaccettature che esso comporta.<br />
Così ancora: un insegnante ha bisogno di conoscere i processi di organizzazione logica, matematica,<br />
spaziale, temporale e causale del<strong>la</strong> realtà; i rapporti tra conoscenza, in<strong>formazione</strong> e comunicazione;<br />
le forme e le procedure del<strong>la</strong> razionalità pratica ecc..<br />
Tutto questo solo per fare un esempio e un'incursione nel<strong>la</strong> dimensione del sapere <strong>professionale</strong> che<br />
non può non avere a che fare con il sapere tout court. Ma tutto ciò nel<strong>la</strong> prospettiva di un controllo<br />
del<strong>la</strong> logica strutturale delle discipline più che nel<strong>la</strong> prospettiva di una partico<strong>la</strong>re attenzione ai loro<br />
contenuti.<br />
Il discorso sui saperi, pertanto, si apre anzitutto nel<strong>la</strong> direzione del<strong>la</strong> determinazione del sapere in sé,<br />
del sapere come oggetto, ma insieme pone <strong>la</strong> questione dei saperi in ordine al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>. Si tratta di<br />
mettere a fuoco il rapporto intercorrente tra <strong>la</strong> logica dei saperi in sé e <strong>la</strong> logica del<strong>la</strong> loro