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14 ARTE E CULTURA A cura di Roberto Tenedini Il baobab in <strong>ATM</strong> dal 16 al 19 marzo 2009 presso il deposito di Precotto Scientifi co San Raffaele di Milano, attra- L’Istituto verso il Centro Donazioni Sangue, raccoglie sangue per la città con il BAOBAB, una moderna struttura mobile di grandi dimensioni, ad elevata tecnologia per la raccolta del sangue con 2 aree visita, 4 poltrone per prelievo, area ristoro, musica e fi lms per i donatori, collegamenti telematici con l’ospedale. Il nome nasce dall’unione delle lettere dei gruppi sanguigni (B-A-O-B-AB) e rappresenta l’albero della vita, l’energia, il centro della comunità. L’idea è di muoversi nelle comunità e richiamare alla solidarietà, alla salute, alla donazione del sangue. Milano ha una grande necessità di reperire sangue per gli interventi operatori e per gli interventi d’emergenza. L’Ospedale San Raffaele ha bisogno ogni giorno di 50 donatori; ogni contributo è unico ed insostituibile per garantire le attività del Pronto Soccorso, delle Sale Operatorie, del reparto di Chemioterapia e di Trapianto di Midollo e per garantire assistenza ai neonati in diffi coltà. A fronte di questo impellente bisogno da alcuni anni è in atto un patto di solidarietà tra alcune aziende del territorio milanese e il Centro Donazione Sangue dell’Ospedale San Raffaele. In questa grande opportunità solidale si inserisce l’iniziativa di portare il Baobab in <strong>ATM</strong>. Sarà quindi possibile, senza portarsi presso la struttura Ospedaliera dedicata, poter effettuare la donazione di sangue presso alcune realtà aziendali. In prima istanza è stato individuato il deposito di Precotto mentre nel mese di settembre, salvo eventuali contrattempi, l’iniziativa si ripeterà al deposito di Palmanova (interessando nel contempo le realtà di Teodosio e Leoncavallo). È una grande opportunità che ciascuno di noi ha per aiutare nel concreto. Un piccolo gesto, un piccolo sacrifi cio che possono prodursi in un grande risultato.
STORIA E CULTURA 15 Una passeggiata lungo l’Alzaia del Naviglio Martesana Un paesaggio, una storia antica o recente, una merenda gustata seduti in una cascina o su una panchina , è un modo per perdere tempo assieme a fi gli o nipotini. Questo è quanto può offrire una passeggiata a piedi o in bicicletta in una giornata primaverile o autunnale (senza pioggia o temporali) lungo l’alzaia del Naviglio Martesana. Si possono così scoprire eventi che hanno caratterizzato la vita di un tempo fuori porta, si possono ricordare drammatici eventi del tempo di guerra. Il percorso si può anche fare da soli, piano piano, meditando sul tempo che scorre, e con Leonardo da Vinci ripetere “L’acqua che tocchi del fi ume è l’ultima di quella che passò, la prima di quella che verrà. Così è il tempo presente!” Il Naviglio Martesana (Navili de la Martesana o Navigliett) è un canale artifi ciale costruito attorno al 1460 da Bertolo di Novate per iniziativa di un gruppo di proprietari terrieri, che intendevano sfruttarlo per l’irrigazione dei campi e per attività molitorie; costituirono una Cooperativa e chiesero l’autorizzazione al Duca Francesco Sforza. Questi ritenne utile l’iniziativa, ma volle che il progetto fosse ampliato, onde collegare le terre della Brianza con Milano, attraverso una via d’acqua, che ospitasse barconi, barche mezzane e borcelli. La cura prestata dai governanti sull’utilizzo del canale fu sempre attenta: con una grida del 19 settembre 1505 venne regolamentato il suo uso e venne stabilito che gli oneri di manutenzione fossero assicurati con l’introduzione del Dazio A cura di Lorenzo Marazzi della Conca. Nel 1515 il governatore Massimiliano Sforza vendette il canale alla Città di Milano, ma l’evento non risultò gradito all’imperatore Francesco I di Francia, per cui iniziò un controversia legale protrattasi nel tempo, senza giungere ad una conclusione. Durante la dominazione spagnola le attività di trasporto sul canale si moltiplicarono, ma furono pesantemente sottoposte a tassazione; le infrazioni venivano giudicate dal Tribunale di Provvisione. Nei due periodi della dominazione austriaca, ritenendo non necessa- rie modifi che strutturali, dato che il canale era stato costruito con rigore scientifi co, ci si occupò soprattutto di regolare la navigazione e curare la manutenzione. Rimase tuttavia irrisolto il problema delle esondazioni dei fi umi, che si verifi cavano soprattutto nei punti di incrocio. A cavallo fra il sec XVIII ed il sec. XIX, lungo la Martesana sorsero edifi ci di valore storico e artistico, distribuiti sul percorso da Groppello a Gorla. Nel secolo scorso, con lo sviluppo dei trasporti su terra, iniziò la decadenza del trasporto su canali, Mappa del Naviglio Martesana da Trezzo a Cassano, redatta da Bernardo Robecco nel 1679 (ASM – Fondo AcqueParte Antica)
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