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Fondazione ATM

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16 STORIA E CULTURA<br />

subendo una forte accelerazione<br />

dopo il secondo confl itto mondiale.<br />

Alla fi ne degli anni Cinquanta<br />

del sec. XX il Naviglio Martesana<br />

venne interrato dalla Cassina de<br />

Pomm verso il centro città, con la<br />

creazione del viale Fulvio Testi.<br />

Il Naviglio Martesana è lungo 33<br />

km, origina dal fi ume Adda a Trezzo,<br />

percorre il primo tratto parallelo<br />

al fi ume stesso sino a Groppello,<br />

per poi piegare verso est<br />

sino ad inserirsi nel fi ume Severo,<br />

dopo aver incrociato il Lambro, e<br />

con le sue acque aggirare il centro<br />

di Milano nella cerchia dei Navigli<br />

interni. Dopo l’antica darsena della<br />

Contrada Viarenna, le sue acque<br />

si confondono via via con le acque<br />

del Naviglio Grande, dell’Olona e<br />

del Naviglio Pavese. Ermanno Olmi<br />

sul Canale della Martesana ambientò<br />

il fi lm “L’albero degli zoccoli”.<br />

Prima di iniziare la passeggiata<br />

che faremo a ritroso, risalendo lo<br />

scorrere dell’acqua nel territorio<br />

del Comune di Milano, dalla Cassina<br />

de Pomm sino a Cascina Lambro,<br />

sembra opportuno ricordare<br />

l’etimo della denominazione del<br />

percorso. Il vocabolo “Naviglio”<br />

signifi ca che è navigabile, termine<br />

già adottato in precedenza<br />

per i più antichi Naviglio Gran-<br />

Il Naviglio Martesana, ove ora vi è Via Fulvio Testi<br />

de (1269) e Naviglio Bereguardo<br />

(1458), e poi ripreso per il Canale<br />

Martesana e quindi utilizzato per<br />

le successive costruzioni, dei Navigli<br />

interni (1497) e. del Naviglio<br />

Pavese (1819).<br />

Il termine “Martesana”, già documentato<br />

nel sec. X, riprende la<br />

denominazione storica di origine<br />

romana, assegnata ad un ampio<br />

territorio occupato da “hominis<br />

Montis Briantiae et Marthesanae”;<br />

al centro del possedimento<br />

esisteva il Castello di Martesio<br />

(Castrum Martis), corrispondente<br />

all’attuale Castelmarte.<br />

Il nostro percorso inizia a ritroso<br />

del fl uir d’acqua, nel punto in cui<br />

La Cassina de Pomm fuori Porta Nuova – incisione su disegno di Gaspare Gallinari,1808<br />

(Civica Raccolta delle stampe A. Bertarelli- Milano)<br />

il Naviglio Martesana si nasconde<br />

per far posto a viale Fulvio Testi,<br />

e risale il canale lungo l’alzaia, costruita<br />

a suo tempo per consentire<br />

il traino dei barconi con le funi.<br />

Il punto di riferimento si trova<br />

sul lato opposto dell’alzaia ed è<br />

la moderna chiesa di Santa Maria,<br />

Goretti anche se i milanesi preferiscono<br />

far riferimento alla Cassina<br />

de Pomm. E’ questo oggi un<br />

caratteristico ristorante, dotato<br />

all’ingresso di colonne, ed al proprio<br />

interno dispone di una grande<br />

corte, che rivela l’origine rurale<br />

del luogo. Fu ritrovo di svago al<br />

centro di un quartiere popolare,<br />

con abitazioni dotate di ballatoi<br />

con ringhiera,. Caro alla Scapigliatura<br />

milanese, lo frequentarono<br />

Porta, Beccarla, Stendhal, Garibaldi<br />

ed altri illustri personaggi. Proseguendo<br />

poco oltre la Cassina de<br />

Pomm, fra boschi e campi, un tempo<br />

esisteva la fabbrica di candele<br />

Brioschi, in gergo detta el post del<br />

pan fi ss, dato che i lavoranti avevano<br />

la paga assicurata a fi ne settimana.<br />

Si sottopassa quindi il ponte<br />

della ferrovia, importante opera di<br />

ingegneria con archi in muratura a<br />

tutto sesto; si possono qui immaginare<br />

gli sbuffi della locomotiva<br />

della Milano Monza, la terza linea<br />

ferroviaria d’Italia, dopo la Napoli<br />

Portici e la linea papalina per Gaeta.<br />

Alla destra del ponte vi erano<br />

le tramogge dei sabbioni, che con<br />

energiche benne caricavano la sab-

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