Anno LVII - N.2 FEBBRAIO 2012 - Associazione Arma Aeronautica ...
Anno LVII - N.2 FEBBRAIO 2012 - Associazione Arma Aeronautica ...
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Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma<br />
<strong>Anno</strong> <strong>LVII</strong> - <strong>N.2</strong> <strong>FEBBRAIO</strong> <strong>2012</strong><br />
Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/2011 - Roma
In copertina<br />
2<br />
<strong>FEBBRAIO</strong> <strong>2012</strong><br />
ANNO <strong>LVII</strong><br />
Il lancio del vettore spaziale Vega<br />
dell’ESA. All’evento è dedicato l’articolo<br />
a pag. 14.<br />
(Foto <strong>2012</strong> ESA/CNES/Arianespace/Photo<br />
Optique Video du CSG).<br />
I due addestratori avanzati T-346 attualmente<br />
nella linea di volo dell’AM hanno partecipato<br />
al salone aeronautico internazionale<br />
svoltosi a Singapore dal 14 al 19 febbraio.<br />
Decollati l’8 febbraio <strong>2012</strong> da Pratica di<br />
Mare, i T-346 sono atterrati a Singapore il 13<br />
febbraio dopo gli scali tecnici effettuati in<br />
Grecia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Oman,<br />
India e Thailandia.<br />
Il volo di trasferimento ha consentito, tra l’altro,<br />
di valutare la capacità del T-346 di poter<br />
svolgere un’intensa attività di volo continuativa,<br />
contando solo sul supporto tecnico<br />
minimo fornito da una squadra tecnica<br />
imbarcata su un C-27 al seguito della missione,<br />
acquisendo così importanti elementi<br />
per l’impiego operativo dell’aereo.<br />
(foto di Aldo Bidini)<br />
AERONAUTICA<br />
<strong>Anno</strong> di fondazione 1956<br />
Pubblicazione mensile edita dall’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />
Direttore editoriale<br />
GIANBORTOLO PARISI<br />
Direttore responsabile<br />
SILVANO BRONCHINI<br />
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www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici)<br />
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Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56<br />
Iscrizione al R.O.C. n. 6972<br />
“<strong>Aeronautica</strong>” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250<br />
AAssociato<br />
all’Unione Stampa Periodica Italiana<br />
Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria,<br />
artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, è<br />
fatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque<br />
inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono.<br />
Chiuso in redazione il 20 febbraio <strong>2012</strong>.<br />
Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno una<br />
somma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio nazionale.<br />
Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione.<br />
La quota associativa fissata dal Consiglio Direttivo Nazionale AAA per il <strong>2012</strong> è<br />
comprensiva della spedizione in abbonamento postale (pari a € 8,00) del periodico<br />
sociale “<strong>Aeronautica</strong>".<br />
ISSN: 0391-7630<br />
I T-346 dell’A.M. al Singapore Air Show
I 60 anni dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> 4<br />
di Gianbortolo Parisi<br />
L’<strong>Aeronautica</strong> Militare 6<br />
L’<strong>Arma</strong> Azzurra per l’emergenza neve in Italia<br />
All’Italia il JSF costerà meno dell’Eurofighter<br />
Tematiche politico-militari 9<br />
La riunione del Consiglio Supremo di Difesa<br />
Storia aeronautica 10<br />
Un jet per l’<strong>Aeronautica</strong> Militare<br />
di Giovanni Massimello<br />
Sul filo dei ricordi 13<br />
Incidente di volo: indifferenza<br />
di Aldo Allegra<br />
Scienza, spazio, tecnica e industria 14<br />
Il primo lancio del vettore spaziale VEGA dell’ESA<br />
Varie 16<br />
“Non mi piace. Anzi, ti dirò, non mi piace per niente!”<br />
di Giancarlo Naldi<br />
Ben tornato, Romeo!<br />
di Gregory Alegi<br />
“Veltri” sul Nilo: i Macchi C.205V egiziani<br />
di Gianni Cattaneo e Giovanni Massimello<br />
Legislazione, pensionistica e trattamenti economici 28<br />
Lettere al direttore 29<br />
L’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> 30<br />
Libri 42<br />
SS<br />
OO<br />
MM<br />
MM<br />
AA<br />
RR<br />
II<br />
OO
Il 29 febbraio 1952 nasce a Torino<br />
l’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong>.<br />
Sono i difficili anni del<br />
dopoguerra. Nelle città sono ancora<br />
visibili le macerie lasciate dai bombardamenti<br />
aerei, ma c’è tanta voglia<br />
di ripresa, tanto entusiasmo.<br />
L’economia si sta gradualmente<br />
riassestando. Si intravedono i primi<br />
segni di quello che sarà il boom economico.<br />
Anche l’<strong>Aeronautica</strong> sta preparando<br />
il proprio futuro. La recente costituzione<br />
della NATO, di cui<br />
l’Italia fa parte, la proietta in una<br />
nuova realtà. Gradualmente, ai<br />
vecchi velivoli, residuati bellici, si<br />
affiancano, fino a sostituirli, i nuovi<br />
moderni mezzi, ceduti dai paesi<br />
alleati: Stati Uniti, Gran Bretagna,<br />
Canada. Con i nuovi aerei, vengono<br />
introdotte nella Forza <strong>Arma</strong>ta,<br />
nuove idee, una nuova mentalità,<br />
nuovi sistemi addestrativi. Sta nascendo<br />
una Forza <strong>Arma</strong>ta profondamente<br />
diversa, in qualità e in<br />
quantità, da quello che era la Regia<br />
<strong>Aeronautica</strong>.<br />
Il generale ridimensionamento delle<br />
strutture crea grossi esuberi nel<br />
personale. Molti ufficiali e sottufficiali<br />
non in servizio permanente<br />
devono crearsi una nuova vita, dopo<br />
anni di servizio e di guerra.<br />
Inoltre la bufera ha inciso profondamente<br />
nel morale del personale;<br />
diffidenze e rancori sono nati e<br />
permangono, come conseguenza<br />
delle diverse scelte di campo. Alcuni<br />
lasciano addirittura il loro paese<br />
e cercano all’estero nuove sistemazioni.<br />
Tuttavia in tutti, indipendentemente<br />
dalle proprie vicende personali, è<br />
ancora vivo l’affetto per l’<strong>Aeronautica</strong>,<br />
le sue tradizioni, il suo patrimonio<br />
di sacrifici e di valore; si avverte<br />
un vivo desiderio di essere ancora<br />
insieme. Non è semplice nostalgia.<br />
È voglia di partecipazione derivante<br />
da un vivo sentimento di appartenenza<br />
che sopravvive a tutte le traversie<br />
e, talvolta, ai torti subiti o<br />
ritenuti tali.<br />
4<br />
L’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />
compie sessant’anni<br />
A Torino, città di grandi tradizioni<br />
patriottiche e militari, un gruppo<br />
di ufficiali e sottufficiali in congedo,<br />
decide di riunirsi in un sodalizio<br />
per essere ancora insieme, per<br />
rivivere insieme gli anni esaltanti<br />
trascorsi in grigio-azzurro, condividendo<br />
ricordi, emozioni, tradizioni.<br />
È senza dubbio un’idea<br />
vincente: nel volgere di qualche an-<br />
no l’esempio viene seguito in varie<br />
città dove sorgono spontaneamente<br />
altre sezioni. Ormai l’<strong>Associazione</strong><br />
si estende su tutto il territorio<br />
nazionale, mentre altre sezioni<br />
vengono costituite all’estero. In Canada,<br />
Stati Uniti, Argentina, Brasile<br />
ed Australia gli Aviatori che<br />
hanno trovato una nuova patria si<br />
riuniscono in sezioni dove il ricor-<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
do dell’<strong>Aeronautica</strong> si fonde con<br />
quello dell’Italia lontana.<br />
Come a Torino, il personale appartiene<br />
prevalentemente alle categorie<br />
in congedo. Si tratta di ufficiali,<br />
sottufficiali ed avieri in gran parte<br />
distintisi in guerra e pace, uomini<br />
che, a prescindere dal grado rivestito,<br />
hanno in comune l’attaccamento<br />
alla Forza <strong>Arma</strong>ta e il<br />
desiderio di ritrovarsi. La dimensione<br />
in pochi anni raggiunta fa<br />
sentire viva l’esigenza di un coordinamento<br />
generale: nel 1955, sull’esempio<br />
di altre associazioni<br />
d’arma, l’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />
assume una connotazione<br />
nazionale con la costituzione di<br />
una Presidenza nazionale. Viene<br />
elaborato un primo statuto che<br />
sancisce, fra l’altro, le finalità da<br />
perseguire, tutte attinenti al campo<br />
etico-culturale, nella difesa delle<br />
tradizioni militari e dell’immagine<br />
delle Forze <strong>Arma</strong>te e, in particolare,<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare. Un<br />
Consiglio direttivo nazionale, attraverso<br />
riunioni periodiche, definisce<br />
le attività da programmare a livello<br />
nazionale.<br />
L’<strong>Aeronautica</strong> incoraggia l’attività<br />
dell’<strong>Associazione</strong>, che viene considerata<br />
di fatto parte integrante<br />
della Forza <strong>Arma</strong>ta, sulla base di<br />
una contiguità ideale fra personale<br />
in servizio e in congedo. Questo<br />
incoraggiamento si concretizza anche<br />
attraverso varie forme di supporto:<br />
personale, automezzi,<br />
attrezzature varie e soprattutto<br />
una sede prestigiosa.<br />
Purtroppo negli anni ‘70 gli aiuti<br />
che le Forze <strong>Arma</strong>te prestano alle<br />
Associazioni d’<strong>Arma</strong> subiscono un<br />
processo di revisione; da quegli anni<br />
l’<strong>Associazione</strong> può contare solo<br />
sulle sue forze, o quasi. Rimane infatti<br />
un modesto contributo che la<br />
Forza <strong>Arma</strong>ta si impegna a corrispondere<br />
all’<strong>Associazione</strong> a titolo<br />
di aggiornamento del personale in<br />
congedo attraverso il periodico<br />
“<strong>Aeronautica</strong>” che dedica a questo<br />
scopo alcune pagine. Nel 2009, a<br />
seguito delle restrizione finanziarie,<br />
anche tale contributo viene meno,<br />
mentre prosegue sulla nostra<br />
rivista l’importante funzione di aggiornamento<br />
del personale sul pia-<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
no tecnico, scientifico e storico. Da<br />
questo momento, l’<strong>Associazione</strong><br />
può contare solo sulle sue forze,<br />
costituite quasi esclusivamente dai<br />
contributi dei soci.<br />
Fortunatamente, in questi sessant’anni<br />
l’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />
ha consolidato le<br />
proprie strutture aumentando costantemente<br />
il numero dei propri<br />
associati, fino alla consistenza attuale<br />
di circa 35.000 unità, consistenza<br />
nella quale, nonostante le<br />
previsioni pessimistiche di alcuni,<br />
nemmeno la cessazione del servizio<br />
di leva ha determinato alcuna<br />
flessione.<br />
In un’associazione il numero dei<br />
membri è certamente un parametro<br />
importante; ma, accanto al numero,<br />
non è da sottovalutare l’aspetto qualitativo,<br />
soprattutto sotto il profilo<br />
culturale. “<strong>Aeronautica</strong>”, la nostra<br />
rivista sociale, che nel contenuto rispecchia<br />
gli interessi della maggior<br />
parte dei soci, comprende, in un insieme<br />
ben equilibrato, assieme a notizie<br />
sull’attività sociale condotta<br />
dalle sezioni, articoli di carattere<br />
storico e tecnico. Non è azzardato<br />
affermare che, fra tutte le molte riviste<br />
delle Associazioni d’<strong>Arma</strong>, la nostra<br />
occupa un posto di assoluto<br />
rilievo.<br />
La stessa azione nel settore culturale<br />
viene svolta a livello centrale dal<br />
nostro Centro Studi Militari Aeronautici<br />
che organizza periodicamente<br />
seminari e dibattiti, con la<br />
partecipazione di eminenti personalità<br />
del mondo universitario e industriale,<br />
su argomenti di interesse<br />
aeronautico a supporto dell’attività<br />
di ricerca e studio condotta dallo<br />
Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare.<br />
È questa un’attività che risponde<br />
pienamente alla vocazione dell’<strong>Associazione</strong><br />
nel settore del supporto<br />
alla Forza <strong>Arma</strong>ta. Un’altra forma<br />
di supporto, spesso non sufficientemente<br />
valutata, è quella condotta<br />
giornalmente dalle nostre sezioni e<br />
nuclei, sparsi su tutto il territorio<br />
nazionale. È questa una funzione<br />
che, specialmente dopo l’abolizione<br />
del servizio di leva, è particolarmente<br />
utile in quanto assicura un<br />
raccordo fra la Forza <strong>Arma</strong>ta e il<br />
territorio, con riflessi importanti ai<br />
fini della diffusione delle notizie<br />
che riguardano il mondo aeronautico<br />
sotto il profilo sia storico che<br />
dell’attualità.<br />
Se è importante la funzione dei<br />
nostri organi periferici distribuiti<br />
sul territorio nazionale, altrettanto<br />
significativa è l’attività condotta a<br />
livello centrale. In questi sessant’anni<br />
diciannove sono stati i<br />
raduni nazionali, che si aggiungono<br />
ai molti regionali ed interregionali,<br />
che hanno visto migliaia<br />
bustine blu sfilare per le vie della<br />
nostre città: una presenza sempre<br />
apprezzata e gradita dai cittadini e<br />
un’occasione di ritrovo per molti<br />
soci nel ricordo degli anni trascorsi<br />
in uniforme.<br />
Oggi, in pieno terzo millennio, ci si<br />
potrebbe chiedere se ha ancora<br />
senso un’associazione dedita soprattutto<br />
a ricordare e commemorare<br />
fatti, personaggi e avvenimenti<br />
ormai lontani nel tempo. La risposta<br />
non può che essere affermativa.<br />
Nel merito va, infatti, tenuto presente<br />
che viviamo in un momento<br />
storico del tutto particolare in cui,<br />
tramontate le ideologie, anche gli<br />
ideali sembrano vacillare. È proprio<br />
in tempi come questi che c’è<br />
bisogno di esempi; esempi di uomini<br />
che hanno sempre fatto il loro<br />
dovere sia da militari, sia da cittadini.<br />
Uomini che ai giovani hanno<br />
qualcosa da insegnare anche ricordando<br />
e commemorando personaggi,<br />
fatti ed avvenimenti che hanno<br />
contribuito a fare l’Italia.<br />
In sintesi si può senz’altro affermare<br />
che nell’ormai lontano 1952 i soci<br />
fondatori hanno seminato bene.<br />
Forse la realtà che è nata dalla loro<br />
iniziativa è andata oltre le loro<br />
stesse aspettative. Ad essi rivolgiamo<br />
un grato pensiero, pur nella<br />
consapevolezza della bontà del terreno<br />
sul quale il seme è caduto: uomini<br />
che dalla Forza <strong>Arma</strong>ta hanno<br />
appreso e successivamente coltivato<br />
dei valori come l’attaccamento<br />
alle istituzioni, prima di tutte l’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare, e alla Patria,<br />
che tuttora conservano nel proprio<br />
stile di vita.<br />
Gianbortolo Parisi<br />
5
AERONAUTICA<br />
MILITARE<br />
L’AM per l’emergenza “neve” in Italia<br />
Notevole l’impegno dell’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare nelle attività<br />
volte a fronteggiare l’emergenza<br />
creatasi in tutto il nostro paese<br />
per le abbondanti nevicate che,<br />
in due riprese, hanno praticamente<br />
interessato tutto il territorio nazionale<br />
isolando anche numerosi paesi<br />
o singole abitazioni rendendo<br />
estremamente difficile, se non impossibile,<br />
l’invio di soccorsi con<br />
mezzi terrestri.<br />
Particolarmente impegnati gli elicotteri<br />
del 15° Stormo SAR che hanno<br />
operato, in difficili condizioni meteorologiche,<br />
a favore di ammalati abbisognevoli<br />
di urgente ricovero in<br />
strutture sanitarie soprattutto in<br />
Emilia Romagna e nel Lazio.<br />
Per fronteggiare i disagi causati<br />
dalla neve e su richiesta delle locali<br />
prefetture, gli uomini e i mezzi dei<br />
6<br />
Gruppi del Genio Campale<br />
dell’A.M., provenienti da Villafranca,<br />
Ciampino e Bari Palese, sono entrati<br />
in azione nella province di<br />
Forlì, Cesena, Roma e Potenza.<br />
Da sottolineare anche la preziosa<br />
opera svolta da altro personale della<br />
nostra Forza <strong>Arma</strong>ta in varie località<br />
del Paese come, tra i tanti, l’impiego<br />
di uomini e mezzi del 2° Gruppo<br />
manutenzione autoveicoli (GMA) di<br />
Forlì, del 72° Stormo di Frosinone,<br />
del Centro <strong>Aeronautica</strong> Militare di<br />
Montagna (CAMM) di Monte Cimone<br />
e della Scuola marescialli AM<br />
(SMAM) di Viterbo che - su richiesta<br />
delle locali prefetture o dei sindaci -<br />
hanno a lungo lavorato per sgombrare<br />
dalla neve numerose vie dei<br />
comuni interessati e di località ad<br />
essi viciniore.<br />
Da evidenziare anche che, a Viter-<br />
Lo afferma il gen. Debertolis<br />
bo, il personale della SMAM ha offerto<br />
donazioni di sangue considerata<br />
la concomitante emergenza<br />
creatasi in questo specifico settore.<br />
Intensa anche l’attività del Centro<br />
Nazionale di Meterorologia e Climatologia<br />
dell’AM che, a partire dal<br />
26 gennaio, ha emesso ben dieci<br />
avvisi di “condizioni meteorologiche<br />
avverse”.<br />
All’Italia il JSF costerà meno dell’Eurofighter<br />
«Il costo, a regime, di ogni F-35 sarà di circa 55 milioni di euro a fronte dei 79 dell’Eurofighter».<br />
Lo ha precisato il segretario generale e direttore nazionale degli armamenti, gen. SA Claudio Debertolis, nell’audizione<br />
che ha tenuto il 7 febbraio alla commissione Difesa della Camera dei deputati per fornire alcune delucidazioni sul programma,<br />
contestato da alcune parti politiche, relativo all’acquisizione, da parte italiana, del caccia statunitense JSF F-35<br />
che, ha detto il generale, va incontro a «una cessazione di produzione: cambia lo scenario e un rallentamento del programma<br />
comporterebbe un aumento dei costi».<br />
E, proprio sui costi - che per i primi esemplari sono più alti - Debertolis ha evidenziato che «in questo momento difficile<br />
per il Paese non chiediamo risorse in più», ma «cerchiamo soltanto il metodo migliore per impiegare quelle che ci saranno<br />
date» .<br />
Così, ad esempio, la revisione del programma per l’F-35 potrebbe avvenire «agendo sull’allungamento delle consegne<br />
degli aerei», cosa che sarebbe «molto più semplice rispetto ad altri programmi, come quello dell’Eurofighter» per via della<br />
sua modularità e «i ritardi, quindi, non comportano un aumento dei costi».<br />
Nel corso dell’audizione il segretario generale della Difesa ha ricordato che i primi F-35 saranno assemblati, a decorrere<br />
dall’inizio del 2013, nello stabilimento dell’aeroporto di Cameri dove «si sta già lavorando in hangar provvisori per costruire<br />
la parte fusoliera/ali» e ciò dovrebbe consentire la «continuità occupazionale» tra gli 11.000 addetti impegnati sull’Eurofighter<br />
e i 10.000 del JSF.<br />
Hanno giurato gli allievi del 15° Corso VFP-1<br />
Il 16 dicembre, alla Scuola Volontari di Truppa dell’AM (SVTAM) di Taranto, ha avuto luogo la cerimonia per il<br />
giuramento dei 600 allievi volontari in ferma prefissata di un anno, dei quali 65 donne, appartenenti al 15° Corso<br />
“Scilla”.<br />
Presenti alla cerimonia, tra gli altri, il gen. DA Vitantonio Cormio, comandante in s.v. delle Scuole dell’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare-3ª Regione Aerea, i gonfaloni della Provincia e della città di Taranto, varie autorità civili e militari del luogo,<br />
le rappresentanze con Labari delle Associazioni combattentistiche e d’arma e, giunti da ogni parte d’Italia, numerosi<br />
familiari ed amici dei giurandi.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
AERONAUTICA MILITARE<br />
Il gen. Bernardis capo di SM dell’AM ancora per un anno<br />
Nella riunione del 20 gennaio, il Consiglio dei ministri ha decretato la proroga, fino al 25 febbraio 2013, dell’incarico<br />
di capo di Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare al gen. SA Giuseppe Bernardis.<br />
Cambi di comando e assunzioni d’incarico nell’AM<br />
Il 12 gennaio, presso il Quartier Generale del Comando<br />
della missione UNIFIL a Naqoura, in Libano, il col.<br />
AAra Massimo Marroni ha assunto l’incarico di Senior<br />
Officer dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare e capo delle Operazioni<br />
Aeree di UNIFIL in sostituzione del pari grado<br />
Marco Maistrello.<br />
Il 18 gennaio, sull’aeroporto militare di Bari Palese, il<br />
col. AAra Paolo Citta ha sostituito il gen. brig. AAra<br />
Francesco Crocitto nel comando del Quartier Generale<br />
del Comando delle Scuole AM - 3ª Regione Aerea.<br />
Il 19 gennaio, a Borgo Piave, il col. AAra Pietro Iodice<br />
ha assunto il comando del 4° Reparto Tecnico Manutentivo<br />
Difesa Aerea/Assistenza al Volo/Telecomunicazioni<br />
subentrando al pari grado Silvio Monti.<br />
Il 3 febbraio, a Bari, il gen. SA Mario Renzo Ottone ha<br />
assunto il comando delle Scuole AM - 3ª Regione Aerea<br />
subentrando al gen. DA Vitantonio Cormio che ne<br />
era il titolare in sede vacante.<br />
Il gen. Ottone, nato ad Arona nel 1952, dopo la frequenza<br />
dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong> con il corso Orione<br />
3° e il conseguimento del brevetto di pilota<br />
militare nel 1978, è stato assegnato<br />
al 5° Stormo fino al 1982 divenendo<br />
poi, dal 1984, pilota collaudatore-sperimentatore<br />
alla Empire Test Pilot School<br />
in Gran Bretagna.<br />
Nel 1989-90 ha comandato il 311°<br />
Gruppo Volo del Reparto Sperimentale<br />
di Volo dopo aver svolto, in seno allo<br />
stesso Reparto, gli incarichi di capo Sezione<br />
prove di Volo e capo Ufficio operazioni, partecipando<br />
nel contempo a importanti programmi di sviluppo<br />
di sistemi d’arma.<br />
Dopo essere stato aiutante di volo del capo di Stato<br />
Visite straniere a enti e reparti dell’AM<br />
Delegazione filippina al 51° Stormo<br />
Maggiore dell’AM dal 1990 al 1992 viene nominato<br />
Addetto aeronautico aggiunto presso l’Ambasciata<br />
d’Italia a Washington dove rimane fino al 1995 quando<br />
rientra in Italia perché destinato al 1° Reparto dello<br />
SMA.<br />
L’anno successivo assume il comando del 37° Stormo<br />
che lascia nel 1998 in quanto assegnato al Comando<br />
Operativo di Vertice Interforze (COI) nel quale ha svolto,<br />
dal 1998 al 2001, l’incarico di capo Divisione J5<br />
“piani” e, dal 2001 al 2005, quello di capo Reparto pianificazione.<br />
Nell’agosto 2005 assume il comando della 1ª Divisione-<br />
Centro Sperimentale Volo del Comando Logistico dell’AM<br />
e due anni dopo diviene vice comandante del Comando<br />
NATO di Componente Aerea a Izmir in Turchia.<br />
Rientrato in Italia, nell’agosto 2010 assume il comando<br />
del neo-costituito Comando Operazioni Aeree (COA),<br />
del 5° Centro per le Operazioni Aeree Combinate della<br />
NATO (CAOC5) rivestendo anche, fino al 30 dicembre<br />
<strong>2012</strong>, l’incarico di vice comandante operativo delle Forze<br />
Aeree di Poggio Renatico.<br />
Nel corso della sua carriera ha frequentato numerosi<br />
corsi professionali in Italia e all’estero ed ha svolto<br />
un’attività di volo di oltre 3.000 ore su più di 50 tipi di<br />
velivoli.<br />
Il 7 febbraio, sulla base di Camp ‘’Arena’’ a Herat in Afghanistan<br />
il col. CCrn Salvatore Esposito ha assunto<br />
la direzione del Centro Amministrativo d’Intendenza Interforze<br />
(CAI-I) subentrando al pari grado Guglielmo<br />
Sibilia.<br />
Il 14 febbraio, sull’aeroporto romano di Centocelle, sede<br />
del Comando della Squadra Aerea, il gen. BA Stefano<br />
Fort ha sostituito il gen. DA Vincenzo Parma quale comandante<br />
delle Forze per la Mobilità ed il Supporto<br />
(CFMS).<br />
Il 1° febbraio una delegazione dell’<strong>Aeronautica</strong> filippina, guidata dal segretario nazionale della Difesa della Repubblica<br />
Filippina Voltaire Gazmin, ha visitato il 51° Stormo di Istrana dove, dopo aver assistito all’illustrazione<br />
delle attività del reparto, si è soffermata presso i vari assetti logistici ed operativi dello Stormo e, in particolare,<br />
al Gruppo Efficienza Aeromobili e all’allenatore strumentale.<br />
7
AERONAUTICA MILITARE<br />
L’AM e il CFS per l’assestamento forestale di Pratica di Mare<br />
Il 24 gennaio, a Roma, il comandante<br />
della Squadra Aerea gen.<br />
SA Tiziano Tosi per l’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare (AM) e il capo del Corpo Forestale<br />
dello Stato (CFS) ing. Cesare<br />
Patrone per tale Corpo, hanno<br />
firmato un accordo triennale che impegna<br />
le due Istituzioni in attività<br />
tecnico-logistiche volte, in particolare,<br />
all’attuazione di un piano di assestamento<br />
forestale teso alla<br />
conservazione e alla valorizzazione<br />
delle aree verdi della base aerea di<br />
Pratica di Mare.<br />
L’area sulla quale sorge la base, infatti,<br />
presenta una vegetazione arborea<br />
ed arbustiva di particolare<br />
rilievo paesaggistico ed ambientale,<br />
La 46ª B.A. si addestra su<br />
pista ghiacciata<br />
Il 17 febbraio, sulla base di Bardufoss (Norvegia), si<br />
è concluso un ciclo di addestramento su piste<br />
ghiacciate da parte di piloti ed equipaggi del velivolo<br />
C-27J Spartan della 46ª Brigata Aerea di Pisa.<br />
L’attività, effettuata da parte degli equipaggi e dei<br />
team di manutenzione, ha avuto lo scopo di acquisire<br />
e mantenere le capacità per operare in casi reali di<br />
“cold weather environment” (ambienti freddi) e “slippery<br />
runway surface landing and take off” (piste di atterraggio<br />
e decollo con superficie scivolosa),<br />
condizioni che sempre più spesso possono essere<br />
incontrate negli attuali teatri operativi (Afghanistan,<br />
Kosovo, ecc.) e, talvolta, anche in ambito nazionale.<br />
Grazie a questo specifico addestramento, i C-27J e<br />
gli altri velivoli della Brigata possono operare in condizioni<br />
in cui l’accumulo di precipitazioni nevose, ovvero<br />
la presenza di ghiaccio, limitano o precludono la<br />
normale attività di volo di un aeroporto, consentendo<br />
così il raggiungimento di zone isolate dal maltempo<br />
invernale, permettendone il rifornimento con generi<br />
di prima necessità e medicinali, rendendo possibile<br />
anche il trasporto di persone bisognose di cure o assistenza.<br />
8<br />
la cui gestione conservativa, attraverso<br />
interventi mirati di selvicoltura<br />
naturalistica, richiede specifiche<br />
professionalità e particolari conoscenze<br />
specialistiche che non rientrano<br />
nell’ambito delle capacità<br />
professionali di pertinenza del personale<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare. Al<br />
contempo, sussiste la necessità per<br />
l’AM di limitare al massimo l’impatto<br />
della costante crescita di una natura<br />
non controllata e dell’incremento del<br />
fenomeno boschivo sulle attività<br />
operative e logistiche svolte a Pratica<br />
di Mare.<br />
La firma dell’accordo - si legge in<br />
una nota della nostra Forza <strong>Arma</strong>ta<br />
- trae origine dall’applicazione di<br />
Viaggio d’istruzione per gli<br />
allievi della “Douhet”<br />
Dal 30 gennaio al 3 febbraio gli allievi del terzo anno<br />
della Scuola Militare AM “Giulio Douhet” di Firenze<br />
hanno computo un viaggio d’istruzione nel Friuli<br />
Venezia Giulia.<br />
Dopo aver visitato il 2° Stormo di Rivolto, soffermandosi<br />
in particolare al 313° Gruppo Addestramento Acrobatico<br />
“Frecce Tricolori”, gli allievi si sono poi recati presso alcune<br />
località storiche quali la città di Aquileia, nella cui Basilica<br />
fu consacrato il Milite Ignoto, la città militare di<br />
Palmanova, famosa per la sua struttura geometrica a forma<br />
di stella a nove punte, Udine, Trieste e, infine, al Sacrario<br />
Militare di Redipuglia, dove sono custodite le<br />
spoglie di oltre centomila soldati della Terza <strong>Arma</strong>ta, caduti<br />
durante la “Grande Guerra”.<br />
La visita istruzionale ha avuto la sua conclusione ad Aviano,<br />
dove gli allievi - oltre a ricevere il libro fotografico realizzato<br />
lo scorso anno in occasione della celebrazione del<br />
centenario della costituzione di quello storico campo di<br />
aviazione - hanno potuto visitare il 31° Fighter Wing dell’U-<br />
SAF, la sala radar, la torre di controllo e l’area riservata alla<br />
manutenzione dei velivoli.<br />
Rettifica<br />
un Decreto Interministeriale del 20<br />
luglio 2006 e si inserisce nell’ambito<br />
di preesistenti collaborazioni tra<br />
AM e CFS per la conduzione di attività<br />
addestrative e formative in favore<br />
del personale della Forestale<br />
e la fornitura di numerosi altri servizi<br />
tecnico-professionali assicurati<br />
nel tempo dall’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />
Il piano pluriennale - evidenzia ancora<br />
la nota - sarà organizzato dal<br />
CFS. e dal dipendente Ufficio della<br />
Biodiversità con l’ausilio del personale<br />
dipendente e dei mezzi a propria<br />
disposizione, in stretto<br />
coordinamento con il Gruppo Sevizi<br />
Logistici Operativi dell’aeroporto.<br />
Sulla cerimonia commemorativa dell’incidente al<br />
Lyra 35<br />
Nella notizia relativa alla commemorazione del ventennale<br />
della caduta del G.222 Lyra 35 pubblicata<br />
a pag. 6 di <strong>Aeronautica</strong> n. 1/<strong>2012</strong>, per un salto di<br />
riga nel secondo capoverso si legge «la cerimonia, organizzata<br />
dalla sezione di Prato…» invece della corretta dizione<br />
«la cerimonia, organizzata dal nucleo di<br />
Montemurlo con il supporto della sezione di Prato…».<br />
Ci scusiamo con il nucleo organizzatore e con i i lettori.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
Il Consiglio Supremo di Difesa, presieduto<br />
dal capo dello Stato Giorgio<br />
Napolitano, si è riunito a Roma<br />
l’8 febbraio per l’esame di alcune<br />
problematiche di particolare interesse<br />
per l’Italia.<br />
Di seguito, il testo integrale del comunicato<br />
emesso al termine della riunione,<br />
comunicato che - per quanto<br />
riguarda le nostre Forze <strong>Arma</strong>te - lascia<br />
facilmente ipotizzare tagli ai bilanci<br />
della Difesa per realizzare<br />
risparmi anche attraverso una revisione<br />
dello strumento militare.<br />
«Il Presidente della Repubblica, Giorgio<br />
Napolitano, ha presieduto oggi, al<br />
Palazzo del Quirinale, una riunione<br />
del Consiglio supremo di difesa.<br />
Alla riunione hanno partecipato: il<br />
Presidente del Consiglio dei Ministri,<br />
Sen. Mario Monti; il Ministro per gli affari<br />
esteri, Amb. Giulio Terzi di Sant’Agata;<br />
il Ministro per l’interno, Dott.ssa<br />
Annamaria Cancellieri; il Vice Ministro<br />
per l’economia e le finanze, Prof. Vittorio<br />
Grilli; il Ministro per la difesa,<br />
Amm. Giampaolo Di Paola; il Ministro<br />
per lo sviluppo economico, Dott. Corrado<br />
Passera; il Capo di Stato Maggiore<br />
della difesa, Generale Biagio<br />
Abrate. Hanno altresi’ presenziato alla<br />
riunione il Sottosegretario alla Presidenza<br />
del Consiglio dei Ministri, Dott.<br />
Antonio Catricala’; il Segretario generale<br />
della Presidenza della Repubblica,<br />
Cons. Donato Marra; il Segretario<br />
del Consiglio supremo di difesa, Gen.<br />
Rolando Mosca Moschini.<br />
Sono stati esaminati i teatri di crisi e<br />
le linee evolutive della situazione internazionale,<br />
con particolare attenzione<br />
ai prevedibili sbocchi dei grandi<br />
rivolgimenti sociali e istituzionali che<br />
stanno interessando aree anche di<br />
immediato interesse per l’Europa e il<br />
nostro Paese e ai possibili effetti della<br />
difficile congiuntura economico-finanziaria<br />
globale. Ferme restando la rilevanza<br />
dell’impegno italiano per la<br />
sicurezza e la stabilizzazione e, in tale<br />
quadro, la validità dei compiti attualmente<br />
assolti dalle Forze <strong>Arma</strong>te,<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
Importanti decisioni circa il futuro delle Forze <strong>Arma</strong>te<br />
è stata confermata la necessità di<br />
proseguire nel processo già in corso<br />
volto a qualificare ulteriormente i contributi<br />
garantiti alle missioni internazionali,<br />
in modo da accrescerne<br />
l’efficacia, contenendone, nel contempo,<br />
gli oneri.<br />
Il Consiglio ha poi concordato sulla<br />
necessità di avviare, in tempi contenuti,<br />
la razionalizzazione del sistema<br />
Difesa, al fine di eliminare ridondanze<br />
e inefficienze e correggere con ogni<br />
possibile urgenza l’attuale sbilanciamento<br />
delle componenti strutturali di<br />
spesa, che penalizza fortemente i<br />
settori dell’esercizio e dell’ammodernamento.<br />
In questa fase, durante la quale dovranno<br />
comunque essere garantite<br />
le capacità umane e tecnico-militari<br />
necessarie ad assolvere i prioritari<br />
compiti nelle missioni internazionali,<br />
potrà essere necessario rimodulare,<br />
laddove consentito dalla possibilità e<br />
dalla convenienza economica di<br />
mantenere in servizio i mezzi esistenti,<br />
alcuni significativi programmi<br />
di investimento.<br />
Nel contempo, sulla base di un meditato<br />
approfondimento, si potrà procedere<br />
alla definizione dei lineamenti<br />
per la riorganizzazione generale dello<br />
strumento militare, da avviare comunque<br />
in tempi ravvicinati, per adeguarlo<br />
allo scenario odierno e prevedibile<br />
nel futuro, finalizzandone la strategia,<br />
la struttura e i mezzi agli specifici<br />
compiti di prevenzione e di contrasto<br />
delle minacce emergenti e incrementandone<br />
l’efficacia complessiva rispetto<br />
alle crisi con le quali il nostro<br />
Paese potrebbe realisticamente doversi<br />
confrontare.<br />
In tale prospettiva, il Consiglio guarda<br />
alla progressiva integrazione multinazionale<br />
delle Forze <strong>Arma</strong>te<br />
nell’ambito europeo della Politica di<br />
Sicurezza e Difesa Comune (PSDC)<br />
come ad un passaggio ormai ineludibile<br />
nel processo di riorganizzazione<br />
e di potenziamento delle capacità di<br />
intervento del nostro strumento militare.<br />
Un’innovativa iniziativa italiana<br />
TEMATICHE<br />
POLITICO-MILITARI<br />
La riunione del Consiglio Supremo di Difesa<br />
Rimodulazione dei programmi di investimento e riorganizzazione dello strumento militare<br />
in tale settore potrebbe inoltre concorrere<br />
al consolidamento della coesione<br />
politica europea e dare impulso<br />
al processo di integrazione economica<br />
e istituzionale dell’Unione, che<br />
sempre più si rivela di importanza<br />
davvero fondamentale per il futuro<br />
del nostro Paese».<br />
Sulla revisione dello strumento militare<br />
prima evocata, è subito da ricordare<br />
che, il giorno dopo il Consiglio<br />
Supremo di Difesa, il presidente del<br />
Consiglio di ministri Mario Monti - intervenendo<br />
in Parlamento - ha detto<br />
come sia allo studio un piano che, tra<br />
l’altro, prevede la dismissione di caserme<br />
e siti non più utili, una spinta<br />
verso l’integrazione con le forze armate<br />
dell’Unione europea, tagli al personale<br />
militare e ai programmi di<br />
armamento più costosi.<br />
Precisazioni su tale piano sono poi venute<br />
dal ministro della Difesa amm.<br />
Giampaolo Di Paola il quale ha detto,<br />
tra l’altro, che a fare le spese sui tagli<br />
alla Difesa sarà soprattutto il personale<br />
i cui organici, ammontanti a 182.500<br />
unità tra ufficiali, sottufficiali e truppa<br />
(e che costano per stipendi circa il 70<br />
per cento del bilancio) subiranno diminuzioni<br />
- si parla di 40.000 unità soprattutto<br />
sulle categorie non operative<br />
- da completare entro dieci anni.<br />
Il risparmio così ottenuto servirà per<br />
l’acquisizione di armamenti per i quali<br />
sono previsti, comunque, alcuni tagli<br />
iniziando dai caccia F-35 che, invece<br />
di 131, saranno ridotti a circa 100.<br />
Delle dieci fregate classe Fremm per<br />
la Marina, destinate a sostituire le<br />
classi Lupo e Maestrale, ne saranno<br />
sacrificate quattro e altri fondi potranno<br />
essere reperiti dalla vendita di<br />
77 infrastrutture militari in tutto il<br />
Paese, soprattutto caserme, non più<br />
utilizzate.<br />
L’obiettivo da raggiungere per quanto<br />
riguarda le assegnazioni di fondi alla<br />
Difesa, ha detto il ministro, è quella di<br />
dedicarne il 50 per cento al personale,<br />
il 25 all’addestramento e il restante<br />
25 all’acquisto dei nuovi armamenti.<br />
9
STORIA<br />
AERONUTICA<br />
Nel settembre del 1948, quando<br />
il Capo di Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare, generale<br />
Mario Aimone Cat, si recò a Londra, il<br />
limite quantitativo invalicabile per l’aviazione<br />
italiana era ancora quello fissato<br />
dal Trattato di pace: 200 aerei<br />
armati, da caccia e ricognizione.<br />
Ma Aimone Cat conosceva bene gli<br />
inglesi e non si lasciava scoraggiare.<br />
Dopo l’armistizio, durante gli anni difficili<br />
e fecondi della ‘cobelligeranza’,<br />
gli ex-nemici si erano trovati dalla<br />
stessa parte della barricata ed avevano<br />
gradualmente superato diffidenze<br />
e sospetti. Ajmone Cat, dal giugno<br />
’44 era stato Ministro dell’<strong>Aeronautica</strong>,<br />
mentre il capo della sezione <strong>Aeronautica</strong><br />
della Commissione Alleata<br />
di controllo (in pratica l’organo di governo<br />
militare nelle zone occupate<br />
dagli Alleati) era il Vice Air Marshal<br />
R.M. Foster. Questi aveva a più riprese<br />
mostrato apprezzamento e simpatia<br />
per gli aviatori italiani, sentimenti<br />
che rimasero vivi nel dopoguerra. Facendo<br />
leva su questo sentire e sull’opera<br />
svolta a Londra dal nostro<br />
addetto aeronautico, il tenente colonnello<br />
Duilio Fanali, altro valoroso protagonista<br />
dell’aviazione italiana<br />
durante la guerra, Aimone Cat manifestò<br />
a Londra l’interesse italiano per<br />
il Vampire. Il 4 settembre la nostra delegazione<br />
assistette a Farnborough<br />
ad un’eccellente dimostrazione di<br />
questo moderno reattore eseguita da<br />
John Derry. L’industria aeronautica<br />
inglese, per lo più privata, stava attraversando<br />
una felice stagione. In particolare<br />
la De Havilland, attraverso una<br />
dinamica opera di promozione, si era<br />
assicurata il successo del Vampire in<br />
numerose nazioni, sia per fornitura<br />
diretta (Svezia, Norvegia) che per licenza<br />
(Francia, Svizzera, Australia).<br />
Nel giro di qualche mese le intenzioni<br />
italiane si delinearono meglio: si trattava<br />
di acquistare un certo numero di<br />
aerei prodotti dalla ditta inglese e proseguire<br />
poi in Italia con la costruzione<br />
su licenza di velivoli e motori. Intorno<br />
a questo progetto, implicitamente approvato<br />
dai vertici nazionali politici e<br />
militari, si era aggregato un consorzio<br />
privato, formato da Fiat Aviazione, Alfa<br />
Romeo e <strong>Aeronautica</strong> Macchi. Sarà<br />
10<br />
Un jet per l’<strong>Aeronautica</strong> Militare!<br />
di Giovanni Massimello<br />
proprio questo consorzio, denominato<br />
Sicmar (Società Italiana Commissionaria<br />
Materiale Aeronautico - Roma)<br />
a proseguire i contatti con gli inglesi,<br />
sia livello governativo sia a quello industriale.<br />
La De Havilland si mostrò<br />
ovviamente interessata ed il governo<br />
inglese, grazie anche all’efficace opera<br />
del Ministro degli Esteri conte Sforza,<br />
manifestò un atteggiamento<br />
favorevole. Ma la strada da percorrere<br />
era ancora molta.<br />
Il 4 aprile 1949, dopo un iter parlamentare<br />
lungo e contrastato, il governo<br />
italiano, con De Gasperi primo<br />
ministro, firmò a Washington l’adesione<br />
al Patto Atlantico. A questo punto<br />
l’Italia venne chiamata a partecipare,<br />
con diritti e doveri, al programma<br />
atlantico di difesa a medio termine,<br />
che prevedeva un rafforzamento degli<br />
organici e soprattutto degli equipaggiamenti.<br />
Alla luce di questa nuova situazione,<br />
nella primavera del 1949 i<br />
colloqui italo-inglesi acquistarono<br />
spessore e concretezza: i tempi si<br />
stavano facendo maturi. Finalmente, il<br />
24 ottobre 1949, viene sottoscritto a<br />
Londra l’accordo tra la Sicmar e la De<br />
Havilland. A sottolinearne l’importanza,<br />
fu lo stesso presidente della Fiat,<br />
professor Vittorio Valletta, ad apporre<br />
la sua firma, per la parte italiana, sul<br />
protocollo d’accordo. L’apporto di Valletta,<br />
come ricorda Valerio Castronovo<br />
nella sua monumentale opera sulla<br />
storia della Fiat, fu decisivo nell’ottenere<br />
il consenso del ministro del Tesoro<br />
italiano, Giuseppe Pella, ad<br />
utilizzare per i pagamenti una parte<br />
degli 80 milioni di sterline, di cui l’Italia<br />
era creditrice, congelati in Inghilterra<br />
dallo scoppio della guerra,<br />
Gli sviluppi<br />
Un primo contatto fisico coi Vampire<br />
aveva in realtà preceduto l’accordo.<br />
Infatti un mese prima, il 23 settembre,<br />
una pattuglia di cinque Vampire dello<br />
Squadron 73, all’epoca trasferito a Nicosia<br />
dalla sua base di Malta, si era<br />
diretta a Milano per partecipare alla<br />
manifestazione aeronautica denominata<br />
“Giornata della Madonnina”. L’intenzione<br />
propagandistica era implicita<br />
e, tutto sommato, ben gradita a tutti.<br />
Ma le cattive condizioni di visibilità<br />
avevano costretto i piloti, giunti al limite<br />
dell’autonomia, a tentare atterraggi<br />
di fortuna nel bresciano, non essendo<br />
riusciti a rintracciare il campo della<br />
Malpensa. Due aerei si danneggiarono<br />
in modo considerato “irreparabile”,<br />
mentre per gli altri tre si ipotizzò una<br />
possibilità di ripristino; i velivoli vennero<br />
smontati e trasportati ad Orio al<br />
Serio. Il meno danneggiato fu rimesso<br />
velocemente in condizioni di volare,<br />
ma un nuovo atterraggio fuori campo<br />
lo mise definitivamente fuori combattimento.<br />
Così almeno ritenne la RAF,<br />
che cedette tutti i “rottami” all’AMI.<br />
A questo punto entrò in gioco il 1° Reparto<br />
Tecnico Aeronautico di Bresso,<br />
al comando del capitano Fernando<br />
Peroni, che si dedicò ad una paziente<br />
opera di ricostruzione utilizzando i<br />
pezzi recuperati. E sotto le sue cure<br />
per il momento li lasciamo, mentre riprendiamo<br />
il filo delle relazioni Sicmar-De<br />
Havilland.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
L’accordo firmato il 24 ottobre prevedeva<br />
una serie di contratti specifici sia<br />
per la fornitura di velivoli completi prodotti<br />
in Inghilterra sia per la concessione<br />
delle licenze per la produzione<br />
in Italia. Il primo lotto di contratti viene<br />
sottoscritto dal generale Alfredo Bruno,<br />
presidente della neonata AIA, <strong>Associazione</strong><br />
Industrie Aeronautiche, il<br />
21 dicembre: il consorzio Sicmar acquisì<br />
il diritto a riprodurre su licenza il<br />
DH 100 F.5 ed il relativo motore Goblin<br />
(oltre al suo successore Ghost) e<br />
contemporaneamente acquistò direttamente<br />
venti Vampire, sedici dello<br />
stesso modello che sarà riprodotto in<br />
Italia e quattro del tipo biposto da caccia<br />
notturna DH 113 NF.10. A completamento<br />
dell’ordine iniziale vennero<br />
acquistati anche sei motori Goblin ed i<br />
relativi ricambi.<br />
Lo scopo dell’acquisizione diretta di<br />
velivoli e motori era essenzialmente<br />
quello di anticipare l’addestramento<br />
dei piloti sul nuovo tipo d’apparecchio<br />
e di consentire la familiarizzazione<br />
degli specialisti con il nuovo equipaggiamento.<br />
A questo fine venne costituito<br />
un nuovo reparto, il Nucleo<br />
Addestramento Volo a Reazione (NA-<br />
VAR), con base ad Amendola.<br />
Il generale Luigi Bianchi, responsabile<br />
delle Scuole di volo dell’AM, lo organizzò<br />
con criteri per noi innovativi.<br />
Personaggio non comune, Bianchi<br />
aveva una vasta e varia esperienza:<br />
prima della guerra era stato istruttore<br />
all’Accademia <strong>Aeronautica</strong> peruviana<br />
a Las Palmas; nel 1941 aveva comandato<br />
in Africa il 155° Gruppo sui Fiat<br />
G.50 ed era stato quindi coinvolto nella<br />
missione dei G.50 finlandesi. Ad<br />
Amendola Bianchi predispose una base<br />
moderna sul piano logistico e scelse<br />
accuratamente un nucleo di capaci<br />
istruttori. A sottolineare il grande si-<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
gnificato simbolico dell’avvento dell’<br />
“era del getto” in Italia, il villaggio di<br />
villette unifamiliari costruito per il personale<br />
della Scuola assume la pittoresca<br />
denominazione ufficiosa di<br />
“Vampiria”.<br />
A tre mesi dall’ordine, il 19 marzo<br />
1950, giunsero ad Amendola i primi<br />
cinque aviogetti inglesi, provenienti da<br />
Hatfield dopo uno scalo alla Malpensa.<br />
Le matricole RAF (VZ552 - 556)<br />
furono rimpiazzate da quelle italiane<br />
(MM 6000 - 6004). A brevi intervalli atterrarono<br />
ad Amendola anche i successivi<br />
undici F.5 ordinati alla De<br />
Havilland (MM 6005 - 60015). A questi<br />
si aggiunsero i tre Vampire che abbiamo<br />
lasciato a Bresso sotto forma<br />
di “rottami”: l’opera di restauro dei nostri<br />
specialisti ne ripristinò la piena efficienza.<br />
Gli aerei vennero presi<br />
ufficialmente in carico dall’AM con le<br />
MM 6020, 6021e 6022, che sostituiscono<br />
le originali immatricolazioni inglesi<br />
(VT809, VT813 e VF345)<br />
I piloti destinati al NAVAR furono scelti<br />
tra i più promettenti delle nuove leve e<br />
tra i più meritevoli degli “anziani”. È<br />
emblematico il parere di uno di questi<br />
ultimi, il capitano Antonio Mura, destinato<br />
ad una brillante carriera in <strong>Aeronautica</strong>.<br />
Mura aveva fatto la guerra sui<br />
Baltimore per arrivare poi a pilotare,<br />
con grande entusiasmo, quello che<br />
molti (lui incluso) reputarono il miglior<br />
caccia della seconda guerra mondiale,<br />
il North American P-51 Mustang.<br />
Disse Mura a proposito del suo battesimo<br />
sul Vampire: “ La sensazione di<br />
quel primo volo è difficile da dimenticare<br />
ma anche da descrivere. Dolce,<br />
silenzioso, scorrevole, facile, armonioso,<br />
non più vibrazioni dell’elica a tremila<br />
giri al minuto e di pistoni a<br />
centinaia di libbre per pollice quadra-<br />
STORIA AERONAUTICA<br />
to; non più rumori di ferraglie impazzite…<br />
Dolce e continua, la spinta del<br />
piccolo aeroplano a due code, silenziosa<br />
e insieme decisa. Dritto come<br />
su un binario, non più la coppia dell’elica<br />
a tirarti fuori dalla pista, da contrastare<br />
con tutto il piede a fondo corsa<br />
… Da allora cominciai ad aspirare agli<br />
aviogetti …”<br />
Un altro celebre pilota, il comandante<br />
Vittorio Sanseverino, collaudatore alla<br />
Fiat nel dopoguerra, così descrisse il<br />
suo decollo sul Vampire ad Amendola:<br />
“La prima cosa che notai, appena<br />
tolti i freni, era l’accelerazione, che mi<br />
parve modesta rispetto agli aerei col<br />
motore a pistoni. Ma era graduale e<br />
crescente con la velocità, come in tutti<br />
i jet, e senza la coppia imbardante<br />
dell’elica. Appena in aria l’aeroplano,<br />
col suo basso carico alare, era piacevole<br />
e maneggevole, in due parole:<br />
estremamente facile.”<br />
La produzione in Italia<br />
In base agli accordi stipulati in sede di<br />
costituzione del consorzio, la ripartizione<br />
della produzione su licenza venne<br />
ripartita tra Fiat e Macchi. Le<br />
strutture produttive non vennero duplicate<br />
ma suddivise tra le due aziende:<br />
la Fiat si occupò di costruire cento serie<br />
di ali, travi di coda ed impennaggi,<br />
mentre alla Macchi fu affidata la produzione<br />
di cento fusoliere. Montaggio<br />
e collaudo finale vennero affidati ad<br />
entrambe le ditte. I motori Goblin vennero<br />
costruiti su licenza dalla Fiat,<br />
con l’Alfa Romeo come principale<br />
subfornitore.<br />
Il primo Vampire “italiano” (MM 6023)<br />
volò sul campo della Macchi a Venegono<br />
il pomeriggio del 18 dicembre<br />
1951; ai comandi c’era il collaudatore<br />
“storico” della casa varesina, Guido<br />
Carestiato. Era il “volo officina”, di soli<br />
quindici minuti, ma segnò per l’intero<br />
programma un traguardo importante.<br />
Pochi giorni dopo, a Caselle, il collaudatore<br />
Simeone Marsan portò in volo<br />
il primo esemplare montato alla Fiat<br />
(MM 6043).<br />
L’inizio della produzione fu inevitabilmente<br />
abbastanza lento: solo nel secondo<br />
semestre del ’52 si raggiunse a<br />
Venegono e a Caselle il ritmo di consegne<br />
di un aeroplano il mese. Il gettito<br />
dei Vampire prodotti in Italia non<br />
era pertanto sufficiente per alimentare<br />
il NAVAR ed il consorzio provvide ad<br />
ordinare altri due lotti di velivoli direttamente<br />
alla De Havilland: 25 FB.52 il<br />
11
STORIA AERONAUTICA<br />
27 ottobre ’50 ed altri 15 il 12 aprile<br />
’51. Secondo il piano elaborato dallo<br />
Stato Maggiore, il Vampire avrebbe<br />
dovuto essere il capostipite di una dinastia<br />
di aerei inglesi in servizio nell’AM<br />
ma in realtà le cose andarono<br />
diversamente. La sopravvenuta disponibilità<br />
dei fondi NATO del Mutual Defence<br />
Aid Program mutò infatti i<br />
programmi, orientandoli verso aerei<br />
statunitensi.<br />
L’impiego nell’<strong>Aeronautica</strong> Militare<br />
Il 27 agosto 1951 venne ricostituito il<br />
glorioso 6° Gruppo, inquadrato in<br />
unità altrettanto prestigiosa, il 4° Stormo<br />
Caccia, all’epoca basato a Capodichino.<br />
Era il primo reparto operativo<br />
nella storia dell’aviazione militare italiana<br />
a ricevere in assegnazione velivoli<br />
a getto: sedici Vampire provenienti<br />
direttamente dalla Scuola di Amendola.<br />
Questa dotazione avvenne in un<br />
momento importante e significativo:<br />
l’Italia era appena stata invitata dalla<br />
NATO a partecipare alla manovra interalleata<br />
“Cirrus”, prevista per il 21<br />
settembre in Germania, a Wiesbaden.<br />
Il nuovo Capo di Stato Maggiore<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong>, generale Aldo Urbani,<br />
decise d’inviarvi un Gruppo di aviogetti<br />
che, al momento, non era ancora<br />
formato. Il tenente colonnello Paolo<br />
Moci, comandante del 4° Stormo, ricevette<br />
l’ordine di costituirlo rapidamente,<br />
prendendo gli aeroplani dalla<br />
scuola e scegliendo i piloti tra quelli<br />
già addestrati sul Vampire.<br />
Al comando del Gruppo venne chiamato<br />
il maggiore Emanuele <strong>Anno</strong>ni,<br />
dotato di quella autorevole compostezza<br />
che gli aveva fatto guadagnare,<br />
quando era tenente in Africa<br />
Settentrionale, il soprannome di “Ve-<br />
12<br />
scovo”. La missione in Germania conseguì<br />
pieno successo ed ai nostri piloti<br />
giunsero anche i complimenti del<br />
comandante supremo della NATO, il<br />
generale Eisenhower. Rientrato in Italia<br />
con il morale meritatamente rinforzato,<br />
il 6° Gruppo proseguì a<br />
Capodichino il programma di addestramento<br />
diurno e notturno, mentre<br />
nell’ambito del 4° Stormo venne costituita<br />
la prima pattuglia acrobatica ufficiale<br />
del dopoguerra, dotata di quattro<br />
Vampire al comando del capitano<br />
Ceoletta. Si trattava di un altro traguardo<br />
di elevato valore simbolico:<br />
tutti sanno quanto l’acrobazia collettiva<br />
sia stata importante nella nostra<br />
aviazione per creare ed alimentare lo<br />
spirito di corpo.<br />
Il 1° settembre 1952 il 6° Gruppo venne<br />
assorbito dal 6° Stormo a Ghedi.<br />
Questo stormo, contraddistinto dal celebre<br />
distintivo del “Diavolo rosso”,<br />
aveva in linea, nell’ottobre 1952, ben<br />
39 DH 100. Un terzo Stormo ricevette<br />
in seguito i Vampire: il 2°, basato a<br />
Orio al Serio. Il reparto del “Lanciere<br />
nero”, che operò a lungo dalla base di<br />
Montichiari, adiacente a quella di<br />
Ghedi, fu l’ultima unità operativa<br />
dell’AM ad essere equipaggiata con il<br />
caccia della De Havilland. L’attività sui<br />
Vampire monoposto proseguì ancora<br />
per un breve periodo presso il Reparto<br />
Sperimentale Volo, i Centri Addestramento<br />
al Volo delle Regioni Aeree<br />
ed il Reparto Volo dello Stato Maggiore.<br />
Nel 1959, in base ad una specifica<br />
direttiva dello Stato Maggiore, tutti i<br />
DH 100 superstiti furono radiati e destinati<br />
alla demolizione. Oggi ne sopravvivono<br />
due (MM 6085 e 6112),<br />
conservati rispettivamente presso il<br />
Museo Storico dell’<strong>Aeronautica</strong> Milita-<br />
re a Vigna di Valle ed il Museo Nazionale<br />
della Scienza e della Tecnica di<br />
Milano.<br />
Conclusioni<br />
In totale in Italia furono prodotti e<br />
consegnati all’<strong>Aeronautica</strong> Militare<br />
155 velivoli, tutti FB.52. Anche se le<br />
caratteristiche militari non si potevano<br />
definire brillanti, l’indubbia facilità<br />
di pilotaggio rese agevole la transizione<br />
dei reparti italiani ad un tipo di<br />
propulsione completamente nuovo.<br />
Piccolo, semplice, per molti aspetti<br />
ancora tradizionale, il Vampire, che i<br />
piloti definirono subito “una bicicletta”,<br />
sdrammatizzò l’approccio alle<br />
molte novità: il basso carrello triciclo,<br />
la piccola fusoliera simile ad un uovo<br />
allungato, l’abitacolo piazzato quasi<br />
sulla punta del muso. Il caccia della<br />
De Havilland, penalizzato in termini<br />
di velocità dalla sezione frontale del<br />
Goblin, era contemporaneamente innovativo<br />
e superato. Innovativo per la<br />
propulsione e la sofisticata realizzazione<br />
della fusoliera e superato per<br />
gli stessi motivi: compressore centrifugo<br />
e struttura lignea avevano infatti<br />
i giorni contati. Ma non bisogna dimenticare<br />
che il Vampire comparve<br />
sui tavoli da disegno nel maggio del<br />
1942 rappresentando, a quei tempi,<br />
un concentrato di concezioni decisamente<br />
avanzate. Dal punto di vista industriale,<br />
i maggiori vantaggi per<br />
l’Italia (tecnologie dei materiali, trattamenti<br />
e lavorazioni speciali, accessoristica<br />
connessa e così via) furono<br />
appannaggio delle ditte impegnate<br />
nella produzione dei motori. Tuttavia,<br />
nel suo complesso, l’intera industria<br />
aeronautica italiana conseguì gli innegabile<br />
benefici dell’uso di una<br />
standardizzazione internazionale,<br />
dell’acquisizione di un “linguaggio”<br />
comune e nella diffusione di tali innovativi<br />
criteri anche nel mondo delle<br />
sub-forniture e dei componenti.<br />
Tirando le somme, l’operazione “Vampire<br />
in Italia” presenta un bilancio sostanzialmente<br />
positivo: ha scosso<br />
polvere e detriti lasciati nel mondo<br />
dell’aviazione italiana dalla seconda<br />
guerra mondiale e ha segnato l’inizio<br />
di un periodo di ritrovata fiducia.<br />
Un sentito ringraziamento a Giorgio<br />
Apostolo e Gianni Cattaneo per avere<br />
consentito di pubblicare brani del libro<br />
“I Vampire Italiani” di cui sono rispettivamente<br />
editore e coautore.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
Luglio 1943: sibilano le sirene<br />
d’allarme sull’aeroporto di Sarzana<br />
ed è subito tutto un correre<br />
da ogni parte verso gli aerei da<br />
caccia parcheggiati ai bordi del campo.<br />
Fa caldo, è quasi mezzogiorno e i<br />
piloti si affrettano ad equipaggiarsi,<br />
ovvero imbottirsi, mentre i motori degli<br />
aerei già messi in moto rombano<br />
fragorosamente per il necessario riscaldamento.<br />
Tuta Marus di lana con<br />
pellicciotto artificiale al collo, salvagente<br />
e paracadute, mentre il battellino<br />
è già sotto il sedile, casco in<br />
pelle impellicciato, con gli auricolari e<br />
il filo per la radio, laringofono alla gola<br />
per comunicare, pistola Very con i<br />
razzi di segnalazione della giornata,<br />
sacchetti di polverina fluorescente<br />
per segnalazione in mare attaccati<br />
ad una gamba. Occhiali, maschera e<br />
bombola con l’ossigeno, batteria radio<br />
tra le gambe, e quanto altro ancora<br />
da non ricordare.<br />
Così conciato mi inchiodo sul sedile<br />
con le cinghie strette al massimo<br />
avendo trattenuto il respiro e raggiungo<br />
la linea di volo e, dopo un<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
Incidente di volo: indifferenza<br />
di Aldo Allegra<br />
breve rullaggio, decollo e salgo in alto<br />
verso il mare. Ma dove devo andare?<br />
Nessuno lo dice, e salgo, cabro<br />
verso 1000, 2000 metri e la costa si<br />
allontana sempre di più. Non si vede<br />
nulla intorno, né amici, né nemici.<br />
Chissà chi, della Dicat, li aveva visti<br />
e dove. Comunque giro per il cielo.<br />
Sento un po’ caldo, ma è normale, è<br />
estate, così imbottito e con il motore<br />
che scalda. Andiamo avanti tranquilli.<br />
Ad un tratto il caldo mi sembra eccessivo<br />
a quella elevata quota e mi<br />
preoccupa: guardo gli strumenti di<br />
bordo ed è tutto a posto. Bene. Ma<br />
un improvviso forte scoppio mi allarma:<br />
oh Dio, sarà partito il motore e<br />
sono in mezzo al mare. Ma il motore<br />
romba ancora, l’elica continua i suoi<br />
giri, gli strumenti non danno segnali<br />
di allarme. Sento un odore di gomma<br />
bruciata e istintivamente porto la mano<br />
destra sulla levetta del carrello:<br />
cede, non è fissata e con breve tocco<br />
raggiunge la tacca di fermo. Capisco<br />
che è bruciata una gomma del<br />
carrello investita dai gas di scarico e<br />
fiamme del motore. Ormai il carrello<br />
SUL FILO DEI RICORDI<br />
è rientrato e o può spegnersi l’incendio,<br />
o può appiccarlo all’aereo. D’altra<br />
parte se lo estraggo il vento può<br />
riattivare il fuoco. Cosa fatta, cosa<br />
decisa. Dirigiamoci su terra e cerchiamo<br />
di raggiungere l’aeroporto.<br />
Piano piano ci arrivo ed annuncio il<br />
guasto al carrello: passerò basso<br />
sulla torre di controllo con il carrello<br />
aperto, ditemi cosa è successo. Tutto<br />
bene, è la risposta, puoi atterrare.<br />
Ma no, non è possibile, farò un altro<br />
giro più basso e osservate bene. Sì,<br />
sì, hai ragione, abbiamo visto una<br />
gomma scoppiata e lacerata, devi atterrare<br />
col carrello chiuso. Finalmente<br />
qualcosa di certo, anche se di<br />
pericoloso.<br />
Allora, ragioniamo un po’: bisogna<br />
planare ad una giusta altezza per<br />
poter spegnere il motore ed essere<br />
sicuri di entrare nel campo lungo 800<br />
metri Se arrivo corto vado nella palude<br />
antistante, se atterro lungo vado<br />
contro i fili dell’alta tensione della ferrovia.<br />
Poi la velocità a motore spento<br />
deve essere giusta per non arrivare<br />
in picchiata e capotare oppure in cabrata<br />
e cadere malamente. Poi bisogna<br />
mettere il braccio piegato sul<br />
cruscotto per proteggere il viso. Teniamo<br />
a mente tutto ciò, facciamo un<br />
giro di campo e planiamo. Eccoci a<br />
terra, un grande fruscio della carlinga<br />
sull’erba del campo, l’elica tripala<br />
ripiegata che fa da slitta e poi l’aereo<br />
è fermo.<br />
Aiuti tempestivi con ambulanza e<br />
carro attrezzi, mi aiutano ad uscire<br />
dalla cabina, un bicchierino inatteso<br />
di cognac e tutto è finito, ognuno torna<br />
al proprio posto. Mi avvio moscio<br />
per la disavventura, ma nessuna domanda,<br />
nessun chiarimento: l’aereo<br />
andrà alla SRAM officina aeronautica<br />
anche per il cambio motore il cui<br />
asse si è piegato. C’è un altro Macchi<br />
200 a sostituirlo. Un semplice incidente<br />
di volo, una svista. Qualcuno<br />
avrà mormorato “che c…. a non<br />
chiudere bene il carrello!”<br />
13
SCIENZA, SPAZIO,<br />
TECNICA E INDUSTRIA<br />
Il Vega, il piccolo nella gamma dei<br />
lanciatori dell’Agenzia spaziale europea<br />
(ESA) è stato lanciato alle<br />
11,00 (ora italiana) del 13 febbraio dal<br />
poligono equatoriale di Kourou nella<br />
Guyana francese completando così il<br />
programma avviato nel 1998 per collocare<br />
l’Italia nel ristretto numero dei<br />
paesi aventi un proprio lanciatore.<br />
Il Vega (Vettore Europeo di Generazione<br />
Avanzata - v. anche pag. 19 di<br />
<strong>Aeronautica</strong> n. 7/2006) è un razzo sviluppato<br />
in collaborazione tra l’Agenzia<br />
Spaziale Italiana (ASI) e l’Agenzia<br />
Spaziale Europea (ESA), ed il suo<br />
acronimo è anche il nome della stella<br />
Vega, l’astro più brillante della costellazione<br />
della Lyra.<br />
Del programma, costato circa 710 milioni<br />
di euro, l’Italia è il maggior finanziatore<br />
(65%), seguita da Francia<br />
(12,43%), Belgio (5,63%), Spagna<br />
(5%), Paesi Bassi (3,5%), Svizzera<br />
(1,34%) e Svezia (0,8%).<br />
Lo sviluppo tecnico è stato affidato ad<br />
ELV (European Launch Vehicle), società<br />
partecipata tra le italiane Avio e<br />
ASI, che è titolare del contratto di produzione<br />
per cinque esemplari siglato<br />
nel settembre 2010 con l’ESA.<br />
Il Vega è formato da un corpo singolo<br />
a quattro stadi, realizzato con una<br />
struttura in materiali compositi, alto<br />
circa 30 metri, con un diametro massimo<br />
di circa 3 metri e con un peso al<br />
decollo di circa 137 tonnellate.<br />
Si tratta, quindi, di un vettore di piccole<br />
dimensioni - se confrontato con<br />
quelle dei lanciatori della famiglia degli<br />
Ariane per carichi pesanti o dei<br />
Soyuz per carichi medi (l’Ariane 5,<br />
ad esempio, ha oltre 50 metri di altezza<br />
con una massa di lancio di 710<br />
tonnellate mentre il Soyuz, alto an-<br />
14<br />
Primo lancio del Vega<br />
ch’esso circa 50 metri ne pesa 310) -<br />
e alle sue ridotte dimensioni è legata,<br />
ovviamente, una capacità di trasporto<br />
diversa da quella degli altri<br />
vettori citati.<br />
Il razzo, infatti, è progettato per il trasporto<br />
in orbita di piccoli carichi, soprattutto<br />
satelliti tra i 300 e i 2.000 kg<br />
di peso, in orbite polari basse (vale a<br />
dire orbite inclinate di 90° rispetto<br />
all’Equatore) ad una quota di 700 km,<br />
ma con la possibilità, in futuro, di portare<br />
due o tre piccoli carichi e posizionarli<br />
correttamente su orbite diverse,<br />
capacità non comune nei lanciatori di<br />
così piccole dimensioni.<br />
Sul sistema propulsivo del Vega - vanto<br />
della ricerca e dell’industria italiane<br />
- progettato e realizzato da Avio con<br />
tecnologie innovative, è da dire che è<br />
composto da quattro stadi in fibra di<br />
carbonio: il P80, lo Zefiro 23, lo Zefiro<br />
9 e l’AVUM, dove i numeri indicano il<br />
peso in tonnellate previsto all’inizio<br />
della loro progettazione.<br />
Il primo stadio di Vega, in ordine di accensione,<br />
il P80, è stato sviluppato in<br />
base ad un programma separato rispetto<br />
al lanciatore nel suo complesso<br />
in quanto, oltre a realizzare il primo<br />
stadio di Vega, il programma P80 mira<br />
anche a sviluppare nuove tecnologie<br />
utili per i futuri sviluppi della serie<br />
Ariane. La progettazione dello stadio<br />
fu affidata ad Avio (motore) e alla italo-francese<br />
Europropulsion (integrazione),<br />
oltre a commesse minori alla<br />
belga SABCA (sistema di controllo),<br />
alla francese Snecma (ugello) e all’olandese<br />
Stork B.V. (sistema di accensione).<br />
Lo stadio è alto 11,20 metri,<br />
ha un diametro di 3 metri e un peso di<br />
97 tonnellate, di cui 88 di propellente.<br />
La spinta prodotta dal motore, equivalente<br />
a 3.040 kN (1 kiloNewton è pari<br />
a 100,235 kg) viene fornita per 107<br />
secondi.<br />
Lo Zefiro 23 e lo Zefiro 9 (ZEro FIrst<br />
stage ROcket motor), secondo e terzo<br />
stadio di Vega, sono stati sviluppati<br />
e costruiti da Avio con la<br />
collaborazione della SABCA per il sistema<br />
di controllo. La loro spinta<br />
massima è rispettivamente di 1.200 e<br />
313 kN.<br />
Il quarto stadio, denominato UVAM<br />
(Attitude and Vernier Upper Module),<br />
ospita il motore ad accensione multipla<br />
per l’inserimento finale in orbita<br />
del carico. Al contrario dei tre stadi<br />
precedenti, che utilizzano propellente<br />
solido, questo ne utilizza uno liquido,<br />
costituito da dimetilidrazina asimmetrica<br />
(UDMH) e tetraossido di azoto<br />
come comburente. Al di sopra del motore<br />
si trova un modulo con i componenti<br />
principali dell’avionica del<br />
lanciatore. Lo stadio è alto 1,72 metri,<br />
ha un diametro di 1,9 metri e un peso<br />
di 1.044 chilogrammi, dei quali 400 di<br />
propellente. La spinta fornita dal motore<br />
per 667 secondi è pari a 2,55 kN.<br />
È ancora da aggiungere che, secondo<br />
quanto reso noto in proposito, il Vega<br />
potrebbe essere utilizzato anche per<br />
missioni di esplorazione del sistema<br />
solare ed offrirsi come integratore di<br />
veicoli di rientro atmosferico.<br />
Come ha spiegato a suo tempo la<br />
ELV, nel primo caso si tratta di un progetto<br />
basato su un modulo elettrico<br />
integrato al quarto stadio del Vega ed<br />
al payload adapter, elementi questi<br />
che, con l’aggiunta di alcuni componenti<br />
permetterebbero di uscire dall’orbita<br />
terrestre ottenendo come una<br />
piccola navetta in grado di trasportare<br />
strumentazioni del peso fino a 700 kg<br />
nei pianeti del sistema solare posti<br />
nelle immediate vicinanze della Terra<br />
come Venere, Marte e i suoi satelliti,<br />
la Luna, i satelliti di Giove e la fascia<br />
dei pianetini.<br />
Nel secondo caso, invece, un ampliamento<br />
delle opportunità del Vega è<br />
quello dell’integratore di tale lanciatore<br />
con veicoli di rientro atmosferico,<br />
opportunità che vanno dalla realizzazione<br />
di flying test bench, vale a dire<br />
di un mezzo che funzioni come banco<br />
di prova per tecnologie varie, a varie<br />
operazioni in orbita quali la caccia a<br />
detriti spaziali, manutenzione di payload,<br />
spostamento di satelliti da un’orbita<br />
ad un’altra.<br />
Sul Vega è da ricordare che, probabilmente<br />
a partire dal 2013, l’ESA ne<br />
prevede cinque lanci nell’ambito del<br />
programma VERTA (VEga Research<br />
and Technology Accompaniment)<br />
per dimostrare ai potenziali utenti la<br />
validità del vettore. Durante questi<br />
voli, VEGA porterà in orbita satelliti<br />
dell’Agenzia, quali ADM-Aeolus (studio<br />
dell’atmosfera), Swarm (studio<br />
del campo magnetico terrestre), LI-<br />
SA Pathfinder (studio delle onde gravitazionali)<br />
e Proba-3 (osservazione<br />
della Terra).<br />
In questo suo primo lancio, invece, il<br />
Vega ha recato a bordo il satellite<br />
scientifico dell’ASI Lares (Laser Relati-<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
vity Satellite) realizzato dalla CGS di<br />
Milano in collaborazione con l’Università<br />
la Sapienza di Roma - che, costituito<br />
una sfera di tungsteno tappezzata<br />
di prismi che riflettono raggi laser sparati<br />
da terra - permetterà di studiare alcuni<br />
aspetti della fisica gravitazionale,<br />
della fisica fondamentale e delle scienze<br />
della Terra verificando anche le teorie<br />
sull’efficacia della relatività generale<br />
di Albert Einstein nel descrivere la forza<br />
gravitazionale.<br />
Inoltre, erano presenti altri piccoli satelliti<br />
quali l’Almasat-1, preparato dagli<br />
studenti dell’università di Bologna,<br />
e sette Cubesat, micro-satelliti di un<br />
chilogrammo ciascuno, sempre allestiti<br />
dagli studenti di vari atenei europei<br />
tra i quali il Politecnico di Torino e<br />
La Sapienza di Roma.Tutti questi satelliti<br />
sono stati rilasciati con successo<br />
in varie orbite a par tire da 55<br />
Presentato l’UCAV Neuron<br />
Il 21 gennaio, in Francia, il prototipo<br />
del dimostratore Neuron per un<br />
UCAV (Unmanned Combat Aerial<br />
Vehicle - aereo da combattimento a<br />
pilotaggio remoto, v. anche pag. 22<br />
di <strong>Aeronautica</strong> n. 6/2011 e articoli<br />
precedenti in esso richiamati) è stato<br />
presentato alle delegazioni dei sei<br />
paesi aderenti al programma che,<br />
Alenia e Cassidian per gli APR<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
minuti dopo il lancio e da una quota<br />
di 1.450 km.<br />
Da evidenziare che il primo volo del Vega,<br />
oltre che da tutte le maestranze, è<br />
stato seguito in una sala degli stabilimenti<br />
Avio di Colleferro, in collegamento<br />
in diretta con Kourou, da numerosi invitati<br />
- accolti dall’amministratore delegato<br />
di Avio Francesco<br />
Caio - tra i quali il vice<br />
presidente della<br />
Commissione europea<br />
e delegato per le<br />
tematiche spaziali<br />
della Commissione<br />
stessa Antonio Tajani,<br />
il presidente della<br />
Regione Lazio Renata<br />
Polverini, il direttore<br />
generale dell’ASI<br />
Luciano Criscuoli, il<br />
vice segretario gene-<br />
guidato dalla francese Dassault<br />
Aviation, vede la partecipazione della<br />
nostra Alenia Aermacchi con una<br />
quota pari al 22% e di Grecia, Spagna,<br />
Svezia e Svizzera.<br />
Il Neuron (indicato anche come<br />
nEUROn) è un programma europeo<br />
per un velivolo a pilotaggio remoto<br />
(APR) caratterizzato da un accentuato<br />
profilo stealth simile al bombardiere<br />
strategico statunitense<br />
Northrop-Grumman B-2 Spirit, ma di<br />
dimensioni notevolmente ridotte.<br />
In occasione della presentazione è<br />
stato reso noto che, tra breve, inizieranno<br />
le prime prove motore legate al<br />
primo volo dell’aereo programmato<br />
per la metà dell’anno in corso, volo al<br />
quale seguiranno due anni di ulteriori<br />
test in volo soprattutto per verificare la<br />
loro qualità, il grado di invisibilità ai radar<br />
(stealthness) della macchina, l’efficienza<br />
del sistema di lancio delle<br />
Alenia <strong>Aeronautica</strong> e Cassidian, una sussidiaria di EADS, hanno recentemente<br />
siglato un protocollo d’intesa per avviare una collaborazione<br />
nel settore dei sistemi a pilotaggio remoto (APR) da<br />
ricognizione e da combattimento ed in particolare per il Talarion, un sistema<br />
a media quota e lunga autonomia (MALE) con doppio propulsore<br />
a reazione che, presentato in mock up nel 2009 al Salone aerospaziale<br />
di Parigi, dovrebbe volare nel 2015 con consegne a partire dal 2018.<br />
SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />
rale della Difesa avv. Pierluigi Di Palma,<br />
il sottocapo di Stato Maggiore dell’AM<br />
gen. SA Roberto Corsini, il nostro presidente<br />
nazionale gen. SA Gianbortolo<br />
Parisi e gli astronauti italiani dell’ESA<br />
Paolo Nespoli e Samantha Cristoforetti,<br />
pilota militare del 51° Stormo.<br />
(Foto Avio)<br />
armi aria-terra da un vano interno e le<br />
sue capacità di integrazione in ambiente<br />
C4I (comando, controllo, comunicazione,<br />
computer e intelligence).<br />
Per quanto riguarda la partecipazione<br />
italiana è da sottolineare che Alenia<br />
Aermacchi (capofila nazionale di<br />
un gruppo di società comprendente<br />
anche SelexGalileo) è responsabile<br />
della progettazione e produzione del<br />
sistema di generazione e distribuzione<br />
elettrica; del sistema dati aria a<br />
bassa osservabilità e soprattutto del<br />
sistema integrato di armamento con<br />
piena autonomia di gestione dei sottosistemi,<br />
la cosiddetta Smart Integrated<br />
Weapon Bay (SIWB) che<br />
consente l’individuazione e il riconoscimento<br />
automatici del bersaglio, la<br />
trasmissione della richiesta di approvazione<br />
al comandante della stazione<br />
di terra e il lancio dell’armamento<br />
con modalità stealth.<br />
15
16<br />
VARIE<br />
“Non mi piace. Anzi, ti dirò, non mi piace per niente!”<br />
Sgradevole dal punto di vista fisico<br />
per chi la effettua, spettacolare<br />
per chi la osserva dall’esterno, la<br />
vite rovescia è una manovra che dimostra<br />
il giusto bilanciamento tra le caratteristiche<br />
strutturali e quelle<br />
aerodinamiche di un velivolo, dote essenziale<br />
per un addestratore.<br />
Non ho mai fatto la vite rovescia. Non<br />
solo perché questa manovra è esclusa<br />
dai programmi addestrativi, ma<br />
perché è sempre stata una manovra<br />
citata con un timore riverenziale anche<br />
dai più esperti istruttori e solo i<br />
grandi presentatori del ‘326 della mia<br />
epoca (sto pensando al compianto<br />
magg. Peracchi ed al com.te Fazzini)<br />
o i collaudatori di velivoli da addestramento<br />
si permettevano il lusso di farla.<br />
Proprio per questo motivo ho<br />
sempre desiderato affrontare questo<br />
argomento per togliermi qualche curiosità<br />
che credo abbiano anche tanti<br />
altri che, come me, non si sono mai<br />
avventurati oltre la vite diritta. Anzi,<br />
anche con la vite diritta ho dei conti<br />
personali in sospeso da quando, nel<br />
fare una vite col Macchino, sono uscito<br />
in perfetta candela con elevata velocità<br />
e difficoltà di rimessa per<br />
successivi g-stalli. Causa di tutto ciò i<br />
trim andati completamente a picchiare<br />
per avere premuto con due mani la<br />
cloche contro il moschettone del Martin<br />
Backer senza frapporre il classico<br />
pollicione tra l’una e l’altro al fine proprio<br />
di evitare erronei azionamenti del<br />
comando del trim posizionato sulla<br />
sommità dell’impugnatura. Fortunatamente,<br />
avendo iniziato la manovra a<br />
20.000 ft, ho avuto il tempo di accorgermi<br />
dell’occhio di bambola completamente<br />
bianco con la scritta “Down”,<br />
non senza aver panicato per qualche<br />
momento.<br />
Per approfondire l’argomento decido<br />
di contattare il gen. DA Fabio Molteni,<br />
già collaudatore AM e presentatore<br />
del ‘339, cui sono legato da sentimenti<br />
di profonda amicizia essendo stato<br />
suo comandante di corso in Accademia<br />
ormai 35 anni fa. Accetta volentieri<br />
la mia proposta chiedendomi<br />
qualche giorno per trovare il tempo di<br />
abbandonare momentaneamente le<br />
preoccupazioni della 2ª Divisione del<br />
di Giancarlo Naldi<br />
Comando Logistico, che attualmente<br />
dirige, per tuffarsi nei suoi ricordi.<br />
Caro Fabio, eccomi qui per chiederti,<br />
come mi avevi promesso,<br />
una mezz’ora del tuo tempo per dedicarla<br />
alla vite rovescia.<br />
Innanzi tutto ti ringrazio per avermi dato<br />
quest’opportunità di parlare di argomenti<br />
che mi fanno ritornare indietro di<br />
quasi un quarto di secolo… Quindi, come<br />
declama il proverbio “delle nuove<br />
imprese”, prima c’è la fase dell’entusiasmo<br />
iniziale e poi quella del panico!<br />
Un’intervista non è un’impresa - ci<br />
mancherebbe - ma un po’ di “panico”<br />
mi è venuto, quando ho rispolverato ricordi<br />
e sensazioni di viti dritte e rovesce<br />
fatte al corso di pilota collaudatore<br />
dell’USAF Test Pilot School, classe<br />
85A, con l’A-37 e con l’A-7E Corsair; in<br />
Sardegna con l’AMX prototipo A3, durante<br />
le prove di sviluppo fatte assieme<br />
all’Aermacchi; in addestramento ed in<br />
presentazione, con l’MB-339A.<br />
Il tutto opportunamente integrato, e lì<br />
troviamo “il panico con il rispolvero”,<br />
con la consultazione, a casa, di libri e<br />
di testi molti dei quali pieni di formule.<br />
Bene, bando al panico e forza con<br />
l’entusiasmo...<br />
Cominciamo con le definizioni, cercando<br />
di essere più chiari possibile,<br />
senza addentrarci su concetti di<br />
difficile “digestione” o peggio ancora<br />
tra le formule che pochi amano<br />
e che, ahimè, si dimenticano<br />
presto, puntando più sul fascino<br />
della manovra vista da dentro che<br />
sulla teoria da tavolino…<br />
D’accordo. Per vite si intende quella<br />
condizione di volo incontrollato alla<br />
quale il velivolo giunge, quando stallato<br />
e lasciato a se stesso, comincia a rollare,<br />
imbardare e beccheggiare per arrivare,<br />
se non ripreso, ad un moto<br />
elicoidale ed unico nel quale il velivolo<br />
stesso discende, rapidamente e perpendicolarmente<br />
verso la terra, con un<br />
angolo di attacco compreso fra quello<br />
di stallo ed i 90°. A completamento di<br />
questa definizione teorica occorre aggiungere<br />
che il moto di rollio e di imbardata<br />
sono nello stesso verso (a destra<br />
o a sinistra rispetto l’asse verticale) e<br />
che si sviluppano anche grandi angoli<br />
di sbandata con conseguenti e significative<br />
forze laterali, il tutto “condito”,<br />
sempre, da una più o meno rapida e rilevante<br />
perdita di quota.<br />
Un moto assai complesso...<br />
Certamente, ma nella realtà, lo è ancor<br />
di più, perché prima della fase<br />
stabilizzata vera e propria della vite ci<br />
sono le fasi che la precedono e perché<br />
entrano in gioco anche le forze<br />
inerziali sui tre assi sotto forma di momenti,<br />
assieme ai “coefficienti di stabilità”,<br />
tipici di ciascun velivolo e<br />
rientranti nella famiglia delle “qualità<br />
di volo”. Inoltre, vi è una dettagliata<br />
classificazione per tipologia, piatta,<br />
rovescia (eccola finalmente!) e di rimesse,<br />
ma ritengo che quanto detto<br />
sia sufficiente e, spero, soprattutto<br />
chiaro per inquadrare l’argomento<br />
che non è facile da comprendere dal<br />
punto di vista teorico.<br />
In effetti, più che conoscerla teoricamente<br />
bisogna saperla riconoscere<br />
praticamente e, soprattutto,<br />
saperne uscire...<br />
Dalle prime esperienze di malcapitati<br />
piloti, agli albori della storia dell’aeronautica,<br />
entrati in vite nel volo manovrato<br />
e brusco, ma anche in atterraggio<br />
(con i comandi “incrociati”), molto è<br />
stato fatto per rendere i velivoli “resistenti”<br />
alle vite, perché evento malaugurato<br />
e certamente disorientante per<br />
tutto ciò che il pilota subisce.<br />
E molto è stato fatto - finalmente - per<br />
rimettere dalla vite stessa, anzi per<br />
non entrarci (!), onde evitare di tornare<br />
sulla terra in modo “traumatico”…<br />
La vite, quando eseguita volontariamente,<br />
è spettacolare vista dal basso<br />
ed è quindi entrata da tempo in quelle<br />
classificate come acrobatiche...<br />
La vite è anche fra quelle manovre che<br />
possono essere fatte per presentare<br />
tecnicamente un velivolo, soprattutto<br />
un addestratore, che deve essere capace<br />
di mostrare all’allievo, in piena sicurezza,<br />
anche condizioni di volo<br />
estreme al fine di riconoscerle immediatamente<br />
e riprendere il controllo del<br />
velivolo, applicando la corretta mano-<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
vra di rimessa. Per la vite l’istruttore,<br />
senza particolare timore, ne dimostra<br />
la fase incipiente, applica una semplice<br />
manovra di rimessa, atta a fermare<br />
l’imbardata con il timone di direzione in<br />
senso opposto a essa, portando la<br />
barra in avanti per ridurre l’angolo di<br />
attacco ed esce all’istante, com’è possibile,<br />
in maniera impeccabile e sempre,<br />
con l’MB.339A. Mi perdonino gli<br />
esperti, di tipi di rimessa ve ne sono<br />
molti, lo so, ma il mio scopo è solo<br />
esplicativo. Quella che deve essere<br />
applicata, nei velivoli dove la manovra<br />
d’ingresso è prevista, è la manovra di<br />
rimessa contenuta nel manuale di volo,<br />
sempre, subito e comunque, rispettando<br />
i parametri indicati e, soprattutto,<br />
la quota d’ingresso!<br />
A questo punto, certi di non aver<br />
ecceduto nell’inquadrare il nostro<br />
argomento e fatte le dovute precisazioni,<br />
passiamo alla vite che<br />
m’interessa: quella rovescia...<br />
Essa si distingue da quella dritta perché<br />
il velivolo è rovescio, l’angolo<br />
d’attacco è negativo e, per ragioni puramente<br />
geometriche, il rollio è di verso<br />
opposto all’imbardata.<br />
Tutto qui?<br />
Certamente no. La prima volta che ti<br />
dimostrano la vite rovescia si rimane a<br />
bocca aperta, ancorché nella maschera!<br />
Il moto è violento, ci si ritrova appesi<br />
alle cinghie, lanciati verso il<br />
tettuccio, l’abitacolo si riempie di polvere<br />
e di sporcizia, non si riesce, fino<br />
alla stabilizzazione, a riconoscere il<br />
verso dell’imbardata perché il velivolo<br />
rolla dall’altra parte e, di conseguenza,<br />
a impostare una corretta rimessa…<br />
Il disorientamento è notevole: si<br />
è a testa in giù a meno un “g” o poco<br />
più, ma il rateo di imbardata sembra<br />
più rapido di quello che è, come pure<br />
la discesa verso terra; le forze laterali<br />
si sentono di più di quelle della vite<br />
dritta, ma lo sono in realtà? In sintesi,<br />
non piace a nessuno, almeno le prime<br />
volte, perché non si comprendono gli<br />
assetti assunti né tanto meno il moto<br />
del velivolo e può essere, anzi lo è,<br />
sgradevole dal punto di vista fisico.<br />
Come ci entri?<br />
L’ingresso “canonico” è quello di far<br />
stallare il velivolo già in volo rovescio,<br />
togliendo motore, applicando tutto il timone<br />
a destra o a sinistra e portando la<br />
barra nell’angolo anteriore opposto,<br />
cioè a sinistra o a destra. La posizione<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
assunta dagli alettoni aggrava così lo<br />
stallo che diviene asimmetrico e il velivolo<br />
comincia a ruotare. La vite si stabilizza<br />
e quindi diventa tale dopo qualche<br />
ciclo di rotazione post-stallo. Rispetto<br />
alla vite dritta la deriva è immersa nel<br />
flusso dell’aria - siamo rovesci - ed è<br />
quindi più efficace, perché nella prima<br />
può essere messa parzialmente in “ombra”<br />
dalle ali e/o fusoliera, quando il timone<br />
viene applicato correttamente a<br />
fondo corsa ed in verso opposto alla rotazione<br />
d’imbardata. Ci aiuta, in questo,<br />
l’infallibile paletta e solo centralizzando<br />
la barra, in modo pressoché contemporaneo<br />
all’azione sul timone, si esce subito<br />
dallo stallo. La velocità, puntando il<br />
velivolo verso terra, aumenta rapidamente,<br />
i comandi tornano a essere efficaci<br />
e la pedaliera va riportata al centro,<br />
assecondando il suo naturale ritorno in<br />
posizione neutra. È il momento, se non<br />
si è istintivamente già fatto, di richiamare<br />
e di tornare a volare riguadagnando<br />
un po’ di quota…<br />
Sono riuscito, Giancarlo, a rendere<br />
l’idea?<br />
Certamente, anche se le parole non<br />
possono mai sostituirsi alle forti<br />
sensazioni generate dal volo in tutte<br />
le sue forme, sensazioni uniche nel<br />
loro genere, impareggiabili nel creato<br />
e diverse per ciascun pilota…<br />
Ma torniamo alla vite rovescia; ora<br />
che ci siamo ripresi proviamo un altro<br />
ingresso, quello che preferisco e che<br />
utilizzavo con il ‘339: velivolo dritto,<br />
muso alto, circa 45° sull’orizzonte,<br />
150 KIAS, motore su “idle” e tutto piede<br />
sinistro con la barra tutta avanti a<br />
destra, nell’angolo, con rapidità. Sono<br />
le stesse posizioni dei comandi del<br />
caso precedente, ma avendo più<br />
energia cinetica l’effetto sul pilota è<br />
quello simile ad un cavaliere violentemente<br />
disarcionato in avanti (è solo<br />
un’immagine letteraria, non ho confidenza<br />
alcuna con i cavalli, ma passamela)<br />
ma che si ritrova, però, ancora<br />
nel velivolo. Quest’ultimo, scricchiolando<br />
un po’ (la struttura si flette per<br />
assorbire i carichi), si rovescia in<br />
avanti rientrando nelle condizioni e<br />
nel moto che ho descritto in precedenza.<br />
Non mi dire che certe “manovre”<br />
non vanno fatte: qualcuno le<br />
deve pur fare, per amore di conoscenza<br />
e per sana e umana curiosità.<br />
Per questo esistono i collaudatori...<br />
Ma il velivolo ne risente?<br />
Un po’ sì, se pensi che, oltre alla strut-<br />
17<br />
VARIE<br />
tura, tutti i cavi, le tubazioni ed i fluidi<br />
vengono “frullati”, ma la vite rovescia<br />
non si fa di frequente. Inoltre, sia il ‘339<br />
che il ‘326 sono stati costruiti bene,<br />
con un giusto bilanciamento di caratteristiche<br />
strutturali, nonché aerodinamiche,<br />
cioè una buona efficacia dei<br />
comandi di volo a bassa velocità, in<br />
particolare del timone di direzione e<br />
delle sane caratteristiche latero-direzionali<br />
con dei momenti di inerzia<br />
omogenei sui tre assi. Ecco perché sono<br />
resistenti all’ingresso in vite (anche<br />
quella rovescia che non c’è nel manuale!)<br />
e sono di rimessa sicura e facile.<br />
Non mi far dire di più, ma il grande<br />
Ingegner Bazzocchi, che ho avuto il<br />
piacere di conoscere anni fa, era come<br />
un grande cuoco: gli ingredienti c’erano<br />
tutti nei suoi velivoli e, come sai, le<br />
buone ricette non si svelano mai…<br />
A proposito del grande Bazzocchi,<br />
hai letto “Never give up”, l’interessante<br />
biografia uscita di recente,<br />
scritta dai suoi collaboratori dell’epoca?<br />
Io l’ho trovata appassionante...<br />
Certamente. È un libro che i piloti che<br />
hanno volato sui suoi aeroplani non<br />
possono non avere in biblioteca.<br />
Tornando alla vite rovescia, hai<br />
qualche aneddoto da raccontarci<br />
per concludere questa intervista?<br />
Potrei raccontarti le reazioni di un Generale<br />
a due stelle, ora in pensione,<br />
che ho rivisto di recente a Grosseto e<br />
che ancora ricorda quel volo fatto sul<br />
‘339 quando ero all’RSV. Era stato mio<br />
comandante, anni prima, al 4° Stormo<br />
ed era stato in precedenza istruttore al<br />
20° sullo “Spillone”, un pilota naturale e<br />
in perfetta forma, allora come adesso.<br />
Insomma, c’erano tutte le premesse<br />
per andare in vite rovescia con lui! Pilotando<br />
dal posto posteriore feci l’ingresso,<br />
il secondo che ti ho descritto, che<br />
venne davvero bene, forse anche un<br />
po’ troppo brutale: lo vidi appeso a testa<br />
in giù, senza proferir parola all’ingresso<br />
e per tutti i cinque o sei giri che<br />
facemmo… Alla rimessa, tornati a testa<br />
in su e solo qualche migliaio di piedi<br />
più sotto, nello splendido cielo sopra<br />
a Fondi, mi disse: «Non mi piace. Anzi<br />
ti dirò, non mi piace per niente!»<br />
Però è bella da vedere per chi sta<br />
col naso all’insù!<br />
Ora accetterei volentieri quel caffé<br />
che prima ho rifiutato. Le tue descrizioni<br />
mi hanno messo sottosopra<br />
lo stomaco...
VARIE<br />
«Non ho preparato un discorso, perché<br />
tra appassionati si può parlare con il<br />
cuore», ha detto il gen. Giuseppe Bernardis,<br />
capo di Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong>,<br />
nel presentare l’IMAM<br />
Ro.37bis restaurato per il Museo Storico<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare nei colori<br />
dell’esemplare personale del duca<br />
Amedeo d’Aosta quando era governatore<br />
d’Etiopia. «Sono qui molto volentieri,<br />
perché l’impresa che oggi festeggiamo<br />
merita una sottolineatura».<br />
In effetti non capita tutti i giorni di riportare<br />
in vita uno degli aerei più diffusi<br />
e caratteristici della Regia<br />
<strong>Aeronautica</strong> partendo da alcuni relitti<br />
rintracciati fortunosamente alle porte<br />
di Kabul, in un rottamaio ingombro di<br />
carri armati ed elicotteri sovietici (v.<br />
pag. 28 di <strong>Aeronautica</strong> n. 3/2006).<br />
L’impresa di trasformarlo in un gioiello<br />
ha richiesto circa diecimila ore di lavoro,<br />
effettuate in circa due anni tramite<br />
un’inedita collaborazione privato-pubblico<br />
che ha coinvolto la ditta Celin<br />
Avio e due Reparti Manutenzione Velivoli<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare, il 1° di<br />
Cameri e il 10° di Lecce. Il successo<br />
di questo modello operativo è stato rimarcato<br />
da tutti gli intervenuti, con<br />
l’auspicio di poterlo applicare anche<br />
ad altri aerei storici.<br />
L’operazione è stata sostenuta da<br />
Finmeccanica - la cui controllata Alenia<br />
<strong>Aeronautica</strong> (oggi Alenia Aermacchi)<br />
è l’erede diretta della IMAM -, da<br />
18<br />
Restaurato il Ro.37bis recuperato a Kabul nel 2006<br />
Bentornato Romeo!<br />
Diecimila ore di lavoro in due anni da parte di Celin Avio, 1° e 10° RMV<br />
Volandia, da Memphis Belle e, per l’elica,<br />
da Piaggio Aero Industries.<br />
Le cifre e i nomi non possono però<br />
descrivere le sensazioni trasmesse<br />
dal grande biplano da osservazione<br />
aerea, la cui struttura mista in tubi, alluminio,<br />
legno e tela rappresenta lo<br />
schema progettuale classico del quale<br />
in Italia sono conservati pochissimi<br />
esempi. Nelle due versioni con motore<br />
in linea e radiale (appunto la bis), il<br />
Ro.37 fu in dotazione a oltre 30 squadriglie,<br />
comprese la 10ª e la 87ª<br />
Squadriglia le cui insegne compaiono<br />
nello stemma dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />
La Regia <strong>Aeronautica</strong> lo impiegò in<br />
Etiopia, in Spagna e nella Seconda<br />
guerra mondiale, con risultati proporzionati<br />
al grado di superiorità aerea<br />
che era possibile conseguire nei vari<br />
momenti. Sotto il profilo umano, infine,<br />
l’aereo è legato ai nomi dell’industriale<br />
Nicola Romeo, che ancora compare<br />
sulle automobili, e del progettista<br />
Giovanni Galasso, oggi al contrario dimenticato.<br />
Fino a pochi anni fa il Ro.37 era creduto<br />
estinto, né vi erano stati particolari<br />
tentativi di rintracciarne uno. Quello<br />
svelato al pubblico a Volandia è uno<br />
dei 16 esportati in Afghanistan nel<br />
1938 ed utilizzati per circa un decennio<br />
in quel difficile paese, dove terminato il<br />
servizio furono accantonati all’aperto.<br />
Fu solo la presenza di forze occidentali<br />
in Afghanistan che nel 2002 fece circolare<br />
le prime notizie della loro presenza.<br />
Quattro anni dopo la loro posizione<br />
fu identificata da una pattuglia del 132°<br />
Reggimento Ariete nel marzo 2006,<br />
aprendo la strada al successivo recupero<br />
di ben sei relitti.<br />
Il restauro è stato avviato nel gennaio<br />
2010. Celin Avio, erede dell’associazione<br />
AREA che effettuò l’epico restauro<br />
del Fiat CR.42, ha lavorato<br />
sulla fusoliera e curato l’integrazione<br />
finale. Il 1° RMV ha restaurato il motore<br />
Piaggio P.IX e il 10° le ali. In mancanza<br />
dei disegni costruttivi, per<br />
raggiungere un risultato di alta qualità<br />
sono state essenziali la possibilità di<br />
prelevare componenti dagli altri relitti<br />
e l’accesso al Ro.43 che era parallelamente<br />
in lavorazione presso il Museo<br />
Storico A.M. Da questo, ad esempio,<br />
è stata copiata la cofanatura motore. Il<br />
pezzo, perfettamente intercambiabile<br />
come testimoniato dal catalogo nomenclatore,<br />
era del tutto assente ed è<br />
stato ricostruito a mano con migliaia<br />
di sapienti colpi di martello.<br />
Nella fase finale è stata anche accertata<br />
l’identità dell’esemplare restaurato,<br />
la cui targhetta di costruzione -<br />
presente nel marzo 2006 - non era<br />
purtroppo mai giunta in Italia. Il numero<br />
“1016” dipinto su alcuni pannelli di<br />
fusoliera è stato infatti riconosciuto<br />
come il numero di costruzione del<br />
Ro.37bis MM.11341, consentendo di<br />
riapplicare la matricola in fase di verniciatura.<br />
Alla cerimonia, svoltasi presso il museo<br />
Volandia di Vizzola Ticino, hanno<br />
partecipato anche il gen. SA Tommaso<br />
Ferro, comandante della 1ª Regione<br />
Aerea, il gen. sq. AAran Mario<br />
Martinelli, comandante del COMAER<br />
e il gen. BA Claudio Salerno, capo del<br />
5° Reparto SMA. Altrettanto emozionante<br />
la presenza del ten. col. Giuseppe<br />
Migliori, già pilota di Ro.37 nei<br />
Balcani durante la seconda guerra<br />
mondiale ed oggi 96enne vice presidente<br />
della sezione di Bologna dell’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong>.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
Nella stessa occasione è stato ufficialmente<br />
consegnato l’AMX donato<br />
dalla forza armata a Volandia. Si tratta<br />
dell’esemplare MM. X-599, quinto prototipo,<br />
usato dal 1986 al 1995 soprattutto<br />
per prove di armamento. Pur<br />
essendo questo esemplare stato costruito<br />
da Aeritalia a Torino, la partecipazione<br />
di Aermacchi al programma<br />
inserisce a pieno titolo il cacciabombardiere<br />
nel tema degli aerei di Varese<br />
che costituisce uno dei filoni<br />
principali di Volandia.<br />
Strani oggetti volanti: l’Autogiro Day<br />
Nel settore aeromodellistico, la Federazione <strong>Aeronautica</strong><br />
Internazionale (FAI) riconosce gli autogiro<br />
soltanto nella categoria dei modelli di razzi.<br />
Nelle specialità S9 e S12/P, una volta raggiunta la quota<br />
con la spinta del razzo, la discesa avviene lentamente,<br />
in autorotazione, per dispiegamento automatico<br />
delle pale che si mettono a ruotare in modo da attuare<br />
un atterraggio morbido e impedire la distruzione del<br />
modello. Sulla scia dei velivoli a pale rotanti non motorizzate,<br />
realizzati negli anni ’30, il vero e proprio “autogiro”<br />
è gia apparso molti anni fa come aeromodello in<br />
volo libero a elastico, poi con motore a scoppio in VVC<br />
e ora come radiocomandato anche con motori elettrici.<br />
Per ora è seguito solo dagli appassionati che hanno<br />
scoperto questo nuovo filone aeronautico dal quale pescano<br />
idee e disegni. Non sono ancora riconosciuti dalla<br />
FAI e non partecipano a competizioni, si limitano ad<br />
apparire ad alcuni raduni e incontri di modelli radiocomandati,<br />
però l’autogiro è troppo interessante, in quanto<br />
macchina, per non avere una sua propria categoria e<br />
un suo orgoglio di esistere in aeromodellismo.<br />
L’autogiro sembra un ibrido fra aeroplano e elicottero,<br />
ma il rotore non è motorizzato; un’elica traente o propulsiva<br />
ne assicura il moto orizzontale e con la velocità<br />
che ne deriva vengono fatte ruotare le pale. Esse assumono<br />
quindi la veste di una vera e propria ala rotante.<br />
Nel campo dei fratelli maggiori dell’aeronautica con pilota<br />
e passeggeri imbarcati, storicamente si va dagli<br />
anni ’30 e quindi dai progetti La Cierva, Pitcairn e Kellet<br />
ai moderni ultraleggeri Magni, Arrow, Dominator, ecc.<br />
L’elica propulsiva è preferita in epoca odierna soprattutto<br />
negli ultraleggeri per essere più protetta in decollo<br />
e in atterraggio.<br />
Queste “strane macchine” sono state quindi un richiamo<br />
per tanti aeromodellisti che in Italia e all’estero si<br />
sono attivati dando vita a moltissimi modelli di autogiro<br />
di varie forme e dimensione.<br />
di Carlo d’Agostino<br />
19<br />
VARIE<br />
È previsto che il Ro. 37bis resti esposto<br />
a Volandia sino a fine marzo, per<br />
essere quindi trasferito a Vigna di Valle<br />
dove sarà esposto a fianco del “cugino”<br />
idrovolante Ro.43 inaugurato in<br />
novembre. La decisione di raffigurare<br />
un Ro.37bis impiegato in Africa Orientale<br />
colmerà un vuoto nei periodi e nei<br />
fronti rappresentati al Museo, così come<br />
non era sinora presente la livrea<br />
Cachi Avorio Chiaro tipica degli aerei<br />
italiani tra le due guerre mondiali.<br />
G.A.<br />
Questo stato di cose ha portato la Federazione Italiana<br />
Aero Modellismo (FIAM) ad appoggiare gli specialisti<br />
italiani e stranieri a mettere in programma per il prossimo<br />
settembre un “Autogiro Day”, manifestazione internazionale<br />
che si terrà a Calcinatello (Brescia) sede<br />
operativa della Federazione alla quale fin d’ora sono invitati<br />
a partecipare tutti coloro che praticano questa<br />
specialità in Italia ed all’estero.<br />
Ulteriori informazioni possono essere richieste direttamente<br />
alla FIAM, via Strambio 23 - <strong>2012</strong>5 Milano<br />
tel. 02/62694268 - fax: 02/6552352 o alla e-mail:<br />
paola@fiamaero.it<br />
Il modello Autogiro radiocomandato replica dell’Arrowcopter<br />
AC 10 della austriaca FD Composites, realizzato<br />
dalla Experimental Models di Paolo D’Alessandro,<br />
diametro rotore principale 3,20 m, peso 16 kg, motore<br />
a scoppio bicilindrico a 2 tempi da 70 cmc o elettrico<br />
da 6000 W.
VARIE<br />
I Macchi C.205V egiziani<br />
Il 14 maggio 1948 fu proclamata la<br />
nascita dello Stato d’Israele. Nel confinante<br />
Egitto questo evento diede un<br />
forte impulso all’impellente domanda<br />
di armamenti, già vivace nei circoli militari.<br />
A Roma per settimane si svolse<br />
un nervoso balletto tra politici, militari<br />
e vari intermediari per definire una importante<br />
fornitura di velivoli all’aviazione<br />
reale egiziana (REAF). La<br />
conduzione delle trattative con<br />
Aer.Macchi e Aeritalia era condizionata<br />
dalla complessa situazione internazionale:<br />
Stati Uniti e Gran Bretagna<br />
Il Macchi C.205V MM 92166, già appartenuto<br />
al 51° Stormo e sopravvissuto al conflitto,<br />
nella finitura postbellica in metallo<br />
naturale.<br />
avevano infatti imposto un rigido embargo<br />
alla fornitura di armi ai paesi<br />
arabi e, anche se l’Italia era rimasta al<br />
di fuori di questi accordi, pressioni di<br />
vario genere si frapponevano alla<br />
conclusione dell’affare. Dagli Stati<br />
Uniti era perfino giunta un’offerta di<br />
acquisto per la maggioranza delle<br />
azioni dell’<strong>Aeronautica</strong> Macchi, al fine<br />
di bloccare, attraverso un nuovo assetto<br />
proprietario, la potenziale minaccia<br />
per Israele proveniente da<br />
un’azienda candidata alla fornitura di<br />
caccia. La proposta non venne accettata<br />
e finalmente, superate le varie<br />
difficoltà politico-diplomatiche, il 23<br />
giugno 1948 la trattativa si concluse<br />
favorevolmente: H.E. Abden Rahman<br />
Hakki Bey, plenipotenziario della Legazione<br />
Egiziana, firmò il contratto<br />
per l’acquisto di un primo lotto di caccia<br />
Macchi; la sua controparte era il<br />
generale Eraldo Ilari, all’epoca direttore<br />
generale dell’azienda varesina dopo<br />
una lunga e brillante carriera nella<br />
20<br />
Veltri sul Nilo<br />
di Gianni Cattaneo e Giovanni Massimello<br />
Regia <strong>Aeronautica</strong>. Il prestigio della<br />
Macchi e gli indispensabili appoggi<br />
politici e industriali si erano dimostrati<br />
la carta vincente per propiziare la<br />
vendita all’Egitto di un significativo numero<br />
di Macchi C.205 Veltro giacenti<br />
nei magazzini dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />
In realtà molti di questi aerei erano<br />
originariamente dei C.202, ma il contratto<br />
prevedeva l’impegno della Macchi<br />
di portarli tutti allo standard del<br />
modello superiore. Il valore del contratto,<br />
stipulato inizialmente per 24 aerei,<br />
era di 648.298 Sterline, pagabili in<br />
valuta, senza alcuna compensazione<br />
in materie prime. I voli di collaudo e<br />
accettazione si dovevano eseguire a<br />
Venegono, mentre imballaggio, trasporto<br />
e rimontaggio in Egitto sarebbero<br />
stati eseguiti da una squadra<br />
Macchi predisposta allo scopo.<br />
Un analogo contratto fu sottoscritto<br />
con Aeritalia per la fornitura di 19 Fiat<br />
G.55 (di cui tre biposti per addestramento).<br />
Così per i due caccia italiani<br />
protagonisti degli ultimi combattimenti<br />
aerei della seconda guerra mondiale<br />
si aprì una nuova, inattesa stagione<br />
bellica.<br />
Un episodio di terrorismo<br />
Come accennato, i caccia Macchi<br />
venduti all’Egitto non erano di nuova<br />
costruzione ma esemplari già appartenenti<br />
all’AM, ceduti alla ditta e debitamente<br />
revisionati ad ore zero,<br />
compresa l’installazione del motore<br />
DB 605 sulle cellule dei 202 da trasformare<br />
in 205V. Una volta completato<br />
il processo di ricondizionamento, i<br />
velivoli venivano poi trasferiti nello<br />
stabilimento Macchi di Valle Olona per<br />
lo stivaggio nei contenitori predisposti<br />
per il trasporto via mare.<br />
Circa tre mesi dopo la firma del contratto,<br />
la stampa riportò con una certa<br />
enfasi un attacco di natura terroristica<br />
collegato a questa fornitura, avvenuto<br />
sul campo di Venegono e poi attribuito<br />
ad agenti israeliani. Nella notte del 18<br />
settembre 1948, infatti, un incendio di<br />
evidente origine dolosa si sviluppò in<br />
un hangar. Il personale di vigilanza<br />
reagì prontamente e solo un Veltro<br />
dell’AM (MM 9351) fu messo fuori uso.<br />
Gli altri aerei presenti nell’hangar<br />
(C.205V italiani e MB.308) vennero rapidamente<br />
spinti fuori e solo alcuni riportarono<br />
lievi danni. Gli aerei<br />
destinati all’Egitto non furono coinvolti<br />
nell’attentato in quanto si trovavano<br />
già a Valle Olona. La successiva inchiesta<br />
appurò che era stata forzata<br />
una finestra dell’hangar e che all’interno<br />
erano stati sistemati degli ordigni<br />
incendiario-esplosivi. Questi erano<br />
stati innescati con “matite a tempo”,<br />
dispositivi abbastanza rudimentali, simili<br />
a quelli utilizzati dagli inglesi dello<br />
Special Air Service nelle loro scorrerie<br />
dietro le linee italo-tedesche durante<br />
la guerra in Africa Settentrionale. L’episodio,<br />
attribuito ad una frazione dei<br />
servizi israeliani nota come “banda<br />
Stern”, non rallentò le spedizioni e<br />
venne rapidamente dimenticato. Per<br />
inciso, la politica italiana dell’epoca<br />
era prevalentemente filo-araba, ma nel<br />
paese c’era spazio anche per attività<br />
paramilitari che indirettamente favorivano<br />
Israele, come quelle svolte presso<br />
la scuola di pilotaggio “Alica”<br />
istituita all’aeroporto dell’Urbe a Roma,<br />
dove vennero addestrati numerosi<br />
piloti del Heyl Ha’Avir (l’aviazione<br />
israeliana).<br />
Uno dei C.205V del primo lotto con la colorazione<br />
mimetica e le insegne della REAF.<br />
Si tratta dell’esemplare col numero di serie<br />
‘1214’, ex-MM 91982.<br />
Spediti in piccoli lotti via mare a partire<br />
dal 26 settembre, i Veltri, dipinti in<br />
un anonimo colore uniforme “nocciola<br />
chiaro”, già impiegato come colore di<br />
fondo per i C.202/5 della Regia <strong>Aeronautica</strong>,<br />
e senza alcuna insegna di<br />
nazionalità, cominciarono ad affluire<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
I<br />
l “Veltro” ‘1213’, ex-MM 7897, sopravvissuto<br />
al primo conflitto arabo-israeliano, ripreso<br />
nella primavera del 1949.<br />
in Egitto. Qui li attendeva una missione<br />
costituita da sei tecnici Macchi con<br />
a capo il colonnello Ettore Foschini,<br />
già valoroso comandante di reparti da<br />
caccia della Regia <strong>Aeronautica</strong> nella<br />
seconda guerra mondiale. Il compito<br />
di questa squadra era quello di rimontare<br />
i velivoli e rimetterli in condizione<br />
di efficienza bellica. Una volta pronti<br />
per l’impiego, sui Veltri vennero dipinte<br />
le coccarde bianco-verdi della<br />
Royal Egyptian Air Force, mentre alla<br />
colorazione originale vennero aggiunte<br />
delle ampie zone in marrone più<br />
scuro, in modo da rendere l’aspetto<br />
dei nuovi arrivi più simile a quello degli<br />
Spitfire già in servizio.<br />
In azione<br />
Dall’ottobre ’48, quando iniziarono le<br />
ostilità, fino all’armistizio del 7 gennaio<br />
1949, i C.205V dello Squadron 2<br />
della REAF e - più limitatamente - i<br />
G.55, affiancarono gli Spitfire egiziani<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
nei frequenti combattimenti con i velivoli<br />
israeliani, operando principalmente<br />
dalla base di El-Arish. Malgrado<br />
l’addestramento sulla nuova macchina<br />
fosse stato necessariamente sommario<br />
per l’incombere degli eventi<br />
bellici, al termine degli scontri i piloti<br />
egiziani espressero pareri del tutto<br />
positivi sul Veltro, sia per l’impiego in<br />
missioni di intercettazione che per le<br />
azioni di attacco al suolo.<br />
A testimoniare la durezza degli scontri,<br />
delle quindici macchine che si era<br />
fatto in tempo a consegnare e che<br />
erano state intensamente impiegate<br />
in azione, alla data dell’armistizio solo<br />
sei erano rimaste bellicamente efficienti.<br />
Per cinque erano in corso riparazioni<br />
più o meno importanti, mentre<br />
tre erano state perse in combattimento<br />
durante gli ultimi giorni di dicembre<br />
(piloti deceduti: Ibrahim Nur al Din,<br />
Mustafà Kamal al Wahib, Khalal Jamal<br />
Arusi). Una quarta macchina era<br />
stata costretta ad un atterraggio di fortuna<br />
e venne poi recuperata e riparata;<br />
il pilota, Shalabi al Hinnawi, ferito<br />
nel combattimento, sarebbe poi diventato<br />
nel 1967 il Capo di Stato Maggiore<br />
della <strong>Aeronautica</strong> Egiziana.<br />
La soddisfazione degli aviatori egiziani<br />
nei confronti dei caccia Macchi si<br />
manifestò materialmente attraverso la<br />
firma di un secondo contratto per 18<br />
ulteriori esemplari che furono tutti<br />
consegnati direttamente in Egitto. Il<br />
controvalore pattuito fu di 270.000<br />
Sterline. Un altro aereo prodotto dall’Aer.Macchi<br />
raggiunse l’Egitto in que-<br />
Tagli alle spese militari USA nel 2013<br />
sta occasione: un MB.308 donato al<br />
re Faruk. Il “Macchino” fu incorporato<br />
nel Royal Flight e venne poi lungamente<br />
utilizzato dall’Aero Club del<br />
Cairo.<br />
I collaudi del secondo lotto di C.205V<br />
vennero eseguiti direttamente in Egitto<br />
da Guido Carestiato, distaccato sul<br />
luogo per un lungo periodo. Assieme<br />
ai superstiti della prima guerra araboisraeliana,<br />
anche questi caccia italiani<br />
prolungarono onorevolmente la loro<br />
carriera nelle fila della RAEF, rimanendo<br />
in linea sino all’introduzione dei<br />
velivoli a reazione e terminando la loro<br />
vita operativa nel ruolo di addestratori<br />
avanzati alla scuola di Helwan.<br />
Il pilota egiziano Kamal Zaki, poi Air Commodore,<br />
davanti ad un Fiat G.55.<br />
Il 26 gennaio il ministro della Difesa USA Leon Panetta ha annunciato che la spesa militare degli Stati Uniti sarà<br />
di 525 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2013 con una riduzione notevole rispetto a quella dell’anno in corso.<br />
A quanto è dato di sapere l’economia sarà realizzata, tra l’altro, con la riduzione da undici a dieci del numero<br />
delle portaerei, da 570.000 a 483.000 del numero dei militari in servizio, di un totale non precisato di quello dei<br />
cacciabombardieri F-35 Joint Fighter Strike, dalla cancellazione del programma Global Hawk e dal ritiro di 27 C-<br />
5A Galaxy e di 65 dei C-130 Hercules più anziani.<br />
Secondo alcune ipotesi formulate da analisti del settore, la riduzione delle spese potrebbe anche interessare il<br />
programma relativo all’acquisizione di 38 bimotori C-27J Spartan di Alenia Aermacchi per l’USAF che si fermerebbe<br />
ai 13 velivoli già consegnati - in quanto il Pentagono riterrebbe sufficienti le capacità offerte dalla flotta di<br />
velivoli da trasporto attualmente nelle linee di volo dell’USAF - e comprenderebbero pure 24 dei 122 convertiplani<br />
Bell/Boeing V-22 Osprey previsti per il prossimo quinquennio. Altri programmi, infine, subirebbero rinvii o slittamenti.<br />
21<br />
VARIE
VARIE<br />
Riconoscimento NASA a un socio astronomo<br />
Il socio 1° av. Claudio Ferretti della sezione di Novi Ligure<br />
e già addetto CDA al 15° Centro Radar A.M. di<br />
Capo Mele nel 1979, appassionato di astronomia, è<br />
stato inserito nel Forum della NASA per aver realizzato<br />
- con un telescopio interamente auto costruito - una fotografia<br />
a colori di una “Nebulosa anulare” denominata<br />
“Abell 9”.<br />
In particolare, il telescopio, uno dei più grandi sul territorio<br />
nazionale, ha un obiettivo a specchio di 63 cm di diametro,<br />
concavo parabolico, che insieme ad un altro<br />
specchio più piccolo, questa volta convesso, raggiunge<br />
una focale di 5 metri. La lavorazione del solo specchio<br />
primario, fatta interamente a mano, ha richiesto circa otto<br />
mesi di lavoro, ma la precisione raggiunta della superficie<br />
ottica è nell’ordine dei 5 centomillesimi di<br />
millimetro. La struttura meccanica, del tipo equatoriale a<br />
forcella e del peso di circa una tonnellata, anch’essa<br />
auto costruita, è dotata di motori digitali per il puntamento<br />
dello strumento completamente automatico tramite<br />
computer. Al fuoco del telescopio è stato applicato<br />
un CCD che ha permesso di ottenere, dopo qualche ora<br />
di posa, l’immagine di una nebulosa planetaria, catalogata<br />
Abell 9 nella costellazione dell’Auriga, prima e unica<br />
fotografia a colori al mondo di questo soggetto.<br />
La fotografia è pubblicata sul Forum della NASA a questo<br />
indirizzo: Starship Asterisk.view topic e digitando il<br />
nome dell’autore.<br />
Gli interessati a contattare l’autore scrivano a:<br />
kalamita21@gmail.com<br />
M-346 ai piloti israeliani<br />
Il ministero della Difesa di Israele ha scelto l’Alenia-<br />
Aermacchi M-346 Master come futuro addestratore<br />
avanzato dei piloti della Heyl Ha’avir, la forza aerea di<br />
quel paese.<br />
L’acquisizione dei 30 esemplari previsti, che dovranno sostituire<br />
gli ormai obsoleti Douglas TA-4A Skyhawk attualmente<br />
in quella linea di volo, inizierà nel giugno 2014.<br />
22<br />
Pillole dal web<br />
Navigare in internet è ormai una realtà che ci permette di prendere visione di filmati aeronautici appassionanti girati in tutto il<br />
mondo, comodamente seduti sulla poltrona di casa nostra.<br />
A partire da questo numero proporremo ogni mese alcuni link aiutandovi così a discriminare tra le migliaia di informazioni di<br />
pessima qualità che affollano il web quelle più interessanti relative al nostro mondo aeronautico.<br />
Questo mese vi proponiamo una visita al Museo Nazionale dell’USAF cliccando sul suo sito interattivo. Sarete sorpresi dalla bellezza<br />
di questo link: http://www.nmusafvirtualtour.com/full/tour-pkg.html<br />
Per gli appassionati di aeromodellismo, proponiamo di gustarvi l’esibizione dello stupendo modello del Lockheed SR-71 “Blackbird”<br />
attraverso il link: http://www.youtube.com/watch_popup?v=SDbQ5xvsrIU<br />
Infine, per gli appassionati di volo a vela e di esibizioni oltre ogni limite, proponiamo due stupendi alianti Blanik che volano a specchio<br />
mentre un paracadutista, prima di lanciarsi realizza un contatto umano tra i due:<br />
http://www.dailymail.co.uk/news/article-1265891/Hold-think-youre-going-Skydiver-grabs-gliders-tail-fin-fly-2-100-metres-100mph.html<br />
G. N.<br />
Super Tucano all’USAF<br />
Per l’addestramento dei piloti e per le operazioni di ricognizione<br />
e supporto aereo (LAS - Light Air Support) l’aeronautica<br />
statunitense ha scelto l’EMB-314 Super Tucano, il<br />
turbopropulsore prodotto dall’Embraer Defesa e Seguranca.<br />
Il contratto, del valore di circa 355 milioni di dollari, prevede la<br />
fornitura di 20 macchine di questo tipo oltre al supporto per la<br />
formazione dei piloti e la manutenzione dei velivoli.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
Come è noto il calendario <strong>2012</strong> dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> è stato dedicato alla Coppa Schneider<br />
di velocità per idrovolanti istituita cento anni fa. A completamento degli scritti contenuti nel calendario<br />
stesso, e a favore di coloro che non hanno potuto acquistare il calendario citato, pubblichiamo<br />
quanto, sulla Coppa, è apparso recentemente nel sito ufficiale dello Stato Maggiore AM.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
Nel 1912 nasceva la “Coppa Schneider”<br />
Nel 1912 nasceva la “Coupe d’Aviation Maritime Jacques<br />
Schneider” meglio nota come “Coppa Schneider”,<br />
gara aviatoria di velocità per idrovolanti il cui<br />
centesimo anniversario ricorre proprio nel <strong>2012</strong>. Schneider,<br />
ricco industriale francese appassionato di aviazione, volle<br />
organizzare questa manifestazione per favorire il progresso<br />
tecnologico dell’idrovolante, che in quegli anni, complice<br />
l’enorme disponibilità di superfici acquee idonee al decollo<br />
e all’atterraggio, sembrava essere il futuro della nascente<br />
aeronautica. Questa manifestazione aerea si disputò per<br />
quasi 20 anni, fino al 1931 diventando così una delle competizioni<br />
aeronautiche più famose al mondo. La gara si<br />
svolge per la prima volta nel 1913 e il primo binomio vincente<br />
è costituito dal francese Maurice Prévost su un monoplano<br />
Deperdussin spinto da un motore rotativo Gnome.<br />
L’anno successivo la vittoria arride invece alla Gran Bretagna<br />
che si impone con Howard Pixton su Sopwith “Tabloid”,<br />
un biplano che avrebbe poi ispirato il velivolo<br />
militare Sopwith “Pup”.<br />
Dopo queste due edizioni, che si erano svolte sulle acque<br />
del Principato di Monaco, la gara viene ovviamente sospesa<br />
durante gli anni della guerra, per essere quindi ripresa<br />
nel 1919 a Bournemouth in Inghilterra. Il percorso è di 370<br />
chilometri e l’unico pilota che riesce a completarlo è il serg.<br />
Guido Jannello alla guida di un Savoia S.13. La vittoria,<br />
però, non veniva omologata in quanto, a causa della fitta<br />
nebbia, non era stato possibile confutare la decisione di<br />
uno dei giudici di gara che sosteneva che il concorrente<br />
italiano avesse “saltato” un pilone. Malgrado la squalifica di<br />
Jannello, l’Italia viene comunque riconosciuta come vincitrice<br />
morale, tanto che ad essa è affidata l’organizzazione<br />
della successiva edizione che si svolge a Venezia dove, tra<br />
eliminazioni e ritiri, gareggia alla fine un solo concorrente,<br />
il ten. di vascello Luigi Bologna, che vince con un Savoia<br />
S.12. L’anno seguente la competizione si disputa nuovamente<br />
a Venezia e vede la partecipazione di ben 16 italiani<br />
e di un solo francese. Dopo le eliminatorie la vittoria arride<br />
all’italiano Giovanni De Briganti su Macchi M.7bis. Nel<br />
1922 la gara assunse particolare importanza e interesse in<br />
quanto se uno dei nostri piloti avesse ottenuto la terza vittoria<br />
consecutiva, la Coppa sarebbe stata definitivamente<br />
assegnata all’Italia. La lotta si svolge sulle acque del Golfo<br />
di Napoli e, dopo l’eliminazione dei francesi, rimane circoscritta<br />
a tre italiani e all’inglese Henry Biard. La vittoria va<br />
proprio a quest’ultimo che pilota un Supermarine Sea Lion<br />
spinto da un motore Napier da 450 CV. L’americano David<br />
Rittenhouse è il vincitore dell’edizione successiva - che si<br />
svolge nell’isola di Wight e alla quale non partecipano italiani<br />
- con un Curtiss CR-3S. Dopo un anno di interruzione<br />
decisa dagli americani che si rifiutano di disputare la gara<br />
in assenza di concorrenti stranieri, nel 1925 la Coppa si<br />
svolge a Baltimora e sul podio sale lo statunitense James<br />
Doolittle su Curtiss R-2C2. A questo punto si ripeteva per<br />
gli americani la stessa favorevole circostanza che si era<br />
presentata agli italiani qualche anno prima: la possibilità di<br />
23<br />
VARIE<br />
aggiudicarsi definitivamente il trofeo.<br />
Grandissima era quindi l’attesa quando, nel 1926 a<br />
Norfolk, si classificavano per la finale tre italiani e tre americani.<br />
Pari all’attesa è però la delusione del folto pubblico<br />
presente quando, la mattina del 13 novembre, l’idrocorsa<br />
Macchi M.39 del magg. Mario De Bernardi, dopo un appassionante<br />
duello con i Curtiss, taglia vittoriosamente il<br />
traguardo alla media di 396,689 km/h. Nel 1927 la competizione<br />
ritorna in Italia, ancora a Venezia, dove gli italiani<br />
vengono messi fuori gara da una serie di incidenti ai motori.<br />
Alla fine la spunta l’inglese Sidney Webster su idrocorsa<br />
Supermarine S-5. La delusione italiana era mitigata solo<br />
dal prestigioso record conquistato l’anno successivo da de<br />
Bernardi il quale, con il Macchi M.52R (dove “R” sta appunto<br />
per record), superava primo al mondo il limite dei<br />
500 km/h: per l’esattezza 512,776. Ma la Schneider era di<br />
nuovo alle porte, sia pure con la cadenza biennale proposta<br />
dall’Italia, e ad essa era ormai rivolto l’interesse anche<br />
dei vari governi e in particolare del nostro che, attraverso<br />
queste gare, tendeva soprattutto a rafforzare il consenso<br />
interno e il prestigio all’estero. Un concorso bandito dal Ministero<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong> vide scendere in lizza, in stretta<br />
collaborazione con la Scuola Alta Velocità nel frattempo<br />
costituita a Desenzano, ditte come la Fiat, la Macchi, la<br />
SIAI o la Piaggio, che affidano i progetti per un nuovo idrocorsa<br />
ad ingegneri come Rosatelli, Castoldi, Marchetti o<br />
Pegna. Malgrado ciò, i risultati in coppa non sono per i colori<br />
italiani quelli sperati. Nell’edizione del 1929 svoltasi a<br />
Calshot, infatti, è Henry Waghorn su Supermarine S-6 a<br />
spuntarla sul m.llo Tommaso Dal Molin, il cui ormai vecchio<br />
Macchi M.52R nulla può contro il ben più potente idrocorsa<br />
britannico. Due anni dopo, infine, l’Inghilterra non si lascia<br />
sfuggire l’occasione di aggiudicarsi definitivamente la Schneider<br />
vincendo, con John Boothman su S-6B, un’edizione<br />
discussa e contestata, per essere stata organizzata malgrado<br />
nessun’altra nazione avesse potuto assicurare la<br />
propria partecipazione.<br />
La delusione è in ogni caso grande ovunque e, in Italia, è<br />
almeno pari al desiderio di rivalsa. La Scuola di Desenzano<br />
diviene ben presto Reparto, il cui compito è quello di<br />
conquistare, prima di tutto, il primato di velocità. E quando<br />
il m.llo Francesco Agello, il 23 ottobre 1934, raggiunge il limite<br />
- ancora imbattuto per idrocorsa con motore alternativo<br />
- di 709,209 chilometri di media con un Macchi Castoldi<br />
MC.72, spinto da un motore Fiat da 3100 CV, l’orgoglio nazionale<br />
sembra essere appagato e il Reparto, assolto il<br />
suo compito, viene praticamente prima smobilitato e poi,<br />
nel giro di pochi anni, sciolto. Ancora una volta, soddisfatte<br />
le primarie esigenze di propaganda, si lasciava che studi<br />
ed esperienze preziosissime e d’avanguardia cadessero<br />
nel vuoto senza la benché minima ricaduta sulla normale<br />
produzione industriale, soprattutto in quel settore dei motori<br />
che si sarebbe rivelato particolarmente carente e limitativo<br />
per la nostra reale efficienza militare negli anni<br />
successivi.
VARIE<br />
Intitolata una piazza al cap. pil. Giovanni Tempioni<br />
Il 10 febbraio, a Valfabbrica (Perugia)<br />
ha avuto luogo la cerimonia<br />
per l’intitolazione di una piazza al<br />
cap. pil. MAVA Giovanni Tempioni<br />
caduto durante una missione addestrativa<br />
con un TF-104G nel 1969.<br />
Grazie al suo eccezionale senso del<br />
dovere, resosi conto che l’avaria era<br />
irreparabile, sollecitava l’allievo in<br />
istruzione a lanciarsi, rinunciando al<br />
proprio lancio immediato e con questo<br />
suo gesto di elevata e generosa<br />
responsabilità perdeva la vita (v.<br />
pag. 16 di <strong>Aeronautica</strong> n. 12/2011).<br />
Il sindaco del Comune di Valfabbrica,<br />
Ottavio Anastasi, confortato dal<br />
parere favorevole del proprio Consiglio<br />
comunale, a ricordo di tale generoso<br />
gesto ha deciso di intitolare<br />
una bella e vasta piazza al cap. pil.<br />
Tempioni.<br />
Purtroppo le condizioni meteorologiche<br />
particolarmente avverse con forti<br />
probabilità di neve, hanno impedito la<br />
presenza della sorella di Tempioni e<br />
del personale dell’<strong>Aeronautica</strong> che<br />
sarebbero dovuti giungere sul posto<br />
provenendo da Bologna, Roma e da<br />
24<br />
Grosseto; ciò non ha impedito lo svolgimento<br />
della cerimonia in quanto<br />
non era possibile rimandarla ad altra<br />
data per la presenza di numerose autorità<br />
locali che erano convenute per<br />
testimoniare la propria vicinanza all’<strong>Aeronautica</strong><br />
e rendere omaggio a<br />
Colui cui l’altissimo senso del proprio<br />
dovere aveva condotto all’estremo<br />
sacrificio.<br />
Comunque sia, la presenza di una<br />
nutrita rappresentanza dei soci<br />
dell’AAA di Perugia in uniforme sociale<br />
ha contribuito a dare un tono di<br />
azzurro alla cerimonia.<br />
Particolarmente significativa è stata la<br />
partecipazione di un folto gruppo di<br />
studenti dell’Istituto Comprensivo “San<br />
Benedetto”che hanno letto un commovente<br />
documento che si riporta:<br />
“L’intitolazione di una piazza al capitano<br />
Giovanni Tempioni è stata per<br />
noi ragazzi dell’Istituto Comprensivo<br />
“San Benedetto” di Valfabbrica l’occasione<br />
per venire a conoscenza di<br />
un fatto avvenuto sul nostro territorio<br />
nel lontano 1969 e che molti di noi<br />
purtroppo ignoravano.<br />
Quando ci si trova di fronte a episodi<br />
come questo, in cui il sacrificio umano<br />
del capitano istruttore ha permesso di<br />
salvare la vita del proprio allievo dobbiamo<br />
pensare al messaggio che ne<br />
possiamo trarre e che dovrebbe avere<br />
una valenza universale: l’importanza<br />
di pensare ad aiutare gli altri nel momento<br />
del pericolo e del bisogno e,<br />
nel caso del capitano, è stato un gesto<br />
talmente generoso ed altruista da lasciare<br />
letteralmente senza parole, ma<br />
che deve essere di grande insegnamento<br />
per noi ragazzi in un periodo<br />
come questo che stiamo vivendo in<br />
cui c’è una visione prettamente egoistica<br />
della vita in cui prevale l’“io” rispetto<br />
al “noi” o agli “altri”.<br />
Primo NH90 alla Guardia costiera norvegese<br />
Abbiamo letto in classe le parole del<br />
generale Marcello Caltabiano: da un<br />
lato la descrizione precisa e puntuale<br />
di quei momenti terribili in cui si<br />
passa da una normale fase di addestramento<br />
in volo dell’allievo in cui si<br />
intravede la “gioia” per quello che si<br />
stava facendo alla percezione di una<br />
difficoltà meccanica e alla rapidissima<br />
decisione di lasciare il velivolo<br />
ormai in panne ci ha fatto capire come<br />
la vita di un uomo è letteralmente<br />
appesa a un filo e basta un niente<br />
per spezzarlo; dall’altro le parole<br />
espresse per ricordare non solo il<br />
pilota ma l’uomo Giovanni Tempioni<br />
ci hanno letteralmente colpito e fatto<br />
conoscere un vero e proprio personaggio,<br />
un “normale” eroe d’altri<br />
tempi, un uomo che ha donato tutto<br />
se stesso, compresa la vita, agli altri<br />
e che noi oggi qui giustamente celebriamo<br />
per far conoscere alle generazioni<br />
presenti e future la<br />
grandezza del gesto che ha fatto e il<br />
suo significato.”<br />
Una volta inaugurato, il monumento<br />
ha ricevuto la benedizione di del vescovo<br />
mons. Marcello Bartolucci che<br />
nel 1969 era parroco a Valfabbrica<br />
ed ha ricordato la commozione di<br />
tutta la cittadinanza alla notizia dell’incidente.<br />
La Guardia costiera norvegese ha ricevuto il primo dei 14 elicotteri NH90 nella versione NFH (NATO Frigate<br />
Helicopter - elicottero per le fregate delle marine della NATO) che ha ordinato allo scopo di sostituire gradualmente<br />
i biturbina Westland Lynx che attualmente utilizza per svolgere i compiti che le sono affidati.<br />
Ricordiamo in proposito che la versione NFH dell’NH90 - peraltro prescelta anche da Belgio, Francia, Italia e Olanda<br />
- è stata progettata per missioni antisommergibile (ASW) e Anti Surface Warfare (ASuW), ma può anche essere<br />
utilmente impiegata per operazioni di ricerca e soccorso (SAR), pattugliamento marittimo, recupero di personale,<br />
trasporto truppe e per missioni anfibie ed evacuazioni mediche.<br />
L’altra versione dell’NH90 è la TTH (Tactical Transport Helicopter) voluta anche dalla nostra Aviazione dell’Esercito<br />
che ne ha già in linea alcuni esemplari.<br />
M.C.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
L’India ha scelto il Rafale<br />
come suo MMRCA<br />
Il 31 gennaio fonti dell’India hanno annunciato che<br />
il governo di Nuova Delhi ha scelto il Dassault Rafale<br />
come futuro caccia MMRCA (Medium Multi-<br />
Role Combat Aircraft) dell’Indian Air Force.<br />
Si conclude così la gara che per mesi ha tenuto in<br />
sospeso soprattutto il settore industriale aeronautico<br />
in quanto il Rafale era in concorrenza con l’Eurofighter<br />
Typhoon e il vincitore avrebbe recato grandi vantaggi<br />
economici alle aziende coinvolte nella<br />
produzione dell’aereo prescelto dall’India.<br />
Il contratto, infatti, ha un valore complessivo stimato<br />
tra i dieci e i quindici miliardi di dollari per la fornitura<br />
di 126 macchine e avrebbe avuto un consistente “ritorno”,<br />
ad esempio, anche per la nostra Finmeccanica<br />
che, partecipando al consorzio europeo<br />
dell’Eurofighter, avrebbe potuto godere di un beneficio<br />
calcolato in circa due miliardi di dollari.<br />
Senza contare, scrivono gli analisti del settore, che<br />
una vincita della gara indiana da parte del Typhoon<br />
avrebbe certamente aperto le porte ad altre commesse<br />
di questo velivolo da parte delle forze aeree<br />
esistenti in quell’area asiatica e che sono prossime<br />
a importanti cambiamenti nelle loro linee di volo.<br />
È da sottolineare in proposito, che alcuni giorni dopo<br />
la notizia, il primo ministro britannico David Cameron.<br />
rispondendo ad una interrogazione parlamentare<br />
in proposito, si è impegnato a sollecitare le<br />
autorità indiane competenti affinché rivedano la<br />
scelta del Rafale nella gara per il nuovo caccia, gara<br />
persa dal Typhoon, evidenziando, in particolare, il<br />
maggior valore di aiuti economici concessi da Londra<br />
all’India a fronte di quelli concessi da Parigi. E il<br />
7 febbraio, proprio a seguito di queste dichiarazioni,<br />
alcuni deputati britannici hanno ufficialmente chiesto<br />
che Londra - per punire l’India - cancelli gli aiuti economici,<br />
pari a 280 milioni di sterline, annualmente<br />
concessi a quella nazione.<br />
Elicotteri UH-72A per l’Esercito statunitense<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
Indagine sulla gara per il<br />
nuovo caccia della Svizzera<br />
Sulla recente gara per 22 nuovi caccia della Svizzera,<br />
vinta dallo svedese Gripen che ha sconfitto<br />
il francese Rafale e l’europeo Eurofighter (v.<br />
pag. 22 di <strong>Aeronautica</strong> n. 12/2011) la Commissione<br />
per la politica di sicurezza nazionale elvetica ha nominato<br />
un comitato, si legge in una nota del Parlamento<br />
svizzero, per far luce «sul processo che ha<br />
portato il Consiglio federale a scegliere il Gripen date<br />
le nuove accuse di irregolarità relative all’acquisto di<br />
questo velivolo» che, viene ricordato, ha suscitato immediate<br />
polemiche soprattutto per il suo rilevante costo<br />
pari ad oltre 2,5 miliardi di euro.<br />
Compito principale del Comitato è quello di verificare<br />
se sia stata seguita una procedura corretta nei confronti<br />
delle tre aziende concorrenti anche perché, nel<br />
2008, una valutazione riservata preparata dalla difesa<br />
elvetica sulle prestazioni di Rafale, Eurofighter e<br />
Gripen concludeva indicando come più vantaggioso<br />
sotto tutti i punti di vista il Rafale seguito dall’Eurofighter<br />
e dal Gripen. Su quest’ultimo aereo, tuttavia, è<br />
da chiarire, come nota DedaloNews, che allora fu valutata<br />
la versione esistente, mentre il modello ora<br />
prescelto è il New Generation al quale sono riconosciute<br />
potenzialità maggiori, ma anche rischi legati<br />
allo sviluppo ancora in corso.<br />
Da rilevare, infine, che a metà febbraio, intervenendo<br />
sulla questione, il consigliere federale Ueli Maurer,<br />
responsabile del dipar timento della Difesa<br />
svizzera, ha detto che il costo dei 22 Gripen sarebbe<br />
sarebbe di 3,1 miliardi di franchi svizzeri (circa<br />
2,7 miliardi di euro) mentre Eurofighter e Rafale costerebbero<br />
circa un miliardo di più, aggiungendo<br />
che, comunque, Il governo svizzero sarebbe disposto<br />
a prendere in considerazione eventuali controproposte<br />
più vantaggiose.<br />
EADS North America ha fimato un contratto con l’US Army per la fornitura a questa forza armata di 39 elicotteri UH-<br />
72A Lakota, versione militare del biturbina Eurocopter EC-145.<br />
25<br />
VARIE
VARIE<br />
Nel 20° anniversario dell’abbattimento in Jugoslavia di un elicottero del 5° Reggimento “Rigel”<br />
dell’Aviazione dell’Esercito, pubblichiamo la lettera aperta che l’attuale comandante di quel reparto,<br />
col. Livio Ciancarella, ha indirizzato al pilota jugoslavo che aprì il fuoco contro quel mezzo ad ala<br />
rotante, lettera che ci ha fatto pervenire il presidente della nostra sezione di Campoformido.<br />
Premessa<br />
Il 7 gennaio 1992 due elicotteri disarmati della EUMM /European<br />
Union Monitor Mission) vennero intercettati da due<br />
MiG-21 della Forza Aerea e di Difesa Aerea Jugoslava nei<br />
pressi del villaggio di Novi Marof, nella zona di Varazdin, 50<br />
chilometri a nord-est di Zagabria. Un elicottero venne abbattuto<br />
e l’altro riuscì a salvarsi. Morirono quattro membri dell’equipaggio<br />
italiano ed un passeggero militare francese.<br />
Testo<br />
«Signor Sisic,<br />
Lei non mi conosce, sono il comandante del reparto da cui<br />
provenivano gli italiani caduti uel giorno, mentre io conosco<br />
bene Lei anche se non di persona. Sappia che in queste<br />
righe non c’è rancore né accusa nei suoi confronti, ma<br />
solo la volontà di comprendere e testimoniare.<br />
Lei, da solo, ha già pagatoli conto con la giustizia terrena,<br />
ma voglio condividere con Lei alcune considerazioni da pilota<br />
a pilota.<br />
Su ordine dei suoi superiori Lei ha abbattuto un elicottero disarmato<br />
che volava nel rispetto delle regole siglate dai suoi<br />
superiori e dai suoi governanti: non ha pensato che questo<br />
fatto, un giorno, avrebbe potuto danneggiarla? Noi ora voliamo<br />
in Afghanistan, sotto un mandato delle Nazioni Unite che<br />
i miei piloti hanno in tasca, sotto regole e direttive precise dei<br />
nostri superiori per evitare i danni collaterali, gli ingaggi per<br />
errore e le vittime civili. Anche queste regole sono illustrate e<br />
portate al seguito dei nostri piloti. Ma soprattutto io insegno<br />
ai piloti a pensare con la loro testa e a considerare le conseguenze<br />
dei loro atti con la consapevolezza di tutte le regole<br />
che sono state scritte. Avevate qualcosa del genere nella<br />
RViPVOJ (<strong>Aeronautica</strong> Federale Jugoslava) nel 1992?<br />
26<br />
Lettera aperta a Emir Sìsic,<br />
ex pilota del 117° LAP (Stormo caccia) serbo bosniaco che premette il grilletto il 7 gennaio 1992<br />
abbattendo un elicottero dell’Unione Europea.<br />
La nostra Alleanza ha imparato molto, anche da un evento<br />
tragico come quello del 1992. Le procedure sono state studiate<br />
e migliorate e molta cura viene posta nella preparazione<br />
dei piloti e degli equipaggi di volo. Voi eravate<br />
sempre sotto controllo attivo della vostra Difesa Aerea,<br />
che pure era informata del volo dei due elicotteri bianchi. A<br />
noi può capitare di raggiungere zone isolate dove non c’è<br />
questo controllo attivo. Sembrerebbe che errori tragici possano<br />
capitare più frequentemente nel secondo caso, e invece<br />
la storia dice il contrario. Quindi come addestrerebbe<br />
i suoi piloti se ne avesse la possibilità?<br />
Siamo piloti, conosciamo la sensazione di salire nel cielo,<br />
di governare macchine potenti e veloci, di avere a disposizione<br />
armi potenti. Ma a che scopo? Per dare una speranza<br />
o toglierla? Vede il paradosso, Sisic, lei ha<br />
trasformato cinque uomini che credeva suoi nemici in<br />
cinque eroi che hanno dato una speranza ad un Paese<br />
nascente, sono stati decorati nel loro Paese, hanno dato<br />
lustro alla causa a voi avversa e hanno contribuito a farvi<br />
perdere la guerra.<br />
Ho un’ultima cosa da dirLe. Il 7 gennaio guardi la televisione<br />
croata (a Belgrado dovrebbe captarla, sennò mi dispiace<br />
per Lei) e guardi le immagini della cerimonia a Podrute.<br />
La prego di guardare il dolore composto dei parenti dei<br />
Caduti, alcuni dei quali conoscevo personalmente e che<br />
ora conosco tutti. Lo strazio è una cosa che né io né Lei<br />
potremo mai cancellare. Ma guardi anche il pubblico dei<br />
paesani croati: sono lì non perché glielo hanno ordinato,<br />
ma per ringraziare cinque uomini che hanno regalato loro<br />
una cosa: la speranza.<br />
Lo stesso che cerchiamo di dare qui agli afgani.<br />
Le auguro una vita piena di speranza».<br />
“Brugar” ci ha lasciato<br />
Ci riferiamo alla notizia dell’improvvisa scomparsa, avvenuta il 17 ottobre<br />
u.s., di Bruno Garbuio in arte “Brugar”, disegnatore, vignettista<br />
e caricaturista di eccezionale talento.<br />
Da tanto tempo ormai aveva legato il suo nome ai maggiori avvenimenti di<br />
vari reparti dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare, ma soprattutto del 51° Stormo e della<br />
nostra pattuglia acrobatica “Frecce Tricolori”, che illustrava magistralmente<br />
con quel suo modo un po’ “scanzonato” ma sempre ben mirato.<br />
Tutti coloro che hanno avuto il privilegio di volare con la Pattuglia Acrobatica<br />
Nazionale, avranno sempre presente l’attestato a loro rilasciato, illustrato<br />
da Brugar, sul quale, maliziosamente, ciascuno è idealmente<br />
ritratto, legato come …un sacco.<br />
Nell’immagine un’autocaricatura dello scomparso.<br />
PLB<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
Pronti alla consegna i primi NH90 TTH<br />
Iprimi elicotteri multiruolo NH90 TTH in configurazione operativa prodotti<br />
da Eurocopter sono pronti alla consegna dopo il completamento del programma<br />
di sviluppo e la certificazione, da parte dell’Agenzia Nahema<br />
della NATO, di tali macchine.<br />
Secondo quanto annunciato da Eurocopter il primo NH90 TTH sarà subito<br />
consegnato alla Francia mentre Belgio, Italia e Germania riceveranno comunque<br />
i primi esemplari entro l’anno in corso.<br />
Presentato il caccia F-16V<br />
Il 16 febbraio, in occasione<br />
dell’Airshow di<br />
Singapore, la<br />
Lockheed Martin ha presentato<br />
l’F-16V, la nuova<br />
variante del caccia F-16<br />
Fighting Falcon.<br />
Tale aereo si distingue<br />
per alcuni avanzamenti<br />
di sistema quali un radar<br />
a scansione elettronica<br />
AESA (Active Electronically<br />
Scanned Array), un computer di missione e un’architettura<br />
avanzati, nonché per imiglioramenti a livello di cockpit che, è stato<br />
spiegato, «aumentano in modo significativo le capacità operative<br />
di questo velivolo».<br />
La variante V (per Viper, il noto soprannome con cui i piloti da caccia<br />
dell’USAF hanno fin dall’inizio chiamato l’F-16) rappresenta l’evoluzione<br />
naturale per questo caccia di 4ª generazione il cui programma,<br />
lo ricordiamo, si è evoluto continuamente fin dal suo inizio con il<br />
caccia leggero F-16A/B, poi avanzato all’F-16C/D e alle versioni<br />
Block 60, in linea con le sempre diverse esigenze degli acquirenti.<br />
Venti FA-50 per la Corea del Sud<br />
Il governo della Corea del Sud ha ordinato alla Korean Aerospace<br />
Industries (KAI) 20 esemplari dell’FA-50, versione da<br />
attacco dell’addestratore T-50 Golden Eagle (v. anche pag.<br />
20 di <strong>Aeronautica</strong> n. 1/2006).<br />
Secondo quanto riportato da organi d’informazioni specializzati<br />
nel settore, l’ordinativo, del valore stimato di 600 milioni di<br />
dollari statunitensi, potrebbe essere l’inizio di una fornitura<br />
molto più ampia di tale aereo e volta alla sostituzione dei 150<br />
Northrop F-5E Tiger II attualmente nella linea di volo dell’aeronautica<br />
militare di Seul.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
Ulteriori F-15 per<br />
l’Arabia Saudita<br />
L’Arabia Saudita ha annunciato di aver<br />
firmato un contratto con la Boeing per<br />
l’acquisto di 84 caccia F-15 Eagle di<br />
nuova costruzione e l’aggiornamento di 70 di<br />
tali aerei già nella sua linea di volo.<br />
Il contratto prevede anche la fornitura di 70<br />
elicotteri d’attacco AH-64 Apache e 36 elicotteri<br />
leggeri da attacco e ricognizione AH-<br />
6i Little Bird.<br />
Altri dodici F-16 per<br />
l’Oman<br />
Le forze aeree dell’Oman hanno ordinato altri<br />
12 caccia F-16 Fighter Falcon per la propria<br />
linea di volo firmando con la Lockheed<br />
Martin un contratto del valore di circa 600<br />
milioni di dollari.<br />
Tale commessa, fanno notare gli esperti del<br />
settore, smentisce di fatto quanto annunciato<br />
tempo fa da fonti governative britanniche circa<br />
la possibile acquisizione, da parte dell’Oman,<br />
di alcuni Eurofighter Typhoon.<br />
27<br />
VARIE
LEGISLAZIONE, PENSIONISTICA<br />
E TRATTAMENTI ECONOMICI<br />
28<br />
(a cura di Michele Mascia)<br />
Pensioni minime e sociali anno <strong>2012</strong><br />
A seguito della perequazione delle pensioni per l’anno <strong>2012</strong> (vds <strong>Aeronautica</strong> n. 1/<strong>2012</strong>), le pensioni minime e sociali sono state rideterminate,<br />
a decorrere dal 1° gennaio <strong>2012</strong>, nei seguenti importi:<br />
Categoria importo annuo importo mensile<br />
Trattamento minimo INPS € 6.246,89 € 480,53<br />
Pensione sociale € 4.596,02 € 353,54<br />
Assegno sociale € 429,00<br />
Cumulo delle pensioni ai superstiti con i redditi del beneficiario (art. 1, comma 41, della legge n. 335/95 - Tabella F).<br />
Si riportano, qui di seguito, gli importi delle fasce di reddito previste dalla tabella F annessa alla legge 8 agosto 1995, n. 335, (per la<br />
definizione del limite di cumulabilità della pensione con il reddito del beneficiario) aggiornati, per l’anno <strong>2012</strong>, in base alla nuova misura<br />
della pensione minima INPS, pari a € 480,53 mensile (annua € 6.246,89 lordi).<br />
Fasce di reddito lordo Percentuale cumulo pensione<br />
Fino a € 18.740,67 (3 volte il minimo INPS) 100%<br />
da € 18.740,68 a €. 24.987,56 (da 3 a 4 volte il minimo INPS) 75%<br />
da € 24.987,57 a € 31.234,45 (da 4 a 5 volte il minimo INPS) 60%<br />
da € 31.234,46 in poi (5 volte il minimo INPS) 50%<br />
Ai fini della cumulabilità devono essere valutati i redditi assoggettabili all’IRPEF, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali,<br />
con esclusione dei trattamenti di fine rapporto (TFR/TFS), del reddito della casa di abitazione e delle competenze arretrate sottoposte<br />
a tassazione separata.<br />
Contributo di perequazione trattamenti pensionistici complessivi<br />
L’art. 24, comma 31-bis, della legge n. 214 del 22 dicembre 2011, di conversione del decreto legge n. 201/2011, ha istituito l’aliquota<br />
del 15% sull’importo dei trattamenti pensionistici eccedente i 200.000 euro annui lordi. Pertanto la trattenuta del contributo di solidarietà<br />
viene effettuata con le seguenti modalità (vds n.8-9/2011 di <strong>Aeronautica</strong>):<br />
- 5% per gli importi complessivi superiori a € 90.000 fino a € 150.000;<br />
- 10% per la parte eccedente € 150.000 fino a € 200.000;<br />
- 15% per la parte eccedente € 200.000.<br />
Ai fini del computo del contributo di perequazione è preso a riferimento il trattamento pensionistico complessivo annuo lordo. La relativa<br />
trattenuta sarà applicata, in via preventiva, su ciascun rateo mensile, salvo conguaglio alla fine dell’anno di riferimento. Il contributo, che decorre<br />
da agosto 2011 e termina a dicembre 2014, è dedotto (quale onere deducibile) dal reddito ai fini del calcolo dell’IRPEF.<br />
Linee guida per l’integrazione dell’INPDAP nell’INPS<br />
Come noto (vds <strong>Aeronautica</strong> n.1/<strong>2012</strong>), l’art. 21 del decreto legge 201 del 6 dicembre 2011, convertito con modifiche in legge 214<br />
del 22 dicembre 2011, al fine di migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa nel settore previdenziale ed assistenziale,<br />
ha disposto l’incorporazione dell’INPDAP e l’ENPALS nell’INPS, a partire dal 1° gennaio <strong>2012</strong>. Tale soppressione, inoltre, ha<br />
lo scopo di conseguire risparmi strutturali ed il miglioramento dei servizi a favore degli iscritti, attraverso la razionalizzazione delle<br />
spese di funzionamento e l’impiego delle risorse degli Enti previdenziali soppressi nei progetti di innovazione e di efficienza dell’IN-<br />
PS. Con la determinazione n. 5802 del 23 gennaio <strong>2012</strong> (visionabile sul sito www.inps.it), il presidente dell’INPS ha emanato le linee<br />
operative generali per disciplinare il processo di integrazione, evidenziando le finalità del progetto ed i tempi di realizzazione<br />
che qui di seguito si riportano sinteticamente.<br />
Finalità del progetto di integrazione:<br />
- telematizzazione della domanda, automazione dei controlli e dei processi operativi e dematerializzazione;<br />
- accesso on line dei servizi per agevolare modalità alternative di fruizione dei servizi e sviluppo della qualità;<br />
- razionalizzazione logistica (distribuzione territoriale, coerenza spazi ad uso ufficio e archivio;<br />
- evoluzione del modello d’offerta e interazione con i Partner Istituzionali;<br />
- valorizzazione del patrimonio da reddito;<br />
- valorizzazione del capitale umano e delle specializzazioni;<br />
- sviluppo del modello organizzativo;<br />
- riduzione strutturale del contenzioso;<br />
- potenziamento accertamento credito e riscossione;<br />
- incremento dell’efficacia delle attività contrattuali;<br />
- popolamento del Casellario dell’Assistenza;<br />
- sviluppo della cultura previdenziale e del conto assicurativo;<br />
- omogeneizzazione e ampliamento dei servizi.<br />
Percorso di integrazione (date più importanti):<br />
- entro il 31 marzo <strong>2012</strong> - deliberazione bilancio chiusura e predisposizione inventari di chiusura Enti soppressi;<br />
- entro il 31 maggio <strong>2012</strong> - trasferimento delle risorse Enti soppressi all’INPS;<br />
- entro il 30 giugno <strong>2012</strong> - deliberazione bilancio di integrazione;<br />
- entro il 30 novembre <strong>2012</strong> - attuazione del riassetto organizzativo e funzionale;<br />
- entro il 31 gennaio 2013 - predisposizione rapporto ai Ministeri vigilanti in ordine allo stato di avanzamento del processo di riordino.<br />
Per il personale del pubblico impiego, in servizio ed in pensione, la soppressione dell’INPDAP, per il momento, non comporta alcun<br />
cambiamento sia per quanto riguarda le prestazioni (trattamenti pensionistici, credito, ecc,) che per gli aspetti contributivi.<br />
Errata corrige<br />
A pagina 25 del n. 1/<strong>2012</strong> di <strong>Aeronautica</strong>, all’argomento “Disposizioni fiscali”, nella terza riga, dopo le parole “l’aliquota sarà del …”<br />
si deve intendere 0,4% e non 4%.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
UNA NOTA SU<br />
“MAMMAIUT”<br />
Alcuni soci hanno scritto<br />
per conoscere l’origine di<br />
“Mammaiut”, il soprannome<br />
che fu dato all’idrovolante<br />
Cant.Z.501<br />
“Gabbiano”, appellativo<br />
che è anche usato al termine<br />
dei brindisi che<br />
concludono i pranzi di<br />
corpo del 15° Stormo.<br />
È da premettere che<br />
nell’<strong>Aeronautica</strong> Militare<br />
si usa terminare il pranzo<br />
di corpo o festeggiare gli<br />
eventi importanti, con il<br />
classico brindisi al grido<br />
del “Gheregheghez” e che,<br />
in questa usanza, fanno<br />
eccezione il 4° e il 9° Stormo<br />
- il cui grido è “Al lupo,<br />
al lupo!” - e il 15°<br />
Stormo CSAR che brinda,<br />
appunto, al grido di<br />
“Mammaiut!”.<br />
Da dove deriva tale grido?<br />
Le versioni più accreditate<br />
sono sostanzialmente<br />
due, entrambe legate<br />
al mitico idrovolante<br />
Cant.Z.501 “Gabbiano”<br />
utilizzato sia per missioni<br />
di ricognizione marittima<br />
lontana (RML), sia<br />
per quelle di soccorso aereo<br />
(SAR).<br />
Nella prima si afferma<br />
che il soprannome “Mammaiut”<br />
fu dato all’aereo<br />
dai suoi equipaggi in<br />
quanto dotato di scarsa<br />
velocità massima (circa<br />
275 km/h), praticamente<br />
indifendibile in caso di attacchi<br />
da parte di aerei<br />
avversari e, infine, perché<br />
sovente - in cado di ammaraggi<br />
“pesanti” - il castello<br />
motore cedeva<br />
facendo cadere il motore<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
Lettere al Direttore<br />
stesso proprio sui posti di<br />
pilotaggio con gravi conseguenze<br />
per l’equipaggio.<br />
Nella seconda (che riteniamo<br />
quella esatta), invece,<br />
si faceva riferimento al<br />
suo impiego nelle missioni<br />
di idrosoccorso ed ai<br />
numerosi salvataggi di<br />
equipaggi naufragati che<br />
dovettero la loro sopravvivenza<br />
al “Mammaiut”<br />
provvidenzialmente accorso,<br />
proprio come una<br />
mamma sollecita e premurosa,<br />
alla loro invocazione.<br />
È da precisare in proposito<br />
che ciascuna delle due<br />
versioni sopraccitate è<br />
stata avvalorata con vigore<br />
da anziani piloti che<br />
volarono sul Cant.Z.501 e<br />
che, quindi, possiamo<br />
suddividere in due distinti<br />
gruppi di sostenitori<br />
dell’una o dell’altra.<br />
SULL’ECCIDIO DEGLI<br />
AVIERI SARDI A SUTRI<br />
Il m.llo Raimondo Zuchi,<br />
consigliere comunale<br />
di Sutri, ha scritto in<br />
merito all’articolo sull’eccidio<br />
di 17 avieri sardi<br />
avvenuto in località<br />
Montefosco il 17 novembre<br />
1943, articolo pubblicato<br />
a pag. 37 di<br />
<strong>Aeronautica</strong> n. 12/2011.<br />
Premesso che egli è recentemente<br />
venuto in<br />
possesso di altra documentazione<br />
in merito<br />
all’eccidio in argomento,<br />
il m.llo Zuchi scrive che<br />
«l’atto ufficiale redatto<br />
dal parroco di Sutri alle<br />
17,15 del 17 novembre<br />
1943 nella parrocchia di<br />
S.M. Assunta parla di 18<br />
patrioti uccisi e specifica<br />
nel particolare la presenza<br />
di un civile, tale Al essi<br />
Salvatore di Capranica<br />
poi sepolto nel paese di<br />
provenienza.<br />
Tornando ai nostri 17<br />
avieri nell’atto sono così<br />
nominati: Pinna Sebastiano,<br />
De Roma Giuseppe,<br />
Pilu Gavino, Mulas Giovanni,<br />
Contini Piero, Mereu<br />
Pasqualino, Piras<br />
Efisio, Barcellona Piero,<br />
Mé Giovanni, Cossiga Salvatore,<br />
Mezzettieri Giovanni,<br />
Coni Emilio, Meloni<br />
Salvatore, Canu Giuseppe<br />
ai quali vanno aggiunti<br />
Riu Giuseppe, Manca Salvatore<br />
e Manca Francesco.<br />
Quindi, come si può notare,<br />
i nomi ci sono tutti, ma<br />
probabilmente i tre citati<br />
per ultimi erano appartenenti<br />
al Regio Esercito e,<br />
con ogni probabilità, provenivano<br />
dalla Croazia<br />
(sto svolgendo ricerche in<br />
merito ma è molto difficile<br />
risalire all’appartenenza di<br />
forza armata ed alla provenienza<br />
esatta).<br />
Nel corso del tempo raccogliendo<br />
tutti gli scritti<br />
in merito ed in particolare<br />
quelli di Dino Sanna e poi<br />
tramite l’archivio storico<br />
di Sutri, quello parrocchiale<br />
e tanta pazienza,<br />
ho trovato notizie sui<br />
giorni precedenti e susseguenti<br />
l’eccidio ricostruendo<br />
più o meno<br />
fedelmente tutta la storia<br />
che mi riservo di portare a<br />
vostra conoscenza appena<br />
possibile.<br />
Come consigliere comunale<br />
di Sutri e come maresciallo<br />
in Spe dell’<strong>Aeronautica</strong> Mili-<br />
tare mi sono sentito in dovere<br />
di scrivere, anche perché<br />
nella prossima commemorazione<br />
conto di trovare<br />
quelle poche notizie che ancora<br />
mancano per dare a<br />
tutti i 17 eroi gli onori che<br />
meritano».<br />
SUI PILOTI DELLA<br />
“BATTAGLIA<br />
D’INGHILTERRA”<br />
Un lettore di questo giornale<br />
ha chiesto precisazioni<br />
sulle parole che il<br />
primo ministro Winston<br />
Churchill pronunciò a lode<br />
dei piloti dopo la fine<br />
della storica battaglia<br />
d’Inghilterra nel corso della<br />
quale gli aviatori alleati<br />
della RAF combatterono<br />
strenuamente contro le<br />
poderose formazioni di<br />
bombardieri tedeschi,<br />
scortati da numerosi caccia,<br />
in azione per effettuare<br />
pesanti incursioni<br />
diurne e notturne sulle<br />
città d’oltre Manica.<br />
Rispondendo al lettore ricordiamo<br />
che, intervenendo<br />
alla Camera dei Comuni<br />
il 20 agosto 1940 per riferire<br />
anche sull’esito della<br />
battaglia e sottolineando<br />
l’impegno dei piloti della<br />
RAF, Churchill pronunciò<br />
la seguente frase divenuta<br />
ormai famosa: «Mai, nel<br />
campo dei conflitti umani,<br />
tanti dovettero così tanto a<br />
così pochi» (Never in the<br />
field of human conflict was<br />
so much owed by so many<br />
to so few).<br />
Aggiungiamo in proposito<br />
che, ancora oggi, i piloti<br />
che hanno combattuto in<br />
quella battaglia sono noti<br />
come i pochi (the few).<br />
29
l’ASSOCIAZIONE<br />
ARMA AERONAUTICA<br />
Il 9 febbraio, alla Casa dell’Aviatore,<br />
ha avuto luogo la conferenza<br />
sul tema “Crisi finanziaria e bilancio<br />
Difesa” organizzata dal Centro<br />
Studi Militari Aeronautici<br />
dell’AAA nel quadro degli incontri<br />
mensili sull’attualità militare che si<br />
svolgono presso tale struttura.<br />
La conferenza, organizzata con un<br />
tempismo perfetto subito a ridosso<br />
della seduta del Consiglio Supremo<br />
di Difesa nel corso del quale si è proposto<br />
di «rimodulare» i programmi<br />
di investimento maggiori e definire<br />
la «riorganizzazione generale dello<br />
strumento militare», con un occhio<br />
ad una futura integrazione europea<br />
(v. altro articolo a pag. 9) non poteva<br />
non suscitare interesse visto lo scarno<br />
comunicato stampa diffuso in<br />
proposito che non ha mancato di suscitare<br />
perplessità e tanti interrogativi<br />
che troveranno risposta nelle<br />
imminenti decisioni che il governo<br />
sta per prendere in tema di Difesa.<br />
Conferenziere di eccezione, l’on. Guido<br />
Crosetto, già sottosegretario di Stato<br />
alla Difesa nel precedente esecutivo<br />
ed ora membro della commissione<br />
permanente Bilancio, programmazione<br />
e tesoro della Camera.<br />
Personaggio di spicco nel quadro politico<br />
attuale, sempre presente nei dibattiti<br />
televisivi ove si parli di crisi<br />
finanziaria, l’on. Crosetto unisce alla<br />
vasta esperienza politica che lo aveva<br />
visto fin da giovane attivo nella sua<br />
regione d’origine, il Piemonte, nelle<br />
file della DC di allora, una grande<br />
esperienza come imprenditore che lo<br />
porta a ragionare con grande pragmaticità<br />
e con grande buon senso.<br />
Il tema attualissimo e le qualità del<br />
conferenziere hanno avuto un ruolo<br />
30<br />
Conferenza dell’on. Guido Crosetto<br />
“Crisi finanziaria e bilancio Difesa”<br />
catalizzatore nelle adesioni. Ha, infatti,<br />
partecipato alla conferenza una<br />
platea di tutto rispetto, a cominciare<br />
dall’attuale sottosegretario di Stato<br />
alla Difesa, dott. Filippo Milone, per<br />
non palare poi del consigliere militare<br />
del presidente della Repubblica,<br />
generale Rolando Mosca Moschini,<br />
del capo di Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong>,<br />
gen. Giuseppe Bernardis,<br />
del capo di Stato Maggiore della Marina,<br />
amm. Bruno Branciforte, del<br />
capo di Stato Maggiore dell’Esercito,<br />
gen. Claudio Graziano, del segretario<br />
generale della Difesa/DNA, gen.<br />
Claudio Debertolis, degli ex capi di<br />
Stato Maggiore della Difesa, generale<br />
Vincenzo Camporini, e dell’AM<br />
gen. Sandro Ferracuti, nonché di<br />
una nutrita rappresentanza dell’industria<br />
della Difesa, a cominciare<br />
dall’ing. Giuseppe Orsi, presidente e<br />
amministratore delegato di Finmeccanica,<br />
dall’ing. Carmelo Cosentino,<br />
vice presidente di Alenia Aermacchi,<br />
e da tanti altri.<br />
Ovviamente, non facendo parte dell’attuale<br />
governo, l’on. Crosetto non<br />
poteva fornire risposte precise agli interrogativi<br />
che stanno animando le fila<br />
dei militari e degli industriali,<br />
centrate in gran parte sul futuro del<br />
velivolo JSF (Joint Strike Fighter) sul<br />
quale l’<strong>Aeronautica</strong> Militare fa grande<br />
assegnamento per rinnovare la sua<br />
componente di attacco, ma la forte<br />
preparazione in materia economica e<br />
di bilancio, suffragata anche da una<br />
laurea in economia, gli ha permesso<br />
di fornire ai presenti una disamina<br />
chiara ed efficace sui meccanismi che<br />
regolano la crisi finanziaria mondiale<br />
e di lanciare suggerimenti in materia<br />
di ridimensionamento dell’apparto<br />
militare che, nonostante gli sforzi già<br />
fatti in passato, continua a presentare<br />
sovrapposizioni inaccettabili tra le varie<br />
FF.AA. e Corpi armati e con altri<br />
comparti del pubblico impiego. Se<br />
una riduzione percentuale del bilancio<br />
Difesa è necessaria, è pur vero, secondo<br />
Crosetto, che sarebbe<br />
auspicabile non ricorrere a tagli orizzontali<br />
che rispecchino le medesime<br />
percentuali per i vari comparti, facendo<br />
sì che alla Difesa, pur nella riduzione<br />
del bilancio si finisca con<br />
l’aumentare la sua percentuale rispetto<br />
al PIL nella considerazione dell’effetto<br />
moltiplicatore che essa ha<br />
sull’industria. Non va trascurato, infatti,<br />
che se il gap tecnologico con la<br />
Cina era nel recente passato pari a 18<br />
anni per la Germania e 16 anni per<br />
l’Italia, ora è passato a 20 anni per la<br />
Germania mentre per l’Italia è rimasto<br />
a 16 anni.<br />
La Difesa deve, inoltre, avere il coraggio<br />
di rivendicare il ruolo che<br />
compete alle FF.AA. di un Paese che<br />
è all’ottavo posto tra le potenze mondiali.<br />
Nello stesso tempo è impensabile<br />
che la Difesa pretenda di<br />
mantenere la sua struttura, ridimensionandosi<br />
percentualmente senza<br />
pensare ad un’integrazione con altri<br />
comparti del PI (si pensi per esempio<br />
alla Protezione Civile) secondo prospettive<br />
che vanno individuate con<br />
lungimiranza. Il fatto che ben presto<br />
il ministro Giampaolo Di Paola debba<br />
presentare al Parlamento il suo<br />
progetto di ristrutturazione e che<br />
questo dicastero sia il primo ad essere<br />
oggetto di ridimensionamento, è,<br />
secondo il conferenziere, un’occasione<br />
unica ed irripetibile e deve essere<br />
giocata bene. Quello che è possibile<br />
oggi, in questo clima di pace politica<br />
non lo sarà più in futuro.<br />
Alla conferenza è seguito un dibattito<br />
interessante con interventi, tra gli<br />
altri, del gen. Ferracuti, del generale<br />
Camporini e dell’ing. Orsi il quale<br />
ha sottolineato come un sostegno<br />
all’industria della Difesa abbia un<br />
effetto moltiplicatore assolutamente<br />
necessario per rimettere in moto<br />
l’economia del nostro Paese.<br />
La conferenza è stata filmata e registrata<br />
e sarà messa in rete sul sito<br />
del CESMA (www.cesmaweb.org).<br />
G.N.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
Viaggio dell’AAA in Marocco,<br />
tra montagne, deserto e città imperiali<br />
1° giorno, sabato 12/5<br />
ROMA - CASABLANCA<br />
Ritrovo dei partecipanti all’aeroporto di Roma Fiumicino<br />
in tempo utile per la partenza del volo di linea<br />
Royal Air Maroc per Casablanca alle 17.50. Arrivo alle<br />
19.05 e trasferimento in albergo. Sistemazione nelle<br />
camere riservate, cena e pernottamento.<br />
2° giorno, domenica 13/5<br />
CASABLANCA - RABAT - FES<br />
Dopo la prima colazione breve giro panoramico della<br />
città. Partenza per Rabat. Visita della capitale del<br />
Marocco. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio completamento<br />
della visita della città e proseguimento<br />
per Fes. Sistemazione in albergo, cena e pernottamento.<br />
dal 12 al 20 maggio <strong>2012</strong><br />
PROGRAMMA<br />
3° giorno, lunedì 14/5<br />
FES - MEKNES - FES<br />
Prima colazione e partenza per Meknes. Visita della<br />
città imperiale. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita<br />
del sito archeologico di Volubilis. Visita di Moulay<br />
Idris. Rientro a Fes, cena e pernottamento in albergo.<br />
4° giorno, martedì 15/5<br />
FES<br />
Dopo la prima colazione visita della città con pranzo in<br />
ristorante. Visita ai quartieri ebraico e andaluso. Visita<br />
al quartiere dei tintori e delle concerie. Visita, dall’esterno,<br />
all’imponente quanto splendida moschea di<br />
Qaraouiyyin, dal tetto scintillante di tegole smeraldo.<br />
Visita al quartiere Bab Al Makina, dove si fabbricano i<br />
tappeti artigianali. Cena e pernottamento in albergo.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong> 31
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
5° giorno, mercoledì 16/5<br />
FES - MERZOUGA - CAMPO TENDATO NEL DESERTO<br />
Prima colazione e partenza per Erfoud, attraverso<br />
lussureggianti oasi e palmeti. Pranzo in ristorante<br />
lungo il percorso. Continuazione per Merzouga e<br />
partenza per il deserto in fuoristrada oppure, facoltativamente,<br />
a dorso di cammello (circa 30 minuti di<br />
tragitto) con supplemento a parte. Sistemazione nel<br />
campo tendato. Suggestivi momenti al tramontar del<br />
Sole dietro le spettacolari dune arrossate. Cena e<br />
pernottamento in tenda. Osservazione notturna del<br />
cielo.<br />
6° giorno, giovedì 17/5<br />
CAMPO TENDATO NEL DESERTO - MERZOUGA -<br />
BOULMANE DU DADES<br />
Dopo la prima colazione escursione con il cammello<br />
sulle dune del deserto. Rientro dal deserto a Merzouga<br />
e proseguimento lungo una strada dove si allineano<br />
piccoli ponticelli di terra con un’apertura alla<br />
sommità: si tratta dei resti delle “foggara”, antichi canali<br />
sotterranei. La strada attraversa poi bellissimi pal-<br />
32<br />
meti dove si potranno osservare i più diversi sistemi di<br />
irrigazione tradizionali ancora in uso nelle oasi nordafricane.<br />
L’acqua viene attinta manualmente dai pozzi<br />
ed è ancora in uso la vite di Archimede, introdotta in<br />
questa regione dai Saadiani tra il XIII e il XIV secolo.<br />
Continuazione per Rissani, villaggio famoso per il suo<br />
mercato di datteri e per le vicine rovine di Sijilmassa,<br />
mitica capitale del Tafilalet, la più grande oasi del Marocco<br />
nonché una delle più vaste del Nordafrica. L’itinerario<br />
prosegue lungo un suggestivo percorso che si<br />
snoda a ridosso del massiccio del Jebel Sarhro. Arrivo<br />
nell’oasi di Tinghir che è una delle più alte oasi di<br />
montagna del Marocco. Proseguimento per la visita<br />
alle famose ed affascinanti Gole del Todra, dove il fiume<br />
si insinua fra due pareti verticali scavando uno<br />
spettacolare passaggio fra le rocce. Pranzo in ristorante.<br />
Nel pomeriggio continuazione per la cittadina di<br />
Boulmane du Dadés situata all’imbocco delle Gole del<br />
Dadés, particolarmente affascinanti per il marcato<br />
contrasto tra gli spogli pendii rocciosi, dalle forme curiose,<br />
e il verde intenso della vegetazione che cresce<br />
rigogliosa lungo il fiume. Sistemazione in albergo, cena<br />
e pernottamento.<br />
7° giorno, venerdì 18/5<br />
BOULMANE DU DADES - LA VALLE DELLE ROSE<br />
- KASBAH AIT BENHADDOU - MARRAKECH<br />
Prima colazione e partenza per raggiungere la Valle<br />
del Dadés, lungo uno spettacolare percorso, ammirando<br />
gli splendidi panorami delle oasi di montagna.<br />
Arrivo a El Kelaa des M’Gouna e sosta per un caffè o<br />
tè nella terrazza dell’albergo Les Roses du Dadés,<br />
arroccato su una rupe che domina la Valle del Dadés,<br />
da cui si godrà un panorama davvero magnifico.<br />
Visita ad un laboratorio e negozio di prodotti a base<br />
di rose comprendenti profumi, olii, essenze, balsami,<br />
creme e acqua di rose. Possibilità di acquisti. Proseguimento<br />
per Skoura. Continuazione per la breve vi-<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
sita alla kasba di Amerdihil. Proseguimento in direzione<br />
di Ouarzazate. Visita di Ait Benhaddou, una<br />
delle più belle kasbah del Marocco, costruita nel XII<br />
secolo su un’antica via carovaniera che collegava<br />
Marrakech al sud della regione. Pranzo in ristorante.<br />
Nel pomeriggio continuazione per Marrakech attraverso<br />
la catena montana dell’Alto Atlante. Si attraverserà<br />
il valico di Tizi’n Tichka situato a oltre 2.200<br />
metri, attraversando splendide foreste di pini, ginepri<br />
e lecci. Arrivo a Marrakech, capitale imperiale nell’XI<br />
secolo i cui monumenti, riccamente ornati di fini stucchi,<br />
mosaici e marmi, testimoniano la ricchezza del<br />
suo passato. Sistemazione in albergo, cena e pernottamento.<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
8° giorno, sabato 19/5<br />
MARRAKECH<br />
Dopo la prima colazione visita della città. Pranzo in ristorante<br />
tipico nel cuore della città vecchia Nel pomeriggio<br />
passeggiata all’interno della Medina e tempo<br />
libero nella famosa, suggestiva, spettacolare piazza<br />
Jemaa el Fna. Cena e pernottamento in albergo.<br />
9° giorno, domenica 20/5\<br />
MARRAKECH - CASABLANCA - ROMA<br />
Prima colazione e trasferimento in aeroporto per il<br />
volo Royal Air Maroc per Casablanca alle ore 9.10.<br />
Arrivo alle ore 9.50 e coincidenza per Roma alle ore<br />
11.40 con il volo Royal Air Maroc.<br />
Quota individuale di partecipazione (minimo 40 persone) Euro 1.415,00<br />
Supplemento camera e tenda singola Euro 298,00<br />
Supplemento facoltativo, a persona, per la tenda nel deserto<br />
con servizi all’interno quali WC, doccia e brocca per l’acqua:<br />
in tenda a due letti Euro 36,00<br />
in tenda singola Euro 80,00<br />
La quota di partecipazione comprende:<br />
viaggio aereo con voli di linea Royal Air Maroc da Roma<br />
a Casablanca e da Marrakech a Roma, via Casablanca,<br />
in classe economica ed il trasporto di kg 20 di<br />
bagaglio più un bagaglio a mano di dimensioni ridotte;<br />
sistemazione in camera doppia con servizi privati nei<br />
seguenti alberghi: Casablanca: Novotel City Center, 4<br />
stelle; Fez: Hotel Barcelò Fes Medina, 4 stelle; Boumalne<br />
Dades: Hotel Xaluca Dades, 4 stelle; Marrakech:<br />
Hotel Le Meridien N’fis, 5 stelle; sistemazione in<br />
campo tendato nel deserto vicino a Merzouga nel Erg<br />
Chebbi Dunes in tende a due posti letto, con supplemento<br />
incluso in quanto generalmente le tende sono<br />
a quattro posti letto; gruppo folcloristico che allieterà<br />
la cena nel deserto; tutti i pasti dalla cena del primo<br />
giorno alla cena dell’ottavo; pullman e guida locale<br />
parlante italiano per tutta la durata del tour in Marocco;<br />
tragitto in fuoristrada 4x4 da Merzouga al campo<br />
tendato nel deserto e viceversa; escursione con il<br />
cammello sulle dune del deserto la mattina del sesto<br />
giorno; ingressi: Rabat: mausoleo Mohamed V e Oudaya<br />
Kasbah; Mekes: Bad Mansour, Moulay Ismail<br />
Stables, Volubilis; Fes: Karraouine Mosque (all’esterno),<br />
Moulay Idriss Mausoleum (all’esterno), Medersa<br />
Bou Inania; Marrakech: Koutoubia Mosque, Bahia Palace,<br />
Saadien Tombs, Menara Garden; polizza assicurativa,<br />
Global Assistance, medico-bagaglio e<br />
annullamento viaggio.<br />
La quota di partecipazione non comprende:<br />
il tragitto, facoltativo, da Merzouga al campo tendato<br />
in cammello: Euro 35 a persona. Tempo di percorrenza<br />
circa 30 minuti; le tasse aeroportuali da riconfermare<br />
all’emissione dei biglietti (circa Euro 155,00); il<br />
caffè o tè o altra bevanda nella terrazza dell’albergo<br />
Les Roses du Dadés, le bevande durante i pasti; le<br />
mance; gli extra di carattere personale; tutto quanto<br />
non espressamente menzionato nel programma.<br />
All’atto dell’iscrizione il partecipante prenderà visione e sottoscriverà le Condizioni generali di contratto di<br />
vendita e di pacchetti turistici facenti parte del programma.<br />
Organizzazione tecnica: CIVATURS ROMA - Via Nizza, 152 - 00198 ROMA, Tel. 06 8840504,<br />
Fax 06 64220524, roma@civaturs.com, www.stellaerrante.it<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong> 33
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
34<br />
Premio “Il mio cielo - Ottava Edizione<br />
Il Premio “Il mio cielo”, ideato da Gianfabio Scaramucci e organizzato dall’<strong>Associazione</strong> CR Cultura e Risorse,<br />
è giunto al suo ottavo appuntamento. Dopo sette edizioni ricche di successi, nelle quali il numero dei partecipanti<br />
è continuamente aumentato e sempre migliorata la qualità delle opere pervenute, il Premio si evolve<br />
ancora. Il Premio può ora contare anche sul patrocinio dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong>. Questo nuovo<br />
partner eccellente sicuramente favorirà lo sviluppo dell’iniziativa e la diffusione della stessa presso nuovi<br />
partecipanti.<br />
Obiettivi e organizzazione del premio<br />
Sezione adulti<br />
Il Premio, in questa sezione, si pone come principale obiettivo quello di raccogliere, direttamente dai soci delle<br />
Associazioni/Federazioni, dai lettori delle riviste, dagli utenti dei siti internet e più in generale da tutti gli appassionati,<br />
esperienze ed emozioni (anche di fantasia) riguardanti il mondo del volo e dell’aeronautica,<br />
espresse con racconti, poesie o opere grafiche realizzate con qualsiasi tecnica.<br />
Il tema dei lavori, per la Sezione adulti, è libero.<br />
Sezione giovani<br />
Il Premio, in questa sezione, si pone l’obiettivo di far riflettere i giovani sul volo esprimendo i propri sogni, riflessioni,<br />
fantasie, ambizioni, emozioni o quant’altro inerente al tema che l’organizzazione del Premio propone<br />
ogni anno. I giovani potranno esprimersi, anche in questo caso, tramite racconti, poesie o opere grafiche<br />
realizzate con qualsiasi tecnica.<br />
I giovani parteciperanno, secondo fasce d’età,: Scuola Elementare, Scuola Media Inferiore, Scuola Media Superiore<br />
Il tema dei lavori, per la sezione Giovani, è: “Il volo e l’aeronautica nei 150 anni dell’unità d’Italia (dalla<br />
mongolfiera all’Efa 2000)”<br />
Lo scopo generale del Premio è quello di divulgare le opere e premiare le migliori nel corso di una specifica<br />
manifestazione, creando un importante momento di conoscenza, confronto, aggregazione e promozione delle<br />
attività aeronautiche. Le opere possono riguardare qualsiasi tipo di attività di volo. Con le migliori opere pervenute<br />
sarà realizzata una pubblicazione curata dell’ Editrice Logisma di Firenze.<br />
Importanti Enti/Associazioni/Federazioni e Media del settore sono partner dell’iniziativa, ed effettueranno<br />
un’adeguata promozione del Premio e della pubblicazione.<br />
Per partecipare al Premio è necessario seguire le modalità illustrate nell’apposito bando di partecipazione<br />
presente presso le Sezioni dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> e sui siti internet www.assoaeronautica.it e<br />
www.aeci.it<br />
Il Premio “Il mio cielo” è stato realizzato con il Patrocinio dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong>, dell’Aero<br />
Club d’Italia e del Museo dell’<strong>Aeronautica</strong> “Gianni Caproni”.<br />
Aero Club d’Italia <strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
Salvo impedimenti ostativi da parte dell’Agenzia<br />
delle Entrate, è intenzione della<br />
Presidenza nazionale di dare corso anche<br />
per il <strong>2012</strong> alla campagna del “5 per mille” a<br />
favore dell’AAA.<br />
Appare, pertanto, opportuna fin da ora una<br />
doverosa azione divulgativa nei confronti degli<br />
associati e dei simpatizzanti AAA e scopo<br />
del presente avviso è la sensibilizzazione di<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
Versamento del “5 per mille” a favore<br />
dell’AAA nel <strong>2012</strong><br />
tutti i soci/simpatizzanti per ogni possibile iniziativa<br />
informativa a riguardo del “5 per mille”<br />
pro-AAA.<br />
Non appena l’Agenzia delle Entrate emanerà le<br />
disposizioni di dettaglio per il 730/<strong>2012</strong> - reddito<br />
2011, si provvederà ad informare i soci/simpatizzanti<br />
per il tramite di apposita circolare alle<br />
sezioni, del periodico <strong>Aeronautica</strong> e del sito internet<br />
dell’AAA (www.assoeronautica.it).<br />
Nuovi indirizzi di posta elettronica<br />
della Presidenza nazionale dell’AAA<br />
VECCHIO INDIRIZZO NUOVO INDIRIZZO<br />
ufficio1@assoaeronautica.191.it Non attivo sino a nuova comunicazione<br />
ufficio2@assoaeronautica.191.it ufficio2@assoaeronautica.it<br />
ufficio3@assoaeronautica.191.it Verrà disattivato<br />
segrepart@assoaeronautica.191.it segrepart@assoaeronautica.it<br />
previdenza@assoaeronautica.191.it previdenza@assoaeronautica.it<br />
rivista@assoaeronautica.191.it rivista@assoaeronautica.it<br />
master@assoaeronautica.191.it master@assoaeronautica.it<br />
segretariogenerale@assoaeronautica.it<br />
sostituisce il vecchio ufficio3<br />
dipvolo@assoaeronautica.191.it Non attivo sino a nuova comunicazione<br />
I cambiamenti illustrati nella tabella sono effettivi a partire dal 1° marzo <strong>2012</strong>.<br />
I vecchi indirizzi verranno comunque monitorizzati sino al 31 maggio <strong>2012</strong>.<br />
Tutti gli altri indirizzi restano in vigore (e.g. assoaeronautica@libero.it; assoaeroamministra@libero.it; ecc. ecc.)<br />
Tutti gli utenti sono pregati di non, ripeto non, inviare lo stesso messaggio a più di un indirizzo; si ricorda inoltre<br />
che tutte le comunicazioni inerenti lo stato di socio (Mod. “A”, “B”,”C”, bollettini di avvenuto versamento) vanno indirizzati<br />
a ufficio2.<br />
Per la conferma di avvenuta ricezione bisogna predisporre il programma di posta del mittente per tale richiesta.<br />
35
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
Adro<br />
Presidente. Bernardo Tonoli; vice<br />
presidente: Giancarlo Milani; segretario:<br />
Nevio Rinaldi; tesoriere:<br />
Luigino Veschetti; consiglieri:<br />
Giancarlo Baglioni, Enzo Capoferri,<br />
Luigi Guerini, Vittorino Pezzoni,<br />
Pietro Ravelli e Giuseppe<br />
Venturi.<br />
Bari<br />
Il col. Giovanni Gravina ha assunto<br />
l’incarico di vice presidente di sezione<br />
in sostituzione del ten. col.<br />
Francesco Di Fonte, mentre il lgt.<br />
Pietro Monopoli ha sostituito il 1°<br />
m.llo Pietro Squacciarini in quello<br />
di segretario.<br />
I due sostituiti rimangono consiglieri<br />
del sodalizio.<br />
Borgosesia<br />
Il socio Giovanni Grazioli è stato<br />
eletto capo del nucleo in sostituzione<br />
del socio Franco Cerina che la lasciato<br />
l’incarico per motivi di salute.<br />
36<br />
Lecce<br />
A seguito del decesso del consigliere<br />
Attilio Corallo - che era segretario<br />
e rappresentante dei soci<br />
aggregati - a tali incarichi sono stati<br />
rispettivamente eletti il m.llo sc.<br />
Mario De Blasi e l’avv. Luigi Serio.<br />
Manfredonia<br />
A seguito delle dimissioni del ten.<br />
col. Giovanni Civica da presidente<br />
della sezione, a tale incarico è stato<br />
eletto il gen. BA Antonio Gentile.<br />
Rimini<br />
75° dell’aeroporto di Viterbo: 2° Raduno nazionale<br />
degli ex avieri VAM<br />
Il 10 giugno <strong>2012</strong><br />
l’aeroporto militare<br />
“T. Fabbri” di Viterbo<br />
celebrerà, con il<br />
supporto della sezione<br />
AAA di Viterbo,<br />
il 75° anniversario<br />
della sua<br />
costituzione.<br />
In occasione di tale<br />
evento - aperto alla<br />
cittadinanza e coloro che vi hanno prestato comunque<br />
servizio - avrà anche luogo il 2° Raduno nazionale<br />
VAM al quale sono invitati a partecipare quanti<br />
hanno servito l’<strong>Arma</strong> Azzurra in tale specialità.<br />
Per maggiori informazioni sul Raduno ed eventuali<br />
adesioni gli interessati possono consultare il sito internet<br />
al link http://www.aeroportoviterbo75.it oppure<br />
inviare una email all’indirizzo di posta elettronica info@aeroportoviterbo75.it,<br />
chiamare la segreteria del<br />
comitato organizzativo al numero 0761-3552666 o<br />
contattare l’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> - sezione<br />
di Viterbo - Piazza della Rocca n. 21/a - 01100 Viterbo,<br />
cell. 335 7316098.<br />
RINNOVO CARICHE<br />
L’Assemblea straordinaria dei soci<br />
del 15 gennaio ha eletto come presidente<br />
del sodalizio il ten. col.<br />
CSA Antonio Barboni in sostituzione<br />
del serg. Oronzo Zilli recentemente<br />
deceduto.<br />
Santa Maria Capua Vetere<br />
Presidente: magg. Arnaldo Capodaglio;<br />
vice presidenti: m.llo sc. Giu-<br />
RADUNI<br />
seppe Masucci e m.llo sc. Giovanni<br />
Rossetti; segretario: lgt. Vincenzo<br />
De Gennaro; tesoriere: aiut. Giuseppe<br />
Carrillo; consiglieri: m.llo sc.<br />
Vincenzo D’Angelo, m.llo sc. Domenico<br />
Spina e aiut. Vincenzo Tessitore;<br />
rappresentante dei soci<br />
aggregati: Domenico Funiciello.<br />
Val d’Era<br />
Presidente onorario: Fausto Pettinelli;<br />
presidente: Piero Picchi; vice<br />
presidenti: Alessandro Andreotti e<br />
Enzo Pozzolini; segretario e tesoriere:<br />
Italo Toni; consiglieri: Emanuele<br />
Fedeli, Alessandro Giorgi,<br />
Antonio Orlandi e Roberto Pellegrini;<br />
rappresentante dei soci aggregati:<br />
Franco Bandinelli.<br />
Varmo<br />
Il capo nucleo è il lgt. Giovanni Rusciano<br />
e non il 1° m.llo Valter Tomelj<br />
come erroneamente comunicato<br />
dalla sezione dalla quale quel sodalizio<br />
dipende e pubblicato a pag. 31 di<br />
<strong>Aeronautica</strong> n. 11/2011.<br />
7° Raduno del 7° Corso Marconisti Operatori 1955<br />
Nei giorni 16, 17, 18 e 19 maggio <strong>2012</strong> si terrà sulla<br />
Costiera Amalfitana il 7° Raduno di tutti gli appartenenti<br />
al 7° Corso Marconisti Operatori 1955 di Caserta.<br />
Gli interessati sono invitati a contattare il Coordinatore<br />
del Comitato promotore, m.llo Enzo Cinotti - Via<br />
dei Marsi, 67, 00185 Roma - tel. e fax 06/4959631 -<br />
cell. 347/9000757, per ogni informazione sul Raduno<br />
stesso.<br />
38° Corso Assistenti Contabili<br />
l’aiut. Alberto Cialone, con alcuni colleghi, intenderebbe<br />
organizzare il raduno degli appartenenti al 38°<br />
Corso Assistenti Contabili e, a tale scopo, invita quanti<br />
intendono aderire all’iniziativa a spargere la voce<br />
tra i frequentatori di tale Corso e a contattarlo al cellulare<br />
340 0840379.<br />
Cambio di data per il Raduno regionale degli aviatori<br />
piemontesi<br />
Si informano tutti i soci interessati che il Raduno regionale<br />
degli aviatori piemontesi presso il Sacrario di<br />
Loreto di Costigliole d’Asti avrà luogo il 10 giugno<br />
<strong>2012</strong> anziché il 27 maggio come erroneamente indicato<br />
nel programma generale-calendariale anno <strong>2012</strong>.<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
PROMOZIONI<br />
A sergente<br />
- Roberto De Checchi<br />
(sezione di Cuneo).<br />
A 1° aviere scelto<br />
- Donato Ippolito (sezione<br />
di S. Vito dei Normanni).<br />
MEDAGLIA<br />
MAURIZIANA<br />
- lgt. Giuseppe Pezzella<br />
(sezione di Pescara)<br />
SOCI CHE SI FANNO<br />
ONORE<br />
Il socio ten. col. pil. Luciano<br />
Bernardis, vice<br />
presidente della sezione<br />
di Manzano, nel corso<br />
della 64ª edizione dei<br />
Campionati sciistici<br />
delle truppe alpine (CA-<br />
STA) svoltisi a Dobbiaco,<br />
ha vinto tre<br />
medaglie d’oro nelle<br />
specialità Fondo Diatlon,<br />
Slalom gigante e<br />
Combinata.<br />
Il socio av. sc. VAM Doriano<br />
Campanini della<br />
sezione di Parma, presidente<br />
dell’AVIS comunale<br />
di quella città, ha<br />
ricevuto il Premio S. Ilario,<br />
una delle massime<br />
onorificenze cittadine<br />
annualmente assegnate<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
( AVVENIMENTI LIETI (<br />
dall’<strong>Associazione</strong> culturale<br />
“Parma nostra”.<br />
Il socio lgt. Raffaele Fatigati<br />
della sezione di Colleferro<br />
si è classificato 1°<br />
all’8° Torneo nazionale di<br />
tiro con l’arco AM, categoria<br />
“arco nudo”.<br />
La socia signora Giuse<br />
La Mantia della sezione<br />
di Paullo è stata nominata<br />
Assessore alle politiche<br />
sociali del Comune<br />
di Zelo Buon Persico.<br />
Il socio Rodolfo Natale<br />
della sezione di Milano<br />
ha ottenuto, per la settima<br />
volta, il titolo di<br />
Campione italiano di<br />
acrobazia aerea a motore,<br />
massimo titolo di<br />
specialità raggiungibile<br />
in campo nazionale.<br />
LAUREE<br />
In economia e commercio<br />
- m.llo 1ª cl. Marco Cascio<br />
(sezione di Acireale).<br />
In ingegneria biomedica<br />
- Alessandro La Marca,<br />
figlio del socio aiut.<br />
Michelangelo (sezione<br />
di Rimini).<br />
In scienze infermieristiche<br />
- Erika Potenza, figlia<br />
RICERCHE<br />
del socio 1° m.llo Domenico<br />
(sezione di Rimini).<br />
NOZZE DI DIAMANTE<br />
Hanno raggiunto l’ambìto<br />
traguardo:<br />
- il socio m.llo sc. Paolo<br />
Di Dio e la signora<br />
Franca (sezione di Villafranca).<br />
NOZZE D’ORO<br />
Le hanno felicemente festeggiate:<br />
- il socio m.llo sc. Benito<br />
Rainaldi con la signora<br />
Anna Maria (sezione di<br />
Grosseto);<br />
- il socio Giorgio Romano<br />
con la signora Giuseppina<br />
(sezione di<br />
Pignataro Maggiore):<br />
NOZZE<br />
Si sono uniti in matrimonio:<br />
- il socio av. capo Crescenzo<br />
Orazio Calabrese<br />
e la signorina<br />
Cinzia Vitolo (sezione<br />
di Sarno).<br />
CULLE<br />
Il socio m.llo di 1ª cl.<br />
Gianluca Buiatti e la signora<br />
Monica annunciano<br />
la nascita del<br />
primogenito Davide (sezione<br />
di Palmanova).<br />
Chi ha notizie del ten.gen. GAri Enrico Emanuele?<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
I soci m.llo 1ª cl. Stefano<br />
Cimolino e la signora<br />
Michela annunciano la<br />
nascita delle gemelle<br />
Giulia e Giorgia (sezione<br />
di Venezia).<br />
Il socio 1° m.llo Pasquale<br />
Di Muro e la signora<br />
Antonella annunciano la<br />
nascita del secondogenito<br />
Flavio (sezione di Canosa<br />
di Puglia).<br />
Il socio serg. magg. Massimiliano<br />
Lisi e la signora<br />
Donatella annunciano<br />
la nascita della primogenita<br />
Arianna (sezione di<br />
San Cesario di Lecce).<br />
Il socio 1° av. capo Rocco<br />
Angelo Rizzo e la signora<br />
Paola annunciano<br />
la nascita del primogenito<br />
Donato (sezione di<br />
Spongano).<br />
Il socio av. capo Aldo Sorrentino<br />
e la signora Maria<br />
annunciano la nascita<br />
della primogenita Angelica<br />
(sezione di Sarno).<br />
Il socio Francesco Tessitore<br />
e la signora Michela<br />
annunciano la nascita<br />
del primogenito Massimo<br />
Pasquale (sezione di<br />
Ciampino).<br />
Il nucleo di Alcamo, dipendente dalla sezione di Trapani, ricerca notizie del ten. gen. GAri Enrico<br />
Emanuele, nato ad Alcamo il 13.12.1888 e deceduto a Roma il 10.02.1957 che è stato pilota di dirigibile,<br />
poi di aerei ed ha ricoperto l’incarico di direttore del Registro Aeronautico Italiano. Contattare:<br />
cell. 339 8104796 (aiut. Salvatore Mulè) o e.mail: aaa-alcamo@libero.it;<br />
37
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
38<br />
NUOVI INDIRIZZI<br />
Adro<br />
La sezione ha sede in Via Padania n. 6 - 25030 Adro (Brescia).<br />
Collepasso<br />
La sezione ha ora sede in via Baronessa Contarini n. 2.<br />
Frosinone<br />
Il nuovo sito della sezione è il seguente: www.assoaerofr.it<br />
Martina Franca<br />
Il nuovo indirizzo email della sezione è ora:<br />
associmartina@gmail.com<br />
Tigullio-Rapallo<br />
Il nuovo indirizzo e-mail della sezione è ora:<br />
assoaeronautica122@gmail.com<br />
SEZIONI E NUCLEI<br />
VENETO<br />
Bovolone<br />
La sezione ha organizzato<br />
dal 28 al 31 gennaio<br />
scorsi l’evento<br />
“Blazing Skies!”, 1ª Rassegna<br />
del video aeronautico,<br />
nel corso della<br />
quale sono stati proiettati<br />
26 filmati, per oltre<br />
36 ore di visione, per ripercorrere<br />
la storia<br />
della cinematografia aeronautica<br />
e la storia<br />
dell’aviazione, da “Quei<br />
temerari sulle macchine<br />
volanti” alle spettacolari<br />
esibizioni della PAN,<br />
con video storici dall’archivio<br />
dell’AM e il filmato<br />
del 1941 sul<br />
campo di Bovolone. La<br />
rassegna ha registrato<br />
un notevole successo di<br />
spettatori.<br />
- Giovanni Battista Cersosimo E 21,00<br />
- Silvio Lalumera “ 25,00<br />
- Marco Maugeri “ 100,00<br />
- col. Angelo Antonio Milani “ 25,00<br />
- gen. Oriano Orsucci “ 30,00<br />
- Virgilio Perreca “ 25,00<br />
- Giovanni Piredda “ 21,00<br />
- Mario Savastano “ 21,00<br />
- Stanislao Spina “ 25,00<br />
La sezione ha recentemente<br />
organizzato una<br />
giornata di festa a favore<br />
dell’<strong>Associazione</strong> anziani<br />
Centro Sociale Argento<br />
Este<br />
CAMPANIA<br />
Bellona<br />
Estense, giornata allietata<br />
da brani musicali eseguiti<br />
dal musicista prof. Lorenzo<br />
Baldo, vice presidente<br />
di sezione.<br />
Ricordato il ten. col. pl. Giovanni Limongi<br />
La sezione ha recentemente<br />
commemorato il<br />
ten. col. pil. MBVM Giovanni<br />
Limongi, cittadino<br />
bellonese, nato nel 1916 e<br />
deceduto nel 1984, al quale<br />
è intestato il Labaro del<br />
sodalizio. Nell’occasione,<br />
SOSTENITORI DI<br />
“AERONAUTICA”<br />
oltre allo scoprimento di<br />
una lapide apposta sulla<br />
casa natale, è stata presentata<br />
una pubblicazione<br />
curata dal dott. Domenico<br />
Valeriani nella quale viene<br />
ripercorsa la vita dell’illustre<br />
concittadino cui si<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
deve anche la fattiva opera<br />
promotrice per il monumento<br />
in onore dei 54<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
PUGLIA<br />
Monteroni<br />
martiri di quella località<br />
uccisi dai tedeschi il 7 ottobre<br />
1943.<br />
Convegni sulla lotta contro i tumori<br />
In dicembre la sezione<br />
presieduta dal cap. Antonio<br />
Madaro, di concerto<br />
con la Lega italiana per la<br />
lotta contro i tumori<br />
(LILT), ha organizzato<br />
due giorni di convegni sul<br />
tema della prevenzione intitolandoli<br />
“Io non ho<br />
paura - La salute comincia<br />
da te!” con il sottotitolo<br />
“La prevenzione aiuta a<br />
vivere”.<br />
I convegni, aperti dal<br />
dott. Silvio Colonna e<br />
dalla dott.ssa Laura Bisconti<br />
ed ai quali ha assistito<br />
un folto pubblico,<br />
hanno visto nel primo<br />
giorno la trattazione di<br />
tematiche quali l’inquinamento<br />
elettromagnetico,<br />
il DNA e il Radon che sono<br />
state sviluppate dall’epidemiologo<br />
Prisco<br />
Piscitelli, dal radiologo<br />
Mariano Di Monte e dal<br />
fisico Claudio Cazzato,<br />
moderati dal giornalista<br />
Antonio Memmi.<br />
Il giorno dopo, invece, la<br />
psicologa Marianna Burlando<br />
e il pediatra Giuseppe<br />
Presta hanno trattato<br />
rispettivamente il diritto<br />
dei bambini a non crescere<br />
“inquinati” e le cause e<br />
gli effetti che determinati<br />
agenti hanno sui bambini<br />
stessi.<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
L’evento ha visto anche<br />
una Tavola rotonda, moderata<br />
dal giornalista Giovanni<br />
delle Donne ed alla<br />
quale hanno preso parte<br />
numerosi medici della città,<br />
che ha trattato l’argomento<br />
dell’educazione<br />
alla salute e della difficoltà<br />
nella prevenzione, oltre<br />
che esporre i dati epidemiologici<br />
nell’ambito di<br />
Monteroni.<br />
I lavori sono stati conclusi,<br />
dal prof. Giuseppe Serravezza,<br />
presidente LILT<br />
della provincia di Lecce,<br />
che ha dato ai presenti un<br />
secondo appuntamento<br />
sulle importanti tematiche<br />
trattate.<br />
È da sottolineare che,<br />
nell’occasione, il socio<br />
Giorgio Gerardi ha allestito<br />
un centro prenotazioni,<br />
particolarmente<br />
gradito dal pubblico convenuto,<br />
nel quale era possibile<br />
effettuare uno<br />
screening gratuito dermatologico,<br />
senologico o<br />
ginecologico.<br />
Tra le iniziative della sezione<br />
è anche da ricordare<br />
che, successivamente,<br />
in occasione di una serata<br />
spettacolo, sono stati raccolti<br />
3.730,00 euro consegnati<br />
al citato presidente<br />
provinciale della LILT.<br />
39
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
40<br />
V I S I T E D I A G G I O R N A M E N T O T E C N I C O<br />
E G I T E T U R I S T I C O - C U LT U R A L I<br />
Lucca alla portaerei “Cavour” a La Spezia<br />
Zero Branco al 3° RMV<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
Don Giancarlo Centioni<br />
- Paolo Lanzoni (sezione di Alba);<br />
- av. Luigi Masneri (sezione di Adro)<br />
- 1° av. Nicola Rea (sezione di Arpino);<br />
- m.llo 3ª cl. pil. Luigi Storti (sezione di Bassano del<br />
Grappa);<br />
- 1° cap. Alessandro Albertini, sig.ra Rossana Colaiacomo<br />
Capecci, Giovanni Francesconi, Aniello Mazza<br />
(sezione di Brescia);<br />
- Pietro Viretto (nucleo di Caluso);<br />
- col. Antonio Falardo (sezione di Caserta);<br />
- ten. Claudio Lauro (sezione di Cassino);<br />
- av. sc. Marino Fregonese (nucleo di Cervignano);<br />
- ten. col. Dino Paolucci (sezione di Ciampino);<br />
- il 1° Aviere Enrico Lino Gobatto, capo nucleo (nucleo<br />
di Cinto Caomaggiore);<br />
- Bortolo Bassan (nucleo di Dueville);<br />
- m.llo Luigi Della Vedova (nucleo di Fagagna);<br />
- Giuseppe Leonardi (nucleo di Fara Vicentino);<br />
- m.llo sc. Gino Caronti (sezione di Frosinone);<br />
- Piero Gelmotto (nucleo di Gattinara)<br />
- Alessandro Colocci (sezione di Jesi);<br />
- av. sc. Filippo Santamaria (sezione di Ladispoli-<br />
Cerveteri):<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />
HANNO CHIUSO LE ALI<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
Il 23 gennaio è deceduto, quasi centenario, il 1° cappellano capo don Giancarlo Centioni.<br />
Nato a Roma il 4 luglio 1912, don Centioni era tra l’altro poliglotta, scrittore, insegnante, giurista e patriota.<br />
Nominato cappellano militare nel 1937 ebbe modo di conoscere e frequentare Casa Savoia, Villa Torlonia, il<br />
Vaticano, il Governo e tutta l’aristocrazia romana. Iniziata la Seconda Guerra mondiale fu sollecitato da Pio<br />
XII e dai Padri Pallottini ad adoperarsi per la salvezza degli ebrei, dei rifugiati e dei perseguitati politici. A tale<br />
scopo, e rischiando la cattura ogni giorno, collaborò alla realizzazione di una rete clandestina internazionale<br />
e si stimano in circa 800.000 le persone cui fu dato rifugio, denaro e passaporti forniti dal Vaticano.<br />
Oltre agli scontri di Porta San Paolo dopo l’8 settembre fu anche presente alla riesumazione dei martiri delle<br />
Fosse Ardeatine. Cappellano militare da sempre, progettò e collaborò alla realizzazione, sull’aeroporto di<br />
Frosinone, del “Monumento all’Elicotterista”. Era socio onorario della sezione AAA frusinate ed è sempre stato<br />
“l’Aeroprete” che tutti avrebbero voluto.<br />
Gilmo Gusella<br />
Il 29 novembre è deceduto il m.llo pil. Gilmo Gusella, socio della sezione di Padova.<br />
Nato nel 1919 a Piove di Sacco, nel 1937 si era arruolato nell’<strong>Aeronautica</strong> divenendo pilota militare e partecipando<br />
poi al secondo conflitto mondiale in Albania e Grecia. Catturato dai tedeschi dopo l’8 settembre e impiegato<br />
in Germania in una fabbrica di spolette per bombe d’aereo, aveva - rischiando la propria vita -<br />
compiuto numerosi atti di sabotaggio delle stesse rendendole inefficaci. Riuscito ad evadere aveva poi preso<br />
parte alla guerra di liberazione fino all’atto del congedo nel 1945. Era decorato di Croce di ferro tedesca per<br />
aver compiuto una missione speciale, di medaglia di bronzo al VM e di quattro Croci al merito di guerra.<br />
Fondatore del sodalizio AAA di Piove di Sacco nel1972, ne fu capo nucleo per 30 anni.<br />
- m.llo Concetto Muscolino (nucleo di Latisana e Lignano);<br />
- Antonino Arena (sezione di Marsala);<br />
- s.ten. (to) Bruno Parma (sezione di Padova);<br />
- aiut. Mario Sgrulletta (sezione di Pomezia);<br />
- Vito Ventrella (sezione di Putignano);<br />
- Giancarlo Gasperini (sezione di Ravenna);<br />
- s.ten. Francesco Contento (sezione di Rimini);<br />
- gen. isp. capo GArn Giulio Di Piramo (sezione di<br />
Roma);<br />
- av. Italo Baccanelli, (nucleo di Romano di Lombardia);<br />
- lgt. Artemio D’Amo (sezione di San Cesario di Lecce);<br />
- 1° av. Antonio De Lucia, m.llo sc. Alberico Pedagna<br />
(sezione di Santa Maria Capua Vetere);<br />
- Piero Innocenti (sezione di Sinalunga);<br />
- 1° av. Angelo Giaccone (nucleo di Susa);<br />
- m.llo Giovanni Mellano, cap. Costanzo Richetta<br />
(sezione di Torino);<br />
- av. sc. Rino Simiz (sezione di Udine);<br />
- cap. Enolo Biasci (sezione di Val d’Era);<br />
- av. sc. aut. Giovanni Ballarin, (sezione di Venezia)<br />
- Stefano Sani (sezione di Verona)<br />
Il presidente nazionale dell’A.A.A., ricordando le elette virtù di questi commilitoni che ci hanno lasciato, a nome<br />
proprio e di tutti i soci esprime ai familiari degli scomparsi il più sentito cordoglio.<br />
41
Silvano Galli, Prova 17. Diario di<br />
bordo. Milano, GAE. Cm 21 x<br />
29,7, pp. 144. Euro 20,00.<br />
Tanto affascinante nel contenuto<br />
quanto poco curato nella forma: si<br />
può riassumere così il più recente<br />
volume di ricordi di un pilota collaudatore<br />
pubblicato da Giorgio Apostolo.<br />
Questa volta a parlare - ed è<br />
l’espressione giusta, perché il passo è<br />
quello spigliato del racconto - è un<br />
pilota che partendo dall’aero club le<br />
sue 22.500 ore di volo le ha fatte davvero<br />
una per una, collaudando e dimostrando<br />
innanzi tutto gli aerei di<br />
Stelio Frati: ben 17.632 ore, comprese<br />
4.403 dimostrazioni e 1.368 esibizioni,<br />
prima per la Procaer e poi per<br />
la SIAI Marchetti. Da Vergiate all’Etiopia,<br />
alla Libia, alla Thailandia,<br />
le pagine si scorrono tutte d’un fiato<br />
riportandoci a un’Italia più semplice<br />
e dinamica in cui il successo di un<br />
prodotto tecnologico dipendeva molto<br />
dalla capacità e dall’entusiasmo<br />
individuale. Dopo più avventure di<br />
quante se ne possano riassumere in<br />
poche righe, il volume si chiude con<br />
due soli rimpianti. Il primo per la<br />
forma inadeguata con la quale si presenta.<br />
Il secondo per tutti gli aerei citati<br />
nella scheda riassuntiva o<br />
illustrati senza essere mai raccontati:<br />
si pensi all’F.20 Pegaso e all’S.210,<br />
dei quali pochissimo si conosce. Si<br />
può sperare in una seconda edizione<br />
che li sistemi entrambi?<br />
Disponibile presso l’editore (Via Ampere<br />
49, 20131 Milano, tel. 02/70600732;<br />
www.apostoloeditore.com).<br />
42<br />
Libri<br />
a cura di Gregory Alegi<br />
Paolo Varriale, Gli assi italiani<br />
della Grande Guerra. Gorizia,<br />
LEG, 2011. Cm 17x24, pp. 168.<br />
Euro 18,00.<br />
La Biblioteca di Arte Militare della<br />
Libreria Editrice Goriziana ha avviato<br />
la traduzione di alcuni titoli<br />
della celebre collana Osprey britannica,<br />
alla quale diversi altri editori<br />
italiani hanno già attinto per le<br />
proprie iniziative. Il nuovo tentativo<br />
si distingue per la maggior selettività<br />
e cura, a partire dalla scelta<br />
del curatore editoriale Maurizio<br />
Pagliano. Questo volume, dedicato<br />
ai 42 piloti che conseguirono i cinque<br />
o più abbattimenti che davano<br />
diritto alla qualifica di “asso”, ha<br />
la particolarità di essere stato tradotto<br />
dallo stesso autore, che ha<br />
pertanto potuto riversarvi il frutto<br />
delle proprie ulteriori ricerche rispetto<br />
all’edizione originale inglese<br />
(2009) e al lavoro iniziale per<br />
l’Ufficio Storico dell’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare (<strong>2012</strong>). Così, se le sei vittorie<br />
di Romolo Ticconi sono<br />
uguali a quelle di tre anni fa, le<br />
sette di Guglielmo Fornagiari sono<br />
identificate con tipi di aerei e nomi<br />
di piloti prima assenti. L’apparato<br />
iconografico, compresi i<br />
numerosi disegni, è immutato, anche<br />
se la nuova veste grafica penalizza<br />
talvolta qualche immagine,<br />
per dimensione o inquadratura.<br />
Nel complesso un ottimo prodotto<br />
ed un riferimento sicuro per gli<br />
appassionati.<br />
Disponibile in libreria.<br />
Franco Storaro, T-6 Texan & Harvard<br />
in Italian service. Roma,<br />
IBN, 2011, Cm. 20x28, pp. 112.<br />
Euro 28,00.<br />
Un centinaio di fotografie in bianco<br />
e nero e a colori di T-6 di varie versioni<br />
e con i codici delle Scuole di<br />
Volo, delle Regioni Aeree, delle Squadriglie<br />
di collegamento e di altri reparti<br />
che, in Italia, li hanno avuti<br />
nelle proprie linee di volo, fanno da<br />
cornice al testo centrale che è il “diario”<br />
dell’iter istruzionale dell’autore<br />
alla fine degli anni Cinquanta, iter<br />
peraltro comune a migliaia di allievi<br />
piloti militari che, sul quel velivolo,<br />
hanno messo le “ali”.<br />
Il “mitico” T-6, giunto in Italia nel<br />
lontano 1948 e definitivamente radiato<br />
dall’<strong>Aeronautica</strong> Militare nel<br />
1980, è qui ampiamente illustrato,<br />
insieme ad alcune immagini di “vita”<br />
degli allievi, a varie appendici relative<br />
ai controlli pre-volo e al<br />
manuale di volo, ad alcuni disegni a<br />
colori di Marco Gueli e a una panoramica<br />
delle scatole di montaggio<br />
del T-6, più o meno note, dedicate<br />
agli appassionati aeromodellisti.<br />
Un volume, questo di Storaro - autore<br />
di altri libri sugli aeroplani<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare - la cui lettura<br />
farà rievocare a quanti ebbero<br />
il privilegio di volare sul T-6, momenti<br />
ricchi di entusiasmo e di affettuosa<br />
riconoscenza per questo<br />
indimenticabile aereo. (SB)<br />
Disponibile presso l’editore IBN, Via<br />
Mingazzini n. 7, 00161 Roma - telef.<br />
06 4452275, e.mail: ibn@aviolibri.it<br />
AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>
AA.VV., F-16A Air Defence Fighter,<br />
Torino, Aviation Collectables<br />
Company, 2011. Cm 21 x 29,7, pp.<br />
64. Euro 18,50.<br />
AA.VV., Tornado IDS ECR, Torino,<br />
Aviation Collectables Company,<br />
2011. Cm 21 x 29,7, pp. 64.<br />
Euro 18,50.<br />
Il panorama editoriale aeronautico<br />
italiano si è arricchito di recente di<br />
due nuovi titoli e, soprattutto, di<br />
un nuovo editore. Si tratta, in<br />
entrambi i casi, del frutto del lavoro<br />
di tre appassionati torinesi, già<br />
attivi collaboratori di testate specializzate<br />
o impegnati in campo<br />
grafico. Di qui alla produzione<br />
completa il passo è stato breve. I<br />
primi due titoli sono dedicati agli<br />
aerei da combattimento oggi in<br />
linea nell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />
L’approccio è quello ormai classico<br />
per le monografie, con un testo<br />
bilingue italiano/inglese (peraltro<br />
perfettibile) che funge da asse portante<br />
per le fotografie, qui sempre<br />
a colori grazie al periodo trattato.<br />
In più vi sono l’appendice modellistica,<br />
i profili a colori (ma non un<br />
disegno tecnico), i distintivi di<br />
stoffa (“patch”). Il testo è aggiornato<br />
agli eventi più recenti, anche<br />
con spunti meno noti, e tra le fotografie<br />
non mancano le sorprese<br />
quali gli F-16ADF restituiti agli<br />
USA e tornati nel deposito di<br />
Davis-Monthan dal quale furono<br />
estratti per essere noleggiati all’Italia.<br />
Ampia la documentazione di<br />
livree speciali e commemorative.<br />
Nel complesso si tratta di buoni<br />
prodotti commerciali, ben costruiti<br />
sulle esigenze del pubblico di riferimento.<br />
Disponibili presso l’editore (Corso G.<br />
Agnelli 95, 10134 Torino; www.aviastore.it)<br />
Gian Piero Milanetti, Le streghe<br />
della notte. Roma, IBN, 2011, Cm.<br />
17x24, pp. 280. Euro 22,00.<br />
È la seconda edizione (stampata<br />
solo otto mesi dopo la prima,<br />
recensita a pag. 42 di <strong>Aeronautica</strong><br />
n. 5/2011) del libro dedicato alle<br />
attività delle aviatrici sovietiche<br />
nel corso della seconda guerra<br />
mondiale.<br />
105 pagine e numerose fotografie<br />
in più rispetto alla prima edizione<br />
che rendono ora questo volume<br />
come il testo più aggiornato e ricco<br />
di illustrazioni sulle vicende eroiche<br />
e coinvolgenti che ebbero come<br />
protagoniste centinaia di ragazze<br />
dell’Unione sovietica arruolatesi<br />
volontariamente come piloti, navigatori,<br />
mitraglieri, motoristi e meccanici<br />
per combattere dal cielo e<br />
nel cielo i tedeschi.<br />
L’autore ha arricchito questa tematica<br />
di nuove foto, memorie e documentazioni<br />
varie raccolte dopo<br />
altre approfondite ricerche presso<br />
enti, musei e archivi anche della<br />
Germania con la possibilità, quindi,<br />
di presentare nomi, biografie e<br />
foto di alcuni degli “assi” tedeschi<br />
che affrontarono e abbatterono le<br />
donne pilota più famose come<br />
Lydia Litvyak e Katya Budanova.<br />
Da evidenziare, inoltre, che questa<br />
seconda edizione riporta schede e<br />
foto degli aerei pilotati dalle “streghe<br />
della notte” e dai loro avversari<br />
con la croce uncinata. (SB)<br />
Disponibile presso l’editore IBN, Via<br />
Mingazzini n. 7, 00161 Roma - telef.<br />
06 4452275, e.mail: ibn@aviolibri.it<br />
Paolo Farina, Dalle vele ... alle ali.<br />
Pisa, Centro Culturale Aeronautico<br />
“Ugo Antoni”, 2011. Cm 24,5 x<br />
22, pp. 252. Euro 20,00.<br />
Il centenario del primo volo a Pisa<br />
ha indotto Paolo Farina, massimo<br />
esperto sulle vicende aviatorie<br />
della città toscana, a raccogliere in<br />
un unico volume i frutti delle proprie<br />
ricerche. Il risultato, condensato<br />
in una trentina di brevi capitoli<br />
riccamente illustrati, è particolarmente<br />
agile e scorrevole. L’equilibrio<br />
tra temi notissimi (quali<br />
la 46ª Brigata Aerea o l’attività<br />
industriale Piaggio, già oggetto di<br />
diversi libri da parte dello stesso<br />
Farina) e pagine da intenditori<br />
(come il piccolo aereo da turismo<br />
GCA Pedro realizzato presso l’ITIS<br />
“Leonardo da Vinci”) è ben riuscito<br />
e non trascura neppure lo scalo<br />
civile (con chicche quali una visita<br />
del Concorde) e gli operatori istituzionali<br />
minori. Il risultato è<br />
dunque un utile compendio delle<br />
vicende aeronautiche pisane,<br />
oltretutto ad un prezzo davvero<br />
conveniente.<br />
Disponibile presso l’editore<br />
(info@centroaeronauticoantoni.it)
1952-<strong>2012</strong><br />
sessantennale dell'<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />
L'<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong>, costituita a<br />
Torino il 29 febbraio 1952 ed eretta in Ente<br />
Morale con decreto del presidente della<br />
Repubblica del 13 maggio 1955, n° 575, si<br />
impegna a mantenere stretti rapporti con<br />
l'<strong>Aeronautica</strong> Militare al fine di sviluppare e<br />
realizzare ogni possibile forma di collaborazione<br />
in tutti i settori nei quali tale collaborazione sia<br />
ritenuta possibile ed opportuna.<br />
Guardando ai nostri 60 anni di vita<br />
rinnoviamo il nostro impegno personale per la<br />
realizzazione dei nostri scopi statutari.<br />
Tu puoi fare molto!