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Anno LVII - N.2 FEBBRAIO 2012 - Associazione Arma Aeronautica ...

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Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma<br />

<strong>Anno</strong> <strong>LVII</strong> - <strong>N.2</strong> <strong>FEBBRAIO</strong> <strong>2012</strong><br />

Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/2011 - Roma


In copertina<br />

2<br />

<strong>FEBBRAIO</strong> <strong>2012</strong><br />

ANNO <strong>LVII</strong><br />

Il lancio del vettore spaziale Vega<br />

dell’ESA. All’evento è dedicato l’articolo<br />

a pag. 14.<br />

(Foto <strong>2012</strong> ESA/CNES/Arianespace/Photo<br />

Optique Video du CSG).<br />

I due addestratori avanzati T-346 attualmente<br />

nella linea di volo dell’AM hanno partecipato<br />

al salone aeronautico internazionale<br />

svoltosi a Singapore dal 14 al 19 febbraio.<br />

Decollati l’8 febbraio <strong>2012</strong> da Pratica di<br />

Mare, i T-346 sono atterrati a Singapore il 13<br />

febbraio dopo gli scali tecnici effettuati in<br />

Grecia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Oman,<br />

India e Thailandia.<br />

Il volo di trasferimento ha consentito, tra l’altro,<br />

di valutare la capacità del T-346 di poter<br />

svolgere un’intensa attività di volo continuativa,<br />

contando solo sul supporto tecnico<br />

minimo fornito da una squadra tecnica<br />

imbarcata su un C-27 al seguito della missione,<br />

acquisendo così importanti elementi<br />

per l’impiego operativo dell’aereo.<br />

(foto di Aldo Bidini)<br />

AERONAUTICA<br />

<strong>Anno</strong> di fondazione 1956<br />

Pubblicazione mensile edita dall’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />

Direttore editoriale<br />

GIANBORTOLO PARISI<br />

Direttore responsabile<br />

SILVANO BRONCHINI<br />

Direzione, Redazione, Amministrazione<br />

00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23<br />

Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882<br />

C.F. 80248150585 - Partita IVA n. 10925071002<br />

e-mail: assoaerorivista@libero.it (per il periodico sociale)<br />

e-mail:assoaeroamministra@libero.it (per l’amministrazione)<br />

www.assoaeronautica.it (per l’<strong>Associazione</strong>)<br />

www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici)<br />

c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003<br />

c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 -<br />

via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma -<br />

IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949<br />

Realizzazione grafica e stampa<br />

Raia srl - 00166 Roma, via G. B. Impallomeni, 66<br />

Tel. 06/6690252 - Fax 06/5599675 - e-mail: a.raia@raiaweb.eu<br />

Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56<br />

Iscrizione al R.O.C. n. 6972<br />

“<strong>Aeronautica</strong>” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250<br />

AAssociato<br />

all’Unione Stampa Periodica Italiana<br />

Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria,<br />

artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, è<br />

fatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque<br />

inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono.<br />

Chiuso in redazione il 20 febbraio <strong>2012</strong>.<br />

Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno una<br />

somma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio nazionale.<br />

Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione.<br />

La quota associativa fissata dal Consiglio Direttivo Nazionale AAA per il <strong>2012</strong> è<br />

comprensiva della spedizione in abbonamento postale (pari a € 8,00) del periodico<br />

sociale “<strong>Aeronautica</strong>".<br />

ISSN: 0391-7630<br />

I T-346 dell’A.M. al Singapore Air Show


I 60 anni dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> 4<br />

di Gianbortolo Parisi<br />

L’<strong>Aeronautica</strong> Militare 6<br />

L’<strong>Arma</strong> Azzurra per l’emergenza neve in Italia<br />

All’Italia il JSF costerà meno dell’Eurofighter<br />

Tematiche politico-militari 9<br />

La riunione del Consiglio Supremo di Difesa<br />

Storia aeronautica 10<br />

Un jet per l’<strong>Aeronautica</strong> Militare<br />

di Giovanni Massimello<br />

Sul filo dei ricordi 13<br />

Incidente di volo: indifferenza<br />

di Aldo Allegra<br />

Scienza, spazio, tecnica e industria 14<br />

Il primo lancio del vettore spaziale VEGA dell’ESA<br />

Varie 16<br />

“Non mi piace. Anzi, ti dirò, non mi piace per niente!”<br />

di Giancarlo Naldi<br />

Ben tornato, Romeo!<br />

di Gregory Alegi<br />

“Veltri” sul Nilo: i Macchi C.205V egiziani<br />

di Gianni Cattaneo e Giovanni Massimello<br />

Legislazione, pensionistica e trattamenti economici 28<br />

Lettere al direttore 29<br />

L’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> 30<br />

Libri 42<br />

SS<br />

OO<br />

MM<br />

MM<br />

AA<br />

RR<br />

II<br />

OO


Il 29 febbraio 1952 nasce a Torino<br />

l’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong>.<br />

Sono i difficili anni del<br />

dopoguerra. Nelle città sono ancora<br />

visibili le macerie lasciate dai bombardamenti<br />

aerei, ma c’è tanta voglia<br />

di ripresa, tanto entusiasmo.<br />

L’economia si sta gradualmente<br />

riassestando. Si intravedono i primi<br />

segni di quello che sarà il boom economico.<br />

Anche l’<strong>Aeronautica</strong> sta preparando<br />

il proprio futuro. La recente costituzione<br />

della NATO, di cui<br />

l’Italia fa parte, la proietta in una<br />

nuova realtà. Gradualmente, ai<br />

vecchi velivoli, residuati bellici, si<br />

affiancano, fino a sostituirli, i nuovi<br />

moderni mezzi, ceduti dai paesi<br />

alleati: Stati Uniti, Gran Bretagna,<br />

Canada. Con i nuovi aerei, vengono<br />

introdotte nella Forza <strong>Arma</strong>ta,<br />

nuove idee, una nuova mentalità,<br />

nuovi sistemi addestrativi. Sta nascendo<br />

una Forza <strong>Arma</strong>ta profondamente<br />

diversa, in qualità e in<br />

quantità, da quello che era la Regia<br />

<strong>Aeronautica</strong>.<br />

Il generale ridimensionamento delle<br />

strutture crea grossi esuberi nel<br />

personale. Molti ufficiali e sottufficiali<br />

non in servizio permanente<br />

devono crearsi una nuova vita, dopo<br />

anni di servizio e di guerra.<br />

Inoltre la bufera ha inciso profondamente<br />

nel morale del personale;<br />

diffidenze e rancori sono nati e<br />

permangono, come conseguenza<br />

delle diverse scelte di campo. Alcuni<br />

lasciano addirittura il loro paese<br />

e cercano all’estero nuove sistemazioni.<br />

Tuttavia in tutti, indipendentemente<br />

dalle proprie vicende personali, è<br />

ancora vivo l’affetto per l’<strong>Aeronautica</strong>,<br />

le sue tradizioni, il suo patrimonio<br />

di sacrifici e di valore; si avverte<br />

un vivo desiderio di essere ancora<br />

insieme. Non è semplice nostalgia.<br />

È voglia di partecipazione derivante<br />

da un vivo sentimento di appartenenza<br />

che sopravvive a tutte le traversie<br />

e, talvolta, ai torti subiti o<br />

ritenuti tali.<br />

4<br />

L’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />

compie sessant’anni<br />

A Torino, città di grandi tradizioni<br />

patriottiche e militari, un gruppo<br />

di ufficiali e sottufficiali in congedo,<br />

decide di riunirsi in un sodalizio<br />

per essere ancora insieme, per<br />

rivivere insieme gli anni esaltanti<br />

trascorsi in grigio-azzurro, condividendo<br />

ricordi, emozioni, tradizioni.<br />

È senza dubbio un’idea<br />

vincente: nel volgere di qualche an-<br />

no l’esempio viene seguito in varie<br />

città dove sorgono spontaneamente<br />

altre sezioni. Ormai l’<strong>Associazione</strong><br />

si estende su tutto il territorio<br />

nazionale, mentre altre sezioni<br />

vengono costituite all’estero. In Canada,<br />

Stati Uniti, Argentina, Brasile<br />

ed Australia gli Aviatori che<br />

hanno trovato una nuova patria si<br />

riuniscono in sezioni dove il ricor-<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


do dell’<strong>Aeronautica</strong> si fonde con<br />

quello dell’Italia lontana.<br />

Come a Torino, il personale appartiene<br />

prevalentemente alle categorie<br />

in congedo. Si tratta di ufficiali,<br />

sottufficiali ed avieri in gran parte<br />

distintisi in guerra e pace, uomini<br />

che, a prescindere dal grado rivestito,<br />

hanno in comune l’attaccamento<br />

alla Forza <strong>Arma</strong>ta e il<br />

desiderio di ritrovarsi. La dimensione<br />

in pochi anni raggiunta fa<br />

sentire viva l’esigenza di un coordinamento<br />

generale: nel 1955, sull’esempio<br />

di altre associazioni<br />

d’arma, l’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />

assume una connotazione<br />

nazionale con la costituzione di<br />

una Presidenza nazionale. Viene<br />

elaborato un primo statuto che<br />

sancisce, fra l’altro, le finalità da<br />

perseguire, tutte attinenti al campo<br />

etico-culturale, nella difesa delle<br />

tradizioni militari e dell’immagine<br />

delle Forze <strong>Arma</strong>te e, in particolare,<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare. Un<br />

Consiglio direttivo nazionale, attraverso<br />

riunioni periodiche, definisce<br />

le attività da programmare a livello<br />

nazionale.<br />

L’<strong>Aeronautica</strong> incoraggia l’attività<br />

dell’<strong>Associazione</strong>, che viene considerata<br />

di fatto parte integrante<br />

della Forza <strong>Arma</strong>ta, sulla base di<br />

una contiguità ideale fra personale<br />

in servizio e in congedo. Questo<br />

incoraggiamento si concretizza anche<br />

attraverso varie forme di supporto:<br />

personale, automezzi,<br />

attrezzature varie e soprattutto<br />

una sede prestigiosa.<br />

Purtroppo negli anni ‘70 gli aiuti<br />

che le Forze <strong>Arma</strong>te prestano alle<br />

Associazioni d’<strong>Arma</strong> subiscono un<br />

processo di revisione; da quegli anni<br />

l’<strong>Associazione</strong> può contare solo<br />

sulle sue forze, o quasi. Rimane infatti<br />

un modesto contributo che la<br />

Forza <strong>Arma</strong>ta si impegna a corrispondere<br />

all’<strong>Associazione</strong> a titolo<br />

di aggiornamento del personale in<br />

congedo attraverso il periodico<br />

“<strong>Aeronautica</strong>” che dedica a questo<br />

scopo alcune pagine. Nel 2009, a<br />

seguito delle restrizione finanziarie,<br />

anche tale contributo viene meno,<br />

mentre prosegue sulla nostra<br />

rivista l’importante funzione di aggiornamento<br />

del personale sul pia-<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

no tecnico, scientifico e storico. Da<br />

questo momento, l’<strong>Associazione</strong><br />

può contare solo sulle sue forze,<br />

costituite quasi esclusivamente dai<br />

contributi dei soci.<br />

Fortunatamente, in questi sessant’anni<br />

l’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />

ha consolidato le<br />

proprie strutture aumentando costantemente<br />

il numero dei propri<br />

associati, fino alla consistenza attuale<br />

di circa 35.000 unità, consistenza<br />

nella quale, nonostante le<br />

previsioni pessimistiche di alcuni,<br />

nemmeno la cessazione del servizio<br />

di leva ha determinato alcuna<br />

flessione.<br />

In un’associazione il numero dei<br />

membri è certamente un parametro<br />

importante; ma, accanto al numero,<br />

non è da sottovalutare l’aspetto qualitativo,<br />

soprattutto sotto il profilo<br />

culturale. “<strong>Aeronautica</strong>”, la nostra<br />

rivista sociale, che nel contenuto rispecchia<br />

gli interessi della maggior<br />

parte dei soci, comprende, in un insieme<br />

ben equilibrato, assieme a notizie<br />

sull’attività sociale condotta<br />

dalle sezioni, articoli di carattere<br />

storico e tecnico. Non è azzardato<br />

affermare che, fra tutte le molte riviste<br />

delle Associazioni d’<strong>Arma</strong>, la nostra<br />

occupa un posto di assoluto<br />

rilievo.<br />

La stessa azione nel settore culturale<br />

viene svolta a livello centrale dal<br />

nostro Centro Studi Militari Aeronautici<br />

che organizza periodicamente<br />

seminari e dibattiti, con la<br />

partecipazione di eminenti personalità<br />

del mondo universitario e industriale,<br />

su argomenti di interesse<br />

aeronautico a supporto dell’attività<br />

di ricerca e studio condotta dallo<br />

Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare.<br />

È questa un’attività che risponde<br />

pienamente alla vocazione dell’<strong>Associazione</strong><br />

nel settore del supporto<br />

alla Forza <strong>Arma</strong>ta. Un’altra forma<br />

di supporto, spesso non sufficientemente<br />

valutata, è quella condotta<br />

giornalmente dalle nostre sezioni e<br />

nuclei, sparsi su tutto il territorio<br />

nazionale. È questa una funzione<br />

che, specialmente dopo l’abolizione<br />

del servizio di leva, è particolarmente<br />

utile in quanto assicura un<br />

raccordo fra la Forza <strong>Arma</strong>ta e il<br />

territorio, con riflessi importanti ai<br />

fini della diffusione delle notizie<br />

che riguardano il mondo aeronautico<br />

sotto il profilo sia storico che<br />

dell’attualità.<br />

Se è importante la funzione dei<br />

nostri organi periferici distribuiti<br />

sul territorio nazionale, altrettanto<br />

significativa è l’attività condotta a<br />

livello centrale. In questi sessant’anni<br />

diciannove sono stati i<br />

raduni nazionali, che si aggiungono<br />

ai molti regionali ed interregionali,<br />

che hanno visto migliaia<br />

bustine blu sfilare per le vie della<br />

nostre città: una presenza sempre<br />

apprezzata e gradita dai cittadini e<br />

un’occasione di ritrovo per molti<br />

soci nel ricordo degli anni trascorsi<br />

in uniforme.<br />

Oggi, in pieno terzo millennio, ci si<br />

potrebbe chiedere se ha ancora<br />

senso un’associazione dedita soprattutto<br />

a ricordare e commemorare<br />

fatti, personaggi e avvenimenti<br />

ormai lontani nel tempo. La risposta<br />

non può che essere affermativa.<br />

Nel merito va, infatti, tenuto presente<br />

che viviamo in un momento<br />

storico del tutto particolare in cui,<br />

tramontate le ideologie, anche gli<br />

ideali sembrano vacillare. È proprio<br />

in tempi come questi che c’è<br />

bisogno di esempi; esempi di uomini<br />

che hanno sempre fatto il loro<br />

dovere sia da militari, sia da cittadini.<br />

Uomini che ai giovani hanno<br />

qualcosa da insegnare anche ricordando<br />

e commemorando personaggi,<br />

fatti ed avvenimenti che hanno<br />

contribuito a fare l’Italia.<br />

In sintesi si può senz’altro affermare<br />

che nell’ormai lontano 1952 i soci<br />

fondatori hanno seminato bene.<br />

Forse la realtà che è nata dalla loro<br />

iniziativa è andata oltre le loro<br />

stesse aspettative. Ad essi rivolgiamo<br />

un grato pensiero, pur nella<br />

consapevolezza della bontà del terreno<br />

sul quale il seme è caduto: uomini<br />

che dalla Forza <strong>Arma</strong>ta hanno<br />

appreso e successivamente coltivato<br />

dei valori come l’attaccamento<br />

alle istituzioni, prima di tutte l’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare, e alla Patria,<br />

che tuttora conservano nel proprio<br />

stile di vita.<br />

Gianbortolo Parisi<br />

5


AERONAUTICA<br />

MILITARE<br />

L’AM per l’emergenza “neve” in Italia<br />

Notevole l’impegno dell’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare nelle attività<br />

volte a fronteggiare l’emergenza<br />

creatasi in tutto il nostro paese<br />

per le abbondanti nevicate che,<br />

in due riprese, hanno praticamente<br />

interessato tutto il territorio nazionale<br />

isolando anche numerosi paesi<br />

o singole abitazioni rendendo<br />

estremamente difficile, se non impossibile,<br />

l’invio di soccorsi con<br />

mezzi terrestri.<br />

Particolarmente impegnati gli elicotteri<br />

del 15° Stormo SAR che hanno<br />

operato, in difficili condizioni meteorologiche,<br />

a favore di ammalati abbisognevoli<br />

di urgente ricovero in<br />

strutture sanitarie soprattutto in<br />

Emilia Romagna e nel Lazio.<br />

Per fronteggiare i disagi causati<br />

dalla neve e su richiesta delle locali<br />

prefetture, gli uomini e i mezzi dei<br />

6<br />

Gruppi del Genio Campale<br />

dell’A.M., provenienti da Villafranca,<br />

Ciampino e Bari Palese, sono entrati<br />

in azione nella province di<br />

Forlì, Cesena, Roma e Potenza.<br />

Da sottolineare anche la preziosa<br />

opera svolta da altro personale della<br />

nostra Forza <strong>Arma</strong>ta in varie località<br />

del Paese come, tra i tanti, l’impiego<br />

di uomini e mezzi del 2° Gruppo<br />

manutenzione autoveicoli (GMA) di<br />

Forlì, del 72° Stormo di Frosinone,<br />

del Centro <strong>Aeronautica</strong> Militare di<br />

Montagna (CAMM) di Monte Cimone<br />

e della Scuola marescialli AM<br />

(SMAM) di Viterbo che - su richiesta<br />

delle locali prefetture o dei sindaci -<br />

hanno a lungo lavorato per sgombrare<br />

dalla neve numerose vie dei<br />

comuni interessati e di località ad<br />

essi viciniore.<br />

Da evidenziare anche che, a Viter-<br />

Lo afferma il gen. Debertolis<br />

bo, il personale della SMAM ha offerto<br />

donazioni di sangue considerata<br />

la concomitante emergenza<br />

creatasi in questo specifico settore.<br />

Intensa anche l’attività del Centro<br />

Nazionale di Meterorologia e Climatologia<br />

dell’AM che, a partire dal<br />

26 gennaio, ha emesso ben dieci<br />

avvisi di “condizioni meteorologiche<br />

avverse”.<br />

All’Italia il JSF costerà meno dell’Eurofighter<br />

«Il costo, a regime, di ogni F-35 sarà di circa 55 milioni di euro a fronte dei 79 dell’Eurofighter».<br />

Lo ha precisato il segretario generale e direttore nazionale degli armamenti, gen. SA Claudio Debertolis, nell’audizione<br />

che ha tenuto il 7 febbraio alla commissione Difesa della Camera dei deputati per fornire alcune delucidazioni sul programma,<br />

contestato da alcune parti politiche, relativo all’acquisizione, da parte italiana, del caccia statunitense JSF F-35<br />

che, ha detto il generale, va incontro a «una cessazione di produzione: cambia lo scenario e un rallentamento del programma<br />

comporterebbe un aumento dei costi».<br />

E, proprio sui costi - che per i primi esemplari sono più alti - Debertolis ha evidenziato che «in questo momento difficile<br />

per il Paese non chiediamo risorse in più», ma «cerchiamo soltanto il metodo migliore per impiegare quelle che ci saranno<br />

date» .<br />

Così, ad esempio, la revisione del programma per l’F-35 potrebbe avvenire «agendo sull’allungamento delle consegne<br />

degli aerei», cosa che sarebbe «molto più semplice rispetto ad altri programmi, come quello dell’Eurofighter» per via della<br />

sua modularità e «i ritardi, quindi, non comportano un aumento dei costi».<br />

Nel corso dell’audizione il segretario generale della Difesa ha ricordato che i primi F-35 saranno assemblati, a decorrere<br />

dall’inizio del 2013, nello stabilimento dell’aeroporto di Cameri dove «si sta già lavorando in hangar provvisori per costruire<br />

la parte fusoliera/ali» e ciò dovrebbe consentire la «continuità occupazionale» tra gli 11.000 addetti impegnati sull’Eurofighter<br />

e i 10.000 del JSF.<br />

Hanno giurato gli allievi del 15° Corso VFP-1<br />

Il 16 dicembre, alla Scuola Volontari di Truppa dell’AM (SVTAM) di Taranto, ha avuto luogo la cerimonia per il<br />

giuramento dei 600 allievi volontari in ferma prefissata di un anno, dei quali 65 donne, appartenenti al 15° Corso<br />

“Scilla”.<br />

Presenti alla cerimonia, tra gli altri, il gen. DA Vitantonio Cormio, comandante in s.v. delle Scuole dell’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare-3ª Regione Aerea, i gonfaloni della Provincia e della città di Taranto, varie autorità civili e militari del luogo,<br />

le rappresentanze con Labari delle Associazioni combattentistiche e d’arma e, giunti da ogni parte d’Italia, numerosi<br />

familiari ed amici dei giurandi.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

AERONAUTICA MILITARE<br />

Il gen. Bernardis capo di SM dell’AM ancora per un anno<br />

Nella riunione del 20 gennaio, il Consiglio dei ministri ha decretato la proroga, fino al 25 febbraio 2013, dell’incarico<br />

di capo di Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare al gen. SA Giuseppe Bernardis.<br />

Cambi di comando e assunzioni d’incarico nell’AM<br />

Il 12 gennaio, presso il Quartier Generale del Comando<br />

della missione UNIFIL a Naqoura, in Libano, il col.<br />

AAra Massimo Marroni ha assunto l’incarico di Senior<br />

Officer dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare e capo delle Operazioni<br />

Aeree di UNIFIL in sostituzione del pari grado<br />

Marco Maistrello.<br />

Il 18 gennaio, sull’aeroporto militare di Bari Palese, il<br />

col. AAra Paolo Citta ha sostituito il gen. brig. AAra<br />

Francesco Crocitto nel comando del Quartier Generale<br />

del Comando delle Scuole AM - 3ª Regione Aerea.<br />

Il 19 gennaio, a Borgo Piave, il col. AAra Pietro Iodice<br />

ha assunto il comando del 4° Reparto Tecnico Manutentivo<br />

Difesa Aerea/Assistenza al Volo/Telecomunicazioni<br />

subentrando al pari grado Silvio Monti.<br />

Il 3 febbraio, a Bari, il gen. SA Mario Renzo Ottone ha<br />

assunto il comando delle Scuole AM - 3ª Regione Aerea<br />

subentrando al gen. DA Vitantonio Cormio che ne<br />

era il titolare in sede vacante.<br />

Il gen. Ottone, nato ad Arona nel 1952, dopo la frequenza<br />

dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong> con il corso Orione<br />

3° e il conseguimento del brevetto di pilota<br />

militare nel 1978, è stato assegnato<br />

al 5° Stormo fino al 1982 divenendo<br />

poi, dal 1984, pilota collaudatore-sperimentatore<br />

alla Empire Test Pilot School<br />

in Gran Bretagna.<br />

Nel 1989-90 ha comandato il 311°<br />

Gruppo Volo del Reparto Sperimentale<br />

di Volo dopo aver svolto, in seno allo<br />

stesso Reparto, gli incarichi di capo Sezione<br />

prove di Volo e capo Ufficio operazioni, partecipando<br />

nel contempo a importanti programmi di sviluppo<br />

di sistemi d’arma.<br />

Dopo essere stato aiutante di volo del capo di Stato<br />

Visite straniere a enti e reparti dell’AM<br />

Delegazione filippina al 51° Stormo<br />

Maggiore dell’AM dal 1990 al 1992 viene nominato<br />

Addetto aeronautico aggiunto presso l’Ambasciata<br />

d’Italia a Washington dove rimane fino al 1995 quando<br />

rientra in Italia perché destinato al 1° Reparto dello<br />

SMA.<br />

L’anno successivo assume il comando del 37° Stormo<br />

che lascia nel 1998 in quanto assegnato al Comando<br />

Operativo di Vertice Interforze (COI) nel quale ha svolto,<br />

dal 1998 al 2001, l’incarico di capo Divisione J5<br />

“piani” e, dal 2001 al 2005, quello di capo Reparto pianificazione.<br />

Nell’agosto 2005 assume il comando della 1ª Divisione-<br />

Centro Sperimentale Volo del Comando Logistico dell’AM<br />

e due anni dopo diviene vice comandante del Comando<br />

NATO di Componente Aerea a Izmir in Turchia.<br />

Rientrato in Italia, nell’agosto 2010 assume il comando<br />

del neo-costituito Comando Operazioni Aeree (COA),<br />

del 5° Centro per le Operazioni Aeree Combinate della<br />

NATO (CAOC5) rivestendo anche, fino al 30 dicembre<br />

<strong>2012</strong>, l’incarico di vice comandante operativo delle Forze<br />

Aeree di Poggio Renatico.<br />

Nel corso della sua carriera ha frequentato numerosi<br />

corsi professionali in Italia e all’estero ed ha svolto<br />

un’attività di volo di oltre 3.000 ore su più di 50 tipi di<br />

velivoli.<br />

Il 7 febbraio, sulla base di Camp ‘’Arena’’ a Herat in Afghanistan<br />

il col. CCrn Salvatore Esposito ha assunto<br />

la direzione del Centro Amministrativo d’Intendenza Interforze<br />

(CAI-I) subentrando al pari grado Guglielmo<br />

Sibilia.<br />

Il 14 febbraio, sull’aeroporto romano di Centocelle, sede<br />

del Comando della Squadra Aerea, il gen. BA Stefano<br />

Fort ha sostituito il gen. DA Vincenzo Parma quale comandante<br />

delle Forze per la Mobilità ed il Supporto<br />

(CFMS).<br />

Il 1° febbraio una delegazione dell’<strong>Aeronautica</strong> filippina, guidata dal segretario nazionale della Difesa della Repubblica<br />

Filippina Voltaire Gazmin, ha visitato il 51° Stormo di Istrana dove, dopo aver assistito all’illustrazione<br />

delle attività del reparto, si è soffermata presso i vari assetti logistici ed operativi dello Stormo e, in particolare,<br />

al Gruppo Efficienza Aeromobili e all’allenatore strumentale.<br />

7


AERONAUTICA MILITARE<br />

L’AM e il CFS per l’assestamento forestale di Pratica di Mare<br />

Il 24 gennaio, a Roma, il comandante<br />

della Squadra Aerea gen.<br />

SA Tiziano Tosi per l’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare (AM) e il capo del Corpo Forestale<br />

dello Stato (CFS) ing. Cesare<br />

Patrone per tale Corpo, hanno<br />

firmato un accordo triennale che impegna<br />

le due Istituzioni in attività<br />

tecnico-logistiche volte, in particolare,<br />

all’attuazione di un piano di assestamento<br />

forestale teso alla<br />

conservazione e alla valorizzazione<br />

delle aree verdi della base aerea di<br />

Pratica di Mare.<br />

L’area sulla quale sorge la base, infatti,<br />

presenta una vegetazione arborea<br />

ed arbustiva di particolare<br />

rilievo paesaggistico ed ambientale,<br />

La 46ª B.A. si addestra su<br />

pista ghiacciata<br />

Il 17 febbraio, sulla base di Bardufoss (Norvegia), si<br />

è concluso un ciclo di addestramento su piste<br />

ghiacciate da parte di piloti ed equipaggi del velivolo<br />

C-27J Spartan della 46ª Brigata Aerea di Pisa.<br />

L’attività, effettuata da parte degli equipaggi e dei<br />

team di manutenzione, ha avuto lo scopo di acquisire<br />

e mantenere le capacità per operare in casi reali di<br />

“cold weather environment” (ambienti freddi) e “slippery<br />

runway surface landing and take off” (piste di atterraggio<br />

e decollo con superficie scivolosa),<br />

condizioni che sempre più spesso possono essere<br />

incontrate negli attuali teatri operativi (Afghanistan,<br />

Kosovo, ecc.) e, talvolta, anche in ambito nazionale.<br />

Grazie a questo specifico addestramento, i C-27J e<br />

gli altri velivoli della Brigata possono operare in condizioni<br />

in cui l’accumulo di precipitazioni nevose, ovvero<br />

la presenza di ghiaccio, limitano o precludono la<br />

normale attività di volo di un aeroporto, consentendo<br />

così il raggiungimento di zone isolate dal maltempo<br />

invernale, permettendone il rifornimento con generi<br />

di prima necessità e medicinali, rendendo possibile<br />

anche il trasporto di persone bisognose di cure o assistenza.<br />

8<br />

la cui gestione conservativa, attraverso<br />

interventi mirati di selvicoltura<br />

naturalistica, richiede specifiche<br />

professionalità e particolari conoscenze<br />

specialistiche che non rientrano<br />

nell’ambito delle capacità<br />

professionali di pertinenza del personale<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare. Al<br />

contempo, sussiste la necessità per<br />

l’AM di limitare al massimo l’impatto<br />

della costante crescita di una natura<br />

non controllata e dell’incremento del<br />

fenomeno boschivo sulle attività<br />

operative e logistiche svolte a Pratica<br />

di Mare.<br />

La firma dell’accordo - si legge in<br />

una nota della nostra Forza <strong>Arma</strong>ta<br />

- trae origine dall’applicazione di<br />

Viaggio d’istruzione per gli<br />

allievi della “Douhet”<br />

Dal 30 gennaio al 3 febbraio gli allievi del terzo anno<br />

della Scuola Militare AM “Giulio Douhet” di Firenze<br />

hanno computo un viaggio d’istruzione nel Friuli<br />

Venezia Giulia.<br />

Dopo aver visitato il 2° Stormo di Rivolto, soffermandosi<br />

in particolare al 313° Gruppo Addestramento Acrobatico<br />

“Frecce Tricolori”, gli allievi si sono poi recati presso alcune<br />

località storiche quali la città di Aquileia, nella cui Basilica<br />

fu consacrato il Milite Ignoto, la città militare di<br />

Palmanova, famosa per la sua struttura geometrica a forma<br />

di stella a nove punte, Udine, Trieste e, infine, al Sacrario<br />

Militare di Redipuglia, dove sono custodite le<br />

spoglie di oltre centomila soldati della Terza <strong>Arma</strong>ta, caduti<br />

durante la “Grande Guerra”.<br />

La visita istruzionale ha avuto la sua conclusione ad Aviano,<br />

dove gli allievi - oltre a ricevere il libro fotografico realizzato<br />

lo scorso anno in occasione della celebrazione del<br />

centenario della costituzione di quello storico campo di<br />

aviazione - hanno potuto visitare il 31° Fighter Wing dell’U-<br />

SAF, la sala radar, la torre di controllo e l’area riservata alla<br />

manutenzione dei velivoli.<br />

Rettifica<br />

un Decreto Interministeriale del 20<br />

luglio 2006 e si inserisce nell’ambito<br />

di preesistenti collaborazioni tra<br />

AM e CFS per la conduzione di attività<br />

addestrative e formative in favore<br />

del personale della Forestale<br />

e la fornitura di numerosi altri servizi<br />

tecnico-professionali assicurati<br />

nel tempo dall’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />

Il piano pluriennale - evidenzia ancora<br />

la nota - sarà organizzato dal<br />

CFS. e dal dipendente Ufficio della<br />

Biodiversità con l’ausilio del personale<br />

dipendente e dei mezzi a propria<br />

disposizione, in stretto<br />

coordinamento con il Gruppo Sevizi<br />

Logistici Operativi dell’aeroporto.<br />

Sulla cerimonia commemorativa dell’incidente al<br />

Lyra 35<br />

Nella notizia relativa alla commemorazione del ventennale<br />

della caduta del G.222 Lyra 35 pubblicata<br />

a pag. 6 di <strong>Aeronautica</strong> n. 1/<strong>2012</strong>, per un salto di<br />

riga nel secondo capoverso si legge «la cerimonia, organizzata<br />

dalla sezione di Prato…» invece della corretta dizione<br />

«la cerimonia, organizzata dal nucleo di<br />

Montemurlo con il supporto della sezione di Prato…».<br />

Ci scusiamo con il nucleo organizzatore e con i i lettori.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


Il Consiglio Supremo di Difesa, presieduto<br />

dal capo dello Stato Giorgio<br />

Napolitano, si è riunito a Roma<br />

l’8 febbraio per l’esame di alcune<br />

problematiche di particolare interesse<br />

per l’Italia.<br />

Di seguito, il testo integrale del comunicato<br />

emesso al termine della riunione,<br />

comunicato che - per quanto<br />

riguarda le nostre Forze <strong>Arma</strong>te - lascia<br />

facilmente ipotizzare tagli ai bilanci<br />

della Difesa per realizzare<br />

risparmi anche attraverso una revisione<br />

dello strumento militare.<br />

«Il Presidente della Repubblica, Giorgio<br />

Napolitano, ha presieduto oggi, al<br />

Palazzo del Quirinale, una riunione<br />

del Consiglio supremo di difesa.<br />

Alla riunione hanno partecipato: il<br />

Presidente del Consiglio dei Ministri,<br />

Sen. Mario Monti; il Ministro per gli affari<br />

esteri, Amb. Giulio Terzi di Sant’Agata;<br />

il Ministro per l’interno, Dott.ssa<br />

Annamaria Cancellieri; il Vice Ministro<br />

per l’economia e le finanze, Prof. Vittorio<br />

Grilli; il Ministro per la difesa,<br />

Amm. Giampaolo Di Paola; il Ministro<br />

per lo sviluppo economico, Dott. Corrado<br />

Passera; il Capo di Stato Maggiore<br />

della difesa, Generale Biagio<br />

Abrate. Hanno altresi’ presenziato alla<br />

riunione il Sottosegretario alla Presidenza<br />

del Consiglio dei Ministri, Dott.<br />

Antonio Catricala’; il Segretario generale<br />

della Presidenza della Repubblica,<br />

Cons. Donato Marra; il Segretario<br />

del Consiglio supremo di difesa, Gen.<br />

Rolando Mosca Moschini.<br />

Sono stati esaminati i teatri di crisi e<br />

le linee evolutive della situazione internazionale,<br />

con particolare attenzione<br />

ai prevedibili sbocchi dei grandi<br />

rivolgimenti sociali e istituzionali che<br />

stanno interessando aree anche di<br />

immediato interesse per l’Europa e il<br />

nostro Paese e ai possibili effetti della<br />

difficile congiuntura economico-finanziaria<br />

globale. Ferme restando la rilevanza<br />

dell’impegno italiano per la<br />

sicurezza e la stabilizzazione e, in tale<br />

quadro, la validità dei compiti attualmente<br />

assolti dalle Forze <strong>Arma</strong>te,<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

Importanti decisioni circa il futuro delle Forze <strong>Arma</strong>te<br />

è stata confermata la necessità di<br />

proseguire nel processo già in corso<br />

volto a qualificare ulteriormente i contributi<br />

garantiti alle missioni internazionali,<br />

in modo da accrescerne<br />

l’efficacia, contenendone, nel contempo,<br />

gli oneri.<br />

Il Consiglio ha poi concordato sulla<br />

necessità di avviare, in tempi contenuti,<br />

la razionalizzazione del sistema<br />

Difesa, al fine di eliminare ridondanze<br />

e inefficienze e correggere con ogni<br />

possibile urgenza l’attuale sbilanciamento<br />

delle componenti strutturali di<br />

spesa, che penalizza fortemente i<br />

settori dell’esercizio e dell’ammodernamento.<br />

In questa fase, durante la quale dovranno<br />

comunque essere garantite<br />

le capacità umane e tecnico-militari<br />

necessarie ad assolvere i prioritari<br />

compiti nelle missioni internazionali,<br />

potrà essere necessario rimodulare,<br />

laddove consentito dalla possibilità e<br />

dalla convenienza economica di<br />

mantenere in servizio i mezzi esistenti,<br />

alcuni significativi programmi<br />

di investimento.<br />

Nel contempo, sulla base di un meditato<br />

approfondimento, si potrà procedere<br />

alla definizione dei lineamenti<br />

per la riorganizzazione generale dello<br />

strumento militare, da avviare comunque<br />

in tempi ravvicinati, per adeguarlo<br />

allo scenario odierno e prevedibile<br />

nel futuro, finalizzandone la strategia,<br />

la struttura e i mezzi agli specifici<br />

compiti di prevenzione e di contrasto<br />

delle minacce emergenti e incrementandone<br />

l’efficacia complessiva rispetto<br />

alle crisi con le quali il nostro<br />

Paese potrebbe realisticamente doversi<br />

confrontare.<br />

In tale prospettiva, il Consiglio guarda<br />

alla progressiva integrazione multinazionale<br />

delle Forze <strong>Arma</strong>te<br />

nell’ambito europeo della Politica di<br />

Sicurezza e Difesa Comune (PSDC)<br />

come ad un passaggio ormai ineludibile<br />

nel processo di riorganizzazione<br />

e di potenziamento delle capacità di<br />

intervento del nostro strumento militare.<br />

Un’innovativa iniziativa italiana<br />

TEMATICHE<br />

POLITICO-MILITARI<br />

La riunione del Consiglio Supremo di Difesa<br />

Rimodulazione dei programmi di investimento e riorganizzazione dello strumento militare<br />

in tale settore potrebbe inoltre concorrere<br />

al consolidamento della coesione<br />

politica europea e dare impulso<br />

al processo di integrazione economica<br />

e istituzionale dell’Unione, che<br />

sempre più si rivela di importanza<br />

davvero fondamentale per il futuro<br />

del nostro Paese».<br />

Sulla revisione dello strumento militare<br />

prima evocata, è subito da ricordare<br />

che, il giorno dopo il Consiglio<br />

Supremo di Difesa, il presidente del<br />

Consiglio di ministri Mario Monti - intervenendo<br />

in Parlamento - ha detto<br />

come sia allo studio un piano che, tra<br />

l’altro, prevede la dismissione di caserme<br />

e siti non più utili, una spinta<br />

verso l’integrazione con le forze armate<br />

dell’Unione europea, tagli al personale<br />

militare e ai programmi di<br />

armamento più costosi.<br />

Precisazioni su tale piano sono poi venute<br />

dal ministro della Difesa amm.<br />

Giampaolo Di Paola il quale ha detto,<br />

tra l’altro, che a fare le spese sui tagli<br />

alla Difesa sarà soprattutto il personale<br />

i cui organici, ammontanti a 182.500<br />

unità tra ufficiali, sottufficiali e truppa<br />

(e che costano per stipendi circa il 70<br />

per cento del bilancio) subiranno diminuzioni<br />

- si parla di 40.000 unità soprattutto<br />

sulle categorie non operative<br />

- da completare entro dieci anni.<br />

Il risparmio così ottenuto servirà per<br />

l’acquisizione di armamenti per i quali<br />

sono previsti, comunque, alcuni tagli<br />

iniziando dai caccia F-35 che, invece<br />

di 131, saranno ridotti a circa 100.<br />

Delle dieci fregate classe Fremm per<br />

la Marina, destinate a sostituire le<br />

classi Lupo e Maestrale, ne saranno<br />

sacrificate quattro e altri fondi potranno<br />

essere reperiti dalla vendita di<br />

77 infrastrutture militari in tutto il<br />

Paese, soprattutto caserme, non più<br />

utilizzate.<br />

L’obiettivo da raggiungere per quanto<br />

riguarda le assegnazioni di fondi alla<br />

Difesa, ha detto il ministro, è quella di<br />

dedicarne il 50 per cento al personale,<br />

il 25 all’addestramento e il restante<br />

25 all’acquisto dei nuovi armamenti.<br />

9


STORIA<br />

AERONUTICA<br />

Nel settembre del 1948, quando<br />

il Capo di Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare, generale<br />

Mario Aimone Cat, si recò a Londra, il<br />

limite quantitativo invalicabile per l’aviazione<br />

italiana era ancora quello fissato<br />

dal Trattato di pace: 200 aerei<br />

armati, da caccia e ricognizione.<br />

Ma Aimone Cat conosceva bene gli<br />

inglesi e non si lasciava scoraggiare.<br />

Dopo l’armistizio, durante gli anni difficili<br />

e fecondi della ‘cobelligeranza’,<br />

gli ex-nemici si erano trovati dalla<br />

stessa parte della barricata ed avevano<br />

gradualmente superato diffidenze<br />

e sospetti. Ajmone Cat, dal giugno<br />

’44 era stato Ministro dell’<strong>Aeronautica</strong>,<br />

mentre il capo della sezione <strong>Aeronautica</strong><br />

della Commissione Alleata<br />

di controllo (in pratica l’organo di governo<br />

militare nelle zone occupate<br />

dagli Alleati) era il Vice Air Marshal<br />

R.M. Foster. Questi aveva a più riprese<br />

mostrato apprezzamento e simpatia<br />

per gli aviatori italiani, sentimenti<br />

che rimasero vivi nel dopoguerra. Facendo<br />

leva su questo sentire e sull’opera<br />

svolta a Londra dal nostro<br />

addetto aeronautico, il tenente colonnello<br />

Duilio Fanali, altro valoroso protagonista<br />

dell’aviazione italiana<br />

durante la guerra, Aimone Cat manifestò<br />

a Londra l’interesse italiano per<br />

il Vampire. Il 4 settembre la nostra delegazione<br />

assistette a Farnborough<br />

ad un’eccellente dimostrazione di<br />

questo moderno reattore eseguita da<br />

John Derry. L’industria aeronautica<br />

inglese, per lo più privata, stava attraversando<br />

una felice stagione. In particolare<br />

la De Havilland, attraverso una<br />

dinamica opera di promozione, si era<br />

assicurata il successo del Vampire in<br />

numerose nazioni, sia per fornitura<br />

diretta (Svezia, Norvegia) che per licenza<br />

(Francia, Svizzera, Australia).<br />

Nel giro di qualche mese le intenzioni<br />

italiane si delinearono meglio: si trattava<br />

di acquistare un certo numero di<br />

aerei prodotti dalla ditta inglese e proseguire<br />

poi in Italia con la costruzione<br />

su licenza di velivoli e motori. Intorno<br />

a questo progetto, implicitamente approvato<br />

dai vertici nazionali politici e<br />

militari, si era aggregato un consorzio<br />

privato, formato da Fiat Aviazione, Alfa<br />

Romeo e <strong>Aeronautica</strong> Macchi. Sarà<br />

10<br />

Un jet per l’<strong>Aeronautica</strong> Militare!<br />

di Giovanni Massimello<br />

proprio questo consorzio, denominato<br />

Sicmar (Società Italiana Commissionaria<br />

Materiale Aeronautico - Roma)<br />

a proseguire i contatti con gli inglesi,<br />

sia livello governativo sia a quello industriale.<br />

La De Havilland si mostrò<br />

ovviamente interessata ed il governo<br />

inglese, grazie anche all’efficace opera<br />

del Ministro degli Esteri conte Sforza,<br />

manifestò un atteggiamento<br />

favorevole. Ma la strada da percorrere<br />

era ancora molta.<br />

Il 4 aprile 1949, dopo un iter parlamentare<br />

lungo e contrastato, il governo<br />

italiano, con De Gasperi primo<br />

ministro, firmò a Washington l’adesione<br />

al Patto Atlantico. A questo punto<br />

l’Italia venne chiamata a partecipare,<br />

con diritti e doveri, al programma<br />

atlantico di difesa a medio termine,<br />

che prevedeva un rafforzamento degli<br />

organici e soprattutto degli equipaggiamenti.<br />

Alla luce di questa nuova situazione,<br />

nella primavera del 1949 i<br />

colloqui italo-inglesi acquistarono<br />

spessore e concretezza: i tempi si<br />

stavano facendo maturi. Finalmente, il<br />

24 ottobre 1949, viene sottoscritto a<br />

Londra l’accordo tra la Sicmar e la De<br />

Havilland. A sottolinearne l’importanza,<br />

fu lo stesso presidente della Fiat,<br />

professor Vittorio Valletta, ad apporre<br />

la sua firma, per la parte italiana, sul<br />

protocollo d’accordo. L’apporto di Valletta,<br />

come ricorda Valerio Castronovo<br />

nella sua monumentale opera sulla<br />

storia della Fiat, fu decisivo nell’ottenere<br />

il consenso del ministro del Tesoro<br />

italiano, Giuseppe Pella, ad<br />

utilizzare per i pagamenti una parte<br />

degli 80 milioni di sterline, di cui l’Italia<br />

era creditrice, congelati in Inghilterra<br />

dallo scoppio della guerra,<br />

Gli sviluppi<br />

Un primo contatto fisico coi Vampire<br />

aveva in realtà preceduto l’accordo.<br />

Infatti un mese prima, il 23 settembre,<br />

una pattuglia di cinque Vampire dello<br />

Squadron 73, all’epoca trasferito a Nicosia<br />

dalla sua base di Malta, si era<br />

diretta a Milano per partecipare alla<br />

manifestazione aeronautica denominata<br />

“Giornata della Madonnina”. L’intenzione<br />

propagandistica era implicita<br />

e, tutto sommato, ben gradita a tutti.<br />

Ma le cattive condizioni di visibilità<br />

avevano costretto i piloti, giunti al limite<br />

dell’autonomia, a tentare atterraggi<br />

di fortuna nel bresciano, non essendo<br />

riusciti a rintracciare il campo della<br />

Malpensa. Due aerei si danneggiarono<br />

in modo considerato “irreparabile”,<br />

mentre per gli altri tre si ipotizzò una<br />

possibilità di ripristino; i velivoli vennero<br />

smontati e trasportati ad Orio al<br />

Serio. Il meno danneggiato fu rimesso<br />

velocemente in condizioni di volare,<br />

ma un nuovo atterraggio fuori campo<br />

lo mise definitivamente fuori combattimento.<br />

Così almeno ritenne la RAF,<br />

che cedette tutti i “rottami” all’AMI.<br />

A questo punto entrò in gioco il 1° Reparto<br />

Tecnico Aeronautico di Bresso,<br />

al comando del capitano Fernando<br />

Peroni, che si dedicò ad una paziente<br />

opera di ricostruzione utilizzando i<br />

pezzi recuperati. E sotto le sue cure<br />

per il momento li lasciamo, mentre riprendiamo<br />

il filo delle relazioni Sicmar-De<br />

Havilland.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


L’accordo firmato il 24 ottobre prevedeva<br />

una serie di contratti specifici sia<br />

per la fornitura di velivoli completi prodotti<br />

in Inghilterra sia per la concessione<br />

delle licenze per la produzione<br />

in Italia. Il primo lotto di contratti viene<br />

sottoscritto dal generale Alfredo Bruno,<br />

presidente della neonata AIA, <strong>Associazione</strong><br />

Industrie Aeronautiche, il<br />

21 dicembre: il consorzio Sicmar acquisì<br />

il diritto a riprodurre su licenza il<br />

DH 100 F.5 ed il relativo motore Goblin<br />

(oltre al suo successore Ghost) e<br />

contemporaneamente acquistò direttamente<br />

venti Vampire, sedici dello<br />

stesso modello che sarà riprodotto in<br />

Italia e quattro del tipo biposto da caccia<br />

notturna DH 113 NF.10. A completamento<br />

dell’ordine iniziale vennero<br />

acquistati anche sei motori Goblin ed i<br />

relativi ricambi.<br />

Lo scopo dell’acquisizione diretta di<br />

velivoli e motori era essenzialmente<br />

quello di anticipare l’addestramento<br />

dei piloti sul nuovo tipo d’apparecchio<br />

e di consentire la familiarizzazione<br />

degli specialisti con il nuovo equipaggiamento.<br />

A questo fine venne costituito<br />

un nuovo reparto, il Nucleo<br />

Addestramento Volo a Reazione (NA-<br />

VAR), con base ad Amendola.<br />

Il generale Luigi Bianchi, responsabile<br />

delle Scuole di volo dell’AM, lo organizzò<br />

con criteri per noi innovativi.<br />

Personaggio non comune, Bianchi<br />

aveva una vasta e varia esperienza:<br />

prima della guerra era stato istruttore<br />

all’Accademia <strong>Aeronautica</strong> peruviana<br />

a Las Palmas; nel 1941 aveva comandato<br />

in Africa il 155° Gruppo sui Fiat<br />

G.50 ed era stato quindi coinvolto nella<br />

missione dei G.50 finlandesi. Ad<br />

Amendola Bianchi predispose una base<br />

moderna sul piano logistico e scelse<br />

accuratamente un nucleo di capaci<br />

istruttori. A sottolineare il grande si-<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

gnificato simbolico dell’avvento dell’<br />

“era del getto” in Italia, il villaggio di<br />

villette unifamiliari costruito per il personale<br />

della Scuola assume la pittoresca<br />

denominazione ufficiosa di<br />

“Vampiria”.<br />

A tre mesi dall’ordine, il 19 marzo<br />

1950, giunsero ad Amendola i primi<br />

cinque aviogetti inglesi, provenienti da<br />

Hatfield dopo uno scalo alla Malpensa.<br />

Le matricole RAF (VZ552 - 556)<br />

furono rimpiazzate da quelle italiane<br />

(MM 6000 - 6004). A brevi intervalli atterrarono<br />

ad Amendola anche i successivi<br />

undici F.5 ordinati alla De<br />

Havilland (MM 6005 - 60015). A questi<br />

si aggiunsero i tre Vampire che abbiamo<br />

lasciato a Bresso sotto forma<br />

di “rottami”: l’opera di restauro dei nostri<br />

specialisti ne ripristinò la piena efficienza.<br />

Gli aerei vennero presi<br />

ufficialmente in carico dall’AM con le<br />

MM 6020, 6021e 6022, che sostituiscono<br />

le originali immatricolazioni inglesi<br />

(VT809, VT813 e VF345)<br />

I piloti destinati al NAVAR furono scelti<br />

tra i più promettenti delle nuove leve e<br />

tra i più meritevoli degli “anziani”. È<br />

emblematico il parere di uno di questi<br />

ultimi, il capitano Antonio Mura, destinato<br />

ad una brillante carriera in <strong>Aeronautica</strong>.<br />

Mura aveva fatto la guerra sui<br />

Baltimore per arrivare poi a pilotare,<br />

con grande entusiasmo, quello che<br />

molti (lui incluso) reputarono il miglior<br />

caccia della seconda guerra mondiale,<br />

il North American P-51 Mustang.<br />

Disse Mura a proposito del suo battesimo<br />

sul Vampire: “ La sensazione di<br />

quel primo volo è difficile da dimenticare<br />

ma anche da descrivere. Dolce,<br />

silenzioso, scorrevole, facile, armonioso,<br />

non più vibrazioni dell’elica a tremila<br />

giri al minuto e di pistoni a<br />

centinaia di libbre per pollice quadra-<br />

STORIA AERONAUTICA<br />

to; non più rumori di ferraglie impazzite…<br />

Dolce e continua, la spinta del<br />

piccolo aeroplano a due code, silenziosa<br />

e insieme decisa. Dritto come<br />

su un binario, non più la coppia dell’elica<br />

a tirarti fuori dalla pista, da contrastare<br />

con tutto il piede a fondo corsa<br />

… Da allora cominciai ad aspirare agli<br />

aviogetti …”<br />

Un altro celebre pilota, il comandante<br />

Vittorio Sanseverino, collaudatore alla<br />

Fiat nel dopoguerra, così descrisse il<br />

suo decollo sul Vampire ad Amendola:<br />

“La prima cosa che notai, appena<br />

tolti i freni, era l’accelerazione, che mi<br />

parve modesta rispetto agli aerei col<br />

motore a pistoni. Ma era graduale e<br />

crescente con la velocità, come in tutti<br />

i jet, e senza la coppia imbardante<br />

dell’elica. Appena in aria l’aeroplano,<br />

col suo basso carico alare, era piacevole<br />

e maneggevole, in due parole:<br />

estremamente facile.”<br />

La produzione in Italia<br />

In base agli accordi stipulati in sede di<br />

costituzione del consorzio, la ripartizione<br />

della produzione su licenza venne<br />

ripartita tra Fiat e Macchi. Le<br />

strutture produttive non vennero duplicate<br />

ma suddivise tra le due aziende:<br />

la Fiat si occupò di costruire cento serie<br />

di ali, travi di coda ed impennaggi,<br />

mentre alla Macchi fu affidata la produzione<br />

di cento fusoliere. Montaggio<br />

e collaudo finale vennero affidati ad<br />

entrambe le ditte. I motori Goblin vennero<br />

costruiti su licenza dalla Fiat,<br />

con l’Alfa Romeo come principale<br />

subfornitore.<br />

Il primo Vampire “italiano” (MM 6023)<br />

volò sul campo della Macchi a Venegono<br />

il pomeriggio del 18 dicembre<br />

1951; ai comandi c’era il collaudatore<br />

“storico” della casa varesina, Guido<br />

Carestiato. Era il “volo officina”, di soli<br />

quindici minuti, ma segnò per l’intero<br />

programma un traguardo importante.<br />

Pochi giorni dopo, a Caselle, il collaudatore<br />

Simeone Marsan portò in volo<br />

il primo esemplare montato alla Fiat<br />

(MM 6043).<br />

L’inizio della produzione fu inevitabilmente<br />

abbastanza lento: solo nel secondo<br />

semestre del ’52 si raggiunse a<br />

Venegono e a Caselle il ritmo di consegne<br />

di un aeroplano il mese. Il gettito<br />

dei Vampire prodotti in Italia non<br />

era pertanto sufficiente per alimentare<br />

il NAVAR ed il consorzio provvide ad<br />

ordinare altri due lotti di velivoli direttamente<br />

alla De Havilland: 25 FB.52 il<br />

11


STORIA AERONAUTICA<br />

27 ottobre ’50 ed altri 15 il 12 aprile<br />

’51. Secondo il piano elaborato dallo<br />

Stato Maggiore, il Vampire avrebbe<br />

dovuto essere il capostipite di una dinastia<br />

di aerei inglesi in servizio nell’AM<br />

ma in realtà le cose andarono<br />

diversamente. La sopravvenuta disponibilità<br />

dei fondi NATO del Mutual Defence<br />

Aid Program mutò infatti i<br />

programmi, orientandoli verso aerei<br />

statunitensi.<br />

L’impiego nell’<strong>Aeronautica</strong> Militare<br />

Il 27 agosto 1951 venne ricostituito il<br />

glorioso 6° Gruppo, inquadrato in<br />

unità altrettanto prestigiosa, il 4° Stormo<br />

Caccia, all’epoca basato a Capodichino.<br />

Era il primo reparto operativo<br />

nella storia dell’aviazione militare italiana<br />

a ricevere in assegnazione velivoli<br />

a getto: sedici Vampire provenienti<br />

direttamente dalla Scuola di Amendola.<br />

Questa dotazione avvenne in un<br />

momento importante e significativo:<br />

l’Italia era appena stata invitata dalla<br />

NATO a partecipare alla manovra interalleata<br />

“Cirrus”, prevista per il 21<br />

settembre in Germania, a Wiesbaden.<br />

Il nuovo Capo di Stato Maggiore<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong>, generale Aldo Urbani,<br />

decise d’inviarvi un Gruppo di aviogetti<br />

che, al momento, non era ancora<br />

formato. Il tenente colonnello Paolo<br />

Moci, comandante del 4° Stormo, ricevette<br />

l’ordine di costituirlo rapidamente,<br />

prendendo gli aeroplani dalla<br />

scuola e scegliendo i piloti tra quelli<br />

già addestrati sul Vampire.<br />

Al comando del Gruppo venne chiamato<br />

il maggiore Emanuele <strong>Anno</strong>ni,<br />

dotato di quella autorevole compostezza<br />

che gli aveva fatto guadagnare,<br />

quando era tenente in Africa<br />

Settentrionale, il soprannome di “Ve-<br />

12<br />

scovo”. La missione in Germania conseguì<br />

pieno successo ed ai nostri piloti<br />

giunsero anche i complimenti del<br />

comandante supremo della NATO, il<br />

generale Eisenhower. Rientrato in Italia<br />

con il morale meritatamente rinforzato,<br />

il 6° Gruppo proseguì a<br />

Capodichino il programma di addestramento<br />

diurno e notturno, mentre<br />

nell’ambito del 4° Stormo venne costituita<br />

la prima pattuglia acrobatica ufficiale<br />

del dopoguerra, dotata di quattro<br />

Vampire al comando del capitano<br />

Ceoletta. Si trattava di un altro traguardo<br />

di elevato valore simbolico:<br />

tutti sanno quanto l’acrobazia collettiva<br />

sia stata importante nella nostra<br />

aviazione per creare ed alimentare lo<br />

spirito di corpo.<br />

Il 1° settembre 1952 il 6° Gruppo venne<br />

assorbito dal 6° Stormo a Ghedi.<br />

Questo stormo, contraddistinto dal celebre<br />

distintivo del “Diavolo rosso”,<br />

aveva in linea, nell’ottobre 1952, ben<br />

39 DH 100. Un terzo Stormo ricevette<br />

in seguito i Vampire: il 2°, basato a<br />

Orio al Serio. Il reparto del “Lanciere<br />

nero”, che operò a lungo dalla base di<br />

Montichiari, adiacente a quella di<br />

Ghedi, fu l’ultima unità operativa<br />

dell’AM ad essere equipaggiata con il<br />

caccia della De Havilland. L’attività sui<br />

Vampire monoposto proseguì ancora<br />

per un breve periodo presso il Reparto<br />

Sperimentale Volo, i Centri Addestramento<br />

al Volo delle Regioni Aeree<br />

ed il Reparto Volo dello Stato Maggiore.<br />

Nel 1959, in base ad una specifica<br />

direttiva dello Stato Maggiore, tutti i<br />

DH 100 superstiti furono radiati e destinati<br />

alla demolizione. Oggi ne sopravvivono<br />

due (MM 6085 e 6112),<br />

conservati rispettivamente presso il<br />

Museo Storico dell’<strong>Aeronautica</strong> Milita-<br />

re a Vigna di Valle ed il Museo Nazionale<br />

della Scienza e della Tecnica di<br />

Milano.<br />

Conclusioni<br />

In totale in Italia furono prodotti e<br />

consegnati all’<strong>Aeronautica</strong> Militare<br />

155 velivoli, tutti FB.52. Anche se le<br />

caratteristiche militari non si potevano<br />

definire brillanti, l’indubbia facilità<br />

di pilotaggio rese agevole la transizione<br />

dei reparti italiani ad un tipo di<br />

propulsione completamente nuovo.<br />

Piccolo, semplice, per molti aspetti<br />

ancora tradizionale, il Vampire, che i<br />

piloti definirono subito “una bicicletta”,<br />

sdrammatizzò l’approccio alle<br />

molte novità: il basso carrello triciclo,<br />

la piccola fusoliera simile ad un uovo<br />

allungato, l’abitacolo piazzato quasi<br />

sulla punta del muso. Il caccia della<br />

De Havilland, penalizzato in termini<br />

di velocità dalla sezione frontale del<br />

Goblin, era contemporaneamente innovativo<br />

e superato. Innovativo per la<br />

propulsione e la sofisticata realizzazione<br />

della fusoliera e superato per<br />

gli stessi motivi: compressore centrifugo<br />

e struttura lignea avevano infatti<br />

i giorni contati. Ma non bisogna dimenticare<br />

che il Vampire comparve<br />

sui tavoli da disegno nel maggio del<br />

1942 rappresentando, a quei tempi,<br />

un concentrato di concezioni decisamente<br />

avanzate. Dal punto di vista industriale,<br />

i maggiori vantaggi per<br />

l’Italia (tecnologie dei materiali, trattamenti<br />

e lavorazioni speciali, accessoristica<br />

connessa e così via) furono<br />

appannaggio delle ditte impegnate<br />

nella produzione dei motori. Tuttavia,<br />

nel suo complesso, l’intera industria<br />

aeronautica italiana conseguì gli innegabile<br />

benefici dell’uso di una<br />

standardizzazione internazionale,<br />

dell’acquisizione di un “linguaggio”<br />

comune e nella diffusione di tali innovativi<br />

criteri anche nel mondo delle<br />

sub-forniture e dei componenti.<br />

Tirando le somme, l’operazione “Vampire<br />

in Italia” presenta un bilancio sostanzialmente<br />

positivo: ha scosso<br />

polvere e detriti lasciati nel mondo<br />

dell’aviazione italiana dalla seconda<br />

guerra mondiale e ha segnato l’inizio<br />

di un periodo di ritrovata fiducia.<br />

Un sentito ringraziamento a Giorgio<br />

Apostolo e Gianni Cattaneo per avere<br />

consentito di pubblicare brani del libro<br />

“I Vampire Italiani” di cui sono rispettivamente<br />

editore e coautore.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


Luglio 1943: sibilano le sirene<br />

d’allarme sull’aeroporto di Sarzana<br />

ed è subito tutto un correre<br />

da ogni parte verso gli aerei da<br />

caccia parcheggiati ai bordi del campo.<br />

Fa caldo, è quasi mezzogiorno e i<br />

piloti si affrettano ad equipaggiarsi,<br />

ovvero imbottirsi, mentre i motori degli<br />

aerei già messi in moto rombano<br />

fragorosamente per il necessario riscaldamento.<br />

Tuta Marus di lana con<br />

pellicciotto artificiale al collo, salvagente<br />

e paracadute, mentre il battellino<br />

è già sotto il sedile, casco in<br />

pelle impellicciato, con gli auricolari e<br />

il filo per la radio, laringofono alla gola<br />

per comunicare, pistola Very con i<br />

razzi di segnalazione della giornata,<br />

sacchetti di polverina fluorescente<br />

per segnalazione in mare attaccati<br />

ad una gamba. Occhiali, maschera e<br />

bombola con l’ossigeno, batteria radio<br />

tra le gambe, e quanto altro ancora<br />

da non ricordare.<br />

Così conciato mi inchiodo sul sedile<br />

con le cinghie strette al massimo<br />

avendo trattenuto il respiro e raggiungo<br />

la linea di volo e, dopo un<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

Incidente di volo: indifferenza<br />

di Aldo Allegra<br />

breve rullaggio, decollo e salgo in alto<br />

verso il mare. Ma dove devo andare?<br />

Nessuno lo dice, e salgo, cabro<br />

verso 1000, 2000 metri e la costa si<br />

allontana sempre di più. Non si vede<br />

nulla intorno, né amici, né nemici.<br />

Chissà chi, della Dicat, li aveva visti<br />

e dove. Comunque giro per il cielo.<br />

Sento un po’ caldo, ma è normale, è<br />

estate, così imbottito e con il motore<br />

che scalda. Andiamo avanti tranquilli.<br />

Ad un tratto il caldo mi sembra eccessivo<br />

a quella elevata quota e mi<br />

preoccupa: guardo gli strumenti di<br />

bordo ed è tutto a posto. Bene. Ma<br />

un improvviso forte scoppio mi allarma:<br />

oh Dio, sarà partito il motore e<br />

sono in mezzo al mare. Ma il motore<br />

romba ancora, l’elica continua i suoi<br />

giri, gli strumenti non danno segnali<br />

di allarme. Sento un odore di gomma<br />

bruciata e istintivamente porto la mano<br />

destra sulla levetta del carrello:<br />

cede, non è fissata e con breve tocco<br />

raggiunge la tacca di fermo. Capisco<br />

che è bruciata una gomma del<br />

carrello investita dai gas di scarico e<br />

fiamme del motore. Ormai il carrello<br />

SUL FILO DEI RICORDI<br />

è rientrato e o può spegnersi l’incendio,<br />

o può appiccarlo all’aereo. D’altra<br />

parte se lo estraggo il vento può<br />

riattivare il fuoco. Cosa fatta, cosa<br />

decisa. Dirigiamoci su terra e cerchiamo<br />

di raggiungere l’aeroporto.<br />

Piano piano ci arrivo ed annuncio il<br />

guasto al carrello: passerò basso<br />

sulla torre di controllo con il carrello<br />

aperto, ditemi cosa è successo. Tutto<br />

bene, è la risposta, puoi atterrare.<br />

Ma no, non è possibile, farò un altro<br />

giro più basso e osservate bene. Sì,<br />

sì, hai ragione, abbiamo visto una<br />

gomma scoppiata e lacerata, devi atterrare<br />

col carrello chiuso. Finalmente<br />

qualcosa di certo, anche se di<br />

pericoloso.<br />

Allora, ragioniamo un po’: bisogna<br />

planare ad una giusta altezza per<br />

poter spegnere il motore ed essere<br />

sicuri di entrare nel campo lungo 800<br />

metri Se arrivo corto vado nella palude<br />

antistante, se atterro lungo vado<br />

contro i fili dell’alta tensione della ferrovia.<br />

Poi la velocità a motore spento<br />

deve essere giusta per non arrivare<br />

in picchiata e capotare oppure in cabrata<br />

e cadere malamente. Poi bisogna<br />

mettere il braccio piegato sul<br />

cruscotto per proteggere il viso. Teniamo<br />

a mente tutto ciò, facciamo un<br />

giro di campo e planiamo. Eccoci a<br />

terra, un grande fruscio della carlinga<br />

sull’erba del campo, l’elica tripala<br />

ripiegata che fa da slitta e poi l’aereo<br />

è fermo.<br />

Aiuti tempestivi con ambulanza e<br />

carro attrezzi, mi aiutano ad uscire<br />

dalla cabina, un bicchierino inatteso<br />

di cognac e tutto è finito, ognuno torna<br />

al proprio posto. Mi avvio moscio<br />

per la disavventura, ma nessuna domanda,<br />

nessun chiarimento: l’aereo<br />

andrà alla SRAM officina aeronautica<br />

anche per il cambio motore il cui<br />

asse si è piegato. C’è un altro Macchi<br />

200 a sostituirlo. Un semplice incidente<br />

di volo, una svista. Qualcuno<br />

avrà mormorato “che c…. a non<br />

chiudere bene il carrello!”<br />

13


SCIENZA, SPAZIO,<br />

TECNICA E INDUSTRIA<br />

Il Vega, il piccolo nella gamma dei<br />

lanciatori dell’Agenzia spaziale europea<br />

(ESA) è stato lanciato alle<br />

11,00 (ora italiana) del 13 febbraio dal<br />

poligono equatoriale di Kourou nella<br />

Guyana francese completando così il<br />

programma avviato nel 1998 per collocare<br />

l’Italia nel ristretto numero dei<br />

paesi aventi un proprio lanciatore.<br />

Il Vega (Vettore Europeo di Generazione<br />

Avanzata - v. anche pag. 19 di<br />

<strong>Aeronautica</strong> n. 7/2006) è un razzo sviluppato<br />

in collaborazione tra l’Agenzia<br />

Spaziale Italiana (ASI) e l’Agenzia<br />

Spaziale Europea (ESA), ed il suo<br />

acronimo è anche il nome della stella<br />

Vega, l’astro più brillante della costellazione<br />

della Lyra.<br />

Del programma, costato circa 710 milioni<br />

di euro, l’Italia è il maggior finanziatore<br />

(65%), seguita da Francia<br />

(12,43%), Belgio (5,63%), Spagna<br />

(5%), Paesi Bassi (3,5%), Svizzera<br />

(1,34%) e Svezia (0,8%).<br />

Lo sviluppo tecnico è stato affidato ad<br />

ELV (European Launch Vehicle), società<br />

partecipata tra le italiane Avio e<br />

ASI, che è titolare del contratto di produzione<br />

per cinque esemplari siglato<br />

nel settembre 2010 con l’ESA.<br />

Il Vega è formato da un corpo singolo<br />

a quattro stadi, realizzato con una<br />

struttura in materiali compositi, alto<br />

circa 30 metri, con un diametro massimo<br />

di circa 3 metri e con un peso al<br />

decollo di circa 137 tonnellate.<br />

Si tratta, quindi, di un vettore di piccole<br />

dimensioni - se confrontato con<br />

quelle dei lanciatori della famiglia degli<br />

Ariane per carichi pesanti o dei<br />

Soyuz per carichi medi (l’Ariane 5,<br />

ad esempio, ha oltre 50 metri di altezza<br />

con una massa di lancio di 710<br />

tonnellate mentre il Soyuz, alto an-<br />

14<br />

Primo lancio del Vega<br />

ch’esso circa 50 metri ne pesa 310) -<br />

e alle sue ridotte dimensioni è legata,<br />

ovviamente, una capacità di trasporto<br />

diversa da quella degli altri<br />

vettori citati.<br />

Il razzo, infatti, è progettato per il trasporto<br />

in orbita di piccoli carichi, soprattutto<br />

satelliti tra i 300 e i 2.000 kg<br />

di peso, in orbite polari basse (vale a<br />

dire orbite inclinate di 90° rispetto<br />

all’Equatore) ad una quota di 700 km,<br />

ma con la possibilità, in futuro, di portare<br />

due o tre piccoli carichi e posizionarli<br />

correttamente su orbite diverse,<br />

capacità non comune nei lanciatori di<br />

così piccole dimensioni.<br />

Sul sistema propulsivo del Vega - vanto<br />

della ricerca e dell’industria italiane<br />

- progettato e realizzato da Avio con<br />

tecnologie innovative, è da dire che è<br />

composto da quattro stadi in fibra di<br />

carbonio: il P80, lo Zefiro 23, lo Zefiro<br />

9 e l’AVUM, dove i numeri indicano il<br />

peso in tonnellate previsto all’inizio<br />

della loro progettazione.<br />

Il primo stadio di Vega, in ordine di accensione,<br />

il P80, è stato sviluppato in<br />

base ad un programma separato rispetto<br />

al lanciatore nel suo complesso<br />

in quanto, oltre a realizzare il primo<br />

stadio di Vega, il programma P80 mira<br />

anche a sviluppare nuove tecnologie<br />

utili per i futuri sviluppi della serie<br />

Ariane. La progettazione dello stadio<br />

fu affidata ad Avio (motore) e alla italo-francese<br />

Europropulsion (integrazione),<br />

oltre a commesse minori alla<br />

belga SABCA (sistema di controllo),<br />

alla francese Snecma (ugello) e all’olandese<br />

Stork B.V. (sistema di accensione).<br />

Lo stadio è alto 11,20 metri,<br />

ha un diametro di 3 metri e un peso di<br />

97 tonnellate, di cui 88 di propellente.<br />

La spinta prodotta dal motore, equivalente<br />

a 3.040 kN (1 kiloNewton è pari<br />

a 100,235 kg) viene fornita per 107<br />

secondi.<br />

Lo Zefiro 23 e lo Zefiro 9 (ZEro FIrst<br />

stage ROcket motor), secondo e terzo<br />

stadio di Vega, sono stati sviluppati<br />

e costruiti da Avio con la<br />

collaborazione della SABCA per il sistema<br />

di controllo. La loro spinta<br />

massima è rispettivamente di 1.200 e<br />

313 kN.<br />

Il quarto stadio, denominato UVAM<br />

(Attitude and Vernier Upper Module),<br />

ospita il motore ad accensione multipla<br />

per l’inserimento finale in orbita<br />

del carico. Al contrario dei tre stadi<br />

precedenti, che utilizzano propellente<br />

solido, questo ne utilizza uno liquido,<br />

costituito da dimetilidrazina asimmetrica<br />

(UDMH) e tetraossido di azoto<br />

come comburente. Al di sopra del motore<br />

si trova un modulo con i componenti<br />

principali dell’avionica del<br />

lanciatore. Lo stadio è alto 1,72 metri,<br />

ha un diametro di 1,9 metri e un peso<br />

di 1.044 chilogrammi, dei quali 400 di<br />

propellente. La spinta fornita dal motore<br />

per 667 secondi è pari a 2,55 kN.<br />

È ancora da aggiungere che, secondo<br />

quanto reso noto in proposito, il Vega<br />

potrebbe essere utilizzato anche per<br />

missioni di esplorazione del sistema<br />

solare ed offrirsi come integratore di<br />

veicoli di rientro atmosferico.<br />

Come ha spiegato a suo tempo la<br />

ELV, nel primo caso si tratta di un progetto<br />

basato su un modulo elettrico<br />

integrato al quarto stadio del Vega ed<br />

al payload adapter, elementi questi<br />

che, con l’aggiunta di alcuni componenti<br />

permetterebbero di uscire dall’orbita<br />

terrestre ottenendo come una<br />

piccola navetta in grado di trasportare<br />

strumentazioni del peso fino a 700 kg<br />

nei pianeti del sistema solare posti<br />

nelle immediate vicinanze della Terra<br />

come Venere, Marte e i suoi satelliti,<br />

la Luna, i satelliti di Giove e la fascia<br />

dei pianetini.<br />

Nel secondo caso, invece, un ampliamento<br />

delle opportunità del Vega è<br />

quello dell’integratore di tale lanciatore<br />

con veicoli di rientro atmosferico,<br />

opportunità che vanno dalla realizzazione<br />

di flying test bench, vale a dire<br />

di un mezzo che funzioni come banco<br />

di prova per tecnologie varie, a varie<br />

operazioni in orbita quali la caccia a<br />

detriti spaziali, manutenzione di payload,<br />

spostamento di satelliti da un’orbita<br />

ad un’altra.<br />

Sul Vega è da ricordare che, probabilmente<br />

a partire dal 2013, l’ESA ne<br />

prevede cinque lanci nell’ambito del<br />

programma VERTA (VEga Research<br />

and Technology Accompaniment)<br />

per dimostrare ai potenziali utenti la<br />

validità del vettore. Durante questi<br />

voli, VEGA porterà in orbita satelliti<br />

dell’Agenzia, quali ADM-Aeolus (studio<br />

dell’atmosfera), Swarm (studio<br />

del campo magnetico terrestre), LI-<br />

SA Pathfinder (studio delle onde gravitazionali)<br />

e Proba-3 (osservazione<br />

della Terra).<br />

In questo suo primo lancio, invece, il<br />

Vega ha recato a bordo il satellite<br />

scientifico dell’ASI Lares (Laser Relati-<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


vity Satellite) realizzato dalla CGS di<br />

Milano in collaborazione con l’Università<br />

la Sapienza di Roma - che, costituito<br />

una sfera di tungsteno tappezzata<br />

di prismi che riflettono raggi laser sparati<br />

da terra - permetterà di studiare alcuni<br />

aspetti della fisica gravitazionale,<br />

della fisica fondamentale e delle scienze<br />

della Terra verificando anche le teorie<br />

sull’efficacia della relatività generale<br />

di Albert Einstein nel descrivere la forza<br />

gravitazionale.<br />

Inoltre, erano presenti altri piccoli satelliti<br />

quali l’Almasat-1, preparato dagli<br />

studenti dell’università di Bologna,<br />

e sette Cubesat, micro-satelliti di un<br />

chilogrammo ciascuno, sempre allestiti<br />

dagli studenti di vari atenei europei<br />

tra i quali il Politecnico di Torino e<br />

La Sapienza di Roma.Tutti questi satelliti<br />

sono stati rilasciati con successo<br />

in varie orbite a par tire da 55<br />

Presentato l’UCAV Neuron<br />

Il 21 gennaio, in Francia, il prototipo<br />

del dimostratore Neuron per un<br />

UCAV (Unmanned Combat Aerial<br />

Vehicle - aereo da combattimento a<br />

pilotaggio remoto, v. anche pag. 22<br />

di <strong>Aeronautica</strong> n. 6/2011 e articoli<br />

precedenti in esso richiamati) è stato<br />

presentato alle delegazioni dei sei<br />

paesi aderenti al programma che,<br />

Alenia e Cassidian per gli APR<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

minuti dopo il lancio e da una quota<br />

di 1.450 km.<br />

Da evidenziare che il primo volo del Vega,<br />

oltre che da tutte le maestranze, è<br />

stato seguito in una sala degli stabilimenti<br />

Avio di Colleferro, in collegamento<br />

in diretta con Kourou, da numerosi invitati<br />

- accolti dall’amministratore delegato<br />

di Avio Francesco<br />

Caio - tra i quali il vice<br />

presidente della<br />

Commissione europea<br />

e delegato per le<br />

tematiche spaziali<br />

della Commissione<br />

stessa Antonio Tajani,<br />

il presidente della<br />

Regione Lazio Renata<br />

Polverini, il direttore<br />

generale dell’ASI<br />

Luciano Criscuoli, il<br />

vice segretario gene-<br />

guidato dalla francese Dassault<br />

Aviation, vede la partecipazione della<br />

nostra Alenia Aermacchi con una<br />

quota pari al 22% e di Grecia, Spagna,<br />

Svezia e Svizzera.<br />

Il Neuron (indicato anche come<br />

nEUROn) è un programma europeo<br />

per un velivolo a pilotaggio remoto<br />

(APR) caratterizzato da un accentuato<br />

profilo stealth simile al bombardiere<br />

strategico statunitense<br />

Northrop-Grumman B-2 Spirit, ma di<br />

dimensioni notevolmente ridotte.<br />

In occasione della presentazione è<br />

stato reso noto che, tra breve, inizieranno<br />

le prime prove motore legate al<br />

primo volo dell’aereo programmato<br />

per la metà dell’anno in corso, volo al<br />

quale seguiranno due anni di ulteriori<br />

test in volo soprattutto per verificare la<br />

loro qualità, il grado di invisibilità ai radar<br />

(stealthness) della macchina, l’efficienza<br />

del sistema di lancio delle<br />

Alenia <strong>Aeronautica</strong> e Cassidian, una sussidiaria di EADS, hanno recentemente<br />

siglato un protocollo d’intesa per avviare una collaborazione<br />

nel settore dei sistemi a pilotaggio remoto (APR) da<br />

ricognizione e da combattimento ed in particolare per il Talarion, un sistema<br />

a media quota e lunga autonomia (MALE) con doppio propulsore<br />

a reazione che, presentato in mock up nel 2009 al Salone aerospaziale<br />

di Parigi, dovrebbe volare nel 2015 con consegne a partire dal 2018.<br />

SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />

rale della Difesa avv. Pierluigi Di Palma,<br />

il sottocapo di Stato Maggiore dell’AM<br />

gen. SA Roberto Corsini, il nostro presidente<br />

nazionale gen. SA Gianbortolo<br />

Parisi e gli astronauti italiani dell’ESA<br />

Paolo Nespoli e Samantha Cristoforetti,<br />

pilota militare del 51° Stormo.<br />

(Foto Avio)<br />

armi aria-terra da un vano interno e le<br />

sue capacità di integrazione in ambiente<br />

C4I (comando, controllo, comunicazione,<br />

computer e intelligence).<br />

Per quanto riguarda la partecipazione<br />

italiana è da sottolineare che Alenia<br />

Aermacchi (capofila nazionale di<br />

un gruppo di società comprendente<br />

anche SelexGalileo) è responsabile<br />

della progettazione e produzione del<br />

sistema di generazione e distribuzione<br />

elettrica; del sistema dati aria a<br />

bassa osservabilità e soprattutto del<br />

sistema integrato di armamento con<br />

piena autonomia di gestione dei sottosistemi,<br />

la cosiddetta Smart Integrated<br />

Weapon Bay (SIWB) che<br />

consente l’individuazione e il riconoscimento<br />

automatici del bersaglio, la<br />

trasmissione della richiesta di approvazione<br />

al comandante della stazione<br />

di terra e il lancio dell’armamento<br />

con modalità stealth.<br />

15


16<br />

VARIE<br />

“Non mi piace. Anzi, ti dirò, non mi piace per niente!”<br />

Sgradevole dal punto di vista fisico<br />

per chi la effettua, spettacolare<br />

per chi la osserva dall’esterno, la<br />

vite rovescia è una manovra che dimostra<br />

il giusto bilanciamento tra le caratteristiche<br />

strutturali e quelle<br />

aerodinamiche di un velivolo, dote essenziale<br />

per un addestratore.<br />

Non ho mai fatto la vite rovescia. Non<br />

solo perché questa manovra è esclusa<br />

dai programmi addestrativi, ma<br />

perché è sempre stata una manovra<br />

citata con un timore riverenziale anche<br />

dai più esperti istruttori e solo i<br />

grandi presentatori del ‘326 della mia<br />

epoca (sto pensando al compianto<br />

magg. Peracchi ed al com.te Fazzini)<br />

o i collaudatori di velivoli da addestramento<br />

si permettevano il lusso di farla.<br />

Proprio per questo motivo ho<br />

sempre desiderato affrontare questo<br />

argomento per togliermi qualche curiosità<br />

che credo abbiano anche tanti<br />

altri che, come me, non si sono mai<br />

avventurati oltre la vite diritta. Anzi,<br />

anche con la vite diritta ho dei conti<br />

personali in sospeso da quando, nel<br />

fare una vite col Macchino, sono uscito<br />

in perfetta candela con elevata velocità<br />

e difficoltà di rimessa per<br />

successivi g-stalli. Causa di tutto ciò i<br />

trim andati completamente a picchiare<br />

per avere premuto con due mani la<br />

cloche contro il moschettone del Martin<br />

Backer senza frapporre il classico<br />

pollicione tra l’una e l’altro al fine proprio<br />

di evitare erronei azionamenti del<br />

comando del trim posizionato sulla<br />

sommità dell’impugnatura. Fortunatamente,<br />

avendo iniziato la manovra a<br />

20.000 ft, ho avuto il tempo di accorgermi<br />

dell’occhio di bambola completamente<br />

bianco con la scritta “Down”,<br />

non senza aver panicato per qualche<br />

momento.<br />

Per approfondire l’argomento decido<br />

di contattare il gen. DA Fabio Molteni,<br />

già collaudatore AM e presentatore<br />

del ‘339, cui sono legato da sentimenti<br />

di profonda amicizia essendo stato<br />

suo comandante di corso in Accademia<br />

ormai 35 anni fa. Accetta volentieri<br />

la mia proposta chiedendomi<br />

qualche giorno per trovare il tempo di<br />

abbandonare momentaneamente le<br />

preoccupazioni della 2ª Divisione del<br />

di Giancarlo Naldi<br />

Comando Logistico, che attualmente<br />

dirige, per tuffarsi nei suoi ricordi.<br />

Caro Fabio, eccomi qui per chiederti,<br />

come mi avevi promesso,<br />

una mezz’ora del tuo tempo per dedicarla<br />

alla vite rovescia.<br />

Innanzi tutto ti ringrazio per avermi dato<br />

quest’opportunità di parlare di argomenti<br />

che mi fanno ritornare indietro di<br />

quasi un quarto di secolo… Quindi, come<br />

declama il proverbio “delle nuove<br />

imprese”, prima c’è la fase dell’entusiasmo<br />

iniziale e poi quella del panico!<br />

Un’intervista non è un’impresa - ci<br />

mancherebbe - ma un po’ di “panico”<br />

mi è venuto, quando ho rispolverato ricordi<br />

e sensazioni di viti dritte e rovesce<br />

fatte al corso di pilota collaudatore<br />

dell’USAF Test Pilot School, classe<br />

85A, con l’A-37 e con l’A-7E Corsair; in<br />

Sardegna con l’AMX prototipo A3, durante<br />

le prove di sviluppo fatte assieme<br />

all’Aermacchi; in addestramento ed in<br />

presentazione, con l’MB-339A.<br />

Il tutto opportunamente integrato, e lì<br />

troviamo “il panico con il rispolvero”,<br />

con la consultazione, a casa, di libri e<br />

di testi molti dei quali pieni di formule.<br />

Bene, bando al panico e forza con<br />

l’entusiasmo...<br />

Cominciamo con le definizioni, cercando<br />

di essere più chiari possibile,<br />

senza addentrarci su concetti di<br />

difficile “digestione” o peggio ancora<br />

tra le formule che pochi amano<br />

e che, ahimè, si dimenticano<br />

presto, puntando più sul fascino<br />

della manovra vista da dentro che<br />

sulla teoria da tavolino…<br />

D’accordo. Per vite si intende quella<br />

condizione di volo incontrollato alla<br />

quale il velivolo giunge, quando stallato<br />

e lasciato a se stesso, comincia a rollare,<br />

imbardare e beccheggiare per arrivare,<br />

se non ripreso, ad un moto<br />

elicoidale ed unico nel quale il velivolo<br />

stesso discende, rapidamente e perpendicolarmente<br />

verso la terra, con un<br />

angolo di attacco compreso fra quello<br />

di stallo ed i 90°. A completamento di<br />

questa definizione teorica occorre aggiungere<br />

che il moto di rollio e di imbardata<br />

sono nello stesso verso (a destra<br />

o a sinistra rispetto l’asse verticale) e<br />

che si sviluppano anche grandi angoli<br />

di sbandata con conseguenti e significative<br />

forze laterali, il tutto “condito”,<br />

sempre, da una più o meno rapida e rilevante<br />

perdita di quota.<br />

Un moto assai complesso...<br />

Certamente, ma nella realtà, lo è ancor<br />

di più, perché prima della fase<br />

stabilizzata vera e propria della vite ci<br />

sono le fasi che la precedono e perché<br />

entrano in gioco anche le forze<br />

inerziali sui tre assi sotto forma di momenti,<br />

assieme ai “coefficienti di stabilità”,<br />

tipici di ciascun velivolo e<br />

rientranti nella famiglia delle “qualità<br />

di volo”. Inoltre, vi è una dettagliata<br />

classificazione per tipologia, piatta,<br />

rovescia (eccola finalmente!) e di rimesse,<br />

ma ritengo che quanto detto<br />

sia sufficiente e, spero, soprattutto<br />

chiaro per inquadrare l’argomento<br />

che non è facile da comprendere dal<br />

punto di vista teorico.<br />

In effetti, più che conoscerla teoricamente<br />

bisogna saperla riconoscere<br />

praticamente e, soprattutto,<br />

saperne uscire...<br />

Dalle prime esperienze di malcapitati<br />

piloti, agli albori della storia dell’aeronautica,<br />

entrati in vite nel volo manovrato<br />

e brusco, ma anche in atterraggio<br />

(con i comandi “incrociati”), molto è<br />

stato fatto per rendere i velivoli “resistenti”<br />

alle vite, perché evento malaugurato<br />

e certamente disorientante per<br />

tutto ciò che il pilota subisce.<br />

E molto è stato fatto - finalmente - per<br />

rimettere dalla vite stessa, anzi per<br />

non entrarci (!), onde evitare di tornare<br />

sulla terra in modo “traumatico”…<br />

La vite, quando eseguita volontariamente,<br />

è spettacolare vista dal basso<br />

ed è quindi entrata da tempo in quelle<br />

classificate come acrobatiche...<br />

La vite è anche fra quelle manovre che<br />

possono essere fatte per presentare<br />

tecnicamente un velivolo, soprattutto<br />

un addestratore, che deve essere capace<br />

di mostrare all’allievo, in piena sicurezza,<br />

anche condizioni di volo<br />

estreme al fine di riconoscerle immediatamente<br />

e riprendere il controllo del<br />

velivolo, applicando la corretta mano-<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


vra di rimessa. Per la vite l’istruttore,<br />

senza particolare timore, ne dimostra<br />

la fase incipiente, applica una semplice<br />

manovra di rimessa, atta a fermare<br />

l’imbardata con il timone di direzione in<br />

senso opposto a essa, portando la<br />

barra in avanti per ridurre l’angolo di<br />

attacco ed esce all’istante, com’è possibile,<br />

in maniera impeccabile e sempre,<br />

con l’MB.339A. Mi perdonino gli<br />

esperti, di tipi di rimessa ve ne sono<br />

molti, lo so, ma il mio scopo è solo<br />

esplicativo. Quella che deve essere<br />

applicata, nei velivoli dove la manovra<br />

d’ingresso è prevista, è la manovra di<br />

rimessa contenuta nel manuale di volo,<br />

sempre, subito e comunque, rispettando<br />

i parametri indicati e, soprattutto,<br />

la quota d’ingresso!<br />

A questo punto, certi di non aver<br />

ecceduto nell’inquadrare il nostro<br />

argomento e fatte le dovute precisazioni,<br />

passiamo alla vite che<br />

m’interessa: quella rovescia...<br />

Essa si distingue da quella dritta perché<br />

il velivolo è rovescio, l’angolo<br />

d’attacco è negativo e, per ragioni puramente<br />

geometriche, il rollio è di verso<br />

opposto all’imbardata.<br />

Tutto qui?<br />

Certamente no. La prima volta che ti<br />

dimostrano la vite rovescia si rimane a<br />

bocca aperta, ancorché nella maschera!<br />

Il moto è violento, ci si ritrova appesi<br />

alle cinghie, lanciati verso il<br />

tettuccio, l’abitacolo si riempie di polvere<br />

e di sporcizia, non si riesce, fino<br />

alla stabilizzazione, a riconoscere il<br />

verso dell’imbardata perché il velivolo<br />

rolla dall’altra parte e, di conseguenza,<br />

a impostare una corretta rimessa…<br />

Il disorientamento è notevole: si<br />

è a testa in giù a meno un “g” o poco<br />

più, ma il rateo di imbardata sembra<br />

più rapido di quello che è, come pure<br />

la discesa verso terra; le forze laterali<br />

si sentono di più di quelle della vite<br />

dritta, ma lo sono in realtà? In sintesi,<br />

non piace a nessuno, almeno le prime<br />

volte, perché non si comprendono gli<br />

assetti assunti né tanto meno il moto<br />

del velivolo e può essere, anzi lo è,<br />

sgradevole dal punto di vista fisico.<br />

Come ci entri?<br />

L’ingresso “canonico” è quello di far<br />

stallare il velivolo già in volo rovescio,<br />

togliendo motore, applicando tutto il timone<br />

a destra o a sinistra e portando la<br />

barra nell’angolo anteriore opposto,<br />

cioè a sinistra o a destra. La posizione<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

assunta dagli alettoni aggrava così lo<br />

stallo che diviene asimmetrico e il velivolo<br />

comincia a ruotare. La vite si stabilizza<br />

e quindi diventa tale dopo qualche<br />

ciclo di rotazione post-stallo. Rispetto<br />

alla vite dritta la deriva è immersa nel<br />

flusso dell’aria - siamo rovesci - ed è<br />

quindi più efficace, perché nella prima<br />

può essere messa parzialmente in “ombra”<br />

dalle ali e/o fusoliera, quando il timone<br />

viene applicato correttamente a<br />

fondo corsa ed in verso opposto alla rotazione<br />

d’imbardata. Ci aiuta, in questo,<br />

l’infallibile paletta e solo centralizzando<br />

la barra, in modo pressoché contemporaneo<br />

all’azione sul timone, si esce subito<br />

dallo stallo. La velocità, puntando il<br />

velivolo verso terra, aumenta rapidamente,<br />

i comandi tornano a essere efficaci<br />

e la pedaliera va riportata al centro,<br />

assecondando il suo naturale ritorno in<br />

posizione neutra. È il momento, se non<br />

si è istintivamente già fatto, di richiamare<br />

e di tornare a volare riguadagnando<br />

un po’ di quota…<br />

Sono riuscito, Giancarlo, a rendere<br />

l’idea?<br />

Certamente, anche se le parole non<br />

possono mai sostituirsi alle forti<br />

sensazioni generate dal volo in tutte<br />

le sue forme, sensazioni uniche nel<br />

loro genere, impareggiabili nel creato<br />

e diverse per ciascun pilota…<br />

Ma torniamo alla vite rovescia; ora<br />

che ci siamo ripresi proviamo un altro<br />

ingresso, quello che preferisco e che<br />

utilizzavo con il ‘339: velivolo dritto,<br />

muso alto, circa 45° sull’orizzonte,<br />

150 KIAS, motore su “idle” e tutto piede<br />

sinistro con la barra tutta avanti a<br />

destra, nell’angolo, con rapidità. Sono<br />

le stesse posizioni dei comandi del<br />

caso precedente, ma avendo più<br />

energia cinetica l’effetto sul pilota è<br />

quello simile ad un cavaliere violentemente<br />

disarcionato in avanti (è solo<br />

un’immagine letteraria, non ho confidenza<br />

alcuna con i cavalli, ma passamela)<br />

ma che si ritrova, però, ancora<br />

nel velivolo. Quest’ultimo, scricchiolando<br />

un po’ (la struttura si flette per<br />

assorbire i carichi), si rovescia in<br />

avanti rientrando nelle condizioni e<br />

nel moto che ho descritto in precedenza.<br />

Non mi dire che certe “manovre”<br />

non vanno fatte: qualcuno le<br />

deve pur fare, per amore di conoscenza<br />

e per sana e umana curiosità.<br />

Per questo esistono i collaudatori...<br />

Ma il velivolo ne risente?<br />

Un po’ sì, se pensi che, oltre alla strut-<br />

17<br />

VARIE<br />

tura, tutti i cavi, le tubazioni ed i fluidi<br />

vengono “frullati”, ma la vite rovescia<br />

non si fa di frequente. Inoltre, sia il ‘339<br />

che il ‘326 sono stati costruiti bene,<br />

con un giusto bilanciamento di caratteristiche<br />

strutturali, nonché aerodinamiche,<br />

cioè una buona efficacia dei<br />

comandi di volo a bassa velocità, in<br />

particolare del timone di direzione e<br />

delle sane caratteristiche latero-direzionali<br />

con dei momenti di inerzia<br />

omogenei sui tre assi. Ecco perché sono<br />

resistenti all’ingresso in vite (anche<br />

quella rovescia che non c’è nel manuale!)<br />

e sono di rimessa sicura e facile.<br />

Non mi far dire di più, ma il grande<br />

Ingegner Bazzocchi, che ho avuto il<br />

piacere di conoscere anni fa, era come<br />

un grande cuoco: gli ingredienti c’erano<br />

tutti nei suoi velivoli e, come sai, le<br />

buone ricette non si svelano mai…<br />

A proposito del grande Bazzocchi,<br />

hai letto “Never give up”, l’interessante<br />

biografia uscita di recente,<br />

scritta dai suoi collaboratori dell’epoca?<br />

Io l’ho trovata appassionante...<br />

Certamente. È un libro che i piloti che<br />

hanno volato sui suoi aeroplani non<br />

possono non avere in biblioteca.<br />

Tornando alla vite rovescia, hai<br />

qualche aneddoto da raccontarci<br />

per concludere questa intervista?<br />

Potrei raccontarti le reazioni di un Generale<br />

a due stelle, ora in pensione,<br />

che ho rivisto di recente a Grosseto e<br />

che ancora ricorda quel volo fatto sul<br />

‘339 quando ero all’RSV. Era stato mio<br />

comandante, anni prima, al 4° Stormo<br />

ed era stato in precedenza istruttore al<br />

20° sullo “Spillone”, un pilota naturale e<br />

in perfetta forma, allora come adesso.<br />

Insomma, c’erano tutte le premesse<br />

per andare in vite rovescia con lui! Pilotando<br />

dal posto posteriore feci l’ingresso,<br />

il secondo che ti ho descritto, che<br />

venne davvero bene, forse anche un<br />

po’ troppo brutale: lo vidi appeso a testa<br />

in giù, senza proferir parola all’ingresso<br />

e per tutti i cinque o sei giri che<br />

facemmo… Alla rimessa, tornati a testa<br />

in su e solo qualche migliaio di piedi<br />

più sotto, nello splendido cielo sopra<br />

a Fondi, mi disse: «Non mi piace. Anzi<br />

ti dirò, non mi piace per niente!»<br />

Però è bella da vedere per chi sta<br />

col naso all’insù!<br />

Ora accetterei volentieri quel caffé<br />

che prima ho rifiutato. Le tue descrizioni<br />

mi hanno messo sottosopra<br />

lo stomaco...


VARIE<br />

«Non ho preparato un discorso, perché<br />

tra appassionati si può parlare con il<br />

cuore», ha detto il gen. Giuseppe Bernardis,<br />

capo di Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong>,<br />

nel presentare l’IMAM<br />

Ro.37bis restaurato per il Museo Storico<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare nei colori<br />

dell’esemplare personale del duca<br />

Amedeo d’Aosta quando era governatore<br />

d’Etiopia. «Sono qui molto volentieri,<br />

perché l’impresa che oggi festeggiamo<br />

merita una sottolineatura».<br />

In effetti non capita tutti i giorni di riportare<br />

in vita uno degli aerei più diffusi<br />

e caratteristici della Regia<br />

<strong>Aeronautica</strong> partendo da alcuni relitti<br />

rintracciati fortunosamente alle porte<br />

di Kabul, in un rottamaio ingombro di<br />

carri armati ed elicotteri sovietici (v.<br />

pag. 28 di <strong>Aeronautica</strong> n. 3/2006).<br />

L’impresa di trasformarlo in un gioiello<br />

ha richiesto circa diecimila ore di lavoro,<br />

effettuate in circa due anni tramite<br />

un’inedita collaborazione privato-pubblico<br />

che ha coinvolto la ditta Celin<br />

Avio e due Reparti Manutenzione Velivoli<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare, il 1° di<br />

Cameri e il 10° di Lecce. Il successo<br />

di questo modello operativo è stato rimarcato<br />

da tutti gli intervenuti, con<br />

l’auspicio di poterlo applicare anche<br />

ad altri aerei storici.<br />

L’operazione è stata sostenuta da<br />

Finmeccanica - la cui controllata Alenia<br />

<strong>Aeronautica</strong> (oggi Alenia Aermacchi)<br />

è l’erede diretta della IMAM -, da<br />

18<br />

Restaurato il Ro.37bis recuperato a Kabul nel 2006<br />

Bentornato Romeo!<br />

Diecimila ore di lavoro in due anni da parte di Celin Avio, 1° e 10° RMV<br />

Volandia, da Memphis Belle e, per l’elica,<br />

da Piaggio Aero Industries.<br />

Le cifre e i nomi non possono però<br />

descrivere le sensazioni trasmesse<br />

dal grande biplano da osservazione<br />

aerea, la cui struttura mista in tubi, alluminio,<br />

legno e tela rappresenta lo<br />

schema progettuale classico del quale<br />

in Italia sono conservati pochissimi<br />

esempi. Nelle due versioni con motore<br />

in linea e radiale (appunto la bis), il<br />

Ro.37 fu in dotazione a oltre 30 squadriglie,<br />

comprese la 10ª e la 87ª<br />

Squadriglia le cui insegne compaiono<br />

nello stemma dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />

La Regia <strong>Aeronautica</strong> lo impiegò in<br />

Etiopia, in Spagna e nella Seconda<br />

guerra mondiale, con risultati proporzionati<br />

al grado di superiorità aerea<br />

che era possibile conseguire nei vari<br />

momenti. Sotto il profilo umano, infine,<br />

l’aereo è legato ai nomi dell’industriale<br />

Nicola Romeo, che ancora compare<br />

sulle automobili, e del progettista<br />

Giovanni Galasso, oggi al contrario dimenticato.<br />

Fino a pochi anni fa il Ro.37 era creduto<br />

estinto, né vi erano stati particolari<br />

tentativi di rintracciarne uno. Quello<br />

svelato al pubblico a Volandia è uno<br />

dei 16 esportati in Afghanistan nel<br />

1938 ed utilizzati per circa un decennio<br />

in quel difficile paese, dove terminato il<br />

servizio furono accantonati all’aperto.<br />

Fu solo la presenza di forze occidentali<br />

in Afghanistan che nel 2002 fece circolare<br />

le prime notizie della loro presenza.<br />

Quattro anni dopo la loro posizione<br />

fu identificata da una pattuglia del 132°<br />

Reggimento Ariete nel marzo 2006,<br />

aprendo la strada al successivo recupero<br />

di ben sei relitti.<br />

Il restauro è stato avviato nel gennaio<br />

2010. Celin Avio, erede dell’associazione<br />

AREA che effettuò l’epico restauro<br />

del Fiat CR.42, ha lavorato<br />

sulla fusoliera e curato l’integrazione<br />

finale. Il 1° RMV ha restaurato il motore<br />

Piaggio P.IX e il 10° le ali. In mancanza<br />

dei disegni costruttivi, per<br />

raggiungere un risultato di alta qualità<br />

sono state essenziali la possibilità di<br />

prelevare componenti dagli altri relitti<br />

e l’accesso al Ro.43 che era parallelamente<br />

in lavorazione presso il Museo<br />

Storico A.M. Da questo, ad esempio,<br />

è stata copiata la cofanatura motore. Il<br />

pezzo, perfettamente intercambiabile<br />

come testimoniato dal catalogo nomenclatore,<br />

era del tutto assente ed è<br />

stato ricostruito a mano con migliaia<br />

di sapienti colpi di martello.<br />

Nella fase finale è stata anche accertata<br />

l’identità dell’esemplare restaurato,<br />

la cui targhetta di costruzione -<br />

presente nel marzo 2006 - non era<br />

purtroppo mai giunta in Italia. Il numero<br />

“1016” dipinto su alcuni pannelli di<br />

fusoliera è stato infatti riconosciuto<br />

come il numero di costruzione del<br />

Ro.37bis MM.11341, consentendo di<br />

riapplicare la matricola in fase di verniciatura.<br />

Alla cerimonia, svoltasi presso il museo<br />

Volandia di Vizzola Ticino, hanno<br />

partecipato anche il gen. SA Tommaso<br />

Ferro, comandante della 1ª Regione<br />

Aerea, il gen. sq. AAran Mario<br />

Martinelli, comandante del COMAER<br />

e il gen. BA Claudio Salerno, capo del<br />

5° Reparto SMA. Altrettanto emozionante<br />

la presenza del ten. col. Giuseppe<br />

Migliori, già pilota di Ro.37 nei<br />

Balcani durante la seconda guerra<br />

mondiale ed oggi 96enne vice presidente<br />

della sezione di Bologna dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong>.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

Nella stessa occasione è stato ufficialmente<br />

consegnato l’AMX donato<br />

dalla forza armata a Volandia. Si tratta<br />

dell’esemplare MM. X-599, quinto prototipo,<br />

usato dal 1986 al 1995 soprattutto<br />

per prove di armamento. Pur<br />

essendo questo esemplare stato costruito<br />

da Aeritalia a Torino, la partecipazione<br />

di Aermacchi al programma<br />

inserisce a pieno titolo il cacciabombardiere<br />

nel tema degli aerei di Varese<br />

che costituisce uno dei filoni<br />

principali di Volandia.<br />

Strani oggetti volanti: l’Autogiro Day<br />

Nel settore aeromodellistico, la Federazione <strong>Aeronautica</strong><br />

Internazionale (FAI) riconosce gli autogiro<br />

soltanto nella categoria dei modelli di razzi.<br />

Nelle specialità S9 e S12/P, una volta raggiunta la quota<br />

con la spinta del razzo, la discesa avviene lentamente,<br />

in autorotazione, per dispiegamento automatico<br />

delle pale che si mettono a ruotare in modo da attuare<br />

un atterraggio morbido e impedire la distruzione del<br />

modello. Sulla scia dei velivoli a pale rotanti non motorizzate,<br />

realizzati negli anni ’30, il vero e proprio “autogiro”<br />

è gia apparso molti anni fa come aeromodello in<br />

volo libero a elastico, poi con motore a scoppio in VVC<br />

e ora come radiocomandato anche con motori elettrici.<br />

Per ora è seguito solo dagli appassionati che hanno<br />

scoperto questo nuovo filone aeronautico dal quale pescano<br />

idee e disegni. Non sono ancora riconosciuti dalla<br />

FAI e non partecipano a competizioni, si limitano ad<br />

apparire ad alcuni raduni e incontri di modelli radiocomandati,<br />

però l’autogiro è troppo interessante, in quanto<br />

macchina, per non avere una sua propria categoria e<br />

un suo orgoglio di esistere in aeromodellismo.<br />

L’autogiro sembra un ibrido fra aeroplano e elicottero,<br />

ma il rotore non è motorizzato; un’elica traente o propulsiva<br />

ne assicura il moto orizzontale e con la velocità<br />

che ne deriva vengono fatte ruotare le pale. Esse assumono<br />

quindi la veste di una vera e propria ala rotante.<br />

Nel campo dei fratelli maggiori dell’aeronautica con pilota<br />

e passeggeri imbarcati, storicamente si va dagli<br />

anni ’30 e quindi dai progetti La Cierva, Pitcairn e Kellet<br />

ai moderni ultraleggeri Magni, Arrow, Dominator, ecc.<br />

L’elica propulsiva è preferita in epoca odierna soprattutto<br />

negli ultraleggeri per essere più protetta in decollo<br />

e in atterraggio.<br />

Queste “strane macchine” sono state quindi un richiamo<br />

per tanti aeromodellisti che in Italia e all’estero si<br />

sono attivati dando vita a moltissimi modelli di autogiro<br />

di varie forme e dimensione.<br />

di Carlo d’Agostino<br />

19<br />

VARIE<br />

È previsto che il Ro. 37bis resti esposto<br />

a Volandia sino a fine marzo, per<br />

essere quindi trasferito a Vigna di Valle<br />

dove sarà esposto a fianco del “cugino”<br />

idrovolante Ro.43 inaugurato in<br />

novembre. La decisione di raffigurare<br />

un Ro.37bis impiegato in Africa Orientale<br />

colmerà un vuoto nei periodi e nei<br />

fronti rappresentati al Museo, così come<br />

non era sinora presente la livrea<br />

Cachi Avorio Chiaro tipica degli aerei<br />

italiani tra le due guerre mondiali.<br />

G.A.<br />

Questo stato di cose ha portato la Federazione Italiana<br />

Aero Modellismo (FIAM) ad appoggiare gli specialisti<br />

italiani e stranieri a mettere in programma per il prossimo<br />

settembre un “Autogiro Day”, manifestazione internazionale<br />

che si terrà a Calcinatello (Brescia) sede<br />

operativa della Federazione alla quale fin d’ora sono invitati<br />

a partecipare tutti coloro che praticano questa<br />

specialità in Italia ed all’estero.<br />

Ulteriori informazioni possono essere richieste direttamente<br />

alla FIAM, via Strambio 23 - <strong>2012</strong>5 Milano<br />

tel. 02/62694268 - fax: 02/6552352 o alla e-mail:<br />

paola@fiamaero.it<br />

Il modello Autogiro radiocomandato replica dell’Arrowcopter<br />

AC 10 della austriaca FD Composites, realizzato<br />

dalla Experimental Models di Paolo D’Alessandro,<br />

diametro rotore principale 3,20 m, peso 16 kg, motore<br />

a scoppio bicilindrico a 2 tempi da 70 cmc o elettrico<br />

da 6000 W.


VARIE<br />

I Macchi C.205V egiziani<br />

Il 14 maggio 1948 fu proclamata la<br />

nascita dello Stato d’Israele. Nel confinante<br />

Egitto questo evento diede un<br />

forte impulso all’impellente domanda<br />

di armamenti, già vivace nei circoli militari.<br />

A Roma per settimane si svolse<br />

un nervoso balletto tra politici, militari<br />

e vari intermediari per definire una importante<br />

fornitura di velivoli all’aviazione<br />

reale egiziana (REAF). La<br />

conduzione delle trattative con<br />

Aer.Macchi e Aeritalia era condizionata<br />

dalla complessa situazione internazionale:<br />

Stati Uniti e Gran Bretagna<br />

Il Macchi C.205V MM 92166, già appartenuto<br />

al 51° Stormo e sopravvissuto al conflitto,<br />

nella finitura postbellica in metallo<br />

naturale.<br />

avevano infatti imposto un rigido embargo<br />

alla fornitura di armi ai paesi<br />

arabi e, anche se l’Italia era rimasta al<br />

di fuori di questi accordi, pressioni di<br />

vario genere si frapponevano alla<br />

conclusione dell’affare. Dagli Stati<br />

Uniti era perfino giunta un’offerta di<br />

acquisto per la maggioranza delle<br />

azioni dell’<strong>Aeronautica</strong> Macchi, al fine<br />

di bloccare, attraverso un nuovo assetto<br />

proprietario, la potenziale minaccia<br />

per Israele proveniente da<br />

un’azienda candidata alla fornitura di<br />

caccia. La proposta non venne accettata<br />

e finalmente, superate le varie<br />

difficoltà politico-diplomatiche, il 23<br />

giugno 1948 la trattativa si concluse<br />

favorevolmente: H.E. Abden Rahman<br />

Hakki Bey, plenipotenziario della Legazione<br />

Egiziana, firmò il contratto<br />

per l’acquisto di un primo lotto di caccia<br />

Macchi; la sua controparte era il<br />

generale Eraldo Ilari, all’epoca direttore<br />

generale dell’azienda varesina dopo<br />

una lunga e brillante carriera nella<br />

20<br />

Veltri sul Nilo<br />

di Gianni Cattaneo e Giovanni Massimello<br />

Regia <strong>Aeronautica</strong>. Il prestigio della<br />

Macchi e gli indispensabili appoggi<br />

politici e industriali si erano dimostrati<br />

la carta vincente per propiziare la<br />

vendita all’Egitto di un significativo numero<br />

di Macchi C.205 Veltro giacenti<br />

nei magazzini dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />

In realtà molti di questi aerei erano<br />

originariamente dei C.202, ma il contratto<br />

prevedeva l’impegno della Macchi<br />

di portarli tutti allo standard del<br />

modello superiore. Il valore del contratto,<br />

stipulato inizialmente per 24 aerei,<br />

era di 648.298 Sterline, pagabili in<br />

valuta, senza alcuna compensazione<br />

in materie prime. I voli di collaudo e<br />

accettazione si dovevano eseguire a<br />

Venegono, mentre imballaggio, trasporto<br />

e rimontaggio in Egitto sarebbero<br />

stati eseguiti da una squadra<br />

Macchi predisposta allo scopo.<br />

Un analogo contratto fu sottoscritto<br />

con Aeritalia per la fornitura di 19 Fiat<br />

G.55 (di cui tre biposti per addestramento).<br />

Così per i due caccia italiani<br />

protagonisti degli ultimi combattimenti<br />

aerei della seconda guerra mondiale<br />

si aprì una nuova, inattesa stagione<br />

bellica.<br />

Un episodio di terrorismo<br />

Come accennato, i caccia Macchi<br />

venduti all’Egitto non erano di nuova<br />

costruzione ma esemplari già appartenenti<br />

all’AM, ceduti alla ditta e debitamente<br />

revisionati ad ore zero,<br />

compresa l’installazione del motore<br />

DB 605 sulle cellule dei 202 da trasformare<br />

in 205V. Una volta completato<br />

il processo di ricondizionamento, i<br />

velivoli venivano poi trasferiti nello<br />

stabilimento Macchi di Valle Olona per<br />

lo stivaggio nei contenitori predisposti<br />

per il trasporto via mare.<br />

Circa tre mesi dopo la firma del contratto,<br />

la stampa riportò con una certa<br />

enfasi un attacco di natura terroristica<br />

collegato a questa fornitura, avvenuto<br />

sul campo di Venegono e poi attribuito<br />

ad agenti israeliani. Nella notte del 18<br />

settembre 1948, infatti, un incendio di<br />

evidente origine dolosa si sviluppò in<br />

un hangar. Il personale di vigilanza<br />

reagì prontamente e solo un Veltro<br />

dell’AM (MM 9351) fu messo fuori uso.<br />

Gli altri aerei presenti nell’hangar<br />

(C.205V italiani e MB.308) vennero rapidamente<br />

spinti fuori e solo alcuni riportarono<br />

lievi danni. Gli aerei<br />

destinati all’Egitto non furono coinvolti<br />

nell’attentato in quanto si trovavano<br />

già a Valle Olona. La successiva inchiesta<br />

appurò che era stata forzata<br />

una finestra dell’hangar e che all’interno<br />

erano stati sistemati degli ordigni<br />

incendiario-esplosivi. Questi erano<br />

stati innescati con “matite a tempo”,<br />

dispositivi abbastanza rudimentali, simili<br />

a quelli utilizzati dagli inglesi dello<br />

Special Air Service nelle loro scorrerie<br />

dietro le linee italo-tedesche durante<br />

la guerra in Africa Settentrionale. L’episodio,<br />

attribuito ad una frazione dei<br />

servizi israeliani nota come “banda<br />

Stern”, non rallentò le spedizioni e<br />

venne rapidamente dimenticato. Per<br />

inciso, la politica italiana dell’epoca<br />

era prevalentemente filo-araba, ma nel<br />

paese c’era spazio anche per attività<br />

paramilitari che indirettamente favorivano<br />

Israele, come quelle svolte presso<br />

la scuola di pilotaggio “Alica”<br />

istituita all’aeroporto dell’Urbe a Roma,<br />

dove vennero addestrati numerosi<br />

piloti del Heyl Ha’Avir (l’aviazione<br />

israeliana).<br />

Uno dei C.205V del primo lotto con la colorazione<br />

mimetica e le insegne della REAF.<br />

Si tratta dell’esemplare col numero di serie<br />

‘1214’, ex-MM 91982.<br />

Spediti in piccoli lotti via mare a partire<br />

dal 26 settembre, i Veltri, dipinti in<br />

un anonimo colore uniforme “nocciola<br />

chiaro”, già impiegato come colore di<br />

fondo per i C.202/5 della Regia <strong>Aeronautica</strong>,<br />

e senza alcuna insegna di<br />

nazionalità, cominciarono ad affluire<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


I<br />

l “Veltro” ‘1213’, ex-MM 7897, sopravvissuto<br />

al primo conflitto arabo-israeliano, ripreso<br />

nella primavera del 1949.<br />

in Egitto. Qui li attendeva una missione<br />

costituita da sei tecnici Macchi con<br />

a capo il colonnello Ettore Foschini,<br />

già valoroso comandante di reparti da<br />

caccia della Regia <strong>Aeronautica</strong> nella<br />

seconda guerra mondiale. Il compito<br />

di questa squadra era quello di rimontare<br />

i velivoli e rimetterli in condizione<br />

di efficienza bellica. Una volta pronti<br />

per l’impiego, sui Veltri vennero dipinte<br />

le coccarde bianco-verdi della<br />

Royal Egyptian Air Force, mentre alla<br />

colorazione originale vennero aggiunte<br />

delle ampie zone in marrone più<br />

scuro, in modo da rendere l’aspetto<br />

dei nuovi arrivi più simile a quello degli<br />

Spitfire già in servizio.<br />

In azione<br />

Dall’ottobre ’48, quando iniziarono le<br />

ostilità, fino all’armistizio del 7 gennaio<br />

1949, i C.205V dello Squadron 2<br />

della REAF e - più limitatamente - i<br />

G.55, affiancarono gli Spitfire egiziani<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

nei frequenti combattimenti con i velivoli<br />

israeliani, operando principalmente<br />

dalla base di El-Arish. Malgrado<br />

l’addestramento sulla nuova macchina<br />

fosse stato necessariamente sommario<br />

per l’incombere degli eventi<br />

bellici, al termine degli scontri i piloti<br />

egiziani espressero pareri del tutto<br />

positivi sul Veltro, sia per l’impiego in<br />

missioni di intercettazione che per le<br />

azioni di attacco al suolo.<br />

A testimoniare la durezza degli scontri,<br />

delle quindici macchine che si era<br />

fatto in tempo a consegnare e che<br />

erano state intensamente impiegate<br />

in azione, alla data dell’armistizio solo<br />

sei erano rimaste bellicamente efficienti.<br />

Per cinque erano in corso riparazioni<br />

più o meno importanti, mentre<br />

tre erano state perse in combattimento<br />

durante gli ultimi giorni di dicembre<br />

(piloti deceduti: Ibrahim Nur al Din,<br />

Mustafà Kamal al Wahib, Khalal Jamal<br />

Arusi). Una quarta macchina era<br />

stata costretta ad un atterraggio di fortuna<br />

e venne poi recuperata e riparata;<br />

il pilota, Shalabi al Hinnawi, ferito<br />

nel combattimento, sarebbe poi diventato<br />

nel 1967 il Capo di Stato Maggiore<br />

della <strong>Aeronautica</strong> Egiziana.<br />

La soddisfazione degli aviatori egiziani<br />

nei confronti dei caccia Macchi si<br />

manifestò materialmente attraverso la<br />

firma di un secondo contratto per 18<br />

ulteriori esemplari che furono tutti<br />

consegnati direttamente in Egitto. Il<br />

controvalore pattuito fu di 270.000<br />

Sterline. Un altro aereo prodotto dall’Aer.Macchi<br />

raggiunse l’Egitto in que-<br />

Tagli alle spese militari USA nel 2013<br />

sta occasione: un MB.308 donato al<br />

re Faruk. Il “Macchino” fu incorporato<br />

nel Royal Flight e venne poi lungamente<br />

utilizzato dall’Aero Club del<br />

Cairo.<br />

I collaudi del secondo lotto di C.205V<br />

vennero eseguiti direttamente in Egitto<br />

da Guido Carestiato, distaccato sul<br />

luogo per un lungo periodo. Assieme<br />

ai superstiti della prima guerra araboisraeliana,<br />

anche questi caccia italiani<br />

prolungarono onorevolmente la loro<br />

carriera nelle fila della RAEF, rimanendo<br />

in linea sino all’introduzione dei<br />

velivoli a reazione e terminando la loro<br />

vita operativa nel ruolo di addestratori<br />

avanzati alla scuola di Helwan.<br />

Il pilota egiziano Kamal Zaki, poi Air Commodore,<br />

davanti ad un Fiat G.55.<br />

Il 26 gennaio il ministro della Difesa USA Leon Panetta ha annunciato che la spesa militare degli Stati Uniti sarà<br />

di 525 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2013 con una riduzione notevole rispetto a quella dell’anno in corso.<br />

A quanto è dato di sapere l’economia sarà realizzata, tra l’altro, con la riduzione da undici a dieci del numero<br />

delle portaerei, da 570.000 a 483.000 del numero dei militari in servizio, di un totale non precisato di quello dei<br />

cacciabombardieri F-35 Joint Fighter Strike, dalla cancellazione del programma Global Hawk e dal ritiro di 27 C-<br />

5A Galaxy e di 65 dei C-130 Hercules più anziani.<br />

Secondo alcune ipotesi formulate da analisti del settore, la riduzione delle spese potrebbe anche interessare il<br />

programma relativo all’acquisizione di 38 bimotori C-27J Spartan di Alenia Aermacchi per l’USAF che si fermerebbe<br />

ai 13 velivoli già consegnati - in quanto il Pentagono riterrebbe sufficienti le capacità offerte dalla flotta di<br />

velivoli da trasporto attualmente nelle linee di volo dell’USAF - e comprenderebbero pure 24 dei 122 convertiplani<br />

Bell/Boeing V-22 Osprey previsti per il prossimo quinquennio. Altri programmi, infine, subirebbero rinvii o slittamenti.<br />

21<br />

VARIE


VARIE<br />

Riconoscimento NASA a un socio astronomo<br />

Il socio 1° av. Claudio Ferretti della sezione di Novi Ligure<br />

e già addetto CDA al 15° Centro Radar A.M. di<br />

Capo Mele nel 1979, appassionato di astronomia, è<br />

stato inserito nel Forum della NASA per aver realizzato<br />

- con un telescopio interamente auto costruito - una fotografia<br />

a colori di una “Nebulosa anulare” denominata<br />

“Abell 9”.<br />

In particolare, il telescopio, uno dei più grandi sul territorio<br />

nazionale, ha un obiettivo a specchio di 63 cm di diametro,<br />

concavo parabolico, che insieme ad un altro<br />

specchio più piccolo, questa volta convesso, raggiunge<br />

una focale di 5 metri. La lavorazione del solo specchio<br />

primario, fatta interamente a mano, ha richiesto circa otto<br />

mesi di lavoro, ma la precisione raggiunta della superficie<br />

ottica è nell’ordine dei 5 centomillesimi di<br />

millimetro. La struttura meccanica, del tipo equatoriale a<br />

forcella e del peso di circa una tonnellata, anch’essa<br />

auto costruita, è dotata di motori digitali per il puntamento<br />

dello strumento completamente automatico tramite<br />

computer. Al fuoco del telescopio è stato applicato<br />

un CCD che ha permesso di ottenere, dopo qualche ora<br />

di posa, l’immagine di una nebulosa planetaria, catalogata<br />

Abell 9 nella costellazione dell’Auriga, prima e unica<br />

fotografia a colori al mondo di questo soggetto.<br />

La fotografia è pubblicata sul Forum della NASA a questo<br />

indirizzo: Starship Asterisk.view topic e digitando il<br />

nome dell’autore.<br />

Gli interessati a contattare l’autore scrivano a:<br />

kalamita21@gmail.com<br />

M-346 ai piloti israeliani<br />

Il ministero della Difesa di Israele ha scelto l’Alenia-<br />

Aermacchi M-346 Master come futuro addestratore<br />

avanzato dei piloti della Heyl Ha’avir, la forza aerea di<br />

quel paese.<br />

L’acquisizione dei 30 esemplari previsti, che dovranno sostituire<br />

gli ormai obsoleti Douglas TA-4A Skyhawk attualmente<br />

in quella linea di volo, inizierà nel giugno 2014.<br />

22<br />

Pillole dal web<br />

Navigare in internet è ormai una realtà che ci permette di prendere visione di filmati aeronautici appassionanti girati in tutto il<br />

mondo, comodamente seduti sulla poltrona di casa nostra.<br />

A partire da questo numero proporremo ogni mese alcuni link aiutandovi così a discriminare tra le migliaia di informazioni di<br />

pessima qualità che affollano il web quelle più interessanti relative al nostro mondo aeronautico.<br />

Questo mese vi proponiamo una visita al Museo Nazionale dell’USAF cliccando sul suo sito interattivo. Sarete sorpresi dalla bellezza<br />

di questo link: http://www.nmusafvirtualtour.com/full/tour-pkg.html<br />

Per gli appassionati di aeromodellismo, proponiamo di gustarvi l’esibizione dello stupendo modello del Lockheed SR-71 “Blackbird”<br />

attraverso il link: http://www.youtube.com/watch_popup?v=SDbQ5xvsrIU<br />

Infine, per gli appassionati di volo a vela e di esibizioni oltre ogni limite, proponiamo due stupendi alianti Blanik che volano a specchio<br />

mentre un paracadutista, prima di lanciarsi realizza un contatto umano tra i due:<br />

http://www.dailymail.co.uk/news/article-1265891/Hold-think-youre-going-Skydiver-grabs-gliders-tail-fin-fly-2-100-metres-100mph.html<br />

G. N.<br />

Super Tucano all’USAF<br />

Per l’addestramento dei piloti e per le operazioni di ricognizione<br />

e supporto aereo (LAS - Light Air Support) l’aeronautica<br />

statunitense ha scelto l’EMB-314 Super Tucano, il<br />

turbopropulsore prodotto dall’Embraer Defesa e Seguranca.<br />

Il contratto, del valore di circa 355 milioni di dollari, prevede la<br />

fornitura di 20 macchine di questo tipo oltre al supporto per la<br />

formazione dei piloti e la manutenzione dei velivoli.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


Come è noto il calendario <strong>2012</strong> dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> è stato dedicato alla Coppa Schneider<br />

di velocità per idrovolanti istituita cento anni fa. A completamento degli scritti contenuti nel calendario<br />

stesso, e a favore di coloro che non hanno potuto acquistare il calendario citato, pubblichiamo<br />

quanto, sulla Coppa, è apparso recentemente nel sito ufficiale dello Stato Maggiore AM.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

Nel 1912 nasceva la “Coppa Schneider”<br />

Nel 1912 nasceva la “Coupe d’Aviation Maritime Jacques<br />

Schneider” meglio nota come “Coppa Schneider”,<br />

gara aviatoria di velocità per idrovolanti il cui<br />

centesimo anniversario ricorre proprio nel <strong>2012</strong>. Schneider,<br />

ricco industriale francese appassionato di aviazione, volle<br />

organizzare questa manifestazione per favorire il progresso<br />

tecnologico dell’idrovolante, che in quegli anni, complice<br />

l’enorme disponibilità di superfici acquee idonee al decollo<br />

e all’atterraggio, sembrava essere il futuro della nascente<br />

aeronautica. Questa manifestazione aerea si disputò per<br />

quasi 20 anni, fino al 1931 diventando così una delle competizioni<br />

aeronautiche più famose al mondo. La gara si<br />

svolge per la prima volta nel 1913 e il primo binomio vincente<br />

è costituito dal francese Maurice Prévost su un monoplano<br />

Deperdussin spinto da un motore rotativo Gnome.<br />

L’anno successivo la vittoria arride invece alla Gran Bretagna<br />

che si impone con Howard Pixton su Sopwith “Tabloid”,<br />

un biplano che avrebbe poi ispirato il velivolo<br />

militare Sopwith “Pup”.<br />

Dopo queste due edizioni, che si erano svolte sulle acque<br />

del Principato di Monaco, la gara viene ovviamente sospesa<br />

durante gli anni della guerra, per essere quindi ripresa<br />

nel 1919 a Bournemouth in Inghilterra. Il percorso è di 370<br />

chilometri e l’unico pilota che riesce a completarlo è il serg.<br />

Guido Jannello alla guida di un Savoia S.13. La vittoria,<br />

però, non veniva omologata in quanto, a causa della fitta<br />

nebbia, non era stato possibile confutare la decisione di<br />

uno dei giudici di gara che sosteneva che il concorrente<br />

italiano avesse “saltato” un pilone. Malgrado la squalifica di<br />

Jannello, l’Italia viene comunque riconosciuta come vincitrice<br />

morale, tanto che ad essa è affidata l’organizzazione<br />

della successiva edizione che si svolge a Venezia dove, tra<br />

eliminazioni e ritiri, gareggia alla fine un solo concorrente,<br />

il ten. di vascello Luigi Bologna, che vince con un Savoia<br />

S.12. L’anno seguente la competizione si disputa nuovamente<br />

a Venezia e vede la partecipazione di ben 16 italiani<br />

e di un solo francese. Dopo le eliminatorie la vittoria arride<br />

all’italiano Giovanni De Briganti su Macchi M.7bis. Nel<br />

1922 la gara assunse particolare importanza e interesse in<br />

quanto se uno dei nostri piloti avesse ottenuto la terza vittoria<br />

consecutiva, la Coppa sarebbe stata definitivamente<br />

assegnata all’Italia. La lotta si svolge sulle acque del Golfo<br />

di Napoli e, dopo l’eliminazione dei francesi, rimane circoscritta<br />

a tre italiani e all’inglese Henry Biard. La vittoria va<br />

proprio a quest’ultimo che pilota un Supermarine Sea Lion<br />

spinto da un motore Napier da 450 CV. L’americano David<br />

Rittenhouse è il vincitore dell’edizione successiva - che si<br />

svolge nell’isola di Wight e alla quale non partecipano italiani<br />

- con un Curtiss CR-3S. Dopo un anno di interruzione<br />

decisa dagli americani che si rifiutano di disputare la gara<br />

in assenza di concorrenti stranieri, nel 1925 la Coppa si<br />

svolge a Baltimora e sul podio sale lo statunitense James<br />

Doolittle su Curtiss R-2C2. A questo punto si ripeteva per<br />

gli americani la stessa favorevole circostanza che si era<br />

presentata agli italiani qualche anno prima: la possibilità di<br />

23<br />

VARIE<br />

aggiudicarsi definitivamente il trofeo.<br />

Grandissima era quindi l’attesa quando, nel 1926 a<br />

Norfolk, si classificavano per la finale tre italiani e tre americani.<br />

Pari all’attesa è però la delusione del folto pubblico<br />

presente quando, la mattina del 13 novembre, l’idrocorsa<br />

Macchi M.39 del magg. Mario De Bernardi, dopo un appassionante<br />

duello con i Curtiss, taglia vittoriosamente il<br />

traguardo alla media di 396,689 km/h. Nel 1927 la competizione<br />

ritorna in Italia, ancora a Venezia, dove gli italiani<br />

vengono messi fuori gara da una serie di incidenti ai motori.<br />

Alla fine la spunta l’inglese Sidney Webster su idrocorsa<br />

Supermarine S-5. La delusione italiana era mitigata solo<br />

dal prestigioso record conquistato l’anno successivo da de<br />

Bernardi il quale, con il Macchi M.52R (dove “R” sta appunto<br />

per record), superava primo al mondo il limite dei<br />

500 km/h: per l’esattezza 512,776. Ma la Schneider era di<br />

nuovo alle porte, sia pure con la cadenza biennale proposta<br />

dall’Italia, e ad essa era ormai rivolto l’interesse anche<br />

dei vari governi e in particolare del nostro che, attraverso<br />

queste gare, tendeva soprattutto a rafforzare il consenso<br />

interno e il prestigio all’estero. Un concorso bandito dal Ministero<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong> vide scendere in lizza, in stretta<br />

collaborazione con la Scuola Alta Velocità nel frattempo<br />

costituita a Desenzano, ditte come la Fiat, la Macchi, la<br />

SIAI o la Piaggio, che affidano i progetti per un nuovo idrocorsa<br />

ad ingegneri come Rosatelli, Castoldi, Marchetti o<br />

Pegna. Malgrado ciò, i risultati in coppa non sono per i colori<br />

italiani quelli sperati. Nell’edizione del 1929 svoltasi a<br />

Calshot, infatti, è Henry Waghorn su Supermarine S-6 a<br />

spuntarla sul m.llo Tommaso Dal Molin, il cui ormai vecchio<br />

Macchi M.52R nulla può contro il ben più potente idrocorsa<br />

britannico. Due anni dopo, infine, l’Inghilterra non si lascia<br />

sfuggire l’occasione di aggiudicarsi definitivamente la Schneider<br />

vincendo, con John Boothman su S-6B, un’edizione<br />

discussa e contestata, per essere stata organizzata malgrado<br />

nessun’altra nazione avesse potuto assicurare la<br />

propria partecipazione.<br />

La delusione è in ogni caso grande ovunque e, in Italia, è<br />

almeno pari al desiderio di rivalsa. La Scuola di Desenzano<br />

diviene ben presto Reparto, il cui compito è quello di<br />

conquistare, prima di tutto, il primato di velocità. E quando<br />

il m.llo Francesco Agello, il 23 ottobre 1934, raggiunge il limite<br />

- ancora imbattuto per idrocorsa con motore alternativo<br />

- di 709,209 chilometri di media con un Macchi Castoldi<br />

MC.72, spinto da un motore Fiat da 3100 CV, l’orgoglio nazionale<br />

sembra essere appagato e il Reparto, assolto il<br />

suo compito, viene praticamente prima smobilitato e poi,<br />

nel giro di pochi anni, sciolto. Ancora una volta, soddisfatte<br />

le primarie esigenze di propaganda, si lasciava che studi<br />

ed esperienze preziosissime e d’avanguardia cadessero<br />

nel vuoto senza la benché minima ricaduta sulla normale<br />

produzione industriale, soprattutto in quel settore dei motori<br />

che si sarebbe rivelato particolarmente carente e limitativo<br />

per la nostra reale efficienza militare negli anni<br />

successivi.


VARIE<br />

Intitolata una piazza al cap. pil. Giovanni Tempioni<br />

Il 10 febbraio, a Valfabbrica (Perugia)<br />

ha avuto luogo la cerimonia<br />

per l’intitolazione di una piazza al<br />

cap. pil. MAVA Giovanni Tempioni<br />

caduto durante una missione addestrativa<br />

con un TF-104G nel 1969.<br />

Grazie al suo eccezionale senso del<br />

dovere, resosi conto che l’avaria era<br />

irreparabile, sollecitava l’allievo in<br />

istruzione a lanciarsi, rinunciando al<br />

proprio lancio immediato e con questo<br />

suo gesto di elevata e generosa<br />

responsabilità perdeva la vita (v.<br />

pag. 16 di <strong>Aeronautica</strong> n. 12/2011).<br />

Il sindaco del Comune di Valfabbrica,<br />

Ottavio Anastasi, confortato dal<br />

parere favorevole del proprio Consiglio<br />

comunale, a ricordo di tale generoso<br />

gesto ha deciso di intitolare<br />

una bella e vasta piazza al cap. pil.<br />

Tempioni.<br />

Purtroppo le condizioni meteorologiche<br />

particolarmente avverse con forti<br />

probabilità di neve, hanno impedito la<br />

presenza della sorella di Tempioni e<br />

del personale dell’<strong>Aeronautica</strong> che<br />

sarebbero dovuti giungere sul posto<br />

provenendo da Bologna, Roma e da<br />

24<br />

Grosseto; ciò non ha impedito lo svolgimento<br />

della cerimonia in quanto<br />

non era possibile rimandarla ad altra<br />

data per la presenza di numerose autorità<br />

locali che erano convenute per<br />

testimoniare la propria vicinanza all’<strong>Aeronautica</strong><br />

e rendere omaggio a<br />

Colui cui l’altissimo senso del proprio<br />

dovere aveva condotto all’estremo<br />

sacrificio.<br />

Comunque sia, la presenza di una<br />

nutrita rappresentanza dei soci<br />

dell’AAA di Perugia in uniforme sociale<br />

ha contribuito a dare un tono di<br />

azzurro alla cerimonia.<br />

Particolarmente significativa è stata la<br />

partecipazione di un folto gruppo di<br />

studenti dell’Istituto Comprensivo “San<br />

Benedetto”che hanno letto un commovente<br />

documento che si riporta:<br />

“L’intitolazione di una piazza al capitano<br />

Giovanni Tempioni è stata per<br />

noi ragazzi dell’Istituto Comprensivo<br />

“San Benedetto” di Valfabbrica l’occasione<br />

per venire a conoscenza di<br />

un fatto avvenuto sul nostro territorio<br />

nel lontano 1969 e che molti di noi<br />

purtroppo ignoravano.<br />

Quando ci si trova di fronte a episodi<br />

come questo, in cui il sacrificio umano<br />

del capitano istruttore ha permesso di<br />

salvare la vita del proprio allievo dobbiamo<br />

pensare al messaggio che ne<br />

possiamo trarre e che dovrebbe avere<br />

una valenza universale: l’importanza<br />

di pensare ad aiutare gli altri nel momento<br />

del pericolo e del bisogno e,<br />

nel caso del capitano, è stato un gesto<br />

talmente generoso ed altruista da lasciare<br />

letteralmente senza parole, ma<br />

che deve essere di grande insegnamento<br />

per noi ragazzi in un periodo<br />

come questo che stiamo vivendo in<br />

cui c’è una visione prettamente egoistica<br />

della vita in cui prevale l’“io” rispetto<br />

al “noi” o agli “altri”.<br />

Primo NH90 alla Guardia costiera norvegese<br />

Abbiamo letto in classe le parole del<br />

generale Marcello Caltabiano: da un<br />

lato la descrizione precisa e puntuale<br />

di quei momenti terribili in cui si<br />

passa da una normale fase di addestramento<br />

in volo dell’allievo in cui si<br />

intravede la “gioia” per quello che si<br />

stava facendo alla percezione di una<br />

difficoltà meccanica e alla rapidissima<br />

decisione di lasciare il velivolo<br />

ormai in panne ci ha fatto capire come<br />

la vita di un uomo è letteralmente<br />

appesa a un filo e basta un niente<br />

per spezzarlo; dall’altro le parole<br />

espresse per ricordare non solo il<br />

pilota ma l’uomo Giovanni Tempioni<br />

ci hanno letteralmente colpito e fatto<br />

conoscere un vero e proprio personaggio,<br />

un “normale” eroe d’altri<br />

tempi, un uomo che ha donato tutto<br />

se stesso, compresa la vita, agli altri<br />

e che noi oggi qui giustamente celebriamo<br />

per far conoscere alle generazioni<br />

presenti e future la<br />

grandezza del gesto che ha fatto e il<br />

suo significato.”<br />

Una volta inaugurato, il monumento<br />

ha ricevuto la benedizione di del vescovo<br />

mons. Marcello Bartolucci che<br />

nel 1969 era parroco a Valfabbrica<br />

ed ha ricordato la commozione di<br />

tutta la cittadinanza alla notizia dell’incidente.<br />

La Guardia costiera norvegese ha ricevuto il primo dei 14 elicotteri NH90 nella versione NFH (NATO Frigate<br />

Helicopter - elicottero per le fregate delle marine della NATO) che ha ordinato allo scopo di sostituire gradualmente<br />

i biturbina Westland Lynx che attualmente utilizza per svolgere i compiti che le sono affidati.<br />

Ricordiamo in proposito che la versione NFH dell’NH90 - peraltro prescelta anche da Belgio, Francia, Italia e Olanda<br />

- è stata progettata per missioni antisommergibile (ASW) e Anti Surface Warfare (ASuW), ma può anche essere<br />

utilmente impiegata per operazioni di ricerca e soccorso (SAR), pattugliamento marittimo, recupero di personale,<br />

trasporto truppe e per missioni anfibie ed evacuazioni mediche.<br />

L’altra versione dell’NH90 è la TTH (Tactical Transport Helicopter) voluta anche dalla nostra Aviazione dell’Esercito<br />

che ne ha già in linea alcuni esemplari.<br />

M.C.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


L’India ha scelto il Rafale<br />

come suo MMRCA<br />

Il 31 gennaio fonti dell’India hanno annunciato che<br />

il governo di Nuova Delhi ha scelto il Dassault Rafale<br />

come futuro caccia MMRCA (Medium Multi-<br />

Role Combat Aircraft) dell’Indian Air Force.<br />

Si conclude così la gara che per mesi ha tenuto in<br />

sospeso soprattutto il settore industriale aeronautico<br />

in quanto il Rafale era in concorrenza con l’Eurofighter<br />

Typhoon e il vincitore avrebbe recato grandi vantaggi<br />

economici alle aziende coinvolte nella<br />

produzione dell’aereo prescelto dall’India.<br />

Il contratto, infatti, ha un valore complessivo stimato<br />

tra i dieci e i quindici miliardi di dollari per la fornitura<br />

di 126 macchine e avrebbe avuto un consistente “ritorno”,<br />

ad esempio, anche per la nostra Finmeccanica<br />

che, partecipando al consorzio europeo<br />

dell’Eurofighter, avrebbe potuto godere di un beneficio<br />

calcolato in circa due miliardi di dollari.<br />

Senza contare, scrivono gli analisti del settore, che<br />

una vincita della gara indiana da parte del Typhoon<br />

avrebbe certamente aperto le porte ad altre commesse<br />

di questo velivolo da parte delle forze aeree<br />

esistenti in quell’area asiatica e che sono prossime<br />

a importanti cambiamenti nelle loro linee di volo.<br />

È da sottolineare in proposito, che alcuni giorni dopo<br />

la notizia, il primo ministro britannico David Cameron.<br />

rispondendo ad una interrogazione parlamentare<br />

in proposito, si è impegnato a sollecitare le<br />

autorità indiane competenti affinché rivedano la<br />

scelta del Rafale nella gara per il nuovo caccia, gara<br />

persa dal Typhoon, evidenziando, in particolare, il<br />

maggior valore di aiuti economici concessi da Londra<br />

all’India a fronte di quelli concessi da Parigi. E il<br />

7 febbraio, proprio a seguito di queste dichiarazioni,<br />

alcuni deputati britannici hanno ufficialmente chiesto<br />

che Londra - per punire l’India - cancelli gli aiuti economici,<br />

pari a 280 milioni di sterline, annualmente<br />

concessi a quella nazione.<br />

Elicotteri UH-72A per l’Esercito statunitense<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

Indagine sulla gara per il<br />

nuovo caccia della Svizzera<br />

Sulla recente gara per 22 nuovi caccia della Svizzera,<br />

vinta dallo svedese Gripen che ha sconfitto<br />

il francese Rafale e l’europeo Eurofighter (v.<br />

pag. 22 di <strong>Aeronautica</strong> n. 12/2011) la Commissione<br />

per la politica di sicurezza nazionale elvetica ha nominato<br />

un comitato, si legge in una nota del Parlamento<br />

svizzero, per far luce «sul processo che ha<br />

portato il Consiglio federale a scegliere il Gripen date<br />

le nuove accuse di irregolarità relative all’acquisto di<br />

questo velivolo» che, viene ricordato, ha suscitato immediate<br />

polemiche soprattutto per il suo rilevante costo<br />

pari ad oltre 2,5 miliardi di euro.<br />

Compito principale del Comitato è quello di verificare<br />

se sia stata seguita una procedura corretta nei confronti<br />

delle tre aziende concorrenti anche perché, nel<br />

2008, una valutazione riservata preparata dalla difesa<br />

elvetica sulle prestazioni di Rafale, Eurofighter e<br />

Gripen concludeva indicando come più vantaggioso<br />

sotto tutti i punti di vista il Rafale seguito dall’Eurofighter<br />

e dal Gripen. Su quest’ultimo aereo, tuttavia, è<br />

da chiarire, come nota DedaloNews, che allora fu valutata<br />

la versione esistente, mentre il modello ora<br />

prescelto è il New Generation al quale sono riconosciute<br />

potenzialità maggiori, ma anche rischi legati<br />

allo sviluppo ancora in corso.<br />

Da rilevare, infine, che a metà febbraio, intervenendo<br />

sulla questione, il consigliere federale Ueli Maurer,<br />

responsabile del dipar timento della Difesa<br />

svizzera, ha detto che il costo dei 22 Gripen sarebbe<br />

sarebbe di 3,1 miliardi di franchi svizzeri (circa<br />

2,7 miliardi di euro) mentre Eurofighter e Rafale costerebbero<br />

circa un miliardo di più, aggiungendo<br />

che, comunque, Il governo svizzero sarebbe disposto<br />

a prendere in considerazione eventuali controproposte<br />

più vantaggiose.<br />

EADS North America ha fimato un contratto con l’US Army per la fornitura a questa forza armata di 39 elicotteri UH-<br />

72A Lakota, versione militare del biturbina Eurocopter EC-145.<br />

25<br />

VARIE


VARIE<br />

Nel 20° anniversario dell’abbattimento in Jugoslavia di un elicottero del 5° Reggimento “Rigel”<br />

dell’Aviazione dell’Esercito, pubblichiamo la lettera aperta che l’attuale comandante di quel reparto,<br />

col. Livio Ciancarella, ha indirizzato al pilota jugoslavo che aprì il fuoco contro quel mezzo ad ala<br />

rotante, lettera che ci ha fatto pervenire il presidente della nostra sezione di Campoformido.<br />

Premessa<br />

Il 7 gennaio 1992 due elicotteri disarmati della EUMM /European<br />

Union Monitor Mission) vennero intercettati da due<br />

MiG-21 della Forza Aerea e di Difesa Aerea Jugoslava nei<br />

pressi del villaggio di Novi Marof, nella zona di Varazdin, 50<br />

chilometri a nord-est di Zagabria. Un elicottero venne abbattuto<br />

e l’altro riuscì a salvarsi. Morirono quattro membri dell’equipaggio<br />

italiano ed un passeggero militare francese.<br />

Testo<br />

«Signor Sisic,<br />

Lei non mi conosce, sono il comandante del reparto da cui<br />

provenivano gli italiani caduti uel giorno, mentre io conosco<br />

bene Lei anche se non di persona. Sappia che in queste<br />

righe non c’è rancore né accusa nei suoi confronti, ma<br />

solo la volontà di comprendere e testimoniare.<br />

Lei, da solo, ha già pagatoli conto con la giustizia terrena,<br />

ma voglio condividere con Lei alcune considerazioni da pilota<br />

a pilota.<br />

Su ordine dei suoi superiori Lei ha abbattuto un elicottero disarmato<br />

che volava nel rispetto delle regole siglate dai suoi<br />

superiori e dai suoi governanti: non ha pensato che questo<br />

fatto, un giorno, avrebbe potuto danneggiarla? Noi ora voliamo<br />

in Afghanistan, sotto un mandato delle Nazioni Unite che<br />

i miei piloti hanno in tasca, sotto regole e direttive precise dei<br />

nostri superiori per evitare i danni collaterali, gli ingaggi per<br />

errore e le vittime civili. Anche queste regole sono illustrate e<br />

portate al seguito dei nostri piloti. Ma soprattutto io insegno<br />

ai piloti a pensare con la loro testa e a considerare le conseguenze<br />

dei loro atti con la consapevolezza di tutte le regole<br />

che sono state scritte. Avevate qualcosa del genere nella<br />

RViPVOJ (<strong>Aeronautica</strong> Federale Jugoslava) nel 1992?<br />

26<br />

Lettera aperta a Emir Sìsic,<br />

ex pilota del 117° LAP (Stormo caccia) serbo bosniaco che premette il grilletto il 7 gennaio 1992<br />

abbattendo un elicottero dell’Unione Europea.<br />

La nostra Alleanza ha imparato molto, anche da un evento<br />

tragico come quello del 1992. Le procedure sono state studiate<br />

e migliorate e molta cura viene posta nella preparazione<br />

dei piloti e degli equipaggi di volo. Voi eravate<br />

sempre sotto controllo attivo della vostra Difesa Aerea,<br />

che pure era informata del volo dei due elicotteri bianchi. A<br />

noi può capitare di raggiungere zone isolate dove non c’è<br />

questo controllo attivo. Sembrerebbe che errori tragici possano<br />

capitare più frequentemente nel secondo caso, e invece<br />

la storia dice il contrario. Quindi come addestrerebbe<br />

i suoi piloti se ne avesse la possibilità?<br />

Siamo piloti, conosciamo la sensazione di salire nel cielo,<br />

di governare macchine potenti e veloci, di avere a disposizione<br />

armi potenti. Ma a che scopo? Per dare una speranza<br />

o toglierla? Vede il paradosso, Sisic, lei ha<br />

trasformato cinque uomini che credeva suoi nemici in<br />

cinque eroi che hanno dato una speranza ad un Paese<br />

nascente, sono stati decorati nel loro Paese, hanno dato<br />

lustro alla causa a voi avversa e hanno contribuito a farvi<br />

perdere la guerra.<br />

Ho un’ultima cosa da dirLe. Il 7 gennaio guardi la televisione<br />

croata (a Belgrado dovrebbe captarla, sennò mi dispiace<br />

per Lei) e guardi le immagini della cerimonia a Podrute.<br />

La prego di guardare il dolore composto dei parenti dei<br />

Caduti, alcuni dei quali conoscevo personalmente e che<br />

ora conosco tutti. Lo strazio è una cosa che né io né Lei<br />

potremo mai cancellare. Ma guardi anche il pubblico dei<br />

paesani croati: sono lì non perché glielo hanno ordinato,<br />

ma per ringraziare cinque uomini che hanno regalato loro<br />

una cosa: la speranza.<br />

Lo stesso che cerchiamo di dare qui agli afgani.<br />

Le auguro una vita piena di speranza».<br />

“Brugar” ci ha lasciato<br />

Ci riferiamo alla notizia dell’improvvisa scomparsa, avvenuta il 17 ottobre<br />

u.s., di Bruno Garbuio in arte “Brugar”, disegnatore, vignettista<br />

e caricaturista di eccezionale talento.<br />

Da tanto tempo ormai aveva legato il suo nome ai maggiori avvenimenti di<br />

vari reparti dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare, ma soprattutto del 51° Stormo e della<br />

nostra pattuglia acrobatica “Frecce Tricolori”, che illustrava magistralmente<br />

con quel suo modo un po’ “scanzonato” ma sempre ben mirato.<br />

Tutti coloro che hanno avuto il privilegio di volare con la Pattuglia Acrobatica<br />

Nazionale, avranno sempre presente l’attestato a loro rilasciato, illustrato<br />

da Brugar, sul quale, maliziosamente, ciascuno è idealmente<br />

ritratto, legato come …un sacco.<br />

Nell’immagine un’autocaricatura dello scomparso.<br />

PLB<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


Pronti alla consegna i primi NH90 TTH<br />

Iprimi elicotteri multiruolo NH90 TTH in configurazione operativa prodotti<br />

da Eurocopter sono pronti alla consegna dopo il completamento del programma<br />

di sviluppo e la certificazione, da parte dell’Agenzia Nahema<br />

della NATO, di tali macchine.<br />

Secondo quanto annunciato da Eurocopter il primo NH90 TTH sarà subito<br />

consegnato alla Francia mentre Belgio, Italia e Germania riceveranno comunque<br />

i primi esemplari entro l’anno in corso.<br />

Presentato il caccia F-16V<br />

Il 16 febbraio, in occasione<br />

dell’Airshow di<br />

Singapore, la<br />

Lockheed Martin ha presentato<br />

l’F-16V, la nuova<br />

variante del caccia F-16<br />

Fighting Falcon.<br />

Tale aereo si distingue<br />

per alcuni avanzamenti<br />

di sistema quali un radar<br />

a scansione elettronica<br />

AESA (Active Electronically<br />

Scanned Array), un computer di missione e un’architettura<br />

avanzati, nonché per imiglioramenti a livello di cockpit che, è stato<br />

spiegato, «aumentano in modo significativo le capacità operative<br />

di questo velivolo».<br />

La variante V (per Viper, il noto soprannome con cui i piloti da caccia<br />

dell’USAF hanno fin dall’inizio chiamato l’F-16) rappresenta l’evoluzione<br />

naturale per questo caccia di 4ª generazione il cui programma,<br />

lo ricordiamo, si è evoluto continuamente fin dal suo inizio con il<br />

caccia leggero F-16A/B, poi avanzato all’F-16C/D e alle versioni<br />

Block 60, in linea con le sempre diverse esigenze degli acquirenti.<br />

Venti FA-50 per la Corea del Sud<br />

Il governo della Corea del Sud ha ordinato alla Korean Aerospace<br />

Industries (KAI) 20 esemplari dell’FA-50, versione da<br />

attacco dell’addestratore T-50 Golden Eagle (v. anche pag.<br />

20 di <strong>Aeronautica</strong> n. 1/2006).<br />

Secondo quanto riportato da organi d’informazioni specializzati<br />

nel settore, l’ordinativo, del valore stimato di 600 milioni di<br />

dollari statunitensi, potrebbe essere l’inizio di una fornitura<br />

molto più ampia di tale aereo e volta alla sostituzione dei 150<br />

Northrop F-5E Tiger II attualmente nella linea di volo dell’aeronautica<br />

militare di Seul.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

Ulteriori F-15 per<br />

l’Arabia Saudita<br />

L’Arabia Saudita ha annunciato di aver<br />

firmato un contratto con la Boeing per<br />

l’acquisto di 84 caccia F-15 Eagle di<br />

nuova costruzione e l’aggiornamento di 70 di<br />

tali aerei già nella sua linea di volo.<br />

Il contratto prevede anche la fornitura di 70<br />

elicotteri d’attacco AH-64 Apache e 36 elicotteri<br />

leggeri da attacco e ricognizione AH-<br />

6i Little Bird.<br />

Altri dodici F-16 per<br />

l’Oman<br />

Le forze aeree dell’Oman hanno ordinato altri<br />

12 caccia F-16 Fighter Falcon per la propria<br />

linea di volo firmando con la Lockheed<br />

Martin un contratto del valore di circa 600<br />

milioni di dollari.<br />

Tale commessa, fanno notare gli esperti del<br />

settore, smentisce di fatto quanto annunciato<br />

tempo fa da fonti governative britanniche circa<br />

la possibile acquisizione, da parte dell’Oman,<br />

di alcuni Eurofighter Typhoon.<br />

27<br />

VARIE


LEGISLAZIONE, PENSIONISTICA<br />

E TRATTAMENTI ECONOMICI<br />

28<br />

(a cura di Michele Mascia)<br />

Pensioni minime e sociali anno <strong>2012</strong><br />

A seguito della perequazione delle pensioni per l’anno <strong>2012</strong> (vds <strong>Aeronautica</strong> n. 1/<strong>2012</strong>), le pensioni minime e sociali sono state rideterminate,<br />

a decorrere dal 1° gennaio <strong>2012</strong>, nei seguenti importi:<br />

Categoria importo annuo importo mensile<br />

Trattamento minimo INPS € 6.246,89 € 480,53<br />

Pensione sociale € 4.596,02 € 353,54<br />

Assegno sociale € 429,00<br />

Cumulo delle pensioni ai superstiti con i redditi del beneficiario (art. 1, comma 41, della legge n. 335/95 - Tabella F).<br />

Si riportano, qui di seguito, gli importi delle fasce di reddito previste dalla tabella F annessa alla legge 8 agosto 1995, n. 335, (per la<br />

definizione del limite di cumulabilità della pensione con il reddito del beneficiario) aggiornati, per l’anno <strong>2012</strong>, in base alla nuova misura<br />

della pensione minima INPS, pari a € 480,53 mensile (annua € 6.246,89 lordi).<br />

Fasce di reddito lordo Percentuale cumulo pensione<br />

Fino a € 18.740,67 (3 volte il minimo INPS) 100%<br />

da € 18.740,68 a €. 24.987,56 (da 3 a 4 volte il minimo INPS) 75%<br />

da € 24.987,57 a € 31.234,45 (da 4 a 5 volte il minimo INPS) 60%<br />

da € 31.234,46 in poi (5 volte il minimo INPS) 50%<br />

Ai fini della cumulabilità devono essere valutati i redditi assoggettabili all’IRPEF, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali,<br />

con esclusione dei trattamenti di fine rapporto (TFR/TFS), del reddito della casa di abitazione e delle competenze arretrate sottoposte<br />

a tassazione separata.<br />

Contributo di perequazione trattamenti pensionistici complessivi<br />

L’art. 24, comma 31-bis, della legge n. 214 del 22 dicembre 2011, di conversione del decreto legge n. 201/2011, ha istituito l’aliquota<br />

del 15% sull’importo dei trattamenti pensionistici eccedente i 200.000 euro annui lordi. Pertanto la trattenuta del contributo di solidarietà<br />

viene effettuata con le seguenti modalità (vds n.8-9/2011 di <strong>Aeronautica</strong>):<br />

- 5% per gli importi complessivi superiori a € 90.000 fino a € 150.000;<br />

- 10% per la parte eccedente € 150.000 fino a € 200.000;<br />

- 15% per la parte eccedente € 200.000.<br />

Ai fini del computo del contributo di perequazione è preso a riferimento il trattamento pensionistico complessivo annuo lordo. La relativa<br />

trattenuta sarà applicata, in via preventiva, su ciascun rateo mensile, salvo conguaglio alla fine dell’anno di riferimento. Il contributo, che decorre<br />

da agosto 2011 e termina a dicembre 2014, è dedotto (quale onere deducibile) dal reddito ai fini del calcolo dell’IRPEF.<br />

Linee guida per l’integrazione dell’INPDAP nell’INPS<br />

Come noto (vds <strong>Aeronautica</strong> n.1/<strong>2012</strong>), l’art. 21 del decreto legge 201 del 6 dicembre 2011, convertito con modifiche in legge 214<br />

del 22 dicembre 2011, al fine di migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa nel settore previdenziale ed assistenziale,<br />

ha disposto l’incorporazione dell’INPDAP e l’ENPALS nell’INPS, a partire dal 1° gennaio <strong>2012</strong>. Tale soppressione, inoltre, ha<br />

lo scopo di conseguire risparmi strutturali ed il miglioramento dei servizi a favore degli iscritti, attraverso la razionalizzazione delle<br />

spese di funzionamento e l’impiego delle risorse degli Enti previdenziali soppressi nei progetti di innovazione e di efficienza dell’IN-<br />

PS. Con la determinazione n. 5802 del 23 gennaio <strong>2012</strong> (visionabile sul sito www.inps.it), il presidente dell’INPS ha emanato le linee<br />

operative generali per disciplinare il processo di integrazione, evidenziando le finalità del progetto ed i tempi di realizzazione<br />

che qui di seguito si riportano sinteticamente.<br />

Finalità del progetto di integrazione:<br />

- telematizzazione della domanda, automazione dei controlli e dei processi operativi e dematerializzazione;<br />

- accesso on line dei servizi per agevolare modalità alternative di fruizione dei servizi e sviluppo della qualità;<br />

- razionalizzazione logistica (distribuzione territoriale, coerenza spazi ad uso ufficio e archivio;<br />

- evoluzione del modello d’offerta e interazione con i Partner Istituzionali;<br />

- valorizzazione del patrimonio da reddito;<br />

- valorizzazione del capitale umano e delle specializzazioni;<br />

- sviluppo del modello organizzativo;<br />

- riduzione strutturale del contenzioso;<br />

- potenziamento accertamento credito e riscossione;<br />

- incremento dell’efficacia delle attività contrattuali;<br />

- popolamento del Casellario dell’Assistenza;<br />

- sviluppo della cultura previdenziale e del conto assicurativo;<br />

- omogeneizzazione e ampliamento dei servizi.<br />

Percorso di integrazione (date più importanti):<br />

- entro il 31 marzo <strong>2012</strong> - deliberazione bilancio chiusura e predisposizione inventari di chiusura Enti soppressi;<br />

- entro il 31 maggio <strong>2012</strong> - trasferimento delle risorse Enti soppressi all’INPS;<br />

- entro il 30 giugno <strong>2012</strong> - deliberazione bilancio di integrazione;<br />

- entro il 30 novembre <strong>2012</strong> - attuazione del riassetto organizzativo e funzionale;<br />

- entro il 31 gennaio 2013 - predisposizione rapporto ai Ministeri vigilanti in ordine allo stato di avanzamento del processo di riordino.<br />

Per il personale del pubblico impiego, in servizio ed in pensione, la soppressione dell’INPDAP, per il momento, non comporta alcun<br />

cambiamento sia per quanto riguarda le prestazioni (trattamenti pensionistici, credito, ecc,) che per gli aspetti contributivi.<br />

Errata corrige<br />

A pagina 25 del n. 1/<strong>2012</strong> di <strong>Aeronautica</strong>, all’argomento “Disposizioni fiscali”, nella terza riga, dopo le parole “l’aliquota sarà del …”<br />

si deve intendere 0,4% e non 4%.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


UNA NOTA SU<br />

“MAMMAIUT”<br />

Alcuni soci hanno scritto<br />

per conoscere l’origine di<br />

“Mammaiut”, il soprannome<br />

che fu dato all’idrovolante<br />

Cant.Z.501<br />

“Gabbiano”, appellativo<br />

che è anche usato al termine<br />

dei brindisi che<br />

concludono i pranzi di<br />

corpo del 15° Stormo.<br />

È da premettere che<br />

nell’<strong>Aeronautica</strong> Militare<br />

si usa terminare il pranzo<br />

di corpo o festeggiare gli<br />

eventi importanti, con il<br />

classico brindisi al grido<br />

del “Gheregheghez” e che,<br />

in questa usanza, fanno<br />

eccezione il 4° e il 9° Stormo<br />

- il cui grido è “Al lupo,<br />

al lupo!” - e il 15°<br />

Stormo CSAR che brinda,<br />

appunto, al grido di<br />

“Mammaiut!”.<br />

Da dove deriva tale grido?<br />

Le versioni più accreditate<br />

sono sostanzialmente<br />

due, entrambe legate<br />

al mitico idrovolante<br />

Cant.Z.501 “Gabbiano”<br />

utilizzato sia per missioni<br />

di ricognizione marittima<br />

lontana (RML), sia<br />

per quelle di soccorso aereo<br />

(SAR).<br />

Nella prima si afferma<br />

che il soprannome “Mammaiut”<br />

fu dato all’aereo<br />

dai suoi equipaggi in<br />

quanto dotato di scarsa<br />

velocità massima (circa<br />

275 km/h), praticamente<br />

indifendibile in caso di attacchi<br />

da parte di aerei<br />

avversari e, infine, perché<br />

sovente - in cado di ammaraggi<br />

“pesanti” - il castello<br />

motore cedeva<br />

facendo cadere il motore<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

Lettere al Direttore<br />

stesso proprio sui posti di<br />

pilotaggio con gravi conseguenze<br />

per l’equipaggio.<br />

Nella seconda (che riteniamo<br />

quella esatta), invece,<br />

si faceva riferimento al<br />

suo impiego nelle missioni<br />

di idrosoccorso ed ai<br />

numerosi salvataggi di<br />

equipaggi naufragati che<br />

dovettero la loro sopravvivenza<br />

al “Mammaiut”<br />

provvidenzialmente accorso,<br />

proprio come una<br />

mamma sollecita e premurosa,<br />

alla loro invocazione.<br />

È da precisare in proposito<br />

che ciascuna delle due<br />

versioni sopraccitate è<br />

stata avvalorata con vigore<br />

da anziani piloti che<br />

volarono sul Cant.Z.501 e<br />

che, quindi, possiamo<br />

suddividere in due distinti<br />

gruppi di sostenitori<br />

dell’una o dell’altra.<br />

SULL’ECCIDIO DEGLI<br />

AVIERI SARDI A SUTRI<br />

Il m.llo Raimondo Zuchi,<br />

consigliere comunale<br />

di Sutri, ha scritto in<br />

merito all’articolo sull’eccidio<br />

di 17 avieri sardi<br />

avvenuto in località<br />

Montefosco il 17 novembre<br />

1943, articolo pubblicato<br />

a pag. 37 di<br />

<strong>Aeronautica</strong> n. 12/2011.<br />

Premesso che egli è recentemente<br />

venuto in<br />

possesso di altra documentazione<br />

in merito<br />

all’eccidio in argomento,<br />

il m.llo Zuchi scrive che<br />

«l’atto ufficiale redatto<br />

dal parroco di Sutri alle<br />

17,15 del 17 novembre<br />

1943 nella parrocchia di<br />

S.M. Assunta parla di 18<br />

patrioti uccisi e specifica<br />

nel particolare la presenza<br />

di un civile, tale Al essi<br />

Salvatore di Capranica<br />

poi sepolto nel paese di<br />

provenienza.<br />

Tornando ai nostri 17<br />

avieri nell’atto sono così<br />

nominati: Pinna Sebastiano,<br />

De Roma Giuseppe,<br />

Pilu Gavino, Mulas Giovanni,<br />

Contini Piero, Mereu<br />

Pasqualino, Piras<br />

Efisio, Barcellona Piero,<br />

Mé Giovanni, Cossiga Salvatore,<br />

Mezzettieri Giovanni,<br />

Coni Emilio, Meloni<br />

Salvatore, Canu Giuseppe<br />

ai quali vanno aggiunti<br />

Riu Giuseppe, Manca Salvatore<br />

e Manca Francesco.<br />

Quindi, come si può notare,<br />

i nomi ci sono tutti, ma<br />

probabilmente i tre citati<br />

per ultimi erano appartenenti<br />

al Regio Esercito e,<br />

con ogni probabilità, provenivano<br />

dalla Croazia<br />

(sto svolgendo ricerche in<br />

merito ma è molto difficile<br />

risalire all’appartenenza di<br />

forza armata ed alla provenienza<br />

esatta).<br />

Nel corso del tempo raccogliendo<br />

tutti gli scritti<br />

in merito ed in particolare<br />

quelli di Dino Sanna e poi<br />

tramite l’archivio storico<br />

di Sutri, quello parrocchiale<br />

e tanta pazienza,<br />

ho trovato notizie sui<br />

giorni precedenti e susseguenti<br />

l’eccidio ricostruendo<br />

più o meno<br />

fedelmente tutta la storia<br />

che mi riservo di portare a<br />

vostra conoscenza appena<br />

possibile.<br />

Come consigliere comunale<br />

di Sutri e come maresciallo<br />

in Spe dell’<strong>Aeronautica</strong> Mili-<br />

tare mi sono sentito in dovere<br />

di scrivere, anche perché<br />

nella prossima commemorazione<br />

conto di trovare<br />

quelle poche notizie che ancora<br />

mancano per dare a<br />

tutti i 17 eroi gli onori che<br />

meritano».<br />

SUI PILOTI DELLA<br />

“BATTAGLIA<br />

D’INGHILTERRA”<br />

Un lettore di questo giornale<br />

ha chiesto precisazioni<br />

sulle parole che il<br />

primo ministro Winston<br />

Churchill pronunciò a lode<br />

dei piloti dopo la fine<br />

della storica battaglia<br />

d’Inghilterra nel corso della<br />

quale gli aviatori alleati<br />

della RAF combatterono<br />

strenuamente contro le<br />

poderose formazioni di<br />

bombardieri tedeschi,<br />

scortati da numerosi caccia,<br />

in azione per effettuare<br />

pesanti incursioni<br />

diurne e notturne sulle<br />

città d’oltre Manica.<br />

Rispondendo al lettore ricordiamo<br />

che, intervenendo<br />

alla Camera dei Comuni<br />

il 20 agosto 1940 per riferire<br />

anche sull’esito della<br />

battaglia e sottolineando<br />

l’impegno dei piloti della<br />

RAF, Churchill pronunciò<br />

la seguente frase divenuta<br />

ormai famosa: «Mai, nel<br />

campo dei conflitti umani,<br />

tanti dovettero così tanto a<br />

così pochi» (Never in the<br />

field of human conflict was<br />

so much owed by so many<br />

to so few).<br />

Aggiungiamo in proposito<br />

che, ancora oggi, i piloti<br />

che hanno combattuto in<br />

quella battaglia sono noti<br />

come i pochi (the few).<br />

29


l’ASSOCIAZIONE<br />

ARMA AERONAUTICA<br />

Il 9 febbraio, alla Casa dell’Aviatore,<br />

ha avuto luogo la conferenza<br />

sul tema “Crisi finanziaria e bilancio<br />

Difesa” organizzata dal Centro<br />

Studi Militari Aeronautici<br />

dell’AAA nel quadro degli incontri<br />

mensili sull’attualità militare che si<br />

svolgono presso tale struttura.<br />

La conferenza, organizzata con un<br />

tempismo perfetto subito a ridosso<br />

della seduta del Consiglio Supremo<br />

di Difesa nel corso del quale si è proposto<br />

di «rimodulare» i programmi<br />

di investimento maggiori e definire<br />

la «riorganizzazione generale dello<br />

strumento militare», con un occhio<br />

ad una futura integrazione europea<br />

(v. altro articolo a pag. 9) non poteva<br />

non suscitare interesse visto lo scarno<br />

comunicato stampa diffuso in<br />

proposito che non ha mancato di suscitare<br />

perplessità e tanti interrogativi<br />

che troveranno risposta nelle<br />

imminenti decisioni che il governo<br />

sta per prendere in tema di Difesa.<br />

Conferenziere di eccezione, l’on. Guido<br />

Crosetto, già sottosegretario di Stato<br />

alla Difesa nel precedente esecutivo<br />

ed ora membro della commissione<br />

permanente Bilancio, programmazione<br />

e tesoro della Camera.<br />

Personaggio di spicco nel quadro politico<br />

attuale, sempre presente nei dibattiti<br />

televisivi ove si parli di crisi<br />

finanziaria, l’on. Crosetto unisce alla<br />

vasta esperienza politica che lo aveva<br />

visto fin da giovane attivo nella sua<br />

regione d’origine, il Piemonte, nelle<br />

file della DC di allora, una grande<br />

esperienza come imprenditore che lo<br />

porta a ragionare con grande pragmaticità<br />

e con grande buon senso.<br />

Il tema attualissimo e le qualità del<br />

conferenziere hanno avuto un ruolo<br />

30<br />

Conferenza dell’on. Guido Crosetto<br />

“Crisi finanziaria e bilancio Difesa”<br />

catalizzatore nelle adesioni. Ha, infatti,<br />

partecipato alla conferenza una<br />

platea di tutto rispetto, a cominciare<br />

dall’attuale sottosegretario di Stato<br />

alla Difesa, dott. Filippo Milone, per<br />

non palare poi del consigliere militare<br />

del presidente della Repubblica,<br />

generale Rolando Mosca Moschini,<br />

del capo di Stato Maggiore dell’<strong>Aeronautica</strong>,<br />

gen. Giuseppe Bernardis,<br />

del capo di Stato Maggiore della Marina,<br />

amm. Bruno Branciforte, del<br />

capo di Stato Maggiore dell’Esercito,<br />

gen. Claudio Graziano, del segretario<br />

generale della Difesa/DNA, gen.<br />

Claudio Debertolis, degli ex capi di<br />

Stato Maggiore della Difesa, generale<br />

Vincenzo Camporini, e dell’AM<br />

gen. Sandro Ferracuti, nonché di<br />

una nutrita rappresentanza dell’industria<br />

della Difesa, a cominciare<br />

dall’ing. Giuseppe Orsi, presidente e<br />

amministratore delegato di Finmeccanica,<br />

dall’ing. Carmelo Cosentino,<br />

vice presidente di Alenia Aermacchi,<br />

e da tanti altri.<br />

Ovviamente, non facendo parte dell’attuale<br />

governo, l’on. Crosetto non<br />

poteva fornire risposte precise agli interrogativi<br />

che stanno animando le fila<br />

dei militari e degli industriali,<br />

centrate in gran parte sul futuro del<br />

velivolo JSF (Joint Strike Fighter) sul<br />

quale l’<strong>Aeronautica</strong> Militare fa grande<br />

assegnamento per rinnovare la sua<br />

componente di attacco, ma la forte<br />

preparazione in materia economica e<br />

di bilancio, suffragata anche da una<br />

laurea in economia, gli ha permesso<br />

di fornire ai presenti una disamina<br />

chiara ed efficace sui meccanismi che<br />

regolano la crisi finanziaria mondiale<br />

e di lanciare suggerimenti in materia<br />

di ridimensionamento dell’apparto<br />

militare che, nonostante gli sforzi già<br />

fatti in passato, continua a presentare<br />

sovrapposizioni inaccettabili tra le varie<br />

FF.AA. e Corpi armati e con altri<br />

comparti del pubblico impiego. Se<br />

una riduzione percentuale del bilancio<br />

Difesa è necessaria, è pur vero, secondo<br />

Crosetto, che sarebbe<br />

auspicabile non ricorrere a tagli orizzontali<br />

che rispecchino le medesime<br />

percentuali per i vari comparti, facendo<br />

sì che alla Difesa, pur nella riduzione<br />

del bilancio si finisca con<br />

l’aumentare la sua percentuale rispetto<br />

al PIL nella considerazione dell’effetto<br />

moltiplicatore che essa ha<br />

sull’industria. Non va trascurato, infatti,<br />

che se il gap tecnologico con la<br />

Cina era nel recente passato pari a 18<br />

anni per la Germania e 16 anni per<br />

l’Italia, ora è passato a 20 anni per la<br />

Germania mentre per l’Italia è rimasto<br />

a 16 anni.<br />

La Difesa deve, inoltre, avere il coraggio<br />

di rivendicare il ruolo che<br />

compete alle FF.AA. di un Paese che<br />

è all’ottavo posto tra le potenze mondiali.<br />

Nello stesso tempo è impensabile<br />

che la Difesa pretenda di<br />

mantenere la sua struttura, ridimensionandosi<br />

percentualmente senza<br />

pensare ad un’integrazione con altri<br />

comparti del PI (si pensi per esempio<br />

alla Protezione Civile) secondo prospettive<br />

che vanno individuate con<br />

lungimiranza. Il fatto che ben presto<br />

il ministro Giampaolo Di Paola debba<br />

presentare al Parlamento il suo<br />

progetto di ristrutturazione e che<br />

questo dicastero sia il primo ad essere<br />

oggetto di ridimensionamento, è,<br />

secondo il conferenziere, un’occasione<br />

unica ed irripetibile e deve essere<br />

giocata bene. Quello che è possibile<br />

oggi, in questo clima di pace politica<br />

non lo sarà più in futuro.<br />

Alla conferenza è seguito un dibattito<br />

interessante con interventi, tra gli<br />

altri, del gen. Ferracuti, del generale<br />

Camporini e dell’ing. Orsi il quale<br />

ha sottolineato come un sostegno<br />

all’industria della Difesa abbia un<br />

effetto moltiplicatore assolutamente<br />

necessario per rimettere in moto<br />

l’economia del nostro Paese.<br />

La conferenza è stata filmata e registrata<br />

e sarà messa in rete sul sito<br />

del CESMA (www.cesmaweb.org).<br />

G.N.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

Viaggio dell’AAA in Marocco,<br />

tra montagne, deserto e città imperiali<br />

1° giorno, sabato 12/5<br />

ROMA - CASABLANCA<br />

Ritrovo dei partecipanti all’aeroporto di Roma Fiumicino<br />

in tempo utile per la partenza del volo di linea<br />

Royal Air Maroc per Casablanca alle 17.50. Arrivo alle<br />

19.05 e trasferimento in albergo. Sistemazione nelle<br />

camere riservate, cena e pernottamento.<br />

2° giorno, domenica 13/5<br />

CASABLANCA - RABAT - FES<br />

Dopo la prima colazione breve giro panoramico della<br />

città. Partenza per Rabat. Visita della capitale del<br />

Marocco. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio completamento<br />

della visita della città e proseguimento<br />

per Fes. Sistemazione in albergo, cena e pernottamento.<br />

dal 12 al 20 maggio <strong>2012</strong><br />

PROGRAMMA<br />

3° giorno, lunedì 14/5<br />

FES - MEKNES - FES<br />

Prima colazione e partenza per Meknes. Visita della<br />

città imperiale. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita<br />

del sito archeologico di Volubilis. Visita di Moulay<br />

Idris. Rientro a Fes, cena e pernottamento in albergo.<br />

4° giorno, martedì 15/5<br />

FES<br />

Dopo la prima colazione visita della città con pranzo in<br />

ristorante. Visita ai quartieri ebraico e andaluso. Visita<br />

al quartiere dei tintori e delle concerie. Visita, dall’esterno,<br />

all’imponente quanto splendida moschea di<br />

Qaraouiyyin, dal tetto scintillante di tegole smeraldo.<br />

Visita al quartiere Bab Al Makina, dove si fabbricano i<br />

tappeti artigianali. Cena e pernottamento in albergo.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong> 31


L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

5° giorno, mercoledì 16/5<br />

FES - MERZOUGA - CAMPO TENDATO NEL DESERTO<br />

Prima colazione e partenza per Erfoud, attraverso<br />

lussureggianti oasi e palmeti. Pranzo in ristorante<br />

lungo il percorso. Continuazione per Merzouga e<br />

partenza per il deserto in fuoristrada oppure, facoltativamente,<br />

a dorso di cammello (circa 30 minuti di<br />

tragitto) con supplemento a parte. Sistemazione nel<br />

campo tendato. Suggestivi momenti al tramontar del<br />

Sole dietro le spettacolari dune arrossate. Cena e<br />

pernottamento in tenda. Osservazione notturna del<br />

cielo.<br />

6° giorno, giovedì 17/5<br />

CAMPO TENDATO NEL DESERTO - MERZOUGA -<br />

BOULMANE DU DADES<br />

Dopo la prima colazione escursione con il cammello<br />

sulle dune del deserto. Rientro dal deserto a Merzouga<br />

e proseguimento lungo una strada dove si allineano<br />

piccoli ponticelli di terra con un’apertura alla<br />

sommità: si tratta dei resti delle “foggara”, antichi canali<br />

sotterranei. La strada attraversa poi bellissimi pal-<br />

32<br />

meti dove si potranno osservare i più diversi sistemi di<br />

irrigazione tradizionali ancora in uso nelle oasi nordafricane.<br />

L’acqua viene attinta manualmente dai pozzi<br />

ed è ancora in uso la vite di Archimede, introdotta in<br />

questa regione dai Saadiani tra il XIII e il XIV secolo.<br />

Continuazione per Rissani, villaggio famoso per il suo<br />

mercato di datteri e per le vicine rovine di Sijilmassa,<br />

mitica capitale del Tafilalet, la più grande oasi del Marocco<br />

nonché una delle più vaste del Nordafrica. L’itinerario<br />

prosegue lungo un suggestivo percorso che si<br />

snoda a ridosso del massiccio del Jebel Sarhro. Arrivo<br />

nell’oasi di Tinghir che è una delle più alte oasi di<br />

montagna del Marocco. Proseguimento per la visita<br />

alle famose ed affascinanti Gole del Todra, dove il fiume<br />

si insinua fra due pareti verticali scavando uno<br />

spettacolare passaggio fra le rocce. Pranzo in ristorante.<br />

Nel pomeriggio continuazione per la cittadina di<br />

Boulmane du Dadés situata all’imbocco delle Gole del<br />

Dadés, particolarmente affascinanti per il marcato<br />

contrasto tra gli spogli pendii rocciosi, dalle forme curiose,<br />

e il verde intenso della vegetazione che cresce<br />

rigogliosa lungo il fiume. Sistemazione in albergo, cena<br />

e pernottamento.<br />

7° giorno, venerdì 18/5<br />

BOULMANE DU DADES - LA VALLE DELLE ROSE<br />

- KASBAH AIT BENHADDOU - MARRAKECH<br />

Prima colazione e partenza per raggiungere la Valle<br />

del Dadés, lungo uno spettacolare percorso, ammirando<br />

gli splendidi panorami delle oasi di montagna.<br />

Arrivo a El Kelaa des M’Gouna e sosta per un caffè o<br />

tè nella terrazza dell’albergo Les Roses du Dadés,<br />

arroccato su una rupe che domina la Valle del Dadés,<br />

da cui si godrà un panorama davvero magnifico.<br />

Visita ad un laboratorio e negozio di prodotti a base<br />

di rose comprendenti profumi, olii, essenze, balsami,<br />

creme e acqua di rose. Possibilità di acquisti. Proseguimento<br />

per Skoura. Continuazione per la breve vi-<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


sita alla kasba di Amerdihil. Proseguimento in direzione<br />

di Ouarzazate. Visita di Ait Benhaddou, una<br />

delle più belle kasbah del Marocco, costruita nel XII<br />

secolo su un’antica via carovaniera che collegava<br />

Marrakech al sud della regione. Pranzo in ristorante.<br />

Nel pomeriggio continuazione per Marrakech attraverso<br />

la catena montana dell’Alto Atlante. Si attraverserà<br />

il valico di Tizi’n Tichka situato a oltre 2.200<br />

metri, attraversando splendide foreste di pini, ginepri<br />

e lecci. Arrivo a Marrakech, capitale imperiale nell’XI<br />

secolo i cui monumenti, riccamente ornati di fini stucchi,<br />

mosaici e marmi, testimoniano la ricchezza del<br />

suo passato. Sistemazione in albergo, cena e pernottamento.<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

8° giorno, sabato 19/5<br />

MARRAKECH<br />

Dopo la prima colazione visita della città. Pranzo in ristorante<br />

tipico nel cuore della città vecchia Nel pomeriggio<br />

passeggiata all’interno della Medina e tempo<br />

libero nella famosa, suggestiva, spettacolare piazza<br />

Jemaa el Fna. Cena e pernottamento in albergo.<br />

9° giorno, domenica 20/5\<br />

MARRAKECH - CASABLANCA - ROMA<br />

Prima colazione e trasferimento in aeroporto per il<br />

volo Royal Air Maroc per Casablanca alle ore 9.10.<br />

Arrivo alle ore 9.50 e coincidenza per Roma alle ore<br />

11.40 con il volo Royal Air Maroc.<br />

Quota individuale di partecipazione (minimo 40 persone) Euro 1.415,00<br />

Supplemento camera e tenda singola Euro 298,00<br />

Supplemento facoltativo, a persona, per la tenda nel deserto<br />

con servizi all’interno quali WC, doccia e brocca per l’acqua:<br />

in tenda a due letti Euro 36,00<br />

in tenda singola Euro 80,00<br />

La quota di partecipazione comprende:<br />

viaggio aereo con voli di linea Royal Air Maroc da Roma<br />

a Casablanca e da Marrakech a Roma, via Casablanca,<br />

in classe economica ed il trasporto di kg 20 di<br />

bagaglio più un bagaglio a mano di dimensioni ridotte;<br />

sistemazione in camera doppia con servizi privati nei<br />

seguenti alberghi: Casablanca: Novotel City Center, 4<br />

stelle; Fez: Hotel Barcelò Fes Medina, 4 stelle; Boumalne<br />

Dades: Hotel Xaluca Dades, 4 stelle; Marrakech:<br />

Hotel Le Meridien N’fis, 5 stelle; sistemazione in<br />

campo tendato nel deserto vicino a Merzouga nel Erg<br />

Chebbi Dunes in tende a due posti letto, con supplemento<br />

incluso in quanto generalmente le tende sono<br />

a quattro posti letto; gruppo folcloristico che allieterà<br />

la cena nel deserto; tutti i pasti dalla cena del primo<br />

giorno alla cena dell’ottavo; pullman e guida locale<br />

parlante italiano per tutta la durata del tour in Marocco;<br />

tragitto in fuoristrada 4x4 da Merzouga al campo<br />

tendato nel deserto e viceversa; escursione con il<br />

cammello sulle dune del deserto la mattina del sesto<br />

giorno; ingressi: Rabat: mausoleo Mohamed V e Oudaya<br />

Kasbah; Mekes: Bad Mansour, Moulay Ismail<br />

Stables, Volubilis; Fes: Karraouine Mosque (all’esterno),<br />

Moulay Idriss Mausoleum (all’esterno), Medersa<br />

Bou Inania; Marrakech: Koutoubia Mosque, Bahia Palace,<br />

Saadien Tombs, Menara Garden; polizza assicurativa,<br />

Global Assistance, medico-bagaglio e<br />

annullamento viaggio.<br />

La quota di partecipazione non comprende:<br />

il tragitto, facoltativo, da Merzouga al campo tendato<br />

in cammello: Euro 35 a persona. Tempo di percorrenza<br />

circa 30 minuti; le tasse aeroportuali da riconfermare<br />

all’emissione dei biglietti (circa Euro 155,00); il<br />

caffè o tè o altra bevanda nella terrazza dell’albergo<br />

Les Roses du Dadés, le bevande durante i pasti; le<br />

mance; gli extra di carattere personale; tutto quanto<br />

non espressamente menzionato nel programma.<br />

All’atto dell’iscrizione il partecipante prenderà visione e sottoscriverà le Condizioni generali di contratto di<br />

vendita e di pacchetti turistici facenti parte del programma.<br />

Organizzazione tecnica: CIVATURS ROMA - Via Nizza, 152 - 00198 ROMA, Tel. 06 8840504,<br />

Fax 06 64220524, roma@civaturs.com, www.stellaerrante.it<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong> 33


L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

34<br />

Premio “Il mio cielo - Ottava Edizione<br />

Il Premio “Il mio cielo”, ideato da Gianfabio Scaramucci e organizzato dall’<strong>Associazione</strong> CR Cultura e Risorse,<br />

è giunto al suo ottavo appuntamento. Dopo sette edizioni ricche di successi, nelle quali il numero dei partecipanti<br />

è continuamente aumentato e sempre migliorata la qualità delle opere pervenute, il Premio si evolve<br />

ancora. Il Premio può ora contare anche sul patrocinio dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong>. Questo nuovo<br />

partner eccellente sicuramente favorirà lo sviluppo dell’iniziativa e la diffusione della stessa presso nuovi<br />

partecipanti.<br />

Obiettivi e organizzazione del premio<br />

Sezione adulti<br />

Il Premio, in questa sezione, si pone come principale obiettivo quello di raccogliere, direttamente dai soci delle<br />

Associazioni/Federazioni, dai lettori delle riviste, dagli utenti dei siti internet e più in generale da tutti gli appassionati,<br />

esperienze ed emozioni (anche di fantasia) riguardanti il mondo del volo e dell’aeronautica,<br />

espresse con racconti, poesie o opere grafiche realizzate con qualsiasi tecnica.<br />

Il tema dei lavori, per la Sezione adulti, è libero.<br />

Sezione giovani<br />

Il Premio, in questa sezione, si pone l’obiettivo di far riflettere i giovani sul volo esprimendo i propri sogni, riflessioni,<br />

fantasie, ambizioni, emozioni o quant’altro inerente al tema che l’organizzazione del Premio propone<br />

ogni anno. I giovani potranno esprimersi, anche in questo caso, tramite racconti, poesie o opere grafiche<br />

realizzate con qualsiasi tecnica.<br />

I giovani parteciperanno, secondo fasce d’età,: Scuola Elementare, Scuola Media Inferiore, Scuola Media Superiore<br />

Il tema dei lavori, per la sezione Giovani, è: “Il volo e l’aeronautica nei 150 anni dell’unità d’Italia (dalla<br />

mongolfiera all’Efa 2000)”<br />

Lo scopo generale del Premio è quello di divulgare le opere e premiare le migliori nel corso di una specifica<br />

manifestazione, creando un importante momento di conoscenza, confronto, aggregazione e promozione delle<br />

attività aeronautiche. Le opere possono riguardare qualsiasi tipo di attività di volo. Con le migliori opere pervenute<br />

sarà realizzata una pubblicazione curata dell’ Editrice Logisma di Firenze.<br />

Importanti Enti/Associazioni/Federazioni e Media del settore sono partner dell’iniziativa, ed effettueranno<br />

un’adeguata promozione del Premio e della pubblicazione.<br />

Per partecipare al Premio è necessario seguire le modalità illustrate nell’apposito bando di partecipazione<br />

presente presso le Sezioni dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> e sui siti internet www.assoaeronautica.it e<br />

www.aeci.it<br />

Il Premio “Il mio cielo” è stato realizzato con il Patrocinio dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong>, dell’Aero<br />

Club d’Italia e del Museo dell’<strong>Aeronautica</strong> “Gianni Caproni”.<br />

Aero Club d’Italia <strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


Salvo impedimenti ostativi da parte dell’Agenzia<br />

delle Entrate, è intenzione della<br />

Presidenza nazionale di dare corso anche<br />

per il <strong>2012</strong> alla campagna del “5 per mille” a<br />

favore dell’AAA.<br />

Appare, pertanto, opportuna fin da ora una<br />

doverosa azione divulgativa nei confronti degli<br />

associati e dei simpatizzanti AAA e scopo<br />

del presente avviso è la sensibilizzazione di<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

Versamento del “5 per mille” a favore<br />

dell’AAA nel <strong>2012</strong><br />

tutti i soci/simpatizzanti per ogni possibile iniziativa<br />

informativa a riguardo del “5 per mille”<br />

pro-AAA.<br />

Non appena l’Agenzia delle Entrate emanerà le<br />

disposizioni di dettaglio per il 730/<strong>2012</strong> - reddito<br />

2011, si provvederà ad informare i soci/simpatizzanti<br />

per il tramite di apposita circolare alle<br />

sezioni, del periodico <strong>Aeronautica</strong> e del sito internet<br />

dell’AAA (www.assoeronautica.it).<br />

Nuovi indirizzi di posta elettronica<br />

della Presidenza nazionale dell’AAA<br />

VECCHIO INDIRIZZO NUOVO INDIRIZZO<br />

ufficio1@assoaeronautica.191.it Non attivo sino a nuova comunicazione<br />

ufficio2@assoaeronautica.191.it ufficio2@assoaeronautica.it<br />

ufficio3@assoaeronautica.191.it Verrà disattivato<br />

segrepart@assoaeronautica.191.it segrepart@assoaeronautica.it<br />

previdenza@assoaeronautica.191.it previdenza@assoaeronautica.it<br />

rivista@assoaeronautica.191.it rivista@assoaeronautica.it<br />

master@assoaeronautica.191.it master@assoaeronautica.it<br />

segretariogenerale@assoaeronautica.it<br />

sostituisce il vecchio ufficio3<br />

dipvolo@assoaeronautica.191.it Non attivo sino a nuova comunicazione<br />

I cambiamenti illustrati nella tabella sono effettivi a partire dal 1° marzo <strong>2012</strong>.<br />

I vecchi indirizzi verranno comunque monitorizzati sino al 31 maggio <strong>2012</strong>.<br />

Tutti gli altri indirizzi restano in vigore (e.g. assoaeronautica@libero.it; assoaeroamministra@libero.it; ecc. ecc.)<br />

Tutti gli utenti sono pregati di non, ripeto non, inviare lo stesso messaggio a più di un indirizzo; si ricorda inoltre<br />

che tutte le comunicazioni inerenti lo stato di socio (Mod. “A”, “B”,”C”, bollettini di avvenuto versamento) vanno indirizzati<br />

a ufficio2.<br />

Per la conferma di avvenuta ricezione bisogna predisporre il programma di posta del mittente per tale richiesta.<br />

35


L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

Adro<br />

Presidente. Bernardo Tonoli; vice<br />

presidente: Giancarlo Milani; segretario:<br />

Nevio Rinaldi; tesoriere:<br />

Luigino Veschetti; consiglieri:<br />

Giancarlo Baglioni, Enzo Capoferri,<br />

Luigi Guerini, Vittorino Pezzoni,<br />

Pietro Ravelli e Giuseppe<br />

Venturi.<br />

Bari<br />

Il col. Giovanni Gravina ha assunto<br />

l’incarico di vice presidente di sezione<br />

in sostituzione del ten. col.<br />

Francesco Di Fonte, mentre il lgt.<br />

Pietro Monopoli ha sostituito il 1°<br />

m.llo Pietro Squacciarini in quello<br />

di segretario.<br />

I due sostituiti rimangono consiglieri<br />

del sodalizio.<br />

Borgosesia<br />

Il socio Giovanni Grazioli è stato<br />

eletto capo del nucleo in sostituzione<br />

del socio Franco Cerina che la lasciato<br />

l’incarico per motivi di salute.<br />

36<br />

Lecce<br />

A seguito del decesso del consigliere<br />

Attilio Corallo - che era segretario<br />

e rappresentante dei soci<br />

aggregati - a tali incarichi sono stati<br />

rispettivamente eletti il m.llo sc.<br />

Mario De Blasi e l’avv. Luigi Serio.<br />

Manfredonia<br />

A seguito delle dimissioni del ten.<br />

col. Giovanni Civica da presidente<br />

della sezione, a tale incarico è stato<br />

eletto il gen. BA Antonio Gentile.<br />

Rimini<br />

75° dell’aeroporto di Viterbo: 2° Raduno nazionale<br />

degli ex avieri VAM<br />

Il 10 giugno <strong>2012</strong><br />

l’aeroporto militare<br />

“T. Fabbri” di Viterbo<br />

celebrerà, con il<br />

supporto della sezione<br />

AAA di Viterbo,<br />

il 75° anniversario<br />

della sua<br />

costituzione.<br />

In occasione di tale<br />

evento - aperto alla<br />

cittadinanza e coloro che vi hanno prestato comunque<br />

servizio - avrà anche luogo il 2° Raduno nazionale<br />

VAM al quale sono invitati a partecipare quanti<br />

hanno servito l’<strong>Arma</strong> Azzurra in tale specialità.<br />

Per maggiori informazioni sul Raduno ed eventuali<br />

adesioni gli interessati possono consultare il sito internet<br />

al link http://www.aeroportoviterbo75.it oppure<br />

inviare una email all’indirizzo di posta elettronica info@aeroportoviterbo75.it,<br />

chiamare la segreteria del<br />

comitato organizzativo al numero 0761-3552666 o<br />

contattare l’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> - sezione<br />

di Viterbo - Piazza della Rocca n. 21/a - 01100 Viterbo,<br />

cell. 335 7316098.<br />

RINNOVO CARICHE<br />

L’Assemblea straordinaria dei soci<br />

del 15 gennaio ha eletto come presidente<br />

del sodalizio il ten. col.<br />

CSA Antonio Barboni in sostituzione<br />

del serg. Oronzo Zilli recentemente<br />

deceduto.<br />

Santa Maria Capua Vetere<br />

Presidente: magg. Arnaldo Capodaglio;<br />

vice presidenti: m.llo sc. Giu-<br />

RADUNI<br />

seppe Masucci e m.llo sc. Giovanni<br />

Rossetti; segretario: lgt. Vincenzo<br />

De Gennaro; tesoriere: aiut. Giuseppe<br />

Carrillo; consiglieri: m.llo sc.<br />

Vincenzo D’Angelo, m.llo sc. Domenico<br />

Spina e aiut. Vincenzo Tessitore;<br />

rappresentante dei soci<br />

aggregati: Domenico Funiciello.<br />

Val d’Era<br />

Presidente onorario: Fausto Pettinelli;<br />

presidente: Piero Picchi; vice<br />

presidenti: Alessandro Andreotti e<br />

Enzo Pozzolini; segretario e tesoriere:<br />

Italo Toni; consiglieri: Emanuele<br />

Fedeli, Alessandro Giorgi,<br />

Antonio Orlandi e Roberto Pellegrini;<br />

rappresentante dei soci aggregati:<br />

Franco Bandinelli.<br />

Varmo<br />

Il capo nucleo è il lgt. Giovanni Rusciano<br />

e non il 1° m.llo Valter Tomelj<br />

come erroneamente comunicato<br />

dalla sezione dalla quale quel sodalizio<br />

dipende e pubblicato a pag. 31 di<br />

<strong>Aeronautica</strong> n. 11/2011.<br />

7° Raduno del 7° Corso Marconisti Operatori 1955<br />

Nei giorni 16, 17, 18 e 19 maggio <strong>2012</strong> si terrà sulla<br />

Costiera Amalfitana il 7° Raduno di tutti gli appartenenti<br />

al 7° Corso Marconisti Operatori 1955 di Caserta.<br />

Gli interessati sono invitati a contattare il Coordinatore<br />

del Comitato promotore, m.llo Enzo Cinotti - Via<br />

dei Marsi, 67, 00185 Roma - tel. e fax 06/4959631 -<br />

cell. 347/9000757, per ogni informazione sul Raduno<br />

stesso.<br />

38° Corso Assistenti Contabili<br />

l’aiut. Alberto Cialone, con alcuni colleghi, intenderebbe<br />

organizzare il raduno degli appartenenti al 38°<br />

Corso Assistenti Contabili e, a tale scopo, invita quanti<br />

intendono aderire all’iniziativa a spargere la voce<br />

tra i frequentatori di tale Corso e a contattarlo al cellulare<br />

340 0840379.<br />

Cambio di data per il Raduno regionale degli aviatori<br />

piemontesi<br />

Si informano tutti i soci interessati che il Raduno regionale<br />

degli aviatori piemontesi presso il Sacrario di<br />

Loreto di Costigliole d’Asti avrà luogo il 10 giugno<br />

<strong>2012</strong> anziché il 27 maggio come erroneamente indicato<br />

nel programma generale-calendariale anno <strong>2012</strong>.<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


PROMOZIONI<br />

A sergente<br />

- Roberto De Checchi<br />

(sezione di Cuneo).<br />

A 1° aviere scelto<br />

- Donato Ippolito (sezione<br />

di S. Vito dei Normanni).<br />

MEDAGLIA<br />

MAURIZIANA<br />

- lgt. Giuseppe Pezzella<br />

(sezione di Pescara)<br />

SOCI CHE SI FANNO<br />

ONORE<br />

Il socio ten. col. pil. Luciano<br />

Bernardis, vice<br />

presidente della sezione<br />

di Manzano, nel corso<br />

della 64ª edizione dei<br />

Campionati sciistici<br />

delle truppe alpine (CA-<br />

STA) svoltisi a Dobbiaco,<br />

ha vinto tre<br />

medaglie d’oro nelle<br />

specialità Fondo Diatlon,<br />

Slalom gigante e<br />

Combinata.<br />

Il socio av. sc. VAM Doriano<br />

Campanini della<br />

sezione di Parma, presidente<br />

dell’AVIS comunale<br />

di quella città, ha<br />

ricevuto il Premio S. Ilario,<br />

una delle massime<br />

onorificenze cittadine<br />

annualmente assegnate<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

( AVVENIMENTI LIETI (<br />

dall’<strong>Associazione</strong> culturale<br />

“Parma nostra”.<br />

Il socio lgt. Raffaele Fatigati<br />

della sezione di Colleferro<br />

si è classificato 1°<br />

all’8° Torneo nazionale di<br />

tiro con l’arco AM, categoria<br />

“arco nudo”.<br />

La socia signora Giuse<br />

La Mantia della sezione<br />

di Paullo è stata nominata<br />

Assessore alle politiche<br />

sociali del Comune<br />

di Zelo Buon Persico.<br />

Il socio Rodolfo Natale<br />

della sezione di Milano<br />

ha ottenuto, per la settima<br />

volta, il titolo di<br />

Campione italiano di<br />

acrobazia aerea a motore,<br />

massimo titolo di<br />

specialità raggiungibile<br />

in campo nazionale.<br />

LAUREE<br />

In economia e commercio<br />

- m.llo 1ª cl. Marco Cascio<br />

(sezione di Acireale).<br />

In ingegneria biomedica<br />

- Alessandro La Marca,<br />

figlio del socio aiut.<br />

Michelangelo (sezione<br />

di Rimini).<br />

In scienze infermieristiche<br />

- Erika Potenza, figlia<br />

RICERCHE<br />

del socio 1° m.llo Domenico<br />

(sezione di Rimini).<br />

NOZZE DI DIAMANTE<br />

Hanno raggiunto l’ambìto<br />

traguardo:<br />

- il socio m.llo sc. Paolo<br />

Di Dio e la signora<br />

Franca (sezione di Villafranca).<br />

NOZZE D’ORO<br />

Le hanno felicemente festeggiate:<br />

- il socio m.llo sc. Benito<br />

Rainaldi con la signora<br />

Anna Maria (sezione di<br />

Grosseto);<br />

- il socio Giorgio Romano<br />

con la signora Giuseppina<br />

(sezione di<br />

Pignataro Maggiore):<br />

NOZZE<br />

Si sono uniti in matrimonio:<br />

- il socio av. capo Crescenzo<br />

Orazio Calabrese<br />

e la signorina<br />

Cinzia Vitolo (sezione<br />

di Sarno).<br />

CULLE<br />

Il socio m.llo di 1ª cl.<br />

Gianluca Buiatti e la signora<br />

Monica annunciano<br />

la nascita del<br />

primogenito Davide (sezione<br />

di Palmanova).<br />

Chi ha notizie del ten.gen. GAri Enrico Emanuele?<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

I soci m.llo 1ª cl. Stefano<br />

Cimolino e la signora<br />

Michela annunciano la<br />

nascita delle gemelle<br />

Giulia e Giorgia (sezione<br />

di Venezia).<br />

Il socio 1° m.llo Pasquale<br />

Di Muro e la signora<br />

Antonella annunciano la<br />

nascita del secondogenito<br />

Flavio (sezione di Canosa<br />

di Puglia).<br />

Il socio serg. magg. Massimiliano<br />

Lisi e la signora<br />

Donatella annunciano<br />

la nascita della primogenita<br />

Arianna (sezione di<br />

San Cesario di Lecce).<br />

Il socio 1° av. capo Rocco<br />

Angelo Rizzo e la signora<br />

Paola annunciano<br />

la nascita del primogenito<br />

Donato (sezione di<br />

Spongano).<br />

Il socio av. capo Aldo Sorrentino<br />

e la signora Maria<br />

annunciano la nascita<br />

della primogenita Angelica<br />

(sezione di Sarno).<br />

Il socio Francesco Tessitore<br />

e la signora Michela<br />

annunciano la nascita<br />

del primogenito Massimo<br />

Pasquale (sezione di<br />

Ciampino).<br />

Il nucleo di Alcamo, dipendente dalla sezione di Trapani, ricerca notizie del ten. gen. GAri Enrico<br />

Emanuele, nato ad Alcamo il 13.12.1888 e deceduto a Roma il 10.02.1957 che è stato pilota di dirigibile,<br />

poi di aerei ed ha ricoperto l’incarico di direttore del Registro Aeronautico Italiano. Contattare:<br />

cell. 339 8104796 (aiut. Salvatore Mulè) o e.mail: aaa-alcamo@libero.it;<br />

37


L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

38<br />

NUOVI INDIRIZZI<br />

Adro<br />

La sezione ha sede in Via Padania n. 6 - 25030 Adro (Brescia).<br />

Collepasso<br />

La sezione ha ora sede in via Baronessa Contarini n. 2.<br />

Frosinone<br />

Il nuovo sito della sezione è il seguente: www.assoaerofr.it<br />

Martina Franca<br />

Il nuovo indirizzo email della sezione è ora:<br />

associmartina@gmail.com<br />

Tigullio-Rapallo<br />

Il nuovo indirizzo e-mail della sezione è ora:<br />

assoaeronautica122@gmail.com<br />

SEZIONI E NUCLEI<br />

VENETO<br />

Bovolone<br />

La sezione ha organizzato<br />

dal 28 al 31 gennaio<br />

scorsi l’evento<br />

“Blazing Skies!”, 1ª Rassegna<br />

del video aeronautico,<br />

nel corso della<br />

quale sono stati proiettati<br />

26 filmati, per oltre<br />

36 ore di visione, per ripercorrere<br />

la storia<br />

della cinematografia aeronautica<br />

e la storia<br />

dell’aviazione, da “Quei<br />

temerari sulle macchine<br />

volanti” alle spettacolari<br />

esibizioni della PAN,<br />

con video storici dall’archivio<br />

dell’AM e il filmato<br />

del 1941 sul<br />

campo di Bovolone. La<br />

rassegna ha registrato<br />

un notevole successo di<br />

spettatori.<br />

- Giovanni Battista Cersosimo E 21,00<br />

- Silvio Lalumera “ 25,00<br />

- Marco Maugeri “ 100,00<br />

- col. Angelo Antonio Milani “ 25,00<br />

- gen. Oriano Orsucci “ 30,00<br />

- Virgilio Perreca “ 25,00<br />

- Giovanni Piredda “ 21,00<br />

- Mario Savastano “ 21,00<br />

- Stanislao Spina “ 25,00<br />

La sezione ha recentemente<br />

organizzato una<br />

giornata di festa a favore<br />

dell’<strong>Associazione</strong> anziani<br />

Centro Sociale Argento<br />

Este<br />

CAMPANIA<br />

Bellona<br />

Estense, giornata allietata<br />

da brani musicali eseguiti<br />

dal musicista prof. Lorenzo<br />

Baldo, vice presidente<br />

di sezione.<br />

Ricordato il ten. col. pl. Giovanni Limongi<br />

La sezione ha recentemente<br />

commemorato il<br />

ten. col. pil. MBVM Giovanni<br />

Limongi, cittadino<br />

bellonese, nato nel 1916 e<br />

deceduto nel 1984, al quale<br />

è intestato il Labaro del<br />

sodalizio. Nell’occasione,<br />

SOSTENITORI DI<br />

“AERONAUTICA”<br />

oltre allo scoprimento di<br />

una lapide apposta sulla<br />

casa natale, è stata presentata<br />

una pubblicazione<br />

curata dal dott. Domenico<br />

Valeriani nella quale viene<br />

ripercorsa la vita dell’illustre<br />

concittadino cui si<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


deve anche la fattiva opera<br />

promotrice per il monumento<br />

in onore dei 54<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

PUGLIA<br />

Monteroni<br />

martiri di quella località<br />

uccisi dai tedeschi il 7 ottobre<br />

1943.<br />

Convegni sulla lotta contro i tumori<br />

In dicembre la sezione<br />

presieduta dal cap. Antonio<br />

Madaro, di concerto<br />

con la Lega italiana per la<br />

lotta contro i tumori<br />

(LILT), ha organizzato<br />

due giorni di convegni sul<br />

tema della prevenzione intitolandoli<br />

“Io non ho<br />

paura - La salute comincia<br />

da te!” con il sottotitolo<br />

“La prevenzione aiuta a<br />

vivere”.<br />

I convegni, aperti dal<br />

dott. Silvio Colonna e<br />

dalla dott.ssa Laura Bisconti<br />

ed ai quali ha assistito<br />

un folto pubblico,<br />

hanno visto nel primo<br />

giorno la trattazione di<br />

tematiche quali l’inquinamento<br />

elettromagnetico,<br />

il DNA e il Radon che sono<br />

state sviluppate dall’epidemiologo<br />

Prisco<br />

Piscitelli, dal radiologo<br />

Mariano Di Monte e dal<br />

fisico Claudio Cazzato,<br />

moderati dal giornalista<br />

Antonio Memmi.<br />

Il giorno dopo, invece, la<br />

psicologa Marianna Burlando<br />

e il pediatra Giuseppe<br />

Presta hanno trattato<br />

rispettivamente il diritto<br />

dei bambini a non crescere<br />

“inquinati” e le cause e<br />

gli effetti che determinati<br />

agenti hanno sui bambini<br />

stessi.<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

L’evento ha visto anche<br />

una Tavola rotonda, moderata<br />

dal giornalista Giovanni<br />

delle Donne ed alla<br />

quale hanno preso parte<br />

numerosi medici della città,<br />

che ha trattato l’argomento<br />

dell’educazione<br />

alla salute e della difficoltà<br />

nella prevenzione, oltre<br />

che esporre i dati epidemiologici<br />

nell’ambito di<br />

Monteroni.<br />

I lavori sono stati conclusi,<br />

dal prof. Giuseppe Serravezza,<br />

presidente LILT<br />

della provincia di Lecce,<br />

che ha dato ai presenti un<br />

secondo appuntamento<br />

sulle importanti tematiche<br />

trattate.<br />

È da sottolineare che,<br />

nell’occasione, il socio<br />

Giorgio Gerardi ha allestito<br />

un centro prenotazioni,<br />

particolarmente<br />

gradito dal pubblico convenuto,<br />

nel quale era possibile<br />

effettuare uno<br />

screening gratuito dermatologico,<br />

senologico o<br />

ginecologico.<br />

Tra le iniziative della sezione<br />

è anche da ricordare<br />

che, successivamente,<br />

in occasione di una serata<br />

spettacolo, sono stati raccolti<br />

3.730,00 euro consegnati<br />

al citato presidente<br />

provinciale della LILT.<br />

39


L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

40<br />

V I S I T E D I A G G I O R N A M E N T O T E C N I C O<br />

E G I T E T U R I S T I C O - C U LT U R A L I<br />

Lucca alla portaerei “Cavour” a La Spezia<br />

Zero Branco al 3° RMV<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


Don Giancarlo Centioni<br />

- Paolo Lanzoni (sezione di Alba);<br />

- av. Luigi Masneri (sezione di Adro)<br />

- 1° av. Nicola Rea (sezione di Arpino);<br />

- m.llo 3ª cl. pil. Luigi Storti (sezione di Bassano del<br />

Grappa);<br />

- 1° cap. Alessandro Albertini, sig.ra Rossana Colaiacomo<br />

Capecci, Giovanni Francesconi, Aniello Mazza<br />

(sezione di Brescia);<br />

- Pietro Viretto (nucleo di Caluso);<br />

- col. Antonio Falardo (sezione di Caserta);<br />

- ten. Claudio Lauro (sezione di Cassino);<br />

- av. sc. Marino Fregonese (nucleo di Cervignano);<br />

- ten. col. Dino Paolucci (sezione di Ciampino);<br />

- il 1° Aviere Enrico Lino Gobatto, capo nucleo (nucleo<br />

di Cinto Caomaggiore);<br />

- Bortolo Bassan (nucleo di Dueville);<br />

- m.llo Luigi Della Vedova (nucleo di Fagagna);<br />

- Giuseppe Leonardi (nucleo di Fara Vicentino);<br />

- m.llo sc. Gino Caronti (sezione di Frosinone);<br />

- Piero Gelmotto (nucleo di Gattinara)<br />

- Alessandro Colocci (sezione di Jesi);<br />

- av. sc. Filippo Santamaria (sezione di Ladispoli-<br />

Cerveteri):<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong><br />

HANNO CHIUSO LE ALI<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

Il 23 gennaio è deceduto, quasi centenario, il 1° cappellano capo don Giancarlo Centioni.<br />

Nato a Roma il 4 luglio 1912, don Centioni era tra l’altro poliglotta, scrittore, insegnante, giurista e patriota.<br />

Nominato cappellano militare nel 1937 ebbe modo di conoscere e frequentare Casa Savoia, Villa Torlonia, il<br />

Vaticano, il Governo e tutta l’aristocrazia romana. Iniziata la Seconda Guerra mondiale fu sollecitato da Pio<br />

XII e dai Padri Pallottini ad adoperarsi per la salvezza degli ebrei, dei rifugiati e dei perseguitati politici. A tale<br />

scopo, e rischiando la cattura ogni giorno, collaborò alla realizzazione di una rete clandestina internazionale<br />

e si stimano in circa 800.000 le persone cui fu dato rifugio, denaro e passaporti forniti dal Vaticano.<br />

Oltre agli scontri di Porta San Paolo dopo l’8 settembre fu anche presente alla riesumazione dei martiri delle<br />

Fosse Ardeatine. Cappellano militare da sempre, progettò e collaborò alla realizzazione, sull’aeroporto di<br />

Frosinone, del “Monumento all’Elicotterista”. Era socio onorario della sezione AAA frusinate ed è sempre stato<br />

“l’Aeroprete” che tutti avrebbero voluto.<br />

Gilmo Gusella<br />

Il 29 novembre è deceduto il m.llo pil. Gilmo Gusella, socio della sezione di Padova.<br />

Nato nel 1919 a Piove di Sacco, nel 1937 si era arruolato nell’<strong>Aeronautica</strong> divenendo pilota militare e partecipando<br />

poi al secondo conflitto mondiale in Albania e Grecia. Catturato dai tedeschi dopo l’8 settembre e impiegato<br />

in Germania in una fabbrica di spolette per bombe d’aereo, aveva - rischiando la propria vita -<br />

compiuto numerosi atti di sabotaggio delle stesse rendendole inefficaci. Riuscito ad evadere aveva poi preso<br />

parte alla guerra di liberazione fino all’atto del congedo nel 1945. Era decorato di Croce di ferro tedesca per<br />

aver compiuto una missione speciale, di medaglia di bronzo al VM e di quattro Croci al merito di guerra.<br />

Fondatore del sodalizio AAA di Piove di Sacco nel1972, ne fu capo nucleo per 30 anni.<br />

- m.llo Concetto Muscolino (nucleo di Latisana e Lignano);<br />

- Antonino Arena (sezione di Marsala);<br />

- s.ten. (to) Bruno Parma (sezione di Padova);<br />

- aiut. Mario Sgrulletta (sezione di Pomezia);<br />

- Vito Ventrella (sezione di Putignano);<br />

- Giancarlo Gasperini (sezione di Ravenna);<br />

- s.ten. Francesco Contento (sezione di Rimini);<br />

- gen. isp. capo GArn Giulio Di Piramo (sezione di<br />

Roma);<br />

- av. Italo Baccanelli, (nucleo di Romano di Lombardia);<br />

- lgt. Artemio D’Amo (sezione di San Cesario di Lecce);<br />

- 1° av. Antonio De Lucia, m.llo sc. Alberico Pedagna<br />

(sezione di Santa Maria Capua Vetere);<br />

- Piero Innocenti (sezione di Sinalunga);<br />

- 1° av. Angelo Giaccone (nucleo di Susa);<br />

- m.llo Giovanni Mellano, cap. Costanzo Richetta<br />

(sezione di Torino);<br />

- av. sc. Rino Simiz (sezione di Udine);<br />

- cap. Enolo Biasci (sezione di Val d’Era);<br />

- av. sc. aut. Giovanni Ballarin, (sezione di Venezia)<br />

- Stefano Sani (sezione di Verona)<br />

Il presidente nazionale dell’A.A.A., ricordando le elette virtù di questi commilitoni che ci hanno lasciato, a nome<br />

proprio e di tutti i soci esprime ai familiari degli scomparsi il più sentito cordoglio.<br />

41


Silvano Galli, Prova 17. Diario di<br />

bordo. Milano, GAE. Cm 21 x<br />

29,7, pp. 144. Euro 20,00.<br />

Tanto affascinante nel contenuto<br />

quanto poco curato nella forma: si<br />

può riassumere così il più recente<br />

volume di ricordi di un pilota collaudatore<br />

pubblicato da Giorgio Apostolo.<br />

Questa volta a parlare - ed è<br />

l’espressione giusta, perché il passo è<br />

quello spigliato del racconto - è un<br />

pilota che partendo dall’aero club le<br />

sue 22.500 ore di volo le ha fatte davvero<br />

una per una, collaudando e dimostrando<br />

innanzi tutto gli aerei di<br />

Stelio Frati: ben 17.632 ore, comprese<br />

4.403 dimostrazioni e 1.368 esibizioni,<br />

prima per la Procaer e poi per<br />

la SIAI Marchetti. Da Vergiate all’Etiopia,<br />

alla Libia, alla Thailandia,<br />

le pagine si scorrono tutte d’un fiato<br />

riportandoci a un’Italia più semplice<br />

e dinamica in cui il successo di un<br />

prodotto tecnologico dipendeva molto<br />

dalla capacità e dall’entusiasmo<br />

individuale. Dopo più avventure di<br />

quante se ne possano riassumere in<br />

poche righe, il volume si chiude con<br />

due soli rimpianti. Il primo per la<br />

forma inadeguata con la quale si presenta.<br />

Il secondo per tutti gli aerei citati<br />

nella scheda riassuntiva o<br />

illustrati senza essere mai raccontati:<br />

si pensi all’F.20 Pegaso e all’S.210,<br />

dei quali pochissimo si conosce. Si<br />

può sperare in una seconda edizione<br />

che li sistemi entrambi?<br />

Disponibile presso l’editore (Via Ampere<br />

49, 20131 Milano, tel. 02/70600732;<br />

www.apostoloeditore.com).<br />

42<br />

Libri<br />

a cura di Gregory Alegi<br />

Paolo Varriale, Gli assi italiani<br />

della Grande Guerra. Gorizia,<br />

LEG, 2011. Cm 17x24, pp. 168.<br />

Euro 18,00.<br />

La Biblioteca di Arte Militare della<br />

Libreria Editrice Goriziana ha avviato<br />

la traduzione di alcuni titoli<br />

della celebre collana Osprey britannica,<br />

alla quale diversi altri editori<br />

italiani hanno già attinto per le<br />

proprie iniziative. Il nuovo tentativo<br />

si distingue per la maggior selettività<br />

e cura, a partire dalla scelta<br />

del curatore editoriale Maurizio<br />

Pagliano. Questo volume, dedicato<br />

ai 42 piloti che conseguirono i cinque<br />

o più abbattimenti che davano<br />

diritto alla qualifica di “asso”, ha<br />

la particolarità di essere stato tradotto<br />

dallo stesso autore, che ha<br />

pertanto potuto riversarvi il frutto<br />

delle proprie ulteriori ricerche rispetto<br />

all’edizione originale inglese<br />

(2009) e al lavoro iniziale per<br />

l’Ufficio Storico dell’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare (<strong>2012</strong>). Così, se le sei vittorie<br />

di Romolo Ticconi sono<br />

uguali a quelle di tre anni fa, le<br />

sette di Guglielmo Fornagiari sono<br />

identificate con tipi di aerei e nomi<br />

di piloti prima assenti. L’apparato<br />

iconografico, compresi i<br />

numerosi disegni, è immutato, anche<br />

se la nuova veste grafica penalizza<br />

talvolta qualche immagine,<br />

per dimensione o inquadratura.<br />

Nel complesso un ottimo prodotto<br />

ed un riferimento sicuro per gli<br />

appassionati.<br />

Disponibile in libreria.<br />

Franco Storaro, T-6 Texan & Harvard<br />

in Italian service. Roma,<br />

IBN, 2011, Cm. 20x28, pp. 112.<br />

Euro 28,00.<br />

Un centinaio di fotografie in bianco<br />

e nero e a colori di T-6 di varie versioni<br />

e con i codici delle Scuole di<br />

Volo, delle Regioni Aeree, delle Squadriglie<br />

di collegamento e di altri reparti<br />

che, in Italia, li hanno avuti<br />

nelle proprie linee di volo, fanno da<br />

cornice al testo centrale che è il “diario”<br />

dell’iter istruzionale dell’autore<br />

alla fine degli anni Cinquanta, iter<br />

peraltro comune a migliaia di allievi<br />

piloti militari che, sul quel velivolo,<br />

hanno messo le “ali”.<br />

Il “mitico” T-6, giunto in Italia nel<br />

lontano 1948 e definitivamente radiato<br />

dall’<strong>Aeronautica</strong> Militare nel<br />

1980, è qui ampiamente illustrato,<br />

insieme ad alcune immagini di “vita”<br />

degli allievi, a varie appendici relative<br />

ai controlli pre-volo e al<br />

manuale di volo, ad alcuni disegni a<br />

colori di Marco Gueli e a una panoramica<br />

delle scatole di montaggio<br />

del T-6, più o meno note, dedicate<br />

agli appassionati aeromodellisti.<br />

Un volume, questo di Storaro - autore<br />

di altri libri sugli aeroplani<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare - la cui lettura<br />

farà rievocare a quanti ebbero<br />

il privilegio di volare sul T-6, momenti<br />

ricchi di entusiasmo e di affettuosa<br />

riconoscenza per questo<br />

indimenticabile aereo. (SB)<br />

Disponibile presso l’editore IBN, Via<br />

Mingazzini n. 7, 00161 Roma - telef.<br />

06 4452275, e.mail: ibn@aviolibri.it<br />

AERONAUTICA 2/<strong>2012</strong>


AA.VV., F-16A Air Defence Fighter,<br />

Torino, Aviation Collectables<br />

Company, 2011. Cm 21 x 29,7, pp.<br />

64. Euro 18,50.<br />

AA.VV., Tornado IDS ECR, Torino,<br />

Aviation Collectables Company,<br />

2011. Cm 21 x 29,7, pp. 64.<br />

Euro 18,50.<br />

Il panorama editoriale aeronautico<br />

italiano si è arricchito di recente di<br />

due nuovi titoli e, soprattutto, di<br />

un nuovo editore. Si tratta, in<br />

entrambi i casi, del frutto del lavoro<br />

di tre appassionati torinesi, già<br />

attivi collaboratori di testate specializzate<br />

o impegnati in campo<br />

grafico. Di qui alla produzione<br />

completa il passo è stato breve. I<br />

primi due titoli sono dedicati agli<br />

aerei da combattimento oggi in<br />

linea nell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />

L’approccio è quello ormai classico<br />

per le monografie, con un testo<br />

bilingue italiano/inglese (peraltro<br />

perfettibile) che funge da asse portante<br />

per le fotografie, qui sempre<br />

a colori grazie al periodo trattato.<br />

In più vi sono l’appendice modellistica,<br />

i profili a colori (ma non un<br />

disegno tecnico), i distintivi di<br />

stoffa (“patch”). Il testo è aggiornato<br />

agli eventi più recenti, anche<br />

con spunti meno noti, e tra le fotografie<br />

non mancano le sorprese<br />

quali gli F-16ADF restituiti agli<br />

USA e tornati nel deposito di<br />

Davis-Monthan dal quale furono<br />

estratti per essere noleggiati all’Italia.<br />

Ampia la documentazione di<br />

livree speciali e commemorative.<br />

Nel complesso si tratta di buoni<br />

prodotti commerciali, ben costruiti<br />

sulle esigenze del pubblico di riferimento.<br />

Disponibili presso l’editore (Corso G.<br />

Agnelli 95, 10134 Torino; www.aviastore.it)<br />

Gian Piero Milanetti, Le streghe<br />

della notte. Roma, IBN, 2011, Cm.<br />

17x24, pp. 280. Euro 22,00.<br />

È la seconda edizione (stampata<br />

solo otto mesi dopo la prima,<br />

recensita a pag. 42 di <strong>Aeronautica</strong><br />

n. 5/2011) del libro dedicato alle<br />

attività delle aviatrici sovietiche<br />

nel corso della seconda guerra<br />

mondiale.<br />

105 pagine e numerose fotografie<br />

in più rispetto alla prima edizione<br />

che rendono ora questo volume<br />

come il testo più aggiornato e ricco<br />

di illustrazioni sulle vicende eroiche<br />

e coinvolgenti che ebbero come<br />

protagoniste centinaia di ragazze<br />

dell’Unione sovietica arruolatesi<br />

volontariamente come piloti, navigatori,<br />

mitraglieri, motoristi e meccanici<br />

per combattere dal cielo e<br />

nel cielo i tedeschi.<br />

L’autore ha arricchito questa tematica<br />

di nuove foto, memorie e documentazioni<br />

varie raccolte dopo<br />

altre approfondite ricerche presso<br />

enti, musei e archivi anche della<br />

Germania con la possibilità, quindi,<br />

di presentare nomi, biografie e<br />

foto di alcuni degli “assi” tedeschi<br />

che affrontarono e abbatterono le<br />

donne pilota più famose come<br />

Lydia Litvyak e Katya Budanova.<br />

Da evidenziare, inoltre, che questa<br />

seconda edizione riporta schede e<br />

foto degli aerei pilotati dalle “streghe<br />

della notte” e dai loro avversari<br />

con la croce uncinata. (SB)<br />

Disponibile presso l’editore IBN, Via<br />

Mingazzini n. 7, 00161 Roma - telef.<br />

06 4452275, e.mail: ibn@aviolibri.it<br />

Paolo Farina, Dalle vele ... alle ali.<br />

Pisa, Centro Culturale Aeronautico<br />

“Ugo Antoni”, 2011. Cm 24,5 x<br />

22, pp. 252. Euro 20,00.<br />

Il centenario del primo volo a Pisa<br />

ha indotto Paolo Farina, massimo<br />

esperto sulle vicende aviatorie<br />

della città toscana, a raccogliere in<br />

un unico volume i frutti delle proprie<br />

ricerche. Il risultato, condensato<br />

in una trentina di brevi capitoli<br />

riccamente illustrati, è particolarmente<br />

agile e scorrevole. L’equilibrio<br />

tra temi notissimi (quali<br />

la 46ª Brigata Aerea o l’attività<br />

industriale Piaggio, già oggetto di<br />

diversi libri da parte dello stesso<br />

Farina) e pagine da intenditori<br />

(come il piccolo aereo da turismo<br />

GCA Pedro realizzato presso l’ITIS<br />

“Leonardo da Vinci”) è ben riuscito<br />

e non trascura neppure lo scalo<br />

civile (con chicche quali una visita<br />

del Concorde) e gli operatori istituzionali<br />

minori. Il risultato è<br />

dunque un utile compendio delle<br />

vicende aeronautiche pisane,<br />

oltretutto ad un prezzo davvero<br />

conveniente.<br />

Disponibile presso l’editore<br />

(info@centroaeronauticoantoni.it)


1952-<strong>2012</strong><br />

sessantennale dell'<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />

L'<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong>, costituita a<br />

Torino il 29 febbraio 1952 ed eretta in Ente<br />

Morale con decreto del presidente della<br />

Repubblica del 13 maggio 1955, n° 575, si<br />

impegna a mantenere stretti rapporti con<br />

l'<strong>Aeronautica</strong> Militare al fine di sviluppare e<br />

realizzare ogni possibile forma di collaborazione<br />

in tutti i settori nei quali tale collaborazione sia<br />

ritenuta possibile ed opportuna.<br />

Guardando ai nostri 60 anni di vita<br />

rinnoviamo il nostro impegno personale per la<br />

realizzazione dei nostri scopi statutari.<br />

Tu puoi fare molto!

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